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Vittima natalizia + Bambolina omaggio

Pubblicato da Gamberetta il 7 dicembre 2009 @ 19:47 in Insalata di Mare,Italiano,Libri,Scrittura | 456 Comments

Quest’anno ho recensito meno fantasy italiani degli anni scorsi. Posso assicurare che non dipende dal fatto che sono diventata “buona”, tutt’altro: il mio cuore marcio trabocca come non mai di astio e invidia. Però mi sono stancata di ripetere sempre le stesse cose. È una questione di dignità: lo scrittore medio di fantasy italiano è un idiota fatto e finito, è degradante per me perderci del tempo appresso.

Per esempio, non so quante volte, in pubblico e in privato, ho sostenuto conversazioni tipo questa:

Io: «Non devi raccontare che Giulietta è cattiva, devi mostrarlo. Non so, falle picchiare la sorellina.»
Autore X: «Ma “show don’t tell” non si applica sempre!!!»
Che sarebbe come dire:
Io: «Non mordere la prolunga del televisore, potresti prendere la scossa.»
Autore X: «Ma l’elettricità non fa sempre male!!! Guarda il defibrillatore!!!»

Ha senso proseguire dialoghi del genere? No, è solo buttare del tempo che potrei spendere meglio fissando le macchie di umidità sul soffitto.

Ciò non vuol dire che mi adagerò nell’ipocrisia del “recensisco solo quello che mi è piaciuto”; continueranno a esserci recensioni oneste: se il romanzo è bello dirò che è bello, se fa schifo dirò che fa schifo. Però le recensioni saranno scelte con cura, saranno recensite solo opere che promettano qualcosa di interessante. Sono arcistufa di recensire ritardati.

Detto questo, come promesso, ho aperto il sondaggio per la recensione natalizia. Di seguito sono elencate dodici possibilità: leggete le descrizioni e scegliete con attenzione. Durante le vacanze di Natale mi sorbirò il romanzo vincitore e poi lo recensirò. Se sceglierete romanzi che non sembrano complete porcherie fin dal titolo ve ne sarò grata, ma sentitevi liberi di comportarvi come preferite.
EDIT del 19 dicembre 2009: Sondaggio chiuso, ha vinto Il Silenzio di Lenth.
EDIT del 16 gennaio 2010: Romanzo vincitore recensito.

Prima, però, un modesto consiglio per gli acquisti.
L’altro giorno ero in libreria. Mentre mi aggiravo per il reparto fantasy è arrivata una signora dall’aria smarrita. Dopo qualche minuto una commessa le ha chiesto se aveva bisogno di aiuto. La signora ha spiegato che voleva regalare un libro a una bambina di dodici anni – ha anche fatto gesto con la mano a indicare l’altezza della ragazzina, come se le stesse comprando un vestito. La commessa ha sorriso alla signora e le ha rifilato l’ultimo romanzo di Licia Troisi… un’altra bambina che avrà la vita rovinata per colpa di una madre mentecatta.
Signori genitori, non fatevi ingannare dalla retorica imbecille del “se legge è sempre meglio!!!”. Una bambina che legge le cretinate della Troisi o della Meyer si rovina il cervello. E quando il danno è fatto, rimane solo la trapanazione.
Perciò regalate videogiochi. I videogiochi rendono più intelligenti, è un fatto dimostrato. Ma se proprio volete spingere alla lettura un ragazzino o una ragazzina, il mio consiglio è di regalare Little Brother di Cory Doctorow, di cui è uscita da poco l’edizione italiana, con titolo X (sì solo “ics”, che cosa c’entri con “Little Brother” mi sfugge, ma pazienza). L’editore è Newton Compton.

Copertina di X
Copertina di X

Ho recensito il romanzo in lingua originale a suo tempo, qui. Non è un romanzo privo di difetti, ma è cento volte più interessante e coinvolgente di tutti i libri di Licia Troisi e Stephanie Meyer messi assieme. Almeno provateci a regalarlo: forse vostra figlia non è ancora una cerebrolesa e avete la possibilità di salvarla!

* * *

I dodici candidati, in ordine alfabetico. Le trame sono prese dalle schede dei libri su iBS.it.

Copertina di Bryan di Boscoquieto e il Talismano del Male#1.
Titolo: Bryan di Boscoquieto e il Talismano del Male (Newton Compton)

Trama: Da quando Bryan di Boscoquieto ha scoperto di possedere doti soprannaturali il suo mondo non è più lo stesso. Come se la sua percezione si fosse allargata fino a dilatare i confini tra la vita quotidiana e la magia, ora è in grado di rendersi conto di tutti gli strani esseri di cui l’universo è popolato. Capitani di una guerra millenaria, Morpheus il mezzodemone, fondatore della Baia, e Insorta, temuto leader della Comunità Ribelle, tentano di conquistarsi la fiducia di Bryan. Insieme a lui, la bellissima Gaia, la ladra di corpi, le imbattibili gemelle Alba e Aurora, e Achille, con le sue facoltà medianiche, compongono un piccolo esercito di eroi giovanissimi e pronti a tutto pur di disinnescare le minacce che si addensano intorno al leggendario e terribile Talismano del Male. Che la Terra continui a esistere o che tutto si risolva in uno spaventoso olocausto nucleare, a questo punto, dipenderà dalle gesta di Bryan, E dalla sua capacità di distinguere ciò che appartiene a questo mondo da ciò che si può soltanto sognare.

Autore: Federico Ghirardi. Ha esordito ancora minorenne l’anno scorso con Bryan di Boscoquieto nella Terra dei Mezzidemoni. Un giovane gegno. Senza dubbio.

Perché parto prevenuta: perché Bryan di Boscoquieto nella Terra dei Mezzidemoni l’ho letto.

Perché potrebbe essere decente: perché sarà pieno di gnocche tutte nude che si fanno sculacciare dai demoni? Non è quello che ogni ragazza sogna di leggere in un romanzo fantasy? Magari questa volta il Ghirardi saprà superarsi e mi regalerà una bella scena di stupro tentacolare!

Copertina di Buio#2.
Titolo: Buio (Fazi)

Trama: Diciassette anni, bellissima, apparentemente sicura di sé ma fragile e inquieta, Alma ha un solo credo: “Sorrisi e lacrime possono essere molto pericolosi se lasciati fuori controllo”. Se lo ripete ogni mattina, quando esce di casa per affrontare la Città là fuori e cammina sotto un perenne cielo grigio, diretta a scuola con il suo zaino, rigorosamente viola. Tutto ciò che Alma adora è viola. Come la copertina del quaderno che ha comprato in una strana cartoleria del centro pochi giorni prima, quando tutto ha avuto inizio e la sua vita ha cominciato a scivolare in un assurdo incubo senza fine. Una serie di efferati omicidi sta infatti trasformando in realtà i racconti che Alma scrive di notte, come in preda a un’inspiegabile trance, rendendosi conto solo al suo risveglio che i deliri di paura e violenza affidati alle pagine di quel quaderno anticipano le mosse dell’assassino. Mentre la polizia indaga senza risultati e i giornali si scatenano, Alma si ritrova sempre più isolata, alle prese con qualcosa di grande e oscuro, che sfiora la natura stessa del Male e che pure sembra riemergere dal suo passato, insieme ai continui, lancinanti mal di testa che la assalgono come per avvertirla di qualche pericolo. Soltanto Morgan, il ragazzo più misterioso e sfuggente della scuola, i cui incredibili occhi viola sanno leggere nel suo cuore come nessun altro, sembra in grado di fornirle le risposte sulle sinistre presenze che le si addensano intorno.

Autore: Elena P. Melodia, al suo esordio.

Perché parto prevenuta: la signorina Melodia sarà sicuramente un’ottima scrittrice – altrimenti come potrebbe essere stata pubblicata da una prestigiosa casa editrice? – ma non è capace di mettere assieme una descrizione decente.

Perché potrebbe essere decente: Morgan – il ragazzo più misterioso e sfuggente della scuola – è troppo gnokko!!!

Copertina di Figli di Tenebra#3.
Titolo: Figli di Tenebra (Curcio)

Trama: La fine è vicina, lo sa. Ma nessun dolore gli sarà risparmiato nell’ultimo tratto del viaggio. Non a lui, non ai suoi compagni. L’obiettivo e ancora Kurt Darheim, quasi all’apice della potenza, ormai padrone della forza corruttrice che in un’epoca remota ha rischiato di annientare il mondo. Bisogna raggiungerlo, quindi, e in fretta: al destino non si può sfuggire, e necessario assecondarlo, è necessario costruirlo. Mentre nel mondo l’estate muore, Lothar e la sua compagnia penetrano terre malate, regolate da leggi insondabili e popolale dai figli di un atto di violenza sulla natura stessa: esseri né vivi né defunti in eterna putrescenza, dominati da un’intera casta di vampiri, che li corroderanno nell’anima e nel corpo. Lì, nella Gehenna, dove la sofferenza diventa disperazione e follia, l’odio e l’amore daranno a Lothar la forza, il Potere gli metterà in mano gli strumenti, i ricordi e le perdite saranno la ragione per lottare ancora… Fino a quando tornerà a sorgere la luna di sangue.

Autore: Marco Davide. Sì, due nomi e nessun cognome. Questo Figli di Tenebra è il terzo volume nella trilogia di Lothar Basler.

Perché parto prevenuta: il primo volume della trilogia, La Lama del Dolore, si era classificato secondo nel sondaggio natalizio dello scorso anno. Ho provato a leggere La Lama del Dolore: è scritto da cani, una roba insopportabile. Pur con tutta la buona volontà non sono riuscita a finirlo.

Perché potrebbe essere decente: nel frattempo Marco Davide ha imparato a scrivere?

Copertina de Gli Orchi di Kunnat#4.
Titolo: Gli Orchi di Kunnat (Delos Books)

Trama: “Pulsa. Tutto pulsa, freme e risplende come sempre, quando sono morfizzato. Aromi, suoni, movimenti, sensazioni e percezioni risultano amplificate come i cerchi concentrici di una goccia caduta in uno stagno: le formiche scuotono il terreno come elefanti, le foglie frusciano come valanghe, le coccinelle urlano e disegnano lente traiettorie nel cielo come tartarughe azzoppate e volanti, le feci lontane e ancora calde di un daino mi offuscano la mente inebriandola della loro essenza pungente, mentre le cortecce nodose degli alberi su cui faccio leva mi trasmettono l’energia della linfa e la solidità del legno. Sono invincibile e terrificante. Se gli umani mi vedessero adesso, scapperebbero urlanti. I più coraggiosi (o forse i più stupidi) tenterebbero di uccidermi. Come se fossi io il loro problema…”

Autore: Cristian Pavone, esordiente.

Perché parto prevenuta: il romanzo fa parte della collana “Storie di Draghi, Maghi e Guerrieri”, una collana nata con l’idea che il pubblico è una massa di scimuniti e dunque è giusto guadagnare propinando sempre le stesse storie trite e ritrite. Ho recensito i primi due volumi qui.

Perché potrebbe essere decente: il pubblico si è dimostrato non così fesso come Delos sperava. Infatti il curatore della collana, Franco Forte, scrive: “Libro per noi (per me) importantissimo, perché segnerà il destino di questa collana. Si tratta infatti dell’ultimo tentativo di capire se il mercato è interessato a una collana fantasy come questa oppure no.” Perciò Gli Orchi di Kunnat è l’ultima possibilità per “Storie di Draghi, Maghi e Guerrieri”. Magari hanno scelto un romanzo tollerabile.

Copertina de I Cacciatori del Tempo#5.
Titolo: I Cacciatori del Tempo (Piemme)

Trama: Yonec ha sedici anni, è figlio di una fata e di un uomo misterioso di cui deve ancora scoprire l’identità, e vive nel Medioevo, nei primi anni del XII secolo. Janis ha quattordici anni, frequenta la prima liceo e una maledizione la costringe a vivere ai giorni nostri. Quando la madre la iscrive ad un severissimo collegio privato, Janis scopre di poter tornare per brevi periodi nel passato, sotto forma di lupa, accanto all’amato Yonec. Insieme dovranno trovare l’antica pergamena che contiene il segreto della costruzione della prima cattedrale gotica in Francia, Saint Denis. Ma una confraternita medioevale, i cui poteri oscuri e malvagi giungono fino alla nostra epoca, farà di tutto per impedirglielo. I due ragazzi saranno impegnati in una lotta all’ultimo sangue contro le forze che li ostacolano e che vogliono separarli per sempre.

Autore: Vanna De Angelis. Autrice di saggi storici, aveva già pubblicato due romanzi fantasy nella serie “Le Carovane del Tempo” per Edizioni San Paolo.

Perché parto prevenuta: la trama puzza. I due ragazzini separati dalla maledizione, l’antica pergamena, il segreto, i poteri oscuri e malvagi, zzz.

Perché potrebbe essere decente: i romanzi precedenti della De Angelis hanno suscitano l’entusiasmo della critica. Scrive per esempio “fliss”: “adoro qst trilogia.sn libri cn 1 stupendissima trama, li leggi tt d’un fiato e ti scaraventi nelle pagine cm se sei tu eva e company. è 1 libro coinvolgentissimo,rivivi le stesse emozioni,specialmente la storia d’amore tra eva e liam. sn libri stupendi. eva e liam si devono fidanzare. ho letto 100 libri e qst trilogia mi ha colpita assai. la preferisco ad harry pottre, twilight ecc.(libri ch nn mi piacciono). p.s.: eva e liam x ever.”
(nota per mamma e papà di “fliss”: questa è “fliss” dopo 100 libri. Non potevate comprarle la PlayStation 3?)

Copertina de Il Silenzio di Lenth#6.
Titolo: Il Silenzio di Lenth (Piemme)

Trama: Sono passate ore da quando Hertha del clan Fyerno e Kaas, il Sommo Sacerdote di Lenth, hanno intrapreso quel sentiero scosceso. La fatica li ha quasi sopraffatti; non possono permettersi di restare in quel luogo, quello è l’Esterno, abitato da creature malefiche contro cui i loro incantesimi non possono nulla. Sulla via del ritorno, però, hanno sentito in lontananza il pianto di un neonato e sono accorsi a salvarlo. Per Hertha, che fin da giovane non ha dimostrato di possedere le doti per diventare mago, il segno sulla fronte del piccolo non è che una macchia scura, ma Kaas lo ha subito riconosciuto: quello è un frigie, un simbolo magico, e il neonato è l’Eletto, l’incarnazione di Kexan, il dio che lui e la sua gente hanno temuto e odiato, e che pensavano sconfitto per sempre. Dopo aver fatto ritorno al villaggio, il Sommo Sacerdote mostra il fanciullo ai dieci del Consiglio Dominante e tutti si mostrano sconcertati e impauriti. Il bambino-dio deve essere eliminato. Ma grazie a uno stratagemma Kaas riesce a mantenere in vita il piccolo, a cui ha dato il nome Windaw. Una visione notturna, infatti, gli ha mostrato l’imminente invasione delle loro terre per mano dei terribili stregoni di Tarass, che solo la forza divina dell’Eletto può fermare. Sarà lui a custodire la Pietra Alchemica che i malvagi stanno cercando e a riportare la pace e il silenzio nella verde Terra di Lenth.

Autore: Luca Centi. Questo è il suo primo romanzo.

Perché parto prevenuta: ma si può, senza ironia, ideare una storia del genere? I malvagi, la Pietra Alchemica, il bambino con la macchia che non è una macchia ma un simbolo magico, il tizio che salva di nascosto il neonato… c’è un dettaglio – uno solo – che non sia un cliché?

Perché potrebbe essere decente: in copertina c’è un tipo incappucciato. Con un bastone!!!

Copertina de Il Principe delle Nebbie#7.
Titolo: Il Principe delle Nebbie (Piemme)

Trama: Dopo aver recuperato le pagine del Libro del Destino, la compagnia delle Cinque Razze Libere ha una nuova missione: partire alla ricerca di alleanze per combattere insieme il malvagio Signore delle Nebbie. Proprio alla vigilia della partenza, però, Eynis fugge all’improvviso dalle Foreste di Feira Haillen. La ragazza, erede della più potente stirpe magica degli elfi, è partita per seguire la traccia incerta e insistente di un ricordo che dovrebbe condurla a trovare un altro membro della famiglia degli Ethilin, sopravvissuto come lei alla strage compiuta dai Mohrger. Senza la sua potente magia, i suoi amici hanno poche speranze di sfuggite agli attacchi delle forze del male, e cerne se non bastasse anche Jadifh, il giovanissimo capo dei ribelli, abbandona la compagnia per seguirla. Ma durante il viaggio Eynis si accorge che Jadifh le nasconde qualcosa.

Autore: Elisa Rosso. È la più giovane autrice italiana di fantasy. A sedici anni è già al suo secondo romanzo. Un gegno al cubo!

Perché parto prevenuta: la Rosso è chiaramente troppo gegnale perché io possa apprezzarne le opere.

Perché potrebbe essere decente: uh… aehm… accetto suggerimenti.

Copertina de La Leggenda degli Eldowin#8.
Titolo: La Leggenda degli Eldowin (Fanucci)

Trama: Venti di guerra spirano sull’Arwal. Le mire espansionistiche di Adras, eminenza grigia dell’Argelar, sembrano inarrestabili. Manipolando come un fantoccio il piccolo sovrano di Rygan, il mago rivolge la propria attenzione al ducato di Vniri, dominio dei Doria-Malvolas e dei vampiri di corte, ultimo ostacolo in vista dell’ambiziosa invasione del Varlas. La tensione per il conflitto imminente sconvolge la vita di poveri e ricchi, nobili e villici, mortali e vampiri. Dal montuoso Tarvaal fino alle immense Terre dei Barbari, la maga Reven e il suo schiavo cercano disperatamente un’arma in grado di contrastare la minaccia dell’Oscuro, un tempo maestro e mentore della donna, ora suo acerrimo nemico. Intanto, sul bosco di Madian incombe e si rinforza la minaccia della rocca di Krun, al punto da spingere la Guardiana a inviare una delegazione verso l’inospitale Ovest, nella speranza di ottenere l’aiuto dell’unica autorità che potrebbe riunire contro il tiranno gli elfi dell’Arwal: i leggendari Eldowin.

Autore: Laura Iuorio. La Leggenda degli Eldowin prosegue la vicenda iniziata con Il destino degli Eldowin. La Iuorio è inoltre autrice della trilogia fantascientifica del “Sicario”.

Perché parto prevenuta: gli Eldowin sono elfi.

Perché potrebbe essere decente: ci sono anche i vampiri gli gnokki!!!

Copertina de La Scacchiera Nera#9.
Titolo: La Scacchiera Nera (Piemme)

Trama: Nello stesso istante, a migliaia di chilometri l’uno dall’altro, tre ragazzi Ryan, un americano, Morten, danese, e Milla, italiana -, entrano in possesso di una scacchiera ottagonale dall’aria molto antica. Il Guerriero, l’Arciere e il Ladro Nero sono le sole tre pedine rimaste sulla scacchiera e sembrano invitarli a fare la prima mossa. Ma appena le toccano, i tre ragazzi vengono trasportati in un mondo parallelo dove è in corso una guerra, una guerra sanguinosa e secolare che un mago ha trasferito sul tavoliere in modo che il mondo degli uomini potesse continuare a esistere. Così Ryan si accorge di essere diventato il Guerriero del Fuoco. Lui, però, non riesce a credere di essere un eroe e soprattutto che il Ladro Nero, quella ragazza dagli occhi di smeraldo e dall’aria indifesa, sia il suo più acerrimo nemico. Contro ogni regola del gioco, Ryan decide di fidarsi di quella ragazza che combatte contro il proprio lato oscuro, e scoprirà che a volte una mossa imprevedibile può cambiare le sorti di una partita.

Autore: Miki Monticelli. Ha già scritto diversi fantasy per bambini, questo però dovrebbe essere dedicato a un pubblico un po’ più adulto.

Perché parto prevenuta: Ryan, un americano; Morten, un danese; Milla, un’italiana entrano in un bar… la trama sembra una barzelletta.

Perché potrebbe essere decente: l’autrice assicura che la trama non corrisponde all’effettivo contenuto del romanzo.

Copertina de La Strada che Scende nell’Ombra#10.
Titolo: La Strada che Scende nell’Ombra (Einaudi)

Trama: In un mondo diviso e stanco, l’Ombra si è destata e le Otto Genti non sanno se ci sarà l’alba di una nuova èra, oppure la fine. I prescelti dalla profezia per raggiungere la Fortezza Impenetrabile e combattere il malefico potere sprigionato dalla Gemma Bianca sono i meno presentabili che si possa immaginare. Mentre la resa dei conti si avvicina e tutti i popoli entrano in guerra, il Magus guida la Compagnia più ribalda e riottosa che si sia mai vista verso il destino che trasformerà gli ultimi, i peggiori delle Otto Terre, nei nuovi Eroi.

Autore: Chiara Strazzulla. Giovanissima, è famosa per scrivere i suoi libri a forza di starnuti. Questo è il suo secondo romanzo.

Perché parto prevenuta: il primo romanzo della Strazzu, Gli Eroi del Crepuscolo, è attualmente il peggior romanzo fantasy mai pubblicato in Italia da un editore non a pagamento. L’ho recensito qui.

Perché potrebbe essere decente: non c’è alcuna possibilità che La Strada che Scende nell’Ombra possa essere un romanzo passabile. Per questo voglio fare un appello: risparmiatemi la Strazzu, ve ne prego! Sarò una brava bambina, prometto, croce sul cuore, ma non costringetemi a leggere 800 pagine di Strazzu. Grazie.

#11.
Titolo: Rimosso. (N/A)

Trama: Nessuna.
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Autore: Uno che non sa scrivere.

Perché parto prevenuta: N/A.

Perché potrebbe essere decente: N/A.

Copertina di Altro#12.
Titolo: Altro (Quell’Altro)

Trama: Segnalate nei commenti altri romanzi fantasy italiani degni di recensione, se ne ho dimenticati. Però:

Niente Troisi. Di Licia ho recensito quattro romanzi e ci sono altri due articoli dedicati a lei. È sufficiente. Inoltre non c’è più molto da aggiungere: non sa scrivere e non ha un briciolo di fantasia, fine della questione.

Niente romanzi pubblicati a pagamento. Mi spiace, ma se pubblicate a pagamento dimostrate di essere dei fessi, dunque non sono interessata a quello che scrivete.

I romanzi autoprodotti sono accettabili. Ma solo se scaricabili gratis. Il livello delle autoproduzioni è bassissimo (la media è ampiamente sotto la Strazzu), perciò a scatola chiusa soldi non ne spendo.

Se il romanzo segnalato è pubblicato da una piccola casa editrice che ha scarsa distribuzione in libreria, non garantisco di riuscire a procurarmelo per Natale. Però, se sembra interessante, lo recensirò lo stesso in un altro momento. Infine, se il romanzo si trova su emule o simile è ancora meglio. L’anno scorso così ho scoperto Lo Specchio di Atlante, ed è stata una bella scoperta.

Autore: Un Altro.

Perché parto prevenuta: uno vale l’Altro.

Perché potrebbe essere decente: Un Altro non è la Strazzu.

Che sfilata di schifezze. Mi domando se, avendo gli occhiali giusti, vedrei la verità, come nel film They Live (Essi Vivono, 1988) di John Carpenter.

L’amara verità che ci vogliono tenere nascosta

Sono sempre più convinta che il fantasy sia uno stratagemma degli alieni per rendere stupida la popolazione.

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Bambolina Omaggio

Gli ultimi due anni avevo recensito il romanzo vincitore del Premio Urania. Quest’anno non ci sono riuscita: sono arrivata a pagina 36 di E-Doll e non ce l’ho fatta ad andare avanti. Lo stile è pessimo – il Ghirardi scrive meglio, senza ironia – e le poche idee presenti sono banali o contraddittorie. Una roba raccapricciante.
Di seguito una parata di castronerie. Solo una minima parte dei problemi presenti nelle prime 36 pagine, che in effetti andrebbero riscritte da zero. La speranza – vana, lo so – è che qualcuno possa imparare qualcosa. Anche per sbaglio.

Copertina di E-Doll
Copertina del romanzo di Francesco Verso E-Doll

E-Doll è ambientato a Mosca nel 2053. Il mondo è rimasto più o meno quello che conosciamo, tranne gli e-doll. Gli e-doll sono androidi usati come schiavi sessuali in modo che la gente possa soddisfare le proprie perversioni senza rischi.
Premessa semplice che porta a delle incongruenze già nelle prime 36 pagine.

A pagina 15, scoperto un e-doll morto, il tenente incaricato delle indagini verifica che fino a quel momento non ci sono mai stati omicidi di e-doll in Europa (“[...] a una prima analisi, non vengono segnalati omicidi di e-doll in Europa.”) A pagina 20 un e-doll che passa per strada suscita l’interesse di tutti (“E la strada va in subbuglio, colta dallo stupore che si materializza intorno agli e-doll [...]“). A pagina 27 un personaggio “Ha preso questo andazzo da quando ha scovato su un sito web vietato ai minori l’esistenza degli e-doll.”
Cosa si deduce da questi tre accenni? Io ne deduco che gli e-doll siano molto pochi: scopri che esistono solo frequentando siti “loschi”, se ne vedi uno per strada ti fermi ammirato a guardarlo, e nessuno li ha mai ammazzati.
Ottimo.
Ma a pagina 31 è scritto:

Il loro [degli e-doll] business, incluso il variegato indotto, fatto di tecnici per la manutenzione, corrieri per il ritiro e la consegna a domicilio, stilisti d’avanguardia, visagisti estetici, programmatori di sensistema, addetti al marketing pornografico, finanziatori di sessoteche, si calcola sia paragonabile per grandezza e pervasività del settore a quello delle automobili del secolo scorso. Senza contare i gadget venduti a corredo e quelli spediti per posta anonima di cui tante case abbondano all’insaputa dei coinquilini.

A parte il blocco di inforigurgito spiattellato senza grazia, si dice che il mercato degli e-doll è al livello di quello delle automobili. Com’è possibile? Dovrebbero esserci milioni di e-doll! Ma questo è in contraddizione con quanto esposto all’inizio. Non si può neanche invocare la difesa d’ufficio, “tanto è fantasy!!!”, perché qui parliamo di fantascienza: estrapolare le conseguenze dei progressi scientifici è al cuore del genere. La coerenza è vitale.

A pagina 15 è scritto:

A testa bassa, Gankin scruta quel corpo indifeso, nato per soddisfare desideri e voglie inconfessabili: tutto ciò che in molti volevano senza sapere dove trovarlo. Fino alla comparsa degli e-doll.

A pagina 17 un e-doll ragiona su se stesso:

D’altro canto, è ciò che la gente s’aspetta da un essere attrezzato per solleticare le fantasie fino a percorrerne ogni ramificazione.

Desideri e voglie inconfessabili, fantasie percorse in ogni ramificazione: io mi aspetto che gli e-doll possano garantire all’acquirente qualunque tipo di perversione. Ma a pagina 35 un poliziotto della scientifica dice:

–… e a quanto ne so [gli e-doll] non sudano, sputano, puzzano o roba del genere. Fino a oggi non hanno mai defecato, né urinato. Può anche essere una limitazione della verosimiglianza, sta di fatto che i bisogni evacuativi degli umani non sono stati trasposti loro.

Delusione! Perciò questi e-doll, pronti a esaudire ogni fantasia, non possono far niente per gli amanti della coprofilia o dell’urofilia? Che è, razzismo?

È notevole vedere un autore che parte da una premessa semplicissima e già vista mille volte in altri romanzi e, nonostante ciò, non è capace di mantenere un minimo di coerenza.
Be’, rimedierà con uno stile brillante, giusto? Sbagliato. E-Doll è scritto male, anzi è scritto peggio.

In un sacco di passaggi la scrittura è vuota. Non comunica niente. Non solo non mostra, ma non racconta neanche. Sono frasi senza senso.
Esempio (pag. 19):

[Berenice Cubarskij] è rimasta impressionata dalle conturbanti doti di Angel [un e-doll], quando vi si è imbattuta al Cirque du Sex, dove lu/ei s’esibiva in veste di domatore di donne frustrate dall’atavico ruolo che la natura ha assegnato loro.
È in posti del genere, come lo scintillante Lubov sulla Bol’saja Sadovaja o il lugubre Dark Star sulla Precistenka nelle vicinanze degli austeri e polverosi Musei di Puskin e Tolstoj, che la Signora Cubarskij ha riscoperto il senso da attribuire a se stessa, assieme alle centinaia di altre donne che mal sopportano d’essere trattate come il codice genetico erroneamente prescrive loro da millenni.
Ultimamente, tali luoghi riservati, da sempre esistiti anche se poco reclamizzati, sono frequentati da splendidi sembianti incaricati di elargire ciò che la società aveva condannato come rigurgiti primordiali da sedare e disdicevoli devianze da arginare.
Quanto ai clienti, in egual misura distribuiti tra uomini e donne, essi ne sono consapevoli, ma preferiscono indulgere piuttosto che accettare un compromesso snaturante e disumano. E volentieri s’illudono, piuttosto che accontentarsi d’una felicità condivisa ma breve e ripetitiva.

172 parole e non c’è scritto un emerito tubo. Qual è l’atavico ruolo che la natura ha assegnato alle donne? Che senso ha scoperto da attribuire a se stessa Berenice? Cosa prescrive (erroneamente) il codice genetico? Che cosa elargiscono i sembianti? Che cosa la società aveva condannato come rigurgiti primordiali? Qual è il compromesso snaturante e disumano?
Qui non è questione di gusti, di stile, di punti di vista: questa è cacca. E no, a me la coprofilia non piace.

Esempio più corto ma altrettanto efficace (pag. 21):

Il suono abrasivo, di metallo stridente, ricorda ad Angel una ricorrenza remota, dei tempi della capsula vivificante presso i laboratori Silitron di Hanoi. Quasi cinque anni fa, un periodo breve in termini umani e ancor più breve per una macchina capace di eludere il fattore erosivo del tempo. Archiviata in una bolla di memoria, quando il suo sensistema era scevro d’esperienze libidiche e computazionali, eccezion fatta per le istruzioni base e le inferenze native.

Poi si parla d’altro. Ora, quale sarebbe la “ricorrenza remota” che Angel ricorda? È la “ricorrenza remota” il soggetto – una frase dopo – di “archiviata”? Cos’è, non è un romanzo ma un puzzle, dove io pago e poi devo riscrivere da zero per capirci qualcosa?

Poi c’è il blaterare sgradevole dello scrittore dilettante che si crede Artista (pag. 23):

Mosca è un universo vorticante e vandalizzato, è il riflesso incrinato di un’anima dispersa tra le nuvole cirriformi del Nord, è l’ansia e al tempo stesso la malattia della vita.

Questa frase segnatevela perché un classico esempio di uso idiota delle metafore. Non vuol dire niente, però si percepisce la ricerca delle parole perché suonino pompose per impressionare i gonzi, con la città vista come “il riflesso incrinato di un’anima dispersa tra le nuvole cirriformi del Nord”. Proprio. È lo scopo della narrativa, vero? Non far capire una mazza a chi legge, ma mettere in soggezione i pochi ignoranti che ancora pensano che scrivere sia mischiare paroloni a caso. Ciliegina sulla torta: questo sproloquio sono i pensieri di una ragazzina al primo anno di Liceo, preoccupata perché l’autobus è in ritardo; la mamma la sgriderà se rientra dopo l’orario stabilito. Siamo a livello di Sergio Rocca, l’immortale poeta (“«Chi sei stregone?» ruggì il bambino istericamente, pronto a gridare.”)

Infine c’è il classico raccontare invece di mostrare. Passaggi così (pag. 24):

[la ragazzina di cui sopra è raggiunta da un tipo in macchina] Non sapendo che fare, le salta in mente un pensiero sconcio ma poi, incerta sugli esiti di eventuali imprevisti, storna lo sguardo.

Funziona in questo modo: io pago 4 euro e 20 centesimi e compro una porzioncina della fantasia dell’autore. Lui mi deve dire qual è il pensiero sconcio. Lui mi deve dire quali sono gli esiti degli imprevisti eventuali.
La ragazzina vuole farsi il tipo? Lo vuole frustare? Lo vuole appendere a testa in giù in una vasca piena di scarafaggi? Ma poi rinuncia perché l’ultima volta gli scarafaggi sono scappati e le hanno invaso la stanza? Devo pagare e poi scrivere io il romanzo?

Meno grave ma sempre fastidioso è il mostrare & raccontare. In particolare, quando il raccontare precede il mostrare fa venire i nervi.
Immaginate di essere al cinema, il tizio accanto a voi ogni dieci minuti vi sussurra: «Adesso vedrai cosa succede, vedrai come Jimmy si arrabbia.» oppure: «Adesso ascolta bene, eh, ascolta, sentirai che battutona!» Sono sicura che alla terza interruzione cambiate posto. Nella narrativa funziona uguale (pag. 30):

A Gankin non resta che negare tramite una pericolosa iperbole. – Al contrario, non hai considerato lo stadio di avanzamento della mia passione necrofila…

“A Gankin non resta che negare tramite una pericolosa iperbole” è l’equivalente del tizio rompiscatole al cinema. Preciso identico. Visto che mostri la “pericolosa iperbole”(sic), non c’è bisogno che l’anticipi prima. Svuoti di tensione il paragrafo.

Copertina del settimo volume di Chobits
Il settimo volume del manga Chobits delle CLAMP. In Chobits non ci sono e-doll, ma persocom. La storia ha diverse analogie con il romanzo di Verso, ma è realizzata molto, molto meglio

L’autore gestisce il punto di vista usando la tecnica del chi se ne frega, scrivo come mi capita. Nel primo capitolo, che comprende un’unica scena – l’esame del cadavere dell’e-doll da parte del tenente Gankin e del suo assistente Aleksej –, il punto di vista cambia almeno dodici volte, saltando di continuo da un personaggio all’altro. Senza alcuna giustificazione o alcun ritmo; ci sono pagine e pagine con Gankin, poi qualche paragrafo con Aleksej, poi si ritorna a Gankin per ancor meno spazio, poi Aleksej un po’ di più, tutto così come capita. Alla fine tocca rileggere più volte certi passaggi per capire a chi attribuire parole e pensieri. Un capitolo degno di Atlanta Nights.
Più avanti l’autore si supera, riuscendo a cambiare punto di vista all’interno di un singolo paragrafo (pag. 21):

Un cameriere addobbato con un’impeccabile livrea lattea compare sull’uscio e lu/ei [sempre Angel] viene annunciato alla signora Cubarskij, non prima d’essersi sistemato le sopracciglia decorate dalle mani fatate di Sharunas. L’ometto, barba e baffi curatissimi, gli rifila un’occhiata lasciva dall’angolo degli occhialini, ma pare più preoccupato di trovare un modo per non ascoltare ciò che sarebbe successo nel sotterraneo. Si ricorda di una cera d’antica memoria versata nelle orecchie di un re a salvaguardia della sua sanità mentale. Si ricorda che grazie all’espediente, egli riuscì a resistere a una tentazione letale.

Il paragrafo comincia con il punto di vista dell’e-doll. È confermato da quel “gli rifila un’occhiata lasciva [...] ma pare più preoccupato”: l’e-doll coglie l’occhiata del cameriere e ne deduce la lascivia e al contempo il desiderio di non ascoltare (come faccia questa deduzione è un mistero). Ma le frasi dopo? È l’e-doll che ricorda l’episodio di Ulisse e le Sirene o è il cameriere? Io ho riletto tre volte e non ne sono sicura. Mi sembra così innaturale che di punto in bianco si entri nella testa del cameriere, d’altra parte l’e-doll conosce Ulisse? E lui, macchina, ne ha solo un ricordo così approssimativo? Mah!

In altri momenti l’autore si contraddice nello spazio di un paragrafo (pag. 19):

L’olografia di Berenice Cubarskij la ritrae in pose provocanti: alla signora piace farsi vedere e proprio quella fantasia rappresenta il suo punto debole. Un aspetto su cui il marito non s’è interrogato, né s’è preoccupato d’esplorare, coinvolgendola in giochetti di mano in ascensore, lubrici amplessi tra le foreste di conifere o eccitanti fellatio durante le attese ai semafori…

Allora:
a) Berenice è esibizionista (“alla signora piace farsi vedere”).
b) Il marito coinvolge Berenice in una serie di atti sessuali all’aperto o in luoghi pubblici.
c) Dunque perché il marito non “s’è preoccupato d’esplorare” l’esibizionismo della moglie? Cosa doveva fare di più? Che senso ha ‘sto paragrafo?

L’autore ha spiegato che Maya, la ragazzina in attesa dell’autobus, non frequenta molto i coetanei, tutti “delinquentelli” o “gallinelle”, poi scrive (pag. 26):

[Maya] Da qualche mese ha scoperto un altro passatempo, cose impensabili per dei ragazzini bifolchi ma già malavitosi in erba come loro. Gli unici a cui si concede e che se la godono tutta, sono quelli dell’ultimo anno, Roman “Frigo” Saratov in testa e poi Misha la Miccia, Pavel il Labbruto e il Peloso Ivan. Solo loro se la spupazzano a turno ma in ordine rigorosamente decrescente. La cosa strana però, agli occhi dei compagni, non è tanto la promiscuità di Maya e l’indifferenza a darsi in pubblico, doti ampiamente condivise dalle sue coetanee [...]

Nella prima frase il sesso è “cosa impensabile” per i coetanei di Maya, nell’ultima frase la promiscuità, addirittura “l’indifferenza a darsi in pubblico” sono doti ampiamente condivise per i coetanei di Maya.
Notare altre delizie: le cose sono impensabili per i ragazzini “bifolchi ma malavitosi”, che senso ha? È l’essere malavitoso che ti impedisce di scoprire il sesso? L’elenco dei quattro studenti che si “spupazzano”(sic) e si “godono tutta”(sic) Maya, sembra uscito da un romanzo inedito di Federico Ghirardi. E quel “in ordine rigorosamente decrescente”? Decrescente di cosa? Ordine alfabetico? Età? Lunghezza dell’uccello? Siamo alle solite, devo scrivere io il romanzo?
Passiamo a pagina 9:

[Gankin] Infilati guanti e mascherina, s’accosta al corpo, cabotandogli attorno per non incappare in sgradevoli sorprese quali contaminazioni a tempo o esalazioni a innesco, ultima moda degli attacchi terroristici, oggi in voga anche tra le bande metropolitane.

“Cabotare” significa navigare, spesso per tratti brevi (da qui l’espressione “piccolo cabotaggio”). Dunque Gankin “naviga” intorno al corpo a distanza ravvicinata… per non incappare in contaminazioni a tempo? Il legame logico sarebbe? Non dovrebbe scappare il più lontano possibile e stare lontano se vuole evitare le contaminazioni a tempo?
Nota di stile: quel “sgradevoli sorprese” è un altro errore. È ancora il tizio che ti dà di gomito al cinema. È inutile raccontare che ci sono sgradevoli sorprese se dopo le descrivi. Così non fai altro che smorzare la suspense.

Un’incongruenza a qualche paragrafo di distanza (pag. 11):

[Gankin] Allunga l’altra mano, scoprendo il resto della ferita. Gli occhi si trasformano in due feritoie orizzontali. Deve restare lucido e attento perché ogni volta lo stomaco gli manda dei singulti per avvertirlo di non abituarsi a quella vista. È una specie di campanello d’allarme con cui mantiene una barriera di separazione tra sé e quello che succede. Il giorno in cui saprà d’essersi assuefatto a quello spettacolo e potrà guardare quelle oscenità come se fossero un film o un documentario, sarà il giorno in un cui chiederà il trasferimento a un’altra sezione per un insormontabile conflitto d’interessi.

Ma poco prima così è descritta la ferita (pag. 10):

Sotto il vestito stropicciato, uno squarcio di 10 cm di profondità per 25 di lunghezza lo saluta truculento.

Idea mia, ma descrivere una ferita come 10×25 non è proprio “guardarla come se fosse un documentario”? Inutile dire che Gankin non ci pensa nemmeno a chiedere il trasferimento, né si accorgerà di questo “insormontabile conflitto d’interessi”.

Ok, lo stile è orribile; ok, le incongruenze abbondano, ma chissà questo romanzo di fantascienza com’è infarcito di interessanti questioni sulla robotica e le Intelligenze Artificiali!
E in effetti si possono gustare deliziosi passaggi senza capo né coda, ma pieni di technobabble (pag. 32):

– Dunque, il sensistema è stato cortocircuitato. Per l’esattezza tra la pompa cardiaca e il collettore di raccordo. Poi, versato il contenuto all’esterno dell’esemplare, s’è impedita la riparazione da parte dei nanobot che, diminuiti sotto la soglia di auto-alimentazione, hanno provocato lo spegnimento terminale del sensistema e con esso dell’e-doll. È un bug conosciuto e a più riprese l’abbiamo segnalato alla Silitron affinché intervenga. È il tipico difetto di fabbricazione che potrebbe risolversi con poco, anche perché è l’unico metodo di mandare in crash un organo wetware così sofisticato come il sensistema e inibire il ricaricamento e il successivo ripristino tramite vivificazione.
“Non è solo un danno alla proprietà della Silitron” pensa Gankin.
– Come sa, qualsiasi bioware è riciclabile e sostituibile ma il sensistema, insieme a ciò che vi è registrato sopra, reazioni emotive ed esperienze individuali incluse, va perso per sempre. [...]

Sigh. E in mezzo a questa valanga di termini inventati per dare una patina di scientificità a una marea di stupidate, nessuno chiede se c’è una copia di backup di “ciò che vi è registrato sopra”.

E stendiamo un velo pietoso quando (pag. 35) l’autore confonde la melatonina con la melanina
EDIT:L’autore replica: “[...] la melatonina funziona al contrario della melanina, schiarendo la pelle. Come ho già spiegato sul forum di fantascienza.com, c’è un refuso e la frase sarebbe dovuta essere “trasformare un meticcio in albino”.” Fornisce questi link: 1, 2, 3, 4.

* * *

Una volta sono stata accusata di prendere per scema la giuria del Premio Urania. Non è vero. Non sono io che prendo per scema la giuria del Premio Urania, è la giuria del Premio Urania che si prende per scema da sola, avendo deciso di premiare questo cumulo di spazzatura.

 


Approfondimenti:

bandiera IT Intervista a Federico Ghirardi
bandiera IT Intervista a Elena P. Melodia
bandiera IT Intervista a Marco Davide
bandiera IT Intervista a Cristian Pavone
bandiera IT Intervista a Luca Centi
bandiera IT Intervista a Elisa Rosso
bandiera IT Intervista a Laura Iuorio
bandiera IT Intervista a Miki Monticelli
bandiera IT Intervista a Chiara Strazzulla
bandiera IT Intervista a Massimo Bianchini
bandiera IT Intervista a Francesco Verso
bandiera IT Non ho trovato interviste recenti a Vanna De Angelis, perciò vi beccate il booktrailer del suo romanzo

 


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456 Comments To "Vittima natalizia + Bambolina omaggio"

#1 Comment By tidabliu On 7 dicembre 2009 @ 20:23

Io proporrei Boneshaker di Cherie Priest, pur non avendo idea di quanto sia facile/difficile reperirlo. In ogni modo meriti un plauso per il coraggio che dimostri nel rischiare di rovinarti le vacanze natalizie dedicandoti alla lettura di uno dei suddetti romanzi.

#2 Comment By Rotolina On 7 dicembre 2009 @ 21:05

Per prima cosa, grazie.
Stavo per mettermi a elggere “E-Doll”, e ora penso che non lo faò. Certo, scoccia essere abbonati e poi un libro su due metterlo in libreria disgustati, ma gli Urania continuano a costare meno dei cestoni, risparmiando pure sulla benzina, quindi continuo.
Ma salto E-Doll, quindi grazie per avermi risparmiato il tempo.

E dato che bisogna “mostrare e non raccontare”, per dimostrare la mia gratitudine, ho votato quello che mi pareva il meno peggio del mucchio immondo, La Scacchiera Nera! (ci avrò preso?)
Buona lettura a a te, e buona recensione a noi!

#3 Comment By Gwrageddannwn On 7 dicembre 2009 @ 21:20

Cristo santo, che trame orribili!
No, mi spiace ma non posso proprio votare uno di questi libri. Più scendevo a leggere e più la cena si rivoltava nello stomaco. Guarderò nella mia libreria se trovo qualche altro autore fantasy da segnalare, ma hai già citato tutti quelli che avevo adocchiato la volta scorsa.
Voto affinchè tu ti prenda una bella vacanza e ti rifaccia gli occhi con letture sane e divertenti^^

#4 Comment By Asher^Kunitz On 7 dicembre 2009 @ 21:24

Ho votato il silenzio di Lenth. Non si direbbe, ma il romanzo mi è piaciuto abbastanza, anche se detesto le storie con profezie e bambini dimenticati e poi salvati dalla divina provvidenza. La sinossi non ha niente a che vedere con la storia, certe cose se le sono proprio inventata alla PM! Ma io dico, c’è anche gente che è pagata per commettere simili oscenità?!
I cliché comunque ci sono e sono un casino, ma l’autore li rielabora abbastanza bene. Non benissimo, ma al meno ci prova. Ho letto quasi tutti gli altri titoli e questo sembrava il meno peggio. La Rosso ho letto il primo e mi è bastato, quello della Monticelli l’ho lasciato perdere, quello di Ghirardi idem, così come quello della Angelis. Buio invece mi intriga, ma ho paura che sia la solita boiata Twilighttiana!

#5 Comment By Evangeline On 7 dicembre 2009 @ 21:25

Gamberetta, non volermi male… Ma io ho votato Strazzulla! :D Stroncala! Contiamo su di te! ^^

#6 Comment By lilyj On 7 dicembre 2009 @ 21:50

Ok, anch’io voto per “La scacchiera nera”: se parti prevenuta perché sembra una barzelletta magari non è male! O quantomeno farà ridere =D
Poi se “l’autrice assicura che la trama non corrisponde all’effettivo contenuto del romanzo”, magari ha un minimo di cervello per rendersi conto che il risvolto di copertina potrebbe essere controproducente!
(hai visto che ti ho evitato la strazzu? che poi… se una scrive a starnuti è logico che il risultato vale meno del moccio!)
Buon lavoro!

#7 Comment By Cercatore On 7 dicembre 2009 @ 21:51

Assolutamente IL SILENZIO DI LENTH…

I motivi sono ovvi… ma non verrò a dirli qui!!

Basti sapere che quel vecchio… e quel bastone… (e anche qualcosina in più :) hanno lasciato il segno!!

Again… Lenth.

In bocca al lupo!

#8 Comment By Seppia On 7 dicembre 2009 @ 22:12

Potrebbe essere divertente provare a scrivere un Atlanta Night del fantasy italiano.

#9 Comment By anto_dmc On 7 dicembre 2009 @ 22:31

Voto il Silenzio di Lenth.
Perchè? Perchè è così deliziosamente complicato da farti desiderare subito il continuo e scoprire cosa c’è sotto.
Si,contiene i soliti elementi fantasy, ma sono rielaborati in modo originale e personale. E intrigante.
Si può dire lo stesso della Strazzulla? Non direi proprio.

#10 Comment By Uriele On 7 dicembre 2009 @ 22:59

La scacchiera nera, il titolo non promette nulla di buono, ma potrebbe essere carino.
Forse non c’era niente di meglio fra i testi in concorso (alla fine il premio a qualcuno lo devono dare, non penso possano annullarlo se non trovano un solo testo buono)

#11 Comment By Gamberetta On 7 dicembre 2009 @ 23:07

@tutti. Questi sono i titoli che ho visto in libreria un paio di giorni fa. Se mi è sfuggito qualcosa, ditemelo pure.

@tidabliu. Boneshaker è probabile che lo legga se esce piratato, però la recensione natalizia è dedicata al fantasy italiano.

@Evangeline. Ammetto che c’è un certo piacere sadico a sparare sulla croce rossa, il problema è che la croce rossa della Strazzu è lunga 800+ pagine.

@Seppia. Ti assicuro che diversi capitoli di Atlanta Nights sono scritti meglio della media dei fantasy nostrani. Dunque non c’è bisogno di prendere scrittori che scrivano apposta male, bastano quelli che si impegnano a scrivere “bene”…

#12 Comment By Ruru On 7 dicembre 2009 @ 23:21

voto “Il Principe delle nebbie” .
Perchè, poi?
Primo: il fatto che una a sedici anni abbia già scritto due libri mi porta a rodermi il fegato a sangue ( e no, non è assolutamente invidia di nessun genere, nonono).
Secondo: ci sono degli elfi. Tanti elfi. Tanti maledettissimi elfi.
Terzo: c’è la potente tizia (gnocca) erede della potente stirpe che cerca alleati.
Posso darti un motivo per leggerlo?
Guarda che copertina fiQua!

#13 Comment By An0n On 7 dicembre 2009 @ 23:30

Votato Strazzulla. Che Dio, o chi per lui, abbia pietà della mia anima nera.

#14 Comment By il_Fabri On 7 dicembre 2009 @ 23:33

Cominciando a leggere mi son detto: Bryan di ormoneinquieto e la Strazzu non li voto. Non sono così cattivo. Poi però ho letto gli altri libri e l’idea di dire: “Non leggerne manco uno, risparmiateli!” mi è venuta e mi rimane.

Voto “La scacchiera nera” perchè potrebbe essere leggibile, pur non brillando per originalità.

#15 Comment By Marco On 7 dicembre 2009 @ 23:42

Ho votato “I cacciatori del tempo.” La trama pare scopiazzata dal film Ladyhawke e i deliri dei fan bimbominkia fanno ben sperare.

#16 Comment By Asher^Kunitz On 7 dicembre 2009 @ 23:43

Rileggendo meglio, noto che le sinossi di ibs sono sbagliate. Alcune almeno. La scacchiera nera e il silenzio di lenth, sul sito di pm, hanno un riassunto diverso. Ma dico io, è normale sta cosa? O___O?!?!?!?

#17 Comment By Aigor On 7 dicembre 2009 @ 23:57

Arthur e lo stregone nero di Tassitano è troppo vecchio?

#18 Comment By Gamberetta On 8 dicembre 2009 @ 00:03

@Asher^Kunitz. Non credo che iBS si inventi le trame, penso che le prenda dalla quarta di copertina o da qualche comunicato stampa della casa editrice. Comunque ho controllato al sito Piemme la trama di Lenth ed è più o meno quella. L’inizio corrisponde con iBS, poi la versione Piemme si dilunga di più ma insomma siamo lì.

