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Indovina la citazione

Pubblicato da Gamberetta il 3 giugno 2008 @ 20:11 in Senza categoria | 119 Comments

Queste poche righe starebbero bene in fondo all’articolo di qualche giorno fa, il Riassunto delle Puntate Precedenti. Pazienza. È la dimostrazione, per chi la cercasse, che in fondo sono io quella che parla a vanvera.
Infatti ecco cosa dichiara uno scrittore, pubblicato da notissima casa editrice:

[...] chi scrive scrive per sé, scrive perché gli piace scrivere, perché scrivere non è una cosa che s’impara, è una cosa che ti viene, è come uno starnuto, è come una risata, ti esce, è lì, devi pigliare una penna e scrivere.

L’enfasi è mia.

Punti di domanda
Indovina, indovinello…

Nell’ottica del ridere per non piangere, ci gioco sopra, vediamo chi indovina il misterioso autore!

EDIT: Complimenti a Spike per aver indovinato!


Approfondimenti:

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119 Comments To "Indovina la citazione"

#1 Comment By Clio On 3 giugno 2008 @ 20:22

Mi butto, Sergio Rocca?

#2 Comment By Gamberetta On 3 giugno 2008 @ 20:23

@Clio. Acqua! Poi lui non è pubblicato da una casa editrice famosa.

#3 Comment By Clio On 3 giugno 2008 @ 20:27

Gomenne! Ma è uno scrittore o una scrittrice?

#4 Comment By Gamberetta On 3 giugno 2008 @ 20:28

@Clio. Vediamo prima se qualcuno indovina, altrimenti darò degli indizi.

#5 Comment By Lyca Zaffini On 3 giugno 2008 @ 20:32

Faletti?

#6 Comment By Gamberetta On 3 giugno 2008 @ 20:33

@Luca. No, acqua. Siamo lontani.

#7 Comment By Luca Zaffini On 3 giugno 2008 @ 20:50

Moccia?

Ma l’autore della citazione è italiano?

#8 Comment By Gamberetta On 3 giugno 2008 @ 20:56

@Luca. No, non è Moccia. Comunque, sì, la citazione non è tradotta, l’autore è italiano.

#9 Comment By Loreley On 3 giugno 2008 @ 21:30

Qualche indizio, dai! Ad esempio qual è il genere che scrive.

#10 Comment By Loreley On 3 giugno 2008 @ 21:32

La butto lì: Baricco?

#11 Comment By ZioBlood On 3 giugno 2008 @ 21:33

Mi butto: Manfredi… anche se la vedo difficile (ho bestemmiato?).

#12 Comment By Gamberetta On 3 giugno 2008 @ 21:48

@ZioBlood. Acqua!

@Loreley. Acqua!

Un piccolo indizio, vediamo… è inutile che cerchiate la dichiarazione su google, non credo che sia stata trascritta. Sono parole dell’autore a una presentazione del suo ultimo romanzo.

#13 Comment By ZioBlood On 3 giugno 2008 @ 22:03

L’ultima volta, poi vado: Fabio Volo…

#14 Comment By Loreley On 3 giugno 2008 @ 22:06

Anche io riprovo, anche se so di sbagliare: Camilleri? Quel “pigliare” lì mi pare molto siculo :D

#15 Comment By Gamberetta On 3 giugno 2008 @ 22:07

@ZioBlood. No, non ci siamo proprio.

@Loreley. Ma, no! Anche se…

#16 Comment By GiD On 3 giugno 2008 @ 22:22

Non penso di indovinare, ma mi sto già sbellicando dalle risate solo al pensiero… Non sarà mica Licia Troisi?

#17 Comment By Gamberetta On 3 giugno 2008 @ 22:27

@GiD. No. A onor del vero non è un ragionamento sbagliato, certe boiate avrebbe potuto dirle Licia. Ma nell’occasione non è stata lei.

#18 Comment By Federico Russo “Taotor” On 3 giugno 2008 @ 22:44

Sandrone Dazieri? Non lo conosco come autore (in realtà non lo conosco affatto, escluso il Caso Troisi ed È stato un attimo), ma mi pare si trovi nel regno di Lord Mondador…? Buh.

#19 Comment By Gamberetta On 3 giugno 2008 @ 22:49

@Federico. No, non è neanche Dazieri.

#20 Comment By Spike On 3 giugno 2008 @ 23:16

per la serie,

Esordire con Einaudi a diciassette anni

per non fa il nome, ma solo il cognome… Miss Strazzulla!

#21 Comment By Gamberetta On 3 giugno 2008 @ 23:20

@Spike. Congratulazioni! Hai indovinato. Purtroppo non hai vinto niente, ma complimenti lo stesso.

La citazione è presa da questo video, e qui uno stralcio da Gli Eroi del Crepuscolo per la gioia di grandi e piccini. Sigh.

#22 Comment By Spike On 3 giugno 2008 @ 23:27

si sentiva la mancanza di certe perle di saggezza…

#23 Comment By Spike On 3 giugno 2008 @ 23:31

…ma per fortuna ci viene in soccorso lei, la nuova beniamina del blog!

#24 Comment By Gamberetta On 3 giugno 2008 @ 23:37

@Spike. Per quel che dice, Chiara Strazzulla ha tutte le carte in regola per sostituire Licia Troisi quale idolo pagano della Barca dei Gamberi. Ma prima voglio leggere almeno qualche pagina. Non che l’estratto presente su YouTube non sia orribile abbastanza, ma forse lì le era caduto il volume delle opere complete di Dostoevskij in testa e non era lucida.

#25 Comment By Clio On 3 giugno 2008 @ 23:45

Mi pare che la fanciulla faccia un po’ di casino. L’ispirazione non la impari secondo me, quella sì ti viene (magari “come a San Paolo sulla via di Damasco” è un paragone un po’ ardito… ma il concetto è quello), ma come mettere per iscritto detta illuminazione, quello lo devi imparare! A meno che tu non voglia calcare le orme della Troisi, scrivendo baggianate.
Ma in fondo la fanciulla è ancora molto giovane, ha il tempo ed il modo di svegliarsi.

#26 Comment By Angra On 3 giugno 2008 @ 23:51

Il fatto che abbiamo ingaggiato uno bravo come Frezzato per le illustrazioni mi fa un po’ lo stesso effetto di sapere che per il tale film hanno scritturato Julia Roberts: se hanno dovuto dare a lei 80 milioni di dollari per attirare pubblico, vuol dire che il film non era proprio un granché…

Anch’io voglio leggere qualche pagina prima di esprimermi, ma certo quelle dichiarazioni sugli starnuti e tutto il resto non promettono niente di buono. Insomma, presuntuosetta la ragazza… ora speriamo solo che non venga qui a litigare ^_^

#27 Comment By Mari On 3 giugno 2008 @ 23:51

Uhh non ero in casa! Peccato, la Strazzulla sarebbe stata la mia prima ipotesi!
Comunque io ho sfogliato qualche pagina del suo libro, e devo dire una cosa: almeno ha scritto… La Troisi, a causa dell’edizione-ruba-soldi Mondadori ha pubblicato volumi a carattere 16 con impaginazione da libro per bambini dai 6 ai 10 anni (non mi soffermo sul contenuto, tenuto anche conto che i bambini per primi hanno il diritto di leggere roba decente. Nemmeno loro meritano quella roba).
Almeno la Strazzulla ha un libro “pieno”. Certo, se poi è pieno di orrori è anche peggio, ma almeno le do atto di aver scritto tanto.
La prossima volta che torno in libreria prometto che leggerò qualche pagina. Di certo il libretto che regalavano prima della sua uscita non invoglia alla lettura, visto il quantitativo di banalità di cui era ricolmo. (né tanto meno lo fa la prima pseudo recensione scritta sulla Strazzulla da FM. Ma questa è storia vecchia e risaputa).
Ps. Invito tutti a guardare la mappa del mondo disegnata dall’autrice: signori, non ci sono dubbi sul fatto che sia LA SICILIA. Io sono sicula, e devo dire che mi inquieta venire a sapere come una ragazza diciassettenne creda che la mia terra sia un mondo fantasy da lei creato. Intrigante, devo dire …

#28 Comment By avvocatospadaccino On 3 giugno 2008 @ 23:54

mi piace, mi piace.
é bruttina, goffa, emozionata, fa simpatia come un cucciolo, ha un asciugamo in bocca come muccino junior (ricordate la battura della romanoff nel film?), si fa macinare dal business senza neppure accorgersene.
In tre parole è una perfetta vittima sacrificale. (o anche sole, cuore, amore)
La regina (troisi) è morta, viva la regina (strazzulla)!
strazzulliamoci!!!!!!!!!!!!!!!

#29 Comment By Spike On 3 giugno 2008 @ 23:58

effettivamente, Angra, hai ragione, a pelle non ispira proprio tanta simpatia… però come dicono Gamberetta e Clio diamole il beneficio del dubbio e leggiamo qualche pagina la prossima volta che si capita in libreria! >.<

#30 Comment By Clio On 3 giugno 2008 @ 23:59

Avvocatospadaccino, hai centrato il personaggio XD Ma suvvia, è giovane ancora, ha tempo per il satori!
Non ho letto niente del suo libro. Oddio, il pezzo postato non mi attirava tanto… Nè l’idea che l’eroe salvi la ghirba perchè scopre la sua “magia” interiore (intesa come amore e roba simile, fosse la capacità di trasformare l’aria in maionese e annegare il nemico sarebbe già diverso), ma magari un giorno, quando avrò venti euro e non saprò davvero dove metterli…

#31 Comment By Federico Russo “Taotor” On 4 giugno 2008 @ 00:08

@Mari, il fatto che il romanzo sia un libro “pieno” può essere sinonimo di scarsa abilità narrativa – spesso lo è. Ad ogni modo sì, bisognerebbe prima leggerne un po’.

Ho visto il filmato del sito de La Repubblica. La ragazza non mi sembra odiosa o presuntuosa. Mi suscita compassione. I ragazzi della scuola, scommetto un rene, la prendono per il culo.
Io non vorrei giudicare, anche perché mi sembra una brava persona. La R moscia potrebbe trarre in inganno, come anche le citazioni che fanno tanto intellettuale-chic. Ai posteri l’ardua sentenza (lol).

P.S. Sono stanco, ho lo sguardo annebbiato e non so quanto possa giovare a questo commento… XD

#32 Comment By fabbiuzz On 4 giugno 2008 @ 00:08

Cavolo, a sentirla parlare mi è venuta la pelle di gibbone.
Comunque, beata lei che l’ispirazione ce l’ha con starnuti e risate: a me le idee migliori vengono in mente mentre sono al cesso.
Sarà per questo che mi escono solo stronzate?

#33 Comment By Flavio On 4 giugno 2008 @ 00:16

Saluti.
Mi limito a segnare questo link per chi volesse sapere perché Einaudi apre al fantasy e chiude all’intelligenza
Per quel che mi riguarda, trovo più interessante la storia del brutto anatroccolo o di calimero.

#34 Comment By Carlo On 4 giugno 2008 @ 01:57

Boh, a me il brano letto dal libro non sembrava affatto male. Mi sembra che stiate morendo dalla voglia di farla a pezzi… Sembra quasi che speriate che il libro sia orribile… Non e’ serio.

Inoltre, scrivere puo’ essere qualcosa che si ha. In genere non succede, ma questo non significa che non succede mai. Le “regole” possono essere seguite d’istinto, senza nemmeno conoscerle.

#35 Comment By AryaSnow On 4 giugno 2008 @ 08:20

Quello che si sente è veramente troppo poco per dare un’opinione, inoltre preferirei leggere piuttosto che sentire.

Di certo però come romanzo non mi attira per nulla.

#36 Comment By Gugand On 4 giugno 2008 @ 08:22

@Carlo
Tutto sta a vedere cosa la Strazzulla intendesse per saper scrivere.
Se intendeva l’ispirazione per una storia potrei, a forza, darle ragione, se, invece, parla del saper buttare giu’ una storia in modo chiaro, assolutamente no.

