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Recensioni :: Romanzo :: Le Maschere del Potere

Pubblicato da Gamberetta il 11 dicembre 2007 @ 18:12 in Fantasy,Italiano,Libri,Recensioni | 15 Comments

Copertina de Le Maschere del Potere Titolo originale: Le Maschere del Potere
Autore: Errico Passaro

Anno: 1999
Nazione: Italia
Lingua: Italiano
Editore: Nord

Genere: Fantasy
Pagine: 184

Ho passato il pomeriggio di domenica scorsa a frugare tra le bancarelle di un mercatino natalizio. Mi piace rovistare tra i libri usati, ho sempre l’illusione di poter scoprire chissà quale prezioso manoscritto e portarmi via un tesoro a pochi euro. In realtà non ho mai trovato niente di notevole, se non qualche libricino più polveroso o malandato degli altri.
In compenso quest’anno ho trovato dei fantasy italiani di cui ignoravo l’esistenza. Per esempio questo Le Maschere del Potere recuperato a due euro.

Mercatino natalizio
Mercatino natalizio

Cercando in rete informazioni riguardo il romanzo e il suo autore ho trovato molto poco. La presenza del romanzo è constata all’epoca sul newsgroup it.arti.fantasy, ma oltre una stringatissima recensione non si va. L’autore è un po’ più conosciuto, sebbene più che altro per il suo ruolo di giornalista e collaboratore de Il Secolo d’Italia.
Ho però riesumato una bizzarra polemica: un articolo dell’Ottobre 2001 apparso su Le Monde diplomatique nel quale Valerio Evangelisti denuncia la presenza di una vena fascista nella narrativa fantascientifica italiana atta a corrompere la gioventù dietro il paravento del romanzo di genere. Evangelisti cita l’antologia Fantafascismo, curata da Gianfranco de Turris, il romanzo Occidente di Mario Farneti e in fondo all’articolo si sofferma in particolare proprio su questo Le Maschere del Potere.
Non discuto le tesi di Evangelisti, sebbene sospetti che Le Maschere del Potere non l’abbia neanche letto. Se a qualcuno interessa questa vicenda curiosa, l’articolo originale francese è qui. Una traduzione in inglese è qui (copia locale in PDF). La risposta di Gianfranco de Turris è qui.

Copertina di Fantafascismo
Copertina di Fantafascismo

Io credo che definire Le Maschere del Potere fantascienza fascista sia dare al romanzo più importanza di quanta abbia. Le Maschere del Potere è solo l’ennesimo esempio di pessima fantasy italiana.

La storia. Nel Mondo dell’Arcobaleno, mondo che esiste in un futuro indefinito e su un piano di realtà diverso dal nostro, i tre principali regni, Rodrom, Rodaire e Nahor si sono combattuti per millenni. Finché, dopo l’ennesima sanguinosa guerra, non hanno deciso di provare a istaurare un equilibrio che potesse garantire la pace. I tre regni sono diventati i Regni Uniti e si sono divisi i compiti: Rodrom si occupa della difesa e dell’ordine, i suoi cittadini sono guerrieri, il suo Re porta la Maschera del Leone ed è chiamato Vostra Autorità. Rodaire si occupa della religione e dei rapporti con gli Dei, i suoi cittadini sono sacerdoti, il suo Re porta la Maschera dell’Aquila ed è chiamato Vostra Saggezza. Nahor si occupa delle attività produttive, i suoi cittadini sono artigiani, contadini e mercanti, il suo Re non è mai specificato che Maschera porti ed è chiamato Vostra Ricchezza.
A ulteriore garanzia della pace le armi sono state bandite e ogni genere di disputa si risolve ricorrendo a combattimenti fra animali. Un problema personale può trovare soluzione in uno scontro fra due cinghiali, questioni più complesse tra città rivali possono vedere in campo eserciti di tori, serpenti e falchi.

Maschera del Leone
La Maschera di Vostra Autorità?