@Aigor. Arthur e lo Stregone Nero l’ho letto l’anno scorso. Non ho scritto la recensione perché sarebbe stato un ripetere le solite cose già esposte mille volte. In sintesi è un brutto romanzo.

#19 Comment By Angra On 8 dicembre 2009 @ 00:06

Sob.

La Strazzu la eviterei per pietà.
La recensione di Bryan è probabile che sarebbe una fotocopia dell’anno scorso (anche se per balordaggine è quello che mi attira di più).
Di Figli di Tenebra, Nephandum e Il Silenzio di Lenth ho letto gli incipit: scritti da schifo, vien voglia di cavarsi gli occhi.
La Scacchiera Nera sembra scritto un po’ meno peggio, ma rimane dilettantesco.
Gli Orchi di Kunnat (sempre a giudicare dall’incipit) avrebbe bisogno di una terapia intensiva di editing, ma almeno ha un certo brio.
Gli altri, boh…

Ci devo pensare.

#20 Comment By Okamis On 8 dicembre 2009 @ 00:08

Voto pure io per Il silenzio di Lenth, visto che a quanto ho letto in giro sembra il meno peggio.

#21 Comment By Annaf On 8 dicembre 2009 @ 00:28

Ho votato per “Il Principe delle Nebbie”, vorrei proprio leggere una tua recensione a un libro della Rosso (comunque non disdegnerei neanche la recensione a uno degli altri libri).
Della Strazzu e del suo secondo libro ne ho parlato anch’io e per me è stata una tortura anche solo leggere il prologo, quindi ti risparmio le altre 705 pagine XD

#22 Comment By Alfred On 8 dicembre 2009 @ 00:36

Ma Angra che fai?
Quindi è vero che tu giudichi senza leggere!!!
Ti fermi all’incipit.
Almeno Gamberetta fa lo sforzo, ma tu…
Allora se è per questo anche l’incipit del tuo romanzo on-line è un pò bruttino. Ma questo non significa che lo è anche il resto.
MAH MAH MAH

#23 Comment By Zave On 8 dicembre 2009 @ 00:43

non esiste nessun libro in cui si trattano i vampiri soffermandosi sulle loro perversioni sessuali? potrei scriverne uno io sennò, solo per avere una recensione qui (no non è importante la pubblicazione del romanzo, voglio solo la recensione).
stavo pensando a quanto debba essere fantastico per un vampiro praticare il cunnilingus ad una donna durante le mestruazioni :D
sì: l’obiettivo è toccare il fondo dello squallore e poi mettermi a scavare :D :D :D

ma lasciamo stare questa premessa che non c’entra particolarmente con l’argomento:
ho votato la strazzu!!!
scusa ma non ho saputo resistere T_T
spero che recuperi terreno e arrivi a superare il silenzio di lenth che è al momento in testa.

#24 Comment By Yabuki On 8 dicembre 2009 @ 01:26

Ho deciso di votare quello di Chiara Strazzulla perché mi interessano i Fantastici 4 in copertina e non ho voglia di leggerlo io. Buona lettura.

#25 Comment By GSeck On 8 dicembre 2009 @ 02:16

Io ho votato per “La scacchiera nera”, come secondo mi sarei buttato su “I cacciatori del tempo”.
La recensione di “Il silenzio di Lenth” dovrebbe essere interessante ma vi prego, accontentiamo la gambera e evitiamo la Strazzulla! Cosa volte che sia cambiato rispetto al primo libro? La recensione del secondo sarebbe identica alla prima.

#26 Comment By Drest On 8 dicembre 2009 @ 02:32

gamberetta, che ne dici di leggere una di queste schif– opere anche quest’estate? In cambio non ti facciamo leggere la strazzulla, dai! ;p

#27 Comment By Elvezio On 8 dicembre 2009 @ 07:46

Non saprei: se possibile non recensire nessuno di questi, sono contento della tua decisione di non occuparti più della robaccia, ne ricavi in tempo e salute.
So invece che hai postato un insieme di copertine da cavarsi gli occhi con ferri da calza arrugginiti: ma gli illustratori li scelgono con gli stessi criteri usati per gli scrittori?

#28 Comment By Marco On 8 dicembre 2009 @ 09:47

Ciao, Gamberetta.
Ho votato Il silenzio di Lenth, ma al contempo vorrei consigliarti Lo Stagno di Fuoco, di Daniele Nadir, è stato una rivelazione e le critiche sono in gran parte positive.
Saluti!

#29 Comment By dr Jack On 8 dicembre 2009 @ 10:48

Io voto La Scacchiera nera, mi è sembrato quello che potrebbe avere il contenuto migliore. Anche se devo ammettere che ero molto in dubbio su Bryan di Boscoquieto sono sicuro che avrebbe offerto un sacco di spunti per la recensione.
Ma ho paura che vincerà il Silenzio di Lenth. Anche se il timore peggiore è che vinca la Strazzulla.
Mi raccomando: votate responsabilmente! :p

#30 Comment By matteo On 8 dicembre 2009 @ 11:58

ti ringrazio moltissimo per avermi permesso di constatare attraverso gli estratti che hai pubblicato che ‘e-doll’ deve fare davvero molto molto schifo
…e adesso nel forum di fantascienza.com dovro’ affrontare l’autore che gia’ ha ribattuto ad altri commenti critici con una pignoleria e un’assenza totale di autocritica imbarazzanti

#31 Comment By AryaSnow On 8 dicembre 2009 @ 12:19

I meno peggio a pelle mi sembrano La Scacchiera Nera e il Silenzio di Lenth.
Quella che mi incuriosisce di più è la Strazzulla: con quella copertina dai colori più dark e con…

La Compagnia dei peggiori
Morosilvo Dan Na’Hay, astuto mercante di schiavi di Terra degli Uomini
Thix Arnur Velinan, arrivista fuorilegge di Terra Elfa
Shaka Alek, impenetrabile mercenario di Terra dei Demoni
Pelcus Vynmar, ladro di Terra Nana con la passione per gli esplosivi
Lady Ametista, ipnotizzatrice di Terra Folletta piuttosto vendicativa
Farik Rilkart, testardo brigante di Terra Goblin
Ardrachan Caleth, guerriero omicida di Terra Fata in preda alla follia
Arinth Naun, strategico terrorista di Terra Gnoma

… questa gentaglia kattiva voglio vedere cosa ha tentato di tirar fuori, visto il precedente XD
Scusa :-/
Leggo l’anteprima gratuita e poi ci penso.

Il più trash mi sembra Il Principe delle Nebbie, che a quanto pare ha pure una protagonista terribile. Vorrei votare quello, ma per ora è troppo indietro. Se lo fate salire probabilmente lo scelgo, così non voto la Strazzu!
Ci penserò…

#32 Comment By Vincent On 8 dicembre 2009 @ 12:19

Anche io devo dire che questa volta sono contento che Gamberetta abbia deciso di non occuparsi più della robaccia. Era ora.
Facci leggere roba interessante, insomma.
Anche se in alcune discussioni non siamo in sintonia, quando fai scelte che mi piacciano non fingo di non vedere e non sentire.
Sarà il Natale che si avvicina?

#33 Comment By Angra On 8 dicembre 2009 @ 12:39

@Alfred:

Ma Angra che fai?
Quindi è vero che tu giudichi senza leggere!!!
Ti fermi all’incipit.
Almeno Gamberetta fa lo sforzo, ma tu…
Allora se è per questo anche l’incipit del tuo romanzo on-line è un pò bruttino. Ma questo non significa che lo è anche il resto.
MAH MAH MAH

Ho letto l’incipit e giudicato l’incipit. Dovrebbe essere quello che ti acchiappa e ti fa continuare a leggere, se fa schifo quello (in particolare se è scritto da schifo) è difficile che il resto sia meglio.

A proposito, ti sarei grato se mi spiegassi cos’ha che non va l’incipit del mio romanzo. Se trovi che sia scritto male mi piacerebbe vedere come correggeresti un paio di frasi, magari quelle che trovi più brutte (puoi scrivermi a ale@planetzero.it). Se invece pensi che ci siano altri problemi sono aperto a suggerimenti.

Grazie.

#34 Comment By Dolph On 8 dicembre 2009 @ 12:59

Votato per il Silenzio di Lenth.
Anche se mi piacerebbe tanto leggere la recensione della seconda opera del Ghirardi e dei suoi pruriti adolescenziali.
Certi libri si capisce già dalla copertina che razza di pere dovrebbero essere. La bella, solitaria, anticonformista (see, di stocacchio) ragazza che si trova in balia di forze paranormali finchè il bello, solitario, anticonformista figonzo arriva a salvarla.
Che palle.

#35 Comment By Gamberetta On 8 dicembre 2009 @ 13:06

@Drest. Vediamo prima come finisce il sondaggio. Se non vince la Strazzu potrei prendere in considerazione un altro sondaggio quest’estate.

@matteo. Non conosco Francesco Verso, ma non mi stupisce la mancanza di autocritica. Più uno non sa scrivere, più è convinto di essere bravo. Sembra paradossale, ma funziona così. È anche stato dimostrato sperimentalmente, vedi qui.

#36 Comment By CMT On 8 dicembre 2009 @ 13:13

Ho votato Il Silenzio di Lenth, perché avendolo letto sono curioso di leggere cosa ne pensi. Gli altri non li ho, non li ho letti, non li leggerò, alcuni neanche li ho mai sentiti nominare, per cui poco mi interessano al momento

#37 Comment By Gufomannaro On 8 dicembre 2009 @ 13:17

Caro Babbo Natale Gamberetta,
sono un’ignobile lurker che segue con regolarità questo blog, senza mai commentare. Oggi però ho deciso di palesarmi ed ho votato “La scacchiera nera”, per cercare di salvarti dalla Strazzulla. :) Mi è sembrato quello con la trama meno scontata… e poi l’autrice assicura che il contenuto del romanzo sarà diverso, quindi forse ti risparmierai la scontatissima e struggente storia d’ammore fra l’aitante Ryan e la ragazza indifesa dagli occhi di smeraldo (puah).
E poi la cprtina è bllixxxima!!!!1!!1!!!oneone!!

Good luck! ;)

#38 Comment By AryaSnow On 8 dicembre 2009 @ 13:40

Vediamo prima come finisce il sondaggio. Se non vince la Strazzu potrei prendere in considerazione un altro sondaggio quest’estate.

Allora voto il Principe delle Nebbie, dai.
Però la Strazzu con il suo “impenetrabile mercenario” mi incuriosiva XD

#39 Comment By NohaIjiachi On 8 dicembre 2009 @ 13:52

Sono indubbiamente incuriosita dalla cara buon vecchia (?) Strazzu. Tuttavia tengo alla salute di gamberetta, quindi ho spostato la mia scelta su Bryan di boscoquieto… Voglio altre gnokke!

#40 Comment By Tapiroulant On 8 dicembre 2009 @ 14:00

@Dave:

non esiste nessun libro in cui si trattano i vampiri soffermandosi sulle loro perversioni sessuali? potrei scriverne uno io sennò, solo per avere una recensione qui (no non è importante la pubblicazione del romanzo, voglio solo la recensione).
stavo pensando a quanto debba essere fantastico per un vampiro praticare il cunnilingus ad una donna durante le mestruazioni :D
sì: l’obiettivo è toccare il fondo dello squallore e poi mettermi a scavare :D :D :D

Mmmm, in realtà credo che una cosa del genere sia già stata fatta da Anne Rice X°D Mi spiace!

#41 Comment By Tapiroulant On 8 dicembre 2009 @ 14:00

*ah, ovviamente volevo dire “Zave” e non “Dave”^^’

#42 Comment By lilyj On 8 dicembre 2009 @ 15:08

@Tapiroulant: sì, il cunnilingus mestruato l’ha già proposto la Rice! XD Però il motivo era vagamente decente… ^^

#43 Comment By Fea On 8 dicembre 2009 @ 15:56

Ho votato “Gli Orchi di Kunnat”. Mi interessa parecchio scoprire se la minaccia reale di chiusura di una collana è uno stimolo sufficiente per la delos per pubblicare un’opera decente…

#44 Comment By zweilawyer On 8 dicembre 2009 @ 16:25

Ho letto Buio (soporifero), il Silenzio di Lenth (piatto, senza ritmo), la Strazzulla 2 (descrizioni alla Terry Brooks, con 400 pagine in meno avrebbe avuto i medesimi contenuti), Nephandum (immondum?). Mi piacerebbe una recensione del secondo libro della Rosso.

Zweilawyer

#45 Comment By Buoni presagi On 8 dicembre 2009 @ 16:52

Lo spunto della scacchiera nera è identico a quello di una storia di Topolino di una ventina d’anni fa (una specie di brutto remake della spada di ghiaccio) :-)

#46 Comment By Niccolo’ On 8 dicembre 2009 @ 18:42

Io voto il #6, sembra messo insieme dopo un pomeriggio al Discount del Clichè Fantasy (e ho capito Scott, dici “Topolino e Il Principe delle Nebbie, ultimo e assai stanco episodio della Spada Di Ghiaccio).

Parlando di scrittori vuoti e presuntuosi stile questo di E-Doll (neppure io sono riuscito a finirlo), mi piacerebbe moltissimo leggere una tua recensione del pomposo idiota per eccellenza: Giuseppe Genna!

#47 Comment By Niccolo’ On 8 dicembre 2009 @ 18:46

Ops, in realtà non è vero, intendevi quello in cui Topolino e Pippo comprano la scacchiera e poi vengono catapultati nel mondo fantasy parallelo. Brutta. Ma il terzo capitolo della Trilogia dell’Argahar non era paragonabile ai primi due lo stesso! :)

#48 Comment By Sophitia On 8 dicembre 2009 @ 18:54

Ciao, ho votato adesso La Scacchiera Nera, perchè ne ho sentito parlare bene e mi ha incuriosita, ma prima di spendere soldi e comprarla, mi piacerebbe leggerne una tua recensione!
Sono stata però tentata da Bryan di Boscoquieto e il Talismano del Male, perchè è stata la recensione che mi ha fatto scoprire questo blog, e ci sono “affezionata” ^_^!

#49 Comment By Dago Red On 8 dicembre 2009 @ 18:57

E’ già stato segnalato L’Orda del Vento?
Come dissi qualche giorno fa, me ne hanno parlato molto bene.

#50 Comment By Gamberetta On 8 dicembre 2009 @ 19:10

@Niccolo’. Non ho mai letto niente di Genna scrittore (ha mai scritto romanzi di genere fantastico?), però il Genna critico è il mio idolo. Cito da una sua “recensione”:

Si tratta di un romanzo storico e, nonostante ciò, nitidamente e sinceramente autobiografico, che interroga un momento nodale del passato ed esprime una renitenza all’assenso di quella onnipersistenza vorace del presente, di questo devastato presente, che si erge a epoca definitiva e chiude i conti con ciò che lo ha prodotto, formulando un giudizio indecente e autocratico, e al tempo stesso desiderando bloccare ogni deriva autonoma e impazzita che conduca a un futuro diverso da quello calcolato.

100% G-E-G-N-O. O no?

@Dago Red. La recensione natalizia è dedicata ad autori italiani.

#51 Comment By Niccolo’ On 8 dicembre 2009 @ 19:24

Gegno pvro 100%, incontrovertibile. Considera che lui scrive come recensisce, solo un po’ peggio. Fantastico… beh, in effetti no: lui spera di diventare il Pynchon/DeLillo/Hassell italiano, ma è già tanto se diventa il nostro Dan Brown…

#52 Comment By Giovanni On 8 dicembre 2009 @ 19:58

Ho votato Strazzulla. Deve avere recepito le tue critiche sulla banalità degli elfi nobili, virtuosi e valorosi infatti in questo secondo libro i protagonisti sono “i peggiori delle otto terre”. Come in Machete !
Lo comprerò giusto per curiosità.

#53 Comment By Dago Red On 8 dicembre 2009 @ 20:30

Chi ha nominato il nome di Sven Hassell invano??

#54 Comment By Diego On 8 dicembre 2009 @ 20:35

Non ho ancora votato. Gamberetta, uff, ma per forza romanzi? Non puoi recensire le recensioni? A me giuro che l’onnipersistenza vorace del presente m’ha fatto morire.

#55 Comment By p.coso On 8 dicembre 2009 @ 20:56

Il libro della Rosso se non sbaglio è il seguito del suo romazo precedente. Per recensire il secondo volume non devresti aver letto anche il primo? Due romanzi del genere a Natale?

#56 Comment By Vincent Law On 8 dicembre 2009 @ 21:24

E’ abbastanza desolante votare il “meno peggio”, già, come se a cena mi preparo la bistecca “meno peggio” che ho trovato dal macellaio, cioè mi passa proprio la fame così. Ho votato La scacchiera qualcosa perché mi sembrava il meno peggio, sob

#57 Comment By Angra On 8 dicembre 2009 @ 21:25

@Gamberetta:

100% G-E-G-N-O. O no?

Forse 100% generatore automatico ^___^

#58 Comment By Pyros On 8 dicembre 2009 @ 21:54

Propongo “Lampo Verde” di Valentino Notari: http://www.edizionicroce.com/libro.asp?idlibro=77

#59 Comment By Gamberetta On 8 dicembre 2009 @ 22:06

@Pyros. Pare editore a pagamento, vedi qui. A meno che tu non abbia informazioni in senso contrario, nel qual caso posta anche nel forum di WD.

#60 Comment By Maudh On 8 dicembre 2009 @ 22:33

Devo decidere tra il mio istinto sadico e crudele (Strazzulla!!! Strazzulla!!! Strazzulla!!!) e ciò che sembra meo peggio (Lenth).
Datemi del tempo.

#61 Comment By lilyj On 8 dicembre 2009 @ 22:54

@Maudh: abbi pietà per Gamberetta, siamo a Natale! XD

#62 Comment By Artemis On 8 dicembre 2009 @ 23:11

Io ho votato il Principe delle Nebbie, perché sto mordendo il fazzoletto pensando a quella pischella che ha già pubblicato due libri mentre io sono qui a stare dietro a tutto quello che mi danno da studiare…
Io, cerca di capirmi, sto qui a lamentarmi del fatto che non posso esercitarmi nella scrittura, perché devo studiare di Ariosto che si lamenta che non può esercitarsi nella scrittura perché deve lavorare.
Mi sento un po’ presa in giro, Ludovico è qui che mi compiange.

P.S. Ho avuto la tentazione di votare la Strazzulla perché godo come un porcellino nel leggere recensioni negative belle e crudeli come le tue, ma mi sono trattenuta perché sono ottocento pagine e sento che, se ci fosse un inferno, ci sarei caduta di certo.

#63 Comment By Clio On 8 dicembre 2009 @ 23:15

La leggenda degli Eldowin. Mi piacerebbe sapere se esiste un libro con gli elfi che non faccia schifo. Finora (escludendo il vecchio Prof) ho trovato leggibile Pug l’apprendista, e c’erano gli elfi… molto pochi, il che salvava in parte il libro =_=

#64 Comment By Gamberetta On 8 dicembre 2009 @ 23:20

@Clio. Clicca sull’approfondimento dedicato a Elisa Rosso, alla fine parla degli elfi e spiega che i suoi sì che non sono i soliti elfi… ammetto che i romanzi della Rosso mi tentano molto, ma anch’io devo limitare il sadismo perché non voglio che Babbo Natale mi metta nella lista dei bambini cattivi che non ricevono regali.

#65 Comment By Francesco Verso On 8 dicembre 2009 @ 23:56

Posto i commenti in grassetto per chiarezza.

E-Doll è ambientato a Mosca nel 2053. Il mondo è rimasto più o meno quello che conosciamo, tranne gli e-doll. Gli e-doll sono androidi usati come schiavi sessuali in modo che la gente possa soddisfare le proprie perversioni senza rischi.
Premessa semplice che porta a delle incongruenze già nelle prime 36 pagine.
Ciao Gamberetta, cercherò di esaminare la tua recensione (?) allo stesso modo in cui hai fatto tu con e-Doll. Spero che almeno mi darai l’opportunità di difendermi, visto che io ho dovuto sorbirmi le tue illazioni.
Dunque, Gamberetta si crede una critica letteraria, si spaccia per una che può puntare il dito e addirittura dire agli altri cosa è giusto e cosa è sbagliato. Ok, diamole credito e vediamo come sviluppa la sua analisi.
Ahimé prima frase, primo errore: lo schiavo è tale solo se sa di esserlo, gli e-Doll no e quindi cominciamo maluccio per una critica che ha nomea di essere precisa e puntigliosa. Tanto per ribadire il concetto, gli e-Doll nascono appunto per non avere più degli schiavi umani del sesso.

A pagina 15, scoperto un e-doll morto, il tenente incaricato delle indagini verifica che fino a quel momento non ci sono mai stati omicidi di e-doll in Europa (”[...] a una prima analisi, non vengono segnalati omicidi di e-doll in Europa.”) A pagina 20 un e-doll che passa per strada suscita l’interesse di tutti (”E la strada va in subbuglio, colta dallo stupore che si materializza intorno agli e-doll [...]“). A pagina 27 un personaggio “Ha preso questo andazzo da quando ha scovato su un sito web vietato ai minori l’esistenza degli e-doll.”
Cosa si deduce da questi tre accenni? Io ne deduco che gli e-doll siano molto pochi: scopri che esistono solo frequentando siti “loschi”, se ne vedi uno per strada ti fermi ammirato a guardarlo, e nessuno li ha mai ammazzati. No, pur leggendo le frasi che hai scelto tu a caso, io ne deduco che sono poco visibili. Non c’è un sostantivo o un aggettivo numerico, non c’è nessun riferimento al loro numero. Da dove lo deduci? Se non ci sono omicidi di e-Doll in Europa, vuol dire che sono pochi di numero? Se un sito web è vietato vuol dire che gli e-Doll sono pochi? Mah, misteri della critica…
Ottimo. Ma a pagina 31 è scritto:
Il loro [degli e-doll] business, incluso il variegato indotto, fatto di tecnici per la manutenzione, corrieri per il ritiro e la consegna a domicilio, stilisti d’avanguardia, visagisti estetici, programmatori di sensistema, addetti al marketing pornografico, finanziatori di sessoteche, si calcola sia paragonabile per grandezza e pervasività del settore a quello delle automobili del secolo scorso. Senza contare i gadget venduti a corredo e quelli spediti per posta anonima di cui tante case abbondano all’insaputa dei coinquilini.
A parte il blocco di inforigurgito spiattellato senza grazia, si dice che il mercato degli e-doll è al livello di quello delle automobili. Com’è possibile? Dovrebbero esserci milioni di e-doll! Ma questo è in contraddizione con quanto esposto all’inizio. Non si può neanche invocare la difesa d’ufficio, “tanto è fantasy!!!”, perché qui parliamo di fantascienza: estrapolare le conseguenze dei progressi scientifici è al cuore del genere. La coerenza è vitale. Infatti sei tu a essere partita da un presupposto sbagliato che ti sei inventata.
A pagina 15 è scritto:
A testa bassa, Gankin scruta quel corpo indifeso, nato per soddisfare desideri e voglie inconfessabili: tutto ciò che in molti volevano senza sapere dove trovarlo. Fino alla comparsa degli e-doll.
A pagina 17 un e-doll ragiona su se stesso:
D’altro canto, è ciò che la gente s’aspetta da un essere attrezzato per solleticare le fantasie fino a percorrerne ogni ramificazione.
Desideri e voglie inconfessabili, fantasie percorse in ogni ramificazione: io mi aspetto che gli e-doll possano garantire all’acquirente qualunque tipo di perversione. Ma a pagina 35 un poliziotto della scientifica dice:
–… e a quanto ne so [gli e-doll] non sudano, sputano, puzzano o roba del genere. Fino a oggi non hanno mai defecato, né urinato. Può anche essere una limitazione della verosimiglianza, sta di fatto che i bisogni evacuativi degli umani non sono stati trasposti loro.
Delusione! Perciò questi e-doll, pronti a esaudire ogni fantasia, non possono far niente per gli amanti della coprofilia o dell’urofilia? Che è, razzismo? Ahi, altro errore pacchiano, gli e-Doll non sono una razza umana, al massimo sarebbe discriminazione. E poi se ci pensi bene, e ti chiedo di fare uno sforzo di fantasia, in realtà possono… non da attivi ma da passivi. Ok, non conosci il settore, non te ne faccio una colpa.
È notevole vedere un autore che parte da una premessa semplicissima e già vista mille volte in altri romanzi e, nonostante ciò, non è capace di mantenere un minimo di coerenza. Già dimostrata la fallacità della tua osservazione tirata per i capelli. Be’, rimedierà con uno stile brillante, giusto? Sbagliato. E-Doll è scritto male, anzi è scritto peggio.
In un sacco di passaggi la scrittura è vuota. Non comunica niente. Non solo non mostra, ma non racconta neanche. Sono frasi senza senso. Esempio (pag. 19):
[Berenice Cubarskij] è rimasta impressionata dalle conturbanti doti di Angel [un e-doll], quando vi si è imbattuta al Cirque du Sex, dove lu/ei s’esibiva in veste di domatore di donne frustrate dall’atavico ruolo che la natura ha assegnato loro.
È in posti del genere, come lo scintillante Lubov sulla Bol’saja Sadovaja o il lugubre Dark Star sulla Precistenka nelle vicinanze degli austeri e polverosi Musei di Puskin e Tolstoj, che la Signora Cubarskij ha riscoperto il senso da attribuire a se stessa, assieme alle centinaia di altre donne che mal sopportano d’essere trattate come il codice genetico erroneamente prescrive loro da millenni.
Ultimamente, tali luoghi riservati, da sempre esistiti anche se poco reclamizzati, sono frequentati da splendidi sembianti incaricati di elargire ciò che la società aveva condannato come rigurgiti primordiali da sedare e disdicevoli devianze da arginare.
Quanto ai clienti, in egual misura distribuiti tra uomini e donne, essi ne sono consapevoli, ma preferiscono indulgere piuttosto che accettare un compromesso snaturante e disumano. E volentieri s’illudono, piuttosto che accontentarsi d’una felicità condivisa ma breve e ripetitiva.
172 parole e non c’è scritto un emerito tubo. Qual è l’atavico ruolo che la natura ha assegnato alle donne? O sei pigra o non così intelligente come vuoi far sembrare, le capacità medie di un lettore qualsiasi sono in grado di comprendere quale sia tale ruolo. Che senso ha scoperto da attribuire a se stessa Berenice? Ma non volevi la suspense? Eccola … Cosa prescrive (erroneamente) il codice genetico? Qui ti do atto che ci sarebbe bisogno di uno sforzo intellettivo. Ma fammi illudere che la maggior parte dei lettori ci siano arrivati. Che cosa elargiscono i sembianti? Si piega da solo oppure ti servono i sottotitoli? Che cosa la società aveva condannato come rigurgiti primordiali? La violenza, l’aggressività. Ovviamente se estrapoli una frase, non si capisce il contesto che è palese leggendo le pagine precedenti. Qual è il compromesso snaturante e disumano?
Il banale contrario, l’accettazione del sesso convenzionale. L’autocensura della fantasia. Qui non è questione di gusti, di stile, di punti di vista: questa è cacca. E no, a me la coprofilia non piace. Però ti piace ricoprirci gli altri… :-) Magari non è una frase che gira benissimo, ma non ti pare di esagerare un tantino per creare un effetto?
Esempio più corto ma altrettanto efficace (pag. 21):
Il suono abrasivo, di metallo stridente, ricorda ad Angel una ricorrenza remota, dei tempi della capsula vivificante presso i laboratori Silitron di Hanoi. Quasi cinque anni fa, un periodo breve in termini umani e ancor più breve per una macchina capace di eludere il fattore erosivo del tempo. Archiviata in una bolla di memoria, quando il suo sensistema era scevro d’esperienze libidiche e computazionali, eccezion fatta per le istruzioni base e le inferenze native.
Poi si parla d’altro. Ora, quale sarebbe la “ricorrenza remota” che Angel ricorda? È la “ricorrenza remota” il soggetto – una frase dopo – di “archiviata”? Cos’è, non è un romanzo ma un puzzle, dove io pago e poi devo riscrivere da zero per capirci qualcosa? La voglia di riscrivere ce l’hai nelle vene, no qui dovevi solo limitarti a capire che si tratta di un ricordo, e più precisamente del ricordo della nascita di Angel, cosa che si evince dal fatto che il sensistema è scevro di tutto, tranne che delle istruzioni di base. Domanda? Quand’è che un oggetto possiede solo le istruzioni di base? Ok, hai ragione, in fondo mi piacciono i puzzle…
Poi c’è il blaterare sgradevole dello scrittore dilettante che si crede Artista (pag. 23): ahi, mi metti una maiuscola? Non credevo di meritare tanto…
Mosca è un universo vorticante e vandalizzato, è il riflesso incrinato di un’anima dispersa tra le nuvole cirriformi del Nord, è l’ansia e al tempo stesso la malattia della vita.
Questa frase segnatevela perché un classico esempio di uso idiota delle metafore. Non vuol dire niente, però si percepisce la ricerca delle parole perché suonino pompose per impressionare i gonzi, con la città vista come “il riflesso incrinato di un’anima dispersa tra le nuvole cirriformi del Nord”. Proprio. È lo scopo della narrativa, vero? Non far capire una mazza a chi legge, ma mettere in soggezione i pochi ignoranti che ancora pensano che scrivere sia mischiare paroloni a caso. Ok, andiamo sul personale ma non mi permetto, benché tu sia una Signora che non si esprime come tale usando impropriamente delle mazze, di abbassarmi al tuo livello. Se tu avessi vissuto a Mosca, se tu avessi osservato quel cielo, non avresti preso le mie parole per casuali. È proprio la mancanza di poesia che ti limita la vista. Sei così miope che ti aspetti che uno scrittore ti disponga le immagini a portata di mano. Che te le spieghi come con i bimbi. Che tuttavia compensano con la loro fantasia. Dov’è che s’è persa la tua? Altrimenti, oltre i centimetri del naso, mi viene da pensare che tu scorga solo il buio totale e allora ti viene di riempirlo con ciò che non intuisci, né capisci. È questa la frustrazione di chi critica, la mancanza di arte percepita intorno a sé. Che poi possa non essere arte eccelsa, ma è pur sempre l’emotività che, stando a quanto scrivi qui, ti difetta.
Ciliegina sulla torta: questo sproloquio sono i pensieri di una ragazzina al primo anno di Liceo, preoccupata perché l’autobus è in ritardo; la mamma la sgriderà se rientra dopo l’orario stabilito. Siamo a livello di Sergio Rocca, l’immortale poeta (”«Chi sei stregone?» ruggì il bambino istericamente, pronto a gridare.”) No, qui è il narratore esterno che parla, non è Maya. Rileggi bene la frase prima di gabbare l’ignaro lettore.
Infine c’è il classico raccontare invece di mostrare. Passaggi così (pag. 24):
[la ragazzina di cui sopra è raggiunta da un tipo in macchina] Non sapendo che fare, le salta in mente un pensiero sconcio ma poi, incerta sugli esiti di eventuali imprevisti, storna lo sguardo.
Funziona in questo modo: io pago 4 euro e 20 centesimi e compro una porzioncina della fantasia dell’autore. Lui mi deve dire qual è il pensiero sconcio. Lui mi deve dire quali sono gli esiti degli imprevisti eventuali.
La ragazzina vuole farsi il tipo? Lo vuole frustare? Lo vuole appendere a testa in giù in una vasca piena di scarafaggi? Ma poi rinuncia perché l’ultima volta gli scarafaggi sono scappati e le hanno invaso la stanza? Devo pagare e poi scrivere io il romanzo? No, se mai ti fosse capitato di scrivere un romanzo, dovresti sapere che lo “show, don’t tell” è la prima o la seconda lezione di un qualsiasi corso di scrittura creativa. È una pura questione stilistica, una sensibilità mediata dal cinema, dai bisogni di “mostrare” l’azione in presa diretta. Io propendo a credere che sia un’impostazione narrativa di derivazione americana. Una delle tante possibili. Scrittori russi quali Pelevin, Erofeev e Sorokin come pure i francesi Houellebecq o Dantec non ne fanno gran uso. Del resto, non credo che Cervantes conoscesse questo metodo. Né credo che lo conoscesse Poe. È una tecnica moderna e funzionale ma è come dire che dobbiamo tutti suonare la musica in 4/4… Oh Critica Suprema, lasciaci qualche nota da suonare e non bacchettarci se ogni tanto ti scombiniamo i foglietti con le regole scritte sopra… .-)
Meno grave ma sempre fastidioso è il mostrare & raccontare. In particolare, quando il raccontare precede il mostrare fa venire i nervi. Immaginate di essere al cinema, il tizio accanto a voi ogni dieci minuti vi sussurra: «Adesso vedrai cosa succede, vedrai come Jimmy si arrabbia.» oppure: «Adesso ascolta bene, eh, ascolta, sentirai che battutona!» Sono sicura che alla terza interruzione cambiate posto. Nella narrativa funziona uguale (pag. 30):
A Gankin non resta che negare tramite una pericolosa iperbole. – Al contrario, non hai considerato lo stadio di avanzamento della mia passione necrofila…
“A Gankin non resta che negare tramite una pericolosa iperbole” è l’equivalente del tizio rompiscatole al cinema. Preciso identico. Visto che mostri la “pericolosa iperbole”(sic), non c’è bisogno che l’anticipi prima. Svuoti di tensione il paragrafo.
Questo attiene allo stile che può non piacerti. Non mi dilungo oltre.

Il settimo volume del manga Chobits delle CLAMP. In Chobits non ci sono e-doll, ma persocom. La storia ha diverse analogie con il romanzo di Verso, ma è realizzata molto, molto meglio. Ups… pubblicità neanche troppo velata. Qui prodest?
L’autore gestisce il punto di vista usando la tecnica del chi se ne frega, scrivo come mi capita. Nel primo capitolo, che comprende un’unica scena – l’esame del cadavere dell’e-doll da parte del tenente Gankin e del suo assistente Aleksej –, il punto di vista cambia almeno dodici volte, saltando di continuo da un personaggio all’altro. Senza alcuna giustificazione o alcun ritmo; ci sono pagine e pagine con Gankin, poi qualche paragrafo con Aleksej, poi si ritorna a Gankin per ancor meno spazio, poi Aleksej un po’ di più, tutto così come capita. Alla fine tocca rileggere più volte certi passaggi per capire a chi attribuire parole e pensieri. Un capitolo degno di Atlanta Nights. Sei tu che fai fatica a seguire il testo o è proprio il concetto di punto di vista che secondo te deve essere UNO e INDIVISIBILE? Anche la Chiesta ammette una certa flessibilità su certi temi delicati. E poi, solo qualche riga sopra, non ti piaceva lo “show, don’t tell” quello con la camera alla mano? Eppure quando viene fatto (presente quei fastidiosissimi film di Lars Von Trier in presa diretta?) pare che non ti piaccia?
Più avanti l’autore si supera, riuscendo a cambiare punto di vista all’interno di un singolo paragrafo (pag. 21):
Un cameriere addobbato con un’impeccabile livrea lattea compare sull’uscio e lu/ei [sempre Angel] viene annunciato alla signora Cubarskij, non prima d’essersi sistemato le sopracciglia decorate dalle mani fatate di Sharunas. L’ometto, barba e baffi curatissimi, gli rifila un’occhiata lasciva dall’angolo degli occhialini, ma pare più preoccupato di trovare un modo per non ascoltare ciò che sarebbe successo nel sotterraneo. Si ricorda di una cera d’antica memoria versata nelle orecchie di un re a salvaguardia della sua sanità mentale. Si ricorda che grazie all’espediente, egli riuscì a resistere a una tentazione letale.
Il paragrafo comincia con il punto di vista dell’e-doll. No, ancora una volta hai problemi a concentrarti sulla lettura. Dai, leggi bene, “un cameriere compare [...] e Angel viene annunciato… È confermato da quel “gli rifila un’occhiata lasciva [...] ma pare più preoccupato”: Il punto di vista è del cameriere, non so come tu abbia fatto a vedere l’azione su Angel. C’è un soggetto grande come una casa “L’ometto”. L’e-doll coglie l’occhiata del cameriere e ne deduce la lascivia e al contempo il desiderio di non ascoltare (come faccia questa deduzione è un mistero). Se leggi la frase dopo si capisce chiaramente. Hai troppa fretta di dimostrare il tuo ragionamento, e usando il microscopio ti perdi le frasi successive. Ma le frasi dopo?. È l’e-doll che ricorda l’episodio di Ulisse e le Sirene o è il cameriere? Io ho riletto tre volte e non ne sono sicura. Mi sembra così innaturale che di punto in bianco si entri nella testa del cameriere, d’altra parte l’e-doll conosce Ulisse? E lui, macchina, ne ha solo un ricordo così approssimativo? Mah! Tutte panzane che ti servono per far bella figura, per apparire arguti nell’approssimazione.
In altri momenti l’autore si contraddice nello spazio di un paragrafo (pag. 19):
L’olografia di Berenice Cubarskij la ritrae in pose provocanti: alla signora piace farsi vedere e proprio quella fantasia rappresenta il suo punto debole. Un aspetto su cui il marito non s’è interrogato, né s’è preoccupato d’esplorare, coinvolgendola in giochetti di mano in ascensore, lubrici amplessi tra le foreste di conifere o eccitanti fellatio durante le attese ai semafori…
Allora:
a) Berenice è esibizionista (”alla signora piace farsi vedere”).
b) Il marito coinvolge Berenice in una serie di atti sessuali all’aperto o in luoghi pubblici. Qui mi viene il dubbio che tu sia proprio dura. L’hai anche copiato senza averlo letto? Il marito NON s’è interrogato, né s’è preoccupato…
c) Dunque perché il marito non “s’è preoccupato d’esplorare” l’esibizionismo della moglie? Se avessi letto oltre, avresti trovato il motivo. Cosa doveva fare di più? Esattamente quello che non ha fatto, vedi frase sopra. Che senso ha ’sto paragrafo. Quello che non hai neppure intuito.
L’autore ha spiegato che Maya, la ragazzina in attesa dell’autobus, non frequenta molto i coetanei, tutti “delinquentelli” o “gallinelle”, poi scrive (pag. 26):
[Maya] Da qualche mese ha scoperto un altro passatempo, cose impensabili per dei ragazzini bifolchi ma già malavitosi in erba come loro. Gli unici a cui si concede e che se la godono tutta, sono quelli dell’ultimo anno, Roman “Frigo” Saratov in testa e poi Misha la Miccia, Pavel il Labbruto e il Peloso Ivan. Solo loro se la spupazzano a turno ma in ordine rigorosamente decrescente. La cosa strana però, agli occhi dei compagni, non è tanto la promiscuità di Maya e l’indifferenza a darsi in pubblico, doti ampiamente condivise dalle sue coetanee [...]
Nella prima frase il sesso è “cosa impensabile” per i coetanei di Maya, nell’ultima frase la promiscuità, addirittura “l’indifferenza a darsi in pubblico” sono doti ampiamente condivise per i coetanei di Maya. Le cose “impensabili” non sono le stesse della promiscuità e dell’indifferenza. Perché le vedi come sinonimi? Un altro azzardo rischioso. L’uso del microscopio ti impedisce di vedere oltre il vetrino. Non stai cercando di “entrare” nel testo, te ne stai solo tenendo alla larga, analizzandolo dagli abissi del pianeta Critico. Mi chiedo quale organo del corpo usi per scrivere?
Notare altre delizie: le cose sono impensabili per i ragazzini “bifolchi ma malavitosi”, che senso ha? È l’essere malavitoso che ti impedisce di scoprire il sesso? No è l’essere bifolco, ma tu hai scelto di vedere l’altro sostantivo per qualche strano motivo. L’elenco dei quattro studenti che si “spupazzano”(sic) e si “godono tutta”(sic) Maya, sembra uscito da un romanzo inedito di Federico Ghirardi. E quel “in ordine rigorosamente decrescente”? Decrescente di cosa? Se avessi continuato a leggere l’avresti scoperto. Ordine alfabetico? Età? Lunghezza dell’uccello? Siamo alle solite, devo scrivere io il romanzo? No, però leggerlo non guasterebbe. E magari ti sarebbe piaciuto riscriverlo se lo fai notare così spesso…
Passiamo a pagina 9:
[Gankin] Infilati guanti e mascherina, s’accosta al corpo, cabotandogli attorno per non incappare in sgradevoli sorprese quali contaminazioni a tempo o esalazioni a innesco, ultima moda degli attacchi terroristici, oggi in voga anche tra le bande metropolitane.
“Cabotare” significa navigare, spesso per tratti brevi (da qui l’espressione “piccolo cabotaggio”). Dunque Gankin “naviga” intorno al corpo a distanza ravvicinata… per non incappare in contaminazioni a tempo? Il legame logico sarebbe? Il contatto, si capisce se uno ci prova. Non dovrebbe scappare il più lontano possibile e stare lontano se vuole evitare le contaminazioni a tempo? No, non dovrebbe scappare se non lo tocca. Ma mi pare di chiederti uno sforzo immaginifico troppo elevato, quindi ti do ragione. Leggere un romanzo nel modo in cui lo leggi tu, annoierebbe chiunque. :-)
Nota di stile: quel “sgradevoli sorprese” è un altro errore. Ma è rosso o blu? È ancora il tizio che ti dà di gomito al cinema. È inutile raccontare che ci sono sgradevoli sorprese se dopo le descrivi. Così non fai altro che smorzare la suspense. Grazie dell’ennesimo prezioso consiglio ma si da il caso che “le contaminazioni a tempo o esalazioni a innesco” siano una specificazione del termine generico di sopra. E che, a mio insindacabile giudizio, merita di essere approfondito. E sia, mi prendo questa libertà!
Un’incongruenza a qualche paragrafo di distanza (pag. 11):
[Gankin] Allunga l’altra mano, scoprendo il resto della ferita. Gli occhi si trasformano in due feritoie orizzontali. Deve restare lucido e attento perché ogni volta lo stomaco gli manda dei singulti per avvertirlo di non abituarsi a quella vista. È una specie di campanello d’allarme con cui mantiene una barriera di separazione tra sé e quello che succede. Il giorno in cui saprà d’essersi assuefatto a quello spettacolo e potrà guardare quelle oscenità come se fossero un film o un documentario, sarà il giorno in un cui chiederà il trasferimento a un’altra sezione per un insormontabile conflitto d’interessi.
Ma poco prima così è descritta la ferita (pag. 10):
Sotto il vestito stropicciato, uno squarcio di 10 cm di profondità per 25 di lunghezza lo saluta truculento.
Qui sono io che non capisco te. Perché un squarcio di 10×25 non può avere una parte rimasta coperta? Ti da fastidio la misura? O doverla vedere?
Idea mia, ma descrivere una ferita come 10×25 non è proprio “guardarla come se fosse un documentario”? Inutile dire che Gankin non ci pensa nemmeno a chiedere il trasferimento, né si accorgerà di questo “insormontabile conflitto d’interessi”. Tiri a indovinare sulla trama senza aver letto il finale? È questo il servizio che rendi ai tuoi lettori? Questa tua presunzione è davvero un grave peccato di superbia nei loro confronti. :-) No, forse ho capito, lo fai per non rovinare loro la sorpresa…
Ok, lo stile è orribile; ok, le incongruenze abbondano, ma chissà questo romanzo di fantascienza com’è infarcito di interessanti questioni sulla robotica e le Intelligenze Artificiali! E in effetti si possono gustare deliziosi passaggi senza capo né coda, ma pieni di technobabble (pag. 32):
Dunque, il sensistema è stato cortocircuitato. Per l’esattezza tra la pompa cardiaca e il collettore di raccordo. Poi, versato il contenuto all’esterno dell’esemplare, s’è impedita la riparazione da parte dei nanobot che, diminuiti sotto la soglia di auto-alimentazione, hanno provocato lo spegnimento terminale del sensistema e con esso dell’e-doll. È un bug conosciuto e a più riprese l’abbiamo segnalato alla Silitron affinché intervenga. È il tipico difetto di fabbricazione che potrebbe risolversi con poco, anche perché è l’unico metodo di mandare in crash un organo wetware così sofisticato come il sensistema e inibire il ricaricamento e il successivo ripristino tramite vivificazione.
“Non è solo un danno alla proprietà della Silitron” pensa Gankin. Come sa, qualsiasi bioware è riciclabile e sostituibile ma il sensistema, insieme a ciò che vi è registrato sopra, reazioni emotive ed esperienze individuali incluse, va perso per sempre. [...]
Sigh. E in mezzo a questa valanga di termini inventati per dare una patina di scientificità a una marea di stupidate, nessuno chiede se c’è una copia di backup di “ciò che vi è registrato sopra”. Ovvero ti faccio diventare bianco il nero… C’è UN solo termine inventato, “vivificazione”. Il resto è italiano o inglese. L’errore caso mai sta nell’usare wetware e bioware in due righe vicine. Però il tuo termine technobabble dovrebbe passare d’ufficio?
E stendiamo un velo pietoso quando (pag. 35) l’autore confonde la melatonina con la melanina… Non confondo nulla, sei tu che ignori che la melatonina funziona al contrario della melanina, schiarendo la pelle. Come ho già spiegato sul forum di fantascienza.com, c’è un refuso e la frase sarebbe dovuta essere “trasformare un meticcio in albino”. Quando si scrive, gli errori scappano, quando si è superficiali, gli errori non si vedono. :-)
* * *
Una volta sono stata accusata di prendere per scema la giuria del Premio Urania. Non è vero. Non sono io che prendo per scema la giuria del Premio Urania, è la giuria del Premio Urania che si prende per scema da sola, avendo deciso di premiare questo cumulo di spazzatura.

Mi viene il dubbio che tu non abbia mai passato neppure la prima selezione di un premio. Tanta acredine, tanta frustrazione saccente… Ma smentiscimi pure con titoli, pubblicazioni e onorificenze varie, io accetto il confronto se posso difendermi. O forse sei una di quelle persone che schifa così tanto tutto e tutti che scrive soltanto per sé, per il proprio narcisismo che non ammette repliche (a parte scrivere un blog ma – sii onesta tu questo lo chiami scrivere? – in realtà fai della macelleria letteraria come farebbe una iena affamata del lavoro altrui). Ti vedo godere nello stroncare qualcuno, ti sento divertirti alle spalle degli altri. Vita meschina che deve riflettersi in qualcuno per darsi un’apparenza reale. Pensi davvero che basti così poco per darsi un tono da critica letteraria? Ma tu preferisci analizzare il mondo col tuo noiosissimo microscopio dagli abissi del pianeta Critico. Francesco Verso

#66 Comment By Federico Russo “Taotor” On 9 dicembre 2009 @ 00:21

Ho votato gli Orchi di Kunnat; il Duca mi ha linkato un thread di WM e sembra sia una specie di sfida. Se questo libro non va, “fallisce” la collana.
Fermo restando che la qualità di quei romanzi è inversamente proporzio(a)nale alla bellezza delle copertine (mio Dio quanto sono fighe!), l’idea di fantasy pulp alla S&S, che normalmente dovrebbe far rabbrividire, mi piace.
Se non fossero scritti come sono scritti, quei romanzetti sarebbero un’ottima lettura di svago, roba da leggere per esempio alla fermata del bus, o in bagno, ascoltando i Rhapsody of Fire o i Dragonforce, tra una partita di World of Warcraft e l’altra. Non sto scherzando, parlo sul serio. Una lettura leggera ma onesta.
Peccato che – lo so – così non sarà. :(

P.S. Vi prego, non la Strazzu né Braian. Insomma, so’ davvero pesanti!

#67 Comment By Gamberetta On 9 dicembre 2009 @ 00:22

@Francesco Verso. Sono senza fantasia e senza poesia. Prendo atto. Non hai dimostrato un livello minimo di preparazione (esempio: non conosci l’italiano) per meritare ulteriore risposta. I lettori giudicheranno loro se le tue repliche sono sensate o no.
Ti chiedo solo una fonte per l’affermazione la “melatonina funziona al contrario della melanina” perché prima di scrivere l’articolo ho controllato e non ho trovato niente del genere. Se mi fornisci qualche tipo di documentazione, correggerò l’articolo (se sarà da correggere).

#68 Comment By Davide On 9 dicembre 2009 @ 00:51

Io ho votato “Buio”, ma poi me ne sono un po’ pentito perché so già che è brutto… Avrei dovuto scegliere “La scacchiera nera”, visto che fra tutte le trame presenti è l’unica che mi ispiri vagamente. Almeno c’era la minima possibilità che ti ritrovassi a leggere qualcosa di carino… Scusa, Chiara.T__T

“@Pyros. Pare editore a pagamento, vedi qui. A meno che tu non abbia informazioni in senso contrario, nel qual caso posta anche nel forum di WD.”

Guarda, conosco l’autore di persona e non mi pare mi abbia mai parlato di pagamenti dovuti alla casa editrice. Magari è vero che – come da forum di WD – considerano “ogni libro una storia a sé” e su questo sperano di guadagnare qualcosa.

Un appello a tutti: vi prego, non votate la Strazzulla né il Ghirardi. Gamberetta ha già dato, a riguardo. Non costringetela di nuovo ad una via crucis che ha già dovuto percorrere!

#69 Comment By Clio On 9 dicembre 2009 @ 00:52

Al Sig.Verso
Rispondo solo a un’osservazione, è ricorronte con variazioni sul tema.

non credo che Cervantes conoscesse questo metodo. Né credo che lo conoscesse Poe

La letteratura non può fare astrazione dalla situazione storica. Lo Heike Monogatari è un poema estremamente interessante, se tieni presente da chi e quando è stato scritto. Un romanzo moderno in cui le maniche sono “fradice di lacrime” ogni tre paragrafi o in cui ci sono ottanta personaggi chiamati non col nome (troppo facile…) ma con la carica politica (Primo Consigliere Surnumerario della Destra ecc.) sarebbe uno schifo.
“Ma (mettere qui nome di artista storico celebre) lo faceva” non è una buona scusa. Il risultato può essere ineressante nel migliore dei casi (tpo il tizio che ha scritto un poema di fantascienza in esametri omerici), ma non è il rifarsi al passato a rendere buono un libro. Può essere, a voler essere ultra-ottimisti, un “di più”.