Io ho paura che Strazzulla, come Paolini (stessa eta’, stesso genere), abbia 0 fantasia. Nel senso che ha scritto una storia presa para para da qualche romanzo/film che le e’ piaciuto. Quello che temo di piu’ e’ che il romanzo s’incentri intorno a qualche storia d’amore e, sinceramente, mi orripila il modo in cui mediamente le adolescenti parlano dell’amore.

#37 Comment By Gugand On 4 giugno 2008 @ 09:17

Aggiungo un link di un racconto della Strazzulla.
La storiella e’ì tutt’altro che originale, ma e’ scritta bene. Magari Gamberetta trova il modo di farlo a pezzi, ma io non ci riesco.

http://www.fantasiofestival.it/download/concorsi/racconti/Storia%20di%20una%20notte%20di%20meta%20autunno.pdf

#38 Comment By marcy On 4 giugno 2008 @ 11:50

Non trovo molto divertente prendere in giro o giudicare una diciassettenne per il suo aspetto o la sua goffaggine. Se il libro poi è una porcheria io le colpe maggiori le darei alla Einaudi che invece di far crescere e consigliare gli autori li butta allo sbaraglio solo perché c’è la moda degli autori giovanissimi.
D’altra parte, credo che nessuno a 17 anni avrebbe rifiutato una pubblicazione, con Einaudi poi.
Ciao
Marcy

#39 Comment By ZioBlood On 4 giugno 2008 @ 12:20

Pevò, bvava vevamente…peccato che l’idea dell’eroe “sfigato” non sia nuova (Zeno docet), scrive da far pena, e Achille nell’illiade mostra i suoi sentimenti sin da subito: Perchè mai non entra in battaglia all’inizio? Perchè ce l’ha a morte con Agamennone…se non sono sentimenti quelli!

PS: La giornalista che la paragona a Moravia è da oscar!

#40 Comment By Angra On 4 giugno 2008 @ 13:03

@Taotor: quando ho detto “presuntuosetta” mi riferivo a quel perché scrivere non è una cosa che s’impara che mi è sembrato piuttosto autoreferenziale.

Ma l’inquadratura del manifesto con scritto ABORTO cos’è, un moto di insofferenza del cameraman?

ROTFL!!!

#41 Comment By Gamberetta On 4 giugno 2008 @ 13:19

@Gugand. Letto il racconto. In realtà ci sarebbero molte cose da dire, ma posso concordare che sia scritto in maniera passabile (non geniale – oddio non ho mai pubblicato fantasy, ma questa è un genio! – passabile).
Tuttavia il racconto sarebbe? Un uomo attraversa un bosco e incontra una fata. Bene, e poi? Questo è un discreto inizio per un racconto, ma il resto dov’è?
Boh, magari questo pomeriggio faccio un salto alla libreria Mondadori o Feltrinelli e leggo a sbafo un pezzo dei tizi crepuscolari.

@marcy. Hai ragione, è poco elegante. D’altra parte gli anni sono 17, non 7, non credo che nessuno le punti una pistola alla tempia costringendola a dir boiate.

#42 Comment By Carraronan On 4 giugno 2008 @ 13:37

Grande Angra, non avevo fatto caso al manifesto sul diritto all’Aborto!
E’ geniale! Possibile che perfino gli scagnozzi di Repubblica che hanno assemblato il filmato, di fronte a tale carrozzone commerciale fatto di grida al miracolo, abbiano dimostrato il proprio dissenso nell’unico modo che è loro concesso?
:-D

#43 Comment By Gugand On 4 giugno 2008 @ 14:01

@Gamberetta
Nei racconti brevi spesso ci sono situazioni, non storie, che nascono e muoiono cosi’ senza un perche’. Ho letto intere antologie Urania pieni di racconti del genere.
Il racconto punta sull’inquetudine del tizio che scopre che c’e’ qualcosa di piu’oltre la sua realta’ e che ne e’ uscito forse per caso, punto.
Non e’ una storia, tutto sta nell’abilita’ dello scrittore di farti sentire la pressione psicologica del personaggio che vive la situazione.
La Strazzulla non e’ Richard Matheson, ma non mi e’ sembrata malaccio.

#44 Comment By Rob On 4 giugno 2008 @ 14:20

@gamberetta:

Scusa l’intrusione, ma non sapevo l’Einaudi pubblicasse fantasy. Forse non sono aggiornato. L’ho sempre ritenuta una casa editrice seria e decisamente più orientata verso la saggistica e la narrativa classica e impegnata (non che il fantasy non lo possa essere, ma insomma non è roba da Einaudi.)
Forse il nonno di Chiara Strazzulla era Giulio Einaudi? O il papà è un amico di famiglia? Be, può essere…
Comunque costa 20 euro? ammazza ! E’ rilegato in pelle umana?

#45 Comment By Gamberetta On 4 giugno 2008 @ 14:26

@Gugand. E infatti scrivere un bel racconto di sole tre pagine è molto molto difficile. Più un racconto è corto, più è difficile scriverlo. D’altra parte non parliamo di chiunque. Parliamo dell’autrice che con la sua straordinaria abilità narrativa ha convinto Einaudi a iniziare a pubblicare fantasy. Matheson è poco. Dovrebbe essere ben più brava!

@Rob. Appunto come dicevo sopra: secondo la stessa Einaudi la decisione di iniziare con il fantasy è dovuta al genio della Strazzulla.

#46 Comment By Rob On 4 giugno 2008 @ 15:29

@gamberetta

Ah sì ho letto ora su un sito:

Quasi sessant’anni più tardi, nella piccola città di Augusta, nasceva Chiara Strazzulla, la scrittrice, ora diciassettenne, che avrebbe fatto cambiare idea al colosso editoriale, convincendolo — grazie alla solida validità della propria proposta — a inaugurare appositamente una nuova stagione e ad avventurarsi nell’inesplorato territorio della fantasia, sulla scia dell’avvincente romanzo intitolato Gli eroi del crepuscolo.”

E poi aggiungono:

“Prima ancora di sfogliare il contenuto del volume, è dunque questa l’immediata vicenda fiabesca che colpisce il lettore.”

Be, quel colpisce può essere preso in diversi modi, in positivo e in negativo. Incrocio le dita per l’Einaudi… spero non crolli il loro istinto d’investimento altrimenti addio

#47 Comment By Sandy85 On 4 giugno 2008 @ 15:57

secondo la stessa Einaudi la decisione di iniziare con il fantasy è dovuta al genio della Strazzulla.

È così che le grandi case editrici cadono in basso. (A questo punto penso che mia madre abbia ragione: devi pagare anche le grandi case editrici per far pubblicare qualcosa che magari non ti pubblicherebbero di loro spontanea volontà)
Non ho letto il libro in questione e non mi fa voglia neanche comprarlo, non so perché… forse perché quando la tizia l’ha iniziato aveva 13 anni – o così dicono –, oppure perché adesso escono libri di ragazzine e non sanno neanche una parola di italiano (ok che ci siano le eccezioni, ma sono casi più unici che rari), o forse perché una mia amica sta cercando disperatamente di farmelo leggere e i libri che mi ha consigliato di recente (Troisi in primis), si sono rivelati delle vere boiate.
Ho interroto il video a metà, sia perché la sua vocina petulante è veramente… infantile, sia perché una di 17 anni che mi parla della storia (intesa come materia scolastica) di… qualsiasi cosa mi fa venire la nausea.

perché scrivere non è una cosa che s’impara

Questa chi gliel’ha scritta? Moccia? Siamo d’accordo che se uno ha talento deve solo sistemare un paio di cosette (naturalmente “un paio” è riduttivo) ed il gioco è fatto, ma se il talento non lo hai e ti piace scrivere, allora sì che devi imparare a scrivere.
Altra cosa che mi ha fatto venire la pelle d’oca è stata la frase:

chi scrive scrive per sé

Allora perché lei che ha scritto qualcosa, l’ha pubblicato se voleva scrivere per se stessa? Voleva scrivere per sé per fare soldi e quindi quel “per sé” è riferito al fatto che se il suo libro vende bene e lei ci guadagna abbastanza non serve che vada a lavorare, un domani?

#48 Comment By ZioBlood On 4 giugno 2008 @ 16:17

@sandy85:

Sul “chi scrive, scrive per sé” non le si può dare tutti i torti. Quando si prende in mano la penna per la prima volta lo si fa per un piacere personale; per la voglia di mettersi alla prova con un mondo complesso qual\’è quello dell\’arte.
Ti sfido a trovare uno scrittore che affermi che la prima volta che si è messo a scarabocchiare parole su un folgio di carta, lo ha fatto in previsioni di glorie, denaro e premi Strega…

PS: Perlomeno, io penso e faccio così…vabè che io scrivo solo poesie, che è un genere a parte, dove sogni di gloria e denaro non sono ammessi ^^

#49 Comment By RAIMI On 4 giugno 2008 @ 16:36

Salve a tutti sono Raimi, come nick, in onore all’autore del telefilm che poi si è rivelato un colpaccio mondiale e molto bello, anche se di consumo certo. Parlo di Xena.

Sono piombato qui dopo una certa ricerca di varie recnsioni riguardo la celeberrima Strazzulla. Alché ho voluto farmi un giretto qua e la e….devo dire che offrite un’alternativa alle solite sviolinate.

Mi pare di capire che il gestore del meccanismo sia tu, Gamberetta?

Allora aldilà che su alcune cose sia d’accordo, o su altre no, c’è una cosa che non va bene:

Se tu offri un modo per illuminare i lettori imbranati e ipnotizzati da quei (censura) dei grandi editori (tipo Modadori Berlusconiana), o comunque da tutta quella immondizia che riversano con coraggio e disonesta’ nelle librerie, dopo devi anche offrire delle vie alternative più o meno giuste. No? Perché è ormai chiaro che se quei (censura) riescono a plagiare i lettori perché comprino come fosse oro i libri di Moccia, o di una poppante incapace come Strazzulla o Troisi, qualcuno che riesce a farsi notare, come te ( internet è pieno di riferimenti al tuo blog per il tuo stile acceso ), deve offrire delle alternative in uno spazio apposito del blog!
Dalla serie: ti dico tutto ciò che fa pena, per questo e quell’altro motivo, quindi ti sconsiglio caldamente di comprarlo, e poi ti lascio da solo…..

Sai cosa fa un lettore a questo punto? Prende e prova ugualmente a leggerli tutti continuando a spendere soldi, perché in lui si crea quel circolo perverso che attira verso le cose proibite.

Quando passerai con i cingoli su Strazzulla, fai degli esempi concreti di una o più valide alternative, perché se uno mi fa vedere che il ferro arruginisce e un’altra lega no, ti assicuro che prendo l’altra lega al volo!

Torno presto per scambiare altre chiacchiere con voi, purché non mi offendiate Raimi !!

Ciao

#50 Comment By Sandy85 On 4 giugno 2008 @ 16:37

@ZioBlood:
Anch’io praticamente scrivo solo per me, ma una che ha pubblicato un romanzo non può venirmi a dire “chi scrive scrive per sé”, insomma, la contraddizione è palese, visto che non scrive più per sé, ma scrive per guadagnarci.

#51 Comment By Sandy85 On 4 giugno 2008 @ 16:41

@Raimi:
Se giri ancora un po’ per il blog leggerai dei consigli di lettura di Gamberetta, quindi, bene o male, dà delle alternative^^

#52 Comment By ZioBlood On 4 giugno 2008 @ 16:57

@Sandy85:

Sul fatto che la Strazzulla abbia scritto il suo stramaledetto libro per fini commercialia non ci sono dubbi: avrà pensato “Guarda ‘sto qua che ha scritto Eragon quanti soldi s’è pijato…ora mi metto a scrivere pur’io” e PAF, ecco sfornato un’altro shit-book.

Ciò che penso è che sia giusto il concetto dello “scrivere per sé” anche detto da un autore “pubblicato”:
Ungaretti per esempio…è indubbio il fatto che ‘sto povero cristo scrivesse solo ed eslusivamente per sé (in guerra, poi, per chi altri vuoi scrivere) ma il fatto che abbia cercato in seguto di pubblicare i suoi componimenti non fa di lui un ipocrita (o no?).
E di Primo Levi, poi, ne vogliamo parlare?

