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Recensione :: Romanzo :: Anharra – Il santuario delle tenebre

Pubblicato da Capitan Gambero il 20 luglio 2007 @ 19:52 in Fantasy,Italiano,Libri,Recensioni | 8 Comments

Anharra Santuario delle Tenebre Titolo originale: Anharra, Volume 2 – Il santuario delle tenebre
Autore: J.P. Rylan
Anno: 2007
Nazione: Italia
Lingua: Italiano
Casa Editrice: Mondadori
Collana: Omnibus
Genere: Fantasy

Pagine: 334
Prezzo: 18 euro (hardcover)

Pochi giorni dopo aver rigettato in mare il primo volume di Anharra, gambero di seconda scelta, arr, mi ritrovo a pescare un gambero perfino meno promettente: “Anharra, volume 2 – il santuario delle tenebre“.
Se i miei doveri di Capitano di Nave per Gamberi (come sanciti dalla Prima Conferenza dei Pescatori di Gamberi del 1714) non mi obbligassero a recensire questo puzzolente frutto del mare, lo rigetterei volentieri nelle salmastre acque fingendo di non averlo mai trovato. Sfortunatamente i miei obblighi di Capitano di Barca per Gamberi mi costringono a turarmi il naso e a tenere a bordo questo turpe crostaceo quanto basta per sezionarlo dalle antenne alla coda il più in fretta possibile.
E’ un dovere nei confronti dell’Umanità, arr.

Chi ha letto la prima recensione sa che il Capitano non solo non è prevenuto verso il seguito del primo volume di Anharra, ma addirittura nutriva speranze che quel poco di buono che si era intravisto venisse sviluppato e che l’autore, avendo dismostrato con una certa padronanza stilistica di non essere il primo sprovveduto raccolto da sotto un cavolo, si impegnasse maggiormente dandoci un prodotto sempre migliore.
Inutile sperare: quel poco che c’era di buono è sparito, arr!
Le quaranta pagine in più rispetto al libro precedente mi fanno solo pensare ai danni causati dalla deforestazione.

Adolf Hitler e il discorso dell’anguria
La mappa è talmente inutile che non ve la mostrerò:
al suo posto Adolf Hitler che mangia l’anguria!

Perfino la mappa è un’inutile e ridicolo disegno privo di senso: una minuscola città messa a cavolo sopra uno zoccolo roccioso e un tempio a gradoni poco distante, a un tiro di schioppo. Alberi grandi come palazzi a contorno. Una mappa talmente brutta, stupida e inutile ai fine narrativi da non meritare nemmeno di essere mostrata.
Perfino Adolf Hitler nel celebre Discorso dell’Anguria è una scelta migliore da proporvi.

A voi la quarta di copertina, che perlomeno non offende la vista:

Nel cuore di Anharra, la città maledetta, il Re Vemerin ha atteso per trenta secoli, finché le stelle segnassero il tempo del suo ritorno. Un sonno vegliato dalle Tenebre, potenze infernali che gli hanno svelato il segreto della vita e della morte trascinandolo nella loro spaventosa follia. Vargo e Amnor hanno assistito al risveglio del Re pazzo. Alla ferocia con cui Vemerin si è avventato sulle terre dell’Impero, in cerca dei discendenti di coloro che tremila anni prima riuscirono a sconfiggerlo. Ma le sue armate non portano solo morte e distruzione: se riuscirà nel suo intento, il futuro stesso degli uomini sarà negato, e inizierà il regno delle Tenebre. Nessuno può resistere alle sue legioni, composte di vivi e di morti, di ibridi volanti e di terribili draghi meccanici. In una terra sconvolta da terremoti, piogge sulfuree e lotte intestine per il potere, Vargo, Amnor, il sergente Kon e le due Sgualdrine cercano le tracce del Popolo Ribelle, il solo che a suo tempo si oppose a Vemerin. Ma il potere del Re pazzo è troppo forte per sperare di sconfiggerlo in combattimento. Il filo sottile al quale si aggrappano le loro speranze è Athramala, la figlia del Re. Sospesa tra la vita e la morte in un sarcofago di cristallo, Athramala possiede il segreto del Trentesimo Canto, l’unico in grado di annientare Vemerin. I rischi però sono tremendi. Chi conosce il rito per strapparla al suo sonno senza ucciderla per errore? Quali ombre hanno impresso nella sua mente i sogni che l’hanno visitata in un tempo così lungo? E come essere certi che, una volta risvegliata, non decida di unirsi al padre, rendendolo invincibile? Una nuova sfida per Vargo, che può decidere il destino del mondo.