#70 Comment By dr Jack On 9 dicembre 2009 @ 00:58

@Francesco:

Ti vedo godere nello stroncare qualcuno, ti sento divertirti alle spalle degli altri. Vita meschina che deve riflettersi in qualcuno per darsi un’apparenza reale.

Non potevi riassumere tutto con qualcosa del tipo “fottiti”?
Secondo era più diretto ed efficace. Oltre che più sincero.
In ogni caso perché te la prendi tanto?
Come dice Gamberetta:

Sono senza fantasia e senza poesia. Prendo atto.

E aggiungi che qua siamo tutti stupidi privi di volontà propria incapaci di seguire tutti i ragionamenti così profondi come i concetti legati al ruolo atavico delle donne.
La mia povera mente priva di controllo potrebbe darti circa 25 risposte al minuto. Non ho la tua capacità logica che ti fornisce come ovvia quell’unica verità che tu lasci intendere così evidente.

Se sei passato come salvatore e portatore di luce, mi spiace per te. Ci hanno provato in tanti e alcuni di loro avevano una capacità persuasiva migliore (per quanto non eccezionale).
Ma questo è un covo di dannati. E c’è gente veramente priva di speranza di tornare a pensare come te.
Io ad esempio che dovrei smetterla di rispondere a messaggi come questo.

#71 Comment By Sophitia On 9 dicembre 2009 @ 00:59

Il settimo volume del manga Chobits delle CLAMP. In Chobits non ci sono e-doll, ma persocom. La storia ha diverse analogie con il romanzo di Verso, ma è realizzata molto, molto meglio. Ups… pubblicità neanche troppo velata. Qui prodest?

Le Clamp hanno venuto milioni di copie di Chobits in tutto il mondo (basta una veloce ricerca per vedere in quante lingue è stato tradotto) e hanno bisogno di Gamberetta che gli faccia pubblicità XD scommetto che son già lì a firmare un assegno dal Giappone XDXDXDXD

#72 Comment By Clio On 9 dicembre 2009 @ 01:03

A Gamberetta
Ah già, non sono elfi qalsiasi, sono elfi che ridono >_> Infatti Nihal piange. Come ho potuto dubitare dell’inventiva della Rosso?

Scherzi a parte, niente Strazzu, per pietà =_=

#73 Comment By irene On 9 dicembre 2009 @ 01:11

Alzi una mano chi vede un’ombra di poesia nella frase
“Mosca è un universo vorticante e vandalizzato, è il riflesso incrinato di un’anima dispersa tra le nuvole cirriformi del Nord, è l’ansia e al tempo stesso la malattia della vita.”.
Me lo vedo tantissimo Dantec usare una frase del genere, guarda.

Verso, io grazie al cielo cirroso non ti conosco, ma leggendo il tuo commento m’è sembrato di tornare indietro nel tempo quando avevo tanta pazienza e mi ostinavo a discutere civilmente nei forum con dei tredicenni resi rabbiosi dall’acne, del tutto privi di spirito critico, civiltà e soprattutto padronanza dell’italiano. Il tuo modulo di reazione oscilla da “mi rifiuto di rispondere/spiegare perché sei tu che sei scema” a “specchio riflesso”; la tua povertà dialettica mi sbalordisce molto più delle castronerie citate da Gamberetta nella recensione.

Gamberetta non è “la Critica”. Gamberetta è una che ti scrive un appunto, e ciò che dovresti fare è controbattere difendendo la tua opera con argomentazioni di carattere logico. L’idea che “difendersi” significhi invalidare l’attività critica in quanto tale o il diritto di parola della persona che ha mosso l’appunto, non ha il minimo senso; non l’avrebbe nemmeno all’interno di un campo accademico nella quale il principio di autorità bene o male ha ancora un peso, figurarsi in un blog.
Verso, tu non ti sei difeso né sei riuscito a mostrare che gli appunti di Gamberetta sono sbagliati; hai frignato, hai detto che è cattiva, che è stupida, che non capisce il tuo stile, che non si deve permettere di parlarti così perché non ne ha i “titoli”, che se non è mai stata a Mosca allora non può capire (il che, se fosse vero, metterebbe fuori gioco tipo il 90% dei tuoi lettori, ma va beh), che non deve giudicarti con il metro delle regole di scrittura dato che tu ti metti al livello dei Maestri e quindi come loro sei ingiudicabile, e che comunque era un refuso.
Non hai scritto NIENTE. Un commento lunghissimo, ma lunghissimo davvero!, e senza aver scritto niente. Non una parola di Gamberetta è stata confutata dalla tua “difesa”.

Non penso di aver mai visto un autogol più clamoroso: la recensione seminava forti dubbi sul tuo lavoro, ma il tuo commento ti infanga dalla testa ai piedi. Che dire: i più sentiti (e sbalorditi) complimentI!

#74 Comment By Vincent Law On 9 dicembre 2009 @ 02:14

L’intervento di Francesco mi è sembrato molto alla Sergio Rocca, per chi se lo ricorda, e non mi è piaciuto.
Non commento direttamente ciò che ha scritto perché ho il grave difetto di reagire in modo impulsivo e volgare a questo tipo di persone, e non mi sembra giusto intasare il blog dei Gamberi di insulti e parolacce, visto che è noto per la sua politica di gestione dei commenti pro-educazione e civiltà. Purtroppo non sono in grado di contestare in maniera pacifica punto per punto il suo commento, non ne sono proprio capace, mea culpa. Perciò dico soltanto che Francesco mi ha fatto passare totalmente la voglia (se mai c’è stata e mai ci sarà) di leggere un suo romanzo.

#75 Comment By Angra On 9 dicembre 2009 @ 06:35

Se tu avessi vissuto a Mosca, se tu avessi osservato quel cielo, non avresti preso le mie parole per casuali.

Chiarito l’equivoco: il romanzo era destinato a un pubblico che abbia vissuto a Mosca.

#76 Comment By Elvezio On 9 dicembre 2009 @ 08:27

Io che sto a Milano poi non potrò mai capire una fava del cielo di Mosca perché qua i nembostrati talvolta capricciano con lo smog e le fetide esalazioni delle industrie-mordor, formando una compatta, triste, depressiva, filamentosa, bituminosa massa di toni di grigio nella quale un’anima, più che cercare il suo riflesso incrinato, gli si incrina cuore e schiena, gli si, e si perde, insieme a quella di milioni di altri, cercando di uscire a riveder le stelle…

Spero la Mondadori ora possa nuotarmi. Pardon, refuso, intendevo dire notarmi…

#77 Comment By irene On 9 dicembre 2009 @ 09:19

A parte che, va beh, immagino fosse un simpatico ammiccamento, sono certa che Verso stesse scherzando e sapesse benissimo come si scrive, o al limite si è trattato di un refuso, ma, così, per amore di precisione:
si scrive “cui prodest”.

#78 Comment By Niccolo’ On 9 dicembre 2009 @ 09:23

@Dago Red: in realtà volevo dire Heller (Joseph), ma chissà come mai mi è venuto fuori Hassell che tra l’altro conosco solo di nome e non ho mai letto…

#79 Comment By lisse On 9 dicembre 2009 @ 10:38

Ho votato Il silenzio di Lenth perchè da quello che si dice in giro non sembra un brutto romanzo. In ogni caso mi piacerebbe leggere la recensione di un autore non ancora analizzato in questo blog.
Faccio un’appello a chi deve ancora votare: non votate la Strazzulla così Gamberetta ci apre un altro sondaggio in estate! :)

#80 Comment By Francesco Verso On 9 dicembre 2009 @ 11:05

@ tutti quelli che hanno risposto al mio post, andatevi a rileggere la premessa.
Ciao Gamberetta, cercherò di esaminare la tua recensione (?) allo stesso modo in cui hai fatto tu con e-Doll.

@ Gamberetta, ho tirato giu’ da google questi link al volo.
http://www.nature.com/nature/journal/v208/n5008/abs/208386a0.html
http://www.naturmed.unimi.it/meteolab_cronobiologia.html
http://www.freepatentsonline.com/5932608.html
http://www.staibene.it/sb_dizionario.asp?diz_descr=y&id=1316

Ovviamente saranno i lettori (e non solo di questo blog) a giudicare e-Doll, la tua recensione e la mia risposta, visto che stanno circolando in rete. Sono aperto al confronto. Contesto solo i toni sopra le righe, le urla isteriche e le pregiudiziali.

#81 Comment By Alice On 9 dicembre 2009 @ 11:06

Recensione diGamberetta:
–… e a quanto ne so [gli e-doll] non sudano, sputano, puzzano o roba del genere. Fino a oggi non hanno mai defecato, né urinato. Può anche essere una limitazione della verosimiglianza, sta di fatto che i bisogni evacuativi degli umani non sono stati trasposti loro.
Delusione! Perciò questi e-doll, pronti a esaudire ogni fantasia, non possono far niente per gli amanti della coprofilia o dell’urofilia? Che è, razzismo?
Verso: Ahi, altro errore pacchiano, gli e-Doll non sono una razza umana, al massimo sarebbe discriminazione.
Io: Credo che il razzismo di cui parlava gamberetta non sarebbe contro gli e-doll ma contro i coprofili.

@zave (commento 23)
L’episodio del cunnilingus del vampiro l’ho letto in un libro…ora cerco il titolo.

#82 Comment By Angra On 9 dicembre 2009 @ 11:13

Fino a quando c’è tempo per votare?

In caso di testa a testa fra Lenth e la Strazzu voterò il primo solo perché è lungo la metà, ma vista l’anteprima sospetto che le voci che lo danno come un romanzo decente debbano essere infondate.

#83 Comment By Angra On 9 dicembre 2009 @ 11:17

@ tutti quelli che hanno risposto al mio post, andatevi a rileggere la premessa.
Ciao Gamberetta, cercherò di esaminare la tua recensione (?) allo stesso modo in cui hai fatto tu con e-Doll.

Sì, ok, hai cercato ma non ci sei riuscito. In realtà credi di aver cercato, ma è proprio un’altra cosa.

#84 Comment By zora On 9 dicembre 2009 @ 11:24

Ho votato la scacchiera perchè mi piaccioni gli scacchie ho un buon ricordo di Jumanji, sperem!

lubrici amplessi tra le foreste di conifere

Questa frase è peggio dei peggio luoghi comuni delle fanfiction erotiche o degli Harmony. Insomma, quasi quasi rimpiango lo “svettante membro”, accidentaccio.

Per lo show don’t tell, riporto una citazione che già avevo messo in un mio commento fatto tempo fa, che mostra come sia un concetto molto americano e molto moderno:

Il pathos per me è una questione di contenimento. La commozione nasce quando tutti gli elementi dell’arte sono controllati dal ritegno; più forti e più ferme sono la melodia e le parole, più dolorosa sarà l’impressione creata. Per questo motivo quando si dice che qualcosa di triste è triste, si perdono le implicazioni e, infine, anche l’effetto di tristezza sarà minimo. Non è importante dire che una cosa è “triste” ma è importante che sia triste in se stessa.

By Chikamatsu Monzaemon, Giappone, quindicesimo secolo

#85 Comment By zora On 9 dicembre 2009 @ 11:42

Edito me stessa: Monzaemon è del diciassettesimo secolo, pardon, mai scrivere a ricordo

#86 Comment By Rotolina On 9 dicembre 2009 @ 12:51

Eh eh…
Ma solo io trovo così immensamente divertente leggere gli autori che vengono a commentare le recensioni/commenti sui loro piccoli capolavori? Difendendoli con le unghie e con i denti, manco fossero figli loro?
Comunque.
Visto che il libro ce l’ho, magari provo a leggerlo, per pura curiosità.
Ma la prima risposta di Verso ha un sostanziale errore.
Non è argomentata.
Rispondi dando per vere e scontate delle cose che sono nella tua testa. Che le E-doll siano schiavi perché progettate per quello, che ce ne siano molte in giro. Ovvio, le hai inventate te, chiaro che saprai come sono fate.
Peccato che da quanto riportato da Gamberetta, non si capisca.
Capita. Hai fatto degli errori. E invece di dire “a mio parere, scrivere così e cosà doveva far capire” riportando puntalmente degli spezzoni in modo da documentare la tua tesi… Bhe invece di fare ciò, hai risposto con tono aggressivo, giustificando le tue scelte con un “perché si”.
Brutta scelta.

#87 Comment By zio gio On 9 dicembre 2009 @ 12:56

Mi sono letto la gustosa recensione di Gamberetta e le risposte di Francesco Verso. Poichè credo nella validità della fantascienza e mi piace vedere come la trattano gli autori italiani, aspetto sempre con curiosità l’uscita del Premio Urania. E, anche questa volta, ho tenuto le dita incrociate. Peccato. Il tema poteva anche essere interessante, ma l’autore lo ha buttato via. Sfrondando il romanzo dalle parole inutili, credo che in sessanta pagine poteva cavarsela. Lo stile di critica di Gamberetta è noto, arrabbiarsi con lei mi sembra puerile. Nel mio molto piccolo, qualcosina ho scritto anch’io e sentire l’editor che ti dice chiaro e tondo che pezzi interi della tua opera non vanno fa male, certo che fa male. Ma aiuta a crescere. Quando la finiremo (e la finiranno) di invocare l’assoluta inviolabilità dell’Opera e del Pensiero dell’Artista, pessima abitudine molto italica? Gamberetta: vai avanti così. C’è bisogno di onestà intellettuale.

#88 Comment By Flavio70 On 9 dicembre 2009 @ 12:59

@gamberetta
Non so quanto sia e se sia fantasy, però in alternativa a quelli che che hai elencato potresti prendere in considerazione questo:
http://www.ibs.it/code/9788804581116/corona-mauro/storia-neve.html

#89 Comment By Uriele On 9 dicembre 2009 @ 13:09

Dall’articolo di Science:

MELATONIN (N-acetyl-5-methoxytryptamine) has been shown to be the most effective skin-lightening agent in amphibians.

Ho chiesto ha un biologo, negli anfibi è verissimo, ma negli uomini ha qualche dubbio perché il processo di sbiancamento non è così importante nell’uomo. Comunque non sa. Nel brevetto invece dicono:

Although melatonin can modify the production of A-MSH at the central level, and consequently the production of melanin, the literature suggests that exogenous melatonin has no effect on skin pigmentation in man

Mi sono fatto spiegare la frase, in poche parole significa che la crema in sé non ha effetto sulla pigmentazione ma sulla pigmentazione, ma la melatonina può modificare la produzione di A-MSH che è il più importante stimolatore di Melanociti.
Il processo schematico proposto per la formazione di melanina è il seguente:

Tyrosine?Dopa?Dopaquinone?Dopachrome?Melanin

Negli esperimenti hanno monitorato la produzione in vitro del dopacromo nel tempo per valutare l’effetto inibente sulla Tyrosina del loro composto basato sulla Melatonina. Da grafici si può vedere come con il passare del tempo la produzione die dopacromo usando l’inibitore sia pari al 20% di quella senza inibitore.

Nota: il mio amico mi fa notare che il colore dipende più dallo stato di aggregazione della melanina che dalla sua concentrazione (se sei nero quindi ti schiarisci, ma non diventi latteo)

In poche parole la melatonina ha un effetto indiretto sullo schiarimento della pigmentazione, anche se non rilevante come negli anfibi dove questo effetto è predominante. Non conosco il pezzo “a pagine 35″ quindi non posso sapere se quella della melatonina/melanina è una castroneria o no, ma devo dire che verso ha portato argomenti validi ( Nature è un ottimo giornale e parla dell’effetto sugli anfibi, i brevetti non hanno pretese scientifiche, ma solo applicative e industriali. Mantenere un brevetto però costa, come costa tutta la sperimentazione e può venire concesso solo dopo uno studio sistematico)

#90 Comment By Ste On 9 dicembre 2009 @ 13:11

Allucinante…..
Il 90% delle trame sembra uscito da un’avventura di D&D o simili (come le copertine.. ma chi le sceglie?)
E-doll… mi sa che l’autore ha visto un po’ troppo “ghost in the shell”.
urania è della mondadori, visti i romanzi vincitori del premio urania si capiscono molte cose sui romanzi “fantasy” pubblicati.
Una piccola curiosità: ma perchè si è convinti che un romanza per essere tale deve avere almeno 600-700 pagine? Perchè abbattere foreste per certe cose?

#91 Comment By Uriele On 9 dicembre 2009 @ 13:32

@ Ste: L’altro giorno cercando di scaricare Altai dal sito dei WM (che non è ancora uscito e uscirà con un certo ritardo in versione digitale) mi sono inbattuto in questo:

Per arricchire questi dati, ho poi calcolato il rapporto prezzo/pagine di alcuni titoli italiani pubblicati nelle ultime settimane. Altai, con 411 pagine a 19,50 euro, si attesta su 0,04 euro a pagina. Emmaus è a 0,09, Il peso della farfalla a 0,10, Figlia del sangue a 0,06 (come La rizzagliata e Pane e Tempesta). Veracruz, che ha dimensioni simili al nostro romanzo (332 pag), costa 0,05 a pagina, mentre La Nostra Guerra, di Enrico Brizzi, con le sue 640 pagine costa 20 euro, cioè 0,03 a pagina, ed è l’unico, in questa lista casuale, con un prezzo medio inferiore ad Altai. E’ evidente che, in proporzione, un libro di 150 pagine costa sempre molto di più di uno di 400, ma è comunque interessante vedere che il nostro romanzo, col prezzo a pagina dei libri di Baricco o De Luca, verrebbe a costare 40 euro…

Spero, ma non credo, fosse ironico. Scrivere in 1000 pagine quello che può stare comodamente in 100 per me non è un pregio, è solo mancanza di capacità di sintesi e voglia di pisciare nel proprio brodo. Valutare il prezzo di un libro sulla base del costo unitario di pagina per giustificare l’aumento di prezzo sulla copertina è una cosa che mi fa cascar le braccia: Guerreros di Gibson ha circa 400 pagine e I reietti dell’altro pianeta della Le Guin solo 300, ma a parità di prezzo prenderei 10000 volte il li libro della Le Guin o le montagne della follia che non arriva alle 200

#92 Comment By Gamberetta On 9 dicembre 2009 @ 14:05

@Davide. Be’, se conosci l’autore prova a chiedergli informazioni più dettagliate – se vuoi. Tieni conto comunque che per editore “a pagamento” non si intende solo quello che ti chiede soldi direttamente, sono a pagamento anche editori che:
– chiedono all’autore l’acquisto di un certo numero di copie (fossero anche 10).
– obbligano l’autore all’acquisto delle copie eventualmente invendute.
– fanno pagare dei servizi che dovrebbero essere gratis (tipo l’editing o l’assegnazione dell’ISBN).
ecc.

@Elvezio. Non ci siamo mica. Troppi particolari concreti, non è più poesia. La poesia è così:
“Il cielo di Milano è l’urlo della sabbia frustata dall’albedo suino”.

@Francesco Verso. Ho trovato anch’io articoli simili, ma non mi pare che nel romanzo si parli di anfibi. In ogni caso più tardi metterò nell’articolo la tua replica e i tuoi link e ognuno deciderà.

@Angra.

Fino a quando c’è tempo per votare?

Sabato 19 a mezzogiorno.

@Flavio70. Non so. Non è ben chiaro se sia solo una truffa o si parli di streghe vere. Mi informerò.

#93 Comment By Ai On 9 dicembre 2009 @ 14:11

Uno di questi romanzi quì trucidaemente screditati è tra i miei preferiti in assoluto, ma non sto qui a dirvi quale perchè altrimenti giù prediche a dire che siamo patetici a difendere i nostri libri preferiti con le unghie….:D
Anche perchè in fin dei conti è divertente vedervi cosi agguerriti a distruggere le opere degli altri…e in fondo perchè non siete comunque voi che date peso alla bilancia della fama di suddette opere….molte di loro hanno già i loro grandi riconoscimenti senza che i vostri interventi servano a molto per screditarli :D.
Il mondo è bello perchè è vario, evviva!
Comunque ammetto che siete un, seppur piccolissimo, simpatico spazio originale per farsi qualche risata.

Un commento speciale a qualcuno che ha criticato gli scrittori che si difendono le loro opere con le unghie quasi fossero “figli loro”: non ricordo il tuo nome, perdonami non mi va di riscorrere tutti i commenti…..
Non saprai mai cosa si prova a creare qualcosa con le tue mani, se non ne sei capace…che sia una creatura di carne o di carta…e non hai classe nello screditare persone che almeno nella vita hanno costruito qualcosa, seppure ai tuoi occhi orribile.
Il piu brutto degli scarabocchi di un bambino ha per lui un immenso valore, il più brutto dei bambini sulla faccia della terra è per sua madre un angelo.
Si puo discutere sull’orribilità o meno di determinate opere, in questo spazio, ma non credo si possa discutere sulla sensibilità di una persona che difede qualcosa di suo.
E su questo forse, la stessa Gamberetta saprà comprendere. Dico forse, perche le persone non vanno mai sopravvalutate troppo :).

Anyway, che producano cose mirabili o terribili, sempre meglio di chi non sa far uscire altro che qualche stupido commentino. :D

Ora non prendetevela suvvia….non è un luogo dove regnano le critiche?
Non ci insegnate forse voi che vanno accettate? E allora fate come me, rideteci su….ad ognuno la sua!

Buona giornata! :)

#94 Comment By Diego On 9 dicembre 2009 @ 14:16

Niente, ho bisogno di tempo per decidere. Certo però che ho letto l’inizio del libro del Ghirardi e la scena con i giganti gay ha del miracoloso, fa il paio con la smutandata dell’altro libro. Sto ragazzo comincia a starmi simpatico.

@Uriele: eh, vuoi mettere Fanucci che offre 800 pagine di Goodkind a 11,90? Fa un centesimino e mezzo a pagina! Imbattibile! ^_^

#95 Comment By Rotolina On 9 dicembre 2009 @ 14:40

Un commento speciale a qualcuno che ha criticato gli scrittori che si difendono le loro opere con le unghie quasi fossero “figli loro”: non ricordo il tuo nome, perdonami non mi va di riscorrere tutti i commenti…..

Son io ^^
Mi correggo, che forse non mi sono spiegata bene.
Ovvio che “si difende” la propria opera, ma con la precisazione “figli suoi” intendevo un concetto ben preciso che non ho specificato.
Un figlio si difende senza domande. Che abbia torto o meno. Almeno di solito.
Io vedo tutti qeusti autori che difendono la porpria opera per principio. Non ne ho visto uno, da Rocca a Verso ora, che abbiano difeso il proprio lavoro con delle spiegazioni logiche e ben fatte. Magari accettando certe critiche e contestandone altre, ma facendo dialogo.
Qua ivnece arivano e difendono per puro principio la propria opera, senza neppure fermarsi a dire “ma questa critica è motivata o no?”. E non lo fanno, perché come si può leggere dalle risposte, di Verso più sotto, non c’è una “difesa” con una spiegazione. E’ una difesa per principio.

Non saprai mai cosa si prova a creare qualcosa con le tue mani, se non ne sei capace…che sia una creatura di carne o di carta…e non hai classe nello screditare persone che almeno nella vita hanno costruito qualcosa, seppure ai tuoi occhi orribile.

ehi, e che ne sai? :D
Magari sono un’autrice in anonimato.
Battute a parte, ho fatto pure io i miei lavori, non in campo di letteratura, che sono stati uccisi completamente da una “critica”. Obiettivamente? Ho valutato la critica, e mi sono resa conto che si. Facevano schifo.
Altre volte mi sono resa conto che chi faceva la critica aveva sbagliato e ho esposto le mie ragioni.
Questo è dialogo. Difendere per principio, non è dialogo. ;)

#96 Comment By Vincent On 9 dicembre 2009 @ 15:13

Francesco Verso,
non cadere nel tranello in cui sono caduti altri scrittori.
La polemica fa parte del progetto.
Il progetto è la fama.
Più polemiche più lettori.
Più lettori più visibilità.
Tant’è!
Qui vieni ogni tanto come me e fatti quattro risate.
Se hai voglia di arlarecon qualcuno, ci sono persone come Uriele, che amano il confronto civile.

Non far caso ad Angra, è uno di quelli che aspetta ancora uan risposta da alcuni editori e si rode.
Se ti va puoi vedere la grande critica de noiatri all’opera al suo meraviglioso romano: Le avventure di Silvia.
Ispirato alla trapanazione del cranio.
Minchia che fantasia!!!
Che show don’t tell.

Alla fine che te frega.
Scrivi.
Migliora.
Impara.
e affanculo tutto il resto.

#97 Comment By Tiemme On 9 dicembre 2009 @ 15:15

Innanzitutto il voto: da buon giocatore di ruolo, sono piuttosto interessato all’opra di Bianchini, che a volte seguo sui forum specialistici e non immaginavo in veste di autore.
Il suo Gdr è stato recensito bene, magari il romanzo merita una lettura.

In secondo luogo, un commento all’autore di e-doll: poveretto!
In gergo giovanile ed informatico si potrebbe definire un “owning”, e la risposta piccata un “whine” in piena regola.
In sostanza Gamberetta ha fatto una recensione argomentata della tua opera, e tu, rosso di rabbia e col dentino aguzzo, ti sei fiondato sul blog a rigurgitare migliaia di caratteri imbibiti di veleni assortiti.

Capisco la frustrazione di non veder apprezzato il proprio lavoro, ma la risposta “Io sono io e tu non sei nessuno” è proprio fuori luogo. Le critiche mosse da Gamberetta sono sensate, e gli spezzoni che ha estrapolato sono francamente impresentabili. Capisco che immersi nel testo recuperino in parte la loro dignità, ma rimangono frasi involute e barocche, che fanno di più per rendere il teso incomprensibile piuttosto che per chiarirlo.
La presentazione di Mosca non è poetica, è solo una sequenza di immagini astratte. Che il cielo russo sia pieno di cirri o meno, se usi una metafora devi necessariamente mettere in relazione due termini di cui uno – la metafora appunto – aiuti a veicolare con più facilità il concetto rappresentato dall’altro.
Tra riflessi, nubi, cieli e sensazioni il lettore dopo aver letto quella frase non ha un’immagine più chiara di Mosca. Ha solo un caleidoscopio di fotogrammi, buona parte dei quali non sono concreti, bensì piuttosto inconsistenti (ansia, universo vandalizzato, malessere della vita,…). Dire che Gamberetta è arida non cogliendo l’Arte dietro a quelle associazioni vuol dire buttar via le definizioni stesse di figure retoriche. Ti piacerà la musicalità del passaggio, ma in quanto ad utilità esso è del tutto inefficace.

In sostanza, se a livello artistico non sono in grado di rivaleggiare con la tua prosa, lascia almeno che ti dia un consiglio: prendi con umiltà le critiche, perché nessuno – come si dice – nasce imparato.
Personalmente, leggendo il tono della tua risposta, l’idea che mi son fatto di te come persona non è proprio eccellente, e questo si tradurrà di certo in dubbio al momento di dover scegliere se acquistare o meno un tuo romanzo.

#98 Comment By Angra On 9 dicembre 2009 @ 15:28

@Vincent:

Non far caso ad Angra, è uno di quelli che aspetta ancora uan risposta da alcuni editori e si rode.

Minchia, questo sì che è un argomento!!! ^_____^

#99 Comment By Tim On 9 dicembre 2009 @ 15:30

Ciao Gamberetta.
Sono un lettore occasionale e di solito, per politica personale riguardo non al tuo sito ma alla rete in quanto tale, mi astengo dal commentare.
E so già di stare commettendo un errore.
Però ti chiedo di dedicarmi solo qualche istante.
Solitamente apprezzo il tuo acume nell’analizzare le opere che scegli e gli autori, e il tuo stile corrosivo non guasta.
Però questa volta la sensazione (mia) non è stata piacevole nel leggere i toni con cui si è alimentata la ‘polemica’ riguardo e-doll.
Per quanto per certi versi l’autore con il suo intervento si sia dato la zappa sui piedi, è anche vero che talvolta si percepisce da parte tua un compiacimento nello stroncare che, se realmente tale, non gioverebbe al tuo discorso.
Al tuo lavoro, ai tuoi propositi, a ciò che ti spinge a recensire e dare qualche strumento in più alla critica inesistente di un genere sciagurato (ahimé).
Dirai tu: “che ne sai di quello che mi spinge?”
Non lo so, dico solo che, come ha detto qualcuno, il rischio è di non parlare più con rigore e puntualità di letteratura (narrativa, pardon), ma di giocare a specchio riflesso (e almeno fosse, un gioco).
E se mi permetti, quando il tuo stile corrosivo diventa vittima di se stesso, viene spontaneo imputarti refrattarietà alla poesia.
La frase su Mosca e il cielo è chiaro che si ponga in una dimensione poetica, cosa c’è da criticare? Non può avere spazio nella narrativa? La separazione degli stili l’ha superata Manzoni nel 1827.
Ripeto, il rischio è di far passare un appunto di gusto soggettivo come oggettivo, come questione di etica compositiva dello scrivere.
Ed è certo poi che nascono le baruffe.
Accidenti, mi sembro Napolitano che invita a rendere più civile il confronto politico. Argh.
Però forse è questo, perché altrimenti non c’è più Gamberetta e le sue recensioni e Francesco Verso e le sue difese, ma solo un clima di generale sconfitta del genere umano; e se allora questo è il presupposto, mettiamoci tutti a zappare e lasciamo scrittura e intelligenza alla prossima razza dominante.

Leggetelo e-doll, leggete Gamberetta, leggiamo tutto e ancora di più, e perdiamo magari meno tempo a commentare sui forum come se con le nostre opinioni cambiasse l’effettiva natura delle cose…

Con le parole si può dire tutto e il contrario di tutto.

Ma la coscienza critica che affiniamo, quella è silenziosa, e non ha bisogno di azzannare alla giugulare per sentirsi appagata.
E che dir si voglia, le nostre creazioni artistiche (quale che sia l’arte) sono figli nostri, eccome. E’ questo il grande problema.
Così tutti si indignano e si sentono frustrati e incompresi, e così Gamberetta perché il fantasy italiano è tutto da buttare, e così i singoli autori, che hanno scritto con sincero slancio proprio perché il fantasy italiano è tutto da buttare e “io posso dare qualcosa di più”. Tutti così, nel lottare contro la mortificazione, si sentono mortificati.
E via discorrendo… e passano le ere, le avanguardie, le controavanguardie, il ritorno al purismo etc. etc.
E cosa cambia? Nulla.
Una massa di parrucconi che si parla addosso, come le università.

Cosa si salva da tutto questo? L’atto creativo. Rispettiamolo.

Chi è che può reputare una frase poetica (nata tale dalla penna/anima del suo autore) non tale? Quale è il criterio?
Chi è allora che è Artista e chi si vuole atteggiare tale?
Che non si rischi davvero di vedere meschinità ovunque solo perché siamo noi stessi meschini?
Chi è nella posizione di giudicare in questo modo?
Il giudizio presuppone un dogma di partenza di fronte a cui un’idea è ritenuta ortodossa o non ortodossa.
Ma qui si parla di letteratura, non vi è alcun dogma, e questa diatriba non nasce nel forum di Gamberi fantasy, ma è la ‘questione della lingua’ di ogni tradizione letteraria nazionale, tra corsi e ricorsi. Da sempre.

Non bisogna andarci piano perché altrimenti ci si offende, ma perché la verità risiede sempre lontana dagli eccessi…

Hai visto? Ci voleva il grillo parlante…

Let’s save ourselves.

Un saluto e buona lettura

#100 Comment By Uriele On 9 dicembre 2009 @ 15:57

@ Vincent: ehi, io sono un cerchiobottista cagacazzo. Di base non mi piace quando si spara troppo sulla croce rossa perché si riscia di farla fuori dal vaso. Devo dar ragione a Verso per la parte sulla melatonina/melanina per come è stata presentata (non ho letto il libro), il processo è fondamentale per gli anfibi, ma

vale parzialmente anche per gli uomini

. I brevetti costano, hanno un iter di 18-24 mesi per essere accettati o respinti e il loro mantenimento costa. A differenza degli articoli scientifici, i brevetti sono spesso basati semplicemente su osservazioni empiriche e non devono spiegare i motivi dell’instaurarsi di un certo fenomeno, anche se possono ipotizzarli. (es: una pellicola di Al attorno a un elettrodo di Afnio riduce l’erosione dell’elettrodo in un plasma reattivo per l’interazione chimica nella pozza fusa, il meccanismo di questa interazione non è ancora noto che riduce l’ossidazione, ma empiricamente funziona e la Inner Logic ha brevettato il sistema). In questo caso credo alla buona fede di Verso e al suo lavoro di ricerca sull’argomento. Per quanto riguarda lo stile, dai brani letti, però continuo ad essere d’accordo con Gamberetta: è pomposo, pesante e artefatto oltre che poco efficacie.

#101 Comment By Blu On 9 dicembre 2009 @ 15:57

Ho votato La Scacchiera Nera, cioè “il meno peggio” all’apparenza. Magari è davvero qualcosa di buono.
Il Ghirardi mi tentava per la recensione che ne sarebbe uscita, ma ho avuto pietà per Gamberetta.

Noto con piacere un altro autore che piange perchè qualcuno ha detto, motivandolo, cosa pensa della sua opera. Ho trovato il suo intervento così “pacato” e “ragionevole”, la premessa così rispettata!

@Ai

Il piu brutto degli scarabocchi di un bambino ha per lui un immenso valore

non sono una bambina, ma mi diverto a disegnare di tanto in tanto pur non essendone capace. Disegno per me e non voglio opinioni di sconosciuti, quindi non pubblico ne tento di vendere un bel niente. Nel momento in cui pubblichi qualcosa (anche fosse gratuitamente su internet) ricerchi l’opinione altrui, e sinceramente l’immenso valore che per te possa avere la tua opera non conta. Se vuoi contestare le critiche che ti sono state mosse non alzi la voce dicendo agli altri che non possono capire nulla, che loro non hanno mai vinto alcun premio o riconoscimento per questo sono invidiosi e inaciditi. Se sei sicuro del tuo lavoro non ne hai bisogno.

#102 Comment By Uriele On 9 dicembre 2009 @ 15:59

*efficace non efficacie

#103 Comment By Vincent On 9 dicembre 2009 @ 15:59

Tim il tuo intevento mi è piaciuto.
Peccato che molti voterano per il peggior romanzo da recensire.
Altrimenti se poi danno alla G. un ottimo romanzo, che scrive???
The show must go one!
Sali anche tu.

#104 Comment By Gamberetta On 9 dicembre 2009 @ 16:00

@Tim. Allora:
“Mosca è un universo vorticante e vandalizzato, è il riflesso incrinato di un’anima dispersa tra le nuvole cirriformi del Nord, è l’ansia e al tempo stesso la malattia della vita.”
È una brutta frase, fastidiosa da leggere. Ma mettiamo pure che invece sprizzi poesia da ogni lettera. Ugualmente è un errore, perché:

a) Lo scopo di una metafora è rendere più chiaro il concetto: non mi pare che definire una città “universo vorticante e vandalizzato” me la renda più chiara. Nebbia era prima (se non conosco Mosca) e nebbia è dopo (visto che, con tutta la buona volontà, non ho idea di come sia un universo vandalizzato).
Uguale per “un’anima dispersa tra le nuvole”: com’è un’anima dispersa tra le nuvole? E anche senza nuvole? Io un’anima non l’ho mai vista.
Ne so quanto prima se mi paragoni una cosa che non conosco a un’altra cosa che non conosco.
Questo è un errore tecnico, un uso errato delle figure retoriche (come sbagliare l’ortografia di una parola), non importa se la frase sia bella o no.

b) Che ruolo ha la frase nella scena? Nessuno. È come i cavoli a merenda, perché la scena riguarda una ragazzina che ha come problemi l’autobus in ritardo, la madre che l’aspetta, il vestito nuovo. In gergo l’inserimento di frasi “poetiche” che non svolgono ruolo nella storia se non suonare “poetiche”, si chiama purple prose. E viene considerato un errore. Non da Hollywood, è considerato un errore dai tempi di Orazio che già sconsigliava questo modo di scrivere.

Perciò, al di là dell’ironia o meno sugli “Artisti”, la frase su Mosca è cattiva narrativa. Anche – e non è il caso – fosse stata sul serio poetica.

#105 Comment By mhrrr On 9 dicembre 2009 @ 16:01

voto anch’io per le streghe di corona. ma solo perché nessuno degli altri libri mi incuriosisce e quello, invece, potrebbe essere interessante.

a presto

#106 Comment By Ste On 9 dicembre 2009 @ 16:23

@Verso.
innanzitutto scusa ma i post troppo lunghi mi annoiano per principio, quindi se le risposte aquello che sto per chiederti sono successive al punto che ho letto, basta, senza insultare, che mi dici dove sono. le mie domande sono solo 2.
Dici che gli e-doll (se ho ben capito) non si distinguono dai normali umani e quindi passano inosservati, ma quindi come si fa a vedere (e quindi distinguere) un e-doll? Mi riferisco al punto in cui la vista di un e-doll suscita stupore.
Secondo punto (ho contato fino a 100 prima di scrivere su questo punto) Tu scrivi:

Eccola … Cosa prescrive (erroneamente) il codice genetico? Qui ti do atto che ci sarebbe bisogno di uno sforzo intellettivo. Ma fammi illudere che la maggior parte dei lettori ci siano arrivati

Io sono genetista, lavoro da più di 3 anni con il codice genetico, ho alcune pubblicazioni riguardanti il DNA però non so, nel contesto in cui lo inserisci, cosa prescriva il codice genetico per le donne? Perchè tu hai scritto, nel romanzo: “…veste di domatore di donne frustrate dall’atavico ruolo che la natura ha assegnato loro.”
La natura al massimo può aver loro asseganto tutta la parte riguardante la gestazione ma questo (forse il tuo intelleto in gentica è superiore al mio) cosa c’entra con la frustrazione e il farsi domare?

#107 Comment By irene On 9 dicembre 2009 @ 16:27

@ Ai, che scrive:

Non saprai mai cosa si prova a creare qualcosa con le tue mani, se non ne sei capace…che sia una creatura di carne o di carta…e non hai classe nello screditare persone che almeno nella vita hanno costruito qualcosa, seppure ai tuoi occhi orribile.
Il piu brutto degli scarabocchi di un bambino ha per lui un immenso valore, il più brutto dei bambini sulla faccia della terra è per sua madre un angelo.

Come no; ma il ragionamento ha senso solo se il bambino se lo tiene nella sua cameretta, lo scarabocchio. Se insiste a mostrarlo agli altri, e se il suo scarabocchio è brutto, si deve beccare le critiche, e non può (a meno che sia, giustamente, un bambino) rispondere a esse dicendo “eh no, non potete criticare il mio orrido scarabocchio, perché c’ho messo il cuore”. Lui c’avrà anche messo il cuore, ma io ci rimetto lo stomaco!
La morale è: aspiranti scrittori, se non volete venire valutati in modo imparziale, tacete. Nessuno vi costringe a pubblicare i vostri scritti. Teneteveli per voi e per le vostre mamme che tanto vi vogliono bene lo stesso anche se scrivete da cani.

#108 Comment By Tim On 9 dicembre 2009 @ 16:44

@ Gamberetta. Eh già, è ira funesta la tua, niente da dire. Penso che a prescindere dal puntualizzare sulla figura retorica tu abbia capito cosa ho voluto intendere con il mio intervento, altrimenti avresti puntualizzato su altro.

Il fatto poi che si intenda con il fare poesia un corretto uso delle figure retoriche è stato superato (per fortuna) da quando si è smesso di leggere la “Poetica” di Aristotele come la Bibbia.
Più o meno cinque secoli fa. :)
Non cerco rogne, non fraintendermi.
Rimarco solo la necessità di tenere ampi margini di valutazione e discussione.
Perché vero ciò che hai detto, tutto quel groviglio di parole su Mosca, a me personalmente trasmette un dato colore, umore, suono, il ché, in una dimensione poetica, vale più della retorica, perché trasmette di più.
Dunque?
(Il fatto che la frase in questione sia magari montata a sproposito su contesto e personaggio, questo risulterebbe errore ben più consistente.)

Un saluto, e buon lavoro.

@ Vincent. Grazie. Anche a me è piaciuto il tuo, fa parte del gioco.
Infatti voterò, e voterò esattamente Strazzulla, solo per fare un dispetto a Gamberetta, che, mostrandosi così appasionatamente colpita dalle ‘cose’, mostra il fianco ;)

Saluti a tutti.

#109 Comment By Maudh On 9 dicembre 2009 @ 16:55

Mi dispiace, non resisto, voto la Strazzu…

#110 Comment By Blakie On 9 dicembre 2009 @ 17:12

Dai ragazzi, vi prego..cambiate obiettivo! NO Ghirardi o Strazzulla! Perchè ripetere le stesse cose già dette in passato?? Io ho votato Lenth, perchè l’ho letto e ora mi piacerebbe una recensione gamberettiana.

#111 Comment By Vincent Law On 9 dicembre 2009 @ 17:12

Non saprai mai cosa si prova a creare qualcosa con le tue mani, se non ne sei capace…

Ho fatto adesso un lupo con l’ombra proiettata delle mie mani, ho vinto qualcosa? E poi mi spieghi che abilità ci vuole, per esempio, a concepire un figlio? Penso siamo tutti capaci di inzuppare il biscotto, no? La capacità arriva quando il figlio lo devi crescere, educare, formare, e là sì che son dolori. Perché se applico la tua filosofia (amore incondizionato FTW) mi viene fuori un ciccione mammone che a 40 anni sta ancora a casa mia e forse ha la licenza elementare. Con un libro è la stessa cosa. BIsogna vincere l’amore incondizionato, e valutarlo per quello che è, oggettivamente. E valutare cose create “con le tue mani” oggettivamente richiede anni e anni di addestramento, perché non è facile. E’ proprio caratteristico dei bambini, come hai scritto tu, di vedere i loro scarabocchi come capolavori. Poi uno cresce e li vede per quello che sono: scarabocchi. Ci è affezionato, certo, ma non pretenderà di esporli a una mostra d’arte, no? Si cresce, e si acquista l’occhio critico (senza trapanazione magari), ma è un processo lento e pieno di ostacoli. Per definire una persona che non ha ancora raggiunto questo traguardo io uso un semplice aggettivo: “infantile.”

Comunque è bello leggere commenti di persone che al di fuori del muro di internet si prenderebbero a schiaffi LOL
Internet ci rende tutti più educati, sono contro questa cosa, ma vabbè.

Epico il tizio che ha scritto “the show must go one“, sei un grande.

#112 Comment By Claudia On 9 dicembre 2009 @ 17:20

Non so come finirà questo sondaggio ma so che hai fegato, io per criticare, con cognizione di causa, mi son letta due Moccia ma con la Troisi non ce l’ho fatta. Buona fortuna, spero che la tua crescita non subisca dei danni :D

#113 Comment By Darlene Alibigie On 9 dicembre 2009 @ 17:33

Bryan! BRYAN! Il primo romanzo l’ho letto anch’io e, lo dico senza una molecola d’ironia, era così brutto che era bello. Se mi sfiorasse il vago sospetto che è brutto apposta, direi che è un capolavoro.

#114 Comment By coso On 9 dicembre 2009 @ 17:33

@ Francesco Verso:

Non
la conosco, ma
credo
che Lei abbia fatto un errore
grosso,
che fanno
tanti
scrittori, italiani e stranieri:
ribattere alle critiche.
NON
si
ribatte
alle critiche.
Quando il libro è scritto, è scritto.
Si deve “difendere” da sè.
Il silenzio è la pratica migliore.
Anche
più elegante,
tra l’altro.

@Angra:
quello di Vincent
non
è un argomento,
ma
è
vero.

#115 Comment By Angra On 9 dicembre 2009 @ 18:24

@coso:

@Angra:
quello di Vincent non è un argomento, ma è vero.

e… quindi? *_*

#116 Comment By matteo On 9 dicembre 2009 @ 19:28

gamberetta, nn preoccuparti del ten: ci sto gia’ litigando io per conto tuo :-D, tant’e’ che si apre un secondo fronte: gli amici di verso…
per tua e di altri informazione, e-doll pare essere “un romanzo che parla di filosofia bdsm”, e gia’ la contraddizione in se’ mi fa ridere di gusto
lo sdoganamento del bdsm ormai arriva da tutte le parti, ma che potessere essere spacciato per un romanzo di fantascienza mi mancava proprio

#117 Comment By matteo On 9 dicembre 2009 @ 19:59

@ste: La natura al massimo può aver loro asseganto tutta la parte riguardante la gestazione ma questo (forse il tuo intelleto in gentica è superiore al mio) cosa c’entra con la frustrazione e il farsi domare?
suppongo, in somma modestia, che sia un po’ per dire: fruste, dominazione, corde e nodi eccetera (giusto per far capire a chi passa di qua che di bdsm me ne intendo) in fondo e’ naturale…
e’ un artificio che serve per giustificare su basi genetiche, e quindi indipendenti dalla volonta’, una sorta di ‘fato’, un dato comportamento
qua nn si discute di bdsm, per cui mi fermo :-)

#118 Comment By Vincent Law On 9 dicembre 2009 @ 19:59

“un romanzo che parla di filosofia bdsm”

che francesco verso, il nuovo de sade, ci illumini.

#119 Comment By gnap On 9 dicembre 2009 @ 20:20

è un po’ che rimugino su questa storia dell’amore:
credo sia del tutto insufficiente, ma altrettanto necessario.
una storia scritta male resterà brutta per quanto amata, e su questo c’è davvero poco da discutere. ma se non c’è la minima traccia di amore, anche non del tutto sincero, per quel che si sta facendo, il massimo che si può ottenere è una schifezza tecnicamente ineccepibile. Che per carità, è sempre meglio di una schifezza e basta, ma sempre di schifezza si tratta…

#120 Comment By Venzo On 9 dicembre 2009 @ 20:26

sono indeciso sulla scacchiera nera e la leggenda degli eldowin

ma siccome non ho fiducia nei miei coetanei e so per certo che la Iorio ha qualche anno in piu’ e qualche concorso l’ha anche vinto, mi viene da votare per la leggenda degli eldowin (sempre se hai letto anche il primo libro)… magari anche se ci sono gli elfi, dovrebbe essere di una qualita’ superiore a strazzula, bryan e co

p.s. se uscisse… il mio voto sarebbe dirottato su “l’ombra dell’incantatrice” di dr jack, sono molto curioso di leggerlo e lo aspetto con ansia

#121 Comment By Angra On 9 dicembre 2009 @ 20:32

@gnap:

la questione si può anche vedere così: cercare di scrivere qualcosa di tecnicamente ineccepibile è una dimostrazione d’amore nei fatti che vale molto più una sterile dichiarazione d’amore a parole.

#122 Comment By Angra On 9 dicembre 2009 @ 20:34

“… che vale molto più di una”

#123 Comment By Artemis On 9 dicembre 2009 @ 21:48

La cosa che più mi ha scioccata è la mancata possibilità di praticare pissing e coprofagia con le e-doll. Davvero, mi sento sconvolta.
Sto leggendo (ri-leggendo, per l’esattezza) De Sade proprio ora e mi sembra un insulto alla sua memoria pensare che un autore di un libro definito BDSM nei contenuti si dimentichi, anzi, quasi cancelli con un colpo di spugna una pratica erotica così diffusa.
Perché non è che si dimentica di citarla: uno potrebbe pensare che sia sott’inteso.
No!
Le e-doll praticamente sono esseri con cui ci si abbandona alle fantasie più perverse basta che non si vada oltre al sadomaso soft, quello con le fruste e le manette. Bene.
Allora tanto vale che uno vada in un normale locale BDSM e frusti un essere umano consenziente!
Fra le passioni di De Sade la coprofagia e il pissing rientrano fra le passioni semplici raccontate dalla Duclois durante il primo mese della scuola di Libertinaggio. Lascio solo immaginare l’abisso perverso che c’è oltre queste pratiche, andando avanti con la lettura: sono tre mesi di passioni sempre più depravate fino ad arrivare alle passioni assassine dell’ultimo mese.
Passioni depravate, spinte, che le e-doll dovrebbero, dannazione, offrire per adempire alla loro ragion d’essere!
E invece, no. Non si arriva neanche allo step in cui lo slave lecca i piedi alla mistress (pratica che prevede anche un po’ di sporcizia corporea di cui le e-doll, guarda caso, sono sprovviste).
Mi chiedo quali siano le “pratiche perverse” che l’autore immagina di poter attribuire alle e-doll. Forse un po’ di frusta? “Uddio!!!”, avrà pensato, immagino “non sarà 1 po’ troppo??? Addirittura una frusta!!11!! Ma io sn antikonformista, la lascio perké sn tanto xverso! Bwahahah!”

P.S. Io parlo da non praticante di BDSM, ma da amante di De Sade. Vorrei sapere cosa ne penserebbero uno slave o una mistress. Io mi sentirei un po’ offesa.

#124 Comment By Greta On 9 dicembre 2009 @ 21:55

Mi fa tanto tanto tanto ridere vedere questa gentaglia difendere così accanitamente delle boiate del genere.
Pur essendo affetta da insicurezza cronica posso dire di scrivere meglio io, di questo qui. Per lo meno con mi sbrodolo addosso con frasi poetiche che fanno ridere i polli.
Detto da lettrice: il punto di un libro non è dirsi “oh, quanto sono figo, ho usato la parola “intrinseco” venti volte *O* Ma quanto sono bravo? Ho paragonato gli occhi di Pinco alle pianure blu sterminate di urano in cui pascolano elefanti rosa a pois verdi!”
Il punto è che io, lettrice, capisca di che diavolo si stia parlando. Purtroppo per il signor Autore di cui si sta parlando, noi non leggiamo i libri per “intuire” la storia, leggiamo perchè ci sia detta. Se non ha voglia di parlare chiaramente, faccia un altro lavoro.
Bah.
Cosa ci sarà di così fenomenale nel fare lo scrittore per spingere tutte ‘ste capre a cimentarsi? Il prestigio sociale?

