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Incipit e nuove abitudini di lettura

Pubblicato da Gamberetta il 24 giugno 2008 @ 15:57 in Insalata di Mare,Scrittura | 103 Comments

Fra poche ore chiuderò il sondaggio, perché mi sembra che ormai i risultati siano chiari. La Strazzulla ha stravinto, ottenendo quasi più voti degli altri tre romanzi messi assieme. Avevo intuito che avrebbe trionfato la novità, ma sono rimasta sorpresa dalle proporzioni, e non credevo che ci fosse più curiosità su Bryan di Boscoquieto rispetto a La Ragazza Drago.

Copertina di Bryan di Boscoquieto nella Terra dei Mezzidemoni
Copertina di Bryan di Boscoquieto nella Terra dei Mezzidemoni

Avendo promesso di attenermi ai risultati del sondaggio, mi sono già procurata Gli Eroi del Crepuscolo. Ho letto un centinaio di pagine, posso solo dire che se riesco ad arrivare in fondo (ed è un grosso se, perché la mia soglia di sopportazione è al limite), ci sarà da “divertirsi”.

Copertina de Gli Eroi del Crepuscolo
Copertina de Gli Eroi del Crepuscolo

A partire dall’incipit, che riporto di seguito:

Il primo giorno fu un giorno di sole.
Non era in realtà il primo giorno, perché migliaia di giorni erano già scivolati via, silenziosamente registrati da sguardi che si nascondevano nelle ombre in mezzo agli alberi, e da memorie create per durare in eterno e conservare il ricordo di ogni singolo secondo perduto. Ma i Primi non potevano saperlo, e lo chiamarono il primo giorno, dopo che la prima notte ebbe insegnato loro cos’era un giorno, e cos’era una notte. I Primi avevano molto da imparare e lo sapevano.

Bello? Brutto? Basta confrontarlo con qualche altro incipit. Non scelto apposta, solo di romanzi in coda di lettura caricati sul lettore di ebook.

L’incipit di Singularity Sky di Charles Stross:

The day war was declared, a rain of telephones fell clattering to the cobblestones from the skies above Novy Petrograd. Some of them had half melted in the heat of re-entry; others pinged and ticked, cooling rapidly in the postdawn chill. An inquisitive pigeon hopped close, head cocked to one side; it pecked at the shiny case of one such device, then fluttered away in alarm when it beeped. A tinny voice spoke: “Hello? Will you entertain us?”
The Festival had come to Rochard’s World.

Avevo riportato le prime 89 parole del romanzo della Strazzulla, qui ci sono le prime 85 di Stross. Già dalla prima frase una preferirebbe leggere Stross rispetto alla Strazzulla. La Strazzulla si preoccupa di comunicarci che il primo giorno c’era il sole, Stross invece chiarisce che il giorno in cui scoppiò la guerra, una pioggia di telefoni cadde su Novy Petrograd.
La reazione alla Strazzulla è: “C’era il sole, ottimo, e allora? Chi se ne importa!”, la reazione a Stross è: “C’è una guerra e piovono telefoni?! Che diamine sta succedendo?”, ovvero, suscita curiosità.
Nel proseguo, la Strazzulla racconta, è generica, Stross mostra. È difficile immaginare nella propria testa quel che racconta la Strazzulla, perché è vaga, perché riferisce concetti astratti (come faccio a rendere nella mia mente: “I Primi avevano molto da imparare e lo sapevano”? A questo punto non so neanche chi o cosa siano i Primi!)
Stross invece è preciso, concreto: i telefoni sono mezzi sciolti, un piccione si avvicina, sono riportate le esatte parole della voce. Posso senza difficoltà immaginare l’intera scena.

Copertina di Singularity Sky
Copertina di Singularity Sky

L’incipit de Il Tramonto degli Dei di Mary Gentle:

Nella piazza della cattedrale la folla ormai rauca si apprestava ad impiccare un maiale.
Un giovane rallentò il passo per guardare.
Le assi gialle del patibolo, inchiodate frettolosamente, stillavano linfa; un odore resinoso di pino giunse alle sue narici, e ancora più forte, il fetore di sterco animale. Lucas cercò un fazzoletto per tergersi il volto sudato. Non trovandolo, usò, disgustato, un lembo della manica. Si fece strada fra gli spettatori, con la testa che gli rintronava per il rumore.

80 parole per la Gentle. Anche in questo caso, basta la prima frase ad “acchiappare” il lettore, infatti l’impiccagione di un suino non può che suscitare molta curiosità. Il proseguo è, come nel caso di Stross, mostrato.

Copertina de Il Tramonto degli Dei
Copertina de Il Tramonto degli Dei

L’incipit di Wizard of the Pigeons di Megan Lindholm (meglio conosciuta come Robin Hobb):

On the far western shore of a northern continent there was once a harbour city called Seattle. It did not have much of a reputation for sunshine and beaches, but it did have plenty of rain, and the folk who lived there were wont to call it “The Emerald City” for the greenness of its foliage. And the other thing it boasted was a great friendliness that fell upon strangers like its rain, but with more warmth. In that city, there dwelt a wizard.

84 parole per la Hobb. Questo incipit mi piace meno di altri, d’altra parte, come detto, non li ho scelti apposta. Qui la curiosità, benché non così stimolata come nel caso di Stross e della Gentle, è data dal contrasto fra il tono fiabesco “c’era una volta [...] un mago” e l’ambientazione moderna: Seattle.

Copertina di Wizard of the Pigeons
Copertina di Wizard of the Pigeons

E per ultimo l’incipit di un romanzo che non ho nel lettore, ma che ho una gran voglia di rileggere, dopo essermi sorbita tante stupidate, Cuore d’Acciaio di Michael Swanwick

Anche se allora la bimba rapita ai mortali non lo sapeva, la sua decisione di rubare un drago e scappare nacque la notte in cui i bambini si riunirono per complottare la morte del loro supervisore.
Fino da quando era stata in grado di ricordare, era vissuta nella fabbrica dei draghi ad alta energia. Ogni giorno all’alba veniva condotta a passo di marcia, assieme agli altri minori a contratto, dal dormitorio nel Fabbricato 5 alla caffetteria, per una colazione che aveva a malapena il tempo di trangugiare prima del lavoro. A quel tempo solitamente veniva mandata al reparto cilindri per il lavoro di lucidatura, ma altre volte veniva assegnata al Fabbricato 12, dove i neri corpi di ferro venivano collaudati e lubrificati prima di passare al reparto costruzioni per l’assemblaggio finale. I tunnel addominali erano troppo piccoli per un adulto, e il suo compito consisteva nello strisciarci dentro per strofinare e ingrassare quei cunicoli bui. Lavorava fino al tramonto e talvolta anche oltre se sotto contratto c’era un drago particolarmente importante.
Il suo nome era Jane.

176 parole, non ho voluto tagliare a metà il secondo paragrafo. Anche nel caso di Swanwick, basta la prima frase a invogliare alla lettura: abbiamo in due righe una bambina rapita, un progetto di furto di rettile gigante e fuga e infine un complotto teso all’omicidio di un supervisore! Un tantino più significativo rispetto a una giornata di sole…

Copertina di Cuore d’Acciaio (edizione russa)
Copertina di Cuore d’Acciaio (edizione russa)

Un paio di considerazioni. L’incipit è importante e lo diventerà sempre di più. Mi spiego: non ho comprato nessuno dei romanzi sopra citati, a parte Cuore d’Acciaio, che comunque è stata acquistato a suo tempo da mio fratello. Li ho scaricati. E come ho scaricato questi, negli ultimi sei mesi ne ho scaricati qualche altro migliaio. Avendo a disposizione, non più in là di qualche click del mouse, centinaia e centinaia di romanzi di fantasy e fantascienza, con quale criterio dovrei scegliere quali leggere?
Ci sono i consigli altrui, la conoscenza dell’autore, le recensioni, ma comunque coprono una percentuale piccolissima di tutti i romanzi. Non mi rimane altro che provare a leggere qualche pagina o spesso non più di qualche frase, perché anche solo leggere 10 pagine da ogni romanzo richiederebbe anni.
Mi rendo conto che non sia un criterio “giusto”, e così facendo possa perdermi anche dei capolavori, ma questo piccolo esperimento mi pare significativo: guarda caso l’incipit più banale e “vuoto” è quello dell’autore alle prime armi.
Credo che in futuro, in un futuro prossimo, l’incipit sostituirà a tutti gli effetti la copertina. Adesso, con le librerie come principale fonte di approvvigionamento, la copertina è la presentazione di un romanzo. Ma in uno scenario di pirateria capillare, come avviene già con musica, videogiochi e film, la “presentazione” non è altro che un nome di file. Saranno le prime frasi a rendere o no attraente un romanzo (al di là di altre considerazioni riguardo la fama dell’autore o l’argomento trattato).
Non che manchino i tentativi di trasferire nel virtuale la stessa impostazione delle librerie fisiche, si veda il per altro notevole sito zoomii books, ma per me sono tentativi morti in partenza.

L’altra considerazione è che Einaudi avrebbe potuto inaugurare la sua collana fantasy traducendo – magari con particolare cura – qualche romanzo inedito in Italia di Swanwick o della Gentle. Ma pazienza, inutile ripetere sempre gli stessi discorsi, utile però ribadire: NON BISOGNA COMPRARE PIÙ LIBRI. Bisogna scaricarli, o prenderli in prestito in biblioteca.
Se un editore vuole soldi, deve giustificare tale pretesa. Una bella copertina e tanta pubblicità non sono scuse sufficienti.

* * *

A proposito di libri gratuiti, riprendo il discorso riguardo il lettore di ebook. Ho ricevuto alcune mail che mi chiedevano chiarimenti rispetto alla mia precedente recensione. Dopo sei mesi circa d’intenso utilizzo vale quanto già detto, ma posso aggiungere qualche nota in più:

Icona di un gamberetto Il recente (Maggio) aggiornamento del firmware, non solo non ha risolto i problemi riscontrati – al massimo li ha attenuati – ma ne ha introdotti di nuovi, tipo un consumo abnorme della batteria in determinate situazioni. Inutile dire che dal punto di vista del supporto la Bookeen si sta rivelando un’azienda non proprio affidabile.

Icona di un gamberetto Ciò significa che certi PDF e certe immagini jpeg continuano a far “crashare” il lettore, il che rende leggere manga o libri con molte illustrazioni un’impresa frustrante. La soluzione è ridimensionare e ridurre il numero di colori di ogni singola immagine, per adattarla alla caratteristiche dello schermo. Operazione lunga e noiosissima nel caso dei PDF; alla fine si fa prima a leggere a video o stampare.

Icona di un gamberetto Devo inoltre confermare che i PDF in formato A4 sono in pratica illeggibili. Se sono quasi esclusivamente testo si possono convertire in altri formati più digeribili dal lettore senza colpo ferire, altrimenti è meglio lasciar perdere.

Icona di un gamberetto Manuali o altri testi di consultazione, anche se in formato idoneo, sono anche loro inutilizzabili. La lentezza dell’aggiornamento dello schermo rende molto problematico “sfogliarli”, e la mancanza di tastiera impedisce qualunque tipo di ricerca delle informazioni.

Icona di un gamberetto Il calcolo della durata della batteria è complesso. Come ricordato nella recensione, la batteria si consuma solo a ogni refresh dello schermo, perciò una misurazione in termini di tempo non è significativa. Così com’è poco significativo parlare di “pagine girate”, perché a seconda di come si imposta la grandezza dei caratteri per leggere uno stesso testo si possono voltare un numero diverso di pagine.
Con le impostazioni che sto usando, sullo schermo appaiono poco meno della metà dei caratteri di una pagina media di un libro stampato. In pratica un romanzo di 400 pagine mi richiede circa 900 refresh dello schermo (senza contare altri refresh quando apro i menu o navigo la biblioteca). Con tali impostazioni, leggo tre romanzi appunto sulle 400 pagine “reali” prima di dover ricaricare. O meglio leggevo, perché dall’aggiornamento di Maggio la batteria ha cominciato a consumarsi molto più in fretta. Il sospetto è che per qualche bug ora il lettore consumi energia anche quando è fermo. In ogni caso se si sono salvati i file di sistema prima di aggiornare è possibile tornare al firmware precedente, cosa che quasi sicuramente farò.
EDIT: Proprio oggi (25 Giugno) la Bookeen ha rilasciato un nuovo firmware che dovrebbe risolvere il problema del consumo eccessivo della batteria.

Icona di un gamberetto E con queste premesse, sono entusiasta del mio lettore! In questi sei mesi ci ho letto sopra 20-25 romanzi, ed è stata un’esperienza del tutto piacevole. Anzi, è stato meglio che non leggere su carta. Soprattutto quando il libro di carta è un tomo da 500 e più pagine con copertina rigida, si può facilmente capire quanto sia più comodo leggerlo usando un lettore del peso di appena 174 grammi.
Quando si ha in mano un libro con caratteri troppo minuti o troppo grandi si può solo far finta di niente, adesso invece li regolo io come preferisco. Senza contare che posso cambiare il tipo dei caratteri e con un po’ di fatica anche l’interlinea e i margini della pagina.
Certo, ci sono libri non troppo pesanti, con caratteri della grandezza giusta e stampati su carta patinata di lusso: questi sono superiori all’esperienza che offre il lettore, ma in media è il lettore a garantire l’esperienza migliore.
Anche grazie al fatto che per fortuna la durezza iniziale dei tasti è andata via via diminuendo, e già dopo circa un mese potevo voltare pagina tenendo il lettore con una mano sola, senza bisogno dell’appoggio della seconda mano.

Icona di un gamberetto È opportuno rimarcare la qualità dello schermo e-ink: leggendo sul balcone, al sole, lo schermo è perfettamente visibile, non ci sono paragoni con un LCD. Ho anche apprezzato l’opzione di rendere tutto il testo sempre in grassetto. All’inizio sembra strano, ma a lungo andare l’aumento di contrasto dovuto al grassetto rende la lettura meno faticosa.

Cybook all'aperto
Il Cybook all’aria aperta. La mano non è mia ma del signor Iddo Genuth. Qui la sua recensione dell’apparecchio

Icona di un gamberetto Ci sono poi i vantaggi collaterali, primo fra tutti appunto il poter leggere con facilità a sbafo. O poter avere in un paio di memory card 5.000 e passa volumi di narrativa fantastica, con occupazione di spazio inferiore a una scatola di fiammiferi. O non dover aspettare giorni che arrivi un libro ordinato da iBS.it, ma qualche minuto perché si completi il download.

Perciò le conclusioni sono più o meno le stesse della recensione: se si è appassionati di narrativa e non si hanno scrupoli a rifornirsi via P2P, il lettore è tutto di guadagnato, sebbene sia sotto molti aspetti un prodotto ancora “rozzo”. Altrimenti non vale la pena, in particolare riguardo all’acquisto di ebook: in Italia non li vende nessuno o quasi, e anche in lingua inglese è più facile trovare ciò che si vuole via eMule e BitTorrent piuttosto che presso i siti delle librerie online.

Rispetto alla recensione c’è poi da aggiungere che ora allo stesso prezzo la Bookeen vende il Cybook Gen3 New Edition con 512MB di memoria interna rispetto ai 64, e tasti più morbidi (o almeno così pare, non ho avuto modo di provare personalmente).

* * *

Da Gli Eroi del Crepuscolo:

Per strada la gente accolse il Capitano con clamorose ovazioni. Vandriyan era molto alto, e malgrado la stanchezza camminava a testa alta. Era vestito di verde, con un lungo mantello svolazzante; portava polsiere di oro zecchino su cui erano incisi caratteri runici, e al collo un monile d’oro bruno, che si era trovato già addosso all’inizio dei tempi e che da allora non aveva mai tolto. Al lobo sinistro portava un grosso orecchino d’oro su cui era incastonato uno smeraldo. I suoi lineamenti erano belli e fieri; la pelle glabra e liscia, come quella di tutti gli Eterni. Aveva due intensi occhi verdi e una lunga chioma di fluenti capelli dorati, fra i quali, dietro l’orecchio a punta, portava un giglio nero, un po’ provato dal caldo. Il suo figlio maggiore, Hilsir, era invece vestito di blu; aveva un fisico asciutto e muscoloso, lunghi capelli argentei, occhi color ghiaccio. Il secondogenito, Tyhanar, era invece alto e fino, con dei lineamenti aguzzi molto simili a quelli del padre; portava abiti di seta turchese e aveva gli stessi splendidi occhi verdi di Vandriyan. Per strada molte ragazze lo salutarono, e salutarono Lanyan, il terzo. Lanyan era alto e snello, con un fisico asciutto e portamento elegante; era vestito di rosso e aveva le gambe lunghe e scattanti inguainate in un bel paio di stivali di cuoio marroncino.