La pace è durata per mille anni, finché lotte interne non hanno paralizzato Nahor, lasciando lo scanno di Vostra Ricchezza vuoto. La rottura dell’equilibrio ha imbizzarrito gli Dei, tanto da spingerli a mandare inondazioni e carestie per punire gli uomini. Il clima di caos ha finito per favorire Vostra Autorità, nella persona del perfido Namuras. Costui ha assunto su di sé i poteri di Vostra Ricchezza e ha ideato un piano diabolico per liberarsi anche di Vostra Saggezza, rimanendo così unico Re dell’intero Mondo.
Il piano di Namuras ha successo e Fladnag, Vostra Saggezza, è privato del titolo ed esiliato dal proprio regno. Riuscirà a tornare e riprendersi ciò che era suo?

Il romanzo segue le avventure di Fladnag e dei suoi compagni di viaggio, l’addestratore Odorf e il giovane Mas, alla ricerca delle Tavole del Potere, che sole possono contrastare il dominio di Namuras. O qualcosa del genere. Infatti il problema numero uno de Le Maschere del Potere è che la storia non ha alcun senso.
Nella Presentazione, curata da Gianfranco de Turris, viene suggerita una possibile chiave di lettura in senso simbolico. Sarà. Non ho la preparazione storico-filosofica per dubitarne, ma sul piano letterale il romanzo è una stupidaggine, pura e semplice.

La narrazione è vaga, illogica e sconclusionata, tanto che all’inizio credevo fosse un sogno del protagonista. Purtroppo tale non è, e per tutte le 184 pagine si procede con lo stesso ritmo da sonnambulo o da ubriaco. Personaggi degni di tal nome non ne esistono. Anche Fladnag, il protagonista, è solo una marionetta nelle mani dell’autore. Il povero Re in esilio non ha personalità, non ha passato (se non oscuro a tutti, lui compreso), non ha motivazioni discernibili, non ha comportamenti coerenti. Non esiste se non come etichetta. Gli altri, compresi Namuras, Odorf e Mas, sono altrettanto eterei.
Come detto la trama non ha né capo né coda. L’ambientazione è appena accennata e per nulla originale. È il solito mondo pseudo medievale uguale a se stesso da secoli e secoli. L’unico particolare degno di attenzione è quest’idea delle lotte fra animali. Ogni tanto gli animali addestrati al combattimento appariranno, ma saranno sempre solo di contorno.
Come elementi fantastici siamo ai minimi termini. La magia non esiste. Creature fantastiche neanche. La spada del protagonista pare animata di vita propria in battaglia, ma forse è solo illusione o forse è il protagonista a essere posseduto dalla versione locale del Dio della Guerra, non è mai chiarito e in ogni caso non ha particolare importanza. Verso la fine compaiono per qualche pagina dei demoni, e par di capire che il loro ruolo nelle vicende del mondo sia più ampio di quanto appaia, ma anche qui non si entra troppo nei dettagli e comunque i demoni schiattano tutti quanti.

Demone
Demone

Leggere il romanzo è impresa estenuante. Seppure il lessico non sia tanto ricercato, la costruzione delle varie frasi lo è. Occorre di continuo uscire dalla storia per fermarsi a meditare sul significato dei paragrafi, significato che spesso non c’è, sepolto da una marea di parole piazzate secondo logica insondabile. Non migliora la situazione il fatto che moltissimi passaggi, anche cruciali, siano raccontati invece che mostrati.
Qualche volta, nei casi migliori, si può forse usare il termine onirico per definire l’atmosfera, ma il sogno dura al massimo mezza pagina, poi si scivola nell’incubo.

I dialoghi vanno letti per essere creduti. Tutti i personaggi parlano alla stessa maniera, e sempre, qualunque sia la situazione, si esprimono in maniera formale e paludata, insomma parlano proprio come un libro stampato. Non so a cosa mirasse l’autore, ma il risultato è al limite del ridicolo.

Sommando questi bei elementi ne vien fuori un romanzo oltre il noioso: Le Maschere del Potere è un romanzo soporifero. Le 184 pagine paiono dieci volte tante, e sono arrivata alla fine solo spinta dalla forza di volontà: sarebbe stato inglorioso farmi “sconfiggere” da un libercolo così piccolo!

