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Le Chiavi del Cassonetto

Pubblicato da Gamberetta il 17 aprile 2008 @ 13:59 in Fantasy,Insalata di Mare,Italiano,Libri,Scrittura | 454 Comments

Qualche giorno fa ho segnalato la presenza su emule del romanzo di Sergio Rocca, Le Chiavi del Fato.

Copertina de Le Chiavi del Fato
Copertina de Le Chiavi del Fato

Ne ho lette tre pagine e l’ho trovato scritto in maniera indegna, tale da farmi perdere ogni desiderio di continuare. L’autore, con nick mitoancess, è venuto da queste parti a offendere. Non si meriterebbe altro che il silenzio, ma io sono una brava persona. Perciò gli spiegherò perché bastano poche pagine del suo sedicente romanzo per capire che il posto giusto di tale opera non è una libreria ma il cestino della carta straccia.
Spero la mia analisi sia utile anche ad altri.

Potete leggere le prime due pagine del romanzo qui di seguito:

PROLOGO

Tra i sottili lineamenti degli occhi a mandorla brillavano due gemme cerulee come il cielo terso, striate di zaffiro. Il bambino guardava gli erbosi prati che scorrevano oltre il foro della carrozza. Lo stridio del cocchio tirato da robusti e infaticabili frisoni, lo scalpitio dei cavalli al trotto, il ballonzolare delle ruote sul terreno, sassoso e inumidito dallo scroscio della notte precedente, giungevano ovattati alla mente di Odino.

Egli era assorto nei suoi pensieri e il suo sguardo fissava l’incantato e florido ambiente esterno. Non pensava però agli arbusti elfici e allo splendore della terra Jaline, né alle distese erbose, il cui verde si scorgeva attraverso gli sprazzi tra l’albore, ma a colui che gli era stato amico e salvatore, nonché fratello maggiore e padre, pedagogo e maestro o addirittura dio protettore allo stesso tempo. Aveva il viso e il naso arrossati dopo un pianto disperato, straziante, e ora non gli rimanevano più lacrime da versare. Gli rimaneva solo la quiete angosciante della rassegnazione.

Il silenzio smorzava la rigenerazione dello stato d’animo, poiché era il guardiano fedele della sofferenza, e lui era troppo piccolo per farlo invece suo alleato.

Il cuore di Odino era gonfio come gli occhi, colmo di una sofferenza interiore, a lungo andare fatale.

«Kalos…» echeggiava ogni tanto nella sua mente come un richiamo del ricordo dell’amico, del fratello…

Al bambino non interessava se il suo destino fosse quello di diventare il nuovo sovrano dei regni di Aesir, prossimi ad unificarsi in un unico impero, essendo lui la tanto supposta reincarnazione del dio Odino di Asgard. Non gli interessava nemmeno diventare l’anello di congiunzione tra i popoli di tutto il continente occidentale con quello orientale. Nemmeno di dover accettare che il suo destino fosse diventare il più potente dei monaci Rei di Zen-San, voleva semplicemente essere di nuovo accanto al suo Kalos.

Odino prendeva atto che il monaco Kalos (il suo amico, fratello maggiore, maestro…) gli aveva insegnato molte cose sulla vita e sulla realtà, ma la sua morte era la prova dell’inapplicabilità e inveridicità di alcune di esse.

Quella di Kalos era stata, però, una morte degna di un guerriero e un giustiziere. Egli era un eroe come pochi, vinto forse dall’ingannevole filosofia che seguiva e applicava fedelmente, perché in essa aveva fede.

«Non tutto era vero, amico mio…» pronunciò sommessamente con amarezza il bambino, non distogliendo lo sguardo dalle valli lontane. Ma l’ammirazione verso Kalos non era scomparsa con la sua morte, neanche gli Dei assassini potevano vincere la sua grandezza.

«Dei assassini e vigliacchi… vili!» pensò ancora il bambino, questa volta con disprezzo.

«Oh Kalos, perché mi hai coinvolto nelle tue illusioni? Perché mi hai insegnato cose false? Perché non impedisci che il dolore mi uccida lentamente? Ora sento un veleno che fermenta nelle mie carni e mi tortura spietatamente… Con quale autorità mi ordinasti di vivere per inseguire i miei sogni? Quali sogni? Avevo ragione a non averne! Quanto desiderio ho di raggiungerti in Ade…»

Il bambino sospirò e cambiò leggermente posizione sul sedile, sentendo il calore della pelliccia d’orso e del berretto di montone sulla testa. Il silenzio si fece sentire nuovamente nella carrozza come una folata di vento gelido.

«Non troveresti l’Ade così interessante, sai?» disse una voce argentina, improvvisamente.

Il bambino si voltò spaventato, in direzione dell’angolo destro della panca opposta alla sua. D’incanto vi era seduto un fanciullo più grande di lui, i cui occhi smeraldini erano rivolti all’esterno del cocchio, anch’egli fissava il paesaggio che scorreva.

I suoi neri capelli semi-corti e il glabro viso gli davano un’aria da ‘lupetto spartano’. Il suo grande cappotto di ermellino, lungo fino alle caviglie, gli dava invece un’aria da principe di quei nuovi tempi.

«Chi sei stregone?» ruggì il bambino istericamente, pronto a gridare.

Continua… (purtroppo)

Una scimmia alla macchina da scrivere

Non solo queste due pagine bastano e avanzano per definire Le Chiavi del Fato uno schifo, ma arrivo a dire che la prima frase basta e avanza:

Tra i sottili lineamenti degli occhi a mandorla brillavano due gemme cerulee come il cielo terso, striate di zaffiro.

Da questa frase si evince:

  • L’incapacità dell’autore di essere semplice e diretto: per dire che un bambino ha gli occhi azzurri deve usare due metafore e una similitudine.
  • La mancanza di proprietà di linguaggio: “ceruleo” vuol proprio dire del colore del cielo limpido (terso), dunque la similitudine è pleonastica.
  • L’insistenza su particolari inutili, come le striature zaffiro sul ceruleo. Questo pezzettino, tolto il linguaggio artefatto, significa: occhi azzurri come il cielo azzurro, striati d’azzurro.
  • La banalità: l’uso della metafora della gemma per parlare degli occhi è quanto di più scontato esista.

Ma andiamo avanti:

Il bambino guardava gli erbosi prati che scorrevano oltre il foro della carrozza. Lo stridio del cocchio tirato da robusti e infaticabili frisoni, lo scalpitio dei cavalli al trotto, il ballonzolare delle ruote sul terreno, sassoso e inumidito dallo scroscio della notte precedente, giungevano ovattati alla mente di Odino.

Quel “prati erbosi” è un’oscenità. Come l’acqua bagnata.

Prato (erboso)
Un prato, ma non un prato qualunque: è un prato erboso!!!

Abbiamo poi il “foro” della carrozza. Sarebbe? Il bambino sta guardando fuori dal finestrino? No? Quali “fori” ci dovrebbero essere in una carrozza? “prati erbosi” e fori nelle carrozze, altri due per la categoria “mancanza di proprietà di linguaggio”.
“Lo stridio del cocchio”? Perché il cocchio stride? Ammetto di non avere grandi esperienze di carrozze, se non al Luna Park, ma non le ho mai sentite “stridere”: e tre per la mancanza di proprietà di linguaggio.
“I robusti e infaticabili frisoni“: i due aggettivi sono di troppo, e il secondo è esiziale (visto? anch’io posso parlare forbito!) È al contempo inforigurgito, raccontato e non mostrato, e implica un punto di vista onnisciente che allontana dalla narrazione. Cool!
“Il ballonzolare” non è un suono, e dunque mischiarlo con stridio e scalpitio è una quarta dimostrazione di scarsa attenzione nell’uso del linguaggio. Poi ci si potrebbe chiedere perché la carrozza procede in mezzo ai sassi, quando intorno ci sono prati erbosi

Egli era assorto nei suoi pensieri e il suo sguardo fissava l’incantato e florido ambiente esterno.

Essere assorto vuol dire proprio essere immersi nei propri pensieri, perciò ennesima prova che il signor Rocca non conosce il significato dei termini che usa. “l’incantato e florido ambiente esterno” cioè? Finora c’è un prato erboso e dei sassi. Incantato e florido, sarà…

Non pensava però agli arbusti elfici e allo splendore della terra Jaline, né alle distese erbose, il cui verde si scorgeva attraverso gli sprazzi tra l’albore, ma a colui che gli era stato amico e salvatore, nonché fratello maggiore e padre, pedagogo e maestro o addirittura dio protettore allo stesso tempo. Aveva il viso e il naso arrossati dopo un pianto disperato, straziante, e ora non gli rimanevano più lacrime da versare. Gli rimaneva solo la quiete angosciante della rassegnazione.

Gli “arbusti elfici”, ovvero? Gli “sprazzi tra l’albore”, perché la luce dell’alba solo a sprazzi permette di distinguere il verde dei prati? Scrivere un romanzo non significa giocare con le parole, significa mostrare una storia. Il bambino guarda fuori dalla carrozza, e che vede? Un bel niente, ci sono solo parole, non ci sono immagini. Questo è indice di pessimo scrittore.
Il fratello maggiore, amico, ecc. ma sul serio un bambino sta pensando a tutto ciò? Non è che sta pensando alla persona che è tutto questo? Brutto esempio di inforigurgito.

elfo
Elfo fra gli arbusti (elfici)

“disperato, straziante”, almeno uno è di troppo, ed è probabile entrambi, perché, se si esclude il caso particolare del pianto di gioia, l’atto stesso di piangere veicola strazio e disperazione.
Il “non gli rimanevano più lacrime da versare” è un’altra frase che da sola fa meritare all’intero romanzo il cestino. Non si possono scrivere banalità del genere, a meno che non si voglia essere ironici! È come cominciare sul serio un romanzo con: “Era un notte buia e tempestosa”! Cliché di questo tipo sono dolorosi fisicamente per il lettore. Sergio: mi hai fatto male!

Il silenzio smorzava la rigenerazione dello stato d’animo, poiché era il guardiano fedele della sofferenza, e lui era troppo piccolo per farlo invece suo alleato.

Quale silenzio? Non c’è lo stridio, lo scalpitio, e il “ballonzolare”(sic)? È vero, arrivano ovattati, ma non mi pare ci sia silenzio.
Cos’è “la rigenerazione dello stato d’animo”?
«Chiara, come va oggi?»
«Depressa, e tu?»
«Il mio stato d’animo è integro. Ieri invece si stava ancora rigenerando.»
Sergio, non è che tu devi buttar giù parole a caso, non funziona così, le parole devono avere un senso. Per esercizio riscrivi la frase successiva col guardiano, in modo che abbia un significato.

Il cuore di Odino era gonfio come gli occhi, colmo di una sofferenza interiore, a lungo andare fatale.

Non bastavano le lacrime, ci voleva proprio anche il cuore gonfio di sofferenza. Volendo apposta essere più banali, una non ci riuscirebbe. Come non bastasse c’è l’aggettivo inutile in più, bonus: interiore. È un po’ dura che il cuore sia colmo di sofferenza esterna…

«Kalos…» echeggiava ogni tanto nella sua mente come un richiamo del ricordo dell’amico, del fratello…

Perché non metterci ecc. ecc. invece dei tre puntini di sospensione? L’effetto ridicolo è lo stesso.

Al bambino non interessava se il suo destino fosse quello di diventare il nuovo sovrano dei regni di Aesir, prossimi ad unificarsi in un unico impero, essendo lui la tanto supposta reincarnazione del dio Odino di Asgard. Non gli interessava nemmeno diventare l’anello di congiunzione tra i popoli di tutto il continente occidentale con quello orientale. Nemmeno di dover accettare che il suo destino fosse diventare il più potente dei monaci Rei di Zen-San, voleva semplicemente essere di nuovo accanto al suo Kalos.

Il bello è che non frega un tubo neanche al lettore del nuovo sovrano dei regni di Aesir e dell’anello di congiunzione fra occidente e oriente: questo dicesi inforigurgito, sbattuto in faccia al lettore nella maniera meno elegante possibile.
Brutto davvero quel “la tanto supposta reincarnazione”.
«Suppongo che Le Chiavi del Fato sia un romanzo scritto da un autore alle prime armi.»
«Ma supponi tanto o poco?»
«Ehm, non saprei, suppongo moltissimissimo?»

Livingstone
«Il dottor Livingstone, suppongo?» «Tanto o poco?»

Odino prendeva atto che il monaco Kalos (il suo amico, fratello maggiore, maestro…) gli aveva insegnato molte cose sulla vita e sulla realtà, ma la sua morte era la prova dell’inapplicabilità e inveridicità di alcune di esse.

L’abbiamo capito che Kalos è amico, fratello, amante, segretario, e guerriero insostituibile giocando online, ma questo sottolinearlo tre volte in mezza pagina è RIDICOLO. “inveridicità” non è una parola della lingua italiana, oltre al fatto di essere cacofonica e di sembrare uscita dalla neolingua di Orwell.

Quella di Kalos era stata, però, una morte degna di un guerriero e un giustiziere. Egli era un eroe come pochi, vinto forse dall’ingannevole filosofia che seguiva e applicava fedelmente, perché in essa aveva fede.

Pensa che sagoma questo Kalos: applica fedelmente una filosofia, perché in essa ha fede! Incredibile! Il resto è fuffa, non solo è fuffa raccontata e non mostrata, ma rimane fuffa nella nebbia più fitta: insegnamenti riguardo “cose”, “ingannevole filosofia”, “morte degna di [...] un giustiziere”, come prima sono solo parole. Non stanno comunicando niente, non stanno mostrando niente, sono puro spreco d’inchiostro.

«Non tutto era vero, amico mio…» pronunciò sommessamente con amarezza il bambino, non distogliendo lo sguardo dalle valli lontane. Ma l’ammirazione verso Kalos non era scomparsa con la sua morte, neanche gli Dei assassini potevano vincere la sua grandezza.
«Dei assassini e vigliacchi… vili!» pensò ancora il bambino, questa volta con disprezzo.
«Oh Kalos, perché mi hai coinvolto nelle tue illusioni? Perché mi hai insegnato cose false? Perché non impedisci che il dolore mi uccida lentamente? Ora sento un veleno che fermenta nelle mie carni e mi tortura spietatamente… Con quale autorità mi ordinasti di vivere per inseguire i miei sogni? Quali sogni? Avevo ragione a non averne! Quanto desiderio ho di raggiungerti in Ade…»

Lo sbrodolarsi di domande retoriche è di uno squallore che ha pochi paragoni. Tra l’altro dopo la fine delle lacrime e il cuore gonfio abbiamo la terza Banalità con la B maiuscola: “vivere per inseguire i sogni”.
Ma soprattutto questi dovrebbero essere i pensieri di un bambino. Sergio, quanti bambini senti esprimersi così? Nessuno. Questo non è un bambino, sei tu autore che parli a vanvera.
Il pezzetto da “Oh Kalos” in poi, anch’esso è sufficiente per buttare via tutto, perché è la dimostrazione che l’autore non ha idea di come si caratterizzano in maniera corretta i personaggi.

Il bambino sospirò e cambiò leggermente posizione sul sedile, sentendo il calore della pelliccia d’orso e del berretto di montone sulla testa. Il silenzio si fece sentire nuovamente nella carrozza come una folata di vento gelido.

Perché cambiare leggermente posizione permette di sentire il calore della pelliccia e del berretto? Il silenzio si fece nuovamente sentire? Ma se non c’è mai stato? E se invece c’è stato, quand’è sparito?

«Non troveresti l’Ade così interessante, sai?» disse una voce argentina, improvvisamente.
Il bambino si voltò spaventato, in direzione dell’angolo destro della panca opposta alla sua. D’incanto vi era seduto un fanciullo più grande di lui, i cui occhi smeraldini erano rivolti all’esterno del cocchio, anch’egli fissava il paesaggio che scorreva.
I suoi neri capelli semi-corti e il glabro viso gli davano un’aria da ‘lupetto spartano’. Il suo grande cappotto di ermellino, lungo fino alle caviglie, gli dava invece un’aria da principe di quei nuovi tempi.

“buh!” lo dici improvvisamente, non “nontroverestil’adecosi’interessantevirgolasaipuntodidomanda”.
Che è un “lupetto spartano”?

«Chi sei stregone?» ruggì il bambino istericamente, pronto a gridare.

E con un bambino che ruggisce in maniera isterica, chiudo qui. Alla prima lettura ero andata avanti un’altra paginetta, ma adesso non ce la faccio a ripetere l’esperienza.

Per ricapitolare: abbiamo un narratore onnisciente che spesso e volentieri racconta invece di mostrare e che altrettanto spesso rigurgita informazioni inutili addosso al lettore. In più tale narratore ha una conoscenza a livello di asilo della lingua italiana. Infine tutto ciò per parlare di un bambino con il cuore gonfio di sofferenza, che non ha più lacrime da piangere, e che deve inseguire i suoi sogni. Mi assento un attimo per vomitare e poi concludo.

* * *

Un lettore de Le Chiavi del Fato mi ha fatto notare come, soffermandomi solo sulle prime pagine, non avrei colto i profondi significati dell’opera. Prendo atto che sepolta nell’immondizia ci sarebbe una perla, ma mi spiace: non è mio hobby frugare nei sacchi della spazzatura.

spazzatura
Ancess Volume I: Le Chiavi del Fato

Le Chiavi del Fato è un romanzo che puzza. Puzza di pigrizia e pretenziosità. Trasmette un malcelato disprezzo per il lettore, il cui ruolo non è godersi la storia, ma rimanere ammirato da quante parole conosce l’autore o dagli accostamenti finto poetici. È soprattutto un romanzo noioso, ché i difetti evidenziati non sono difetti in sé, sono solo la spiegazione del perché a pagina tre la Noia abbia il sopravvento sul desiderio di leggere.

Mi rendo conto che è molto probabile stia parlando a vuoto per quanto riguarda l’autore e i suoi amichetti, ma ripeto: ho speranza che queste osservazioni possano risultare utili per qualcuno.
Mi rendo anche conto di essere suonata più supponente del solito. È che sono stanca. Stanca di ripetere sempre le stesse cose. Stanca di vedere gente che arriva alla laurea e oltre senza capire che scrivere narrativa non è facile, e richiede studio, esperienza, impegno e inventiva, tutte cose che non è l’Università a fornire. Stanca che la gente scriva senza leggere, che pretenda di scrivere fantasy o fantascienza senza aver dedicato anni a leggere questi generi. Stanca che ci si metta a scrivere romanzi con “obiettivi culturali e pedagogici” invece di raccontare belle storie. Stanca della banalità, dei cliché, della mancanza di fantasia e umorismo, stanchissima degli “arbusti elfici”.
Visto che sono così stanca, anticipo subito che non replicherò alle solite emerite stupidate, tipo: “Se si fa un’analisi così tutte le opere divengono brutte!”, “Se un professore universitario dice che è bello, allora è bello!”, “L’Arte è Arte, non la si può ingabbiare in regole!”, “Non è mancanza di proprietà di linguaggio, è poesia!”, “Sei solo invidiosa perché non hai i soldi per pubblicare a pagamento!”, “Va bene la critica, ma non si può offendere l’autore!”, “Bisogna leggere con grande attenzione fino in fondo un romanzo!”, ecc. ecc.
Se non vi sta bene, girate al largo.


Approfondimenti:

bandiera IT L’unica recensione de Le Chiavi del Fato che sia riuscita a trovare
bandiera IT Pratosubito: per avere subito un prato (erboso)!
bandiera EN La neolingua su Wikipedia
bandiera EN David Livingstone su Wikipedia
bandiera IT I rifiuti: problema o risorsa?


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454 Comments To "Le Chiavi del Cassonetto"

#1 Comment By iguana jo On 17 aprile 2008 @ 14:25

Solidarietà al Gambero!

Ma che pazienza c’hai???

:-)

(caro sig. Sergio Rocca, mica pensato ti trovarsi un’occupazione più dignitosa?)

#2 Comment By Angra On 17 aprile 2008 @ 15:17

Sì, fa vomitare.

Non c’è da offendersi né disperare, perché la scrittura è una cosa che si può sempre imparare, con un po’ di buona volontà. L’autore deve essere molto giovane, e vittima dell’equivoco secondo il quale bravo scrittore = una valanga di aggettivi e avverbi, parole ricercate infilate ovunque possibile e immagini “poetiche” come se piovesse. Questo può impressionare chi si è fermato alla quinta elementare, ma un lettore medio dà di stomaco.

E’ un consiglio più che una critica: l’autore dovrebbe leggersi un manualetto di scrittura con le regole base per evitare almeno gli errori più grossolani, leggere un po’ di buona narrativa e soprattutto smetterla di scrivere per apparire come un genio di fronte alla plebe ignorante.

#3 Comment By Vanamonde On 17 aprile 2008 @ 15:21

Ciao Gamberetta!
Che dire? Hai fatto bene a mettere ilt esto integrale per la prima recensione. L’ho letto “vergine”, e le critiche che mi sono venute in mente sono le stesse che hai fatto tu (idem dicasi per mia moglie, traduttrice professionista). Quindi, per quanto mi riguarda, le tue critiche sono ineccepibili.
Ti do un consiglio però: prenditela più a cuor leggero. Le tue osservazioni saranno sicuramente utili a più di una persona, ma sradicare la genia dei pessimi scrittori italiani è un programma troppo “vasto”, come diceva De Gaulle, per essere affrontato da chiunque. Non val la pena farsi il sangue cattivo.

P.S.: Ti ho scritto una e-mail privata, ma non mi hai risposto. L’hai ricevuta?

#4 Comment By Gamberetta On 17 aprile 2008 @ 15:46

@Vanamonde. Mi ha dato particolare fastidio questo episodio perché autore e amici suoi hanno cercato di far passare che non sarei all’altezza di capire la profondità del romanzo, quando poi si scopre che l’autore non conosce neanche il significato di parole come “prato” o “assorto”.

P.S. Ti ho mandato una mail all’indirizzo di posta che hai lasciato commentando.

#5 Comment By Tsuyu On 17 aprile 2008 @ 16:46

@Gamberetta
Grazie per quello che hai detto su ‘le chiavi del fato’, in effetti l’avevo sentito in giro e avevo una mezza idea di inserirlo nella mia lista, ma sono bastate le prime paginette che hai postato a farmi desistere. Neanche tutto il post, solo le due pagine. Ho troppi libri da leggere e la vita è breve. Grazie per esserti sacrificata al posto mio. ^_^ Baci.

#6 Comment By Clio On 17 aprile 2008 @ 18:15

Eh, quanta acredine! Sei stata più severa del solito, ma é anche comprensibile. Non avevo letto niente di questa “opera”, e fino ad ora ero della ferma opinione che un libro andasse letto almeno per un quarto per poterne dare un giudizio, ma… Nemo ad impossibilia tenetur, dicevano quelli! Sul solo piano della leggibilità la Troisi é meno indisponente!
Scrivere con un registro “alto” puo’ dare risultati molto interessanti, a seconda del contesto e del soggetto, il gioco sta nel capire la differenza tra “registro alto” e “sbrodolata pomposa”!
Per quanto riguarda i paragoni scontati, io condivido l’opinione di Saba:
Cuore (o era Fiore? Ah, l’artereosclerosi si fa già sentire XD) e amore, la rima più antica e DIFFICILE del mondo“. Libero di paragonare gli occhi alle gemme, se sei un artista ci riesci, senno’ “tonfi”!

Gamberetta, non condivido tutte le tue idee, ma veramente ti ammiro! Se fossi una crittrice cercherei un correttore di bozze come te, senza scherzi!

#7 Comment By Gamberetta On 17 aprile 2008 @ 18:34

@Clio. È “fiore”:

Amai trite parole che non uno
osava. M’incantò la rima fiore
amore,
la più antica, difficile del mondo.

Da Amai di Umberto Saba.

#8 Comment By Clio On 17 aprile 2008 @ 19:35

Chiedo venia! Artereosclerosi precoce, capita XD

#9 Comment By mitoancess On 17 aprile 2008 @ 20:08

Per la mia Gamberina del cuore:

Gli anziani hanno sempre detto: I RAGLI DELL’ASINO NON GUINGONO AL CIELO.

Dev’essere proprio il tuo caso perché oltre a qualche troglodita che bela in questo spazio (che mi ricorda l’ambiente dei pollai e dei porcili) non trovi consensi elevati. Eh si, mia cara, perchè le persone povere intellettualmente, e testarde come te, possono raccogliere consensi solo tra soggetti dello stesso livello che, al par tuo, non distinguerebbero la cacca dalla cioccolata in un testo letterario.

Ad ogni modo io continuo a divertirmi in questo sito perché è bello studiare anche i maiali quando tentano di dimostrare come la loro dimora sia chic! Quando invece voglio avere uno scambio culturale o qualche critica appropriata mi rivolgo a personalità che SANNO DI COSA STANNO PARLANDO E HANNO I REQUISITI PER AIUTARMI AD ELEVARE IL MIO LIVELLO DI PREPARAZIONE E NON SOLO.

Non sarai davvero convinta di aver detto qualcosa di corretto? Si vede lontano un miglio che non sei minimamente preparata sia in materia letteraria (e non specifico nè il settore nè l’arco temporale perchè non lo sei prprio globalmente) che storica…
Ho compassione di te poverina…se vuoi ti do qualche ripetizione di italiano, latino, greco…oh mio Dio, l’elenco abbraccia tutto il sapere umano!

ALLORA UDITE GENTE QUESTO AVVISO:

IL 17 MAGGIO 2008 terrò una presentazione ad ALBINO nella Biblioteca. Possono venire tutti: gli analfabeti che scrivono recensioni da bravi individui stoltamente protervi, così come quelli che le avvallano da brave capre e pecoroni menomati mentalmente; persone serie che pur non conoscendo la materia hanno l’umiltà, l’intuito o la curiosità, di voler scoprire cosa un il romanzo fantasy-formativo ANCESS-LE CHIAVI DEL FATO può offrire loro; persone che hanno già una preparazione o sono addirittura erudite in materia classica, medievale, orientale e filosofica.

PER JIGGLY:

scusa se ti scriverò in seguito ma…dovevo coccolare un pò Gambe Retto, perché quando si offende e si rotola nella sua mangiatoia è troppo comica!
Ah se hai l’occasione ti aspetto alla presentazione!

#10 Comment By mitoancess On 17 aprile 2008 @ 20:15

A proposito, anche Hitler era un buon correttore di bozze!

CLIOTTA MIA, SEI CONTENTA DEL GESTO DI BASAGLIA VERO?!! EH EH FURBACCHIONA!

#11 Comment By Clio On 17 aprile 2008 @ 20:20

Per mitoancess
Tesoro bello, se rilevare l’illeggibilità del tuo “racconto” vuol dire essere trogloditi, io sono una troglodita fiera di esserlo!
Evita di arruffare le penne e far la voce grossa, perchè ti copri solo di ridicolo. Chi sa davvero il fatto suo non ha bisogno di essere tanto dozzinale, per me dovresti aver rispetto di te stesso e ricominciare da capo.
Le critiche di Gamberetta sono, come ho già detto, piene di acredine (giustificata dalla circostanza) e più caustiche del solito. Well, e allora? Sono comunque fondate e valide, e te ne accorgeresti se avessi un minimo di senso critico. Ergo, se tu fossi un vero scrittore, lasceresti smaltire l’incazzatura iniziale (tutti s’incazzerebbero, siamo umani) e riprenderesti in mano il racconto. Ma forse questa operazione è troppo complessa…

#12 Comment By mitoancess On 17 aprile 2008 @ 20:21

Ragazzi leggete e studiate, magari con un Insegnante di sostegno, un pò di più: vedrete che sarà piacevole elevare la propria psiche al di sopra degli escrementi di Stalin…

Dai Gamby vieni alla presentazione…ti aspetto con ansia!

#13 Comment By Clio On 17 aprile 2008 @ 20:24

Che lampo, hai preceduto la mia risposta! Forse se tu scrivessi più lentamente avresti anche tempo di riflettere su ciò che dici?
Ciaociao

#14 Comment By mitoancess On 17 aprile 2008 @ 20:43

per jiggly e chi ha buon senso:

un consiglio di cui sospetto tu non abbia bisogno (ripeto che mi rivolgo a persone con buon senso): se vuoi avere delle buone analisi su dei testi rivolgiti ai grandi vecchi insegnanti di lettere antiche, non dar retta a chi usa vocaboli come ESIZIALE quando non ne conosce neanche il significato, infatti è usato in contesti come la medicina e la giurisprudenza…ma in letteratura temo che…scusate ma sto per rimettere la cena…

ok mi sono ripreso ma non posso esagerare, sono abituato ad avere allievi con un livello intellettivo ammirabile. Proseguo:

-“I robusti e infaticabili frisoni“: i due aggettivi sono di troppo, e il secondo è esiziale (visto? anch’io posso parlare forbito!)-

Se volete vi scrivo come sono fatti i frisoni e un pò di più sulla loro natura ma…credo che anche voi avrete bisogno di un digestivo per superare lo shock della boiata riportata.

#15 Comment By Clio On 17 aprile 2008 @ 20:48

Se ti rivolgi a chi ha buon senso, perchè scrivi in questo blog frequentato da trogloditi (come me, per esempio)?

#16 Comment By mitoancess On 17 aprile 2008 @ 21:11

CLIO :
ma dove ti hanno trovata da piccola? … ah, adesso ho capito, anche tu forte sostenittrice del ’68 nè! Eh sì…

Jiggly:

Parliamo di cose serie. Riporto qualche pezzo perchè sono sicuro di non ricevere insulti:
-Se uno ha fatto un errore di scrittura non significa che sia un deficente o che non sia in grado di esprimere giudizi critici. Lettura e scrittura sono spesso due campi diversi.-

Ti assicuro seriamente che Docenti antichisti con cui ho rapporti molto proficui hanno visionato il romanzo e hanno trovato ben altro che errori… ci sono dei refusi di battitura ma chi è in grado di occuparsi di Letteratura Comparata direbbe cose che Gamby dovrebbe imparare se vuole crescere. (Con tutta umiltà non mi reputo ancora in grado di fare analisi comparate nonostante la mia preparazione).
Fai bene ad usare la parola “spesso”, e non assolutizzi, nella frase perchè uno dei casi in cui coincidono è quando un artista o autore ha la capacità e conoscenza di assimilare ciò che sta nel retroscena della scrittura e a riprodurlo. Ecco perchè Gamby non lavora bene, perchè non studia (e non si fa aiutare a farlo) per riuscire ad arrivare a conoscere addirittura la filosofia che trapela dal testo (i più grandi studiosi riescono a capire anche ciò che l’autore è reticente a far trapelare).
SPEZZO IL MESSAGGIO.

#17 Comment By D. On 17 aprile 2008 @ 21:12

@mitoancess: A che ora è la sua conferenza? C’è mica un sito con l’orario e una cartina schematica del luogo per orientarsi? Ma temo che altri impegni mi impediranno di venire ma tenterò.

#18 Comment By Clio On 17 aprile 2008 @ 21:28

A mitoancess
Mi hanno trovato nella ricostruzione di una tomba vichinga a Trondheim, e tu invece certe battutone felici dove le peschi? E’ sbalorditivo ciò che scrivi, sul serio, ma non serntirti lusingato XD

#19 Comment By mitoancess On 17 aprile 2008 @ 21:39

per JIGGLY:

-Tra l’altro, non mi sembra che tu abbia le idee molto chiare in merito. La storia dei “romanzi epici” è un’aberrazione recente e priva di senso. Qualcosa è epico proprio perché in quanto tale non tratta l’evoluzione dei personaggi e si concentra specificatamente sulle gesta dei protagonisti. L’epica è praticamente il contrario del romanzo (che non per niente viene detto “di formazione”) e tra l’altro l’epica per sua definizione è trattata in versi.-

-Non cambia il fatto che l’epica è da considerarsi di segno opposto al romanzo.-

Allora quì è da precisare il concetto.
Il romanzo nacque come conseguenza all’evolversi di determinati elementi come la categoria del pubblico, il mutare della lingua, le influenze della chiesa, il miglioramento delle tecniche di stampa e altro ancora.
Fatto stà che quando i poeti dovettero confrontare con un pubblico che non era più la corte ma la borghesia, dapprima, e in seguito anche i cosiddetti “villani”, furono spinti ad avviare un rivoluzionario “modus” (non faccio il gonfiato ma con il latino riesci a non essere impreciso) di fare letteratura: nello stile, nella grammatica, nella tecnica compositiva…Infatti uno dei cambiamenti chiave fu che non si aveva quasi più a che fare con ascoltatori, ma con LETTORI.

Quindi se l’epico era stato legato alla poetica fino alla quasi fine dell’alto medioevo, nel basso medioevo accadde un lento e graduale, ma inesorabile, trasferimento del genere alla prosa. Caxton ne è il primo testimone e tesoriere.

il romanzo può dunque essere epico, per eredità, anche se riuscirono allora ad equivaliare quello antico e non ci riescono tutt’ora. Io se avrò i mezzi economici necessari per la ricerca ci proverò, ma dubito che arriverò laddove neanche Malory ha potuto.

#20 Comment By mitoancess On 17 aprile 2008 @ 21:47

per D.

Per un percorso fino ad Albino sarà ben facile trovarlo in internet, ci sono quei siti che offrono la possibilità di fare da navigatori per prepararsi un viaggio…se ne ricordo uno glielo riporterò.
Per maggiori informazioni sulla presentazione credo che la Biblioteca pubblicherà l’annuncio anche su internet.
Salve

#21 Comment By Gamberetta On 17 aprile 2008 @ 21:52

@mitoancess.

Si vede lontano un miglio che non sei minimamente preparata sia in materia letteraria (e non specifico nè il settore nè l’arco temporale perchè non lo sei prprio globalmente) che storica…

È abbastanza triste vedere qualcuno vantarsi della propria cultura e infilare tre accenti sbagliati di fila (né, né, perché, furbone), mettere un “prprio” senza una ‘o’, e usare sia…che piuttosto del classico sia…sia.

Nonostante ciò, per l’ultima volta voglio cercare di essere utile, spiegandoti in maniera semplice come stanno le cose.
Tu puoi essere laureato in storia medievale, filosofia orientale, letteratura italiana, greca, latina e swahili: tutto ciò non ti avvicina di un dito allo scrivere buona narrativa. Scrivere narrativa è un altro campo di studi. È come pretendere di fare il neurochirurgo con una laurea da dentista (o anche il contrario).
Il problema è che da quel che ne so, non esiste nessun ciclo di studi ufficiale che permette di divenire scrittori, men che meno scrittori di narrativa di genere. Ciò non vuol dire però che non si possa imparare: ci sono manuali, scuole, insegnanti, e quello che si apprende facendo esercizio. Però si deve partire dal presupposto che occorra imparare.

Inoltre occorre essere umili. Anche se hai cinque lauree non c’è niente di male a controllare una parola sul vocabolario, non c’è niente di male a cercare un bel volume illustrato con le immagini di una carrozza e le freccette che indicano come si chiamano le varie parti. Così come occorre fare lo sforzo di visualizzare le scene: se ci sono prati “erbosi” perché la carrozza corre sui sassi? C’è silenzio o rumore? Perché la luce dell’alba è a sprazzi?
Nella buona parte dei casi, scrivere un romanzo è descrivere quello che vedi. Non è un giocare con le parole, non sono gli accostamenti aulici a fare un buon racconto, è quello che racconti.
Devi essere semplice! Immaginati di essere in treno, c’è un bambino che piange. Alla stazione racconti l’episodio a un amico. Gli dirai che c’era un bambino che piangeva, urlava, si lagnava, si lamentava, non gli dirai che c’era un bambino che “ruggiva istericamente”. In un romanzo devi essere ancora più semplice perché ti rivolgi a persone che non ti conoscono. Non c’è niente di male in questo, anzi, è uno dei principali indici di abilità nel campo della scrittura.
Devi essere consapevole delle scelte che fai. Devi chiederti perché usare un punto di vista e non un altro e poi rimanere aderente alle tue scelte. Soprattutto ti devi impegnare, devi fantasticare, scervellarti, inventare, immaginare! Il “pianto disperato con nessuna lacrima da piangere più” è indice di pigrizia, anche volendo esprimere proprio questo concetto banale non te la puoi cavare con le frasi fatte. È sciatto, irrita il lettore, comunica l’idea di qualcuno che scrive la prima cosa che gli capita, non importa quanto scontata.
Devi conoscere i tuoi personaggi. I personaggi hanno una loro personalità, non sono lettori CD nei quali inserire i pensieri dello scrittore. Se il tuo protagonista è un bambino, deve agire da bambino, parlare da bambino e pensare da bambino.

Con questo ho concluso, sono consigli in buona fede e dei quali hai bisogno, ma libero di ignorarli e continuare per la tua strada. In fondo a me di te e del tuo romanzo non frega un tubo, e infatti questa è anche l’ultima risposta che avrai da me.
Ti consiglio infine di moderare gli insulti, e di evitare ulteriore pubblicità, il primo annuncio te l’ho lasciato passare, il prossimo lo considererò spam. A mai più risentirci.

P.S. Esiziale: dannoso, rovinoso, mortale. L’aggettivo da te usato “infaticabile” è dannoso, rovinoso, mortale, da solo porta alla rovina l’intero tuo romanzo, perché dimostra la tua scarsa capacità come autore. Ti spiego passo passo perché:
- Perché è inutile, come puoi leggere dalla pagina di Wikipedia linkata, è implicito nell’essere frisone l’infaticabilità.
- Perché sposta il punto di vista a narratore onnisciente, allontanando il lettore dal bambino. Infatti appare ovvio che infaticabile è voce del narratore e non del personaggio.
- Perché è raccontato. Devi mostrare che un cavallo è infaticabile, non raccontarlo. Un conto è dire che un cavallo è alto o basso o nero o bianco, un conto dire che è “infaticabile”. Infaticabile non mostra, racconta, e questo è spesso un difetto.

#22 Comment By mitoancess On 17 aprile 2008 @ 22:11

per CLIO:

Giuro che mi state simpatici se metto da parte la vostra testardagine…
Clio da retta a me: leggilo tutto e fallo leggere anche ad altre persone di età diversa, vedrai che alla fine non avrai la stessa opinione di Gamby.
per MARCY:

1. Ho capito male o ci sono dei dottorandi che all’università studiano e analizzano “Le chiavi del fato”?
Per carità, liberi di analizzare ciò che gli pare…
poi però se non vi prendiamo sul serio non lamentatevi eh.
Detto questo, auguri per una gloriosa carriera accademica.
Ciao Marcy

Il problema è che al settore universitario non gliene frega niente se non lo prendi sul serio e sai perchè? Perchè è ancora uno dei più ammirati settori italiani nel mondo. Perchè lì dentro vi possono entrare solo grandi luminari o promettenti luminari, gente che ha continui rapporti con quell’estero di alto livello che fa a gara per superarci. Mi riferisco a professori che dedicano la vita ad aggiornarsi, a ricercare continuamente e a mettersi in discussione. Io ci ho avuto a che fare e ce ne ho ancora.
Ho ammesso per questi motivi di essere sorpreso che il mio testo giungesse nelle mani di un “Dottorando”, ma non mi sorprenderebbe se venisse adottato come libro di narrativa da degli insegnanti: anzi sto approntando gli accordi perchè avvenga. Quindi è inutile che la venerabile Gamby si ridicolizzi in un sito del genere… lei deve capire che non è preparata per fare commenti di alto spicco, figuriamoci per fare recensioni! E finchè persisterà nell’errore non andrà aldilà delle “boiate” mendaci…
Marcy cara, siamo noi a dover attingere dall’Università e dai VERI esperti, non il contrario. Ricordalo tesoro.

#23 Comment By mitoancess On 17 aprile 2008 @ 22:44

per GAMBY:

Non rivolgere a me intimazioni contro gli insulti perchè questa recnsione che hai messo e tanti altri tuoi scritti potrebbero costarti cari al livello di diffida: vuoi riceverne una? Piccola mia, io sto al tuo gioco infantile perchè mi diverto, ma se il gioco diventa duro…beh le lezioni giuridiche nella vita sono fra le più efficaci.

Ti ripeto che ciò che scrivi sono BOIATE: Tu non hai la preparazione per fare un’analisi nè linguistica nè testuale!

Hai detto bene, io mi occupo di antichità, medioevo e, seppure in via minore, di oriente. Ma sto continuamente specializzando ed approfondendo gli studi perchè sono ancora molto lontano dall’essere un valido Comparatista, così come tu sei lontana dal sapere cosa diamine era resa l’Amplificatio, l’Assestamento, la manipolazione del distico e così via. Studia, Gamberetta, studia e vedrai che dopo riconoscerai cose (anche e soprattutto nel mio testo) che neanche immaginavi. Non sono errori quelli che con tanta veemenza e irriverenza hai esposto sopra…
Vuoi sapere perchè i frisoni li definisco infaticabili e robusti?

Prova a fare una seria ricerca sulla loro estetica, utilizzo da parte dell’uomo e sulla loro reputazione nella società e nel contesto storico dall’alto medioevo ad oggi. E’ così che lavora un critico: con la ricerca minuziosa e…appunto, infaticabile.

Per quanto rigurda me come scrittore so bene quale percorso sto facendo, ma ti assicuro che ho avuto conferme da chi poteva darle in modo competente.
Perciò inizia sin d’ora a ricercare avidamente tutte le informazioni sull’origine del fantasy, partendo per abbreviare i tempi da saggi di Docenti univ. comparatisti, e poi man mano arricchisci approfondendo i “rimandi”. Te lo dice una persona che ne ha letti appena venti di fantasy, ma lo ha fatto con una “ragion veduta” che gli ha permesso di capire perchè Licia Troisi non è in grado di far rispettare il fantasy e la letteratura italiana d’oggi all’estero.
Però non togliermi la parola Gamby, sarebbe come bruciare una strada potenzialmente utile per entrambi.
Ciao

#24 Comment By Clio On 17 aprile 2008 @ 22:49

A mitoancess
Magari un giorno leggerò il libro, anche se le premesse non le trovo affatto promettenti, come ho già detto. Mi sembra che tu voglia dare un tono “anticheggiante” alla narrazione, ma, se questo era il fine, non ci riesci punto. Magari lo scheletro è buono, non lo so, non ho letto il libro, ma le osservazioni sul piano stilistico di Gamberetta ti sarebbero molto utili, e fossi in te terrei in altissimo conto il suo parere, perché se passi le sue forche caudine hai buone probabilità di aver messo in sieme qualcosa di valente. Non condivido tutto di quello che lei dice, facciamo il 90-85% a seconda degli ambiti, ma se mai un giorno decidessi di pubblicare, vorrei avere un editor (si chiamano così?) come lei.
In definitiva ho letto la recensione linkata da Gamberetta, e non penso che il tuo libro mi piacerebbe: io sono una rompiscatole puritana e pedante, se non l’avessi capito, e quando qualcuno mi tocca gli dei o vi allude a me saltano le sinapsi. Si chiama davvero Odino il bambino oppure ho capito male io?!
Ah, a chiosa, ora che mi sovviene… Cosa c’entrano Stalin ed il ’68?

#25 Comment By D. On 17 aprile 2008 @ 23:13

@Mitoancess: Pietà! Non dica che tutte le università sono piene di grandi professori, se si riferisce a quelle che ha frequentato lei posso anche crederle. Ma in generale no, ci sono molti professori che non si capisce perche lo siano.
(NO, non è un accusa contro di lei, non ho elementi per giudicarla quindi non lo faccio. Era solo una precisazione, non vorrei che questa frase venisse letta in modo imprprio)
Lo dico solo perche la sua affermazione mi ha fatto crepare dalle risate associata alla mia università :D

@Gamberetta: Mi ha sorpreso vedere con quale accanimento a volte critichi lo stile degli altri e il linguaggio forbito, non solo in questo caso, ma non capisco su che basi visto che non sei un editrice.
Forse ti farebbe bene leggere un manuale di Pat Walsh “78 ragioni per cui … ecc” (sono certo che lo troverai) e capire come ragiona davvero il mondo editoriale. Suggerisco il capitolo 15, spero vivamente che tu lo legga ;)

#26 Comment By jiggly On 17 aprile 2008 @ 23:19

Ciao Mito! Scrivo qui solo per risponderti e poi vado definitivamente a nanna. La prima frase che hai riportato me l’aspettavo, in quanto ti ho chiamato in causa.. anzi rispondevo a un’accusa che ti aveva fatto la nostra amica. Ti volevo dire che ho usato il “se” appunto perchè non avendo letto il libro non potevo dire che non era vero che avesse errori al suo interno, per cui ho risposto solo alla parte che riguardava la tua eventuale “competenza” per permetterti di fare commenti. Il fatto di non esprimermi in termini assoluti è stato anche questo con cognizione di causa.
Parlando di epica, mi sono ritrovato d’accordo con tutto quello che hai scritto e ti ringrazio per avermi detto una cosa di cui non ero a conoscenza, cioè il fatto che il genere epico si è gradualmente trasferito dalla poesia alla prosa. Questo è stato un particolare che a quanto pare la mia professoressa non è stata in grado di dirmi.
Avrei però una domanda: il fatto che il romanzo è di per sè legato allo sviluppo del carattere del personaggio e della sua evoluzione spirituale, fisica etc, non è in antitesi con il concetto di solidità e immutabilità delle capacità e doti dei protagonisti che è proprio dell’epica? Dico anche a te che sono via per 3 giorni, per cui non avrò il tempo di leggere la tua risposta immediatamente.
Buon fine settimana!

#27 Comment By mitoancess On 17 aprile 2008 @ 23:24

per CLIO:

purtroppo devo insistere a dirti di leggere i miei messaggi sopra perchè è la stessa cosa che direbbe un Insegnante universitario, non c’è tanto su cui arrampicarsi. Concordo che Gamby faccia bene a provocare e mettere in discussione, ma secondo il percorso che ho detto sopra.

La tua motivazione sugli Dei mi spinge a non insistere oltre, ma mi chiedo perchè tu sia vicina ad un genere che ha un’ossatura estremamente pagana e col solo alone di un’influenza cristiana.
Sì il bambino si chiama Odino.
Andiamo sulle cose ironiche e cattivelle che ho detto:
Stalin l’ho citato perchè la repressione comunista, che ha ripudiato anche il comunismo italiano a suo tempo, ha portato con sè unilateralità di pensiero ( giusto o ingiusto che fosse, si agiva e pensava come volevano loro punto e basta..) e riduzione dell’interscambio elastico in tutti i campi quasi allo zero.
Il 68 è il famoso anno a partire dal quale l’italia ha deciso di passare da una meritocrazia inflessibile all’egualitarismo immoderato. Ecco perchè le scuole superiori hanno poi perso prograssivamente la propria riconoscibilità nella società: Ne escono tutti indistintamente e magari con la fortuna di prendere alti voti indebitamente.
Ciao

#28 Comment By Carlo On 17 aprile 2008 @ 23:30

D’accordo, Gamberetta: quelle prime pagine del libro sono oscene, e piu’ che sufficienti a dimostrare che quel romanzo e’ una straordinaria boiata. In effetti non c’era nemmeno bisogno che ti sprecassi a commentarle… Oltretutto, dato che eri infuriata (con tutte le ragioni di esserlo, beninteso), hai finito col dire qualche sciocchezza pure tu… Ma e’ piu’ che comprensibile.

E devo anche aggiungere che, oltre all’estrema bruttezza del testo, pure l’autore risulta in modo evidente una persona di una arroganza rara, quale solo i miserabili possono sperare utile indossare. Che un simile testo possa essere oggetto di studi universitari puo’ anche darsi che sia vero: ma solo come esempio negativo. Immagino che anche i Professori Universitari abbiano bisogno di ridere, ogni tanto.

Gamberetta, lo sai che per molte cose non concordo affatto con quello che scrivi: ma qui non posso che essere al cento per cento solidale. Simile porcheria va deninciata per quello che e’.

#29 Comment By D. On 17 aprile 2008 @ 23:40

Carlo: Ciao Carlo! Ben Tornato! :D

#30 Comment By Gamberetta On 17 aprile 2008 @ 23:41

@mitoancess. Primo e ultimo avvertimento. Io nel mio primo intervento ho scritto che le prime tre pagine del tuo romanzo erano scritte in maniera oscena (e lo sono). Non ti ho per niente chiamato in causa, in cambio ho ottenuto:
- incompetente.
- inappropriata.
- infantile.
- ignorante.
- grugnisco e altre allusioni al fatto che sarei un maiale
Questo per citare le offese a me, poi ovviamente definisci merda e altro quello che scrivo. Adesso siamo alle minacce. Non ci siamo proprio, se vuoi continuare a commentare vedi di finirla. Chiaro? Non sono Madre Teresa, né una fanatica, tipo pacifista che si lascia ammazzare pur di difendere un principio. Per me è importante la libertà di espressione, ma se mi fai incazzare un’altra volta non solo ti vieto di commentare ancora, ma proprio t’impedisco di collegarti al sito.
E vedi i tuoi commenti di scriverli in italiano corretto, con gli accenti giusti e senza errori di ortografia, è il livello minimo di rispetto per chiunque ti legga.

@D. Non capisco che c’entrino gli editori. Bisogna scrivere in maniera semplice per farsi capire. Lo scopo di scrivere è comunicare, se scrivi in ostrogoto antico non ti capisce nessuno, dunque non hai comunicato un tubo e hai fallito lo scopo.

#31 Comment By D. On 17 aprile 2008 @ 23:49

@Gamberetta: Evidentemente non hai accettato il mio invito a consultare quel capitolo, di chiedo cortesemente di provare a cercarlo, davvero. Forse dopo capirai meglio cosa volevo dire … ;)
Fidati di me per favore, poi ne riparliamo ;D

#32 Comment By Carlo On 18 aprile 2008 @ 00:08

Ciao D., piacere di rileggerti… ;-) Passavo di qua per farmi una risata, e mi sono ritrovato a dare ragione alla Gamberetta… Ma tu guarda gli scherzi del destino (anzi, del Fato, ah, ah, ah!)

Va bene, resto perche’ la Gamberetta in fondo in fondo mi sta pure simpatica… Mi piace la sua furia e la sua passione. Diventera’ una grande persona, ormai me ne sono convinto.

#33 Comment By mitoancess On 18 aprile 2008 @ 00:09

Ah ciao JIGGLY!

Stasera è stat una battaglia anche sull’altro spazio vedo! Ah ah ah

Per il resto posso presumere hai degli studi universitari in lettere, se non fosse così di sicuro hai un passato liceale, perchè vedo la tipica propensione a “beccare” proprio i cardini della cosiddetta QUEST (come la chiamavano i grandi del fantastico medievale, cioè il punto chiave di un’opera o di una problematica, mi riferisco all’immutab. del personaggio nell’epica).
Fatta questa constatazione (mi auguro di non aver preso un granchio) ti rispondo:
E’ verissimo ciò che dici, infatti mentre Beowulf è bello pregno di molte delle caratteristiche dell’epica antica (perchè in origine aveva caratteristiche indigene, cioè anglosassoni e filogallico-romane, poi ha subito qualche lontano adattamento per una sottile influenza cristiana) Sir Gawain (and the green knight) ha già la caratteristica che sottolinei del personaggio che muta (e la questione del perchè e percome è molto lunga).
In poche parole, nel “romanzo” l’aggettivo “eroico” e “epico” si fondono perdendo per strada molte caratteristiche (ti faccio un esempio: le persone del villaggio e i mercanti erano imbevuti di dottrina cristiana, quindi la conversione del personaggio da uno stato di confusione doveva fungere da esempio educativo per ammonire anche i più spavaldi dall’affrontare il volere della Provvidenza), e col passare del tempo il termine Fantasy ingloberà tutto ciò che riguarda il fiabesco, l’onirico, l’eroico e, seppure a gran difficoltà e impropriamente, anche quindi l’epico. Quello che tu il definisci VERO epico è scomparso nel turbinio del medioevo, ma se devo spiegare perchè un racconto come Conan sembra diverso da quello della DragonLance sono costretto a dire che il primo è più un’avventura epico-fantasy, il secondo è un fantasy in pieno.
Ma molte cose le spiega in modo abbastanza chiaro anche Tolkien in IL MEDIOEVO FANTASTICO, della BOMPIANI. Ti farai delle risate perchè vedrai che J.R. era una specie di Gandalf, ma tagliente e preciso come uno gnomo.
Continua a lasciare le tue chicche in questo sito perchè ogni tanto dici delle cose che mi costringono ad andare ad approfondire…
Buon Week end ciao

#34 Comment By mitoancess On 18 aprile 2008 @ 00:21

GAMBY:

IL MENDACIO è PUNIBILE PER LEGGE, PER NON PARLARE DELLA CALUNNIA.

TI CONCEDO MAGNANIMAMENTE DI FARLA FRANCA PER LA DIFFAMAZIONE ARRECCATA A ME IN UN SITO APERTO AL PUBBLICO, PERCIò NON COSTRINGERMI AD INFORMARMI SUI TUOI DATI PER AVANZARE QUALCOSA DI LEGALE CON FORMALE DENUNCIA.

Io non minaccio e non l’ho fatto, l’italiano lo conosco meglio di te, e se subisco un danno sono TUTELATO COME OGNI CITTADINO DI QUESTA SANTA DEMOCRAZIA, perciò ABBASSIAMO IN FRETTA I TONI E RITORNIAMO AD ESSERE CIVILI, COSì COME IL CODICE CIVILE CALOROSAMENTE INVITA.
saluti Gamby.

#35 Comment By D. On 18 aprile 2008 @ 00:26

Carlo: Speravo di rivederti ^^ forse l’ultima volta non siamo riusciti a capirci, ma ammetto che possa essere stata colpa mia, io vorei ancora parlare con te :D Avrei molte cose da chiederti ^^ Non posso usare questo spazio, ma ti andrebbe di risentirci per e-mail?

#36 Comment By Carlo On 18 aprile 2008 @ 01:29

Certo, scrivimi pure a shadowmat@t-online.de :-)

#37 Comment By marcy On 18 aprile 2008 @ 08:52

“Tra i sottili lineamenti degli occhi a mandorla brillavano due gemme cerulee come il cielo terso, striate di zaffiro.”

Quando si dice perle ai porci… va be’ vado a rotolarmi in un prato erboso.

Solo una cosa, da quando laurearsi in lettere, studiare letterature compare, conoscere le figure retoriche significa essere capaci di scrivere un romanzo?
E da quando un semplice lettore non può sfogliare un libro, leggerne qualche pagina e trovarlo scritto in maniera risibile?

#38 Comment By Angra On 18 aprile 2008 @ 09:43

@mitoancess: continui a parlare a vanvera: la calunnia è l’atto di accusare ingiustamente qualcuno di un reato, mi spieghi cosa c’entra? Scrivere brutta narrativa non è (purtroppo) un reato, ma se lo fosse tu l’avresti commesso e la calunnia non ci sarebbe lo stesso.

Detto questo, mi fai venire una gran voglia di aprire una casa editrice a pagamento. Toglimi una curiosità: quanto ti hanno spillato i signori di Editing Edizioni?

#39 Comment By Luca Zaffini On 18 aprile 2008 @ 10:22

Quoto per intero queste parole di Gamberetta. Le riporto in toto nel mio commento, più sotto.
Perché? Perché chiunque volesse tentare la strada di scrittore dovrebbe stamparsi queste parole in una gigantografia, in A2, plastificarla e appendersela al muro.
La maggior parte degli scrittori fantasy italiani potrebbe migliorare di molto se solo ne tenesse conto.
Il nocciolo, nella narrativa, è: un romanzo può essere formativo, ricolmo di filosofia, pieno di riferimenti accademici e quant’altro. Ma non conta solo la sostanza, conta anche la forma. Se è scritto male è un cattivo romanzo. Allora meglio provare con la saggistica.

Sig. Rocca, magari il suo romanzo è davvero formativo e illuminante. Ma, se il resto è del tenore delle pagine riportate come esempio, difficilmente riuscirà a raggiungere il pubblico. E’ scritto male.
Può anche essere conscio delle sue elevate capacità accademiche, non c’é niente di male. Ma dovrebbe anche essere conscio che le sue capacità narrative sono, al momento, carenti.
Io credo che il messaggio di Gamberetta, condivisibile, sia: se davvero vuole tentare la strada della narrativa (e non della saggistica), si armi di umiltà, conservi la sostanza che lei sostiene essere ottima e cerchi di migliorare la forma.
E’ l’unica maniera per condividere, e penso che lei voglia farlo, il messaggio del suo romanzo.

“Tu puoi essere laureato in storia medievale, filosofia orientale, letteratura italiana, greca, latina e swahili: tutto ciò non ti avvicina di un dito allo scrivere buona narrativa. Scrivere narrativa è un altro campo di studi. È come pretendere di fare il neurochirurgo con una laurea da dentista (o anche il contrario).
Il problema è che da quel che ne so, non esiste nessun ciclo di studi ufficiale che permette di divenire scrittori, men che meno scrittori di narrativa di genere. Ciò non vuol dire però che non si possa imparare: ci sono manuali, scuole, insegnanti, e quello che si apprende facendo esercizio. Però si deve partire dal presupposto che occorra imparare.

Inoltre occorre essere umili. Anche se hai cinque lauree non c’è niente di male a controllare una parola sul vocabolario, non c’è niente di male a cercare un bel volume illustrato con le immagini di una carrozza e le freccette che indicano come si chiamano le varie parti. Così come occorre fare lo sforzo di visualizzare le scene: se ci sono prati “erbosi” perché la carrozza corre sui sassi? C’è silenzio o rumore? Perché la luce dell’alba è a sprazzi?
Nella buona parte dei casi, scrivere un romanzo è descrivere quello che vedi. Non è un giocare con le parole, non sono gli accostamenti aulici a fare un buon racconto, è quello che racconti.
Devi essere semplice! Immaginati di essere in treno, c’è un bambino che piange. Alla stazione racconti l’episodio a un amico. Gli dirai che c’era un bambino che piangeva, urlava, si lagnava, si lamentava, non gli dirai che c’era un bambino che “ruggiva istericamente”. In un romanzo devi essere ancora più semplice perché ti rivolgi a persone che non ti conoscono. Non c’è niente di male in questo, anzi, è uno dei principali indici di abilità nel campo della scrittura.
Devi essere consapevole delle scelte che fai. Devi chiederti perché usare un punto di vista e non un altro e poi rimanere aderente alle tue scelte. Soprattutto ti devi impegnare, devi fantasticare, scervellarti, inventare, immaginare! Il “pianto disperato con nessuna lacrima da piangere più” è indice di pigrizia, anche volendo esprimere proprio questo concetto banale non te la puoi cavare con le frasi fatte. È sciatto, irrita il lettore, comunica l’idea di qualcuno che scrive la prima cosa che gli capita, non importa quanto scontata.
Devi conoscere i tuoi personaggi. I personaggi hanno una loro personalità, non sono lettori CD nei quali inserire i pensieri dello scrittore. Se il tuo protagonista è un bambino, deve agire da bambino, parlare da bambino e pensare da bambino.”

#40 Comment By Angra On 18 aprile 2008 @ 11:00

Aggiungerei: bisogna evitare di scrivere per impressionare la portinaia del proprio condominio: è un atteggiamento odioso. Se ne sente la puzza a chilometri di distanza, e la reazione è solo fastidio.

#41 Comment By Katerina On 18 aprile 2008 @ 11:30

Leggo il blog da un po’, ma non ho mai commentato.
Non sempre sono d’accordo con le recensioni, ma le ho sempre trovate ben fatte e piacevoli fda leggere (anche solo per rendersi conto dei limiti di qualcosa che a me piace).

Trovo la recensione in questione molto buona, e la reazione dell’autore degna di una ragazzina isterica: non ci fosse stata la recensione, bastavano le pagine riportate a far capire che il “romanzo” non vale certo la pena dell’acquisto.
Almeno nel mio caso la sola descrizione degli occhi del bambino sarebbe bastata a farmi mettere giù il libro al volo (e non parlo da recensitrice, ma da semplice lettrice a cui piace il fantasy, ergo una delle persone a cui l’illustre autore punta per campare).
I pensieri e le azioni del bambino sono allucinanti: non hanno niente a che fare con la possibile condotta di un bambino, e tra l’altro di lui non si ha alcuna notizia ma solo un lungo, lunghissimo elenco di notizie che riguardano il suo futuro. Piuttosto noioso, peraltro.

Le descrizione dell’ambiente meriterebbero più cura, perchè è difficile visualizzarlo e le informazioni vanno in contrasto tra loro (il silenzio che va e viene, una carrozza che corre sui sassi… ma è una strada, o sono sassi e basta?) e notizie che spiazzano (gli arbusti elfici? quindi siamo in un mondo dove gli elfi esistono? o è solo un aggettivo buttato lì?), la presenza della mitologia nordica (Odino… ma quindi gli elfi ci sono o no? e “lupo spartano” che vuol dire?)

Ho avuto anche io l’impressione di trovarmi di fronte ad una lunga sequenza di linguaggio forbito a cui non corrispondeva un’eguale abilità nell’usarlo.

Se l’autore vuole tra i fan anche qualche lettore con un cervello, e non soltanto quelli a cui basta leggere una parola arcaica per urlare al capolavoro, gli conviene abbassare la cresta e accettare le critiche.

#42 Comment By mitoancess On 18 aprile 2008 @ 11:41

Marcy, Angra, Zaffini:

Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Ragazzi vi ripeto per la centesima volta che sentire da voi che la mia forma è scorretta, che ci sono errori, ed altre boiate, senza il minimo riscontro nella realtà, è come sentire un neonato che cerca di elaborare teorie di fisica quantistica: Non siete competenti ne istruiti a dovere per farlo, lo volete capire o preferite rimanere ottusamente nel vostro livello scarso e inascoltato?
Allora finchè mi dite che il libro non vi piace ed enumerate le ragioni che gli impediscono di soddisfare il vostro gusto, è un conto, ma se insistete a voler trasformare la vostra singola opinione in un giudizio da esperti (che non sarete MAI di questo passo) allora io continuerò a contraddirvi dando dimostrazione lampante che la vostra conoscenza sulla materia è molto, ma davvero molto, scarsa.
Tanto son sicuro che insisterete a commentare questo ed altri libri come se foste in preda ad un cortocircuito. Quel 68 ha fatto danni ben più gravi di quanto credessi.
Venite alla presentazione e facciamo un bel dibattito, con presenti anche altri intenditori di letteratura, vedrete che abbassare la “crestina” vi aiuterà a capire un pò meglio come va la vita.
Mio Dio non commento sull’umiltà perchè detto da voi proprio è il bue che dice cornuto all’asino.
A proposito di accenti:
perché: si scrive così perché l’accento è detto chiuso o stretto.
è: verbo essere, si scrive così perché l’accento è aperto o largo.

Vi ripeto che è meglio lo scambio bilaterale piuttosto che il tentativo, senza speranza, di umiliare me o altri con un’inesistente preparazione sulla materia trattata.
E poi vi prego non venitemi a correggere la battiquando il vostro italiano è davvero molto lacunoso.

#43 Comment By mitoancess On 18 aprile 2008 @ 11:46

Eccovi un altro errore di battitura:
“battiquando” al posto di “battitura quando”…

#44 Comment By mitoancess On 18 aprile 2008 @ 11:52

Katerina:

leggere il tuo commento dopo ciò che ho detto fin’ora mi ricorda veramente la visione di quei topi da laboratorio che continuano a toccare l’elettrico autoledendosi…
Vai a leggerti la recensione di grandi intenditori e guarda bene cosa dicono, poi torna quà e vedrai che questi sono commenti e opinioni personali da NON intenditori.
Domanda: oltre alle cavolate, sapete dire qualcosa che riguardi la letteratura o vogliamo continuare a dare aria ai denti?
Aspetto…

#45 Comment By Katerina On 18 aprile 2008 @ 11:58

Leggo il blog da un po’, ma non ho mai lasciato un commento.
Non sono sempre d’accordo con le critiche, ma le ho sempre trovate interessanti e motivate, ragion per cui le ho sempre lette con piacere (anche solo per vedere i limiti di qualcosa che a me piace).

La critica al libro in questione la condivido in pieno, e tra l’altro l’autore si sta dimostrando di un’antipatia ed arroganza imbarazzanti per lui: nei blog di recensione alle fanfictionn ho visto adolescenti reagire con più maturità, aprendo un dialogo col recensore con l’intento di migiorare i propri punti deboli.

Palrando da lettore, non da recensore (non ho l’abilità necessaria per esserlo, ma questo non significa che sia un’analfabeta) posso dire in tutta tranquillità che Gamberetta ha fatto uno sforzo quasi inutile, nel recensire le pagine, perchè bastavano da sole a far capire che il libro non vale assolutamente l’acquisto.
Nel mio caso, se fossi stata in libreria e l’avessi preso in mano, sarebbe bastata la sola descrizione degli occhi del bambino a farmelo mettere giù: i lirismi banali e a caso li reputo ridicoli.

La condotta e il linguaggio del ragazzino sono completamente inadatti ad un bambino e so di quel che parlo: ho uno stuolo di cuginetti, e fino ai quattordici anni ho visto tutte le fasi di comportamento e linguaggio (con varie combinazioni di carattere e sesso) e nessuno, per parlare di una persona cara morta, si è mai espresso a quel modo. Maledicendo gli dei, pure.
In più di questo bambino non si sa nulla, ma ci viene sbattuto in faccia un lungo, lunghissimo elenco di quello che è destinato a fare.
Noioso, peraltro.

La descrizione dell’ambiente è tremenda: non si riesce a vedere niente, immagino ma potrei immaginare quattro ambienti differenti e tutti si adattano a quanto scritto, inoltre le informazioni o sono in contraddizione (silenzio contro non silenzio; prima sembra un panorama desolato poi viene descritto come lussurreggiante), o sono strane (i sassi sono sassi a caso o una strada? nel primo caso sono in un prato con una landa di sassi in mezzo? e perchè la carrozza sta lì?) o danno dubbi (arbusti elfici? sono in un’ambientazione dove ci sono gli elfi o è un aggettivo buttato lì a caso? e gli dei nordici?).

Anche io ho avuto l’impressione di trovarmi di fronte ad un linguaggio forbito senza che ci fosse una reale abilità nell’usarlo, come se tu, autore, volessi mostrare a me, lettore, quante parole complicate sai.

In sostanza, illustre autore, ti consiglio di abbassare la cresta e lavorare sul tuo stile: è a gente come me che punti per campare, perchè quando entro in libreria sono io coi soldi in tasca.

#46 Comment By mitoancess On 18 aprile 2008 @ 11:59

Comunque questo spazio è diventato monotono, girate in tondo tra voi perché mi sposto in un altro reparto. Chissà che Dio me la mandi buona e trovi commenti interessanti…
ciao ciao

#47 Comment By Katerina On 18 aprile 2008 @ 12:01

Chiedo scusa per il doppio commento, che dice praticamente la stessa cosa del precedente: mi diceva che il primo non l’aveva postato e l’avevo riscritto -/////-

#48 Comment By mitoancess On 18 aprile 2008 @ 12:03

Katerina:

E’ davvero l’ultimo mio commento in questo spazio perché me l’hai tirato fuori:

Ho già spiegato che non è a gente presuntuosa e dura di comprendonio come te che miro, bensì a teste aperte e dinamiche intellettivamente. E’ grazie a soggetti come te che l’editoria italiana continua a produrre schifezze che solo in italia si trovano…
Che ridere…
bon ciao ciao

#49 Comment By Lo Sparviero On 18 aprile 2008 @ 12:06

Davvero il fanatasy italiano può aspirare solo a romanzi di bassa lega come il tuo, mitoancess?
No, perché il tuo “romanzo” è proprio come te: Ancess= un cesso.

#50 Comment By Katerina On 18 aprile 2008 @ 12:08

Le schifezze non le compro, infatti il tuo libro rimarrà in libreria, quindi non vedo come possa essere io a contribuire al prodursi di letteratura scadente.

Trovo che contribuiscano di più autori convinti di essere Dio, inattaccabili solo perchè han pubblicato un libro (e ricordo che c’è riuscito anche Moccia), che accettano solo i pareri di coloro a cui basta una parola arcaica a urlare al miracolo, tacciando per ottusi tutti coloro che si rendono conto della loro inesistenza.

#51 Comment By Angra On 18 aprile 2008 @ 12:11

@mitoancess: i discorsi stanno a zero: dicci quanto ti hanno scucito per pubblicarti il libro, e poi ne riparliamo… ;)

#52 Comment By marcy On 18 aprile 2008 @ 12:38

Scrive Ancess
“Marcy, Angra, Zaffini:

Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Ragazzi vi ripeto per la centesima volta che sentire da voi che la mia forma è scorretta, che ci sono errori, ed altre boiate, senza il minimo riscontro nella realtà, è come sentire un neonato che cerca di elaborare teorie di fisica quantistica: Non siete competenti ne istruiti a dovere per farlo, lo volete capire o preferite rimanere ottusamente nel vostro livello scarso e inascoltato?”

Mi rendo conto che sei abituato a disquisire con i tuoi illustri colleghi universitari del cui alto livello intellettuale e accademico sinora non avevo dubitato. Sinora.

“Quel 68 ha fatto danni ben più gravi di quanto credessi.”

Hai ragione. Prima di quella data un libro come il tuo neanche a pagamento lo avrebbero pubblicato.
Inoltre se il tuo pubblico è quello degli esperti( che diventano tali suppongo quando vanno in sollucchero nel leggere i tuoi scritti) perché non pubblichi saggi e la smetti di insultare noi lettori?

#53 Comment By Luca Zaffini On 18 aprile 2008 @ 12:39

Parlo per me, non per gli altri. Anch’io non ho mai commentato una recensione (se non per dire che alcuni passaggi erano divertenti). Sono intervenuto solo per dire che alcune cose che Gamberetta dice, nello specifico quelle riguardanti la tecnica di scrittura (per le altre non mi esprimo) sono condivisibili. E per dire che un romanzo è sostanza + forma ed è mia opnione che la seconda, nei passaggi che ho letto, latita.

“Zaffini
Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Ragazzi vi ripeto per la centesima volta che sentire da voi che la mia forma è scorretta, che ci sono errori, ed altre boiate, senza il minimo riscontro nella realtà, è come sentire un neonato che cerca di elaborare teorie di fisica quantistica: Non siete competenti ne istruiti a dovere per farlo, lo volete capire o preferite rimanere ottusamente nel vostro livello scarso e inascoltato?”

Quindi questa è la sua reazione a una mia opinione pacata e disinteressata? Gradirei sapere in base a cosa lei stabilisce che io non sia competente né istruito a dovere per poterla esprimere (tralaltro dandole del lei, senza insultarla in alcun modo né usando termini offensivi).

“…io continuerò a contraddirvi dando dimostrazione lampante che la vostra conoscenza sulla materia è molto, ma davvero molto, scarsa.”

Su quale materia? La narrativa? No, perché se così io qualcosina avrei pure pubblicato.
Sul resto del romanzo (la sostanza, il mito, la ricerca che c’è dietro) infatti non mi sono espresso, dicendole che se è – come lei ritiene – ottima, le faccio i miei complimenti. Ma che lo stile è da limare.
In ogni caso è ovvio che un’opinione rimane tale, sta a lei decidere se e quando ascoltarla, senza per questo dare dell’incompetente o dell’ottuso a chi la esprime.

“Vi ripeto che è meglio lo scambio bilaterale piuttosto che il tentativo, senza speranza, di umiliare me o altri con un’inesistente preparazione sulla materia trattata.”