Sono ancora indecisa con cosa torturare Gamberetta, ma verterei sulla Scacchiera Nera.
Peccato che la Troisi non ci sia, mi piacerebbe tanto tanto tanto ç.ç

#125 Comment By matteo On 9 dicembre 2009 @ 22:00

@artemis: per carita’, a me basta la tua opinione
e ti rigrazio moltissimo: avevo quasi un mezzo dubbio che nn aver mai letto de sade potesse essere una mia lacuna, ma grazie a te ora so che e’ una fortuna alla quale nn intendo rinunciare :-)
posso dire pacatamente, quasi sommessamente, che il bdsm mi fa schifo?

#126 Comment By matteo On 9 dicembre 2009 @ 22:03

@artemis. ps: pissing e coprofagia pratiche EROTICHE diffuse? fosse vero spererei tanto che i maya abbiano ragione

#127 Comment By Lulu On 9 dicembre 2009 @ 22:58

Ammetto che non ho letto tutti i commenti (sono appena arrivata al commento di Verso e a qualche risposta degli utenti), ma prima procedo alla votazione:

- Figli di Tenebra o La Scacchiera Nera a parimerito, ora sceglierò quale. Mi sembrano un minimo decenti rispetto al resto, ma non assicuro nulla. Più bella la copertina del primo.

Mmm, sono alla copertina di “Chobits” della recensione della bambolina omaggio e anche con l’opzione “Trova” non vedo citata “Sky Doll” di Barbucci&Canepa, che a leggere la prima parte della recensione sembrava la trasposizione fumettistica (occidentale e recente) del soggetto del libro. In modo decisamente migliore, anche. Che poi, sarò io eccessivamente utopica, ma se hai la responsabilità di dare un premio letterario, un minimo di coscienza o spirito critico? Basta davvero mettere sesso e flussi di pensieri scomposti per far vedere che ci si ricorda dell’Odissea per meritarsi un riconoscimento, per quanto piccolo sia?
Ho letto gli estratti e di virtuosismi della lingua che non mi portano da nessuna parte ne ho avuto abbastanza a scuola. Se da uno straccio di testo in cui mi vengono segnalati i soggetti che la compiono io comunque NON riesco a comprendere l’azione che stanno compiendo o dove finisce il loro pensiero, il suggerimento è di mettersi una mano sulla coscienza, prendere il foglio e rileggere ad alta voce per vedere dove sta il senso. A me se viene voglia di assistere a flussi di coscienza o a pensieri sconnessi scritti con criterio, mi affido a Joyce.

#128 Comment By Vincent Law On 9 dicembre 2009 @ 22:59

da ricerca effettuata su google:
porn = 29,7 milioni di risultati
pissing = 1,9 milioni di risultati

un 7% circa di chi va a cercare porno su internet cerca la pratica del pissing, non è la più diffusa ma neanche totalmente trascurabile

#129 Comment By Artemis On 9 dicembre 2009 @ 23:09

Sì, tesoro, sono pratiche diffuse.
E se permetti, quello che uno fa sotto le coperte sono fatti suoi, e nessuno deve permettersi di giudicare, se lo fa con persone consenzienti.
Tantomeno tu.
A te fa schifo il bdsm? A me invece fanno parecchio schifo i puritani, perché è una maschera di pura ipocrisia.
Che in un testo bdsm manchi la coprofagia è assurdo. She delle bambole atte a soddisfare i più perversi istinti sessuali non vadano oltre le manettine peluchose, mi fa chiedere: cosa si intende per “più perversi istinti sessuali?”. Forse violentare i pupazzi.
Io credo che un essere umano non si scandalizza più di tanto per delle manette. Non vedo l’utilità di queste bambole.
Io comincio a pensare che queste e-doll avessero la carica sessuale di un pupazzo Furby. Ecco perché le facevano fuori.

#130 Comment By Alric On 9 dicembre 2009 @ 23:10

Alla fine ho votato Buio, ma anche quello della Rosso mi incuriosiva.
Ah, a proposito:

La signora ha spiegato che voleva regalare un libro a una bambina di dodici anni – ha anche fatto gesto con la mano a indicare l’altezza della ragazzina, come se le stesse comprando un vestito. La commessa ha sorriso alla signora e le ha rifilato l’ultimo romanzo di Licia Troisi… un’altra bambina che avrà la vita rovinata per colpa di una madre mentecatta.

No seriamente Gamberetta, come fai a resistere alla tentazione di consigliare qualcosa? Io di solito a costo di fare l’impicciona rompiscatole mi intrometto, e più di una volta le commesse ne erano sollevate XD In fondo è un impegno umanitario non da poco salvare innocenti frugoletti dalla Troisi..anche se come cura d’urto ha il suo perchè.

#131 Comment By Artemis On 9 dicembre 2009 @ 23:11

Scusate, mi riferivo a Matteo.

#132 Comment By tzenobite On 9 dicembre 2009 @ 23:41

@artemis: noto un rispetto delle altrui opinioni all’altezza delle mie aspettative…
nn sapevo se aspettarmi ‘bigotto’ o ‘poca apertura mentale’ o anche ‘sessuofobo’… ipocrita mi mancava
ormai quando esprimo la mia opinione riguardo al bdsm potrei anche scrivermi la risposta, sono tutte piu’ o meno uguali :-D
dove sbagli anche tu? leggi bene: nn ho offeso nessuno, ho detto cosa penso del bdsm, nn cosa penso di te, e nessuno deve permettersi di giudicare le opinioni altrui, nn credi?
perche’ nn provi a convincermi che sbaglio? lo dico solo come provocazione: ne so piu’ di quanto ne pensi, per questo personalmente mi fa schifo
del resto, credimi se ti dico che lo scrivo sorridendo, tu ti permetti di darmi dell’ipocrita e puritano senza sapere nulla di me…

#133 Comment By tzenobite On 9 dicembre 2009 @ 23:43

ehm, scusate, sono matteo rientrato nella sua identita’ internetica ;-)

#134 Comment By Greta On 9 dicembre 2009 @ 23:45

matteo, tesoro bello…evitare di parlare delle cose di cui non si sa niente no, eh? ^^
A me, che il bdsm (non parlo di pratica, parlo di…boh, vogliamo chiamarlo genere? Leggo di bdsm, comunque) piace, De Sade non fa nè caldo nè freddo. Tutto questo osannarlo non so da dove parta, diciamo che ha dato inizio al genere, toh, ma no, secondo me non ti perdi niente a leggerlo.
Comunque sì, può sembrare osceno e scandaloso e “ommiooddio che porcheria non ci posso credere internateli”, ma esiste gente che si eccita per coprofagia pissing and company.
Non spetta a te giudicarli, splendore.
Ora torna a giocare coi miei miny pony, va.

#135 Comment By Gamberetta On 9 dicembre 2009 @ 23:46

@Alric. È stato facilissimo resistere alla tentazione: è bastato guardarmi intorno. Se non si beccava la Troisi, rischiava di prendere la Rosso, la Strazzu o il Ghirardi. In fondo le è andata anche bene. Doctorow era tra i thriller da tutt’altra parte, al reparto fantasy ho visto solo schifezze.

#136 Comment By tzenobite On 9 dicembre 2009 @ 23:54

@greta: pero’ sta a te giudicare me, vero?
uf, sono stanco di queste ‘difese’… lo dico anche a te: ne so abbastanza perche’ ne abbia ripulsione, e modestamente scribacchio ogni tanto qualche racconto erotico, nn per vantarmi, giusto per dire che nn sono un sessuofobo represso
mi precisi la costruzione della tua frase? chi gioca coi mini pony di chi?

#137 Comment By Adriano On 10 dicembre 2009 @ 00:22

Bene, Gamberetta, sono contento che tu ci dia modo di esprimerci per scegliere la “vittima”. Certo è che avresti potuto anche usare un termine più neutro, come ad esempio “oggetto”: se dici “vittima” è ovvio che sarà già un stroncatura e poi l’autore parte prevenuto nei tuoi confronti. Ma la mia è solo un’opinione personale.
Ti dico subito chi non scelgo. La Strazzulla e il Ghirardi si sono già visti su questo blog e, tenendo conto dei risultati precedenti, non mi pare sia il caso di infierire (per lo stesso motivo non avrei mai votato la Troisi). Escludo anche Rosso, Iuorio e Davide (sperando che questo sia il cognome), perché non si tratta dei primi volumi delle rispettive saghe e quindi non avresti di fronte il quadro complessivo.
Tra i sei che rimangono scelgo infine Nephandum, di Massimo Bianchini. Sai, mi trovavo in quel di Lucca poco più di un mese fa, in occasione della fiera annuale e, mentre mi aggiravo cabotavo attorno ai banchi nello stand destinato a scrittori e giochi di ruolo, mi sentii chiamare. Era una ragazza carina che, tra una chiacchiera e l’altra, mi rifilò per 10€ due romanzi, uno dei quali era proprio quello che ho scelto. Poi provò anche a sbolognarmi la trilogia di Lothar Basler, ma lì la mia tirchieria ebbe il sopravvento sulla cavalleria e mi dileguai per sperperare altrove i miei risparmi.
Comunque devo ammettere che come romanzo fa discretamente pena: ci sono ferite lievi che dopo due paragrafi diventano gravi (ma un editor che rilegge?), ponti per i quali il testo specifica che collegano due rive del fiume (ma va?), scheletri animati di scorpioni (qualcuno che abbia almeno le basi della biologia esiste in quella casa editrice?). Tieni conto che non ho la tua esperienza e lo ho letto solo una volta…
Insomma, se non per questo Natale, facci un pensierino per il futuro.

P.S. non entro nel merito dell’affaire E-Doll, ma io al tuo posto avrei scritto due post differenti, proprio per evitare di mescolare commenti goliardici (chi si prepara alla recensione di Natale) con altri dal tono più serioso (dopo tutto l’autore si è degnato di rispondere e ha portato i propri argomenti). Comunque ormai è andata così.

Auguri!

#138 Comment By Adriano On 10 dicembre 2009 @ 00:28

@tzenobite

mi precisi la costruzione della tua frase? chi gioca coi mini pony di chi?

Perdonami la pedanteria, ma il Mini Pony è sempre “mio” (il cartone infatti si intitolava “Mio Mini Pony”). Quindi, anche quello che appartiene a te o ad Artemis è sempre il Mio Mini Pony.
Però se vuoi te lo presto per un pochino…
Sia ben chiaro che sto scherzando. Non vorrei assolutamente offendervi.

P.S. Non conosco il Marchese de Sade e ancora non ho un’opinone chiara sul BDSM e pratiche simili.

#139 Comment By lilyj On 10 dicembre 2009 @ 00:42

Tralasciando il ‘mi fa schifo/non mi fa schifo/mi piace da matti’: se ‘ste doll devono farsi carico di tutte le perversioni umane, tralasciare pissing e coprofilia è da censuratori ipocriti. Punto.

#140 Comment By Uriele On 10 dicembre 2009 @ 01:25

Se vogliamo metterci tutte le perversioni allora mancano anche le e-doll a forma di cavallo con una nerchia tanta o di cane (lo suppongo visto che G. ha usato il termine androidi), la zoofilia è una perversione sessuale come le altre o perché no, a forma di mostro tentacolare alieno per far piacere ai giapponesi. Perché non ci sono? eh? eh? eh? Allora nulla non le voglio ^^
Quando penso a perversioni sessuali che hanno bisogno di un essere sintetico e non umano penso a mutilazioni e violenze oltre la soglia del sadomaso classico (nel BDSM ci sono le parole chiave che servono ad interrompere il rapporto quando diventa troppo intenso il dolore). Qualcosa che va oltre il gioco di ruolo, ad esempio il cannibalismo. Qualche hanno fa era uscita la notizia di un uomo che aveva la fantasia di mangiare un’altra persona. Ha messo un annuncio su internet, un uomo ha risposto e lui se l’è pappato. Mi pare che gli abbiano dato le attenuanti perché la vittima era consenziente.

Di gente che si fa cagare volentieri in faccia o che ti vomita addosso (perché il puking non l’ha nominato nessuno?). Esiste un EroGuru giapponese che parla proprio di queste fantasie, Mei-Chan Daily Life.
La trama in breve, se siete suggestionabili non leggetela:
Mostra spoiler ▼

Alla fine di uomini e donne disposti a farsi orinare o defecare addosso ne trovi, gente disposta a perdere un braccio o un occhio molta meno. :)

#141 Comment By lilyj On 10 dicembre 2009 @ 01:30

Ok, allora mettiamoci anche il puking. Ma si stava parlando di pratiche per cui le bamboline sostituivano essere umani. Mi sembra che il genere bestiality si riferisca ad altro.

#142 Comment By castelloincantato On 10 dicembre 2009 @ 01:54

no vi prego, la strazzu,no! sappiamo già come scrive ed è pure noiosa. a questo punto tifo per Lenth,secondo classificato, se non altro una new entry dei gamberi: sono curiosa di conoscere un nuovo autore. Ma Gamberetta se pareggiano andiamo al ballottaggio? ;P

#143 Comment By Vincent Law On 10 dicembre 2009 @ 02:06

dopo mei-chan daily life e la gente che mette annunci del tipo “cerco uomo molto in carne per simpatica grigliata”, posso dire di aver visto (quasi) tutto rofl

comunque non degeneriamo con commenti alla “chi trova la perversione più perversa vince”, sennò andiamo OT, se ne può parlare benissimo in fogna.

L’autore di e-doll non ci ha messo 48969876 perversioni, eh vabbè, sarà lui puritano e bigotto oppure avranno sbagliato a definire il suo romanzo “filosofia sul bdsm”

#144 Comment By Uriele On 10 dicembre 2009 @ 02:22

contestavo il ragionamento, il puking era ironico ^^

Dico solo che già adesso esistono bambole non senzienti high tech (orient-doll punto.com vende anche quelle autolubrificanti, con effetto vera pelle a forma di bambina) e se hai i soldi una prostituta disposta a fare cose particolari la trovi (ci sono anche dominatrici che lasciano i messaggi sul giornale). Esistendo già l’offerta perché usare un’androide (che di sicuro è molto più costoso). L’androide lo usi se puoi permettertelo (costerà di sicuro più di una bambola gonfiabile o di una donna vera) e vuoi soddisfare quelle fantasie che non potresti mai soddisfare con una donna vera (senza rischiare la galera) : cannibalismo, mutilazioni, impalamenti, pedofilia con violenza, eccetera… I giochi di ruolo e i feticismi semplici si possono soddisfare con persone in carne ed ossa o con oggetti (vedi pigmalionismo)

#145 Comment By Lidia On 10 dicembre 2009 @ 06:03

@Gamberetta

Ho visto che in questa sede vorresti solo titoli italiani per la tua recensione. Ma ho una curiosità. Hai mai per caso letto qualcosa di Llloyd Alexander? Come la Saga di Prydain? E’ quella da cui è stato tratto anche il cartone Disney Taron e la pentola magica.
Il protagonista si chiama in realtà Taran ed è un aiuto guardiano di maiali (mi pare che Blart abbia ripreso proprio questo ruolo per il protagonista, come parodia).
Molti romanzi fantasy sono così seriosi che ci si chiede se gli scrittori, mentre scrivevano, erano svegli o già in face R.E.M.
Ma Alexander a me pare più spiritoso, c’è ironia nelle sue storie, per quanto classiche. Il principe diseredato, accompagnato dalle sua arpa che perde pezzi quando lui mente era molto carina, a me è piaciuta!

#146 Comment By Angra On 10 dicembre 2009 @ 06:49

@Lidia: io l’ho letto (sarà un quarto di secolo fa), e lo ricordo con molto piacere. Molto disneyano appunto, in senso buono.

#147 Comment By Ste On 10 dicembre 2009 @ 09:33

@matteo
Scusa.. ho riletto la tua risposta 3 volte ma non l’ho capita.
O meglio mi sembra che abbiamo scritto le stesse cose: ovvero che a causa di un “qualcosa” di atavico scritto nel dna delle donne, queste si sentono frustrate (non frustate) e per sentirsi meglio si fanno frustare e domare.
Credo che per chiunque (forse tranne che per l’autore) la cosa non abbia alcun senso. O forse secondo l’autore tutte le donne sentono la necessita di farsi frustare perchè la natura ha voluto così?

#148 Comment By Karmaburning On 10 dicembre 2009 @ 10:44

Ho votato Nephandum, ma vedo che scarseggia molto in quanto a voti per il podio.
Volevo farti anche i complimenti Gamberetta, fa piacere leggere articoli così curati e un po’ piccanti di recensione della narrativa fantastica.

Un saluto.

#149 Comment By Tapiroulant On 10 dicembre 2009 @ 11:00

@Uriele: Mi sembra che tu stia semplificando, sulla possibile funzione delle e-doll. Tu affermi che per pratiche alternative, ma tutto sommato diffuse e facilmente praticabili, dal pissing al puking a etc., non c’è alcun bisogno della bambolina elettronica, che tanto è pieno di persone in carne e ossa che lo fanno; quindi un mercato delle e-doll non potrebbe avere un boom in relazione a queste pratiche. Okay. Ma dimentichi un fattore, e cioè la vergogna e il pudore dell’interessato. Diverse persone non parteciperebbero mai ad alcuna di queste pratiche se ciò coinvolgesse altre persone reali, ma forse un tentativo lo farebbero – anche solo per curiosità – con una e-doll. L’e-doll (suppongo, non avendo letto il romanzo), essendo percepita come una cosa anziché come una persona, e non essendo una sfera individuale ed estranea che si interseca con la mia, ma qualcosa di integralmente racchiuso nel mio privato, mi permette di dare sfogo a fantasie che uno avrebbe troppa vergogna per proporre a persone reali (fantasie anche molto banali, tipo appunto il pissing, o molto imbarazzanti per un uomo, es. il pegging). Credo che uno dei punti d’interesse dell’e-doll sia quindi non tanto la possibilità di farci delle cose anatomicamente impossibili con un altro essere umano, quanto cose che non avresti il coraggio di fare con un altro essere umano.
Detto questo, è anche vero che pensando alle e-doll mi sono subito venute in mente le possibili applicazioni gore o comunque più estreme. Supponendo un iniziale messa in produzione di e-doll che non fanno niente di più di quel che farebbe un normale corpo umano, si potrebbero negli anni a venire farsi largo versioni migliorate che comprendano il perfetto funzionamento degli organi interni e relativi apparati (e quindi possibilità di tutte quelle pratiche sopradette), una rigenerazione accelerata dei tessuti e degli organi (per praticare il gore senza dover poi essere costretti a ricomprare il giocattolo), fino ad espansioni e gadget (tentacoli? Arti vibranti di diametro modificabile per il fisting? Serbatoi aggiuntivi di sperma per un’intensa sessione di bukkake? Apparati riproduttori alternativi che emulino quelli di altre razze animali? Qui le possibilità sono davvero infinite).

#150 Comment By Vincent On 10 dicembre 2009 @ 11:11

Per Matteo,

ma se a te non piace il sesso nella fantascienza pechè devi imporre una storia senza sesso nella fantascienza.
Cos’è il tuo un verba dixit?
Accettate le tue motivazioni, capite le tue critiche, perchè questo accanimento?
Che, te sei evangelista?
Leggi altra fantascienza.
Poi dalla trama e dalla copertina si capiva benissimo.

#151 Comment By Il Duca Carraronan On 10 dicembre 2009 @ 11:40

Io speravo che vincesse Lenth. In fondo qualcuno ne ha parlato bene e quindi, se fa schifo, può essere più divertente da maltrattare di uno schifo annunciato come Bryan o la Strazzu.
Poi ho letto il prologo e l’inizio del primo capitolo e ho provato pietà per Gamberetta: è vero che è più corto, ma col suo stile atroce potrebbe essere pesante e letale quanto la Strazzu. Sarà una tortura in ogni caso, ma almeno risparmiamole la Strazzu: ne ha già parlato una volta, è inutile continuare.

Forse la scacchiera nera può essere meglio, ma ormai il livello di ritardo mentale nel fantasy italiano da libreria è tale che è inutile sperare in qualcosa di minimamente decente: le vacanze natalizie di Gamberetta saranno rovinate in ogni caso con l’ennesimo romanzaccio brucia-neuroni.
Un Natale dopo l’altro, a furia di romanzacci, la ridurremo a un vegetale sbavante (e magari pure Emo) :-(

dopo mei-chan daily life

Mai-chan’s Daily Life è bellissimo. ^___^

#152 Comment By dr Jack On 10 dicembre 2009 @ 12:13

@ Venzo:
Grazie per la fiducia.

@Vincent:

Mi sono riletto tutttttiiiiiii i commenti, non c’è stato uno che ha perlomeno insinuato una cosa del genere.

Meno male. Dopo un po’ la gente ha capito che estrarre la carta “Autorità indiscriminata” non è utile in un discorso privo di censure.

Fatti un giro anche in altri blog, e vedrai come una critica negativa può essere anche costruttiva.

Una critica è costruttiva se quello che la riceve la usa in maniera utile.
Per aiutare il criticato serve contenuto. Il linguaggio non ha la minima importanza purché sia comprensibile. La reazione emotiva del criticato è un suo problema, da non scaricare sul critico.
I più forti e motivati impareranno.
I piagnucolosi continueranno a fare quello per cui sono bravi.

@ alla votazione:
Secondo me i votanti sono stati sottoposti a influenze esterne dovute a questo commento:

Un Altro non è la Strazzu.

Altrimenti non riesco a credere come faccia la Strazzu ad avere così tanti voti.
Va be’, è dura che il mio cavallo “La scacchiera nera” vinca, ma almeno potrebbe riuscirci il Silenzio di Lenth.
Attenderò che la democrazia faccia il suo corso.

#153 Comment By Lidia On 10 dicembre 2009 @ 12:15

@Angra
: ) Anche a me è piaciuto molto! Un po’ di umorismo nel fantasy ci sta così bene. Non capisco in nessun modo perché vogliano tutti prendersi così mortalmente sul serio. Che ne dici, sarà perché credono di dover dare un certo tenore al genere, bistrattato da così tanti? Peccato che in questo modo lo si affossi proprio.

Ciao

#154 Comment By Ai On 10 dicembre 2009 @ 13:03

@ IRENE

Qui non si dicute sulla bruttezza o meno, ognuno ha il diritto di dire la sua, ma non puoi criticare un apersona che tenta di difendere qualcosa di suo.

E poi, se ognuno ha davvero il diritto di dire la sua, ognuno puo anche scrivere il cavolo che gli pare. Se gli viene pubblicato è un affare di mercato e lo scrittore poco c’entra.
Se poi tu pensi che (leggendo due righe) quel romanzo ti faccia schifo nessuno ti soctringe a comprarlo.
La questione è smeplice.
Vogliamo fare i democratici, cavolo cerchiamo di essere coerenti allora no?
A me la Troisi non piace nemmeno un po, Paolini men che meno, tutte le scemenze alla Twilight non le digerisco.
Ciò non toglie, che non mi danno nessun fastidio a stare li dove stanno.
Ognuno, insomma si sceglie il suo panorama.

Se voi avetse un romanzo bruttino nel cassetto ma qualche casa editrice decide comunque di pubblicarlo, accettereste senza pensarci, non siamo ipocriti.
Ed anch forse npon trovandolo un granchè, sareste comunque contenti di vedere che a qualcuno è piaciuto.

#155 Comment By Il Duca Carraronan On 10 dicembre 2009 @ 13:13

Segnalo dal sito di Gianrico/Eleas

Sto cercando di sabotare il sondaggio della crostacea, lo ammetto, avrò votato almeno otto volte ormai, VOGLIO che legga e recensisca il secondo romanzo della Strazzulla. non perché io ce l’abbia con la giovane scrittrice siciliana.
[...]
Insisto nel dire che i metodi nazisti di Chiara Gamberetta sono appunto adeguati a un periodo ormai demodè.

Non sapevo che il nazismo fosse la critica motivata, basata sulle citazioni puntuali del testo e sull’uso di un metodo preciso.
Interessante invece scoprire che chi è contro il Male, i protettori del Bene supremo, credano in alti valori come la falsificazione del voto popolare.
Al popolo bue non è concesso nemmeno decidere che libro leggere.
Belle idee.

#156 Comment By obi uan lebowski On 10 dicembre 2009 @ 13:19

Triste constatare fin dove il marketing di un’opera, poco più di un’opera prima, poco più di un anomino romanzo, possa spingersi…

Diatriba sterile tra accoliti gamberetti e accoliti versetti. Tra i pudicabondi bdsm-life-style e gli sguaiati teo-sf. TOTALMENTE AUTOREFERENZIALE!

I miei complimenti a gamberetta, signorilmente spartana, eccetto che nelle sue competenti recensioni.

#157 Comment By Ai On 10 dicembre 2009 @ 13:24

@ Rotolina

Sono inanzitutto contenta di poter dialogare civilmente, e posso dirti di essere d’accordissimo quando affermi che ogni autore deve saper accettare le critiche a cuore aperto.
E soprattutto perchè la maggior parte delle volte le critiche possono aiutare a migliorarsi.

Devo però ammettere che su questo blog molto raramente ho letto critiche costruttive.
Troppo dispregiative, troppo presuntuose, cattive e che lasciano poco spazio a un dibattito realmente costruttivo.
Partecipo attivamente su Anobii, e mi sono sempre trovata bene nelle discussioni relative ai libri, perchè le recensioni che ho letto avevano sempre qualcosa di costruttivo.
Io stessa, ho sempre cercato di criticare ciò che non mi piaceva in modo educato e sensibile, perchè so che se anche ciò che leggo mi fa schifo, ciò non toglie che chi l’ha scritto ci ha comunque messo se stesso dentro.
Non è questo il caso e mi dispiace, perchè avrebbe potuto essere anche un blog interessante, ma credo che nella vita tutti abbiamo il diritto di dire tutto, basta solo una giuste dose di sensibilità.
Verso tutto e tutti. Senza quella, mi dispiace ragazzi ma non ci sarà mai vero dialogo.

E’ solo un punto di vista, per carità….ma mi faceva piacere dire la mia, dopo tanti anni che vi leggo e mi rifiuto di partecipare a questi dibattiti.

magari non servirà, ma avevo volgia di aggiungere la mia opinione, tutto qui.

#158 Comment By Greta On 10 dicembre 2009 @ 13:42

…continuo a non capire perchè tutta questa polemica su gamberetta. A volte non condivido quello che dice, a volte sì, ma almeno dice le cose che pensa chiaramente.
E ha ragione, certa roba che recensisce fa schifo.
Sono d’accordissimo con Angra: perchè le lodi sperticate non le critica nessuno? Nessuno dice a chi loda “eh, non hai le competenze per farlo”.
Qui invece c’è un autore che viene a dire che puoi capire la sua metafora solo se sei stato a Mosca. Scherziamo?
Sono libera di lodare come di insultare un libro, se una cosa fa schifo c’è poco da fare. Invece di stare a sindacare su come uno dice le cose bisognerebbe anche guardare ai contenuti.
Credo comunque che il tono di gamberetta sia dovuto all’aperta boria e supponenza di gente così, che si sbrodola addosso per fare vedere quanto è brava a scrivere e anche alla poca cura che mettono nello scrivere. Per me mettere poca attenzione in quello che si scrive è sputare in faccia al lettore, c’è poco da fare.
E scrivere robe astruse, contorte, per il pure gusto di farlo, è uno sfotterlo, il lettore. E dovrei pure pagare per farmi prendere per i fondelli?

#159 Comment By tzenobite On 10 dicembre 2009 @ 13:49

@adriano: qua purtroppo nn ci sono le faccine adeguate, che a volte aiutano a far capire l’ironia con la quale chiedevo di chi erano i mini pony ;-)
@ste: dire che farsi frustare e’ insito nella natura genetica della donna che per secoli e’ stata frustrata negandoselo blablabla (strano che nessuna delle accolite del machese abbia accennato alla religione cattolica) e’ un bell’alibi per nn affrontare le cose per come stanno, cioe’ che sono scelte (fino a che punto consapevoli e’ un altro discorso) di infliggere/subire violenze gratuite (mi fermo)
insomma, nn siamo noi a far qualcosa che per la maggior parte della gente (statisticamente parlando) e’ giudicabile insano, e’ il resto della razza umana che nega la propria natura… hai presente quella del pazzo contromano in autostrada?
@vincent: io nn impongo nulla, ci mancherebbe, io impongo qualcosa solo a me stesso
forse nn hai letto dove l’ho scritto, ma io sribacchio modesti racconti erotici, e in vari casi sono crossover sf-eros
dove vedi accanimento contro il romanzo in questione?

#160 Comment By Angra On 10 dicembre 2009 @ 14:00

@Ai:

[...] ciò non toglie che chi l’ha scritto ci ha comunque messo se stesso dentro.

Il che non è necessariamente un fatto positivo. Il se stesso può essere l’arroganza di chi usa paroloni pensando di poter impressionare i bifolchi, o quella di chi crede di non avere niente da imparare da nessuno.

Ciò non toglie, che non mi danno nessun fastidio a stare li dove stanno.
Ognuno, insomma si sceglie il suo panorama.

A questo trovi una risposta qui, sotto Un concetto serio.

http://fantasy.gamberi.org/2009/01/13/non-ce-gnocca-per-noi-a-boscoquieto/

#161 Comment By Gamberetta On 10 dicembre 2009 @ 14:08

@Il Duca Carraronan. Tanto i voti sono tutti registrati. I voti doppi saranno eliminati, non adesso, quando mancherà poco alla fine del sondaggio, in modo che non ci sia più tempo per altri brogli.

L’Eleas è un altro di quelli che mi accusa di essere maleducata, ecc. ecc. adesso addirittura di usare “metodi nazisti”(?). Mi chiedo come cataloga i commenti in cui mi si augura di essere trapassata con una spada e violentata mentre muoio. Credo sia “scherzo di buon gusto che diverte ogni ragazza”.

#162 Comment By Sarastro On 10 dicembre 2009 @ 14:49

Ho votato Il Principe delle Nebbie, ma non perché influenzato dal buonismo natalizio: al controrio, l’ho scelto perché mi sembra abbia i numeri per insidiare il primato della Strazzu…

Complimenti a Gamberetta per il blog e tanti auguri (per le feste e per la lettura, qualsiasi essa sia)!

#163 Comment By Greta On 10 dicembre 2009 @ 15:06

@tzenobite
Ehm…nel caso ti stia riferendo anche a me con quell’ “accolite del marchese” caschi male.
Non mi piace per niente, ma nemmeno un po’, mi sembra un elenco di oscenità buttato lì per scandalizzare, senza il minimo tentativo di farlo sembrare ironico o anche solo porno.
Bisogna dire che è alla base del genere (sadismo deriva da lì, presumo) perciò…
Ma no, non è tra le mie letture preferite e non sono accolita del marchese, dato che molte cose che descrive mi fanno parecchio schifo.
E non conta che tu scriva o meno racconti erotici o che so io, il punto è che il tuo commento dimostra una chiusura mentale un po’ desolante. Non so, c’è gente a cui piace. Hmbè? Io non lo farei perchè mi fa schifo, ma non vedo dove sia il problema.
Almeno loro non ci affliggono vendendo a prezzi improponibili aborti letterari, sono da apprezzare per questo.
Non ho intenzione di giudicarti, purtroppo posso parlare di quello che mi viene mostrato, non ho la palla di cristallo.

#164 Comment By Rotolina On 10 dicembre 2009 @ 15:13

In risposta ad Ai, ma solo per “chiudere” visto che non è propriamente un forum qua :)

Sono inanzitutto contenta di poter dialogare civilmente

Deh, perché mai non si dovrebbe…

Devo però ammettere che su questo blog molto raramente ho letto critiche costruttive.

Questo è falso.
Magari sono critiche pesanti sarcastiche, volutamente ironiche e via dicendo. Ma comunque sono tutte piuttosto costruttive. Sono documentate, sono corredate di esempi e spiegazioni.
Si può non essere d’accordo, ma non si può dire che non sono costruttive.
I toni sarcastici possono non piacere (io personalmente adoro ironia e sarcasmo, ma sono gusti) ma sono solo “il colore” sopra alle critiche, che sono comunque sempre costruttive alla fine.

Io stessa, ho sempre cercato di criticare ciò che non mi piaceva in modo educato e sensibile, perchè so che se anche ciò che leggo mi fa schifo, ciò non toglie che chi l’ha scritto ci ha comunque messo se stesso dentro.

Du-dhum, solito discorso.
Chi va al Grande Fratello a mostrare le tette, magari ci mette il cuore (oltre che il c…) ma devo per forza apprezzare?
Se il ragazzo a scuola fa un tema senza le H, con gli accenti a cacchio, ci ha sicuramente messo il cuore, ma il voto sempre 3 resta. (sto leggendo Mastracola)

La critica non c’entra proprio un tubazzo con il cuore.
Se no allora posso criticare aspramente solo chi fa le opere senza il cuore? Chiedo prima se ce l’ha messo o no?
No, valuto dal lavoro finale…

#165 Comment By giovanni On 10 dicembre 2009 @ 15:16

Questi antidemocratici che danno voti doppi potrebbero usare anche sistemi per la navigazione anonima tipo Tor o Proxify: occhio mi raccomando.

#166 Comment By Diarista incostante On 10 dicembre 2009 @ 15:44

@Ai
Credo che più volte sia stato detto che lo stile con cui sono recensiti i libri nel sito sia volutamente pungente, dato che una critica pungente è uno spasso da leggere e da scrivere (cit. Ratatouille).

Forse una critica più morbida potrebbe aprire un dialogo sotto auspici meno battaglieri, ma per portarlo avanti sarebbe comunque necessario avere una certa apertura mentale, e soprattutto la disponibilità personale a mettersi davvero in gioco, autocriticarsi, essere disposti a capire che non è perchè Gamberetta gravita attorno ai vent’anni eppure non ha ancora pubblicato nulla di stravenduto che non ha voce in capitolo in materia di come si scrive in modo efficace. Insomma servirebbe da parte degli autori umiltà e oggettività. Verso e Rocca (due a caso, ma non sono gli unici) non ne hanno dimostrata una quantità minima nei loro interventi, quantità da minimo sindacale proprio, e questo senza voler togliere nulla a quanto cuore potrebbero aver messo nella loro storia.

Gamberetta, quando è stato il momento di portarsi a casa le critiche per quello che aveva scritto lei, ha incassato con una serenità esemplare. Se uno le dice che quel che scrive gli fa schifo, lei risponde che è suo diritto pensarlo e farglielo sapere, il che è vero. Un’altra grande differenza è che a Gamberetta non si può rimproverare che non sa scrivere. Quel che mette sulla carta, o nel sito, scorre molto bene, è efficace, è ragionato, è coerente. Poi anche io lascio puntualmente perdere le sue storie, perchè non mi appassionano. Gliel’ho anche scritto, e lei non si è rotolata per terra urlando, invocando la peste e il colera sulla mia famiglia, e gridando che non capisco niente di arte e poesia. O se l’ha fatto poi non ha scritto nulla che potesse farmelo intuire. E credo che anche lei ci metta il cuore in quel che scrive.

Com’è che invece tanti altri proprio non ce la fanno a comportarsi così? Com’è che in giro si leggono tante storie sciatte e tanti commenti piccati di autori offesissimi? Personalmente sono un po’ stufa.

#167 Comment By GSeck On 10 dicembre 2009 @ 16:07

Per il voto, molte persone si orientano anche in base ai risultati già raggiunti.
Visto il rischo di doppio voto, bisognerebbe eliminarli appena vengono messi oppure nascondere i risultati in modo che non influenzino gli utenti.

#168 Comment By dr Jack On 10 dicembre 2009 @ 16:34

Insisto nel dire che i metodi nazisti di Chiara Gamberetta sono appunto adeguati a un periodo ormai demodè.

Maledizione.
E’ tutto il giorno che mangio melanina per diventare l’uomo nero al servizio del Male… e ora vengo a scoprire che potrei essere discriminato per il colore della mia pelle a causa delle evidenti tendenze demodè di Gamberetta.
Come posso non essermene accorto subito? Grazie della dritta Eleas.

#169 Comment By Gamberetta On 10 dicembre 2009 @ 16:49

@GSeck. Nelle prime ore del sondaggio ho eliminato alcuni voti farlocchi, poi ho lasciato perdere: per fare un lavoro accurato ci vuole tempo, e non ho voglia di star dietro tutti i giorni a chi ha il solo scopo di rompere le scatole.

I sondaggi online sono intrinsecamente insicuri, persino quello del Times sull’uomo dell’anno è stato vandalizzato. Se una persona si mette d’impegno, non c’è modo di impedirle di stravolgere i risultati.
Pazienza. Evidentemente certi tizi sono così sfigati che “vantarsi” di rovinare il sondaggio di un blog è la loro unica soddisfazione. È Natale, lasciamogliela. Sono nati “diversi”, non è colpa loro.

#170 Comment By Kurt Wagner On 10 dicembre 2009 @ 17:35

Titolo: Nephandum. La Profezia Oscura (Curcio)
Consiglio questa, oppure, nella sezione altro ” Icewolf” di Lady Maltras
Oddio, non so se posa essere considerato pubblicato a pagamento, visto che ha fondato una sua casa editrice. Esatto.

#171 Comment By Giovanni On 10 dicembre 2009 @ 18:07

Gamberetta:
piuttosto che puntare a rendere del tutto impossibile truccare il sondaggio dovevate cercare di scoraggiare la cosa quel tanto che basta per liberarvi di chi vandalizza per goliardia. Ad esempio impedendo il voto ad ip che non frequentano solitamente il blog.
Credo comunque che lasciare correre sia la decisione migliore….è triste ma più frequento internet più mi rendo conto che l’inciviltà impera ovunque. Pensa alle tante opere che vengono rilasciate solo in formato elettronico.
Gli autori non chiedono che un giusto compenso e magari, dopo qualche ora, il frutto della loro fatica è già nelle reti di p2p.

#172 Comment By Vincent Law On 10 dicembre 2009 @ 19:35

L’Eleas è un altro di quelli che mi accusa di essere maleducata, ecc. ecc. adesso addirittura di usare “metodi nazisti”(?). Mi chiedo come cataloga i commenti in cui mi si augura di essere trapassata con una spada e violentata mentre muoio. Credo sia “scherzo di buon gusto che diverte ogni ragazza”.

LOL sto morendo
Cioè, al di là della letteratura, dei romanzi fantasy, delle recensioni… Mi chedo se sia possibile aprire un blog e ritrovarsi dopo un po’ di tempo tizi che ti danno del nazista e sperano che tu venga violentato mentre muori trapassato da una spada.
è esilarante :DD
Io non ho nessuna esperienza con blog e simili, quindi mi rivolgo a chi abitualmente ne gestisce uno, o lo ha fatto in passato: è normale ‘sta cosa?
Cioè uno magari apre un blog sulla pesca d’altura e si ritrova con gente che spera muoia soffocato nel sonno?
:DD non riesco a smettere di ridere

#173 Comment By Merphit Kydillis On 10 dicembre 2009 @ 20:28

Alcuni dei romanzi proposti li avevo, tempo prima, avvistati verso l’estate.
Allora, per quanto riguarda Lenth: è stato scritto da uno studente universitario dell’Aquila, e nel suo blog (se ricordo bene) ha scritto che odia i cliché e che ha cercato di evitarli. Vedremo ^_^
Per la Schacchiera (stessa casa di Lenth) l’autrice è la stessa di alcuni libri della serie Il battello a vapore, una serie di libri per bambini… che brutti bei ricordi <-<

#174 Comment By Angra On 10 dicembre 2009 @ 21:57

Dimenticavo, anche se ne ho parlato un po’ di tempo fa, I maghi degli elementi. Per essere brutto dev’esser brutto forte: ho letto il precedente Il dominio della regola che è una specie di manuale pratico su come scrivere pessimi romanzi fantasy. Purtroppo non faceva sghignazzare. Per cui boh, non so. Tanto mi pare che se la giocheranno Lenth e la Strazzu.

#175 Comment By Gamberetta On 10 dicembre 2009 @ 22:04

@Angra. Piuttosto questo. L’articolo dice che è in vendita da settimane, ma io non l’ho visto! Sigh.
Gli elementi per un’ottima recensione ci sono tutti:
– L’autrice ha 17 anni.
– È al suo secondo romanzo dopo Destinazione Tokio Hotel.
– C’è un angelo che si innamora di un demogno!!!
– Ke bllo!!1!!!!!!!

#176 Comment By Diego On 10 dicembre 2009 @ 22:54

@Gamberetta: Madò, un altro! Ma che è, un’invasione aliena di libri di adolescenti? Giuro che adesso, per partito preso, non leggerò più niente di chi non abbia almeno superato i sei lustri di età. O in alternativa libri di quindicenni, ma scritti da almeno due quindicenni insieme. A quattro mani. E che cavolo…

#177 Comment By Clio On 11 dicembre 2009 @ 00:05

A Gamberetta
Quel libro promette benissimo *w* Sono sicura che, se lo recensirai, Tenjin-sama te lo conterà come Atto Meritorio. Nella prossima vita potresti nascere nella Terra Pura in un fiore di loto! (non so se ne valga la pena, ma la recensione sarebbe comunqe uno spasso)

#178 Comment By Asher^Kunitz On 11 dicembre 2009 @ 00:50

Ma davvero c’è gente che si diverte a falsificare i sondaggi? A questo punto io direi di chiudere tutto. Gamberetta, scegli tu quello che ti ispira di più. Alle volte meglio essere nazisti che idioti come certe persone. >: (

#179 Comment By il cappellano On 11 dicembre 2009 @ 04:18

Secondo me tu te le cerchi…
Come puoi dire “risparmiatemi le porcherie” mettendo Brian di Boscoquieto e la Strazzu?
Quelle recensioni sono le piu’ divertenti suvvia, quelle che ho letto tre volte perche’ mi facevano ridere.
Le recensioni serie sono forse utili, ma non sono divertenti…

Io voglio sia Brian di Boscoquieto sia la Strazzu, assolutamente, non si transige, potrei uhm… ripagarti della sofferenza spedendoti una bottiglia di alcolico a casa.

Se proprio non vuoi recensire uno di questi due libri, allora dovresti giocare ai videogiochi, che rendono piu’ intelligenti. Ti consiglio Half Life 2, dove ci sono un paio di puzzle fisici da risolvere, lo compri nella collezione orange box dove c’e’ pure portal che e’ un videogioco con un concetto intelligente.

#180 Comment By il cappellano On 11 dicembre 2009 @ 04:21

>Ma davvero c’è gente che si diverte a falsificare i sondaggi?

Ti ricordi chi ha vinto l’MTV music award per il miglior video musicale di tutti i tempi?
“Never Gonna Give You Up” Di Rick Astley.

Ma e’ stato divertente vedere rickrollati milioni di telespettatori.

#181 Comment By Angra On 11 dicembre 2009 @ 11:16

@Gamberetta:

sì, l’ho visto anch’io ieri, ma ho la sensazione che non sia molto fantasy – nel senso che se al posto di angelo e demone ci metti una brava ragazza e un teppistello un po’ drogato probabilmente la storia non cambia. Così a naso, ma magari mi sbaglio. L’idea era ottima per un manga porno, ma di sicuro l’hanno già fatto.

#182 Comment By Gweniver On 11 dicembre 2009 @ 13:39

Adoro i GdR e quindi ho scelto “La profezia oscura”.

A vedere i risultati parziali vedo che ci sono molti tafazi che leggono questo splendido blog!!
:-)

#183 Comment By Silente On 11 dicembre 2009 @ 13:48

Io sarei spinto a votare la Strazzulla, ma insomma, è Natale e siamo tutti più buoni, quindi diciamo Buio di miss Melodia che promette bene e ispira anche di più.

Avrei anche detto Gli orchi di Kunnat, più che altro perché io l’ho comprato in una parentesi di vuoto mentale e ne soffrirò sicuramente sotto le vacanze, ma forse è una giusta punizione per l’uso sbagliato del portafogli.

Comunque, i momenti migliori di e-Doll sono quelli in cui c’è la virgola tra soggetto e verbo. Apoteosi.

(Ah, io blablabla ti leggo sempre blablabla ma sono timido blablabla e non avevo mai commentato prima blablabla :P )

#184 Comment By Len On 11 dicembre 2009 @ 14:37

Ma… come fate a scegliere Il silenzio di Lenth?
É pieno di cliché, nomi incomprensibili, non ci sono gnokki e l’autore non è neanche minorenne!!
No no, non va affatto bene. u_u

#185 Comment By Angra On 11 dicembre 2009 @ 15:07

@Silente:

Avrei anche detto Gli orchi di Kunnat, più che altro perché io l’ho comprato in una parentesi di vuoto mentale e ne soffrirò sicuramente sotto le vacanze, ma forse è una giusta punizione per l’uso sbagliato del portafogli.

Franco Forte, scrive: “Libro per noi (per me) importantissimo, perché segnerà il destino di questa collana. Si tratta infatti dell’ultimo tentativo di capire se il mercato è interessato a una collana fantasy come questa oppure no.”

LOL

Chissà perché un po’ mi ispirava. Invece noto ora che non ne è entuasiasta nemmeno la redazione di FM! ^__^

Tre misere stellette…

#186 Comment By francesco terzago On 11 dicembre 2009 @ 15:17

Be’, io scelgo “Il Re in giallo”. Tutti quelli che hai messo in lista non li farei leggere nemmeno al mio peggior nemico. E per quanto riguarda E-Doll, immagino che Philip K. Dick si stia rivoltando nella tomba.
Saluti.

#187 Comment By Vincent On 11 dicembre 2009 @ 17:09

Vincenzo Terzago

Se avessi letto anche la biografia di Dick non avresti mai detto una cosa del genere.
Dick era molto indulgente con gli aspiranti ed esordienti di science- fiction.
Ci sono molte testimonianze a riguardo.

#188 Comment By Vincent On 11 dicembre 2009 @ 17:09

Ops
Francesco,

#189 Comment By Artemis On 11 dicembre 2009 @ 18:00

Tzenobite (perdona se ho scritto male il tuo nome, ma intanto i messaggi si sono moltiplicati)
Se guardi bene non ho scritto da nessuna parte che sei TU puritano. Coda di paglia?

#190 Comment By Tyreal On 11 dicembre 2009 @ 21:22

Secondo me te la sei cercata! Inserire nel commento: “non c’è alcuna possibilità che La Strada che Scende nell’Ombra possa essere un romanzo passabile. Per questo voglio fare un appello: risparmiatemi la Strazzu, ve ne prego! Sarò una brava bambina, prometto, croce sul cuore, ma non costringetemi a leggere 800 pagine di Strazzu. Grazie” significa convincere un gozzilione di persone a votare proprio la Strazzulla!
Non è il mio caso, ma temo che quelle 800 pagine ti siano destinate. Lo so perché me l’ha detto un elfo anche un po’ gnokko.

#191 Comment By mariateresa On 11 dicembre 2009 @ 21:37

@Gamberetta: non posso mancare all’appuntamento più a atteso dell’anno!^^ Sono sincera, La leggenda degli Eldowin mi attrae, dicono che gli elfi non siano poi così male. Comunque Il silenzio di Lenth non è malaccio, l’ho recensito a Luglio, certo ci sono delle pecche anche belle grosse. Il tema è accettabile e migliore di tanti altri in circolazione, IMHO. Se cerchi un fantasy “alternativo”, ti propongo Zeferina. Ne parlano bene e, da quello che ho letto, la storia è abbastanza intrigante. Sono molto curiosa a riguardo, ma non mi va di spendere a vuoto!^^
ps: scusa se vado OT, mi trovo e te lo chiedo. Hai mai visto Vampire Knight? Ha molto, anche troppo, in comune con la Meyer, ma è davvero ben fatto

#192 Comment By Ayame On 11 dicembre 2009 @ 22:01

Non votate la Strazzulla! Non ci sarà niente di nuovo o di divertente… votate Il silenzio di Lenth, che non l’ho ancora letto e sono curiosa, dato che conosco l’autore XD

#193 Comment By Gamberetta On 11 dicembre 2009 @ 22:16

@Tyreal. Lo so che era un rischio. Ma era un rischio anche non dire niente. Ho sperato nel buon cuore del mio pubblico. Non è detto che abbia sbagliato, ci sono ancora 8 giorni di tempo…

@mariateresa. Zeferina volevo leggerlo da molto tempo, poi per una ragione o per l’altra non è mai capitato. Magari leggerò direttamente il nuovo romanzo di Coltri, La Corsa Selvatica che mi pare sia uscito da poco.

#194 Comment By Ayame On 11 dicembre 2009 @ 22:46

@Gamberetta: sì, è uscito questo mese per Edizioni XII. Prova anche Archetipi :)

#195 Comment By Uriele On 11 dicembre 2009 @ 23:37

Se avessi letto anche la biografia di Dick non avresti mai detto una cosa del genere.
Dick era molto indulgente con gli aspiranti ed esordienti di science- fiction.
Ci sono molte testimonianze a riguardo.

Quali? Hai mica la biografia di cui parli o le fonti? Di quali autori parli (intendo autori scarsi o bistrattati dalla critica, se Dick avesse detto” Quell’Ellison, è proprio un bravo guaglione, te lo consiglio”, non conterebbe :D)

#196 Comment By Anacarnil On 12 dicembre 2009 @ 00:50

Grazie per la bambolina, “e-doll” è una gustosa porcata :D

Nella mia grande magnanimità, ma soprattutto per l’egoistico interesse a veder recensito qualcosa che non sia la solita zuppa di escrementi, ho scelto “I cacciatori del tempo”. Ma credo che sia più facile che Io vinca il Nobel per l’economia che il suddetto vinca il sondaggio.

Ah, un punto. Tu hai scritto:

>Chiara Strazzulla. Giovanissima, è famosa per scrivere i suoi libri a forza di >starnuti. Questo è il suo secondo romanzo.

Io stavo leggendo: “[...] a forza di starnuti. Questo è il suo secondo raffreddore“.
Giuro che mi sono stupito quando ho visto che avevi semplicemente scritto “romanzo” :D

#197 Comment By Myri On 12 dicembre 2009 @ 01:51

Prova a recensire “L’ultimo Elfo” di Silvana de Mari. E’ un libro per bambini paurosamente adulto, e anche molto sarcastico, direi. Sono stufa di vedere i romanzi italiani bistrattati… secondo me questo risolleverebbe un po’ la media. Pensaci, ti prego! *.*

#198 Comment By Anacarnil On 12 dicembre 2009 @ 02:21

Ho letto la serie di commenti sulle pratiche BSDM (scritto giusto?) e mi chiedo se sia così terribilmente insopportabile per alcuni che qualcuno affermi che gli fanno schifo certe pratiche sessuali. Dobbiamo per forza esser buonisti nell’approvare ogni depravazione, anche la più stramba? Per non sembrare puritani dobbiamo eiaculare cemento mentre pasteggiamo con la diarrea ancora calda del nostro amante neonato, appena sodomizzato con un ombrellone da spiaggia?
Credo che la libertà di espressione e di pensiero non stia semplicemente nel consentire a qualcuno di dire che gli piace una determinata cosa, ma anche nel poter dichiarare che gli fa immensamente schifo, senza timore di sembrare reazionari.

