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Recensione :: Romanzo :: L’ultima profezia

Pubblicato da Capitan Gambero il 26 luglio 2007 @ 18:40 in Fantasy,Italiano,Libri,Recensioni | 22 Comments

Ultima Profezia copertina Titolo originale: L’ultima profezia
Autore: Chiara Guidarini
Anno: 2007 (?)
Nazione: Italia
Lingua: Italiano
Casa Editrice: Traccediverse
Collana: D’Istanti (?)
Genere: Fantasy

Pagine: 112
Prezzo: 11 euro (brossura)

I due “(?)” derivano dal fatto che alcune fonti lo danno nella collana “Tralci di vite” per l’anno 2006 (IBS stesso ha commenti che arrivano a dicembre 2006), mentre il sito dell’editore segna “D’Istanti”… la copia che mi è arrivata è stata stampata nel 2007 e non riporta la collana. Vabbé, avranno fatto un cambio di collana tra la prima ristampa e la seconda forse…

La quarta di copertina:

Sono trascorsi venti anni da quando Nime, il Mago Oscuro, con un colpo di stato ha rovesciato la reggenza dell’arcimaga Amelia, proclamandosi sovrano assoluto di tutto il continente di Ancyria. Da quella tragica notte che vede la caduta degli Arcimaghi, viene tratta in salvo Elaine, figlia legittima di Amelia e sua erede, che si troverà ben presto coinvolta nei grandi eventi del suo tempo.

In un mondo leggendario e arcano, dominato dall’epica lotta tra il bene e il male, tra oscuri manieri, templi in rovina e divinità dimenticate, Elaine dovrà fare i conti con una dote affascinante e al contempo terribile insita in lei: la magia.

Quando il Capitano legge un libro, in particolare se pensa di recensirlo, cerca una di queste due cose: una piacevole lettura oppure una brutta lettura, ma con divertenti spunti da commentare.
Il primo libro di Anharra fornì una lettura piuttosto piacevole, con vari spunti negativi da commentare con mio personale sollazzo. I libri di Licia Troisi forniscono anch’essi una lettura “non proprio piacevole” (talvolta decisamente spiacevole), ma sono ricchi di spunti per costruire una divertente critica, arr. I racconti di George Martin uniscono alla piacevole lettura una discreta quantità di ottimo materiale da recensire con abbondante dose di elogi: un vero Maestro della fantascienza.
Questo libro invece, arr, mi spiace dirlo, ma non mi ha dato nessuna delle cose che cerco. Ha insita in sé una bruttezza banale dovuto non al pessimo stile né alla stupidità (vedesi “l’assedio” commentato in Krune da Gamberetta o i casi perfino più eclatanti della Troisi a cui dedicherò spazio in futuro), quanto piuttosto alla mancanza di anima, alla sinteticità, alla sensazione che siano “parole stampate”e nulla di più.
Una sensazione simile a quella che si ha leggendo tanti racconti o incipit di romanzi Fantasy amatoriali: magari la grammatica è corretta, ma non c’è un contenuto né un “mondo in cui entrare grazie alla storia” e l’unica cosa che rimane è la piatta banalità di parole che si inseguono senza dire nulla.
Arr, di fronte a un tal genere di brutto perfino il Capitano ha difficoltà a trovare le parole. E’ un libro che lascia per tutta la lettura la sensazione che sia stato accorciato, tagliato e sintetizzato selvaggiamente.
Una sensazione terribile, che distrugge ogni desiderio di leggere, e che mi ha portato a cercare riscontri all’idea che l’opera fosse stata mutilata.

In rete (ma non da pesca, arr) si trova un intervento del 18 giugno targato Chiara Guidarini che parla proprio dei problemi del libro (UP, Ultima Profezia).

UP è incompleto, spezzato, diviso in due e nuovamente tagliato.
Oggi mi chiedo come posso essere arrivata a questo. Mi si dice che i personaggi sono troppi per stare in cento pagine. Vero. Mi si dice che gli eventi sono troppi e troppo rapidi. Vero anche questo. Chino il capo, con triste rassegnazione, e la domanda torna, più insidiosa e violenta, ed esplode con forza nella mia testa: “come hai potuto permetterlo?”