Mi sembrava che il mio intervento fosse piuttosto costruttivo, senza alcun tentativo di umiliarla. Se si è sentito umiliato non era certo mia intenzione. Ma mi sembra anche che il suo atteggiamento sia poco costruttivo, additando gli altri a ignoranti e incompetenti senza distinzione e per partito preso, solo perché ritengono il suo romanzo scritto male (per inciso, mi riferisco a me, e non mi piacciono per come sono scritti il 90% dei romanzi fantasy pubblicati, quindi forse sono io che sono di gusti difficili…). Di certo, non aiuta allo “scambio bilaterale”. Quando si parla di umiltà, nella narrativa (e in qualsiasi altra attività) si intende che non si finisce mai di imparare, non ci si può ritenere arrivati e di conoscere tutti i segreti del mestiere, soprattutto all’esordio.
E si intende anche che i lettori hanno il diritto di esprimere giudizi sull’opera, dato che non hanno l’anello al naso, senza per questo dover essere ricercatori universitari.
Sarei curioso di sapere chi, secondo lei, sono i “VERI INTENDITORI” unici abilitati a dare pareri su un romanzo che, in quanto in vendita al pubblico, è in realtà come tale sottoposto al giudizio di esso.
Anch’io ho ricevuto una recensione negativa su Anobii, da Licia Troisi. Non la reputo certo una brava scrittrice, ma non per questo grido allo scandalo né reagisco male. Non le è piaciuto, pazienza. Ed era una recensione di tre righe, non circostanziata e dettagliata come questa di Gamberetta. Mi sarebbe piaciuto capire perché non le è piaciuto, in modo di migliorare nel prossimo romanzo. Pazienza.

Forse secondo lei non sono competente per esprimere un’opinione personale (quindi soggettiva) sul suo stile. Secondo me, invece, la mia competenza la stabilisce l’esperienza e il pubblico. Sempre secondo me le seguenti opinioni sul mio stile mi rendono abbastanza titolato in materia. Sono tutte opinioni rintracciabili in rete, da recensioni del mio romanzo:
” Un pregio è anche lo stile di scrittura, davvero fuori dagli schemi, a tratti anche sboccato, ma che spesso strappa un sorriso e rende meglio di mille parole educate.”
“Quello che colpisce di più è lo stile, immediato, graffiante, crudo, ma senza indulgere a splatter gratuito. L’uso dei vocaboli, dianamico e innovativo. La narrazione al presente, che incalza il lettore e lo sospinge, pagina dopo pagina”
“La sua scrittura è tanto irriverente quanto affascinante, per come, senza peli sulla lingua presenta orrori e sorrisi alternandoli con bravura.”
“complimenti a Luca per la maestria con cui ha saputo guidare un neofita (di fantascienza) per 320 pagine capolavoro in 320 minuti o giù di lì ”
“Non vi dirò delle solite cose sulla prosa graffiante o sui personaggi mai scontati”
“Se manterrai questo stile, diventerai uno dei miei preferiti”

Questo mi pone su un piedistallo? No Mi rende migliore di altri? No. Assolutamente no. Però, almeno, mi consente di esprimere un’opinione?
Di esprimere un punto di vista sull’importanza dello stile?
Almeno questo.

Dopo aver chiarito la mia posizione, Sig. Rocca, le auguro (senza alcun tipo di sarcasmo e ironia) una fulgida carriera sia accademica sia nella narrativa.

#54 Comment By Loreley On 18 aprile 2008 @ 14:18

Mitoancess.

Visto che, da quanto ho capito, l’editore a cui lei si è rivolto è a pagamento, come mai, se è così convinto dell’eccelsa qualità del suo romanzo, non si è rivolto a uno non a pagamento? Che sia che ci ha provato ma quelli, da capre ignorante quali sicuramente saranno (a differenza di lei, mi pare ovvio) non gliel’hanno voluto pubblicare?
E’ un vero peccato che non si conceda nemmeno un minimo di autocritica. A differenza di gamberetta, credo che le proprietà linguistiche di base lei ce l’abbia, volendolo, solo che si sollazza in rigurgiti intellettualodi e finto-lirici che apparentemente (mooolto apparentemente) danno uno spessore colto e raffinato allo scritto, mentre in realtà rendono assai fastidiosa la lettura. L’impressione che ne deriva è che, anziché mostrarci la storia e i personaggi, lei abbia voluto dimostrarci quanto è bravo, colto e preparato; il che è la medesima cosa che ancora sta facendo, ma solo a parole e senza mostrare proprio un bel niente se non, mi perdoni, un’antipatia e un’arroganza che mi lasciano sbalordita.
Infine, quello che forse lei non vuole capire è che al pubblico non gliene frega una mazza della filosofia che lei vorrebbe trasmettere, se non viene veicolata da uno stile decente, da una bella storia e da bei personaggi, e non gliene importa nulla che il suo romanzo è stato apprezzato e acclamato (?) negli ambienti universitari (??); e se anche così fosse, non gli conferisce di certo l’intoccabilità di cui lei tanto si vanta. Ma cosa fa, ragiona a caste? Con le sue affermazioni, inoltre, sta dimostrando uno spregio nei confronti dei lettori odioso oltre ogni dire. Ma forse di questo non gliene importa nulla se il target a cui lei si rivolge sono i suoi professori tanto istruiti e raffinati, come lei. E solo quelli.
Ci pensi. :-) E se vuol rispondere, abbia almeno la decenza di non insultare o fare riferimenti a suini, ovini, bovini o altri animali che le vengono in mente, per cortesia!

#55 Comment By mhrrr On 18 aprile 2008 @ 14:22

ciao gamberetta,

ormai è un bel po’ che ti leggo, sai che apprezzo il tuo lavoro. e trovo che le due pagine che hai copiato siano scritte orribilmente (e che l’autore sia di una supponenza e un’antipatia davvero fuori dal comune, purtroppo non sono riuscito a trovare che questa informazione, on line: si trattarebbe di uno studente di lettere di 28 anni. un po’ fuori corso o le fonti hanno sbagliato?). tuttavia, voglio fare la parte del diavolo: prenderò la tua critica e la commenterò pezzo per pezzo (sono sicuro che apprezzerai). mi scuso qui, forfettariamente, per le brutture editoriali, certo che saprai soprassedervi a vantaggio dei contenuti.

prime due righe, d’accordo su tutto, anche se, io non lo so, ma è possibile che gemme cerulee, cielo terso e zaffiri abbiano tonalità leggermente diverse (mi lascia più perplesso la scelta di lineamenti per definire il taglio degli occhi, ma tutti abbiamo capito a cosa si riferisce, quindi probabilmente è un fatto personale).

Il bambino guardava gli erbosi prati che scorrevano oltre il foro della carrozza. Lo stridio del cocchio tirato da robusti e infaticabili frisoni, lo scalpitio dei cavalli al trotto, il ballonzolare delle ruote sul terreno, sassoso e inumidito dallo scroscio della notte precedente, giungevano ovattati alla mente di Odino.

non posso eccepire sui prati erbosi, sul foro della carrozza né tantomeno sullo stridio della carrozza (non mi capacito del perché abbia voluto descrivere una carrozza che stride, come un’arpia o un treno in frenata, ma, a ben vedere, stridio è una parola con un’intensione semantica piuttosto ampia) anche se, di nuovo, un’altra scelta lessicale mi ha stupito: cocchio, non perché necessariamente errata, ma forse avrei preferito qualcosa di più neutro: il cocchio è, generalmente, un piccolo carro antico da guerra oppure una roba ottocentesca, nera, lucida, piccolina (in tal caso, non dovrebbe proprio avere fori). l’ambientazione è conforme ad una di queste immagini? ma si tratta di sciocchezze.

“I robusti e infaticabili frisoni“: su questo non posso darti ragione: i frisoni sono tendezialmente robusti (ma non infaticabili) e, comunque, potrebbe voler dire che si tratta di bestie anche più robuste e infaticabili della media dei frisoni. credo che l’autore, riguardo al punto di vista, abbia inteso proprio avere il punto di vista del narratore onniscente, ma magari sbaglio, non l’ho letto.

“Il ballonzolare” non è un suono, vero, ma potrebbe trattarsi di una ingenua sinestesia. sui sassi, hai ragione.

Egli era assorto nei suoi pensieri e il suo sguardo fissava l’incantato e florido ambiente esterno.

ok sull’essere assorto, però sul resto… magari l’ambiente al di là del paesaggio è una distesa brulla di tarzanelli secchi. cappero, un prato pratoso è certo florido e incantato al confronto.
ma, a parte gli scherzi, in questo ristretto contesto direi non si può davvero giudicare l’uso di quei due aggettivi.

Non pensava però agli arbusti elfici e allo splendore della terra Jaline, né alle distese erbose, il cui verde si scorgeva attraverso gli sprazzi tra l’albore, ma a colui che gli era stato amico e salvatore, nonché fratello maggiore e padre, pedagogo e maestro o addirittura dio protettore allo stesso tempo. Aveva il viso e il naso arrossati dopo un pianto disperato, straziante, e ora non gli rimanevano più lacrime da versare. Gli rimaneva solo la quiete angosciante della rassegnazione.

sugli “arbusti elfici” non so davvero cosa puoi obiettare: ce ne saranno pure, no? intanto abbiamo scoperto che esistono elfi e arbusti. gli “sprazzi tra l’albore” costituiscono una formula poetica bruttina, ne convengo.
poi, devo citarti direttamente: Scrivere un romanzo non significa giocare con le parole, significa mostrare una storia. non sono d’accordo: significa anche mostrare una storia, esistono romanzi fortemente influenzati dai giochi di parole, pensa solo all’indicibile mostruosità del romanzo baol, di stefano benni (ah, geniale. ovviamente il romanzo ha una storia, ma a volte, permettimi, alcune tue prese di posizione mi paiono manichee).
sul fatto che noi lettori non riusciamo a immaginare il paesaggio posso darti ragione, ma non capisco perché ti impunti sul fatto che la prospettiva debba essere quella del bambino. ripeto: io non ho letto il libro, ma da questo incipit mi pare semplicemente che il narratore onniscente racconti quel che prova il bambino (come vedi, ti do comunque ragione sul fatto che racconta e non mostra), ma non che le sue infelici scelte lessicali non tentino di descrivere un paesaggio. io, che sono assai più rozzo e ignorante di te, il paesaggio sono riuscito ad immaginarmelo, nonostante le summenzionate brutture.

non sono neppure convinto del fatto che sia etichettabile come inforigurgito la lista di ruoli del defunto: è inforigurgito se l’autore ci vuole informare, qui è solo una lagna, (sentimentale) retorica nel senso deleterio del termine. uguale per disperato e straziante: non ha semplicemente ecceduto, pleonasticamente, ha voluto caricare l’emotività del passaggio. una bella descrizione che mostrasse il bambino sarebe stata, però, molto più efficace.

quoto la parte sui serbatoi di lacrime esauriti. sul silenzio hai ragione, una cappella mostruosa… facciamo così, d’ora in poi menziono solo dove le nostre opinioni divergono.

scrivi: Il bello è che non frega un tubo neanche al lettore del nuovo sovrano dei regni di Aesir e dell’anello di congiunzione fra occidente e oriente: questo dicesi inforigurgito, sbattuto in faccia al lettore nella maniera meno elegante possibile.
no, il meno elegante possibile é:
– pinuccia, anche se al bambino non interessa se il suo destino sia quello di diventare il nuovo sovrano dei regni di Aesir, prossimi ad unificarsi in un unico impero, essendo lui la tanto supposta reincarnazione del dio Odino di Asgard. Non gli interessa nemmeno diventare l’anello di congiunzione tra i popoli di tutto il continente occidentale con quello orientale. Nemmeno di dover accettare che il suo destino sia diventare il più potente dei monaci Rei di Zen-San, vuole semplicemente essere di nuovo accanto al suo Kalos, insomma, anche se tutta ‘sta brodaglia, smettila di travestirti da confezione gigante di callifugo per riportare la gioia infantile su quel visino consumato dalle lacrime!–

Scrivi: Brutto davvero quel “la tanto supposta reincarnazione”. brutto, ma non per il motivo da te addotto: si può supporre con maggiore o minore convinzione e l’uso “tanto supposta ipotesi” è ormai entrato nell’uso standard. certo, l’effetto in questo testo è di tante supposte e basta.

scrivi: “inveridicità” non è una parola della lingua italiana. sbagliato: è cacofonica, ma esistono vero e veridico (quantunque quest’ultimo sia ormai desueto e un po’ ridicolo), il derivato veridicità è regolare e i loro opposti invero, inveridico e inveridicità sono assolutamente accettabili. per fortuna, le parole della lingua italiana non sono solo quelle dei vocabolari (sia perché la lingua è anche un sistema di flessione di forme a partire dai lemmi dizionariali, sia perché è anche un sistema di creazione di nuove parole — creazione endogena–, sia perché i parlanti sono creativi). non perderti in queste sciocchezze: le tue critiche migliori e più produttive sono quelle sul senso e i concetti, sui contenuti.

Il bambino sospirò e cambiò leggermente posizione sul sedile, sentendo il calore della pelliccia d’orso e del berretto di montone sulla testa. Il silenzio si fece sentire nuovamente nella carrozza come una folata di vento gelido.

magari cambiare leggermente posizione ha permesso al bambino di sganciarsi dai pensieri che lo ottenebravano e lo hanno riportato nel suo contesto concreto. il silenzio lo aveva impropriamente citato prima, come tu stessa hai fatto notare.
mi permetto anche di aggiungere che la folata di vento gelido non è una metafora, ma una reale folata, che entra nella carrozza dal foro appositamente praticato.

Scrivi: “buh!” lo dici improvvisamente, non “nontroverestil’adecosi’interessantevirgolasaipuntodidomanda”.
Che è un “lupetto spartano”?
ma l’avverbio potrebbe riferirsi anche al fatto che l’atto comunicativo avviene senza preavviso, non al fatto che avviene anche velocemente altrimenti, forse, proditoriamente sarebbe stata la scelta migliore.

Scrivi: E con un bambino che ruggisce in maniera isterica, chiudo qui.
aggiungerei che, evidentemente, prima ha ruggito sottovoce o a un volume normale, visto che poi si spiega che era pronto ad urlare.

la tua critica è utile (io non comprerò né perderò tempo a leggere il libro) le tue spiegazioni sui toni, con me, inutili, perché mi piacciono le tue critiche proprio per il loro tono supponente e violento.

a presto

#56 Comment By Loreley On 18 aprile 2008 @ 15:31

Qualche commentino sparso al post di mhrrr :)

prime due righe, d’accordo su tutto, anche se, io non lo so, ma è possibile che gemme cerulee, cielo terso e zaffiri abbiano tonalità leggermente diverse

Anche io penso che abbiano tonalità diverse, ma non è quello il problema. Secondo è spaventoso che un lettore si debba prima raffigurare il colore delle gemme cerulee, poi quello del cielo terso e infine quello dei zaffiri per immaginarsi non il colore di un complicato artefatto di qualche natura, ma quello di un paio d’occhi. Non so, ma non mi sembra un’informazione di così vitale importanza. Non dico che doveva bollare la cosa con “aveva gli occhi azzurri”, ma almeno un pizzico di semplicità e immediatezza…

Scrivere un romanzo non significa giocare con le parole, significa mostrare una storia. non sono d’accordo

Uhm, penso che gamberetta abbia voluto riferirsi a un gioco con le parole fine a se stesso, che non apporta di per sé nulla alla storia e alla caratterizzazioni dei personaggi. Uno scrittore deve sapere giocare con le parole, ma bene, ossia con un minimo di cognizione di causa.

mi permetto anche di aggiungere che la folata di vento gelido non è una metafora, ma una reale folata, che entra nella carrozza dal foro appositamente praticato.

Ma in quel caso mi pare che voleva essere una metafora, per il modo in cui è stata messa:

Il silenzio si fece sentire nuovamente nella carrozza come una folata di vento gelido.

Se il vento gelido voleva essere un vento gelido (:D) avrebbe potuto mettere: “Il silenzio si fece sentire nuovamente nella carrozza, mentre una folata di vento gelido faceva irruzione nell’abitacolo” ecc. o qualcosa del genere (frase assolutamente d’esempio). Invece con quel “come” quasi sicuramente l’autore voleva introdurre una metafora. Ma può darsi che mi sbaglio.

Scrivi: E con un bambino che ruggisce in maniera isterica, chiudo qui.
aggiungerei che, evidentemente, prima ha ruggito sottovoce o a un volume normale, visto che poi si spiega che era pronto ad urlare.

Anche qui il problema non penso sia il significato di “ruggire” e “isterico” in sé, quanto al fatto che è brutto. Il ruggire è un verso specifico, tipico del leone (appunto) e mal ce lo vedo applicato al tono sorpreso e spaventato di un bambino. Se mi raffiguro un bambino che ruggisce mi immagino una mostruosità, insomma :D
Per il resto sono d’accordo con le tue osservazioni ;)

#57 Comment By Gamberetta On 18 aprile 2008 @ 15:31

@D. Sì, scusa, ho commentato senza in effetti aver letto il capitolo da te indicato. Purtroppo non ho il libro di Walsh in casa, e in rete ho trovato solo il testo di “38 most common fiction writing mistakes (and how to avoid them)” e mi rendo conto che ci sono 40 errori che mancano. Perciò, se vuoi dirmi tu quel che racconta il capitolo in questione. Grazie.

@mhrrr.

si trattarebbe di uno studente di lettere di 28 anni. un po’ fuori corso o le fonti hanno sbagliato?

In effetti al sito dell’editore parla di “iscritto alla facoltà di lettere”, spero per lui che dopo la tirata sulla sacralità degli studi universitari non sia davvero, quanto, 5 anni fuori corso? Ma fatti suoi.

“I robusti e infaticabili frisoni”: la pagina di Wikipedia parla di “cavallo robusto, possente e infaticabile, usato anche come cavallo da guerra”, dunque gli aggettivi sono di troppo.
Ma mettiamo fosse “robusti e infaticabili cavalli”. A che pro quei due aggettivi? A cosa servono? Cosa c’entrano con le recriminazioni e i lamenti di Odino? Ci frega qualcosa che i cavalli che trainano la carrozza siano robusti e infaticabili?
Io qui ci vedo solo la tendenza dello scrittore alle prime armi di appiccicare a ogni nome uno o più aggettivi, senza ragionare su quali particolari debbano essere specificati e quali non abbiano importanza.
Inoltre il fatto che sia raccontato stona. Se vuoi dire che i cavalli sono infaticabili, puoi, non so, mostrare che Odino si affaccia e nota come i cavalli stessi continuino a correre, come hanno fatto per tutta la notte, senza soste, o qualcosa del genere.
Mi ricollego anche al punto di vista: da come la vedo io, una scena di questo genere, con Odino che rimpiange il tizio morto, richiede il punto di vista di Odino. Renderebbe il lettore molto più partecipe. Il signor Rocca ha scelto invece un punto di vista onnisciente, e l’ha scelto per dirci che i frisoni sono instancabili? Da questo sospetto che non abbia scelto un bel niente, abbia solo scritto così come gli pareva, senza meditare prima quale sarebbe stato l’effetto sul lettore.

Inforigurgito: è più grave quando il narratore lo spiattella lui direttamente, piuttosto che un dialogo. Certo possono venir fuori dialoghi ridicoli, ma in generale è meglio un dialogo po’ forzato che non un’“interruzione delle trasmissioni” per avere un resoconto da parte del narratore.

Sui giochi di parole. L’idea dietro lo scrivere narrativa di genere (che non è tutta la narrativa, c’è per esempio quella che gli inglesi chiamano literary fiction che è proprio il tipo di narrativa che predilige la forma sulla sostanza) è quella di raccontare storie. Questo implica un uso utilitaristico del linguaggio, il linguaggio è un mezzo per ficcare la vicenda nella testa del lettore. I giochi di parole raggiungono questo scopo? No. Anche quando sono eseguiti con maestria, attraggono l’attenzione su loro stessi e non sulla storia.
Questo a livello teorico (per carità puoi dissentire, non è vangelo, è solo un’opinione, sebbene condivisa da una buona fetta degli scrittori di genere). Poi c’è il livello pratico. Per fare i “poeti in prosa” bisogna essere bravi. Molto. Non c’è tanta gente che ha il talento adeguato (e come detto prima, anche avendo tale talento, non è automatico che sia un vantaggio se il tuo scopo è scrivere un fantasy).
Perciò in generale è meglio non avventurarsi in virtuosismi strani senza buone ragioni, specie se sei al livello di avere problemi con la parola “prato”.

#58 Comment By Loreley On 18 aprile 2008 @ 16:06

@Gamberetta. E’ anche vero che l’oscenità del “prato erboso” può essere stata una semplice distrazione, forse non direttamente collegata a una vera e propria carenza linguistica. Errori di questo tipo, che tu giustamente hai elencato, mi sembrano dovuti all’uso eccessivo e indiscriminato di parolone e metafore “colte” giusto per impressionare il lettore, senza preoccuparsi della loro efficacia narrativa.
Quello che mi viene da chiedere, quindi, è se l’autore abbia mai riletto a mente fredda e lucida ciò che ha scritto. O se l’abbia mai letto qualcuno prima della stampa. Se è vero, poi, che numerosi esponenti dell’ambiente universitario hanno preso in considerazione il suo romanzo, è piuttosto strano che non gli abbiano fatto notare i prati sono erbosi per loro stessa natura. Mistero.

#59 Comment By Loreley On 18 aprile 2008 @ 16:21

Scusate, per “errori di questo tipo” intendevo quegli errori che ritengo vadano sotto alla categoria errori di distrazione. Questo era per dire che le proprietà linguistiche di base all’autore non scarseggiano, se solo riuscisse a farne buon uso e si armasse di umiltà e autocritica (qualità delle quali non ha dato grande prova fin’ora).

#60 Comment By DeFa On 18 aprile 2008 @ 16:35

“Lo stridio del cocchio”? Perché il cocchio stride?

A occhio e croce direi di sì. Se “le ruote cigolano”, e “il legno scricchiola”, diventa quasi automatico che una carrozza possa stridere. Personalmente non sono mai stato in carrozza, cmq.

In compenso, pleonasmo a parte, il fatto che non siano prati erbosi ma erbosi prati acuisce un po’ il senso generale di eccessiva ricercatezza.

#61 Comment By estraneo On 18 aprile 2008 @ 16:43

per tutti:

Ragazzi, fate i bravi… toni più moderati e pacati. Vi prego.
Buon fine settimana a tutti da chi si è limitato a dare una spulciata al sito… ciao !

#62 Comment By AryaSnow On 18 aprile 2008 @ 16:48

Mi è piaciuto questo articolo, come al solito. Al di là del concordare o meno, il modo di scrivere di gamberetta mi coinvolge ed intrattiene.

A me sembra che buona parte delle critiche rivolte al testo siano costruttive e sensate. Su qualcuna non concordo nemmeno io, ma nel complesso anche a me ha dato l’impressione di un testo scritto male. Non mi esprimo sul libro in sè perchè non l’ho letto (magari potrebbe rivelarmi dei contenuti che me lo farebbero apprezzare, chi lo sa…). La frase iniziale degli occhi ad esempio l’ho trovata fastidiosissima, così come la ripetizione continua del fatto che il tizio morto era “maestro, fratello, amico ecc ecc”.

Sinceramente quello che interessa a me è sentire repliche logiche, specifiche e concrete ai contenuti dell’articolo. Il ribattere semplicemente “Io ho 1000 lauree e quindi ho ragione, voi siete ignoranti e non avete il diritto di parlare così, solo i professori universitari possono criticarmi” è una risposta che, al di là dell’antipatia, mi dice ben poco. Mi sembra un intellettualismo e accademismo piuttosto vuoto. Se uno vuole davvero mostrare quanto lui è intelligente e quanto sono stupidi gli avversari, dovrebbe rispondere alle critiche nello specifico, non limitarsi a sfoggiare i propri studi, tentando di intimidire gli interlocutori senza entrare veramente nel discorso.

#63 Comment By Mr. Lunastorta On 18 aprile 2008 @ 18:22

@mitoancess

Oh sommo poeta, oh maestro, non immagini quale dolore provi nel vedere un tale ingegno costretto ad aggirarsi in un simile porcile. Noi altri passiamo il tempo a grufolare, come si può chiedere ad un porco cos’è l’arte? Tu che ti aggiri nell’Olimpo dei poeti, che dialoghi quotidianamente con Omero, Virgilio, Dante e altre menti eccelse, calunniato da una simile masnada di villici ignoranti? Che Dio ce ne scampi!

Comunque sia, voglio grufolare un po’ anch’io:

1) forse è meglio che scendi dal piedistallo che ti sei auto-costruito e impari l’umiltà: sei un pavone (per una tale offesa io mi auto-denuncerei per calunnia) e sei pure un po’ ridicolo (per non dire patetico); dall’alto delle mie dodici lauree in psicologia, posso affermare che dalle tue risposte mostri un ego di proporzioni bibliche e una forma aggravata di delirio di onnipotenza, che ti rende sordo e cieco a qualunque critica esterna (qui ci sta una denuncia per vilipendio e diffamazione);

2) se vuoi vendere le tue opere e avere un pubblico forse è meglio che ascolti i gusti di quel pubblico. Se i tuoi lettori ti dicono che quello che scrivi è illeggibile una, cento, mille volte… possono sbagliarsi, certo, ma magari sbagli tu! Se invece vuoi scrivere per il tuo personale auto-compiacimento, se vuoi considerare tutto il resto del mondo pecore belanti con il cervello di un criceto, fai pure: nessuno leggerà i tuoi libri;

3) baci e abbracci, è sempre divertente avere a che fare con certi casi umani!

#64 Comment By estraneo On 18 aprile 2008 @ 18:37

per tutti:

Per fortuna che avevo scritto poco fa “Ragazzi, fate i bravi… toni più moderati e pacati. Vi prego.”
Per raffreddare l’atmosfera vi mando questo messaggio, che non ha nulla a che fare con il fantasy, ma me l’hanno inviato e mi ha fatto ridere. Spero possa divertire anche voi (anche se è una stupidata)…
E davvero, meno accanimento…
Ciao a tutti…

“Quando il tuo lavoro ti rompe, e sei sull’orlo della depressione, e niente va come vorresti , fai così:
uscendo dall’ufficio, fermati in una farmacia e compra un termometro
rettale johnson and johnson’ (solo questa marca).
Aprilo e leggi le istruzioni.
Troverai questa frase da qualche parte: ogni termometro rettale ‘johnson and johnson’ è stato personalmente provato nella nostra fabbrica.

Ora chiudi gli occhi e ripeti ad alta voce per 5 volte:
‘sono felice di non lavorare nel reparto controllo di qualità da Johnson and Johnson’ !!!! Ancora saluti a tutti …

#65 Comment By Mauro On 18 aprile 2008 @ 18:59

Ciao! Leggo da un po’ il tuo blog e solitamente mi trovo d’accordo. In particolare riguardo agli autori italiani di (contro) cui hai scritto.
Credo che piacerebbe a tutti diventare grandi autori di best seller, ma forse non bastano università e dottorato (parlo per esperienza personale, li ho…) per essere maestri romanzieri.
Avrei una proposta personale per gli editori: mettere un avvertimento in copertina se il romanzo contiene più di 5 aggettivi qualificativi anteposti ai nomi! Tipo “adult content” ma più utile a mio avviso. Quante volte ti capita di aspettare i lenti treni sotto la bagnata pioggia? Mi danno i brividi e non capisco come un editor in possesso anche solo della licenza elementare possa ritenerli poetici e non diuretici.
Continua così, fai un lavoro sporco, ma qualcuno deve pur farlo.
Mauro

#66 Comment By D. On 18 aprile 2008 @ 19:41

@Gamberetta: 78 Ragioni per cui il vostro libro non sarà mai pubblicato. Un manualetto che costa solo 9 euro, lo ha scritto un editore elencando i motivi per cui la sua casa editrice rifiuta i libri.
Non posso ricopiare aui un intero capitolo, speravo lo leggessi e capissi l’ironia della mia frase … comunque in quel capitolo fa una critica ad aspiranti scrittori con troppo “stile” ;)
Te lo consiglio :D è un libro divertentissimo e molto interessante.

#67 Comment By Thermophilus On 18 aprile 2008 @ 21:25

Erano anni che non leggevo un flame così coinvolgenete. Grazie.
Mi concedo anch’io qualche considerazione.

Trovo detestabile che mitoancess scada in insulti gratuiti senza entrare nel merito delle critiche (siano esse giuste o non giuste).

Mi sento di condividere le critiche di Gamberetta. Questo libro soffre di una patalogia assai diffusa nei romanzi italiani (così ben descritta da Gamberetta). Consiglieri a mitoancess di leggere qualche romanzo di Pennac per capire come le metafore possano essere originali ed evocatice. Spero che tu non voglia diffidare anche me se dico che le tue figure retoriche sono veramente … banali. Se non riesci ad essere originale lascia stare gli orpelli, datti ad una scrittura lineare che catapulta il lettore nella trama. A tal proposito cito il romanzo che sto leggendo “Kafka sulla spiaggia”. Per capire quello che Gamberetta vuole comunicarti ti consilgio di leggerlo.

Ciao

#68 Comment By Carlo On 19 aprile 2008 @ 00:49

Quoto Loreley. Quoto Gamberetta. E quoto pure AryaSnow! :-)

#69 Comment By Claudio On 19 aprile 2008 @ 01:37

Illuminazione alcoolica dell’1 e 30 di notte, ma se non lo chiedo non ci dormo :)
Visto che più di una volta mi sono interrogato sull’identità della nostra Giustiziera degli Scribacchini, la butto lì: non è che Gamberetta, che si chiama Chiara, ha 17 anni e scrive fantasy, per caso di cognome fa Strazzulla e pubblicherà a Maggio con Einaudi “Gli Eroi del Crepuscolo”?
Mi aspetto una veemente negazione, vista la cura con cui i Gamberi celano a noi mortali la loro identità, ma le coincidenze restano… in caso contrario, me ne scuso con le due interessate :)
Un saluto assonnato a tutti i frequentatori del blog, e buonanotte.

#70 Comment By Claudio 2 On 19 aprile 2008 @ 02:10

non è che Gamberetta, che si chiama Chiara, ha 17 anni e scrive fantasy, per caso di cognome fa Strazzulla e pubblicherà a Maggio con Einaudi “Gli Eroi del Crepuscolo”?

Capisco l’alcool ma in base a cosa affermi una cosa del genere?

#71 Comment By Claudio On 19 aprile 2008 @ 11:00

Nulla, solo le tre coincidenze che ho scritto prima:
1) età dichiarata
2) nome di battesimo
3) interesse verso la scrittura fantasy
aggiungo:
4) uso dell’ironia, sia nell’unico racconto di Strazzulla che gira sul web, sia in quelli di Gamberetta
Ma l’alcool stamattina è già evaporato, quindi mi rendo conto che si è trattato più che altro di uno sparo nel buio :)

#72 Comment By D. On 19 aprile 2008 @ 12:49

mitoancess scrive:
A proposito, anche Hitler era un buon correttore di bozze!

… Ah! Beh! è prerogativa di ogni persona malvagia essere un buon correttore di bozze senza dubbio.
Scusate l’ignoranza, qualcuno mi spiega il senso di quell’affermazione?

#73 Comment By Gamberetta On 19 aprile 2008 @ 14:00

@D. Non ho la più pallida idea di cosa volesse dire mitoancess, e non credo si saprà mai visto che l’interessato se n’è andato (per fortuna).

@Claudio. No, non so io, mi spiace. In realtà non so se mi spiace, lo saprò quando avrò letto il romanzo della mia omonima. Ciao.

#74 Comment By Loreley On 19 aprile 2008 @ 14:47

Ma credo che volesse paragonare Hitler a Gamberetta, anche lei “correttrice di bozze” (?). Che Hitler fosse stato un correttore di bozze non lo sapevo (non che mi interessasse). Non ho ripescato la frase nel suo contesto, quindi posso sbagliarmi, ma sono abbastanza sicura che non c’entri un fico secco comunque.

#75 Comment By Angra On 19 aprile 2008 @ 15:57

A mitoancess le bozze deve averle corrette Mr. Magoo ^_^

#76 Comment By Koko On 19 aprile 2008 @ 22:21

Sono scandalizzata.
Le prime righe di quel libro mi hanno orripilato, tanto quanto i post dell’autore (che presentano anche diversi errori grammaticali)
Non aggiungo altro per adesso.
Grazie gamberetta, mi hai salvato da un libro che non avrei mai comprato in ogni caso.

#77 Comment By Lo Sparviero On 20 aprile 2008 @ 11:52

Guarda, mito, con Repubblica c’è come inserto un corso di scrittura: compralo.

#78 Comment By Aletheia Loki On 20 aprile 2008 @ 17:04

Ohh, che carino… putacaso il simpatico autore è un lottiano? Il linguaggio aulico… la parola “smeraldino”… il bambino che pensa come un quarantenne arrabbiato (anche se nel monologo “Oh, Kalos!” mi è subito venuto in mente Jean-Claude di Sensualità a Corte)… non so, mi ricorda un po’ quel grazioso posticino in cui trascorsi svariate ore della mia adolescenza online. u_ù Per non parlare poi della sua estrema gentilezza, pacatezza e cortesia, che mi hanno proprio incantata!
Ma capite, è colpa nostra. Che ne capiamo noi di libri, siamo solo lettori di fantasy! Non abbiamo i mezzi per capire un libro di fantasy, santo cielo! Dovremmo vergognarci. Come possiamo osare criticare un libro di fantasy, noi che non abbiamo nemmanco uno straccio di laurea? Santo cielo, come ho osato pensare che fosse scritto in maniera insopportabile?! Non sono nemmeno laureata!!! Leggo fantasy solo da quindici anni!!! Corro a espiare inginocchiandomi sui ceci e fustigandomi con tutto il ciclo di George Martin.

P.S.: A parte la mia fastidiosa vena polemica, signor Sergio… io pensavo che si scrivesse per i lettori. Da quando si scrive solo per i professori universitari? Che poi, per carità, sono scelte personali. Magari domani provo a scrivere un romanzo per soli macellai. Chiedo giusto così, per sapere.
P.P.S.: Gamberetta, rispetto molto la tua intelligenza, ma prendendo i libri che recensisci così sul personale rischi di perdere credibilità, il che mi spiace perché su molte cose hai pienamente ragione. Non voglio sembrare saccente (anche perché ho a mia volta questo problema, nonostante abbia diversi anni più di te u_ù), lo dico proprio perché mi sembri una gran persona ed è un peccato che, arrabbiandoti o infervorandoti, tu ti esponga di più ad eventuali attacchi.

Oh, già che ci sono! Da parte del mio ragazzo, che comunque condivide in buona parte le tue recensioni, c’è stata una critica su come hai trattato l’argomento Tolkien. Dice che forse dovresti essere meno assoluta nei tuoi pareri, alcune volte, e che ci sono argomenti (NON questo libro, per carità) che necessitano di visioni bilaterali più che di un attacco diretto.
Chiedo venia per questo off-topic e tanti cari saluti a tutti!

#79 Comment By alice On 20 aprile 2008 @ 18:39

Non c’è peggior scrittore che non sappia ascoltare le critiche dei lettori, soprattutto se costruttivi.
Senza leggere il post di Gamberetta ho trovato quelle tre pagine orribili (senza offendere, visto che il nostro \”scrittore\” mi sembra un po\’ permaloso). Non so nemmeno come abbia fatto Gamberetta a leggere tre pagine intere… io volevo smettere appena ho letto degli occhi del bambino!
Sì, è vero, non ho una laurea (e nemmeno il diploma… tra non molto sì), ma mi sento abbastanza intelligente da commentare una spazzatura di tali dimensioni come questo brano. Solo un insieme di parole altisonanti che non dicono nulla…
I pensieri del bambino? Sono scoppiata a ridere non appena li ho letti :)

Cmq caro signor Rocca, deve sapere che una volta pubblicato e distribuito nelle librerie il suo “libro”, tutti (ma proprio tutti, anche un povero macellaio) possono esprimere a riguardo un giudizio (negativo). Se lei non è disposto ad ascoltarli allora avrebbe fatto bene a tenerselo nel cassetto, evitando così di far abbattere centinaia di alberi per la sua pubblicazione (ke spreco!!).
Se crede che gli unici a poterlo commentare siano i suoi rofessori avrebbe dovuto pubblicarne solo una ventina di copie e distribuirle a loro.

Comunque io non la chiamerei nemmeno “scrittore”. Non solo per come scrivere (horror!!), ma anche per come tratta i suoi lettori, che siano o no fan del suo libro.
Dovrebbe averne più rispetto, dato che sarà grazie a loro verrà se un suo libro verrà ancora pubblicato.
Spero che tra alcuni anni il suo stile migliori, ma ne dubito (con quell’atteggiamento da saccente non migliorerà nemmeno di una virgola). Addio e cambi mestiere.

@Gamberetta: questa è¨ la recensione de “gli eroi del crepuscolo”.

“Il Signore delle Tenebre ha rapito la figlia del Re degli Eterni e a Dardamen la guerra è alle porte. Il giovane Lyannen, mezzomortale innamorato della principessa, si offre di partire con un gruppo di fedeli amici per salvarla. Slyman non ha mai visto Dardamen, è cresciuto lontano da tutto e tutti, non sa da dove viene né di chi è figlio, non sa nemmeno chi è. Ma si unirà a Lyannen e gli altri per salvare il Regno. Una missione costellata di avventure mozzafiato, tra fate, amazzoni, ka-da-lun e pixies, paludi e nebbie, profezie e segreti rivelati.”

Banale e rivisto migliaia di volte. Mi piace come scrivi le tue recensioni e credo che tu sia anche originale.
Spero (e prego) soltanto che tu non ne sia l’autrice…
Mi cadrebbe un mito (non ancess, quello è caduto parecchio tempo fa, ah ah ah ah)

#80 Comment By Gamberetta On 20 aprile 2008 @ 19:44

@alice. Non sono io quella Chiara, e in effetti la trama del romanzo della mia omonima non sembra molto interessante. Però chissà, prima di qualunque giudizio voglio almeno leggerne qualche pagina, non appena sarà pubblicato.

@Aletheia Loki. Riguardo l’accanimento personale in questo caso hai ragione. La verità è che non avevo nessuna intenzione di occuparmi de Le Chiavi del Fato, è stato l’autore stesso con i suoi interventi offensivi e arroganti a farmi arrabbiare e a spingermi a parlare del suo romanzo.
Non ho problemi con volgarità e arroganza, ma se vuoi essere volgare e arrogante, almeno scrivi qualcosa di decente!

#81 Comment By Mari On 20 aprile 2008 @ 22:46

Seguo questo blog da un bel po’ e, se non avessi avuto un ulteriore esame (per l’università, signor Rocca, per l’università. Mi sto specializzando in filologia moderna), avrei risposto molto prima. Aggiungo che non mi è parso di incontrare questi “grandi luminari” di cui lei parla nel mio percorso universitario. Sarò sfortunata o magari il livello dei docenti si è abbassato negli ultimi 40 anni? Eh già, perché c’è chi dice che il ’68 sia servito proprio per eliminare dalle università il baronaggio (che, tra parentesi, è tornato in forze)?

Comunque, visto che l’autore di Ancess ripete e ribadisce di scrivere per soli laureati e luminari dell’arte, della letteratura e della storia (caspita!) mi sento chiamata in causa. Io sono laureata in lettere. Rientro dunque, seppur parzialmente, in questa famigerata elite di menti superiori; le uniche al mondo in grado di comprendere il reale valore del suo libro, signor Rocca.
Bene, le dirò: ho letto le pagine di Ancess che Gamberetta ha postato, e i pensieri che mi sono passati per la mente sono gli stessi che ho potuto leggere poco dopo nella recensione di Gamberetta.
Quindi, come la mettiamo? A quale “cerchia” appartengo? Me lo dica, la prego. Il fatto che io non apprezzi il suo lavoro mi squalifica come laureata? Straccio la pergamena?
Mah. Più che la bruttezza delle pagine del suo libro, mi sconvolgono le sue considerazioni sui lettori e in generali sul mondo letterario. Non mi dilungherò oltre sull’importanza di rispettare e soprattutto tenere in alta considerazione l’opinione dei lettori: il concetto è già stato espresso molte volte da altri. Mi auguro, tuttavia, che lei, signor Rocca, possa al più presto fare la conoscenza di uno dei migliori amici degli scrittori: il Senso Critico. E se poi le riuscisse di fare amicizia anche con la signora Educazione, sarebbe meglio.

Voglio poi approfittarne per fare i complimenti a Gamberetta: scrivi in maniera davvero ottima ed è un piacere leggere le tue recensioni. Certo, a volte ritengo un po’ “estreme” le tue considerazioni, ma io stessa sono molto, molto critica con le opere che leggo … Primi tra tutti i libri della Troisi … Prima di esorcizzare il mio disprezzo leggendo le tue recensioni, mi sfogavo con il mio ragazzo (ne approfitto per pregarti di recensire almeno il primo volume della trilogia delle Guerre).
A ogni modo, Gamberetta, credo che saresti un editor fantastico! Se mai pubblicheranno uno dei libri che progetto e scribacchio, vorrei davvero una tua recensione (anche se comunque ne avrei il terrore!)
Ok, penso di aver detto tutto.
A risentirci ^_^

#82 Comment By avvocatospadaccino On 21 aprile 2008 @ 00:17

ragazzi, non avete capito nulla, siete vittima di un malinteso. Rocca ha solo sbagliato genere. Come comico è bravissimo, sto ancora ridendo… i professori universitari che sarebbero tra le più alte menti italiane, ih ih,… il suo libro che diventa testo di narrativa per le scuole… no, ti prego, dosa le battute, una alla volta, così sono sprecate. E la classica ciliegina sulla torta, che fa tanto italiano: ti denuncio sai, anzi no, non ti denuncio perchè sono buono. Rocca a Zelig, ragazzi, non sto scherzando. Sono perfino d’accordo con Angra, Rocca, ma ti rendi conto che cosa hai fatto? Aspetto, metto la musichetta degli 883 (solo trovassi il tape…): sei un mito per noi, sei un mito!
Che me ne faccio della Troisi quando abbiamo Rocca! Ed è una nostra creazione. Valorizziamolo.
Gamby, ho un solo dubbio, non è che l’hai creato tu come quell’altra storia del peggior libro del mondo che ci hai offerto in traduzione?
preso per fesso una volta, non mi freghi più!

#83 Comment By Clio On 21 aprile 2008 @ 00:44

Per mitoancess:
Scusa il ritardo, ah! Non capisco perchè continui a dire che ti stiamo dando addosso sensa prove. leggiti la recensione, sono lì le prove, citate dal libro. E’ scritto in modo pretenzioso, arrogante, ma soprattutto è scritto male! I Professori possono dirne tutto quello che vogliono, io con l’epica (in poesia e non, ma guarda un po’) ci sono sopravvissuta da quando mi hanno strappata dalla già citata tomba di Eyvindr figlio di Oblaudr, e se volevi avere un tono sostenuto e antico, non ci riesci, e basta. Poi magari il significato è buono, ma il significante è inaccettabile.
Un registro alto non è un registro pomposo.
Inoltre un bambino è un bambino. Se non vuoi abbassare il tono per riportare i suoi pensieri, esiste il discorso indiretto, così senza cambiar registro lasci al personaggio la sua genuina natura di bambino.
Ah, perchè sono così vicina all’influenza pagana con solo un alone cristiano? Perchè io sono pagana, di eredità cristiana XD Non vado certo a vestirmi di colori pastello e ballare nei boschi seguendo reinventati riti druidici, nè mi genufletto al possente Tengri ogni mattina all’alba o cose simili, semplicemente io ho un profondo rispetto per le religioni, a prescindere dalla fede che ho, e quando leggo qualcuno che le tratta con leggerezza, che manipola il mito considerandolo una favola, allora metto il libro al riciclaggio, perchè quello è il suo posto e solo così potrà essere utile a qualcosa.
Forse non è il tuo caso, non ho letto il tuo libro e se queste sono le premesse non lo leggerò (ma voglio sperare che dopo la reazione da “ragazzina isterica” tu riconsideri la cosa e curi una seconda edizione corretta), ma chi considera le antiche leggende favole per bambini, chi non ha rispetto del materiale con cui lavora, non può combinare niente di buono.

#84 Comment By Clio On 21 aprile 2008 @ 01:03

Ah, a chiosa, se il tuo libro ha intenti pedagogici credo che me ne terrò ben alla larga!
Prima del ’68 vigeva la meritocrazia? Oh, ma per favore! Non mi piace la scuola di oggi, ma quella precedente non era migliore. E, tesoro, non sono certo una stalinista, quindi certi pregiudizi tienteli in dispensa a stagionare, chissà che maturino, un giorno.
E queste minacce: non ti denuncio perchè sono bravo, tenetemi che l’accido! Sono ridicole, suvvia, dovresti accorgertene da solo…

#85 Comment By Tyreal On 21 aprile 2008 @ 11:14

Dalla recensione pubblicata su Literary.it (non so chi gestisca il sito, è l’unica recensione che abbia trovato):
“Da segnalare qualche caduta di stile in espressioni a volta involute, ripetizioni di sostantivi ed errate corrispondenze fra soggetti e verbi”
Curioso…

#86 Comment By avvocatospadaccino On 21 aprile 2008 @ 15:41

Rocca ha vinto amici di Maria De Filippi. Giuro che è vero. Carta è stato squalificato all’ultimo momento. E il bello è che non ha neppure partecipato. Rocca è meglio di Chuck Norris.
Fonda anche tu un club “le chiaviche del fato” nella tua città oppure, se vivi in campagna, un Rifugio Arbusto Lesbico Elfico. Quando organizziamo una bella merenda in un prato erboso?

#87 Comment By avvocatospadaccino On 21 aprile 2008 @ 15:43

clio, sei partenopea? evviva.

#88 Comment By Lo Sparviero On 21 aprile 2008 @ 18:26

Avvocatospadaccino: A questo punto, proporrei Sergio Rocca come nuovo Fantozzi.

#89 Comment By Rob On 21 aprile 2008 @ 18:35

Per avvocatospadaccino:

Ma sei normale o sei caduto dal seggiolone da piccolo ???
Cosa c’entra amici, fantozzi, Chuck Norris, Arbusto Lesbico …
Hai problemi mentali ???

#90 Comment By alice On 21 aprile 2008 @ 22:39

non capisco nemmeno io cosa c’entrino amici, fantozzi e compagnia bella…
sarà per sminuire un autore già di bassissimo livello

#91 Comment By avvocatospadaccino On 22 aprile 2008 @ 02:06

Manifesto solo la mia stima per un comico. Involontario o meno, presuntuoso o meno, se uno fa ridere fa ridere.
In realtà speravo di attirare una sua risposta, dove magari avrebbe citato gengis khan o la notte dei lunghi coltelli – sa solo un elfo cosa potrebbe delirare un Rocca – , invece purtroppo è già andato via. Ma come, abbiamo un simile fenomeno e lo spaventiamo subito?
ragazzi, ragazzi, I’m quite disappointed. La prossima volta facciamocelo durare, ok? Con la troisi siamo andati avanti un paio di mesi!

ciao sparviero! (ps: avevi in mente di citare la corazzata poteomsky o come diavolo si scrive?)

#92 Comment By avvocatospadaccino On 22 aprile 2008 @ 02:19

ah, visto che si è parlato di problemi mentali, leggete qui cosa ho trovato:

le chiavi del fato di sergio rocca
editing edizioni, collana fantasy – pag. 257 – euro 15,00

romanzo d’esordisce del giovane scrittore sergio rocca e’ nato a
seriate nel 1980 ed ora residente a bergamo, dovrebbe essere il primo
romanzo di una saga che l’autore afferma avere in mente da quasi un
decennio

capito? ci stava pensando da dieci anni!!!!!!!!!!!!!!! che pubertà triste, povero rocca… e hai impiegato dieci anni della tua vita per regalarci queste nuove barzellette di totti che prende il titolo di le chiavi del fato. si vede che… era proprio destino, ha ha.

#93 Comment By Claudio 2 On 22 aprile 2008 @ 12:55

Ciao Gamberetta,

seguo quello che scrivi da tempo e trovo il tuo stile molto accattivante.

Ho una critica da farti: penso che non tutte le persone abbiano il diritto di esprimersi. Nella mia testa appartengono a questa categoria Mitoancess, i suoi amici, dottorandi in lettere-filosofia-storia-ecc e fondatori del teatrino “Le chiavi del fato” – l’opera più analizzata nelle università del Regno, e tutte quelle persone che, incapaci di portare avanti la propria tesi in maniera costruttiva, debbano ricorrere all’insulto diretto. Sono consapevole che impedire a determinate persone di scrivere sarebbe una misura una misura estrema; non è sbagliato però permettere di dire qualsiasi cosa frulli per il cervello, in nome della libertà di espressione? Nella vita reale esistono leggi e regole; se una mattina volessi girare nudo per strada mi arresterebbero(si spera :D). Perché non dovrebbe essere così anche su un blog?

Grazie mille, ciao,
Claudio

#94 Comment By Gamberetta On 22 aprile 2008 @ 13:51

@Claudio 2. Non sono d’accordo. Per me il discorso va ribaltato: se un blog può tirare avanti senza regole o quasi, perché non può essere possibile anche nella vita reale? Perché ti dovrebbero arrestare se vai in giro nudo? In fondo non fai male a nessuno, perciò non è che dovrei mettere più regole sul blog, è la vita reale che dovrebbe essere sempre più libera.
Questo come filosofia generale. Poi c’è l’atto pratico. Per “censurare” ho due possibilità: mettere la moderazione ai commenti, o cancellare/editare i commenti dopo che sono stati postati.
Prima soluzione, moderazione: rallenta la discussione (perché se sono fuori, o sto dormendo possono passare ore prima che approvi) ed è un lavoro in più (perché adesso come adesso posso ignorare quel che dice mitoancess, se ci fosse moderazione dovrei leggere tutto). Vale la pena? Secondo me no.
Seconda soluzione, censurare dopo: è sempre un lavoro in più e inoltre crea situazione che possono rendere la discussione non più leggibile (tipo cancello un commento dopo che tre persone l’hanno già citato: che faccio, cancello anche le citazioni? Si rischia di avere commenti che si riferiscono al vuoto, senza senso). Anche qui non credo che valga la pena.

So benissimo che mitoancess continua a scrivere boiate (forse anche apposta) solo per cercare un po’ di pubblicità, pazienza, penso che sia comunque il male minore, se non altro da un punto di vista strettamente pratico.

#95 Comment By Lo Sparviero On 22 aprile 2008 @ 14:12

Avvocatospadaccino: Ma che poteomsky! C\’è solo una cosa che posso dire ora come ora: SERGIO ROCCA FOR PRESIDENT!

#96 Comment By Marte On 22 aprile 2008 @ 14:25

ciao gamby :D

OT: voglio la recensione di un libro che ti piaceeeeee!! :D (senza ironia, sono proprio curioso.. )

#97 Comment By Rob On 22 aprile 2008 @ 14:31

Per Claudio 2:

“penso che non tutte le persone abbiano il diritto di esprimersi.”

Ma sei impazzito ??? Dove siamo, in una dittatura ??? Io dico ciò che penso e mi esprimo quanto voglio, se non ti sta bene peggio per te. Io non vengo a toglierti la parola se dici scemenze: ne prendo atto e faccio le mie considerazioni. Se tu pensi di far tacere tutti coloro che hanno opinioni diverse dalla tua forse hai sbagliato secolo !!

#98 Comment By avvocatospadaccino On 22 aprile 2008 @ 15:35

Sparviero:
Sergio Rocca ha il mio voto. Stefania Rocca la mia attenzione. Il Maresciallo Rocca un mio calcio in culo. La Rocchetta… boh, affanculo la rocchetta.

Claudio2: ti consiglio la lettura di Comma22. Lì si legge com’è possibile girare nudi senza violare alcun regolamento militare.

#99 Comment By Lo Sparviero On 22 aprile 2008 @ 16:46

Avvocatospadaccino: Bene, sono contento che sosterrai il partito del signor Rocca: Partito Chiavi del Fato(PCF). Il nostro slogan è sempre lo stesso: meglio un prato erboso, che uno normale.

Claudio2: Davvero girando nudi si viene arrestati?! Strano, io lo faccio sempre e devo dire che è molto salutare, quindi, ti consiglio di farlo, ogni tanto.

#100 Comment By alice On 22 aprile 2008 @ 17:40

Marte scrive:
ciao gamby :D

OT: voglio la recensione di un libro che ti piaceeeeee!! :D (senza ironia, sono proprio curioso.. )

Quoto!! Ma è molto più facile parlare di un libro che si odia, piuttosto di uno che si ama… sì, voglio leggere anch’io la recensione di un libro che piace alla nostra gamberetta!!

#101 Comment By …IO…. On 22 aprile 2008 @ 23:34

vabbè che questo sito è nato apposta per…
ed esprimersi è lecito
ma cazzo che pigne nel culo siete….

siete forse un pò più voi che vi esaltate di NON aver letto Moccia Federiggo il Terronnazzo che scrive due puttanate e fa miliari di soldi dove ci si pulisce il culo dopo aver cacato ….

Magari siete i primi ad averlo letto… e magari c’avete pianto pure sopra.
E vi spacciate per Intellettuali Acculturati…
Solo perchè avete letto due fantasy buoni in croce…

Sono d’accordo che per criticare bisogna conoscere
E nulla a togliere a quelli che , come voi, nel fantasy ci hanno trovato una passione e magari anche loro stessi…in certi frangenti,
Ma giudicare cosi ed attaccarsi a certe forme , soprattutto nel MODO di scivere… Un romanzo non è una poesia cazzo, non è una riflessione…scritta di botto…… per impressionare li su carta degli stati d’animo .Un romanzo è un racconto…che deve arrivare al cuore della gente ok… arricchirla si,…ma un romanzo deve essere ROMANZATO xD
raccontato..spiegato… e a me sembra che il lbro ci riesca bene.

A mio parere il modo di scirvere si può anche correggere,poi
Uno mano a mano che pubblica può capire cosa non arriva e cosa arriva alla gente dei suoi romanzi, racconti
E non si può pretendere da un libro d’esordio.A mio parere.

Mettetevi voi li domani, a scrivere un libor dove mescolate tante conoscenze diverse..
Potrebbe uscire UNO SCHIFO IMMONDO anche il vostro… Non solo quello di neo scrittori come Sergio Rocca et simila

Su ragazzi parlate di umiltà a Sergio Rocca ma Voi… non siete da meno.
Piu che altro il modo in cui criticate ragazzi,…. mamma mia… che pelle da gallina…

Sergio Non è TolKien…
Non è tutti quei fronzoli che vi siete fatti in testa leggendo e guardando film e libri americani….

Ha lanciato un fantasy diverso, forse.
Aprite le vostre mentoline chiuse come le Chiese quando ti vuoi confessare.

#102 Comment By mhrrr On 23 aprile 2008 @ 10:50

ecco, per esempio, che meravigliose metafore: pigne nel culo, pelle da gallina. mi piace, ecco il nuovo rocca (che non a caso scrive che un romanzo deve essere romanzato, non sarà proprio il nostro rocca in incognito?). comunque, i fronzoli in testa mi stanno benissimo, me li sono fatti perché prima avevo la permanente sul liscio e volevo ravvivare un po’.

quanto al fatto che poiché il blog non ha regole e funziona benissimo quindi dovremmo esportare questa sana anarchia extra-rete, la cosa mi trova d’accordo (ma, andare in giro nudi, ma siete scemi? col freddo che fa? consolatevi considerando che siete sempre nudi, sotto i vestiti), se non per alcuni dettagli:
1) questo è un blog, non un wiki, c’è un autore e ci sono dei commentatori-utenti che stanno a un più basso grado gerarchico e hanno diversi poteri. qui ci sono delle regole eccome;
2) non c’è moderazione o censura, benissimo, ma perché tu l’hai deciso, se non ci fossero regole, io dovrei poter moderare e censurare quel che voglio;
3) questo non è un luogo pubblico: veniamo in tanti, ne traiamo diletto (e, almeno io, imparo un mucchio di cose), interagiamo produttivamente ma non rappresentiamo l’esterno, soprattutto perché — mi pare che sia un sentire comune — sappiamo che il blog funziona benissimo perché è così. ma nel mondo concreto, extra-rete, ci sono dei troll veramente dannosi (perdio, viviamo in italia, il regno del male! come se a mordor qualcuno dicesse agli orchetti: vabbé, adesso basta gerarchie, basta regole, fate un po’ quel che cazzo vi pare… ti pare? assomiglierebbe al parlamento!);
4) il digitale è il digitale, il concreto è il concreto. perdonami la tautologia ma il digitale può essere riprodotto e moltiplicato a costi bassissimi, il concreto no. la meravigliosa anarchia che si respira in rete vive anche grazie al fatto che — nonostante il copyright e altra roba — ben poche risorse sono scarse e/o non copincollabili; fuori, se anche le risorse che abbiamo a disposizione fossero gestite decentemente, le cose sarebbero un po’ diverse.

con stima,

#103 Comment By °°°io°°° On 23 aprile 2008 @ 13:17

no no non sono sergio. non ti preoccupare.Sergio si firma MitoAncess e rimane loggato cosi.

Se vorrete in un futuro molto prossimo, dedicarvi alla professione di critici d’arte minchia siete già falliti.

A me sembra prendiate piu per il sedere più che recensire ed analizzare un testo

sarà il “tono” in cui scrivete ,

non stiamo èarlando di un bambino dell’asilo che deve imparare a disegnare…

o il vostro peggior nemico che ha fatto qualcosa che voi non vi sareste mai aspettati da lui , allora per invidia… grrrr… tentate di smerdicchiarlo

Per Dio, stiamo parlando di libri, stesi da altre persone, che non sono vostri amici, abbiatene rispetto.

“Ne ho lette tre pagine e l’ho trovato scritto in maniera indegna, tale da farmi perdere ogni desiderio di continuare. “

eh chi te l’ha chiesto di leggerlo per dire? per poi riportarlo sul tuo blog pseudo critica ( vorrò leggerne uno tuo, cazzo… )

boh ..vabbè allibita…

#104 Comment By mitoancess On 23 aprile 2008 @ 13:45

mhrr :

Sei affetto da paranoia? Credi che perda tempo per difendermi in questo sito inventando vari nickname e cambiando modi di scrivere?
Non sono ancora così geniale, piuttosto, come dice Federica, mi pare che quà la paglia che avete al posto della coda scotti parecchio quando le vostre menzogne vanno in fumo, no?

Senti e impara che ventata di freschezza mentale:

…io… ha scritto:-A mio parere il modo di scirvere si può anche correggere,poi
Uno mano a mano che pubblica può capire cosa non arriva e cosa arriva alla gente dei suoi romanzi, racconti
E non si può pretendere da un libro d’esordio.A mio parere.-

Quando l’intelligenza nel ragionare fa la differenza…

#105 Comment By Aletheia Loki On 23 aprile 2008 @ 14:21

@IO

Oh santo cielo. o.o
Oggi mi sento antipatica e pertanto comincio col dire che leggere cose scritte con miliardi di puntini di sospensione mi fa soffomitare (cit. Dr. Cox, Scrubs).

Ma proseguiamo con cose più importanti.
1. Che c’entra Moccia ora? O_o Ma soprattutto, che c’entra l’essere intellettuali? Spiegami che significa: se non ho una cultura da universitario non posso dire se una cosa è bella o meno? Quindi senza laurea in arte non posso dire che l’arte astratta mi fa cacare. Ne prendo atto.
2. Ma scherziamo? Il modo di scrivere è importante. Se per leggere un romanzo sono, metti caso, costretta a consultare un dizionario d’epoca perché vengono continuamente usati termini desueti, come posso apprezzarlo per bene? Ora, per carità, sono la prima a dire che in un romanzo non vorrei trovare forme dialettali ed errori grammaticali (e qui potrei aprire una parentesi su certi traduttori… ma eviterò), ma vorrei comunque che fosse scritto chiaramente ed in maniera scorrevole. Non mi pare di chiedere tanto e penso che la maggioranza dei lettori, di fantasy e non, desideri questo.
3. Il romanzo non è una poesia. Appunto. Quindi non serve usare paroloni fighissimi, va bene anche scritto con parole di uso comune. A parte che anche la poesia, oggi, si può scrivere con parole di uso comune. Quindi?
4. Il romanzo va romanzato. o_o Ok, beh… ma che c’entra? Mi è sfuggito completamente il senso di queste ultime frasi. Comunque, se intendi ciò, il romanzo fantasy non ha bisogno di realismo totale, ma ha SEMPRE bisogno di veridicità.
5. Il modo di scrivere si può correggere, ok, ma non è una giustificazione per scrivere malissimo. O.o Se scrivo un libro che fa schifo mica cerco di pubblicarlo. Cerco qualcuno che mi dica cosa va e cosa no e poi riprovo. Anzi, veramente questo si dovrebbe fare di default: trovare qualcuno e chiedere un parere spassionato.
6. Sergio non è Tolkien. Direi che non ci piove, dato che Tolkien è defunto, pace all’anima sua. E con ciò? Film e libri americani che c’entrano, poi? O_o A parte che la maggioranza dei film fantasy è terribile.

Ti posso assicurare che la mia mentolina è ben aperta e non ho nulla contro il fantasy che porta innovazione, mescola culture/mitologie o spezza i cliché. Ma non direi proprio che scrivere in maniera arzigogolata e pesate sia una piacevole innovazione… direi piuttosto che è una specie di mutazione genetica che speriamo venga eliminata tramite la selezione naturale.
(ehi, l’ho detto che oggi sono antipatica)

AGGIUNGO: difficilmente ci si sente bendisposti verso qualcuno che commenta trattando tutti come dei dementi. È naturale che poi i toni si inaspriscano, direi.

@Gamberetta

Oh, sì, su questo sono d’accordo: uno scrittore arrogante e bravo non è bello, ma uno arrogante e basta è di gran lunga peggio. u_ù

#106 Comment By Rob On 23 aprile 2008 @ 14:32

Sono pienamente d’accordo con °°°io°°° .
E’ veramente brutto vedere come in molti vi accaniate contro l’autore esordiente. Soprattutto sul piano personale (come avevo già fatto notare… fantozzi, Chuck Norris, vai a zelig e anche peggio). Lo scrittore, mi raccomando, va ridicolizzato, schiacciato, insultato etc…etc… mentre gli altri, ad esempio alcuni che hanno messo dei post quì tutte brave persone, buone, belle dentro e fuori e che propinano lezioni di modestia (da che pulpito !!). Ammesso che l’autore debba apprendere un po’ di umiltà, non credo la possa imparare da voi. Credo che siano davvero in pochi in questo sito quelli che possano permettersi di somministrargli pillole di mansuetudine.

a °°°io°°° :

“A mio parere il modo di scrivere si può anche correggere, poi
uno mano a mano che pubblica può capire cosa non arriva e cosa arriva alla gente dei suoi romanzi, racconti
E non si può pretendere da un libro d’esordio. A mio parere.
Mettetevi voi li domani, a scrivere un libro dove mescolate tante conoscenze diverse..
Potrebbe uscire UNO SCHIFO IMMONDO anche il vostro… Non solo quello di neo scrittori come Sergio Rocca et simila”

Ben detto !!

#107 Comment By …IO…. On 23 aprile 2008 @ 14:57

continui ad esprimere i TUOI pareri come un cane che gira in tondo e si morde la coda….

sei d’accordo sul fatto che appunto un libro non è poesia.
Hanno in comune il fatto che entrambi ( attraverso le parole ) donino delle immagini che pian piano si costruiscono nella mente di chi legge.

Personalmente , riesco a precepire meglio uno sguardo, un personaggi,, un ambiente, l’avvenimento stesso che sta accadendo, se ben descritto.

Lascia stare le parole ARZIGOGOLATE,che ok, possono essere conosciute dall’autore e non da tutti i lettori.

Ma sei mi hai letto poesie di Baudelaire o Poeti Maledetti vari.
Io adirittura avevo letto delle poesie di poeti anche nostri, italianissimi con parole INCOMPRENSIBILI al momento… che una volta spiegato il vocabolo stesso da me inconcepibile.. mi si compivano delle frasi bellissime che mi costruivano delle immagini in mente altrettanto belle ed espressive.

se mi concepisci scritti anche “peggiori” con vocaboli peggiori rispetto a questo
riesci a concepirmi anche UN PRATO ERBOSO, gli occhi cerulei e tutte le frasi e periodi che avete analizzato

Moccia : l’ìho messo in mezzo perchè l’ha citato Sergio.. dicendo che quelli sono i “libri – feccia” e sono d’accordo.
Intanto, però, trovamene uno che li critichino quei libri di merda
O che ne faccia delle recensioni .

Che sarà scritto semplicemente, con parole non ARZIGOGOLATE
ma è merda dal punto di vista del contenuto e della fantasia che devi usare x “inventartelo” nella testa mentre lo leggi .
E su questo non ci piove.

L’ho detto il modo di scrivere può cambiare in uno scrittore , come può cambiare il modo di comporre canzoni per un cantante e di scriverne gli arrangiamenti man mano acquista esperienza e dimistichezza.

Comunque sono contenta per lui se gli si sono presentate occasioni di ascoltare chi di fantasy se ne intende e ha potuto fare dei confronti.

Tranne le americanate però.
Che quella c’è di mezzo la traduzione che può essere anche venuta gran male.
L’autore magari ha scritto come SERGIO… occhi CERULEI
ma il traduttore può aver scritto OCCHI DI UN AZZURO CIELO tendente al verde ( vabbè non proprio cosi ahhahaha XD) ma ha usato un altra descrizione piu ” semplice” per far capire comè il colore cerulo degli occhi.
Intanto allora vaffanculo pure a Tolkien che ha scitto ochi CERULEI e non ci capisco un cazzo di quello che hai scirtto il tuo romanzo fa cagare….

Naaaah…la volta in cui ti immagini sti minkia di occhi cerulei vedi che immagini iniziano a nascere nella testa…..

#108 Comment By …IO…. On 23 aprile 2008 @ 15:16

Egli era assorto nei suoi pensieri e il suo sguardo fissava l’incantato e florido ambiente esterno

avrebbe messo GUARDAVA se con lo sguardo fisso vuole star a significare che il bambino è assorto nei suoi pensieri

uno che è assorto non guarda a casa mia, FISSA in effetti

e il fatto che ad incantato e floirido ambiente aggiunga che è ESTERNO sottolinea che è quello che sta circondando il bambino che non pone attenzione a quello che gli passa davanti mentre la carrozza va. in quanto assorto e distratto da tutto

#109 Comment By Aletheia Loki On 23 aprile 2008 @ 15:46

@IO

Sono di fretta e se mi ricordo (u_ù e non è detto) rispondo meglio dopo. Per ora dico ciò: il problema non è mica “ceruleo” in sé, santo cielo! Quello che contesto è un fiume di descrizioni alcune delle quali imprecise (la carrozza col buco, ad esempio) o inutili (gli occhi cerulei come il cielo, il prato erboso). Voglio con ciò dire che l’autore è un povero pirla? No, solo che secondo me è stato mal consigliato e che comunque s’è comportato abbastanza da cafoncello.
Ora vado, ciao. ù_ù

P.s.: Ti assicuro che per quanto ho visto, le traduzioni dall’inglese – specie negli ultimi anni – fanno uno schifo IMMENSO. O_O”

#110 Comment By Gamberetta On 23 aprile 2008 @ 15:50

@mhrrr. Volevo solo dire che per migliorare il mondo c’è bisogno di più anarchia e libertà nella vita reale, piuttosto che di regole per Internet.
Poi è vero che questo blog non è un wiki ed è “gerarchico”, ma come già detto, se altri vogliono diventare autori, ben vengano!

#111 Comment By Mr. Lunastorta On 23 aprile 2008 @ 15:56

Mi sembra assurdo criticare le risposte “aspre” quando il primo a trattare come dei pezzenti gli altri è il signor Sergio Rocca!

Le recensioni di Gamberetta saranno anche delle stroncature fatte con toni che possono far irritare chi le subisce, ma la capacità di rispondere come si deve non può che tornare utile ad un autore esordiente.

Purtroppo leggendo le risposte del signor Sergio Rocca non si può fare altro che innervosirsi e tanti saluti alla discussione civile!

Per quanto riguarda la bontà dell’opera in questione ritengo che le imperfezioni non siano opinabili. Per un autore emergente ascoltare le opinioni del pubblico è importantissimo, perchè alla fine è per il pubblico che si scrive ed è con il pubblico che bisogna confrontarsi.
Si può giustificare uno stile scadente con la scusa che sia un’opera d’esordio, ma bisogna saper accettare delle critiche sensate.

Saluti! ^^

#112 Comment By Carlo On 23 aprile 2008 @ 17:16

Per me il discorso va ribaltato: se un blog può tirare avanti senza regole o quasi, perché non può essere possibile anche nella vita reale? Perché ti dovrebbero arrestare se vai in giro nudo? In fondo non fai male a nessuno, perciò non è che dovrei mettere più regole sul blog, è la vita reale che dovrebbe essere sempre più libera.

Mi basta questo per inchinarmi alla tua saggezza, o Gamberetta!

@Rob: Dici “Ben detto!” a …IO…, quando scrive:

A mio parere il modo di scrivere si può anche correggere, poi uno mano a mano che pubblica può capire cosa non arriva e cosa arriva alla gente dei suoi romanzi, racconti.

Vorresti cortesemente spiegarmi che cosa ti ha dato l’impressione che Mitoalcess sia disposto a correggere il proprio modo di scrivere, o a cercare di capire “cosa non arriva e cosa arriva alla gente dei suoi romanzi”, se e’ cosi’ arciconvinto di essere lui un Genio Incompreso, e quelli che soffrono leggendo i suoi romanzi degli ignoranti ritardati che non capiscono un cazzo?

#113 Comment By Rob On 23 aprile 2008 @ 18:00

a Carlo:

Ciao Carlo,
innanzi tutto il mio messaggio era teso a dimostrare l’inutilità di attacchi PERSONALI all’autore ( e ho già fatto parecchi esempi).
Ognuno può fare le critiche che ritiene più opportune, considerando bene ogni sfaccettatura però. A te farebbe piacere trovarti una recensione del libro che hai scritto, magari con fatica, tempo, dedizione e quant’altro e vedere gente che afferma senza batter ciglio:

“il tuo “romanzo” è proprio come te: Ancess= un cesso.”

“Rocca ha vinto amici di Maria De Filippi. Giuro che è vero. Carta è stato squalificato all’ultimo momento. E il bello è che non ha neppure partecipato. Rocca è meglio di Chuck Norris.
Fonda anche tu un club “le chiaviche del fato” nella tua città oppure, se vivi in campagna, un Rifugio Arbusto Lesbico Elfico”

“A questo punto, proporrei Sergio Rocca come nuovo Fantozzi.”

“il partito del signor Rocca: Partito Chiaviche del Fato(PCF).”