Tornando per un attimo alle preoccupazioni di Evangelisti, come già detto le ho trovate infondate. Non ci ho visto niente di ideologico nel romanzo, se non una bruttezza allucinante. Non credo che nessuno, giovane o vecchio, dopo aver letto una roba del genere sia tentato dall’estrema destra, al massimo svilupperà un giusto sospetto nei confronti del fantasy italiano!
Comunque, per chi voglia frugare tra le tante frasi messe lì a occupar spazio, verso la fine qualche brano stile Cinegiornale Luce lo si può forse trovare, passaggi come:

Finiva il tempo del sonno, delle masse infiacchite da una pace sterile, e tornava il momento della morte inferta a sangue freddo, dell’odio impersonale, della distruzione organizzata.

o

Il momento dello scontro frontale, la solenne scadenza d’un millennio di pace, era ormai prossimo. Le virtù del guerriero, onore, lealtà, fedeltà, ospitalità, rispetto degli anziani, saggezza, coraggio, modestia, prudenza, queste virtù stavano per riemergere dal lungo oblio.

Ma stiamo parlando del penultimo capitolo. Per me, oltre alla sottoscritta e all’autore, non ci è arrivato mai nessuno fin lì, neanche Evangelisti.

Per concludere, un romanzo atroce. Tanto brutto che a tratti mi ha fatto rivalutare Licia Troisi. E mi spiace, ma questo al signor Passaro non posso perdonarlo!


Approfondimenti:

bandiera IT Le Maschere del Potere su Delos Store

bandiera IT Occidente su iBS.it
bandiera IT Fantafascismo su OrionLibri
bandiera IT Valierio Evangelisti su Wikipedia

 

Giudizio:

L’idea degli animali era carina… +1 -1 …ma non è sviluppata.
Nei casi migliori c’è un’atmosfera da sogno. +1 -1 Il resto del romanzo è un incubo.
-1 Personaggi inesistenti.
-1 Trama inesistente.
-1 Dialoghi che sarebbe stato meglio fossero inesistenti anche loro.
-1 Scrittura convoluta.
-1 Noioso è un complimento.
-1 Due euro buttati.
-1 È peggio della Troisi.

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15 Comments To "Recensioni :: Romanzo :: Le Maschere del Potere"

#1 Comment By Federico Russo “Taotor” On 11 dicembre 2007 @ 19:46

Perché prima di comprarlo non lo hai sfogliato, scusa? XD E… ho le allucinazioni ma il nome dell’autore, su questa copertina, è proprio Errico? Su quella di arti.fantasy era Enrico. A chi devo credere? XD

P.S. Gamberetta, quando e quanto leggi di solito? Non riesco a credere tu sia in grado di leggere così tanti libri senza trascurare sito, scuola, o qualsiasi opera a cui stai lavorando

#2 Comment By fabbiuzz On 11 dicembre 2007 @ 20:22

Secondo me è uno scherzo di Gambretta.
Non posso credere che abbiano pubblicato un romanzo in cui i nomi di regni e personaggi sono quelli della Terra di Mezzo messi al contrario.
Non ci credo.
No no no.

#3 Comment By Gamberetta On 11 dicembre 2007 @ 20:51

@Federico. Il nome giusto è Errico.
Di solito la mia giornata è così: mattino scuola, pomeriggio ehm… “studio” (mi occupo del blog), la sera scrivo e più o meno dalle 11 di sera a finché non mi addormento leggo.
Leggere ormai è diventato un riflesso condizionato, stile Pavlov, perciò se non leggo almeno un centinaio di pagine di un qualcosa, qualunque cosa, non riesco a dormire.
Scrivere è divertente, ma comunque cerco di mettermi alla tastiera almeno un’ora al giorno anche quando non ho ispirazione. Anche nei casi più disperati se non altro miglioro la velocità di digitazione sulla tastiera, che fa sempre comodo.
A scuola poi prendo appunti per gli articoli del blog e per i racconti. Tanto a parte matematica e fisica è inutile star a seguire le lezioni. Prendo appunti e annuisco ogni tanto, nessuno mi ha mai detto niente! ^_^
Ciò premesso non vado oltre la sufficienza, ma non m’interessa niente di più. Tanto ho visto anche con mio fratello, all’università si ricomincia tutto daccapo, è inutile perder tempo adesso.