“Il canto proibito” era un malloppo di 360 pagine, poi 320, poi 200 e poi 100.
Accettai di dividerlo in due per non doverlo tagliare ancora, per tenere più basso possibile il prezzo di copertina, e per tutta una serie di ragioni che mi sembravano sensate.

Centosessanta pagine di tagli! Strappare via il 45% del romanzo: questa è follia pura, mi si passi il termine un po’ forte, arr. Come si può mutilare un’opera, la propria opera, in questo modo? A quale scopo? Solo per poterla pubblicare con una casa editrice di basso livello come “Traccediverse”? Nessun autore degno di questo nome al giorno d’oggi si abbasserebbe a pagare per essere pubblicato, ma neppure accetterebbe di compiere un simile scempio della propria creatura come se non contasse nulla, come se non fosse qualcosa su cui si è messa tutta la propria capacità e le proprie speranze. Nessuno dovrebbe umiliarsi tanto per una pubblicazione, seppur non a pagamento.
Come si può dire di amare la propria opera e poi farle questo?
E’ come amputare la gamba del proprio figlio per apparire in prima pagina su un quotidiano, né più né meno!

Avrebbe potuto pubblicare la propria opera in internet, con licenza Creative Commons come già fece (e ha tutto il mio rispetto per questo) Fabrizio Valenza con il suo Geshwa Olers. Oppure usare Lulu.com (con tanto di numero ISBN e pagina su IBS.it!) se proprio si vogliono avere delle copie cartacee da donare ad amici e famigliari.
C’erano possibilità ottime senza scendere a osceni compromessi e senza distruggere il proprio parto creativo.
Invece no, ha dovuto proprio cercare la casa editrice tradizionale (…almeno fosse stata una casa editrice più decente…) inseguendo il Dio Vanità della pubblicazione. Non dico “Dio Denaro” perchè nessuno, superati i 15 anni, si può illudere di fare soldi con un libro in Italia senza avere un’immensa botta di culo. Il “Dio Vanità” di chi vuole proprio essere stampato da un vero Editore e per questo commetterebbe qualunque atrocità, anche la più efferata come… come tradire la propria opera facendola a pezzi!

Sarò un vecchio marinaio, ma trovo questo atteggiamento IN-CON-CE-PI-BI-LE, arr.
Solo a pensare che uno scrittore possa distruggere la propria creatura per darla in pasto a un editore di bassa lega mi risalgono i gamberi dallo stomaco per lo sdegno.

Ho ripreso in mano “il canto proibito”, ne ho riletto una parte e l’ho confrontato con UP. È un altro scritto, non c’è altro da dire. Non è lo stesso malloppo. È il riassunto della stessa storia, forse.
Ma è un libro che amo, nel quale ho messo me stessa, e nel quale ho cercato di imbrigliare l’essenza di quello che volevo scrivere.

Se ama davvero il suo libro, la sua creatura, torni sui suoi passi signora Guidarini! Lo pubblichi in versione integrale, gratuitamente con licenza CC oppure a pagamento tramite lulu che le farà avere lo stesso il suo bel numeretto ISBN e lo spazio su ibs.
Se ama la sua opera forse è ancora in tempo per porre fine a questa atrocità (contratto permettendo): ci pensi!

Difendere la propria opera letteraria
Autore nell’atto di difendere con ogni mezzo la propria opera!

Giudicare un’opera così violentata dalla sua stessa madre ha poco senso, mi piacerebbe invece poter leggere un giorno l’opera integrale e poter valutare quella, ma in vendita al momento c’è questo libretto e quindi il mio giudizio si può limitare solo al disponibile.