PER NON CITARE CHI HA SCRITTO DAVVERO DI PEGGIO…

Cosa ti aspettavi che rispondesse l’autore o chiunque altro al posto suo ?? Grazie come siete gentili e ben disposti ?? E’ ovvio che mancanza di tatto nelle critiche genera mancanza di tatto nelle relative risposte…
Evitiamo poi di dare lezioni di umiltà quando, ripeto, quì sono in pochi ad essere modesti…
In pratica ho detto ciò.
Ciao. Rob

#114 Comment By …IO…. On 23 aprile 2008 @ 18:13

Rob sono d\’accordo.
Sergio non doveva giudicare voi e voi non dovevate giudicare lui cosi sul personale.
Al suo posto mi sarei offeso.
Poi boh. Vabbè.

Io non credo ( poi mi sbaglierò) che lui possa andare avanti con le fette di prosciutto sugli occhi

La gente, i suoi lettori, volente o nolente li DEVE ASCOLTARE se vuole scrivere per gli altri.
Ma è anche vero che le critiche vanno spiegate e analizzate.
Se l’autore scrive una data cosa… ti spiega anche perchè l\’ha scritta cosi o cosò..

poi puoi non essere d\’accordo.Ma se l\’autore stesso ti spiega il perchè il per come di un qualcosa che ha scritto…CAZZO ASCOLTA ANCHE TU A TUA VOLTA! POTRESTI TROVARE RISPOSTE MOLTO UTILI, SAI…

#115 Comment By …IO…. On 23 aprile 2008 @ 19:12

Il cuore di Odino era gonfio come gli occhi, colmo di una sofferenza interiore, a lungo andare fatale

O.o per me è un immagine bellissima comunque.

#116 Comment By Aletheia Loki On 23 aprile 2008 @ 19:34

@IO

Oddio, personalmente non la trovo particolarmente bella come immagine, ma questo è un gusto personale e pertanto non conta come critica. °-°

Tornando a quel che volevo dire prima (e che non ho potuto dire che dovevo staccare), il problema non è solo di linguaggio. Naturalmente non posso giudicare la trama, in due pagine è impossibile, quindi può anche darsi che la trama sia bellissima: su questo non mi pronuncio.
Posso però dirti, ad esempio, che il pensiero del bambino… cioè… è irreale… non esistono bambini che pensano così. Non è il modo di pensare di un bambino, al di là delle parole scelte. Sono la prima a dire che dare voce a personaggi bambini è molto difficile, ma proprio per questo era meglio evitare – e non lo dico per sottintendere chissà quale insulto. O_o Specifico, che qui non si sa mai. Il monologo del bambino VERAMENTE mi ha fatto pensare ai monologhi di Jean-Claude di Sensualità a Corte. >_> Che, mi concederai, non è proprio un buon inizio, se vuoi scrivere una cosa seria.
Insomma, boh. Sono due pagine e quindi posso dire quello che vedo qui. Però l’impressione fattami è quella che è. Personalmente sono dell’idea che si possono esprimere belle immagini anche con parole di uso relativamente comune, però insomma, immagino che anche questi, entro certi limiti, siano pareri…

(però continuo a pensare che “occhi cerulei come il cielo striati di zaffiro” sia come dire “occhi verde foglia come le foglie striati di smeraldo”… un po’ ridondante, se mi si concede il termine. u_u) (se il termine non mi si concede tenterò di sedurlo con più impegno) (ah-ah, come sono spiritosa) (troppe parentesi?) (ora la smetto) (ciao.)

#117 Comment By Carlo On 24 aprile 2008 @ 00:20


Il cuore di Odino era gonfio come gli occhi, colmo di una sofferenza interiore, a lungo andare fatale

O.o per me è un immagine bellissima comunque.

OK, a me pare orrenda. Orrenda “di colpo”, proprio, prima ancora di capire come mai la trovo orrenda. Poi magari posso tentare di spiegarmi razionalmente cos’e’ che mi fa reagire in questo modo – ma non e’ che abbia grandissima importanza… Comunque lo faccio, perche’ ho voglia di scrivere qualche cosa prima di fare l’ultimo sbadiglio e cacciarmi a letto.

Dunque, per prima cosa “il cuore gonfio come gli occhi“. La prima sensazione, molto forte, e’ che l’autore debba essersi sentito un genio ad avere avuto questa trovata. Dopotutto, sia gli occhi che il cuore possono essere “gonfi”: sono luoghi comuni, li conoscono tutti, giusto? E allora, toh, perche’ non unire questi due luoghi comuni e scrivere “il cuore gonfio come gli occhi”? GE-NIA-LE. Ma c’e’ una stonatura… Cosa sara’? Forse gia’ il semplice fatto che incollare insieme due banalita’ e’ un modo quasi infallibile di produrre una banalita’ al quadrato. I luoghi comuni danno gia’ un fastidio tremendo da soli – figuriamoci in cordata! In effetti potrei tollerare un “cuore gonfio di dolore”, e anche degli “occhi gonfi di pianto”, ma questo sandwich mi pare decisamente troppo. Poi forse c’e’ anche il fatto che il cuore gonfio e’ una immagine astratta – il cuore mica si gonfia veramente, quando siamo addolorati – mentre invece gli occhi quando si piange si gonfiano davvero, quindi questa e’ un’immagine tutt’altro che astratta. Cosi’ la frase “il cuore era gonfio come gli occhi” suona in effetti un po’ come “il cuore era gonfio come un pallone”, o magari “come un canotto”. E questo puo’ ottenere solo due effetti: o fa ridere, o fa proprio schifo.

Poi la frase continua con “colmo di una sofferenza interiore“. Ci troviamo dunque di fronte a “un cuore gonfio e colmo”. Qui il godimento che l’autore ha di se’ stesso raggiunge il pre-orgasmo: egli (l’autore) gode, gode sempre piu’, ma e’ chiaro che non ha ancora perduto del tutto la lucidita’ – non e’ ancora smodato, ma quasi. Un autore banale scriverebbe “un cuore gonfio di sofferenza”, e va bene, passi. Oppure scriverebbe “un cuore colmo di sofferenza”, un altro luogo comune sul “cuore”, e va bene, passi pure questo. Ma “un cuore gonfio, colmo di sofferenza” e, come se non bastasse, pure “interiore”? Mi pare chiaro che l’autore, qui, ha passato il punto di non-ritorno. Sappiamo come andra’ a finire – e siamo infatti giunti alla trionfale conclusione:

a lungo andare fatale“. Proprio cosi’, siamo arrivati all’orgasmo vero e proprio (ma badate bene: non si tratta di amore – e’ solo semplice masturbazione). L’autore ha completamente perso il controllo di se’ stesso. Io capisco che un narratore possa essere onniscente, e possa raccontarci che il cuore e’ gonfio, ed e’ gonfio perche’ e’ colmo di sofferenza, e che questa sofferenza e’ dentro (interiore). Ma che addirittura senta il bisogno di comunicarmi che questo a lungo andare e’ fatale, mi fa andare tutti i manometri fuori scala. Ci troviamo in presenza di un autore talmente onnisciente, da conoscere anche il futuro. Oppure semplicemente di un folle che ci scrive una cosa che suona piu’ o meno cosi’: “Questo bambino e’ triste. No, guarda, e’ proprio triste. Sul serio, e’ davvero tristissimo. Non so se mi sono spiegato bene: sta cosi’ male che se va avanti cosi’ per altri cinque minuti, crepa!” (o, per rimanere in sintonia con lo stile dell’autore, “crepa di crepacuore”).

In vita mia credo di non avere mai letto nulla di piu’ diabolicamente schifoso.

#118 Comment By Carlo On 24 aprile 2008 @ 00:28

Rob scrive:

Cosa ti aspettavi che rispondesse l’autore o chiunque altro al posto suo ??

Rob, tutte le frasi che hai citato… sono quelle, le risposte. L’autore aveva gia’ parlato prima, dando a tutti degli ignoranti. E ha avuto le risposte che si meritava.

#119 Comment By avvocatospadaccino On 24 aprile 2008 @ 01:31

Rocca is back. Non ci avevo sperato.
Ma come potete aver interpretato le mie frasi come attacchi personali al mio scrittore preferito? Maliziosi!
Adesso abbiamo anche scoperto l’hobby suo e della sua comitiva: le pigne nel culo!
Dice di aver speso dieci anni per ideare e scrivere le sue chiavi e dieci anni si sa sono lunghi, ci si annoia. E allora dagli con le pigne!
Io non ho mai provato, ma solo perchè sono a corto di immaginazione e poi c’è sempre questa brutta invidia a rodermi.
Il Capitano sa che fino a poco tempo fa convenivamo che il mio incipit era il più bello in assoluto, ma poi è venuto Rocca e… ubu maior minus cessat.
Anzi, vorrei proporvi una cosa: perchè non iniziamo a scrivere commenti solo in latino? Non è colpa di Rocca, è l’italiano che è una lingua davvero… volgare.
In alternativa, scegliete pure un’altra lingua, purchè rigorosamente morta. Siamo tutti intellettuali qui.

#120 Comment By Valpur On 24 aprile 2008 @ 08:55

Sono giorni che seguo la discussione; di solito preferisco intervenire a flame concluso, giusto per non trovarmi invischiata in fastidiosi botta e risposta piccati. Però ora qualcosa da dire ce l’ho.

L’umiltà è passata di moda? No perchè non me n’ero accorta, che sbadata…
Anche io scrivo. Il mio romanzo a qualcuno è piaciuto, ad altri no; una critica negativa -inutile girarci attorno- fa sempre un po’male, specie di primo acchito… vedersi sbattere in faccia i propri errori fa sgonfiare l’autostima.
In un primo momento tutto questo è normale. Poi, se dotati del suddetto accessorio ormai vintage -l’umiltà- e di un pizzico di autoironia ci si mette lì e si ragiona a mente fredda.
DIamine, e se le critiche fossero fondate? Forse non mi ero accorta, scrivendo, che il tal espediente proprio non funzionava, o ancora ne ero consapevole, ma cercavo di convincermi che andasse bene lo stesso.
Si prende mentalmente nota dei propri errori, cercando di non commetterli più. E a me sta servendo tantissimo: ho avuto il piacere di essere stroncata da amici come da perfetti sconosciuti; mi hanno fatto notare “questa parte è divertente, dovevi approfondirla di più; qui hai sbrodolato peggio di un poppante, lascia perdere e scrivi pulito”.
Che c’è di male?
Signor Rocca, sei giovane. Io anche di più. Abitare in una torre d’avorio alla tua età mi sembra davvero presuntuoso… hai una vita davanti per imparare e migliorarti, non c’è niente di male.
Il grosso peccato è essere convinti della propria perfezione, ignorando i consigli e limitandosi a pestare i piedini perchè “uffa ai miei prof piace voi non capite niente bugiardi cattivi”.
Cioè, c’è della paranoia in questo.
Nemmeno a me sono piaciute quelle tre pagine che ho letto. Racchiudono esattamente ciò che io stessa critico in un romanzo/racconto: sono ridondanti, piene di parole superflue e i personaggi sono poco credibili (in pratica ciò che ti ha detto Gamberetta, nè più nè meno). E non mi hanno affascinata nè divertita (e io sono una che in ciò che legge cerca soprattutto questo: divertimento. Banale, lo so).
Dai, signor Rocca, ripigliati. Credo che ci sia qualcosa da rivedere nel tuo scritto, non prendertela così. Giustamente millemila commenti più in su Angra (vero? bho) diceva che imparare a scrivere si può.

#121 Comment By Valpur On 24 aprile 2008 @ 08:57

Uffa volevo il commento con sfondo rosa cicca…
(Scusate, leziosità mattutina)

#122 Comment By mhrrr On 24 aprile 2008 @ 09:49

@ancess: solo un appunto, bello mio. prima dici che non ti capiamo e che hai scritto un capolavoro, poi dai ragione a chi sostiene che in fondo sei solo un esordiente… potresti per cortesia scegliere una versione in modo da permetterci di sbranarti comodamente? grazie!

@gamberetta: ok, sono d’accordo. non volevo risultare aggressivo, se lo sono stato.

#123 Comment By …IO…. On 24 aprile 2008 @ 10:13

Oddio, personalmente non la trovo particolarmente bella come immagine, ma questo è un gusto personale e pertanto non conta come critica. °-°

sempre parere personale, appunto. come la maggior parte delle critiche.

Un’espressione usata da un poeta o da uno scrittore può piacere ad uno come Non può piacere ad un altro.

Il fatto ancora che metta INTERIORE forse serve per rafforzare l’immagine di una sofferenza che viene da dentro.
Una sofferenza può essere anche fisica.

#124 Comment By Federico Russo “Taotor” On 24 aprile 2008 @ 10:21

Un po’ di rispetto per l’autore si poteva pure portare, però…

#125 Comment By Lorentz On 24 aprile 2008 @ 12:09

Salve, è la prima volta che scrivo qui.

Come molti, ho letto le recensioni di Gamberetta e le ho trovate piacevoli e divertenti.

A volte un po’cattive per il puro gusto di esserlo, ma in fondo sempre piene di consigli validi per migliorare la stesura di uno scritto.

Per …IO…
L’immagine che hai citato può anche esserti piaciuta, ma secondo te che valenza letteraria può avere? Si tratta di una frase ridondante, piena di luoghi comuni e poco immeidata. La conclusione “… a lungo andare fatale.” è una delle cose più brutte che abbia letto in uno scritto di narrativa da tempo. E qui non parliamo di un appassionato, al quale si può perdonare tutto – o quasi. Qui si parla di un ragazzo che ha pubblicato un libro e per questo non vuol sentire critiche.
Se intende fare dello scrivere una professione, allora farebbe meglio a scendere dal piedistallo ed iniziare a pensare a come scrivere sul serio.

Non pensava però agli arbusti elfici e allo splendore della terra Jaline, né alle distese erbose, il cui verde si scorgeva attraverso gli sprazzi tra l’albore, ma a colui che gli era stato amico e salvatore, nonché fratello maggiore e padre, pedagogo e maestro o addirittura dio protettore allo stesso tempo.

Ecco un altro esempio di frase non solo brutta, ma anche fastidiosa.
Perchè?
Perchè il periodo è troppo lungo, è costruita con la grazia di una scure, e soprattutto la parte degli srazzi d’albore è del tutto priva di significato. Una cosa del genere non è evocativa, anzi.
Interrompe la mia sospensione dell’incredulità, strappandomi dall’atmosfera del romanzo per farmi riflettere su cosa diavolo volesse mostrare con quella descrizione.

Per quanto riguarda gli insulti che ha ricevuto… beh, ragazzi: siamo su internet. In un qualsiasi forum o message board un utente che si presenti con la spocchia e l’arroganza di mitoancess sarebbe stato preso a male parole. In modo anche peggiore di quanto non abbia subito qui, poco ma sicuro.
Concedo però che la discussione, quando si scende sul personale per coprirsi di insulti non procede più.

Quello che mi preme dire ai sostenitori dell’autore è che le critiche esposte da Gamberetta sono un po’acide, ma ben argomentate. Tu credi di aver fatto un buon lavoro? Allora spiegami perchè su tanti commenti qui siano solo un paio le persone che ti difendono, e nemmeno loro hanno il coraggio di dire che si tratta di uno scritto privo di errori.
Praticamente tutti ti hanno detto che quelle mostrate sono tre pagine ricche di nulla, se non una sequenza di luoghi comuni e di immagini posticce.
Il ragazzo che ‘improvviso compare nella carrozza è descritto nella maniera più brutta a cui posso pensare.

I suoi neri capelli semi-corti e il glabro viso gli davano un’aria da ‘lupetto spartano’. Il suo grande cappotto di ermellino, lungo fino alle caviglie, gli dava invece un’aria da principe di quei nuovi tempi.

Capelli semi-corti? Semi-Corti??? Davvero un aspirante scrittore usa questo genere di termini??
Il personaggio, al di là dell’oscuro significato di “lupetto spartano”, non sembra abbia un po’ troppe arie? E che magari si sarebbero potuti trovare dei sinonimi, o delle descrizioni fisiche più dettagliate ed evocative?

Queste pagine sono un nulla letterario.
Molto peggio di quanto prodotto da Licia Troisi, che sebbene non scriva bene, almeno mantiene un linguaggio semplice e facilmente fruibile.
Qui manca proprio la forma.

Just my two cents.
L.

#126 Comment By Claudia On 24 aprile 2008 @ 12:46

“Tra i sottili lineamenti degli occhi a mandorla brillavano due gemme cerulee come il cielo terso, striate di zaffiro. Il bambino guardava gli erbosi prati che scorrevano oltre il foro della carrozza. Lo stridio del cocchio tirato da robusti e infaticabili frisoni, lo scalpitio dei cavalli al trotto, il ballonzolare delle ruote sul terreno, sassoso e inumidito dallo scroscio della notte precedente, giungevano ovattati alla mente di Odino.”

A parte il fatto che:
- in queste righe non si dice nulla di rilevante e quindi non capisco come possa stare così all’inizio.

- che l’uso dell’aggettivo che sia in posizione precedente al nome cui si riferisce è una forma pesante che dovrebbe essere usata solo in determinati contesti e non in continuazione

- la ricerca dei termini e dello stile sembrano piuttosto vaghe e imprecise (che significa i suoni che giungono alla mente? I periodi non sono troppo lunghi e soprattutto costruiti con la preposizione principale in ultima posizione (arrivi ansimando a fine lettura!)?

- che io NON SO SCRIVERE, ma mi sembra che mostri meglio un’immagine scritto così (senza cambiarlo più di tanto) piuttosto che raccontarla come sopra:

“Tra sottili palpebre a mandorla brillavano gli occhi cerulei di un bambino. Guardava il paesaggio scorrere velocemente attraverso il finestrino della carrozza, che sobbalzava ad ogni imperfezione del terreno fangoso. Ogni rumore giungeva alle sue orecchie come ovattato, indistinto.”

Ora, io non voglio dire che il libro in sé non abbia contenuto, non l’ho letto per cui posso limitarmi a giudicarlo per quel poco che ho visto qui, però sei sicuro che questa sia la ricerca stilistica azzeccata (è una domanda non una accusa eh?)?
Io credo che molto dipende dai gusti di chi legge, però ci sono in questo ambito letterario delle osservazioni oggettive di cui si deve tener conto. Voglio dire: sicuro che tutta questa gente che ti dice la stessa cosa argomentandola bene sia solo invidiosa, cattiva per il gusto di esserlo e che debba avercela personalmente con te?
Quando si giudica un lavoro, si giudica quello in quel contesto e in quella circostanza e MAI la persona che c’è dietro, non è un giudizio su di te. Sennò non si vive più…pretendere che ogni cosa che si produce debba piacere per forza a tutti è impossibile, inoltre è bene saper cogliere le critiche costruttive e lasciar da parte quelle distruttive sennò non si cresce.

Ciao! :)

#127 Comment By …IO…. On 24 aprile 2008 @ 13:50

Tra sottili palpebre a mandorla brillavano gli occhi cerulei di un bambino. Guardava il paesaggio scorrere velocemente attraverso il finestrino della carrozza, che sobbalzava ad ogni imperfezione del terreno fangoso. Ogni rumore giungeva alle sue orecchie come ovattato, indistinto.”

di un bambino?
è un determinato BAMBINO di cui si sta parlando però nel libro
non è IL BAMBINO….
e già li la tua frase , tasformata, a mio parere fa perdere il determinare delle caratteristiche di questo bambino come un personaggio della storia.

Uhm non so come spiegare,

O.o

Ogni rumore giungeva alle sue orecchie come ovattato, indistinto.”

Cè la stessa contradizione che è stata analizzata da Gamberetta nel libro
un rumore giunge dove se è ovattato? quello che si è chiesta anche Gamberetta.
Anche indistinto può qualificare il rumore che arriva alle orecchie di Odino che poi non sta ponendo attenzione a nulla perchè è distratto.

OVATTATO sta a significare che è un rumore fievole, che il bambino non percepisce con distinzione appunto, perchè distratto dal mondo esterno

Vuole far capire attraverso la parola OVATTATO… quello che tu hai detto piu semplicemente che è un rumore INDISTINTO..

Lui ha ritenuto piu opportono usare il termine OVATTATO per qualificare il rumore . Dandogli un senso di astrattezza

#128 Comment By …IO…. On 24 aprile 2008 @ 14:00

a claudia

Perciò gli spiegherò perché bastano poche pagine del suo sedicente romanzo per capire che il posto giusto di tale opera non è una libreria ma il cestino della carta straccia.

questo giudizio è partito in primis da Gamberetta ,
Che manco uno che stende recensioni per professione si permette , credo , di dare.

Con questo non voglio dire che Gamberetta sia la prima scema arrivata.

E\’ l\’autore che ha potuto e voluto difendersi discutendo con lei.EDè giusto che sia cosi.

Se chiami in causa uno scritto di qualcuno se quella persona non è ignorante è pronta a ribattere.
Stesso chi si lancia nella recensione di un libro.
Ne deve disquisire non discutere a malo tono e a malo modo

#129 Comment By Loreley On 24 aprile 2008 @ 15:10

Ehm, …io…, penso che Claudia abbia voluto fare soltanto un esempio di come quella frase sarebbe potuta essere più fluida e “leggibile”, al di là del contenuto stesso (e in effetti messa giù a quel modo è già meglio, a mio avviso). Poi non è che l’ha messa giù a perfezione, né voleva sostituirsi realmente alla frase in questione. Era un esempio, dai su ;)

#130 Comment By Rob On 24 aprile 2008 @ 15:11

Per avvocato spadaccino:

Dici: “Anzi, vorrei proporvi una cosa: perchè non iniziamo a scrivere commenti solo in latino? Non è colpa di Rocca, è l’italiano che è una lingua davvero… volgare.
In alternativa, scegliete pure un’altra lingua, purchè rigorosamente morta. Siamo tutti intellettuali qui.”

No, no… tu scrivi pure in italiano, per carità. Hai fatto una citazione composta da 4 parole commettendo ben 2 errori. Scrivi “ubu maior minus cessat”. Sarà “Ubi maior minor cessat” ! Spero siano sviste di battitura dato che inneggi ad una conversazione in latino.
Anzi, propongo avvocatospadaccino come nuovo MAGISTER LATINUS.
Dovresti esserne entusiasta visto che ti diverti ad affibbiare diversi appellativi agli altri… Si sta ironizzando, via. Magari, se ti accontenti, ti possiamo chiamare anche solo Cicero !!

#131 Comment By Claudia On 24 aprile 2008 @ 16:15

@Loreley: esattamente! :)

@…IO…:

di un bambino?
è un determinato BAMBINO di cui si sta parlando però nel libro
non è IL BAMBINO….
e già li la tua frase , tasformata, a mio parere fa perdere il determinare delle caratteristiche di questo bambino come un personaggio della storia.

Benissimo. Ma se tu hai un incipit del genere non puoi già sapere di che bambino si stia parlando… :)
Quindi quel determinato bambino verrà descritto poi. Lì l\’articolo un sta bene allo stesso modo di \”il\”. Forse \”il bambino\” è più appropriato.

Cè la stessa contradizione che è stata analizzata da Gamberetta nel libro
un rumore giunge dove se è ovattato? quello che si è chiesta anche Gamberetta.
Anche indistinto può qualificare il rumore che arriva alle orecchie di Odino che poi non sta ponendo attenzione a nulla perchè è distratto.

OVATTATO sta a significare che è un rumore fievole, che il bambino non percepisce con distinzione appunto, perchè distratto dal mondo esterno

Vuole far capire attraverso la parola OVATTATO… quello che tu hai detto piu semplicemente che è un rumore INDISTINTO..

Lui ha ritenuto piu opportono usare il termine OVATTATO per qualificare il rumore . Dandogli un senso di astrattezza

Non ho disquisito sull\’aggettivo \”ovattato\”, che ci sta anche bene e l\’idea la rende, solo che i suoni giungono alle orecchie non alla mente, sennò saremmo tutti privi dell\’organo uditivo e tutti bravissimi telepatici. Per cui se il senso doveva essere che lui, distraendosi per la bellezza smisurata degli erbosissimi prati, non prestasse attenzione ai rumori prodotti dalla carrozza. La contraddizione, o meglio l\’errore sta nel termine \”mente\”. ;)

Poi ripeto. questo sono pareri personali e analitici rispetto ad un periodo scritto. Non riesco a capire perché ancora, la si prende così sul personale. Gamberetta magari avrà i suoi toni rudi, ma ritengo sia normale, è molto giovane e la schiettezza per lei è fondamentale. Mi ricorda moltissimo me quando avevo la sua età, ricordo che o era bianco o era nero. Ora, con circa 10 anni in più di esperienza sulle spalle ho capito che per far capire alle persone il mio punto di vista (non imporre il mio punto di vista ma far comprendere ciò che dico) non ho bisogno di alzare il tono, semplicemente ho capito che le cose si possono dire in altri modi, più pacati magari ma non per questo non sinceri oppure meno forti. Così evito fastidiose, lunghe, quanto inutili litigate via web (che poi siamo buoni tutti a farlo dietro uno schermo). Sono sicurissima che con il tempo anche lei ci arriverà. Inoltre, secondo me lei utilizza questo tono più aspro perché evidentemente coglie spesso una certa stupidità nei commenti (non mi sto riferendo a nessuno in particolare) e nelle persone, e credo le dia fastidio vedere come la meritocrazia in Italia sia pressoché inesistente e quindi come alcune persone abbiano riconoscimento e fortuna quando ne meriterebbero ben poca (e su questo devo dire non posso darle che ragione assoluta, perchè la penso allo stesso modo). Forte o meno che sia, sono pur sempre una analisi e un parere suoi. Quindi ripeto, è inutile prenderla sul personale perché si sta giudicando la qualità di un prodotto e non una persona. Secondo me se ai \”suoi attacchi\” non si rispondesse con ulteriori attacchi credo che saprebbe in grado di rispondere più pacatamente come mi è capitato di leggere! In definitiva è inutile dire cornuto al bue…
Senza rancore…:)

Ciao!

#132 Comment By …IO…. On 24 aprile 2008 @ 16:29

Benissimo. Ma se tu hai un incipit del genere non puoi già sapere di che bambino si stia parlando… :)
Quindi quel determinato bambino verrà descritto poi. Lì l\’articolo un sta bene allo stesso modo di \”il\”. Forse \”il bambino\” è più appropriato.

Capisco quello che intendi tu. Ma a me continua a suonare male l’articolo UN , mi dà l’idea di qualcosa di troppo generico, per descrivere in sostanza, quello che di li a poco diventerà un personaggio facente parte dell’incipit del libro, come dici tu .

:)

#133 Comment By Loreley On 24 aprile 2008 @ 18:03

Ma che sia “un”, che sia “il”, queste sono effettivamente scelte dell’autore :) Ad esempio io avrei subito chiamato il bambino per nome, così gli si dava una già connotazione ben precisa senza il rischio di cadere nel nebuloso. Ma ripeto, queste sono scelte dell’autore. Il problema secondo me si pone ancora più in superficie, cioè nel surplus di aggettivi, paragoni e similitudini che più che confondere il lettore non fanno. L’incipit così fatto, poi, secondo me è pessimo. Io avrei direttamente tagliato la parte degli occhi e sarei passato subito al carro, anche perché non vedo molta coerenza nel descrivere prima il colore (o i colori O_O) delle iridi e subito dopo il luogo dove si trova il bambino. D’accordo che c’è il passaggio dove il bambino vede oltre il foro (il foro, argh! :D la prima volta che l’ho letto mi sono immaginata un buco sotto il carro, anziché una finestrella) però avrei semplificato tutto con “Gli occhi cerulei del bambino guardavano i prati che scorrevano oltre la finestra della carrozza”, il che è la stessa identica cosa, però si legge più in fretta e non lascia dubbi. Ed è semplice, per diana! :D Vabbè, resta poi il fatto che considero l’aggettivo “ceruleo” un po’ eccessivo, però rende comunque l’idea. Da solo :) Poi per carità, è una mia opinione.

#134 Comment By Loreley On 24 aprile 2008 @ 18:04

Gli si dava una già –> gli si dava già una
Pardon -_-

#135 Comment By Daniele On 24 aprile 2008 @ 20:01

Come già scritto nei commenti ai Dannati di Malva e altre ghiottonerie, ma non esattamente con le stesse parole:
Perchè spendere tante parole a dimostrare che l’altro è peggio di me se posso dimostrare che io sono meglio dell’altro?

Comunque la vera domanda è: quanti di voi adesso sono curiosi di leggere per intero questo libro?
Secondo me Gamberetta è riuscita nel subdolo intento di promuovere un libro parlandone male (spero si noti la sottile vena ironica)
Chiedo anticipatamente la compassione e il perdono di tutti i correttori di bozze per eventuali errori nella consecutio temporum o nella concordanza degli aggettivi, ma non è il mio mestiere

#136 Comment By Clio On 24 aprile 2008 @ 20:15

A Daniel: io per esempio non sono curiosa per nulla, grazie al brano iniziale riportato. Se quello è l’inizio, sfido chiunque a leggerselo integralmente per intero…

#137 Comment By avvocatospadaccino On 24 aprile 2008 @ 22:21

caro o cara Rob, ti amo. Amo sempre le persone con cui non mi capisco neppure se fossimo gli unici due sopravvissuti dopo un olocausto nucleare.
Ego ego amo tu tibi hocus pocus. Temevo che davvero qualcuno non dicesse nulla sugli errori e si che ne avevo messi molti. Pesciolino ingenuo, il mio/mia rob, l’unico/a a cascarci! complimenti!
Godo quando trovo qualcuno che fa ironia sulla mia autoironia (si, lo so, mi accontento di poco, ma non sta qui il segreto della felicità? Chocolat!)
Chiamatemi pure magister latinus o magister latinorum oppure si magister latrinus!!!
Di fronte al tribunale vecchio c’è un negozio con su scritto: sono il re dei coprivaso.
Ecco un uomo da invidiare, un vero saggio.
Ma perchè Rocca non mi risponde? Rocca, io ho già stampato i manifesti, ho la sede, gli iscritti, mi manca solo la tua autorizzazione per aprire un fan club in tuo onore. So che sei un vip, ma ti prego, accontenta noi poveri mortali. Io avrei pensato di dare la tessera n. 1 al re dei coprivasi, sai, caro Sergio, è una persona anziana e se ne intende di evacuazioni. Potresti cambiare il titolo in I cessi del fato?
dai, per piacere, a te costa poco e faresti felice quel vecchio di merda.
allora, d’accordo?

#138 Comment By avvocatospadaccino On 24 aprile 2008 @ 23:04

Contrordine! Dietro front!
Penso di aver trovato un osso più gustoso dello sconosciuto Rocca.
Leggete qui…
http://www.fantasymagazine.it/notizie/8906/
è presto per giudicare, ma non vi ricorda un pò la storia di Paolini ed Eragon? Non depone molto bene…
E poi, la newton compton che pubblica fantasy e soprattutto fantasy italiani? boh!
ecco, si è parlato tanto di invidia. Difficilmente qualcuno di noi invidia rocca che ha pubblicato a pagamento, forse invidiamo i soldi che rocca ha da buttare. Ma pubblicare a 17 anni per la newton non è male… lo dico da subito!

#139 Comment By Angra On 25 aprile 2008 @ 09:53

Ma sì che Newton & Compton pubblica fantasy…

Se è vero che spesso bastano poche righe per riconoscere una schifezza, senza aver letto nulla non si può dir nulla. A 17 anni una persona dotata può scrivere un buon romanzo, perché no? Far peggio di Rocca invece mi sembra difficile a qualsiasi età, perché lui ha l’aggravante della presunzione.

#140 Comment By avvocatospadaccino On 25 aprile 2008 @ 14:56

infatti, caro Angra, non ho detto (ancora) nulla di male contro Bryan di Boscoquieto, sia perchè non ho ancora letto nulla (e per nulla intendo anche solo una pagina (bryan come nome di protagonista di fantasy italiano mi fa un pò ribrezzo però e anche elias) … non è un dovere leggere un intero libro per avere il diritto di criticare, la vita è breve e i libri belli già sono tantissimi da non poterli leggere in una vita sola) e perchè si in questo caso c’è il rischio che a parlare per me sia l’invidia. così come nel caso della troisi.
Anzi, Rocca dovrebbe apprezzare tutta questa attenzione, visto che ha pubblicato a pagamento, mentre abbiamo sbranato la troisi che ha pubblicato con la mondadori.
Io però, pur con tutti i distinguo che ho fatto, vorrei dire una cosa:
certo che a 17 anni si può scrivere un libro, anche un buon libro. milioni di persone iniziano il primo romanzo a 14 (io a 12 e sono ancora uno sfigato, se per questo).
A 17 anni o sei strumentalizzato dalla casa editrice oppure puoi essere davvero promettente e avere talento. In ogni caso, sconsiglio la pubblicazione all’autore per la sua stessa salvezza.
é come gettare un 17 titolare in una squadra di serie A.
Tanti anni fa, Del Piero a 17 anni era un fenomeno (poi un pò meno) e non giocava titolare e ricordo che anche nel bari, cioè in una squadra votata alla retrocessione, cassano veniva tutelato e usato con il contagocce. Persino Totti fece il secondo di Giannini per un paio d’anni (se ricordo bene). Oggi si buttano nella mischia direttamente i vari Pato e Ballottelli.
é giusto, è sbagliato?
La risposta ce la daremo tra dieci anni, quando diremo: Pato? e chi è?
E c’è un aggravante: un calciatre è condizionato dal fisico e quindi forse non è sbagliato iniziare a giocare (leggi: pubblicare) prima. Uno scrittore può e in genere migliora con l’età. (Eh eh, tiro acqua al mio mulino… lo so, e ne chiedo venia).

sempre per angra, newton pubblica fantasy è vero, lo so, ma avevo già chiesto prima: fantasy italiano? fantascienza italiana? horror italiano?
lo dico, perchè tra tutti quelli che conosco, nessuno invia romanzi di tal genere alla newton. Forse sbagliamo noi (o forse mi ingannano i miei amici, bastardi, eh eh)

#141 Comment By Angra On 25 aprile 2008 @ 15:14

Mah, io a Newton & Compton avevo telefonato per chiedere se erano interessati al fantasy, e mi hanno detto di spedire. Poi che ora in questo genere vadano di moda gli autori molto giovani è verissimo, ma io non ho problemi a mandare una foto di vent’anni fa ^_^

#142 Comment By Federico Russo “Taotor” On 25 aprile 2008 @ 19:18

Io vado per i 18, ma ho deciso di non (cercare di) pubblicare nulla, ora. È una follia.
Se sei un giovane talentuoso, passerai solo per il giovane e basta, e dopo tramonti. Ma se sei talentuoso, lo rimani o migliori, quindi tanto vale aspettare e, invece di cavalcare la cresta dell’onda (della giovinezza) per un breve periodo, sarebbe meglio dimostrare le proprie capacità in maturità in modo da diventare uno scrittore affermato.
Che fine farà Paolini, per esempio? O il tipo di Bryan? Saranno solo meteore, suppongo.
Ma questo è solo il mio umile parere. Sono il manager di me stesso, quindi potrei anche sbagliarmi.

#143 Comment By Clio On 25 aprile 2008 @ 21:43

Federico, ti auguro veramente di poter affermarti! E’ anche un mio sogno nel cassetto XD Nel caso, se mai ti capiterà di essere smnembrato da Gamberetta, tieni preziosa la sua mancanza di pietà. Medico pietoso fa la piaga puzzolente. Si distingue bene fra vero scrittore e scribacchino: uno scrittore vero si sarebbe magari incavolato, ma poi avrebbe tenuto conto del parere, senza arruffar le penne. Uno scribacchino sa nel proprio intimo di esserlo, e non gli interessa migliorare, lui vuole vedersi accordare il proprio capriccio di giocare allo scrittore, e se ne infischia del parere altrui.

#144 Comment By Federico Russo “Taotor” On 26 aprile 2008 @ 11:41

@Clio, il prezioso parere di Gamberetta l’ho già avuto, ed è stato utile e più che lusinghiero! Per l’ultimo racconto pubblicato online mi ha dato -1 come voto “gamberesco”, ma considerati i -20 affibbiati alla Troisi è come prendere 28 a un esame. :D Inoltre aveva detto che le era piaciuto, quindi, più di così… ;)

#145 Comment By avvocatospadaccino On 26 aprile 2008 @ 14:58

io invece ho avuto il privilegio di essere massacrato nientemeno che dal capitano in persona. Confermo che è stato molto utile anche nel mio caso. Per due giorni non sono riuscito a scrivere una riga sulla tastiera, ma si sa, per la mia logorrea due giorni sono un’eternità.
Anch’io sono stato giudicato sulle sole prime tre pagine e non ritengo affatto che solo 3 pagine – o anche solo un incipit – non basti a dare il diritto di giudicare un’opera. Pensateci: quando siete in libreria, leggete l’intero libro prima di acquistarlo o vi basate solo sull’incipit ?
Io a volte se una copertina fa schifo neppure prendo in mano il libro.
Federico, mi sorge il dubbio: siamo autocritici o una massa di masochisti? ha ha
Mi spiace solo che sia caduto nel vuoto il mio invito a scriverci solo in latino o in altra lingua morta.
Federico conferma l’idea che i 17enni sanno difendersi da soli, cosa che mi conforta.

#146 Comment By Lo Sparviero On 26 aprile 2008 @ 15:47

Devo dire che spedendo a Gamberi Fantasy un manoscritto lo si vede massacrato nel giro di… un giorno?
Bisogna anche dire che, dopotutto, quello che dice Gamberetta è vero(indipendentemente dal fatto che ci piaccia o meno).
Consideriamo il caso del signor Rocca, ma prendiamo in particolare i dialoghi.
Se la trama è lo scheletro, i dialoghi sono la muscolatura del racconto.
Se ripensiamo al dialogho da attore-drammatico-quarantenne ci accorgiamo subito che il signor Rocca non ha saputo ben definire questo personaggio.
Nel creare il proprio protagonista bisogna stare attenti: sì, vabbè, lo controlli tu, gli fai fare tutto quello che vuoi, ma durante un dialogo devi tenere conto che non sei tu a parlare, bensì il personaggio.
Perciò fai un passo indietro quando fai parlare i tuoi personaggi: diffida di quei dialoghi che sembrano all’apparenza fluidi e che scrivi di getto. Devi pensare a cosa direbbe il personaggio in base al suo carattere e alla situazione corrente.
Se il bambino citato di sopra non è abbastanza infantile la colpa è solo tua. Non perché non trovi le parole adatte, ma perché non hai saputo cstruire bene il personaggio.

#147 Comment By mk On 26 aprile 2008 @ 16:03

Ringrazio chi ha citato Bryan, dato che mi ha aperto un nuovo mondo per la scelta di titoli orripilanti.
E pensare che credevo che il mio facesse schifo XD

Maki

PS: non me ne vogliano gli estimatori di Braian XD

#148 Comment By jerry On 27 aprile 2008 @ 02:17

Internet sta trasformando la scrittura in conversazione. Vent’anni fa gli scrittori scrivevano e i lettori leggevano. Oggi invece i lettori possono rispondere, e lo fanno regolarmente sui forum e nei blog. Molti di quelli che rispondono non sono d’accordo. Bisogna aspettarselo: essere d’accordo è meno divertente che essere in disaccordo.

http://www.internazionale.it/interblog/index.php?itemid=2447

che tristezza queste conversazioni

#149 Comment By Carraronan On 27 aprile 2008 @ 19:32

Scoprire l’esistenza di un autore fantasy bergamasco mi ha fatto piacere.
Poi, dopo aver letto l’estratto e i commenti di Mitoancess, ora sono ancora più orgoglioso di essere un piemontese in terra orobica e non un autoctono.
:-)

Perfino la Troisi scrive meglio di Rocca. Non lo pensavo possibile.

#150 Comment By avvocatospadaccino On 27 aprile 2008 @ 21:30

è venuto jerry a farci la morale… e citando il sito dell’internazionale addirittura…. grazie, jerry, per averci illuminato. Esseri superiori come te neppure nel cielo sopra berlino. complimenti.
la cosa bella di questi esseri superiori è che scendono fino al nostro basso livello per farci notare quanto loro siano superiori, civili, belli e bravi. vergogniamoci tutti, ok? grazie, grazie, jerry.

#151 Comment By Andrew On 27 aprile 2008 @ 22:22

Due premesse: 1) non ho letto tutti i commenti; 2) concordo pienamente con la recensione di Gamberetta.
Anzi, più rileggo le prime righe e più le paragono ad un racconto che ho scritto a tredici anni, ricco di parole che suonavano bene e predisposte in maniera poetica/patetica, e che ora come ora giudico spazzatura, ma che in confronto a questo… be’, sì, probabilmente di meglio (perché ai prati erbosi non ci sarei mai arrivato).
L’altra cosa che mi stupisce è la serie di commenti dell’autore, specie “l’italiano lo conosco meglio di te”, quando giusto prima sfoggiava quì, pò e quà. Mah.

#152 Comment By Loreley On 28 aprile 2008 @ 01:13

Perfino la Troisi scrive meglio di Rocca. Non lo pensavo possibile.

Ma LOL, è la stessa cosa che ho pensato anch’io :D

#153 Comment By …Io… On 28 aprile 2008 @ 11:31

Anzi, più rileggo le prime righe e più le paragono ad un racconto che ho scritto a tredici anni,

questo concetto sarà stata espresso almeno 2000 volte qui

Mia volta compresa.

il lbro che ho iniziato a scirvere io… il racconto che ho scritto a 2 anni a 4 anni e blah blah… e che palle =,=

e pubblicateli sti racconti no…!!!!
cosi gamberetta ve lo analizza ben benino, nei minimi particolari… su su

#154 Comment By …Io… On 28 aprile 2008 @ 11:37

fondiamo un partito

il

DLAGE

DISTRIBUIAMO LAVORO AI GAMBERETTIANi IN ERBA…

ANZI IN PRATO ERBOSO…(suona meglio… davvero!!)

un prato puo essere con tanto bello sterco…. eh.

#155 Comment By Lilith On 28 aprile 2008 @ 12:29

Per …io… :

Aahahahahaha, ..io.. sei fantastica! Ma no per carità non dirgli di pubblicare perchè avremmo due categorie di conseguenze: 1) gente ancora più nervosa perché parecchi di loro si vedrebbero rispondere NO GRAZIE sto cercando di smettere! 2) tanto sterco in più a quello che già c’è in giro! mi vien da vomitare! Per fortuna Troisi vi sta facendo marameo a tutti ahahaha ahò, ammazza se ve rode!
…io… ma tu leggi fantasy? Ti piace la Troisi, perchè ho l’impressione sia un pò vampiresca no?
Ciao ciao

p.s. ANDREW

(((Due premesse: 1) non ho letto tutti i commenti; 2) concordo pienamente con la recensione di Gamberetta.
Anzi, più rileggo le prime righe e più le paragono ad un racconto che ho scritto a tredici anni, ricco di parole che suonavano bene e predisposte in maniera poetica/patetica, e che ora come ora giudico spazzatura, ma che in confronto a questo… be’, sì, probabilmente di meglio (perché ai prati erbosi non ci sarei mai arrivato).
L’altra cosa che mi stupisce è la serie di commenti dell’autore, specie “l’italiano lo conosco meglio di te”, quando giusto prima sfoggiava quì, pò e quà. Mah.))))

Guarda secondo me te la cavi solo perchè c’è lo schermo che vi allontana, ma se credi di poter sfidare mito-man ho l’impressione tu sia un pò stupidino, io non ho letto il suo libro, ma da come scrive e cosa dice me sembra un tantino più preparato di poppanti come te!
No Mito continua a rispondere a tutti questi qua qua ra quà, ti prego, giuro che faccio uno sforzo e prendo il tuo libro se riesci a farm,i “galvanizzare”!
Poi, tesoro, da quel che ne so io (quì, pò e quà) si scrivono così…ah già, è vero che voi siete tutti Professori…mi scusassero!

#156 Comment By …Io… On 28 aprile 2008 @ 13:11

ma tu leggi fantasy? Ti piace la Troisi, perchè ho l’impressione sia un pò vampiresca no?

non posso dire di intendermene.Per niente.

Ma succhio sangue.E mi piacciono i miei compari Vampiri.

Succhio ZZZZZangue ai vergini di acutezza e apertura mentale…

Nel senso che ne sono privi.

#157 Comment By Federico Russo “Taotor” On 28 aprile 2008 @ 13:17

@Lilith, “qui”, “po’ ” e “qua” si scrivono senz’accento: qui e qua si pronunciano necessariamente così, con o senza l’accento (che quindi risulta inutile), perché sono parole monosillabiche, e non possono essere confuse con altre parole – e questa sarebbe diciamo la “regola generale”: se una parola è uguale a un’altra, come “dà”, voce del verbo dare, terza persona singolare, e “da”, preposizione, se ne accenta una e ci si toglie il pensiero, idem con “sì” affermazione e “si” pronome. “Po’”, per quanto ne so, è semplicemente l’elisione di “poco”, e vuole l’apostrofo, non l’accento.

#158 Comment By Koko On 28 aprile 2008 @ 14:03

Io non ho proprio capito gli ultimi commenti, purtroppo comprendo solo la lingua italiana, l’inglese e lo spagnolo.

#159 Comment By jess On 28 aprile 2008 @ 16:11

a Carraronan

Carraronan scrive:
“Scoprire l’esistenza di un autore fantasy bergamasco mi ha fatto piacere. Poi, dopo aver letto l’estratto e i commenti di Mitoancess, ora sono ancora più orgoglioso di essere un piemontese in terra orobica e non un autoctono.”

Be, se non ti fa piacere vivere in terra orobica, non essere considerato autoctono e sei orgoglioso di essere piemontese tornatene da dove sei venuto !!!

#160 Comment By Andrew On 28 aprile 2008 @ 16:26

@…Io…: Se leggi tutto il mio commento e non solo due righe a caso mi fai un favore, visto che il succo del mio discorso è solo che non mi piace proprio com’è scritto Le chiavi del fato.

@Lilith: …

@Federico Russo “Taotor”: Grazie per avermi risparmiato la spiegazione.

#161 Comment By jess On 28 aprile 2008 @ 18:42

per avvocatospadaccino:

ciao… dico solo una cosa riguardo la tua risposta a jerry: forse lui (o lei) voleva dire che ci sono diversi modi per esprimere delle opinioni. Accusate l’autore di essere spocchioso e poco umile… oddio, ragazzi… non è che quanto scriviate voi verso di lui o nei post in generale grondi umiltà … ad esempio hai appena risposto:
“è venuto jerry a farci la morale… e citando il sito dell’internazionale addirittura…. grazie, jerry, per averci illuminato. Esseri superiori come te neppure nel cielo sopra berlino. complimenti.
la cosa bella di questi esseri superiori è che scendono fino al nostro basso livello per farci notare quanto loro siano superiori, civili, belli e bravi. vergogniamoci tutti, ok? grazie, grazie, jerry.”

Il punto è che, se qualcuno la pensa diversamente ed esprime pareri diversi dai vostri non significa che dobbiate prenderlo per il culo dicendo “ecco, è arrivato l’essere superiore, il dio in terra etc… etc…” Le opinioni sono varie, le PERSONE sono varie. Tutto dovrebbe essere espresso, da tutti, in maniera DECISAMENTE più pacata, ma visto che i toni in questo blog, a quanto sembra sono solo o da arroganti o da presa in giro (spesso veramente poco ironica)… le risposte che si danno sono quello che sono !
Io è la prima volta che scrivo, anche se da tempo guardo il blog. Non prenderla come un’offesa, mi raccomando. La mia è solo un’osservazione (o un consiglio, per chi lo volesse seguire). Ciao…

#162 Comment By jess On 28 aprile 2008 @ 18:44

Ps. E’ la seconda volta che scrivo, scusate.

#163 Comment By Stefano On 28 aprile 2008 @ 22:43

Trovo anch’io un po’ pesante il pezzo di Rocca, ma anche eccessiva la sua reazione di fronte alle critiche. Gamberetta non regala niene a nessuno, ok… ma addirittura minacciare denunce e sparare opinioni da un piedistalo non mi sembra molto intelligente, sopratutto per un’autore che deve promuoversi.

#164 Comment By Wolfgang On 28 aprile 2008 @ 23:58

Intervengo solo per ringraziare l’autrice dell’articolo, davvero esilarante, anche se parte del merito va sicuramente al testo riportato, in più tratti già di per sè ridicolo.

#165 Comment By avvocatospadaccino On 29 aprile 2008 @ 00:00

Caro Jess, guarda che Jerry non esprimeva alcuna opinione, l’opinione è fatta di idee e parole, non certo nell’affacciarsi come un gufo del malaugurio e dire: che tristezza.
Ma che tristezza sarà lui!
perchè altrimenti anche la mondaini che diceva: che barba che noia esprimeva un’opinione. Quanto ai toni… mah, sarà, ma da quando c’è internet sono tutti educati educatini. Già è difficile esprimere un concetto nello spazio stretto di un commento (ma almeno qualcuno di noi ci prova), se poi devo anche sprecare metà dello spazio per dire: eh, certo, non prenderla come un’offesa, sto esprimendo solo la mia modesta opinione, è solo il mio consiglio, se lo volete seguire, etc.
Facciamo così: fate conto che lo scrivo ogni volta che commento, va bene? Oppure datemi dello scostumato e non pensateci più.
diamine, Jess, ma sei fatto di carne e sangue anche tu? se uno ti taglia la strada lo mandi affanculo? Ti fai un bel rutto di tanto in tanto?
perchè dovremmo essere più pacati? qual’è il senso? Neanche su internet si può essere un pò sinceri, un pò cazzari?
una volta litigai con uno, venne vicino una nostra amica e ci disse: ragazzi, ma è natale… è questa la tua parrocchia, Jess…?
che tristezza…

uao, che culo, come spam mi è uscito holly… holly si allena, tirando i rigori…

#166 Comment By Clio On 29 aprile 2008 @ 01:32

Lilith, come si scrivono quì, quà, pò?!
Se avessi sparato una cosa simile al mio prof di Lettere mi avrebbe impiccata come monito alle future generazioni XD
Ah, la reazione isterica di mito-man denota quanto poco siano solide le sue basi. Avete presente Assurancetourix il bardo quando sbotta in “barbari ignoranti”?! Ecco, parimenti mito-man è un bardo stonato che in fondo sa di esserlo.
Ora, se detto mito-man avesse la stoffa, prenderebbe atto delle critiche (fondatissime, peraltro), e se ne servirebbe per migliorare.
Ah, dette cridiche sono, è vero, piene di acredine e brusche, ma il contesto giustificava tale reazione. Chi semina vento raccoglie tempesta, so desu ne?
In conclusione, vista la reazione molto matura di mito-man (“trogloditi”, “incompetenti”, ecc.) e di alcuni dei suoi sostenitori (“invidiosi, ehh???”, frase di cui mi sfugge ancora il senso ma che dovrebbe, secondo loro, mettere un punto a qualsiasi discussione… mah!), mi sa che abbiamo a che fare con una manica di presuntuosi che pensano che essere andati a scuola equivalga a saper la materia.
Ebbene, io in quinta elementare ho trovato professori che sparavano strafalcioni storici che a me parevano surreali. Avere un titolo di studio non per foza fa di te un sapiente. Conosco gente laureata col massimo dei voti in medicina, ma prima che farmi mettere le mani addosso da loro mi opero da sola, e con forbici dalla punta arrotondata! Uno può essere laureato in lettere ugrofinniche, storia visigota e mitologia calmucca comparata, pur restando un perfetto ignorante.
Nel caso specifico non si tratta di “piace” o “non piace”. A me può piacere un libro anche se scritto male. Il libro in questione è scritto oggettivamente male, a meno che non sia avanguardia di una nuova scuola pseudo-asiana-decadente.
In effetti Rocca scrive peggio della Troisi. E badate che a me il periodare lungo e poetico piace un sacco ! D’altro canto sono masochista XD Ma questa non è poesia, è ostentazione fine a se stessa.

#167 Comment By Clio On 29 aprile 2008 @ 01:38

Ah, gomenne…
per …Io…
Se il concetto è stato espresso 2000 volte è perchè è vero: un bambino che cerca di scrivere “da grande” scrive in questo modo, perchè il detto bambino non cerca di esprimersi o comunicare, in realtà non vuol dire nulla, vuole solo sorprendere la maestra.
E sai, è una cosa che fanno in tantissimi, me non esclusa, proprio tra gli otto ed i tredici anni, in genere, ovvero nel periodo in cui uno comincia a costruire un proprio stile ed una propria personalità.
Per quanto riguarda il sottoporre i nostri lavori a Gamberetta, se il mio l’avessi concluso e lei fosse disponibile, lo farei senza pensarci due volte.
Me lo smonterebbe, certamente, anzi, meglio dire che me lo massacrerebbe… Ma dopo essere passata dalle sue force caudine avrei molte più probabilità di rimettere insieme qualcosa di valido. Questo perchè io voglio, credo sinceramente, migliorare, non stupire la maestra.

#168 Comment By Mari On 29 aprile 2008 @ 13:28

Aggiungo, per confermare quanto detto da Clio, che nella mia università (sottolineo: di lettere) i laureandi sono di livello talmente elevato che i professori, prima di accettare qualcuno come tesista, fanno un colloquio orale e soprattutto una prova scritta per vedere se lo studente è capace di mettere per iscritto un pensiero senza incappare in errori-orrori …
Quindi, per piacere, smettiamola di prendere per vero il binomio “laureato=erudito”!

Ps.
A me lo dissero alle medie: “sui paperi non c’è l’accento” (per paperi, ovviamente, si intendono “qui quo qua”). Magari una dritta così “elementare” può servire a qualcuno per imparare una regola della lingua italiana :-)

#169 Comment By jess On 29 aprile 2008 @ 15:42

per avvocatospadaccino:

Ciao… ho visto la tua risposta. Tengo a precisare che il mio non era “falso buonismo”, però quando scrivi “perchè dovremmo essere più pacati? qual’è il senso? Neanche su internet si può essere un pò sinceri, un pò cazzari?
una volta litigai con uno, venne vicino una nostra amica e ci disse: ragazzi, ma è natale… è questa la tua parrocchia, Jess…?
che tristezza… ”

Va be, che ti devo dire ?? Allora scanniamoci perchè magari abbiamo visioni diverse.. Essere più pacati ha senso perchè ci dev’essere rispetto in ogni cosa, indipendentemente dal fatto che sia via internet, via sms, o faccia a faccia. Non sono un missionario (visto come mi hai descritto tu) però bisogna sapersi moderare e non lasciarsi andare a sfondoni pazzeschi, insulti, prese in giro e sfottimenti vari per delle banalità… Se ti faccio tristezza pazienza…

#170 Comment By mitoancess On 29 aprile 2008 @ 16:06

Federico Russo e Andrew:

Avevo detto che sarei tornato per discussioni costruttive ed eccomi qua (ora nel battere sto più attento, visto?!).
Bravi! Mi spiace per chi ha tentato di difendere dei miei errori di digitazione ma avete ragione…Però vediamo se è meglio che impariate a non fare i professori pur non avendone la preparazione:

Spiegate l’etimologia del termine e suo utilizzo peculiare nella metrica latina. Sotto a chi tocca!

Ah mi raccomando, è inutile che tentiate di fare i “furbetti” con wikipedia, vocabolario, enciclopedia…o altri mezzi insufficienti, perché o la preparazione c’è, come ho detto parecchie volte, o ci si deve dare ad altri campi. Altrimenti sarò sempre qua (visto come imparo in fretta?) ad insegnare a voi, come faccio con altri ragazzi, a farsi strada con ciò che si è veramente, non ciò che si millanta di avere.
Capito figliuoli?

Aspetto la vostra ammissione di ignoranza o che insistiate a volervi far smentire.
Saluti.

#171 Comment By mitoancess On 29 aprile 2008 @ 16:27

Mari e tutti gli opinionisti sull’Università:

Sono d’accordo che il livello culturale degli universitari sia calato. Spero però che prima o poi vi rendiate conto che se voi siete diplomati e, alcuni di voi, iscritti ad una Facoltà, è proprio grazie a questo abbassamento di livello dottrinale, nonché all’assenza di meritocrazia nelle scuole.

Ho aspettato che in questo sito qualcuno esprimesse semplici opinioni personali, eppure fin’ora ho trovato solo presuntuosi che non sanno reggere una conversazione aperta, con qualche eccezione. Infatti vedo che sgusciate via come anguille quando io, Federica, Jiggly, dottorando ecc., vi mettiamo con le spalle al muro grazie alla nostra reale cognizione di causa.
Detto questo, continuate a girare su voi stessi come trottole…

#172 Comment By Tsuyu On 29 aprile 2008 @ 17:12

Buongiorno e bentornato Sig. Mitoancess, ancora Tsuyu, (quella che è intervenuta ancora all’inizio di questi commenti-fiume che si sono riversati sulla barca dei gamberi :)) Posso chiederle un chiarimento? Nel suo post qui sopra scrive
‘ Sono d’accordo che il livello culturale degli universitari sia calato. Spero però che prima o poi vi rendiate conto che se voi siete diplomati e, alcuni di voi, iscritti ad una Facoltà, è proprio grazie a questo abbassamento di livello dottrinale, nonché all’assenza di meritocrazia nelle scuole’
Può dirmi da che anno parte questo abbassamento del livello culturale degli universitari, dato che immagino lei e le persone a cui si rivolge nei suoi scritti ne siate esclusi? Mi incuriosisce la cosa. :)
E comunque, non me ne voglia se non leggerò il suo libro, avrei fatto lo stesso se avessi letto le due pagine citate da Gamberetta in libreria. Grazie se deciderà di rispondermi.

#173 Comment By Lo Sparviero On 29 aprile 2008 @ 17:14

Oh, tu, mitoancess, potentissimo signore di tutto ciò che vedi. Io, un’umile parassita se messo a tuo confronto, chiedo perdono per la mia infinita ignoranza.
Non sono degno nemmeno di lustrarti le scarpe, la tua potenza non ha eguali e tutti dobbiamo inchinarci di fronte alla tua magnificenza.
MA! (eh, sì, un ma ci deve sempre essere), permettimi di ribadire quanto ho detto nel mio umile e modesto commento.
Un’osservazione patetica, indegna della vostra divina attenzione, mio signore:

“Se ripensiamo al dialogho da attore-drammatico-quarantenne del bambino ci accorgiamo subito che il signor Rocca non ha saputo ben definire questo personaggio.
Nel creare il proprio protagonista bisogna stare attenti: sì, vabbè, lo controlli tu, gli fai fare tutto quello che vuoi, ma durante un dialogo devi tenere conto che non sei tu a parlare, bensì il personaggio.
Perciò fai un passo indietro quando fai parlare i tuoi personaggi: diffida di quei dialoghi che sembrano all’apparenza fluidi e che scrivi di getto. Devi pensare a cosa direbbe il personaggio in base al suo carattere e alla situazione corrente.
Se il bambino citato di sopra non è abbastanza infantile la colpa è solo tua. Non perché non trovi le parole adatte, ma perché non hai saputo cstruire bene il personaggio[...]”

Ecco, sì, un’osservazione priva di valore, Luce di tutte le Luci. Inchiniamoci tutti di fronte al potente, mitoancess e chiediamo perdono per la nostra ignoranza e per le nostre futili osservazioni!

#174 Comment By Mari On 29 aprile 2008 @ 17:19

Mmm quindi mi stai dicendo che mi sono diplomata e poi laureata soltanto perchè si è abbassato il livello culturale.
Può essere, ma non credo che tu abbia molti anni più di me, quindi anche il tuo titolo di studio è evidentemente frutto di questo abbassamento culturale. Facciamocene tutti una ragione.

Spiegate l’etimologia del termine e suo utilizzo peculiare nella metrica latina. Sotto a chi tocca!

A parte che, siccome sono ignorante, non ho capito quale termine vorresti analizzato in maniera così specifica.
Comunque, andare in giro spacciando come basilari per dimostrare la propria preparazione, studi specialistici di filologia e metrica classica, non è una cosa che ti fa molto onore.
Sono studi, come dicevo, specialistici di una particolare branca di conoscenza. Non è certo questa la cultura di cui si ha bisogno per avere il diritto di commentare un testo …

#175 Comment By Koko On 29 aprile 2008 @ 17:30

Ho aspettato che in questo sito qualcuno esprimesse semplici opinioni personali, eppure fin’ora ho trovato solo presuntuosi che non sanno reggere una conversazione aperta, con qualche eccezione. Infatti vedo che sgusciate via come anguille quando io, Federica, Jiggly, dottorando ecc., vi mettiamo con le spalle al muro grazie alla nostra reale cognizione di causa.
Detto questo, continuate a girare su voi stessi come trottole…

Io non vedo gente con le spalle al muro tranne voi, messere.
Andiamo, che ammasso di stupidaggini..
Non sai accettare le critiche, neanche quelle motivate da esempi concreti, e ti rifugi nella stolta convinzione che solamente i laureati possano comprendere la tua grandezza, l’unico in grado di unire in modo maldestro elementi nordici con elementi chiaramente meridionali..

#176 Comment By Rob On 29 aprile 2008 @ 17:35

a Mari:

In un commento hai scritto:
“nella mia università (sottolineo: di lettere) i laureandi sono di livello talmente elevato che i professori, prima di accettare qualcuno come tesista, fanno un colloquio orale e soprattutto una prova scritta per vedere se lo studente è capace di mettere per iscritto un pensiero senza incappare in errori-orrori …”

Semplice curiosità, in che ateneo studi ?? Perchè ti assicuro che NON è così ovunque, specialmente nei corsi di laurea in Lettere, credimi !!
Varia molto da caso a caso…

Concordo assolutamente sull’assenza di meritocrazia nelle scuole…
Un esempio banale ma concreto… gente che ha frequentato il liceo classico negli anni cinquanta, sessanta e settanta e ha poi proseguito in percorsi universitari è ancora in grado addirittura di comprendere un testo in latino e tradurlo, ad esempio… oggi studenti diplomati da nemmeno un anno hanno bisogno di due ore con ausilio di dizionario per tradurre ( o “vertere” come si dice) un branetto di 8 righe scarse…
La differenza sta sia nella metodologia didattica, sia nel diverso atteggiamento ( e livello) degli studenti verso lo studio…
(Questo è solo un esempio indicativo, ovviamente).

#177 Comment By Katerina On 29 aprile 2008 @ 18:08

Spero però che prima o poi vi rendiate conto che se voi siete diplomati e, alcuni di voi, iscritti ad una Facoltà, è proprio grazie a questo abbassamento di livello dottrinale, nonché all’assenza di meritocrazia nelle scuole.

Quindi chi dice che il suo libro, o sommo poeta, non è un capolavoro della letteratura modern, passata e futura, o è un’ignorante troglodita oppure, se possiede una laurea o un qualsivoglia titolo di studio, l’ha ottenuto perchè la scuola italiana è un colabrodo.

E quelli chiusi al dialogo siamo noi, già.

#178 Comment By mitoancess On 29 aprile 2008 @ 18:25

No Rob, non devi essere così spietato nei loro confronti…Suvvia, c’è chi per non rispondere al mio quesito fa finta di capire a quale termine mi riferisco anche se l’ho omesso per errore…laurea il lettere…tanta chiacchiera ma i grandi professori non sanno nel concreto dimostrare di avere requisiti per esprimere giudizi appropriati anziché pareri camuffati da sentenze illuminanti.
La parola tanto desiderata è: ELISIONE. Vuoi provarci Mari cara? “Latinizziamo” o “Ellenizziamo” ?

Ravvedersi, ravvedersi, ravvedersi…

#179 Comment By Loreley On 29 aprile 2008 @ 18:31

Ragazzi, mabbasta! :D Se mitoancess vuol credere di aver scritto un capolavoro e che noi non abbiamo le “competenze” per valutarlo faccia pure, che importanza può mai avere? E’ chiaro che accanirci non serve a niente. Tanto a pagamento si può pubblicare ciò che si vuole, mica ha rubato il posto a qualcuno (che io sappia). E di scrittori bravi ne è pieno il mondo.

Gamberè, non ne posso di più sentir parlare delle “Chiavi del fato”. A quando il tuo nuovo post? ;) Magari la recensione di un bel libro, stavolta.

#180 Comment By Lilith On 29 aprile 2008 @ 18:32

ahahahahah
Ma Mito! E dire che ancora non sei così famoso!
Mamma mia quanto ve rode ahò!
Io non sarò una cima in letteratura, ma questi quà vedo che non capiscono neanche quello che dici! Soprattutto Katerina…Ammazza ma siete de coccio!
Comunque ti auguro di diventare quasi quanto la Troisi !
( dico QUASI perchè un fenomeno come lei è ormai dura egualiarlo!)
Ciao a tutti un bacio!

#181 Comment By Koko On 29 aprile 2008 @ 18:36

Gamberetta, rassegnati, se non conosci l’etimologia del termine “elisione” non potrai mai avere il diritto di esprimere un’opinione su un qualunque romanzo.
E per fortuna mitoancess è convinto di dire cose intelligenti!

#182 Comment By Mari On 29 aprile 2008 @ 18:45

No grazie, non ho bisogno di dimostrare nulla, mitoacess caro.
Non vado in giro a cercare a tutti i costi di apparire strabordante di cultura da ogni poro.
Anche perchè non sono laureata in lettere classiche come te e, evidentemente, chi non ha questo genere di preparazione, non ha il diritto di osare prendere la parola.
Ti proporrei di parlare di arte o di letterarura, visto che il mio indirizzo è quello, ma non è assolutamente questo il luogo e, come ho detto prima, non ha senso discutere con te di questi argomenti, soprattutto in questa sede.
Aggiungo che, a differenza di molti altri, ero stata cortese nei tuoi riguardi, e speravo di ricevere il medesimo trattamento. Ma evidentemente mi sbagliavo. Non rispondi male a chi ti insulta, ma semplicemente a chi, anche gentilmente e con criterio, ti contesta.

A ogni modo, ragazzi, direi di piantarla con sto flame. Non so come la vedete voi, ma per me stiamo solo dando a un borioso la possibilità di mettersi in mostra. Abbiamo letto le 3 pagine iniziali del suo romanzo, l’abbiamo commentato, magari aspramente. Direi che gamberetta può scrivere un nuovo articolo, in modo da poter passare a discussioni decisamente più costruttive di questa.
Passo e chiudo ^_^

#183 Comment By avvocatospadaccino On 29 aprile 2008 @ 19:02

caro Jess, non mi fai affatto tristezza (la tristezza era riferita a jerry, ma tanto lui non ci degnerà mai di tornare neppure per pontificare… tu ti sei comportato mille volte meglio, perchè comunque dimostri propensione a discutere… ora qualcuno mi dirà che non si può scrivere mille volte meglio…). Però tra l’essere tutti buoni come il panettone bauli e lo scannarci non ci passa un’infinità di gradi intermedi?
Io poi i miei amici li scelgo solo tra le persone che hanno opinioni diverse dalle mie.
Il mio era solo un appello a mettere da parte la melassa… mitoancess prende colpi, a sua volta reagisce, è un buon match e ad onor suo non ha mai chiesto di essere difeso da altri.
(anche se negli ultimi tempi sono stranamente comparse delle disinteressate truppe cammellate a suo supporto… meglio, il grano si taglia meglio quand’è maturo! ha ha)
Poi tanto loro ci mettono sempre con le spalle al muro, magari gridando: raus, raus.
(C’è gente che scrive: vi ho messo con le spalle al muro!!!)
E voglio dire anche un’altra cosa.
Per chi scrive il ridicolo è sempre dietro la porta.
Io rido dei prati erbosi, ma – e non ho difficoltà a dirlo – avevo scritto in un mio romanzo di “coppia di due”
esatto, avevo scritto coppia di due e non me n’ero accorto neppure dopo la terza rilettura. Il capitano mi ha massacrato ed io l’ho ringraziato, ne abbiamo riso assieme e dire che neppure ci conosciamo (però ha promesso di presentarmi una certa Daniela… inutile che sparisci, ogni promessa è debito, ha ha)
Se fossi pio, direi: scagli la prima pietra chi non ha peccato.
Invece ho “peccato” e scaglio comunque la prima pietra.
altrimenti nessuno lancerebbe pietre, mitoancess forse dormirebbe più contento o forse il suo ego lo tiene indenne da ogni critica meglio di un impermeabile, ma nessuno mi avrebbe detto: coglione, hai scritto coppia di due.
In fin dei conti, noi siamo i cavalieri dello zodiaco e mitoancess e i suoi, sporchi sgherri di Asgard!
(sottotitolo per non “comprendenti”: frase più simpatica che ironica, che molti non troveranno nè simpatica nè ironica)

p.s. ragazzi, non lasciate guardare ai vs, figli cartoni animati giapponesi, io ne sono la dimostrazione.

#184 Comment By Federico Russo “Taotor” On 29 aprile 2008 @ 19:04

@Sergio Rocca, ho commentato solo in risposta a Lilith, senza alcuna intenzione di offendere – anzi, solo il mio primo commento era diretto a voi, e mi pare tutt\’altro che un\’offesa. Non ho nemmeno visto tutti i commenti, dato che il vostro libro non l\’ho letto e non m\’interessa, per il momento, quindi non vedo perché mai dovrei \”schierarmi\” a vostro favore o a sfavore.
A vostro favore posso però dire che saper mettere un accento o un apostrofo non significa essere bravi scrittori; semmai può rappresentare un appiglio per i frustrati. Ammetto però di essere una persona che a queste sottigliezze \”tipografiche\” ci tiene, ma non mi sogno mica di correggere le persone, né mi curo più di tanto se vedo qualche accento sbagliato.

La metrica latina la studio, dato che ho 17 anni e frequento un liceo classico – non ho capito bene il termine richiesto, però.
Internet è una fonte utilissima, dato che permette a tutti di poter informarsi in modo superciale e no, soprattutto se si ha una certa destrezza nel p2p. Sono contento, infatti, di notare che molti della mia età – gente conosciuta su internet – sono qualche gradino più in alto rispetto ai soliti caproni adolescenti (quanto a cultura, generale o specifica). Non so, quindi, quanto possa tornare utile una \”sfida\” culturale online. Del resto, personalmente, ammetto con tranquillità la mia ignoranza profonda in moltissimi campi, letteratura compresa. Ma ho 17 anni, e non ho avuto, ahimè, il tempo materiale per poter studiare certi argomenti, e mi accontento di una conoscenza superficiale.