@fabbiuzz. È vero! Mi sembravano strani anche a me i nomi, ma non mi veniva in mente perché. Purtroppo è regolarmente pubblicato e i nomi son quelli, vedi anche la pagina del Delos Store.

#4 Comment By Federico Russo “Taotor” On 11 dicembre 2007 @ 21:00

Oddìo, mi era nato un sospetto leggendo “Nahor”, ma poi non ci ho badato… mi ricorda un autore italiano che aveva scritto un romanzo ambientato nel “regno di Ongos” (Ongos = Sogno), e altre diavolerie simili.

Gamberetta, anche io faccio come te – tranne che matematica e fisica le odio e non le studio più di tanto, difatti scriverò un post su quanto la matematica sia malvagia, illogia e corruttrice -, però il tempo che ho a disposizione mi permette di leggere massimo venti pagine… T_T (prima di andare a letto? Non se ne parla! Sono sempre stanco morto! E alle 7 maledico il mondo ché si rifiuta di girare lentamente). Sarà che il tempo per leggere lo sfrutto suonando? Ne dubito… Probabilmente è questione di volontà…

#5 Comment By Klaus On 11 dicembre 2007 @ 21:01

Ho letto il libro qualche anno fa e confermo il parere di Gamberetta: fa proprio pena. Non me la sento, però, di negare l’accusa di criptofascismo: in tutto il romanzo, infatti, la pace è descritta come uno stato di degenerazione, mentre il massacro (non la semplice violenza: due scontri su tre sono vere e proprie stragi) è molto esaltato.

#6 Comment By Valpur On 11 dicembre 2007 @ 21:01

Il libro non l’ho letto ma… cacchio, i nomi! Ma… ma… Ma è vero!
Sono basita.

#7 Comment By Gamberetta On 11 dicembre 2007 @ 21:56

@Federico. È anche questione di abitudini. Per esempio c’è gente che legge senza problemi su tram e metro, io non ci sono mai riuscita, non riesco a concentrarmi abbastanza se c’è rumore. Altri dicono che si alzano mezz’ora o un’ora prima per scrivere, io ci ho provato un paio di volte: tempo trenta secondi ed ero tornata a rintanarmi sotto le coperte!

“Il regno di Ongos”! Piccola indagine ed è venuto fuori: Renato Turini “La Sorgente di Nos”
http://www.he-art.it/libro.html
Il libro è un omaggio a Final Fantasy. L’editore è a pagamento. L’incipit:
“andate via da qui che devo chiudere, sciocchi!” suggerì con biasimo il piccolo Elixam al fitto sciame di moscerini che si agitava spasmodico nel sacco di budello.

C’è da leccarsi i baffi!

@Klaus. Forse. Però c’è per esempio la scena dove il protagonista si lascia pestare senza reagire alla locanda. Non pare un comportamento fascista. Boh.

#8 Comment By Signor Stockfish On 11 dicembre 2007 @ 22:48

Mah, gliel’avranno pubblicato per via di amicizie politiche. Anche se con Editrice Nord credo non sia indispensabile per farsi pubblicare delle porcate immonde. Comunque quando un giornalista (per quanto quelli del Secolo d’Italia possano definirsi tali) scrive un romanzo chissà perché non ha mai problemi a trovare un editore.

#9 Comment By fabbiuzz On 11 dicembre 2007 @ 23:04

Ho deciso: scriverò un libro ambientato in reame molto lontano, in cui il protagonista Ekul, figlio del cattivo Lord Redav, viene addestrato dagli ultimi due cavalieri Idej ancora in vita, Ibonek e Adoy, ma prima deve salvare la principessa Aleil con l’aiuto del mercenario Nah Olos.
Poi lo manderò alla Nord.
Non sto scherzando.