La Storia in sintesi (sperando di ricordarla correttamente… tale era la sensazione di schifo nel leggere che temo di aver già cominciato a scordarla.)
Elaine è la figlia sopravvissuta dell’arcimaga Amelia, assassinata nella rivolta che ha portato al potere Nime, il Mago Oscuro, un terribile stregone immortale intenzionato a sottomettere il mondo per il semplice gusto di farlo. Galad il mago riesce a salvare Elaine, nata prematuramente grazie alla magia, e la consegna a Nikolas che si finge suo fratello nel corso degli anni trascorsi all’orfanotrofio. Elaine porta su di sé il segno degli arcimaghi: gli occhi viola. A causa di questa caratteristica deve vivere lontana dal lungo braccio di Nime e dei suoi sgherri. Elaine non sa nulla del proprio passato, ma raggiuntà l’età adulta le visioni profetiche si fanno sempre più forti e sgradevoli. Galad le ordina di raggiungerlo e così lei scopre il proprio retaggio e quello che deve essere il suo futuro: diventare la nuova Arcimaga, abbattere l’usurpatore Nime e regnare all’ombra del Re Ribelle Antar, un generale scontento del Mago Oscuro. Le visioni di Elaine però sembrano essere incapaci di apparire quando serve a re Antar. Il Re, convinto che Elaine non sia ancora capace di profetizzare correttamente, rifiuta di ascoltare le sue implorazioni di non andare all’incontro con re Tan Alles credendo i suoi discorsi sciocche farneticazioni. Al banchetto di benvenuto il Re Ribelle viene assassinato, ma Elaine li raggiunge in tempo per vedere morire Nikolas (che era andato con il re all’incontro) e incazzarsi come una bestia. Impugnata la spada (magica) del fratellastro, giura di vendicarlo e si autoproclama regnante di Alles e Arium.

I personaggi sono mal caratterizzati, privi di spessore psicologico, poco più che nomi volteggianti sulle pagine. La storia è banale, come troppo spesso succede col Fantasy, piena di stereotipi come il mago cattivo, il re coraggioso, il mago vecchio e saggio, la giovane segnata dal destino ecc… e non si riscatta con una rielaborazione di alto livello dato che lo stile narrativo risulta piatto, sintetico, tanto da non permettere di immergersi affatto nel mondo.

Un’appassionante lettura!

In parole povere è emozionante come leggere lo scontrino della spesa, arr!


Approfondimenti:
bandiera IT Blog dell’Autrice
bandiera IT Sito del libro
bandiera IT Opera su IBS

Giudizio:

Tristemente vuota… -1 Storia banale
  -1 Personaggi stereotipati…
  -1 …e in più approfondimento psicologico nullo!
  -1 Stile piatto, senza anima
  -1 Non fa immergere MAI il lettore nella storia
  -1 Opera mutilata indegnamente
  -1 Faticosissimo da leggere per la sua bruttezza banale
  -1 Discorsi irreali, forzati

3


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22 Comments To "Recensione :: Romanzo :: L’ultima profezia"

#1 Comment By Moloch On 27 luglio 2007 @ 00:42

Penso che la recensione sia davvero caustica e fine a se stessa… è vero, il libro di Chiara è stato tagliato ma non mi sembra tutto questo dramma.

In fondo è ben scritto e ci sono ottimi spunti e idee. Nemmeno a me quando lo lessi entusiasmò più di tanto, però i risvolti psicologici dei personaggi, le descrizioni ecc… sono tutti aspetti ben curati.

Concordo solo sul fatto che mi piacerebbe leggere il romanzo in versione integrale prima dei tagli!

#2 Comment By Sheyraen On 27 luglio 2007 @ 02:48

Il libro è tagliato, penalizzato. Lo si sente alla lettura e ho avuto modo di dirlo direttamente alla lettrice. Si può concordare certamente con lo sdegno per un’opera che tutti noi vorremmo leggere nella sua versione integrale, proprio perché per quanto possano sembrare (a chi guarda la superficie), stereotipati i personaggi e la storia, si ha la sensazione, a fine lettura, che manchi tutto quello che c’è sotto la superficie, il sogno che ha portato alla creazione di una storia fantastica.

Il punto però è un altro e mi permetto di dirti schiettamente, capitano, che si può fare una critica e una recensione sull’opera (magari non sfociando in colpi di mannaia gratuiti), ma quando si passa alla critica sulla persona, senza conoscerla, si sta sconfinando.
Le motivazioni che portano qualcuno a scegliere una strada piuttosto che un’altra sono spesso personali, spesso sono anche sbagli di cui ognuno di noi paga il prezzo e si pente, ma dire “Dio Vanità” è decisamente un po’ troppo pretestuoso.

Qualcuno mi ha raccontato una volta che Stephen King aveva massacrato la sua prima opera quando fu pubblicata. In seguito, quando è diventato ciò che è diventato, ha deciso di ripubblicarla in versione integrale, con una nota che recitava qualcosa come “Ringrazio la prima casa editrice che mi ha aperto la prima porta, ma ora vorrei tanto pubblicare il mio lavoro per intero”.