@Sparviero: \”un\’umile parassita\”? Mi sa proprio di sì! :P

#185 Comment By Federico Russo “Taotor” On 29 aprile 2008 @ 19:13

*Edit*: non era stato pubblicato il mio commento, quindi gli \ vengono dal salvataggio automatico del messaggio da parte del server. Ho letto solo ora le altre risposte, altrimenti ero rimasto a questa: http://fantasy.gamberi.org/2008/04/17/le-chiavi-del-cassonetto/#comment-1770

#186 Comment By Clio On 29 aprile 2008 @ 21:04

Ho aspettato che in questo sito qualcuno esprimesse semplici opinioni personali, eppure fin’ora ho trovato solo presuntuosi che non sanno reggere una conversazione aperta, con qualche eccezione. Infatti vedo che sgusciate via come anguille quando io, Federica, Jiggly, dottorando ecc., vi mettiamo con le spalle al muro grazie alla nostra reale cognizione di causa.
Detto questo, continuate a girare su voi stessi come trottole…

Va bene, fino ad ora avevo lasciato perdere, ma adesso mi chiedo veramente se non avete iniziato a parlare calmucco mentre ero distratta… Spesso ho trovato commenti del tipo “eh, li hai messi in difficoltà!” o “li hai smontati, eh?!”.
Va bene, mi rivolgo al sommo poeta, il signor Rocca, che non ho ancora avuto il piacere di sfidare in duello: può riportarmi i brani in cui ci avete messi con le spalle al muro?
perchè a me sembra, mio caro amico, andata diversamente: all’inizio la gente criticava in modo mediamente serio, e lei ha risposto “sgallinando” che eravamo inetti trogloditi; questa sua reazione a dir poco ridicola ha scatenato l’ilarità generale, ed in diversi vi han dato la baia senza pietà. A questo punto lei si è trincerato dietro uno spirito di patata travestito da intellettualismo trito: “eh, sapete, solo se siete esperti di filologia lappone trecentesca potete capire”, eccetera. Per di più rimarco una buffa cosa:
-Hai detto che tu sei uno studioso, che professori universitari e compagnia danzante hanno apprezzato e che solo questa enclave di favoriti dalle muse poteva leggere IL Capolavoro.
MA
Quando in diversi abbiamo fatto notare che Università non significa saper leggere e scrivere e che con basi culturali tutt’altro che nulle il suo lavoro risulta poco più che puerile, ha ribattuto che:
-E’ vero gli universitari sono uno strazio, l’Università non forma più nessuno e se noi abbiamo qualche titolo di studio è perchè al giorno d’oggi passano cani e porci.
Esimio, e lei ha studiato nel 1949? No, per sapere… Non le sembra un tantino contraddittorio? Solo l’Università può accogliere il suo Capolavoro, quell’Università infestata di ignoranti leninisti (occheschifo!). Allora, ti decidi? Così, come ha detto qualcuno (un genio, non ricordo il nome) sappiamo per che verso sbranarti…
Ah, a chiosa, è vero, la scuola non è meritocratica al giorno d’oggi. Attento, sto per dirti una cosa eclatante: non lo era nemmeno nel 1930.
A dimostrazione, ieri come oggi girano scimmie in toga convinte di esser Petrarca. Ogni riferimento o fatti o persone è pienamente voluto.
Di solito cerco di non offendere, ma tesoro bello, per te posso fare un’eccezione :)

A Lilith: I tuoi commenti hanno del surreale… Continuo a sospettare che tu sia una fine umorista e ci stia prendendo tutti per i fondelli.

#187 Comment By jerry On 30 aprile 2008 @ 01:27

Seguo spesso questo blog perché è scritto con passione e, fra le righe, si trovano spunti mirabili.
Mi piace come è costruito, specialmente la linea editoriale: gli approfondimenti in calce all’articolo, le note bibliografiche costruite come una sorta di sitografia.
Nel mio commento ho inserito un link ad un’articolo di Paul Graham, How to disagree, tradotto dal Blog dell’Internazionale.
E’ un articolo interessante.
Il cuore di tutta la conversazione che anima i commenti di questo post, a mio avviso, può essere rinvenuto non solo e non tanto nella critica dell’autrice del blog ad un libro; bensì nell’incapacità di avere fantasia nel essere in disaccordo.
L’assenza di fantasia mi ha provocato un po’ di tristezza.
Mi piace molto la chiosa finale dell’articolo:

Fare un passo indietro e vedere dove ci collochiamo sulla scala del disaccordo può aiutarci a passare all’argomentazione o alla confutazione. Ma il più grande vantaggio di imparare a essere in disaccordo è che migliora non solo la conversazione, ma anche l’umore delle persone che stanno partecipando alla discussione. Studiando le conversazioni, ci si rende conto che il livello zero contiene molta più cattiveria del livello sei.

Non serve essere meschini quando si ha veramente qualcosa da dire. La cattiveria a quel punto diventa solo un ostacolo. Salire ai livelli più alti della scala del disaccordo rende le persone meno cattive, e quindi più felici. La maggior parte delle persone non si diverte a essere maleducata. Lo fa perché non può farne a meno.

Un abbraccio… Senza alcuna tristezza

#188 Comment By jerry On 30 aprile 2008 @ 01:38

(…)un link ad un’articolo di Paul Graham, (…)

Mostruoso cosa capita scrivendo. Chiedo venia!
Un articolo.

#189 Comment By Eco On 30 aprile 2008 @ 16:57

Sono un docente del sig. Rocca. Leggendo il romanzo del suddetto mi sono reso conto che la sua preparazione lede all’immagine del nostro ateneo. Invito quindi il sig. Rocca a reimmatricolarsi per poter saggiare di nuovo la sua preparazione con gli esami del primo anno, così da poter verificare se la mancanza di proprietà nel coniugare modi e tempi verbali sia dovuta al nostro corso di laurea o alla preparazione dello studente.

#190 Comment By mitoancess On 30 aprile 2008 @ 21:35

Per tutti:

Tante chiacchiere ma ancora non ho visto la risposta al mio quesito:
etimologia della parola “elisione” e suo utilizzo nella metrica classica.

Oltre alle ciance e bazzecole riuscite a rispondermi appropriatamente ?
Ripeto, non fate i furbi con wikipedia, dizionari, enciclopedie ecc… Sono pronto prontino prontuccio a beccarvi in flagrante.
Il concorso è aperto anche per ECO, su mi faccia sognare Chiarissimo Docente.
Ravvedersi, ravvedersi, ravvedersi …

#191 Comment By Andrew On 30 aprile 2008 @ 22:38

Avevo detto che sarei tornato per discussioni costruttive ed eccomi qua (ora nel battere sto più attento, visto?!).
Bravi! Mi spiace per chi ha tentato di difendere dei miei errori di digitazione ma avete ragione…Però vediamo se è meglio che impariate a non fare i professori pur non avendone la preparazione [...]
Aspetto la vostra ammissione di ignoranza o che insistiate a volervi far smentire.
Saluti.

… Io aspetto la tua ammissione di ignoranza. Scrivere “pò”, “quì” e “quà” non è una questione di attenzione, o si sa scrivere in italiano o no. Può sfuggire un “qual è” con l’apostrofo o metterne uno di troppo, si può saltare una lettera o invertirne qualcuna per la fretta, ma mettere un accento a po’, qui e qua è tutt’altro.

Detto questo, visto che sono così stupido da non essere nato abbastanza in tempo da potermi essere già laureato per poter rispondere ad una domanda di così grande importanza ed essere considerato intelligente da Sergio Rocca – il che esclude qualsiasi commento su come sia scritto il testo – ecco un semplice parere sulla trama: sembra accettabile, azzardando anche interessante, ma io – in quanto diciassettenne ignorante che pensa che sapere come si scrive in italiano sia più utile dell’etimologia e dell’uso peculiare nella metrica latina di elisione – se trovassi quel libro in una biblioteca/libreria/scantinato a caso, e se mi fermassi a leggere le prime righe per pura curiosità, oltre quello non andrei. Lo stile non è scorrevole, è forzato, ci sono frasi senza senso, e nel complesso sembra che chi l’ha scritto non ha mai impugnato una penna prima d’ora, cosa che non mi piace affatto.

Se poi i non laureati (perché ignoranti) e i laureati (perché ormai si laureano tutti) non possono esprimere un parere preso sul serio, allora non so proprio chi possa apprezzare/leggere tale… capolavoro.
(Ma vedendo chi lo apprezza posso dire di essere felice di essere tra i cani e porci. Forse se tutti i cani e porci fossero così il nostro mondo sarebbe migliore…)

E con questo chiudo qui: la mia opinione è questa, se non piace amen, vorrà dire che sono troppo stupido/intelligente/pretenzioso (a voi la scelta).

#192 Comment By mitoancess On 30 aprile 2008 @ 23:38

per Andrew:

-Lo stile non è scorrevole, è forzato, ci sono frasi senza senso, e nel complesso sembra che chi l’ha scritto non ha mai impugnato una penna prima d’ora, cosa che non mi piace affatto.-

(A proposito di lezioni di grammatica) Che ne dici di scambiare quattro chiacchiere al bar, con un aperitivo, per parlare del congiuntivo che nel tuo testo non ha diritto di cittadinanza ?? Poverino, guarda che poi si offende…
Ascolta, due accenti sono sorvolabili… ma l’erroneo uso dei tempi verbali lo è un po’ meno, ne convieni ?? Ma chi era la tua insegnante di italiano, Pippicalzelunghe ??

Poi suvvia, non sminuiamo i cani e i porci…

#193 Comment By Sandy85 On 1 maggio 2008 @ 00:57

È da molto che non passo di qua e, cavolo, mai prima di allora avevo visto un autore prendersela tanto per una critica costruttiva… tredicenni che scrivono per moda e non sanno distinguere una “a” da un “ha” ne ho viste tante, ma questo è un altro paio di maniche.
Mi meraviglia che uno che ammetta di avere una grande cultura poi scada in affermazioni a dir poco ingiuriose contro possibili lettori. So di non essere una fonte affidabile, che cerco di scrivere qualcosa di decente da mandare in stampa, che scrivo critiche solo a ciofeche che non si sa bene perché vengano scritte (sto parlando di ficcyne = fan fiction scritte con i piedi e, il più delle volte, in sms-ese e che martoriano altre opere, quindi niente di personale con il signor Rocca) e che probabilmente la mia opinione non importerà ad anima viva, ma quello che mi sento di dire (e che ripeto il più delle volte) è: se una persona non è pronta per ricevere delle critiche costruttive da parte di potenziale lettori, allora farebbe meglio a non pubblicare ed a crescere ancora un pochino.
Coloro che scrivono (e leggono) qui, sia i post che Gamberetta ed altri ci propongono, sia i commenti, sono potenziali lettori di un’opera, come tali sono sempre liberi di esprimere il proprio gradimento sulla suddetta. Mi sembra veramente infantile insultare i “potenziali lettori”, perché qui non leggeranno solo loro che sono i diretti interessati dell’insulto, ma anche altri e potranno farsi un’idea di come sia un autore, al di là di ciò che uno abbia scritto e/o pubblicato. Anche il fatto di sbagliare – involontariamente, magari – certe cose elementari come “quì”, “quà”, “pò” danno un’idea assolutamente erronea dello scrittore.
Non vedo cosa c’entri il dimostrare di sapere l’etimologia di una parola ed il suo uso nella letteratura antica. Qui non siamo in un’aula universitaria, non c’è bisogno di dimostrare la propria cultura con mezzucci da quattro soldi. La cultura non si fonda solo su nozioni scolastiche, va al di là di ciò che uno impara sui banchi di scuola (io avrei imparato ben poco, allora, visto che sono uscita per il rotto della cuffia dal liceo).
Ho riscontrato in molti, che si credono grandi scrittori, lo stesso problema: pensano di essere più acculturati di altri solo perché hanno una laurea in più, ma non è così, perché anche un artigiano con la passione per la storia, la letteratura, le scienze, ecc. che non ha avuto la possibilità di proseguire gli studi ne saprà di più di un pluri-laureato che si vanta tanto della sua – talvolta esigua – cultura.
Tutto questo per dirle, caro signor Rocca, che dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza e scendere dal gradino più alto che si è creato da solo, perché non è nessuno e continuando a pensare di essere migliore non fa altro che peggiorare la sua posizione.
Forse sarò andata un po’ fuori tema, ormai, ma non ho letto tutti gli altri commenti, chiedo venia, ma anch’io, come altri, sto preparando gli esami universitari e non ho molto tempo.

#194 Comment By Sandy85 On 1 maggio 2008 @ 01:01

da parte di potenziale lettori

Mi è scappata una “e” al posto della “i” in “potenziale”… uff, avevo anche riletto per bene per non incorrere in errori di battitura.
Chiedo venia per la seconda volta.

#195 Comment By Andrew On 1 maggio 2008 @ 12:05

Ok, posto ancora per precisare che non sto scrivendo una mail ad una persona importante, sto commentando in un blog, e visto che…

L’uso dei verbi che denotano insicurezza e dubbio come pensare, avere l’impressione, credere, sembrare e simili prevede il congiuntivo nella secondaria:

* Penso che tutti siano là.

In questi casi, l’uso del congiuntivo è sistematico solo nell’italiano di registro più elevato. L’uso dell’indicativo

* penso che tutti sono là

denota una sintassi meno sorvegliata[1] ed è quindi sconsigliabile in diversi contesti (ad esempio nella lingua scritta), a maggior ragione in caso di maggiore sicurezza nell’enunciato.

Poi devo ancora capire perché cerchi di dimostrare la mia/nostra/altrui stupidità, è per sminuire i nostri commenti? Anche perché ai miei ho sentito come risposte solo domande su particolarità latine e prese per il culo su congiuntivi omissibili omessi.
Se poi giochiamo a chi scrive peggio, allora dimmi da quando i punti interrogativi vanno a coppia e distanziati dalla parola che li precede (“come va ??”).

#196 Comment By mitoancess On 1 maggio 2008 @ 12:44

ANDREW:

Hai scritto una marea di fesserie:

Nel tuo scritto

-Lo stile non è scorrevole, è forzato, ci sono frasi senza senso, e nel complesso sembra che chi l’ha scritto non ha mai impugnato una penna prima d’ora, cosa che non mi piace affatto.-

Hai gravemente sbagliato i tempi verbali nonché la forma sintattica. Quella sottospecie di spiegazione che hai riposrtato vale per il parlato che è flessibile ai mutamenti sociali (in peggio).
Le chiacchiere stanno a zero.
Comunque se vuoi fare il testone e rimanere convinto dei tuoi errori prova a consegnare uno scritto con orrori grammaticali del genere a qualche Docente, poi vedrai che belle parole che ti riserverà.
A parte questo quà chiudo nuovamente perchè i vostri monologhi unilaterali mi annoiano alquanto.
Ravvedersi, ravvedersi, ravvedersi…

#197 Comment By mitoancess On 1 maggio 2008 @ 13:04

Sandi85:

Vedo che anche tu sei connessa con il tuo mondo immaginario pseudo onirico. Quando dirai qualcosa di sensato l’interscambio potrà avvenire, diversamente sarebbe come se qua ognuno dei due parlasse per conto suo nonostante la compresenza.
Poi io mi sto divertendo in questo forum, sono solo minimamente irritato dalle assurdità surreali e dal girotondo ostinato di una stretta cerchia di commentatori.
Saluti

#198 Comment By Sandy85 On 1 maggio 2008 @ 13:14

Se posso chiederle, quale sarebbe il mio mondo pseudo onirico? Solo perché ho detto che ci sarebbe bisogno di un po\’ più di maturità per accettare le critiche? O solo perché ho detto che ogni giorno tento di scrivere qualcosa di decente da mandare alle stampe?
Ho detto qualcosa che non ha senso nel mio precedente commento? Io ci ho letto solo dei sacrosanti consigli sull\’umiltà e la smetta di stare sul piedistallo che si è auto-creato, perché avrà anche fatto leggere il libro ai più esimi professori, docenti, rettori universitari, ma sono solo una piccola parte di ciò che potrebbe essere il suo pubblico.
Io ho cercato un dialogo pacato ed intelligente con lei, ma vedo che è inutile, perché continua ad offendere senza conoscere le persone che ha al di là dello schermo e come ho chiesto ad altri, lei sa vita, morte e miracoli di chi scrive dall\’altra parte per dire che vive nel proprio mondo pseudo onirico? Forse è meglio che inizi a crescere ed a considerare più punti di vista, perché così non farà molta strada.

Ma purtroppo anche questo mio post non sarà sensato, quindi continuerà a dire che sono un\’idiota perché mi pongo sempre nuove sfide e so accettare le critiche costruttive meglio di un autore che cerca di essere famoso.

#199 Comment By avvocatospadaccino On 1 maggio 2008 @ 14:49

sandy, rocca è un comico, non prendere troppo sul serio quello che dice… piuttosto speriamo raggranelli subito altre 3-4 mila euro così da pagare un altro editore a pagamento e donarci il seguito: il bidè del destino!

sia sandy che pochi altri, troppo pochi, affrontano un argomento decisivo: la lettura è intrattenimento, è un piacere, è un ozio (non vorrei tirare in ballo quel grassone di cicerone, ma tant’è).
allora perchè einstein non è stato anche un grandissimo romanziere?
gli americani ci provano da anni con la formula: intrattenere e insieme raccontarti qualcosa di utile. Forse questa formula non è perfetta per i romanzi, ma loro l’hanno travasata anche in altri prodotti, ad esempio i serial tv. Ad esempio, in desperate housewife si insegna come riparare un tubo (giuro che mi è stato utile) oppure in csi come farla franca dopo aver ammazzato qualcuno (questo mi sarà utile in seguito)
hanno persino migliorato the office, e dire che io sono contrarissimo ai remake. Ok, forse sono uscito un pò Off topic, ma il senso è: il nome della rosa è un grande romanzo quando resta sul piano del thriller e dell’azione intelligente , ma una vera palla nelle quindici pagine dove cita riferimenti cristologici (sono quindici pagine di seguito) da semantico segaiolo. Fortuna che sono solo quindici pagine su 500 e quindi si può e si perdona, ce ne fossero di più di romanzi come quello!

#200 Comment By ZioBlood On 1 maggio 2008 @ 15:01

@mitoancess:
Continui a parlare di sintassi e regole grammaticali, quando hai scritto un testo che da questo punto di vista è assolutamente penoso.

Credo che ci voglia anche un po’ di umiltà per essere scrittori:
Lo scrittore si mette a scrivere perché prima ascolta i dolori dell’umanità, le persone che gli si siedono di fianco, le critiche che gli vengono fatte…tu non fai altro che attaccare, invece, e vomitare sentenze senza prima nemmeno riflettere su ciò che le tue dita stanno facendo su quella strafottuta tastiera che hai di fronte, corroso dalla superbia e dall’ira.

Cavolo, ma accendi il cervello!
Hemingway è stato uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi:
Ha iniziato mettendosi ad ascoltare le parole degli amici ubriachi che si cofidavano con lui la notte; stando attendo alle confidenze dei matador spiantati dei bar di Madrid; raccogliendo il sangue e i dolori dei lottatori di box di qualche repellente palestra di Chicago…non si è mai messo sulla cattedra, e meno che mai agli inizi, quando tutti gli scrittori contano meno di un cazzo.

Mitoancess, avrai anche 800 lauree, ma sei agli inizi: conti meno di una cazzo….quanto me.

#201 Comment By Scemo chi legge On 1 maggio 2008 @ 15:09

Notevole come, nonostante i nostri monologhi unilaterali la annoino, lei sia tornato sul forum 40 minuti dopo aver risposto ad Andrew per definire Sandy85 (la informo che la y è una lettera diversa dalla i) una ragazza connessa con il suo mondo immaginario pseudo onirico. Ora, tutti noi conosciamo il significato di immaginario ma lei, siccome è dotato di conoscenze a noi sconosciute, ha preferito rafforzare tale significato ricorrendo a quella che sicuramente reputerà una bella-parola-sconosciuta-ai-molti-che-frequentano-il-forum con il solo scopo di impressionare, di fare sfoggio della sua conoscenza del vocabolario di lingua italiana. Il risultato è il seguente: chi non aveva mai sentito la parola ‘onirico’ oggi ha imparato un nuovo vocabolo; lei ha dimostrato di passare un 1° Maggio triste dato che preferisce rispondere in modo senz’altro grammaticamente corretto ma offensivo a ragazzi nel modo più vigliacco possibile ossia virtualmente, tramite internet, nascondendosi dietro uno schermo piuttosto che uscire per una passeggiata o una scampagnata.
Lei ha inoltre sottolineato quanto tenga al parere di persone che non leggeranno mai il suo libro per il piacere di leggerlo e quanto disprezzi i nostri. Oscar Wilde mi ha insegnato che nel momento in cui l’artista è apprezzato dai critici non è un artista, nel momento in cui i critici si complimentano con l’artista per la sua opera allora l’opera è penosa perché il suo significato deve restare a chi l’arte l’apprezza e non deve assolutamente essere compresa da chi l’arte la giudica. Lei scrive docenti con la d maiuscola e sbaglia: possono anche dirle che la grammatica, le parole, i periodi sono ineguagliabili ma, mio non caro signore, sono i Lettori quelli che contano e con ciò non sto elogiando certi scrittori di successo(?) sebbene ignorino le regole fondamentali della mia (e di tutti gli utenti) cara lingua italiana; non affermo che non si deve saper articolare bene un periodo per scrivere. Io affermo che si deve scrivere con la passione di scrivere, quella stessa passione che ci spinge a imparare l’arte del ‘saper scrivere’ ogni giorno, quella stessa passione alimentata da chi legge i nostri lavori e ne rimane favorevolmente colpito, pur non avendo alcun titolo pregiato quale dott., prof.re, egr., e via dicendo.
Concludo dicendo che lei mi fa pena, vorrei augurarle di avere successo con il suo libro ma non psso ignorare il fatto che sia un cafone. Una cosa mi consola: il fatto che lei perderà 3 minuti della sua importantissima e grammaticalmente corretta vita a leggere il mio commento.
Non cordiali saluti,
Scemo chi legge (il suo libro)

#202 Comment By Mari On 1 maggio 2008 @ 15:14

Ragazzi, gli ripetiamo le stesse cose da ormai 200 messaggi. Ora basta…
E’ inutile e, secondo me, stiamo dando fin troppa corda a una persona così. Soprattutto perchè, a mio parere, sta sfogando qui tutta la sua repressione.
Lasciatelo cuocere nel suo brodo latinizzante e grecizzante.
Non dategli la possibilità di continuare a darsi arie …

Ps.
Solidarietà a tutti, soprattutto a Sandy che si è rapportata con lui in maniera simile a come ho provato a fare io, ricevendo pesci in faccia nel medesimo modo ^^

#203 Comment By …io… On 1 maggio 2008 @ 18:17

Scemo chi legge (il suo libro)

Caro il mio Scemo,il Signor MITOANCESS sarà stato un cafone,ma lei non si è risparmiato dicendo scemo chi legge il suo libro.PIù CAFONATA DI QUESTA!!E POI ANCHE LEI CI FA ALTRETTANTO PENA…..Allora dovrebbero esserlo madri di miei conoscenti che hanno letto il libro??Nel vocabolario italiano ci sono centinaia e centiania di parole e voi sapete usarne giusto 300 per mandare sms!!

A parere di una persona che l’ha letto,(49 anni,quindi abbastanza vissuta)

la seconda parte è la migliore( COSA CHE VOI NON AVETE ANCORA FATTO PERCHé VI SIETE FERMATI TUTTI ALLE PRIME PAGINE)

La critica che lei ha fatto è che bisognerebbe evitare le scene di arti marziali che non a tutti potrebbero interessare o possono capire,ma la signora non si è comunque fermata nel leggerlo come avete fatto tutti Voi quando avete giudicato illegibile il libro dalle sole prime tre pagine!!

Come la gente stupida compra i quadri di Picasso,altrettanto lo sono quelli che leggono certi libri di scrittori moderni tutto violenza,sesso e latte alle ginocchia!!

NON TUTTI SI NASCE IMPARATI…NON TUTTI NASCONO TOLKIEN O BROOKS O LEWIS!!

La signora a cui ho chiesto di commentare vuole dire a Gamberetta e a tutti i suoi compari: “LA VOLTA IN CUI QUALCUNO VI INCONTRERà E A QUESTA PERSONA NON PIACERà LA PUNTA DEL VOSTRO NASO E NON GLI PIACERà,NON CERCHERà DI CONOSCERE IL RESTO DI VOI!!” Chi ha orecchie per intendere,intenda… Capite la metafora??

#204 Comment By …io… On 1 maggio 2008 @ 18:24

edit

“LA VOLTA IN CUI QUALCUNO VI INCONTRERà E A QUESTA PERSONA NON PIACERà LA PUNTA DEL VOSTRO NASO,NON CERCHERà DI CONOSCERE IL RESTO DI VOI!!

#205 Comment By Sandy85 On 1 maggio 2008 @ 18:29

È bello vedere che il sarcasmo in certe persone non è proprio di casa.

#206 Comment By avvocatospadaccino On 1 maggio 2008 @ 18:36

Cara Mari, ma noi mica continuiamo per finalità educative o filantropiche. Hai ragione quando dici che non si parla a chi non vuol ascoltare. Noi stiamo continuando a sfottere mito o’ cess per una ragione puramente egoistica: ammettiamolo, ci stiamo divertendo un casino, è meglio di quando i clown al circo prendono le torte in faccia. Ed è raro, davvero, trovare qualcuno come mito o’ cess talmente stupido o di buon carattere disposto a farsi sfottere tanto.
Ok, non sarà politicamente corretto, ma dio mio se è divertente. alcuni diranno che mi diverto con poco. Bè, lo lascio giudicare a voi se è poco.
grazie, di cuore.

#207 Comment By …io… On 1 maggio 2008 @ 18:42

È bello vedere che il sarcasmo in certe persone non è proprio di casa.

Mi sa che si è sentita messa in mezzo!! ahahahahahahah

ABBASSATE LA CRESTA,CHE COSì NON ANDRETE DA NESSUNA PARTE E VE LO DICO COL CUORE E SERIAMENTE,DAVVERO. :(

avvocatospadaccino

Il tuo sarcasmo,forse non te ne accorgi,è unicamente distruttivo piuttosto che costruttivo,quindi non puoi pretendere di aiutare nessuno con i tuoi giudizi.Finisci di leggere il libro e poi giudica!!

#208 Comment By Sandy85 On 1 maggio 2008 @ 18:49

Non mi sono affatto sentita presa in mezzo, ho solo fatto notare che il sarcasmo non lo sai neanche vedere. E non lo dico perché mi credo superiore, ma perché ho letto ciò che ha scritto Scemo chi legge e ho sorriso leggendo la sua firma. Sarò strana io.

#209 Comment By …io… On 1 maggio 2008 @ 18:52

Non mi sono affatto sentita presa in mezzo, ho solo fatto notare che il sarcasmo non lo sai neanche vedere. E non lo dico perché mi credo superiore, ma perché ho letto ciò che ha scritto Scemo chi legge e ho sorriso leggendo la sua firma. Sarò strana io.

A me non sembrano tanto sarcastiche le cose che hanno scritto fin ora!!Sono più clatro prese per i fondelli!!Sappi distinguere!!Sarò strana anche io…

#210 Comment By Sandy85 On 1 maggio 2008 @ 18:59

Da quando i consigli di scendere da un piedistallo sono diventati prese per i fondelli?
E poi, imparare a leggere, per favore: ho detto che la sua (di Scemo chi legge) firma era sarcastica, visto che il suo post – come quello di altri – era infarcito di consigli.

#211 Comment By avvocatospadaccino On 1 maggio 2008 @ 18:59

ho acchiappato ..Io.. , finalmente. Cominciavo a temere fosse tutta fatica inutile. Ma io sono un pescatore paziente, anche se non di gamberi.
Caro Io, ho forse mai detto che voglio aiutare? Aiutare Rocca? Ma scusa che me ne frega? Non sono un suo nemico, ma neppure un amico e solo gli amici aiutano.
Molti ci hanno provato, in buona fede, e non avete dato loro neppure un briciolo di credito solo perchè dicevano cose che non volevate sentire. Non gli avete neppure detto: grazie, ma la penso diversamente.
Io non sono così buono come loro, io cammino con una maglietta con su scritto: vecchio brutto bastardo.
Costruttivo, distruttivo? Ma come parli?
Io giudico senza aver letto, dopo aver appena dato un’occhiata all’incipit.
Sveglia, i lettori in libreria fanno tutti così, a volte neppure aprono il libro.
Ma tanto gli editori a pagamento non portano i libri in libreria, è questo che mi vuoi dire?
Ti rendi conto che non ho voglia di leggere il libro neppure sapendo che è gratis su emule?
Non vi fa pensare questo?
Ok, Io valeva uno nella battaglia navale, rob due e ho centrato le caselle, mito o’cess pur silurato, si nasconde fuori portata radar, codardo (eh, ti dico codardo e neppure rispondi? ha ha).
Ciao, dal vostro distruttivo avvocatospadaccino, sempre pronto per ogni mala causa.

#212 Comment By Scemo chi legge On 1 maggio 2008 @ 19:05

Mia/o cara/o …io…,
lei ha perfettamente ragione, mi sono comportato da cafone insultando i lettori di Sergio Rocca. Chiedo scusa al signor Rocca, a lei e a tutti coloro che hanno letto il libro. Tuttavia non posso non farle notare che il mio commento era diretto a disprezzare i modi in cui il signor mitoancess si è comportato all’interno di questo forum, denigrando chi commentava e creando così una spirale di commenti che via via sta degenerando. Si tratta di persone che esprimono il proprio parere relativamente a, come ha ricordato lei, due pagine di un libro, tutto qui. Non vedo il motivo per cui lei se la sia presa così. Arti marziali?Non ricordo di aver parlato di arti marziali. Il libro? Penso sia scritto bene dato che docenti universitari hanno dato questo parere. Ma io non mi riferivo al libro, mi riferivo alla cafoneria del signor mitoancess, il quale ha alzato la cresta (capito al metafora?) in un forum, ripeto, un forum. Perché ne sta facendo una questione di principio? Crede che il nostro parere favorevole porterà gloria all’autore? Le è piaciuto il libro? Benissimo, sono felice che abbia passato del tempo con una buona lettura. Non so se comprerò il libro, anche perché non so se lo troverò dato che la mia libreria di fiducia scarseggia in fatto di fantasy. Un’altra cosa a me ignota è il motivo per cui lei sia convinta che gli utenti di questo forum conoscano solo 300 parole…da cosa lo ha dedotto? Me lo spiegherebbe? Non credo che lei sia l’unica persona vissuta che visualizza la pagina web. Inoltre le faccio notare che qui non si usa linguaggio sms-ese (come xkè in luogo di perché). Concludo dicendo che quando incontro una persona per strada di cui non mi piace la punta del naso evito di conoscerla, mi fido del mio istinto.
Cordiali saluti,
Scemo chi legge (il mio commento)

#213 Comment By …io… On 1 maggio 2008 @ 19:33

sveglia, i lettori in libreria fanno tutti così, a volte neppure aprono il libro

E VANTATEVENE…POI FATE GLI UOMINI VISSUTI QUI.


Caro Io, ho forse mai detto che voglio aiutare? Aiutare Rocca? Ma scusa che me ne frega? Non sono un suo nemico, ma neppure un amico e solo gli amici aiutano.

Tu critichi .
In quanto critichi dai giudizi(o pregiudizi).
Di conseguenza “aiuti”,nel senso lato del termine,a migliorare,nel tuo caso a PEGGIORARE,un qualcosa appartenente a qualcuno,in questo caso il libro di uno scrittore emergente.

NON DAI GIUDIZI ALLA RINFUSA,PENSANDO DI NON COLPIRE QUALCUN’ALTRO CON GLI STESSI GIUDIZI CHE TU STAI ESPRIMENDO SE NO EVITERESTI ANCHE DI PARLARE.

SE TU HAI LA MAGLIETTA CON SCRITTO VECCHIO BRUTTO BASTARDO,CAZZI TUOI!!

VE L’HO GIà DETTO CHE NON STATE SGRIDANDO UN BAMBINO DELL’ASILO NIDO.

STATE PARLANDO DI UN LIBRO E DEL SUO AUTORE.


Ti rendi conto che non ho voglia di leggere il libro neppure sapendo che è gratis su emule?
Non vi fa pensare questo?<

sì,mi fa pensare,e tanto anche.
Comunque…VANTATENE DOPPIAMENTE.
hai voglia di fare qualcosa nella vita,oltre criticare qualcosa che non conosci?

Crede che il nostro parere favorevole porterà gloria all’autore? Le è piaciuto il libro? Benissimo, sono felice che abbia passato del tempo con una buona lettura

Criticandolo Gamberetta ha portato le persone a leggere le prime pagine,essere d’accordo con lei e a non essere motivati a non finire il libro.Da qui la sua frase all’inizio del post-critica “spero che la mia analisi srvirà ad altri”.

Servirà a cosa?A non finire di leggero,come Gamberetta,come tanti caproni?La usate la vostra testa?

Concludo dicendo che quando incontro una persona per strada di cui non mi piace la punta del naso evito di conoscerla, mi fido del mio istinto.

Questi son fatti suoi,prima di tutto.Lungi da me il giudicarla sui suoi fatti personali
L’istinto può essere di vari tipi e far pentire la persona di averlo seguito,e questo può capitare a tutti,anche a lei che non si ferma a conoscere una persona di cui non piace la punta del naso

#214 Comment By Scemo chi legge On 1 maggio 2008 @ 19:39

Io non seguo nessuno, se a Gamberetta non piacciono le prime pagine non è affar mio. La prgo di non definire gli utenti del forum caproni. Non faccia come il sottoscritto che poche ore fa ha definito scemi i lettori come lei.

#215 Comment By avvocatospadaccino On 1 maggio 2008 @ 19:53

Non ci credo, Io ha scritto Libro e autore con le iniziali maiuscole, vuol dire che stiamo parlando di libro capolavoro e di autore maestro (maestro di tutto.) Io, tu superi ogni mia aspettativa, ti amo, donna, pianta, uomo o hobbit che tu sia. Posso ararti il prato? Ovviamente solo se è un prato erboso.
il mondo è pieno di ottimi libri ed è inondato da buoni libri. Mica sono masochista come gamberetta che legge la troisi, io quando voglio leggere leggo cose che mi piacciono.
E ti dirò di più: ci sono anche molti romanzi brutti che sono scritti bene. Ma Rocca è proprio fuori anche da quest’ultima categoria.
Ma per un momento voglio essere serio, caro/a Io.
Dici che il romanzo di rocca ti piace, va bene, voglio credere alla tua buona fede e al fatto che non sei amico/a mamma/padre fratello/sorella amante di rocca. allora dimmi, caro/a Io, altri dieci libri fantasy che ti sono piaciuti?
perchè certo tu leggi molti fantasy vero?
oppure, se è troppo difficile per te citare dieci libri fantasy che ti sono piaciuti, dimmi solo dieci libri in generale che ti sono piaciuti, a prescindere dai generi.
Scommetterei che c’è anche Baricco nella tua lista, quello che ha scritto l’Odissea!!!!!
Avanti, Io, non tirarti indietro, il gioco si fa interessante.

#216 Comment By …io… On 1 maggio 2008 @ 20:11

voglio leggere leggo cose che mi piacciono

non l’hai letto e già deduci MI PIACE – NON MI PIACE. Va beh…..

Scommetterei che c’è anche Baricco nella tua lista, quello che ha scritto l’Odissea!!!!!

L’odissea di Baricco me l’hanno fatta leggere alle superiori per forza, non l’ho scelto io di leggere l’Odissea trascritta da lui.
Poi è vero non mi sono mai sbattuta a prenderne in mano l’originale.

IO LO AMMETTO, però almeno..altro che prendere in mano un libro sentirne qualche recensione qua e la’ allora dichiarare a me stessa NO NON MI PIACE .BON…chiudiamolo!

Io posso essere amica / amante/ madre / sorella del Sig.Rocca. ,
che non ti proccupare IO gli ho sempre riportato critiche e elogi per quanto riguardava il suo libro e su chi so che l’ha letto..TUTTO.

E LUI PUO DIRLO ..non per niente alcune le ho riportate anche qui

non rigirare la frittata chiedendomi quanti fantasy ho letto, perchè all’inizio ad un altra persona, LILITH forse ho detto di non poter dire di intendermene

MA STAI TRANQUILLO….. apro un libro.Lo leggo TUTTO… IO!
E QUESTO E LA BASE DEL BUON LETTORE per chi un buon lettore vuole essere, come te ad esempio

TU STESSO DICI : SVEGLIA, TUTTI I LETTORI FAN COSI

Ed io ti ripeto , vantatevene!

Adesso ti stringo la manina, e ti dico VAI AVANTI PER LE TUE IDEE
CHE IO PROSEGUO PER LE MIE.

Io leggerò più fantasy.
Tu finisci di leggere Ancess.
Che siamo entrambi un passo avanti per continuare a ruotare intorno alle nostre convinzioni.

#217 Comment By avvocatospadaccino On 1 maggio 2008 @ 22:59

ah, sei la sorellina di mito o’cess, complimenti, mia sorella non mi avrebbe mai difeso come fai tu, quella putt..
aspettavo la tua lista, cara Io, dov’è?

Ma, che, sei ammattita? Leggere Ancess? E perchè? Mica me l’ha consigliato il medico.
Un lettore ha diritto a dire che un libro non gli piace anche se non lo legge. Se tu qualche volta vai in quello strano posto pieno di libri che si chiama libreria, bookstore o, orrore, persino biblioteca (che nome osceno, vero?), avrai fatto anche tu così.
Altrimenti staresti ancora lì dentro a valutare quale, delle migliaia di libri, ti piace di più per poterlo comprare. Oppure come fai? Vai in libreria, afferri il primo volume sotto mano, lo compri, lo leggi e se non ti piace torni e spari al libraio?
Non me ne vanto, ma neppure lamento che sono i tempi del mondo corrotto in cui viviamo. Semplicemente non si può leggere tutto e mito o’ cess è proprio l’ultima cosa da leggere!

Ho citato Baricco a caso, ma si vedeva che avevi dei profondi segni di turbe mentali.
Ma non è colpa tua se, come hai detto, te l’hanno fatto leggere a forza. (che merda sono i professori di scuola, peggio ancora che ai tempi miei. No, davvero, capite? fare leggere agli studenti Baricco… questo è mille volte peggio del nazismo, povera Io, davvero questo non te lo meritavi.

Lista, voglio la lista, voglio la lista. Visto che sei così giovane, bastano anche cinque libri, i tuoi cinque libri preferiti. Dai, già mi sei un pò più simpatica perchè schifi Baricco.

#218 Comment By avvocatospadaccino On 1 maggio 2008 @ 23:03

p.s. Io, non ti ho mai detto che devi leggere fantasy. Leggi fantasy se ti piace, se non ti piace leggi altro. E quando ti presentarai a fare un provino da V-jay, spera di avere l’assorbente giusto. é il più grande consiglio che so darti, di tutto il resto sono ignorante assoluto.

#219 Comment By Lilith On 2 maggio 2008 @ 11:21

…io…

Ah ma allora lo conosci Mito! Che uomo o ragazzo è? Me sembra un intellettualoide, non sarà di quei secchioni con gli occhiali riga di lato tipo sgarbi?

Comunque siccome io mi differenzio da queste creature rabbiose e (come diceva Mito) “unilaterali” mentalmente, ho comprato via internet il libro che l’editore manda addirittura senza spese di posta !!!

Allora Signori, io sarò un pò tarda in certe materie, sarò sciroccata quando sento musica metal, ma quando una persona mi parla e capisco che è più informata o ne sa più di me, ascolto e imparo! Solo dei menomati potevano tirar dritto come zombie senza accorgergi che anche nella più volgare ironia di Rocca c’erano dei concetti precisi e stragiusti.
A questo punto mi viene proprio da pensare che la maggior parte siete amici o conoscenti di Gambero-Woman! Altrimenti non si spiega davvero la vostra incredibile testa a disco incantato! Mamma mia che ignoranza psicologica! Ammazza che COCCI ! Beh io non so se riuscirò a terminare il libro, ma spero che la Troisi venga in questo forum vi faccia crepare di invidia. ammesso che si possa più di quello che siete già! Anche se non credo che una grande girl come lei si abbassi ai vostri livelli. è già incredibile che l’abbia fatto Mito, sarà mica un samaritano degli sfasati ?
Troisi SEI MITICA DAI VIENI QUI ANCHE TU!

#220 Comment By Sandy85 On 2 maggio 2008 @ 13:22

Devo ancora capire se si possono avere opinioni diverse da altri (e quindi essere d’accordo con certuni) o se a tutti deve per forza piacere un libro che già dall’inizio si dimostra pessimo.
Lilith, …io…, a voi piace, niente da dire, ma dare a noi degli ignoranti ed invidiosi sembra leggermente esagerato. Qui sono stati presentati pareri soggettivi ed oggettivi, ma sono stati bellamente considerati vaneggiamenti di asini che non capiscono niente.
Il fatto che a molti il libro (o anche solo le prime pagine, dalle quali si capisce molto dello stile di uno scrittore) non piaccia direi che dovrebbe far pensare l’autore e non crogiolarsi solo in alcuni commenti positivi che fanno piacere, non lo nego, ma sono solo una piccolissima parte.
Non metto in dubbio il fatto che a qualcuno possa piacere o meno una data opera, metto in dubbio la conoscenza letteraria di queste persone, ma, d’altra parte, di questi tempi è normale ergere a miti quelli che in altri tempi sarebbero stati dei grandi ignoranti e non idonei alla professione di scrittori.
Ma si sa, la cultura (anche quella tanto sbandierata da Rocca) e la preparazione sono inutili di questi tempi, quindi non mi stupisco che qualcuno consideri ignorante un lettore che sa riconoscere una buona opera da un’altra insignificante (sia soggettivamente sia oggettivamente). Vorrei solo far notare che vi state comportando come il bue che dà del cornuto all’asino e, stranamente, non siamo noi i buoi della situazione.

#221 Comment By …io… On 2 maggio 2008 @ 15:06

Tumprobabilmente,avvocatospadaccino,non sei nemmeno andato il libreria!Sei venuto in questo sito e ne hai tratto le tue conclusioni in base a quello che han scritto altri sul libro,non di un’idea che ti sei fatto tu.

Libri preferiti…ho letto mediamente,ma di tutto e di più.Non ho niente di preferito.

Qui,si stava discutendo sulla forma e non il contenuto del libro.Il contenuto non lo conosci,perché non lo hai neanche aperto e tu potresti intendertene venti volte più di me,e da qui poterlo apprezzare,solo che sei partito a priori dall’idea che non ti piace.

#222 Comment By …io… On 2 maggio 2008 @ 15:14

Lilith

Mitoancess non è una persona che fa pesare il suo sapere agli altri.Ne ho conosciuta gente così che si vantavano per il gusto di farti sentire una merda e lui non è quel tipo di persona come invece è sembrato ai gamberettiani qui.

Sono d’accordo con te su quanto hai detto.

L’ho detto e lo ripeto qui son tutte persone che hanno le basi per leggere e commentare anche positivamente il libro di Sergio leggendolo però tutto come lo è stato per la signora madre di una mia conoscente di cui ho riportato i sinceri giudizi.

#223 Comment By Crowley On 2 maggio 2008 @ 21:28

Salve a tutti.
Mi sono imbattuto in questa discussione per motivi non proprio casuali, direi, visto che la questione pare che stia diventando piuttosto… famosa? Vorrei esprimere la mia opinione in merito.

Ciò che ho avuto modo di leggere in questo momento rasenta il ridicolo. Dov’è finita la libertà di opinione? Indipendentemente dal titolo di studio che si possa possedere, di fondo mi pare che manchi una buona dose di educazione e sopratutto di rispetto nei confronti degli altri. Questo libro (che ammetto di non avere letto nella sua interezza, e che probabilmente non avrò mai voglia di farlo) deve piacere PER FORZA? E’ obbligatorio? E’ inconcepibile che un’opinione debba essere praticamente forzata in una direzione, e trovo veramente riprovevole che a qualcuno che ritiene di avere una cultura superiore alla media, possa anche minimamente passare per la testa una cosa simile. Arrivando ad offendere addirittura, e tacciando di ignoranza a destra e a manca. Chiamando ignoranti i lettori, che sono i potenziali acquirenti che decidono le sorti di un determinato autore. Un lettore può benissimo giudicare uno scrittore, nel bene e nel male – è un diritto in quanto acquirente. L’autore al contrario non dovrebbe permettersi di mettere in dubbio la cultura dei propri lettori, forte di un titolo di studio che, visti i fatti, ritengo di potere considerare un semplice foglio di carta straccia.

Tutti i grandi scrittori penso che abbiano ricevuto delle critiche negative ad un certo punto della loro carriera, e non penso che abbiano mai sbattuto i loro piedini per terra, offendendo i responsabili di tale affronto. Una risposta di dissenso? Certo, è normalissima e dovuta. Ma sempre nel rispetto dell’altro, che qui non c’è.

Personalmente il libro, da quel poco che ho letto, non mi piace. Forse gli avrei dato una chance in più se non fosse scoppiato uno scandalo del genere, ora mi tengo ben lontano da tale possibilità, che l’autore non merita. I docenti universitari possono dire quello che vogliono: io ritengo di possedere il sacrosanto diritto di pensare quello che IO voglio del libro, e alla luce di quel poco che sono riuscito a conoscere di quest’autore, posso benissimo dire di avere il diritto di farmi una superficiale opinione sulla sua persona. Non positiva, certo, arrivo addirittura ad affermare che o ti ha raccomandato qualcuno e che questi docenti universitari son tutti tuoi zii, cugini, fratelli e sorelle, oppure che tu sia un fake che ci sta prendendo tutti in giro. Spero in quest’ultima possibilità, visto che scoprire che esiste veramente un autore che si comporta così provocherebbe in me una reazione mista di depressione e ilarità. E no, non vivo in qualche mondo pseudo-onirico.

A presto e mi scuso degli eventuali toni forti di questo post, ma parlo come lettore che si sente OFFESO da comportamenti del genere, e non penso di essere l’unico.

#224 Comment By Carlo On 3 maggio 2008 @ 01:55

Tacete, asini ignoranti: quando avrete imparato l’etimologia della parola “elisione” e il suo utilizzo nella metrica classica, allora l’Opera di Rocca vi piacera’. Oh, se vi piacera’. Potrete finalmente capire la bellezza di espressioni come “il ventoso vento”, “i cespugli cespugliosi”, e “i vegetali vegetanti”. Potrete finalmente districarvi in espressioni maestose tipo: “gli sprazzi tra l’albore”, e “il silenzio smorzava la rigenerazione dello stato d’animo”. Non soffrirete piu’ di nausea, quando vi troverete a leggere coraggiosi luoghi comuni come “non gli rimanevano più lacrime da versare” e “occhi smeraldini”. Non vi verra’ piu’ da pensare istintivamente al buco del culo, quando leggerete “la tanto supposta reincarnazione”. Non sobbalzerete, sconcertati, alla descrizione di “neri capelli semi-corti”. Studiate il latino, ASINI!

#225 Comment By Koko On 3 maggio 2008 @ 09:48

Grazie Carlo, ci voleva un commento così XD

#226 Comment By Gwin On 3 maggio 2008 @ 10:39

Non ho avuto il coraggio di andare oltre a:
Tra i sottili lineamenti degli occhi a mandorla brillavano due gemme cerulee come il cielo terso, striate di zaffiro. Il bambino guardava gli erbosi prati che scorrevano oltre il foro della carrozza.
O__O

La mia stima immensa e imperitura verso Gamberetta che è riuscita addirittura a leggerne alcune pagine.

Ciao ciao, Gwin.

#227 Comment By Clio On 3 maggio 2008 @ 13:59

Carlo, forse hai ragione… Quando sapremo la storia filologica e filosofica di “elisione”, allora saremo persone complete, saremo di nuovo la Biga Alata nell’Iperuranio, e Le Chiavi del Cassonetto brillerà nel nostro universo come un nuovo, incontestabile Libro Sacro. ragzzi, convertiamoci all’elisione, elidiamoci tutti e facciamola finita XD
Ah…
Per Lilith
Già, che tipo di ragazzo sarà il nostro Mitoman? Secondo me, a furia di guardare i celi celestiali ha ottenuto occhi azzurri venati d’azzurro tendenti all’azzurro ma con quella punta d’azzurro che cambia tutto…
Tesoro, io sono affetta da curiosità compulsiva, se trovo qualcuno che mi può insegnare cerco di risucchiarne tutto il possibile, anche se il tale è un cialtrone, ma Abelardo non me ne voglia: qui il significante è troppo, troppo farlocco per poter prestar orecchio ad un supposto significato!
Chi la materia la sa davvero, non la ostenta, non ti sfida a trovare l’etimologia di “cirimbraccolo” ed il suo uso in Livio Andronico per non dover discutere del nocciolo della faccenda. Rocca la materia NON LA SA! Avrà un mucchio di nozioni zeppate in testa in qualche modo, ma non è un sapiente. Meno ingenuità, chica, apri gli occhi: potrà essere un passabile tecnico, non certo un artista.

#228 Comment By Lilith On 3 maggio 2008 @ 14:37

In generale pensavo che criticando la Troisi foste dei poveri invidiosi, ma con tutta sta faccenda su Mito ho capito che non capite prorpio una mazza, il vostro cervello allora è davvero tarato.
Porca miseria, Crowley urla che c’è il diritto di opinione, ma dico hai letto i messaggi di Mito e anche qualche mio? Sei ritardata? Entrambi dicevamo prorpio che le opinioni sono di dirittissimo, ma i giudizi se non si è competenti non si possono esprimere. Per il resto inutile insistere perchè vedo che ci state facendo più che esserci…poverini.

Clio è inutile che dici che Mito non sa la materia se non sei neanche in grado di confrontarti col cesso per vedere chi è più preparato!
Mito vedo che ci ha fatto una domanda e nessuno oltre alle stronzate solite risponde, allora vuol dire che siete dei fanfaroni bla bla che se foste innanzi a lui diffronte ad un giudice di gara la vostra faccina di bronzo diverrebbe rossa rossa…
E’ inutile che puntiate tanto sul pagamento della stampa, perchè c’è chi non arriva neanche a quel traguardo, e poi so che alcuni editori chiedono addirittura una bassa percntuale sul costo totale se il libro merita. Detto ciò io lo voglio leggere e poi dargli dei veri suggerimenti innocenti di una lettrice non di una sbruffona come voi!
Spero faccia i soldi come la Troisi così vi scoppia il fegato ancora di più…Mamma mia che piccoli immaturi che siete…

Viva la Troisi!!!! Dai Licia raggiungici ti prego!!!!

#229 Comment By Crowley On 3 maggio 2008 @ 14:57

Porca miseria, Crowley urla che c’è il diritto di opinione, ma dico hai letto i messaggi di Mito e anche qualche mio? Sei ritardata? Entrambi dicevamo prorpio che le opinioni sono di dirittissimo, ma i giudizi se non si è competenti non si possono esprimere. Per il resto inutile insistere perchè vedo che ci state facendo più che esserci…poverini.

Metto più che altro in dubbio la vostra buona educazione, direi. Ammetto che i toni del mio post non fossero proprio pacifici di fondo, ma penso sia una reazione più che normale di fronte ad una faccenda del genere: un autore che chiama ignoranti i propri potenziali lettori. E’ semplicemente paradossale, non sta nè in cielo nè in terra. Al contrario, io personalmente non ti ho mai chiamato “ritardato/a”, perchè qui sfociamo nel personale, e penso che tu questo diritto non possa arrogartelo. Tra l’altro, sono un ragazzO, con la lettera “o”. Potrei approfittarne per fare tristi battute riguardo al fatto che tu possa essere più ritardata di me non avendo tu notato la cosa, ma non mi abbasso a questi livelli e confido in un eventuale errore di battitura da parte tua. Per la questione “è sacrosanto avere un’opinione ma bisogna avere delle competenze per esprimere giudizi”, bene, il problema è questo: come vi permettete di mettere in dubbio le competenze dei lettori, cioè, ma chi vi credete di essere? Le uniche persone intelligenti sulla faccia della terra? E’ puro assolutismo culturale, e sinceramente, la cosa non può che farmi sorridere: prendere tutto ciò seriamente è solo una perdita di tempo.

#230 Comment By Clio On 3 maggio 2008 @ 15:10

Lilith, cara, che faccia soldi o crepi di stenti a me non interessa punto, sai? Mi sorprende solo la tua mastodontica ingenuità. Noi i fanfaroni? Mah, vabbè, buon viaggio, ed attenta a non scivolare sulle bucce di banana. :)
Ad ogni modo non rovinare l’ingenuità con l’atio, sarebbe un crimine gratuito.

#231 Comment By Sandy85 On 3 maggio 2008 @ 15:42

@ Lilith:
Oddio sto ancora rotolando a terra per questa affermazione:

le opinioni sono di dirittissimo, ma i giudizi se non si è competenti non si possono esprimere

So che rischierò di ripetere ciò che ha già detto qualcuno, ma voi fate lo stesso, se non peggio, infatti noi staremmo dando giudizi sul libro (o su ciò che abbiamo letto del libro), mentre voi state dando giudizi sulle persone che neanche conoscete e che non sarebbero (a quanto dici tu e qualcun altro) in grado di comprendere quanto valga un libro.
Ma finché sono in grado di leggere, sono anche in grado di esprimere opinioni e giudizi su quanto leggo, così come per ogni cosa che vedo, sento, guardo, ecc.

#232 Comment By Clio On 3 maggio 2008 @ 15:51

Sandy, hai centrato il punto XD
Ma forse loro, in quanto numi d’arte e scienza, sono anche onniscienti…

#233 Comment By Sandy85 On 3 maggio 2008 @ 15:55

(XD) È vero, non ho calcolato l’onniscienza di qualcuno, ma come ho fatto a dimenticarmene…

#234 Comment By Mari On 3 maggio 2008 @ 16:26

Ahah stiamo raggiungendo livelli davvero esilaranti!
Del ritardato non era ancora stato dato a nessuno.
Complimenti, Lilith, mi sa che sei sulla strada giusta per “mitoancetizzarti”! Le basi, soprattutto di scarsa educazione, ci sono tutte!

Clio e Sandy hanno già commentato esprimendo il mio pensiero, quindi aggiungo: Lilith, tu che difendi a spada tratta Sergio Rocca, dici di non aver letto il suo libro. Bene, compralo e leggilo. Poi torna qui e prova a essere obbiettiva.
Ah, ovviamente, prima prendi una laurea in lettere classiche. E magari una specializzazione in filologia moderna e classica. Il tutto possibilmente con il massimo dei voti. Altrimenti, come ha affermato l’autore, non potrai mai essere all’altezza di comprenderlo. Tantomeno di dare non dico giudizi, ma anche solo e soltanto una benchè minima opinione sulla sua opera.
Mi raccomando, quindi.
In bocca al lupo, eh!?

Ps. Lo so, avevo detto che era il caso di smetterla con questo flame, che continuo a ritenere assolutamente inutile. Ma Lilith mi ha davvero fatta morire dal ridere! Avvocatospadaccino, dove sei finito? XD

#235 Comment By Carlo On 3 maggio 2008 @ 21:38

Lilith:

Clio è inutile che dici che Mito

Mito? E dove e’ finito il “cesso”?

non sa la materia se non sei neanche in grado di confrontarti col cesso

… ah, eccolo.

per vedere chi è più preparato!
Mito vedo che ci ha fatto una domanda e nessuno oltre alle stronzate solite risponde,

… nessuno risponde, e nemmeno tu a quanto pare. E secondo te che cosa vuol dire questo? Lascio rispondere a te:

allora vuol dire che siete dei fanfaroni bla bla

Sei una “fanfarona bla bla”? E lo e’ anche Mitoancess, perche’ ti assicuro che lui non dira’ mai qual e’ l’etimologia della parola “elisione” e il suo utilizzo nella metrica classica. E sai perche’ non lo dira’ mai? Perche’ se lo dicesse si offrirebbe di nuovo allle critiche. E a lui le critiche non piacciono. Gli fanno la bua, poer nano.

#236 Comment By Rob On 3 maggio 2008 @ 21:47

Ragazzi, vi prego, basta! Sono stravolto. Avete davvero estenuato con questo prato erboso e altre cose simili… che monotonia e soprattutto, che palle!
La critica si fa in altri modi, lo sanno anche i bambini dello zecchino d’oro (senza offesa verso loro e questa manifestazione)… E’ stato detto mille volte, ma nulla da fare… Prendere frasetta per frasetta e trovare al suo interno tutto ciò a cui posso attaccarmi per demolirla o distruggerla, indipendentemente da qualsiasi spiegazione… non è critica !!
Chiedo scusa in anticipo per la lunghezza di questo messaggio ma a me non è concesso scrivere articoli.
Di tempo da perdere per dimostrare l’infondatezza di diverse parti della recensione e dei commenti non ne ho molto, a me pareva già così lampante, ma visto che non siete soddisfatti ve ne faccio alcuni esempi:

a) “per dire che un bambino ha gli occhi azzurri deve usare due metafore e una similitudine.”
Perchè, è proibito? Qualcuno ha stabilito per legge un prontuario su quante figure retoriche uno scrittore debba utilizzare? E’ vero, forse poteva essere espresso in maniera più semplice, e quindi? chi se ne frega, non è questo il punto. Le più grandi opere bretoni e medievali sono proprio caratterizzate dall’amplificatio che rende la lettura un vero e proprio viaggio tridimensionale nella realtà creata dall’autore, per non parlare del famosissimo ciclo arturiano ricolmo fino all’orlo di similitudini !

b) “L’insistenza su particolari inutili come le striature zaffiro sul ceruleo.”
Lo zaffiro può essere di vari colori, non necessariamente azzurro (esiste lo zaffiro giallo, viola etc… è una gemma che può assumere diverse varietà cromatiche). Donde si deduce non sia un particolare poi così inutile…

c) “Banalità dell’uso della metafora.”
Molti scrittori, partendo da metafore banali, hanno costruito discrete opere. La banalità di questa metafora poi è del tutto discutibile e soggettiva.

d) “Abbiamo poi il “foro” della carrozza. Sarebbe?”
Perchè alle carrozze è assolutamente vietato avere fori o aperture che non siano finestrini?

e) “Lo stridio del cocchio”? Perché il cocchio stride?”
Il cocchio può stridere eccome. Stridere può anche significare scricchiolare o cigolare e un vecchio mezzo di trasporto quale una carrozza, fatta da assemblaggi di pezzi di legno in movimento su una strada può stridere.

f) “I robusti e infaticabili frisoni: i due aggettivi sono di troppo, e il secondo è esiziale (visto? anch’io posso parlare forbito!)”
Esiziale significa mortale, che apporta un danno grave, e di certo non è consono che venga utilizzato in relazione a questi aggettivi, bensì ad una malattia e in ambito medico… Esiste anche una cosa che si chiama “campo semantico”! Sulla correlazione aggettivo/sostantivo tra frisoni e robusti/infaticabili si è già espresso l’autore in maniera esauriente in un post che ho letto e al quale rimando.

g) “Raccontato e non mostrato.”
Sta raccontando il movimento di una carrozza in corsa. Cos’altro dovrebbe dire? Credo sia a discrezione dello scrittore poter aggiungere di più o di meno…

h) ” Il ‘ballonzolare’ non è un suono.”
Il ballonzolare è un movimento, dove si è dedotto che potesse essere un suono dal contesto della frase? Il movimento può risultare tranquillamente ovattato.

i) “Gli ‘sprazzi tra l’albore’, perché la luce dell’alba solo a sprazzi permette di distinguere il verde dei prati?
La frase originale è “né alle distese erbose, il cui verde si scorgeva attraverso gli sprazzi tra l’albore” … significa che si potevano vedere solo parti del verde delle distese perchè la luce dell’alba che filtrava tra gli alberi permetteva di distinguere solo quei pezzi…. Cosa c’è da capire? Dove sarebbe lo sbaglio o la mancata chiarezza?

j) “Non ci sono immagini…”
I prati e il paesaggio cosa sono? Pere cotte?

k) “Non gli rimanevano più lacrime da versare” è un’altra frase che da sola fa meritare all’intero romanzo il cestino.”
Da quando questa frase è stata inserita nel Sillabo? Proibito usarla? Sarebbe una critica? Indubbiamente potrebbero esserci modi migliori ma mi raccomando, spulciamo bene fino in fondo, vediamo quante se ne possono beccare… Ah, in una frase c’è anche scritto “gli era stato amico” … cooooosa?? Era ??? il verbo essere è davvero banale, ridicolo…

l) “Quale silenzio? Non c’è lo stridio, lo scalpitio, e il “ballonzolare”(sic)? È vero, arrivano ovattati, ma non mi pare ci sia silenzio.”
Che elasticità mentale… Una persona sola, in una carrozza, in un paesaggio comunque isolato e nonostante lo scalpitio che giunge ovattato secondo voi è sinonimo di bailamme e cagnara?? Mio Dio…

m) -«Kalos…» echeggiava ogni tanto nella sua mente come un richiamo del ricordo dell’amico, del fratello…- Perché non metterci ecc. ecc. invece dei tre puntini di sospensione? L’effetto ridicolo è lo stesso.”
Ora ci attacchiamo pure sui segni di interpunzione… Queste sono semplici scelte insignificanti su più livelli… per la serie “attacchiamoci a tutto!”. Se uno vuol usare i puntini di sospensione anziché scrivere “etc…etc…” non va bene?? Sarebbero queste le critiche costruttive, valide e forbite??? Ammazza…

n) “Il bello è che non frega un tubo neanche al lettore del nuovo sovrano dei regni di Aesir e dell’anello di congiunzione fra occidente e oriente .”
Signori, da oggi in avanti nessun personaggio dei vostri romanzi e delle vostre storie può più affermare di essere disinteressato a qualunque cosa…. mi raccomando! Non è più possibile minimamente esprimere questo stato… Ipse dixit!

o) “Sono solo parole. Non stanno comunicando niente.(riferito ad una descrizione).”
Forse perchè potrebbe comunicarlo dopo? (magari nelle pagine NON lette?) Ah, no… bisogna impeccabilmente spiegare e rivelare tutto subito, altrimenti si è ridicoli e si spreca inchiostro.

p) “…essere i pensieri di un bambino. Sergio, quanti bambini senti esprimersi così? Nessuno.”
Eppure mi sembra chiaro in che epoca sia ambientata la scena. Dei dettagli che potrebbero farlo evincere ci sono… Siamo forse ai giorni nostri? Un bambino colto in epoca antico/medievale poteva parlare proprio con questa proprietà di linguaggio… (come avrete notato in diversi film, ma anche in diversi libri, ad esempio Jacques Le Goff, grande medievista, parla proprio dell’acutezza di linguaggio in bambini già in tenera età (ovviamente non figli di contadini…) NB = Mi sono permesso la citazione di un nome come Jacques Le Goff non per vantarmi, ma dato che avete mosso questa critica all’autore mi auguro vi siate almeno documentati per supportarla ( o almeno spero!)

q) «Non troveresti l’Ade così interessante, sai?» “buh!” lo dici improvvisamente.” Dunque se non ho capito male, se si fanno preamboli per introdurre e spiegare cose e situazioni si è pedanti e inutili, se non lo si fa si sbaglia comunque perchè si dice il tutto improvvisamente e ‘senza preparazione’. Mah… insomma non ci si azzecca mai.

r) “il suo amico, fratello maggiore, maestro… sottolinearlo tre volte in mezza pagina è RIDICOLO.”
Uno non può essere amico e insieme fratello e maestro ok ??? Sappiatelo… solo uno dei tre mi raccomando !!!(che chicche queste critiche !!!) Quanta professionalità.. Guarda caso tra le figure retoriche che hanno portato sul piano mondiale questa metodologia narrativa c’è la ripetizione dello stesso concetto con la medesima struttura semantico-sintattica o con espressioni alternative ma di identico significato.

Sono per l’esattezza ben diciotto esempi.
Non posso proseguire perchè il tempo stringe, ma vi assicuro che ce ne sarebbero altri da aggiungere al già consistente elenco.

Dunque, facciamo il punto della situazione. Stante il fatto che il libro possa piacere o meno, nonché la palese e possibile buona fede di alcuni consigli, la recensione e altri commenti hanno in qualche circostanza ovviato un chiaro criterio di obiettività, privilegiando piuttosto la ricerca spasmodica, tra gli “anfratti” delle parole, di ogni cosa possibile a cui potersi aggrappare (costi quel che costi) per contestare e giudicare, cadendo in certi casi nell’errore di muovere osservazioni non sempre plausibili, come ho cercato di dimostrare.
Molte considerazioni sono state abbastanza pretestuose, con il solo fine di poter riversare l’ovvio senso di fastidio derivato dai copiosi messaggi che arrivano e che sono discordanti con alcune linee di pensiero.

Come vedete non ho insultato, ho espresso ancora una volta un parere, ben supportato direi. Siamo tutti liberi di dire certe opinioni piuttosto che altre, ma purtroppo ciò non basta per recensire un libro! E non mi stancherò mai di dirlo. So che ormai quello che ho scritto non servirà a nulla, anzi… mi pioveranno accuse e ingiurie a 360 gradi, ma davvero… non ne potevo più di leggere alcune valutazioni demenziali e stupide ironie su prati erbosi e altro…

Ho ben motivato ciò che ho sostenuto, anche se contestare frase per frase come siete usati a fare qui è senza dubbio un delitto nel giudizio su un libro che ha spiegazioni ben più complesse ( e ciò vale per qualsiasi libro).

E’ vero che il primo impatto conta, ma è altrettanto vero che chi va in libreria, come qualcuno, e si basa sulle prime due righe per optare sull’acquisto o meno, non se ne dovrebbe vantare… anzi; può fornire giusto considerazioni molto sbrigative e gran poco attendibili. E qui non c’entra nulla il fatto di essere studenti universitari o intellettualoidi, basta avere perspicacia, consapevolezza solida e motivata delle proprie convinzioni e tanto buon senso per essere credibili. Qua non solo si esprime un parere, ma si recensiscono due pagine come matrice per il valore addirittura di un libro intero.
Questo metodo di lavoro, semmai, è da cassonetto d’immondizia.

Ribadisco, il libro può piacere o meno, uno può anche dire che faccia schifo, ma non diffamare ( e non dite che non è così ) sulla base di giudizi, “critiche” o “pseudo-osservazioni” come quelle che ho visto qui, molte delle quali azzeccate e affidabili come le previsioni di una bufera di neve in Africa equatoriale.

Ho letto il libro, PER INTERO, e per la cronaca, non sono né mi sento affatto scemo nell’averlo fatto, caro Sig./Sig.ra Scemo chi legge (ho visto che poi si è scusato/a, be.. ci mancherebbe altro!)

So che questo mio commento e queste mie notizie turberanno questo sito, ovvero un’istituzione che si gloria del suo decoro (visto! anch’io so usare l’ironia nelle critiche), però davvero… non se ne può più!

#237 Comment By Clio On 3 maggio 2008 @ 21:51

Carlo, non esser troppo sagace, potrebbe risentirsi :)
Però ad un certo punto potremmo anche smetterla, più si continua e più ho l’impressione di sparare sulla Croce Rossa…

#238 Comment By Clio On 3 maggio 2008 @ 22:42

A Rob
Perlomeno qualcuno che argomenta invece di sgallinare, alleluja!
Tanto per cominciare: la recensione è piena di acredine e accanimento, vero, ma la situazione rende comprensibile tutto ciò.

a) “per dire che un bambino ha gli occhi azzurri deve usare due metafore e una similitudine.”
Perchè, è proibito? [...]E’ vero, forse poteva essere espresso in maniera più semplice, e quindi? chi se ne frega, non è questo il punto. Le più grandi opere bretoni e medievali sono proprio caratterizzate dall’amplificatio che rende la lettura un vero e proprio viaggio tridimensionale nella realtà creata dall’autore, per non parlare del famosissimo ciclo arturiano ricolmo fino all’orlo di similitudini !

Vero, i poemi medievali sono molto “ricchi”, ma chissà perchè, non “offendono” il lettore. Personalmente ciò che ho trovato insopportabile di questo brano (e non penso che la cosa riguardi solo me) non è il linguaggio forbito, quanto il fatto che questo linguaggio è “fine a se stesso”. Leggendo sembra che l’autore voglia essere ricercato e ricco, e va a finire che è sovrabbondante. Qui non si tratta di ricchezza di prosa, si tratta di “asianesimo terminale”, passatemi il terimne…

b) “L’insistenza su particolari inutili come le striature zaffiro sul ceruleo.”
Lo zaffiro può essere di vari colori, non necessariamente azzurro (esiste lo zaffiro giallo, viola etc… è una gemma che può assumere diverse varietà cromatiche).
Per l’appunto, lo scrittore non dà un’immagine, è un mero arzigogolo letterario, ed anche piuttosto usato. Giustamente se uno mi dice “occhi di ametista”, io so che la persona avrà gli occhi di una qualche sfumatura di viola. Se uno mi dice “occhi di agata”, già non dice più nulla, è un preziosismo, non comunica nulla.

c) “Banalità dell’uso della metafora.”
Molti scrittori, partendo da metafore banali, hanno costruito discrete opere.

Usando figure e paragoni ricorrenti si possono ottenere risultati notevoli, ma è difficilissimo, come dice Saba. Niente di male se paragoni gli occhi a gemme, se lo sai fare è bello, sennò è banale. Nel caso appare banale, perchè anche qui non si cerca di comunicare un’immagine, ma di fare un esercizio poetico.

d) “Abbiamo poi il “foro” della carrozza. Sarebbe?”
Perchè alle carrozze è assolutamente vietato avere fori o aperture che non siano finestrini?
Bè, è un po’ strano, non trovi? Certo, io posso anche dire che il personaggio guardava il cielo dalla cappa del camino, ma è bizzarro. Non tutte le carrozze hanno i finestrini, ma i buchi?… Mah…

e) “Lo stridio del cocchio”? Perché il cocchio stride?”
Il cocchio può stridere eccome. Stridere può anche significare scricchiolare o cigolare e un vecchio mezzo di trasporto quale una carrozza, fatta da assemblaggi di pezzi di legno in movimento su una strada può stridere.
No, il gessetto sulla lavagna sgtride, la chiave nella serratura stride, un maialetto scannato stride, è un suono differente dal cigolio. E ad ogni modo io sui carri c’ho viaggiato di tanto in tanto, e non calessini da turisti, ma non li ho mai sentiti cigolare. Poi, tutto è possibile, ma cigolare non è stridere.

h) ” Il ‘ballonzolare’ non è un suono”
Il ballonzolare è un movimento, dove si è dedotto che potesse essere un suono dal contesto della frase? Il movimento può risultare tranquillamente ovattato.

Un movimento non è ovattato, il rumore di un movimento è ovattato. Gomenne, ma questa è proprietà di linguaggio.

… significa che si potevano vedere solo parti del verde delle distese perchè la luce dell’alba che filtrava tra gli alberi permetteva di distinguere solo quei pezzi…. Cosa c’è da capire? Dove sarebbe lo sbaglio o la mancata chiarezza?

C’è di sbagliato che la scena è irreale. Sono stata a zonzo nei boschi a diverse ore del giorno e della notte, e non esiste che tu distingua solo le radure od i pascoli, soprattutto in un’epoca remota, in cui i boschi sono adulti. L’autore, come la maggioranza della gente, conosce solo boschi giovani, e forse nemmeno quelli, non pensa che secoli fa un bosco potesse essere differente. All’alba la luce grigia si riflette sulle foglie, alberi e cespugli sono ben visibili, e tutto pare come “grigio”. Forse se tu ti trovassi ad attraversare un bosco di sole conifere potresti passare, ma questo genere di avventure capitano nei rimboschimenti, i boschi quelli veri non sono MAI di soli aghifoglie.

j) “Non ci sono immagini…”
I prati e il paesaggio cosa sono? Pere cotte?