#53 Comment By Gamberetta On 4 giugno 2008 @ 17:04

Tornata dalla missione di ricognizione in libreria.
Allora, cominciamo col dire che la Strazzulla non è Rocca: la si può leggere senza problemi, senza che nasca il desiderio d’impiccarsi a un lampione. Ha sicuramente del talento per la scrittura. Ciò premesso, non è così brava da poter scrivere senza tecnica, non ci va neanche vicino.
Il romanzo si apre con un Prologo (qui chiamato “Antefatto”) scritto con lo stile già visto su YouTube (in effetti il pezzo letto ad alta voce è quasi l’incipit, è se non ricordo male il secondo paragrafo). Una lagna raccontata che va avanti per sette pagine. Mi sono stufata dopo tre.
Sono passata al capitolo Uno. C’è una prima scena così così (situazione vagamente inverosimile, dialogo un po’ forzato) e poi si passa ad altro, a seguire Lyannen, uno dei protagonisti.
Qui è tutto un inforigurgito unico, e mi sono stancata quasi subito. Comunque gli Eterni sono immortali e hanno le orecchie a punta. Il che vuol dire che Lyannen potrebbe essere chiamato, com’è chiamato nel romanzo, “mezzomortale”, ma potrebbero anche chiamarlo… “mezzelfo”! Evvai! Giubilo!
A questo punto ho cominciato a sfogliare qui e là, e al capitolo Venti ho trovato una battaglia.
Solita solfa già rilevata in mille altre occasioni:
- Situazione strategica che non ha alcun senso.
- Tattiche di combattimento inesistenti.
- Organizzazione, catena di comando, ordine di battaglia assenti o quasi.
- Nessun particolare tecnico.
- Narratore onnisciente che racconta e non mostra mai niente (è tutto un urlo, il sangue, la furia, la lotta, ecc. ecc. ma non si vede un tubo).
- e ciliegina sulla torta, ci sono quei tocchi dementi che farebbero la gioia della Troisi, tipo il Re che combatte con un gonnellino color panna (?!) e non porta l’elmo per lasciare che i capelli biondi danzino scompigliati dal vento (o qualcosa del genere).

Tale battaglia mi ha ricordato appunto la Troisi, lo stile è quello. La Strazzulla ha una padronanza del linguaggio forse superiore, però la miglior (???) Troisi ha più verve.
Ma nessuna delle due ha fatto il minimo sforzo per documentarsi e cercare di essere verosimile. E ovviamente gli editor coinvolti hanno pensato che fosse tutto a posto così. Contenti loro.

Un’altra cosa che ho notato con dispiacere è stata l’assenza di fantasy. Nella dozzina di pagine che ho letto non c’era niente di “fantastico”.
Il tizio di cui ho già parlato, Chris Wooding, quello di Cielo di Fuoco, credo abbia pubblicato in Inghilterra il primo romanzo del ciclo a 18 o 19 anni. Come detto è tutt’altro che un capolavoro, però ha una sua dignità e originalità, Chris Wooding aveva qualcosa da dire (poi l’ha detta male, per inesperienza o mancanza di talento, ma è un altro discorso). Invece qui non c’è nulla di caratteristico, è l’anonimo fantasy numero 319, come quella roba ultima della Delos, o la Troisi, o mille altri.
(ovviamente può essere che il resto del romanzo sia gonfio di trovate geniali, infatti questa non è una recensione è solo un commento di passaggio).

Ultima nota: ho beccato diversi errori (tipo concordanze fra soggetto e verbo), che non capisco come facciano a finire nel romanzo distribuito in libreria: sono errori che trova anche il correttore automatico di Word.

In conclusione credo che la Strazzulla possa scrivere bene (se si mette nell’ottica che a scrivere s’impara). Non sono sicura che il fantasy sia il suo genere. Dopo di che può tranquillamente già vendere n mila mila copie, buon per lei se ci riesce.

D’accordo, l’abbiamo capito tutti che la favoletta che l’Einaudi aveva cominciato a pubblicare fantasy perché folgorata dall’abilità della Strazzulla era solo un’iperbole pubblicitaria, io però comincio un po’ a stufarmi di ‘ste cose, cioè mentire, pubblicità o no, non è bello. Prendere per i fondelli la gente nemmeno. Per quanto mi riguarda, Einaudi si aggiunge alla lista di case editrici che possono fallire prima che compri di nuovo un loro libro.

@RAIMI. Non è vero che non sono stati fatti nomi alternativi, anche se forse hai ragione, non sono stati messi ben evidenza. Comunque sono stati citati Michael Swanwick, Mary Gentle, Mangiatori di Morte, L’ultimo Cavaliere, 1984 e poi Christopher Moore e Terry Pratchett, Tad Williams, Fritz Leiber, China Miéville, Philip Pullman, Neil Gaiman, Tim Powers, Cory Doctorow, Jeff VanderMeer e tra gli italiani le amazzoni di Zuddas e Altieri (anche se Magdeburgo è fantasy per modo di dire).
Inoltre sono stati sempre raccomandati certi classici che sono tutt’ora una spanna sopra la media delle narrativa fantastica che si produce: H.P. Lovecraft, Mark Twain e H.G. Wells.
In ogni caso cercherò di essere più propositiva in futuro. Per gli insulti, con la nuova politica sui commenti, se dovessero arrivare li sposterò nella Fogna.

#54 Comment By Sandy85 On 4 giugno 2008 @ 17:07

@ZioBlood:
Sono fondamentalmente convinta che una volta fosse diverso. Ora pubblicano cani e porci solo perché i ragazzini non vogliono impegnarsi a leggere cose scritte con criterio.
Comunque penso stiamo andando OT^^”

#55 Comment By ZioBlood On 4 giugno 2008 @ 17:18

@Sandy85:
Ok shhhhh…basta così ^^

#56 Comment By Dalmatius On 4 giugno 2008 @ 21:29

Decisamente più bella che brava!
E’ una strafiga e scrive benissimo!

#57 Comment By Clio On 4 giugno 2008 @ 23:04

Ad ogni modo la prima parte del video in cui narra la sua esperienza mistica nmon l’ho capita. Forse è il sonoro che non è buono…

Ma ho una domanda per Gamberetta. Se io scrivessi una storia in un mondo inventato dove non c’è magia (almeno non intesa come ragazzini ce sparano palle di fuoco con uno schiocco di dita), nè ultra-tecnologia, né nulla del genere, scrivo una semplice storia d’avventura/amore/guerra/quello-che-sia, n’est-ce pas? Ma nel caso la storia sia pubblicata, chi decide in che genere inserirla?

#58 Comment By Gamberetta On 4 giugno 2008 @ 23:27

@Clio. L’editore ovviamente, è lui che decide il genere, di solito in base a considerazioni commerciali. Nel caso specifico, data la moda attuale sarebbe di sicuro “fantasy”. Ma se andasse di moda la fantascienza, sarebbe “fantascienza” con scenario post-atomico o su pianeta lontano. Se è di moda l’avventura, è avventura, e dove c’è avventura c’è pericolo e forse qualcuno si fa male, dunque potrebbe anche essere horror.
Per me, da come la descrivi, è appunto avventura. Ma non sono io a decidere. ^_^

#59 Comment By Clio On 4 giugno 2008 @ 23:38

Arigatou gozaimasu, era un po’ che questa domanda mi ronzava in testa :)

#60 Comment By Carlo On 5 giugno 2008 @ 00:55

Gamberetta: Va bene, intanto non scrive come Rocca – questo ormai mi pare assodato. A 17 anni, non mi sembra cosa da poco: onore alla Strazzulla! Il fatto che ti stufassi “dopo tre pagine”, mentre sfogliavi frettolosamente in libreria, non fa testo: attendo quindi la recensione.

Siamo d’accordo su parecchie cose fondamentali, Gamberetta, ma c’e’ una differenza profonda di tipo… psicologico, fra te e me: mentre tu ti affanni a cercare il brutto, io mi preoccupo di cercare il bello.

#61 Comment By Tom On 5 giugno 2008 @ 01:06

Accidenti, non ho nulla contro questa nuova scrittrice minorenne (dovrei prima leggere qualche pagina del suo libro), ma a dir la verità questa moda di pubblicare gli adolescenti mi sconforta un po’. Vedo sempre più persone dire cose del tipo: “E se ha pubblicato questo quì, mi metto a scrivere pure io!” e sinceramente non credo sia positivo. Insomma, c’è una cosa che si chiama falsa speranza e già i ragazzini di oggi per moda si tagliano i polsi, figuriamoci quando vengono a sapere che nessuno pubblica la loro “ficcy collection”.

Ma stavo dimenticando che poi ci pensa Einaudi, allora saranno tutti contenti.
Di spendere 20 euro non se ne parla, ma per fortuna esiste ancora qualche libreria con dei commessi umani che non ti guardano in cagnesco se leggi qualche pagina oltre la prima, quindi saprò dire se questa giovane autrice mi avrà colpito.

@Dalmatius: Meriti i miei più sinceri complimenti per il tuo intervento logico ed intelligente. Ci vorrebbero più persone come te alla Einaudi!

#62 Comment By marcy On 5 giugno 2008 @ 10:30

La nuova politica editoriale della Einaudi potrebbe anche essere stata influenzata dal fatto che è un marchio controllato dalla Mondadori… forse.
ciao

#63 Comment By Mari On 5 giugno 2008 @ 10:47

Già, stavo per scriverlo io, marcy.
La Mondadori controlla l’Einaudi al 100%. E purtroppo non controlla solo lei, come si può vedere a questo link: QUI.
Quando ieri sono andata a guardarlo, sono rimasta sconvolta.
E’ scandaloso: la Mondadori ha praticamente il monopolio …

#64 Comment By Sandy85 On 5 giugno 2008 @ 10:57

Quindi quali sono le case editrici degne di note non controllate dalla Mondadori?
Nessuna, a quanto pare U.U

#65 Comment By Mari On 5 giugno 2008 @ 11:08

Non so, sinceramente. Credo che in un modo o nell’altro tocchi o sfiori chiunque.
Comunque forse la Salani si salva. O la Fanucci, la Nord. Boh, bisognerebbe fare degli studi approfonditi. In quella pagina che ho linkato sono segnati solo alcuni dei facenti parte del gruppo, quindi tutto è possibile, ma nulla è certo fino a quando non si hanno prove.

Fatto sta, comuque, che adesso è chiaro come sia stato possibile il boom Strazzulla.

#66 Comment By Tom On 5 giugno 2008 @ 11:38

E spulciando qua e là si capisce anche che la Mondadori è di fatto proprietà di un noto show-man con i capelli finti e i le scarpe rialzate…
Oddio, più andiamo avanti con i commenti più mi viene in mente la ninna nanna di Mazzarò di Caparezza O.o
Ma non è che dietro tutto questo c’è la Seele?
Comunque ho trovato un po’ di cose a proposito del libro in questione che mi hanno dato da pensare.

Da FantasyMagazine:

Gli eroi di Chiara Strazzulla sono scartati, disertori, isolati, traditori, seppure a fin di bene: tutt’altro che gli eroi sterotipici cui la letteratura fantasy, e non solo, ci ha abituati.

E:

Un amore impossibile, perché lei è una principessa Eterna e lui soltanto un mezzomortale: un diverso. Anzi, un errore.

Eroi stereotipati? Vediamo… Quante opere potrei citare che hanno per protagonista un eroe rinnegato/emarginato/sfigato? Si va dal piccolo Hobbit al mezzodemone Inuyasha…
E su quel “seppur a fin di bene” mi è venuto un po’ da ridere. Cioè? Ma un po’ di sana cattiveria? Ho letto di personaggi caratterizzati in maniera superba, anche se “cattivi”, è una contraddizione?
Ah, no, i cattivi sono altri:

Ma quando il Signore delle Tenebre rapisce la figlia del re, Eileen, tutto precipita.