#10 Comment By Bartimeus88 (Claudio GIubrone) On 12 dicembre 2007 @ 10:55

Sul libro non commento più di tanto, anche se i pezzi citati sono veramente incomprensibili; ma forse dipende dal fatto che sono decontestualizzati.
L’immagine di quel demone dove la si può trovare? E’ troppo strano!
Ognii voltta che leggo una recensione di un fantasy italiano su questo blog (ne ho letto solo uno, per cui non posso valutare più di tanto) non posso fare a meno che pensare una cosa: “Corbezzoli (non inizio proprio così)! Voglio scrivere un fantasy che possa piacere anche a loro e a fargli rivalutare il fantasy italiano.”
Devo cominciare a lavorarci, e forse un giorno ci riuscirò XD

#11 Comment By Gamberetta On 12 dicembre 2007 @ 14:02

@Bartimeus. L’immagine del demone è l’avatar di un tipo:
http://www.veoh.com/users/poobunnies
Non ho idea se l’abbia disegnato lui o dove l’abbia preso.

Riguardo al fantasy: scrivi pure, noi intanto affiliamo gli artigli! ^_^

#12 Comment By errico passaro On 3 marzo 2008 @ 09:21

Gentile “Ganberetta”, gentili commentatori,
mi chiamo Errico (Errico, ebbene sì, colpa — se colpa è — di mio nonno) e, per la prima volta, intervengo in un forum internettiano. Mi scuserete se non adopero il linguaggio proprio di questo tipo di comunicazione.
Che dire? Fino ad oggi, avevo letto poche recensioni sul mio romanzo e non sempre lusinghiere, ma siete andati decisamente sul pesante. Non importa, le critiche circostanziate sono uno stimolo a migliorare e sono sintomo di libertà d’espressione. Spero che tutti coloro che hanno espresso un parere sul libro l’abbiamo fatto dopo averlo letto. Dando per scontato questo assunto, passo a replicare brevemente alle accuse mosse dal recensore e dai commentatori:
: il romanzo non è e non voleva essere fascista o criptofascista. Si fa portatore di una visione tardizionale dell’esistenza, basata su alcuni valori oggi fuori moda che il recensore ha la bontà di citare per esteso. Si possono condividere o meno, ma hanno pari diritto di asilo di altri valori che oggi vanno per la maggiore. E’ questa l’essenza della democrazia. O no?
- la trama non è inesistente. Si sviluppa sul tema del viaggio, senza le ramificazioni de “Il Signore degli Anelli” (non sia mai mettermi a paragone!), ma con lo stessa filosofia di crescita del personaggio, di viaggio “all’interno di sè stessi”. Mi spiace non si sia colta la sfumatura, sarà certo colpa mai. Aggiugno che alcune lacune che si avvertono nella rappresentazione della vicenda dipendono anche dai pesanti tagli editoriali a cui è stata sottoposta la prima versione, che hanno tolto profondità e dettaglio ad alcuni delicati passaggi.;
- i personaggi non sono inesistenti, ma certamente non sono stati approfonditi come qualcuno avrebbe gradito. Ciò è voluto, per lasciare spazio sulla scena alla contrapposizione dei due personaggi principali, Fladnag e Namuras, e perchè contano più per gli dieali che incarnano che per la loro soggettività. Una scelta che può risultare gradita o meno, ma ha una sua logica e una sua coerenza, in funzione della rappresentazione del Bene e del Male propra del genere che tutti noi amiamo. Questo non aveva l’ambizione di essere un classico romanzo novecentesco tutto introspezione psicologica, ci sono autori ben altrimenti importanti da leggere se si gradisce questo tipo di impostazione. Comunque, nel numero 2 del romanzo (ahimè, c’è il rischio che dobbiate tornare a sorbirvi il Passaro!), terrò in debito conto i vostri preziosi suggerimenti, come ho sempre fatto: l’autore è un animale solitario, tende a chiudersi nel suo mondo ed ogni sollecitazione, anche negativa, non può che portarlo a crescere aertisticamente ;
- i dialoghi sono sostenuti, a volte ampollosi, lo riconosco. Ma è esamttamente quello che volevo. Non dimentichiamo che il mondo descritto è un Medioevo fantastico, in cui la forma del linguaggio (parole, sintassi,…) è il veicolo attraverso cui si trasmette una diversa concezione dell’esistenza. Anche nels eguito ho adoperato lo stesso lo stesso linguaggio, sia nelal forma diretta che indiretta: credo fermamente in questa scelta, a costo di alienarmi le simpatie della gran parte dei lettori. D’altronde, ci sono anche estimatori di questo modo di scrivere “noioso”: lo stesso è stato detto di Gene Wolfe e Michael Moorcock e, senza volermi paragonare a questi due giganti, bisogna riconoscere che il genere fantaeroico spinge quasi ad una prosa più ricercata. In ogni caso, limerò gli eccessi per venire incontro al pubblico più restio all’approccio filologico;
- i nomi invertiti dei romanzi…un omaggio a Tolkien, mi devo forse sparare? Suonano così male? L’unico criterio in questa materia, se non si costruisce una vera e propria lingua di fantasia come J.R.R.T, è la gradevolezza del suono. Nel secondo romanzo della trilogia, comunque, ho rinunciato a questa “trovata” tanto criticata;
- altri piccoli controcommenti. La magia è appena accennata, ma non succede anche in JRRT senza scandalo di nessuno?
Sì, il protagonista è posseduto dal dio della Guerra, mi sembra abbastanza chiaro e abbastanza conforme con lo spirito della storia (Fladnag non vuole la guerra, a dispetto delle accuse di fascismo mosse al romanzo!)