@ lilji. Non è detto che non parlare esplicitamente di coprofagia e pissing si configuri come una censura. Per me è più semplicemente non aver considerato il fatto, per ignoranza o trascuratezza.

#199 Comment By lilyj On 12 dicembre 2009 @ 02:31

@ Anacarnil: il problema non è parlare o non parlare esplicitamente di pissing e coprofilia. Il problema è che -riporto dalla recensione- “a pagina 35 un poliziotto della scientifica dice:
–… e a quanto ne so [gli e-doll] non sudano, sputano, puzzano o roba del genere. Fino a oggi non hanno mai defecato, né urinato. ”
Quindi queste ipertecnologiche bambole per adulti non fanno qualcosa che -per soddisfare TUTTI i desideri più gretti dell’umanità- dovrebbero essere in grado di fare. Date le premesse su cosa È una doll, non mi sembra per niente coerente, ma ipocrita.

#200 Comment By Fabrizio On 12 dicembre 2009 @ 09:46

BDSM!
BonDage+ SadoMaso.

Almeno, se volete criticare, scrivete le sigle giuste…

#201 Comment By Tapiroulant On 12 dicembre 2009 @ 10:21

@lilyj: Propendo anch’io per la tesi di Anacarnil. L’autore non è un puritano o un ipocrita; più probabilmente, e più semplicemente, quelle pratiche non gli sono nemmeno venute in mente. Lo sto assolvendo? No, perché equivale a dire che l’autore affronta un argomento (il sesso nelle sue varianti più perverse) essendo impreparato. La sua concezione del sesso spinto, almeno a quanto mi è dato di capire da questi pochi estratti, è legata più ad elementi psicologici che fisici: il voyeurismo, l’esibizionismo, dominazione e sottomissione come strumento di umiliazione, l’idea generica di poter fare cosacce in privato con una cosa-persona priva di diritti e del riconoscimento di un’individualità privata (le e-dolls). Ma in questo modo accantona completamente tutto un altro universo che è quello che avete evocato voi. E’ una colpa di noncuranza e/o ignoranza; ma non si può dire che l’abbia fatto apposta.

#202 Comment By Angra On 12 dicembre 2009 @ 12:06

BDSM!
BonDage+ SadoMaso.

Almeno, se volete criticare, scrivete le sigle giuste…

Uhm, non ci siamo ancora.

Bondage and Domination, Sado Maso.

#203 Comment By Rotolina On 12 dicembre 2009 @ 13:53

@Tapiroulant:

E’ una colpa di noncuranza e/o ignoranza; ma non si può dire che l’abbia fatto apposta.

Ma questo non rende minore la “colpa”.
Dopotutto è la solita vecchia solfa. Documentarsi prima di scrivere.
Ed effettivamente, perché comprare una costosa bambolotta per farci solo quello che trovi a volte gratis con le persone? C’è gente che si offre volontariamente come schiavo/a.
Anzi, a mio modesto parere, avere uno schaivo “amorfo” come potrebbe essere una e-doll toglie tutto il gusto.
Viceversa, essendo una e-doll una creatura non umana, dovrebbe essere immensamente più logico usarla per pratiche illegali. Vedi mutilazioni, uccisioni, pedofilia… E invece una e-doll morta causa stupore, se ne deduce che nessuno le uccide.

Ricordo un racconto dove una “bambina” che di tale aveva solo l’aspetto, veniva usata in una realtà virtuale per essere letteralmente scannata e devastata. E ne usciva praticamente morta ogni volta, tant’è che non era raro che alcune delle “attrici” morissero realmente.
Ecco, quello era un uso “logico” di una e-doll. Non usarla come bambolina e basta.

Tutto questo parlando per pura ipotesi.

#204 Comment By Tapiroulant On 12 dicembre 2009 @ 14:10

@Rotolina: Avevo già replicato a delle simili osservazioni di Uriele; se ti interessa, era il commento 149. Le mie posizioni rimangono quelle.

Mi chiedevo invece, che racconto è quello che citi? Mi incuriosisce parecchio.

#205 Comment By Uriele On 12 dicembre 2009 @ 14:43

Vedi mutilazioni, uccisioni, pedofilia… E invece una e-doll morta causa stupore, se ne deduce che nessuno le uccide.

L’e-doll costa e tanto… sono oggetti di lusso per ricconi (se no ce ne sarebbero di più in giro). Costa molto di più di una donna reale. Ucciderla non è conveniente, nè intelligente. Puoi però mutilarla (cosa che non puoi fare con una donna vera) o puoi prenderla a forma di bambina vergine da violentare (magari con un imene che si rigenera).

#206 Comment By Dago Red On 12 dicembre 2009 @ 15:06

Tutti abbonati a Famiglia Cristiana qui, eh? XD

#207 Comment By Aigor On 12 dicembre 2009 @ 15:45

Gamberetta hai pensato a Il fuoco della fenice e Magie di Omnia della Corte editore?

#208 Comment By Anacarnil On 12 dicembre 2009 @ 16:43

@Fabrizio.
Io avevo premesso che non ero sicuro della sigla, non essendo un conoscitore. Visto che l’ignoranza su questo argomento non è mia esclusiva, sarà bene che sdottoreggi meno :D

@lilyj
Capisco il tuo punto di vista, ma secondo me non ci sono certezze se si tratti di ignoranza o censura. Concordo con Tapiroulant.
Ah, scusa per aver sbagliato il tuo nick, erano quasi le tre di notte…

#209 Comment By lilyj On 12 dicembre 2009 @ 17:17

^_^ nessun problema per il nick.

#210 Comment By Francesco Terzago On 12 dicembre 2009 @ 18:49

@Vincent

Non lo metto in dubbio ma, se mi permetti, E-Doll è un plagio di concetti, se vuoi sarò più morbido – sono palesi le ‘memorie psicologiche’ di un film e del libro da cui questo film è stato tratto: “ma gli androidi sognano pecore elettriche?”
Ora, devo leggere come omaggio queste analogie?
Originalità, originalità per piacere.

E, sebbene Dick fosse ‘indulgente’ è anche vero che si infastidiva abbastanza quando qualcuno si appropriava dei suoi ‘cavalli di battaglia’,
anche in italiano è disponibile un’intervista in cui ciò può essere verificato: la trovi in quella raccoltina… “Rapporto di minoranza e altri racconti”.
Comunque andare a congetturare su un modo di dire è come volersi mettere a un tavolo per discutere sul sesso degli angeli o su quanti angeli possano stare sulla punta di uno spillo.

Saluti.

#211 Comment By Artemis On 12 dicembre 2009 @ 20:10

Effettivamente non c’è alcuna prova a sostenere la tesi che l’autore ignori le pratiche della coprofilia e del pissing per razzismo o puritanesimo. Del resto se fosse puritano non credo che avrebbe scritto un libro che pretende di trattare anche di BDSM.
Comunque io ho scoperto l’esistenza di queste due perversioni su wikipedia a quindici o sedici anni, non mi ci è voluto molto, basta cercare il portale sesso e le varie perversioni o parafilie. Non dico di leggere per forza De Sade, ma almeno conoscere l’esistenza di certe pratiche sarebbe auspicabile. Bastava semplicemente evitare quella descrizione (“le e-doll non sudano ecc ecc”) che ha rovinosamente tradito l’autore. Non dico descrivere le scene, se si prova disgusto a farlo.
Comunque escludere quelle pratiche è stata proprio un’asinata. Ancora mi chiedo quali siano secondo l’autore le più nascoste perversioni umane, davvero.

#212 Comment By Greta On 12 dicembre 2009 @ 20:51

@Anacarnil: il punto non è che io pretenda che a tutti piacciano quelle pratiche! Scherziamo? Anzi, diciamo pure che a me personalmente danno i brividi quando si spingono troppo in là, il mio è un puro interesse “scientifico”.
E comunque il fatto che non ci abbia nemmeno pensato non è per niente una scusa, per l’autore, per averle trascurate. Almeno non pretendere di parlare di qualcosa che non conosci.
Fa davvero ridere, fa crollare tutto il racconto.

#213 Comment By Uriele On 13 dicembre 2009 @ 02:24

Comunque escludere quelle pratiche è stata proprio un’asinata. Ancora mi chiedo quali siano secondo l’autore le più nascoste perversioni umane, davvero.

Gli snuff, violenze reali su persone non consenzienti che spesso terminano con omicidi e mutilazioni o pestaggi (come in Bad Chili di Lansdale)

#214 Comment By Angra On 13 dicembre 2009 @ 10:40

@Uriele

Puoi però mutilarla (cosa che non puoi fare con una donna vera) o puoi prenderla a forma di bambina vergine da violentare (magari con un imene che si rigenera).

Ora però la morale (e quindi la legge) funziona in modo molto diverso, anche come tendenza. Esistono già produttori di bambole sessuali molto sofisticate (come le RealDoll), ma nessuno si sogna di produrle a forma di bambina o bambino, perché finirebbe crocifisso e la sua azienda rasa al suolo.

La morale tende a colpire non l’atto che causa un danno a una vittima, ma l’intenzione e la fantasia di chi lo commette. Se provi a chiedere in giro, molti ti risponderanno che un film pedopornografico fatto con una tecnica 3D indistinguibile dalla realtà è una cosa orribile quanto lo stesso film girato dal vero, e quasi nessuno prenderà in considerazione un piccolo dettaglio: per girare il film in 3D nessun bambino reale viene abusato.

E nulla importa alla morale (e quindi alla legge) se la bambola gonfiabile a forma di chierichetto potrebbe essere addirittura benefica, permettendo magari al prete pedofilo di sfogarsi su quella lasciando così in pace i ragazzini…

#215 Comment By Supertopogigio On 13 dicembre 2009 @ 11:54

Non so se sono già scaduti i tempi della proposta
Non so se è un editore a pagamento etc.. etc..
Non so se è già stata citata
Non so manco come mi chiamo

Ma ho visto (comunque in una grossa libreria di Milano) anche

Avelion vol 1 – La figlia dell’acqua
Avelion vol 2 – Il figlio del fuoco

Anche se meriterebbero anche I Sigilli vari della Asengard

#216 Comment By Supertopogigio On 13 dicembre 2009 @ 12:37

Corollario a 214

ricordo che nei manga (almeno la Star Comics qualche anno fa fu costretta a metterlo – in tempi recenti non lo so) si deve più o meno affermare che i personaggi rappresentati sono maggiorenni (anche quando è evidente il contrario), onde evitare che un minimo di nudo faccia scattare una denuncia o almeno per pararsi il sedere…
il fatto che siano dei disegni non conta

#217 Comment By Uriele On 13 dicembre 2009 @ 12:38

Ora però la morale (e quindi la legge) funziona in modo molto diverso, anche come tendenza. Esistono già produttori di bambole sessuali molto sofisticate (come le RealDoll), ma nessuno si sogna di produrle a forma di bambina o bambino, perché finirebbe crocifisso e la sua azienda rasa al suolo.

angra angra angra… i giapponesi sono sempre più avanti. ;D
I modelli petit sono a forma di bambine. Anche nei manga hanno esplorato tutte le perversioni possibili, anche due gemelli che si accoppiano nell’utero della madre…
Per quanto riguarda la pedopornografia, visto che ogni volta che arrestano qualcuno trovano tonnellate di materiale pedopornografico nei loro hard disk, comincio a pensare che per la legge sia pedopornografia anche un manga o la foto in costume di Hermione

#218 Comment By Angra On 13 dicembre 2009 @ 13:01

@Uriele:

E’ vero, i giapponesi si regolano in tutt’altro modo, però anche i modelli che hai linkato tu si può benissimo sostenere che hanno 18 anni, tanto il certificato di nascita non c’è ^___^ In altre parole, non dimostrano inoppugnabilmente 4 anni. Comunque, se provi a importare qui una cosa del genere finisci appeso a un lampione. Infatti non c’è la sezione in inglese nel sito, credo che non si sognino nemmeno di venderle in occidente.

#219 Comment By Miroku On 13 dicembre 2009 @ 13:19

Ok ho letto quasi tutto compresi i commenti (che fatica)

Per il sondaggio:
ho notato che mettere “h” e “y” a caso è un ottima tecnica per far uscire nomi dal sapore fantasy (Eldhamyr Mirandor Lalivyhr…funziona!)

Detto questo eviterò i soliti noti. Gamberetta ha già descritto le loro attuali carenze, e se pubblicano a distanza di un anno è difficile abbiano fatto grossi passi avanti. Avrebbe senso ripescarli tra un pò. Perciò prendo in considerazione quelli che potrebbero essere interessanti da leggere.
1) la scacchiera nera (come ha detto qualcuno prima, anche io ho un bel ricordo di Jumanji :) anche se probabilmente la scacchiera non giocherà un grande ruolo.) Mi ha incuriosito la relazione guerra/gioco. Ammesso che la relazione fra i due ci sia.

2) Nephandum: perchè? perché è uno dei pochi di cui ho capito la descrizione.

3) Gli orchi di Kunnat: leggendo quelle poche righe ho settito il battito del cuore, ho sentito la corteccia degli alberi e ho sentito l’odore della cacca di daino. Tanto basta. Il voto lo do a lui.

Volevo fare solo un appunto a Rotolina (se non erro).
Mi pare che tu abbia detto che nessun autore è stato in grado di rispondere educatamente e argomentando (se mi sbaglio correggimi) ma non è vero. L’autore dell’Acchiapparatti ha risposto in modo molto maturo e piacevole , ha ingoiato la recensione (tra l’altro tendenzialmente positiva) e ha corretto certe cose. Gia la recensione del libro mi aveva fatto venire voglia di leggerlo; il modo in cui si è posto l’autore (mi sfugge il nome) è stata una conferma.

Detto questo -e ho finito- io capisco che un autore che finisca sul blog cercando recensioni del suo libro, leggendo Gamberetta (ignaro del suo stile) possa reagire in modo aggressivo. E’ comprensibile (forse non giustificabile ma comprensibile). Però sarebbe lodevole dopo il primo momento di incazzatura, prendere fiato e discutere (non parlo nello specifico di Verso, che mi pare poi abbia abbassato i toni).

Saluti.

#220 Comment By Artemis On 13 dicembre 2009 @ 13:44

Sono d’accordo con Angra. Anzi, a mio parere l’utilizzo di bambole antropomorfe molto simili all’originale sarebbe una cosa moralmente meno perseguibile della pedopornografia (anche di quella senza l’utilizzo di bambini veri).
Perché secondo molti pareri, quando uno vede un film (che sia pornografico o meno) o un anime in cui fanno certe cose, subito corre ad imitare. “Non guardare Hokuto no Ken che sennò diventi violento!”. In genere queste cose valgono soltanto per i bambini (dai 0 ai 18 anni°°), che sono considerati incapaci di intendere e di volere. Però questa teoria spesso viene rigirata anche agli adulti: “no ai PACS che se uno vede le coppie di fatto subito va ad annullare il matrimonio”, “no ai matrimoni ghei che se uno vede un ghei (scritto così apposta) poi corre a fare il ghei”, “no ai musulmani che se uno vede un musulmano subito corre a sposarsi con mille donne” eccetera. Quindi “no al materiale pedopornografico, anche se fintissimo (come i manga/anime shotacon), che se uno li vede corre a violentare i bambini”. In questo caso si potrebbe supplire con queste bambole antropomorfe, immagino, perché il soggetto non assiste solo alla scena ma ne è artefice e dunque per i soggetti meno deprecabili sarebbe una valvola di sfogo mica male.
Anche perché ci sono molti pedofili che sanno di essere tali e appunto per questo si reprimono e non hanno mai fatto niente ai bambini. Si sottopongono a cure psicologiche, ma non so quanto funzionino…

#221 Comment By Gamberetta On 13 dicembre 2009 @ 15:07

Sulla morale: diffido di qualunque tipo di morale che si basa su concetti astratti di “giusto” o “sbagliato”, senza tenere conte delle esigenze e dei desideri delle persone, come individui e come società. Se poi la “morale” è ispirata da entità sovrannaturali di dubbia esistenza, per me vale meno che niente.
“L’umanità sarà libera quando l’ultimo Re sarà impiccato con le budella dell’ultimo prete”. Parole sante.

@Aigor.

Gamberetta hai pensato a Il fuoco della fenice e Magie di Omnia della Corte editore?

Ho litigato con entrambi gli autori. Non ho voglia di ricominciare.

@Supertopogigio. Avelion è autoprodotto ma non è disponibile gratuitamente, dunque niente. Per i romanzi di Asengard: l’anno scorso nella settimana di Natale avevano tempi di spedizione biblici, perciò non li ho messi in lista. Comunque se usciranno opere potenzialmente interessanti (tipo l’antologia Sanctuary) le recensirò indipendentemente dal sondaggio.

@Miroku.

Gia la recensione del libro mi aveva fatto venire voglia di leggerlo; il modo in cui si è posto l’autore (mi sfugge il nome) è stata una conferma.

Se per caso non hai ancora letto L’Acchiapparatti, aspetta ancora un po’: fra non molto uscirà una seconda edizione per Baldini Castoldi Dalai migliorata rispetto alla prima. Vale la pena.

#222 Comment By Angra On 13 dicembre 2009 @ 16:25

@Gamberetta: la morale di quel tipo tiene conto dei bisogni delle persone e della società in negativo. Il potere sulle coscienze si ottiene passando per i divieti, e più sono immotivati e meglio funzionano allo scopo. E funziona, perché c’è una bella fetta di umanità a cui subire divieti assurdi piace un sacco.

#223 Comment By Tapiroulant On 13 dicembre 2009 @ 16:41

@Gamberetta: Qui però non si sta discutendo di quale sia la morale migliore, ma di come la morale ‘ufficiale’ agisca oggettivamente sulla società. Ogni società porta sempre avanti una propria morale ufficiale, che è quella sancita dalla legge e urlata dalle persone conformiste (in realtà il discorso sarebbe più complicato: direi che una società è fatta da tanti ‘insiemi’ di morali che si intersecano in vario modo. Ma ora semplifico per comodità). Quindi la domanda che ci si pone è: in una società che si presume simile alla nostra, come quella di E-Doll, fino a che punto possiamo immaginare che possa spingersi un’azienda produttrice di E-doll prima di infrangere la legge o di incontrare una tale riprovazione morale generale da rischiare il fallimento?
Comunque, mi pareva che una volta avessi detto che la filosofia ti interessa. Posso consigliarti un saggio che trovo davvero geniale, che mescolando filosofia e studi storici mette a nudo i meccanismi di controllo e disciplinamento del corpo all’interno della nostra società: Nascita delle prigioni, di Michel Foucault. Se l’argomento ti interessa, posso darti altre informazioni.

#224 Comment By Tapiroulant On 13 dicembre 2009 @ 16:42

Rettifico: il titolo completo è Sorvegliare e punire. Nascita della prigione.

#225 Comment By Alarion On 13 dicembre 2009 @ 16:53

Intanto ringrazio Gamberetta per le smodate risate natalizie dovute ai nuovi capolavori del fantasy italiano.

Per rispondere ai dubbi…
Nella cute esistono due tipi di melanina, la feomelanina e l’eumelanina, la prima assorbendo la luce solare da origine ad un pigmento rosso che poi ci appare di colore rosato, mentre l’eumelanina è un pigmento di colore marrone-nero.
Chiunque le possiede entrambe, ma i caucasici come noi producono molta più feomelanina e di conseguenza hanno la pelle chiara, i negroidi invece producono più eumelanina ed hanno la pelle scura. Il numero di melanociti (che essi producano feomelanina o eumelanina) è comunque simile in tutte le razze e non determina la colorazione cutanea.
L’abbronzatura, la quale rappresenta una questione differente, è dovuta invece sia alla maggiore produzione di melanina (e sua rivelazione tramite assorbimento della luce solare) che alla sua velocità di trasferimento dai melanociti ai cheratinociti, cioè le cellule dell’epidermide. Le persone di pelle molto chiara, come i nordici, non è vero che non si abbronzino, semplicemente trasferiscono feomelanina nei cheratinociti e ben poca eumelanina, di conseguenza appaiono rossi come gamberi. Questo non significa che si siano scottati (anche se sono più soggetti alle scottature). Le persone che si abbronzano facilmente e assumono colorito bronzeo invece trasferiscono molta eumelanina diventando simili a persone di razza negroide.

La melatonina è secreta dall’epifisi, dalla retina e in tracce dal sistema gastrointestinale, nei vertebrati inferiori funziona da organo fotorecettore, mentre nell’uomo la sua fisiologia e funzione è alquanto controversa.
Svolge sicuramente un ruolo di contrasto dei radicali liberi, reagendo con essi irreversibilmente così da eliminare la loro reattività.
Si pensa che coadiuvi il sistema nervoso centrale nella regolazione del ritmo sonno-veglia, ma questo è basato più che altro sul fatto che sembra particolarmente attiva dalle 23 alle 8 di mattina, il che corrisponde all’incirca all’ora in cui si passa dalla veglia al sonno e dal sonno alla veglia.
Raggiunge il suo picco a notte fonda, in particolare durante la fase REM del sonno, sembra quindi correlata con l’attività onirica.
Poi possiede presumibilmente altre funzioni, ma è meglio non discuterne troppo visto che fa fin troppe cose e per nessuna di queste è ben noto il funzionamento.

#226 Comment By Roland On 13 dicembre 2009 @ 18:44

E’ la prima volta che scrivo qui, e vorrei approfittarne per ringraziare Gamberetta per le sue ottime recensioni. Per quanto riguarda la Recensione Natalizia, sono stato combattuto tra il mio quasi conterraneo Ghirardi e la Struzzalla, optando infine per la seconda (tutto sommato non può che migliorare, mentre ho il sentore che nella sua seconda opera Ghirardi possa aver diminuito le perle trash gratuite che rendevano, a suo modo, esilarante il primo volume).
Per quanto riguarda il premio Urania E-Doll di Francesco Verso, lungi dall’essere un capolavoro, personalmente l’ho trovato un miglioramento rispetto a quello dello scorso anno (“Il dono di Svet” di Donato Altamare) che ho trovato piuttosto disonesto intellettualmente (Della serie: ho cinque racconti che non c’entrano un caxxo l’uno con l’altro e appartengono a generi differenti, diamoli una specie di filo conduttore che li tenga assieme e spediamo il tutto a quei polli di Urania). Resta il mistero di perchè debbano ostinarsi a pubblicare queste porcherie, tenendo conto del fatto che quest’anno Urania ha pubblicato diversi romanzi piuttosto buoni (su tutti “Revelation Space”).

#227 Comment By Gamberetta On 13 dicembre 2009 @ 19:53

@Tapiroulant. Grazie per la segnalazione del libro, cercherò di procurarmelo. La mia era un’osservazione generale sulla “moralità”; per quanto riguarda la moralità in E-Doll non dico niente, avendo appunto letto solo poche pagine.

#228 Comment By Vincent On 13 dicembre 2009 @ 20:35

Per Terzago: Originalità? Convinto che ancora oggi si possa scrivere qualcosa di ASSOLUTAMENTE originale???? MAHHHH!
Cmq non è perché Dick ha parlato di certi argomenti non ne può parlare più nessuno. Sai, certe idee di Dick sono di Platone. Dick le ha riscritte in maniera originale, ma non si è inventato nulla. Ha trasferito argomenti filosofici circa l’esistenza dell’uomo dall’essere umano all’androide.
Come dicono i Wu Ming: c’era un uomo che non diceva alla sua innamorata Ti Amo disperatamente perché lo aveva già detto Liola. Poi si decise e disse: nonostante Liola, ti amo disperatamente.
Per Uriele: basta leggere la breve raccolta della Feltrinelli, VITA BREVE E FELICE DI UNO SCRITTORE DI FANTASCIENZA. (Non è una biografia, ma raccoglie saggi e pensieri di Dick).
Scusa mi fai un esempio di cosa già esisteva e gli americani hanno solo formalizzato?
Diciamo che la maggior parte degli americani è sempre convinta di dover insegnare agli altri qualsiasi cosa. Loro non hanno una tradizione letterale, non hanno nulla che possa avvicinarsi alla tradizione orientale ed europea. Che si inventano? Noi c’è l’abbiamo più grosso e vi diciamo noi come si fa a scrivere.
Mangiamo americano, guardiamo i film americani, pensiamo americano.
Basterebbe citare come esempio della storia dell’evoluzione cinematografica, studiare tutti i risvolti economici e sociali. La creazione delle conglomerate, delle multinazionali, della loro intenzione del dominio culturale del mondo. Il sistema paramafioso che hanno costruito attorno ai meccanismi di distribuzione filmica.
È sciocco non accorgersi di questa fissa del dominio e della visione giusta del mondo.
Un fatto è dire sarebbe meglio scrivere in un certo modo, un fatto è dare dell’incompetente a qualcuno che non scrive in un certo modo.
E siccome questo non è il mio sito, mi fermo qui.
Nonostante tutto ringrazio G. per la libertà concessami nell’esprimere il mio pensiero.

Per Giovanni,
Sei nel posto sbagliato. Qui la maggior parte scarica i libri senza nemmeno pagare l’autore, sia esso una merda o un bravo ‘quaglione. Eccetto Uriele ?

#229 Comment By Vincent Law On 13 dicembre 2009 @ 22:17

Originalità? Convinto che ancora oggi si possa scrivere qualcosa di ASSOLUTAMENTE originale????

certe idee di Dick sono di Platone. Dick le ha riscritte in maniera originale

Non ho capito se per te oggi si può scrivere qualcosa di originale oppure no, queste due frasi che hai scritto mi sembrano in contraddizione, ma forse ho frainteso.

#230 Comment By Lupo On 13 dicembre 2009 @ 22:17

Personalmente trovo molto interessante che la maggior parte dei commenti riguardanti questo articolo vertevano su questa domanda di Gamberetta:

..Delusione! Perciò questi e-doll, pronti a esaudire ogni fantasia, non possono far niente per gli amanti della coprofilia o dell’urofilia? Che è, razzismo? ..

Chiaramente era una domanda retorica, volta solo ad evidenziare i vari errori commessi dall’ autore (mancanza di documentazione, di logica e poca considerazione per i lettori).
Invece si è scatenata un’accesa discussione sulle varie pratiche (devianze) sessuali. L’enfasi profusa in alcuni commenti, anche di alcuni “frequentatori abituali” di questo blog, mi hanno veramente stupito. In negativo.
Ribadisco: molti hanno fatto delle esternazioni molto interessanti (da un punto di vista clinico).

Anche questa affermazione di Gamberetta mi ha colpito:

… un’altra bambina che avrà la vita rovinata per colpa di una madre mentecatta.
Signori genitori, non fatevi ingannare dalla retorica imbecille del “se legge è sempre meglio!!!”. Una bambina che legge le cretinate della Troisi o della Meyer si rovina il cervello…

A questo punto la domanda sorge spontanea: cosa hanno fatto leggere a Baby-Gamberetta quando era piccola? quali sono state le sue prime letture, quelle che l’hanno formata, che l’hanno resa la persona che tutti conosciamo? Che l’hanno spinta a scrivere quello che leggiamo? (intendo i primi romanzi, come ad esempio quelli che vengono regalati da un genitore od un fratello ad una figlia/sorellina più piccola, non i libri che un adolescente acquista di propria iniziativa).
Chissà, questa domanda potrebbe essere usata come spunto per un nuovo articolo -Prime Letture-
Io intanto propongo delle ipotesi: i fiori del Male? Damien? Il Maestro e Margherita? ;-)

P.s: ho espresso il mio voto per il sondaggio “Vittima natalizia”.

#231 Comment By Gamberetta On 13 dicembre 2009 @ 23:04

@Lupo.

A questo punto la domanda sorge spontanea: cosa hanno fatto leggere a Baby-Gamberetta quando era piccola?

Mamma mi leggeva a puntate i romanzi di John Campbell Jr. come favole della buona notte, perché le fiabe tradizionali mi spaventavano a morte! ^_^

quali sono state le sue prime letture, quelle che l’hanno formata, che l’hanno resa la persona che tutti conosciamo?

I primissimi romanzi che ho letto da sola solo stati: 20.000 leghe sotto i mari di Verne, Un Americano del Connecticut alla Corte di Re Artù di Mark Twain, Killdozer di Theodore Sturgeon, Assurdo Universo di Frederic Brown e La Maschera di Innsmouth di H. P. Lovecraft.

Io intanto propongo delle ipotesi: i fiori del Male? Damien? Il Maestro e Margherita? ;-)

Il Maestro e Margherita è divertentissimo!

#232 Comment By Uriele On 14 dicembre 2009 @ 05:45

1) Io i libri che scarico di solito non li compro neppure se belli. Devo essere proprio in buona e con tanta voglia di buttare soldi (sono anche uno di quei bastardi che si incula i libri “liberati” se non sono troppo lontano e il titolo mi interessa). E’ per questo che non condivido l’idea poetica del lettore buono che concede al buon autore il dovuto se lo merita. Uso il mio metro
2) Grazie per il libro vedrò di procurarmelo dopo le feste (c’è mica la traduzione di “How to Build a Universe That Doesn’t Fall Apart Two Days Later “?)

#233 Comment By Ste On 14 dicembre 2009 @ 11:00

@ Vincent
La mia è solo un’opinione personale.
Sono convinto che si possa ancora scrivere parecchie opere originali, il limite è nella pigrizia di chi scrive.
Perchè nel fantasy si trovano spesso: elfi, draghi e orchi? Per il semplice motivo che tutti li conoscono già e l’autore non deve faticare a pensare coem creare e rendere coerente un qualcosa di nuovo (ed inserirlo in quello che scrive evitando di redarre una sorta di enciclopedia)
lo stesso nella fantascienza. Guarda solamente (usando google immagini ad esempio) le forme delel astronavi: o assomigliano alle navi di star trek o sembrano le navi che solcano i nostri mari.
Ho l’impressione che il 99,8% degli autori non voglia sforzarsi ad immaginare qualcosa di nuovo e diverso, e probabilmente anche perchè pensano “gli elfi funzionano da 100 anni, perchè cambiare?”
Anche Gamberetta (che dà gamberi amrci se ci sono elfi) li ha inseriti ne “le avventure della giovane Laura”; cito: “Sollevò la faccia dalla cena: un elfo era in piedi accanto al tavolo”
Le note musicali sono 7 ma le musiche esistenti sono innumerevoli, il DNA si basa sulla combinaziione di 4 basi e le forme di vita esistenti sono innumerevoli.
Il solo limite degli autori è la loro pigrizia.

#234 Comment By Clio On 14 dicembre 2009 @ 12:59

Non posso che quotare Ste.
Inoltre si possono anche riprendere personaggi già esistenti per creare storie completamente nuove (Pratchett docet). Un elfo non un male in quanto elfo, è un male perché sai già cosa farà, dirà, penserà. Appena entra in scena so già che è Buono, che ama la natura, che è agile e delicato, che ha 2000 anni ma ragiona come un quattordicenne, che è il primo della classe. Leggere libri del genere è come pagare un biglietto per un film che hai già visto.
Infine, l’opinione espressa da Vincent sugli americani mi sembra molto riduttiva. L’America ha prodotto eccellenti artisti (Mark Twain è il primo che mi viene in mente), e ora come ora l’italiano medio non ha nulla da invdiare all’americano (vedere i provini del GF trasmessi da Mai Dire Martedì per crederci).

#235 Comment By zeros On 14 dicembre 2009 @ 14:23

Ho votato Il silenzio di Lenth (se il pc a criceti alla fine ha collaborato, maledetti lui e la connessione lenta come la morte per fame!) perché ne ho letto commenti discreti, e soprattutto perché il resto era da deprimente in giù. O_o
Costringere Gamberetta a un nuovo viaggio negli orrori del Ghirardi o della Strazzulla mi sembrava un po’ troppo cattivo anche per me, poi Babbo Natale mi cazziava e niente regali di natale! T.T

#236 Comment By Aigor On 14 dicembre 2009 @ 15:35

Cit: Gamberetta
@Aigor.
Gamberetta hai pensato a Il fuoco della fenice e Magie di Omnia della Corte
editore?

Ho litigato con entrambi gli autori. Non ho voglia di ricominciare.

—-
Magari è proprio quello che volevano.

#237 Comment By Myri On 14 dicembre 2009 @ 16:40

Quotato da Gamby:

“L’umanità sarà libera quando l’ultimo Re sarà impiccato con le budella dell’ultimo prete”. Parole sante.

Questa frase contiene da sola offese sia al credo religioso che all’orientamento politico. Anch’io odio la censura, ma considerando che si tratta di una cattiveria veramente gratuita e peraltro non pertinente all’argomento trattato, direi di trovargli un’altra sistemazione più consona (tipo fogna, ma puoi scegliere anche il tuo comodino, per me è uguale). Giusto per non urtare senza motivo le credenze altrui (tipo della sottoscritta, monarchica convinta ;P).

#238 Comment By Myri On 14 dicembre 2009 @ 16:43

Scusate, per un banale errore ho messo che è stato tutto quotato, e invece solo la prima frase lo era! Che sbadata! ^///^

#239 Comment By Rotolina On 14 dicembre 2009 @ 17:21

@Tapiroulant:

Mi chiedevo invece, che racconto è quello che citi? Mi incuriosisce parecchio.

Eh… Memoria un po’ così, mi sto scervellando ma proprio mi manca.
Son quasi certa fosse in un Urania, ma dirti quale mi è proprio impossibile, e son andata a scartabellarne un po’ nlla libreria, ma proprio mi sfugge.
Se mi viene in mente, lo scrivo qua volentieri.

#240 Comment By igorilla On 15 dicembre 2009 @ 12:35

io invece volevo proporre una cosa diversa per la recensione di gamberetta

una serie animata flash

TALES OF BRACHENWOOD

è una serie fantasy un pò atipica e molto ironica, io la adoro

qui si possono visionare i flash
http://www.newgrounds.com/collection/brackenwood.html

mentre questi sono i corrispondenti su youtube (nella giusta sequenza)

http://www.youtube.com/watch?v=cEvpdHtUQPw

http://www.youtube.com/watch?v=QibePnr3YMA

http://www.youtube.com/watch?v=56rme4hufto&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=WPq_C6Z6MHA&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=n9QHEbU0cWY&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=pCxPEB-uu20&feature=fvw

e infine l’autore svacca tutto con questo ultimo in cui rivela le origini di bitety (assolutamente gratuito)
http://www.youtube.com/watch?v=0dCegsjzH44

#241 Comment By Massimo Bianchini On 15 dicembre 2009 @ 13:32

Salve, sono Massimo Bianchini, autore del romanzo di Nephandum (“La Profezia Oscura”). Ho votato il mio romanzo un po’ perché sono sadomasochista, un po’ per sapere cosa ne pensa Gamberetta, un po’ perché sono un suo fan (alcune recensioni mi hanno fatto piangere dalle risate) e un po’ per vedere dove potenzialmente ho toppato. Anche perché leggere che “fa discretamente pena” (cit. Adriano) sulla base di queste osservazioni mi sembra un tantino ingeneroso.

Comunque devo ammettere che come romanzo fa discretamente pena: ci sono ferite lievi che dopo due paragrafi diventano gravi (ma un editor che rilegge?), ponti per i quali il testo specifica che collegano due rive del fiume (ma va?), scheletri animati di scorpioni (qualcuno che abbia almeno le basi della biologia esiste in quella casa editrice?). Tieni conto che non ho la tua esperienza e lo ho letto solo una volta…

Sì, decisamente Gamberetta ha un altro stile. Insomma, sono consapevole di non avere scritto Il Signore degli Anelli: credo di avere scritto un romanzo “onesto”, che strizza l’occhiolino ai giocatori di Dungeons & Dragons ma senza che la cosa disturbi chi non ha mai preso in mano un dado a 20 facce. Soprattutto, vuole raccontare una storia, senza l’obiettivo più o meno recondito di trasmettere messaggi moraleggianti (il bene/il male o simili…) o altre motivazioni che spesso esulano dalla letteratura di genere fantasy. Che poi non sia un capolavoro sono il primo a dirlo.
Per questo spero di finire prima o poi sulla graticola. ;)

(Il fiume viene menzionato perché scorre in mezzo a una città e viene nominato solo due pagine prima; un ponte, per quanto strano, potrebbe passare anche sopra ad altro. Gli scorpioni non hanno evidentemente uno scheletro, ma non sono nemmeno lunghi due metri. Non voglio difendermi con il solito “tanto è fantasy!”, ma insomma immaginare uno scorpione gigante composto di ossa credo che possa ricadere sotto la definizione di “licenza”. Non ho trovato il punto in cui le ferite lievi diventano gravi.)

Un saluto,

Massimo Bianchini

#242 Comment By Gamberetta On 15 dicembre 2009 @ 14:55

@Massimo Bianchini. Sono un po’ in imbarazzo. Più fan ho, più mi fa piacere, ma un mio fan dovrebbe scrivere un minimo meglio. Ho letto le prime pagine di Nephandum su FantasyMagazine (mi pare) e il livello oscilla tra “mi cavo gli occhi per la disperazione” e “draghetta94 posta il suo primo raccontino su un forum”. Con l’aggravante che tu stesso ammetti che il romanzo esplora territori già noti, dunque è difficile che l’originalità delle idee possa compensare lo stile. Poi, avendo letto appunto solo poche pagine, non posso dir niente sulle ferite, i ponti o gli scorpioni, o anche sul libro nel suo complesso, però, insomma… sigh.

#243 Comment By Massimo Bianchini On 15 dicembre 2009 @ 16:06

@ Gamberetta: non so perché, ma temevo peggio, anche se è difficile pensare di aver scritto a livello di una minorenne, ma insomma… diciamo che hai usato metafore ben più pesanti in altri casi, e sono quasi contento. ;)

Saluti,

Massimo Bianchini

#244 Comment By aealith On 15 dicembre 2009 @ 17:57

Una lista meravigliosa: dubito che più di un paio siano decenti(ok sono stato generoso).
Fra tutti quello che invoglia di più è il nuovo parto della Strazzu ma non ho avuto il cuore di votarlo: non ho il coraggio di infierire su qualcuno che si è letto tutto Wunderkind.
Ho votato “La scacchiera nera” che sembra avere qualche possibilità di decenza, o almeno in quarta non ha una raccolta di tutti i cliché del (pessimo)fantasy.
Elisa Rosso credo sia inutile recensirla. Probabilmente sarà come il precedente: ficcyna fantasy da livello molto basso su EFP, mary sue con la compagnia di cliché nella terra HappyMedievaleggiante #543
Ed elfi.
Per gli altri probabilmente si potranno ripetere i soliti commenti. Boscoquieto II avrà parecchie cose da segnalare ma credo che bastino le informazioni sul primo volume del capolavoro.

#245 Comment By Tj On 15 dicembre 2009 @ 19:42

Ok mi diverto un po’ XD

1 – Brian di Boscoquieto: non ti è bastato il primo? :/
2 – Buio: 17 anni, bellissima. *rimette a posto il libro*
3 – Lothar-qualcosa: non ho capito una parola di quello che c’è scritto alla voce “trama”
4 – Gli orchi di qualcosaltro: la mente offuscata dalle feci di un daino? WTF? °___°”
5 – Il figlio della fata e dell’uomo misterioso di cui dobbiamo sapere l’identità… wow! ma anche no :/
6 – Il silenzio di Lenth: vi prego risparmiatemi dall’ennesimo neonato abbandonato dal grande e oscuro potere magico… ma se sono così magici e fantastigliosi perchè li abbandonano tutti? Aprire un circo no? :/
7 – La Rosso: Mary Sue alla riscossa… salvateci °AA°
8 – gli Eldowin: odio gli elfi :/ (tutti tranne Legolas *ç*)
9 – La scacchiera nera: sebbene ricordi una partita di Jumanji la trama sembra quasi interessante…
10 – La strazzulla: dalla trama non si capisce una ceppa, ma non vorrei che con i suoi starnuti ti attaccasse il raffreddore ò.ò
11 – Nephandum: se è ispirato a un GDR spero che non sia scritto come un GDR
12 – Non sono ancora pronta per affrontare una recensione di Gamberetta ma appena scrivo un libro decente te lo faccio sapere X°D

In conclusione, scelgo La Scacchiera Nera (anceh se già ne ho sentito parlare male XD ma mi sembra uno di quelli che fanno meno schifo ò.ò)

Ossequi a tutti

#246 Comment By Adriano On 16 dicembre 2009 @ 08:22

Il fiume viene menzionato perché scorre in mezzo a una città e viene nominato solo due pagine prima; un ponte, per quanto strano, potrebbe passare anche sopra ad altro.

La frase che mi ha fatto (sor)ridere è a pag. 226.

Infine giunsero nei pressi del ponte principale, un’imponente struttura arcuata, con ampie rampe inclinate che congiungeva le due sponde del fiume.

A parte il fatto che dopo “inclinate” ci starebbe bene una virgola (altrimenti il “che” sembra riferito a “rampe” e non si capisce perché il verbo sia al singolare), la frase che ho messo in corsivo mi pare ridondante. Avresti dovuto specificare qualcosa nel caso il ponte non avesse congiunto le due rive. Tra l’altro, ora come ora, non mi vengono in mente esempi reali di ponti messi sopra qualcosa che non sia un fiume (anche se asciutto). Fammi un esempio, che magari mi sbaglio io.

Gli scorpioni non hanno evidentemente uno scheletro, ma non sono nemmeno lunghi due metri. Non voglio difendermi con il solito “tanto è fantasy!”, ma insomma immaginare uno scorpione gigante composto di ossa credo che possa ricadere sotto la definizione di “licenza”.

Uno scorpione è un animale con una certa anatomia e la descrizione dello Scorpione Gigante nel mio manuale di D&D (Expert Set) non accenna allo scheletro. Presumo perciò che sia identico a un comune scorpione, pur essendo dieci o quindici volte più grosso. L’idea di una serie di ossa che si riuniscono a mo’ di Meccano per formare la sagoma di uno scorpione mi fa sorridere nuovamente.

Non ho trovato il punto in cui le ferite lievi diventano gravi.

Si trova alle pagg. 75 e 76, quando Palanir attacca Gunthenor.

Lord Gunthenor cercò di schivare il colpo inaspettato, ma fu colpito di striscio, rimediando un taglio superficiale al fianco destro.

Subito dopo Palanir uccide Gregard e la palude si anima. Reynard allora interviene per difendere Gunthenor e lo aiuta a rialzarsi.

“Non possiamo lasciarli così!” urlò Lord Gunthenor, ansimante per la profonda ferita sul fianco.

Hai visto? Il “taglio superficiale” diventa una “profonda ferita”, senza apparente ragione.

Poi ci sono qua e là alcune scelte lessicali non felicissime.

“Meraviglioso, non vedo l’ora di fare la conoscenza di un conglomerato di vermi” ribatté Berond continuando ad agitare la torcia verso l’alto.

Qui sta parlando un vecchio Ranger, nel pieno dell’azione, mentre subisce un attacco inaspettato: a me pare che si esprima come un professore di Biologia intento ad armeggiare con un microscopio.

Ma qui mi fermo, perché la recensione la deve scrivere Gamberetta.

Non ti voglio offendere, ma penso che tu abbia ancora un bel po’ di strada davanti.
Senza rancore,
Adriano

#247 Comment By Massimo Bianchini On 16 dicembre 2009 @ 08:55

@ Adriano

Qui c’è una città fantasy con dei ponti che non passano sopra fiumi: http://brennor.dyndns.org/~steve/Eberron/Sharn6.jpg
(Sulla virgola sono d’accordo.)

Qui invece c’è un mostro di D&D fatto d’ossa, sebbene abbia la forma di serpente (invertebrato come uno scorpione).
http://www.snotling.org/modules/MiniTracker/images/unhallowed/34.jpg

Quella non è l’unica battuta di Berond in situazioni critiche (oltre al “conglomerato di vermi” in precedenza menziona anche un “ricettacolo di parassiti”). Insomma, quello era il taglio dato al personaggio, vagamente assimilabile a Kit Carson.

Nulla da dire sulla ferita: quella è una svista bella e buona.

Non ti voglio offendere, ma penso che tu abbia ancora un bel po’ di strada davanti.

Per carità, sono il primo a dirlo.

Massimo Bianchini

#248 Comment By Uljanka On 16 dicembre 2009 @ 09:25

Bianchini dixit

Qui c’è una città fantasy con dei ponti che non passano sopra fiumi: http://brennor.dyndns.org/~steve/Eberron/Sharn6.jpg

Beh, allora, senza cercare immagini dei Forgotten Realms, neppure i cavalcavia autostradali passano sopra fiumi…

Qui invece c’è un mostro di D&D fatto d’ossa, sebbene abbia la forma di serpente (invertebrato come uno scorpione).
http://www.snotling.org/modules/MiniTracker/images/unhallowed/34.jpg

I rettili (tra cui i serpenti) sono vertebrati. Casomai sono i Vermi a essere invertebrati.

#249 Comment By Uljanka On 16 dicembre 2009 @ 09:40

Mi cospargo il capo di cenere. E’ un ambientazione Eberron, non Forgotten Realms.
Concediamo all’autore che una descrizione simile, che contiene la precisazione di come un ponte congiunga due rive, sebbene ridondante, è quasi accettabile.

E’ sugli scorpioni vertebrati (corrispondenti ai serpenti invertebrati) che si deve stendere un velo pietoso… ma sicuramente il romanzo di questo ragazzo avrà altri pregi.

#250 Comment By Massimo Bianchini On 16 dicembre 2009 @ 10:08

Bene, ho scampato (col beneficio del dubbio) la critica sul ponte.

Cerco ora di sollevare veli (pietosi) sulla scena dello scorpione. Si svolge all’interno della “Landa delle Ossa” (nome banale, ma qualche significato l’avrà). Recita così:

“Di lì a poco le ossa sul terreno intorno a loro si animarono, andando a ricomporre sagome di creature deformi. Scheletri di bipedi e animali mostruosi si sollevarono da terra. Arthian si ritrovò a pochi passi da una bestia che somigliava a uno scorpione gigante; alle sue spalle Shalith vide un serpente formato da scaglie ossee che strisciava verso di lui con uno stridio raccapricciante. Poco lontano, due teschi dotati di zanne sporgenti si sollevarono in volo lanciandosi contro Leoril.”

Chiaramente, se vogliamo aggrapparci al fatto che una creatura che SEMBRA uno scorpione fatto d’ossa (all’interno della Landa delle Ossa) costituisca un errore gravissimo in un romanzo fantasy allora non c’è molto di cui discutere.
Credo.

Massimo Bianchini

#251 Comment By Tapiroulant On 16 dicembre 2009 @ 10:20

Onestamente, mi sembra che i difetti rilevati finora nel romanzo di Bianchini (quando si tratta di difetti effettivi) siano ben poca cosa… Dire con arroganza che l’autore ha ancora molta strada da fare sulla base di questi soli elementi, mi fa inarcare più di un sopracciglio.
Piuttosto, a chi il romanzo l’ha letto, mi piacerebbe sapere cosa pensa della trama, della coerenza interna (sviste a parte come quella della ferita lieve), della gestione dei personaggi e della loro psicologia, dello stile in generale… queste cose qui. Non è certo il ponte che collega due rive di un fiume a rovinare una storia.

#252 Comment By Uljanka On 16 dicembre 2009 @ 10:38

Se per è per quello non la rovinano neppure i pornorobot che non fan pipì e gli elfi che hanno ancora i denti a millemila anni… non sono i particolari balordi a rovinare una storia… a meno che non siano una vera Wunderkammer di mostruosità.

#253 Comment By Tapiroulant On 16 dicembre 2009 @ 10:51

@Uljanka: C’è già una differenza. I pornorobot sono il fulcro del romanzo, sono ciò che presta il titolo all’opera e uno compra il libro perché è interessato a loro, e a ciò che su di loro dirà l’autore. Quindi i pornorobot devono essere fatti bene.
Ma Nephandum uno non lo compra “perché c’è lo scorpione di ossa”…

#254 Comment By Gamberetta On 16 dicembre 2009 @ 11:11

@Adriano. /@Massimo Bianchini. Non intendo recensire Nephandum, a meno che non vinca il sondaggio – il che però mi pare improbabile. E comunque, anche se mi venisse voglia di recensirlo per qualche ragione che ora mi sfugge, dovrei averlo piratato, non ci spendo soldi.

La frase del fiume:

Infine giunsero nei pressi del ponte principale, un’imponente struttura arcuata, con ampie rampe inclinate che congiungeva le due sponde del fiume.

È scritta con lo stesso stile delle prime pagine che ho letto, ed è lo stile appunto di Draghetta94 – intesa non come minorenne, ma intesa come persona che ha scarsa esperienza con la narrativa, nel suo caso per colpa della giovane età.
Potrebbe essere o no pleonastico specificare che c’è un fiume sotto al ponte, dipende dal contesto, ma non è quello il problema. Il problema è la descrizione statica e generica, dove gli aggettivi fanno la parte del leone. È la tipica descrizione di chi non ha l’abitudine a scrivere narrativa.

È tutto fiacco, i sensi del lettore non sono stimolati.
Partiamo dagli aggettivi:
“principale” => posso vedere, sentire, odorare, toccare la “principalità”? No. Dunque è inchiostro sprecato.
“imponente” => un po’ meglio perché stimola la vista, ma rimane molto generico. “Imponente” può essere il Golden Gate, “imponente” può essere il ponte sullo stretto di Messina, “imponente” è il ponte che congiunge due pianeti in un romanzo di Charles Sheffield. Se dici “imponente” in un fantasy non dici molto.
“arcuata” => ok, sappiamo che il ponte non è piatto. Meglio che niente, ma non certo la specificazione più interessante.
“ampie” => generico e pleonastico (se il ponte è “imponente” è ovvio che le rampe siano “ampie”).
“inclinate” => pleonastico dato che il ponte è “arcuato”.
“due” => pleonastico. Le sponde di un fiume è difficile che non siano due.