Non per essere sarcastico, ma io farei un’ associazione per dare dei nomi decenti ai cattivi. Ma un signore del male che si chiama… che so… Mario? Cavolo uno dei cattivi che ricordo tra i più belli è Sephirot, non il Padrone dell’ Oscurità o roba simile.

Mi rendo conto di essere un po’ polemico, e che una recensione non fa il libro, ma il fatto è che ci sono rimasto veramenete male per le case editrici. Più vado avanti con gli anni più mi convinco che la società Italiana si basi sul “Fregare il prossimo”.
Comunque aspetto ancora di leggere qualcosa per giudicare.
ciao!

#67 Comment By avvocatospadaccino On 5 giugno 2008 @ 12:15

dico solo una cosa: la strazzulla mi ricorda la povera carrie… quando le getteranno addosso una secchiata di sangue di porco alla festa dove invece pensava di essere stata eletta la reginetta, poi stiamoci attenti che non ci infili con la telecinesi e i coltelli volanti.
detto questo: io parteggio per carrie, parteggio sempre per gli indiani nei film western.
ciò non toglie che gli indiani abbuscano sempre.

#68 Comment By avvocatospadaccino On 5 giugno 2008 @ 12:20

per gamberetta:
lungi da me difendere Rocca.
Ma forse è ingiusto paragonare una strazzulla dopo trattamento superediting e un rocca che pubblicando a pagamento non ha avuto alcun editing.
ricordo una cosa che dicesti della troisi, che la troisi è comunque leggibile.
ora anche la strazzulla è leggibile.
è una grossa qualità, sottoscrivo, ma come discernene quanta farina è del sacco dello scrittore e quanta del sacco del supereditor?

#69 Comment By avvocatospadaccino On 5 giugno 2008 @ 12:23

purtroppo per me e per il genere femminile sono etero , ma giuro che farei carte false per un gonnellino da battaglia color panna.
per poi cantare sul campo di battaglia: wake me up before u go go…

#70 Comment By Carlo On 5 giugno 2008 @ 13:27

Tom: io al contrario non ci vedo proprio nulla di male nella moda di pubblicare adolescenti. Anzi, mi piace proprio. E se questo ha l’effetto di spingere altri adolescenti a scrivere, lo trovo molto, molto positivo (meglio di sognare di diventare “velina”).

Il “mercato” non e’ necessariamente una cosa brutta e negativa: se le case editrici hanno scoperto che per farsi leggere devono fare (anche) scrivere libri agli adolescenti, mi pare – piu’ che una astuzia per far soldi a palate – una scoperta che era tempo che si facesse.

In ogni caso, le case editrici sono dinosauri in pieno processo di estinzione: oggi chi vuole scrivere (o leggere) lo fa su internet, e sempre piu’ gente se ne rende conto. Liberi da copyright, editors, pubblicita’ ad hoc. La nuova cultura sta nascendo, e nessuno riuscira’ a fermarla. Anche per questo le case editrici – annaspando – si mettono a pubblicare adolescenti: perche’ gli adolescenti lo fanno gia’, comunque, su internet – e sono letti piu’ di quanto siano letti i libri che vengono stampati.

#71 Comment By Gamberetta On 5 giugno 2008 @ 13:55

@Carlo. Io non mi affanno a cercare il brutto: è il brutto che mi sommerge, perché in libreria c’erano almeno 20 copie del romanzo della Strazzulla e manco un romanzo di Swanwick.

@avvocatospadaccino. D’accordo, Rocca non ha avuto dietro un lavoro di editing, ma si è avvalso della consulenza di luminari, professori universitari vanto dell’Italia nel mondo! ^_^

#72 Comment By Angra On 5 giugno 2008 @ 14:17

Una moda lo è senz’altro… ne vengo adesso da un giretto in libreria:


Bryan di Boscoquieto nella terra dei mezzidemoni

di Federico Ghirardi, 16 anni (come ben specificato sulla fascetta).

Il punto è proprio che non dovrebbe fregare niente a nessuno di quanti anni ha l’autore, e invece è la prima cosa che ti dicono. Cioè, ne fanno esattamente una velina: avere 16 anni è ciò che rende l’autore appetibile, come le ninfette di Non è la Rai di Boncompagni. Normalmente si dovrebbe pensare che lo stesso autore quando avrà 40 anni sarà ancora più bravo, e invece è sottointeso che non lo cagherà più nessuno.

Veniamo al libro: ne ho letto qualche pagina. La forma è corretta, garbata e scorrevole, ma è uno scrivere che va bene per il tema in classe sul confronto fra il Pascoli e il Carducci. L’equivoco è sempre lo stesso: tra lo scrivere in generale e lo scrivere narrativa c’è (dovrebbe esserci) una bella differenza. Nelle pagine che ho letto l’autore sciorina informazioni, non crea immagini. Si mette a spiegare cose che un autore un minimo smaliziato saprebbe rendere in modo molto più efficace con due battute di dialogo. Non è un problema di età, è che pensare di imparare a scrivere solo leggendo molti romanzi è un po’ come pensare di imparare a guidare i treni solo per il fatto di prendere molti treni. Poi ci sono i geni, ok, ma non stiamo parlando di quello.

#73 Comment By Mari On 5 giugno 2008 @ 14:31

Già, Federico Ghirardi. Tra l’altro ho anche avuto modo di vederlo su rai1 una mattina, intervistato credo da Unomattina (ma non ci metterei la mano sul fuoco).
E’ un ragazzino, e fa addirittura più tenerezza della Strazzulla.
Non ho avuto modo di leggere alcunchè di lui, ancora, ma mi riprometto di farlo al più presto.
Comunque ormai non c’è proprio alcun dubbio: come dice Angra, l’evento ragazzini-scrittori è diventato una moda. Ma finchè la pubblicità ossessiva dei loro volumi infantili, le copertine sgargianti e le esaltazioni del genio di cui sono dotati continueranno a far vendere i loro volumi, questa storia continuerà, anzi: non mi meraviglierebbe se presto comparisse una nuova stella del fantay 16-19enne.

#74 Comment By ZioBlood On 5 giugno 2008 @ 15:52

Uno dei motivi per cui la letteratura fantasy non mi ha mai attirato è proprio l’atteggiamento di superficialità e banalità che riservano gli scrittori nei confronti delle proprie opere.

Ad esempio:
Leggo Valerio Massimo Manfredi, i cui libri, comunque, sono sempre dei mainstream; poi vado ad una sua conferenza e noto lo spessore culturale che gli sta dietro.

Tutti gli scrittori fantasy italiani che ho sentito aprir bocca, invece, dello “scrittore” non avevano assolutamente nulla: vuoi perchè ancora adolescenti (ma anch’io sono adolescente e, cacchio, nelle mie poesie un’idea di fondo gliela metto sempre, se no che diamine scrivo a fare); vuoi perché convinti che le storie fantastiche che scrivono sono solo giocattoli buoni a far divertire e nulla più…

Io dallo scrittore voglio qualcosa; voglio nutrirmi di ciò che scrive; voglio che la sua arte mi arricchisca…se volevo semplicemente divertirmi andavo al Luna ParK.

Per questo ritengo che gente come la Troisi o la Scazzula farebbero meglio se andassero a lavorare come shampiste…oppure mi diventano degli Asimov, dei Tolkien, o dei Dick ^^

PS: Qualcuno potrebbe chiedersi: “Ma se non ti piace il fantasy, che cavolo ci stai a fare su ‘sto blog?”.
La risposta è semplice: mi piace ciò che scrive gamberetta, i suoi articoli mi arricchiscono e mi nutrono. Punto.

#75 Comment By avvocatospadaccino On 5 giugno 2008 @ 22:21

non che ci sia niente di male a pubblicare adolescenti.
è pubblicare uno solo perchè adolescente che è sbagliato (secondo il mio modo di vedere)
come pubblicare il libro di uno solo perchè è calciatore.
Quando dico che simpatizzo per Strazzulla, è vero, non faccio ironia.
Carrie era una brava ragazza – ok, magari un pò fuori di testa – e poteva fregarsene degli altri, è più sensibile e magari anche più intelligente delle nemiche cheer leaders, invece quando le fanno balenare l’idea che può diventare la pro queen della serata ci casca.
Ma perchè se si impedisce – giustamente – ad una minorenne di fare film porno perchè poi si rovina la vita, vi sembra invece lecito illudere una mente ancora in formazione pubblicandogli un libro per einaudi?
einaudi, ragazzi, ok, berlusca se l’è comprato e le copertine fanno schifo ora, le collane indistinguibili, ma alzi la mano chi non sogna di essere pubblicato proprio da einaudi.
strazzulla ha già raggiunto questo obiettivo, in futuro darà da mangiare a migliaia di gatti o attraversare a piedi la via francigena (vedi cosa è successo alla tamaro e a brizzi)
chissà quanti romanzi non scriverà – ho detto scriverà – perchè col primo ha avuto una botta di culo.
il primo romanzo, ma scherziamo?
ora strazzulla magari non andrà all’università o, peggio, si iscriverà a lettere, il secondo romanzo andrà così e così e si impantanerà per vent’anni col terzo mentre da ripetizioni a liceali asini.
strazzulla, reagisci, straccia il contratto, sei ancora in tempo.
se proprio qualcuno deve sacrificarsi rovinandosi la vita pubblicando per einaudi mi offro io!
(eh eh)

#76 Comment By Andrew On 5 giugno 2008 @ 22:48

Sono abbastanza sconvolto:
a) La trama sembra banale (il Signore delle Tenebre, insomma!);
b) La giornalista vuole evidenziare quanto lei e tutti i ragazzi che scrivono siano dei casi sociopatici che inventano storie fantastiche per sfuggire dalla realtà (…);
c) L’autrice non sembra smentire.

Comunque lei sembra ‘simpatica’ e mica tanto presuntuosa (a parte per la scrittura-starnuto), se addirittura l’Einaudi l’ha pubblicata confido in qualcosa di leggibile XD

#77 Comment By Tom On 5 giugno 2008 @ 23:17

@Carlo: Quando dico “non credo sia positivo” (riferito alla moda dell’autore-ancora-in-fasce) intendo una non positività per quanto riguarda le false speranze, poi è logico che preferisco anch’io un adolescente che sogna di diventare il nuovo Hesse piuttosto di uno che idolatra Elisabetta Canalis. Quello a cui mi riferivo è il fatto di “illudere” i ragazzi di essere in grado di pubblicare a prescindere dalle effettive qualità. Se io, il Sig. Einaudi, presento al pubblico un autrice come una normalissima 17enne senza alcuna particolare dote, metto in testa agli altri 17enni che per essere pubblicati basta un Lucky Strike (una botta di culo). Secondo me dovrebbe esserci solo un po’ più di criterio e di informazione, non sono mica a favore di una fascia minima di età per pubblicare, ma bisognerebbe far capire al pubblico (a noialtri) che se si decide di investire su un giovane scrittore è per dei validi motivi, e non perchè è trendy.

Tra parentesi, ho avuto modo anche io di notare Federico Ghirardi (e la fasciona sul suo libro che sbandierava la sua età come un Nobel), ma ricordo di non aver aperto il suo romanzo, alla prossima occasione si vedrà…
ciao!

#78 Comment By Carlo On 6 giugno 2008 @ 00:46

Caro Tom,

dici che quello che non ti va e’ l’“illudere” i ragazzi di essere in grado di pubblicare a prescindere dalle effettive qualità: ma anche se fosse una illusione, quale sarebbe il problema? Piuttosto trovo che essere pubblicati a 17 anni rappresenti una opportunita’. E una responsabilita’. Uno stimolo enorme per molti ragazzi che hanno voglia di scrivere. Dovendo scegliere, preferisco un mondo dove uno viene pubblicato perche’ ha 17 anni, piuttosto che un mondo dove uno non viene nemmeno considerato perche’ ha solo 17 anni. Soprattutto riconoscendo che scrivere bene a 17 anni e’ possibile – guarda la Gamberetta: scrive (e pensa) divinamente. Hai dimenticato quanti anni ha? E riconoscendo per di piu’ che, sicuramente, una selezione viene compiuta anche fra diciasettenni: se c’e’ “la moda” dei diciassettenni, dubito fortemente che le case editrici scelgano di pubblicarne uno a caso: sceglieranno i migliori. Dopotutto cercano di massimizzare gli incassi, giusto? E poi, quante storie… Asimov ha cominciato a pubblicare a 19 anni, Arthur Clarke e Robert Silverberg a 20, e Tagore ha pubblicato la sua prima poesia proprio a 17 anni. Lo hanno “illuso”?