Perché leggo ‘sta roba e mi viene in mente: brutta fanfic yaoi? Soprattutto perché leggo ‘sta roba? Se ne riparlerà nella recensione, quando e se ci sarà (e stendo un velo pietoso sulla lettera di estorsione firmata “Signore delle Tenebre” e scritta con inchiostro viola…)

Vandriyan e socio
Quello in verde dovrebbe essere Vandriyan, l’altro tipo non so. In ogni caso sono solo dannati elfi, non gnokki come Edward il vampiro!!!


Approfondimenti:

bandiera IT Gli Eroi del Crepuscolo su iBS.it
bandiera IT Il già citato video nel quale la Strazzulla parla dello scrivere

bandiera EN Singularity Sky su Amazon.com
bandiera EN Il blog di Charles Stross

bandiera IT Il Tramonto degli Dei acquistabile usato…
bandiera IT …oppure ci si può affidare a emule

bandiera EN Wizard of the Pigeons su Amazon.com
bandiera EN Una recensione di Wizard of the Pigeons

bandiera EN Cuore d’Acciaio (edizione inglese) su Amazon.com
bandiera EN Il blog di Michael Swanwick


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103 Comments To "Incipit e nuove abitudini di lettura"

#1 Comment By Stefano On 24 giugno 2008 @ 16:08

Aggiungo una piccola considerazione, a proposito delle biblioteche. Esiste un misconosciuto strumento che si chiama “registo dei desiderata” dove potete far richiedere alla vostra biblioteca il libro che volete. Usatelo, e usatelo bene, anche per propagandare scrittori validi, ma editi da piccole realtà

#2 Comment By Carlo On 24 giugno 2008 @ 16:26

Mah, a me l’incipit della Strazzulla, nella sua purezza e semplicita’, piace. Non smetterei di leggere a questo punto, probabilmente andrei avanti. Comunque e’ vero che gli altri incipit che hai citato sono piu’ stimolanti – ed e’ verissimo che l’incipit e’ importante.

#3 Comment By alice On 24 giugno 2008 @ 16:47

L’incipit de “Gli eroi del crepuscolo” non mi piace affatto. Se fossi stata in una libreria e ne avessi letto l’incipit, lo avrei sicuramente messo giù.
La descrizione degli Eterni mi ha fatto venire la pelle d’oca. La Strazzulla riteneva veramente importante descrivere tutto così minizuosamente? E’ importante ai fini della trama? Mah, sarebbe stato molto meglio ridurre tutto a due righe. Forse c’è qualcuno che apprezza tutti questi dettagli.

Il lettore, invece, non mi attira molto. Non è più bello sfogliare un libro? Ora sto leggendo un e-book sul mio computer e il libro sta perdendo ogni suo fascino.

#4 Comment By wewec On 24 giugno 2008 @ 18:01

Non so, sinceramente io non me la sentirei di stroncarla fin dall’incipit. Certo, il suo è uno stile indubbiamente particolare ( per non dire decisamente strano ), ma resta comunque leggibile e scorrevole ( e confrontarla con Stross e la Gentle è un colpo basso! ): più che altro io mi preoccuperei un casino per il gay pride degli elfi.
@ alice. Nemmeno a me convince molto l’idea di abbandonare il cartaceo: vogliamo mettere lo scorrere uno schermo con il fascino di voltare pagina?!

#5 Comment By Raimi On 24 giugno 2008 @ 19:12

Gamberetta:

Questo è il modo per far capire, anche a chi non è molto edotto in materia di narrativa, il tuo ragionamento e anche la validità di un’opera a differenza di un’altra.
Infatti a livello inconscio i lettori percepiscono l’abisso tra veri talenti, promettenti o affermati, e….”mezze calzette” con qualche raccomandazione nel posto giusto. Ora è veramente difficile contrattaccare le tue puntualizzazioni perchè le citazioni, relative al concetto che vuoi esprimere e parallele a quelle del romanzo criticato, parlano da sé.

Il primo giorno fu un giorno di sole.
Non era in realtà il primo giorno, perché migliaia di giorni erano già scivolati via, silenziosamente registrati da sguardi che si nascondevano nelle ombre in mezzo agli alberi, e da memorie create per durare in eterno e conservare il ricordo di ogni singolo secondo perduto.

Nella piazza della cattedrale la folla ormai rauca si apprestava ad impiccare un maiale.
Un giovane rallentò il passo per guardare.
Le assi gialle del patibolo, inchiodate frettolosamente, stillavano linfa; un odore resinoso di pino giunse alle sue narici, e ancora più forte, il fetore di sterco animale.

A meno che io non sia particolarmente sensibile direi che in uno dei due pezzi c’è un ritmo sincopato e incosciente di cosa sia veramente l’abilità innata di tramandare con lo scritto.
Inutile dire che solo uno dei due pezzi fa assaporare l’aroma di un talento scoperto e ben scelto, oltre che di qualche ritocco di leggera rifinitura. Bastano poche righe per sentirsi immerso nello scenario che lo scrittore vuole farci vivere.
Non ricordo chi ha parlato di editing ma la verità è che, come in qualsiasi arte o mestiere, o il talento e l’abilità c’è o è inutile qualsiasi lavorio aggiuntivo. Una dozzinale katana la si riconosce subito se usata contro un’altra fatta di 7 strati di acciaio temprato.

#6 Comment By Davide On 24 giugno 2008 @ 19:44

Mh… Devo dire che la primissima frase della Strazzulla non mi dispiace affatto. Il problema è quello che viene dopo, che secondo me scricchiola parecchio.

Detto questo, gli incipit di “Singularity Sky” e de “Il tramonto degli dei” surclassano abbondantemente quello dell\’italiana, é indubbio.

#7 Comment By Okamis On 24 giugno 2008 @ 20:10

Ammetto di rientrare in quella (ancora) piccola schiera di chi si è già letto tutto il romanzo della Strazzulla (e che se lo sta pure rileggendo, causa recensione de scrivere… sob). Di certo, Gamberetta, avrai pane per i tuoi denti ;) Tra l’altro se hai già letto le prime cento pagine, suppongo che tu sia già arrivata alla scena in cui uno dei protagonisti inizia una frase con un agghiacciante “cioè” (ORRORE!!!). Comunque il meglio (o peggio, dipende dai punti di vista) lo devi ancora raggiungere. Ad esempio i dialoghi tra il Signore delle Tenebre e la bella principessa (a confronto il dialogo tra Hurin e Morgoth gli fa una pippa XD), o ancora il primo combattimento di Slyman (ancora mi chiedo il senso di quella scena…), piuttosto che l’imbarazzante scena dell’arrivo a Cascata delle Fate…
Comunque, a parte tutti i difetti del libro, la Strazzulla mi ispira più pena che antipatia. Mi sembra quasi l’agnello sacrificale della Einaudi, una ragazza che con un po’ di esercizio e affiancata da un editor serio potrebbe anche dare buoni risultati. Ora come ora è solo un bruco a cui viene impedito di crescere, a onore del solo dio delle vendite.

#8 Comment By Gamberetta On 24 giugno 2008 @ 20:34

@Okamis. Finora il momento più bello è stata la lettera di estorsione. Quando il Signore delle Tenebre si vanta di essere una “versione migliorata” del padre. Signore delle Tenebre 2.0. E poi il tocco di classe: la lettera scritta con grafia elegante e inchiostro viola.
Lì ero quasi sicura sarebbe spuntato fuori un folletto del marketing Einaudi: «Sì, ti stiamo prendendo per i fondelli, ma tranquilla, è tutto sotto controllo! Ehi, ma li hai pagati i 20 euro?!»
Bellissimo anche quando arrivano alla città nella Foresta e non vogliono dire quale sia la loro missione perché è un “segreto”, quando partendo c’erano ali di folla ad acclamarli perché andavano a liberare la principessa. ROTFL!
(che poi è una storia imbecille: in tutto il Reame gli unici che possono compiere una missione pericolosa sono, a) il generale capoccia, b) quattro fessi appena usciti dal collegio militare. Fine. Non c’è nessun altro grado intermedio).
Non tanto io, ma la Troisi ha trovato pane per i suoi denti! ^_^

#9 Comment By Carlo On 25 giugno 2008 @ 01:11

Gamberetta scrive:

Lì ero quasi sicura sarebbe spuntato fuori un folletto del marketing Einaudi: «Sì, ti stiamo prendendo per i fondelli, ma tranquilla, è tutto sotto controllo! Ehi, ma li hai pagati i 20 euro?!»

Ecco, tu almeno un ottimo senso dell’umorismo ce l’hai. Ti apprezzo soprattutto per questo! :-)

#10 Comment By Gwen On 25 giugno 2008 @ 01:32

Anche io ho letto il libro della Strazzulla e credo di non avre mai letto di peggio (sarà che non ho comprato la Troisi?)! Comunque, Gamberetta, non ti fermare, leggilo fino alla fine, perchè nella seconda parte ci sono delle scene che fanno morire dalle risate (per chi l’ha già letto: l’incontro con i centauri, una parte allucinante!)!

Complimenti per il sito e le recensioni, mi diverto un mondo a leggerti!

#11 Comment By Federico Russo “Taotor” On 25 giugno 2008 @ 11:33

Per strada la gente accolse il Capitano con clamorose ovazioni. Vandriyan era molto alto, e malgrado la stanchezza camminava a testa alta. Era vestito di verde, con un lungo mantello svolazzante; portava polsiere di oro zecchino su cui erano incisi caratteri runici, e al collo un monile d’oro bruno, che si era trovato già addosso all’inizio dei tempi e che da allora non aveva mai tolto. Al lobo sinistro portava un grosso orecchino d’oro su cui era incastonato uno smeraldo. I suoi lineamenti erano belli e fieri; la pelle glabra e liscia, come quella di tutti gli Eterni. Aveva due intensi occhi verdi e una lunga chioma di fluenti capelli dorati, fra i quali, dietro l’orecchio a punta, portava un giglio nero, un po’ provato dal caldo. Il suo figlio maggiore, Hilsir, era invece vestito di blu; aveva un fisico asciutto e muscoloso, lunghi capelli argentei, occhi color ghiaccio. Il secondogenito, Tyhanar, era invece alto e fino, con dei lineamenti aguzzi molto simili a quelli del padre; portava abiti di seta turchese e aveva gli stessi splendidi occhi verdi di Vandriyan. Per strada molte ragazze lo salutarono, e salutarono Lanyan, il terzo. Lanyan era alto e snello, con un fisico asciutto e portamento elegante; era vestito di rosso e aveva le gambe lunghe e scattanti inguainate in un bel paio di stivali di cuoio marroncino.

Ora, a parte le ripetizioni, è bello leggere di personaggi alti, fieri ed eleganti, ma io questi qui, malgrado la descrizione Dolce e Garbata, me l’immagino tutti e tre uguali. :-|

P.S. Gambera, non ci regali nemmeno la foto di una tua unghia, perdinci! E io che mi ero tanto illuso (“Me lo sento, ha postato una sua foto, quantunque di un’unghia, ma chìssene, è l’unghia di Gamberetta!)

P.P.S. Ad ogni modo, per quanto possa allontanarsi dallo stile accalappialettori del “mostra, non raccontare!”, l’esimia Strazzulla mi sembra una lettura abbastanza “piacevole”. Certo, gli esempi che hai citato, però, non mi fanno scommettere nulla, a riguardo… XD

#12 Comment By Fitz On 25 giugno 2008 @ 11:38

Per colpa della Strazzulla e di Gamberetta domani dovrò andarmi a comprare il libro coi draghi di ferro.

#13 Comment By mhrrr On 25 giugno 2008 @ 11:55

che palle: possibile che le tue recensioni siano più divertenti dei libri che recensiscono? è incredibile. grazie per la dritta.

basta questo.

(quanto al lettore: a me piace l’odore della carta).

quanto al non comprare libri, penso che debba essere un consumo critico, non una assenza di consumo: se amo swanwick e voglio avere qualche certezza che scriva ancora, pagarlo acquistando i suoi libri potrebbe essere una soluzione. se lui non ottiene nulla in cambio per le sue fatiche, potrebbe privarmi anche della sua narrativa.
cosa ne pensi?

#14 Comment By Luca Zaffini On 25 giugno 2008 @ 12:19

Il primo giorno fu un giorno di sole. Non era in realtà il primo giorno, perché migliaia di giorni erano già scivolati via, silenziosamente registrati da sguardi che si nascondevano nelle ombre in mezzo agli alberi, e da memorie create per durare in eterno e conservare il ricordo di ogni singolo secondo perduto. Ma i Primi non potevano saperlo, e lo chiamarono il primo giorno, dopo che la prima notte ebbe insegnato loro cos’era un giorno, e cos’era una notte. I Primi avevano molto da imparare e lo sapevano.

#15 Comment By Klaus On 25 giugno 2008 @ 13:41

No, la lettera di minaccia no! O_O

P.S. Seguendo i consigli all’interno della recensione precedente, ho scaricato The forbidden kingdom: è divertente! ^_^

#16 Comment By Gamberetta On 25 giugno 2008 @ 14:37

@mhrrr.

quanto al non comprare libri, penso che debba essere un consumo critico, non una assenza di consumo: se amo swanwick e voglio avere qualche certezza che scriva ancora, pagarlo acquistando i suoi libri potrebbe essere una soluzione. se lui non ottiene nulla in cambio per le sue fatiche, potrebbe privarmi anche della sua narrativa.
cosa ne pensi?

È un discorso lunghissimo, e tra l’altro ne abbiamo già parlato diverse volte. L’idea comunque è di cominciare a tagliare gli intermediari: paghi direttamente Swanwick via paypal o simile. E poi c’è il discorso più generale: siamo sicuri che se non fosse pagato Swanwick smetterebbe di scrivere?
In ogni caso adesso non voglio entrare nel filosofico, ma rimane sul pratico: Einaudi inaugura una collana fantasy e invece di tradurre Swanwick pubblica una porcheria (tra l’altro con spesa notevole, si veda pubblicità, illustrazioni, la qualità stessa del libro fisico). Questo dimostra totale incompetenza, dunque è solo giusto che si diano all’ippica.
O si prenda Mondadori: con tutti i soldi guadagnati con i romanzi della Troisi, quanto hanno investito in nuovi scrittori fantasy italiani decenti? Zero. Niente. Devono morire di fame così si libera lo spazio nelle librerie per qualcosa di più degno.

#17 Comment By Morea On 25 giugno 2008 @ 14:43

Il primo giorno fu un giorno di sole.
Non era in realtà il primo giorno, perché migliaia di giorni erano già scivolati via, silenziosamente registrati da sguardi che si nascondevano nelle ombre in mezzo agli alberi, e da memorie create per durare in eterno e conservare il ricordo di ogni singolo secondo perduto. Ma i Primi non potevano saperlo, e lo chiamarono il primo giorno, dopo che la prima notte ebbe insegnato loro cos’era un giorno, e cos’era una notte. I Primi avevano molto da imparare e lo sapevano.

Sinceramente ho fatica a credere (o ad accettare?) che una persona che scrive un libro (e soprattutto la persona che glielo pubblica!), possa cadere in errori che a noi paiono così scontati.
Quindi, ipotizzando che la soluzione scelta sia stata voluta e l’autrice fosse consapevole dei dubbi a cui avrebbe dato adito, mi sono chiesta: perché avrebbe optato per un incipit così confusionario?