Ecco, questa è l’unica cosa che si salva di tutto il libro: ora che l’avete letta potete pure risparmiarvi la tortura di sorbirvi il resto e potrete rimanere con quei pochi bei ricordi che il primo Anharra ci ha lasciato.

Si conferma anche nel secondo volume la totale mancanza di spessore dei personaggi unita al loro utilizzo pessimo. Il triste passato di Vargo e la sete di conoscenza di Amnor non vengono sfruttati in alcun modo, lasciando spazio a un generale e costante “inno al glorioso eroe”: Vargo monopolizza l’attenzione, presentandosi come l’ennesimo eroe predestinato di serie B.
La facilità con cui reincontra il suo popolo, sbaraglia i nemici e infine giunge allo scontro finale è tale da lasciare basiti…
…di fronte alla consapevolezza di aver sborsato 18 euro per tutto ciò. Diciotto euro che sarebbero stati investiti meglio se fossero stati bruciati.
Perfino il trentesimo canto, la figlia di Vemerin, il tempio e la Torre delle Sgualdrine si riducono a niente, come se l’autore si fosse dimenticato di averli inseriti e li gettasse via in malo modo, senza nemmeno sforzarsi di sfruttare appieno le potenzialità insiste nelle proprie idee. Vemerin stesso non vale nemmeno la fatica di pronunciarne il nome, per quanto male è utilizzato da Rylan.

Le descrizioni diventano confusionarie, spesso abbozzate, e non permettono al lettore di immergersi nell’azione. Eppure la lotta nella capitale dell’Impero sarebbe potuta essere una grande scena di guerra, sangue e massacri. E’ difficile capire per quale motivo Rylan decida di gettare ogni possibilità di rendere l’opera interessante, cavalcando sempre lo spreco narrativo delle buone possibilità. L’unica cosa memorabile degli scontri rimane il fango, causato dalla semplice pioggia che scioglie i palazzi costruiti con mattoni di fango crudo. Nemmeno il buon senso di rivestirli con la calce, cosa che perfino i caprai dello Yemen fanno dall’alba dei tempi. Rylan ci parla del fango ogni volta che può, quasi con gioia feticistica, preferendolo evidentemente alla caratterizazione dei personaggi o alla descrizione degli scontri urbani.

E ora un po’ di Spoiler sul finale…

Il finale è sprecato in modo scandaloso. Vargo, il prescelto armato con le armi del predestinato (in acciaio, in barba a ogni coerenza storica), scende nel Tempio le cui profondità sono inesplorate (ma Rylan se ne dimentica e non ci descrive nulla d’interessante di questo luogo misterioso e antichissimo), affronta il terribile Vemerin (ovviamente solo-soletto in attesa del confronto finale, stile Boss di fine livello), gli spacca un ginocchio e lo lascia precipitare nel pozzo-senza-fondo. Fatto questo torna dalla sua gente, il Popolo Ribelle che da millenni attende il suo Eroe, e quando gli chiedono “E ora che si fa?” risponde “Ce ne andiamo a Ovest, colonizziamo nuove terre e le chiamiamo Europa, ma prima facciamo un salto ad Anharra che è finalmente libera“. Naturalmente nel corso del libro la figlia di Vemerin ci ha più volte deliziato parlandoci, in modo profetico, di episodi “del futuro” tratti dai poemi omerici perché Vargo non è solo un EROE, non è solo PREDESTINATO, ma è anche il Padre della Migrazione Ariana in Europa. Commovente. Vedo Adolf Hitler versare una lacrima di ariana commozione… o forse di tristezza di fronte all’ennesimo libraccio Mondadori perchè perfino lui non può rimanere insensibile di fronte a questo.

Terminare la lettura di questa oscenità è stato molto difficile, a differenza del primo libro che si era fatto leggere senza troppi problemi (meritandosi perfino un Gambero +1 per questo). Il Finale (vedi spoiler) lascia aperta la possibilità di un terzo volume, ma in realtà le vicende si sono già concluse con questo libro. La Mondadori sarà in attesa di scoprire i dati delle vendite di questa badilata di concime per decidere se dovrà commisionare a Jeep Rylan un ulteriore seguito.
Dal canto mio mi immagino Rylan che accoglie la notizia di doverlo scrivere con lo stesso entusiasmo con cui reagirebbe alla proposta di scrivere un tomo di mille pagine di ricette a base di pesce: qualunque cosa va bene, basta che venda.