Caro Angra,

tu dici che pensare di imparare a scrivere solo leggendo molti romanzi è un po’ come pensare di imparare a guidare i treni solo per il fatto di prendere molti treni. Ma le analogie ingannano, e non dimostrano nulla: in quale altro modo vorresti imparare a scrivere? Leggendo tanto, ovviamente. E non e’ nemmeno detto: basta l’entusiasmo, la passione, la voglia, che apre serbatoi di energia e liberano risorse altrimenti inaccessibili. Pensa a Tornatore, al Cinema Paradiso: si puo’ arrivare a fare cinema semplicemente per la gioia di girare una manovella, e ammirare affascinati i fotogrammi di una pellicola.

Cara Gamberetta: Ottime le tue risposte! Non ho proprio nulla da aggiungere.

#79 Comment By Tom On 6 giugno 2008 @ 01:15

@Carlo: Ma infatti non ho mai pensato che scrivere bene a 17 anni sia impossibile, e gli esempi che fai tu ne sono in parte la prova. Mi preoccupa solo la possibilità che un ragazzo possa convincersi di avere delle capacità e del talento che non ha (magari non ancora) e andare incontro a delle delusioni. Se poi, come dici tu, l’opportunità di pubblicare è una posta per cui vale la pena giocare (nonchè uno stimolo per fare qualcosa di costruttivo), allora niente in contrario. Comunque se questa passione per i giovani scrittori porterà a dei risultati positivi (ottimi libri per noi, e tanti soldi alle case editrici) sarò il primo a felicitarmene :)

ciao!

#80 Comment By Angra On 6 giugno 2008 @ 11:59

Ciao Carlo,

è vero, a volte le analogie ingannano, però non credo sia questo il caso. Leggere molto è fondamentale per imparare a scrivere, ma non è detto che basti. L’integrazione deve venire da chi le tecniche narrative le padroneggia in modo cosciente ed è quindi in grado di insegnarle agli altri. Corsi e manuali di scrittura, in buona sostanza: ce ne sono di ben fatti, e anche se nessuno sarà quello perfetto si potranno prendere buone idee e suggerimenti un po’ qua e un po’ là. Ti faccio un esempio banale di quello che intendo: in un testo narrativo sequenze di frasi brevi generano ansia, sequenze di frasi brevi annoiano. Normalmente bisogna alternare frasi brevi e frasi lunghe per evitare questi due effetti, a meno che indurre ansia nel lettore non sia l’effetto voluto (difficile che si voglia indurre noia). Bene, uno può leggere 1000 romanzi e provare noia o ansia o sentire che il testo scorre bene senza accorgersi del perché questo avviene, se ad un certo punto qualcuno non glielo spiega. L’esempio dei treni era un po’ lontano, ok, magari calza di più il paragone con un corso di lingua straniera integrato da un soggiorno all’estero.

#81 Comment By Angra On 6 giugno 2008 @ 12:04

@Carlo: Errata corrige: volevo dire “sequenze di frasi lunghe annoiano”.

*****

Guarda un po’ la coincidenza, sul Corriere della Sera si parla proprio di questi giovanissimi scrittori fantasy.

#82 Comment By Gamberetta On 6 giugno 2008 @ 13:13

@Carlo.

in quale altro modo vorresti imparare a scrivere? Leggendo tanto, ovviamente. E non e’ nemmeno detto: basta l’entusiasmo, la passione, la voglia, che apre serbatoi di energia e liberano risorse altrimenti inaccessibili.

Impari a scrivere con i manuali di scrittura, scuole di scrittura, insegnanti di scrittura e facendo esercizio (scrivendo). Impari anche leggendo, ma solo se sai cosa cercare, se hai già idea di quali siano i principi base della narrativa. Altrimenti è molto difficile, a fronte di un’opera fatta e finita, riuscire a estrapolare quali siano gli elementi che hanno reso tale opera bella o brutta. È un po’ come la formula della Coca Cola: anche bevendone litri e litri non riesci a scoprirla.
In realtà leggere, almeno in ambito narrativa fantastica, è utile soprattutto perché è l’unica forma di esperienza. Non puoi fare reale esperienza di un viaggio su Marte o della lotta con un drago, ti devi affidare alle fittizie esperienze altrui.
Inoltre devi conoscere il genere. Stile e contenuti cambiano e si evolvono, come in qualunque altro campo dell’agire, devi sapere qual è “lo stato dell’Arte”, quali sono state le radici dell’Arte e tutto quello che ci sta in mezzo! ^_^

#83 Comment By Tom On 6 giugno 2008 @ 14:21

Melissa Marr con il suo Wicked Lovely, storia di una ragazza che ha il potere di vedere le fate malvage e lascive che infestano la città e del suo amore per un diciottenne con il piercing che vive in un vecchio vagone abbandonato.

Se ne parla nell’articolo proposto da Angra, qualcuno ha qualche informazione in più? Sinceramente avevo visto la locandina di questo libro con scritto “consigliato agli appassionati di Twilight!” e non so cosa pensare.
ciao!

#84 Comment By Carlo On 6 giugno 2008 @ 16:47

Gamberetta scrive:

Impari a scrivere con i manuali di scrittura, scuole di scrittura, insegnanti di scrittura e facendo esercizio (scrivendo). Impari anche leggendo, ma solo se sai cosa cercare, se hai già idea di quali siano i principi base della narrativa.

Cioe’, tu dici che si puo’ imparare a scrivere leggendo, ma solo a patto di essere muniti di un bel paio di “occhiali teorici”. In effetti, il tuo e’ un ottimo punto… e credo proprio che tu abbia ragione. Tuttavia, per prevenire deviazioni verso un eccessivo “teoricismo” (si dice?), direi che la teoria dello scrivere (cioe’ quell’insieme di regole che tu hai riassunto cosi’ bene nel thread precedente) deve essere presa da chi la usa per quello che e’: solo una teoria, cioe’ un tool provvisorio, uno strumento di analisi per forza di cose imperfetto, che noi possiamo in qualsiasi momento decidere di abbandonare perche’ sentiamo che in quel punto del romanzo ci serve violare delle regole: e lo facciamo consapevolmente, seguendo un nostro senso estetico – anche se non lo sappiamo (ancora) codificare razionalmente. Se cosi’ non fosse, non avrebbe piu’ senso elencare l’arte dello scrivere fra le discipline umanistiche (e oltretutto anche la scienza piu’ “dura” e asettica, per progredire, ha bisogno di rivoluzioni e induzioni non deducibili logicamente).

Capisco che questa mia correzione lascia un po’ il tempo che trova: in pratica le cose stanno esattamente come dici tu. Ma lo spazio della liberta’ per me e’ importante, per cui ci tengo a sottolineare questo… limite che ogni descrizione ideale del mondo di fatto possiede. Per fortuna!

#85 Comment By Spike On 6 giugno 2008 @ 19:20

vi segnalo questa intervista rilasciata da Miss Strazzulla. Enjoy! ^_^

#86 Comment By Gamberetta On 6 giugno 2008 @ 19:48

@Spike. LOL! Mi sembra chiaro che la Strazzulla non ha avuto esperienze scolastiche particolarmente piacevoli ma… cosa c’entra tutto ciò con il fantasy?
Notare anche il tocco del giornalista, che deve inserire il quoziente minimo di pubblicità progresso:

Intorno c’è un mondo in decadenza, disfatto, dove l’arroganza e l’odio per la cultura sono l’orizzonte più diffuso. In questo secolo, dove si crede non esistano più eroi, i rinnegati mostreranno che il tempo degli eroi non è affatto finito. È tempo di eroi nuovi. Umili e imperfetti. È il tempo degli eroi del crepuscolo.

Speriamo giunga anche il tempo nel quale la pubblicità sarà chiamata pubblicità e non informazione.

#87 Comment By Clio On 6 giugno 2008 @ 19:55

@ Tom
I Signori Raccapriccianti del Male Imperituro dei romanzetti non hanno mai nome. Ricordo che lessi metà di una boiata atroce, pubblicata in Francia (Il Crepuscolo degli elfi, non credo sia uscito in Italia, mi piacerebbe vederlo impiccato al pennone della Barca dei Gamberi…), in cui il cattivo si chiamava… (tremate dall’attesa, eh?!) Il Nero Signore! Non ve l’aspettavate, lo so, lo so…
Personalmente lo chiamerei piuttosto Mario, appunto, sarebbe meno ridicolo.

Ad ogni modo, data l’età della fanciulla, è anche comprensibile che sia vincolata a cliché triti e ritriti, suvvia. Magari nell’insieme la trama è originale (non so, non ho letto il libro), o scritta bene (a volte anche una trama “classica” può essere eccezionale se scritta bene), la Strazzulla sta facendo le spese della pubblicità, non è colpa sua tutto sommato se quei geni la sbandierano urlando “l’eroe è uno sfigato, che originalità!” oppure “l’autrice ha diciassette anni! Alè, alè!”

#88 Comment By Gamberetta On 6 giugno 2008 @ 20:09

@Clio. La Francia è anche patria di quel genio di Flavia Bujor, autrice del romanzo fantasy La prophétie des pierres (Le tre pietre), scritto quando aveva 13 anni e pubblicato quando ne aveva 15. Successone mondiale, tradotto in 30 lingue diverse!
Mai letto, la trama è la seguente:

Il giorno del loro quattordicesimo compleanno Giada, Opale e Ambra, tre ragazze cresciute in famiglie diverse, scoprono di essere state adottate e ricevono in dono un sacchettino da aprire a mezzanotte, in un determinato luogo. Lì, sotto un cielo stellato, si incontrano per la prima volta e insieme scoprono di avere uno strano destino comune, legato a un’antica profezia: dovranno affrontare un lungo viaggio in un regno molto lontano per sconfiggere le potenti forze del Male. Unica arma, la pietra che hanno ricevuto in dono e che corrisponde al loro nome di battesimo; unica possibilità di sopravvivere, imparare a fidarsi delle altre per sfuggire ai mille pericoli che le attendono.

#89 Comment By Clio On 6 giugno 2008 @ 20:59

@Gamberetta
O_o
Ma è atroce… No, è ancora peggio di quello che ho letto io… Oddio, non dovrei parlare senza aver letto il libro, ma ho come l’impressione che non lo leggerò…
“Il crepuscolo degli elfi” l’ho abbandonato quando si svolge la seguente vicenda: una compagnia (formata da uomini, nani ed elfi, gli hobbit sono protetti da copyright) si sta dirigendo a indagare sul Nero Signore. Siccome mandare quattro sergenti non faceva fyko partono la regina degli elfi (accuratamente con cotta di maglia scosciata), il suo battipista (l’unico con un minimo di cervello), Uter Pendragon, due nani, un altro cavaliere, qualche valletto. Mentre sono in una landa desolata dimenticata da Dio il battipista avverte la regina che un umano li sta seguendo da diversi giorni e le chiede se deve ucciderlo.
Ovviamente no! sarebbe poco sportivo… La gnokka avverte gli altri ed uno dei cavalieri decide diu andare da solo a chiedere al viandante cosa vuole, perchè magari faceva semplicemente la stessa trada…
Ho letto altre venti righe solo per sincerarmi che questo imbecille venisse sgozzato dal viandante misterioso…
Grandioso, eh? Roba così nemmeno la Troisi se la sogna ^^

#90 Comment By Carlo On 7 giugno 2008 @ 00:08

Francamente, non trovo cosa ci sia di cosi’ ridicolo nell’intervista della Strazzulla. Inoltre (Gamberetta), la banalita’ o meno di una trama non e’ utilizzabile per esprimere un giudizio: e’ come viene sviluppata che conta. Come vengono caratterizzati i personaggi. In modo da produrre qualcosa di credibile. Qualcuno ha il coraggio, qui, di riportare la trama di Delitto e Castigo? Un po’ banalotta, vero? Dev’essere una cazzata, quel romanzo. E Dostojevski un povero pippone. Penso che non lo leggero’.