1. Ha scelto di privilegiare un’atmosfera incerta e misteriosa, volutamente confusa, al fine spingere il lettore a voler proseguire nella lettura per capire cosa diamine stava dicendo;
2 Ha voluto concentrare in poche righe tutti gli elementi sostanziali alla storia, nello stile prologo/sprologo tanto in voga oggigiorno;
3 Ha cercato di conferire un’impronta poetica e allusiva, cosicchè la ripetizione delle parole e l’ampollosità delle frasi, possa essere giustificata in una tendenza all’enfasi (enfasi allucinogena oserei dire).

Non ho più ipotesi. Non ho comunque letto il libro forse la soluzione si cela tra le sue eroiche e crepuscolari (*__^) pagine, ma sinceramente credo mi terrò il dubbio a meno che Gamberetta non lo recensisca (se è scritto così per intero sarà una tortura, non vorrei essere nei tuoi panni!).

Devo essere sincera: mi è capitato di pensare che, visto il “pacchettume” che pubblicano, il mio arrovellarsi di mesi e anni per scrivere qualcosa di decente sia più che altro una fatica sprecata. Se gli standard continuano a mantenersi su questi livelli e la richiesta di mercato non varia, ma si fossilizza su codesti canoni, non oso immaginare cosa succederà da qui a 10 anni! Chiunque sappia tenere la penna in mano si considerarà una promessa della letteratura mondial-nazionale perchè come unico criterio di paragone avrà diciassettenni-geni-del-verbo in grado di spodestare le classifiche avendo all’attivo temi scolastici 10 e lode e la sua “storia del cuore” rilegata e smistata come un veeeero Ca-po-la-vo-ro!
Che bellezza, non vedo l’ora!

#18 Comment By Angra On 25 giugno 2008 @ 15:01

@Morea: secondo me non la 1) e la 2), che sarebbero scelte consapevoli. Direi in parte la 3), la velleità più o meno consapevole di impressionare parenti e compagni di scuola. La spiegazione comunque l’ha già data l’autrice stessa: per lei scrivere è come tirare uno starnuto ^_^

#19 Comment By Gamberetta On 25 giugno 2008 @ 15:40

@Morea. Stamattina mi sono messa di buzzo buono e ho letto altre 150 e passa pagine. Invece d’immaginarmi la storia, m’immaginavo la Strazzulla che esce da un cinema, dopo aver visto Il Signore degli Anelli o Guerre Stellari, e zampetta felice verso casa, mentre nella testa compone una bella fanfiction nella quale Han Solo e Aragorn si fanno il bagno assieme sommersi dalla schiuma.
Siamo a quel livello, anzi forse sono generosa.

Non c’è niente di male, se non che alle persone normali che spediscono manoscritti così non rispondono neanche. Sarà anche lei parte dei “fortunati”, come la Troisi (della quale a tratti imita lo stile con rara perizia, tipo che a pagina tot è un’afosa e soffocante notte estiva, e due pagine dopo il personaggio si lamenta che rischia di morire assiderato…)

In quanto al tuo arrovellarti, ti ricordo che: “[...] se uno crede veramente in quello che fa prima o poi viene premiato.” e Achille è quello cattivo! ^_^

#20 Comment By Spike On 25 giugno 2008 @ 17:27

Credo che il sondaggio sia stato (stra)vinto da Miss Strazzulla anche in virtù delle sue affermazioni sullo scrivere…

@Gamberetta: leggendo gli stralci del libro che hai postato, comincio a capire cosa intendevi quando hai scritto – di ritorno dalla spedizione in libreria – che la Strazzulla ha maggiore proprietà di linguaggio, ma la Troisi più verve… comunque faccio il tifo per te (che riuscirai a resistere fino alla fine)!
Riguardo l’incipit del crepuscolo, lo trovo piuttosto monotono e, come ha già notato qualcuno, un po’ confuso.

#21 Comment By Clio On 25 giugno 2008 @ 21:59

La primissima frase della Strazzulla non mi sconvolge. Non mi fa urlare “Perdincibacco che trovata!” ma nemmeno “Uff, che flemma”. Piuttosto sono le righe successive che mi hanno un po’ confusa.
Trad: Era il primo giorno, cioè non proprio, voglio dire, ce ne erano stati altri… insomma, tecnicamente non era il primo, ecco! Se con “giorno” intendete il sole che sorge, insomma, era già successo!
E via di questo passo.
Quanto agli eterni… va bene, riprendi gli elfi tolkeniani, no problem, belli, orecchie a punta, perfetto! Ma perchè invece di prendere gli elfi di Rivendel o Bosco Atro o altro devi prendere per forza quelli di Torre del Lago? Non hanno paura di rovinarsi lo smalto, andando in battaglia?

Gamberetta, non lo sai che non ci sono gradi intermedi tra Generale e soldato sfigato? Non è il primo libro in cui il capoccia dell’esercito si occupa personalmente dei novellini (CFR Troisi e altri. Perchè i generali devono urlare discorsi e incitamenti? I sergenti esistono apposta!).
Sarcasmo a parte, questa è l’ennesima sciocchezza di una scrittrice alle prime armi completamente priva di una qualche cultura bellica. Un’altra ciliegina è il Signore delle tenebre.
-Come si chiama?
-Signore delle Tenebre.
-Tutto attaccato?
Dev’esse un calvario rinnovare i documenti con un nome così.

Quanto al libro o lettore, io sono una libridinosa, leggo poco volentieri uno schermo e sono una strenua fan del cartaceo (su carta riciclata, ovviamente).

@Fitz: non ti lamentare, io per colpa di Gamberetta mi sono comprata Dororo coi sottotitoli in castigliano XD

#22 Comment By Gamberetta On 25 giugno 2008 @ 22:20

@Clio. Il vero nome del Signore delle Tenebre è “Gylion Cuore di Ghiaccio”, ma così lo chiamano solo gli amici, per tutti gli altri è “Signore delle Tenebre” (da pronunciarsi con tono spaventato).

#23 Comment By Clio On 25 giugno 2008 @ 23:26

Allora si capisce anche perchè è tanto malefico. Con un nome simile deve aver avuto un’infanzia difficile.
Devi finire il libro e commentarlo! Avevi dato la Troisi come zero assoluto del fantasy, chissà che tu non cambi idea.
Gambattene!

#24 Comment By Marcy On 26 giugno 2008 @ 11:01

Nuove abitudini di lettura? Ovvero?

Il libro di Chiara Strazzulla fa pietà. Da lettrice mi sento indignata! 20 euro!! Banale, prolisso… ripetitivo. Sarebbe questo l’esordio di Einaudi? Uau…

#25 Comment By Fabrizio On 26 giugno 2008 @ 11:56

Gamberetta, hai scoperto l’acqua calda?
E’ abbastanza plausibile che l’incipit meno efficace sia quello dell’autrice meno esperta.
In virtù della sua inesperienza.

Ti pare?

Dopo la maturità la vediamo una tua sceneggiatura?

Fab

#26 Comment By wewec On 26 giugno 2008 @ 12:10

@ Fabrizio. Il problema è che l’acqua calda l’ha scoperta Gamberetta ma non l’Einaudi: perchè cazzo la pubblicano se è ancora inesperta?

#27 Comment By Uljanka On 26 giugno 2008 @ 12:13

Invece d’immaginarmi la storia, m’immaginavo la Strazzulla che esce da un cinema, dopo aver visto Il Signore degli Anelli o Guerre Stellari, e zampetta felice verso casa, mentre nella testa compone una bella fanfiction nella quale Han Solo e Aragorn si fanno il bagno assieme sommersi dalla schiuma.

Meraviglioso… Io trovo che le pellicole di Jackson abbiano sortito l’effetto di un migliaio di bombe atomiche sulla mente delle adolescenti medie.
La cattiva scrittura della povera Strazzulla è quella di una ragazza intelligente che si lascia prendere troppo dai suoi miti. L’incipit è una brutta rielaborazione del risveglio dei primi elfi nel Silmarillion. La noia seppellisce tutta la suggestione che le frasi vorrebbero ispirare.
La descrizione dei due eterni dalle orecchie a punta è banalmente agghiacciante. Tutti alti, belli e ariani! Sono nati dal progetto Lebensborn, gli elfi? Qualcuno con i foruncoli? Con un’unghia scheggiata?

#28 Comment By Gamberetta On 26 giugno 2008 @ 14:18

@Marcy.

Nuove abitudini di lettura? Ovvero?

Ovvero prima, almeno per me, l’incipit aveva un valore relativo: anche se non mi piaceva, dopo aver speso 10-20 euro per un romanzo lo leggevo lo stesso. Ora che il costo è zero e la disponibilità enorme, l’incipit ha un valore decisivo per capire se leggere o no qualcosa.

@Fabrizio. Perché Einaudi pubblica e mi chiede 20 euro (che comunque non ho speso/spenderò) per una scrittrice inesperta? Se il romanzo lo scrive un dodicenne sordomuto e zoppo, potevano chiedere 30 euro per una schifezza ancora maggiore?

@Uljanka. No, finora (pag. 450), non esiste elfo che non sia alto e bello e senza il minimo difetto.

#29 Comment By Okamis On 26 giugno 2008 @ 14:29

@ gamberetta: Come non esiste? E il povero Lyannen dove lo metti? Guarda che dev’essere dura essere l’unico elf… pardon “Eterno” con i capelli scuri. Senza contare che lui è alto solo due metri, mentre tutti gli altri sono giganti da due metri e mezzo. E poi vogliamo parlare di tutti i problemi che si ritrova? Troppo facile pensare che solo i difetti fisici (e che difetti!) abbiano portato il povero Lyannen alla sofferenza più cupa. Alla fine lui è “solo” il figlio del più grande eroe elfic… “Eterno”, amico del nipote del re e se la fa con la principessa. Ma lo sai cosa vuol dire vivere in una situazione così svantaggiata, mia cara Gamberetta? Un po’ di rispetto, prego, per quest’anima sensibile che risponde al nome di Lyannen!

#30 Comment By Gamberetta On 26 giugno 2008 @ 14:36

@Okamis. Lyannen non è elfo, è mezzelfo, cambia tutto!

#31 Comment By Okamis On 26 giugno 2008 @ 14:45

@ Gamberetta: Hai ragione pure tu XD Comunque questo particolare non fa che aumentare il senso di disperazione che trasuda da questo grandioso personaggio. Ah, come avremmo fatto senza di lui?

#32 Comment By Morea On 26 giugno 2008 @ 15:44

@Gamberetta:

…nella quale Han Solo e Aragorn si fanno il bagno assieme sommersi dalla schiuma.
Siamo a quel livello, anzi forse sono generosa.

Qualcosa tipo:
“Nella foresta millenaria il nobile cavaliere era impegnato nella nobile impresa di assestare la gualdrappa al suo nobile destriero. Mentre i ricami di questa richiamavano alla sua nobile memoria gli screziati occhi della sua amata (“oh, come somigliavano a quella gualdrappa!”), da un abnorme mezzo metallico saltò giù un rozzo individuo dal sardonico cipiglio. Al nobile cavaliere bastò incrociare il suo sguardo per capire che le loro strade, nobili, sarebbero rimaste appaiate sulla via della gloria e fu il nuovo venuto stesso a confermarlo, iniziando a bofonchiare di minacce fantasma non più tanto fantasma e di lati oscuri.
Il discorso verteva oramai da giorni sulle nefandezze perpetrate dagli Oscuri Signori delle loro rispettive galassie, quando sbucò un ragazzino con un tatuaggio sulla fronte e rivendicò il suo diritto a essere l’unico vero ammazza-Signori-Oscuri. I due nobili paladini dovettero, quindi, rimandare il loro bagno nella schiuma per censura.”

Sulla questione “fortuna di certi esordienti ” non so proprio cosa pensare. Razionalmente sembrerebbe l’unica spiegazione comprensibile, ma ancor più razionalmente pensare che case editrici rinomate pubblichino iniquità per così futili ragioni, lo trovo scandaloso. Più che altro temo che ricerche di mercato diano esiti favorevoli a questo genere di storie e di letteratura scadente ed è questo che mi preoccupa alquanto. Mettici poi la moda degli adolescenti scrittori (voluta probabilmente, perchè così spingono altri giovani a comprare libri e perchè l’idea del “genio precoce” fà tanta tenerezza e…pubblicità al libro) e qui be…senza dubbio la “fortuna” spinge editori a scegliere un giovane autore piuttosto che l’altro.

#33 Comment By Fabrizio On 26 giugno 2008 @ 16:11

Perchè Einaudi è notoriamente abituata a fare l’elemosina in “pescheria”…

Io credo che la casa editrice sia libera di pubblicare chiunque ritengano opportuno. Quello che conta sono i dati di vendita. Fine. Se la Strazzula non verrà ritenuta abbastanza brava per poter continuare, l’Einaudi prenderà provvedimenti.

Mi sembra molto semplice, no?

NON SOLO. Sono convinto che possa essere interessante questa pubblicazione “palestra” per giovani scrittori.
E’ una cosa che nel fumetto – giusto per fare un esempio – in Italia manca completamente e che la letteratura fantasy sta reintroducendo.
Vi leggete un sacco di fan fiction sulla rete. Tuttavia se una casa editrice grossa decide di pubblicare una cosa simile, vi sentite defraudati per soldi che non avete nemmeno speso…

Fab

#34 Comment By Gamberetta On 26 giugno 2008 @ 16:43

@Fabrizio.

Perchè Einaudi è notoriamente abituata a fare l’elemosina in “pescheria”…
Io credo che la casa editrice sia libera di pubblicare chiunque ritengano opportuno. Quello che conta sono i dati di vendita. Fine. Se la Strazzula non verrà ritenuta abbastanza brava per poter continuare, l’Einaudi prenderà provvedimenti.
Mi sembra molto semplice, no?

Einaudi è libera di pubblicare quel che vuole, vero. Così come io sono libera di constatare che quel che ha pubblicato è carta straccia. Mi sembra molto semplice, no?

#35 Comment By Tuareg On 26 giugno 2008 @ 18:08

@fabrizio:
a volte non tutto il male viene per nuocere. Il fatto che dalla pubblicazione di romanzi dozzinali possano (forse, ma non è mica detto) derivare anche conseguenze positive non esclude che dalla pubblicazione di romanzi migliori avrebbero potuto ottenersi conseguenze più fauste.

#36 Comment By Angra On 26 giugno 2008 @ 18:12

@Morea: ma davvero hanno pubblicato questa roba? Una volta si diceva “vabbe’, gliel’hanno riscritto gli editor”, qui è chiaro invece che gli editor non l’hanno nemmeno guardato…

#37 Comment By Fabrizio On 26 giugno 2008 @ 18:18

Anche più che semplice. E’ limpidissimo.
Quel che lascia divertiti è l’assoluta prevedibilità della tua etichettatura.
Il tuo essere, per così dire, “stracciofila”.
Il tuo non è un blog di recensioni. E’ un blog di stroncature. Tenuto in questo modo per la pura ricerca di visite.

Per questo motivo, se TU dici che la Strazzulla scrive male, il lettore non si può fidare.
Perchè il tuo parere non è obiettivo.
ANZI.
Dovresti quasi ringraziarla la Strazzulla, se ha scritto carta straccia.
Non solo stai leggendo il suo romanzo a sbafo, ma lo stai usando per farti leggere sul blog.
Ergo, ti fornisce acqua per il mulino, cara Gamberetta.

Io personalmente credo che l’apertura di grosse case editrici ad autori italiani di fantasy sia cosa buona e giusta.
Adesso è un fenomeno che va di moda?
Sono d’accordo.
E’ decisamente probabile che le case editrici cerchino “giovani talenti” da pubblicizzare. E’ altamente probabile che il fenomeno si inflazionerà e andrà poi scemando.
Intanto ci sarà la possibilità per numerosi autori di emergere e provare a restare in libreria anche quando la bolla si sarà sgonfiata.

La Terribile e Catastrofica conseguenza potrebbe essere uno sdoganamento della lettura di genere nel Bel Paese, che compra sempre solo prodotti oltremanica oppure oltreoceno.