Non sono resi, sono “poetati”, non so se mi spiego: non comunica immagini, adorna un’idea vaga di parole desuete.

k) “Non gli rimanevano più lacrime da versare” è un’altra frase che da sola fa meritare all’intero romanzo il cestino.”
Da quando questa frase è stata inserita nel Sillabo? Proibito usarla? Sarebbe una critica? Indubbiamente potrebbero esserci modi migliori ma mi raccomando, spulciamo bene fino in fondo, vediamo quante se ne possono beccare… Ah, in una frase c’è anche scritto “gli era stato amico” … cooooosa?? Era ??? il verbo essere è davvero banale, ridicolo…

No, il verbo essere è parte integrante della lingua italiana. Questa frase invece è la tipica frase da sussidiario. Poi, non è vietato usarla, ma è stata talmente sfruttata che ormai ha perso ogni carica patetica.

l) “Quale silenzio? Non c’è lo stridio, lo scalpitio, e il “ballonzolare”(sic)? È vero, arrivano ovattati, ma non mi pare ci sia silenzio.”
Che elasticità mentale… Una persona sola, in una carrozza, in un paesaggio comunque isolato e nonostante lo scalpitio che giunge ovattato secondo voi è sinonimo di bailamme e cagnara?? Mio Dio…

No, ma tra silenzio e cagnara c’è vari gradi, non pensi? E’ proprio degli scrittori alle prime armi essere incoerenti, e questa è incoerenza, perchè per quanto ovattata possa essere una carrozza od un carro non è silenziosa. Sarebbe come dire che in metropolitana c’è silenzio. Possono stare tutti zitti, ma silenzio non c’è!

Ora ci attacchiamo pure sui segni di interpunzione… [...]Se uno vuol usare i puntini di sospensione anziché scrivere “etc…etc…” non va bene??

Va benissimo, è solo ridicolo: cerca di essere patetico senza saperlo fare.

n) “Il bello è che non frega un tubo neanche al lettore del nuovo sovrano dei regni di Aesir e dell’anello di congiunzione fra occidente e oriente .”
Signori, da oggi in avanti nessun personaggio dei vostri romanzi e delle vostre storie può più affermare di essere disinteressato a qualunque cosa….

Se nella storia è ininfluente, perchè mettercelo? Per dare un po’ di colore locale?

o) “Sono solo parole. Non stanno comunicando niente.(riferito ad una descrizione).”
Forse perchè potrebbe comunicarlo dopo? (magari nelle pagine NON lette?)

Noi stiamo commentando le prime pagine, e l’autore non ha detto “ma dopo si risolve, siete voi che non avete letto bene”, si limita a dire” non capisci nulla, è perfetto!”, al che io mi fido e penso che non comunichi nulla nemmeno dopo…

Un bambino colto in epoca antico/medievale poteva parlare proprio con questa proprietà di linguaggio… (come avrete notato in diversi film, ma anche in diversi libri, ad esempio Jacques Le Goff, grande medievista, parla proprio dell’acutezza di linguaggio in bambini già in tenera età (ovviamente non figli di contadini…)

Giustissimo, ma qui il bambino non sta parlando, il bambino sta pensando, è diverso. Io penso “o Madonna, che sonno!” e dico al mio vicino di casa “Questa mattina mi sento un po’ stanca, sa…”. Se il bambino stesse parlando con qualcuno, niente da eccepire, ma sta pensando, e quindi il tutto diventa trombone e tirato per i capelli.

NB = Mi sono permesso la citazione di un nome come Jacques Le Goff non per vantarmi, ma dato che avete mosso questa critica all’autore mi auguro vi siate almeno documentati per supportarla ( o almeno spero!)

Penso che tutti quelli che si interessano almeno un pochino all’epoca medievale conoscano Le Goff XD Ti consiglio anche regine Pernaud
Chiuso OT

q) «Non troveresti l’Ade così interessante, sai?» “buh!” lo dici improvvisamente.” Dunque se non ho capito male, se si fanno preamboli per introdurre e spiegare cose e situazioni si è pedanti e inutili, se non lo si fa si sbaglia comunque perchè si dice il tutto improvvisamente e ‘senza preparazione’.

Non c’entra niente, qui si discute il fatto che la scena è descritta male. Il bambino sussulta non appena sente una voce straniera, ma detto così sembra che senta la frase e poi trasecoli “omamma, chissaramai?”. L’autore non sa descrivere la scena, semplicemente. “Una voce inattesa lo fece trasalire: -Non troveresti, ecc.”, ora è scritto a cane, lo so, ma in questo modo tu vedi il bambino sussultare appena sente parlare l’altro, nell’altro modo i personaggi sono scoordinati.

r) “il suo amico, fratello maggiore, maestro… sottolinearlo tre volte in mezza pagina è RIDICOLO.”
Uno non può essere amico e insieme fratello e maestro ok ???

Certo che può, può anche preparargli i panini se vuole, chi dice niente? La critica è al fatto che ribattere per tre volte in mezza pagina che costui era maestro, fratello, zio, cugino di secondo grado, pittore di acquerelli ecc. è ridicolo. Non il fatto che lui fosse tutto ciò, quanto il ripeterlo tre volte in mezza pagina.

Quanta professionalità.. Guarda caso tra le figure retoriche che hanno portato sul piano mondiale questa metodologia narrativa c’è la ripetizione dello stesso concetto con la medesima struttura semantico-sintattica o con espressioni alternative ma di identico significato.

Sì, d’accordo, ma tre volte in mezza pagina?! Anche il paragone è una splendida figura retorica, ma se io mi metto a scrivere: “la mia camicia è rossa come i papaveri, come le ciliegie, come le fragole che maturano nelle estati calde come il forno” ecc. scrivo boiate!
A chiosa, l’autore non ha controbattutto, ha iniziato a darci dei barbari ignoranti come Assurancetourix d’Armorica: denota che non è sicuro del fatto suo.

#239 Comment By Gamberetta On 3 maggio 2008 @ 22:46

@Rob.

a) “per dire che un bambino ha gli occhi azzurri deve usare due metafore e una similitudine.”
Perchè, è proibito? Qualcuno ha stabilito per legge un prontuario su quante figure retoriche uno scrittore debba utilizzare? E’ vero, forse poteva essere espresso in maniera più semplice, e quindi? chi se ne frega, non è questo il punto.

Sì, lo è. Quando scrivi in italiano segui delle precise regole di ortografia e sintassi, quando scrivi narrativa di genere ci sono regole altrettanto precise.
Ora, un autore può ignorare le regole dell’italiano (per esempio facendo parlare un personaggio in dialetto) e allo stesso modo può violare le regole e le consuetudini della narrativa, tuttavia se non sa quello che sta facendo vengono fuori disastri, come il caso in esame.
Infatti il problema di fondo è che il testo è noioso e sconclusionato, tanto appunto che dopo poche pagine non si ha più voglia di proseguire. Questa mancanza di voglia è dovuta al fatto che l’autore ha violato tutta una serie di regole, senza ottenere da tale libertà nessun particolare effetto positivo.
Il paragone con le opere medievali lascia il tempo che trova: se io scrivessi in italiano trecentesco non mi pubblicherebbe e leggerebbe nessuno. La narrativa si evolve (puoi anche sostenere si evolva in peggio, ma questo è un altro discorso) e se si vuole essere letti occorre farsi capire.
Poi niente vieta al signor Rocca di scrivere in greco antico per il suo pubblico raffinato che tanto apprezza, e niente vieta a te di apprezzare Le Chiavi del Fato così com’è, rimane il fatto che usare tre metafore e otto similitudini quando non servono è un errore.

#240 Comment By Gwin On 3 maggio 2008 @ 22:47

Uff… io non volevo entrare nel flame, mi ero limitata solo a far i complimenti a Gamberetta, ma pare che qui mi ci stiano tirando per i capelli… (scusate, so già che sara un lungo testo, il mio)

a) “per dire che un bambino ha gli occhi azzurri deve usare due metafore e una similitudine.”
Perchè, è proibito? Qualcuno ha stabilito per legge un prontuario su quante figure retoriche uno scrittore debba utilizzare? E’ vero, forse poteva essere espresso in maniera più semplice, e quindi? chi se ne frega, non è questo il punto. Le più grandi opere bretoni e medievali sono proprio caratterizzate dall’amplificatio che rende la lettura un vero e proprio viaggio tridimensionale nella realtà creata dall’autore, per non parlare del famosissimo ciclo arturiano ricolmo fino all’orlo di similitudini !

Ancora non ho avuto il piacere di leggere i ciclo di Artù o opere bretoni, quindi non posso far altro che fidarmi quando dici che sono piene di tali metafore (permettetemi però di sperare che non siano a questi livelli) e chetarmi a riguardo.
Su similitudini e metafore, però vorrei portare “alla luce” le parole di un premio Nobel, per quanto ironiche queste siano, che sono diventate il mio Vademecum personale (porto solo alcune parti). Oh, ovviamente non sono legge, solo consigli di buona scritture. Se uno vuole ignorarli, liberissimo di far come meglio crede:

3. Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata.
12. I paragoni sono come le frasi fatte.
13. Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa; ripetere è superfluo (per ridondanza s’intende la spiegazione inutile di qualcosa che il lettore ha già capito).
18. Guardati dalle metafore troppo ardite: sono piume sulle scaglie di un serpente.
22. Non usare metafore incongruenti anche se ti paiono “cantare”: sono come un cigno che deraglia.
24. Sii conciso, cerca di condensare i tuoi pensieri nel minor numero di parole possibile, evitando frasi lunghe — o spezzate da incisi che inevitabilmente confondono il lettore poco attento — affinché il tuo discorso non contribuisca a quell’inquinamento dell’informazione che è certamente (specie quando inutilmente farcito di precisazioni inutili, o almeno non indispensabili) una delle tragedie di questo nostro tempo dominato dal potere dei media.
33. Inutile dirti quanto sono stucchevoli le preterizioni.
38. Non indulgere ad arcaismi, apax legomena o altri lessemi inusitati, nonché deep structures rizomatiche che, per quanto ti appaiano come altrettante epifanie della differanza grammatologica e inviti alla deriva decostruttiva – ma peggio ancora sarebbe se risultassero eccepibili allo scrutinio di chi legga con acribia ecdotica – eccedano comunque le competenze cognitive del destinatario.
39. Non devi essere prolisso, ma neppure devi dire meno di quello che.

(Umberto Eco, La Bustina di Minerva, Bompiani 2000)

b) “L’insistenza su particolari inutili come le striature zaffiro sul ceruleo.”
Lo zaffiro può essere di vari colori, non necessariamente azzurro (esiste lo zaffiro giallo, viola etc… è una gemma che può assumere diverse varietà cromatiche). Donde si deduce non sia un particolare poi così inutile…

allora direi che è in difetto di almeno una parola. Se non intendeva lo zaffiro azzurro (quello che in genere viene subito in mente, soprattutto in quel contesto) doveva specificare di quale parlava… oppure dovevamo immaginare gli occhi cerulei scagliati di azzurro, viola, giallo e altri?

c) “Banalità dell’uso della metafora.”
Molti scrittori, partendo da metafore banali, hanno costruito discrete opere. La banalità di questa metafora poi è del tutto discutibile e soggettiva.

Sì, bisogna solo vedere il risultato e ciò che suscita. Appunto perché soggettivo, la tua critica su questo punto è insensata: a lei (e altri) non è piaciuta.

d) “Abbiamo poi il “foro” della carrozza. Sarebbe?”
Perchè alle carrozze è assolutamente vietato avere fori o aperture che non siano finestrini?

Come per lo zaffiro del punto b, allora, avrebbe dovuto specificare di quale foro parlava.

g) “Raccontato e non mostrato.”
Sta raccontando il movimento di una carrozza in corsa. Cos’altro dovrebbe dire? Credo sia a discrezione dello scrittore poter aggiungere di più o di meno…

Ed è a discrezione del lettore dire: “Mi ha dato di più leggere il pensierino scolastico di mia sorella di otto anni.”
Un buon autore sa farti vedere la carrozza che corre, con tanto di intarsiature e graffi, che quasi ti sembra di starci sopra!

i) “Gli ’sprazzi tra l’albore’, perché la luce dell’alba solo a sprazzi permette di distinguere il verde dei prati?
La frase originale è “né alle distese erbose, il cui verde si scorgeva attraverso gli sprazzi tra l’albore” … significa che si potevano vedere solo parti del verde delle distese perchè la luce dell’alba che filtrava tra gli alberi permetteva di distinguere solo quei pezzi…. Cosa c’è da capire? Dove sarebbe lo sbaglio o la mancata chiarezza?

Sei mai uscito all’alba? Deduco di no, se non capisci la differenza…
Oh, a proposito… dove si parla degli alberi? Non sapevo che “distese erbose” intendesse anche gli alberi… a me, sinceramente, evoca un immenso prato di sola erba, al massimo delle margherite sparse qua e là.
E per tornare all’alba, ci si vede discretamente già dall’inizio dell’aurora e, anche concesso che ci siano gli alberi (seppure non sia scritto e il lettore non può entrare nella mente dell’autore), l’ombra che provocano renderà il verde del prato più scuro, non lo trasformerà in un’altro colore. (Qui non ammetto repliche, l’arte visiva è il mio campo e so di quel che parlo!)

j) “Non ci sono immagini…”
I prati e il paesaggio cosa sono? Pere cotte?

Parole, solo parole. Non evocano, nel contesto, nessuna immagine tangibile, di quelle in cui ti ci perdi e non ti sembra più di essere nella tua camera, sdraiato sul letto a leggere un libro, ma lì, accanto al protagonista a sorridere, piangere, aver paura e gioire con lui.
Queste sono le “immagini”. Il resto, mere parole vuote.

l) “Quale silenzio? Non c’è lo stridio, lo scalpitio, e il “ballonzolare”(sic)? È vero, arrivano ovattati, ma non mi pare ci sia silenzio.”
Che elasticità mentale… Una persona sola, in una carrozza, in un paesaggio comunque isolato e nonostante lo scalpitio che giunge ovattato secondo voi è sinonimo di bailamme e cagnara?? Mio Dio…

Ho vissuto in campagna per dieci anni, passava una macchina ogni morto di papa e quando ero sola a casa era talmente tranquillo che sentivo le macchine che passavano ad un paio di chilometri e più di distanza.
Appunto perché è un posto isolato e “vuoto”, il più minimo rumore si nota come una cannonata e da più fastidio di una tv accesa in centro città.

m) -«Kalos…» echeggiava ogni tanto nella sua mente come un richiamo del ricordo dell’amico, del fratello…- Perché non metterci ecc. ecc. invece dei tre puntini di sospensione? L’effetto ridicolo è lo stesso.”
Ora ci attacchiamo pure sui segni di interpunzione… Queste sono semplici scelte insignificanti su più livelli… per la serie “attacchiamoci a tutto!”. Se uno vuol usare i puntini di sospensione anziché scrivere “etc…etc…” non va bene?? Sarebbero queste le critiche costruttive, valide e forbite??? Ammazza…

L’ortografia non fa parte del testo? I segni di interpunzione non contano nulla?
Allora perché metterli e avere delle regole per usarli nel modo giusto, se tanto si possono usare come ci pare?
Ogni minima scelta è importante.
Ricorda, per un punto Martin perse la cappa. Era sul mio libro di grammatica delle elementari.

o) “Sono solo parole. Non stanno comunicando niente.(riferito ad una descrizione).”
Forse perchè potrebbe comunicarlo dopo? (magari nelle pagine NON lette?) Ah, no… bisogna impeccabilmente spiegare e rivelare tutto subito, altrimenti si è ridicoli e si spreca inchiostro.

Immagini, si parla di immagini. (Di cui ho già parlato al punto j).

q) «Non troveresti l’Ade così interessante, sai?» “buh!” lo dici improvvisamente.” Dunque se non ho capito male, se si fanno preamboli per introdurre e spiegare cose e situazioni si è pedanti e inutili, se non lo si fa si sbaglia comunque perchè si dice il tutto improvvisamente e ‘senza preparazione’. Mah… insomma non ci si azzecca mai.

Ripetere tre volte il colore degli occhi e due la forza dei cavalli è più importante di spendere due parole per introdurre un personaggio?

r) “il suo amico, fratello maggiore, maestro… sottolinearlo tre volte in mezza pagina è RIDICOLO.”
Uno non può essere amico e insieme fratello e maestro ok ??? Sappiatelo… solo uno dei tre mi raccomando !!!(che chicche queste critiche !!!) Quanta professionalità.. Guarda caso tra le figure retoriche che hanno portato sul piano mondiale questa metodologia narrativa c’è la ripetizione dello stesso concetto con la medesima struttura semantico-sintattica o con espressioni alternative ma di identico significato.

Non ha detto che non possono essere tutt’e tre. Ha detto che non c’è bisogno che ripeta lo stesso concetto (che è suo fratello, amico, maestro e quant’altro) per tre volte. E’ leggermente diversa, la situazione.

Molte considerazioni sono state abbastanza pretestuose, con il solo fine di poter riversare l’ovvio senso di fastidio derivato dai copiosi messaggi che arrivano e che sono discordanti con alcune linee di pensiero.

Così come molte delle critiche a tali considerazioni…

Comunque, mi pare che pure io ho motivato le mie risposte alle tue critiche, pacificamente.

Solo… me la togli una curiosità, per favore?
Anche altri prima di te hanno detto questo:

E’ vero che il primo impatto conta, ma è altrettanto vero che chi va in libreria, come qualcuno, e si basa sulle prime due righe per optare sull’acquisto o meno, non se ne dovrebbe vantare… anzi; può fornire giusto considerazioni molto sbrigative e gran poco attendibili. E qui non c’entra nulla il fatto di essere studenti universitari o intellettualoidi, basta avere perspicacia, consapevolezza solida e motivata delle proprie convinzioni e tanto buon senso per essere credibili.

Ma non hanno risposto a quest’altra domanda:
Tu, voi, come giudicate se un libro merita o meno di essere comprato?
Sono seria: sempre pronta ad imparare metodi migliori per giudicare un libro e portarmene a casa uno che si fa leggere (Ho provato sulla mia pelle che basarsi solo su “Ci hanno fatto su un film che ho adorato” non è sufficiente perché piaccia anche il libro… ù_ù)

Gwin

#241 Comment By Carlo On 4 maggio 2008 @ 02:43

a) “per dire che un bambino ha gli occhi azzurri deve usare due metafore e una similitudine.”
Perchè, è proibito?

No, ma nemmeno pisciare controvento lo e’.

#242 Comment By Lilith On 4 maggio 2008 @ 12:56

ROB davvero credevi che fare un’analisi punto per punto della …oddio non riesco a dirlo…falsa recensione (così sono riuscita) di Gamby sarebbe servito a qualcosa? Ma non vedi che parlare con loro è come tentare di insegnare geometria a un mulo! Quà molti commentatori ci FANNOOOO! Non è che ci sono, CI FANNOOO! sono entrati in una dimensione psicolabile non so quanto tempo fà (probabilmente appena nati o quando hanno ricevuto una mega umiliazione e/o hanno iniziato a vivere una colossale frustrazione) e ormai se tu li becchi a fare la pipì hanno il coraggio di negartelo!!!! Ma non vedi che avrebbero il coraggio di contraddire il più esperto astrofisico del mondo?
C’è chi parla di Umberto Eco ma dimostra di essere uno gnorri inetto perchè pur di sfuggire alla domanda di Mito spara commenti irrisori.
Chi si improvvisa maestrina di grammatica senza manco farsi prima un corso di alfabetizzazione… Ma perchè poi evitate il confronto con Mito glissando le precise informazioni che lui da? Dai dai gnorri-men !
E poi da quando in quà le carrozze hanno i finestrini? Siamo in treno percaso?

CIUF CIUF !

Probabilmente l’autore si riferiva ai fori che davano all’esterno senza vetro, al massimo c’era un pezzo di legno usato a mò di scurino…

CIUF CIUF CIUF CIUF CIUF!!!!

Clio ti avessi di fronte ti vomiterei in faccia da quanto sei insulsa e patetica!

Mio Dio, adesso capisco perchè Troisi viene criticata tanto…JE RODEEEE !

A chi mi aveva detto di leggermi il libro rispondo che fra non molto lo farò, come ho già detto, ma mi guarderò bene dall’esprimere qualcosa di più di un parere come fatte voi, perchè aldilà di quei quattro amichetti che vi seguono chiunque entri in questo sito capisce che siete dei mocciosi ignoranti e fanfaroni sbruffoni…
E NESSUNO MI DICA CHE OFFENDO PERCHè QUELLO CHE LEGGO DAL VOSTRO PULPITO è PURO INSULTO GRATUITO E MALEDUCATO.

STO ASPETTANDO LA TROISI O QUEL RECENSORE CHE LA DIFENDEVA, ALMENO SI PARLA TRA PERSONE INTELLIGENTI…

#243 Comment By Lilith On 4 maggio 2008 @ 13:01

Ah Carlo, guarda bene perchè se non stai attento il piscio che hai nel cervello ti scivola via dalle orecchie!

Sai che alla società è più utile l’incrostazione del cesso che la tua sciocca esistenza!

#244 Comment By Clio On 4 maggio 2008 @ 13:45

A Lilith
Lillina bella, perchè ti scaldi? Suvvia, la tua ingenuità è veramente preziosa, sciuparla con la volgarità è un crimine!

ROB davvero credevi che fare un’analisi punto per punto della …oddio non riesco a dirlo…falsa recensione (così sono riuscita) di Gamby

Uau, sei riuscita a scrivere “falsa”! Bè, dopo quì, quà e pò, una parola corretta, non è male :)

Quà molti commentatori ci FANNOOOO! Non è che ci sono, CI FANNOOO! sono entrati in una dimensione psicolabile non so quanto tempo fà

Decidi Lillina, o lo siamo dalla nascita, o non lo siamo e ci facciamo XD

(probabilmente appena nati o quando hanno ricevuto una mega umiliazione e/o hanno iniziato a vivere una colossale frustrazione)

Ah, mi rivanghi tristi ricordi…

e ormai se tu li becchi a fare la pipì hanno il coraggio di negartelo!!!!

Io non negherei, urlerei: “si bussa, prima di entrare!”
Piuttosto, Lillina, sei tu che, dopo che ti abbiamo fatto notare degli evidenti strafalcioni (i tre paperetti, sai?) ti ostini a negare l’evidenza. L’italiano non è un’opinione, sai? Sei come i bambini che si sbagliano a vestirsi e mettono la maglietta al rovescio, e quando i compagnetti glielo fanno notare strillano “non è al rovescio, è fatta così!”. Ciccia, sei tu che dopo aver pisciato fuori del vaso continui a negare.
Negare, negare sempre…

Ma non vedi che avrebbero il coraggio di contraddire il più esperto astrofisico del mondo?

Non si parla di astrofisica, ma di letteratura, e siamo tutti lettori.

C’è chi parla di Umberto Eco ma dimostra di essere uno gnorri inetto perchè pur di sfuggire alla domanda di Mito spara commenti irrisori.

Lilly bella, aspetti ancora l’illuminazione di “elisione”? Anche io, fremo all’idea di leggere le auguste parole di mitoman! Ma sai, il suo atteggiamento, che a te ha tanto impressionato, a casa mia si chiama “menare il can per l’aia”.

E poi da quando in quà le carrozze hanno i finestrini?

Questa mi ha fatta veramente sghignazzare XD Lillina, la carrozzella che va con du’ stranieri, per citare Venditti, non è l’unico modello al mondo, sai? Le carrozze più vicine ai nostri tempi i finestrini li avevano eccome, e se tu leggessi qualche romanzo ottocentesco c’è un sacco di gente che si sporge dal finestrino per gridare qualcosa al cocchiere.

Probabilmente l’autore si riferiva ai fori che davano all’esterno senza vetro, al massimo c’era un pezzo di legno usato a mò di scurino…

A cosa si riferisse, questo sta alla nostra fervida immaginazione supporlo! Che intendeva mai? Un buco di un tarlo? Il segno di un fendente? Una finestrella??

Clio ti avessi di fronte ti vomiterei in faccia da quanto sei insulsa e patetica!

Piccola, perchè? A me stai molto simpatica nella tua ingenuità :)

Mio Dio, adesso capisco perchè Troisi viene criticata tanto…JE RODEEEE !

Aridanga… Lillina, se tu soffri di manie di persecuzione non significa che anche noi ne siamo affetti. A me non importa un fico della Troisi o del signor mitoman, io lamento il destino della letteratura italiana, ridotta a portare avanti come esempi opere tanto scadenti.

A chi mi aveva detto di leggermi il libro rispondo che fra non molto lo farò

Tanti auguri, ma prima devi laurearti in filologia, filosofia calmucca, letteratura ugrofinnica e storia del calesse applicata.

E NESSUNO MI DICA CHE OFFENDO

Hum… Offendi.
Suvvia, non te la prendere.
Vedi, la differenza tra te e Rob è che con Rob si discute, nel senso che lui prende la citazione e la contesta, noi la ri-contestiamo, alla fine nessuno convince l’altro, ma la disputatio fa sempre bene alla salute.
Te invece strilli “teste di minchia che non capite nulla, invidiosi” e basta. Capisci, il contenuto dei tuoi post è nullo, non dici nulla, sei inaniloquente (tanto per parafrasare un autore che adoro).

STO ASPETTANDO LA TROISI O QUEL RECENSORE CHE LA DIFENDEVA, ALMENO SI PARLA TRA PERSONE INTELLIGENTI…

Sì, bravi, fondate il blog “la barca delle Muse”, così riunendo i vostri illuminati intelletti chissà a cosa non arriverete! Ciaociao

#245 Comment By Gwin On 4 maggio 2008 @ 14:04

E NESSUNO MI DICA CHE OFFENDO PERCHè QUELLO CHE LEGGO DAL VOSTRO PULPITO è PURO INSULTO GRATUITO E MALEDUCATO.

Ahahahahah! XDDD
Che bello, una risata ogni tanto fa sempre bene… :D

Rispondere però alle domande che vengono poste è un optional vedo…

C’è chi parla di Umberto Eco ma dimostra di essere uno gnorri inetto perchè pur di sfuggire alla domanda di Mito spara commenti irrisori.

Ho semplicemente risposto a ROB, non mi son messa a leggere i precedenti 220 commenti (anche perché, come già detto, volevo evitare di entrar nella discussione… anche se poi ho letto cose che me l’hanno impedito, data la loro assurdità)
Cmq… sfuggire alla domanda di Mito, dici? Ok, me la cerco e ti faccio sapere…

Spiegate l’etimologia del termine e suo utilizzo peculiare nella metrica latina. Sotto a chi tocca!

Elisione, elidere. E intensiva + Ledere che vuol dire manomettere, danneggiare.
In genere usato nel significato di rimuovere, annullare, levar via; si usa maggiormente per indicare le vocali a fine parola che vengono tolte per una più facile articolazione delle parole. (es. l’albero invece di lo albero)

Nella metrica latina (metrica quantitativa -a differenza di quella italiana che è accentuativa) ci si basa principalmente sull’alternanza delle sillabe (sillabe lunghe seguite da sillabe brevi).
L’elisione, meglio detta sinalefe, fa cadere l’ultima sillaba che finisce in vocale o in m se la parola seguente inizia per vocale o h e fonde insieme le due parole.

Contento il nostro Mito? ^.^
Chissà che non abbia aiutato qualcuno…
Ciao ciao,
Gwin.

#246 Comment By Sandy85 On 4 maggio 2008 @ 14:12

Clio, guarda, io neanche risponderei, diciamo che mi sono stufata di parlare solo con gente come Lilith, almeno Rob è stato gentile e non ha insultato nessuno, ha solo dato le sue spiegazioni cercando di confutare ciò che Gamby ha scritto. Perché non sono tutti come lui? Semplice, nessuno vuol impegnarsi ad indagare ed a porre nuovi quesiti, a noi ed anche al suo cervello.

laurearti in filologia

Mhm, penso sarà dura, ma non solo per Lilith, un po’ per tutti, io studio filologia e non è facile, pur essendo una materia interessantissima.

#247 Comment By Clio On 4 maggio 2008 @ 14:21

A Sandy
Guarda, a me fan tenerezza. Hai presente come i marmocchi quando li contraddici e loro attaccano “stai zitta, cacca, piscio, scemo!”. Forse pensano ancora che le parolacce abbiano una valenza magica…
Eh, la filologia è dura, ma non più di filosofia calmucca :)
A Gwin
Su elisione, non valeva la pena! Molti che al liceo hanno fatto latino (o anche greco) sanno cos’è, e la sua etimologia è del tutto ininfluente. Cambia qualcosa sapere ciò nel libro di mitoman? No. Mitoman sta menando il can per l’aia, e basta.

#248 Comment By Sandy85 On 4 maggio 2008 @ 14:28

E dire che sono piuttosto esperta di bimbi piccoli, ma qui le cose mi sfuggono… probabilmente perché mi sto figurando gente di 20-30 anni che sbatte i piedini a terra e frigna per avere la cioccolata (o il lecca lecca) e davvero mi sto spaventando: fino a che punto arriveranno? Quanto è ancora lontano il fondo?

OT @Gwin: Per caso tu sei la Gwin che bazzica su Druhim Vanashta? /OT

#249 Comment By Gwin On 4 maggio 2008 @ 19:47

A Clio: sì, lo so. Lo sapevo pure io che ho fatto l’artistico (quanto meno, una buona parte)! XD
Solo che sono della filosofia del “Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te” e visto che io vorrei una risposta, spero che così facendo qualcuno risponda anche a me! XD

OT Sì, Sandy, sono io. Ciao :D /OT

#250 Comment By Gwin On 4 maggio 2008 @ 19:59

Auto quote:

Lo sapevo pure io che ho fatto l’artistico (quanto meno, una buona parte)! XD

“quanto meno, una buona parte” era riferito al significato e all’uso di elisione, non alla scuola… XD

#251 Comment By Sandy85 On 4 maggio 2008 @ 21:12

Gwin, è bello vederti anche qui^^

#252 Comment By ZioBlood On 4 maggio 2008 @ 22:00

@Clio:
Il tuo è un monologo…il monologo di una pazza.
Hai detto ciò che avevi da dire? T’hanno risposto? La pensano diversamente da te?
Adesso basta, ritorna nel letargo delle tue mediocri letture.
Non è sbraitando e continuando ad insultare che farai cambiare loro idea.
Ognuno rimarrà della sua e non potrai fare nulla.

#253 Comment By Clio On 4 maggio 2008 @ 22:12

@ZioBlood
E chi sbraita? Ciccio, io non mi scaldo certo XD
Oh, ma tu lo sai immagino, come sai che le mie sono letture mediocri.
Il tuo post non dice niente, solo “stai zitta”. Ora che ti sei tolto questo peso dalla coscienza puoi lasciarmi ai miei monolighi di pazza. Se darò fastidio sarà qualcuno della Barca dei gamberi a farmelo notare, dopotutto i padron di casa sono loro.
Buon viaggio ZioBlood!

#254 Comment By Clio On 4 maggio 2008 @ 22:19

Ah, a chiosa… Io non faccio mica proselitismo, ciccio, ma mi piace discutere. Certo, se incocci in gente che non argomenta, allora non c’è discussione… Ma può essere ugualmente interessante.
Poi, se sono dei fan di Rocca, della Troisi, se stasera si sparano, sono affari loro.

#255 Comment By Carlo On 4 maggio 2008 @ 22:38

Guardate, la cosa e’ semplice: non e’ questione di sapere quale sia l’etimologia di elisione, o di derisione: la questione e’ esattamente come l’ha messa Clio, che quoto:

Personalmente ciò che ho trovato insopportabile di questo brano (e non penso che la cosa riguardi solo me) non è il linguaggio forbito, quanto il fatto che questo linguaggio è “fine a se stesso”. Leggendo sembra che l’autore voglia essere ricercato e ricco, e va a finire che è sovrabbondante.

Basta. Mi sembra una critica valida, onesta, e assolutamente precisa. Il problema non e’ solo che Rocca non sa scrivere: non sa neppure leggere.

#256 Comment By Auron On 4 maggio 2008 @ 23:40

Non voglio in alcun modo insultare l’autore di questo scritto, considerate le sue capacità e i suoi risultati scolastici e universitari, e quant’altro mai.
Tuttavia non posso che essere d’accordo con l’autrice del commento, queste pagine sono illeggibili, uso questa parola per non essere frainteso, è la verità dei fatti: non significano niente. Non c’è messaggio, non c’è vitalità, non c’è profondità, sono segni grafici su supporto cartaceo. Mi ricordano, ovviamente che mi sia perdonato il paragone, le lettere della tarda antichità in cui gli autori scrivevano in rima a dei destinatari invitandoli a rispondere! In sostanza erano l’equivalente ddegli odierni SMS nei giorni di tedio.
Ora, frequento molto la rete, ma non ho difficoltà ad affermare che non c’è poi alcuna differenza tra queste pagine e certe fanfiction o racconti introdotti sul più banale dei forum GDR.
Va beh, ora che ho detto la mia sono in pace col mondo.
Auguri comunque all’autore perché possa migliorare.

#257 Comment By Rob On 5 maggio 2008 @ 14:56

A Clio:

Replico solo ad alcuni punti perchè con la mole di risposte che dovrei dare a tutti finirei tra una settimana.

“Perlomeno qualcuno che argomenta invece di sgallinare, alleluja!”

In effetti non è mia abitudine sgallinare…

“Tanto per cominciare: la recensione è piena di acredine e accanimento, vero, ma la situazione rende comprensibile tutto ciò.”

Be, oddio, è comprensibile fino ad un certo punto. In una “recensione”, se così la si vuol chiamare, bisogna fare in modo che le testimonianze non siano delle rivendicazioni o contestazioni “contaminate” con reazioni verso ciò che non condividi o verso chi non la pensa come te. Poi ribadisco, pendere frasetta per frasetta e trovare al suo interno tutto ciò a cui posso attaccarmi per demolirla o distruggerla, indipendentemente da qualsiasi spiegazione… non è critica !!

a) “Vero, i poemi medievali sono molto “ricchi”, ma chissà perchè, non “offendono” il lettore.”

L’argomento in questione dovrebbe essere il libro di cui sopra, non tanto il carattere e la vita privata del suo autore. O sbaglio? (anzi, non il libro, le prime due pagine su 260). Se poi voi desiderate anche battibeccare con l’autore sono problemi vostri. Non compro un libro basandomi sulla simpatia o antipatia di uno scrittore/scrittrice.

“Leggendo sembra che l’autore voglia essere ricercato e ricco, e va a finire che è sovrabbondante.”

E’ una questione di gusti personali. Finchè ci si limita a quello d’accordo, ma non per questo bisogna evidenziarla come critica.

b) la frase originale è: “Tra i sottili lineamenti degli occhi a mandorla brillavano due gemme cerulee come il cielo…. striate di zaffiro.”
Come fai a dire che non dà un’immagine e non riesci a focalizzarla??? Bo, a me sembra così ovvio…

c) “No, il gessetto sulla lavagna sgtride, la chiave nella serratura stride, un maialetto scannato stride, è un suono differente dal cigolio. E ad ogni modo io sui carri c’ho viaggiato di tanto in tanto, e non calessini da turisti, ma non li ho mai sentiti cigolare. Poi, tutto è possibile, ma cigolare non è stridere.”

No, no… qui ti sbagli proprio. Controlla pure sul dizionario (Zingarelli o altri) se vuoi. Per stridere ti dà anche come sinonimo cigolare e scricchiolare. Ti fa pure un esempio. Non è che uno dev’essere per forza salito su una carrozza per saperlo…

d) “Non gli rimanevano più lacrime da versare
Questa frase invece è la tipica frase da sussidiario. Poi, non è vietato usarla, ma è stata talmente sfruttata che ormai ha perso ogni carica patetica. ”

Vedi che ho ragione quando dico che vi “attaccate a tutto”! E’ una frase come un’altra. Se un personaggio dice “sei bella come il sole” è ovvio che sia semplice, ma non può essere soggetta a critica per questo, asserendo che è patetica o che ha perso ogni carica poetica.

e) “Ora ci attacchiamo pure sui segni di interpunzione… [...]Se uno vuol usare i puntini di sospensione anziché scrivere “etc…etc…” non va bene?? Va benissimo, è solo ridicolo: cerca di essere patetico senza saperlo fare.”

No. La frase è “Kalos…” Uno è portato a credere che dopo il nome ci sia un istante di sospensione. E va benissimo. Cosa c’entra mettere etc…etc… al loro posto? Non mi pare affatto ridicolo.

f) “Il bello è che non frega un tubo neanche al lettore del nuovo sovrano dei regni di Aesir e dell’anello di congiunzione fra occidente e oriente .
Se nella storia è ininfluente, perchè mettercelo? Per dare un po’ di colore locale?”

E’ questo il punto, vedi. Non è affatto ininfluente ai fini della storia. Lo comunica dopo. Certo, per chi il libro l’ha letto tutto, non 2 pagine. Limitatevi quindi a giudicare quello che potete vedere in due pagine ( anche se per me resta comunque un’aberrazione valutare in così poco)

g) “Giustissimo, ma qui il bambino non sta parlando, il bambino sta pensando, è diverso. Io penso “o Madonna, che sonno!” e dico al mio vicino di casa “Questa mattina mi sento un po’ stanca, sa…”. Se il bambino stesse parlando con qualcuno, niente da eccepire, ma sta pensando, e quindi il tutto diventa trombone e tirato per i capelli.”

No, la frase prima è pensata dal bambino, la seconda no. Sta facendo una specie di monologo.

“Penso che tutti quelli che si interessano almeno un pochino all’epoca medievale conoscano Le Goff XD Ti consiglio anche regine Pernaud”

Ho sottolineato il fatto di Le Goff per evitare di incorrere in gente che mi dicesse (ecco, è arrivato lo sborone che cita nomi etc…etc..)

Ciao

A gamberetta:

“Il paragone con le opere medievali lascia il tempo che trova: se io scrivessi in italiano trecentesco non mi pubblicherebbe e leggerebbe nessuno. La narrativa si evolve (puoi anche sostenere si evolva in peggio, ma questo è un altro discorso) e se si vuole essere letti occorre farsi capire.”

Il paragone con opere della letteratura medievale è stato fatto per supportare e argomentare il mio dissenso ad un’affermazione. E in questo senso è molto pertinente. Non certo perchè l’autore debba scrivere con la lingua della Chanson de Roland, mi sembrava chiaro!

A Gwin:

Vedi per la maggior parte dei punti più o meno ciò che ho scritto a Clio. Altrimenti impiego sei ore per rispondere a tutti.

Ti metto queste aggiunte:

-)Le citazioni di Umberto Eco non sono sempre pertinenti a ciò che ho detto io.

-) “L’ortografia non fa parte del testo? I segni di interpunzione non contano nulla?”
Non intendevo questo. Lì, i puntini di sospensione ad esempio van benissimo e son ben meno ridicoli di un etc…etc… che veniva proposto come alternativa.

-) Io avevo scritto: Molte considerazioni sono state abbastanza pretestuose, con il solo fine di poter riversare l’ovvio senso di fastidio derivato dai copiosi messaggi che arrivano e che sono discordanti con alcune linee di pensiero.
Tu dici:
“Così come molte delle critiche a tali considerazioni…”

Ovviamente. Mi sono dovuto adeguare a ciò che era stato detto prima per potervi rispondere. Cos’altro avrei potuto fare? A pretestuosità rispondo con altra pretestuosità. Ho ben specificato poi che, se fosse stato per me, avrei ovviato questo metodo di “critica” e di valutazione.

-) Quando dici “(Qui non ammetto repliche, l’arte visiva è il mio campo e so di quel che parlo!)”

Perchè?? Perchè hai fatto il liceo artistico?? E allora?? Cosa significa?? Che solo tu sei in grado di spiegare paesaggi e ciò che concerne arte figurativa o roba simile?? Scusa, ma questa te la potevi proprio risparmiare.
Ogni cosa ha il suo campo, per carità. Io ho fatto il classico e poi lettere. Ho visto la spiegazione che hai dato dell’etimologia di elisione e per favore, non dire “lo sapevo anche io che ho fatto l’artistico” perchè infatti sembra più un copia/incolla appiccicato, o parti comunque scopiazzate e accozzate insieme. Oltre ad essere incompleta come spiegazione. Il greco e il latino sono il mio campo, ma non per questo dico che non ammetto repliche a riguardo… I contesti di conversazione possono essere diversi, purché tutti coerenti. Questo solo per dirti che mi è sembrata molto brutta la tua insinuazione.

-) “Tu, voi, come giudicate se un libro merita o meno di essere comprato?
Sono seria: sempre pronta ad imparare metodi migliori per giudicare un libro e portarmene a casa uno che si fa leggere (Ho provato sulla mia pelle che basarsi solo su “Ci hanno fatto su un film che ho adorato” non è sufficiente perché piaccia anche il libro… ù_ù)”

Su questo posso solo darti qualche consiglio. Io spulcio internet, ibs etc, vari siti in cui compaiono giudizi, critiche (non solo uno, per avere un panorama più completo). Dalle novità comparse in libreria ai classici. Anche solo quando hai qualche minuto libero. Nelle librerie dove di solito mi reco ci sono riviste aggiornate con recensioni abbastanza attendibili. Passando ogni tanto me le prendo (sono gratuite) e me le porto a casa. Le sfoglio con calma. Se sono già in libreria prendo i tre/quattro libri che mi interessano e, nello spazio che ormai molte grandi librerie hanno (per fortuna) tipo tavoli e sedie confortevoli li sfoglio un po’. Leggo la trama sul retro, l’introduzione, delle pagine più in là e altre pagine che mi sembrano significative. Vado sull’indice dei capitoli per vedere se c’è qualcosa di interessante. Se è possibile inoltre è molto utile (quando è riportata) buttare l’occhio su bibliografia utilizzata o altri riferimenti simili. Questo è ciò che faccio io normalmente. Poi la cosa varia da caso a caso e da libro a libro. E’ molto soggettivo. Se possiedi poi un buon bagaglio culturale ti assicuro che il tutto non porta via molto tempo.
Poi, alla fine, una volta letto tutto il libro, e solo allora, mi accingo a dare una valutazione valida, completa e più affidabile. Non prima.

Il mio era uno sfogo per dire che sono stanchissimo di sapere che gente si rechi in libreria basando i propri acquisti su due righe di un volume o peggio solo sulla copertina perchè è il primo impatto che conta, permettendosi però di esercitare l’immeritato diritto di giudicare e infangare di tutto e di più con una sfacciataggine surreale e con la pretesa di essere attendibili. (Dico in generale, non è specificamente rivolto a te. C’è qualcuno che si vanta di far ciò). Da qui, la mia contestazione.

A Carlo:

a) “per dire che un bambino ha gli occhi azzurri deve usare due metafore e una similitudine.”
Perchè, è proibito?

“No, ma nemmeno pisciare controvento lo e’.”

Perchè, hai provato? Brutto ricevere l’urina addosso immagino… O forse, visto lo spessore di quello che dici, ci sarai abituato.
Ho scritto un lungo messaggio prima: se non concordi commentalo e contestalo. Ti risponderò e ti fornirò eventuali chiarificazioni come ho fatto con gli altri. Se invece scrivi solo per sfottere come nel messaggio da demente che hai mandato vai pure da un’altra parte a fare il buffone! Io di solito sono garbato, ma con te farò un’eccezione se la prossima volta non risponderai in maniera civile e regredirai a livello di un bambino di cinque anni.

#258 Comment By ZioBlood On 5 maggio 2008 @ 15:11

@Clio:
Fai pure.
Io starò qui a leggere…e a spisciarmi.

#259 Comment By Minako On 5 maggio 2008 @ 15:51

Sono capitata per caso su questo blog e lo seguo senza mai intervenire da un po’, ma non posso non commentare anche io questa recensione…non ho letto il libro, quindi non lo giudico in toto, però c’è da dire che se è tutto scritto come le prime pagine, non lo comprerò mai. Mi spiace per l’autore,che sicuramente è persona degna di stima e di grande cultura, ma le due pagine riportate all’inizio della recensione a me sono parse pesantissime e inutilmente pompose. A che serve scrivere con termini così aulici? Va bene adottare un registro alto, ma qui per i miei gusti si sfocia quasi nel maniacale. Probabilmente la storia è appassionante e la trama ben architettata, ma se è scritta tutta così, mi arrendo ancor prima di provarci. In fondo, inutile fare i finti tonti, la prima impressione è quella che conta e a me queste due pagine hanno fatto un’imprezzione davvero brutta.
Mi spiace per l’autore e per chi ha apprezzato il libro, ma io non credo che lo leggerò. O per lo meno, non lo comprerò di certo, al massimo me lo farò prestare.
Io leggo per appassionarmi, per divertirmi, per passare del tempo piacevolmente, leggo insomma perchè mi piace. Se devo sforzarmi ad ogni pagina per decifrare cosa avviene, mi arrendo.

#260 Comment By Gwin On 5 maggio 2008 @ 16:48

Perchè?? Perchè hai fatto il liceo artistico?? E allora?? Cosa significa?? Che solo tu sei in grado di spiegare paesaggi e ciò che concerne arte figurativa o roba simile?? Scusa, ma questa te la potevi proprio risparmiare.

No, ok… mi sono spiegata male ed ero pure nervosa. Non intendevo lo “spiegare il paesaggio”, ma il discorso generale. Era solo un mettere le mani avanti (sono prevenuta, sì, ma visti gli appigli di certa gente, ero quasi pronta a scommettere che qualcuno avrebbe contestato anche quella frase…)

Per la parola elisione, sì alcune cose le ho controllate per sicurezza, ciò non vuol dire che non le sapessi, ma ammetto che visto come c’erta gente vi si era imputtata, per un attimo ho sospettato avesse un altro significato che mi era oscuro e che fosse più complicato… è cosa che si studia alle elementari -.- Poi, visto come son brava a spiegarmi [sono ironica], ho preferito usar parole più specifiche…
E poi chiedeva solo una spiegazione, non ha specificato come la voleva… XD

Non intendevo questo. Lì, i puntini di sospensione ad esempio van benissimo e son ben meno ridicoli di un etc…etc… che veniva proposto come alternativa.

No, hai capito male. Non diceva dei tre punti alla fine del nome, ma qui:

un richiamo del ricordo dell’amico, del fratello

“Leggendo sembra che l’autore voglia essere ricercato e ricco, e va a finire che è sovrabbondante.”

E’ una questione di gusti personali. Finchè ci si limita a quello d’accordo, ma non per questo bisogna evidenziarla come critica.

Ah… perché non hai mai parlato con i miei insegnanti?! ç_ç XD
Non era un mio problema personale, ma alcune mie compagne ti sarebbero state grate per queste parole!! XD

No, la frase prima è pensata dal bambino, la seconda no. Sta facendo una specie di monologo.

«Non tutto era vero, amico mio…» pronunciò sommessamente con amarezza il bambino, [...]

«Dei assassini e vigliacchi… vili!» pensò ancora il bambino, questa volta con disprezzo.

«Oh Kalos, [...] Quanto desiderio ho di raggiungerti in Ade…»

Il bambino sospirò e cambiò leggermente posizione sul sedile,

Uhm… il primo lo mormora, il secondo lo pensa e il monologo sinceramente non ci è dato sapere…
Sinceramente, credevo che solo mia sorella si perdesse in discorsi solitari a voce alta… XD

Per i consigli sul libro: ti ringrazio.
Anche se credo che così si perda tutto il gusto della lettura, o gran parte… soprattutto perché c’è il rischio di incappare in qualche spoiler…

Il mio era uno sfogo per dire che sono stanchissimo di sapere che gente si rechi in libreria basando i propri acquisti su due righe di un volume o peggio solo sulla copertina perchè è il primo impatto che conta, permettendosi però di esercitare l’immeritato diritto di giudicare e infangare di tutto e di più con una sfacciataggine surreale e con la pretesa di essere attendibili.

Beh… solo perché uno non si legge i 300 commenti di altre 300 persone che l’hanno letto prima di lui, non è in grado di far una critica?
I critici che stroncano film o libri, prima si leggono cosa ne hanno scritti altri? Può darsi, non è il mio lavoro e non lo so, ma dubito che se ne lascino influenzare.
Cioè, è questo tuo commento che mi lascia di stucco… o meglio, non riesco proprio a capirlo. Che c’entra come o perché io compro qualcosa con il fatto di saperlo criticare o meno?
Molti dei miei migliori aquisti li ho fatti basandomi sulla trama. ._.
Questo fa di me una cattiva lettrice o una che non sa distinguere se una cosa è scritta bene, male o discretamente?
Non ti seguo… @_@

Io non leggo perché da quello dipende il mio lavoro; come credo la maggior parte della gente, lo faccio solo per svagarmi, passare un po’ di tempo tranquillamente e/o rilassarmi. E’ questo che è la lettura, almeno per me, perché devo perdere la testa per capire un romanzo?
Oltre al fatto che un testo in quel modo io non riesco a leggerlo. Non voglio dare un giudizio generele (non riesco a leggere nemmeno Manzoni, eppure è un grande scrittore per tutti), ma non vedo perché non devo avere il diritto di dire “è scritto male”, quando ci sono degli errori… o meglio, personalmente leggendo quel testo, mi sembra quasi che sia stato scritto per qualcuno particolarmente stupido a cui bisogna spiegare dieci volte il solito concetto…
Oh… a Clio hai “criticato” dicendo che a te la descrizione degli occhi da un immagine. Certo, descrive qualcosa, quindi uno concentrandosi sulle parole può anche vederlo, ma non è un’immagine che nasce spontanea… Devi volerla vedere.
Da ciò che mi sembra (e quindi potrei sbagliare, ovviamente), fai una lettura molto analitica, un po’ come se leggessi un testo di matematica o fisica e dovessi stare attento ad ogni virgola per non perderti. Per me sarebbe un suicidio leggere così. Ho bisogno di perdermi nel libro e nella storia che racconta, leggere magari non stando sempre concentrata su ogni sillaba, pur riuscendo a capirlo e “sognare”. Se un libro ci riesce, per me è un ottimo libro. Se invece vengo sempre “colpita” da questi paragoni… nelle prime tre frasi, ce ne son… quanti… tre, quattro? Inizialmente non credevo nemmeno fosse l’inizio…

Ok, mi son persa io stessa nelle mie parole… XD
Credo però d’aver dato una conclusione a tutto… spero! In caso contrario mi scuso… ^^’

#261 Comment By Rob On 5 maggio 2008 @ 17:11

@Gwin

Ciao. La critica analitica l’ho fatta solo perchè qua era stata proposta una recensione in questo modo. Mi fa piacere che tu abbia un tuo metodo di scelta nei libri. Il mio era solo un consiglio, forse derivato da mie abitudini. Questo è per quanto riguarda l’opzione di acquisto del libro. Poi ovvio, una volta preso, anch’io cerco di assaporare l’anima che c’è in ogni volume. Ma alla fine, e solo alla fine però, giudico con ponderatezza.
Oddio l’ultima parte del tuo post non l’ho capita molto, era un po’ confusa. Ma il senso comunque credo sia quello per cui ti ho già risposto.

#262 Comment By Clio On 5 maggio 2008 @ 20:06

A Rob

In effetti non è mia abitudine sgallinare…

Grazie al cielo, sembra una cosa molto diffusa di questi tempi :)

Be, oddio, è comprensibile fino ad un certo punto. In una “recensione”, se così la si vuol chiamare, bisogna fare in modo che le testimonianze non siano delle rivendicazioni o contestazioni “contaminate” con reazioni verso ciò che non condividi o verso chi non la pensa come te.

Il tono è acido e maligno, ma la sostanza è più che valida.

Poi ribadisco, pendere frasetta per frasetta e trovare al suo interno tutto ciò a cui posso attaccarmi per demolirla o distruggerla, indipendentemente da qualsiasi spiegazione… non è critica !!

A cose normali sì, ma qui ogni riga è satura di “boiate” stilistiche, e l’autore aveva allegramente seminato vento, quindi direi che è più che passabile come commento.

L’argomento in questione dovrebbe essere il libro di cui sopra, non tanto il carattere e la vita privata del suo autore.

No, mi hai capito male. L’autore offende, va bene, ma non intendevo questo XD intendo dire che usare parole desuete e ricercate con tanto accanimento da scdere nel ridicolo (prati erbosi, capelli semi-corti, ruggiti isterici di bambini pronti a gridare…) è offensivo per il lettore, perchè l’autore cerca di menarlo per il naso. Leggendo quelle righe si ha l’impressione che lo scrittori ti faccia gli sberleffi “guarda come sono ganzo! Guarda come sono ganzo!” senza nemmeno riuscirci! Al che ti viene da dire “ma chi ‘sto puerile sbruffone?”. No, perchè io accetto ti essere sbeffeggiata da chi ne ha la stoffa, così è parodico!

“Leggendo sembra che l’autore voglia essere ricercato e ricco, e va a finire che è sovrabbondante.”

E’ una questione di gusti personali. Finchè ci si limita a quello d’accordo, ma non per questo bisogna evidenziarla come critica.

E perchè no?

b) la frase originale è: “Tra i sottili lineamenti degli occhi a mandorla brillavano due gemme cerulee come il cielo…. striate di zaffiro.”
Come fai a dire che non dà un’immagine e non riesci a focalizzarla???

Chiaro che capisco che il bambino ha gli occhi azzurri, ma i casi sono due: o la frase è parafrasabile con “il bambino ha gli occhi azzurri, azzurri, no, ma davvero azzurri!” o “il bambino ha gli occhi azzurri, ma con delle venature di una pietra che può avere dodici toni differenti”. Perchè? Perchè all’autore non importa di dare un’immagine vivida, l’autore si crogiola nelle parole.

Vedi che ho ragione quando dico che vi “attaccate a tutto”! E’ una frase come un’altra. Se un personaggio dice “sei bella come il sole” è ovvio che sia semplice, ma non può essere soggetta a critica per questo, asserendo che è patetica o che ha perso ogni carica poetica.

intanto se un personaggio “dice” è diverso: i personaggi parlano, usano la nostra lingua, e la nostra lingua è piena di luoghi comuni (altrimenti non lo sarebbero), quindi uno che dice “ha degli occhi di zaffiro!” non suona strano; poi, se io leggo un romanzo scritto in modo semplice, che non si presenta come il nuovo splendore letterario, e ci trovo “bella come il sole”, è in spirito, non mi da’ noia. Ma se dopo una sbrodolata di termini aulici con la quale l’autore tenta goffamente di far vedere quanto è poeta, mi spunta una frase fatta detta e ridetta, spicca come una mosca nel latte!

No. La frase è “Kalos…” Uno è portato a credere che dopo il nome ci sia un istante di sospensione. E va benissimo. Cosa c’entra mettere etc…etc… al loro posto? Non mi pare affatto ridicolo.

Non è lì che va messo etc. etc., va messo dopo il suo amico, fratello…, ecco, lì va messo. Non dopo Kalos…

E’ questo il punto, vedi. Non è affatto ininfluente ai fini della storia. Lo comunica dopo. Certo, per chi il libro l’ha letto tutto, non 2 pagine. Limitatevi quindi a giudicare quello che potete vedere in due pagine

Chiedo venia, non ho letto tutto il libro, ma dato che l’autore non ha smentito quest’ultima affermazione (limitandosi a ruggire istericamente, pronto a gridare), ho creduto che fosse vera. Colpa della mia ingenuità, gomenne.

No, la frase prima è pensata dal bambino, la seconda no. Sta facendo una specie di monologo.

Non so, perchè pronuncia una frase, poi pensa “dei assassini ecc.”, poi parte un’altro periodo logorroico… Sta sempre pensando? o ha ripreso a soliliquiare? Non lo dice.
Ad ogni modo il cinno parla da solo, pensa ad alta voce, non si sta rivolgendo al Visconte di Carabattole, quindi il mio discorso vale comunque (cambiamo esempio, io mi alzo da letto e brontolo “Boia che sonno…”, e al vicino dico “sono un poco stanca”)

Ho sottolineato il fatto di Le Goff per evitare di incorrere in gente che mi dicesse (ecco, è arrivato lo sborone che cita nomi etc…etc..)

legittima preoccupazione, anche se con me il rischio non lo corri. Ah, quell’autrice te la consiglio sinceramente!

#263 Comment By Clio On 5 maggio 2008 @ 22:00

edit: soliloquiare, gomenne, non è italiano. Parlare ad altra voce da solo…

#264 Comment By Carlo On 6 maggio 2008 @ 00:16

Caro Rob,

a) “per dire che un bambino ha gli occhi azzurri deve usare due metafore e una similitudine.”

Perchè, è proibito?

“No, ma nemmeno pisciare controvento lo e’.”

Perchè, hai provato?

No, ma ci ha provato Rocca. E’ cio’ di cui si sta parlando qui – te n’eri gia’ scordato?

Che tu fossi un po’ ottuso era gia’ abbastanza chiaro a tutti, ma non fino a questo punto. Va bene, ti faccio un riassuntino, cercando di usare parole molto, molto, semplici. Vedrai che ci arrivi.

Il signor Rocca, per dire che un bambino ha gli occhi azzurri, deve usare due metafore e una similitudine. Ora (concentrati, non e’ difficile…), questo e’ come pisciare controvento. E’ una analogia, capisci? Bene. Quando sei sicuro di avere bene afferrato questo concetto, continua a leggere.

Ci sei arrivato? BRAVO! Continuiamo: tu hai chiesto: “Perche’, e’ proibito?”. Al che ti viene risposto: “No virgola certo che non e’ proibito virgola pero’ nemmeno pisciare controvento lo e’ punto e a capo”.

Significa che nessuno detta leggi, qui: si osserva solo che Rocca ha pisciato controvento. Non e’ proibito, pero’ gli si e’ spiegato che evitare di farlo e’ indice di adeguata acutezza mentale. Al che Rocca ha risposto che fior fiore di Docenti Universitari assicurano che pisciare controvento e’ una Grandissima Idea. E non capisce come mai tutti ridono e nessuno sembra impressionato.

Spero sia tutto chiaro adesso – a questo punto avrebbe capito persino scemo + scemo.

Brutto ricevere l’urina addosso immagino…

Sicuramente fa schifo vederlo succedere. Povero Rocca.

O forse, visto lo spessore di quello che dici, ci sarai abituato.

Scusa, Rob: mi sono ripromesso di rimanere molto sul semplice quando mi rivolgo a te, perche’ non voglio farti sforzare le parti piu’ delicate. Ma cerchero’ da ora in poi anche di sil-la-ba-re quando ti scrivo. Cosi’ non ti arrabbi piu’ come una bestia quando perdi il filo.

Ho scritto un lungo messaggio prima: se non concordi commentalo e contestalo.

Senti, Rob, non hai neppure capito cosa intendevo dire con il “pisciare controvento”: credi davvero di essere stato capace di costruire un capolavoro di logica, con quell’imbarazzante fiume di malintesi e svarioni che hai postato? Credi davvero che io possa perdere anche un nanosecondo a correre dietro alle tue cazzate?

Ti risponderò e ti fornirò eventuali chiarificazioni come ho fatto con gli altri. Se invece scrivi solo per sfottere come nel messaggio da demente che hai mandato vai pure da un’altra parte a fare il buffone!

Non sono un buffone: sono uno che ti ha fatto incazzare perche’ e’ stato troppo sincero, troppo onesto, e troppo giusto nei tuoi confronti.

Io di solito sono garbato,

Vedi Rob, a me della garbatezza non importa nulla: preferisco l’onesta’, e l’intelligenza. Con la garbatezza mi ci netto il sederino (scusa, questo era solo un esempio dal vivo della futilita’ della “garbatezza”: normalmente dico “mi ci pulisco il culo”, e in effetti significa la stessa cosa, giusto? Se non hai capito, chiedi a scemo + scemo).

ma con te farò un’eccezione se la prossima volta non risponderai in maniera civile e regredirai a livello di un bambino di cinque anni.

… su, ricomponiti. Non e’ successo nulla. Respira a fondo, e medita seriamente sulla “pisciata controvento”: hai capito benissimo quello che volevo dire, quindi dovresti pure scusarti per il tuo simulare offesa. Coraggio, per una volta puoi permetterti di mostrare un segno di intelligenza.

#265 Comment By Rob On 6 maggio 2008 @ 14:24

@ Carlo:

Ah ah ah ah ah.. Povera bestia!
Preferisci l’onestà e l’intelligenza ?? Ma lo volesse il cielo!! Se fosse…
Direi che l’intelligenza sia ben lungi dall’esserti amica.
Per il resto parla pure a vuoto, con le tue parole (com’è che dicevi?? ah sì…”mi ci netto il sederino ” anzi normalmente dico “mi ci pulisco il culo”).

“chiedi a scemo + scemo” … no grazie, a te non chiederò più nulla.

#266 Comment By Lady Northstar On 7 maggio 2008 @ 01:20

giuro solennemente che quando mi è stata linkata questa discussione non volevo credere ai miei occhi… Mito, tesoro, sei sicuro che il tuo nome non sia Camillo? Perché, giuro su tutto ciò mi è più caro, parli esattamente come il mio ex… è una cosa seriamente inquietante.
Intanto volevo complimentarmi con la Gamberetta per la puntuale ed esilarante recensione, con la quale mi trovo d’accordo per un buon 98%, poi passo a dire due paroline al madamino qui, il re delle pigne in culo, per citare un commento fatto prima da non rimembro chi:
amore santo, bello della mamma tua, ma lo sai come li chiamiamo noi quelli che scrivono come te nel magnifico mare della rete? bimbiminkia: è una definizione specifica per un individuo non troppo dotato stilisticamente e che non sa accettare critiche. Ti rendi conto, vero, che il tuo stile di scrittura è identico a quello delle quindicenni che scrivono Mary Sue dove loro sono fidanzate con Harry Potter facilmente rintracciabili su magnifici archivi come Erika Fanficiton Page? Giuro, tesoro, che quando io avevo 16 anni ed avevo appena iniziato a scrivere avevo in medesimo, identico, stile aulico e pomposo, pretenzioso e ridondante che hai tu… e tu non hai sedici anni.
Ora ne ho 20 ed ho reso lo stile decisamente più sobrio, ma mai mi arrischierei a definire qualcosa scritto da me meritevole di essere pubblicato! perché? sana autocritica, tesoro, sana autocritica, e tanta umiltà che fa sempre bene!
per quanto riguarda l’etimologia e uso in latino della parola che prima avevi citato, ti rendi conto che è un presuntuoso e inutile sfoggio di cultura quando è dimostrato che cultura e intelligenza non vanno a braccetto? anzi, che spesso il numero di titoli di studio è direttamente proporzionale all’estensione del deserto che alberga nel cervello della persona?

Rifletti, madamo, rifeltti.

#267 Comment By Claudio Chianese On 7 maggio 2008 @ 08:06

Per il buon Rocca (quote fra virgolette)

“Dev’essere proprio il tuo caso perché oltre a qualche troglodita che bela in questo spazio (che mi ricorda l’ambiente dei pollai e dei porcili) non trovi consensi elevati”

Mi faccia capire, carissimo: i trogloditi belano in pollai e porcili. E gli incrociatori starnutiscono nelle paninoteche?

“Quando invece voglio avere uno scambio culturale o qualche critica appropriata mi rivolgo a personalità che SANNO DI COSA STANNO PARLANDO E HANNO I REQUISITI PER AIUTARMI AD ELEVARE IL MIO LIVELLO DI PREPARAZIONE E NON SOLO.”

Si riferisce all’alieno Alf?

“Ho compassione di te poverina…se vuoi ti do qualche ripetizione di italiano, latino, greco…”

D’accordo, aggiungiamo il lolita complex alla già deprimente lista delle sue turbe. Proprio sotto “megalomania”.

“IL 17 MAGGIO 2008 terrò una presentazione ad ALBINO nella Biblioteca.”

Non prova un po’ di pena per sè stesso, dopo questa uscita da strillone?

“non dar retta a chi usa vocaboli come ESIZIALE quando non ne conosce neanche il significato, infatti è usato in contesti come la medicina e la giurisprudenza…ma in letteratura temo che…scusate ma sto per rimettere la cena…”

Senta, Rocca, la pazienza ha un limite (anche questo l’hanno sempre detto gli anziani, tra una partita a briscola e una fiasca di lambrusco). Se c’è una cosa che non sopporto è il terrorismo intellettuale, perché ne ho visto fin troppo in passato: esiziale si usa in ogni ambito della lingua. A sua personale edificazione, le usurpo il mesto ruolo di pedagogo e le riporto un esempio, dal Gioberti: “e si persuaderanno che i frutti dell’eterodossia cartesiana sono così tristi ed esiziali in letteratura e nelle arti” (parla degli italiani che imitano i francesi).

“(Con tutta umiltà non mi reputo ancora in grado di fare analisi comparate nonostante la mia preparazione)”

cum grande humilitate!

“L’epica è praticamente il contrario del romanzo (che non per niente viene detto “di formazione”)”

Ma dove le pesca queste idiozie? Il bildungsroman è una tipologia di romanzo ben definita, dire che il romanzo viene definito “di formazione” è come dire che il romanzo viene definito, chessò, “verista” o “picaresco”…

Vede, sa qual è il pericolo di scrivere su internet? Ogni tanto può passare qualcuno che ha il tempo, la voglia e le conoscenze per disinnescare i nostri poveri petardi eruditi. Stavolta sono passato io, ma sarebbe bastata una scolaresca in gita.

“Hai detto bene, io mi occupo di antichità, medioevo e, seppure in via minore, di oriente.”

E in mezzo a tutti questi impegni accademici, come trova anche il tempo per scrivere scemenze? Lei è un fenomeno dell’organizzazione.

“Te lo dice una persona che ne ha letti appena venti di fantasy, ma lo ha fatto con una “ragion veduta” che gli ha permesso di capire perchè Licia Troisi non è in grado di far rispettare il fantasy e la letteratura italiana d’oggi all’estero.”

Dunque, mi faccia capire: venti fantasy, tre-quattro erano della Troisi. Quindi, non ha nemmeno finito la collezione completa dei fumetti di He-Man e i dominatori dell’universo.

“Stalin l’ho citato perchè la repressione comunista, che ha ripudiato anche il comunismo italiano a suo tempo”

Ora, fermo restando che “a suo tempo” può significare qualsiasi cosa dalla Rivoluzione d’Ottobre fino all’ultima puntata di Fascisti su Marte, cito da Wiki: “Con l’arresto di Gramsci, la guida di fatto passò a Togliatti, che rafforzò ulteriormente i rapporti con l’Unione Sovietica. [...] Dopo che tutta la linea del PCd’I, da Lione in poi, fu messa in discussione, Togliatti espulse Tasca e allineò di nuovo il partito sulle posizioni di Stalin.” Senza contare che il partito comunista italiano fu fortemente filostalinista in funzione antitina…
Non mi dica che ha una laurea anche in storia contemporanea!

Va bene, mi sono divertito abbastanza. La cosa più sconvolgente di tutto il discorso è che ancora non ha capito che non si parla di quanto lei sia erudito (anche perché ne deriverebbe un silenzio imbarazzante per tutti) ma del fatto che non sappia scrivere. Lo ripeta, scandendo bene le sillabe. “Io non so scrivere”. Vede come si sente meglio? Una liberazione.

#268 Comment By Claudio Chianese On 7 maggio 2008 @ 09:48

a) “per dire che un bambino ha gli occhi azzurri deve usare due metafore e una similitudine.”
Perchè, è proibito? Qualcuno ha stabilito per legge un prontuario su quante figure retoriche uno scrittore debba utilizzare? E’ vero, forse poteva essere espresso in maniera più semplice, e quindi? chi se ne frega, non è questo il punto. Le più grandi opere bretoni e medievali sono proprio caratterizzate dall’amplificatio che rende la lettura un vero e proprio viaggio tridimensionale nella realtà creata dall’autore, per non parlare del famosissimo ciclo arturiano ricolmo fino all’orlo di similitudini !

sì, il Beowulf è pieno di kenningar, e i Fragmenta di dittologie sinonimiche… andiamo, si capisce benissimo che l\’intento dell\’autore non è scrivere un trattato di filologia romanza/germanica… rendiamoci conto che con la lingua SI RISCHIA. Se le parole non le hai addomesticate con gli studi e la lettura, alla fine ci fai la figura del fesso. Proprio come in questo caso.

#269 Comment By Pamy & Moldy On 8 maggio 2008 @ 00:03

@ Lady Northstar:

Cazzo ma quanto giuri…
“giuro solennemente che quando mi è stata linkata questa discussione ”
“Perché, giuro su tutto ciò mi è più caro”
“Giuro, tesoro, che quando io avevo 16 anni ”

Noi giuriamo semplicemente che le menomazioni mentali non siano state ancora debellate leggendo ciò che scrivi. A quanto pare eri cretina a 16 e, colpo di scena, a 20 lo sei ancora di più!

“Ora ne ho 20 ed ho reso lo stile decisamente più sobrio”
Si si, definiscilo sobrio. Ci piace usare gli eufemismi adesso, vero??
Numi del Cielo.

@Claudio Chianese:

Ah, ma sei passato anche di qui.

“Se c’è una cosa che non sopporto è il terrorismo intellettuale”
Eh già, perchè l’intelletto ti terrorizza. Hai fatto la scorta di antibiotici per scongiurare il pericolo? Speriamo che tu ne venga infettato. Lo diciamo per il bene della società

““L’epica è praticamente il contrario del romanzo (che non per niente viene detto “di formazione”)”
Per curiosità, in che data mitoancess avrebbe detto queste cose? Guarda caso abbiamo letto proprio un commento in cui spiegava l’acquisizione da parte del romanzo dell’eredità epica.
La domanda sorge spontanea: Non è che quando quotavi questo post ti stavi passando la pasta fissan sul buco del culo arrossato dopo aver fatto la solita scampagnata con i tuoi amici del club “acchiappa la chiappa!”

“Vede, sa qual è il pericolo di scrivere su internet? Ogni tanto può passare qualcuno che ha il tempo, la voglia e le conoscenze per disinnescare i nostri poveri petardi eruditi. Stavolta sono passato io, ma sarebbe bastata una scolaresca in gita”

Ah…ma allora non è solo un club. Aspiri a manifestazioni orgiastiche collettive. mmmhh Vituperio!
Saresti tu poi quello che disinnesca i petardi eruditi? Guarda, se la gloria non ti abbandona, l’unica cosa che potrai ancora disinnescare sarà quell’unico neurone marcio che ancora paventa di funzionare.

“sì, il Beowulf è pieno di kenningar, e i Fragmenta di dittologie sinonimiche… andiamo, si capisce benissimo che l\’intento dell\’autore non è scrivere un trattato di filologia romanza/germanica… rendiamoci conto che con la lingua SI RISCHIA. Se le parole non le hai addomesticate con gli studi e la lettura, alla fine ci fai la figura del fesso. Proprio come in questo caso”

Si RISCHIA. Sì, se metti via la tua rivista “Beowulf e il Kenning-ar ( roarrrrrr! ignorante! si dice Kenning e basta!) e il tanga del barbaro” correrai meno il rischio di diventare cieco o di finire nelle mani di brutti ceffi per strada.
Neanche la nostra peggior sbronza ci porterebbe a vomitare stronzate di dimensioni interplanetarie come le tue.

Ciao picci picci bau bau

#270 Comment By Claudio Chianese On 8 maggio 2008 @ 00:32

Si RISCHIA. Sì, se metti via la tua rivista “Beowulf e il Kenning-ar ( roarrrrrr! ignorante! si dice Kenning e basta!) e il tanga del barbaro” correrai meno il rischio di diventare cieco o di finire nelle mani di brutti ceffi per strada.

Kenning, singolare. Kenningar, plurale. Come al solito, se non è sufficiente la mia parola basterà un rapido controllo.

Guarda caso abbiamo letto proprio un commento in cui spiegava l’acquisizione da parte del romanzo dell’eredità epica.

Sì, peraltro male e molto dozzinalmente, ma dicendo cose tutto sommato non fuori dal mondo. Il mio commento, chiaramente, verte su altro.

Quanto al resto, beh, divertente…

#271 Comment By lilith On 8 maggio 2008 @ 13:43

ahahahah

GWIN, GWIN, GWIN, perchè sei tu GWIN?