#91 Comment By Davide On 7 giugno 2008 @ 13:47

Il romanzo della Bujor per il suo 90 percento buono era un “tell, don’t show”. Per averlo scritto a tredici anni, dal punto di vista delle idee non era maluccio; certo, nulla di originale (credo che la ragazzina si fosse letta qualcosa di Brooks. E avevo la tendenza ad immaginarmi le tre con le fattezze delle protagoniste di Magic Knight Rayearth ma credo fosse un problema solo mioXD), ma d’altronde a quell’età non ci si può aspettare chissà quali innovazioni.
Il problema però era appunto nello stile: le cose erano dette, non raccontate. Sembrava una di quelle fanfiction che scrivevo in prima media o giù di lì in cui io e i miei amici eravamo allenatori di Pokèmon (buon Dio, che vergogna a ripensarci!XD): meri riassunti di ciò che succedeva. Divertivano me e i miei amici, e sono sicuro che anche i vari capitoli de “Le tre pietre” divertissero molto le compagne di classe della Bujor per il quale lei originariamente scrisse la cosa.
Questo è un gran merito, per quel che mi riguarda, ma cionondimeno non avrei comunque pubblicato il suo libro.

#92 Comment By ZioBlood On 7 giugno 2008 @ 15:09

Sono d’accodro con Carlo….
Discutibile ancora una volta il discorso su Achille; ma almeno ha dimostrato che il suo romanzo comunque ha un’idea di fondo, che è un’opera engagè (fose è un po’ troppo)…vabè va.

#93 Comment By mk On 7 giugno 2008 @ 17:03

perché scrivere non è una cosa che s’impara

Io in parte concordo.
Per scrivere io personalmente non intendo “digitare correttamente le parole in italiano e seguire le regole della nostra lingua”, quanto “saper scrivere una storia” e, soprattutto, trasmettere emozioni tramite le parole.
Uno può leggersi tutti i manuali di scrittura che vuole, avere tutta l’ispirazione del mondo, scrivere in italiano perfetto, ma se la storia non dice niente – nonostante segua le regole dei manualetti – resta uno scribacchino insulso. Inferiore a uno un po’ traballante per via della giovane età. Se uno non ha il dono fin dall’inizio resta uno scrittorucolo, per quanto possa impegnarsi, per quanti esercizi possa fare.
Ciò non toglie che uno possa, e debba, migliorarsi.

#94 Comment By Loreley On 7 giugno 2008 @ 20:21

Io son d’accordo che lo scrivere è in parte qualcosa che non si impara. Il talento o c’è o non c’è, anche se penso che con un po’ di impegno e soprattutto passione si possa arrivare a scrivere qualcosa di leggibile comunque, una volta acquisito un metodo.
Ma quello che penso io è che scrivere non è una cosa che ti viene, una risata, uno starnuto. La ragazza fa riferimento a un tipo di spontaneità nella scrittura che non è affatto scontata. Se scrivi spontaneamente, il 90% delle volte scrivi cazzate. L’ispirazione è spontanea, vi possono essere alcuni passaggi che scrivi di getto perché “è una cosa che ti viene, devi pigliare la penna e scrivere”. Ma un libro scritto di getto o è un capolavoro (1 caso su quanti, 10’000?) o è una completa stronzata.

Per il resto non voglio giudicare. La trama non attira nemmeno a me, ma può aver scritto qualcosa di carino comunque. Aspetto i pareri di qualcuno che l’ha letto.

#95 Comment By Clio On 8 giugno 2008 @ 20:59

Scrivere è qualcosa che s’impara, secondo me. Se hai talento, impari a scrivere bene se non benissimo. Se il talento non lo hai resti un mediocre scribacchino.
L’ispirazione è un altro par di maniche, quella non te la insegna nessuno secondo me.
Quanto ai cliché, penso che il cliché altro non sia che un archetipo sfruttato in modo banale. Non ho nulla contro gli archetipi, anzi, ma devono essere sfruttati bene. Quello che mi fa sogghignare è che mi si spacci per aspetti originali cose che originali non sono affatto (l’eroe sfigato, per fare un esempio). Poi magari lei è bravissima ed il libro è bellissimo, non c’è bisogno d’inventare qualcosa di nuovo a tutti i costi… Ma ho i miei dubbi che una fanciulla di diciassette anni abbia la possibilità fisica di partorire qualcosa di tanto eccezionale da convincere un colosso dell’editoria a pubblicare una sconosciuta ed iniziare con un genere fino ad ora disdegnato. Diavolo, Chiara ha diciassette anni e le piace scrivere, è un’oscura sconosciuta mai sentita nè vista, ma nonostante tutto decide di mandare la sua Opera ad uno dei più grossi editori italiani! Il coraggio e la fede della ragazza sono premiati, il gigante è abbagliato dalla bellezza del romanzo e decide di lanciarlo (o scaraventarlo) sul mercato… Avvincente! Se fosse una storiella la bollerei di fyccyneria…

#96 Comment By cassiana On 9 giugno 2008 @ 15:11

Ritorniamo sempre al vecchio stereotipo dello scrittore posseduto dalle muse, tutto genio e sregolatezza. Che noia. Chi è che diceva che il genio è 1% ispirazione e 99% lavoro? Il problema è che a scrivere si deve imparare, ci sono una serie di regolette in ogni libro di prima elementare che insegnano come si fa. A maggior ragione per scrivere bene occorre tanto, tanto, tanto lavoro. E bene che vada si diventa un buon artigiano della parola che quando si trova a dover mettere per iscritto un articolo, delle idee, una relazione non s’impantana alla seconda parola. Poi c’è il talento, che è un’altra cosa, si può perfino non essere in grado di sfruttarlo perchè non si hanno idee o la conoscenza delle regole di cui sopra. E poi c’è l’ispirazione che è un’altra cosa ancora ed è una brutta bestiaccia. Invece chissà perchè si fa un gran calderone di tutto. E non mi piace per niente la solita frasetta “scrivo per me” e allora, di grazia, per quale motivo astruso pubblichi le tue cose? (oltre la fama e la ricchezza). Se scrivi per te, lascia la tua roba in un cassetto. Ammiro molto più quelle persone che dicono: “scrivo per gli altri, per raccontare una storia”.

#97 Comment By Jack Monkey On 9 giugno 2008 @ 17:16

Io però sono un po’ perplesso.
Mi spiego: buona parte delle recensioni e dei commenti qui sono molto puntuali e – cosa non da poco – dannatamente divertenti. Però più ti leggo, Gamberetta, più mi rendo conto di non trovarmi troppo coi tuoi parametri.
Uno. Il discorso della scrittura-starnuto non lo trovo così stupido o fuori di testa. Non è un rigetto della tecnica. Da come vedo io il discorso, è dire semplicemente che la scrittura non si impara dalla teoria, ma dalla pratica. La si impara scrrivendo e leggendo romanzi. Io non credo che manuali di scrittura servano troppo, essendo per loro stessa ammissione generici e incompleti. Sono una base, magari, ma senza lo starnuto di cui sopra, rimaniamo a livello di un bel compitino.
Non vi piace il termine starnuto? nemmeno a me, sembra ridicolo e svilente. Chiamiamola Ispirazione Divina o Conversazione Celeste Con la Propria Musa Interiore e il risultato non cambia.

Due. E’ un due che avevo esplicitato in un commento più vecchio, ma non ho mai ben capito come la vedi (e ovviamente mi interessa).
Scrivi:

Solita solfa già rilevata in mille altre occasioni:
- Situazione strategica che non ha alcun senso.
- Tattiche di combattimento inesistenti.
- Organizzazione, catena di comando, ordine di battaglia assenti o quasi.
- Nessun particolare tecnico.
- Narratore onnisciente che racconta e non mostra mai niente (è tutto un urlo, il sangue, la furia, la lotta, ecc. ecc. ma non si vede un tubo).
- e ciliegina sulla torta, ci sono quei tocchi dementi che farebbero la gioia della Troisi, tipo il Re che combatte con un gonnellino color panna (?!) e non porta l’elmo per lasciare che i capelli biondi danzino scompigliati dal vento (o qualcosa del genere).

Gli ultimi due punti, sono d’accordo rappresentino un problema. L’ultimo soprattutto.
Per i primi mi viene spontaneo un: “beh… e chi se ne frega?”
Non voglio sminuire il valore della documentazione a monte di un racconto ma, a meno che non mi si stia propinando “Niente di nuovo sul fronte occidentale” in versione fantasy, o qualsiasi altra trama che si regge del tutto sull’aspetto militare… beh, io sinceramente non vedo quei punti come così devastanti. Premetto, è un discorso generale, magari leggere il libro non mi darà affatto ragione.
Ma è così necessario studiarsi Von Clausewitz per scrivere del fantasy.

Mi viene in mente un mio amico, in fissa con le armi, che andò al cinema a vedere “Hulk”. Hulk è un film pallosissimo, ma ci piace tanto quel momento in cui il nostro bruttone verde saltella con mezzo esercito che lo insegue, sfracellando cose. Il mio amico guarda disgustato la scena, non se la gode affatto e per lui è una grandissima vaccata.
Gli si chiede perché.
“C’erano un mucchio di errori balistici, nelle scene con le armi da fuoco”
Lo abbiamo accuratamente deriso e continuiamo felicemente a farlo.
Ecco, il mio dubbio è: non è che si corra il rischio di vedere troppi errori balistici?

#98 Comment By Gamberetta On 9 giugno 2008 @ 18:07

@Jack Monkey. Sul punto Uno pensala come vuoi, non c’è modo che possa dimostrarti di aver ragione. Secondo me a meno che una persona non sia dotata di enorme talento e capacità di analisi, è difficile che imparti a scrivere fantasy solo leggendo. È un tipo di conoscenza specialistica come imparare a giocare a scacchi o suonare uno strumento: non è impossibile, ma è molto difficile imparare bene solo guardando gli altri.

Punto Due. In generale se vuoi scrivere un fantasy puoi ignorare senza problemi Von Clausewitz, ma se decidi che nel tuo fantasy la guerra ha un ruolo decisivo (come capita in un bel po’ di fantasy) allora sì, devi conoscere Von Clausewitz e non solo lui. D’altra parte non vedo il problema: se uno scrive di guerra è perché l’argomento gli interessa, dunque non è una fatica documentarsi, Von Clausewitz lo leggerebbe comunque.
Adesso non so il peso della guerra nel romanzo della Strazzulla, può essere pure sia un elemento secondario e dunque i difetti veniali, ma ponendo invece che la guerra sia importante, certe cose non si possono scrivere.

- Situazione strategica che non ha alcun senso.
Se la situazione strategica non ha alcun senso, la storia diventa inverosimile. Vedi il generale nel romanzo della Troisi che decide di attaccare la fortezza nemica quando il giorno dopo potrebbe prenderla per fame. Certo, uno scrittore potrebbe farlo apposta, a sottolineare l’imbecillità di certi ambienti, non mi pare però che Troisi e Strazzulla abbiano questa consapevolezza.

- Tattiche di combattimento inesistenti.
- Organizzazione, catena di comando, ordine di battaglia assenti o quasi.
Le battaglie non sono risse. Se senza una buona ragione vengono descritte come risse, ancora una volta viene intaccata la verosimiglianza. Prendi un’operazione: in un romanzo il chirurgo comincia ad aprire la pancia del paziente usando un coltello da cucina e senza anestesia. E a tutti i presenti sembra normale. A meno che non sia un horror o una parodia, una scena del genere rovina completamente la credibilità. Stesso principio si applica alle scene di guerra.