Non un uccisione del fantasy, come tu e i tuoi frustrati lettori volete far credere…

Fab

#38 Comment By Tuareg On 26 giugno 2008 @ 18:27

Accidenti, ho appena viaggiato nel tempo. Il mio commento è finito indietro di due. Che fissa! :-)

#39 Comment By Gamberetta On 26 giugno 2008 @ 18:39

@Fabrizio. In tutta onestà: se la pensi così, perché vieni qui? Non cadere nella trappola!!! Non aumentare il numero di visite, grazie al quale… boh, non vendendo niente e non avendo neanche mezzo banner pubblicitario non vedo bene quale vantaggio ne ottenga. In ogni caso scappa finché sei in tempo! Lascia stare i frustrati e torna da chi sia più degno della tua compagnia.

@Tuareg. Dipende forse dal fatto che hai commentato senza prima aver ricaricato la pagina: il blog prende come orario quello della pagina ultima caricata, se l’hai aperta da un po’ e poi commenti, l’ora risulterà non quella attuale ma quella al momento dell’apertura della pagina.

#40 Comment By Tuareg On 26 giugno 2008 @ 18:48

Ok. La cosa strana però è che sono finita dietro a un commento che c’era già quando ho caricato la pagina.

#41 Comment By Fabrizio On 26 giugno 2008 @ 18:48

@ gamberetta:
puro confronto di opinioni? Comunque il ritorno non è detto che debba essere direttamente monetario. Può essere un puro fattore di ego. Basta anche vedere l’exploit di blogger come http://www.oltreinfinito.blogspot.com

@ Tuareg:
sono assolutamente d’accordo. Essendo questo ciò che passa il convento, non si può fare altro che vedere le case editrici crearsi – man mano – degli standard qualitativi in base ai movimenti dei lettori e del mercato.
Anche questo è un’ulteriore aspetto positivo.

Fab

#42 Comment By Tuareg On 26 giugno 2008 @ 18:53

Oppure può darsi che preferiscano abbassarli, gli standard qualitativi. Mi sembri un seguace della teoria dello sviluppo infinito e del progresso inevitabile. La storia di ha già dato torto una moltitudine di volte… Ti segnalo anche che spesso fai confusione quando usi gli apostrofi e l’articolo un-una.

#43 Comment By gugand On 26 giugno 2008 @ 19:06

Una bellissima wikipedia sui luoghi comuni e cavolate varie che si vedono nei film o si leggono nei romanzi.
Prima di criticare le parole di gamberetta fate un salto qui:
http://tvtropes.org/
Partendo (poi magari seguite i link per farvi 2 risate) dalla logica del frigorifero (o meglio a mente fredda) che da sola e’ sufficiente per capire che le critiche di Gamberetta rientrano in questo discorso.
Per chi non ha voglia o tempo di leggere la riassumo in due righe:
Quando si distoglie l’attenzione al racconto o al film che si sta guardando o leggendo (magari per andare a prendersi una birra in frigo :) ) si pensa a quello che si e’ letto o visto poco prima e in questi momenti ci si accorge delle boiate che li per li’ non erano state percepite.
La cosa che fa gamberetta viene meglio spiegata da questo articolo: wall banger e riassumibile nella citazione all’inizio dell’articolo.

Per farla breve se un racconto contiene elementi contenuti in questa wikipedia e non li usa bene e’ una vaccata.

#44 Comment By Fabrizio On 26 giugno 2008 @ 20:36

@ Tuareg:
abbassare gli standard qualitativi significa mettersi a novanta e tirar giù le braghe davanti alla concorrenza. E’ assolutamente inverosimile in un mercato. Chi dà vantaggio ad un avversario? Perchè mai dovrebbe rischiare di vendere di meno?
Piuttosto c’è il pericolo della sindrome di Amici. Un programma di bassa qualità con bassi costi e alto guadagno.
Cose che si son viste nel recente boom di film supereroistici ad hollywood. Ma la gente dimentica troppo in fretta che PRIMA i supereroi erano Adam West e Burt Ward in pigiama. E che Tim Burton non è stato un caso così comune.

Adesso, per quanti siano i prodotti senza una qualità altissima, esiste un fenomeno di costume. Che porta stilisti come Armani ad organizzare mostre a tema al MOMA di New York.

Non credo che la storia mi abbia dato torto fino ad ora.

@ gugand:
non sto dicendo che gamberetta prenda solo svarioni. E sono convinto dell’utilità del sito che hai segnalato. Sto dicendo che un blog fatto quasi esclusivamente di stroncature ti fa porre qualche domanda.
Specialmente se un romanzo è giudicato dalla percentuale di pianti!!!
Insomma, sembra che più che un gambero si tratti di uno stercorario.

Io non credo che il fantasy italiano pubblicato finora dopo il boom Troisi sia tutto una merda.
Poi, se gamberetta vuole far credere che i lettori di tali volumi sono tutti degli idioti cerebrolesi, è una sua interpretazione. Ma anche i cerebrolesi hanno diritto alle loro letture…

#45 Comment By Loreley On 26 giugno 2008 @ 21:16

L’incipit della Strazzulla non piace neanche un po’, e gli altri stralci che ho letto mi hanno fatto rabbrividire, a essere onesta. Ma confesso che già dal principio non avevo granché intenzione di leggerla (ma di leggere la recensione di Gamberetta sì!) ;)

@Fabrizio: a me sembra invece che ci sia un generale accanimento da parte dei frequentatori del blog nei confronti delle stroncature di Gamberetta (basta vedere il numero dei commenti alle recensioni negative e i commenti agli articoli più “neutri”), e la cosa porta più visibilità a quegli articoli piuttosto che ad altri, facendo pensare che si punti alla critica e basta. Poi è ovvio che critiche e stroncature attirano di più le lodi e in parte spiegherebbero il numero delle visite, ma se il blog si occupa prevalentemente di fantasy italiano e ciò che legge non le piace non c’è ragione per cui non dovrebbe dirlo. Mi sembra scontato. Il “vasto” pubblico è una conseguenza, ma buon per lei.
Se la si vuole criticare credo abbia più senso commentare le sue opinioni piuttosto che le presunte “macchinazioni” per aumentare il numero delle visite.

#46 Comment By gugand On 26 giugno 2008 @ 21:23

@Fabrizio
Veramente non credo che chi legga ed apprezzi la Troisi o tante altre vaccate siano stupidi, ma spesso mancano di occhio allenato alla ricerca degli errori. Tanta gente guarda le cose senza spirito di osservazione, per loro scelta perche’ vogliono spegnere il cervello ed hanno tutto il diritto di farlo perche’ e’ anche giusto avere un momento di pausa dallo stress che la vita comporta.
Il problema e’ che questa fetta di popolazione e’ quella a cui l’editoria punta (vedi Gli ascoltatori sono idioti su quella wikipedia citata prima).
Questo lo fanno per un semplice motivo, e’ piu’ facile e veloce fare qualcosa apprezzato da chi non ha pretese.
Le stroncature vengono fatte apposta da chi, come gamberetta, chiede che il prodotto pagato sia curato. Spesso ci sono errori che chiunque puo’ vedere, altre volte bisogna fare un po’ piu’ attenzione, ma non si puo’ non farle notare.
E’ una questione anche di principio.
Come ho detto in un altro commento il libro e un po’ tutte le produzioni intellettuali sono tra i pochi prodotti commerciali privi di qualsiasi garanzia di qualita’.
Se si notano delle incoerenze nella trama che mi rovinano il racconto perche’ lo fa perdere di credibilita’ non vengo ne’ risarcito ne’ frega a qualcuno, ormai il libro l’ho comprato. Stessa cosa se trovo errori di battitura, grammaticali, logici o altri tipi di errore.
Se compri un apparecchio qualunque e lo trovi rovinato o guasto corri subito dal rivenditore e cerchi di fartelo o sostituire o riparare, finche’ sei nel periodo di garanzia, perche’ non pretendere la stessa cosa su prodotti “artistici”?
Io pago con soldi buoni e voglio un prodotto altrettanto buono.

#47 Comment By Fabrizio On 26 giugno 2008 @ 23:10

Premetto che l’ultima frase del tuo commento è sacra e santa.
Tuttavia probabilmente cambiano i modi di fruizione in base alle tipologie di lettori.
Non credo che sia da standardizzare per forza un prodotto sull’idea de “gli ascoltatori sono idioti”, ma nemmeno esagerare su “gli ascoltatori sono geni”.
Il fatto che molti lettori si leggano con relax i suddetti libri, senza usare per forza tutti i propri “chunk” di attenzione, non significa che spengano il cervello e si lascino prendere per il culo.
Diciamo che aumentano la soglia di incredulità, senza fare troppo caso ai particolari, ma lasciandosi trasportare dalla narrazione. Un flusso che alle volte può cedere alle omissioni o alle incoerenze, ma che non lascia inappagato il lettore medio.

E questo è il caso di Licia Troisi, a mio parere. Che non crea un’ambientazione approfodita come un Tolkien, ma usa un set con le case di cartapesta, perchè quello che più le preme è un’altra cosa.
E così i lettori più esigenti – anche se io direi più “fissati” – storcono il naso perchè il “braccio” nel mondo reale è una misura che manda tutto fuori scala. Mentre nel Mondo Emerso misura circa un metro, come un braccio vero, e allora tutto torna.
Oppure tutti i vari piagnini che il lettore meno puntiglioso recepisce come un “unicum” di un personaggio e non come qualcosa di così importante e ridicolo.

Per l’incipit, convengo che quello della Strazzula non acchiappa il lettore come gli altri. Ma non avendo letto il resto, non saprei dire se questo abbia un senso nell’architettura del romanzo.
Bisogna davvero studiare gli incipit per venire in contro a chi scarica illegalmente copie elettroniche dei libri?
Insomma, bisogna davvero andare incontro ad una blogger “figlia-di-papà” che spende i soldi per un lettore e-book avveniristico, ma scarica libri illegalmente? Mi chiedo se questa blogger sarà felice, una volta diventata una rinomata regista, che i suoi spettatori guardino i suoi film a sbafo.
E magari li critichino pure, facendo finta che lo si fa “per principio”…

Fab

#48 Comment By Carraronan On 27 giugno 2008 @ 09:49

Comunque, tornando IT, ho provato a leggere un po’ il libro della Strazzulla e mi ha fatto un’impressione molto peggiore di “Nihal della Terra del Vento”. Manca del tutto della vitalità e della semplicità (e del personaggio cardine) che ha fatto del primo libro di Licia Troisi un successo tra i giovanissimi.

Non so quanto venderà o quanto dovrà vendere per raggiungere il Break Even point (che di certo non saranno la classiche 3000 copie!) con tutta la pubblicità e altri costi sostenuti, ma la Strazzulla con questa premessa non mi pare proprio una nuova Troisi.

PS: nell’altro blog il mio commento risulta ancora in “Attesa di Approvazione” seppure un commento successivo sia stato accettato già… boh… misteri della vita.

#49 Comment By Morea On 27 giugno 2008 @ 12:34

@Angra:

ma davvero hanno pubblicato questa roba? Una volta si diceva “vabbe’, gliel’hanno riscritto gli editor”, qui è chiaro invece che gli editor non l’hanno nemmeno guardato…

Ma no!! Era un mio sviluppo sarcastico del commento che Gamberetta aveva fatto sulle prime pagine de “Gli eroi del Crepuscolo”, precisamente questo ( se ho ben capito, comunque, non è molto distante dal testo ufficiale…o_0):

Invece d’immaginarmi la storia, m’immaginavo la Strazzulla che esce da un cinema, dopo aver visto Il Signore degli Anelli o Guerre Stellari, e zampetta felice verso casa, mentre nella testa compone una bella fanfiction nella quale Han Solo e Aragorn si fanno il bagno assieme sommersi dalla schiuma.
Siamo a quel livello, anzi forse sono generosa

Tornando alla questione metri-altezza-torre-Troisi-Nihal, direi che errori del genere sono orridi ed esecrabili, ma considerato l’andamento generale della saga sono quasi il male minore. Denotano comunque una pochezza professionale e artistica che spaventa: ti fa temere che la pubblicità eserciti un controllo mentale tale, da spingere migliaia di persone a considerare un lavoro “non proprio brillante” come un capolavoro. Che anche la “merda” possa essere venduta per oro se bell’infiocchettata?!
E non mi riferisco necessariamente ai (soli) romanzi della Troisi…

P.S.:considerate le dimostrazioni, seppur misere, che una laureata in astrofisica dimostra delle sue competenze, la mia fiducia nelle università italiane sprofonda irrimediabilemente dallo “scarsa” alla “inesistente”. ^__^

#50 Comment By Clio On 27 giugno 2008 @ 22:42

A Fabrizio

Insomma, all’interno dell’onda, che comunque esiste, mi pare che tutti abbiano un motivo per sostenere o criticare gli scritti di Licia. Ma gli indifferenti sono ben pochi. Già solo questo dà un’idea del valore del suo lavoro.

Non puoi restare indifferente quando vedi un colosso che dovrebbe proporre i migliori esempi di letteratura contemporanea presentarti come magnifica un’opera insulsa. Se a La tour d’argent chiedi la spechialità della chef e ti portano “spaghettì alla bologneees” scotti protesti, ma non perchè la roba abbia valore in sè, anzi!
Il libri della Troisi sono, nel migliore dei casi, romanzetti. Ora, se me li presentassero come tascabili a 3 euro l’uno, sarebbero romanzetti divertenti, se me li spacciano come capolavori, sono baggianate insulse. Inoltre io penso che ci siano molti scrittori più avvincenti e bravi che vengono ignorati.
Non faccio una questione di età, per me uno può scrivere un capolavoro anche a quindici anni, lo vedo difficile ma non impossibile. Autrement dit, credo che l’erà dello scrittore sia ininfluente, un libro lo si deve giudicare per quel che c’è scritto, l’autore deve destare un interesse secondario.

#51 Comment By Clio On 27 giugno 2008 @ 23:34

A Fabrizio

ma per quale masochistico motivo gli editor dovrebbero farsi maciullare le balle dalle vostre “chele” (!), proponendo romanzetti, quando fuori è pieno di autori validissimi che stanno sotto nascosti sotto le pietre come le scolopendre.

Voilà la bonne question, non lo so! Tuttavia sono sicura che ci siano decine di libri non editi migliori di quelli della Troisi (per la legge della probabilità). Penso che dipenda dal fattore GdR. I libri della Troisi non sono documentati, non sono originali, sono gemmazioni da banali GdR, e la banalità vende di sicuro. Un autore più originale e fantasioso è una scommessa, potrebbe piacere come no, invece un romanzetto banale, se pubblicizzato a dovere, vende per forza.

E’ colpa di Licia Troisi, che ha assassinato il fantasy e ha incantato tutti gli scrittori migliori di lei.
E’ una strega! BRUCIAMOLA!!!

Relax, realx, non è colpa sua se il fantasy italiano è ridotto come è ridotto. La colpa è degli editori che pubblicano baggianate presentandole come opere eccezionali (della serie, la colpa è di chia spara, non della pistola in sé). Come ho già detto, il problema non è che vendono romanzetti, il problema è che te li spacciano per caplavori. E’ come quando i venditori ambulanti vogliono rifilarti alluminio per argento: sono disonesti e ipocriti.

#52 Comment By Fabrizio On 28 giugno 2008 @ 11:51

Ritorno in topic, non potendo rispondere a tutti in un’unico commento.

Gli aspetti che io sto contestando a Gamberetta sono due.

Primo punto.