C’è pochissima carne per il lettore. Poco per far lavorare l’immaginazione. Qui hai scritto, parafrasando, che “c’era un grosso ponte sopra a un fiume.” È un po’ poco per chiedere soldi in cambio.
Non aiutano altri dettagli: “giunsero” è funzionale, ma anche qui generico. Non evoca passi di corsa o al contrario una persona che si avvicina con cautela. Andrebbe bene accoppiato a una vivida descrizione del ponte (l’attenzione del lettore è catturata dal ponte e non da come è raggiunto), ma così è altro fastidio.
Poi la frase inizia con “Infine” e termina con “fiume”: ovvero nei punti dove è maggiore l’attenzione del lettore, ci sono due termini entrambi probabilmente pleonastici.

Ora, come bisognava scrivere? Come volevi, ma cercando di stimolare il lettore.
Non so: i nostri sentono delle grida, si mettono a correre, arrivano al ponte e un elefante è azzoppato, sdraiato di traverso lungo la rampa. Le mercanzie che l’elefante trasportava stanno ancora rotolando giù. Gli altri commercianti che hanno le loro botteghe sul ponte si fanno appresso all’elefante caduto, ma rimane ancora spazio per far passare un mastodonte della guardia cittadina.
E così via.
E la spiego a scanso di equivoci: i particolari del ponte, quali l’inclinazione della rampa o la sua imponenza, invece di essere spiattellati davanti al lettore, sono mostrati attraverso l’azione.

Detto questo, per rispondere alle solite considerazioni idiote:
a) A me la frase piace moltissimo!!! Ottimo, buon per te. Gli errori rimangono.
b) Se analizzassi così tutte le frasi dei libri troveresti errori in tutte!!! Non è vero. Ma se fosse vero vorrebbe dire che è ora di buttare tutti i libri e darsi ai videogiochi, non che tutti i libri sono belli.
c) Anche in Scespir ci sono frasi così!!! Certo. Anche i bravi scrittori hanno cadute di stile. Però qui le (poche) pagine che ho letto erano tutte una continua caduta di stile.
d) È cercare il pelo nell’uovo!!! No. È proprio roba terra terra, l’ABC della narrativa. Ovviamente libero di non crederci.
e) Non puoi giudicare il romanzo da un frase!!! E chi giudica il romanzo? Ho solo detto che non intendo leggerlo.
f) Sei invidiosa, acida, frustrata!!! Sì, e me ne vanto. Problemi?

#255 Comment By Tapiroulant On 16 dicembre 2009 @ 11:43

@Gamberetta: Invece delle solite domande idiote, ne farò un’altra un po’ diversa.

Ossia: che peso ha questo passaggio – il raggiungimento e attraversamento del ponte – nell’economia del romanzo? E’ una frase con un’importanza, o solo una scena di transizione prima di arrivare dall’altra parte?

Lo domando con un’intenzione.
Questa frase, così com’è, scialba, essenziale, poco “vissuta” a livello sensoriale com’è, occupa tre righe scarse. Immaginiamo la variante inserita da Gamberetta: è sicuramente molto più vivida, lascia un’impressione più forte, ma quanto spazio mi occupa? Direi parecchie frasi, quindi parecchie righe.
Ora. Questo metodo non si può applicare a tutti i passaggi descrittivi di un romanzo, semplicemente perché una roba di 200 pagine diventerebbe di 400. O, detto altrimenti: un romanzo diverrebbe sovrabbondante a forza dell’inserimento di questi particolari.
Torniamo al ‘peso’ della scena. Se la scena del ponte è importante, se è una scena su cui l’autore vuole che il lettore si soffermi, la variante di Gamberetta è manna che piove dal cielo: è quello che ci vuole. Ma una scena di raccordo tra due scene principali (es. l’arrivo in città vero e proprio), non può rubare spazio senza una buona ragione, e può essere giustificata nell’essere scialba, ridotta all’essenziale (= c’era un ponte sul fiume. Loro lo passano. Punto. Okay?). E lo dico perché un romanzo fantasy centrato sull’idea della grande quest (dove quindi si girerà molto e si visiteranno molti ambienti) cumulerebbe migliaia di pagine a doversi soffermare in questo modo su ogni particolare per renderlo vivido e corposo. Certe scene, semplicemente, non è importante che siano corpose.

Ora, se poi tu mi dici che il romanzo in generale ha sempre questo stile, anche nei suoi punti salienti, è un altro paio di maniche e capisco benissimo. Ma che una descrizione “non corposa” vada eliminata o riscritta per principio, mi sembra grossolano e semplicistico.

#256 Comment By Gamberetta On 16 dicembre 2009 @ 11:57

@Tapiroulant. Se la descrizione non è importante, non metterla:

Giunsero al ponte.

Se è solo transizione è più che sufficiente. Se ti metti a descrivere, devi descrivere bene. Non c’è mai spazio per la sciatteria.
E comunque anche in poche parole si può fare di meglio:

Il fiume ruggiva contro gli argini del ponte. Uno spruzzo d’acqua bagnò la testa del brontosauro che li precedeva sulla rampa.

21 parole proprio come la descrizione originaria – ci sono gli stessi concetti (ampiezza del ponte, fiume) ma la situazione è più dinamica e molto meno generica.

#257 Comment By Angra On 16 dicembre 2009 @ 12:04

@Massimo: anch’io non ne faccio una questione di dettagli sul tale o il talaltro mostro. Se vado a leggere un estratto su FM, quello che non mi fa venir voglia di continuare a leggere è proprio come il romanzo è scritto.

- dopo poche battute di dialogo c’è un lungo inforigurgito molesto, da “Partiti dal Baluardo tre giorni prima…” fino a “era ben presto scomparso.” E’ una pagina e mezzo di roba, davvero insostenibile messa in quel modo.

- i dialoghi stessi sono poco incisivi, dovrebbero essere molto più asciutti. Non traspare il carattere dei personaggi.

- la descrizione ha un tono impersonale e distaccato, del tipo “‘[...]l’aria era pesante e fetida ben oltre quanto fosse lecito aspettarsi in un insediamento orchesco.” L’impressione non è che il tono così distaccato della narrazione sia voluto, né d’altra parte si vede una ragione valida per volerlo. Per dare al lettore il punto di vista di un personaggio non devi dire che l’aria era più fetida di quanto fosse lecito aspettarsi (usi proprio una forma impersonale!), devi invece far rivoltare lo stomaco al tuo personaggio.

#258 Comment By Tapiroulant On 16 dicembre 2009 @ 12:07

@Gamberetta: Okay, su questo sono assolutamente d’accordo. Mi hai convinto^^
(anche se vedo che non puoi proprio fare a meno di inserire particolari bizzarri per il puro gusto barocco della bizzarria… prima un elefante, adesso un brontosauro? lol! Spero che abbiano un’economia nella storia xD)

#259 Comment By Massimo Bianchini On 16 dicembre 2009 @ 12:31

@ Angra: Queste sono le critiche che secondo me hanno un senso. Mio malgrado, devo anche dire di essere pienamente d’accordo con te. Fanno parte della mia inesperienza nella narrazione, che non sto a negare. La sbrodolata del primo capitolo (“La partenza dal baluardo …” ecc., è una parte che, riletta a posteriori, è pesante. E anche con i dialoghi ho dovuto prendere una certa dimestichezza. Penso che in seguito migliorino, ma insomma, capisco che molta gente leggendo il primo capitolo non arriverà mai al “seguito”, ma mi sta bene così. Non sono Scecspir e non sono Tolkien. E’ la prima volta che scrivo narrativa fantasy e mi è venuto così. Ritengo che ci sia di peggio in giro (tutto lì).

@ Gamberetta: 70 righe di analisi per le 3 di un brano, avulso dal contesto. Aggiungo un punto al tuo elenco a-f.
g) Sei (iper)critica perché ti perché ti piace farlo.

D’altra parte a me piace leggerti (lo ribadisco), e sapevo bene che scrivendo un romanzo prima o poi sarei potuto passare sotto le tue forche caudine, anche solo per tre righe. Ringrazio Tapiroulant per le sue considerazioni in merito. Non sposterei una virgola a quanto esposto da lui: la mia risposta sarebbe identica.

Saluti :)

Massimo Bianchini

#260 Comment By Gamberetta On 16 dicembre 2009 @ 12:41

@Massimo Bianchini.

g) Sei (iper)critica perché ti perché ti piace farlo.

No. Ribadisco che le mie osservazioni sono a un livello bassissimo. Non sono (iper)critica, sono generossissima. Sul serio. Dopodiché, io rido e scherzo, ma il punto è che Draghetta94 non chiede 15 euro per i suoi raccontini. Se non hai esperienza nello scrivere, non devi essere pubblicato. C’è da vergognarsi.

P.S. Tapiroulant è d’accordo con me.

#261 Comment By Massimo Bianchini On 16 dicembre 2009 @ 13:00

E’ dal 1997 che scrivo e pubblico (non romanzi) e di Gamberette ne ho affrontate di ben più antipatiche, quindi anche l’ultima replica mi strappa un sorriso. D’altra parte l’arma (il portafoglio) è dalla parte dell’acquirente: non ti piace un romanzo per via della preview di un capitolo o di scorpioni d’ossa o di tre righe su un ponte? Non comprarlo, semplice no? :)

P.S. Ho detto che sottoscrivo la replica di Tapisroulant. Da esperta filologa capirai bene che significa altro rispetto alla fanciullesca reazione “dell’andare d’accordo” (con me o con te). ;)

Un saluto.

Massimo Bianchini

#262 Comment By Tapiroulant On 16 dicembre 2009 @ 13:02

Però secondo me bisogna riconoscere una cosa, ossia che Bianchini si è comportato molto bene e ha accolto le critiche in modo maturo, anche dove ad essere sbagliate erano le critiche (la questione dello scorpione di ossa) – e questa è una cosa per niente scontata, visti gli ultimi trascorsi di questo ed altri blog.
L’autore riconosce molte sue manchevolezze ed è deciso a migliorarsi, a differenza di una Troisi che si crogiola nel proprio successo e sforna un romanzo identico dopo l’altro. Nephandum è una trilogia giusto? Quindi ha ancora un paio d’occasioni per rifarsi. Non stilettiamolo a oltranza, se ha già capito.

@Bianchini: Sì, sono d’accordo con l’ultima formulazione di Gamberetta. Ossia, se il ponte non è importante, riduci al minimo lo spazio dedicato. Se il ponte è importante, fai in modo che il lettore lo ‘viva’ di più.

#263 Comment By Tapiroulant On 16 dicembre 2009 @ 13:04

(oddio: l’ultimo post dell’autore mi fa lievemente riconsiderare il mio ottimismo. Ma non è detta l’ultima parola!!)

#264 Comment By Gamberetta On 16 dicembre 2009 @ 13:04

@Massimo Bianchini. Io non sono antipatica, sei tu che non sei capace a scrivere. Ma sul serio. Proprio zero. Dalle parti della Strazzu. Dopodiché, non devi affrontarmi, devi lasciarmi in pace. Io farò lo stesso, perché non sei minimamente al livello di poter discutere con me. Addio.

#265 Comment By Massimo Bianchini On 16 dicembre 2009 @ 13:12

Grazie Tapisroulant.

Veramente, sto cercando di fare tesoro delle sottolineature in rosso che mi vengono fatte, e sono perfettamente consapevole che alcune cose le ho sbagliate di brutto. L’errore più grosso è senz’altro la brusca accelerata che prende la trama nell’ultima parte, dopo circa due terzi del romanzo ad andamento moderato. Detto questo, in linea generale sto ricevendo commenti positivi anche da persone che pensavo usassero il romanzo come carta per il caminetto. ;)

Ciao Gamberetta :)

Massimo Bianchini

#266 Comment By Tapiroulant On 16 dicembre 2009 @ 13:22

==’
Ma perché deve sempre finire a schifio?

#267 Comment By Massimo Bianchini On 16 dicembre 2009 @ 13:27

@ Tapisroulant: Non è che finisce a schifio: con te ci dialogo perché hai fatto delle osservazioni che ritengo sensate e puntuali. Da Gamberetta, anche dando per assodato che abbia ragione al 100%, mi sono preso una sequenza di insulti gratuiti che non mi viene da fare altro che sorridere. ;)

Massimo Bianchini

#268 Comment By Gamberetta On 16 dicembre 2009 @ 13:37

@Tapiroulant. Non finisce a schifo. È già schifo quando appaiono in libreria porcherie come il Nephandum. Il danno è già fatto. Non è adesso che il Bianchini deve far tesoro delle critiche, e stupidate del genere. Doveva farlo prima, quando scriveva i 10 romanzi che non si sarebbe mai sognato di proporre a un editore. Ma d’altra parte perché no? Sono tutti geni: mai scritto narrativa in vita mia, voilà in quattro e quattr’otto ecco un romanzo!
Heinlein, che vale 1.000 Bianchini, poteva passare una settimana su una singola frase per metterla giusta; Arthur Hailey si è fatto assumere da un’autofficina e ha lavorato per diversi giorni solo per poter poi scrivere in maniera corretta un singolo paragrafo.
E per il Bianchini 70 righe di osservazioni è essere (iper)critica. In Italia – almeno tra gli “scrittori” di genere – manca completamente la mentalità adeguata. Non si rendono proprio conto di cosa voglia dire scrivere narrativa.
Ma a un certo punto, affari loro. Tanto io non leggerò più niente del Bianchini manco se mi pagano.

#269 Comment By Massimo Bianchini On 16 dicembre 2009 @ 13:40

Ma a un certo punto, affari loro. Tanto io non leggerò più niente del Bianchini manco se mi pagano.

Eh no, eh!? :)
E se Nephandum vince il sondaggio???
Che fai, tiri il sasso e nascondi la mano?
Mica l’ho chiesto io di essere candidato! :)

“Il” Bianchini

#270 Comment By Gamberetta On 16 dicembre 2009 @ 13:53

@Massimo Bianchini. Hai ragione. Adesso lo levo. È ora di finirla di fare pubblicità gratuita alle porcherie.
Non rido, non è divertente. Il tuo intervento mi fa venire voglia di chiudere baracca e burattini. Perché se io ci passo le serate – se non le nottate – a preparare gli articoli per il blog, e poi chi si dichiara “fan” non ha imparato una virgola, be’, vuol dire che io non sono capace di spiegarmi. E allora tanto vale.

#271 Comment By Il Duca Carraronan On 16 dicembre 2009 @ 14:08

@Gamberetta.
C’è anche gente che ha imparato. Come Angra o alcuni miei amici/e che seguono i tuoi articoli. E tutti quelli che non postano mai commenti, ma ti leggono. Gli esercizi su descrizioni e dialoghi hanno mostrato che qualcuno capace di mettere assieme due righe c’è, con il giusto stimolo. Non sono tutti a livello “draghetta94″ o “collana Delos” o “io tre anni fa”.
E per chi conosceva già gli argomenti perché aveva letto gli stessi manuali, sono piacevoli articoli di divulgazione scorrevoli e scritti con carattere.
Non abbandonarci. :’-(

#272 Comment By Tapiroulant On 16 dicembre 2009 @ 14:13

@Gamberetta: Ma che c’entra? Giuda ha tradito il Maestro, ma questo non implica di per sé che Gesù fosse uno stronzo.
La tua reazione è completamente fuori scala. L’immortale Sergio Rocca ricevette un trattamento molto migliore. Se rimuovi Nephandum perché è scritto da cani e occupa spazio in libreria (e credo che di spazio fisico ne occupi ben poco), allora a rigor di logica dovresti rimuovere anche tutti gli altri e annullare il sondaggio.
Incazzandoti invece di restare calma, inoltre, rendi un pessimo servizio a te stessa e alla causa del tuo blog…

#273 Comment By Massimo Bianchini On 16 dicembre 2009 @ 14:16

Sopravviverò.

D’altra parte il tuo primo intervento è stato molto garbato (“mi cavo gli occhi dalla disperazione”/”Draghetta94 scrive meglio su un forum”), poi proseguito con il suggerimento di “vergognarmi” (ma forse qui è da suddividere con l’editore), e via dicendo: “non sei capace a scrivere”, “sei al livello della Strazzu”, “Nephandum è una porcheria” (ribadito un paio di volte) ecc.

Tutto questo per tre righe su un ponte. :)

E’ evidente che mi venga da sorridere :)

Massimo Bianchini

#274 Comment By Miroku On 16 dicembre 2009 @ 14:16

Due considerazioni random.

@ Adriano
Io penso non sia il caso di sorridere eccessivamente per l’inserimento di scorpioni di ossa in un romanzo fantasy. Il motivo è che anche uno “scorpione normale” ma grosso come un elefante è di per se poco credibile. O meglio, tu scrittore di genere che mi proponi uno scorpione enorme senza spiegarmi esattamente come funziona la biologia dello stesso, premetti che il tuo mondo è alternativo, quindi c’è stata un’evoluzione alternativa che giustifica una versione alternativa degli scorpioni noti. In sostanza giustifichi l’esistenza di qualcosa che nei fatti non esiste e non può esistere, semplicemente dando per assodato che nel tuo mondo fantasy la natura ha sfornato uno scorpione gigante (di cui non conosci e non riveli l’anatomia) per gli stessi principi per cui nella realtà esistono le megattere. A questo punto ha altrettanto senso che in un mondo in cui esiste la magia possano esistere creature fatte solo d’ossa.
Se noti il più delle volte che Gamberetta ha criticato la fauna fantasy ha fatto notare incongruenze con normali leggi fisiche o con premesse dello stesso autore senza addentrarsi nelle incoerenze intriseche di una creatura che in realtà non esiste (sennò buttiamo nella pattumiera Golem e draghi sputafuoco).

Seconda annotazione che faccio a Gamberetta. Più che un’annotazione è un parere personale lo puoi condividere come no: oltre al fatto di avere un nuovo fan, potresti anche gioire (dico “potresti” non “dovresti”) del fatto che lo scrittore in questione -pur avendo delle non meglio quantificate carenze tecniche che come tali potrebbero essere corrette con il proporzionato esercizio- si è posto in maniera …diciamo…”disponibile” (salvo un vago scazzo ,ma quando si discute capita).
Se il tuo stile – per coerenza con te stessa- è caustico/ironico con tutti, allora a fare la differenza tra lo stroncare un autore e il correggere un autore, sta tutto nell’atteggiamento dell’autore stesso.
Quando dici che il Bianchini non è adesso che deve fare tesoro delle critiche non gli dai nessun tipo di opzione. Certo, in riferimento a Nphandum è troppo tardi per seguire critiche. Il libro c’è, se è brutto come dici tutti gli effetti negativi della presenza di un fantasy italiano discutibile si sono purtroppo verificati (mi riferisco a tutte leimplicazioni negatiche che avrà sul genere, da te indicate in una vecchia recensione). A questo punto cosa resta da fare allo scrittore, che è arrivato ad ammettere i suoi attuali limiti se non imparare dalla critiche? Tu mi puoi rispondere “beh può smettere di scrivere” beh si ovvio ma è un’opzione poco costruttiva e forse evitabile :)

Non so se ho chiarito la mia posizione. Sono sempre del parere che se si può crescere (in questo caso artisticamente) e c’è l’atteggiamento giusto ,possono uscire cose interessanti. E’ da vedere sequesto mergine di miglioramento c’è.

Se ho fatto una critica che rientra fra quelle che di solito ti fanno e c’è un post con apposita risposta linkami quello :)

Saluti.

#275 Comment By zweilawyer On 16 dicembre 2009 @ 14:20

@ Massimo Bianchini

Innanzitutto complimenti per l’omonimo manuale della Collana Extreme Fantasy, a quanto mi dicono il migliore mai prodotto in Italia.
Ho letto il tuo libro (senza comprarlo) alla Feltrinelli, dividendolo in quattro noiosi intervalli fra udienze e cancellerie del Consiglio di Stato. Nel mio primo post ne avevo letti 2/3, definendolo Immondum, ma devo dire che l’ultima parte scorre meglio, sebbene rimangano diversi errori.
A me sembra che la fase di editing, dimmi se sbaglio, sia stata portata avanti in maniera artigianale, anzi, penso ci sia stata solo una correzione delle bozze.
Visto che c’è stato un certo accanimento sul “pezzo del ponte”, voglio darti anche la mia opinione. Non sono contrario alle descrizioni statiche, purchè non si basino esclusivamente sugli aggettivi. Ad esempio, un’alternativa al dinamismo può essere quella della precisione smussata dalla prosa. “Il ponte era enorme” può essere sostituito da “Giunsero al ponte. Centocinquanta piedi di roccia che conficcavano gli artigli nell’altra sponda.”
Comunque, sottolineando le pecche tecniche già esaminate da Gamberetta, voglio dirti che ho trovato poco curata anche l’impaginazione e la veste grafica della copertina. Il party appiccicato sul paesaggio scarno è di una tristezza infinita, sarebbe stato meglio elaborare una versione più dark del manuale, magari insistendo su quella bocca che sbuca dalle nubi.
Il modo in cui ha accettato le critiche ti fa comunque onore.
Un saluto.

Zweilawyer

#276 Comment By Miroku On 16 dicembre 2009 @ 14:22

dove “negatiche” sta per “negative” :) (..e dove tutti gli altrie eventuali errori che ho battuto sono in realtà parole scritte correttamente )

Ah comunque ho letto gli ulteriori commenti.
Non credo ci sia bisogno di chiudere i battenti. Magari Bianchini è tuo fan da poco tempo! Dagli il beneficio del dubbio. Anche io non ho avuto tempo di fare i tuoi esercizi :( (certo…a mia discolpa posso dire che nel frattempo non ho pubblicato nulla)

#277 Comment By Gamberetta On 16 dicembre 2009 @ 15:01

@Il Duca Carraronan. Sono stanca, ma non prenderò decisioni avventate. Spero che le vacanze di Natale mi facciano ritrovare il buon umore.

@Tapiroulant. Non mi paga nessuno, né ho firmato alcun contratto. Posso cambiare i termini del sondaggio come mi pare e piace.

@Massimo Bianchini. Sempre le solite noiose cretinate: il punto non è se io sono garbata o no; il punto non è se io posso giudicare o no da poche pagine (ché l’incipit è peggio del ponte), il punto è che scrivi M-A-L-E. Il punto è che vendi spazzatura a 15 euro (tu + l’editore + chi altro vuoi). Il punto è che un livello così scarso in libreria è un danno per tutti. E in più non ti rendi neanche lontanamente conto del problema.
Per te scrivere un romanzo non tanto originale, avere poca esperienza alle spalle, lasciare errori più o meno grossi, non meditare più di tanto su ogni singola frase è normale.
NON LO È. È brutto, è triste, non va bene. Alimenta il circolo vizioso per cui la gente compra/legge/scrive boiate. E il fatto che sia un mio dichiarato fan ad alimentare questo circolo mi dispiace moltissimo.
Poi continua pure a ridere, se la situazione ti diverte tanto. Vorrei anch’io essere capace di divertirmi con così poco.

#278 Comment By Angra On 16 dicembre 2009 @ 15:01

@Gamberetta:

Mi associo a Carraronan: se non fossi mai incappato in Gamberi Fantasy non mi sarebbe mai venuta voglia di migliorare.

E il bello è che per il fatto di averti conosciuta devo ringraziare FM ^__^

#279 Comment By francesca On 16 dicembre 2009 @ 15:09

Gamberetta, parlando di narrativa per ragazzi, argomento trattato en passant in questo post natalizio, ardisco segnalarti, se non lo conosci, un libro di avventura-fantasy italiana per ragazzi che lessi da ragazzina-ina-ina (roba antica, dunque) e che amai parecchio. Se non ricordo male, potrebbe essere un buon esempio per i giovani fantasisti d’oggi, e un gradito regalo di natale per cuginetti e fratellini.
Trattasi di “Il tesoro del bigatto” (1980), di Giuseppe Pederiali (riedito poi nel 1994 da Mondadori)
Trama (da Unilibro)
Siamo in Emilia nell’anno 1077. Matilde di Canossa ospita papa Gregorio VII e attende l’arrivo di Enrico IV. Chiede a sant’Anselmo da Alberone di mettersi in viaggio con un’ambasceria per il patriarca di Aquileia. Il Diavolo cerca in ogni modo di impedire che sant’Anselmo porti a termine la sua delicata missione. Il romanzo racconta questo viaggio al tempo stesso propiziatorio e iniziatico in una misteriosa Padania medioevale che diventa lo scenario di audaci spedizioni e sortilegi d’amore.

#280 Comment By Aigor On 16 dicembre 2009 @ 15:19

270 Gamberetta
dicembre 16th, 2009 at 13:53

@Massimo Bianchini. Hai ragione. Adesso lo levo. È ora di finirla di fare pubblicità gratuita alle porcherie.

————–

Gamberetta stai creando pericolosi precedenti. Ti rendi conto che da oggi chiunque scriverà un fantasy verrà qui a romperti i coglioni preventivamente? Non sono sempre d’accordo con te, però ritengo giusto che ci sia un’anima libera che recensisca i libri stroncandoli nei modi e nei termini che ritiene opportuni.

Questa libertà ti viene meno se cominci a boicottare gli scrittori che ti stanno sul cazzo. Secondo me dovresti scrivere le tue recensioni e fregartene dei commenti.

#281 Comment By Fos87 On 16 dicembre 2009 @ 15:51

Concordo con Aigor, inoltre Bianchini non si è comportanto in maniera tale da meritarsi un simile atteggiamento.

#282 Comment By Massimo Bianchini On 16 dicembre 2009 @ 16:02

Francamente sono basito.

Non ho chiesto di essere recensito e sono finito in un elenco di romanzi per un sondaggio-burla (“vittima natalizia”). Va bene, stiamo al gioco mi son detto… e mi sono pure autovotato.

E’ apparso un commento che ha stroncato il romanzo (“fa decisamente pena”) per via di un ponte (!) e di uno scorpione (manco fossero le tematiche centrali della storia…), successivamente vengo insultato a ripetizione (non sto a ripeterli), replico credo in modo garbato, ricevendo anche qualche commento a sostegno (non voglio accattivarmi nulla, ma ringrazio chi lo ha fatto) e infine il romanzo viene tolto dal sondaggio (e meno male…!).

E in più non ti rendi neanche lontanamente conto del problema.

Frasi come queste le ritengo insultanti, perché mi tratti come un mentecatto (e ho qualche “prova” nella mia carriera editoriale che dimostra il contrario). Sì, hai ragione, non sorrido più, perché posso anche accettare l’idea di essere un pessimo narratore, ma questo è un comportamento da persone maleducate.

Massimo Bianchini

#283 Comment By Gamberetta On 16 dicembre 2009 @ 16:07

@Aigor. Nel caso specifico non è un problema perché tanto il libro in oggetto non l’avrei recensito comunque. E in generale non cambierà molto lo stesso, tanto le recensioni italiane d’ora in poi saranno pochissime in ogni caso.

@Fos87. Dio, basta! Bianchini scrive male e questo è il più grosso difetto possa avere uno scrittore. Poi sarà una bravissima persona, gentilissima (non proprio vero, visto che una ci perde le mezz’ore per spiegargli parola per parola dove sbaglia e lui ci ride sopra), e nel tempo libero può scoprire la cura per il cancro. E allora? Scrive male!. Tutta la gentilezza del mondo non può compensare. Così come tutta la gentilezza del mondo non compensa il medico che sbaglia un intervento, il politico che prende decisioni errate, il tramviere che travolgere un passante.

Io non ci butto ore e ore per fare conversazione. Io ci butto ore e ore perché spero che possa servire. Perché spero che altri si appassionino e al limite insegnino a me cose che non so. Non me ne frega niente di fare amicizia, non me ne frega niente delle buone maniere, non me ne frega niente del “però che persona gentile, come accetta bene le critiche!”
A me interessa il fantastico e la tecnica narrativa. Fine.

#284 Comment By Massimo Bianchini On 16 dicembre 2009 @ 16:28

Continui a girare la frittata come ti pare:

una ci perde le mezz’ore per spiegargli parola per parola dove sbaglia e lui ci ride sopra

Non ci ho riso sopra.
Avevo commentato così.
(Replico visto che ormai sarà sceso in fondo).

@ Gamberetta: 70 righe di analisi per le 3 di un brano, avulso dal contesto. Aggiungo un punto al tuo elenco a-f.
g) Sei (iper)critica perché ti perché ti piace farlo.

D’altra parte a me piace leggerti (lo ribadisco), e sapevo bene che scrivendo un romanzo prima o poi sarei potuto passare sotto le tue forche caudine, anche solo per tre righe. Ringrazio Tapiroulant per le sue considerazioni in merito. Non sposterei una virgola a quanto esposto da lui: la mia risposta sarebbe identica.

Massimo Bianchini

Non capisco perché continui a voler gettare del fango, girando le frasi per screditarmi. Veramente… capisco che ci sia dell’astio nei confronti di chi scrive “M-A-L-E” (diamo anche per assodato che il tuo parere sia la Verità), però secondo me la tua è una reazione spropositata.
E… tranquilla, non ho nessuna intenzione di diventare tuo “amico”. Me ne guardo bene.

Massimo Bianchini

#285 Comment By Gamberetta On 16 dicembre 2009 @ 16:35

@Massimo Bianchini.

Da Gamberetta, anche dando per assodato che abbia ragione al 100%, mi sono preso una sequenza di insulti gratuiti che non mi viene da fare altro che sorridere. ;)

A parte che non ti ho mai insultato, ho sempre solo insultato quello che hai scritto – ma offenditi pure, anch’io mi sento profondamente, terribilmente offesa quando un mio fan pubblica la roba che hai scritto tu – continui a girare intorno all’argomento. Non è importante quanto io sia educata o no; non importante la tua reazione gentile o meno; non è importante lo scherzo che accetti o no; il sondaggio più o meno burla; queste sono STRONZATE. Quello che è importante è che in libreria ci arrivino romanzi scritti con una minima tecnica. Minima tecnica che non hai. Questo è il fatto grave, il resto è fuffa.

Dopodiché, io ho davvero finito. Non replicherò più né a te, né ad altri sull’argomento.

#286 Comment By Tapiroulant On 16 dicembre 2009 @ 16:49

@Bianchini: Vabbè, dai… basta. Non ha nemmeno senso che tu continui a insistere: le posizioni si sono chiarite, Gamberetta ha messo la parola fine alla discussione, non c’è più nulla da dire.
Anche se ha sbroccato, anche se è maleducata, ha comunque espresso concetti intelligenti, questo non va dimenticato. Per il resto, beh… se tu non vuoi più saperne di lei, non dovrà neanche infastidirti che getti del fango su di te.

@Gamberetta: Ho capito benissimo il tuo punto. Ma se vuoi che le altre persone si appassionino e magari insegnino qualcosa a te, devi coltivare con loro un minimo di rapporto umano. Bianchini potrebbe, può, diventare un buono scrittore, e magari in futuro insegnarti qualcosa, anche se adesso gli sputeresti in faccia.

Per la cronaca questo era un intervento NON polemico^^

#287 Comment By Massimo Bianchini On 16 dicembre 2009 @ 17:04

@ Tapiroulant.

Sì, hai ragione. Stavo scrivendo l’ennesima replica ma chiudiamo qui. Speravo di poter instaurare un dialogo, anche perché cose da dire riguardo il romanzo ne avrei, ma pazienza.

Salvo ulteriori repliche, abbandono pure io. Se qualcuno vuole sapere perché il mio romanzo è scritto… così, può contattarmi via mia mail, che è il mio nome e il mio cognome con un punto in mezzo, gmail (Adesso lo so che mi becco l’accusa di essermi fatto pubblicità…)

Saluti,

Massimo Bianchini

#288 Comment By Angra On 16 dicembre 2009 @ 17:27

@Francesca: io di Giuseppe Pederiali ho letto La compagnia della Selva Bella, che sarebbe il secondo della trilogia (una trilogia vera, tre storie indipendenti e autoconclusive che condividono l’ambientazione). Lo ricordo con molto piacere.

#289 Comment By AryaSnow On 16 dicembre 2009 @ 18:29

Ho letto l’anteprima del Silenzio di Lenth e da lì non mi sembra affatto un romanzo decente: una banalità che ti prende a pugni e scritto piuttosto male.

Ci sono anteprime della Scacchiera Nera?

#290 Comment By Miroku On 16 dicembre 2009 @ 18:30

Mmh quoto tapiroulant
Se si sfronda dalla foga della discussione restano delle critiche fatte da Gamberetta su quello che ha letto (che non è ovviamente solo il “passaggio del ponte”) un autore non ancora esperto che pare pronto a ricevere critiche.

Se Nephandum non è un bel libro ,per i problemi tecnici e stilistici rilevati (che evidentemente non colpiscono solo la parte del “ponte”) in ogni caso tutte le critiche finora fatte , a quel libro si riferiscono. Punto. Per il resto signor Bianchini alcuni utili strumenti per migliorare la sua tecnica (che hai lei stesso dichiarato di voler migliorare -e nonc’è cosa migliore di chi vuole imparare) gli strumenti dicevo li trova anche in questo blog (di certo non nei commenti in cui ci si fa prendere dal momento ma..) nei vari articoli a ciò dedicati.

Perciò buon lavoro.

Poi personalmente ritengo che la capacità di accettare critiche non sia un dato da non tener in considerazione quando si scrive per contribuire alla crescita altrui (come anche indirettamente molto materiale del blog vuole fare) perchè il primo passo per migliorarsi è riconoscere dove si sbaglia. Motivo per cui così a pelle direi che vedo un più roseo cammino di crescita per Bianchini piuttosto che per l’autore di Le chiavi di mia nonna.

Detto questo Gamberetta volevo chiederti una cosa che è sul filo dell’offtopic. Tu hai parlato di roba da leggere per natale…e hai parlato di una madre che condannerà la figlia a leggere la Troisi…ecco io devo fare un regalo ad una ragazza ggggiovane che ha letto Twilight e Moccia. Capisci l’urgenza! Mi chiedevo se a te (o agli altri commentatori) viene in mente qualche titolo fantasy tradotto in italiano in cui il tema dell’amore non sia trattato in modo becero. Anche un low fantasy.
Qualcosa che non sia “tv trppo bene love love” ma che non sia neanche “e il cavaliere Tartarus la penetrò violentemente col manico della sua ascia insanguinata all’ombra dello squamoso dragone Storm”

Non so se mi spiego…

#291 Comment By Clio On 16 dicembre 2009 @ 20:06

A Gamberetta
Non chiudere bottega é_è C’è di peggio di Nephandum. Pensa a quando mi deciderò a sottoporti qualche gegnale kreassione mia di me ;)
Presto saranno le vacanze (nove giorni a Jol!). Ganbatteyo!

#292 Comment By Gamberetta On 16 dicembre 2009 @ 20:09

@Miroku

[...] ecco io devo fare un regalo ad una ragazza ggggiovane che ha letto Twilight e Moccia. Capisci l’urgenza! Mi chiedevo se a te (o agli altri commentatori) viene in mente qualche titolo fantasy tradotto in italiano in cui il tema dell’amore non sia trattato in modo becero. Anche un low fantasy.

Prova con Vampire Kisses, io l’ho letto un anno fa e non mi dispiaciuto, nonostante il tema. Trovi la recensione qui.

#293 Comment By Asher^Kunitz On 16 dicembre 2009 @ 20:52

Se prima ero indeciso su nefandum, ora credo che lo lascerò perdere… eh già! Escludendo i Boschiquieti e le strazzulle della situazione, sono pochi i titoli decenti rimasti. Ora che rivedo bene la lista però, noto che ci sono quattro romanzi Piemme. Ma è un caso che tutte le sinossi siano fatte con i piedi? Posso dirlo bene avendo letto due dei romanzi in lista! Potevano sprecarsi un pochino di più alla fine, non credo ci voglia così tanto XD

#294 Comment By Angra On 16 dicembre 2009 @ 21:04

@AryaSnow: sì, de La scacchiera nera trovi una lunga anteprima qui. Mi sembra molto brutto.

#295 Comment By Dago Red On 16 dicembre 2009 @ 21:21

C’entra poco forse, ma l’ho letto adesso.

Mostra spoiler ▼

Chi l’avrebbe detto che proprio in un momentaccio come questo il mercato avrebbe ricominciato a respirare?!

Insomma, quale occasione migliore, caro utente, per far pubblicare il tuo nuovo capolavoro di 1800 pagine sulla straordinaria e originalissima prosopopea del regno magico minacciato dall’oscuro signore, a cui si opporrà un giovane trovatello con una strana voglia e una magica spada, coadiuvato, of course, dalla bionda amazzone popputa, dal muscoloso e irruento barbaro, dall’ombroso e silente assassino/gnokko/vampiro e dal vecchio mago dalla barba bianca?? Con un finale -scommetto- epico e sconvolgente, dove il Bene trionfa sul Male.
Su, utente, ancora indugi?? Corrì a mandare fax e dattiloscritti.

Emh, Gamberetta, cosa fai con quella P38 in mano?
Perchè la punti verso di m…aargh!

#296 Comment By Len On 16 dicembre 2009 @ 21:26

@Gamberetta
Giusto per curiosità: ora che hai eliminato Nephandum dalla lista pensi di dare la possibilità, a chi lo aveva votato, di ri-votare per proporre altro? Altrimenti quella quarantina di voti che vedo andrà persa…

#297 Comment By AryaSnow On 16 dicembre 2009 @ 21:27

@AryaSnow: sì, de La scacchiera nera trovi una lunga anteprima qui. Mi sembra molto brutto.

Lette poche pagine: direi proprio di sì.
Forse addirittura la peggiore delle anteprime che ho letto V_V

#298 Comment By Vincent Law On 16 dicembre 2009 @ 21:56

Nephandum l’ho letto ed è per questo che non l’ho votato, mi ha fatto annoiare a morte, i personaggi li ho trovati piatti e indistinti e la trama abbastanza banale. Il “solito” romanzuccio fantasy scritto da chi non aveva voglia di scriverlo, questa è l’opinione che mi sono fatto leggendolo. Non mi piace quando uno scrittore scrive “tanto per…”, della serie: “Oh scribacchio qualcosa e se me lo comprano bene sennò stica”. Impressioni che mi ha dato l’autore leggendo il suo libro.
Massimo Bianchini, voglio darti un consiglio: scrivi perché ti diverte farlo, mettici passione e impegno, studia manuali, leggi libri a manetta, chiedi consigli a chi ne sa più di te. Così una volta arrivato alla fine, dopo anni e litri di sudore, potrai dire soddisfatto: ebbene sì, questo l’ho scritto io!
Sennò smetti proprio di scrivere, perché al livello attuale mi hai fatto schifo, e considero una ladrata assurda vedere il tuo libro in vendita a 15 euro.

#299 Comment By zweilawyer On 16 dicembre 2009 @ 22:10

Della Scacchiera Nera ho letto le prime 20 pagine e non mi ha detto nulla. Poi vorrei proprio sapere chi corregge le bozze, se manca la virgola proprio davanti al primo “ma”, alla seconda riga.

#300 Comment By Gamberetta On 16 dicembre 2009 @ 22:16

@Len. Purtroppo non c’è un metodo semplice per rimettere in gioco i voti finiti al romanzo-che-non-è-il-caso-di-nominare-per-quanto-è-brutto. Perciò niente, 40 voti persi. Pazienza.
L’anno prossimo, se sarà ancora aperto il blog, e se farò il sondaggio natalizio, lo organizzerò meglio, premunendomi contro i truffatori (attualmente ci sono almeno un 10% di voti farlocchi) e premunendomi contro gli autori che mi fanno arrabbiare.

#301 Comment By Diego On 16 dicembre 2009 @ 22:27

Ho letto tutti i prologhi/estratti che sono riuscito a trovare disponibili gratuitamente. Tra i libri in lista, mi spiace dirlo, è davvero una gara a scegliere il male minore. Mi concedo un brevissimo sfogo, porca paletta. Stiamo parlando di libri editi dalle maggiori case editrici nazionali: Piemme, Curcio, Einaudi, Newton. Se questo è il panorama c’è davvero solo da strapparsi i capelli, altro che polemizzare sui blog. Il libro del qui presente Angra forse non sarà un capolavoro e magari non sarà mai pubblicato (gli auguro di sì e presto, ovviamente), ma in proporzione vale almeno dieci volte il migliore tra quelli in esame. Gamberetta, potresti fare un’eccezione ai tuoi principi e recensire quello, secondo me sarebbe la scelta migliore. In caso contrario, dato che non mi piace la recensione-circense fatta tanto per godersi il massacro (che poi capirai che massacro… come picchiare neonati indifesi) per la votazione ho deciso di esercitare la facoltà di non-voto. Seguirò comunque la faccenda, come sempre ^_^

#302 Comment By Gamberetta On 16 dicembre 2009 @ 23:26

@Diego. La situazione è ben peggiore di quello che sembra. Certo, i romanzi elencati sono scritti da schifo, spesso così male da essere illeggibili, ma quello è il meno.
La roba davvero triste è che sono tutte storie scontate, è tutta fuffa riciclata, non c’è un briciolo di sense of wonder, non c’è un briciolo di vertigine.
Vertigine che tra l’altro potrebbe compensare lo scarso stile. C’è un romanzo di Olaf Stapledon intitolato Infinito: è scritto da cani (in realtà essendo un romanzo con una struttura molto particolare ci sarebbe da discutere, ma per adesso assumiamo sia scritto sul serio male), ma se Stapledon redivivo venisse a commentare, potrebbe dire:
«Oh, ‘azzo vuoi? Sarà scritto pure da schifo, ma dove lo trovi un altro romanzo che parla di 2 miliardi di anni di storia futura dell’umanità?»
E Stapledon avrebbe ragione: di fronte a un simile balzo fantastico, si può sì passare sopra a un ponte mal descritto. Ma quando invece è la solita storia del nano, elfo, orco in pizzeria, se lo stile non è decente, cosa rimane?

Siamo messi male. Se tu vai a chiedere ai presunti “scrittori” del fantastico italiano qual è la storia più grandiosa, fantasiosa, strabiliante che riescono a immaginare, hai queste risposte:
«La campagna AD&D che abbiamo fatto l’hanno scorso! Che figata quando Jimmy il nano è stato mangiato dagli orchi!!!»
«La storia più grandiosa? Con il mio kompagno di banko!!! Uno gnoko!!!»
«Boh, non so… una storia che tipo alla fine si parla male degli amerikani e del consumismo.»

Questo è il livello. Se mi fermo allo stile in così tante recensioni è perché sono generosa, se entrassi nello specifico, allora sì dovrei essere sgradevole.

#303 Comment By Adriano On 16 dicembre 2009 @ 23:44

Onestamente, se avessi saputo che il mio primo commento avrebbe portato a questo, forse avrei scritto altro. Purtroppo sono stato fuori tutto il giorno e solo ora posso sedermi tranquillamente per scrivere due righe.

@Massimo Bianchini

E’ apparso un commento che ha stroncato il romanzo (”fa decisamente pena”) per via di un ponte (!) e di uno scorpione (manco fossero le tematiche centrali della storia…)

Il ponte e lo scorpione erano solo due esempi rapidi per fare capire che in alcuni casi la forma mi era parsa un po’ prolissa e ridondante, in altri si vedeva che eri poco attento al realismo di ciò che scrivevi. Così come l’esempio sulla ferita che si aggrava inspiegabilmente stava ad indicare un editing carente (e di questo non faccio colpa a te).
Il romanzo a me non sarebbe piaciuto a prescindere, perché lo ho trovato, almeno a livello di atmosfera e carattere dei protagonisti, una copia di Dragonlance (che già non mi porta certo a fare salti di gioia). Non a caso, spero converrai, si tratta di opere tratte entrambe da dei giochi di ruolo.

@Tapiroulant

Dire con arroganza che l’autore ha ancora molta strada da fare sulla base di questi soli elementi, mi fa inarcare più di un sopracciglio.
Piuttosto, a chi il romanzo l’ha letto, mi piacerebbe sapere cosa pensa della trama, della coerenza interna (sviste a parte come quella della ferita lieve), della gestione dei personaggi e della loro psicologia, dello stile in generale…

Mi spiace, ma non volevo sembrarti arrogante. Purtroppo, e qui mi scuso con te e con l’autore, sono stato frainteso e avete giustamente pensato che i difetti da me rilevati fossero solo quelli che riportavo.
Le cose che non vanno, invece, sono il gruppo costituito da personaggi stereotipati. Li possiamo anche definire archetipi, ma rimangono sempre delle macchiette prevedibili. Non va bene l’idea del gruppo di compagni d’arme che si ritrova dopo un tot di anni per proseguire le avventure: lo hanno già fatto sia Dumas che Salgari, oltre ai succitati Weis & Hickman. Non va bene la ripetitività delle sequenze di viaggio nelle quali non accade niente oltre alla descrizione del tempo atmosferico e di qualche battibecco.

#304 Comment By Diego On 16 dicembre 2009 @ 23:53

@Gamberetta: OT, infogna pure il post se vuoi. Hai mai letto ‘La leggenda di Nifft’ di Michael Shea? E’ fuori catalogo da parecchi anni (ne uscirono due diverse edizioni per Mondadori) ma è un mio vecchio pallino, un fantasy che ho sempre adorato. Credo che potrebbe piacerti, lo trovi abbastanza facilmente via ebay (non so dire per il formato elettronico, però). Tra l’altro non è proprio sconosciuto: vinse il World Fantasy Award nel 1983. Poi il mitico autore è stato ehm… travolto da una bottiglia, diciamo. Da tante bottiglie…

#305 Comment By lilyj On 17 dicembre 2009 @ 00:12

Giusto per rifarvi la bocca dopo lo schifo, consiglio a tutti le saghe di David Eddings, quella dei Belgariad per cominciare. Fantasy classico, ma senza elfi/nani/orchi e con dei personaggi vivi nonostante gli archetipi di partenza. A chi amerebbe cimentarsi nella scrittura -o fosse curioso- consiglio anche ‘The Rivan Codex’ (in italiano credo sia ‘Il Codice Rivano’), ovvero appunti e modus operandi di Eddings per la stesura della saga. Un monumento alla preparazione del ‘mondo’ e allo ‘scrivi di ciò che sai’. E penso che Gamberetta amerebbe l’ironia e il sarcasmo dell’autore ^_^
Buone Feste!

#306 Comment By lilyj On 17 dicembre 2009 @ 00:13

Dimenticavo: Eddings dovrebbe essere un over 60, scrive a quattro mani con la moglie per avere ‘voci’ femminili credibili e ha una laurea in lettere. Però non se la tira! XD

#307 Comment By Ste On 17 dicembre 2009 @ 11:16

Bhà….
Ho notato che alcune persone tendono a rimanere ferme sui loro bastioni nonostante l’evidenza.
Mi riferisco all’inutile e sterile questione dello scorpione.
Ossa che prendono la forma di un animale che assomiglia a uno scorpione non è uno scorpione.
Mi spiego meglio l’orbettino assomigliaa un serpente ma non è un serpente (ha 4 seppur minuscole zampette), il delfino assimiglia all’ittiosauro ma uno è un mammifero e l’altro un rettile. Quindi per quale motivo una creatura che ASSOMIGLIA a uno scorpione deve essere IDENTICO a uno scorpione? Altra nota il rifarsi al manuale delel creature di D&D ha mostrato una più che scarsa fantasia, nel senso che un manuale dei mostri di un gioco non è l’equivalente del vocabolario della lingua italiana per l’italiano.

@ Gamberetta onestamente la tua decisione di togliere Nephandum sa più di ripicca che altro, e una ripicca “stupida” perchè bianchini è stato uno dei pochi autori che nei tuoi confronti ha avuto educazione e apertura, al contrario di altri che sono partiti direttamente con insulti.
Voglio pensare e credere che al tua decisione sia stata influenzata dall’ora in cui la presa.

#308 Comment By Gamberetta On 17 dicembre 2009 @ 12:11

@Diego. No, non ho letto quel romanzo. Me lo segno, nel caso uscisse piratato.

@lilyj. Eddings è anche quello che suggerisce di scrivere almeno 1.000.000 di parole di narrativa come esercizio prima di pensare alla pubblicazione. Se qui in Italia si seguisse il suo consiglio, ne guadagnerebbero tutti.

#309 Comment By zweilawyer On 17 dicembre 2009 @ 12:33

Il Rivan codex di Eddings (disponibile su gigapedia) è un buon testo per capire la parte sommersa dell’iceberg, ovvero tutto il lavoro che porta a far emergere un libro. Non sono un fan dell’autore dal punto di vista dei contenuti (ha lo stesso morbo di beautiful che affligge Martin e lo scomparso Jordan), ma indubbiamente i suoi sforzi per mantenere la coerenza interna della saga ed eleborare dei personaggi profondi sono stati immani.

Zweilawyer

#310 Comment By Diego On 17 dicembre 2009 @ 13:22

Ma tu pensa… questo di scrivere 1 milione di parole era lo stesso suggerimento che davo io parlando con amici principianti, con la differenza che io alzavo il tiro a 1,5 e anche 2 milioni. Se a tre milioni ancora non sei in grado di produrre qualcosa di decente, okay, forse ALLORA è il caso di lasciar perdere. Ma diamine, dopo 3 milioni di parole credo che chiunque possa imparare a scrivere, anche la mia pianta d’appartamento. Almeno le basi. Interessante che Eddings sia su quella lunghezza d’onda, autore che peraltro non mi ha mai conquistato.

#311 Comment By Rotolina On 17 dicembre 2009 @ 16:44

@Tapiroulant:

Mi chiedevo invece, che racconto è quello che citi? Mi incuriosisce parecchio.

Trovato!
Urania numero 1322, “Tutti i denti delmostro sono perfetti”, raccolta di Valerio Evangelisti.
Il racconto è “Snuff Movie” di Nicoletta Vallorani.

No è che sia un raccontone stupefacente, ma è il chiaro esempio di come, se devi parlare di cose abiette nel tuo libro (vedi argomento edoll) allora che siano davvero abiette, e non così così.

#312 Comment By Vale On 17 dicembre 2009 @ 19:42

Può essere che i voti farlocchi siano (anche) miei?
Io non riesco a votare. Ci ho provato, ma niente.
Volevo votare I cacciatori del tempo, ma vabbè.