Ho deciso di interpellare una mia amica che è laureanda in lettere moderne, visto che Mito ormai non risponde più, e, guarda un pò che caso, mi ha espresso quasi le stesse parole che usava dire Rocca (forse con meno metafore ma con lo stesso sarcasmo):

“Elisione, elidere. E intensiva + Ledere che vuol dire manomettere, danneggiare.
In genere usato nel significato di rimuovere, annullare, levar via; si usa maggiormente per indicare le vocali a fine parola che vengono tolte per una più facile articolazione delle parole. (es. l’albero invece di lo albero)”

Sbagliato perchè approssimativo e detto alla buena de Dio senza cognizione di causa, l’ha detto anche lei ! Allora Rocca aveva ragione ad indignarsi non tanto delle critiche, ma della non giustificabile supponenza con tentate di far passare le vostre stronzate come sapere culturale e oggettivo. Elisione deriva da un determinato verbo latino che è strettamente legato con precise funzioni retoriche e uditive all’utilizzo nell’arte del solenne e austero parlare e scrivere. Il chè non vuol dire pomposo, come qualche deficiente ignorante ha detto solo perchè madre natura ha fatto l’errore di dotarlo della parola, bensì coadiuvante per l’accrescimento della virtù umana. Ma per questo ed altri concetti che mi ha spiegato ci vuole un’apertura mentale che, ahimè e ahivoi, non possedete visto le baggianate che scrivete e come ragionate.

“Nella metrica latina (metrica quantitativa -a differenza di quella italiana che è accentuativa) ci si basa principalmente sull’alternanza delle sillabe (sillabe lunghe seguite da sillabe brevi).
L’elisione, meglio detta sinalefe, fa cadere l’ultima sillaba che finisce in vocale o in m se la parola seguente inizia per vocale o h e fonde insieme le due parole. Contento il nostro Mito? ^.^”

Eeeeeeeh????????? No se ha un minimo di coscienza non credo che sarà contento dell’ignoranza e furberia spicciola. Non hai detto niente praticamente, solo fumo che trovi qua e la in internet o libriccino di barzellette. Da quanto mi ha spiegato la mia amica se Mito ha fatto quella domanda è perchè sapeva benissimo che voi avreste potuto cercare quattro scemenze, forse non si aspettava che sbagliaste anche nel capirle e riportarle, povero Mito e povera cultura italiana!!! Adesso capisco perchè chi insegna vuole guadagnare di più, a furia di dover trattare con elementi come voi gli sembrerà di entrare in un manicomio di cerebrolesi!), essendo consapevole che delgi impreparati come voi non avreste MAI colto che legame ci fosse tra ELISIONE e sua applicazione nella metrica LATINA, non italiana belli miei.

Elisione e Sinalefe non sono sinonimi, corrispondono in molti casi, ma tutto sono fuorchè sinonimi.

Siete delusi? Poverini, dai che per consolarvi la mammina vi da la merendina. Gnam gnam, dai che è buona e crescete…..forse, spero anche di cervello!

La prossima volta studitele a 360 gradi le cose se vuoi fare il gonfiato, altrimenti chiudi la fogna e pensa 10 volte prima di star lì a spararle della grossa! Allocchino!!!

per Claudio Chianese:

La mia amica ha detto di consigliare anche a te di studiarti meglio il medioevo e la letteratura bretone, nonchè francese e italiana, ma anche avendo fatto questo di pensarci su 10 volte prima di fare il borioso perchè ti autosqualifichi. Il romanzo, l’epica, il cavalleresco, ecc ecc come vengono spiegati da Mito sono correttissimi e ben concentrati in modo da far capire il nocciolo essenziale. Ma è chiaro che un ostinato e ignorante come te rifiuterebbe persino le parole della Montalcini! Vergognati un pò e cerca di maturare che ne hai bisogno.

Ciò che hai scritto tu, mi ha assicurato (tranne sul plurale di kenning per cui non era sicura) che è tutto molto confuso, vago e non veritiero. Ma cose simile ve le aveva dette anche Rocca, ma quando si vuol essere testardi……

Inutile dire che sui post di Rocca ha detto anche lei che si vede che è una persona preparata, obbiettiva e precisa nel trattare gli argomenti. Sulla pseudo-recensione ha fatto solo un’aria di insufficienza ma si riserba anche lei di leggere il libro prima di capire cos’è che non vi arriva. Anche se io lo so: invidia e frustrazione sono ottimi filtri.

Il bello è che qualcuna, clio mi pare, canta gloria perchè Rob ha fatto dei post punto per punto: in tutta risposta lei prende ciascun punto e si arrampica sui vetri tra il delirio e la durezza di testa. Ammazza se sei de coccio!

Basta sono stanca di avervi fatto da balia per un po’, siete peggio di un affetto da morbo!

Ciao anche a te Troisiiiiiii ti aspetto !!!!!

#272 Comment By -_- On 8 maggio 2008 @ 14:40

Io voglio fare un commento degno dell’ultimo, e chi ha orrecchie per intendere..

Questa qui è tutta scema.

#273 Comment By Claudio Chianese On 8 maggio 2008 @ 15:14

Ciò che hai scritto tu, mi ha assicurato (tranne sul plurale di kenning per cui non era sicura) che è tutto molto confuso, vago e non veritiero. Ma cose simile ve le aveva dette anche Rocca, ma quando si vuol essere testardi……

Mi scusi, ora, è cosa certa che lei si sia inventata questa fantomatica amica laureanda in lettere moderne (peraltro lo sono anch’io. E anche fantomatico, sì), però poteva render la cosa più credibile. Chiunque abbia dato un esame di filologia germanica sa che il plurale di kenning è kenningar. Peraltro, non capisco come ciò che ho scritto io possa essere, nel contempo, confuso, vago e non veritiero, quando in realtà io non ho scritto niente. Ho semplicemente riportato esempi per sottolineare gli errori di Rocca. Ora, a meno che si possano citare “vagamente” Erasmo, Gioberti, Pound e la Wikipaedia, non vedo su cosa si fondi la sua accusa.

#274 Comment By Claudio Chianese On 8 maggio 2008 @ 15:26

Elisione deriva da un determinato verbo latino che è strettamente legato con precise funzioni retoriche e uditive all’utilizzo nell’arte del solenne e austero parlare e scrivere

Mi perdoni di nuovo, forse non la capisco bene: sta dicendo che il verbo elido, is è “strettamente legato con precise funzioni retoriche e uditive”? Proprio il verbo? E che cosa vuole significare? Chieda all’amica, per piacere.

#275 Comment By lilith On 8 maggio 2008 @ 15:53

per Chianese:

Non posso essermi inventata l’amica perchè io non mi intendo di queste cose e potevo averle sapute solo da una mia conoscente che ne sa…mh, come posso essere delicata per non turbarti troppo? vabbè chi se ne frega!…..che ne sa molto ma molto più di te. Quindi non insistere a citare materie quali filologia germanica perchè hai cannato di brutto, quindi ritirati in buon ordine (con l’unica soddisfazione, forse, per il Kenning) và! Studia amore, studia che ti fa bene!

-_-:

Uuuuh, sì se do retta a voi divento scema! Ma tu sì che sei furba e geniale, sì…..ma non darci dentro troppo con gli insulti altrimenti potrei rivelare il tuo vizietto come fece Tolkien! (Si impara qualcosa ascoltando chi NE SA !) Ma il tuo è ben più sporcaccione!!

ahahahahah Ciao ragazzuoliiiiii

#276 Comment By Gwin On 8 maggio 2008 @ 16:25

Oh, lilith, cara, carissima lilith, perché non ho più spesso adoratrici come te? Hai pure urlato il mio nome… che bello!! *_*
Mi riempie il cuore di gioia veder che qualcuno legge ciò che scrivo, anche solo per criticarlo.

Detto ciò, avresti dovuto pure leggere i miei post seguenti, avresti notato che io stessa ammetto di non essere un’esperta e di aver dato quella ‘risposta’ solo per sperare di ricevere a mia volta una risposta su un altro argomento.

Solo, toglimi una curiosità (o me lo tolga la tua amica laureata)

Sbagliato perchè approssimativo e detto alla buena de Dio senza cognizione di causa,

Ora, o è sbagliato o è detto in modo approssimativo, nemmeno questi sono sinonimi…
Permettetemi un esempio fuori dal campo letterario.
“Picasso è un pittore Cubista nato in Spagna nel XXsecolo.”, questo è approssimativo.
“Picasso è nato a Bologna.”, questo è sbagliato.
“Picasso è un pittore Astratto del XX secolo.”, questo, invece, è sbagliato E approssimativo, non sbagliato perché approssimativo.

Però, sono sicura che il significato di elidere non sia sbagliato… almeno che gli insegnanti che tu difendi così strenuamente, non mi abbiano insegnato fischi per fiaschi (e, ti prego, non replicare che posso essere io ad aver capito male, principalmente perché è una “risposta” scontata… almeno inventa qualcosa di nuovo.)
Tra l’altro, che vuol dire “sbagliato perché approssimativo.”?

Da quanto mi ha spiegato la mia amica se Mito ha fatto quella domanda è perchè sapeva benissimo che voi avreste potuto cercare quattro scemenze, forse non si aspettava che sbagliaste anche nel capirle e riportarle, povero Mito e povera cultura italiana!!!

Allora… sì, è per questo che amo internet, bastano due minuti e trovi tutto e di più… (o quasi)
Sul capirle e riportarle… dovrei darti i link dei siti da cui ho preso quelle informazioni, potrebbe insegnare ai rispettivi WM molte cose, visto che ho quasi fatto copia-incolla XD (Non lo nego, anche perhé non ho mai vantato lauree e conoscenze particolari nel campo (anche se, ripeto, quanto meno la concezione “moderna” del termine è una cosa da terza, se non seconda, elementare)… richiedevano una risposta e io li ho accontentati… ovviamente se si parlava di Leonardo da Vinci, dell’energia nucleare o delle Clamp avrei potuto far di meglio, ma visto che richiedeva ciò, mi son adeguata.)

invidia e frustrazione sono ottimi filtri.

Ahahahah questa è bella! XD
Ammetto che alcune persone le invidio per come scrivono, più d’una, sia in campo letterario “professionale” (ma qui punto piuttosto in alto: Stephen King, su tutti.) che “amatoriale” (tra il mare di vestali, ci sono nascoste delle piccole perle luminose) e anche tra quest’ultimi potrei consigliare diverse “ragazzine” (14/21 anni) che non hanno nessuna laurea, ma che potrebbero insegnare a scrivere una storia che si lascia leggere con estremo piacere, coinvolgente e scritta in un buon italiano.

Oh, e per ricollegarmi ad una frase precedente, sul fatto che Mito sia preparato… beh, non lo nego perché non lo conosco, ma la tecnica non è tutto e se non si sa metterla in pratica è assolutamente inutile.

Ciao ciao.

#277 Comment By Sandy85 On 8 maggio 2008 @ 16:26

Ho deciso di interpellare una mia amica che è laureanda in lettere moderne

Complimenti, e poi dici a noi che siamo un branco di ignoranti. Da che pulpito.
Perché non sei andata direttamente da un docente universitario a chiedere il significato di elisione? Di sicuro ti avrebbe chiesto se frequenti il suo corso e perché non lo sai di tuo. Paura di fare brutta figura?

non insistere a citare materie quali filologia germanica perchè hai cannato di brutto

Tu che ne sai? Hai (già) studiato filologia germanica? Sai di cosa tratta così bene da poterti ergere a maestrina de no’ artri? (scusate se non so scrivere il romanesco, ma sono friulana)

#278 Comment By Sandy85 On 8 maggio 2008 @ 16:28

Il messaggio qui sopra, naturalmente è per Lilith (o lilith).

#279 Comment By -_- On 8 maggio 2008 @ 17:13

Qualche laureato in lingue straniere può farmi la cortesia di tradurre il messaggio di lilith?
Grazie in anticipo.

#280 Comment By Claudio Chianese On 8 maggio 2008 @ 23:13

Non posso essermi inventata l’amica perchè io non mi intendo di queste cose e potevo averle sapute solo da una mia conoscente che ne sa…mh, come posso essere delicata per non turbarti troppo? vabbè chi se ne frega!…..che ne sa molto ma molto più di te. Quindi non insistere a citare materie quali filologia germanica perchè hai cannato di brutto, quindi ritirati in buon ordine (con l’unica soddisfazione, forse, per il Kenning) và! Studia amore, studia che ti fa bene!

Cara Lilith, non posso aver cannato in materia di filologia germanica, per il semplice motivo che non ho detto nulla che riguardi la filologia germanica (a parte il plurale di kenning, ma tant’è). Basta leggere i post. Ad ogni modo, oggi non ho memorizzato incantesimi di fuoco o acido, dunque potrà continuare a trollare in allegria. è contenta?

#281 Comment By Clio On 8 maggio 2008 @ 23:21

Ci sto provando io, ma capisco solo italiano, francese, spagnolo, inglese e qualcosa di giapponese… Forse è redatto in un arcvaico dialetto urdu?! Con tutti questi Lumi si ha sempre il terrore che qualche Luminoso controbatta in sanscrito…

#282 Comment By …Io… On 9 maggio 2008 @ 20:38

poi passo a dire due paroline al madamino qui, il re delle pigne in culo, per citare un commento fatto prima da non rimembro chi:
amore santo, bello della mamma tua, ma lo sai come li chiamiamo noi quelli che scrivono come te nel magnifico mare della rete? bimbiminkia

mi piacerebbe sapere come viene chiamata tanta gente nel mondo reale…

#283 Comment By Sandy85 On 9 maggio 2008 @ 20:51

Io la chiamo bimbaminkia uguale, ma evidentemente non capisce che è un insulto perché sorride come un idiota (o forse non è come, è proprio idiota) e si sente il centro del mondo.

#284 Comment By Carlo On 12 maggio 2008 @ 00:47

L’Amica Laureanda in Lettere Moderne della Lilith:

Sulla pseudo-recensione ha fatto solo un’aria di insufficienza ma si riserba anche lei di leggere il libro prima di capire cos’è che non vi arriva.

Sorvolando sull’aria di insufficienza dell’amica di lilith: non vedo l’ora di leggere le sue Lodi del Meraviglioso Romanzo di Rocca. Dai, lilith, facce ride.

#285 Comment By UncleScrooge On 12 maggio 2008 @ 01:43

salve, sono un lettore qualsiasi, e curiosavo in giro per il web in cerca di recensioni e critiche a proposito di alcuni libri letti da me recentemente. In realtà volevo sapere se sono affetto da qualche strano virus patogeno, perchè più volte mi è capitato di leggere un libro e considerarlo semplicemente orripilante e trovare commenti del tipo: “trp belliximo” o “STUPENDOOO” che mi lasciavano non poco perplesso. Poi ho trovato Gamberi Fantasy e finalmente mi sono imbattuto in un altro essere umano, grazie Gamberetta perchè mi ha fatto sentire un po’ meno solo. Ho letto il libro in questione, ancess le chiavi del fato, e devo dire che sono arrivato a fatica alle prime venti pagine. Ora, mi rendo conto che i commenti all’articolo di Gamberetta si sono fatti infuocati ad un certo punto, se non sbaglio coinvolgendo addirittura l’autore del libro, ma esprimerò anche io il mio giudizio: in poche parole, questo libro è una presa in giro. Una presa in giro non solo dell’autore, che crede di ammaliare i suoi lettori con qualche accenno a Odino o qualche Arbusto elfico, ma anche della casa editrice che propone sugli scaffali delle librerie un orrore simile. Personalmente, al di là di tutti i messaggi filosofici e/o etici che possano esserci tra le righe (nascosti abilmente credo), dopo aver letto di “prati erbosi” mi è venuta l’appendicite. Senza scatenare ire funeste o minacce di qualche tipo mi sento il diritto (e il dovere, da lettore qualsiasi quale che sono) di affermare che questo libro è uno spreco di carta e d’inchiostro. L’autore inoltre, che comunque ha il mio rispetto per il suo lavoro e il lavoro dei Professori Universitari Di Letteratura Comparata, mi ha dimostrato molta immaturità e scarsa professionalità aggiungendo i suoi commenti in questo sito, perdipiù chiassosi e provocatori, e credo che una persona qualunque leggendo i suoi messaggi perderebbe subito la voglia di comprare i suoi libri. Per quanto mi riguarda non ci tengo a sollevare inutili discussioni, sono intervenuto soltanto per far sapere a Gamberetta che ha tutto il mio appoggio e la mia simpatia per ciò che fa, leggendo le sue recensioni ho capito che il virus T non ha ancora raggiunto tutti.
Si è fatto tardi, vado a nanna ruggendo istericamente.
saluti

#286 Comment By ..io… On 14 maggio 2008 @ 15:34

Io la chiamo bimbaminkia uguale, ma evidentemente non capisce che è un insulto perché sorride come un idiota (o forse non è come, è proprio idiota) e si sente il centro del mondo.

ah beh…

#287 Comment By Stefano On 14 maggio 2008 @ 21:07

Scusate, comprendo che la caccia all’untore possa risultare divertente, ma non credete sia il caso di lasciare in pace il buon Rocca? Con il suo atteggiamento spocchioso credo si sia gettato ampiamente la zappa sui piedi.

#288 Comment By Clio On 14 maggio 2008 @ 21:23

Abbiamo ceduto al sadico piacere di sparare sulla Croce Rossa, in effetti…

#289 Comment By PAMY & MOLDY On 15 maggio 2008 @ 00:19

@Clio

Ciao solleticante tazza del cesso, sei venuta anche quì?

Mi sa che l’unica volta che han sparato sulla croce rossa è stato quanto tua madre era incinta di te e non volevano farti nascere!

Io sono una lettrice e voglio sapere dove si svolge la storia. Mio Dio, è una domanda tanto sconveniente?

Se distogli un attimo lo sguardo dai Cesaroni alla televisioni o anche dai tuoi peli pubici forse riuscirai a capire quel che stai leggendo di un libro.

Ciccia bella, hai mai provato a leggere altro che la Troisi e farti un’ideauzza del mondo? Ah, dimenticavo, ti stai evolvendo verso mitoman ed i prati verdi all’alba… A proposito, hai controllato sotto la voce “carrozza”? Prima di dir cazzate prova a documentarti due minuti…

Ancora co sto cazzo di foro di carrozza? Ma minchia una carrozza non può avere un foro? E’ così difficile da credere?
Ah, ma forse stavi parlando della carrozzina con cui deambuli a sparar stronzate!

Tesoro, so di sconvolgerti, ma Nihal non è un’avventuriera del passato per due ragioni:
-Nihal non è un’avventuriera, ma un guerriero scelto addestrato in un’accademia;
-Nihal non è del passato perchè non è mai esistita.
Ancora, controlla “avventuriero” e poi ne riparliamo…

Signori, avanti, radunatevi tutti! Oggi come spettacolo speciale l’avventuriera che NON può anche essere guerriera. Presenta “l’apertura mentale” della bacata Clio.. Vi aspettiamo numerosi.
Ah ah ah ah ah ah; questa te la potevi risparmiare, Un po’ di amor proprio su!

No, ma se dico: “so montare a cavallo” tutti dicono “davvero?!” Mentre se ho scritto sulla carta d’identità “fantino” e dico “so cucinare un ottimo abbacchio” tutti dicono ancora “davvero?!”
nel romanzo si parla di Nihal da quando è bambina, spiega che le fanno un corso sui funghi commestibili e quelli velenosi, le piante buone e quelle no eccetera? Perchè nel caso mi scuso.

Ah ma non lo sapevamo che per scrivere un fantasy si dovesse leggere “In cucina con Suor Germana”
Non posso dire cos’avrai scritto tu sulla carta d’identità perchè, cavolo, possono esserci dei bambini in linea.

@ Aryasnow

Da questo capirai anche quanto mi tange ogni tua considerazione (almeno… mi auguro che tu arrivi ad intuire almeno questo, dato che non ho voglia di “fare il disegnino”, già una volta mi sono sprecata troppo per mitoancess e la mia disponibilità verso i deficienti è mooolto limitata). Stop.

Se parliamo di tangere inizia col non tangere i coglioni! E il disegnino forse ti conveniva farlo, visto che per scrivere decentemente il buon Dio non ti ha dotata.
La tua disponibilità verso i deficienti è limitata? Ora capisco perchè i tuoi amici non apprezzano la tua disponibilità.
Hai mai pensato di fare la shampista ??

@ Stefano

Con il suo atteggiamento spocchioso credo si sia gettato ampiamente la zappa sui piedi.

Tu la zappa te la sei messa sappiamo tutti dove! E dai, confessa che t’è pure piaciuto!

#290 Comment By AryaSnow On 15 maggio 2008 @ 08:32

Ma davvero, come fanno queste qui ad essere così coglione?
Vabbè…

Anzi, ultima cosa:
PAMY & MOLDY, fatevi insegnare almeno a far mostra delle vostre stronzate nella stessa pagina dei post a cui rispondete :-/

#291 Comment By Carlo On 15 maggio 2008 @ 16:47

AryaSnow, si tratta di gente disperata e sofferente. Non hai bisogno di commentare le loro esibizioni, e devi avere comprensione per il loro bisogno di sentirsi forti e in gamba. Pamy e Moldy sono persone innocue: danno solo un po’ di fastidio, come le zanzare. Hanno anche loro diritto di vivere, anche se magari a prima vista non sembra.

#292 Comment By ..io… On 15 maggio 2008 @ 16:56

AryaSnow, si tratta di gente disperata e sofferente. Non hai bisogno di commentare le loro esibizioni, e devi avere comprensione per il loro bisogno di sentirsi forti e in gamba. Pamy e Moldy sono persone innocue: danno solo un po’ di fastidio, come le zanzare. Hanno anche loro diritto di vivere, anche se magari a prima vista non sembra.

parlato lo “sborone” di turno

non vi bazzica mai in testa L’idea che arroganza porta ad altra arroganza …
no? siete bravi solo voi, insomma, dai l’abbiamo compreso.

A parlare dietro prima o poi ti risponde il sedere…Si dice.
Questo paragonalo al vostro ciarlare fino ad ora..
Avrai le risposte che cercavi.

Ma non è colpa di nessuno bambini miei…
Quando sputeranno nel vostro piatto inizierete a capire come gira il mondolino bello vostro pieno di fantasy e balocchi

ATTENTO AL DRAGOOO CHE TI MANGIA VIVOOOO
LA FATINA NON TI SALVERA’.

#293 Comment By Clio On 15 maggio 2008 @ 17:35

Da Cottolengo dovrebbero far più attenzione a non farsi scappare i derelitti…

#294 Comment By ..io… On 15 maggio 2008 @ 17:44

Da Cottolengo dovrebbero far più attenzione a non farsi scappare i derelitti…

…Uhm……già……al tempo in cui era un cosiddetto manicomio
non sarebbero stati ragionamenti nuovi quelli che avrei sentito passando fra i matti indisturbata..

Guarda caso a mio parere i veri matti sono sempre stati fuori dai manicomi… o.O non trovi….?

#295 Comment By Clio On 15 maggio 2008 @ 17:50

Si dentro che fuori direi :)

#296 Comment By AryaSnow On 15 maggio 2008 @ 19:21

Carlo:
Ah guarda, se è gente disperata e sofferente o meno, questo non lo so e nemmeno mi interessa scoprirlo. Ad essere evidente è sicuramente l’imbecillità.
Non sono d’accordo sulla comprensione, non mi sento affatto in dovere di nutrirne. Però hai ragione a dire che non c’è nemmeno bisogno di commentare, in effetti.
Uhm, ti devo dire che fine fanno le zanzare a casa mia? ;-)
No dai, parlando seriamente, sono d’accordo con il fatto che tutti hanno diritto di vivere.
Anzi, mi correggo: precisamente tutti hanno il diritto di decidere se vivere o morire. Quindi è sbagliato obbligare certa gente a morire, ma qualche consiglio di auto-annientamento non sempre è cosa malvagia =P
Vabbè, ora però abbandono l’argomento.

..Io…:

non vi bazzica mai in testa L’idea che arroganza porta ad altra arroganza …
no?
Allora, hai ragione a dire che è comprensibile se uno risponde ad un’arroganza con un’altra arroganza.
Ma poi bisogna anche vedere lo specifico caso. Parlando di Rocca:
1) Se vedo uno che dice…
se vuoi ti do qualche ripetizione di italiano, latino, greco…oh mio Dio, l’elenco abbraccia tutto il sapere umano! (testuali parole)
…cioè che sostiene esplicitamente di essere esperto in tutto il sapere umano, non si parla più di mera arroganza, ma di rimbecillimento all’ennesima potenza.
2) Più che arroganza o non arroganza, più che gentilezza o non gentilezza, bisogna vedere quali sono le specifiche argomentazioni che uno porta a proprio sostegno. Tutto quello che ha fatto mitoancess in questa pagina è stato in breve dire “Io sono un intellettuale e studio a, b, c, d. Voi non lo siete e quindi non avete nemmeno il diritto di giudicare ciò che scrivo”. Questa non è un’argomentazione, è semplicemente un tentativo di distogliere gli altri dal criticarlo, tramite la presunta minacciosa ombra della propria dichiarata cultura. Adesso: può ancora andarmi bene se uno fa anche questo, posso dire “E’ un atteggiamento fastidioso, ma vediamo se questa persona davvero si dimostra in qualche modo intelligente…”. Però, se oltre a questo non porta anche delle ragionevoli e specifiche argomentazioni (se tu ne ricordi qualcuna riportamela, prego, ti dirò cosa ne penso), mi viene il dubbio che non si tratti solo di arroganza in risposta ad altri, ma di qualcosa di più grave.

In realtà però, invece che dell’autore come persona, è più interessante parlare della sua scrittura. Non sei d’accordo?
Vogliamo parlarne?
Pesco il tuo primo post in questa pagina:

Ma giudicare cosi ed attaccarsi a certe forme , soprattutto nel MODO di scivere… Un romanzo non è una poesia cazzo, non è una riflessione…scritta di botto…… per impressionare li su carta degli stati d’animo .Un romanzo è un racconto…che deve arrivare al cuore della gente ok… arricchirla si,…ma un romanzo deve essere ROMANZATO xD
raccontato..spiegato… e a me sembra che il lbro ci riesca bene..

Non metto in dubbio che un romanzo debba essere “romanzato” =P. Ma il fatto che un romanzo non sia una poesia non significa che la forma non sia importante. C’è una forma diversa, ma è comunque importante.
Per te non lo è? Mah, libero di non darle importanza, ma chi la ritiene importante ovviamente si baserà molto su questa nel criticare. Mi pare logico.
A me personalmente una forma come quella dell’estratto di Rocca qui sopra fa letteralmente rabbrividire e mi sento totalmente in diritto di dirlo.

A mio parere il modo di scirvere si può anche correggere,poi
Uno mano a mano che pubblica può capire cosa non arriva e cosa arriva alla gente dei suoi romanzi, racconti
E non si può pretendere da un libro d’esordio.A mio parere…

Io giudico un libro per quello che ci trovo dentro, punto. Non mi interessa sapere quali sono i motivi per cui uno scrive bene o male. Quello che mi interessa è il testo in sè. Poi un autore può anche essere esordiente, può aver scritto male per grossi problemi di famiglia che gli impedivano di concentrarsi ecc ecc. Ma resta il fatto che (per me) il libro è scritto male.
Comunque, nel caso specifico, Rocca ha detto che non gli interessa dare ascolto ai pareri del pubblico. Non lo ha detto solo perchè si è sentito aggredito da alcuni membri di esso, ma ha proprio specificato più volte che non gli interessa dar retta alle critiche di chi non è un “professore universitario illuminato”.

Mettetevi voi li domani, a scrivere un libro dove mescolate tante conoscenze diverse…
Potrebbe uscire UNO SCHIFO IMMONDO anche il vostro… Non solo quello di neo scrittori come Sergio Rocca et simila?
Non sono un’aspirante scrittrice. Però, anche se lo fossi e se scrivessi uno schifo immondo, non penso proprio che mi comporterei come Rocca (vedi in particolare i punti 1 e 2 sopra). E ovviamente gli altri avrebbero tutto il diritto di dirmi che ciò che ho scritto fa schifo.

Ha lanciato un fantasy diverso, forse.
Aprite le vostre mentoline chiuse come le Chiese quando ti vuoi confessare.
La apro eccome la mentolina. Non è certo una presunta “diversità dal solito” (precisamente, da questo estratto tale “lancio di un fantasy diverso” non lo vedo affatto, poi non so O_o) che mi fa disprezzare il testo, ma appunto il fatto che lo trovo scritto orrendamente.

#297 Comment By AryaSnow On 15 maggio 2008 @ 19:30

Ups, sorry…
non vi bazzica mai in testa L’idea che arroganza porta ad altra arroganza …
no?

Non ho chiuso il tag di questo quote.
Vabbè, comunque ovviamente questo pezzetino è una frase quotata di ..io…. Quello che c’è dopo è la mia risposta =P.

#298 Comment By AryaSnow On 15 maggio 2008 @ 19:48

Ecco la mia risposta a ..Io… con il codice corretto:

..Io…:

non vi bazzica mai in testa L’idea che arroganza porta ad altra arroganza …
no?

Allora, hai ragione a dire che è comprensibile se uno risponde ad un’arroganza con un’altra arroganza.
Ma poi bisogna anche vedere lo specifico caso. Parlando di Rocca:
1) Se vedo uno che dice…
se vuoi ti do qualche ripetizione di italiano, latino, greco…oh mio Dio, l’elenco abbraccia tutto il sapere umano! (testuali parole)
…cioè che sostiene esplicitamente di essere esperto in tutto il sapere umano, non si parla più di mera arroganza, ma di rimbecillimento all’ennesima potenza.
2) Più che arroganza o non arroganza, più che gentilezza o non gentilezza, bisogna vedere quali sono le specifiche argomentazioni che uno porta a proprio sostegno. Tutto quello che ha fatto mitoancess in questa pagina è stato in breve dire “Io sono un intellettuale e studio a, b, c, d. Voi non lo siete e quindi non avete nemmeno il diritto di giudicare ciò che scrivo”. Questa non è un’argomentazione, è semplicemente un tentativo di distogliere gli altri dal criticarlo, tramite la presunta minacciosa ombra della propria dichiarata cultura. Adesso: può ancora andarmi bene se uno fa anche questo, posso dire “E’ un atteggiamento fastidioso, ma vediamo se questa persona davvero si dimostra in qualche modo intelligente…”. Però, se oltre a questo non porta anche delle ragionevoli e specifiche argomentazioni (se tu ne ricordi qualcuna riportamela, prego, ti dirò cosa ne penso), mi viene il dubbio che non si tratti solo di arroganza in risposta ad altri, ma di qualcosa di più grave.

In realtà però, invece che dell’autore come persona, è più interessante parlare della sua scrittura. Non sei d’accordo?
Vogliamo parlarne?
Pesco il tuo primo post in questa pagina:

Ma giudicare cosi ed attaccarsi a certe forme , soprattutto nel MODO di scivere… Un romanzo non è una poesia cazzo, non è una riflessione…scritta di botto…… per impressionare li su carta degli stati d’animo .Un romanzo è un racconto…che deve arrivare al cuore della gente ok… arricchirla si,…ma un romanzo deve essere ROMANZATO xD
raccontato..spiegato… e a me sembra che il lbro ci riesca bene…

Non metto in dubbio che un romanzo debba essere “romanzato” =P. Ma il fatto che un romanzo non sia una poesia non significa che la forma non sia importante. C’è una forma diversa, ma è comunque importante.
Per te non lo è? Mah, libero di non darle importanza, ma chi la ritiene importante ovviamente si baserà molto su questa nel criticare. Mi pare logico.
A me personalmente una forma come quella dell’estratto di Rocca qui sopra fa letteralmente rabbrividire e mi sento totalmente in diritto di dirlo.

A mio parere il modo di scirvere si può anche correggere,poi
Uno mano a mano che pubblica può capire cosa non arriva e cosa arriva alla gente dei suoi romanzi, racconti
E non si può pretendere da un libro d’esordio.A mio parere…

Io giudico un libro per quello che ci trovo dentro, punto. Non mi interessa sapere quali sono i motivi per cui uno scrive bene o male. Quello che mi interessa è il testo in sè. Poi un autore può anche essere esordiente, può aver scritto male per grossi problemi di famiglia che gli impedivano di concentrarsi ecc ecc. Ma resta il fatto che (per me) il libro è scritto male.
Comunque, nel caso specifico, Rocca ha detto che non gli interessa dare ascolto ai pareri del pubblico. Non lo ha detto solo perchè si è sentito aggredito da alcuni membri di esso, ma ha proprio specificato più volte che non gli interessa dar retta alle critiche di chi non è un “professore universitario illuminato”.

Mettetevi voi li domani, a scrivere un libro dove mescolate tante conoscenze diverse…
Potrebbe uscire UNO SCHIFO IMMONDO anche il vostro… Non solo quello di neo scrittori come Sergio Rocca et simila?

Non sono un’aspirante scrittrice. Però, anche se lo fossi e se scrivessi uno schifo immondo, non penso proprio che mi comporterei come Rocca (vedi in particolare i punti 1 e 2 sopra). E ovviamente gli altri avrebbero tutto il diritto di dirmi che ciò che ho scritto fa schifo.

Ha lanciato un fantasy diverso, forse.
Aprite le vostre mentoline chiuse come le Chiese quando ti vuoi confessare.

La apro eccome la mentolina. Non è certo una presunta “diversità dal solito” (precisamente, da questo estratto tale “lancio di un fantasy diverso” non lo vedo affatto, poi non so O_o) che mi fa disprezzare il testo, ma appunto il fatto che lo trovo scritto orrendamente.

#299 Comment By Loreley On 15 maggio 2008 @ 21:10

299 commenti, mio compreso.

Dite che le abbiamo superate le copie vendute de “Le chiavi del fato”?

(E forse non sarebbe finalmente il caso di lasciar cadere autore e opera al posto che meglio si confà a loro, ovvero l’oblio?)

:)

#300 Comment By Loreley On 15 maggio 2008 @ 21:19

*nel posto

Ah, vengo in pace.

(300esima commentatrice! EVVIVA!)

#301 Comment By AryaSnow On 15 maggio 2008 @ 21:41

E forse non sarebbe finalmente il caso di lasciar cadere autore e opera al posto che meglio si confà a loro, ovvero l’oblio?

No, non penso che sia il caso=P
O meglio, parlare dell’autore effettivamente non è molto interessante. Ho solo voluto chiarire una volta per tutte la mia posizione a ..Io…
L’opera invece può essere uno dei tanti spunti per scambiarsi le opinioni sul modo di vivere la lettura in generale ^_- Anche gli scritti brutti possono essere utili a tale scopo, perchè no?

#302 Comment By Loreley On 15 maggio 2008 @ 22:20

Anche gli scritti brutti possono essere utili a tale scopo, perchè no?

Il punto è che, partendo da questo presupposto, si potrebbe discutere allora di qualsiasi cosa: dalla lista della spesa al tema che feci per l’esame di quinta elementare. :D
Ma a parte ciò, non è tanto il fatto di non poter discutere di libri brutti, ci mancherebbe, ma ormai di questo “Le chiavi del fato” si è detto di tutto di più, fino alla nausea e oltre. Ormai le posizioni di ciascuno son quelle e nessuno è interessato a cambiarle. E’ vero che tu, come altri, cerchi di dialogare, ma dall’altra parte dello “schieramento” (LOL) vedo per la maggior parte ondate di flame che poco giovano a una discussione costruttiva. A continuar così non si fa altro che dare visibilità a un autore che, secondo il mio modesto punto di vista, non si merita affatto tutta questa attenzione.

Davvero, secondo me non ne vale la pena. Poi, chiaramente, fate come preferite ;)

#303 Comment By AryaSnow On 15 maggio 2008 @ 22:45

Ormai le posizioni di ciascuno son quelle e nessuno è interessato a cambiarle.

Beh, a dire il vero io non mi sono ancora espressa in modo tanto dettagliato riguardo all’opera in sè. In certi momenti un po’ se ne è parlato, ma allora non ero tanto in vena di postare =P
Nemmeno io intendo ripetere le stesse cose 235 volte, continuando un circolo infinito. Però, se mi viene voglia di dire la mia su qualcosa riguardante l’argomento, lo faccio.
Poi non ho pregiudizi, “dall’altra parte” (preciso che odio ragionare per “schieramenti”) qualcuno con cui parlare ci può anche essere.
Vabbè, chi vivrà vedrà.

#304 Comment By Almeida On 27 maggio 2008 @ 21:56

Sapete qual è il problema? Avere una laurea e conoscere alla lettera la teoria non vuol dire saper scrivere.
La reazione dell’autore del libro e quella di gran parte dei suoi sostenitori mi hanno lasciata allibita.
Se il signor autore facesse Alessandro di nome e Manzoni di cognome la sua reazione potrebbe essere, anche se non del tutto giustificabile, comprensibile. E quando si è alle prime armi non ci si può permettere una frase con numero indeterminato di subordinate.
E’ vero, ci sono i ragazzini che leggono Moccia perché “è fyko”, ma ci sono anche i quarantenni che si sentono in diritto di guardare chi è più giovane dall’alto in basso A PRIORI. Queste persone sono allo stesso livello di Moccia e dei suoi fan.
Quando nell’Aldilà si troveranno a portare un masso sulle spalle forse si renderanno conto. XD

#305 Comment By Simone On 31 maggio 2008 @ 12:18

Pubblicazione a pagamento? Per carità ci sono caduti in molti, ma credo veleggiassero a quote meno elevate dell’esimio professor Rocca.

#306 Comment By Terra On 1 giugno 2008 @ 01:28

Credo di giungere oltremodo in ritardo rispetto al flame scatenato dall’esimio autore di codesta spazzatura, che spero ancora possa tornare a deliziarci con le sue perle di saggezza. Compresi gli arbusti elfici, sia chiaro.
Ora, non sarò laureata in letteratura ma mio padre lo è, e sono certa che anche lui troverebbe questa…roba decisamente da buttare nel cestino della carta straccia, ma sarebbe un peccato dover sovraccaricare di lavoro i netturbini, soprattutto ora che c’è Napoli con l’emergenza rifiuti.
Già dalla prima frase si intuisce che il libro pare scritto da una fangirl isterica, più che da un professore universitario/scrittore dilettante laureato/quel che è: la famosa mitologia nordica non credo proprio si riduca a Odino e agli dei che uccidono il primo malcapitato perché un bambino deve diventare imperatore. O l’oscurità con cui tal testo è scritto mi impedisce di delineare la trama nella mia testolina bacata di ex classicista con infarinatura di greco, latino e francese e che scrive fluentemente in inglese?
Stranamente, poi, l’esimio professore si arrampica sugli specchi per contestare le scelte lessicali di Gamberetta e insultare tutti quelli che non ritengono il suo “romanzo” un capolavoro, mentre perfino una ex studentessa di liceo classico, che legge libri fantasy (e no) dall’età di sei anni, riesce perfettamente a capire ogni singola parola della recensione ma non del testo recensito. Mi chiedo, sarò scema io o l’autore proprio non riesce a scrivere un testo che non sia rimpinzato di figure retoriche ridondanti, come il prato erboso? Se il prato non era erboso, era un prato desertico, come quello in cui da bambina giocavo a calcio coi miei amici del condominio? Evitiamo i lirismi alla cavolo, per piacere, soprattutto perché sono buoni ad abbindolare i lettori occasionali, ma non ad imitare (e male, per giunta) “Il Signore degli Anelli”, che quanto a lirismo giunge a vette difficilmente superabili. E l’ho apprezzato in terza media, eh, mica per preparare un esame di filologia comparata.
Ma proseguiamo. Saltabeccando qua e là ho notato come ci siano i classici amyketti che difendono a spada tratta l’autore, manco fosse il Cristo (o, per restare in tema, l’Odino) della letteratura sceso in terra. Se un libro non piace dalle prime pagine, non vedo perché si debba essere costretti a finirlo con la promessa che “più avanti migliora”, per poi magari rimanerne delusi.

Continuo un’altra volta, ché la CPU del computer mi sta dando problemi di battitura. Dev’essere la maledizione di Odino.
Ah, sì: i fans dell’esimio Rocca, e l’autore stesso, non facciano tanto i laureati sbandierando favolosi titoli accademici, quando poi non sanno nemmeno scrivere correttamente in italiano al computer.
E badate che questo commento l’ho scritto all’una e mezza del mattino. :P

#307 Comment By Stefano On 1 giugno 2008 @ 10:48

Temo che i fans di Rocca siano davvero in pochi: certo mi rendo conto che Rocca ami sé stesso, ma il morphing è abbastanza riconoscibile ( e l’autore lo attua anche altrove). Nonostate le volgarità che mi hai detto, sotto falsa identità, ribadisco il consiglio: certi giochini non funzionano e sono deleteri.

#308 Comment By Terra On 1 giugno 2008 @ 12:11

Proseguiamo. Lo stile del cosiddetto “romanzo” è lo stesso che usavo per scrivere brevi testi all’età di quattordici o quindici anni – testi mai pubblicati, peraltro, ché erano troppo brutti per definirsi tentativi di scrivere letteratura. Uno stile ampolloso, che si compiace nell’uso di termini che i più probabilmente devono cercarsi sul dizionario per comprenderli (basti fare l’esempio degli occhi del bambino, già sottoposto agli strali di altri commentatori prima di me), e che non fa altro che appesantire una narrazione che sarebbe più agile ed interessante, se non fosse occupata a sbattere in faccia al lettore suddetti aggettivi – tra l’altro anteposti al nome a cui si riferiscono, in un palese tentativo di imitare certe traduzioni dei testi classici o anche del “Lord of the Rings” citato in precedenza – uniti ad informazioni che, sono certa, vengono spiegate più avanti, ma ora come ora, invece di creare suspence, uccidono l’interesse.
Per ora mi fermo qui, ma desidererei che qualcuno mi spieghi o mi indichi cosa sono gli arbusti elfici, ché la foto di Gamberetta non è sufficiente a spiegarne l’esatta natura.

#309 Comment By Daniele On 1 giugno 2008 @ 22:45

Ottima recensione, mi ha fatto riflettere sul linguaggio e sulle sue sfumature (rileggerò i miei scritti con più coscienza adesso…). :)

#310 Comment By Federica On 21 giugno 2008 @ 14:37

Visto che tanto si è disquisito sui titoli di studio, mi presento: mi chiamo Federica, ho 25 anni e sono laureata in Lingue; sto studiando per la specialistica in Letterature Moderne Euro-Americane all’università di Pisa.

Credo che questa recensione sia piuttosto accesa e che, per quanto non giustificabile, la reazione dell’autore sia comprensibile.
Ripeto: non è giustificabile che un autore insulti dei potenziali lettori, ma non si può nemmeno non comprendere l’uomo che, dinnanzi a termini quali “schifo”, riferito a una propria opera, trascende e dà una brutta prova di sé.

Insomma, c’è modo e modo per commentare negativamente qualcosa; dire: “Che schifo è carta straccia!” è un giudizio pesante, che non ha nemmeno a che vedere con l’ironia.

Personalmente ritengo che tre pagine siano poche per giudicare un’opera; il tutto potrebbe migliorare in seguito e prima di scrivere una recensione tanto categorica bisognerebbe almeno arrivare in fondo al romanzo.
Non ho avuto grosse difficoltà di comprensione, certo ho trovato un po’ ampolloso lo stile, ma piuttosto che definire il tutto “carta straccia” auspicherei un lavoro di editing.

Per esempio qui :


Odino prendeva atto che il monaco Kalos (il suo amico, fratello maggiore, maestro…)

non vedo alcuna utilità per la parentesi, che inserita come è inserita sembra solo una specie di “appunto” quasi personale e che non ha, a mio parere, ragione di esistere.

Ci sono, tuttavia, considerazioni su cui non mi trovo d’accordo; per esempio la prima frase può sembrare artificiosa, ma non è poi così insensata.
Se, infatti, il ceruleo è il colore del cielo:

http://www.amicucci.it/public/shop_img/art_t_8712079054946.jpg

lo zaffiro non può definirsi “azzurro”.
Questo, infatti, è uno zaffiro:

http://www.minerali.it/minerali2/z/Immagini/zaffiro1.jpg

Per cui gli occhi del bambino risultano azzurri con venature blu. Certo, così è molto più comprensibile, ma non me la sento di condannare del tutto l’autore per aver usato una descrizione meno “lineare”.
Il sovrappiù lo trovo in: “cerulei come il cielo terso”, considerato che il ceruleo è appunto il colore del cielo terso (avrei usato l’uno o l’altro).

Allo stesso modo non trovo del tutto stupido “prato erboso” in quanto penso che voglia comunicare un’idea di erba folta, rigogliosa, non secca e tanto meno rada.
Insomma, non condannerei del tutto certe scelte che potrebbero essere anche ragionate.

Ridurre tutto alla linearità potrebbe essere castrante e per l’autore, che si troverebbe a dover “castrare” la propria creatività, e per il lettore che si troverebbe dinnanzi a descrizioni da “Il battello a vapore”.
Può ben essere che questo libro non sia alla portati di tutti, ma potrebbe anche non volerlo essere; grazie al cielo il fantasy non è solo Harry Potter!

Poi non entro nel merito del romanzo del Sig. Rocca, che non ho ancora letto, e ribadisco che è assolutamente assurdo e controproducente insultare i propri lettori, ma credo che una critica assolutamente negativa più rilassata e scritta dopo aver letto l’INTERO romanzo avrebbe sortito effetti diversi.

My 2 cents :)

#311 Comment By Morea On 22 giugno 2008 @ 20:24

Personalmente ritengo che tre pagine siano poche per giudicare un’opera; il tutto potrebbe migliorare in seguito e prima di scrivere una recensione tanto categorica bisognerebbe almeno arrivare in fondo al romanzo.
Non ho avuto grosse difficoltà di comprensione, certo ho trovato un po’ ampolloso lo stile, ma piuttosto che definire il tutto “carta straccia” auspicherei un lavoro di editing.

Federica, credo tu abbia ragione quando dici che, per giudicare un romanzo, limitarsi all’analisi delle sole prime tre pagine non sia sufficiente, ma è bastante per decidere se vuoi inoltrarti nella lettura o no. Inoltre credo che niente sia più importante (e difficile da scrivere) di un incipit e più in genarale, del primo capitolo di un romanzo (fantasy soprattutto): deve incuriosire, gettare le basi introducendo quello che sarà ( o che potrà essere), deve matenere un ritmo alto e fluido per invogliare a proseguire.
Considera di iniziare un romanzo e di trovarti impantanata inuna serie di luoghi comuni irritanti e barbosità del genere che fai? Continui?
Io non sono riuscita a farlo in molti casi (Nihal della terra del vento per esempio, l’ho mollato dopo una trentina di pagine era un’inutile perdita di tempo).
Gamberetta si limita ad analizzare quello che ha letto e a valutarlo, per la serie di ragioni che ha elencato, non degno della sua attenzione. A prescindere dalle rimostranze oggettive sulla validità tecnico/stilistico di uno scritto, la scelta di proseguire nel leggerlo è un diritto sacrosanto del lettore. A questo proposito cito i 10 DIRITTI IMPRESCRITTIBILI DEL LETTORE elencati da Daniel Pennac in “Come un romanzo”:

I. Il diritto di non leggere
II. Il diritto di saltare le pagine
III. Il diritto di non finire un libro
IV. Il diritto di rileggere
V. Il diritto di leggere qualsiasi cosa
VI. Il diritto al bovarismo (inteso come la contagiosa predisposizione alla critica nei confronti di ciò che tu e gli altri leggono e di filtrare la realtà in base a ciò che leggi, atteggiamento tipico di Madame Bovary)
VII. Il diritto di leggere ovunque
VIII. Il diritto di spizzicare
IX. Il diritto di leggere ad alta voce
X. Il diritto di tacere

Mi concedo il lusso di una piccola precisazione.
In più di un commento ho letto considerazioni incrociate tra le competenze letterarie e narrative e l’Università, le lauree conseguite e il tempo impiegato per conseguirle. Io ho 25 anni, frequento l’Università e non ho una grande considerazione del sistema universitario italiano per la sua estrema didatticità che toglie molto spazio a studio e creatività a favore di un “dare esami” forsennato. Probabilmente, anzi sicuramente il mio parere è fortemente influenzato dalla mia esperienza personale, ma ho letto performance letterarie di laureati e studenti sventolati ai quattro venti come modelli di perfezione genialità, e posso assicurarvi che creativamente e narrativamente parlando, sono a livelli di scuola media o giù di lì. Perchè sapere scrivere è un’altra cosa che dipende tanto da propensioni e doti personali, ma soprattutto dal lavoro che si fa, dai libri letti (che non possono essere due) e da altri mille fattori che elencherei anche ma siccome sta per cominciare la partita dell’Italia taglio….;)
Quello che voglio è che l’università e gli anni che una persona impiega per laurearsi influiscono sulle doti di scrittore quanto il numero di caramelle che la detta persona è in grado di ingurgitare al minuto!

Ciao

#312 Comment By Gamberetta On 22 giugno 2008 @ 23:23

@Federica. In realtà questa non è una recensione del romanzo del signor Rocca. Il romanzo non è recensibile, perché, con tutta la buona volontà, 300 pagine scritte in quella maniera non riesco a leggerle.
È sotto la soglia minima di leggibilità.

@Morea.

Inoltre credo che niente sia più importante (e difficile da scrivere) di un incipit e più in genarale, del primo capitolo di un romanzo (fantasy soprattutto): deve incuriosire, gettare le basi introducendo quello che sarà ( o che potrà essere), deve matenere un ritmo alto e fluido per invogliare a proseguire.

Verissimo! Così vero, che domani o dopodomani sera scriverò un articolo a proposito! ^_^

#313 Comment By …io… On 23 giugno 2008 @ 15:58

eahhahahahahha quanto godo

ho chiesto ad un mio amico che ha la madre professoressa di lettere
se questo accostamento di parole quel ” prato erboso” poteve esistere nella lingua italiana
e lui mi ha detto che sua madre ha detto di si che esiste eccome !!!!!!!!!!!!!!!!

dai cazzo è palese a sto punto allora che PRATO ERBOSO può essere scitto ed espresso e che NON è un errore di scrittura

qantii professori abbiamo interrogato fin ora?
un cifrone…compreso quelli di Sergio

prima di dare retta ai vostri di professori assicutratevi che non si siano comprati la laurea… và…

#314 Comment By Morea On 23 giugno 2008 @ 16:21

Quel “prati erbosi” è un’oscenità. Come l’acqua bagnata.

Non credo parli di errore. O almeno io quando lo lessi non lo interpretai come tale e sinceramente non so quanto possa essere considerato prettamente errore. Ma è senza dubbio ridondante e non proprio bello da leggere (tant’è vero che lo paragona a “acqua bagnata” che è chiaramente un esempio di ridondanza squallida).
Inoltre basta cercare il termine prato sul dizionario:
PRATO: 1)spazio erboso spec. non coltivato; 2)ogni insieme di specie esclusivamente erbacee che vivono in stretta dipendenza costituendo un complesso omogeneo e tipico; 3)spazio erboso da cui, tramite opportuna attività agronomica, si ottiene foraggio per il bestiame; 4)sport, terreno erboso che costituisce il campo da gioco di alcuni sport come il calcio, il rugby, l’hockey, ecc.
()

Come vedete, in ogni sua accezione, la parola “prato” presuppone già da sé uno spazio erboso. Da qui la ridondanza. Non potete negarlo.
Ora non può essere considerato un vero e proprio errore, ma non è bello e Gamberetta questo dice.
Magari era più appropriato “manto erboso” o “mantello erboso” o che so io…
Tutto qui…

#315 Comment By Morea On 23 giugno 2008 @ 16:24

Pardon, ho dimenticato di chiudere il link dentro le parentesi e si è linkato tutto un pezzo. Che scema!

scusate scusate scusate

#316 Comment By Rob On 23 giugno 2008 @ 16:32

@ …io…

Sì, ma anche senza mettere in questione professori o meno qui si tratta di argomentazione spiccia: una che asserisce “questa non è una recensione” cosa può dimostrare? La può chiamare o definire articolo, esame critico, giudizio; su per giù è la stessa cosa, non siamo in un campo strettamente specialistico in cui occorra distinguere questa terminologia; il senso è sempre lo stesso.
Questa qui parla di libri, di testi etc… e poi non sa nemmeno distinguere la sinonimia di certi termini. Critica ad esempio l’aggettivo attribuito ad un frisone come esiziale solo perchè in 5 secondi ha aperto una pagina di wikipedia con due informazioni generiche in croce che si è divertita a postare
Andiamo bene…
Per non parlare delle altre cose e incongruenze che ho già segnalato all’inverosimile.

…io… anche a te consiglio di lasciar perdere. Chi ha un po’ di buon senso per comprendere il libro e ritenere infondate certe critiche l’ha già fatto. Per il resto, be poverini… un capro espiatorio alternativo a Licia Troisi dovevano pur trovarlo.

#317 Comment By …io… On 23 giugno 2008 @ 17:00

N

on credo parli di errore. O almeno io quando lo lessi non lo interpretai come tale e sinceramente non so quanto possa essere considerato prettamente errore. Ma è senza dubbio ridondante e non proprio bello da leggere (tant’è vero che lo paragona a “acqua bagnata” che è chiaramente un esempio di ridondanza squallida).
Inoltre basta cercare il termine prato sul dizionario:

certo che si ritrona allo stesso discorso allora… NON CE’ NESSUN ERRORE?
ALLORA DI COSA SI STA PARLANDO?? O.o
le recensioni buttate giù argomentando il perchè a me non è piaciutio quell’accostamento di parole ,da quando è recensione?
ne ho lette poche ma… mai sentito di pareri personali nelle recensioni.
Chi lo fa allora sbaglia.

#318 Comment By Carlo On 24 giugno 2008 @ 11:37

…io… scrive:

certo che si ritrona allo stesso discorso allora NON CE NESSUN ERRORE? ALLORA DI COSA SI STA PARLANDO?? O.o

Si sta parlando di scrivere bene e di scrivere male. Rocca non e’ orrendo perche’ fa errori di grammatica (che potrebbero essere corretti da qualsiasi professoressa delle medie inferiori) – e’ orrendo perche’ scrive malissimo. Non e’ questione se si puo’ o meno scrivere “prati erbosi”, e’ ovvio che si puo’ – anche scaccolarsi si puo’ – pero’ fa schifo.

E non e’ nemmeno questione se Rocca faccia literary fiction: questo sarebbe il caso se lui scrivesse troppo bene – cosi’ bene da distrarre dalla storia, perche’ il virtuosismo verbale sarebbe bello in se’, e la storia sarebbe secondaria (come ha ben spiegato Gamberetta). Invece Rocca scrive proprio da schifo, commettendo tutti i tipici errori che un dodicenne commetterebbe la prima volta che si mettesse in testa di scrivere “un romanzo”: tanti aggettivi e tanti avverbi inutili (non e’ proibito usare tanti aggettivi: e’ proibito metterne di inutili, di ridondanti – ad esempio, in “prati erbosi” c’e’ un solo aggettivo, ma fa schifo lo stesso perche’ e’ ridondante, mentre in “cosi’ percossa, attonita, la terra al nunzio sta” gli aggettivi sono due, ma vanno bene perche’ sono entrambi essenziali).

#319 Comment By Fedina On 26 giugno 2008 @ 19:10

Ho potuto leggere nei commenti che si parla solo dello stile delle prime pagine… Ma c’è qualcuno che ha letto veramente questo libro?
Perché, stile a parte, io avrei la curiosità di sapere com’è la storia. Ho provato a leggere dei riassunti vari trovati su internet, ma non rendono molto l’idea…
Inoltre vorrei fare una domanda ai sostenitori di Rocca: perché questo libro vi è piaciuto così tanto? Cosa ha di speciale?

Ciao a tutti!

#320 Comment By Carlo On 27 giugno 2008 @ 02:19

Fedina scrive:

Ho potuto leggere nei commenti che si parla solo dello stile delle prime pagine… Ma c’è qualcuno che ha letto veramente questo libro?

No, non lo vuole leggere nessuno. E’ per questo che non esiste un riassunto… Succede! :-)

Perche’ non lo leggi tu?

#321 Comment By Raimi On 30 giugno 2008 @ 23:59

Mi lascia perplesso il fatto che abbia lasciato un commento fuori luogo come il tuo…mi vien da pensare che la serietà non sia una qualità della moderatrice.
Ad ogni modo, ripeto che il linguaggio riportato ha caratteristiche sintattiche che delineano la capacità prospettica della visualizzazione di ciò che si legge.

Questo può piacere, può far disgusto, può fare arrabbiare ecc, ma sempre uno stile valido è. Il linguaggio è comprensibile da qualsiasi adolescente in su, quindi anche se leggermente ricercato non è chissà quale opera ampollosa.

Sul fatto che qualche malignino dica che non lo legge nessuno..beh, credo invece che con tutta questa pubblicità e l’indubbia qualità promettente del testo un buon numero di persone l’abbiano letto eccome. (finirò in fogna lo sento…)

#322 Comment By gugand On 1 luglio 2008 @ 08:40

Il problema non e’ che lo stile di rocca sia eccessivamente ricercato, che siano presenti degli errori o che la gente comune non capisce, ma un libro dovrebbe far immergere nella storia e uno stile cosi’ poco scorrevole non lo permette di certo. Leggere un testo del genere e’ pesante. La sera sdraiato sul letto non riuscirei a finire una pagina.
Comunque a me sembra che l’autore abbia voluto far sfoggio della propria cultura invece che concentrarsi sul raccontare una storia.

#323 Comment By Tuareg On 1 luglio 2008 @ 14:42

… illudendosi di avere qualcosa da sfoggiare

#324 Comment By Raimi On 1 luglio 2008 @ 15:29

Tuareg:

…se solo tu come alcuni altri avessi avuto le capacità di dimostrare le tue affermazioni…

Gugand:

In parte concordo…

#325 Comment By Tuareg On 1 luglio 2008 @ 17:41

Se il soggetto pensa di avere fatto una splendida figura di studioso e la gran parte degli astanti pensa invece che sia un patetico mitomane, i casi sono due: o sono tutti dei bruti verdi di invidia o il soggetto è probabilmente un mitomane.
Però si tratta sempre di opinioni. Bisogna anche tenere presente che il gruppo campione è composto da volontari, che potrebbero anche essere gli unici al mondo a non saper apprezzare la sintassi prospettivistica autovisualizzante.
Per avere un responso più scientifico penso che ci voglia la visita medica.

#326 Comment By Rob On 1 luglio 2008 @ 18:10

a Tuareg:

la sintassi prospettivistica autovisualizzante

Ovvero ? Che roba è ? Ancess avrebbe cosa ? Una sintassi prospettivistica autovisualizzante ? Oh my God. Si si, falla subito quella visita medica.

sono tutti dei bruti verdi di invidia

No, non credo sia solo una questione d’invidia. Qui, come puoi ben notare, la maggioranza dei commentatori più che badare a certe consistenze aspetta solo avidamente qualche articolo che sputtani e demolisca autori e opere. Anzi, meglio ancora quando tentano di psicanalizzare libri e scrittori. Che grosse risate.

#327 Comment By Tuareg On 1 luglio 2008 @ 18:13

precisazione for dummies:
la sintassi prospettivistica autovisualizzante (SPA) è una bufala ispirata alla seguente frase-feticcio (leggibile in uno dei precedenti commenti)

ripeto che il linguaggio riportato ha caratteristiche sintattiche che delineano la capacità prospettica della visualizzazione di ciò che si legge.

Poi sono d’accordo anch’io che sparare sulla Croce Rossa sia uno sport poco elegante. E’ che ti viene voglia di farlo quando leggi certe frasi-feticcio…

#328 Comment By Carlo On 1 luglio 2008 @ 19:50

Tuareg, sei grande! :-D

#329 Comment By Morry On 30 luglio 2008 @ 18:25

Oddio devo essere malata di mente… ho letto la recensione e TUTTI i commenti…

Mi viene quasi voglia di immolarmi e leggere TUTTO il libro per vedere se è vero che nella seconda parte migliora e se i contenuti sono così alti e ben costruiti da far dimenticare la forma…

Se mi riesce (non prometto niente) vi farò sapere i risultati…

Morry (confermo che sono malata di mente -_-)

#330 Comment By zeros On 1 settembre 2008 @ 21:16

Mai messo piede in un sito con un flame, figurarsi se mi potevo aspettare che la mia prima volta sarebbe stata di queste apocalittiche dimensioni e avrebbe avuto un livello di odio e insulti così alto!
Sono una lettrice, una persona che cerca storie da quando ancora non sapeva leggere e si inventava le vicende del Topolino guardando le figure. Storie storie storie: di questo vivrei. Leggo fantasy dalle medie e sono una lettrice ca****zzo. Scelgo i libri basandomi sulla copertina (anche se a volte inganna, nel bene e nel male), sulla trama sul retro, sulle prime pagine, a volte sui consigli degli amici, a volte su quelli di siti e giornali. Se questo insieme di cose mi dicono che ho di fronte una storia che promette bene, posso anche sforzarmi di combattere per ore con una scrittura ai limiti dell’infantile o con errori di grammatica che farebbero mettere le mani nei capelli a chiunque, anche se passerò il tempo a sbuffare frustrata/infuriata. Non è questo il caso.
Sono bastate quelle due paginette a dirmi che non avrei mai voluto leggere il resto del libro. Non mi hanno trasmesso nulla, non mi hanno detto nulla, non mi hanno affascinata. Un bambino, di cui non so nulla se non che ha gli occhi “azzurramente” azzurri e vestiti di pelliccia, monologa su quanto la vita faccia schifo, su quanto non gliene importi di un destino legato a cose di cui non so nulla. Affascinante come guardare la vernice che asciuga… Il personaggio è riuscito a dimostrare la personalità di un biscottino di Novara e l’autore mi ha nominato una serie di luoghi, gruppi e cose che però non hanno fatto presa in me, non sono veramente intriganti e quindi non mi fanno venir voglia di scoprire di cosa si tratta. Aggiungiamo che credo nel “motto” del buon signor Conrad: lo scopo dello scrivere è “to make you see”, farti vedere, ed ogni parola deve avere quell’unico scopo. Se non serve a farmi vedere, allora va cancellata. Niente cazzeggi “perché è bello”, niente fronzoli inutili, niente divagazioni amene. Fammi vedere! E io qui non vedo altro che immagini sfocate e contraddittorie.
Il bambino Odino poi ha una voce da quarantenne melenso. Inizia la sua sviolinata con un “Oh Kalos…”: odio il vocativo da quando andavo alle medie, lo trovo di un brutto senza pari, adatto solo per le invocazioni agli dei, le preghiere e la captatio benevolentiae, non certo per pensare a una persona che amavi! Se vuoi bene a una persona e sei infelice per la sua morte, dici “Kalos, perché sei dovuto morire così? Mi manchi, non sai quanto!” Se invece sei incazzato dici “Kalos, perché sei andato a morire come un solenne imbecille? Non potevi abbandonare i tuoi alti principi e salvarti la vita? Stupido, stupido, stupido!” Sono esempi brutalmente buttati lì. Rimane che sono con la voce di un adulto, non certo con quella di un bambino: e Odino parla con una voce incompatibile con quel che è: o l’autore mi spiega che il pargolo pensa come un quarantenne perché ha la consapevolezza di un quarantenne nel corpo di un bambino (un bambino di quanti anni, tra l’altro? 2? 5? 7? 10? Fa moltissima differenza!); oppure gli dà una voce adatta alla sua età biologica!
Che poi le due paginette siano scritto con un linguaggio pesante e paroloni superflui, è un di più che non fa che confermare la sensazione che io quel libro mai lo cercherò né leggerò. E se ci aggiungo la maleducazione che l’autore ha così prodigalmente dispensato nei suoi interventi, il quadro è completo.
Rimango perplessa da un’affermazione (da qualche parte nella parte alta dei commenti…) che il romanzo sia per definizione formativo: mi sembra una bella boiata, ma sono aperta a smentite documentate (ovvero non mi basta una sbrodolata logorroica al riguardo, voglio un titolo e un autore che dicano chiaramente che mi sbaglio.)
Aggiungo che io credo fermamente nei diritti del lettore enunciati da Pennac, in particolare nel diritto di leggere quel che ti pare, in quello di non leggere e in quello di abbandonare una lettura (se si rivela un solenne boiata intorno a pagina 2, complimenti all’autore!).
P.S. Grazie Signor avvocatospadaccino per le perle di fine sagacia che ha sparso in questo flame: non ridevo così tanto e così di gusto da un po’ di tempo!
P.S.2: non ho la più pallida idea di quale sia l’etimologia di “elisione” o il suo uso nella metrica di qualunque popolo umano, sottomarino ed extraterrestre. Né mi servirà mai saperlo. Perché per fortuna “cultura” non vuol dire nozionismo. Col nozionismo, se va male, non ci rispondi neanche al Trivial Pursuit.

#331 Comment By Artemis On 7 novembre 2008 @ 15:31

Bene.

Ammetto di aver iniziato solo ieri la lettura di questo meraviglioso blog.
Io non amo il genere fantasy, sinceramente.
Non sono qui per commentare il libro di Rocca che ovviamente non apprezzando l’argomento non mi sono presa neanche la briga di leggere.
Voglio informare però di aver già trovato altrove la citazione della carrozza e dei prati erbosi, dunque, se per caso lo scrittore si fosse fatto l’idea che gli unici a non aver apprezzato il suo modo di scrivere si riuniscano qui, sbaglia di grosso, dato che tale critica negativa l’ho trovata in un forum frequentato perlopiù da persone adulte e con diversi titoli di studio alle spalle.
Perché preciso i titoli di studio?
Ma perché sembra che solo quelli siano importanti, nella sua mente, caro il mio scrittore!
Chiunque non abbia conseguito almento tremila lauree non è certo degno di criticare il suo libro, giusto?
Ebbene, dato che non è degno di criticare, non sarà neanche degno di apprezzarlo nella sua interezza, o sbaglio?
Eppure mi pare che la letteratura fantasy sia indirizzata perlopiù ai ragazzi, sebbene trovi lettori anche fra gli adulti.
Poniamo il caso che un ragazzo di dodici anni compri il suo libro. Le fanno piacere i suoi complimenti, caro autore?
Se provasse a criticarla come lo liquiderebbe? Fosse una persona coerente accetterebbe sia critica che approvazione, ma lei forse vuole solo sentirsi adulato.
Chi non ha titoli per criticare non ha titoli per leggere e apprezzare, caro il mio professorone.
Sa una cosa?
Leggendo la recensione in questo forum avrei anche potuto pensare di comprare il suo libro, ma non lo farò.
Sa perché?
I suoi commenti mi hanno spiazzata.
Lei è una persona adulta e si è comportata come una scrittrice adolescente, lei sbandiera titoli di studio che oggi si danno ad Honorem od a chi ha i soldi per poterli comprare (con questo non la sto accusando di averli comprati, le sto solo facendo notare che non è il caso di contare troppo sui titoli di studio).
Sa cosa risposi al mio professore di filosofia, quando egli mi disse che per diventare filosofo in genere occorre la laurea?
Dissi: “non mi pare che un pezzo di carta possa fare di una persona un filosofo o un pensatore, penso che sia una cosa che venga da dentro.”
Ciò vale anche per la scrittura.
Una persona può studiare scrittura quanto vuole, ma non riuscirà mai a mettere insieme qualcosa di veramente decente se non ci mette l’anima, ma solo titoli di studio.
Può venire fuori qualcosa di formalmente corretto.
Può venire fuori una storia con prologo, svolgimento ed epilogo.
Che altro? Dov’è l’anima? Dov’è quello che si vuole mostrare?
Stephen King dice che la scrittura è una forma di telepatia: se lo scrittore vuole mostrare una gabbia al lettore, la descrive e attraverso la descrizione anche il lettore vedrà quella gabbia, magari non così bene come lo scrittore, ma la vedrà.
Tutto questo solo per dire che ci sono bambini in grado, con un raccontino, di far vedere al lettore una principessa rinchiusa in un castello e salvata da un principe.
Un bambino senza titoli di studio, quale abominio!
Non mi fraintenda, non avendo letto il suo libro non sto dicendo che lei non è in grado di mostrare quel che scrive, sto solo contestando questa sua ferrea presa di posizione sui titoli di studio.
Si è comportato a mio parere in modo superficiale, arrogante e immaturo, caro il mio signore, se non offensivo.
Potrei anche stare qui adesso ad elencare i numerosi errori che ha fatto scrivendo righe e righe di minacce e insulti agli utenti di questo blog: fin’ora, sostenitTrice…
Non lo farò, voglio darle il beneficio del dubbio: magari erano solo errori di battitura, questo glielo auguro caldamente, come glielo augurano anche le sue sudate lauree.
In caso contrario, credo che colui che ha pubblicato questo romanzo abbia dovuto molto faticare per correggerle la grammatica…

#332 Comment By Tyreal On 31 gennaio 2009 @ 15:59

Ma alla fine… che cos’è un “Lupetto spartano”?

#333 Comment By Marta C. On 1 febbraio 2009 @ 15:13

@ Tyreal:

Indipendentemente dal libro in questione a Sparta i giovani erano inquadrati in rigide formazioni di tipo militare. I ragazzi dagli 8 agli 11 anni erano battezzati come “lupetti”. Il vocabolo viene poi preso come modello e prototipo per indicare un certo tipo di sviluppo, di istruzione e preparazione. Il suo utilizzo è quindi corretto.
Cordialmente

#334 Comment By gugand On 1 febbraio 2009 @ 16:06

Sarebbe corretto se nell’ambientazione di Rocca fosse esistita una citta chiamata sparta.
Sempre che non sia la solita mania di molti autori di mostrare conoscenze e cultura anche se poco c’azzeccano con il racconto.

#335 Comment By kib On 5 febbraio 2009 @ 16:23

Non si può dare torto a Gamberetta, affatto.
Il romanzo in questione è orribile e solo le prime due righe mi fanno venire voglia non solo di non comprarlo ma, inoltre, di non consigliarlo a nessuno che conosco.

Poi, le reazioni dello scrittore, non fanno altro che darmi conferma.

Impara ad essere più umile, forse migliorerai.

#336 Comment By …Ila & Faby… On 9 febbraio 2009 @ 18:43

Non si può dare torto a Gamberetta, affatto.
Il romanzo in questione è orribile e solo le prime due righe mi fanno venire voglia non solo di non comprarlo ma, inoltre, di non consigliarlo a nessuno che conosco.

Poi, le reazioni dello scrittore, non fanno altro che darmi conferma.

Impara ad essere più umile, forse migliorerai.