Gamberetta spende tempo ed energie per fare post di buon livello dal contenuto saggistico sulla narrativa di genere. Bene.
Pubblica una “carta” per spiegare le modalità di valutazione delle sue recensioni, mettendo schiettezza e sincerità come valori massimi. Ottimo.
Poi…
Poi stronca ciclicamente quasi tutto quello che le capita sotto mano, dimenticandosi delle sue premesse e utilizzando appigli che, come ha già ben spiegato Carlo, fotterebbero pure Shakespear.
Insomma, fa di tutta l’erba un fascio.
Già qui si potrebbe disquisire per secoli sulla validità intrinseca ( caro wewec ) delle recensioni di Gamberetta. Se non mantieni un equilibrio e una lucidità, di che aiuto sei per i lettori?
In più, se fornisci premesse di valutazione che poi ti dimentichi, la famosa sincerità dove va a finire? Oppure coerenza e sincerità non sono legate in un testo?
Ma io non mi fermo qui. Vado oltre.
Io mi chiedo perchè Gamberetta usi questa linea editoriale.
Se le ragioni della nostra cara blogger fossero semplicemente il disappunto nei confronti dei romanzi di Troisi & Co, non farebbe un servizio migliore ai lettori – ed una protesta più effcace – attraverso delle recensioni obiettive?
Se lei rispondesse con un testo di qualità, autori ed editor dovrebbero muoversi di conseguenza.
A tutto vantaggio dei lettori, degli acquisti fatti bene e del genere fantasy.
INVECE NO.
Gamberetta puntualmente costruisce i suoi mirabolanti e furiosi siparietti. Sceglie un DETERMINATO tono per rivolgersi ai suoi lettori.
E questi ultimi la premiano per questo.
Perchè?
La risposta è un cane che si morde la coda. PERCHè i suoi lettori la premiano per questo.
Gamberetta è tutto fuorchè una cretina. Anzi, è un’ adolescente molto più furba della media. Abbastanza scafata sulle nuove tecnologie. In più è una blogger.
E tutti i blogger sono a caccia di attenzioni, nessuno escluso.
Gamberetta sa che quella linea editoriale premia le sue visite ed il suo ego. Sa che la maggioranza dei suoi lettori sono ex master falliti che vorrebbero pubblicare le loro storie e invidiano la Troisi. Sa che tasti premere.
Non solo. Gamberetta sa che i fan della Troisi sono tanti. Alcuni rissosi, come in ogni buona community che si rispetti. Attraverso queste polemiche, Gamberetta sa di poter far vivere il suo blog a lungo, le basta essere sempre più “cattiva” nei suoi giudizi.
Ha trovato il moto perpetuo della popolarità via blog.
Tanto che ormai su Fantasy Magazine è diventata un personaggio…

Se Gamberetta preferisce compiacere determinati lettori, invece che essere lucida, equilibrata e obiettiva, dove sono sincerità e schiettezza?
Se anche lei ha un tornaconto editoriale, seppur non monetario, dov’è la differenza con gli editori? Loro vendono i loro libri, lei “vende” il suo blog.
Voi siete le pecore che credete alle sue panzane e in realtà vi affidate semplicemente ad un altro che vi prenda in giro…

Oppure c’è un’altra spiegazione. Che Gamberetta, nel turbinio dell’adolescenza, abbia degli ormoni grandi come rotweiler che causano la sua furia. Allora, nel momento in cui si troverà un ragazzo, dovrete dire addio alle sue recensioni…

Punto Secondo.

Scrivere che gli incipit saranno sempre più importanti perchè dovranno essere utili a chi scarica i libri illegalmente è una stronzata colossale.
Specialmente da una “figlia-di-papà” con tanto di e-book reader da 400 euro, sbandierato ai quattro venti.
Non voglio fare il bacchettone contro chi scarica. Lungi da me.
Nemmeno contro i figli-di-papà, che sono sempre molto esilaranti nei loro viziati deliri di onnipotenza.
Tuttavia, in un blog che posta per “educare” lettori e futuri autori su come si faccia fiction, dire che il target del futuro è il pirata della rete mi sembra una boiata fuori scala.
E tanti saluti a chi difende il genere fantasy.
Se Gamberetta è tanto appassionata alla narrativa fantastica – che per ora fonda le sue basi sulle case editrici, inutile negarlo – perchè non suggerisce e-book fantasy interessanti, legalmente scaricabili?

Attualmente Gamberetta si meriterebbe la finanza a casa…

E vedrete che quando sceneggerà o dirigerà un film, cambierà idea sui diritti d’autore…

Aggiungerei infine che il vostro caro Idolo Sottomarino non ha risposto ad una di tali questioni. Chi tace, acconsente

Fab

#53 Comment By Gamberetta On 28 giugno 2008 @ 13:30

Ho appena finito di leggere Gli Eroi del Crepuscolo. La recensione sarà pronta per la fine di settimana prossima (spero).

#54 Comment By wewec On 28 giugno 2008 @ 14:09

@ Fabrizio.
Sono dispiaciuto che tu mi consideri stupido al punto da accettare in toto le opinioni di Gamberetta senza anteporvi alcun filtro critico: non mi è mai capitato di leggere un suo articolo prendendolo per buono unicamente in quanto scritto da lei, né tanto meno di condividerlo completamente.
Comunque ti assicuro che non mi faccio scoraggiare dal comprare un libro per il voto datogli o per il tono usato, ma decido con la mia testa se le critiche avanzate sono sensate e sufficienti a farne un’opera scadente, fregandomene dei rancori personali di chi scrive e dei motivi che lo spingono a recensire: se le pecche trovate sono serie le valuto in quanto tali, se sono delle cazzate ci rido su e le ignoro, che siano obbiettive o meno.
Poi riguardo allo scaricare illegalmente sono d’accordo con te: il discorso sul boicottare l’editoria è una boiata e chi se ne ammanta per nobilitare la pirateria resta comunque un volgare ladro, né più né meno di chi ruba un libro dallo scaffale.

#55 Comment By alice On 28 giugno 2008 @ 14:55

Poi volevo chiedere a tutti una cosa… Ma scaricare da internet un e-book non equivale a prendere in prestito un libro dalla biblioteca?
Insomma, l’autore non guadagna una lira in entrambi i casi.
Sì, lo so che l’e-book rimane sul pc, ma secondo me è solo un dettaglio. Tra i due non c’è poi tutta questa differenza…

#56 Comment By Fabrizio On 28 giugno 2008 @ 16:34

@ Stefano:

Un’ultima cosa: visto che hai attribuito ad altri scopi reconditi… e non mi sembra poi tanto grave voler ottenere un po’ di notorietà,

Infatti Gamberetta non ha minimamente smentito la cosa.

Quali sono gli scopi che ti muovono nel voler intervenire in un blog pieno di “master falliti e invidiosi”?

Vedere fino a che punto arrivano il fallimento e l’invidia? No, troppo cattivo.
In realtà io mostro semplicemente i punti non molto coerenti dei testi di una blogger.
Se una pensa di essere così figa da nuotare con gli squali, qualche morso se lo becca… E’ lo stesso principio che lei applica con i libri che recensisce.

E la tua indignazione raggiunge lo stesso livello quando frequenti forum gestiti da una casa editrice?

Frequento due soli forum, neanche spessissimo. Entrambi non si occupano direttamente di fantasy e non sono legati a case editrici.

il tuo ragionamento fa acqua:

L’acqua è un bene prezioso, ma non è presente nei miei commenti, sorry.

@ Alice:

non ci affidiamo del tutto alle recensioni di Gamberetta

Meno male! :D

scaricare da internet un e-book non equivale a prendere in prestito un libro dalla biblioteca?

Le biblioteche acquistano i volumi che offrono al pubblico.
In compenso l’e-book resta nel tuo pc. Virtualmente è tuo, ormai. Puoi usufruirne quanto vuoi. Come la musica o i film.
E’ una questione di diritto di autore.

Sono d’accordo che la differenza nell’utilizzo non è così grossa. In realtà i numeri sono abbastanza diversi e questo dovrebbe portare ad un cambiamento delle regole per i diritti. O ad offerte migliori di e-book online.

@ gugand:

La pubblicita’ plagia quando dice che arriva il “tanto atteso” romanzo “della nuova promessa del fantasy”.
Questo e’ plagio

No, non è un plagio. E’ uno slogan.

Sarebbe da mettere dentro chi dice certe fesserie

Di solito questa frase la uso a proposito di un certo Silvio, ma pare con scarsi risultati…

#57 Comment By Raimi On 28 giugno 2008 @ 17:03

Gamberetta:

Mai provato avviare un pò di gavetta in qualche periodico e/o proporre un adelle tue recensioni?
Perché leggendo il tuo messaggio secondo il quale annunci di aver terminato il libro della Strazzulla, dopo quanto si è già evinto in questo spazio, mi chiedo come tu sia in grado di sopportare qualcosa che ti fa schifo fino in fondo al solo scopo di inserirne la recensione su questo forum… il gioco non vale la candela, sarebbe come ingurgitare un cotechino stomachevole solo per descriverne tutti i suoi lati disgustosi.
Che pelo ragazzi..

alice scrive:
Poi volevo chiedere a tutti una cosa… Ma scaricare da internet un e-book non equivale a prendere in prestito un libro dalla biblioteca?
Insomma, l’autore non guadagna una lira in entrambi i casi.
Sì, lo so che l’e-book rimane sul pc, ma secondo me è solo un dettaglio. Tra i due non c’è poi tutta questa differenza

No direi che la differenza è bella grossa e lampante: Del libro in biblioteca ne usufruisci solo per la lettura sia tu che tutti gli altri, mentre scaricandolo da internet te ne appropri indebitamente e lo rendi riproducibile (anche se tra inchiostro e carta non ne val la pena, fai prima a comprartelo).

#58 Comment By Carlo On 28 giugno 2008 @ 17:14

Bravo Fabrizio, apprezzo molto i tuoi post. Su una cosa pero’ non concordo molto, cioe’ sullo scaricare i libri dalla rete. Alice osserva giustamente che non c’e’ molta differenza fra questo e prendere il libro in biblioteca. I monopoli non mi sono mai piaciuti, perche’ tendono ad abbassare la qualita’ del prodotto, e ad alzarne il prezzo (per me 20 euro per un libro e’ un furto). Quindi e’ un bene che esista una possibilita’ di fuga via rete (o via biblioteca, o via “prestami il libro”).

Non credo che il danno per l’autore sia poi cosi’ grande… dopotutto i romanzi della Troisi sono tutti scaricabili – e lo stesso ha venduto quasi un milione di copie. Questo e’ anche dovuto al fatto, forse, che la gente ama la carta: preferisce leggere tenendo un libro in mano, piuttosto che dallo schermo di un computer. Inoltre si ha come la sicurezza che il testo sia quello “vero” (magari la copia su rete e’ difettosa, o e’ stata scannata male, ecc.).

#59 Comment By Clio On 28 giugno 2008 @ 17:22

Ah, chiedo venia per il doppio post…
Gamberetta, aspetto con ansia la recensione degli Eroi del Crepuscolo! :)

#60 Comment By Carlo On 28 giugno 2008 @ 17:23

Raimi scrive (riguardo a biblioteca vs scaricare):

No direi che la differenza è bella grossa e lampante: Del libro in biblioteca ne usufruisci solo per la lettura sia tu che tutti gli altri, mentre scaricandolo da internet te ne appropri indebitamente e lo rendi riproducibile (anche se tra inchiostro e carta non ne val la pena, fai prima a comprartelo).

Ma anche il libro dalla biblioteca e’ riproducibile: basta fotocopiarlo. E anche il libro scaricato puo’ essere utilizzato solo per la lettura (e tu stesso dici che riprodurlo non ne varrebbe davvero la pena). Quindi dove sarebbe il problema?

Oltretutto, con la versione elettronica puoi fare un mucchio di cose divertenti: ad esempio, contare quante volte Licia Troisi usa “purtroppo”, e quante volte Dubhe piange per parola. Dati fondamentali, se alla fine vuoi decidere se il libro ti e’ piaciuto oppure no… ;-)

#61 Comment By Fabrizio On 28 giugno 2008 @ 18:15

@ Carlo:
attenzione, io non sono contrario, tanto che i miei disegni sul blog sono pubblicati su licenza Creative Commons. Semplicemente considero la situazione attuale sui diritti. In attesa di regole più soddisfacenti, mi attengo a quel che c’è.
Poi personalmente sono un cartofilo, ma questo è un altro discorso…

#62 Comment By wewec On 28 giugno 2008 @ 18:26

@ Fabrizio. La differenza fra la pubblicità delle case editrici e le recensioni di Gamberetta è che quest’ultime sono avvalorate da estratti commentati criticamente, mentre la pubblicità non è altro che un collage di marchette usate come merce di scambio, del tutto inutile per permettere di dare un giudizio ( come evidente nel caso specifico della Strazzulla, in cui si è arrivati addirittura a vendere il libro ancora incelofanato, impedendo persino di leggerne l’inpicit ).
@ Raimi. Vedilo come un servizio alla comunità: lei lo legge e da modo a noi di decidere se correre lo stesso il rischio o girare al largo.
Comunque la differenza fra il prendere un libro in biblioteca e lo scaricarlo illegalmente è che i libri vengono acquistati dalle biblioteche pubbliche con fondi statali, rendendo tutti liberi di usufruirne, mentre scaricarli illegalmente significa non pagare proprio nulla, rendendo la cosa un furto.

#63 Comment By alice On 28 giugno 2008 @ 20:29

Comunque la differenza fra il prendere un libro in biblioteca e lo scaricarlo illegalmente è che i libri vengono acquistati dalle biblioteche pubbliche con fondi statali, rendendo tutti liberi di usufruirne, mentre scaricarli illegalmente significa non pagare proprio nulla, rendendo la cosa un furto.

Giusto, ma la biblioteca acquista un solo libro letto da decine e decin di persone. L’autore viene danneggiato lo stesso e così anche la casa editrice: guadagna 20 euro piuttosto che 400. Non è roba da poco se tieni conto che ci sono migliaia di biblioteche in Italia.
Comunque sono una cartofila anch’io. L’e-book non mi attira per niente…

#64 Comment By Clio On 28 giugno 2008 @ 20:43

La biblioteca rende un servizio, perchè la cultura deve essere a portata di tutti nei limiti del possibile. Prendendo un libro alla biblioteca, oltre che a sfogare la “libridine” nel girare le pagine, sfrutti un servizio offerto dallo stato; scaricando un e-book continui a non pagare niente, ma sfrutti un settore non proprio regolare. Ovvio che ci sono dei vantaggi, ma preferisco restare nei limiti, senza contare che questa roba elettronica mi agita sempre. Sono come i boscagliosi della jungla, certi aggeggi all’avanguardia mi sgomentano ^_^ *torna a leggere le sue tavolette d’argilla*

#65 Comment By Carlo On 28 giugno 2008 @ 23:32

wewec scrive:

Comunque la differenza fra il prendere un libro in biblioteca e lo scaricarlo illegalmente è che i libri vengono acquistati dalle biblioteche pubbliche con fondi statali, rendendo tutti liberi di usufruirne, mentre scaricarli illegalmente significa non pagare proprio nulla, rendendo la cosa un furto.

Ma non mi sembra proprio che sia cosi’, wewec: i libri delle biblioteche sono pagati con fondi statali, e cioe’ con le nostre tasse. Io le tasse le ho pagate, quindi ho diritto di andare a prendere un libro in biblioteca per leggerlo. Non vedo perche’ non potrei a questo punto anche scaricarlo e leggerlo, visto che ho pagato. Pretendere che per leggerlo io debba per forza andare in biblioteca e’ pretestuoso, e se la legge dice questo, beh, e’ una legge stupida. La storia dell’umanita’ e’ sempre stata piena di leggi stupide, che grazie al progresso sono state superate (le donne che hanno tradito il marito, ad esempio, non si lapidano piu’).

Il progresso e’ stato possibile grazie al rispetto della legge, ma anche grazie alla sua violazione: per sapere di volta in volta cosa e’ giusto fare, occorre una dote abbastanza rara… il buon senso.

#66 Comment By vash On 29 giugno 2008 @ 09:17

@Carlo:
a mio parere non sono la stessa cosa lo scaricare o prendere in prestito un libro!Come avete detto tu e wewec i libri nelle nostre biblioteche sono stati prima pagati da contributi statali , mentre un libro scaricato non porta ad alcun introito per la casa editrice!
Che sia chiaro non sono qui a fare il moralista, perché ,n fondo in fondo ,anche io scarico. Sinceramente credo che se mai dovessi leggere gli eroi del crepuscolo lo scaricherò, perché l’idea che qualsiasi persona o ente pubblico vada a spendere 20 euro per un libro,anche di “modeste dimensioni” mi sembra una follia!!!!