#313 Comment By Gamberetta On 17 dicembre 2009 @ 22:19

@Vale. Onestamente non so quale possa essere il problema. Il fatto che altri votino doppio non incide sul voto di chi non ha mai votato. Se vuoi aggiungo io un voto ai Cacciatori, anche se ormai manca poco e vincerà o Lenth o la Strazzu.

#314 Comment By Tyreal On 18 dicembre 2009 @ 12:21

Questo testa a testa è emozionante.

#315 Comment By Gamberetta On 18 dicembre 2009 @ 12:40

Ancora 24 ore circa per votare.

#316 Comment By Vale On 18 dicembre 2009 @ 15:12

Ah, allora no, visto che anche Lenth era tra le opzioni (se va bene) preferisco darlo a Lenth, il voto.
Sperando che gli altri votanti non mi accusino di inquinare il voto…

#317 Comment By Tapiroulant On 18 dicembre 2009 @ 17:32

A essere sincero mi incuriosiva Gli orchi di Kunnat, non solo perché sarebbe l’ultima carta della Delos, ma anche perché mi pareva l’unico con uno spessore che potesse sopravanzare (anche di poco) gli altri candidati. Ma dato che non c’è chance, voto Lenth.

#318 Comment By Gwenelan On 18 dicembre 2009 @ 19:38

Anche io sono una di quelli che leggono sempre e non commentano (quasi) mai ^__^. Ho votato Lenth, più che altro per evitarti la Strazzulla (me la sono scocciata anche io ad esser sincera), ma non sono sicura di aver votato una volta sola: avevo provato qualche giorno fa, ma non mi era parso il voto fosse stato contato.

Piccolo p.s.: spero davvero che le vacanze di natale ti riportino il buon umore. Io adoro i tuoi articoli, e non solo le stroncature sarcastiche, ma proprio tutti tutti. Ho letto anche quello della trapanazione con piacere e divertimento, nonostante io sia abbastanza impressionabile e l’argomento in sè non mi interessasse particolarmente.
E grazie ai tuoi articoli, in famiglia abbiamo smesso di comprare libri “a scatola chiusa” :) .

#319 Comment By Vincent Law On 18 dicembre 2009 @ 20:16

Lenth in vantaggio per un voto! Mancano poche ore, si accettano scommesse

#320 Comment By Clio On 18 dicembre 2009 @ 21:51

Due voti. E’ combattutissima!

#321 Comment By lilyj On 18 dicembre 2009 @ 22:26

Prego per Gamberetta che vinca Lenth… sperèm! ^_^

#322 Comment By Tyreal On 19 dicembre 2009 @ 01:28

Lenth al fotofinish!
Habemus Papam o andiamo al ballottaggio?

#323 Comment By Gamberetta On 19 dicembre 2009 @ 11:05

Sondaggio chiuso, ha vinto Il Silenzio di Lenth. Speriamo non sia l’ennesima patacca.

#324 Comment By zweilawyer On 19 dicembre 2009 @ 11:29

Ahi ahi ahi, è in arrivo un carrello della conad ricolmo di gamberi putrefatti. Ho letto il libro in questione (free, thanks to melbook) e scommetto un nummo che non riuscirai a raggiungere pagina 200.
Magari però partirai meno prevenuta di me, che l’ho iniziato dopo aver dato un’occhiata alle recensioni di alcuni libri fatte dall’autore sul suo blog (Wunderkind 7; la Scacchiera Nera 8; la Ragazza Drago 7; il Libro del Destino 8 e via dicendo).

Zweilawyer

#325 Comment By Gamberetta On 19 dicembre 2009 @ 15:12

@zweilawyer.

Magari però partirai meno prevenuta di me, che l’ho iniziato dopo aver dato un’occhiata alle recensioni di alcuni libri fatte dall’autore sul suo blog (Wunderkind 7; la Scacchiera Nera 8; la Ragazza Drago 7; il Libro del Destino 8 e via dicendo).

La scala va da 1 a 100, giusto?

#326 Comment By zweilawyer On 19 dicembre 2009 @ 15:51

A preoccuparmi più di ogni altra cosa è quel 7 a Wunderkind. Davvero, la Ragazzo Drago e la Scacchiera Nera sono due libri per poppanti, ma Wunderkind è partito con altre pretese, addirittura ho letto paragoni con Berker (argh! Bastano dieci righe de La Casa delle Vacanze per capire la differenza). Tutta questa fanfara, e alla fine mi sono ritrovato pagine e pagine di autocompiacimento poetico, lontano anni luce dal ritmo coinvolgente che dovrebbe avere la prosa, e un universo, per dirla con i vocaboli preferiti dall’autore, tremendo, orrbile, infausto, osceno, crudele, insensato, mortale, maligno, volgare, folle. Sveglia, le Montagne della Follia ha quasi ottant’anni e Lovecraft spaventava con la cosmogonia costruita dietro le parole, non con gli aggettivi.

#327 Comment By Tapiroulant On 19 dicembre 2009 @ 17:54

@Zweilawyer: Tra l’altro, se vuoi la mia opinione, Le montagne della follia non mi sono mai parse nemmeno molto brillanti nell’insieme dei racconti di Lovecraft. Molto meglio racconti come Il colore venuto dallo spazio, L’ombra su Innsmouth, La chiave d’argento, La ricerca onirica della sconosciuta Kadath… Le montagne della follia sono pesantine e molto poco adrenaliniche.

#328 Comment By zweilawyer On 19 dicembre 2009 @ 18:40

@Tapiroulant
Ho preso quel racconto di Lovecraft perchè è infarcito di aggettivi e descrizioni. Comunque ammetto di avere un certo amore per la precisione. Quando Lovecraft decrive i mostri e le costruzioni in modo meticoloso ne traggo un profondo godimento. Sono uno di quei tipi che vorrebbe leggere, facendo un esempio recente, “il ponte era alto cinqunta piedi, lungo duecento e sorretto da pilastri del diametro di cinque iarde”, invece di “il ponte era immenso e imponente”.

Zweilawyer

#329 Comment By Massimo Bianchini On 19 dicembre 2009 @ 19:05

Sono uno di quei tipi che vorrebbe leggere, facendo un esempio recente, “il ponte era alto cinqunta piedi, lungo duecento e sorretto da pilastri del diametro di cinque iarde”, invece di “il ponte era immenso e imponente”.

Giuro che quel ponte lo faccio crollare nel secondo volume!!! :)

Massimo Bianchini

#330 Comment By zweilawyer On 19 dicembre 2009 @ 19:22

@Massimo Bianchini
ahahahahaha hai fatto crollare prima me ahahhahaah
ps. era a titolo esemplificativo, non ho certo intenzione di accanirmi su nephandum.

Zweilawyer

#331 Comment By Massimo Bianchini On 19 dicembre 2009 @ 19:44

@ Zweilawyer

Ahahahah!!! Sì, sì, lo avevo capito, era solo una battuta ;)

Ciao e grazie!

Massimo

#332 Comment By Angra On 19 dicembre 2009 @ 21:16

Complimenti a Il Silenzio di Lenth per questa splendida e combattutissima vittoria su un concorrente di primo livello come la Strazzu.

@Zweilawyer: ho il sospetto che Wunderkind 2 lo facciano uscire dopo Natale proprio per non correre il rischio di entrare in lista nel sondaggio ^__^

#333 Comment By Mariateresa On 19 dicembre 2009 @ 22:03

@Gamberetta: Sono contenta abbia vinto Il Silenzio di Lenth, anche se volevo avere un parere su La leggenda degli Eldowin. Se ti può consolare, il tema trattato (il rapporto tra fede e morale umana) è interessante. Purtroppo la storia lascia molto a desiderare nella parte tecnica. Sono curiosa di vedere se troverai gli stessi difetti che ho visto io nel libro, e se ne aggiungerai altri che mi sono sfuggiti(propendo per l’ultima ipotesi).

#334 Comment By zweilawyer On 19 dicembre 2009 @ 22:34

Ogni pagina della Leggenda degli Eldowin equivale a una goccia di Lexotan. Alla cinquantesima sono stramazzato, e contate che sono grosso e muscoloso, quindi per le donne prevedo una resistenza minore. Ora, è possibile che dopo il racconto diventi adrenalina pura corroborata da profonde riflessioni, ma, vista la presenza di elfi, nani, vampiri e maghi, ne dubito fortemente. Della Iorio ho letto la trilogia del sicario (buono) e diversi racconti. Scrive bene, si è fatta le ossa con decine di premi letterari (dal suo sito sono scaricabili free tutti i suoi racconti), ma gli Eldowin sono soporoferi, non c’è nulla da fare.

Zweilawyer

#335 Comment By Gamberetta On 19 dicembre 2009 @ 23:18

@Zweilawyer. Confermo. Ho letto tempo fa un racconto romantico della Iuorio e non mi è dispiaciuto. Non era scritto in modo malvagio e la storia era cliché ma non del tutto banale. Invece è bastato un estratto di poche pagine dal primo volume degli Eldowin per farmi venir sonno. Per me gli Eldowin sono una mera manovra commerciale, scritti senza particolare passione.

#336 Comment By zweilawyer On 20 dicembre 2009 @ 10:27

Certo Gamberetta che almeno per Natale avevi il diritto regalarti una lettura gradevole. Ho visto che recensisci anche libri in inglese, quindi potevi andare sul sicuro con The Last Wish (che avrai sicuramente letto), di cui nessuno ha acquistato i diritti qui in Italia, provocandomi lagrime amare.
Nel libro ci sono diversi stereotipi (i religiosi cattivi su tutti), ma si legge che è un piacere e sono convinto che avrebbe un grande successo.
Lo si trova su gigapedia, ma io ho speso 5 euro per il formato e-pub. Il mio personalissimo incentivo alla buona narrativa.

Zweilawyer

#337 Comment By Gamberetta On 20 dicembre 2009 @ 11:42

Approfittando che oggi i negozi sono aperti, sono andata a comprare Il Silenzio di Lenth. In tram, tornando a casa, ho letto le prime pagine. Adesso mi sto scolando il cointreau che mamma dovrebbe usare per i dolci a Natale. Sarà molto dura arrivare fino in fondo – al romanzo, non alla bottiglia.

Davanti a lei apparve un ragazzo di circa vent’anni, alto, con i capelli rossi e una vistosa cicatrice sulla guancia destra.
Il suo sguardo era spento, gli occhi vitrei. Stava correndo armato di una spada in direzione di un essere orribile, alato, l’incarnazione di tutto ciò che di orrendo poteva esserci al mondo.

Dio santo, era meglio la Strazzu. Sigh.

#338 Comment By Tim On 20 dicembre 2009 @ 11:48

Per Gamberetta:

Salve, sono ancora Tim, avevo scritto un commento riguardo alla questione e-doll più o meno duecento messaggi fa.
Non ti preoccupare, non voglio rialimentare alcuna vacua discussione, ma solo ricollegarmi al mio “appunto” riguardo i toni, visto anche gli sviluppi della discusione con Bianchini.
Il punto è sempre lo stesso.

Siccome penso tu sia una persona di ampie vedute ( quindi non una persona che solo si atteggia tale) vista la mole di recensioni, segnalazioni e riferimenti, ti invito alla lettura di una cosa che mi è casualmente arrivata tra le mani.
Spero tu la legga, se non altro per curiosità, penso non guasti.
Dico casualmente perché mi ero ormai totalmente dimenticato e disinteressato del commento postato e della discussione. Però, studiando un esame, ho trovato una cosa che forse sottolinea meglio ciò che volevo dire.
Niente di troppo palloso, si tratta della “Lettera a Monsieur Guillon” di Ugo Foscolo del 1807.
Una lettera che Foscolo scrive per rispondere a una maldestra recensione di un critico da giornale riguardo ai ‘Sepolcri’.
Non è robaccia erudita e non voglio passare per pedante, solo dire che, per quanto Angra trecentocinquanta post fa (perdonate, non scorro le pagine dei post per citare puntualmente) sostenesse l’inutilità di avere la super laurea in sticazzologia per poter parlare di letteratura, talvolta magari la consapevolezza del fatto che la ‘questione letteraria’ non nasca ora e che discuta sempre delle stesse cose, potrebbe far maturare un minimo e donare qualche strumento in più.
Invito chiunque alla lettura, non è lunga, giusto per far vedere l’abisso di toni che avevano i nostri ‘avi’, e neanche troppo tempo fa, risultando comunque terribilmente attuali.
Non voglio assolutamente proporre un’immedesimazione di Gamberetta col critico maleducato e imbecille e i vari autori come i geni incopresi, perché a tutti capita di ricoprire entrambe le posizioni e spesso contemporaneamente, ma solo vedere come è stata gestita la cosa, perché, a mio avviso, che ne vogliano dire i più, è il ‘come’ si dicono le cose che fa le differenze, perché i contenuti sono sempre gli stessi.

Consiglio nel caso di leggere le note di Foscolo ogni volta se ne incontra una, altrimenti il senso non si coglie (è un po noioso perché non sono a piè di pagina).

Ecco il link:

http://ilfoscolo.interfree.it/foscolo_lettera_a_monsieur_guillon.html

Magari in rete trovate una migliore edizione per la lettura, non so.

Buona lettura

Tim

#339 Comment By Tim On 20 dicembre 2009 @ 11:50

Ah, per la cronaca, non è vero che avevo votato la Strazzu, era solo una provocazione… ;)

Saluti

#340 Comment By Il Duca Carraronan On 20 dicembre 2009 @ 12:04

un essere orribile, alato, l’incarnazione di tutto ciò che di orrendo poteva esserci al mondo.

Forse viene da uno degli affreschi del W…
Un affresco il cui soggetto non era solo volgare, ma addirittura sinistro [...] figura centrale dando allo spettatore un’idea di malsano sadismo [...] un che di spettrale in quelle oscenità.

Adesso mi sto scolando il cointreau che mamma dovrebbe usare per i dolci a Natale. Sarà molto dura arrivare fino in fondo – al romanzo, non alla bottiglia.

Vuoi che ti porti una cassa di cognac per arrivare alla fine del libro? Per sicurezza potrei portarti via sonniferi, lacci delle scarpe, lamette, coltelli e altri strumenti atti ad abbreviare l’esperienza dolorosa del fantasy italiano… ^__^

#341 Comment By zweilawyer On 20 dicembre 2009 @ 12:09

Vi annuncio che il Silenzio di Lenth ha avuto ufficialmente successo, visto che è già andato in prima ristampa.

Zweilawyer

#342 Comment By Angra On 20 dicembre 2009 @ 12:51

@Tim:

per quanto Angra trecentocinquanta post fa (perdonate, non scorro le pagine dei post per citare puntualmente) sostenesse l’inutilità di avere la super laurea in sticazzologia per poter parlare di letteratura,

Mi spiace contraddirti ma non credo di aver mai detto niente di simile. Al massimo potrò aver detto che all’università non si insegnano tecniche di scrittura creativa tranne qualche eccezione.

#343 Comment By Gamberetta On 20 dicembre 2009 @ 13:14

@Tim.

Non voglio assolutamente proporre un’immedesimazione di Gamberetta col critico maleducato e imbecille e i vari autori come i geni incopresi, perché a tutti capita di ricoprire entrambe le posizioni e spesso contemporaneamente [...]

Perché mi offendi? A “tutti” proprio per niente. Non sono mai stata imbecille, e tanto meno genio incompreso.

[...] ma solo vedere come è stata gestita la cosa, perché, a mio avviso, che ne vogliano dire i più, è il ‘come’ si dicono le cose che fa le differenze, perché i contenuti sono sempre gli stessi.

Non sono d’accordo che i contenuti siano sempre gli stessi, ma assumiamolo per ipotesi. Il mio ‘come’ è quello della chiarezza, semplicità e precisione: ovvero chiamo merda la merda. Qual è il problema?

#344 Comment By Evangeline On 20 dicembre 2009 @ 17:14

@ Gamberetta.
“Dio santo, era meglio la Strazzu. Sigh.”
Se recensirai anche lei te ne sarò immensamente grata! :’D

#345 Comment By il_Fabri On 20 dicembre 2009 @ 22:46

Dio santo, era meglio la Strazzu. Sigh.

Il che ti obbliga a dargli almeno 20 gamberi marci (i cosi del crepuscolo ne prese 19) :D

#346 Comment By selerian On 20 dicembre 2009 @ 23:33

Infatti, per la tua salute, era meglio la Strazzu II. “la strada che scende nell’ombra” (prologo killer a parte) è di una follia meno noiosa rispetto al silenzio di lenth – che non è neanche a livelli apocalittici di orrore, è sostanzialmente una gran palla. Con la Strazzulla avreste potuto godervi il geniale architetto che “per costruire una fortezza inespugnabile, la crea dall’esterno verso l’interno, fino a murarsi vivo nella stanza centrale (?????)”, che è una cosa da veder scritta sul serio per crederci.

Comunque io ho votato Bryan di Boscoquieto due. Le OTTO PROVE sono una cosa epica. Riesce a ritrovarsi nudo in TUTTE E OTTO. Il libro della Rosso poi è il peggiore che ho mai letto, e l’autrice è una cosa assolutamente inqualificabile – ha risposto alle nostre critiche sostanzialmente dicendo “sì, perché io sono una bambina piccola!”

#347 Comment By Gamberetta On 20 dicembre 2009 @ 23:49

@selerian. Esposti così anche la Strazzu e Bryan hanno un loro fascino. Ma per quest’anno l’obolo l’ho dato: se non compaiono su emule non ci penso neppure. Per la Rosso credo che ti sbagli: l’autore de Il Silenzio di Lenth ha recensito il romanzo e l’ha trovato molto bello. È lui è Scrittore, di queste cose se ne intende.
Circa.
Che squallore.
Si è pure sperticato di lodi per i romanzi della Romagnoli… Il Segreto dell’Alchimista si trova su emule: è brutto da far vomitare le capre.

#348 Comment By Vincent Law On 21 dicembre 2009 @ 00:27

Magari ci stava a provà con la Rosso, e quella di lodare i suoi romanzi era una tattica

#349 Comment By selerian On 21 dicembre 2009 @ 00:40

Ahem. I due sono entrambi editi Piemme. E nel blog della Rosso è apparso poco tempo dopo un commento sbrodolante su “Il Silenzio di Lenth”, che apriva con “premetto che questa recensione non sarà oggettiva”. No comment.

In compenso lui è una persona civile, ha persino risposto ad alcune critiche che gli ho fatto. La Rosso… ehm, ehm. Avete mai provato a svegliare qualcuno iniziando a suonare la chitarra elettrica nella stanza dove dormono? Ecco, lei ha reagito in modo molto meno composto e gentile. Non che questo migliori il libro di Centi, è ovvio…

#350 Comment By Tim On 21 dicembre 2009 @ 09:16

@ Angra:
Mi scuso per la citazione non puntuale, mi riferivo al tuo interveno “riflessioni mattutine” letto tempo fa. Non riesco proprio a trovarlo però, l’avrei quotato altrimenti. Magari adesso ti è più chiaro cosa volessi intendere.

@ Gamberetta. Io non offendo, ho precisamente detto che NON intendevo proporre un’immedesimazione. Penso tu sia una buona critica. Forse imbecille è stata un’espressione non funzionale per ciò che volevo dire.

Comunque, vedete che con le parole si può dire e comprendere tutto e il contrario di tutto? Voi non avete neanche accennato a ciò che io vi ho segnalato, ma avete contestato il mio post come se fosse questione di vita o di morte su punti frivoli, non sul suo senso, solo su punti deboli della mia asserzione, su cavilli formali, espressioni storte.
Questo tu Gamberetta lo fai TALVOLTA anche nelle recensioni, e non è un buon metodo.

Io non attacco nessuno, io non voglio aver ragione, ma come dici anche tu, sono i fatti quelli che contano.
Per gestire i fatti della scrittura talvolta una critica costruttiva serve, e una critica è costruttiva quando spinge a certe riflessioni qualitative sui lavori e non quando pensa solamente ad attaccare.

Comunque, siccome non voglio prendere in giro né la mia intelligenza né tanto meno la vostra, la smetto di precisare, perché se volevate capire il senso del mio intervento, lo avevate fatto già da un pò.

Ripeto, secondo me più strumenti si hanno meglio si fa un dato lavoro, se il lavoro è la critica letteraria, qualche esempio dalla tradizione non guasta.
‘Scusate’ se mi sono permesso di proporne uno.

Comunque, non mi importa, ognuno fa quello che crede.

Buona perpetrazione.

P.S. Mi sembra paradossale che si vada a guardare pseudo offese personali quando il mio post invitava solo a prendere visione di un testo che poteva essere interessante.
Questo a mio avviso dice molto più di qualsiasi commento.
E’ paradossale che io mi debba quasi ‘scusare’ per aver tentato di proporre qualcosa che poteva far ragionare (mi ci metto in mezzo, io non sono il professore di turno che porta i lumi).
Ma a quanto pare qua l’unica prassi è di parlarsi addosso e stop.
Va bene, prenderò atto, come hanno fatto già molti. Senza rancore. Mi spiace però. Buon proseguimento.

#351 Comment By Angra On 21 dicembre 2009 @ 10:18

@Tim:
be’, il mio discorso allora era ancora diverso. Dicevo: se un autore risponde “Taci tu, che non hai un Dottorato di Ricerca in Storia della Ruota negli Imperi Precolombiani e quindi non puoi criticare il mio romanzo”, allora dovrebbe rispondere la stessa cosa anche a chi lo elogia. Il mio discorso era quindi: perché per dire “è bello” non servono titoli mentre per dire “è brutto” non bastano mai?

#352 Comment By zweilawyer On 21 dicembre 2009 @ 11:09

@Gamberetta
Se non ti è piaciuto Il Segreto dell’Alchimista, ti consiglio l’opera seconda della Romagnoli: I Signori delle Colline.
Questa volta su Ester e Nimeon si abbatte una tempesta di noia mortale, che buca le pagine e colpisce anche il lettore.
Il tutto accompagnato da un booktrailer che è l’apoteosi del nerd-trash.

Zweilawyer

#353 Comment By Ste On 21 dicembre 2009 @ 13:50

Come quando ti danno il resto se mancano 5 centesimi ci si infuria, se danno 3 euro in più zitti zitti si mettono in tasca e si va via felici.
Le persone oneste li restituiscono. Gli autori onesti accettano le critiche senza dire “tu non sei uno scrittore non puoi commentare (negativamente)”. Al che mi piacerebbe rispondere “tu non sei un critico non puoi criticare la mia critica”.

#354 Comment By Gweniver On 21 dicembre 2009 @ 13:53

Vabbe allora ditelo… voto un libro e questo viene rimosso!

Ma io dico, sei uno scrittore, sei stato pubblicato, chettifrega di metterti in screameg contro la mietitrebbia della critica letteraria del web? Ma la Troisi mica viene qui a sputtanarsi, manda le sue fan armate con sparainsulti al plasma… Uff, di questo ci tenevo a leggere la recensione, anche solo per vedere se c’era qualche idea da prendere per il mia prossima alba di gdr…

#355 Comment By Gloria On 21 dicembre 2009 @ 16:22

Questa invece è geniale, sono praticamente d’accordo in tutto . Non che ti interessi xD. Mi piacerebbe prima o poi sottoporti il mio scritto( si prima che “per qualche sfortunato evento” approdi in libreria. Verrebbe quasi sicuramente disintegrato ma almeno capirei cosa c’è che non va e cosa c’è di migliorabile a volte 4 occhi non bastano c’è bisogno di un quinto.

#356 Comment By Massimo Bianchini On 21 dicembre 2009 @ 18:20

Vabbe allora ditelo… voto un libro e questo viene rimosso!

Ma io dico, sei uno scrittore, sei stato pubblicato, chettifrega di metterti in screameg contro la mietitrebbia della critica letteraria del web? Ma la Troisi mica viene qui a sputtanarsi, manda le sue fan armate con sparainsulti al plasma… Uff, di questo ci tenevo a leggere la recensione, anche solo per vedere se c’era qualche idea da prendere per il mia prossima alba di gdr…

La decisione di metterlo e poi rimuoverlo non è stata mia.
(Anzi, mi ero autovotato; poi le cose sono un po’ degenerate e ora ritengo che sia meglio così.)

Massimo Bianchini

#357 Comment By Ruru On 21 dicembre 2009 @ 21:51

cerco disperatamente di difendere la mia scelta (ergo la Rosso) citando un pezzo del suo libro preso dal blog (ma lei ha detto che poteva essere modificato in sede di editing, quindi io spero intensamente che non sia così ç___ç)

Il cielo era rosa d’aurora, e la campagna attorno a Rhoda era avvolta nel silenzio.

Eynis e Jadifh, appostati dietro una siepe, spiavano il cortile silenzioso di una fattoria.

- Non possiamo semplicemente cercare un’altra strada?- sussurrò la ragazza.

- No! La pattuglia notturna sta tornando dalla ronda e io sono il ricercato numero uno del regno. La via più sicura è questa, dammi retta!

Eynis lanciò un’occhiata al sentiero che portava nei campi che dovevano raggiungere. – Allora ci conviene passare subito– disse.- Dormono ancora tutti, sbrighiamoci prima che sia troppo tardi!

- Hai ragione. Al mio tre attraversiamo e ci nascondiamo nel campo, va bene? Uno, due e… -. Ma prima che Jadifh potesse dire “tre”, il silenzio fu rotto da un chiocciare sgraziato e ripetitivo.

- Accidenti, la gallina! – disse Eynis tra i denti. – Ha fatto l’uovo e adesso sveglierà tutti!

- Non esagerare, smetterà subito, vedrai!

- Figurati! Le galline non smettono di chiocciare, a meno che qualcuno non prenda l’uovo.

- Davvero? – chiese il ragazzo con un lampo negli occhi.

- Certo, è così! – rispose Eynis voltandosi. Ma Jadifh non era più dietro di lei. Era saltato in piedi e aveva scavalcato la siepe, sparendo all’interno del pollaio.

Il canto della gallina tacque, il ragazzo riattraversò il cortile di corsa e tornò ad accovacciarsi di fianco a Eynis. In mano stringeva un uovo.

- Problema risolto! – esclamò con un sorriso smagliante.

Ma Eynis non ebbe nemmeno il tempo di rispongergli che l’intero pollaio esplose di un chiocciare assordante.

- Oh, no! Ci si mettono anche le altre ora! – gemette il ragazzo.

- Via, scappiamo! Presto, prima che arrivi il contadino! – fece Eynis. E i due attraversarono la strada in un lampo e si tuffarono tra le spighe di grano verde.

- La prossima volta – ansimò Eynis – si prende la strada che dico io!

- Beh, questa situazione ha avuto il suo lato positivo – dichiarò il ragazzo.

- E quale?

Jadifh sollevo l’uovo come per brindare alla salute di Eynis, lo forò e lo bevve in un sorso.

e io mi chiedo: perchè?
Perchè sono anni che cerco di migliorare il mio stile a suon di fanfiction sebbene stia morendo dalla voglia di scrivere una benedetta storia originale, prefendo farmi un minimo di ossa piuttosto che scrivere minchiate?
Perchè non è proibito per leggo pubblicare a 12/17 anni?
Perchè questa tizia mi ispira odio? (no, a questa mi sò rispondere: una che afferma di non sapere quant’è grande un metro quadrato di terra -facile: è grande un metro quadrato ù.ù- giustificando questa sua abissale ignoranza con il “sono una bambina, gné gné gné” non può starmi più simpatica della varicella *_*)

#358 Comment By Lupo On 21 dicembre 2009 @ 21:58

Per capire meglio la qualità dei romanzi, avrei alcuni quesiti riguardanti gli approfondimenti linkati da Gamberetta (interviste agli autori):

Chiara Strazzulla (video-intervista): su 4 minuti di intervista un minuto viene utilizzato per parlare del libro, mentre nei rimanenti 3 minuti la giornalista glissa, e si mette a fare domande su tutt’altro? (politica, Fiorello). Perchè?

Elisa Rosso (video-intervista): è un monologo in cui la Rosso descrive la trama del suo romanzo, ma durante la sua esposizione si può notare che, in almeno tre occasioni il suo volto compie delle espressioni che io definirei di disgusto, avversione. (Proprio mentre parla del suo romanzo). Perchè?

La risposta, identica per entrambi i romanzi, la dovreste già conoscere. ;)

#359 Comment By Gamberetta On 21 dicembre 2009 @ 22:31

@Ruru. Scrivere bene e pubblicare sono due ambiti distinti. Se vuoi pubblicare devi fiutare quali storie sono più richieste (storie d’amore con i vampiri? licantropi? elfi? maghetti a scuola?), buttare giù qualcosa e cercare di spacciarlo a quanti più editori possibile. Ovviamente se riesci a farti amico qualcuno in una casa editrice è meglio. La qualità di quello che hai scritto non ha importanza.
Se invece vuoi scrivere bene, appunto è richiesto studio ed esercizio, e devi ignorare la Strazzu, la Rosso & soci. Capisco che faccia rabbia e dispiacere – anch’io ogni tanto sono profondamente indignata, anche se meno negli ultimi tempi – ma non c’è niente da fare.

#360 Comment By francesca On 21 dicembre 2009 @ 23:43

@ Tim: non credo che Gamberetta dovrebbe moderare i suoi toni nelle recensioni affinchè possano essere più costruttive e meglio metabolizzate dagli autori. Questo principalmente perchè le recensoni, per definizione dovrebbero servire a chi il libro non l’ha ancora letto, e non agli autori stessi. Non sono editing postumi affinchè gli autori possano migliorarsi, ma un “servizio” affinchè i lettori possano evitare i brutti libri e leggere i belli. Siccome Gamberetta non detiene la fiducia incondizionata delle genti, o particolare autorità conferitale da Thor figlio di Khmer, argomenta e illustra dettagliatamente le sue critiche perchè chi legge possa redersi conto che il suo dire “fa schifo” non è partito preso ma un giudizio dettato da motivazioni specifiche: la tal carenza tecnica ecc. . Questo poi può essere anche molto utile all’autore stesso o agli aspiranti, ma non credo sia il fine principale. Che poi a volte sconfini nel sadismo (ma allora anche nel masochismo visto che i libri prima li legge) se ne può parlare (perchè lo fai? chiedono in molti, e i più kattivi azzardano: per invidia frustrazione ecc.). Ma, a parte la psicopatologia della vita quotidiana di Gamberetta, trovo lecito chiedersi se questo atteggiamento sia utile/interessante per il potenziale lettore del libro, al quale è rivolta, piuttosto che: è costruttivo per l’autore?

#361 Comment By selerian On 22 dicembre 2009 @ 00:37

@ ruru: Ah beh, se vogliamo infierire sulla Rosso è troppo facile, è il nostro bersaglio preferito su K&P! Voglio dire, una storia in cui c’è non UN SOLO prescelto abbandonato in fasce in un paese, ma DUE! Entrambi abbandonati in fasce NELLO STESSO paese! Per puro caso! Questo per non parlare di chicche come i Kattivi che prima danno fuoco alla città, fanno scappare gli abitanti e POI ci entrano :S. Elisa Rosso commenta, alle nostre perplessità: “anche i cacciatori accendono un fuoco davanti alla tana del coniglio per stanarlo”. Ma a meno che vogliamo seguire l’esempio di Fini e regalare un buon flacone di Valium a Gamberetta, forse è meglio tenersi sul Silenzio di Lenth, è molto meno allucinato quantomeno.

Visto che citate le interviste a Strazzu e Rosso, vi linko la migliore del Ghiro: http://www.booksweb.tv/content/show/ContentId/473 , garantisco che merita un’occhiata.

#362 Comment By lilyj On 22 dicembre 2009 @ 01:41

@ Selerian: è atroce. Se anche avessi avuto la minima intenzione di leggere qualcosa del Ghiro (mai nick fu più azzeccato), con questa intervista mi sarebbe passata qualsiasi voglia. Urgh. “Scrivere fentesi è più facile”… =_=

#363 Comment By Gamberetta On 22 dicembre 2009 @ 10:11

@selerian. Tutto sommato Lenth mi sta dando delle soddisfazioni. L’autore è molto preciso: per esempio adesso ha specificato che i cadaveri sono “senza un barlume di vita”. Scuola Sergio Rocca.

#364 Comment By Diego On 22 dicembre 2009 @ 12:56

@ Gamberetta: LOL! Questa m’ha ucciso! ^__^

#365 Comment By Vincent On 22 dicembre 2009 @ 13:20

Per Clio:

Scusa, ma sostenere che l’America ha “prodotto” scrittori eccellenti non significa sminuire il mio ragionamento.
Basterebbe fare una ricerca sociopolitica, economica per capire e comprendere certi meccanismi.
Se poi vogliamo chiuderci gli occhi o dire gli americani sono cattivi o buoni, per me non c’è problema.
La zona grigia è importante: è lì che si gioca.

#366 Comment By selerian On 22 dicembre 2009 @ 14:58

Tzk. Niente in confronto ai capolavori di logica lapalissana della Rosso. “la pietra preziosa scintillava come un diamante”.

#367 Comment By Jonnie On 22 dicembre 2009 @ 15:15

Ma le interviste sono atroci!
Non sono riuscito ad arrivare in fondo nemmeno ad una di esse. Troppa tristezza. La Strazzu fa una pena… Ghirardi sembra uscito dalla reclame dell’imodium…
Atroci, atroci.

#368 Comment By Hendioke On 27 dicembre 2009 @ 01:09

Spero non ce l’avrete con me se riesumo di nuovo il pone di Bianchini ma essendomi letto tutti i commenti a ritroso quando sono arrivato alla frase incriminata ero stupefatto. Stupefatto della critica di Gamberetta che mi ha fatto capire molte cose sulle sue idee di fondo riguardanti la letteratura.

Premetto che sono d’accordo con Gamberetta che il libro di Bianchini non è un buon libro. Perché? Perché Gamberetta stessa ha detto che le prime pagine che ha potuto leggere sono nello stesso stile della descrizione del ponte e ormai seguo questo blog da abbastanza tempo da sapere che Gamberetta ha l’intelligenza e l’onestà intellettuale da non dire boiate, quindi lo stile preponderante è quello, e sono d’accordo con lei che un libro scritto così è un brutto libro.

Ma nella fattispecie, la frase sul ponte, ho trovato la critica sproporzionata, diciamo meglio che l’ho trovata giusta a metà.

Mi è parso di capire da quanto si è detto che l’episodio è in esame è un episodio marginale, di transito. Non avviene niente di davvero importante presso il ponte, anzi non avviene niente. Semplicemente i protagonisti giungono al ponte. E come episodio marginale intendo considerarlo in questo post.

La frase del fiume:
Infine giunsero nei pressi del ponte principale, un’imponente struttura arcuata, con ampie rampe inclinate che congiungeva le due sponde del fiume.

Come ha detto Gamberetta Bianchini se la sarebbe potuta cavare con un semplice “Giunsero a un ponte” e finirla lì. Ma mettiamo che l’autore abbia voluto dare delle informazioni in più senza però appesantire la lettura, senza rallentare il ritmo in modo che rimanesse un episodio di transito: veloce ed essenziale.

Dire “Giunsero al ponte principale” è perfettamente lecito ed è perfino una buona trovata. L’aggettivo “principale” non evoca nessuna immagine e nessuna sensazione ma semplicemente perché non serve a quello. “Principale” è un aggettivo che ha il solo scopo di informare ed esattamente di trasmettere una ed una sola informazione “il sostantivo aggettivato da questo termine è l’elemento più importante di un insieme di elementi simili”.

In questo caso l’aggettivo “principale” indica che il ponte al quale è riferito è il più importante ponte della città (della città e non del fiume lo si desume dal contesto spiegato post addietro da Bianchini).

Con l’utilizzo di un solo termine quindi l’autore riesce a passare al lettore più informazioni:
1. Ci sono altri ponti sul fiume (nella fattispecie l’informazione corretta dal contesto è: ci sono altri ponti che attraversano il fiume in città)
2. Questo ponte è il più importante

E’ possibile passare le stesse informazioni con lo show don’t tell? Certo. E’ possibile passare le stesse informazioni con lo show don’t tell ed essere così sintetici? Assolutamente no. In questo caso un passaggio dal raccontare al mostrare implicherebbe un rallentamento della narrazione ingiustificabile per un episodio così marginale.

Se l’autore mostrasse quello che racconta con “giunsero al ponte principale” non se la caverebbe con 4 parole, ma nemmeno con 10. L’informazione che ci sono altri ponti e che questo rispetto agli altri ponti è il più importante sono ben più complessi da trasmettere con lo show don’t tell rispetto alle caratteristiche del ponte medesimo.

Varrebbe la pena, anzi sarebbe necessario, ricorrere allo show don’t tell se il ponte principale fosse un elemento di un episodio importante.
Se, ad esempio, i personaggi stessero progettando di tendere un agguato a qualcuno.
Allora sì al lettore non basterebbe sapere che quello è il ponte più importante ma vorrebbe vederlo. Vorrebbe vedere i personaggi che si acquattano presso quel ponte e non presso altri, perché il custode dell’affumicatoio e la sua scorta possono muoversi agevolmente col loro carico di salmoni stregati su quel ponte meglio che sugli altri.

A volte il tell dont’ show è la scelta migliore per riuscire a dare al lettore le informazioni di cui si pensa abbia bisogno, o che comunque possono arricchire l’episodio, senza però rallentare il ritmo quando non serve rallentarlo e senza espandere l’episodio quando non serve espanderlo.

Sono invece parzialmente d’accordo con la critica mossa alla descrizione vera e propria del ponte. A parte il fatto che in un episodio di mero transito si poteva anche evitare di indulgere nella descrizione del ponte. Ma se proprio lo si deve fare è possibile descriverlo molto brevemente in show don’t tell come ha dimostrato Gamberetta.

Da parte mia trovo, vista la marginalità dell’episodio, anche accettabile una brevissima descrizione narrata (salvo il fatto che in ambito descrittivo lo show don’t tell è sempre l’opzione da preferirsi) che non ha altro scopo di dare al lettore una idea di ponte; in questo caso arcuato, ma con rampe piane (poteva anche essere ricoperto di porfido).

Io l’avrei trovata accettabile anche così:

“Giunsero nei pressi del ponte principale: una struttura arcuata, con rampe inclinate, che congiungeva le sponde del fiume”

Ancora meglio

“Giunsero nei pressi del ponte principale: una struttura arcuata, con rampe inclinate”

#369 Comment By Gamberetta On 27 dicembre 2009 @ 13:15

@Hendioke.

A volte il tell dont’ show è la scelta migliore per riuscire a dare al lettore le informazioni di cui si pensa abbia bisogno, o che comunque possono arricchire l’episodio, senza però rallentare il ritmo quando non serve rallentarlo e senza espandere l’episodio quando non serve espanderlo.

La prima ipotesi è corretta, la seconda no. Non devi infiorettare (“arricchire”) la narrazione, devi scrivere solo quello che serve per la storia, quello che è importante, quello che conta.
Non è che se metti aggettivi e specificazioni in più “arricchisci”. Ogni parola deve avere un senso nel quadro complessivo.

Ma mettiamo pure che tu stia scrivendo una di quelle storie dove l’ambientazione è in primo piano e dunque l’arricchire riguardo il paesaggio non sarebbe fine a se stesso: ti sembra che le rampe ampie o arcuate “arricchiscano”?
Sono banalità.
“Il ponte di marzapane si gettava sopra il fiume di miele.”
Qui sto arricchendo.
“La finestra aveva i vetri.”
Non sto arricchendo.

#370 Comment By Hendioke On 27 dicembre 2009 @ 16:18

Uhm spiego meglio. Il pezzo da te quotato va inteso come riferito ancora alla frase “Giunsero al ponte principale” senza tenere ancora conto di quanto segue dopo.
Sono d’accordo che “arcuato” e “rampe inclinate” non arricchiscono un bel niente. “Ponte principale” invece oltre a poter essere un’informazione necessaria (dipende da come se la vuole giocare l’autore) può essere “arricchente” nel senso che consente al lettore di avere una idea più chiara del ponte (è il più importante: vengo spinto a immaginarlo ampio, in buon materiale ecc.) e dell’ambiente (nel caso che in città ci sono più ponti e posso immaginarmi una città medio-grande salvo che sia stato diversamente specificato) senza dover perdersi in descrizioni e senza dover rallentare.

Nel momento in cui l’autore s’abbandona alla tentazione di arricchire ancor di più l’oggetto in esame tramite una descrizione allora son d’accordo con te: lo show don’t tell è necessario.
Detto questo per quello che è il mio gusto, e quindi uscendo dal discorso tecnico, posso anche accettare un compromesso, ovvero una descrizione raccontata in forma più che essenziale come quella che ho proposto nel post precedente.
Mi rendo conto che resta una scelta deteriore nel momento in cui si parte a descrivere, ma personalmente l’accetterei considerando che stiam parlando di un episodio davvero davvero marginale.

#371 Comment By Hendioke On 27 dicembre 2009 @ 16:35

Uff ho scritto un post contraddittorio e confuso.

Nel momento in cui l’autore s’abbandona alla tentazione di arricchire ancor di più l’oggetto in esame tramite una descrizione allora son d’accordo con te: lo show don’t tell è necessario.
Detto questo per quello che è il mio gusto, e quindi uscendo dal discorso tecnico, posso anche accettare un compromesso, ovvero una descrizione raccontata in forma più che essenziale come quella che ho proposto nel post precedente.
Mi rendo conto che resta una scelta deteriore nel momento in cui si parte a descrivere, ma personalmente l’accetterei considerando che stiam parlando di un episodio davvero davvero marginale.

Ovviamente una descrizione di questo tipo non arricchisce davvero. Ha un altro scopo: specificare

Scrivere

Giunsero nei pressi del ponte principale: una struttura arcuata, con rampe inclinate

Non arricchisce la descrizione del ponte, ma specifica che tipo di ponte è dando al lettore una impalcatura da completare con agio grazie agli elementi che già possiede (tutti sono capaci ad immaginare un ponte arcuato, presumibilmente di pietra, coperto con rampe, presumibilmente di legno). E in questo senso, specificare un elemento noto al lettore o comunque di comune fantasia, a me sta bene anche una descrizione raccontata come quella appena riportata, per una questione di gusto mio, sempre tenendo conto che stiam parlando di un elemento marginale.

Spero che così sia più chiaro ^^’

#372 Comment By Elvezio On 27 dicembre 2009 @ 18:49

tanto le recensioni italiane d’ora in poi saranno pochissime in ogni caso.

Stessa cosa (anzi, zero) dalle mie parti e noto parecchi cedimenti anche in altri posti, per esempio Mana che cercherà, nel 2010, di non parlare più di scena italiana di un certo tipo o, in via privata, noti “attori” della scena fantastica che mi confessano di non poterne più.

A prescindere dal casus belli Bianchini, che anche a me è parso più disposto al dialogo di altri (ma, come ha giustamente fatto notare Gamberetta, non è quello il punto) noto una certa generale stanchezza (sono gentile e non uso locuzioni riguardanti parti anatomiche maschili simili a sfere od ovoidi) in quelli che considero i migliori commentatori e critici della Rete italiana del fantastico, e non ritengo sia una mera coincidenza bensì una rottura difficilmente sanabile.

Per certi versi è una “ritirata” (ma preferisco pensarla come un regalare corda e sapone ai vari scrittori e migrare verso nuovi lidi senza assistere all’autodafé della bulimica scena) che lascia il campo ai soliti portali e agli stessi pessimi scrittori che si autopromuovono critici di se stessi e degli amici, ma pazienza: è diventata davvero una missione impossibile.

Resta da vedere se l’auspicato salto dal cartaceo all’elettronico sortirà, nel medio termine, qualche tipo di miglioramento della situazione o se, come credo io, si tratti di guasti più che altro “italiani” che riflettono il degrado presente in tanti altri ambiti.

Staremo a vedere, ma la delusione e la frustrazione (non l’invidia, però) sono davvero profonde.

#373 Comment By Vincent On 28 dicembre 2009 @ 15:28

Dalla discussione letta con il Bianchini capisco perché Angra si lamenta delle mie obiezioni, lui si esenta dal giudicare il valore di un’opera leggendo interamente il romanzo, gli basta leggere un frammento.

D’altronde: “Di Figli di Tenebra, Nephandum e Il Silenzio di Lenth ho letto gli incipit: scritti da schifo, vien voglia di cavarsi gli occhi.
La Scacchiera Nera sembra scritto un po’ meno peggio, ma rimane dilettantesco.
Gli Orchi di Kunnat (sempre a giudicare dall’incipit) avrebbe bisogno di una terapia intensiva di editing, ma almeno ha un certo brio”.
e si è avuto il coraggio di criticare Verso solo dopo 36 pg di lettura e avere una discussione sul colore della pelle, e io sono l’unico matto che si incazza per una frase senza senso.

Io “mostro”, tu spiega.

#374 Comment By Il Fede On 28 dicembre 2009 @ 17:04

Uhmn, ogni tanto passo a leggere qualche recensione, e devo dire che spesso mi sollazzano. Da autore dilettante (rigidamente rinchiuso nella pratica letteraria tetè-a-teté col computer: nessun altro incluso) non condivido sempre i consigli che leggo qui (qualcuno sì, qualcuno no. Insomma dipende: sullo show don’t tell sbandierato come Soluzione Finale, ad esempio, sono decisamente apocalittico. Su altre cose, come la gestione dei tempi tarata sul valore narrativo sono più integrato).

Ma qui mi interessava un altro punto: sono arrivato a leggere questi commenti da altri siti (chissenefrega quali sono) e tu, Gamberetta, mi spiace ma ne esci davvero male.
Potrei fare un discorso più generale parlando a tutti e nessuno ma, diamine, il blog è tuo: quindi mi rivolgo a te. Non so, magari avevi scazzi, magari erano quei giorni. Non ne ho idea.

Ma nel complesso (e non solo da qui, ma almeno dal messaggio che non avresti più “lavorato” gratis) trapela la sgradevolissima sensazione che tu ti stia prendendo sul serio.
Non farlo: hai sempre detto cose serie senza essere seria; si tratta di una cosa da non dare per scontata (e affatto comune).
Non lasciare che l’essere (forse) dotata di una cultura letteraria leggermente superiore alla media ti possa traviare.

Sono stato fastidiosamente sorpreso nel notare come della garbata ironia da parte di un autore (Bianchini) ti abbia potuto far uscire in tal modo dai gangheri (minacciando addirittura di chiudere il blog), quando invece voli alta e tranquilla sopra gli insulti più beceri.
Forse è stato anche il vedere come di recente te la stia prendendo con gli autori, più che con le case editrici. Ti faccio un paragone: io suono, e so bene che non c’é niente di più triste e deprimente del giovane talentuoso che se la prende con chi viene pagato per suonare merda, e non con chi quella merda prepara, confeziona e vende e soprattutto PAGA.

Cosa potrebbe accadere se dovesse arrivare su questo blog un “vero” autore (intendo qualcuno più bravo a scrivere di me, di voi, e del 98% degli autori in circolazione)? Un vero professionista della parola?
Si scadrebbe nel flame tra l’autore e chi critica?
Ma per favore su… mica abbiamo 15 anni… vero?
VERO?!?!?!

Federico

Note di consumo: contiene ironia addizionata meccanicamente, superflua per la fruizione del messaggio. Agitare e lasciare il contenitore rovesciato per 15 minuti per far evaporare l’ironia in eccesso.

#375 Comment By Il Fede On 28 dicembre 2009 @ 17:09

Scusate, ovviamente il mio post qui sotto si rifà ESATTAMENTE a quel che dice Elvezio, ma ne propone una lettura alternativa (Opposta? Speculare? Non lo so: secondo me è coincidente, ma io sono hegeliano… quindi oltre a non aver problemi a tenere assieme pere con le mele, anche sprovvisto di buon senso).

Buon 2010 a tutti. Fantasy o meno.
Federico

#376 Comment By Gamberetta On 28 dicembre 2009 @ 17:29

@Il Fede. Hai proprio capito male: io uso un tono (auto)ironico, ma sono serissima in quello che dico. Lo sono sempre stata. Non me la prendo più con le case editrici perché è inutile: non c’è speranza che possano cambiare, l’unica soluzione, come spesso ripeto, è quella di non comprare più libri e farle morire di fame.

Mi dici quali sarebbero gli autori “veri”?

#377 Comment By Brandoch_Daha On 28 dicembre 2009 @ 17:54

Un saluto a tutti.

Dalla lettura dei commenti, faticosa e stimolante, mi convinco sempre più che Gambreretta finisca col ricoprire un ruolo di cui il nostro paese, aggiungerei con inclemenza il nostro periodo storico, è tristemente privo. Parlo del ruolo di intellettuale. A motivo di ciò non posso che giustificare e apprezzare la severità dei suoi interventi e delle sue posizioni.

#378 Comment By Elvezio On 28 dicembre 2009 @ 22:17

Anche secondo me è coincidente, Federico.
Ma ritengo, come detto, l’incidente Bianchini (sarebbe un titolo di opera mica male) una spiacevole coincidenza, un inciampo, a momentary lapse.

Devi considerare (e non è facile per chi non sia dall’altra parte a riceverle, davvero) l’enorme volume di fuoco di offese di vario tipo ricevute da Gamberetta nel corso degli anni.
Di più, il vero e proprio odio. Odio eh, non uso una parola a caso.
Anni di odio.
Può anche far finta di fregarsene e fare pi dell’ironia, ma anni di odio secondo me pesano.
A fronte di un enorme montagna di lavoro gratuito svolto senza forma di retribuzione altra che un pubblico divertito, interessato, molto sensibile e arguto e, a volte, vampiro e affamato di circensi, anche senza pane.

Essere appassionati di una materia come lo è lei e poi constatare giorno dopo giorno, anno dopo anno che tutto collassa, involve sempre più e che il livello, invece di crescere, decresce talvolta a velocità spettacolare non è di nuovo cosa umanamente facile da sopportare.

Non lo è per me che ho 39 primavere sul groppone e posso quindi, chessò, testimoniare di come 20 anni fa le cose andavano davvero “meglio” (sia come livello di produzione del fantastico, sia come rapporti fra case editrici, fandom e scrittori), figurati per qualcuno con meno anni e meno pelo sullo stomaco.

Trovo solo umano che ogni tanto si sbrocchi, anzi, in una persona come Gamberetta che alle volte può dare l’impressione di essere eccessivamente fredda e robotica io accolgo eventuali sfuriate in modo ancora più salutare. La rendono umana (quindi anche fallace, dio bono, che sarà mai).