- Nessun particolare tecnico.
Preferisci leggere: “Laura strinse saldo il fucile, il calcio contro la spalla, l’indice della mano destra disteso lungo la cassa dell’arma, sopra il grilletto. Spiò attraverso il reticolo verde del mirino. Aggiustò i controlli per compensare la distanza e il tipo di proiettili caricati. Tolse la sicura. ecc.”
Oppure preferisci: “Laura prese quell’affare lungo e con un buco tondo in cima e lo puntò in avanti. Poi premette un coso sull’affare e si sentì bum!”
?
Ovviamente non si deve esagerare con i particolari tecnici, ma un minimo di competenza di linguaggio rendere la vicenda molto più coinvolgente.

#99 Comment By Jack Monkey On 9 giugno 2008 @ 19:20

Probabilmente sul punto uno è vero, non saremo mai troppo d’accordo. Intendiamoci: non sto denigrando il valore delle scuole o degli insegnanti di scrittura. Ho però dei dubbi sull’insegnare in modo metodico una materia che ha così tanto a che fare con l’interiorità. Un buon insegnante, per me, può insegnarti nemmeno delle tecniche ma degli accorgimenti diciamo. Gli accorgimenti che ha usato lui. Ed è per quello che sono sicuro che, con un po’ di attenzione, quegli accorgimenti saltino fuori anche “solo” leggendo. Ovvio, con la dovuta attenzione. Probabilmente, il ruolo di un insegnante di scrittura è anche quello di allenare l’occhio nel distinguere questi accorgimenti quando leggi. Nel qual caso, ben venga, per carità.
Non dico che il discorso manuali\corsi faccia acqua da tutte le parti. Corsi ne ho frequentati anche io e credo di averne visti limiti e potenzialità. Dico però che nemmeno il discorso della Strazzulla è una baggianata tale da far gridare allo scandalo. D’altra parte, moltissimi grandi scrittori non hanno frequentato nulla, ma non per questo li si può accusare automaticamente di “svogliatezza” nella loro professione. Il loro lavoro è stato appunto quello pratico di scrivere e leggere molto, molto più degli altri. Andando a culo di chi chiamava “hobby” quello che stavano facendo.

Sul punto due. Mi riappello alla premessa fatta nel mio post: “non ho letto il romanzo, può darsi che la storia mi dia completamente contro”.
Se parliamo in termini del tutto generali, però, dissento dal tuo punto di vista.
Anzi, diciamo che mi chiarisco, perchè forse salta fuori che non siamo così in disaccordo.

Sinceramente, anche in un romanzo in cui la guerra sia un elemento non trascurabile, credo che non sempre Von Clausewitz sia obbligatorio. Ovvio, se il mio scopo è quello di descrivere minuziosamente una scena stile “Fanteria dello Spazio”, una qualche infarinatura dovrò averla. D’altro canto, se voglio descrivere una caotica ed epica battaglia tra il Grande Mazinga, Goldrake e i mostri venuti dallo spazio, penso di potermene sbattere (ovviamente tengo per scontato che da parte tua non ci siano prevenzioni tra Heinlein e Go Nagai). E’ il contesto che detta le leggi, ovviamente.
In questo siamo credo d’accordo, quando parliamo di “consapevolezza”.

Apprezzo molto quando parli di credibilità, ma per me non sempre la credibilità coincide con il realismo. Se invece di realismo mi parli di coerenza, allora sono più incline a darti ragione.
Il problema è se la storia si inceppa o no. Se non si inceppa malgrado alcune ingenuità, a me va bene. E, sinceramente, se la storia mi convince aldilà anche di cose mostruosamente grossolane, a me va bene lo stesso. Sennò buttiamo decenni di numeri di Urania e di cinema sf di fantascienza anni Cinquanta che, sicuramente, non faceva del realismo il suo forte. Non almeno in TUTTI i casi.

Preferisci leggere: “Laura strinse saldo il fucile, il calcio contro la spalla, l’indice della mano destra disteso lungo la cassa dell’arma, sopra il grilletto. Spiò attraverso il reticolo verde del mirino. Aggiustò i controlli per compensare la distanza e il tipo di proiettili caricati. Tolse la sicura. ecc.”
Oppure preferisci: “Laura prese quell’affare lungo e con un buco tondo in cima e lo puntò in avanti. Poi premette un coso sull’affare e si sentì bum!”

Sinceramente, di solito preferisco leggere di quello che passa in testa a Laura mentre spara. Di come è fatto il fucile, non me ne frega assolutamente nulla e informarmi in proposito non riesce quasi mai a dare pathos al momento, solo ad annoiarmi a morte. Sono gusti miei, però, e oltremodo opinabili ^__^

#100 Comment By Clio On 9 giugno 2008 @ 19:59

Gamberetta, hai colto perfettamente il punto.
Una battaglia di tipo medievale è lontana dalla nostra esperienza, e la gente è pronta a bersi qualsiasi cosa, ma sei io scrivessi: “Giorgio tornò a casa dalle elementari, accese il computer e s’infiltrò nella banca dati del Pentagono senza che nessuno se ne accorgesse. Che fortuna!” o anche “Luigino salì sul Concorde, tolse il freno a mano, mise la retromarcia voltandosi per vedere bene dal lunotto, fece manovra ed ingranò la prima”? Tutti saranno d’accordo nel dire che sto scrivendo corbellerie. Nessuno prenederebbe sul serio un romanzo simile, a meno che non sia una parodia, e avrebbe ragione! Tra questo e dire che le battaglie sono una rissa di gente in gonnellino che mena al grido “ognun per sè e Dio per tutti” non c’è nessuna differenza.
Ergo, può dare fastidio se ti intendi un minimo dell’argomento (non serva una gran cultura per rendersi conto di certi sfondoni), può passarti se sei un perfetto ignorante dell’argomento, ma ciò non toglie che in sé è una corbelleria mostruosa.

P.S. Gamberetta, io sto aspettando lo scempio della Setta degli Assassini, quando pubblichi?

#101 Comment By Gamberetta On 9 giugno 2008 @ 20:27

@Jack Monkey.

Sennò buttiamo decenni di numeri di Urania e di cinema sf di fantascienza anni Cinquanta che, sicuramente, non faceva del realismo il suo forte.

Infatti non è che il livello medio degli Urania sia proprio eccelso… la buona parte sono boiate, alcune sono almeno boiate divertenti, altre stupidate e basta. E poi ci sono Heinlein, Clarke, Asimov, ecc. che però sanno di quel che parlano.

Sinceramente, di solito preferisco leggere di quello che passa in testa a Laura mentre spara. Di come è fatto il fucile, non me ne frega assolutamente nulla e informarmi in proposito non riesce quasi mai a dare pathos al momento, solo ad annoiarmi a morte. Sono gusti miei, però, e oltremodo opinabili ^__^

Be’, stiamo parlando di guerra vera, non di guerra interiore, tempesta dei sentimenti e roba simile. Che ci può stare, ma non quando la gente si sta sbudellando.
Tu puoi avere ragione con i robot giganti: lì credibilità e realismo possono essere separati, perché (entro certi limiti) le regole di comportamento e la “fisica” dei robot giganti possono essere inventate dall’autore. Ma se parli di uomini, cavalli, spade e lance, credibilità e realismo coincidono o quasi.

@Clio.

P.S. Gamberetta, io sto aspettando lo scempio della Setta degli Assassini, quando pubblichi?

Credo giovedì o venerdì.

#102 Comment By Jack Monkey On 10 giugno 2008 @ 02:05

Infatti non è che il livello medio degli Urania sia proprio eccelso… la buona parte sono boiate, alcune sono almeno boiate divertenti, altre stupidate e basta. E poi ci sono Heinlein, Clarke, Asimov, ecc. che però sanno di quel che parlano.

Certo, verissimo… vero anche che ci sono un Howard che sicuramente non si poneva troppi problemi al riguardo, un Moorcock che nelle sue battaglie è decisamente piuttosto approssimativo e un Lovecraft nei cui racconti alcuni pregiudizi rendevano un po’ risibili certi passaggi. Se vogliamo, anche Dick non si pone mai troppo la pretesa di dare credibilità in quel senso.
Se ho ben capito il tuo discorso (che comunque mi pare estremamente sensato), tu fai coincidere il bisogno di “realismo” con quello di credibilità. Cerco di essere ineccepibile nella mia narrazione per darti l’idea di essere veramente lì, in ciò che sto raccontando. Diciamo che a me piace anche un altro punto di vista: una storia talmente coinvolgente (e qui potremmo parlare per ore sui motivi che la renderebbero tale, ma esula dal discorso) che mi fa passare in secondo piano certi “strappi”. Ovvio, parliamo sempre di una qualità della storia e della narrazione altissima in entrambi i casi, non voglio certo costruire l’alibi alla svogliatezza.
Mettiamola così: da una parte ci si esalta al cinema a guardare Star Wars perchè ha un’ottima storia ed effetti talmente reali da farmi sembrare “vere” quelle astronavi. Dall’altra ci esalta a vedere un’opera a teatro perché, malgrado i cavalli di legno, il contesto è curato in maniera tale da coinvolgermi lo stesso.

Be’, stiamo parlando di guerra vera, non di guerra interiore, tempesta dei sentimenti e roba simile. Che ci può stare, ma non quando la gente si sta sbudellando.

Sì sì… la faccina, messa alla fine della frase che hai quotato prima della tua risposta, era un modo per dire che la stavo tirando in battuta, sul discorso fucili ;) Il discorso l’avevo capito.

#103 Comment By Carlo On 10 giugno 2008 @ 08:46

Jack Monkey scrive:

Diciamo che a me piace anche un altro punto di vista: una storia talmente coinvolgente (e qui potremmo parlare per ore sui motivi che la renderebbero tale, ma esula dal discorso) che mi fa passare in secondo piano certi “strappi”.

Ecco, questo e’ un punto davvero importante: magari certi “strappi” esistono oggettivamente, e li si puo’ elencare uno per uno, ma alla fine la domanda e’: ti e’ piaciuto o no? Se non ti e’ piaciuto, la colpa sara’ molto probabilmente degli “strappi” (come ha spiegato Gamberetta pochi giorni fa). Se invece ti e’ piaciuto, vuol dire che gli strappi non hanno importanza (si potrebbe correggerli, machissenefrega).

Il punto e’ che sappiamo a priori se un romanzo ci e’ piaciuto o no: non a posteriori, dopo avere esaminato “le regole”.

E parlando di regole: non dimentichiamo che Gamberetta ha chiarito che qui non stiamo parlando del modo di forgiare frasi e utilizzare parole per produrre uno scritto di bellezza abbagliante – che finisce col farti perdere di vista la storia. Non e’ di literary fiction che stiamo parlando. Stiamo parlando di cosa raccontare, e come e in quale sequenza raccontarlo, ecc. E questo – per me non c’e’ alcun dubbio – si puo’ imparare anche senza manuale. E’ sufficiente possedere un buon senso (auto)critico, e saper rileggere molte volte quello che si e’ scritto, correggerlo, modificarlo, e alla fine chiedersi: funziona? Non funziona? Il manuale aiuta, certo, ma puo’ anche rappresentare un impedimento. Se il manuale dice che una certa cosa si fa in un certo modo, potrebbe impedire di vedere che la si potrebbe fare in modo diverso, magari completamente nuovo. E anche seguendo “le regole”, un autore non potra’ evitare di chiedersi, giunto alla fine: “Funziona? Non funziona?”, e solo il suo talento e la sua sensibilita’ potranno dargli la risposta corretta. Un autore che ragionasse: “Ho seguito le regole alla perfezione, ergo e’ bello”, sarebbe un idiota.

Dopotutto, e’ proprio questo il significato della frase: le regole sono fatte per essere violate (naturalmente, con giudizio!)