#67 Comment By wewec On 29 giugno 2008 @ 10:59

@ Carlo. IMHO non puoi scaricarlo perchè hai pagato unicamente la copia presente in biblioteca, non quella pirata, il che la rende un furto ai danni dell’autore.
Poi sono d’accordo con il discorso generale su legge e buonsenso, non con la sua applicazione a questo caso specifico: non vedo perchè dovrebbe essere giusto usufruire del lavoro altrui senza pagare, né tanto meno come il nascondersi dietro alla cattiva editoria possa giustificarne l’atto.

#68 Comment By Spike On 29 giugno 2008 @ 12:40

@ Gamberetta: sarà un piacere leggerla! ^_^

Anche nella libreria vicino casa mia, le copie del libro di Miss Strazzulla sono tutte imbustate nel cellophane e non ho potuto sfogliarle… sinceramente non mi piace comprare libri a “scatola chiusa”, preferisco poterli sfogliare un po’, leggendo a caso qua e là, tanto per farmi un’idea e non poterne guardare solo la copertina!

Una nota sui prezzi dei libri: in realtà, il parametro interessante da valutare non è il prezzo in sé, nudo e crudo, ma il prezzo per pagina. Mi spiego: Gli eroi del crepuscolo sono un tomo di 772 pagine con un prezzo di copertina di 20 euro. Quindi, 0.0259 euro per pagina. Per fare un confronto, l’ultimo della signora Troisi – la ragazza drago ha un prezzo di copertina di 17 euro e consta di 343 pagine. Ergo, ha un prezzo per pagina molto più alto: 0.0459 euro per pagina, quasi il doppio di quello della Strazzulla. Già il primo libro della signora Troisi – Nihal della terra del vento - aveva un prezzo più alto di quello proposto per la Strazzulla: il prezzo di copertina era 16 euro e le pagine 380 che danno un costo di 0.0421 euro per pagina. I libri citati sono tutti e tre rilegati (non ha senso paragonare le edizioni in brossura con quelle rilegate perché anche il diverso tipo di copertina incide sul prezzo).

#69 Comment By Fabrizio On 29 giugno 2008 @ 16:47

Aprirei una mini-riflessione sul fatto che fumetti e fantasy sono quasi gli unici campi dell’editoria in cui la gente si lamenta puntualmente del prezzo di copertina.
La discussione è legittima, per carità.
La cosa che però mi fa sorridere è che il prezzo di copertina non viene mai messo in croce per le cagate che scrivono, chessò, Bruno Vespa, Giuliano Ferrara o Emilio Fede.
Perchè sono autori considerati “seeeeeeeriiiii” (mi è venuta una fitta alla mano, durante la digitazione).

Sono l’unico a trovare la cosa straniante? :P

Fab

#70 Comment By Clio On 29 giugno 2008 @ 16:56

A Fabrizio

La cosa che però mi fa sorridere è che il prezzo di copertina non viene mai messo in croce per le cagate che scrivono, chessò, Bruno Vespa, Giuliano Ferrara o Emilio Fede.

Non so se la gente si lamenta anche di quello o meno. Io non me ne lamento perchè non li leggo (la carta igienica è più interessante, trovo, e molto più utile…).
Per conto mio trovo scandaloso che un saggio di Lecouteux mi costi 20 € circa, come il libro della Strazzulla (o altri romanzetti fantasy, più o meno si gravita sempre 15-20 €). 20 € è già tanto per un saggio, che fate, mi spacciate un romanzetto allo stesso prezzo?

#71 Comment By Andrew On 29 giugno 2008 @ 17:36

Ho scaricato l’ebook, ho letto qualcosina qua e là e nel complesso sono stupito: quando la Strazzulla parlava di “sfigati che salvano il mondo” io mi immaginavo qualcosa come uno gnomo basso, brutto e con voce nasale… sono un illuso, sì.
Aspetto la recensione, non c’ho proprio voglia di continuare a leggere.

#72 Comment By Carlo On 30 giugno 2008 @ 00:34

vash scrive:

a mio parere non sono la stessa cosa lo scaricare o prendere in prestito un libro! Come avete detto tu e wewec i libri nelle nostre biblioteche sono stati prima pagati da contributi statali , mentre un libro scaricato non porta ad alcun introito per la casa editrice!

Ma i libri sono stati acquistati in ogni caso, dalla biblioteca, quindi la casa editrice non ha perso proprio nulla.

Che sia chiaro non sono qui a fare il moralista, perché ,n fondo in fondo ,anche io scarico. Sinceramente credo che se mai dovessi leggere gli eroi del crepuscolo lo scaricherò, perché l’idea che qualsiasi persona o ente pubblico vada a spendere 20 euro per un libro,anche di “modeste dimensioni” mi sembra una follia!!!!

E dunque sei d’accordo con me… solo che ti eccita pensare di essere un criminale? :-)

#73 Comment By Carlo On 30 giugno 2008 @ 00:41

wewec scrive:

IMHO non puoi scaricarlo perchè hai pagato unicamente la copia presente in biblioteca, non quella pirata, il che la rende un furto ai danni dell’autore.

E se invece di scaricarlo vado alla biblioteca, l’autore ci guadagna?

Poi sono d’accordo con il discorso generale su legge e buonsenso, non con la sua applicazione a questo caso specifico: non vedo perchè dovrebbe essere giusto usufruire del lavoro altrui senza pagare, né tanto meno come il nascondersi dietro alla cattiva editoria possa giustificarne l’atto.

Ma la Troisi ha venduto un milione di copie solo in Italia, sebbene sia possibile scaricare da internet tutti i suoi romanzi. I libri si vendono lo stesso, perche’ sono belli, perche’ alla gente piace “la carta”, eccetera. Il “furto” all’autore proprio non esiste: le copie (fatte da chi soldi ne ha pochi) si fanno almeno da quarant’anni, da quando hanno inventato le fotocopiatrici e i registratori, e questo non ha mai fatto fallire le case editrici e le case discografiche. E copiare un disco in cassetta era considerato legale, fino a dieci anni fa, se limitato a uso privato! “Pirateria”, una volta, significava COPIARE PER VENDERE. L’attuale paranoia della copyright non e’ mai esistita in tutta la storia umana – solo oggi e’ proibitissimo copiare, e ti promettono la galera se ti scoprono. Questo succede non tanto per proteggere “l’autore”, ma per proteggere le case editrici, CHE SONO LE SOLE COLPEVOLI DI FURTO, VENDENDO UN LIBRO A VENTI EURO! Quanti di questi 20 euro vanno all’autore? A me piacerebbe pagare un libro 5 euro, e dare tutti i soldi all’autore. Con le attuali tecnologie sarebbe possibilissimo – ma credi che lo vogliano permettere? Sappiamo come fare auto elettriche, o all’idrogeno, ma non si fanno perche’ le compagnie petrolifere non amano molto l’idea. E le leggi le fanno le case petrolifere e le case editrici (e quelli che hanno i soldi e vogliono continuare ad averli ) – non lo sapevi?

#74 Comment By wewec On 30 giugno 2008 @ 10:09

@ Carlo. Certo, la biblioteca acquista le copie che presta.
Comunque cosa cambia se i libri vendono lo stesso? Rubare ad un ricco rende forse il furto meno grave o più nobile? Anche a me piacerebbe prendere libri e CD a 5 euro ( cosa che so essere fattibile ), ma non per questo ho il diritto di rubarli per poi sentirmi un rivoluzionario: se volessi veramente oppormi ad un sistema che ritengo sbagliato rinuncerei a prendere libri e CD cercando di convincere altri a fare lo stesso, non mi metterei a rubarli per poi proclamarmi robin hood dell’editoria. Oppure, utopicamente parlando, scaricherei il libro e invierei i soldi direttamente all’autore: illegale ma almeno corretto.

#75 Comment By Carlo On 30 giugno 2008 @ 10:29

wewec scrive:

Certo, la biblioteca acquista le copie che presta.
Comunque cosa cambia se i libri vendono lo stesso? Rubare ad un ricco rende forse il furto meno grave o più nobile?

Se il ricco si e’ arricchito rubando, beh, si’ (ripeto, un libro a 20 euro e’ un furto – commesso non dall’autore, ma dalla casa editrice – che si basa sul monopolio della copia di un libro).

Anche a me piacerebbe prendere libri e CD a 5 euro ( cosa che so essere fattibile ), ma non per questo ho il diritto di rubarli per poi sentirmi un rivoluzionario:

Per inciso: io non scarico, non ne ho bisogno, i soldi per me non sono un problema, e non riesco a fare a meno della carta (odio leggere un libro da uno schermo). Quello che sto dicendo qui e’ che non mi piace un mondo dove alcuni hanno “il diritto” di rubare, e altri invece no.

se volessi veramente oppormi ad un sistema che ritengo sbagliato rinuncerei a prendere libri e CD cercando di convincere altri a fare lo stesso, non mi metterei a rubarli per poi proclamarmi robin hood dell’editoria.

Il punto fondamentale che ho fatto, e al quale non rispondi, e’ che questa legge, fatta per proteggere un monopolio (voglio dire… lo sappiamo, ormai, che nel mercato editoriale non esiste quasi piu’ competizione), e’ una novita’. Fino a pochissimo tempo fa copiare non era un reato, punto. E quando i ricchi tentano di sfuggire al giudizio del mercato andando a pagare i politici per farsi fare leggi ad hoc che li proteggano dalla competizione, allora e’ giusto combatterli, gia’, proprio cosi’. La tecnologia che abbiamo ci permetterebbe di avere tutta la letteratura, tutta la musica, tutta l’arte on-line, accessibile a chiunque, (sia in input che in output), istantaneamente: e questa sarebbe una cosa indubbiamente positiva per la diffusione della cultura (o ti aspetti che te la offra la TV, la cultura?). Inoltre si avrebbe a che fare direttamente con l’autore, senza intermediari, a un costo talmente ridicolo che chiunque sarebbe disposto a pagarlo (quando si scarica dalla pagina dell’autore si ha la garanzia che il testo e’ integro, ed e’ questo che si paga). L’autore farebbe soldi comunque – gli unici a non farli piu’ sarebbero le case editrici).

Oppure, utopicamente parlando, scaricherei il libro e invierei i soldi direttamente all’autore: illegale ma almeno corretto.

Ma certo.

#76 Comment By Fabrizio On 30 giugno 2008 @ 11:43

20 € è già tanto per un saggio, che fate, mi spacciate un romanzetto allo stesso prezzo?

E’ deduttivamente certo che alla Einaudi credano nelle capacità della Strazzulla.
E’ anche una questione di costo del prodotto editoriale, inteso materialmente come oggetto industriale.
Personalmente trovo interessante e saggia la forma editoriale utilizzata per Bryan di Boscoquieto. Bella copertina (anche se la Strazzulla dalla sua ha Massimiliano Frezzato, ’nuff said! ;) e un prezzo assolutamente competitivo.
C’è da dire che la Newton ha una grossa esperienza in fatto di narrativa di genere e pubblicazioni economiche.
Ho visto ieri a fnac un libro di vampiri che mi sembrava la banalità della banalità in fatto di succhiasangue. Ma la veste editoriale dava al lettore un oggetto raffinato, con copertina nera lucida e pagine colorate “di taglio” con un rosso abbacinante.
Avessi ceduto al feticismo, avrei potuto comprarlo solo per rendere omaggio al graphic design, senza leggere una parola.
Se ci penso ho ancora lussuriosi brividi progettuali che mi scorrono lungo la schiena!

Per il resto, quando ero ragazzino, avevo pochi soldi in tasca e cercavo un bel fantasy, mi fiondavo su Lupo Solitario, che sta venendo ristampato di questi tempi.
Mi piacerebbe vedere la Gamberetta, con la sua compulsiva pazienza certosina, nel cimentarsi in una recensione di tale esempio di narrazione interattiva.
Al momento ancora insuperata…

#77 Comment By wewec On 30 giugno 2008 @ 16:27

@ Carlo.
Calma, non sto dicendo che le attuali leggi di mercato non siano ingiuste, ma solo che rimangono pur sempre delle leggi: certo, è scandaloso che la cultura in Italia sia monopolio di un pappone che si arroga il diritto di imporre prezzi assurdi a quella che dovrebbe essere un bene di prima di necessità, ma ciò non toglie che questa pazzia vada combattuta acquistando con metodi alternativi, non rubando. Riassumendo, concordo in pieno con te sull’ingiustizia del sistema editoriale, un po’ meno sul come combatterla: un modo a mio parere corretto per usare i download pirata è scaricare liberamente, acquistando il materiale ritenuto interessante e cancellando il resto, senza che nessuno possa influire subdolamente sulla mia scelta.

@ Fabrizio.
A proposito di Lupo Solitario, hai visto che recentemente l’Armenia ne ha stampato i libri in versione riveduta ed ampliata?

#78 Comment By Fabrizio On 30 giugno 2008 @ 17:42

Visto che stiamo parlando di e-book e Lupo Solitario,
propongo questo simpatico sito

Tutta la simpatica carriera del Kai Lord in formato e-book. Resa disponibile con particolare licenza da Joe Dever himself.
Così Gamberetta non deve nemmeno faticare per cercarseli sul Mulo, poradonna. E può dedicarsi al solito conteggio parole >:D

E poi non dite che sono cattivo…

#79 Comment By Fabrizio On 1 luglio 2008 @ 16:45

Linko una discussione turbolenta sul forum di Comicus.
parla di Unità Speciale, nuova uscita di Eura realizzata con l’Arma dei Carabinieri.
Un progetto commercialmente molto solido, ma – a mio parere – povero per testi e disegni.

http://comicus.forumfree.org/index.php?&showtopic=50145&st=210

Perchè la inserisco? Perchè tra i vari interventi, quello del lucido editore Alessandro Bottero offre uno spunto di confronto interessante tra la critica “colta” e quella “de noantri”.
E’ un parallelo sensato per l’eterna discussione sui metri di giudizio per gli incipit e per le recensioni di questo blog.

Gamberè, se mi cancelli chissene…

#80 Comment By Carlo On 1 luglio 2008 @ 20:01

GRANDE Fabrizio, e GRANDE Alessandro Bottero!
(Gamberetta, datti da fare, spostami nella fogna, svelta!)

#81 Comment By gugand On 1 luglio 2008 @ 20:05

E’ la versione riassunta e “versione fumetti” dell’articolo “riassunto delle puntate precedenti” di gamberetta.

C’e’ sempre un perche’ qualcuno considera qualcosa brutto, e’ molto piu’ difficile spiegare perche’ si considera qualcosa bello.
Cio’ che e’ difetto per qualcuno potrebbe essere insignificante per altri (finestra-finestrella).

#82 Comment By Carlo On 1 luglio 2008 @ 22:37

gugand scrive:

C’e’ sempre un perche’ qualcuno considera qualcosa brutto, e’ molto piu’ difficile spiegare perche’ si considera qualcosa bello.

Gamberetta parlave di spiegare perche’ si considera qualcosa brutto.

Cio’ che e’ difetto per qualcuno potrebbe essere insignificante per altri (finestra-finestrella).