Non so se Chiara avrà ragione o no in seguito, sacrificando un suo lavoro in nome di un sogno più grande e solo il tempo le farà dire se ha fatto bene o male: noi non ne abbiamo il diritto.
So che se c’è qualcuno su cui puntare il dito è l’editoria italiana (non conosco quella straniera), che senza leggere il lavoro, ti impone tagli, regole fatte da chi non ama leggere (numero di pagine ridotte in nome del denaro) per chi vuole “entrare nel sogno”.
Io non ho più 15 anni… nemmeno di testa e non sono così idealista e illusa da pensare che non dovrò pagare qualche prezzo se voglio ottenere qualcosa.

Probabilmente poteva pubblicare con lulu.com… probabilmente non lo conosceva neanche… probabilmente avrebbe potuto farlo e tu non l’avresti mai letto.

Lasciamo stare gli dei nel loro Olimpo e limitiamoci a parlare di cose di cui possiamo parlare per conoscenza acquisita.
Giudicare non deve essere mai così facile.
Questa la mia opinione.

#3 Comment By Sheyraen On 27 luglio 2007 @ 02:50

Chiedo venia… mi sono accorta ora che ho scritto “ho avuto modo di dirlo direttamente alla lettrice”.. intendevo “all’autrice”.
L’ora tarda (e la pigrizia di non rileggere il commento prima di pubblicarlo… ammettiamolo ^_^) mi fa commettere errori indecenti ;)

#4 Comment By Antonia Romagnoli On 27 luglio 2007 @ 07:19

Ho letto la recensione al romanzo di Fabrizio e sono stata zitta, mi sono detta “in questo sito non aspettano altro” e non volevo espormi alla vostra attenzione. Ora ho letto questa recensione e non posso più tacere.
Premessa: i libri che state criticando sono stati scritti da amici e, nel rispondervi, sono di parte. Dicendo questo, però non intendo suggerirvi che non sono obietiva, ma solo che queste recensioni feriscono me quanto loro.
Conosco i limiti delle opere che avete “lapidato”. Gli stessi autori, in parte, li ammettono senza problemi.
L’ultima Profezia, sì, è stato orrendamente mutilato. Grazie di averlo notato: mi auguro che l’editore, i mille editori italiani, leggendo il pesante accento che avete posto sull’argomento, facciano un serio esame di coscienza.
Forse voi non avete mai tentato di pubblicare in Italia, forse non avete mai provato a scrivere un romanzo. Probabilmente non avete alcuna idea di quello che passa un esordiente italiano per arrivare al primo romanzo edito. Il compromesso di Chiara Guidarini è uno dei minori, credetemi.
Il vostro punto di partenza è quello di trovare gli aspetti negativi nelle opere altrui e mi chiedo il perchè. Se non vi piace il fantasy, non leggetelo. Se non vi va a genio che gli esordienti scrivano libri, ditelo.
Ferire gli scrittori alle prime armi mi pare un’azione un po’ sgradevole.
Il resto delle critiche che avete mosso a questo romanzo a me sembrano, se non ingiustificate, un po’ troppo calcate: forse lo trovate divertente, dimenticandovi che dietro ai libri ci sono persone. Vorrei ricordarvi questo.
Sono certa che dopo il mio commento la vostra attenzione cadrà anche sul mio romanzo in uscita, ma poco importa. Vi anticipo che è un lavoro orrendo, ma questo lo sapete già anche voi.

#5 Comment By Bubba On 27 luglio 2007 @ 08:47

Agh! Non mi posta i commenti lunghi…. -__-

#6 Comment By Bubba On 27 luglio 2007 @ 08:53

Ohi ohi! -__-

Il povero Bubba è un pescatore di gamberi ( avrete letto le mie recensioni su “Chrono Trigger” e il romanzo ” La mano sinistra di Dio” ).