Ma scusateci,ce la fate tu e tutti i tuoi “scagnozzi” a riuscire ad andare avanti oltre le prime 2 righe?Ne abbiamo pieni i coglioni delle solite parole trite e ritrite!!Non ce ne frega un cazzo se voi non riuscite ad andare avanti nel leggerlo!!
Chi lo ha letto,lo ha apprezzato.
Abbiamo sentito di persone che si sono persino fermate a rileggere alcuni passi del libro.
Ad esempio,a me piacciono tantissimo le conversazioni che avvengono fra i due protagonisti:KER e SOTER.
Mi piace come si confrontano,come KER si differenzia da SOTER e viceversa,nell’affrontare discorsi e situazioni.
Al di là della storia,che io conosco poco di greci e mitologia,di personaggi fantasy che appaiono nel libro,che cmq dovrebbe essere completamente compresa da chi è appassionato o studia la mitologia,e qui non ci piove,ci sono viaggi,persone,attrazioni,sguardi,dialoghi,relazioni e sentimenti fra mortali ed immortali a nostro parere ben descritti e che rendono bene l’idea di quello che SOTER o altri vogliono esprimere in quel momento.
Il tutto,a nostro parere,amalgamato in conoscenze che l’autore ha e che evidentemente ha voluto riportare in questa storia.
Su cosa ci stiamo ancora dibattendo?Indi per cui,a te non piace?A gamberetta non è piaciuto?Non è genere che fa per voi.Leggete le prime 2 righe e ne scrivete una recensione negativa?Non è genere che fa per voi!
La figura di merda non la fa il signor Sergio Rocca,almeno lui per scrivere e pubblicare di cultura e di libri deve essersene abbastanza informato.
Se poi,come vi ripetiamo,non vi piace il genere,è completamente inutile una recensione,un parere,una calunnia,un puntare addosso il dito e un sentenziare.Sentenziate su cosa?Su ciò che alla fine già in partenza non vi interessava?Chi vi ha detto di considerarlo fantasy……. FRA I VOSTRI FANTASY?!?!

#337 Comment By Diarista incostante On 10 febbraio 2009 @ 11:28

@ Ila e faby

Le chiavi del fato vi è piaciuto, va bene.
Ma a parte questo siete in grado di afferrare le obiezioni che vengono mosse al libro (in quanto libro, tra l’altro, neanche in quanto fantasy)?
L’erba erbosa, gli occhi azzurri venati di azzurro, il ragazzetto che ruggisce isterico pronto a gridare (mioddio che roba), ecc. E’ una buona prosa questa? No. Carver, King, milioni di editor competenti sono d’accordo con me. La risposta è solo questa: no, punto.

Passiamo oltre.
A vostro dire Rocca è stato capace di far sembrare un personaggio diverso da un altro. Ker e Soter. Bene. Mi sembra il minimo sindacale, però, mentre voi ne fate una questione di stato.
Nel vostro entusiasmo elencate poi viaggi, persone, attrazioni, dialoghi. Della serie “ho visto gente, ho fatto cose…”. Bene. Di nuovo: siamo nel minimo richiesto per buttare giù uno straccio di storia. E’ eccezionalità, questa? No.
La gente rilegge dei passi del libro. Non mi stupisce: è scritto male, la prosa è inutilmente complessa, infarcita di aggettivi inutili e/o ridondanti, le frasi sono ciconvolute. Nemmeno questa mi pare una prova schiacciante della grande cultura di Rocca.
A questo proposito, anzi, tengo a far presente che la vostra frase

La figura di merda non la fa il signor Sergio Rocca,almeno lui per scrivere e pubblicare di cultura e di libri deve essersene abbastanza informato.

è ridicola. Non serve avere la benchè minima cultura per scrivere e/o pubblicare. Sappiamo tutti che è vero, non ci giriamo attorno e facciamola finita, per cortesia.

In quanto al passaggio che cito adesso

Se poi,come vi ripetiamo,non vi piace il genere,è completamente inutile una recensione,un parere,una calunnia,un puntare addosso il dito e un sentenziare.Sentenziate su cosa?Su ciò che alla fine già in partenza non vi interessava?Chi vi ha detto di considerarlo fantasy……. FRA I VOSTRI FANTASY?!?!

non se ne capisce il senso.

Se non ci interessasse il fantasy non saremmo qui. Non si tratta di “sentenziare” o di mettere le chiavi del fato in una categoria sbagliata. Rocca ha scritto un libro fantasy. Se io conosco il genere (per aver letto decine di fantasy) e lo trovo schifoso, posso andare in giro a dirlo motivando le mie ragioni.

Su cosa ci stiamo ancora dibattendo?Indi per cui,a te non piace?A gamberetta non è piaciuto?Non è genere che fa per voi.

Non venite qui a dire che il fantasy non fa per noi, se pensate che il fantasy sia Rocca è vero il contrario: il genere non fa per voi.

Niente di male eh, si vive lo stesso.

#338 Comment By Angra On 10 febbraio 2009 @ 14:49

@Diarista incostante: Ila e faby è solo una delle n-mila personalità multiple di Sergio Rocca stesso ^_^

#339 Comment By Ila On 10 febbraio 2009 @ 15:06

MA qui nessuno sta parlando di eccezionalita’ , Diarista.
siete voi che smerdate ogni minimo respiro che si riesce a prendere in mezzo alle vostre opinioni
ALLORA?
da che cose e’ nato tutto cio’?
DAL FATTO CHE AVERTE LETTO DUE PAGINE

se tu vuoi motivare, andando in giro a dire che il libro non fa per te per questo quest’ altro motivo e’ ok.

Ma PARERI non sentenze!!!!!!
Il parere nasce nel momento in cui si sono messe tutte le carte sul tavolo per discutere di una determinata cosa
NON PARLO per TE, PARLO IN GENERALE!!!

DA LETTORI ASSIDUI CHE DOVRESTE ESSERE E DIMOSTRARE ,PURE, DI ESSERE ,LE AVETE TUTTE LE CARTE IN REGOLA PER FARLO???

IO POI NON HO DETTO CHE IL FANTASY “E’ ROCCA”
PER CARITA’….

Lui ha proposto evidentemente il suo fantasy assieme ad altri collaboratori
PERCHE’ DIRE A PER B?
PERCHE’ PARLARE MALE DI QUALCOSA CHE ALLA FINE, NON SI CONOSCE?

e’ questo che davvero da 2000 commenti in qua, su questo post
su questa recensione..
NON SI RIESCE A CAPIRE

E’ scritto male?
c’e’ chi e’ stato d’accordo con te
ma evidentemente prima di scriverlo si sara’ pur informato…
quindi vuol dire che ANCHE DALLA PARTE SUA C’E’ STATA RAGIONE!!!

QUINDI E’ DA QUESTA IDEA CHE IO NON RIESCO PROPRIO A RIPARTIRE, SAI…
O.o


è ridicola. Non serve avere la benchè minima cultura per scrivere e/o pubblicare. Sappiamo tutti che è vero, non ci giriamo attorno e facciamola finita, per cortesia.

UMH.. SU QUESTO PRORPIO ZERO CONCORDANZA.
HO SENTITO PERSONE CHE L’HANNO LETTO
E HANNO DICHIARATO

Bisogna conoscere bene le mitologie per capirlo a fondo.
SE NON CONOSCI CIO’ DI CUI SERGIO PARLA NEL LIBRO
NON LO CAPISCI. STOP.
L’HO FATTO LEGGERE UNA DONNA CHE DI MITOLOGIA SE NE INTENDE ABBASTANZA
PERCHE’ , PUR NON AVENDO POTUTO LAUREARSI, HA COLTIVATO QUESTA SUA PASSIONE.
E L’HA DETTO CHIARO E TONDO.

BISOGNA CONOSCERE LA MITOLOGIA PER CAPIRLO A FONDO

Infatti io su questo non metto becco.
La mitologia l’ho studiata a grandi linee
PER QUESTO SOSTENGO CHE PER PERSONE COME ME IL LIBRO PUO’ ANCORA ANCORA ESSERE ” PESANTE”

MA PER VOI….
-.-
non penso siate cosi una manica di svogliati e di superficiali
per questo mi stupisco che non sia piaciuto
mi stupisco che nessuno di voi.. abbia voltuto leggerlo davvero

#340 Comment By Tuareg On 10 febbraio 2009 @ 15:47

Sergio, non è COSI’ difficile capire perché nessuno lo vuole leggere…

nessuno lo vuole leggere perché è scritto MALE!

Perché non provi a fare un corso di scrittura? Non di mitologia, eh?
Proprio di scrittura.

#341 Comment By zora On 10 febbraio 2009 @ 18:06

e va bene, per poter dare un parere obiettivo mi leggerò sto benedetto libro, vediamo un po’.
Dato che qui c’è uno sbrodolamento di titoli, diciamo che parto da una discreta conoscenza della mitologia, data da 5 anni di liceo classico. Quindi speriamo (pur non avendo master o dottorati in lettere) di essere abbastanza acculturata per i gusti dei fan di Rocca. Ho di mezzo un esame, quindi se vedemo tra qualche giorno con i pareri!

#342 Comment By Ila On 10 febbraio 2009 @ 18:08

Sergio, non è COSI’ difficile capire perché nessuno lo vuole leggere…

nessuno lo vuole leggere perché è scritto MALE!

Perché non provi a fare un corso di scrittura? Non di mitologia, eh?
Proprio di scrittura

ridiamo… hahahahhaha…ridiamo ahhahahahah
ok torniamo seri , ora.

e va bene, per poter dare un parere obiettivo mi leggerò sto benedetto libro, vediamo un po’.
Dato che qui c’è uno sbrodolamento di titoli, diciamo che parto da una discreta conoscenza della mitologia, data da 5 anni di liceo classico. Quindi speriamo (pur non avendo master o dottorati in lettere) di essere abbastanza acculturata per i gusti dei fan di Rocca. Ho di mezzo un esame, quindi se vedemo tra qualche giorno con i pareri!

brava dai :)

#343 Comment By Ila On 10 febbraio 2009 @ 18:11

cmq zora
metti l’orgoglio da parte
sii umile
e se c’e’ qualcosa che davvero ti piace
e apprezzi DILLO!
Me lo raccomando perche’ la doppia faccia della gente puo’ salire alle stelle
SE INVECE DOVRAI FARE CRITICHE
CHI POTRA’ TI RISPONDERA ARGOMENTANDO.
SE MAI CAPITERA’ ANCORA L’AUTORE SU QUESTO SITO, O CHI PER LUI
PENSO RIUSCIRA’ A RISPONDERE AD OGNI TUA PERPLESSITA’

#344 Comment By zora On 10 febbraio 2009 @ 18:19

vedremo!!!
E con l’orgoglio stai tranquilla, non ho da difendere nulla di personale (non ho firmato nulla in cui prometto che parlerò male del libro) quindi nessun pregiudizio di base.
A tra qualche giorno

#345 Comment By Angra On 10 febbraio 2009 @ 21:32

@Ila:

Dai Sergio, falla finita. Di questo passo un giorno ti arrivano a casa gli infermieri con la camicia di forza.

#346 Comment By zora On 10 febbraio 2009 @ 23:38

che sia l’autore nell’ennesimo sdoppiamento di personalità o no l’esperimento rimane interessante. E un’oretta la sera la si può anche spendere per questo!

#347 Comment By Diarista incostante On 11 febbraio 2009 @ 10:11

@Angra
Dimmi che stai scherzando. Per piacere.

@Ila fabi sergio o chiunque tu/voi sia(te)
Ribadisco: la cultura e la buona scrittura sono cose separate. Non si ostacolano tra loro in presenza di dosi massicce di buonsenso, umiltà e misura, ma tendenzialmente chi fa della cultura il suo grande vanto quando poi prende in mano una penna partorisce mattoni mal scritti.
Se tu arrivi a scrivere:

UMH.. SU QUESTO PRORPIO ZERO CONCORDANZA.
HO SENTITO PERSONE CHE L’HANNO LETTO
E HANNO DICHIARATO

Bisogna conoscere bene le mitologie per capirlo a fondo.
SE NON CONOSCI CIO’ DI CUI SERGIO PARLA NEL LIBRO
NON LO CAPISCI. STOP.
L’HO FATTO LEGGERE UNA DONNA CHE DI MITOLOGIA SE NE INTENDE ABBASTANZA
PERCHE’ , PUR NON AVENDO POTUTO LAUREARSI, HA COLTIVATO QUESTA SUA PASSIONE.
E L’HA DETTO CHIARO E TONDO.

… vuol dire che non hai ancora capito dove batte il chiodo del dissenso generale nei confronti delle chiavi del fato.

Se il libro fosse scritto come Dio comanda, comprensione mitologica o no la gente qui se lo leggerebbe, magari approfondendo in seguito i miti classici che ci stanno dietro (perchè si sono appassionati ad argomenti che prima non conoscevano proprio grazie al libro).

E infatti il problema non è capire di cosa parla Rocca, è capire in che lingua lo fa. Siamo in italia, cazzo, parlate italiano. Parlate come mangiate. State scrivendo fantasy, non il revival della Divina Commedia. E’ più chiaro così? E’ semplice da capire o devo ripeterlo?
Se rocca ha bisogno di scrivere che degli occhi azzurri sono venati di azzurro come due zaffiri, cerulei come il cielo limpido in cui l’azzurro si fonde con l’azzurro ed è sfumato di azzurro, o sa il cazzo (azzurro e quindi piccolo poichè appartenente ad un puffo) che altro, allora ha sbagliato genere. Che scriva poemi, poesie, romanzacci tipo “l’eleganza del (fottuto) riccio”, non fantasy.

non penso siate cosi una manica di svogliati e di superficiali
per questo mi stupisco che non sia piaciuto
mi stupisco che nessuno di voi.. abbia voltuto leggerlo davvero

Per l’ultima volta: se per mangiare una cucchiaiata di nutella, diciamo, io devo mandare giù anche la merda con cui è mescolata la nutella, io dico no, grazie, passo.
In un libro il linguaggio in cui è scritto, la prosa, lo stile, non sono opzioni, non le puoi saltare a piè pari perchè c’è un di dentro buonissimo e mitologico a cui suggere il nettare della conoscenza.
Se un libro è scritto male non si legge e si pianta lì, fine, punto, stop, amen, andate in pace e fatevene una ragione. E’ tutto qui.
E ti/vi dirò di più: è mio sacrosanto diritto di lettore fare questo. Rifiutare di mandare giù polpettoni mal scritti è un diritto irrinunciabile, quindi se dopo il prologo ho già voglia di vomitare posso buttare tutto alle ortiche e andare a vedere discovery channel senza dovermi sentire in colpa o poco rispettosa nei confronti di rocca e dei suoi collaboratori (de che? Gli portavano il caffè?). Perchè se rocca voleva che leggessi quel libro fantasy doveva darsi la pena di scrivere qualcosa di leggibile, in uno stile coerente con il fatto che stava scrivendo fantasy e non poemi.
Che tu/voi ti/vi stupisca/stupiate cos’ tanto di tutto questo resta un grande mistero.
Non mi sembra difficile capire perchè gente non abbia voglia di stendere gli attributi sul tavolo di cucina e martellarseli con lo sbatticarne.
Tante buone cose e facciamola finita, su.

#348 Comment By Faby On 11 febbraio 2009 @ 14:20

Cmq,CARO IL MIO Tuareg e CARA LA MIA Angra,io e Ila non siamo

una delle n-mila personalità multiple di Sergio Rocca stesso

OK??Siamo persone a sé!!GRAZIE!!

#349 Comment By Ila On 11 febbraio 2009 @ 14:22

HO CAPITOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
MAMMA MAI MA SIETE VOI CHE BATTETE SULLO STESSO CHIODO…

OK.. NON VI PIACE UNA PAROLA
NON LA CAPITE ??!!!
ANCH’IO NON LE HO CAPITE , SONO ANDATA A VEDERE CHE CAZZO VOLESSERO DIRE, PORCA MISERIA!!!

PERO’ NON MI PUOI DIRE
CHE UNA PERSONA NON ABBIA UN SUO STILE NELLO SCRIVERE!!
ALMENO QUANDO SI SCRIVE IN LINGUA ORIGINALE

E’ COME SCRIVERE UNA CANZONE, UNA POESIA..
OGNI SCRITTORE, POETA USA METAFORE SIMILITUDINI O ALTRE FIGURE RETORICHE CHE SI SENTE DI VOLER USARE IN QUEI VERSI CHE STA SCRIVENDO
E DA LI NE VIENE FUORI LA POESIA.. LA SUA POESIA
VAGLIELO A DIRE AI POETI DELL’ 800
CHE CI CAMPAVANO SULLE FIGURE RETORICHE nelle loro poesie !

vabbe…

EVIDENTEMENTE comunque E’ UN qualcosa in cui lui , alla fine, ha fatto bene a difendersi.
Inzialmente perche vi dice
LO LEGGETE PERCHE’ VI PIACE? OK
NON LO LEGGETE PERCHE’ NON LO CAPITE?
e’ un altro discorso
E’ MI PARE OVVIO ANCHE

Allora ancora noi non capiamo perche’ e dovuto approdare in questo sito
RECENSITO COSI
COMMENTATO COSI.
-.-
CMQ DAVVERO DISCORSO CHIUSO

ASPETTEREMO PARERE DI ZORA..
SPERIAMO APPREZZI QUALCOSA…

#350 Comment By Ila On 11 febbraio 2009 @ 14:28

ah … angra
non sono sergio ne chi fa per lui
non lo voglio difendere
io ho parlato anche per lui

ma lui sa difendersi benissimo
anche perche’ ne sa 800 VOLTE PIU’ DI ME E CHI FA PER ME.

#351 Comment By Clio On 11 febbraio 2009 @ 15:57

@ Ila
Il problema non è capire cosa racconta la storia o essere esperti di mitologia. Io sono appassionata di religioni e mitologia dalla più verde gioventù, eppure non mi passa nemmeno per l’anticamera del cervello di leggere il Rocca.
Non perché le parole sono troppo difficili.
Semplicemente perché la prosa fa pietà. E’ logorroico, arrogante, pomposo e talvolta ridicolo (un bambino ruggisce istericamente, per citarne una, anzi, è pronto a ruggire istericamente…).
La critica non è volta alla storia, ma alla prosa. Lo stile di Rocca fa schifo. La vicenda ed i personaggi saranno anche eccelsi, ma lo stile è tamente di cattivo gusto da scoraggiare la maggior parte degli esseri umani. Si ha la netta impressione che il tipo non voglia farti arrivare un’immagine, bensì mostrarti quante belle parole sa.
La reazione del suddetto autore infine è stata, come ha brillantemente notato qualcuno, da “ragazzina isterica”, ora “non siete abbatanza acculturati per capire il mio Libro” a “ma in fondo sono appena agli esordi…” (deciditi, o sei troppo bravo per noi o noi dobbiamo avere paienza con te, ancora imbranato).

#352 Comment By Ila On 11 febbraio 2009 @ 20:11

un bambino ruggisce istericamente, per citarne una, anzi, è pronto a ruggire istericamente…).

non e’ per essere inopportuna , Clio
MA IO LI HO SENTITI BAMBINI ISTERICI

Io STESSISSIMA, da piccola ero una bambina isterica , lo sai O.o
no, davvero… non mettetevi a ridere…
sono seria
MOLTE VOLTE I BAMBINI “SENTONO” ANCHE PIU’ DI NOI ADULTI…
CON QUEL RUGGIRE ISTERICO… FORSE HA MESSO TROPPA EMPATIA , nel momento in cui gli si figurava la scena nella mente, per far capire cosa provava Odino mentre pensava al padre, ha voluto dare questa immagine,attraverso quella tecnica da lui usata , DEL DOLORE PROVATO
E FORSE ANCHE VISSUTO. NON LO SO.

Forse perche’ ci sono cose che voi non sapete apprezzare ragazzi
Nel senso, magari siete intelligenti, non lo metto in dubbio.

IO SONO CRESCIUTA CON LA MUSICA che mi accompagna tutti i giorni,
molti dei nostri cantautori italiani mettono questo tipo di ” enfasi” nello scrivere canzoni
NON STO A CITARE per chi e il per come
SEMPLICEMENTE PERCHE’ LA MUSICA E LE CANZONI CHE ASCOLTO SONO QUALCOSA DI talmente PERSONALISSIMO PER ME CHE NON TUTTI SANNO I CANTAUTORI CHE ASCOLTO

C’e’ uno di questi
che praticamente VA AVANTI con la sua carriera a figure retoriche nelle sue citazioni e nelle sue canzoni…
ED IO LO ADORO PER QUESTO, CLIO!!!!

AD ESEMPIO :

Il cuore di Odino era gonfio come gli occhi, colmo di una sofferenza interiore, a lungo andare fatale.

MAMMA MIA
COSA NON MI AVETE SMERDATO QUA RAGAZZI
IO ADORO QUEST’IMMAGINE….
AAAAAAAAAAAAAAAAH NON TOCCATEMI LE similitudine e le metafore
CHE VI UCCIDO PERCHE’ IO LE ADORO
LE AMO
SONO QUALCOSA DI BELLISSIMO *_________*

tu qui devi immagìnarti un bambino che piange…
E PIANGE COME NESSUN BAMBINO NEL TUO IMMAGINARIO POTREBBE RIUSCIRE A FARE
Possibile? SI LO E’.

MAI VISTO UN BAMBINO – O SENTITO DI UN BAMBINO -CHE PIANGE DI DOLORE, CLIO????

IO SI.. E SO COSA VUOL DIRE…
SO COSA VUOL DIRE. PER UN BAMBINO
PIANGERE DI DOLORE ESTREMO
semplicemente perche’ con la testa, piu’ di una volta, ci sono entrata nell’immaginarmi questo dolore.

Ma lasciamo da parte magari gli affari troppo personali

quelle sono figure ,che, LEGGI UNA POESIA CI SONO
ASCOLTI UNA CANZONE NEL TESTO PUOI TROVARLA

ED E’ BELLO PENSARE CHE POSSA ESSERCI ANCHE IN UN LIBRO

SIA CHE QUESTO SIA FANTASY
SIA che parli di DEI, DEMONI,o di VAMPIRI,
o che parli di testimonianze reali
o che sia un romanzo rosa
per me e’ qualcosa di carino, positivo. UN PO’ FUORI DALL’USUALE

poi se Gamberetta e voi, mi dite che e’ inserito in un contensto sbagliato
della storia, allora li, bisogna davvero chiedere a chi di competenza
Perche’ ti ripeto, una persona che sta scrivendo un libro.. il SUO libro..
come qualcuno ha gia’ detto qui , non mi ricordo chi -.- , NON PUO’ METTERE IN SECONDA LINEA i suoi lettori.
Se lo scrive e’ perche e’ convinto che qualcuno capisca quello che voglia far emergere.
Stesso principio seguito anche da uno scrittore/ poeta.
Se poi il lettore non lo capisce
NON E’ CHE DEVE ANDARE IN GIRO A DIRLO A TUTTO IL MONDO!!!!!!!!
DICENDO noooo fa schifo ..e ‘ uno scempio di libroo
non sa scrivere
L’AUTORE ADOPERA FIGURE RETORICHE SPESSO E LO FA IN MODO OSCENOOOOO

QUESTE SONO COSE CHE DICI TU!
E CHE PENSI TU.
Non credo bisogna inculcare questo alla gente

POI TI RIPETO’ :

SARA’…..
STIAMO ANDANDO AVANTI TROPPO CON STA STORIA
PERCHE’ ORMAI L’AUTORE E CHI PER LUI RIMANE .-COME E’ GIUSTISSIMO-
NELLE SUE IDEE

e voi nelle vostre.

PS CHIEDO PERDONO se’ SCRIVO IN MODO OSCENO…
METTO IL MAIUSCOLO OGNI TRE PER DUE QUANDO SCRIVO PERCHE’ EQUIVALE AD un IMPORSI PER ME ed e’ un viziaccio, lo so
ehehehehehhe pardon O.-

#353 Comment By DelemnO On 11 febbraio 2009 @ 20:18

E’ COME SCRIVERE UNA CANZONE, UNA POESIA..
OGNI SCRITTORE, POETA USA METAFORE SIMILITUDINI O ALTRE FIGURE RETORICHE CHE SI SENTE DI VOLER USARE IN QUEI VERSI CHE STA SCRIVENDO
E DA LI NE VIENE FUORI LA POESIA.. LA SUA POESIA
VAGLIELO A DIRE AI POETI DELL’ 800
CHE CI CAMPAVANO SULLE FIGURE RETORICHE nelle loro poesie !

1) non usare il maiuscolo, non siamo ciechi ( penso).
2) non si può scrivere un libro fantasy nel 2000 con gli stessi criteri con cui si scrivevano le poesie dell’800. Un libro deve mostrarmi che un autore sa scrivere bene, non quanti paroloni forbiti conosce.

#354 Comment By Ila On 11 febbraio 2009 @ 20:39

ANCORAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
no davvero io non ci credo.
-.-

se non sei una persona ignorante DELEMNO
leggi bene sotto e capisci me, che ho molto umilmente spiegato che il maiuscolo non lo metto perche’ penso che voi siate ciechi , ma semplicemente ( dimmi se e’ difficile da capire, che te lo spiego con parole meno forbite..)perche’ e’ un viziaccio mio che possiedo, di mettere il maiuscolo quando voglio esprimere die miei giudizi personali.

POI :
Non ti sto dicendo che lui scriva libri del 2000 in genere fantasy con lo stesso criterio di scrittori dell’800, ma sant’ Iddio.
Puo’ fare una scelta a seconda di cio’ che lui vuole esprimere?
Usare il linguaggio FORBITO che vuole usare, per esprimere qualcosa sperando che al lettore passi quello che vuol stare a significare?

Se poi al lettore non piace comunque , pace,
nessuno gli da’ dello scemo
nessuno gli da’ dell’incapace
a differenza di persone che molto esplicitamente qui dicono FA SCHIFO
e’ un tuo parere?
LO RISPETTO!
ma non farne un caso internazionale da sbattere in un blog le prime due pagine

#355 Comment By DelemnO On 11 febbraio 2009 @ 20:52

leggi bene sotto e capisci me, che ho molto umilmente spiegato che il maiuscolo non lo metto perche’ penso che voi siate ciechi , ma semplicemente ( dimmi se e’ difficile da capire, che te lo spiego con parole meno forbite..)

Questo è facilmente esplicabile con il fatto che avevo postato pressochè insieme a te e qui sono apparsi prima il tuo poi il mio.
Poi, per il resto, nessuno dice di non mettere le metafore in sè, sono comunque utili, per esempio, per me non c’è niente di male nel parlare degli “infaticabili frisoni”, perchè il lettore medio non è esperto di equitazione e non sa che sono animali infaticabili. Ma il “prato erboso” è ridicolo, pare l’acqua bagnata. Ho la vaga idea che lui avrebbe voltuto scrivere tappeto erboso e abbia accidentalmente mescolato le cose.
Però certe descrizioni, come gli occhi del bambino, appesantiscono molto la narrativa. E per me se un vuol parlare forbito può, prendi Il Nome della Rosa,, non è certo scritto con il liguaggio dei paracarri, però non è per niente pesante. E ti dirò, a me non me ne frega niente se lui vuole usare i paroloni, se intende scrivere per un pubblico che debba leggere la sua opera e vuole che la leggano più persone possibile ( di solito è così), non scrive così. Non dico di mettersi a scrivere le barzellette di Totti, ma rimanendo in argomento generico della narrativa fantastica, uno stile che scorra è essenziale.
E per la cronaca, di bambini isterici ne è pieno il mondo, ma credo che nemmeno Glen Benton ruggisse da bambino.

#356 Comment By Clio On 12 febbraio 2009 @ 01:12

@Ila

non e’ per essere inopportuna , Clio
MA IO LI HO SENTITI BAMBINI ISTERICI

Ma guarda, anch’io. A chiosa, in famiglia mia non mancano purtroppo, e facendo la baby-sitter dalla verde età di 13 anni ne incroci diversi ma… Nessuno di loro “ruggiva” XD
Di solito strillavano. Ma lo strillo di un cinno non ricorda molto il ruggito. Piuttosto mi facevano pensare a porcelletti scannati, ad esser franchi ^//^

FORSE HA MESSO TROPPA EMPATIA

Non credo, credo che volesse enfatizzare il fatto che, cacchio, il bambino è proprio isterico!!! Ma è un tentativo piuttosto maldestro. In tutta franchezza, se fosse stato al liceo glielo avrebbero segnato di rosso come parola inppropriata.

Inoltre non mescolerei tanto alla leggera testi d canzoni e prosa. Esempio, la canzone Hello degli Evanescence, è una canzone piuttosto bella secondo me, ma va ascoltata conoscendo il contesto, chi l’ha scritta, ecc.
Un romanzo è diverso. Un buon romanzo deve dir qualcosa a prescindere. 1984 comunica una storia, che tu sappia chi era Orwell o no. Se hai studiato il contesto lo apprezzi meglio, ma anche da profano lo puoi apprezzare.
Testi di canzoni e romanzi sono cose completamente diverse, è un po’ come dire che, siccome la panna montata sta bene sulla cioccolata calda, starà a meraviglia anche sulla pasta alla carbonara.

Quanto alle figure retoriche, non sono affatto allergica, anzi, ma devono avere un senso e non essere eccessive! Le metafore sono una specie di droga, il principinte inizia a raccontare e ne infla una dietro l’altra… poi normalmente rilegge e ne elimina la maggior parte, per non rallentare il ritmo e non zavorrare l’intera storia.
Per usare una metafora: un anno decidemmo di fare l’albero di Natale usando tutte le decorazioni che avevamo. Alla fine in salotto c’era una palla scintillante di fili dorati, argento, palline colorate e stelle, e non si vedeva più l’albero. Ci siamo guardati tutti e abbiamo concluso: “è bruttissimo!”

ED IO LO ADORO PER QUESTO, CLIO!!!!

Wow, passa il maiuscolo, ma con quattro ! mi assordi -_^

Il cuore di Odino era gonfio come gli occhi, colmo di una sofferenza interiore, a lungo andare fatale.

Ecco, bell’esempio. Troppa roba! Alla fine uno si dimentica di Odino, perché è preso da una crisi glicemica. Non che un bambino non possa soffrire in modo atroce, lungi da me una simile baggianata! Semplicemente, se per dirmi che ‘sto cinno sta male da morire usi cinque metafore fuse maldestramente in una riga, il solo sentimento che mi provochi è sadica aspettativa (della serie “spero che gli occhi gonfi degenerino in cimurro!”).

Tra l’altro ‘sto cinno non piange, monologa tra sé in un linuaggio che nessun bambino, parlando tra sé e sé, userebbe! Se il cinno fosse alla corte di Alfonso X a narrare la sua storia sfigata sarebbe diverso, ma così è veramente fuori luogo.

tu qui devi immagìnarti un bambino che piange…
E PIANGE COME NESSUN BAMBINO NEL TUO IMMAGINARIO POTREBBE RIUSCIRE A FARE
Possibile? SI LO E’.

Appunto, ci provo… e il bambino che vedo è raggomitolato in un angolo, digrigna i denti e pensa “non è giusto!” o “non voglio!” o “li odio tutti, spero che li mangino i cani, no, che li sbranino i ratti mannari!” Non fa discorsi aulici. I discorsi aulici li fai a qualcuno se vuoi carpirne la benevolenza, non con te stesso.

MAI VISTO UN BAMBINO – O SENTITO DI UN BAMBINO -CHE PIANGE DI DOLORE, CLIO????

Ancora… fidati, ho una certa esperienza, e anche a voler rievocare raccapriccianti memorie personali ti assicuro che i miei pensieri erano molto crudi e spicci, cose del genere “spero tu moia bruciato vivo!”, non la pappardella pseudo-intimistico-poetica del Rocca.
Tanto per richiamare quanto detto su: in una canzone ci potrebbe stare, in un romanzo no.

Se lo scrive e’ perche e’ convinto che qualcuno capisca quello che voglia far emergere.
Stesso principio seguito anche da uno scrittore/ poeta.
Se poi il lettore non lo capisce
NON E’ CHE DEVE ANDARE IN GIRO A DIRLO A TUTTO IL MONDO!!!!!!!!
DICENDO noooo fa schifo ..

Ma non è che non si capisce quello che vuole dire! Si capisce cosa racconta, è come lo racconta che a me ripugna. C’è un bambino che piange in un carro che sfreccia nella bruma dell’alba. Ganzo. Ma se per sapere la storia devo sorbirmi l’esibizionismo di uno scrittore impacciato e principiante che infarcisce il tutto di fronzoli spesso fuori luogo, allora lascio perdere.
Non è nemmeno questione di linguaggio sostenuto. Ad esempio ne “Il Signore degli Anelli” (in inglese, chiaro), il linguaggio non è proprio quello parlato! Ma se Tolkien vuole descrivere un sentimento te lo descrive senza fronzoli inutili, senza perdersi in paragoni farlocchi. Dico Tolkien, potrei dire altri: quando Tanizaki parla del sentimento lasciato dall’autunno in Yoshino lo fa in modo molto erudito, attraverso un’immagine, quasi stesse componendo un haiku, e proprio come in un haiku non usa giri di parole inutili, tu intuisci benissimo cosa intend dire.

Infine! Se il libro ti è piaciuto, non è molto importante qui: ogniuno ha i suoi gusti, perfettamente legittimi. Qui stiamo dicutendo solo dello stile, e del fatto che spesso le fgure retoriche sono inesatte e fuori luogo, punto. Un “prato erboso” è un errore ridicolo, non c’è molto da discutere, così come i bambini che ruggiscono.

Per sovramercato… non so se hai notato la classe e la signorilità con cui il tipo si è difeso. Penso che mia cugina di 7 anni sarebbe stata più all’altezza. Un simile figuro non inspira condiscendenza o simpatia, anzi il contrario.

#357 Comment By marco On 12 febbraio 2009 @ 09:20

@ Clio

Non perché le parole sono troppo difficili.

Si ha la netta impressione che il tipo non voglia farti arrivare un’immagine, bensì mostrarti quante belle parole sa.

ogniuno ha i suoi gusti

Ammazza, complimenti per l’italiano! I congiuntivi e l’ortografia ti ringraziano. Belle credenziali per una che si appresta a criticare in maniera minuziosa un libro (qualunque esso sia). Scommetto la risposta sarà: “Sono stati errori di battitura”.

E’ ufficialmente aperta la diatriba su chi abbia sentito più ‘bambini isterici’ a quanto sembra.

Per sovramercato… non so se hai notato la classe e la signorilità con cui il tipo si è difeso.

… la stessa classe e signorilità con cui sono stati elaborati certi commenti, toni e la stessa ‘recensione’ al libro (non so se hai notato).

Penso che mia cugina di 7 anni sarebbe stata più all’altezza.

All’altezza di che? Ah già, forse lei non è una ‘bimba isterica’.

Un simile figuro

Figuro? Oddio… e chi è, Jack lo Squartatore?

#358 Comment By Diarista incostante On 12 febbraio 2009 @ 11:40

@marco
Per capire se vale o meno la pena leggere un libro servono solo la capacità di leggerlo e il comune buonsenso. E’ per scrivere che serve qualcosa in più.

Anche tu appartieni alla lunga lista di quelli che pensano che solo con una laurea in lettere sottobraccio e una lista di titoli propri pubblicati da prestigiosi editori si sia autorizzati a fare della critica a un libro?

#359 Comment By Signor Stockfish On 12 febbraio 2009 @ 12:39

@ila/faby/pamy/moldy/marco (la lista delle personalità multiple si allunga di ora in ora):

Sergio, io non sono come quelli che criticano senza conoscere, infatti del tuo romanzo ne sto leggendo ampi stralci, pur se con lunghe pause nel mezzo. Da modesto aspirante scrittore, non certo al tuo livello, per carità, vorrei farti se me lo consenti una critica costruttiva (ma più che altro un suggerimento).

Riporto un paio di brani, davvero belli, come questo:

Dalle surreali ombre dei pioppi inferi emerse un guerriero che per tanto tempo si era addestrato nelle infime terre dell’Oltretomba. Incedeva con passo deciso, quasi solenne, attraverso i passaggi chiaro scuri, passaggi tra le ombre della navata, degli imperituri alberi affusolati.
Il suo nudo corpo veniva a tratti illuminato dalla soffusa luce artificiale dell’Ade. In tal modo s’intravedevano con precisione i profili della sua muscolatura, scolpita dai duri allenamenti. Dal suo corpo traspariva una potente energia, che lo circondava accentuandone l’aspetto combattivo, resistente e corazzato di forza spirituale.
Il capo era coperto da neri capelli lunghi sino alle orecchie e divisi da una riga centrale, con la frangia ai lati della fronte. Il viso, dal colorito leggermente scuro e dalla esotica fisionomia, era caratterizzato dal taglio degli occhi pressoché a mandorla, con iridi di un colore tra il castano e il rosso, dai quali si sprigionava uno sguardo cupo, felino e penetrante.

E questo, davvero splendido:

Lesto si tolse via dal capo l’elmo e osservò l’amico, ma Nembo notò la strana capigliatura di Soter e, prima ancora che questo lo descrivesse, gli riferì dell’aspetto dei suoi capelli.
«Aspetta Soter, vedo che i tuoi neri capelli sono come spinti dal vento verso il lato posteriore della testa, e ora la frangia è tenuta all’indietro come se fossi uscito dall’acqua di un lago. Quale strano effetto ti permette di averli così?»
Soter si toccò i capelli e sentì sulle mani che erano come attaccati fra di essi, parzialmente irrigiditi, tenuti in posa come magicamente.
Nembo, colpito da tale misterioso effetto, non controllò le parole ed esclamò che un fascino travolgente come la passione traspariva dall’immagine di Lesto, quell’assetto da combattente dava al suo viso un’espressione più dura e decisa. Soter però volle far conoscere anche a Ker il suo aspetto.
«Ascoltami Ker! Lascia che ti dica com’è il tuo aspetto prima che il tempo scivoli via come i granuli di sabbia tra le dita!… Anche il tuo elmo è come quello di Atena, ha un eretto cimiero di metallo ed è unito ad una maschera come quella del mio elmo. Ma le tue vestigia sono di un colore purpureo, la cui tonalità è lievemente scura. Anche tu hai dunque il petto e le spalle coperte da uno strato rinforzato di tessuto. Come anche tu puoi vedere, hai un cinturone la cui fibbia è tonda come la mia.»

Il problema è che leggendo mi sono trovato a esclamare: “Per Zeus! Sono eccitato come un giovane cervo che con maschia potenza garrulo rincorre sugli erbosi prati gli altri giovani maschi con la sua bamiscente bramosia quando il mistico e primaverile Aprile si insinua imperituro fra gli elfici e vegetali arbusti della greca Argolide!”

Poi però mi dico: “Accidenti, non posso diventare gay: mia madre mi ammazzerebbe a colpi di bastone per la polenta!”

Insomma, è chiaro, no? Il lettore si distrae, e si rompe quel magico filo narrativo che l’Autore ha così sapientemente costruito.

#360 Comment By marco On 12 febbraio 2009 @ 12:43

@ Diarista incostante

Per capire se vale o meno la pena leggere un libro servono solo la capacità di leggerlo e il comune buonsenso.

Per leggerlo ed esprimere un gusto personale indubbiamente, per giudicarlo e muoverne critiche specifiche bisogna essere un filino più competenti direi. Non credo proprio il ‘buonsenso’ basti.

Anche tu appartieni alla lunga lista di quelli che pensano che solo con una laurea in lettere sottobraccio e una lista di titoli propri pubblicati da prestigiosi editori si sia autorizzati a fare della critica a un libro?

Scusa, ma credo tu abbia (volutamente) frainteso. Chiunque può esprimere un giudizio su un libro, ma non attacchiamoci a valutare figure retoriche o altro di specifico se poi sfondiamo in errori grammaticali da scuola primaria. A mio avviso si perde credibilità, punto. Non serve la laurea in lettere sottobraccio per considerare un’opera; del resto basta la licenza elementare anche per un corretto uso dei congiuntivi. Il mio appunto era volto a far notare come chi si atteggi a marcare errori e sviolinare correzioni sugli scritti altrui il più delle volte non si accorga di quanti ne commetta in prima persona in poco più di venti righe.

Ma caspita, è possibile che siate davvero così prevenuti? Ci provate gusto per partito preso? Buono a sapersi, me ne vado.

#361 Comment By Signor Stockfish On 12 febbraio 2009 @ 12:58

@marco/sergio:

A proposito di errori, ti segnalo che “vestigia” non è un modo erudito di chiamare i vestiti, i due termini non sono affatto sinonimi. “Vestigia significa “traccia di qualcosa di passato” o “rudere”.

#362 Comment By marco On 12 febbraio 2009 @ 13:10

@ Stockfish

Ok, siamo alla scuola materna: chiunque inserisca un commento differente dai vostri o dal vostro pensiero è per forza l’autore. Padronissimi di crederlo. Vi perdete proprio in un bicchier d’acqua.
Comunque vestigia può significare un sacco di cose, giusto per la cronaca. Saluti a tutti.

#363 Comment By Diarista incostante On 12 febbraio 2009 @ 13:53

@marco
per un filino più competente cosa intendi? Se non sono gli studi, come sembri pensare (io dico che non sono gli studi, lo puntualizzo perchè non si sa mai) saranno le letture.
E quali/quante dovrebbero essere -secondo te- le letture che formano il senso critico di qualcuno? Io dico tante e tutte, belle e brutte.

Ecco perchè sostengo che poi tutto si riduca a buonsenso e capacità di leggere.

In quanto al discorso pagliuzza negli occhi altrui, trave nel proprio, stai cavillando. Nessuno qui si fregia del titolo di letterato/grande critico/sommo sapiente. Fare due, tre, venti errori in un commento rende forse meno credibili, ma non mi pare che tutti i post siano pieni di sviste grammaticali o sintattiche. D’altra parte non mi sembra nemmeno che sia obbligatorio avere l’orecchio assoluto di Mozart per giudicare se il nostro vicino di casa stecca o meno quando canta volare mentre si lava le dita dei piedi.

Se hai dei contributi interessanti per la discussione, tipo hai letto il libro e t’è piaciuto per i motivi xyz, allora scrivili che se ne parla. Altrimenti è inutile che stai qui a dire sì però anche voi vi sbagliate quindi non avete nessun diritto di giudicare. Qui parliamo di un libro, mica della dirittura morale di qualcuno.

#364 Comment By Signor Stockfish On 12 febbraio 2009 @ 14:21

@marco(sergio): per “vestigia” basta guardare sul vocabolario, può significare diverse cose ma non “vesti” come credevi tu quando lo hai usato sempre per la serie “guarda quante parole (non) conosco”.

E non siamo alla scuola materna, semmai alla clinica psichiatrica, perché tu sei Sergio Rocca ^_^

#365 Comment By Joan Lui On 13 febbraio 2009 @ 10:28

@marco/sergio/mitoUncess/ecc…

Ho letto cose migliori. Ma peggiori mai.
E ti assicuro che ho letto molto, nella mia vita. E già che ci siamo, il fatto che tu non riesca ad accettare critiche senza produrti in comportamenti infantili, non depone a tuo favore. Provo pena per i tuoi studenti, e ti ricordo (poiché curiosamente tu pari ignorarlo, e sì che è roba da elementari) che “po’” si scrive con l’apostrofo, e non con l’accento, e che quindi, quanto a italiano, sei un ignorante.

#366 Comment By Ila On 13 febbraio 2009 @ 15:19

Joan Lui

fatti i cazzi tuoi poi su chi siamo e su chi non siamo, prima di tutto
Eppoi mi dispiace dovertelo dire ma e’ stato il primo l’utente che si firma MITOANCESS a correggere te e uno dei vostri seguaci nello modo di scrivere PO’ / PO’
vai moooolto in la’ coi commenti..e vedrai!
Non venite qui a correggere lui o noi ( NON SONO SERGIO E TE LO RIPETO… NON SONO NESSUNO.. MI SONO “PIACIUTE” ALCUNE COSE SCRITTE.. CAMPATE COMPLETAMENTE IN ARIA…PER QUESTO SONO INTERVENUTA…)

#367 Comment By Ila On 13 febbraio 2009 @ 15:19

* NEL MODO di scrivere.. pardon -.-

#368 Comment By Babbollu On 14 febbraio 2009 @ 19:51

Premetto che questa è la prima volta che partecipo al blog e continuare a discutere di una risposta ufficiale ad una recensione dopo quasi un anno dalla pubblicazione mi sembra un po’ inutile.
Vorrei come prima cosa fare i complimenti a Gamberetta che, in pieno stile dr House, mi ha fatto passare uno stupendo quarto d’ora con i suoi commenti caustici, con il risultato che sono riuscito a leggere le due pagine iniziali del romanzo unicamente grazie all’analisi che ne ha fatto. L’effetto è proprio quello che Gamberetta, infatti, voleva dimostrare: il lettore si distacca dall’opera, prova noia e non riesce a continuare nella narrazione.
In secondo luogo una piccola bacchettata, però, perché, conscia dell’interlocutore, dovrebbe sapere che con certa gente non si discute, specie quando poi questi minaccia di adire per vie legali (e tralasciamo l’ignoranza dimostrata in materia. Talvolta mi chiedo se la gente abbia chiaro in mente la distinzione fra libertà di parola e, quindi, di critica e la diffamazione e le altre lesioni della dignità personale.)
Detto questo, in quanto aspirante scrittore, ti ringrazio per il lavoro che svolgi con passione e simpatia (acida, forse, ma sempre simpatia), sperando di trarre qualche consiglio utile dalle tue recensioni!
P.S.: mi piacerebbe discutere con te, sia in generale sia del romanzo che ho scritto e spero di pubblicare. In caso, la mia e-mail dovresti averla! ;)

#369 Comment By Joan Lui On 16 febbraio 2009 @ 10:35

@ Ila

1) Pretendere di ottenere rispetto esordendo con l’inciso “Fatti i cazzi tuoi” è ridicolo, ma cercherò di resistere all’erompere del brutale “ma vaffan********loooo” che garrulo mi riempie già i polmoni.

2) Non mi sono rivolto esplicitamente a te: mi spieghi perché ti sei sentita chiamata in causa?

3) Se ti degni di rileggere i primi commenti, vedrai che è proprio mitoancess, il 17 aprile 2008 alle 8.08, a usare per primo “pò” in vece di “po’”, per cui, perdona, ma sei in malafede.
4) Questo libro è brutto. Punto e basta. Brutto. E questo non me lo cava dalla testa nessuno. Puoi buttarti per terra, pestare i piedi, piangere, strillare, invocare aiuto da n divinità con n maggiore di un qualsiasi intero positivo, ma il libro resta quel che è. Una schifezza. Incartata in una confezione da regalo (leggasi linguaggio forbito), ma resta una schifezza. Un qualcosa che non augurerei di leggere al mio peggior nemico. Un qualcosa al cui confronto il Paolini di “Brisingr” fa la figura del genio. Persino Twilight (che pure è orrendo) scorre meglio, a livello di forma. E’ un’opera irrimediabilmente affossata dalla sciagurata autostima dell’autore, che affastella paroloni per il puro gusto di mostrare la sua cultura al lettore, il quale dopo due pagine scarse userà il libro per una serie di nobili scopi, quale fermaporta, oggetto contundente, o più probabilmente succedaneo della carta igienica. E su questo c’è – purtroppo – poco da discutere. Non hai nemmeno avuto la capacità di mettere in piedi un morphing convincente, per cui cercare di far credere che non sei l’autore (o un di lui congiunto/a) sotto mentite spoglie, è al di sopra delle tue possibilità.

5) Last but not least. Chiunque scriva, sa che si espone al giudizio dei suoi lettori, pochi o tanti che siano. Pretendere che questo giudizio debba essere positivo, pena il tacciarli di “non aver capito niente” suona maluccio (stai a vedere che adesso siamo tutti cog****i…), specie considerando che i gusti son difficilmente sindacabili (in tal senso, al punto 4, tu mi puoi dire che sei coprofila. Io ti capirò. D’altro canto, “miliardi di mosche non possono sbagliare”…).
E ancor di più, trovarsi a quasi un anno dall’uscita della recensione di Gamberetta a sputare ancora livore su questo sito, tenendo d’occhio i commenti di questo post e continuando a insultare chi (la maggioranza) non la pensa come te, significa (perdona) che la tua vita non deve essere un coacervato di altre grosse soddisfazioni.

#370 Comment By Signor Stockfish On 16 febbraio 2009 @ 13:54

@Joan Lui

2) Non mi sono rivolto esplicitamente a te: mi spieghi perché ti sei sentita chiamata in causa?

Perché ogni tanto Sergio si confonde tra tutti i falsi nomi che usa: mitoancess, pamy, moldy, ila, faby, marco, sono sempre Sergio Rocca stesso.

Lo specifico con questo piccolo OT perché altrimenti si ricomincia sempre daccapo con le stesse discussioni, pensando di parlare con una persona diversa. Vale questa semplice regola per riconoscere Sergio Rocca: se gli è piaciuto il romanzo di Sergio Rocca, allora è Sergio Rocca.

#371 Comment By Ila On 16 febbraio 2009 @ 14:27

1) Pretendere di ottenere rispetto esordendo con l’inciso “Fatti i cazzi tuoi” è ridicolo, ma cercherò di resistere all’erompere del brutale “ma vaffan********loooo” che garrulo mi riempie già i polmoni.

2) Non mi sono rivolto esplicitamente a te: mi spieghi perché ti sei sentita chiamata in causa?

3) Se ti degni di rileggere i primi commenti, vedrai che è proprio mitoancess, il 17 aprile 2008 alle 8.08, a usare per primo “pò” in vece di “po’”, per cui, perdona, ma sei in malafede.
4) Questo libro è brutto. Punto e basta. Brutto. E questo non me lo cava dalla testa nessuno. Puoi buttarti per terra, pestare i piedi, piangere, strillare, invocare aiuto da n divinità con n maggiore di un qualsiasi intero positivo, ma il libro resta quel che è. Una schifezza. Incartata in una confezione da regalo (leggasi linguaggio forbito), ma resta una schifezza. Un qualcosa che non augurerei di leggere al mio peggior nemico. Un qualcosa al cui confronto il Paolini di “Brisingr” fa la figura del genio. Persino Twilight (che pure è orrendo) scorre meglio, a livello di forma. E’ un’opera irrimediabilmente affossata dalla sciagurata autostima dell’autore, che affastella paroloni per il puro gusto di mostrare la sua cultura al lettore, il quale dopo due pagine scarse userà il libro per una serie di nobili scopi, quale fermaporta, oggetto contundente, o più probabilmente succedaneo della carta igienica. E su questo c’è – purtroppo – poco da discutere. Non hai nemmeno avuto la capacità di mettere in piedi un morphing convincente, per cui cercare di far credere che non sei l’autore (o un di lui congiunto/a) sotto mentite spoglie, è al di sopra delle tue possibilità.

5) Last but not least. Chiunque scriva, sa che si espone al giudizio dei suoi lettori, pochi o tanti che siano. Pretendere che questo giudizio debba essere positivo, pena il tacciarli di “non aver capito niente” suona maluccio (stai a vedere che adesso siamo tutti cog****i…), specie considerando che i gusti son difficilmente sindacabili (in tal senso, al punto 4, tu mi puoi dire che sei coprofila. Io ti capirò. D’altro canto, “miliardi di mosche non possono sbagliare”…).
E ancor di più, trovarsi a quasi un anno dall’uscita della recensione di Gamberetta a sputare ancora livore su questo sito, tenendo d’occhio i commenti di questo post e continuando a insultare chi (la maggioranza) non la pensa come te, significa (perdona) che la tua vita non deve essere un coacervato di altre grosse soddisfazioni.

zzzzzzzzZZZZZZZZZZZZZZZZZZZzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz

#372 Comment By Faby On 16 febbraio 2009 @ 14:32

AVETE ROTTO IL C***O!!!!!!!!!!COME VE LO DOBBIAMO DIRE CHE IO NON SONO SERGIO????MA CE L’AVETE IL CERVELLO PER CAPIRE O SIETE DEI MENTECATTI?????MIA MADRE HA LETTO IL LIBRO,E NON è SERGIO ROCCA!!!!!AVETE CAPITO O VI DEVO FARE UN DISEGNINO?????
@Joan Lui
Se a te il libro non è piaciuto,pazienza,ma,come ripeto,mia madre lo ha letto e le è piaciuto.E’ un problema??Non è perché se fa schifo a te e ad altri,allora nessuno lo deve leggere!!Padrone di non farlo,ma non rompere la M*****A a chi è piaciuto!!!!!

#373 Comment By Faby On 16 febbraio 2009 @ 14:32

COME VE LO DEVO DIRE…

#374 Comment By Ila On 16 febbraio 2009 @ 14:36

@Joan Lui

2) Non mi sono rivolto esplicitamente a te: mi spieghi perché ti sei sentita chiamata in causa?

Perché ogni tanto Sergio si confonde tra tutti i falsi nomi che usa: mitoancess, pamy, moldy, ila, faby, marco, sono sempre Sergio Rocca stesso.

pwahhahahahahahhahahahahhahahahahahahhahahahahhahahahaha
questa volta si che mi butto per terra ridendo come una pazza
CHIAMATA IN CAUSA????
CHIAMATA IN CAUSA

MA FACCIAMOLA FINITA
A ME GLI IPOCRITI MI GRATTANO IL DERETANO NON C’E’ NULLA DA FARE!!!!!

vabbe’ lasciamo perdere va’ che e’ meglio
POI LA FRASE : LA MIA VITA NON MI DA’ GROSSE SODDISFAZIONI
E PER CIO’ DOVREI VENIRE QUI A PARLARE CON VOI???
HAHAHAHHAHAH QUESTA E’ LA BOMBA DELLE BOMBE CAVOLO…
-.-
quella che proprio vi esplode nel didietro e vi fa tanto tanto male
mamma mia…

#375 Comment By Angra On 16 febbraio 2009 @ 19:12

@faby:

MIA MADRE HA LETTO IL LIBRO,E NON è SERGIO ROCCA!!!!!

E’ vero, tua madre non è Sergio Rocca, è solo la madre di Sergio Rocca. ^_^

#376 Comment By Faby On 16 febbraio 2009 @ 21:50

@ Angra

Mi dispiace offenderti,ma allora sei un MENTECATTO COME GLI ALTRI CHE DICONO CHE IO SONO SERGIO ROCCA!!!!Mi dispiace,ma non è sua madre è quindi lui non è mio fratello.Sai leggere quel che ho scritto o no????

#377 Comment By Ila On 16 febbraio 2009 @ 21:55

HAHAHAHHAHAHAHHAHAHAHAHAHHAHAH
e quindi tu Faby saresti la sorella di Sergio Rocca
STIAMO ATTENTI CHE QUI DIVENTA PEGGIO DI BEAUTIFUL

#378 Comment By Joan Lui On 17 febbraio 2009 @ 09:45

Oh, cielo:

fantasyancess.splinder.com

Ma è una faccia da pinolo di proporzioni bibliche!
Tanta spocchia da uno con una faccia del genere? Bwahahahaha!
Fai dei debiti ma curati…

#379 Comment By Joan Lui 2 On 17 febbraio 2009 @ 14:19

Ma è una faccia da pinolo di proporzioni bibliche!
Tanta spocchia da uno con una faccia del genere? Bwahahahaha!
Fai dei debiti ma curati…

Ahahahahahahahahah! Che cosa devo fare per non schiattar per terra dalle risate!

Vale questa semplice regola per riconoscere Sergio Rocca: se gli è piaciuto il romanzo di Sergio Rocca, allora è Sergio Rocca.

Ahahahahahahahahahah! Siete fantastici, troppo avanti raga. Bene così.

#380 Comment By Faby On 17 febbraio 2009 @ 19:18

Ma è una faccia da pinolo di proporzioni bibliche!
Tanta spocchia da uno con una faccia del genere? Bwahahahaha!
Fai dei debiti ma curati…

Fossi nei panni di Sergio Rocca,ti querelerei!!

#381 Comment By Anacarnil On 17 febbraio 2009 @ 21:31

Frequento questo sito da un po’, ma solo in questi giorni mi è venuta la voglia di leggere anche i commenti di qualche recensione… e adesso pure di apporre un commento.

Che dire? Quando in un’altra recensione, Gamberetta diceva peste e corna di questo romanzo, pensavo che fosse semplicemente un altro brutto fantasy. Trovo che lei sia una ragazza molto in gamba, ma nelle recensioni noto, che, a parer mio, diventa iper-puntigliosa su alcuni dettagli, per poi lasciar correre su cose su cui io mi impunterei (per chiarire: faccio editing/revisioni in modo amatoriale, anche se magari poi i testi vengono pubblicati).

Questo per dire che sono rimasto davvero colpito quando mi sono accorto che sì, il testo era davvero brutto. Una sovrabbondanza di aggettivi degna di una parodia. Per non parlare di quei “capelli semi-corti” o di quel “il suo amico, fratello maggiore, maestro…” che rivelano un’ingenuità e un’inesperienza nello scrivere che nessuna casa editrice che si rispetti potrebbe tollerare. Non è un caso che sia stato stampato da un editore a pagamento, tipologia di azienda che campa solo sull’ego di chi vuole a tutti i costi il suo volume su carta.

Mi sento di dare un consiglio al signor Rocca, o a chi altri non riesca a farsi pubblicare: quello di scegliere il print-on-demand oppure un sano pdf con licenza Creative Commons, da distribuire sul proprio sito. Meno carta buttata, meno truffatori ingrassati, più soldi nel proprio portafoglio.

Forse attraverso quest’opera si volevano veicolare significati reconditi e preziosi rimandi a una letteratura altamente dotta. Può darsi, non ho i mezzi accademici per poterlo negare. Però, perché nascondere tali perle (o presunte tali) in una confezione così scadente? Un romanzo non può prescindere dal raccontare una storia in modo chiaro. Non solo, ma se per poter capire l’opera serve una preparazione così elevata come ce la racconta l’autore, a che pro farla distribuire in massa anziché mantenerla riservata al circolo capace di apprezzarla a pieno?

PS: ciao Clio! ti dice qualcosa “Mario/BG”? :D

#382 Comment By Angra On 18 febbraio 2009 @ 08:40

@Anacarnil:

In un caso come questo l’editore a pagamento, scucendo qualche migliaio di euro all’autore, si comporta più da giustiziere che da truffatore ^_^

#383 Comment By Clio On 18 febbraio 2009 @ 13:06

@Anacarnil
Aiya Anac! :) Qual buon vento!
Se hai dato un’occhiata alle risposte del signor Rocca puoi vedere quantosia incline ad ascoltare consigli o quanto sia coerente :D
Tra l’altro si legge sul blog:

Promotore di “rievocazioni storiche” (ma perché virglettato?), Sergio Rocca é anche cultore dell’epoca, oltre che classica, Medievale, nonché intenditore e studioso di civiltà Orientale.

Qualcuno mi spiega cosa diavolo significa intendersi di “civiltà Orientale”?

#384 Comment By Purple Pixie On 18 febbraio 2009 @ 13:34

@clio
Hai presente Michele l’Intenditore che c’era sul vecchio programma avanzi (o tunnel, non mi ricordo)? Secondo me Sergio Rocca ci rientra benissimo, anche la faccia è quella giusta.

#385 Comment By zora On 18 febbraio 2009 @ 15:42

@ Clio: Da altri tuoi commenti mi pare che siamo colleghe (parlavi di kanji da studiare, vero?)
volevo finire il libro prima di commentare di nuovo, ma credo che darò una prima impressione (sono a metà): nel libro questa cultura orientale si manifesta in vari aspetti…
- arti marziali orientali (non identificate: kung fu? karate? tai chi? muay thai? ikebana?) : pare che siano il metodo di combattimento più sofisticato e letale, poichè lo spirito viene allenato assieme al corpo. Però in una ambientazione occidentale avrei preferito vedere una forma evoluta di pancrazio. Poi già da questa voce si inizia a intrevadere un difetto.
- principi di filosofia orientale: già citata la forza fisica che si evolve assieme a quella spirituale. In aggiunta un accenno allo yin-yang:
“Tutto è nato da un’unica entità, figliolo, e tutto dovrà tendere a riformare l’unità. La creazione si trasforma per dare luce ad altra creazione. Quindi non vi può essere distruzione ma solo pace ed equilibrio: Yin e Yang”. Poi varie altri accenni, il tutto però più simile ad un ingarbuglio new age che alla chiara distinzione delle dottrine orientali.
- Zen-san: ZEN SAN???? Il SIGNOR ZEN??? Per chiarire: in giapponese “san” è un suffisso cortese, traducibile in italiano con la parola “signore/signora” a cui segue il nome proprio. Se l’intenzione era questa mi viene davvero da piangere.
Io spero vivamente che intendesse l’altra possibile traduzione, ovvero “montagna zen” (san in giapponese è una delle letture di montagna), in riferimento al fatto che la motagna è spesso ripresa nella dottrina zen. Ho provato a cercare su internet un possibile altro significato di Zen-san, ma ho trovato solamente un albergo delle Filippine con tale nome. Questo signor Zen poi viene dal Giappone? Dal nome si direbbe di si, dato che in sanscrito il termine è Dhyana, in cinese Ch’an o Ch’en. Che bel salto continentale! A parte la disquisizione linguistica, prendiamo per buono che si sta parlando di zen, ovvero di una dottrina BEN PRECISA. Quindi che c’entrano yin e yang? Quello è il Tao.
I tre punti sopra volevano portare ad una riflessione generale sulla fantomatica “civiltà orientale” presente nel libro : DI QUALE ORIENTE PARLIAMO? Ce lo dice lo stesso Rocca in uno dei commenti sul suo sito:
(si sta parlando di una dei due protagonisti):”Nel secondo Soter subisce una evoluzione fisico-spirituale (a mò di Gandalf) ed è costretto a cambiare nome. Diventa Kalos, un monaco guerriero made in Japan o in China”
Sai sono andata in erasmus a Londra…o era Berlino? Non mi ricordo, ma tanto è lo stesso!
E’ questo che mi fa davvero imbestialire: non è che l’oriente è un’unica macchia indistinta, con saggi dalla lunga barba che vivono sulle montagne e fanno discorsi spirituali. Questo è orientalismo da treno, da corso di yoga, da “apriamo i nostri chakra e sintonizziamoci con l’armonia dell’universo”.
Già ero perplessa dalla mescolanza di pantheon nordici, egizi e greci: sono tre culture ricchissime, sfruttandone bene una soltanto si potrebbero ricavare decine di libri. Invece si vuole strafare, ed ecco che appare pure l’oriente new age.

Sulla conoscenza della mitologia indispensabile per comprendere il libro: chi conosce la mitologia è effettivamente avantaggiato, non deve cercare i nomi dei personaggi ogni volta.
Tutto qui.
Per tutto il resto se uno conosce la mitologia è portato ad avere attacchi di nervoso: Rocca si attiene al personaggio mitico quando gli fa comodo, quando non gli fa comodo lo fa agire come meglio crede. Giustificazioni? “I tempi sono cambiati”, “Come invero sono diversi gli dei da quanto noi stolti mortali credevamo!”. Io aggiungerei “perché si!!!!”
Il prato erboso: credo di aver capito la giustificazione dell’autore. E’ una ripresa delle espressioni dei poemi epici, tipo le “concave navi” (se una nave fosse convessa ci sarebbe da preoccuparsi). Però c’è un però. I poemi epici erano in origine recitati dagli aedi, e queste formule servivano come punti fermi nella memoria, insomma facilitavano la recitazione. La vera fruizione di Iliade e Odissea sarebbe orale, non scritta. Quindi non vedo perchè voler riprendere una caratteristica dell’oralità in un romanzo che non nasce per essere recitato. Se invece lo scopo fosse stato quello di imitare il genere epico, allora mancano altre parti: dov’è l’invocazione alle muse? E la metrica?
E’ difficilissimo imitare un modo di scrivere di un’altra epoca, Manzoni stesso ci è riuscito solamente per due pagine nel suo prologo (quando finge di aver ritrovato il manoscritto seicentesco). Che io sappia uno dei pochi che è riuscito a imitare uno stile greco antico è stato Leopardi, scrivendo i Paralipomeni alla Batracomiomachia.

Conclusione: mi manca metà del libro, e la leggerò, ma temo proprio che non sarà un giudizio positivo.

#386 Comment By Clio On 18 febbraio 2009 @ 16:56

@ Zora
Mi sa che siamo colleghe :) Studio giapponese all’Inalco.

Concordo in pieno con ciò che scrivi, anzi, direi di più.

Arti marziali: non so in che epoca si ambienti ‘sta storia, comunque fino a non molto tempo fa ogni scuola faceva parrocchia a sé. Più che specificare se si trattava di karate o aikido avrebbe dovuto casomai dire la scuola da cui l’insegnamento veniva. Arte marziale orientale non significa nulla. :D
A chiosa! Quella di addestrare anima e corpo allo stesso tempo non è un’idea orientale, è un’idea universale! Si è “persa” quando la lotta è diventata uno sport e la guerra non una faccenda di esclusiva competenza della casta guerriera ma un affare di tutti. Ma mi sembra che la storia del Rocca si ambienti ben prima di ciò.

Principi di filosofia: non mi pronuncio sul taosimo, che non conosco bene. Soltanto così, da profana, mi ricorda un po’ Eraclito. Perché andare a pescare il taoismo quando sei (stando a ciò che Rocca dichiara) un esperto di filosofia e storia greca?

Zen: che io sappia il termine “zen” nasce dopo il dodicesimo secolo, quando questo tipo di dottrina è importata in Giappone. La storia di Rocca si situerebbe quindi dopo il 1200? Ad ogni modo in quest’epoca è semplicemente assurdo parlare di un Giapponese che se ne va a zonzo.

Diventa Kalos, un monaco guerriero made in Japan o in China”
Sai sono andata in erasmus a Londra…o era Berlino? Non mi ricordo, ma tanto è lo stesso!

XDD Precisamente!
Ma tanto si sa, tutto quello che sta ad est di Calcutta è Cina.

Qui non si tratta nemmeno di fare studi specifici, questa è semplice cultura generale (non c’è bisogno di un corso universitario per capire che Cina e Giappone non sono esattamente la stessa cosa).
Ma di certo siamo noi a non aver capito nulla: lui è intenditore di “civiltà Orientale” dopotutto.
(Sergio, se sei in ascolto, manifestati e dimmi, ti supplico, cosa diavolo significa “civiltà Orientale”!)

Quanto al prato erboso e alle concavi navi:
non c’entra soltanto il fatto che l’Iliade era recitata a memoria, quanto che l’Iliade era in metrica, formule come “concave navi”, oltre ad essere delle formule per la memoria, servono alla melodia della poesia (infatti un poema recitato non vuole semplicemente raccontare una storia, ma anche suonar bene all’orecchio). Quindi mi spiace per il Rocca, ma in un romanzo ciò non ha nessun senso.

Gambattene, zora-san ;)

#387 Comment By Ila On 18 febbraio 2009 @ 17:05

Frequento questo sito da un po’, ma solo in questi giorni mi è venuta la voglia di leggere anche i commenti di qualche recensione… e adesso pure di apporre un commento.

si spuntate come funghetti tutti adesso
UHM MI E’ VENUTA VOGLIA DI COMMENTARE
COME SPUTTANARE CODESTO SERGIO ROCCA E COMPANY
ma che bello uhhhhhhh che conicidenza uhhhhhhhhhhh
UUUUUUUUH SERGIO GUARDA quanti miriade di persone che ti sei guadagnato
allora signor PARTECIPO ADESSO AL BLOG… come e’ stato leggere per lei le prime due pagine del libro di Rocca???
SI REPUTA UN GRAN LETTORE?

COME PASSERA’ ALLA STORIA ANCESS LE CHIAVI DEL FATO, COMPOSTO DALLE PRIME DUE PAGINE???
E ATTENZIONE DUE PAGINE DI MMMMMERDA , VI RACCOMANDO EH..

particolare spiccio ma molto molto significante nel percorso della lettura del libro

cavolo ma fatemi il piacere vah
Gamby evita di dire a tutti i tuoi amichetti di venire qui a commentare come fai tu.
Sai com’e… loro potrebbero E DICO POTREBBERO avere una loro testa
e apprezzarci qualcosa dei libri che tu recensisci dicendo che fanno schifo. e stop! NON BISOGNA LEGGERLI

#388 Comment By Ila On 18 febbraio 2009 @ 17:13

- Zen-san: ZEN SAN???? Il SIGNOR ZEN??? Per chiarire: in giapponese “san” è un suffisso cortese, traducibile in italiano con la parola “signore/signora” a cui segue il nome

IO POSSO CHIAMARLO COME VOGLIO UN PERSONAGGIO

ANCHE

scusisenonsitogliedadavantiamelepiscioaddosso- SAN

che cacchio vuol dire ? O.o

cmq mi e’ piaciuto il fatto che tu l’abbia letto zora
a tutto c’e’ un perche’
soprattuto quando si scrive un libro… PENSO EH 0.O

#389 Comment By Gamberetta On 18 febbraio 2009 @ 17:16

@zora.

E’ difficilissimo imitare un modo di scrivere di un’altra epoca, Manzoni stesso ci è riuscito solamente per due pagine nel suo prologo (quando finge di aver ritrovato il manoscritto seicentesco). Che io sappia uno dei pochi che è riuscito a imitare uno stile greco antico è stato Leopardi, scrivendo i Paralipomeni alla Batracomiomachia.

Angolo delle Curiosità Inutili:
Lo scrittore Jan K?esadlo ha scritto un poema epico di fantascienza, Astronautilia imitando lo stile di Omero. E l’ha scritto in greco antico! È stato pubblicato poco dopo la sua morte (1995).

#390 Comment By Clio On 18 febbraio 2009 @ 18:07

@ Gamberetta
Ho trovato un brano.
Wow! Era un paio d’anni che non leggevo in greco! ça me fait toute bizarre ^_^
Strano che una cosa simile non sia conosciuta, mi pare un esercizio molto interessante. Certo che l’autore non doveva avere tutte le rotelle a posto XD

#391 Comment By Joan Lui 2 On 18 febbraio 2009 @ 19:00

Zen-san: ZEN SAN???? Il SIGNOR ZEN??? Per chiarire: in giapponese “san” è un suffisso cortese, traducibile in italiano con la parola “signore/signora” a cui segue il nome proprio. Se l’intenzione era questa mi viene davvero da piangere.
Io spero vivamente che intendesse l’altra possibile traduzione, ovvero “montagna zen” (san in giapponese è una delle letture di montagna), in riferimento al fatto che la motagna è spesso ripresa nella dottrina zen. Ho provato a cercare su internet un possibile altro significato di Zen-san, ma ho trovato solamente un albergo delle Filippine con tale nome. Questo signor Zen poi viene dal Giappone? Dal nome si direbbe di si, dato che in sanscrito il termine è Dhyana, in cinese Ch’an o Ch’en. Che bel salto continentale! A parte la disquisizione linguistica, prendiamo per buono che si sta parlando di zen, ovvero di una dottrina BEN PRECISA. Quindi che c’entrano yin e yang? Quello è il Tao.

Tutta questa sbrodolata per chiedersi quale sia l’ipotetica origine o derivazione che sta dietro un nome? E’ il nome di un personaggio, punto. Sarebbe come dire ad una porta perché si chiama così.
A forza di scavare rischiate la pazzia mi sa.
Zora, credo sia solo un nome, non fasciarti troppo la testa. E’ il nome inventato di un personaggio, stop. Fattene una ragione. Non aprire una disquisizione tipo simposio… e dai!

Lo scrittore Jan K?esadlo ha scritto un poema epico di fantascienza, Astronautilia imitando lo stile di Omero. E l’ha scritto in greco antico! È stato pubblicato poco dopo la sua morte (1995).

Davvero! Provo a buttarci un occhio per curiosità.

#392 Comment By Anacarnil On 18 febbraio 2009 @ 21:23

@Clio
Sì, ho notato i modi non molto amabili di Sergio Rocca, come pure i suoi blog in terza persona. Eh, il mondo è bello perché è vario.