Fate un favore al mondo:
se proprio volete leggerlo, fatevelo prestare!

Combattiamo la deforestazione globale scongiurando la pubblicazione di un terzo volume!


Curiosità:
Il suddetto libro, in data odierna, non è ancora in vendita su BOL, sito di vendita libri ufficiale Mondadori. Curioso.
Su IBS ricordo di aver letto dei commenti negativi, ora misteriosamente spariti da alcuni giorni… che ci sia lo zampino di Lord Mondador?

Approfondimenti:
bandiera IT Sito dedicato ad Anharra

Giudizio:

Evita descrizioni paesaggistiche inutili e altri vezzi lessicali da scrittore fantasy di terza categoria… +1 -1 …ma spesso è troppo sintetico e poco chiaro nelle descrizioni…
  -1 …e si capisce davvero poco di quel che accade nelle azioni concitate!
  -1 Situazioni gestite male, messe là tanto per scriverle, contornate da una trama inesistente.
  -1 Personaggi abbozzati e stereotipati. I pochi personaggi dotati di spunti interessanti vengono sprecati per la pessima gestione della storia.
  -1 Finale affrettato, pessimamente scritto e deludente.
  -1 Scrittura priva di personalità: non trasuda emozioni e non accende l’interesse del lettore.
  -1 Lo scontro nella capitale dell’Impero è a mala pena abbozzato e non permette al lettore di penetrare nell’azione per viverne la paura, il caos e la violenza.

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8 Comments To "Recensione :: Romanzo :: Anharra – Il santuario delle tenebre"

#1 Comment By Miserogamberettoinsapore On 16 marzo 2008 @ 14:45

-1 La scontro nella capitale … penso sia un errore di battitura.

#2 Comment By Capitan Gambero On 16 marzo 2008 @ 15:00

Corretto! Se ci controllerai anche tutte le altre recensioni ti regalerò un mese di accesso gratuito a questo sito.


…speriamo non si accorga che il sito è già gratuito ^^”

#3 Comment By Miserogamberettoinsapore On 16 marzo 2008 @ 18:41

Non sapevo come segnalarlo se non qui :(

#4 Comment By Davide On 12 dicembre 2008 @ 17:53

Che piacere leggere questa recensione! Questo è un libro veramente insulso. Sono felice di avere la possibilità di parlarne male, dopo aver speso soldi per acquistarlo e soprattutto tempo per leggerlo. Le prime pagine ti ingannano un pochino, ma poi si cade sempre più nella nefandezza. Le ultime pagine e il finale sono veramente orrendi.

#5 Comment By deb On 18 ottobre 2009 @ 21:06

sono della stessa opinione, due libri davvero orridi!!

#6 Comment By Xatu On 19 dicembre 2009 @ 13:22

Invecie è un bel libro,ha la giusta dose di fantasia,avvenura e azione che bata per rendere un libro bello ed avvincente,senza contare i capitoli non troppo lunghi che ti permettono 1) di tenere il passo senza sforzi 2) di non stressarti con capitoloni di 80 pagine…
Un libro molto bello a 360°,purtroppo non ci sta il terzo volume che dovrebbe concludere la saga =(

#7 Comment By isabella guarino On 29 dicembre 2009 @ 20:09

Allora non ero solo una mia impressione..io l’ho avuto in regalo,essendo appassionata del genere fantasy,ma finirlo è stato un parto…

#8 Comment By pippocacca On 16 gennaio 2010 @ 20:55

Io ho letto entrambi i volumi nell’edizione economica, e devo dire che non mi sono dispiaciuti: anzi, a questo punto aspetterò anche il terzo, che pare annunciato, anche per vedere come va a finire la storia. Certo è un fantasy per modo di dire, molto poco canonico: in certi punti sembra quasi che lo scrittore si diverta a parodiare i luoghi comuni del genere, strizzando l’occhio al lettore, però è scorrevole e divertente. L’idea di fondo, una lotta perché la futura storia dell’uomo si realizzi o no non è male, e il fatto che i palazzi di fango secco crollino dopo settimane di terremoti, meteore e piogge torrenziali e alla fine lo spostamento dell’asse terrestre non mi è sembrata irragionevole. Forse nele Yemen non succederà, ma nel resto del mondo penso di sì.
La cartina mi sembra che rappresenti le coste dell’artico, e dalla descrizione la città dovrebbe essere più o meno nell’attuale mongolia.


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