E sono gli altri che se la godono…

#83 Comment By Leekanh On 1 luglio 2008 @ 22:52

Ciao Gamberetta! Sono capitato sul blog per caso un paio di mesi fa, e mi pare giusto inserire qualche commento, ora!
Ho dato un occhiata al link della discussione su “Unità Speciale”, però sinceramente non ci vedo parallelismi con la situazione di questo blog… Gamberetta è una delle poche persone (per di più giovani) che riesce a porre le sue opinioni in modo sincero e argomentando; ora, non centra nulla il fine, il perché, ma a me interessa piuttosto il come. Se anche lo facesse solo perché vuole attenzione, beh che c’è di male? Ho sempre sostenuto che i blog servono proprio a questo, il punto è che se lo fa lo fa bene ed in modo corretto, non si mette a sparare a zero per partito preso, se scrive una recensione prima legge tutto il libro e lo sviscera ben bene.
Io mi diverto molto a vedere i commenti di chi “difende” un libro stroncato (oltretutto non è vero che stronca tutti i libri, alcuni hanno recensioni positive, ma se i libri italiani sono brutti… Eh, sono brutti, c’è poco da fare, colpa nostra che li compriamo e facciamo andare avanti la barca!) perché fino ad ora non ho visto una linea difensiva che portasse argomentazioni almeno pari a quelle che porta Gamberetta! La maggior parte non sono nemmeno difese al libro in se, quanto un tentativo di difendere il libro screditando il recensore! Cioè, non è tanto il libro che è bello, ma piuttosto Cameretta che è sciocca perché ha calcolato che la Troisi ha scritto in 300 pagine 87 volte la parola “piuttosto”, quindi la recensione non è attendibile… E perché? Dov’è il nesso? Cioè un attimo, non ha nemmeno scritto una cosa sbagliata, la Troisi ha davvero scritto 87 volte la parola “piuttosto”, per ben 3 volte nel giro di un paio di righe tra l’altro! Questo è palesemente un errore! Come si può basare una linea difensiva partendo da presupposti del genere? Gamberetta ha detto una cosa sacrosanta, è stata fin troppo capillare? Forse, ma questo non toglie che sia un errore, anche piuttosto grave (ah! Piuttosto!), con questo è possibile al massimo dire che Gamberetta è molto capillare nel lavoro che fa… Oh… Beh… Si in effetti questo è molto sbagliato, per fortuna che in Italia ce ne è poca di gente di questo tipo, perchè altrimenti chissà dove finiremmo! Idem se calcola le volte in cui Dubhe piange nel corso del libro, lo dice sia per avvalorare la tesi dell’eroina piagnona, sia ovviamente per farsi due risate circa il fatto che è assolutamente poco credibile una donna guerriera che frigna con tutta quella frequenza, ma dove ce lo ha il senso del pudore? Dai, è poco credibile, e se non è credibile è un errore…

Tornando di colpo IT, concordo anche io che l’incipit della Strazzulla è quanto di più atroce mai letto da parte mia (ed ho letto anche parecchi libri di R.A. Salvatore!) e qualcosa mi dice che non migliorerà strada facendo… Leggendo poi il resto della trama posso solo dire che è di una banalità devastante, e lo dico io che ho sempre sostenuto che i topos sono una cosa molto importante, ma cavolo, qui si rasenta il cattivo gusto! Non è per sparare a zero sugli scrittori emergenti, mi rendo conto che la Strazzulla diciassettenne è ancora inesperta… E allora? Lo rende meno brutto questo? Inoltre hanno pubblicato la storia e la vendono ad un signor prezzo, io mi aspetto di trovarmi quindi un prodotto di un certo rilievo, non il resoconto verboso di una sessione di D&D, leggere in modo critico è la cosa più importante, non si può assorbire tutto dicendo “E vabbè, ma tanto è giovane” oppure “E vabbè, ma ci ha messo impegno almeno”, nè tantomeno dire che avvicina i giovani alla lettura, cioè se avviciniamo i giovani alla lettura con titoli di questo tipo, poveri noi! Ma avvicinarli alla lettura con qualche libro scritto come Cristo comanda sembra così brutto? Eppure… Poi cavolo, anche a livello statistico, ultimamente abbiamo un boom incredibile di scrittori teenager (io ancora mi rodo il fegato di aver superato da poco quel traguardo, dannazione! Un occasione di arricchirmi a sbafo sprecata!) una buona parte di questi (io dico tutti, ma vabbè, facciamo finta che…) sarà da buttar via senza nemmeno pensarci, no? Oppure magicamente l’annata dall’89 in poi ci ha portato una valanga di novelli Mozart? Cavolo! Che cosa singolare!

#84 Comment By Okamis On 1 luglio 2008 @ 23:31

E bravo Leekhan. Condivido appieno quanto da te scritto. Pure io sono dell’opinione che quando si giudica un’opera non bisogna assolutamente prendere in considerazione l’età, la nazionalità o l’impegno dell’autore. Se un’opera è scritta male, allora non merita attenzione, a prescindere che chi l’ha scritta si chiami Umberto Eco o Giuseppe Lopesce.
Sul fatto che la Strazzulla difficilmente potrà migliorare in profumo, sinceramente non saprei. Così come ho dato una seconda (e poi, purtroppo, una terza… sob) possibilità alla Troisi, così probabilmente farò con la Strazzulla. Molto dipenderà a mio avviso dall’atteggiamento suo e della Einaudi stessa. Se le si dovesse chiedere il fatidico “more of the same”, allora per la Strazzulla sarà la fine. Qualora invece l’Einaudi dovesse pentirsi dei suoi errori e decidere di affiancarle un editor serio, allora forse potremo sperare in quale risultato migliore. Credo di averlo già scritto in uno dei miei commenti (o forse era su FM? boh…): la Strazzulla non mi ispira la stessa sensazione di nausea (perdonate il termine un po’ forte) dei romanzi della Troisi o di Rocca. Credo che abbia le carte in regola per migliorare, ma, ripeto, ha bisogno assoluto di qualcuno che la segua e l’aiuta ad affinare lo stile (avrebbe anche bisogno di un dizionario dei sinonimi e dei contrari, a dirla tutta XD).

#85 Comment By Gamberetta On 1 luglio 2008 @ 23:53

@Leekanh.

Cioè un attimo, non ha nemmeno scritto una cosa sbagliata, la Troisi ha davvero scritto 87 volte la parola “piuttosto”, per ben 3 volte nel giro di un paio di righe tra l’altro! Questo è palesemente un errore!

Già che siamo tornati al piuttosto, aggiungo che non sono solo le ripetizioni in sé il problema, ma il termine usato. Ripetere 87 volte “piuttosto” è più grave di ripetere 87 volte “casa” (anzi, ripetere 87 volte “casa” potrebbe essere giustificato).
Questo perché parole quali “piuttosto”, “quasi”, “circa”, ecc. rendono meno preciso lo stile e perciò creano imbarazzo al lettore.
Se io dico che una casa ha il tetto rosso, nessuno ha problemi a immaginarla. Ma se dico che ha il tetto “piuttosto rosso”? “quasi rosso”? “circa rosso”? Cosa dovrei visualizzare? Il “quasi rosso” è l’arancione? E allora perché l’autore non scrive arancione? Il “piuttosto rosso” è porpora? E allora perché l’autore non scrive porpora?
Certo, ci sono errori peggiori, ma questo errore rimane (e tra l’altro come al solito l’editor è latitante, perché ci vuole un attimo a correggere queste cose).

#86 Comment By Carlo On 1 luglio 2008 @ 23:55

Leekanh scrive:

Cioè, non è tanto il libro che è bello, ma piuttosto Cameretta che è sciocca perché ha calcolato che la Troisi ha scritto in 300 pagine 87 volte la parola “piuttosto”, quindi la recensione non è attendibile… E perché? Dov’è il nesso? Cioè un attimo, non ha nemmeno scritto una cosa sbagliata, la Troisi ha davvero scritto 87 volte la parola “piuttosto”, per ben 3 volte nel giro di un paio di righe tra l’altro! Questo è palesemente un errore!

Certo che e’ un errore: ma anche i libri piu’ belli hanno errori. Quindi che c’entra? Dov’e’ il nesso? Sogni d’oro…

#87 Comment By Okamis On 2 luglio 2008 @ 00:16

La tua obiezione è corretta, Carlo, ma non consideri un particolare. Un conto è fare un errore (magari anche pacchiano) in un libro, o anche più di uno. Un altro conto è riempire un romanzo di corbellerie. Ricordo che quando anni fa lessi “Le nebbie di Avalon”, trovai una scena in cui il colore del vestito di un personaggio (Igraine mi pare) improvvisamente cambiava. Quell’errore però era solitario e come tale non andava ad intaccare (se non in maniera infinitesimale) quella che era la qualità generale dell’opera. Ma quando,invece, leggo un libro infarcito di errori (magari anche grammaticali, come accaduto proprio con “Gli eroi del crepuscolo”), contraddizioni interne, ingenuità nella costruzione della trama e così via, beh, in quel caso il peso dei singoli errori aumenta in maniera considerevole, facendo crollare la mia opinione su quella specifica opera. Ecco dove sta il nesso.

#88 Comment By Leekanh On 2 luglio 2008 @ 01:08

Certo che e’ un errore: ma anche i libri piu’ belli hanno errori. Quindi che c’entra? Dov’e’ il nesso? Sogni d’oro…

Senza dubbio, ma i libri belli prima di tutto non hanno errori di questa portata, poi non hanno tutti questi errori.
E metti i piuttosto, metti i pianti, metti le finestre/finestrelle, metti le parole del mondo reale a gogo, metti l’infodump della morte, metti una scelta dei tempi discutibile. E già metà di queste cose basterebbero a fare un brutto romanzo, poi aggiungici anche le altre scemate della storia come gli assassini imbecilli (dove è finito il Nil mortifii sine proficto?) e situazioni banali ed hai confezionato un libro pessimo.

Il succo non è tanto nell’errore in se, quello è umano e a cercare si trova in tutte le opere, ma l’ammasso non indifferente di errori è proprio dei libri brutti. Sinceramente deve ancora capitarmi un libro bello sotto le mani che abbia quel giochetto del “Piuttosto”, tra l’altro è tutto ridondante e superfluo, prima dice che è una porta piuttosto anonima, poi che è di legno piuttosto semplice. Dire che era un anonima porta di legno sarebbe bastato tranquillamente. Oltre all’errore evidenziato da Gamberetta, che significa piuttosto anonimo? Anonimo così così?
Deve ancora capitarmi un bel libro che contenga strafalcioni come quello della finestra, che anche se ha una spiegazione logica è espressa talmente male da rimanere comunque un grave errore.

E comunque, anche se ponendo per assurdo che i bei libri contengano quel tipo di errori, la recensione non sarebbe meno attendibile, quindi continuano a non esserci argomentazioni che non siano un tentativo (fallimentare) di screditare l’autore…

#89 Comment By Fabrizio On 2 luglio 2008 @ 11:20

parole quali “piuttosto”, “quasi”, “circa”, ecc. rendono meno preciso lo stile e perciò creano imbarazzo al lettore.
Se io dico che una casa ha il tetto rosso, nessuno ha problemi a immaginarla. Ma se dico che ha il tetto “piuttosto rosso”? “quasi rosso”? “circa rosso”? Cosa dovrei visualizzare?

Stiamo a confrontare Picasso e Michelangelo. Pura sciocchezza.

Non vedo perchè l’immaginazione e lo stile di uno scrittore debbano essere assolutamente fotografici.
Non mi pare che i lettori della Troisi abbiano avuto problemi con i suoi “piuttosto”, piuttosto che con i pianti di Dubhe, volti ad umanizzare e rendere intenso il personaggio.
Quante volte Batman se ne sta a riflettere da solo e al buio nella Bat-caverna? Mai nessuno che gli dica:”muoviti, vai a pestare i criminali…”. Quante volte ha pianto dopo la morte dei genitori?

I bravi narratori, come i bravi disegnatori, come i bravi grafici, i bravi attori porno, i bravi in ogni categoria son quelli che, conoscendo le regole, sanno piegarle ed evaderle secondo le proprie necessità.

Se mai pubblicherò qualcosa, scriverò “piuttosto” 87 volte DI SEGUITO. Così potrai nutrire il tuo tarlo mentale per secoli…

@ Leekahn: nessun problema sul fatto che Gamberetta voglia alzarsi le visite. Basta che non scriva “sincerità” e “schiettezza” nelle premesse alle recensioni. Che scriva “faccio il cazzo che voglio per prendere in giro chi mi pare”. Mi sembrerebbe più sincero e schietto.

@ Carlo: Gamberettta si è distratta. Non ci ha sbattuto nella fogna. Nel caso possiamo discutere direttamente là… :D

#90 Comment By Leekanh On 2 luglio 2008 @ 13:11

La piattaforma fumetto che io sappia è un pelino diversa dalla piattaforma romanzo, non esiste, non puoi paragonarli (tra le altre cose, ho sempre considerato Batman noioso!).

I lettori della Troisi non hanno avuto problemi, ma non hanno avuto problemi nemmeno quelli di Moccia, che ha avuto un successo equivalente. Ergo quindi anche Moccia è un grandissimo scrittore, che riesce a creare sempre storie originali, vere, che esprimono il disagio di noi ggiovani (scusate, devo vomitare)…
Non mi puoi prendere a paragone la massa, altrimenti il Grande Fratello è una signora trasmissione, come anche tutto il resto della TV-spazzatura.

Io personalmente non ho nulla contro la massa, non mi fingo un intellettualoide al di sopra di queste cose, anzi.
Tuttavia se una cosa è fatta male è fatta male, va detto… E non si parla di cose artistiche o di licenze poetiche, ma errori tangibili, controsensi macroscopici e personaggi improbabili. Il generale che ordina l’assedio alla fortezza che capitolerà il giorno dopo non è una trovata artistica, è una boiata. Non mi fa pensare “Oh! Che originale trovata! Un generale che ordina i suoi uomini di andare al massacro quando potrebbe vincere il giorno dopo con perdite zero! Questa autrice è geniale! Chi avrebbe mai pensato ad una trovata di questo tipo?” mi fa pensare “Ma che è sta robaccia? Ma era sotto effetto di allucinogeni mentre la scriveva?”…

Sta bene che la gente si avvicini alla lettura, ma io voglio che la gente si avvicini alla lettura tramite bei libri, non roba del genere… Non mi pare di star chiedendo troppo, o no? Voglio dire, basterebbe un po’ di impegno in più, un po’ di affetto per l’opera. Se poi anche la gente si avvicinasse alla lettura tramite libri di dubbia qualità a maggior ragione servono stroncature, perché è nostro dovere far notare che quel libro è un ammasso di sciocchezze, e al contempo si deve far notare al neo-lettore che ci sono altri libri ben più meritevoli, scritti con rispetto per il lettore…

nessun problema sul fatto che Gamberetta voglia alzarsi le visite. Basta che non scriva “sincerità” e “schiettezza” nelle premesse alle recensioni. Che scriva “faccio il cazzo che voglio per prendere in giro chi mi pare”. Mi sembrerebbe più sincero e schietto.

Non vedo perché la sincerità e la schiettezza non possano andare di pari passo con l’aumento delle visite. anche eprchè come ho detto Gamberetta non è che tira fuori i giudizi dal cappello, ma li argomenta molto bene, a differenza di altri…

#91 Comment By Fabrizio On 2 luglio 2008 @ 17:20

ho sempre considerato Batman noioso!

Non hai mai riletto i tuoi messaggi…

#92 Comment By Leekanh On 2 luglio 2008 @ 19:22

Non hai mai riletto i tuoi messaggi…

Umh… Ne prendo atto… Molto maturo…
Ok, prendo atto che stavo sprecando le mie parole, se sai portare argomenti che vadano oltre quello di diffamare chi non ti da ragione in maniera fine a se stessa, bene. Altrimenti le tue parole valgono meno di zero.

Tornando un po’ più in argomento, credo che anche a me toccherà rimediarmi il libro con i draghi d’acciaio. Magari anche Singularity sky… Sigh, quanta roba devo leggere ancora!

#93 Comment By Lo Sparviero On 2 luglio 2008 @ 21:21

Gamberetta:

Il Cybook all’aria aperta. La mano non è mia ma del signor Iddo Genuth.