#104 Comment By Jack Monkey On 10 giugno 2008 @ 12:06

A me, ad esempio, piace pensare che ci siano autori più o meno sinceri verso il proprio pubblico.
Per sincerità, intendo la voglia reale di comunicare qualcosa al proprio lettore. Che, insomma, non si stia solamente sfruttando un hype e qualche comodo trucchetto letterario. E’ quello che di solito mi fa andare oltre alcune carenze “tecniche” e viceversa non mi fa necessariamente coinvolgere quando le vedo messe giù in maniera un po’ fine a se stessa.
Occhio, sono perfettamente consapevole che qui ci addentriamo nel magico regno della Sensibilità Personale. Per me, ad esempio, un ciclo di libri “sinceri” è quello della Rowling, per quanto molti altri autori le diano la birra in stile. Vuoi per la cura nei personaggi, vuoi per una sensibilità che vedo oltre determinate trame. Alcuni altri potrebbero rinfacciarmi invece la loro natura incredibilmente commerciale. Anne Rice credo che invece la sua sincerità se la sia giocata in Intervista col Vampiro e basta. La Hamilton non mi ha mai fatto venire voglia di leggere nessuno dei suoi libri proprio per questa ragione.
Insomma sì, sono molto d’accordo quando Carlo dice che si giudica a priori e non a posteriori. E aggiungo che un buon lettore (buono anche solo nel senso di abbastanza allenato) ha un istinto affidabile, nel vedere quando un libro “suona male” perchè porta nelle sue pagine un Nulla paragonabile a quello contro cui deve combattere Atreiu…

Uh… magari stiamo esulando dal discorso principale, però…

#105 Comment By Tyrion Lannister On 12 giugno 2008 @ 17:13

Ciao a tutti! Io sto leggendo Gli Eroi del crepuscolo, e francamente non è proprio il massimo. Piatto, pieno di trovate banali e leggerezze tipiche di un’autrice così giovane. Ho provato orrore leggendo espressioni come “testa di pigna”, ma ce ne sono tante altre ben peggiori. Zero documentazione, zero fantasia. Chiama Eterni i suoi protagonisti, lasciando credere al lettore di trovarsi di fronte a una razza inventata. Poi vai avanti e scopri che sono esili, bellissimi e con le orecchie a punta. *_*
I suoi 17 anni si sentono tutti, purtroppo. Che poi le baggianate dell’Einaudi fossero per pura promozione del resto non ci voleva molto a capirlo, e che la Strazzulla non incarna il nuovo Moravia era da escludere per puro buon senso. Comunque, almeno a livello tecnico, pur nelle sue imperfezioni è una spanna sopra a quella chiavica della Troisi. Non che ci voglia molto, però direi che stiamo migliorando un pochino. E’ un libro che sconsiglio vivamente.

A parte questo, dato che seguo con piacere il tuo blog, vorrei sapere qual’è e se esiste il tuo libro fantasy preferito o un autore che reputi un fuoriclasse. E vorrei sapere anche che te ne pare, se le hai lette, delle Cronache del ghiaccio e del fuoco di George Martin, e se hai apprezzato i suoi racconti di fantascienza che ha scritto in passato. Io lo trovo un autore favoloso, che ha dato il meglio di se soprattutto in quel genere.
Aspettiamo tutti la stroncatura della Setta degli assassini!

Ps: cercando su internet ho trovato alcune foto di una certa gamberetta. http://milano.tonight.eu/user/gamberetta/fotografie/soggetto/31918

Per caso sei tu? Se si, vivi complimenti alla mamma!

#106 Comment By Gamberetta On 12 giugno 2008 @ 23:57

@Tyrion Lannister. Ho parlato in un paio di commenti dei miei romanzi preferiti, ad esempio qui e qui.
Per quanto riguarda Martin, credo sia un bravo scrittore, ma la storia del ghiaccio e del fuoco non mi piace. Troppo poco fantasy e troppa telenovela.

#107 Comment By Signor Stockfish On 17 giugno 2008 @ 13:57

Qualcuno ha visto il TG3 sabato? Si parlava di esame di maturità, e indovinate un po’ chi hanno intervistato a (s)proposito? Sì, lei!

Fra parentesi: se la Strazzulla fa l’esame di maturità, facendo due conticini vuol dire che di anni ne ha 19 o quasi, non 17. Insomma, l’hanno ringiovanita per questioni di marketing… si può essere più squallidi? Bleargh!

Esilarante la storia del romanzo che ha convinto Einaudi ad aprire al fantasy… io ho sempre sentito dire che:

1) se una casa editrice non è interessata al genere, il manoscritto finisce nel cestino a pag. 1

2) se un esordiente manda un tomo di 750 pagine allora finisce nel cestino a pag. 0

Oggi alla Coop c’erano un bel po’ di copie del libro nell’espositore dei libri più venduti (ellapeppa, di già? diciamo pure nell’espositore dei libri che si vogliono vendere di più). Peccato che, unico tra tutti i titoli, tutte le copie fossero incellophanate. Dato che è una pratica che non si usa nemmeno coi libri porno, me ne chiedo il senso. Bisogna comprarlo a scatola chiusa senza nemmeno poterne sfogliare una pagina?

#108 Comment By Carraronan On 17 giugno 2008 @ 14:17

Uhm… Può darsi che la Strazzulla sia un caso limite di “primina” più età verso il limite per l’ingresso nella scuola. Quando ero al sud (seconda-terza elementare) era pieno zeppo di bambini che avevano un anno meno di me causa “primina”.

Se compisse gli anni a Giugno 2008, ad esempio, e avesse frequentato (come mi pare di capire) il quinto anno di liceo nel 2007/2008 (17 anni a Settembre -18 anni a Giugno) allora avrebbe frequentato il primo anno di liceo nel 2003/2004 (13-14 anni), la prima media nel 2000/2001 (10-11 anni) e la prima elementare nel 1995-1996 (5-6 anni).

Bingo: aveva cinque anni compiuti in prima elementare.
Sufficienti per la “primina”.

Il sistema con queste ipotesi può far convivere esame di maturità a giugno 2008 e un’età di 17 anni nel maggio 2008.

I conti sono corretti?

#109 Comment By Tuareg On 17 giugno 2008 @ 14:31

Testimonianza personale: io ho fatto la maturità a 17 anni e l’Einaudi non c’entrava niente… per il resto è fin troppo ovvio che tutti questi prodigi editoriali minorenni arrivano alla pubblicazione attraverso canali preferenziali che il semplice autore si può scordare. Canali all’interno dei quali credo probabile venga scritta o riscritta buona parte del testo, anche se con criteri commerciali distanti da quelli della buona letteratura. D’altra parte la stessa cosa vale per i gruppi musicali di teenager, con la differenza che allo scrittore imberbe non è richiesto sembrare una baldracca appena sbarcata da Urano.

#110 Comment By Signor Stockfish On 17 giugno 2008 @ 15:12

Sì, potrebbe avere 18 anni se fosse andata a scuola a 5. Comunque, il succo del discorso è che la giovane età sembra diventata il requisito n. 1 per fare lo scrittore fantasy in Italia. Forse potrei fare il goshtwriter per un dodicenne? O devastarmi di nutella fino a farmi tornare i brufoli? O magari cambiare genere…

#111 Comment By Spike On 17 giugno 2008 @ 16:57

@Signor Stockfish:

Una spiegazione sull’età di Miss Strazzulla e la classe che frequenta la trovi in questo forum

#112 Comment By Signor Stockfish On 18 giugno 2008 @ 07:33

@Spike: mi sembra tanto una balla, una precisazione non richiesta che sa di coda di paglia. Perché uno che è anche in anticipo dovrebbe fare due anni in uno? Fra l’altro, non credo proprio sia possibile in una scuola statale.

Però mi ha fatto sganasciare quel “è stato pubblicato niente popò di meno che da Einaudi” ^_^

#113 Comment By Angra On 20 giugno 2008 @ 14:21

@Mari:

Ragazzi, ne arriva un altro. Lo annunciano nelle news odierne di FM:

il prossimo caso letterario, appena diciottenne e presto in libreria, Thomas Mazzantini (Baldini & Castoldi)

Ma basta … BASTA!
Non se ne può più -.-

Persino il buon Azzolini sembra perplesso dal fenomeno, anche se poi cerca di rimangiarsi i dubbi:

Se è vero che tre casi letterari, o quantomeno presentati come tali, in tre mesi sono statisticamente impossibili e improponibili (e qui sono i numeri a parlare), è altrettanto vero che congiunture come queste non sono poi sempre così incredibili come si può pensare, e non sempre nascono per pura premeditazione editoriale.

La cosa invece che mi salta all’occhio è che tutte queste opere vengono classificate senza batter ciglio come “fantasy per adolescenti”: è nato un nuovo genere?

#114 Comment By Carlo On 20 giugno 2008 @ 16:30

Si’, e’ nato un nuovo genere, il fantasy adolescenziale. Siccome questi libri vendono, era inevitabile che succedesse. Quando il mercato sara’ saturo di adolescenti che scrivono fantasy, iniziera’ una reale competizione sulla qualita’: non prima. E’ sempre successo cosi’, in ogni cosa – come e’ sempre successo che ci fosse una bella schiera di pseudo-intellettuali nulla-facenti a seguire lo spettacolo scuotendo la testa con stanca saggezza ed espressione studiatamente disgustata.

#115 Comment By Angra On 20 giugno 2008 @ 16:53

@Carlo: sento una vaga nota polemica, e non so se con quell’ultima frase ti riferisci anche a me. Personalmente, lungi dall’essere nullafacente, se mi girano le palle (niente a che fare con la stanca saggezza) è perché le stesse case editrici che pubblicano gli scrittori adolescenti a precisa domanda se sono interessati a visionare manoscritti fantasy rispondono NO. L’unico requisito per poter essere cagati a quanto pare è l’essere minorenni. Ti pare una cosa normale? Non ho capito se la competizione sulla qualità quando il mercato sarà saturo è da intendersi sempre nel girone Under 18.

Unica nota positiva, la Troisi è già troppo vecchia, e verrà abbandonata sull’autostrada.

#116 Comment By Spike On 22 giugno 2008 @ 11:34

@Signor Stockfish: fare due anni in uno è tecnicamente possibile, almeno a quanto mi ha sempre raccontato di madre di una sua compagna di scuola al liceo classico che aveva anticipato l’esame di maturità di un anno, facendo gli ultimi due anni insieme (certo, si parla di più di 30 anni fa, ma presumo sia possibile anche oggi). Concordo sul popò: sublime!
Avendo perso l’intervista della mitica Miss Strazzulla al tg, l’ho recuperata in rete (tutto il tg è qui). Da notare la scritta a fianco: Chiara Strazzulla – Esponenti del mondo della cultura. Stiamo proprio messi bene!!!

#117 Comment By Carlo On 23 giugno 2008 @ 00:13

Angra scrive:

se mi girano le palle (niente a che fare con la stanca saggezza) è perché le stesse case editrici che pubblicano gli scrittori adolescenti a precisa domanda se sono interessati a visionare manoscritti fantasy rispondono NO. L’unico requisito per poter essere cagati a quanto pare è l’essere minorenni.

Dazieri dice il contrario, e io gli credo. Non metto in dubbio che gli adolescenti adesso siano “di moda”, e quindi siano avvantaggiati: ma non lo trovo sbagliato. Anzi, mi piace molto questo aver capito che gli adolescenti si leggono comunque fra di loro (su internet), e agire conseguentemente aprendo loro le porte a scrivere libri veri e propri. E’ intelligente, per lo meno.

#118 Comment By wewec On 23 giugno 2008 @ 16:46

@Carlo. Chiaro, concordo anch’io che per una casa editrice che non voglia fallire sia necessario ( per non dire ovvio ) pubblicare ciò che attira i favori del pubblico: che poi dal punto di vista letterario questo sia un bene o un male è cosa opinabile.

#119 Pingback By Magnesia, 189 a.C. | Amnell On 6 gennaio 2013 @ 12:44

[...] dovrà chiedere il permesso anche per starnutire, cosa che avrebbe dovuto fare pure la Strazzulla. Si manifesta una volta di più la superiorità della legione rispetto alla falange. Il trattato di [...]


URL dell'articolo: http://fantasy.gamberi.org/2008/06/03/indovina-la-citazione/

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