@Zora (la vampira?)
Mi pare di capire che sei abbastanza ferrata in Nipponerie et “civiltà orientali”. Solo un’osservazione: da quanto sapevo, lo Zen è l’erede del Taoismo di Lao-Tzu…

Ah, ho poi svelato l’arcano del bambino che pensa come un adulto e ruggisce: è Benjamin Button sotto falso nome.

#393 Comment By zora On 19 febbraio 2009 @ 00:11

@ Clio: anata mo ganbatte ne!
@ Gamberetta: wow! Devo proprio leggerlo…
@ chiunque mi contesti l’eccessiva pignoleria per il nome del personaggio: scusate, ma per una nipponista leggere in un libro che il personaggio simbolo dell’oriente si chiama Zen-san è come leggere di un personaggio incarnazione dell’italianità di nome “Lasagna Mandolini”. Spiego meglio: in una parodia ci sta, in un libro serio non molto. Poteva cercare un nome più consono ad un gran maestro/dio supremo dell’Asia.
@ Anacarnil: (no il nick non è preso dalla vampira, è un sinonimo del mio nome in slavo, è una lunga storia). Lo zen giapponese in effetti arriva “contaminato” dalla Cina, ma non solo dal Tao. All’interno dello stesso Giappone si formarono varie scuole zen.
Il succo del discorso, in ogni caso, era evidenziare la superficialità nel trattare l’oriente. Non l’avrei fatto se nei commenti precedenti l’autore stesso non avesse insistito più volte che era necessaria una grande cultura per comprendere il significato del libro. Sì, mi sono dilungata troppo per ribadire un unico concetto: meglio parlare di ciò che si sa.

#394 Comment By Clio On 19 febbraio 2009 @ 21:03

@ Joan Lui 2
Come dice Zora, uno un personaggio può chiamarlo come vole, ma a volte sembra buffo. Mi spiego:
se il tizio si ciama Zensan e fa il cavaliere di ventura pseudo-gotico, la reazione è “che buffa coincidenza, in giapponese il suo nome significa “signor zen””.
Se il tipo fa lo pseudo-monaco-orientale, allora la reazione è “che nome stupido!” Come, appunto, se in un romanzo americano lo scrittore chiamasse un cuoco italiano Lasagna.
In Pratchett ci sono nomi volutamente ridicoli (misemba sia in Piedi d’argilla, l’agente Visita L’Infedele Con Opusoli Informativi!), ma sono romanzi ironici, divertenti, spiritosi. Cosa che “Le chiavi del Fato” non è :D
E non serve essere neppomaniaci per pensare allo Zen davanti al nome Zen-san ;)
Chiaro, ciò è uno sputo in mare: il libro è scritto da cani, tutto questo discorso è semplicemente una chiosa buffa. Non ho resistito all’impulso di stuzzicare la pustola semplicemente perché il tizio afferma di essere “intenditore di civiltà Orientale”, bufalata senza senso che meritava un po’ di sfotto…

#395 Comment By Celtibera On 8 aprile 2009 @ 23:09

[scusate eventuali errori ortografici, non sono 100% italiana ;-)]

Come amante di mitologia e simpatizzante della “religione nordica” avrei da dire qualcosina:s e uno deve parlare di Odino che parli di Odino, non di un personaggio che non gli somiglia per niente.
Sono due anni che sto scrivendo un romanzo ambientato nel mondo vikingo e sono dovuta fermarmi perché comprendere la religione di questo popolo è un affare complicato; poi leggo:

Il cuore di Odino era gonfio come gli occhi

Odino aveva un occhio solo, quindi questo Odino non è Odino!
E’ la stessa cosa che una persona utilizzasse il personaggio di Budda descrivendolo come “magro, quasi denutrito”.

Al bambino non interessava se il suo destino fosse quello di diventare il nuovo sovrano dei regni di Aesir

Il regni di Aesir? Sarebbero? Ma se gli Aesir sono una stirpe divina, alla quale, fra altri, appartiene Odino. Quali regni?

Odino prendeva atto che il monaco Kalos (il suo amico, fratello maggiore, maestro…)

Che cosa??? Cosa fa un monaco in Scandinavia e farsi amico di Odino? Suo maestro? Non sapevo che Odino, padre degli Dèi, avesse un maestro, credevo fosse lui il Maestro!

Quanto desiderio ho di raggiungerti in Ade…»

Nell’Ade? Mah…questo è mitologia greca. Non eravamo nel mondo nordico?

Penso che se uno scrittore utilizza un personaggio creato da un altro scrittore, oppure, come in questo caso, una divinità con la propria storia e con un profilo abbastanza definito, dovrebbe prima documentarsi, altrimenti, se non ha voglia di farlo, è meglio inventarsi un personaggio del tutto nuovo, no? Perché questo Odino in verità non so chi sia.

Mi sa che questo “fantasy” è peggio della Troisi, personalmente non sopporto errori concernienti la mitologia, soprattutto quella scandinava che è alla base del fantasy. Boh…forse ultimamente fa figo parlare di Odino e della chiave inglese di Thor…a no… scusate era un martello.

#396 Comment By Elena On 17 giugno 2009 @ 11:55

Commento qui, dopo aver letto alcune delle tue recensioni (e anche una parte dei commenti).
Se ti dovessi recensire io, direi che sebbene a tratti un po’ pedanti (suvvia, un cocchio può pure stridere… nel senso di “cigolare forte” credo ci possa stare; era meglio scrivere che cigolava, mh? Dai, scherzo), le tue pagine sono ricche, approfondite, e spesso fanno ribaltare dal ridere.
Un amico mi ha segnalato questo blog e mi ha fatto dono di qualche ora molto piacevole.

Sono anni che ogni tanto mi diverto a scrivere storie, o meglio pezzi di storie, che poi in genere restano lì. Devo dire che non m’è mai venuto in mente di pubblicarle, e dopo aver letto un po’ le tue analisi, ne sono veramente felice. Scribacchio per il mio personale piacere di registrare qualcosa che mi s’è formato in testa: un’immagine, una situazione, o poco più.
Mi sono accorta che quando scrivo non penso praticamente mai a come un lettore potrebbe recepire forma e contenuti (buffo, perchè per lavoro ho fatto dei corsi sulla comunicazione – verbale, ma pur sempre comunicazione – che ho trovato rivelatori ed entusiasmanti).

Se facessi recensire a te qualcosa che ho scritto, probabilmente dopo andrei ad impiccarmi, quindi evito a priori, ma con questo commento volevo ringraziarti sia per le sghignazzate, sia perché mi hai dato innumerevoli spunti per cercare di migliorare. :)

#397 Comment By Dehro On 17 giugno 2009 @ 19:14

insomma non è un bel leggere, e questo è un argomento che da solo è più forte di qualsiasi pretesa educativa, intreccio narrativo o pletora di citazioni dotte.

sono offeso come medievista: puramente dall’arroganza dell’autore, che sbandiera le sue credenziali come fossero un marchio di qualità e una garanzia di capacità letteraria.
conoscere i dettagli dell’editto di Rotari, conoscere le sorti dei vari esponenti della dinastia merovingia o le capacità tecnologiche dei picti e le strategie militari dei catafratti non equivale a saper fare della buona narrativa, e usare quel bagaglio di conoscenze (vere o presunte che siano) come un argomento per una diatriba su un argomento del tutto diverso (la narrativa) è da poveretti.
ci sono fior di medievisti, professionisti o meno, che trattano l’argomento della loro passione con un rispetto sacro e una dedizione totale..dubito avrebbero piacere di essere accomunati a tanta boria.
l’idea stessa che l’autore possa essere tanto ingenuo o arrogante da pensare davvero che il suo libro abbia un valore didattico di qualsiasi genere, non può che farmi ridere.

infine, alcune semplici osservazioni: un libro, di narrativa beninteso, per vendere (e quindi essere di successo) deve essere ben scritto. se non lo è, quale che sia l’intento o la mole di lavoro che l’ha preceduto, non è un buo libro. nessuno lo vorrà mai leggere fino in fondo, semplicemente perchè non ce l’ha ordinato il medico, non c’è nessun effetto benefico allo svoltare dell’ultima pagina. l’ultima pillola di un ciclo di antibiotici ci guarisce dal malanno..per cui siamo disposti a sopportare il saporaccio di ogni pillola…
quale miracolosa rivelazione ci aspetta nelle ultime pagine di questo obbrobrio? dove sta la ricompensa al lettore? nel dubbio, preferisco non ingerire le pillole.
un libro di narrativa deve essere un modo piacevole di passare il tempo… queste pagine per me non lo sono state..
altre volte mi sono trovato davanti a un inizio poco coinvolgente, ma la qualità dello scrivere mi ha comunque spinto ad arrivare fino in fondo al libro. a volte è stata una buona scelta perchè il libro era bello, altre è stato comunque un buon passatempo, anche se il libro l’ho rimosso dalla mente quasi subito.
queste due pagine invece, sono scritte talmente male da scoraggiarmi a tentare questa “scommessa” col mio tempo.
come posso sapere che improvvisamente la qualità dello scritto non subisca un’impennata positiva e si riveli all’altezza di una trama che si dimostra ben fatta? non posso, ma non ho motivo di crederlo
come diceva mio nonno buonanima: se puzza di merda, sa di merda ed è marrone, non sono violette!

#398 Comment By Dehro On 17 giugno 2009 @ 19:14

sono profondamente offeso, come lettore, come intenditore “fai da te” di letteratura fantasy e come medievista amatoriale

ho letto la recensione su consiglio di un amico, (evidentemente mi vuole male, il bastardo) e senza conoscere nè gamberetta nè l’autore.
l’ho letta nell’ordine in cui è riportata, leggendo quindi dapprima il testo e poi i commenti, senza essere prevenuto per un verso o l’altro. per quanto ne sapevo io poteva trattarsi di un flame da parte di gamberetta o di un testo effettivamente scarso.

francamente, ho fatto uno sforzo di volontà per arrivare in fondo alle 2 paginette riportate da gamberetta.

“Da segnalare qualche caduta di stile in espressioni a volta involute, ripetizioni di sostantivi ed errate corrispondenze fra soggetti e verbi.”

quoto questa ultima frase dalla recensione di cui gamberetta riporta il link.
nel mondo dell’editoria, nessun testo che riporti vistosi errori di sintassi o grammatica verrebbe neppure considerato per la pubblicazione. figuriamoci un testo in cui questi errori siano tali e tanto frequenti da meritarsi di essere citati nella recensione, per quanto “amatoriale” possa essere quella del link.

mi ritengo una persona di moderato livello culturale. ho lasciato a metà un percorso universitario in ambito economico, ma ho da sempre coltivato con passione un interesse per la letteratura, con particolare passione per quella di genere fantasy, e la saggistica storica, in ambito medioevale.
soprattutto in ambito di letteratura fantasy mi ritengo in grado di sostenere ed argomentare una discussione serena e competente. quanto sopra è per “qualificarmi” come lettore e come, eventuale, critico.
in apertura ho sostenuto di essere offeso come lettore. qui di seguito elaboro il pensiero.
ho letto un gran numero di romanzi fantasy, dedicandomi con particolare passione ad alcuni dei “grandi nomi” del genere, alla ricerca di autori semi-sconosciuti italiani, alla ricerca di nomi che in italia neppure sono mai stati sentiti (vivo in inghilterra da qualche tempo).
mi permetto quindi di avere un’opinione da lettore in qualche modo “esperto”.
nessuno di questi autori, più o meno grandi, più o meno celebri e di successo, si sarebbe mai permesso di trattare i propri critici e i propri lettori con la supponenza e l’arroganza di questo individuo.
sentirsi dire “se non ti piace il mio libro è perchè sei un incompetente ed un ignorante, non hai le basi” è quanto di più vigliacco e volgare ci possa essere. offendere i propri lettori, reali o potenziali è indegno di chiunque voglia intraprendere la professione di autore.

ho detto che sono offeso come intenditore di fantasy:
come ho già profusamente affermato, di fantasy, ne so qualcosa, sia come lettore che come “studioso” del genere letterario e come scribacchino amatoriale (ma io scrivo per me stesso soltanto, e pertanto sono disposto a perdonarmi sviste grammaticali e cadute di stile).
l’autore non è il primo a sfruttare temi classici e nomi famosi, e neppure sarebbe il primo a dare una personale chiave di lettura di miti più o meno antichi, più o meno celebri.
qualcuno ha mostrato ribrezzo perchè l’autore ha preso nomi e miti, magari anche discordanti e lontani tra loro, e li ha sfruttati a proprio modo. ogni autore è libero di fare questo, se fatto con classe, rispetto e abilità. l’errore e la colpa non stanno li!
l’errore e la colpa stanno nel uso di questi miti e leggende non per volontà di rendere omaggio o farli propri, ma per mancanza di creatività e pensiero originale. chiaro, da due pagine scarse è difficile dire cosa aspettarsi in termini di trama e sviluppo, ma se il buongiorno si vede dal mattino..la qualità dello scritto e la faciloneria con cui è esposto quel poco che di esposto c’è, non lascia presagire nulla di buono.
raccattare a piene mani dall’opera altrui può andare, ma DEVE essere fatto su un substrato o in un contesto originale e creativo, altrimenti si tratta nè più nè meno di facile plagio..chiunque è in grado di farlo, probabilmente meglio.
mi sono occupato per qualche anno di giochi di ruolo online, in ambito specificamente fantasy. anche li riscontravo la difficoltà dei giocatori di accettare un’ambientazione originale che sovvertisse i clichès del genere e sapesse distinguere tra un elfo “tolkieniano” uno di ambientazione D&D e uno “originale dell’ambientazione. in queste due paginette si vedono soltanto un paio di nomi noti e stranoti..(odino, gli aesir..) nessuna caratterizzazione, nessun dettaglio chiarificatore di quale è il “contesto fantastico”.. nessuna impronta creativa. per quanto ne sappiamo, la scena può svolgersi nel alto medioevo, nel rinascimento, a asgard, nei fiordi del nord europa, a buckingham palace nei giorni nostri, o alla corte di lady isabel, (si i cavalieri dello zodiaco)..odino potrebbe essere armato di spada laser o daga romana. non c’è modo di saperlo..si saprà più avanti? lo spero.. certo è che non c’è uno sprazzo di contestualizzazione spazio-temporale…e la scarsa qualità dello scrivere non spinge a continuare a leggere per scoprirlo. comunque sia, spacciare per dotti richiami letterari/filosofici quattro nomi buttati li, è da poveri.
tornando sull’ambito giochi di ruolo online: quel che ho letto di questo libro è scritto nello stesso stile “pomposo” e parolaio di un giocatore di ruolo alle prime armi.. solitamente si tratta di ragazzini di 13-15 anni. la stessa scelta di parole “più per come suonano archaicheggianti, che per il loro valore letterario o evocativo”, la stessa banale pretesa che sia giusto usare parole altisonanti e non necessariamente corrette, o inversioni tra aggettivo e sostantivo per dare un tono aulico/epico al testo. così non è, purtroppo.
già, perchè nonostante le “dotte citazioni” e il valore se vogliamo educativo (prendo per buone le parole dell’autore, non avendo modo nè intenzione di verificare se il suo testo nel complesso ha effettivamente valore educativo)…quel che conta in un’opera di narrativa, specialmente fantasy, è evocare ciò che il lettore non vede e non sa, anticipare (senza rivelare a mò di “lista della spesa”) tratti dei personaggi e degli eventi passati e “futuri”. creare un ritmo piacevole di lettura, che mescoli ambientazione e trama, caratterizzazione e svolgimento, in un’unico fluire armonioso.
questo non avviene nelle due pagine che ho letto, pagine in cui c’è una profusione di aggettivi che aggiungono poco o nulla al contenuto e non aiutano neppure nel creare l’atmosfera..pagine in cui si elencano le virtù e doti di un personaggio defunto, che non significa nulla per noi e la cui fibbra ci è del tutto sconosciuta, salvo per questo ripetitivo elenco sconnesso di doti, che ce lo rende antipatico più che darcene un’immagine eroica.
la sua storia ci è sconosciuta e pertanto non ci è possibile “empatizzare” con il personaggio che ne lamenta la scomparsa.tanto più che l’intero processo di “lutto” è descritto in maniera sciatta e melodrammatica, per nulla appetibile, che appare impropria al grado di maturità che ci si può aspettare da un “fanciullo”.
francamente, tutto questo ce lo si può aspettare da un liceale scrittore in erba, volendo anche da uno studente di grado più elevato; certo però l’autore non può pretendere di attaccare con supponenza chi nota la scarsa qualità di uno scritto, e dovrebbe invece mostrare l’umiltà di chi è alle prime armi e si rende conto dei propri limiti.
temo che ci sia una forte disparità tra “volontà di espressione” e resa effettiva.
allo stesso modo io, che ho una immaginazione vivida, posso immaginare un soggetto per un quadro, e averne una immagine più o meno precisa in mente. poichè però conosco i miei limiti, so che se provassi a mettere su tela quanto ho in mente, ne uscirebbe uno sgorbio che a ben pochi mostrerebbe quanto ho in testa, sicuramente sarebbe un risultato lontano dal soggetto luminoso e aggraziato che ho in mente. neppure ci vorrebbe vittorio sgarbi, per dirmi che è il mio lavoro è una schifezza, lo potrebbe capire anche il profano d’arte.
questa analogia è precisamente quanto avviene nel leggere queste due pagine..non ci vuole un Montanelli, un Eco o un Ungaretti, per sapere che è scritto male e poco digeribile.
questo è un libro scritto dall’autore per l’autore..e solo l’autore ne può apprezzare la qualità e la trama, perchè solo l’autore ha in mente lo scenario, i dettagli, i “sapori” del racconto e dei personaggi…elementi di fantasia che suppliscono alle carenze del testo.
un buon libro è in grado di evocare questi elementi, usando strumenti più o meno espliciti. questo non lo fa, e quindi è un libro personale, del tutto inutile al pubblico.
tutto questo sarebbe ancora perdonabile, se davanti a critiche ragionevoli e costruttive ci fosse un atteggiamento di comprensione e di “volontà di migliorarsi”..invece no, si è confrontati con un presuntuoso che dall’alto di una laurea (ma l’ha presa o ci sta ancora lavorando? e l’ha meritata? conosco diversi laureati in materie letterarie e umanistiche che non saprebbero scrivere narrativa neppure per salvarsi la vita).. ha l’arroganza di dare degli ignoranti a persone che non conosce, di difendere uno scritto fatto con poca abilità e scarso talento per la narrativa, accusando i detrattori di scarsa intelligenza e/o preparazione.
quattro citazioni dotte non giustificano un comportamento del genere, nè il facile sarcasmo verso i “meno titolati”.
la maggiore critica “letteraria” che mi sento di fare è una carenza di proprietà di linguaggio che è del tutto in disaccordo con la tanto sbandierata preparazione accademica. tanto sono più o meno ben strutturati (non ben argomentati, non confondiamoci eh, che metà delle risposte dell’autore sono offensive quando non sono errate), dicevo..tanto sono ben strutturate le risposte alle critiche, tanto è caotica e segmentata l’esposizione narrativa nel brano..
manca di fluidità, di capacità di coinvolgere, di correttezza lessicale e soprattutto di attrattiva.

#399 Comment By Fos87 On 18 giugno 2009 @ 01:58

Ho trovato questa discussione per caso e sono allibita: le critiche sono critiche, vanno accettate anche quando fanno male, non ignorate o peggio ancora tacciate di ignoranza.

#400 Comment By Runa Magus On 29 giugno 2009 @ 02:54

Scusate, vorrei contribuire alla discussione anche se non ho mai postato prima.
Seguo spesso il blog, e spessissimo non sono d’accordo con Gamberetta per svariate ragioni. Non sono una sua sostenitrice. Non sono una discepola e nemmeno una fan. Eppure, in questo caso la sua recensione mi toglie le parole di bocca.
Credo sia innegabile: l’estratto qui riportato è ILLEGGIBILE. Apprendo da internet che il signor Sergio Rocca dovrebbe avere 29 anni, oggi. Magari se avesse impiegato questi anni a scrivere di più, a leggere di più e a farsi criticare di più, forse non proporrebbe brani abominevoli come questo. Che, tra l’altro, mi ricordano come io stessa scrivevo tra i tredici e i quattordici anni, quando mi ero messa in testa di ricalcare lo stile di Omero.
Con una differenza. Di quegli scritti io oggi mi vergogno. Non li mostrerei nemmeno per soldi, tanto meno avrei la faccia tosta di farli passare per grande letteratura.
Il resto di ciò che avrei voluto dire è stato espresso in maniera perfetta da Dehro, quindi finisco qui.

Saluti a tutti.

#401 Comment By Fos87 On 6 luglio 2009 @ 10:56

Figurati che io all’inizio pensavo che l’autore avesse 16/17 anni…

#402 Comment By Flavour On 15 luglio 2009 @ 18:54

Ho appena finito di leggere i commenti a questa recensione e la cosa che più mi ha turbato è stato leggere non tanto le due pesantissime pagine d’anteprima quanto l’immotivata supponenza con cui l’autore ha tenuto a replicare all’irreplicabile, quando era chiaro fin dalle prime righe del romanzo che teneva soprattutto a far bella mostra del suo italiano forbito e della sua conoscenza di vocaboli altisonanti (purtroppo non accompagnata da un eguale consapevolezza del loro significato), pensando probabilmente di rivolgersi a un pubblico di beoti. Ma la cosa che mi ha più infastidito è stato trovare un mucchio di errori (non di battitura) e di frasi illeggibili nei suoi commenti. Si suppone che un laureato in lettere e novello scrittore dia il buon esempio nel non maltrattare la lingua italiana. Ecco invece alcuni errori che forse vi sono sfuggiti: perchè anziché perché, un pò anziché un po’, avvallare anziché avallare, da retta a me anziché da’ retta a me ecc.

Se anche non avessi deciso di non leggere il libro dopo l’impressione negativa dell’anteprima, farei comunque voto di non leggerlo dopo aver letto i commenti dell’autore.

#403 Comment By Emile On 16 luglio 2009 @ 03:13

Mamma mia, mi ero perso questa perla.
Penso di poter affermare senza timore di esagerare di non aver mai letto qualcosa di così brutto e stupidamente arrogante, davvero non concepisco come una simile porcata possa essere stata pubblicata.
O l’autore ha pagato per un simile “onore” o c’è davvero da mettersi le mani nei capelli.

#404 Comment By Emile On 16 luglio 2009 @ 03:41

Scusate, ma questo pezzo imo VA sottolineato nuovamente:

[Lesto si tolse via dal capo l’elmo e osservò l’amico, ma Nembo notò la strana capigliatura di Soter e, prima ancora che questo lo descrivesse, gli riferì dell’aspetto dei suoi capelli.
«Aspetta Soter, vedo che i tuoi neri capelli sono come spinti dal vento verso il lato posteriore della testa, e ora la frangia è tenuta all’indietro come se fossi uscito dall’acqua di un lago. Quale strano effetto ti permette di averli così?»
Soter si toccò i capelli e sentì sulle mani che erano come attaccati fra di essi, parzialmente irrigiditi, tenuti in posa come magicamente.
Nembo, colpito da tale misterioso effetto, non controllò le parole ed esclamò che un fascino travolgente come la passione traspariva dall’immagine di Lesto, quell’assetto da combattente dava al suo viso un’espressione più dura e decisa. Soter però volle far conoscere anche a Ker il suo aspetto.
«Ascoltami Ker! Lascia che ti dica com’è il tuo aspetto prima che il tempo scivoli via come i granuli di sabbia tra le dita!… Anche il tuo elmo è come quello di Atena, ha un eretto cimiero di metallo ed è unito ad una maschera come quella del mio elmo. Ma le tue vestigia sono di un colore purpureo, la cui tonalità è lievemente scura. Anche tu hai dunque il petto e le spalle coperte da uno strato rinforzato di tessuto. Come anche tu puoi vedere, hai un cinturone la cui fibbia è tonda come la mia.»]

Fa talmente CAGARE che pare una presa per il culo, l’avessi visto pubblicato in altri contesti avrei pensato subito ad un fake.
Davvero: come DIAVOLO è possibile che sia stata pubblicata questa immonda PORCATA?

#405 Comment By Fos87 On 16 luglio 2009 @ 08:14

Cielo…

#406 Comment By ??? On 16 luglio 2009 @ 08:37

@ Emile

Hai ragione.
Piuttosto: a che serve questo pezzo sui capelli? A eccitare improbabili lettrici? O chi l’ha scritto?

Mistero

#407 Comment By Purple Pixie On 17 luglio 2009 @ 15:45

Ma da qualcuno capace di mettere un video su youtube in cui si vanta della poesia che ha usato per descrivere un tizio che piscia, cosa vi aspettavate?
Beh oddio, a pensarci bene una persona simile potrebbe quasi starmi simpatica, peccato che poi dai commenti su questo blog ho capito che si prendeva sul serio XD

#408 Comment By Hellfire On 18 luglio 2009 @ 15:01

no. non è vero. non è possibile. io a quello che ha scritto emile non voglio credere.

#409 Pingback By TAVERNA dell’Orco Bevitore [OT permessi :D ] – Page 1656 – Il Forum ufficiale di Multiplayer.it, con discussioni, sondaggi e le ultime informazioni On 19 luglio 2009 @ 22:51

[...] Gamberi Fantasy Blog Archive Le Chiavi del Cassonetto purtroppo io non riesco a pensare in piccolo: [...]

#410 Comment By Hellfire On 20 luglio 2009 @ 00:54

sono stato io a fare quel macello? cancellate tutto, vi prego :° mi vergogno :°

#411 Comment By mox On 27 luglio 2009 @ 14:14

Ammetto che non so scrivere e leggendo questa recensione, fatta bene secondo il mio modesto parere di non laureato in lettere ad minkiam con orgasmo della commissione. Mi sono accorto pero’ che effettivamente non sono nemmeno in grado di leggere =(
eh si perche’ da quale non erudito che sono non mi sono accorto nell’ordine che:
- lo scrittore non sa scrivere (siccome non so leggere e scrivere come faccio a saperlo, pura immaginazione, ma nel fantasy ce ne vuole no?)
- lo scrittore non ne sa molto piu’ di me di mitologia/scienze orientali( ma io non so leggere)
- lo scrittore e’ leggermente e inutilmente prolisso nel descrivere scene come questa in cui con una mano “masturbo” il mio naso (se usi stridio per il crocchio io posso usare masturbare al posto di scaccolare) con l’altra “zappo” alcuni tasti del mio portatile mentre “visiono” alcune penne per scoprire quale potrebbe “disegnare” meglio.

Di sicuro tutti questi “orrori” non mi sarebbero mai saltati all’occhio, ma di una cosa sono sicuro: se mai avessi comprato il libro, dopo aver letto le prime due pagine, sarebbe finito a prendere polvere nella mia libreria piena di fumetti. Come mai? Forse perche’ la vista e la voce di mia madre, non piu’ in tenera eta’, sono quasi giunte al capolinea (la pazienza mai in quanto i figli son sempre figli). Dopo anni capisce al volo quale libro mi piace e quale no. Ad esempio ci mise 3 giorni per farmi addormentare leggendomi quella schifezza della saga di Martin … Credo di aver battuto ogni record nell’addormentarmi …. Mia madre ascolta i consigli dei giovani autori come questo Sergio: comperare libri come il suo, qualche uso se ne puo’ sempre fare …. e poi dopo aver letto in 3 anni la troisi, mia madre aveva finito il valium ben vengano i nuovi autori fantasy … pero’ riesce a mettermelo nel culo un paio di volte e poi basta …. se pero’ prolificano cosi’ tanto sono fottuto …. ….

firmato: la madre di mox

PS: vi avverto non volevo scrivere quello che ho scirtto e se ho offeso qualcuno mi spiace non era mia intenzione e neppure intenzione di mia madre che sta scrivendo in quanto io non so leggere/scrivere, ma questo forse lo avevo gia’ detto

#412 Comment By eLLe On 23 agosto 2009 @ 01:43

Lo sbrodolarsi di domande retoriche è di uno squallore che ha pochi paragoni.

Oddio XD io amo le domande retoriche… serve a far capire al lettore lo stato di confusione del protagonista.

Comunque hai ragione, lo stile è pessimo -.-°°°°

#413 Comment By lilyj On 23 agosto 2009 @ 04:18

Assolutamente illegibile. Ho vomitato dopo le prime otto parole.
Non ho idea di che università abbia frequentato lo stimatissimo autore, ma spero tanto non sia la mia. Inizierei a dubitare della preparazione che è in grado di darmi. Inoltre vorrei sapere come lo stimatissimo autore è diventato telepatico. Perché la telepatia è l’unico superpotere che ti può permettere di sapere se la persona dall’altro lato dello schermo è un operaio con la terza elementare o un professore universitario plurilaureato.
Ah, quanto son belli gli editori a pagamento!

#414 Comment By Stefano On 23 agosto 2009 @ 09:31

Informazione da facebook, dove l’autore ha un gruppo di ammiratori: pare che la Editing edizioni che l’ha pubblicato sia fallita.

#415 Comment By Lalla On 3 settembre 2009 @ 19:34

mamma mia ma non vi accorgete della miriade di cazzate che scrivete…
accuse su accuse..
prime otto parole e mi fa vomitare…prime 5 pagine e fa cagare…
cambiate repertorio!
tutti suoi libri dalla mattina alla sera…tutti che vogliono fare i laureati col culo degli altri…sempre in Chiesa questi e poi se non fanno andare il pisello o si bagnano la bernarda vengono a rompere qui andando dietro ( a mo’ di pecoroni) alle cose che scrive sta ragazza..
Ma siete dei frustrati o cosa?
Perche’ c’e’ gente che i libri che recensisce Gamberetta li apprezza e voi no???
Ma c’e’ bisogno di farne nascere un blog di accuse e merda varia spruzzata sui lavori altrui perche’ voi non apprezzate gli autori / i libri / il modo di scrivere ecc…
Poi si viene qui nella vera FOGNA DEI COMMENTI.. ( CIOE’ TUTTI) e veramente ti viene il vomito..
Il vomito di pensare ma andatevene a farvi un po’ U CAZZI VOSTRI invece di parlare a vanvera!

Che interesse avete di mettere le pulci nelle orecchie alla gente, mi dico io?
Che cosa volete ottenere?
Chi vi chiede di esprime opinioni sul lavoro altrui in questo modo?
IL BUON SENSO??????
SPERO DI NO PERCHE’ SENNO’ STIAMO FRESCHI…!!!!
Ma chi vi credete di essere di giudicare cose scritte da altri solo perche’ avete letto due cazzo di libri di caccaccia in croce e magari stante tentando di scriverne, finire e Pubblicare ( ODDIO, STIAMO FRESCHI. un’ altra volta..) uno voi.. ma fa talmente cagare che se pubblicherete un giorno con gli stessi editori di Moccia , Rowling ecc ecc.. VI TIRERANNO I POMODORI perche’ cazzo .. gli avrete dato la gnocca per arrivare li!

ma fatevi i cazzi vostri e lasciate pubblicare la gente… lasciatela comportare, esprimere.. lasciatela inseguire i suoi sogni…
NON SONO CAZZI VOSTRI TUTTO IL RESTO
TAFONI CHE NON SIETE ALTRO!!!!!

ma perche’…? che gusto ci trova la gente a smerdare a quel Dio qua una persona..
OGNI BATTUTINA, OGNI GIUDIZIO ESPRESSO, ogni cazzata che dite LA GENTE LA INFLUENZA
c’e’ gente che purtroppo e’ ancora suscettibile, nella vita…
Legge QUESTO LIBRO FA SCHIFO … e non lo leggera’ mai piu’…

Putroppo internet oltre che aiutare a diffondere aiuta anche a smerdare.
quello che posso dire agli autori di questi libri recensiti ( e per la maggior parte delle volte smerdati… ) di non mollare mai che la vita li ripaghera’ in un qualche modo

#416 Comment By Dr Jack On 3 settembre 2009 @ 20:13

Secondo me, quando supera i 15 anni, qualsiasi essere umano può riuscire a capire che esprimere pareri, opinioni e giudizi è la base della libertà.

In compenso approvo il linguaggio, un po’ di linguaggio colorito da sempre quel tono in più. E ANCHE SCRIVERE IN MAIUSCOLO fa capire bene i PUNTI SU CUI FONDI IL TUO RAGIONAMENTO.

Magari, tra cinque o sei anni, torna a rileggerti e fatti quattro risate anche te :p.

#417 Comment By Lalla On 3 settembre 2009 @ 20:37

guarda non piscoanalizzarmi su come scrivo, sono abbastanza grande da capire da sola!
E’ ovvio che esprimersi e’ liberta’.. ma la liberta’ di questi lettori di esprimersi scrivendo dove la lasciate, voi, sparando a zero?

#418 Comment By Lalla On 3 settembre 2009 @ 20:42

Informazione da facebook, dove l’autore ha un gruppo di ammiratori: pare che la Editing edizioni che l’ha pubblicato sia fallita.

questo e’ un esempio di tafoneria

#419 Comment By Dr Jack On 3 settembre 2009 @ 21:14

@ lalla:
Non volevo psicanalizzarti :p, ma solo consigliarti di usare un ragionamento più solido se vuoi comunicare un giudizio.

Riguardo alla “tafoneria” o al livello degli utenti ce ne sono molti qua, qualche idiota c’è di sicuro, ma molti mi sono sembrati parecchio maturi… e in più c’è un colorito gruppo di folli :p.
Molto spesso qua ho trovato opinioni utili… o quantomeno divertenti.

Riguardo agli autori:
Gli autori sanno di questo sito, gamberetta mica glielo nasconde :p, e gamberi fantasy è stato attaccato da più fronti, solo che gli autori di solito non vengono qua a parlarne. Effettivamente ne dovrebbero avere molto di coraggio per venire qua… ma se lo facessero io quantomeno apprezzerei il loro sforzo.
In ogni caso, come ti dicevo, gli autori parlarno e si difendono sui loro blog, immagino possa andare bene anche così: ognuno legge i vari blog e fa le proprie libere valutazioni.

Riguardo al messaggio che hai quotato:
Facebook è solo un mezzo di comunicazione… puoi trovarlo divertente e utile o meno. Ognuno può valutarlo per se :).
Comunicare un fatto è solo un’informazione.
Dare informazioni errate è MALE :p, ma di solito la verità salta sempre fuori (io non so se l’informazione in sè sia vera o falsa).

#420 Comment By Stefano On 4 settembre 2009 @ 17:39

L’informazione è vera, basta cercare il gruppo creato in onore di Ancess su FB. Non era mia intenzione prendere per i fondelli l’autore, in questo è bravissimo da solo, basta rileggersi i messaggi messi qui da lui direttamente e dai suoi vari pseudonimi.

#421 Comment By kanako91 On 4 settembre 2009 @ 21:16

Scusate se spunto così, dal nulla, ma dovevo segnalarvi delle meraviglie, che meritano, davvero:

Video 1
Video 2
Video 3
Video 4

Buon divertimento ^^

#422 Comment By Fos87 On 5 settembre 2009 @ 01:28

@Lalla
Prima di tutto i libri si giudicano e si scelgono sempre in base a poche frasi, per quanto la cosa possa non fare piacere: passeggi in libreria, vedi un libro, leggi il titolo, decidi se vale la pena aprirlo, eventualemente apri e dai un’occhiata. Se le poche parole lette ti piacciono lo compri, altrimenti lo lasci lì dov’è. Non vedo che differenza ci sia tra il fare tutto ciò con il libro cartaceo tra le mani o con una sua versione digitale.
Secondo: chiunque conosca l’alfabeto e abbia letto “due cazzo di libri di caccaccia in croce” (tra cui nel mio caso rientrerebbero anche libri di merda come “Il Simposio”, “L’Asino d’Oro”, “Il Satyricon” e altro ancora) ha il diritto di esprimere una propria opinione, in quanto possibile acquirente dell’opera. Poi questa opinione può essere espressa in maniera troppo dura e ferire, ma è in ogni caso leggittima quanto la più sperticata delle lodi.
Terzo: perché dovremmo invidiare il signor Rocca? Ok, ha pubblicato. Bene, sono contenta per lui, ma se devo invidiare qualcuno invidio Pennac, Benni, Pratchett, che considero delle divinità della letteratura e che sono mille volte più famose di Sergio Rocca.
Quarto: la gente viene influenzata? Relativamente: se nel leggere i brani riportati qui sopra ho detto “non mi piace”, significa che difficilmente avrei formulato un pensiero diverso nel leggerli in libreria. Al contrario, se il libro è scritto in uno stile che mi manda in estasi, la recensione di Gamberetta potrebbe addirittura aiutarmi a scoprire un’opera che altrimenti non avrei notato.

#423 Comment By Clio On 5 settembre 2009 @ 14:19

A Lalla

Ma chi vi credete di essere di giudicare cose scritte da altri

Mi credo di essere… una lettrice! Ovvero una persona che legge qalcosa e dà la propria opinione. Io leggo le prime venti righe del libro e dico “lo stile e la scrittura denotano quanto meno isterismo analfabeta” (così non ho detto che mi fa cagare, happy? ^_^)

solo perche’ avete letto due cazzo di libri di caccaccia in croce e magari stante tentando di scriverne.

Posso sapere quali sono secondo te libri decenti da leggere? Nn ironizzo, sono davver curosa.

ma fa talmente cagare che se pubblicherete un giorno con gli stessi editori di Moccia , Rowling ecc ecc.. VI TIRERANNO I POMODORI perche’ cazzo .. gli avrete dato la gnocca per arrivare li!

Questa frase non ha senso. Da un punto di vista di analisi logica, eh!

ma fatevi i cazzi vostri e lasciate pubblicare la gente… lasciatela comportare, esprimere.. lasciatela inseguire i suoi sogni…

Be quiet, nessuno qui sta impedendoa chicchessia di pubblicare! Gamberetta ha dato un gudizio. C’è chi si fiderà (tipo me) e chi se ne infischierà e comprerà questa meraviglia (tipo te, immagino). Perché Rocca avreb diritto di esprimersi indisturbato e Gamberetta no? Lascia la commentatrice esprimersi!
E poi non temere: un anatema dei gamberi non danneggia l’autore. Altrimenti a quest’ora Meyer e Troisi si sarebbero dovute trovare un lavoro più adatto alle loro capacità.

ma perche’…? che gusto ci trova la gente a smerdare a quel Dio qua una persona..

Ti segnalo che se l’autore è stato smerdato è perché lo ha voluto: avrebbe potuto ignorare il blog e vivere felice. Ha pensato, nella sua immensa saggezza, di fare scene isteriche e insultare a raffica tutti quelli che non riconoscevano la sua grandezza.

OGNI BATTUTINA, OGNI GIUDIZIO ESPRESSO, ogni cazzata che dite LA GENTE LA INFLUENZA

Come già detto: non è vero, altrimenti la Troisi sarebbe rovinata.

c’e’ gente che purtroppo e’ ancora suscettibile, nella vita…
Legge QUESTO LIBRO FA SCHIFO … e non lo leggera’ mai piu’…

E’ esattamente lo scopo delle rensoni ^_^ Evitarti di comprare libri inutili e spendere 20 euro per nulla.
La gente conosce il metro di misura di Gamberetta. Se lo condivide, segue il so consiglio ed evita di comprare un liro inutile. Se non lo condivide, se ne infischia. O forse noialtri tutti dovremmo comprare il libro per far piacere a Mister Simpatia (l’autore)?

Personalmente tovo Rocca un personaggio grottesco. Non per quello che dice Gamberetta, beninteso (tra l’altro io non condivido nemmeno parte dei suoi criteri), per quello che dice Rocca stesso.
“Esperto di civiltà orientale”? Lalla, la civiltà orientale non esiste. E’ una stronzata. E questa sparata è sufficiente a far di Rocca il buffone di corte.

A kanako 91
Grazie per i video :D Ho potuto apprezzare la travolgente comicità del Rocca (Kerr che “libera il suo corpo dal fardello”, che ridere…) e la pronuncia francese dello speaker: assolutamente SPAVENTOSA! XD

#424 Comment By Lalla On 5 settembre 2009 @ 19:42

E’ esattamente lo scopo delle rensoni ^_^ Evitarti di comprare libri inutili e spendere 20 euro per nulla.

Mio Dio mai sentita una piu’ gran stronzata
I libri puoi benissimo noleggiarteli in biblioteca se non li vuoi acquistare!

Ti segnalo che se l’autore è stato smerdato è perché lo ha voluto: avrebbe potuto ignorare il blog e vivere felice. Ha pensato, nella sua immensa saggezza, di fare scene isteriche e insultare a raffica tutti quelli che non riconoscevano la sua grandezza

ah beh si dai ragioniamo tutti cosi
occhio per occhio , dente per dente…
Non me ne frega se lui e’ isterico o no.
Ma mi rendo conto che il lettore ha anche il diritto di esprimersi. E’ il lettore il centro del mondo, quando si vuole diventare scrittori.
Ma come tu ti esprimi, nella tua SAGGEZZA e grandezza, anche gli altri POSSONO o no? esprimersi nella loro immensa saggezza? !
No, perche’ dimmi che parole sagge e leggere usano certe persone qui. . .

A kanako 91
Grazie per i video :D Ho potuto apprezzare la travolgente comicità del Rocca (Kerr che “libera il suo corpo dal fardello”, che ridere…) e la pronuncia francese dello speaker: assolutamente SPAVENTOSA! XD

ridendo ai link di kanako ti sei gia’ smerdata da sola.
Non piace nemmeno a me il timbro di voce dello speaker, ma non per questo trovo i video puerili, sinceramente!
Anche perche’ sul lavoro altrui il rispetto deve esserci.
Stiamo parlando di Rocca che legge i passi del suo libro a chi abbia voglia di vedere quei video.
Non : HO FATTO QUESTI VIDEO SFOTTETEMI PURE!
Sfottere vuol dire criticare.. anche perche’ come ripeto e qui volete continuare a mio parere a fare gli gnorri, e’ , questa, ancora una volta, prendere per il culo una persona, non il suo operato.

#425 Comment By Clio On 5 settembre 2009 @ 20:22

A Lalla

I libri puoi benissimo noleggiarteli in biblioteca se non li vuoi acquistare!

Right, ma non tutti hanno una biblioteca vicino. Secundo: non è detto che una bibliotecuccia di quartiere sia fornita di tutti i romanzi possibili. Inoltre: peché di tutti i libri al mondo dovrei leggere Rocca (qui usato a titolo di esempio)? Esce un libro X, qualcosa di esso attira la mia attenzione. Come faccio a sapere se vale la pena perdere mezz’ora della mia peziosa vita a cercarlo alla biblioteca o venti euro dei miei preziosi fondi per comprarlo? Cerco una recensione.
Il commentatore ha certi criteri che condivido (almeno per la maggior parte) e dice ce vale la pena? Ci investo (tempo o denaro). Dice che fa schifo riportando come e perchè? Lascio perdere (o per lo meno ci penso due volte).
Le recensioni dovrebbero servire a farti risparmiare tempo e/o denaro.
Se pensi sia una stupidata allora dimmi: a che servono? Perché la gente le legge?

ah beh si dai ragioniamo tutti cosi
occhio per occhio , dente per dente…
Non me ne frega se lui e’ isterico o no.

Hai ragione, è stato sparare sulla croce rossa, ma a volte è impossibile resistere alle prvocazioni puerili e pretenziose ^_^

Ma mi rendo conto che il lettore ha anche il diritto di esprimersi. E’ il lettore il centro del mondo, quando si vuole diventare scrittori.

Non proprio, ma il lettore è quello che ti paga per scrivere, quindi che esprima il proprio gudizio mi pare il minimo, no?

Ma come tu ti esprimi, nella tua SAGGEZZA e grandezza, anche gli altri POSSONO o no? esprimersi nella loro immensa saggezza? !

E io mica sono andata a sparare a Rocca! Tantomeno mi troverai sotto casa con ago e filo per cucirti la bocca. Rocca, o tu, o chiunque ha dritto di dire cosa ne pensa. Rocca può dire che siamo una manica di squallidi ignoranti e che lui è un genio; io posso dire che per quanto mi riguarda Rocca è grottesco; tu puoi dire che sono maledcata. Dove sta il probema? Tra l’altro quello che si è espresso in modo più cafone e stupido è proprio l’autore!

Non piace nemmeno a me il timbro di voce dello speaker, ma non per questo trovo i video puerili, sinceramente!

Attends un peu, i video sono puerili, le inqadrature degne di una telenovela brasiliana, ma la voce dello speaker non è un problema! Mi fa ridere la sua pronuncia francese. E fa ridere, ce n’est point ma faute!

Anche perche’ sul lavoro altrui il rispetto deve esserci.

Il lavoro fa pena. E’ un fatto.

Stiamo parlando di Rocca che legge i passi del suo libro a chi abbia voglia di vedere quei video.
Non : HO FATTO QUESTI VIDEO SFOTTETEMI PURE!

Io avevo voglia di vedere i video. E li ho trovati ridicoli. VERAMENTE ridicoli. Ho diritto di ridere, no? Si torna al poter esprimere le proprie opinoni.

Sfottere vuol dire criticare.. anche perche’ come ripeto e qui volete continuare a mio parere a fare gli gnorri, e’ , questa, ancora una volta, prendere per il culo una persona, non il suo operato.

Vero, perché è Rocca stesso a mettersi al centro della pubblicità! Vogliamo fare un paragone con un’altra pessima scrittrice? Licia Troisi. Nelle pubblicità troverai roba sullo stile “avventure magnifiche super-originali! Sussegirsi di colpi di genio e emozioni profonde!!” e in piccolo “Licia studia astrofisica nel tal posto ed è tanto giovane”.
Nel caso Rocca non si sa nemmeno quale sia la storia o quali fonti abbia usato! Si sa che lui è un genio, che è figo e che la sa tanto lunga. Tra l’altro questa ridicola publicità presenta aspetti che fanno scompsciare lo spirito più compassionevole, perché ad una pretenzione enorme si uniscono scivoloni di un’ignoranza tanto palese da lasciare sbalorditi. Se lui non ci tenesse a fare la primadonna, nessuno lo metterebbe alla gogna come persona (magari come scrittore incapace…)

#426 Comment By Lalla On 5 settembre 2009 @ 20:40

Right, ma non tutti hanno una biblioteca vicino. Secundo: non è detto che una bibliotecuccia di quartiere sia fornita di tutti i romanzi possibili. Inoltre: peché di tutti i libri al mondo dovrei leggere Rocca (qui usato a titolo di esempio)? Esce un libro X, qualcosa di esso attira la mia attenzione. Come faccio a sapere se vale la pena perdere mezz’ora della mia peziosa vita a cercarlo alla biblioteca o

Sara’ ma guarda fai prima a leggertelo per conto tuo, con opinioni tue..
cosa sei finocchio col sedere degli altri?
O.o ma per Dio!

#427 Comment By Clio On 5 settembre 2009 @ 20:54

Bon, l’ultima.

Sara’ ma guarda fai prima a leggertelo per conto tuo, con opinioni tue..
cosa sei finocchio col sedere degli altri?
O.o ma per Dio!

Se un commentatore ha dei metri di giudizio che condivido
Se questo commentatore dice che è una schifezza
Se il solito commentatore spiega il perché del suo giudizio con opportune citazioni
PERCHE’ farei prima a leggermi il libro?
In dieci minuti so che la prosa è pesante e pretenziosa, talmente pesante e pretenziosa che non sono riuscita ad arrivare in fondo all’estratto: dovrei perdere una settimana di tempo a leggere un libro che probabilmente mi farà schifo? E questo secondo te è guadagnar tempo?
Ovvio, puoi non cadere sulle zampe. Tipo comprare un film che il commentatore ha definito splendido (tipo Azumi, *cof cf* :D) e trovarlo una porcheria. Ma sono rare eccezioni. Di solito, come ho detto, le recensioni della Barca dei Gamberi mi hanno fatto scopire film o libri che non conoscevo e risparmiare soldi e tempo per altri libri e film che non incontrano le mie aspettative.

#428 Comment By Merphit Kydillis On 5 settembre 2009 @ 20:57

Lalla, una domanda: ma tu il libro l’hai letto?

#429 Comment By kanako91 On 5 settembre 2009 @ 21:39

A kanako 91
Grazie per i video :D Ho potuto apprezzare la travolgente comicità del Rocca (Kerr che “libera il suo corpo dal fardello”, che ridere…) e la pronuncia francese dello speaker: assolutamente SPAVENTOSA! XD

Di nulla ^^ Certe perle devono essere mostrate al mondo intero XD

#430 Comment By Stefano On 5 settembre 2009 @ 22:28

Grazie ai video ho scoperto di essere nato lo stesso giorno di Sergio Rocca…

#431 Comment By Lalla On 6 settembre 2009 @ 14:06

Se un commentatore ha dei metri di giudizio che condivido
Se questo commentatore dice che è una schifezza
Se il solito commentatore spiega il perché del suo giudizio con opportune citazioni
PERCHE’ farei prima a leggermi il libro?
In dieci minuti so che la prosa è pesante e pretenziosa, talmente pesante e pretenziosa che non sono riuscita ad arrivare in fondo all’estratto: dovrei perdere una settimana di tempo a leggere un libro che probabilmente mi farà schifo? E questo secondo te è guadagnar tempo?
Ovvio, puoi non cadere sulle zampe. Tipo comprare un film che il commentatore ha definito splendido (tipo Azumi, *cof cf* :D) e trovarlo una porcheria. Ma sono rare eccezioni. Di solito, come ho detto, le recensioni della Barca dei Gamberi mi hanno fatto scopire film o libri che non conoscevo e risparmiare soldi e tempo per altri libri e film che non incontrano le mie aspettative.

vabbe’ continui a sbattere la testa sui tuoi stessi ragionamenti io non posso di certo convincerti!

A quello che mi ha chiesto se l’ho letto
Si l’ho letto ma dal punto di vista del contenuto non mi esprimo perche’ io di mitologia greca ne capisco gran poco.
Di personaggi fantasy tantomeno.
Io non critico la forma nella quale e’ stato scritto perche’….. che cavolo c’e’ da criticare? E’ questo che da 400 e passa commenti che proprio non riesco a concepire.
Un lettore non dovrebbe essere uno che fa il suo mestiere? cioe’ SAPER LEGGERE?
Tu ti trovwei a leggere miriade di cose, scritte bene scritte male…piu’ semplici piu’ auliche. Ma una volta che non hai le basi ( se non le hai , grammaticalmente dico ,il che non sono io ad averlo detto ma l’autore… non che se lo dice lui e’ verita’ colata come l’oro, intendiamoci..) e’ stato LUI a scrivere, sa come ha scritto.
A meno che vermente non si sia messo li’ a sparare vocaboli che non conosceva, ma mi sembra un autolesionismo puro, non uno scrivere per , un giorno, pubblicare con successo!

Non e’ che tutti devono scrivere come la Rowling o come la Meyer.
In modo semplicistico.
Se a te PRATO ERBOSO non piace non vieni a sparare a zero su un blog per la critica e dire NO!!!! PRATO ERBOSO NON SI PUO’ DIRE!!! NO NO!!
Io in passato ho chiesto alla madre di un mio amico , professoressa di lettere all’universita’ se nel lessico italiano si poteva esprimere un prato erboso..
Lei mi ha detto di si , che era una forma corretta.
Adesso non e’ che bisogna stare li ad interpellare tutti i professori d’italia ( PRIMA PERO’ ASSICURATI CHE NON SI SIANO COMPRATI LA LAUREA…-.- )
pero’ se piu’ persone. l’autore stesso, ti dice GUARDA QUESTA FORMA E’ USATA PER QUESTO MOTIVO…CAZZO, LO DEVI METTERE IN DUBBIO TE ???
Io ho capito che tu sei una lettrice.. ma se ti dichiari tanto esperta allora per lo meno.. sappilo dimostrare!
Cazzo in 20 ti hanno detto che e’ una forma corretta di espressione.. se ti documenti o chiedi anche tu magari trovi le tue risposte e non ti frustri piu’ per lo sto Prato Erboso e gli OCCHI CERULEI… o.O.
Chiuso!!!!
Allora Tolkien che cosa doveva dire? Eppure mi pare ci sia chi lo abbia apprezzato.. anzi! E’ ritentuto un grande nel suo genere

#432 Comment By Merphit Kydillis On 6 settembre 2009 @ 14:56

Se hai letto il libro, come l’hai trovato? Nel senso, se ti è piaciuto sì e perché?

#433 Comment By Clio On 6 settembre 2009 @ 16:56

A Lalla
Mi sembra che sia tu a sbattere la testa.
Prima hai detto che non era giusto in un blog bistrattare un romanzo che non è piaciuto al commentatore.
Poi hai detto che le recensoni negative sono deleteree perché condizionano la gente e che non ti fanno risparmiare tempo, perché secondo te uno fa prima a prender le gambe, andare alla biblioteca, richiedere un libro che probabilmente non è sugli scaffali, leggerselo, invece di farsi un’idea in 10 minuti se vale la pena o no muovere il culo. Converrai che il contrsenso è tuo.

Tra l’altro hai ignorato la domanda: se la recensione non serve a far risparmiare tempo e denaro al lettore, a che serve?
In the end: la lingua di Rocca è grammaticalmente corretta. Chi lo nega? Ma “scrivere bene” non vuol dire solo “corretto”! Ovvio, ci sono diversi stili. Ci sono scrittori che usano un lessico semplice (tipo King) e altri che sono più forbiti (vedi Tolkien). Da cosa si distingue allora se lo scrittore sa scrivere o no? Se avessi letto bene la recensione lo sapresti: dalla capacità di suscitare immagini, sensazione e idee nel lettore.
“Il cuore gonfio come gli occhi di una sofferenza interiore a lungo andare fatale”. Grammaticalmente corretto, ma inefficacie, perché è troppo. E’ pleonastico, asiano. Come osserva Abe no Seimei, a voler esagerare, si ottiene il contrario di ciò che si vuole (Onmyouji).
Kerr “orinò contro un sasso”. Hai visto qualcosa, sì?
Kerr “liberò il suo corpo dal fardello”. Ora? No. Che sta facendo? Caga? Piscia? Vomita? Ha posato lo zaino? Ha compiuto seppuku?
Più avanti l’azione è spiegata, ma se per un’azione semplice come pisciare (pisciare, non creare un microcampo di antimateria) l’autore ha bisogno di trenta parole per farti capire, l’autore è un cane.

A meno che vermente non si sia messo li’ a sparare vocaboli che non conosceva, ma mi sembra un autolesionismo puro, non uno scrivere per , un giorno, pubblicare con successo!

Détrompe-toi! Rocca ha pubblicato a pagamento! Nessun editore sano di mente manderebbe una cosa simile alle stampe!
Quoi que… sulla sanità di mente degli editori ce ne sarebbero da dire…

#434 Comment By Maudh On 6 settembre 2009 @ 17:16

@ lalla: Sorvolando sulla mania del “sono abbastanza grande per…” che spesso ricorre nei tuoi commenti, potrei farti notare ciò che io considero una contraddizione? Citi come fossero parole tue un post in cui viene detto che “erbosi prati” è italiano corretto.
Bene, fantastico!
Ma, per carità di Grumo (e sia fatta la sua volontà), evita di fare della grammatica il tuo cavallo di battaglia, tu stessa non la rispetti minimamente (maiuscole e punteggiatura, baby, maiuscole e punteggiatura…).

#435 Comment By Matteo T On 25 settembre 2009 @ 18:40

#436 Comment By kanako91 On 25 settembre 2009 @ 21:25

@ Matteo T:

Oh.
My.
God.
O.O
A parte la fantastica pronuncia inglese, the fetish keys? °_°

#437 Comment By Matteo Turini On 25 settembre 2009 @ 22:48

Forse mentre lo traduceva in inglese, ha speziato un po’ la narrazione, si sa mai!

#438 Comment By Drest On 26 settembre 2009 @ 13:42

i video di talesassociation su youtube sono una presa in giro. spero. perchè se non lo sono, sono veramente oltre il patetico, di uno schifo (come contenuti e realizzazione) difficilmente eguagliabile.

#439 Comment By Clio On 26 settembre 2009 @ 23:07

Perché insiste con le lingue straniere? E’ uno strazio! Persino mio fratello ha una migliore “pRonuncieiscion”!
Fetish?… Hum, questo termine l’ho già trovato. Ma non in ambito mitologico :D

#440 Comment By zweilawyer On 12 dicembre 2009 @ 19:52

Ancess è il miglior fanta-trash di tutti i tempi, semplicemente fenomenale. Non si salva davvero nulla, è la trasposizione letteraria dei film der Monnezza, davvero, manca solo Bombolo e il sue “tze tze” seguito dal numero di pizze rifilategli da Tomas Milian.
Non dico bufie, ho riso dall’inizio alla fine, con la gente in metro che mi guardava e si tamburellava la tempia con l’indice. L’autore poi, ha una comicità involontaria da nerd senza speranza che a volte commuove. I filmati su youtube trasudano mestizia da tutti i pori, roba da cadere in ginocchio e chiedere al creatore che la profezia di 2012 possa avverarsi con largo anticipo. Io adoro Sergio Rocca.

#441 Comment By Maurizio On 22 dicembre 2009 @ 17:58

Porca miseria.
Mi sa che ha ragione Sergio.
Io sono solo laureato in Fisica e quindi non parlo molto bene l’italiano!
Io non so sulla di elisioni, di esiaziali, di kenning (questa poi veramente non l’avevo mai sentita) ma ho capito che solo chi le conosce puo’ apprezzare fino in fondo il lavoro di Sergio. Quindi io nemmeno ci penso a leggere il suddetto romanzo. Non posso mica prendere un’ altra laurea solo per sapere di cosa parla Ancess!!!!

Divertente invece il troll che si diverte a difendere il buon sergio (probabilmente la stessa persona che lo intervista nelle sua cameretta!!!)

#442 Comment By Cecilia On 3 marzo 2011 @ 21:19

Questa roba è oscena. Punto.

@Gamberetta e Zwei
Sentitevi in colpa. A causa vostra non riesco più a rileggere certi libri che prima mi erano piaciuti, non mi accontento più e trovo subito gli errori.

#443 Comment By Cosimo On 24 marzo 2011 @ 14:29

@Gamberetta: ho scoperto solo di recente questo blog e sto leggendo tutti gli articoli a partire dal numero uno. Voglio ringraziarti. Apprezzo molto, molto di più quello che leggo, ho uno sguardo più critico e attento e sto revisionando tutto quello che scrivo io con gioia, meraviglia e un gran divertimento: bastava veramente pochissimo per evitare certe ingenuità che appesantiscono la narrazione. Grazie!

#444 Pingback By Chi più male scrive, più si loda. « Il Respiro Dell'Ira On 5 aprile 2011 @ 16:07

[...] E se volete guardate la recensione fatta su Gamberi Fantasy: http://fantasy.gamberi.org/2008/04/17/le-chiavi-del-cassonetto/ [...]

#445 Comment By Ilune On 15 giugno 2011 @ 19:28

Per motivi di tempo e forze non ce la faccio a leggere tutti e 444 i commenti, per cui mi scuso se ripeterò qualcosa che altri hanno già detto…
Ho fatto leggere la paginetta riportata anche a mio fratello. Notare che non siamo gli ultimi analfabeti di questo mondo, ci leggiamo quei 1-2 libri a settimana a testa, di tutti i tipi (saggi, narrativa, divulgazione scientifica di ogni tipo). Entrambi abbiamo risocntrato gli stessi errori segnalati da gamberetta: lessico ripetitivo, pesante, pomposo, artificioso. Il commento di mio fratello “leggo, ma non riesco a visualizzare la scena. Vedo solo le parole, non le immagini”. E io lo quoto appieno.
Per l’autore, che ho notato dai primi commenti essersi precipitato qui a rosicare e sproloquiare e a offendere a destra e a manca in una maniera squisitamente burina e tamarra, consiglio caldamente di andarsi a rileggere il significato della parola “modestia”, di accettare anche le critiche negative, seppur brucianti, quando fatte bene. Ma forse l’autore era uno di quei bambini che si offendeva quando la maestra gli correggeva i compiti con il lapis rosso e blu, facendo i capricci e mettendo il muso…
per Gamberetta: acidità da HCl a parte, condivido la tua critica appieno! Anzi, ti ammiro… io per arrivare a leggere tutta quell apaginetta, ho fatto violenza a me stessa. Avessi trovato quel libro in libreria, l’avrei messo giù, disgustata dopo la prima mezza pagina, e sarei andata a lavarmi le mani…

#446 Comment By Zave On 16 giugno 2011 @ 21:26

dura trovarlo in libreria visto che è stato pubblicato a pagamento.
forse potresti avere più fortuna cercando tra gli arbusti elfici. :D

ho letto l’articolo e buona parte dei commenti molto tempo fa, e ricordo che avevo giudicato le critiche pienamente meritate. la parte citata è veramente atroce.

#447 Comment By Manuele On 11 luglio 2011 @ 00:50

Ho cenato pesantemente stasera, cosa che normalmente non faccio, e, anche se ormai ho digerito, ho sentito risalire in superficie tutta la cena dopo aver letto le prima dieci righe del “romanzo”. Ammiro Gamberetta per essere andata ancora più avanti, io non ce l’avrei fatta.

#448 Comment By Asami On 12 marzo 2012 @ 18:40

Io sono una grande lettrice.Giuro.
E’ bastata la prima riga di questo testo (non lo chiamerei ‘romanzo’) a stroncarmi.Un’oscenità.Terribile.Giustissima recensione.Se l’autore passasse di qui lo pregherei di non prendersela a male per le recensioni negative ma anzi di cercare di trarne utili insegnamenti,di rivedere le sue idee e il suo stile ed eventualmente -dopo parecchie prove e parecchi anni- di ritentare con un altro libro.Meglio se pubblicato da una qualche casa editrice che -si spera visto che purtroppo la maggior parte delle volte non è così- sappia filtrare ciò che è più o meno leggibile da ciò che proprio non lo è.
Ah,ultima cosa.Esiste la libertà di parola ed ognuno sul proprio blog può scrivere ciò che più gli piace.Ovvio che se qualcuno pubblica qualcosa dovrebbe aspettarsi anche critiche o pareri contrari al proprio.Saluti a tutti.

#449 Comment By Clio On 12 marzo 2012 @ 19:12

@Asami
L’autore E’ passato di qui. Se scavi nei commenti più vecchi, potrai goderti la sua reazione: un lampante esempio di rachitismo psichico e isterismo analfabeta. Rocca è il bodhisattva del fantatrash ^_^

#450 Comment By Alessandro On 6 maggio 2012 @ 01:44

Io… io credo che mi accoccolerò qui sulla cenere ancora tiepida di questo post e dei suoi risvolti inaspettati.

Si potrebbe trarre un libro istruttivo da tutto questo… decisamente.

NON commenterò la recensione o i commenti in sé… sarebbe solo un motivo per riaccendere il rage e quindi me ne astengo.

solo… wow. ecco… il mio commento si può riassumere in un sussurrato “wow”.

Adoro questo blog, anche se non sono un frequentatore abituale

#451 Comment By Elisabetta On 14 giugno 2012 @ 22:32

Al Signor Rocca e a tutti i suoi account.

Metta a posto la testa e si faccia un bidet di umiltà. Crearsi account per autocompiacimento e per far vedere agli altri che ha dei lettori inesistenti è davvero molto triste. Sono una lettrice assidua e in quanto tale non posso che rimanere costernata dal vostro comportamento nei confronti delle critiche e dai vostri paraocchi per quanto riguarda il vostro stile di scrittura. Non metto in dubbio la vostra cultura, anzi, riesco a carpirla, a sentirla. Ma questo non vuol dire che può scrivere. L’ha detto anche lei nella sua intervista: nel momento in cui non ci si nasce, scrittori non si diventa. Il talento deve esserci, e per quanto mi rattristi tarparvi le ali, lei non ne ha. Il vostro stile di scrittura si riconosce in tutti gli account da lei gestiti. E ho letto talmente di quegli errori grammaticali da farmi accapponare la pelle. “qual è” scritto con l’apostrofo, pronomi personali inseriti alla meno peggio (“meno” per modo di dire). Ha una presunzione che non ha limiti. E poi lei pensa davvero che per pubblicare servano per forza delle raccomandazioni? Prenda per esempio “Eragon” è un libro al livello della Troisi, ma è stato un ragazzo di quindici anni a pubblicarlo prima con una casa editrice modesta e poi con un importante, semplicemente perché si è rimasti stupiti dal linguaggio articolato di quel ragazzo che superava qualsiasi altro individuo della stessa età. Ora, lei non è un bambino di quindici anni. Eppure, come faceva Paolini da adolescente, lei tenta di dimostrare di sapere le cose, quando non è questo quello di cui il lettore ha bisogno. Il lettore ha bisogno di immagini. E poi la variazione del mito di Hermes… Mi scusi, ma lei sa che lo zufolo è uno strumento dei secoli del secondo millennio, ovvero dal 1000 al 2000, più precisamente nel ’300. Come faceva un dio, anni addietro rispetto alla creazione dello strumento, a scambiarlo con una verga (che in realtà era una mandria)? Non era uno zufolo, ma una lira, Messere, che è divenuta il simbolo di Apollo. Il vostro modo di esprimervi è pressocchè irritante. Date insulti a destra e a manca, quando le persone da lei insultate potrebbero avere davvero dei titoli di studio molto più importanti dei suoi ma non facendosene vanto. I libri imparati a memoria non sono segno di capacità intellettuale. Ma i titoli di studio sono, sì, importantissimi, Lei accenna solamente a degli interessi e non a dei titoli veri e propri. Come farebbe un uomo di 32 anni ad essere laureato in storia, filosofia, antichistica, comparatistica, lettere greche e latine e ad avere intrapreso lo studio della cultura orientale? E, se non mi sbaglio, lei critica molto il ’68 dicendo che è per questo che le persone sono meno acculturate. Si sbaglia. Le persone non acculturate sono poche, quelle acculturate mediamente sono tante, ma lo sono. E per leggere e criticare basta sapere cosa si vuole e cose vuole la gente e lei che scrive per il pubblico è tenuto a rispettare ciò che vuole il lettore. Tutte le recensioni che ho letto sono negative, ho letto il libro e lo trovo irrispettoso verso i lettori. Dice che le persone che la criticano sono delle ignoranti quando l’unico ignorante non dotato di padronanza linguistica è lei. Sapere l’italiano equivale anche a saper usare determinati registri in determinati contesti, e queste cose si studiano alle superiori, quindi in media tutti possono criticare questa sua mancanza. Il vostro registro è adatto ad un trattato, alla saggistica, non al romanzo, che necessita di una comunicazione diretta. Comunicazione che in generale non avviene tra lei e i lettori. Il pubblico a cui lei si rivolge con il romanzo è un pubblico di cultura media, non ad insegnanti d’università. E con tutti i romanzi esistenti, non penso ci sia tempo per studiare questo libro che dalle mie parti sarebbe definito una “sola” nelle aule. Quindi, prima di criticare le persone che criticano, facendo il loro dovere, cioè quello di esprimersi, si faccia un bell’esame di coscienza. Tuttavia la lettera non voleva essere un insulto. Non sfogo la mia frustrazione su nessuno e non intendo farlo, perché i disagi della mia età sono i disagi di tutti e se tutti si sfogassero addosso a tutti sarebbe un pandemonio. A 15 anni ho letto Freud, a 12 Oscar WIlde, a 14 Orwell, a 16 nietzsche e Calvino, a 11 Tolkien. E le mie letture fino ad oggi sono aumentate. Non bisogna essere per forza letterati per sapere le cose. Non si è tutti ignoranti. Pensiamo. E dovrebbe farlo anche lei, invece di riunchiudersi nella sua teca di narcisismo per compensare qualcosa che non ha. SI dedichi ad altro. Perché non incomincia a fare anche lei le recensioni, visto che è abbastanza acculturato da poterlo fare? C’è bisogno di persone esperte in questo ambito. Si differisca da coloro che la criticano e dimostri un po’ di apertura mentale. Così forse, col senno di poi potrà tornare a scrivere e trovare dei lettori ammaliati dalla vostra umiltà ma non dalla
presunzione.
Le auguro più fortuna riguardo suoi futuri romanzi sperando che accolga questi miei consigli e in parte anche rimproveri.

#452 Comment By Yuki On 17 giugno 2012 @ 19:24

Credo di non aver perso qualsiasi fiducia nei confronti dell’umanità (quella nell’editoria fantasy italiana, a pagamento e non, è purtroppo già finita nel cestino). Il rispetto per le idee altrui e l’accettare una critica come spinta a migliorarsi sono cose che normalmente vengono insegnate ai bambini sin dalle elementari, se non dall’asilo. Ma evidentemente il sign.Rocca era troppo “gegnio” e deve averle saltate.
Non ho letto il romanzo, in quanto studentessa sono obbligata a stare attenta a dove spendo i miei soldi (ed evidentemente ragiona così anche la biblioteca che frequento, contando che il libro non compare nell’elenco), ma ho trovato la trama su un sito. Leggendola, l’ho trovata la classica trama da romanzo fantasy, con elementi visti e rivisti (Perchè no, gli dei e la mitologia greca, nordica, ostrogota, pakistana, marziana e chi più ne ha più ne metta, non sono affatto una rivoluzione) ma che, se ben scritta, può risultare un piacevole modo per passare qualche pomeriggio. Purtroppo lo stile è un insieme di termini forbiti che intendeva porre l’autore su un piedistallo per essere lodato e glorificato nei secoli dei secoli amen, ma che purtroppo risulta una brodaglia da poetuncoli da quattro soldi che al massimo viene condivisa da ragazzine celebrolese su facebook. Contando che non vi è nessuna prova che da una trama sviluppata in un linguaggio complesso possa venire fuori un capolavoro (anzi, leggendo si direbbe il contrario), l’autore anzichè dare del maiale a destra e a manca dovrebbe trovarsi un buon editor (servizio che le case editrici a pagamento spesso non offrono), e lo dico come persona convinta che tutti possano avere una possibilità. Ma nonostante ciò, l’autore continua a insultare gli altri e a farsi pubblicità in maniera a dir poco odiosa. I commenti della serie “io sono troppo “gegnio” per essere compreso da comuni mortali come voi” può permetterselo solo un autore del calibro di Asimov (ovviamente alludo anche ad altri) e poi anche detto da loro risulterebbe arrogante. Una delle prime doti di un autore deve essere l’umiltà, perciò consiglio vivamente al sig. Rocca di chiudersi in un eremo a meditare e di tornare giù solo quando sarà in pace con se stesso e con il mondo. Concludo augurandole un miglioramento, caro Sergio Rocca, sia sul piano caratteriale che letterario.

#453 Comment By Solvente On 18 giugno 2012 @ 13:31

Livello di scrittura infimo.
Avverbi inutili e aggettivi forbiti ammucchiati a quintalate, credendo che ciò serva la buona narrativa.
Mancanza di verosimiglianza e naturalezza; inforigurgito spudorato; metafore banali.

Soprattutto, l’incapacità di valutare obiettivamente la qualità della propria scrittura.
Quando si scrive non avendo la minima idea di cosa sia la narrativa.

#454 Pingback By Recensione: I Regni di Nashira 1- Il Sogno di Talitha | Cal the Pal On 3 ottobre 2013 @ 09:09

[…] si salva la caratterizzazione dei personaggi, e incredibile dictu esiste di peggio (ad esempio qui, qui e qui, per rifarmi alla vecchia guardia che dice mèrde ma non si arrende. Anche se forse […]


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