Concludo ringraziando tutti delle osservazioni mosse, ne farò tesoro. Davvero, non sono dispiaciuto di quanto ho letto, sono tutte critiche costruttive e benaccette. L’unica caduta di stile è quella di chi, senza sapere di cosa sta parlando, insinua che il libro sia stato pubblicato per via di amicizie politiche: posso assicurare che il mio credo politico è stato fonte di molti “no” da parte dell’editoria generalista e specializzata e, cio nonostante, sono ugualmente risucito a pubblicare 5 romanzi e 100 racconti (qualcosa significherà). Perchè poi i giornalisti del Secolo d’Italia non possono definirsi tali? Perchè la pensano diversamente da altri? Perchè sono fascisti? Ma non è questa censura preventiva ed immotivata il vero “fascismo”. Ecco, di tutto quello che ho letto è proprio questa oltranzimo cieco ed intollerante ad avermi fatto più male.

Mi sembra tutto. Forse ho saltato qualcosa, ma ho scritto la risposta di getto, in piena sincerità.
Un saluto a tutti, e spero davvero di poter pubblicare il seguito de “Le maschere del potere” per farvi divertire più di quanto abbia fatto con il precedente.

Errico

#13 Pingback By AFANEAR » verso un disegno ~ 3, ri-servito e non solo On 21 ottobre 2008 @ 11:47

[...] di errico passaro, che non mi piace (e avrei potuto evitare di compralo, ma non avevo ancora letto questa recensione) e scoprirete il [...]

#14 Comment By Myri On 7 settembre 2009 @ 01:13

Devo ammeterlo, non ho letto il libro, ma devo dire che l’autore è stato molto diplomatico e aperto! Ottimo esempio di -incassare una critica di Gamby senza buttarsi dal sesto piano-.
Al contrario di un certo autore -dalle personaltà multiple- che ha fatto la sua comparsa sempre in questo blog… eh, Sergio?

#15 Pingback By Tolkien sì, Tolkien no « neyven On 17 febbraio 2011 @ 22:20

[...] opinioni diverse. I peggiori sono tristemente univoci: un Enrico Passaro, per dire (vi rimando a Gamberi Fantasy per una recensione del suo Le Maschere del potere), è talmente ansioso di trasmettere la propria [...]


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