Quando Capitan Gambero ha finito di leggere il libro della Guidarini, me l’ha passato per chiedermi cosa ne pensavo… ma sinceramente dopo le prime 10 pagine ho lasciato lì, penso che lo leggerò quando avrò un pò di tempo ( ora sto lavorando su altri gamberi! )

Che dire signore e signori, voglio solo commentare una frase di Antonia Romagnoli ( la ringrazio per essersi esposta signora ) :

” Forse voi non avete mai tentato di pubblicare in Italia, forse non avete mai provato a scrivere un romanzo. Probabilmente non avete alcuna idea di quello che passa un esordiente italiano per arrivare al primo romanzo edito. Il compromesso di Chiara Guidarini è uno dei minori, credetemi.
Il vostro punto di partenza è quello di trovare gli aspetti negativi nelle opere altrui e mi chiedo il perchè. Se non vi piace il fantasy, non leggetelo. Se non vi va a genio che gli esordienti scrivano libri, ditelo.
Ferire gli scrittori alle prime armi mi pare un’azione un po’ sgradevole. ”

L’idea ce l’abbiamo eccome. Sono senza dubbio delle lunghe attese, centinaia di lettere inviate senza una risposta… ma in fondo altri autori italiani, che le assicuro prenderemo di mira ( Licia Troisi in primis, nonchè Andrea D’ Angelo ) ,
sono stati pubblicati da Mondadori e Nord. E le assicuro ( non so se ha mai letto le loro opere ) , che prenderanno gamberi marci a profusione.

Il nostro lavoro, DURISSIMO, è quello dell’analisi di opere, che siano belle o brutte. In questi tempi stiamo acquistando parecchi libri e lo facciamo unicamente per la passione di leggere e perché siamo convinti che così non va… no, proprio non va.
“Editoria italiana cattiva! Editoria italiana marcia!” Il problema, più che l’editoria, molto spesso è nelle opere medesime. Qui non si valuta lo stato di salute dell’editoria ( oh, certo, prima o poi scriveremo un articolo a proposito ), ma le opere in sé.

Non conoscendo il libro della Guidarini che da poche pagine lette ieri, non posso dire altro. Ma posso dirvi che il nostro capitano, Capitan Gambero, è un uomo di mare molto esperto e degno di rispetto. La sua opinione può essere certamente contestata, ma nessuno qui sta attaccando nessuno per il gusto di farlo. Forse siamo un pò insensibili… ma lo dobbiamo a una pericolosa stanchezza: è da molto che peschiamo gamberi e non troviamo un libro italiano a cui assegnare un gambero rosa, buono e polposo e sanguinante.
E questo è frustrante, perché ci dice che gli autori italiani sono pericolosamente superficiali nel trattare la stesura dei loro romanzi: no, così non va.
Se non si cambia musica penso che il fantasy italiano non verrà mai pubblicato, perché gli editori non avranno risposte.

Krune, Anharra, Il mondo Emerso, Le Sette Gemme… Bubba non li ritiene lavori degni di pubblicazione. Se Bubba fosse Mondadori o Nord, non si sarebbe mai accollato il rischio della loro pubblicazione, sbagliando forse solo nel caso del Mondo Emerso ( ma più che altro quella è la stupidità di un pubblico di ragazzini che si emoziona ingiustificatamente per un paio di draghi ).

#7 Comment By Bubba On 27 luglio 2007 @ 08:56

Mettetevi dalla parte di un editore non a pagamento: il vostro obiettivo è , giustamente, il ritorno economico delle prime 2000/ 3000 copie e il successivo guadagno. E se il fantasy italiano continua su questa strada, presto nessun editore si accollerà più il rischio.

Il consiglio del capitano di ricorrere alla rete non andrebbe disprezzato. Guardate Fabrizio Valenza. Ora se cercate con google troverete senza dubbio molti risultati che lo riguardano. E scommetto che molta più gente ha letto ” Geswha Olers ” rispetto all’ ” Ultima Profezia “.
Traccediverse è un editore praticamente invisibile in libreria, l’unico modo sicuro di garantirsi una copia dell ” Ultima Profezia ” è l’ordinazione online.
Ora: quanta gente è disposta a spendere 11€ per un libro tagliato a metà e di 100 misere pagine, quando al lettore fantasy medio interessano romanzi da 400 pagine minimo o addirittura saghe interminabili?
Credo che molti, nell’era di internet, siano più interessati a scaricare un ebook in modo gratuito: noi così facciamo per ogni opera disponibile in rete, evitando spese davvero gravose nel numero e inutili… -__-

#8 Comment By Bubba On 27 luglio 2007 @ 08:56

Considerando che sono un povero pescatore di colore ( e anche nella vita reale vi assicuro che sono di colore e non è facile… anche se sei nato in italia, qui di razzismo ce n’è molto)… direi che ho parlato più di quanto ci si aspettasse da me.