Maledizione! Era solo una foto, okay, ma sarebbe stata pur sempre la foto di un’unghia di Gamberetta! Ma no! Manco questo ci vuoi concedere! Manco un’unghia!
Dai, Chiara, ce la posti una tua foto (vera)? (ti sto implorando)

#94 Comment By luigi On 5 agosto 2008 @ 18:18

Ciao Gamberetta,
e salve a tutti, lettori e critici. sono un uomo nato per la polemica, cresciuto per andare a caccia di stupidate e di strafalcioni, di forzature e di pappine riscaldate che improbabili gourmet ci propinano come la creme-de-la-creme della tavola mondiale. ok, mi sto spingendo oltre. rientro nei ranghi.
ascoltate. io non ho letto il libro, ma credo che alla fin fine andrò a comprarmi questo millantato (nel bene o nel male) tomo dell’adolescente tenebrosa ma riflessiva devo dire. quello che si fa su questo come su tutti i forum di attacco è una mera pubblicità. quante persone, avendo letto dei salaci guizzi rivolti all’indirizzo della fanciulla e del suo scritto, pensate non siano andate ad acquistare una copia crepuscolare degli eroi post-puberali? beh, anche questa è un’altra storia, che comunque dovrebbe far riflettere.
permettetemi solo un altro paio di riflessioni. io non sono per la fama facile, quindi non difenderò la bimba strazzulla. a tal proposito, facciamoci due conti: i promessi sposi furono ultimati in più di vent’anni; la divina commedia circa lo stesso tempo; il faust di goethe fu scritto negli anni tra il 1772 e il 1831 (posso sbagliarmi di qualche anno)! i capolavori, amici miei, non si inventano di getto, altrimenti, ciò che vorremmo passasse alla storia come un’opera d’arte, rischierebbe di naufragare nei mari del ridicolo (è l’esempio del poema africa di petrarca, bleah!). insomma, gli autori hanno visto fama e gloria solo all’apice della carriera, quando, cioè, gli anni superavano il numero delle pagine da essi scritti, equiparati solo dal peso della propria maturità.
ora, critici e sapienti, non attacchiamo questa povera bambina, è piccola e deve crescere. prendiamocela con chi vuole farne per forza un mito vivente, un prodigio. spiegate a chi la pubblica che nell’antica roma il “portentum” era di norma un parto mostruoso e abortito, che necessitava di un magistrato, detto edile, che deliberava se ucciderlo o meno. gli edili siamo noi che ci scagliamo contro di lei, amici cari. lei è il portento, o almeno questo è quello che vogliono farci credere. ah, ancora una cosa, leggete il saggio di orwell, non mi ricordo il titolo, comunque bombarda i critici autori di recensioni spassionate e positive fatte solo per vendere. leggete e capite.
la ragazza non c’entra. lei ha solo voglia di scrivere e di esprimersi. ma che credete? che a 17 anni fosse già matura e capace di produrre un’opera completa come il signore degli anelli o l’ulisse di joyce? siamo obiettivi, per favore. lei dà quello che è nelle sue corde, il resto è una grottesca costruzione di chi vuole solo far parlare di sè e del suo becero guadagno.

#95 Comment By gugand On 5 agosto 2008 @ 19:01

E’ per questo che Gamberetta consiglia di non comprare i libri, ma di farseli prestare o prenderli in biblioteca, (se proprio si vuole rimanere con la coscienza apposto).
Chi guadagna veramente sono gli editori.
Pero’ gli attacchi vanno anche agli autori per farli tornare coi piedi per terra.

#96 Comment By DelemnO On 10 novembre 2008 @ 20:23

Onestamente credo che il confronto di incipit fatto sopra non sia onesto.
Questo perchè i vari incipit hanno tutti intenti diversi, la Strazzulla cerca di fare una specie di Silmarillion ( argh!), quello dei telefonini di sorprendere. Non sta scritto da nessuna parte che un incipit debba contenere elementi sconvolgenti, un inizio tranquillo può essere un ottimo presupposto se nel paragrafo/ capitolo successivo inizia l’azione, ed è ascopo introduttivo. Credo che lei inconsciamente volesse fondere l’epica tolkeniana stile Edda/fiabesca col fantasy moderno, non me la sento di dire che il suo incipit è peggiore. Io andrei avanti anche con un incipit così, e mi immagino benissimo boschi e pianure assolate e il risveglio degli elfi. Sarò troppo fantasiosa? Non ho detto che il suo incipit è perfetto, solo che è stato male accostato negli esempi, è come dire che un corridore è più bravo di uno che lancia il giavellotto, non ha senso per me.
Poi non ho letto il suo libro, ed è chiaro che se tutto il resto è scritto male allora fa affondare l’intera barca del romanzo.

#97 Comment By Gamberetta On 10 novembre 2008 @ 22:09

@DelemnO. Uno può scrivere quello che vuole nell’incipit, il punto dell’articolo però è un altro: finora l’incipit era più un problema fra autore e suo possibile editore, perché nella buona parte dei casi quando è il pubblico a leggere l’incipit il romanzo è già venduto; se però si diffonde (in maniera più o meno legale) l’abitudine di leggere senza (prima) pagare, l’incipit deve subito acchiappare anche il lettore. Quando hai speso 20 euro per un libro magari continui a leggerlo anche se le prime pagine non ti piacciono; se hai a disposizione, a portata di click, migliaia di romanzi, se le prime pagine non ti piacciono, scegli un altro romanzo.

E a parte questo aspetto pratico, ce n’è uno “filosofico”: se sei in grado di sorprendere, di sfornare idee interessanti, perché non farlo fin dalla prima riga? Perché poi non a caso si scopre che come mancavano le idee nel primo paragrafo, così, nel romanzo della Strazzulla, sono mancate per tutto il libro.

#98 Comment By uriele On 11 novembre 2008 @ 01:15

bah sull incipit avrei molto da ridire…
“Il cielo sopra il porto aveva il colore della televisione sintonizzata su un canale morto.”, per quanto sia diventato un classico, non è un inizio particolarmente intrigante… se non mi avessero regalato il libro sarebbe coinciso con il lancio del volume nel più vicino cassonetto del riciclabile (a dir la verità tutto il primo capitolo, che potremmo definire “l’astinenza” del Neuromante, mi ha convinto poco), ma nonostante questo è un gran bel libro, non solo il più rappresentativo di un genere, ma anche uno fra i più bei romanzi cyberpunk mai scritti:le rom, i telefoni che suonano, invernomuto, Flatline, la guardia del corpo cyborg, tutto il cyberspazio, il Kuang Mark 10…
L’inizio di Eldest invece devo ammettere che era invitante, mentre il romanzo in sè non era altro che mediocre (poi io son di manica larga nel dare la sufficienza).
Poi sfatiamo un mito: se leggi il primo capitolo o le prime pagine di un volume mentre sei in libreria non ti tagliano le mani, nè ti frustano le piante dei piedi con una canna di bambù. Da che mondo e mondo è sempre stato possibile leggere parte del libro prima dell’acquisto (nelle librerie straniere poi mi sono letto intere serie di manga o graphic novel senza che nessuno mi dicesse niente, giusto per soddisfare la mia curiosità quando una serie era più avanti che da noi). Leggerlo tutto magari no, ma a quel punto a che pro comprare un libro che hai già letto e difficilmente rileggerai nel breve periodo?!
Insomma internet NON aggiunge nulla a quello che può darti una biblioteca o una libreria (tranne ovviamente che il tuo scopo non sia EVITARE COMUNQUE DI PAGARE QUEI 20 EURO ANCHE SE IL ROMANZO LO MERITA). Se il tuo scopo è SOLO la lettura dell’opera, allora in qualsiasi biblioteca puoi trovare il testo che ti interessa (e come spesso capita anche una decina di testi che non conoscevi, ma che ti prendono al primo sguardo), mentre se vuoi POSSEDERNE una copia allora te la puoi semplicemente comprare.

Quand’è che torna utile e “morale” internet? Quando si cerca un volume molto difficile da reperire o fuori catalogo da decenni(lo scaramouche di Sabatini; fino alla ristampa della Lizard tutta la serie “un uomo un avventura”; memorie di corto Maltese; Viaggio in Occidente; Il racconto speculare: un saggio sulla “Mise en Abyme”), oppure volumi molto pregiati che è impossibile trovare in edizione economica e che, nonostante meritino la lettura, non sono alla portata delle nostre tasche. Un altro caso potrebbe essere quello dei volumi in lingua straniera che, in Italia, spesso non sono visionabili prima dell’acquisto (allora sì che devo scaricare il pdf per farmi un idea dell’opera)
PS: se chiedi con gentilezza al commesso/a generalmente ti scarta una copia se il volume è incelofanato, senza che per questo tu sia costretto a comprarlo se non ti piacciono le prime pagine.

#99 Comment By DelemnO On 13 novembre 2008 @ 10:45

@ gamberetta

Certo, probabilmente avendo mille romanzi a disposizione non avrei scelto quello della Strazzulla, anche se, pur se scaricato, io leggo sempre il primo capitolo, e non solo le prime righe, per farmi un’idea. Ti faccio un esempio: mia sorella ha preso in biblioteca twlight e io una mattina che lei non c’era ho letto il primo capitolo, e non mi è sembrato invitante per niente. In proporzione come incipit mi è parso più valido quello della Strazzulla, il che è tutto dire. Certo, quel ” i primi avevano molto da imparare e lo sapevano” mi schifa abbastanza, ma potrei comunque provare ad andare avanti. Magari alla prima descrizione di elfi belli alti biondi ariani mi romperei e lo cestinerei.

Io rimango comunque una che i libri scaricati li potrebbe leggere solo a schermo del pc, dato che manco di altri mezzi, e rimango comunque affascinata dalla carta e dallo sfogliare le pagine, quindi piuttosto lo prendo in biblioteca.

Non ho letto il libro della Strazzulla, che rimane mentalmente inserito nello scaffale “libri da carcere”, ossia se dovessi essere in prigione con solo dei libri, mi farei mandare anche quello come pausa tra un libro serio e un altro per poi valutarlo correttamente
Per questa ragione non so se nelle pagine dopo si evidenzi che sia un pessimo libro, ma dai pezzi che hai messo nella recensione pare proprio così.
Fatico a dire se ci sono buone idee dalle prime parole, è chiaro che dire “gli elfi si risvegliarono” è diverso da “Dopo la dichiarazione di guerra caddero i telefonini a pioggia”, ma come ho già detto per me evidenzia una differenza di intenti. C’è chi vuole sorprendere dalle prime righe, come anche chi vuole creare una situazione apparentemente tranquilla e poco originale per poi virare sul nuovo. Che so, se il libro della Strazzulla fosse continuato con:

La prima cosa che gli Eterni dovettero imparare fu come ricavare proiettili dalla grande Quercia Sacra del bosco, quindi una delegazione di essi si recò presso l’immenso albero.
Si fermarono a osservare i rami ondeggianti al vento, e le ghiande che nei loro gusci di metallo crescevano sottili e allungate come proiettili.
-Funzionerà bene per i nostri fucili, commentò uno degli Eterni presenti, aggiustandosi i gradi sulla giacca.
-Andiamo! Ordinò il loro capo e essi batterono i talloni degli stivali e si prepararono a seguirlo in una marcia ordinata.

O qualcosa del genere, adesso l’ho scritto velocemente per dare un’idea ( prendendo spunto da una cosa scritta da Carraronan) , sarebbe stato carino. :) Non sempre l’originalità si vede dalla prima riga.. Non intendo difendere la Strazzulla, sono neutrale e leggendo l’incipit potrei anche dargli un 6, è leggendo gli estratti degli eroici guerrieri elfi che si fanno il bagno che mi sento male.

#100 Comment By Gamberetta On 13 novembre 2008 @ 15:43

@DelemnO. Non ho preso la prima riga, ho preso il primo centinaio di parole che non sono proprio poche. Non nego il diritto dello scrittore a iniziare i suoi romanzi come meglio creda, sto solo sostenendo che è una buona idea cominciare subito con il piglio giusto, attrarre fin dal primo paragrafo il lettore, perché altrimenti il lettore medesimo è possibile si rivolga altrove. Non devono per forza sempre cadere telefoni dall’atmosfera, però subito si deve creare tensione, aspettativa, curiosità.
Poi nello specifico non è strano che l’incipit della Meyer sia più incisivo di quello della Strazzulla: la Meyer è una scrittrice mediocre che scrive boiate, ma è più brava della Strazzulla.

#101 Comment By barbara On 13 novembre 2008 @ 17:00

Devo dire che mi ritrovo concorde con Delemno, ho letto diversi libri in cui l’incipit non mi pigliava per niente che poi si sono rivelati veramente belli, e altri con un bellissimo incipit ma che poi era una delle poche cose buone del libro. Insomma io non mi fermo mai alle prime pagine di un libro, certo con quello della Meyer non avrei sbagliato la valutazione di una virgola, pessimo e mortalmente noioso l’inizio, uguale tutto il resto.
Nel fantasy poi mi sono accorta che a volte non basta leggere nemmeno un intero libro per avere una visione chiara della saga, ad esempio butterei (quasi, si fa per dire) il primo libro del ciclo di Deathgate, mentre dal terzo in poi sono semplicemente stupendi (per me ovvio), tutti i nodi vengono al pettine chiarendo i primi libri e soprattutto hanno uno spessore e una profondità che non mi sarei aspettata dal duo di Dragonlance.
Di contro avrei potuto benissimo fare a meno di leggere i prosegui di Nihal e compagnia, ma ovviamente non sapevo..

Il cielo sopra il porto…ecc. mi intriga tantissimo e secondo me è una frase che ti invoglia subito a leggere il libro, avendolo in scaletta spero che sia valido anche tutto il resto ^^
Secondo me uno dei potenziali problemi del fantasy è anche questo allungamento infinito delle saghe, probabilmente il fenomeno fa sì che non si badi più di tanto all’inizio proprio perchè il lettore medio fantasy è ormai fidelizzato, sa che se prende un romanzo del genere sarà quasi sicuramente il primo di una lunga serie, quindi tanto vale prendersela con calma. Questa cosa in realtà a me ha rotto le balle già da un po’, mi rompe aspettare anni per un seguito e soprattutto mi rompono ancora di più gli allungamenti di brodaglia inutili, ma questa è un’altra storia.

@Gamberetta mi chiedevo se recensirai (spietatamente mi auguro) qualche altro scrittore italiano, ho visto che hai bollato Tassitano con una stellina; mi piacerebbe anche una bella recensione di Breaking Dawn ma mi rendo conto di chiedere troppo.^_^

#102 Comment By Gamberetta On 14 novembre 2008 @ 14:23

@barbara.

@Gamberetta mi chiedevo se recensirai (spietatamente mi auguro) qualche altro scrittore italiano, ho visto che hai bollato Tassitano con una stellina; mi piacerebbe anche una bella recensione di Breaking Dawn ma mi rendo conto di chiedere troppo.^_^

Breaking Dawn lo leggo solo se mi pagano! Per quanto riguarda gli italiani, non penso di scrivere altre recensioni negative, a meno che gli errori non siano errori “originali”. Per Arthur sarebbe stata la solita solfa: scarsa documentazione, romanzo per ragazzi -» romanzo per cerebrolesi, incongruenze, inverosimiglianze, ecc. Sono stufa. Ormai di recensioni che delineano queste cose ce ne sono diverse, chi ha orecchie per intendere intenda, gli altri facciano quel che pare loro. Non ne posso più di leggere brutti libri, anche se è divertente recensirli.

#103 Comment By barbara On 14 novembre 2008 @ 17:04

@Gamberetta immaginavo, la mia era solo una richiesta egoistica dettata dal fatto che leggere le tue recensioni negative è molto più divertente che leggere il libro stesso, oltretutto dettagliate e approfondite come quelle di gamberi fantasy in realtà non ce ne sono (o almeno io non ne ho viste), soprattutto per quel che concerne il fantasy italiano che mi sembra che abbia preso la bruttissima piega del fantasy=letture per ragazzi/cerebrolesi/bimbominkia e via dicendo.
Ci saranno anche più libri nello scaffale in libreria ma è tutta roba da ragazzini, quindi alla fine per chi come me vuole storie con un po’ di sostanza non resta altro che ripiegare sui soliti autori anglosassoni (e non mi riferisco a Paolini).
Per la Meyer ti capisco, nemmeno io leggerei un altro suo libro a meno che non mi pagassero ^_^


URL dell'articolo: http://fantasy.gamberi.org/2008/06/24/incipit-e-nuove-abitudini-di-lettura/

Gamberi Fantasy