Torno a pescare gamberi e vi invito a farci ancora visita, magari per prendere nuovi spunti di lettura o per proporci altre recensioni.

Con affetto

Il vostro povero Bubba, pescatore di gamberi.

#9 Comment By Fabrizio On 27 luglio 2007 @ 09:14

Scusate se intervengo anche io. Sarò breve.
Il problema, secondo me, non è tanto o solo la qualità di ciò che andate giudicando, Capitani, ma anche il modo in cui lo fate. Non so, ho una percezione di limitata obiettività leggendo le vostre critiche. Non vogliatemene, ma credo che il punto di partenza di chi scrive una critica debba essere il beneficio del dubbio, ovvero: io che critico sono sicuro di aver capito bene e di aver letto con sufficiente (badare, dico “sufficiente”) attenzione?
Perché l’impressione che ho avuto, a volte, è di insufficiente attenzione al libro letto.
Poi volevo farvi una domandina: perché parlando di fantasy ogni tanto usate il termine “fantascienza”? Sono due generi diversi, mi sembra…

#10 Comment By Bubba On 27 luglio 2007 @ 09:25

Non abbiamo mai usato il termine fantascienza al posto di fantasy, il fatto è che recensiamo anche altri generi. ^__^

Per il resto, l’obiettività è una nostra caratteristica. Noi non vogliamo assolutamente offendere nessuno o mettere in cattiva luce nessun lavoro. Giudichiamo secondo il nostro personale gusto e difatti trovate sempre una tabella con le singole giustificazioni per ogni punto assegnato alla recensione, nella valutazione finale espressa in gamberi.

L’idea del sito è quella di pescare gamberi nel mare, con la nostra bella barca per gamberi!

#11 Comment By Fabrizio On 27 luglio 2007 @ 09:33

Non chiamate mai il fantasy “fantascienza”?
E questo:

>>I racconti di George Martin uniscono alla piacevole lettura una discreta quantità di ottimo materiale da recensire con abbondante dose di elogi: un vero Maestro della fantascienza.

cos’è? George Martin è un maestro della FANTASCIENZA???

Poi nel post sull’ultimo libro di Harry Potter avete scritto:
>>Ogni volta che ho provato a leggere uno dei romanzi con le avventure di Harry, l’ho sempre trovato infantile e mancante di quel sense of wonder proprio della miglior fantascienza anglosassone e che adesso abita tra gli anime più interessanti.

Ecco, Harry Potter non è che appartenga proprio alla fantascienza anglosassone…

Chiari i riferimenti?
Ciao.

#12 Comment By Capitan Gambero On 27 luglio 2007 @ 09:56

>> Non chiamate mai il fantasy “fantascienza”?
>> cos’è? George Martin è un maestro della FANTASCIENZA???

GRR Martin negli anni ’70 scriveva fantascienza, si dedicò al Fantasy solo successivamente. E dato che si stava accennando all’unica raccolta di suoi racconti uscita “recentemente” (Le torri di cenere, una piccola parte del più vasta “Rretrospective”), che contiene solo racconti di fantascienza scritti negli anni ’70 quando Martin scriveva MOLTO meglio di ora (era molto più sintetico in passato: ora mi piacciono le sue storie e la sua tecnica, ma non sono un fan della sua prolissit? ), allora non vedo proprio dove sarebbe il problema.
O forse non vi era noto che Martin avesse scritto fantascienza di ottimo livello prima di buttarsi sul fantasy inseguendo l’onda del successo di questo genere?

>> Ecco, Harry Potter non è che appartenga proprio alla fantascienza >>anglosassone…

Commento senza senso.
Si è fatto notare soltanto che, secondo Gamberetta, il libri di Harry Potter sono privi del “sense of wonder” che altre opere hanno, quali ad esempio la fantascienza anglosassone (e i nomi da fare di altissimo livello si sprecano) o i recenti autori di anime giapponesi.
Quella frase non dice, pur con tutta la fantasia che si possa mettere per farglielo dire, che HP sia fantascienza (anche se appartiene al Fantastico).
Mi pare che pur di trovare qualcosa da criticare, mio signore, si stia scadendo nella volontaria incomprensione della lingua italiana. Incomprensione sgradevole per chiunque e inaccettabile per chi scrive.

#13 Comment By MareDiSera On 27 luglio 2007 @ 10:01

Parliamo spesso di critiche costruttive…che abbiano dentro stimoli a far meglio, a vedere i propri errori con serenita’. L’artista e’ una persona sempre in bilico…che VIVE di stimoli, e’ sensibile e suscettibile…quasi sempre scannato ma coraggioso e capita di dover accettare questo tipo di compromessi…almeno all’inizio…ed il primio a soffrirne e’ l’artista stesso.
E’ chiaro ,non ci si trasforma in schiavi se davvero si rappresenta questa categoria ma nel caso di Chiara Guidarini mi sembra ovvio che stia affrontando le difficolta’ che l’editoria italiana pone e che tutti gli scrittori emergenti conoscono…ed in generale tutti gli artisti accettano in una misura o nell’altra.
Le alternative suggerite qui non bastano ad addolcire le libere critiche di cui sopra…compresa l’immagine di dubbio gusto dello scontrino.

Troppa personale voglia di sparare in volo in questo spazio fa si che non ci si senta recensiti ma cacciati…e potrebbe malrecensire questo spazio stesso.
Buona giornata, Buon Lavoro!

#14 Comment By Capitan Gambero On 27 luglio 2007 @ 10:13

@ Sheyraen
>> ma quando si passa alla critica sulla persona, senza conoscerla,
>> si sta sconfinando.

Critica che non c’è stata.
In nessun punto si fanno affermazioni di carattere personale (gusti, aspetto fisico, religione, etnia, lavoro svolto, orientamento sessuale, abitudini alimentari…) sull’autrice (che non conosco e non mi interessa nemmeno conoscere: si critica l’arte, non l’artista).
Si è criticato SOLO l’atteggiamento di sacrificare le proprie opere a compromessi ingiustificati ed ECCESSIVI pur di pubblicarle (un taglio del 45% non è un taglio del 15% o l’aggiunta di qualche capitoletto in più per poi dividere il libro in tre… si passa dal pianeta Editing al pianeta Distruzione), quando si potrebbe farle conoscere al mondo in tutto il loro splendore con altri mezzi.
Altri mezzi che permettono di avere lo stesso il numero ISBN e la vetrina su IBS e tante altre librerie online.
Altri mezzi che però non permettono di dire “sono stata pubblicata dall’editore tal dei tali!” come se fosse un vanto intellettuale.

Se invece si passa dall’ambito “voler vendere” a quello del “voler essere letti” allora il signor Valenza con il suo Geshwa è un esempio positivo che tutti dovrebbero imitare.
Ci sono gi? alcuni scrittori stranieri che mettono i propri libri in distribuzione gratuita via internet assieme alla vendita classica in libreria: autori del calibro di Sergej Luk’janenko (“I guardiani della notte”), non pesciolini.

Perché questo?
Perchè scrivere per l’autore è ARTE, è DESIDERIO di condividere con il mondo la propria creazione… la vendita, il Mercimonio della Bellezza, riguarda le case editrici, non lo scrittore (l’artista della parola).

#15 Comment By Fabrizio On 27 luglio 2007 @ 11:29

Forse allora dovevate essere più chiari… perché il termine fantascienza inserito in quel modo in un contesto fantasy non sembra molto azzeccato. Bisogna anche cercare il massimo della chiarezza quando si scrive una recensione. Martin è indubbiamente più conosciuto per il fantasy…

#16 Comment By Capitan Gambero On 27 luglio 2007 @ 13:34

>> Forse allora dovevate essere più chiari…

Forse dovevi leggere senza inventarti le parole per poi accusarci di colpe che non abbiamo, perchè è chiarissimo… certo che se uno NON SA che Martin ha scritto valanghe di racconti di Fantascienza, non è un problema mio: è un problema di ignoranza propria.

Leggere quello che c’è scritto senza inventarsi cose che non ci sono è sempre il metodo migliore.

#17 Comment By Fabrizio On 27 luglio 2007 @ 14:15

Ok, grazie per l’insegnamento.

#18 Comment By Questor On 31 luglio 2007 @ 18:04

Ho letto tutto, ma sinceramente io questa “cattiveria” dei recensori non ce la vedo. Sono onesti, dicono quello che pensano e, personalmente, li trovo anche condivisibili. Non ho letto il libro in questione, ma questo voler, sempre e comunque dare la colpa all’editoria e all’editore che non pubblica… mah a me non ha mai convinto… Sei un esordiente e scrivi un’opera da 500 pagine? Ma è ovvio che le difficoltà per pubblicarla sono decuplicate, quale casa editrice (che non è un ente di beneficienza nè un ente culturale) investirebbe su un esordiente di 500 pagine? Io no.
L’editore ti offre 100 pagine? Se vedi che non puoi tagliare la tua storia per farla stare in 100 pagine senza che perda molto del suo appeal, allora scrivine una nuova che stia in 100 pagine.
Fabrizio Valenza e il suo Geshwa hanno aperto una grande strada che non vedo perchè altri non possono percorrere. La pubblicazione su carta a ogni costo sembra davvero un rincorrere di Vanità che alle volte è vuoto…
A me questo sito piace e fino ad ora mi trovo d’accordo coi gamberi :)

#19 Comment By Andrea D’Angelo On 2 agosto 2007 @ 17:12

Mi sono letto tutti i commenti, per colmare una lacuna evidenziata in una discussione su Fantasy Magazine. Non ho sempre tutto questo tempo, ma oggi ho fatto uno strappo alla regola (perché mi interessa, ovviamente).

Una cosa mi ha colpito: in tutta sincerità, pubblicare un’opera prima facendosela tagliare quasi del 50% è follia pura. Non avrei mai accettato una cosa del genere. Parlare di vanità, cioè della persona, è sbagliato. Ma è condivisibile, per me, il punto di vista che vorrebbe l’autore un po’ più fiero di ciò che ha scritto.
C’è una cosa che non mi sta in testa, infatti: se si è davvero così attaccati alla propria opera, si pensa di aver dato il massimo, possibile che si scenda a un compromesso simile? In tutta sincerità, a me spiace per l’autrice, ma ha sbagliato. E le sono umanamente vicino.
La storia del mio esordio è ben diversa e risposi punto per punto ad alcune critiche di Gianfranco Viviani, nonostante la Nord fosse per me, allora, il punto di riferimento dell’editoria fantasy in Italia. Eccheccaspita, dopo sette anni e mezzo di lavoro un po’ di autostima me l’ero costruita. Purtroppo anche io subii un torto che mi valse non poche critiche – ingoiate mio malgrado. Ma fu una cosa poco prevedibile e, in fondo, assai meno grave del taglio che Chiara Guidarini ha accettato.

Detto questo, attenderò gli strali del negro Bubba su “Le sette gemme”.
Ma non “prendermi di mira”, Bubba, che di guerre ce ne sono già abbastanza. In ogni caso, credimi, non riuscirai a centrarmi. Sono passato per di lì oltre 10 anni fa. ;) (E, per te lettore, oltre 5 – che per un esordiente sono un’eternità).
Potresti centrarmi soltanto leggendoti, forse, un giorno o l’altro, il prossimo romanzo (che sto scrivendo, ma che non so che fine farà).

#20 Comment By Gamberetta On 30 marzo 2012 @ 14:52

Ho spostato gli ultimi commenti in Fogna.

@thyangel83. Senza cattiveria, ma non ha molto senso commentare una recensione di cinque anni fa senza aver letto il libro e ammettendo di essere ignorante in materia.

#21 Comment By thyangel83 On 30 marzo 2012 @ 15:08

@ Gamberetta

Sei la prima che mi risponde con un commento pertinente e ti ringrazio. Non mi offendo, so che ero andato fuori tema: in effetti la mia volontà non era affatto replicare in merito al libro in sé per sé, ma alla recensione stessa. Ovvero: non mi stavo focalizzando sui contenuti ma sulle modalità con cui erano state espresse.

Scusami, rispondo qui per triste comodità, ma puoi tranquillamente spostare questo commento nell’insieme delle cloache sotterranee.

Ciao e buon lavoro.

#22 Pingback By Mostra, non raccontare… ma mostralo sul serio! « Prisca's Lab- On 21 maggio 2012 @ 17:02

[...] E, vi prego, non vantatevi di tagliare e tagliare se il risultato diventa questo. Oppure questo. [...]


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