Poi si continua, si procede a fare quel che più ci piace e amiamo, magari spostandoci in pub diversi dove probabilmente continuano a non pagare i musicisti ma non gli sputano nemmeno in faccia, ma ogni tanto uno sfogo è solo che umano.

E tolto appunto il target occasionale Bianchini (che non conosco e di cui ho letto solo le frasi qui riportate e che, ripeto, fa migliore figura di tantissimi altri) quanto dice Gamberetta mi pare fondamentalmente condivisibile.

Così come mi pare condivisibile il suo volersi occupare di materiale estero.
Posso dir poco o nulla riguardo il fantasy in quanto ne leggo poco di entrambe le sponde oceaniche, ma se la situazione è uguale a quella dell’horror allora mi sento in grado, conoscendo buona parte della produzione italiana e di lingua inglese, di dirti che non è nemmeno pensabile un confronto, sia per quanto riguarda il livello qualitativo della produzione sia (cosa probabilmente più importante) per quanto concerne i rapporti fra critici, fan, case editrici e scrittori.
E senza rapporto fra questi elementi la scena non cresce, gli scrittori non crescono, le case editrici non crescono, i critici non crescono, i lettori subiscono.

Come biasimare una persona come Gamberetta che, stanca di certi trattamenti, sceglie di occuparsi di materiale migliore?
Secondo me può e farà grandi cose su materiali esteri. Non ho spulciato il blog (quindi non so se l’abbia già fatto, poi controllo) ma sbaverei a vederla occuparsi, chessò, di Little, Big tanto per sparare al bersaglio più grosso.

E a occuparsi di centinaia di altri titoli validi.

#379 Comment By Optisum On 29 dicembre 2009 @ 05:49

Mi sembra che in questo modo non si dia la possibilità di emergere come scrittori fantasy italiani. Sembra che se un autore non esordisce con un libro supermegafantastico non possa migliorare nelle successive pubblicazioni.

Non c’è il rischio che tutte le volte che ci si ritrova in mano un libro di un autore italiano si parta già prevenuti sul suo contenuto? I futuri scrittori si ritroveranno a dover lottare ingiustamente contro un’etichettatura che gli viene assegnata a priori.

Sono quasi le 6.00 del mattino… ho sonno… quindi adesso mi ritiro nel mio privato mondo fatato.

#380 Comment By Angra On 29 dicembre 2009 @ 06:30

@Optisum:

Mi sembra che in questo modo non si dia la possibilità di emergere come scrittori fantasy italiani. Sembra che se un autore non esordisce con un libro supermegafantastico non possa migliorare nelle successive pubblicazioni.

E’ esattamente il contrario: a un autore che viene pubblicato, e magari da una grossa casa editrice, non verrà mai il sospetto di dover migliorare. E se anche gli venisse il sospetto, chi glielo fa fare? Gli editori si trincerano dietro al fatto che loro devono guadagnare. Ok, il libro è un prodotto come un altro: io ti do soldi buoni, tu in cambio mi devi dare un prodotto buono, fine.

#381 Comment By Elvezio On 29 dicembre 2009 @ 08:07

Concordo con Angra.

Questo è uno dei pochi posti nei quali viene offerta agli autori una cartina di tornasole sul loro stato di avanzamento e quindi indicati punti deboli e vie per migliorare.
Per farti un esempio personale (che conta poco in quanto scrivo poca narrativa e pubblico ancor meno) io negli ultimi anni mi sento totalmente bloccato dall’assenza di editing.
Per quanto si possa lavorare da soli tanto sui propri testi un editor esterno è indispensabile (basterebbe guardare a Carver, ho sempre in mente la foto di quella sua pagina con le correzioni del suo editor, ed era Carver), indispensabile, altrimenti la vedo molto dura.
Qui avviene questo rapporto (e altri di altro tipo) in maniera gratuita e la risposta è quasi sempre odio, sberleffo, insofferenza ecc ecc da chi si sente ormai legittimato da un pugno di vendite, quattro commenti adoranti su ibs e due interviste di mentecatti che manco sanno di che vanno a parlare.

Trovo più probabile che Tizio migliori il suo stile (e la proposta di contenuti) qui che nelle redazioni di grandi case editrici.
Ma per migliorare serve umiltà e presa di coscienza.

Bianchini ne ha anche se in quanto dice lui c’è effettivamente un problema: dice di essere fan, di aver letto spesso Gamberi Fantasy (a me per esempio capita meno, lo leggo solo in occasione di titoli stimolanti) ma pare non averne assorbito nessuna “lezione”, segno che quanto viene detto su queste pagine o non gli interessa più di tanto o lo considera sbagliato o poco importante.

Che poi pazienza, capita a tutti, rileggendo certe mie cose provo imbarazzo e mi dico che davvero non è servito a nulla aver cercato di seguire alcuni consigli, rileggendone altre per fortuna mi ritengo un minimo più soddisfatto, ma manca in tanti l’attitudine ad ascoltare e leggere, pensano che Gamberetta lo faccia per sadismo o chissà perché, mi sembra che la prevenzione ci sia dall’altra parte…

#382 Comment By Annaf On 29 dicembre 2009 @ 09:29

Non c’è il rischio che tutte le volte che ci si ritrova in mano un libro di un autore italiano si parta già prevenuti sul suo contenuto?

Tempo fa ho seguito i consigli di lettura di alcune amiche, riguardo autori italiani. Risultato? Mi sono messa le mani nei capelli perché sembrava che nessuno si fosse reso conto degli errori che c’erano. E non erano errori trovati perché sono partita prevenuta, anzi, con tutta la buona volontà ho dovuto ricredermi sia sugli autori, sia sulle mie amiche, sia sulle case editrici che li hanno pubblicati.
Adesso sì, lo ammetto, parto prevenuta perché sento già che quel dato autore, pubblicato dalla grande casa editrice, non è migliorato di una virgola (e parlo di autori già editi o di autori molto giovani), anzi, è quasi peggiorato. Ho provato a riprendere in mano la Troisi (per dirne una), quello che ho trovato è stato come leggere un tema di un bambino di seconda elementare che non sa ancora bene l’italiano. L’idea c’era (magari un po’ rubacchiata da qualcun altro), ma la forma in cui era posta faceva cadere le braccia. Il lavoro di editing c’è stato? A me non pare proprio o se c’è stato è stato fatto in modo così scadente perché tanto ai lettori puoi dare qualsiasi cosa, mica se ne accorgono. Ho provato a leggere anche la Strazzulla e anche qui ho riscontrato le stesse pecche (se non di peggio).

Non voglio dire che tutti gli autori italiani siano così (anche perché non lo penso proprio, sono convinta che qualcuno di buono ci sia, ma finché è oscurato da gente come Troisi, Strazzulla e compagnia bella, non so quanto riesca ad emergere perché da noi (come ovunque), per certe cose, si seguono delle mode), spero solo che qualcuno di decente si affacci su questo panorama e non mi faccia più partire così prevenuta (magari qualcuno che è maggiorenne già da qualche anno e che abbia esperienza di narrativa fantastica alle spalle).

C’è stata una sola volta, ultimamente, nella quale non sono partita prevenuta per leggere un italiano ed è stato quando mi hanno consigliato Cecilia Randall che, a dispetto dello pseudonimo, è italianissima: ho trovato il suo primo libro scritto molto bene, i personaggi hanno spessore e le idee sono sfruttate al meglio.

Comunque finché le case editrici tratteranno i lettori come emeriti deficienti, incapaci cioè di distinguere le cose scritte bene (con tutto quello che fa da contorno, ovviamente) dalla fuffa, allora non c’è molta speranza che io non parta più prevenuta prima di leggere qualcosa.

I futuri scrittori si ritroveranno a dover lottare ingiustamente contro un’etichettatura che gli viene assegnata a priori.

Può succedere, come no, insomma se un autore è oggettivamente bravo lo dimostrerà ampiamente, indipendentemente da come può essere etichettato all’inizio. Ma chi è abituato a leggere fuffa dirà che questo autore meritevole più di altri non sa scrivere e non sa trasmettere emozioni, mentre chi è abituato a leggere cose decenti sarà finalmente contento perché le case editrici hanno ricominciato ad aprire gli occhi.

Alla fine penso che qualcuno parta prevenuto, dall’una o dall’altra parte, comunque.

E scusatemi il papriro di roba e magari anche un po’ sconclusionato, ma quella frase mi ha spinta a scrivere i miei pensieri^^

#383 Comment By Vincent On 29 dicembre 2009 @ 09:49

Secondo il mio PDV, Optium ha la sua ragione ed Elvezio anche.
Il problema è fare un assioma di questa situazione.
è troppo semplice dire: casa editrice= nessuna voglia di migliorare
blog = stimoli.

Angra per esempio, non vuole rotte le palle e vuole solo pacche nelle spalle. (Da dire che nel suo sito a Jean ha ammesso che sì la prima parte non è un granchè)
Alla faccia della predica.
Assume lo stesso atteggiamento di chi critica.
Perché i suoi colleghi si difendono dalla Gamberetta dicendole tu dici stronzate.

Non si può imputare ad uno scrittore esordiente il fatto che non sappia scrivere, proprio in quanto esordiente.
Non è una giustificazione, è un dato di fatto.
Le colpe sono sue, ma soprattutto di chi non aiuta lo scrittore a migliorare. (Lo stesso Angra ha detto che il suo romanzo è il frutto di revisioni di altri, compresa G, quindi c’è un lavoro di squadra non di un singolo).
Avete mai letto l’opera prima di Dick?
Penso che qualcuno qui la farebbe a pezzi.
Però poi Dick è diventato un grande.
Per esempio, Francesco Di Mitri con il suo Pan, e non era il suo esordio, ha dimostrato che le case editrici sono disposte a valutare buone opere (anche se poi quest’ultima non ha goduto di un’ottima promozione).
Che interesse avrebbe una casa editrice a non pubblicare un capolavoro?
Il problema di fondo è un’altro. Anzì a dir il vero sono due.

1) Non esiste una quantità così elevata di lettori in Italia sia di Fantasy che di Fantascienza. Questo dato ha scoraggiato secondo me l’editoria nostrana. Vuoi anche perchè non esistono Grandi Scrittori.

2) Denaro. Nel senso che le lamentele nelle grande maggioranza dei casi dipendono dal non volere spendere una certa cifra per leggere Merda. Io una proposta lo intravista nel metodo Wu Ming. Ma constatando che in Italia l’onestà è utopia, ognuno deve prendersi le proprie responsabilità: lettori, scrittori, editori.

Come dissi tempo fa alla Gamberetta, se tu rubi i libri, prima o poi lo scrittore che ci mette sudore e sacrificio rinuncia perché nella società in cui viviamo se non c’hai i soldi non mangi.

#384 Comment By Zweilawyer On 29 dicembre 2009 @ 11:10

@Annaf

Comunque finché le case editrici tratteranno i lettori come emeriti deficienti, incapaci cioè di distinguere le cose scritte bene (con tutto quello che fa da contorno, ovviamente) dalla fuffa, allora non c’è molta speranza che io non parta più prevenuta prima di leggere qualcosa.

Le case editrici sono imprenditori. Non fanno valutazioni sull’idiozia o sull’intelligenza degli utenti, ma su cosa si può vendere e cosa no. L’offerta è sempre stimolata dalla domanda. Twilight ha fatto crescere la domanda di teen-vampires novels, ed ecco che le case hanno risposto con una trentina di titoli, spesso di qualità scadente, sull’argomento.
Inoltre, penso che le valutazioni tecniche su un libro rimarranno sempre appannaggio di chi ha letto manuali di scrittura. L’uomo comune legge, vede che fila, e, se l’argomento è interessante, passa sopra a qualsiasi errore (ad esempio, un repentino cambio di POV non interessa a nessuno).
Ora, se tu fossi un editore, e ti venisse posta dal direttore editoriale la scelta fra il libro di Angra e Springwood High School: Vampires vs Lycans, cosa faresti? Rischieresti una tiratura di diecimila copie sul primo o andresti sul guadagno sicuro del secondo?

Zweilawyer

#385 Comment By Massimo Bianchini On 29 dicembre 2009 @ 11:42

Mi ero ripromesso di non intervenire, ma dal momento che “l’incidente Bianchini” continua a tener banco, devo puntualizzare un paio di cose.

@ Angra

E’ esattamente il contrario: a un autore che viene pubblicato, e magari da una grossa casa editrice, non verrà mai il sospetto di dover migliorare. E se anche gli venisse il sospetto, chi glielo fa fare?

Probabilmente alcuni (forse molti) potranno anche ragionare in questo modo, ma quello che riscontro su questo blog è che gli autori italiani risultino tutti uguali. Indiscriminatamente. Secondo me questo “atteggiamento” danneggia pesantemente i contenuti didascalici (diciamo così, via) degli articoli presentati.
Per la stessa ragione, mi ricollego a quanto esposto da Elvezio:

@ Elvezio

Bianchini ne ha anche se in quanto dice lui c’è effettivamente un problema: dice di essere fan, di aver letto spesso Gamberi Fantasy (a me per esempio capita meno, lo leggo solo in occasione di titoli stimolanti) ma pare non averne assorbito nessuna “lezione”, segno che quanto viene detto su queste pagine o non gli interessa più di tanto o lo considera sbagliato o poco importante.

Porto all’attenzione che la stroncatura del romanzo (di cui ometto il nome da tempo, evitando almeno l’accusa di farmi pubblicità) è legata alla descrizione di un ponte, che non c’entra NIENTE con la trama, e su un primo capitolo “scritto male”, senza ulteriori specifiche. Se da quelle “critiche” si può dedurre che io non abbia “assorbito nessuna lezione”, lo accetto, ma non sono per niente d’accordo, perché molte parti del romanzo credo che siano state scritte tenendo ben presenti alcuni articoli di questo sito. Sono stati assimilati male? Probabilmente. Probabilmente sono anche incapace a scrivere (sebbene, giova ribadirlo, se non altro per il mio morale, i complimenti ricevuti finora sono stati largamente superiori rispetto alle critiche), ma la possibilità di parlarne con toni tranquilli mi è stata preclusa fin da subito.

Saluti,

Massimo Bianchini

#386 Comment By Elvezio On 29 dicembre 2009 @ 11:48

Bianchini, hai ragione.
Non ho letto il romanzo quindi in effetti non posso dire quanto ho detto solo sulla base di pochi estratti.
Scusami, la discussione mi ha trascinato dove non sarei dovuto andare.

Le altre considerazioni extra-Bianchini rimangono, ovviamente. Vincent ha ragione a dire che bisogna evitare l’assioma, certo, la mia era indicazione di media, assolutamente non assiomatica. Ci sono blog terribili e case editrici in gamba, ci mancherebbe, mi pare scontato ma forse è giusto ribadirlo.

#387 Comment By Elvezio On 29 dicembre 2009 @ 11:58

Però non è vero che gli autori italiani siano trattati tutti nella stessa maniera. Sono sicuro che Gamberetta saprà proporti una serie di link che portano a diversi giudizi di merito su diversi autori.

#388 Comment By Angra On 29 dicembre 2009 @ 12:00

@Massimo:

Probabilmente alcuni (forse molti) potranno anche ragionare in questo modo, ma quello che riscontro su questo blog è che gli autori italiani risultino tutti uguali. Indiscriminatamente.

Il mio non voleva essere un giudizio così assoluto, ovviamente, ma valido in media. Se poi pesiamo gli autori secondo il venduto, la Troisi pesa più di tutti gli altri messi insieme e finora è andata in peggiorando.

#389 Comment By Gamberetta On 29 dicembre 2009 @ 12:05

@Massimo Bianchini. Non raccontare balle. La stroncatura del romanzo non deriva dal ponte. La stroncatura nasce dall’estratto pubblicato su FM, che sono circa 6 cartelle (1.800 caratteri l’una). Più che sufficienti per giudicare. Quelle 6 cartelle sono scritte da cani. Il ponte è la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Vuoi l’analisi delle 6 cartelle, frase per frase perché ti dimostri come sono scritte in maniera orribile, con lo stile appunto di una svampita che posta il suo primo raccontino su Internet?
PAGHI.
Sono anche stufa di perdere tempo. Se io ti faccio l’analisi di una frase spendendoci 70 righe, l’unica risposta accettabile (specie da un mio fan) è: grazie e mi scuso moltissimo per non essere stato all’altezza delle tue aspettative.
FINE.
Non c’è nient’altro da discutere.

#390 Comment By Vincent On 29 dicembre 2009 @ 12:27

Bianchini, tu hai ragione.

Da notare che io ho avuto una discussione con Angra sulla parola INFEZIONE a dimostrazione che l’atteggiamento che hanno avuto con te sul PONTE sembra essere personale e non tecnico.
Angra prima di rispondere tecnicamente ha dovuto offendere più volte.
Convinto che questo lo faccio essere più intelligente.
Io ne dubito.

Mi spiego (ho il cervello mangiato dai vermi, eh, eh!).
Non si può giudicare il valore di un romanzo da un frase o da un capitolo estrapolato.
Tu non ti sei offeso. A prescindere se avevi ragione o meno.
Anche perché l’incomprensione dell’infezione risulta più o meno condivisibile, non compromette il lavoro di Angra.
Angra, invece si è offeso.
Anzì Angra ha offeso il suo lettore, tu no.
Angra la vede come una cosa personale, tu no.
Tanto che ti hanno voluto chiudere la bocca, perché non ci possono essere scrittori che valutano la critica tecnicamente e non personalmente.
Lo sai da dove si nota questa differenza?
Dall’atteggiamento e dal modo con cui una persona si rapporta alle critiche.
In questo senso l’atteggiamento e il modo fanno la differenza.
Non quando si critica in un certo modo.

#391 Comment By Vincent On 29 dicembre 2009 @ 13:10

Per Zweilawyer:

“Ora, se tu fossi un editore, e ti venisse posta dal direttore editoriale la scelta fra il libro di Angra e Springwood High School: Vampires vs Lycans, cosa faresti? Rischieresti una tiratura di diecimila copie sul primo o andresti sul guadagno sicuro del secondo?”

Non lo so, Angra potrebbe provare con la nuova collana della mondadori “Epix”, il probelma non è Vampires contro Lycans. Secondo me la partita si gioca più che altro tra il SENSE OF WONDER di cui parla G e il raccontare cose vecchie in modo originale.
Ora non voglio dire che Angra non ci è riuscito perchè ribadisco non ho letto le fonti di ispirazione.
Leggendo il romanzo di Angra ho pensato che il problema è l’imitazione (Angra stesso lo ha definito come un fanfiction) nel senso che magari gli editori di questa roba ne hanno letta un casino, hanno valutato la domanda che non è enorme, hanno fatto alcune scelte a buio e hanno provato.
Mi viene da pensare ad ABEL di Claudia Salvatori, anche lì ci sono mostri, zombie e quant’altro. Ci stanno provando.
Penso che il passo che bisogna fare oggi, sia smetterla di prendersela con chi sa scrivere, cercare di “aiutare” a migliorare sia la qualità dei lettori che degli scrittori supportando queste collane.
Com’è?
Un esempio (il primo che mi viene in mente) potrebbe essere quello di supportare il romanzo di un membro del gruppo, proporlo, farlo girare e cercare di inserirlo in queste collane. Magari ideare un romanzo insieme o una raccolta.
Bad Prisma lo è stato, è andata male. Okay
Bisogna bocciare l’opera non il progetto che ci sta dietro.

N. B ho scritto tutto di getto, quindi può essere che qualche stronzata mi è sfuggita.

#392 Comment By dr Jack On 29 dicembre 2009 @ 13:33

Bisogna bocciare l’opera non il progetto che ci sta dietro.

Dipende dal progetto e dall’opera.

Prendiamo l’opera The Last Wish. L’opera funziona (la compriamo perfino in inglese), i progetti delle case editrici no.
Prendiamo Licia Troisi. L’opera non funziona, i progetti delle case editrici si (almeno finché non ci hanno dato la possibilità di esprimere liberamente i nostri pareri).
Sono d’accordo con Elvezio che sicuramente ci sono in giro case editrici giuste e oneste.
Ma la maggioranza degli editori (soprattutto i colossi) sono inaffiabili e stanno perdendo fiducia.

Un esempio (il primo che mi viene in mente) potrebbe essere quello di supportare il romanzo di un membro del gruppo, proporlo, farlo girare e cercare di inserirlo in queste collane. Magari ideare un romanzo insieme o una raccolta.

Mi sembra stia accadendo. Ma le case editrici diventano secondarie.

Si sta parlando di cosa dovrebbe pubblicare un editore e come supportare le loro collane.
Secondo me il discorso utile sarebbe: come deve cambiare l’editoria in Italia.
Anche perché mi sembra che questo blog non abbia tra i suoi obiettivi: “aiutare gli autori a farsi pubblicare”. Al contrario Gamberetta mi sembra che voglia “aiutare gli autori a scrivere storie migliori”.
“Pubblicare” e “scrivere belle storie” Sono due cose completamente diverse per le quali hai bisogno di risorse e conoscenze differenti.

#393 Comment By Vincent On 29 dicembre 2009 @ 13:59

Dipende Jack da cosa intendiamo per progetto.
Una collana (Epix) è un progetto.
Proporre al pubblico italiano raccolte di racconti è un progetto. (e un rischio, conoscendo la titubanza italica per i racconti).
Hanno fallito con Bad Prisma.
Non hanno smesso.
Hanno avuto ragione con Samuel Marolla.

“deve cambiare l’editoria in Italia”
Sono d’accordo. In questo senso ho fatto quella proposta.

N.B. Non esiste nessun progetto su Licia Troisi, fidati. Secondo me voi prendete sottogamba il problema, ma non mirate a vedere la testa. Elvezio un indizio lo ha dato: “Non tutti leggono i manuali di scrittura”.

“Anche perché mi sembra che questo blog non abbia tra i suoi obiettivi: “aiutare gli autori a farsi pubblicare”. Al contrario Gamberetta mi sembra che voglia “aiutare gli autori a scrivere storie migliori”.
“Pubblicare” e “scrivere belle storie” Sono due cose completamente diverse per le quali hai bisogno di risorse e conoscenze differenti.

è vero, ma anche lei ha capito (dal post “la pacchia è finita”) che un buon lavoro possa e dovrebbe essere pagato.
Quindi può aiutare qualcuno ad essere pubblicato.

Prendiamo il caso di Angra (No! Angra non c’è l’ho con te, giuro!)
Mettiamo il caso che il suo romanzo grazie agli interventi degli altri utenti (non i miei che sono stronzate:) ) venga ulteriormente migliorato. E grazie al vostro contributo arrivasse alla pubblicazione.
Questo evento non sarebbe già di per se cambiare l’editoria?

#394 Comment By Annaf On 29 dicembre 2009 @ 14:32

Questo evento non sarebbe già di per se cambiare l’editoria?

Certo, ma non dovrebbero essere gli utenti che leggono ad aiutare a migliorare un’opera, ma un editor che è pagato per farlo.
Io la penso così, poi d’accordo che se uno mi passa un lavoro, lo leggo, do delle correzioni perché mi nascono spontanee, ecc., però, se uno manda un manoscritto a una casa editrice e questa accetta la pubblicazione, il lavoro di editing lo deve fare la casa editrice, non io lettore.

Ora, se tu fossi un editore, e ti venisse posta dal direttore editoriale la scelta fra il libro di Angra e Springwood High School: Vampires vs Lycans, cosa faresti? Rischieresti una tiratura di diecimila copie sul primo o andresti sul guadagno sicuro del secondo?

Non ho ancora letto quanto scritto da Angra, quindi non posso giudicare, ma se il titolo della seconda opera fosse davvero quello e notassi, con una lettura, che non è degno di essere pubblicato, allora punterei su quello che merita di più, anche rischiando.
Sì, amo il rischio e sono convinta che le case editrici dovrebbero rischiare un po’ di più su cose che non seguano l’orda e la moda.

Forse mi sono persa qualcosa degli altri commenti per strada, pazienza, appena ho un attimo rileggo bene e rispondo^^

#395 Comment By Vincent On 29 dicembre 2009 @ 14:47

Per Annaf

Hai ragione, ma io parlavo di manoscritti ancora non accettati.

#396 Comment By Annaf On 29 dicembre 2009 @ 14:52

Mi quoto:

Io la penso così, poi d’accordo che se uno mi passa un lavoro, lo leggo, do delle correzioni perché mi nascono spontanee, ecc.

#397 Comment By Vincent On 29 dicembre 2009 @ 15:02

Io rispondevo a questo:

“Se uno manda un manoscritto a una casa editrice e questa accetta la pubblicazione, il lavoro di editing lo deve fare la casa editrice, non io lettore”

Infatti sono d’accordo su questo:

“Se uno mi passa un lavoro, lo leggo, do delle correzioni perché mi nascono spontanee”

tranne sul spontaneo e da qui nasce la mia proposta.

Tra l’altro ho aggiunto: “è vero, ma anche lei ha capito (dal post “la pacchia è finita”) che un buon lavoro possa e dovrebbe essere pagato.
Quindi può aiutare qualcuno ad essere pubblicato”

Aiutare non significa farlo gratis. Quella è una libera scelta.
Infatti la proposta può differenziarsi in base a:

1) Libro singolo
2) Libro collettivo
3) Libro Blog

G. ha deciso di farsi pagare, non fa editing gratis e se non sbaglio anche il Duca.

#398 Comment By Zweilawyer On 29 dicembre 2009 @ 15:08

@Annaf

se uno manda un manoscritto a una casa editrice e questa accetta la pubblicazione, il lavoro di editing lo deve fare la casa editrice, non io lettore.

Ci sarebbe molto da dire sulla figura professionale dell’editor, che qualche decennio addietro era indistinta da quella di correttore di bozze, mentre ora ha assunto i contorni del talent scout letteario. L’editor che faccia un lavoro squisitamente tecnico, simile a quello che porta avanti Gamberetta, è in via di estinzione. Anzi, per una grande casa avere G come editor sarebbe rischioso, perchè, offuscata da rotazioni folli di POV e caterve di avverbi, potrebbe non vedere le potenzialità economiche di un’opera (per rimanere in tema) alla Twilight. A dir la verità poi, molti degli errori sottolineati in questo blog non vengono considerati tali anche da editor consumati. Il POV, ad esempio, può andare dalla testa di un personaggio a quella di un altro senza problemi. Questo perchè il cinema ha cambiato i nostri schemi mentali a tal punto che percepiamo il cambiamento come una semplice rotazione dela telecamera (non sono parole mie, ma di un “esperto” del settore che ho conosciuto lo scorso anno).

Per le piccole case e buona parte di quelle medie, lo avevo giù detto in un precedente intervento, l’editor-correttore di bozze è sempre un amico/fidanzato/amico di amici/professoressa in pensione, quindi in media svolge un lavoro inferiore a quello che potrebbe fare lo stesso autore correggendo il proprio testo tre volte dopo la stsura finale e facendolo leggere a qualche parente.

Zweilawyer

#399 Comment By Vincent On 29 dicembre 2009 @ 15:10

Per jack,

pur avvallando questo cambiamento

“mi sembra che voglia “aiutare gli autori a scrivere storie migliori”.

ho un dubbio, una visione, un delirio.

In futuro potremmo avere gente che paga non per essere pubblicata, ma per scrivere storie migliori, pur sapendo che quelle storie nessuno le pagherà perché possono scaricarle gratuitamente. Lo scrittore diventerà un pseudo lettore e la casa editrice verrà sostituita dalla figura dell’editing, il supervisore che viene pagato dal pseudo lettore.
Adesso si ci affida alla casa editrice per ricevere l’investitura ufficiale un domani all’editing.

#400 Comment By Annaf On 29 dicembre 2009 @ 15:16

Forse è per questo che io penso che un editor debba fare un lavoro più… certosino, perché lo associo ancora al correttore di bozze.
Grazie per avermi segnalato l’errore. (e non sono ironica, eh)

#401 Comment By Gamberetta On 29 dicembre 2009 @ 15:19

@Zweilawyer. Hai proprio fatto bene a mettere “esperto” tra virgolette, perché quella roba del cinema è un’idiozia. Sul fatto che avrei bocciato Twilight: senza dubbio. D’altra parte il 99% dei libri vende poco o niente, perciò in ottica commerciale è normale per editor e valutatori prendere cantonate. Dove non dovrebbero prenderle è nella sistemazione dei testi già scelti per la pubblicazione. Lì, se sai quello che stai facendo, non dovresti sbagliare.

#402 Comment By Angra On 29 dicembre 2009 @ 15:32

@Zweilawyer:

Ci sarebbe molto da dire sulla figura professionale dell’editor, che qualche decennio addietro era indistinta da quella di correttore di bozze, mentre ora ha assunto i contorni del talent scout letteario.

Sì, dove si fanno le cose seriamente si parla di line editor, content editor e talent scout, che sono tre cose diverse. Qui, sparita la figura del content editor si continua a chiamare il primo correttore di bozze, mentre con editor si indica quello che una volta era chiamato lettore. Sicuramente la fase di content editing (ammesso che ci sia abbastanza gente in grado di farla) è anche la più lunga e costosa, per cui è normale che sia sparita. Normale non vuol dire lecito, dato che i soldi che io pago per un romanzo sono soldi buoni.

Questo perchè il cinema ha cambiato i nostri schemi mentali a tal punto che percepiamo il cambiamento come una semplice rotazione dela telecamera (non sono parole mie, ma di un “esperto” del settore che ho conosciuto lo scorso anno).

Capisco perché hai scritto “esperto” fra virgolette. Sarebbe lecito nel caso che il narratore fosse davvero una telecamera che si limita a riprendere suoni e immagini nella scena, ma i salti di punto di vista che si trovano in una roba tipo Wunderkind sono tutta un’altra faccenda, e non so quale “esperto” potrebbe mai difenderli senza toccarsi spesso il naso.

#403 Comment By Zweilawyer On 29 dicembre 2009 @ 15:37

Non che io concordi pienamente con “l’esperto”, volevo solo spiegare perchè quasi tutti i romanzi abbiano POV sempre più saltellanti senza che a nessuno freghi nulla.
Però, in un impeto di onestà intellettuale, devo ammettere che piano piano mi sto abituando anche io al fatto che un errore del genere non venga quasi più considerato tale.

Zweilawyer

#404 Comment By dr Jack On 29 dicembre 2009 @ 15:45

In futuro potremmo avere gente che paga non per essere pubblicata, ma per scrivere storie migliori, pur sapendo che quelle storie nessuno le pagherà perché possono scaricarle gratuitamente.

Su questo sono contrario.

Sulla riforma delle case editrici il discorso è molto ampio e non sono un esperto del campo.

Editor indipendente? Si può fare.
E’ giusto far pesare all’autore le spese di editing?
Trovo più corretto lavorare a percentuale. L’editor deciderà quali opere editare in base alle sue decisioni personali e arbitrarie. Se fa una scelta i rischi della stessa cadono su di lui.

E’ giusto far pesare alle case editrici l’editing?
Sì. La scelta la fa la casa editrice in questo caso e il rischio deve ricadere su di lei.

Ma non è solo questo.
E-book, distribuzione, consumer service, diritti d’autore, rapporti con il pubblico… perfino l’autore sta cambiando (vedi Wu Ming)

Ci sono talmente tante figure ormai, e con i modelli economici del giorno d’oggi possono agire tutte in maniera indipendente.
Per ora non abbiamo abbastanza professionisti. Ma sono ottimista. Vedo che ci stiamo muovendo.
La domanda è: quanto velocemente?

#405 Comment By Vincent On 29 dicembre 2009 @ 15:45

per Zweilawyer

“Però, in un impeto di onestà intellettuale, devo ammettere che piano piano mi sto abituando anche io al fatto che un errore del genere non venga quasi più considerato tale”

Occhio a dire queste cose potrebbero sbranarti o addirittura darti del normodotato

#406 Comment By Vincent On 29 dicembre 2009 @ 15:49

Caro Jack,
era un delirio :)

“E’ giusto far pesare all’autore le spese di editing?
Trovo più corretto lavorare a percentuale. L’editor deciderà quali opere editare in base alle sue decisioni personali e arbitrarie. Se fa una scelta i rischi della stessa cadono su di lui”

Questa proposta mi piace.

Quanto velocemente?
Non lo so.
Ancora molti stentano a comprendere il cambiamento dei Wu Ming, pensa te…

#407 Comment By Gamberetta On 29 dicembre 2009 @ 15:51

@Zweilawyer. Quasi tutti i romanzi in Italia. Perché io di salti di pdv nei romanzi esteri non ne vedo tanti. Meglio dire nessuno.

#408 Comment By Zweilawyer On 29 dicembre 2009 @ 16:07

@Gamberetta
Leggo più in italiano che in inglese, ma se non mi sbaglio (ed essendo umano mi succede più di quanto vorrei) ho trovato qualche pdv (apprezzo che tu abbia usato l’acronimo italiano) sballato anche in The sword itself e in qualche altra lettura recente, forse proprio in Leviathan.
Che poi questo errore sia particolarmente amato dai nostri autori è fuori di dubbio.

Zweilawyer

#409 Comment By Gamberetta On 29 dicembre 2009 @ 16:13

@Zweilawyer. Onestamente non ricordo alcun errore di punto di vista in Leviathan. Poi può anche essere, le sviste capitano a tutti (all’autore, all’editor, a me che leggo). Ma un conto è un errore isolato, un conto è – come succede spesso per gli autori italiani – un continuo sbagliare senza nessuna buona ragione.
Io di romanzi esteri con il punto di vista gestito “come capita” non ne ho mai incontrati. In Italia sì.

#410 Comment By Vincent On 29 dicembre 2009 @ 16:22

Potremmo aggiungere applicando la regola di produzione che:

Il salto di PDV è oggettivamente il pejo

:)

#411 Comment By Anacarnil On 29 dicembre 2009 @ 17:02

Romanzi esteri con POV che salta un po’ qua e un po’ là? In certi frangenti, nel capolavoro di Golding, Il signore delle mosche, succede. Non è propriamente un narratore onnisciente, ma talvolta si legge nella testa di Piggy e a volte in quella del protagonista.

#412 Comment By Vincent On 29 dicembre 2009 @ 17:22

Per Anarcanil:

il mio intervento era ironico, seguiva questo:

http://fantasy.gamberi.org/2008/05/24/la-fogna-dei-commenti/#comment-17996

#413 Comment By Doarcissa On 29 dicembre 2009 @ 19:22

Riguardo alla

figura professionale dell’editor

ho una domanda da profana. Ma e` normale che affinche` un romanzo sia leggibile ci debba essere il lavoro dell’editor? Voglio dire, non e` parte intrinseca del lavoro dello scrittore, quello di scrivere qualcosa di leggibile? Anche la revisione e` parte del lavoro dell’autore. Se uno non e` in grado di scrivere decentemente senza un editor che gli riscriva tutto, come puo` essere considerato uno scrittore? E se invece sa scrivere, a cosa gli serve un editor?

(Forse ho questi dubbi perche` non conosco bene le mansioni di un editor).

Ciao!

#414 Comment By dr Jack On 29 dicembre 2009 @ 19:38

@ Doarcissa:
Secondo me non esistono solo libri belli o libri brutti e un editor ha il compito di migliorare l’opera.
Un libro può valere da zero a infinito.
Magari uno scrittore è già bravo di suo e scrive un libro di valore 8.
Magari lo scrittore vuole fare sul serio e ricorregge il libro più volte, così porta il valore del libro a 10. A questo punto il libro magari è leggibile.
Ma un editor esterno può fornire un ulteriore punto di vista nuovo e se è davvero capace offre un valore in più al libro, portandolo magari a 12, magari a 15.

** I valori che ho inserito sono puramente esemplificativi, il peso dell’editor può essere molto maggiore secondo me.

#415 Comment By Diego On 29 dicembre 2009 @ 19:55

@Doarcissa: il tuo dubbio è più che lecito. Il fatto è che, se giudicati sulla base della qualità, i romanzi che vengono tirati in ballo ad esempio per queste recensioni, NON avrebbero bisogno dell’intervento di un editor. Dovrebbero essere rifiutati punto e basta. Come ha detto Dr. Jack l’editor dovrebbe aiutare l’autore a migliorare l’opera, scovare le pecche e portare alla luce i pregi. Ma si suppone di fare questo lavoro su un livello minimo qualitativo che invece non esiste nella quasi totalità dei casi.

#416 Comment By Rotolina On 29 dicembre 2009 @ 20:00

In futuro potremmo avere gente che paga non per essere pubblicata, ma per scrivere storie migliori, pur sapendo che quelle storie nessuno le pagherà perché possono scaricarle gratuitamente.

E invece io sono d’accordo.
Perché l’unica cosa è che si deve cambiare nella testa dei lettori/autori/editori “cosa sto pagando”.
Cosa pago in un libro? Una volta si pagava la carta, l’inchiostro, la stampa. I libri erano cari per i prezzi di produzione.
Ora invece cosa pago? L’idea, la storia, il contenuto.
E quindi, perché io devo pagare prima di sapere qual è il contenuto?
Alla fine, scaricare via internet è come andare in biblioteca.
Io leggo il libro gratuitamente. Se mi è piaciuto, posso pagare per “servizi accessori”. Che so, le famose offerte che molti siti (come questo) mettono. O anche il libro su carta.
Basta vedere i molti webcomic, che pubblicano gratuitamente, e poi vedono il libro cartaceo. I fan lo comprano, e da lì il guadagno.

#417 Comment By Zweilawyer On 29 dicembre 2009 @ 21:15

Come ha detto Angra in un intervento precedente, le grandi case hanno diverse figure professionali che prima andavano sotto la dicitura di editor. Aggiungo, e non è un particolare irrilevante, che sono proprio le grandi case ad utilizzare dei veri e propri autori ombra. Strapagati e perfettamente a conoscenza di cosa vuole il mercato, sono le vere menti dietro alcuni dei successi editoriali più eclatanti.
Mi butto nel solco della banalità dicendo un’altra cosa. Trent’anni fa i migliori correttori di bozze provenivano dall’Accademia della Crusca e non lasciavano un solo errore sintattico o grammaticale. Addirittura non lasciavano passare l’intercambiabilità fra indicativo imprefetto e congiuntivo imperfetto, e, in generale, sparavano a vista quando qualcuno usava l’indicativo invece del congiuntivo.

Zweilawyer

#418 Comment By Mauro On 29 dicembre 2009 @ 22:55

Rotolina

E quindi, perché io devo pagare prima di sapere qual è il contenuto?
Alla fine, scaricare via internet è come andare in biblioteca

Il problema è che ci sono diverse persone (io ne conosco varie) che non pagherebbero (e non pagano) nemmeno dopo aver visto il contenuto e aver deciso che gli piace.
Nel discorso su come gestire il diritto d’autore nell’era di Internet si deve considerare anche quello, perché il discorso “Scaricate, se vi piace comprate” almeno parzialmente cade.
Sul perché non reputo che scaricare da Internet sia come andare in biblioteca, ti rimando alla discussione che c’è stata qui (indico un mio messaggio in cui ho parlato della cosa, ma la discussione era iniziata prima ed è proseguita dopo).

#419 Comment By Uriele On 29 dicembre 2009 @ 23:27

@Zwei: beh, quelli della Crusca sono da sempre i miei grammarnazi preferiti. Grazie al flame fra loro e il malefico gobbo (aka Leopardi) ho potuto godere di un validissimo trolling ottocentesco, secondo solo a quello a fra il Monti e Foscolo (non sono solo gli scrittori di fantasy italiani contemporanei ad essere permalosi e a non accettare le critiche :D). Italia terra di troll, navigatori e grammanazi.

Detto questo, in un libro pubblicato gli errori grammaticali e sintattici NON dovrebbero esserci mai . E’ un minimo che si richiede alla casa editrice quando si compra un libro. L’editor non dovrebbe essere una maestra di scuola media che ti cerchia gli errori con la penna rossa, dovrebbe essere qualcuno che ti aiuta a trovare e correggere i punti deboli nell’intreccio o nella caratterizzazione e le inesattezze/cazzate ( per quanto uno si possa informare non potrà mai sapere tutto, è impossibile).

#420 Comment By Lupo On 29 dicembre 2009 @ 23:31

Cito da post nr.389 di Gamberetta:

La stroncatura nasce dall’estratto pubblicato su FM, che sono circa 6 cartelle (1.800 caratteri l’una). Più che sufficienti per giudicare. Quelle 6 cartelle sono scritte da cani. Il ponte è la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Premetto che non ho ancora letto il romanzo ma, di fronte ad una affermazione di questo tipo ho un problema di natura morale:
E’ possibile stroncare un romanzo dopo solo 6 cartelle?
Di solito quando leggo un romanzo aspetto fino all’ultima pagina prima di esprimere un commento. Sarà per il mio inguaribile ottimismo, ma a nessuno e venuto in mente che forse dalla cartella 7 in poi il romanzo possa “ingranare”?
Ho letto diverse volte commenti dispregiativi che derivavano dall’aver letto l’incipit o solo le prime righe di un romanzo.
Prendiamo un ipotetico romanzo X: se pagina 1 è brutta e se pagina 2 è brutta allora pag 3 è sicuramente orribile. Un ragionamento di questo tipo non si può applicare alla narrativa. Potete dire quello che vi pare ma a priori non si può affermare con certezza che un romanzo fa schifo. Se si parla di probabilità, allora il discorso cambia. ;)

Tutto quello che ho scritto in precedenza è solo un’opinione personale e non è da considerarsi un espediente che cerca di modificare artatamente le altrui opinioni. :)

P.s: Chiedo scusa a Massimo Bianchini se ho tirato in ballo il suo romanzo (solo a titolo esemplificativo).

Vi auguro un sereno 2010.

#421 Comment By Gamberetta On 29 dicembre 2009 @ 23:50

@Lupo.

Premetto che non ho ancora letto il romanzo ma, di fronte ad una affermazione di questo tipo ho un problema di natura morale:
E’ possibile stroncare un romanzo dopo solo 6 cartelle?

Sì è possibile. Mttimo ke io skriva cs! Hai bisogno di 700 pagine per dare un giudizio? No. Perché se una persona dimostra di non conoscere grammatica e sintassi è un po’ dura che abbia scritto un buon romanzo – peggio, anche se l’ha scritto non me ne posso accorgere perché leggerlo è una tortura.
Sei cartelle bastano per capire se un autore conosce le basi della tecnica narrativa (che sono altrettanto, se non più importanti, di grammatica e sintassi).

Un conto è un romanzo che appare brutto (situazioni banali, personaggi cliché) ma scritto in maniera decente: lì sì posso dir poco finché non leggo tutto; un conto è un romanzo che appare brutto (situazioni banali, personaggi cliché) e in più è al limite del leggibile: lì si chiude a pagina 3 e basta.

Poi una recensione formale con gamberi e tutto quanto non la faccio senza leggere tutto, ma questo è per quieto vivere, non perché sia eticamente sbagliato recensire un romanzo dalle prime pagine, quando le prime pagine già dicono se vale la peno o no acquistare il tale romanzo.

Infine, negli ultimi tre anni, tra centinaia di romanzi inediti e non, mi ricordo un solo caso di incipit brutto e di romanzo decente. E comunque quell’incipit non era così brutto come quello del romanzo in oggetto.

#422 Comment By Massimo Bianchini On 30 dicembre 2009 @ 08:39

Neanche a farlo apposta, ieri Andrea Menaglia, che conduce una rubrica su un canale televisivo fin dal secolo scorso ospitando svariati autori italiani (non faccio pubblicità per evidenti ragioni), si è complimentato -fuori onda- per il romanzo: “una storia fantasy non banale, di facile lettura, e decisamente fuori dagli schermi.”

Questo è il parere di un critico che ha letto interamente il romanzo. Dall’altra parte c’è il parere di Gamberetta che ha letto sei cartelle.

Direi che l’unica soluzione sia quella di andarsi a leggere queste benedette sei cartelle e farsi un’opinione personale se sn skrtte ksì o meno. (Nemmeno in questo caso riporto nomi e link per evidenti ragioni pubblicitarie.)

Massimo Bianchini

#423 Comment By Gamberetta On 30 dicembre 2009 @ 09:51

@Massimo Bianchini. Direi che non mi rimane altro che scusarmi, vero? Cioè, se Andrea Menaglia che conduce un programma televisivo sostiene che il romanzo è bello e originale, be’, di fronte a tale autorità è ovvio che non posso far altro che concordare. Cosa posso dire a mia discolpa? Sarò stata ubriaca mentre leggevo l’inizio del tuo romanzo. Non c’è altra spiegazione per un simile abbaglio da parte mia.

A parte gli scherzi, se vuoi convincermi che valga la pena leggere il tuo romanzo, nonostante lo stile oggettivamente obbrobrioso, puoi fare una sola cosa: metti il tag spoiler ed elenchi tutte le idee geniali, le trovate fantastiche che il romanzo contiene. Roba che ogni volta che rileggi gongoli perché al confronto Swanwick e Vandermeer paiono dei dilettanti.
Elenca tutti i conceptual breakthrough (vedi l’ultimo articolo sul sense of wonder). Se effettivamente il tuo romanzo contiene meraviglia può essere che valga la pena leggerlo al di là dello stile.
Se davvero c’è meraviglia ti prometto che lo compro, lo leggo e lo recensisco (se vuoi).

#424 Comment By Zweilawyer On 30 dicembre 2009 @ 09:53

@Massimo
Ma parli di Andrea Menaglia di Roma Sat? Mi pare abbia anche una specie di print on demand a Piazza Fiume, a due metri dallo studio dove lavoro. Comunque seguo spesso la sua trasmissione, qualche anno fa ricordo che ci andò anche l’autore di Lothar Basler. Si tratta comunque di una trasmissione che definirei “pubblicitaria”, visto che spesso vengono intervistati autori mediocri che pubblicano con l’editrice a pagamento “Il Filo”.
Massimo, diciamoci la verità, sostenere che il tuo romanzo sia “non banale” e “fuori dagli schemi” è, pagine alla mano, piuttosto difficile.
Ad ogni modo, meglio per te, se vuoi scrivi quando andrà in onda la trasmissione che me la guardo volentieri, e magari chiamo in diretta per sottolineare il pezzo del ponte (scusa non ho resistito, ormai è un tormentone).

Zweilawyer

#425 Comment By dr Jack On 30 dicembre 2009 @ 09:58

@ Rotolina:
La mia frase era ambigua.
Quando ho detto che non ero d’accordo intendevo:
Non sono d’accordo, nel futuro, anche se si potrà scaricare gratuitamente un’opera, la gente continuerà a pagare un prezzo che ritiene giusto.
Io sono pro alla distribuzione gratuita con possibilità di fare un’offerta se ti piace l’opera.

@ Massimo Bianchini:
Un commento fuori onda di un personaggio che lavora in televisione da molti anni e che afferma di aver letto il tuo libro per intero non è che sia il massimo come difesa…

#426 Comment By Diarista incostante On 30 dicembre 2009 @ 10:37

Massimo, guarda, io non lo so chi è Andrea Menaglia. Potrebbe essere chiunque, persino uno che di libri ne capisce. Ma penso che non abbia mai letto granchè di fantasy, o sia di quelli (e sono troppi) che credono che fantasy sia un sinonimo di signore degli anelli, ragion per cui se non vedono un hobbit nella trama saltano su a dire che è tutto originalissimo.
Non so dove stiano le sei cartelle di cui parlate qui di preciso, io ho letto un pezzo del primo capitolo di N. su un altro sito. Bene, non ho l’occhio fino (qualcuno direbbe pignolo) di Gamberetta, ma i difetti di quel brano sono molto evidenti persino a me:

1) clichè (desolanti a parer mio. Il mezzelfo, il ramingo, gli orchi, un nano accennato… uffa che noia)

2) contraddizioni (esempio: è o non è la capanna dello sciamano? Se lo è, è inutile scrivere “quella che doveva essere la capanna dello sciamano”, se non lo è i teschi fuori non “testimoniano” un tubo)

3) dialoghi che suonano finti, o addirittura proprio brutti (“Però gli altri due orchi e la creatura sono scomparsi, e questo non mi è ancora chiaro” la frase non è ambigua, è solo brutta. Cioè, leggendo il resto si capisce di che parla Keilan, ma lo dice davvero male)

4) scenario che suona finto, appena accennato, messo lì a caso. Magari volevi suscitare curiosità e mistero, eh, magari ha a che fare con la trama (probabile), ma lo stesso la descrizione del paesaggio è brutta. Che so, falli cavalcare/camminare in mezzo alle lande di sassi o alle macchie di vegetazione fitta (ma esiste un paesaggio simile in natura? Perchè la geografia fisica non è un’opinione, i sassi non piovono dal cielo, gli alberi non crescono tra le rocce fino a formare macchie fitte) invece che buttare là una descrizione fatta alla boia di giuda.

5) uscite davvero poco felici (“anime vive” per esempio… voglio dire, hai mai sentito di anime morte? Lo so che in italiano si dice “non c’è un’anima viva”, ma è gergale, è come dire “ciò!” qui in romagna, non si scrive in un racconto, suvvia)

6) personaggi costruiti male. Berond dovrebbe essere esperto, ma si sgomenta di fronte a un cadavere che si anima, fa la mammoletta cercando di tornar verso casa ogni due per tre, vagola in qua e in là come un turista al soldo della guida mezzelfa, dice delle boiate (“e se si fossero diretti verso il baluardo?”), ha bisogno di giocare “un gioco delle parti”, si stupisce per delle stupidaggini… Non è credibile, mi segui? Se volevi far sembrare un figo Keilan dovevi farlo agire da figo tra i fighi, non mettergli accanto un cretino.

7) infodump

8) POV ballerino

Vedi Massimo, anche io apprezzo il tuo tono pacato e civile nei commenti al blog, è una novità gradevole senz’altro, ma quello che hai scritto sembra proprio da rivedere da cima a fondo. Come fai a definirti lettore e/o estimatore di G. e poi scrivere così? Nel senso che certi errori avrebbero dovuto saltarti agli occhi subito, appena fatti, o addirittura non avresti nemmeno dovuto farli, se è vero che bazzichi il blog.
Ma è vero che leggi il blog oppure è stato solo un tentativo di farsi amico il nemico?
Perdona la diffidenza, ma dopo aver letto quel brano il dubbio mi è venuto spontaneo.

#427 Comment By Hendioke On 30 dicembre 2009 @ 11:29

A questo punto mi sorge una domanda. Ma Massimo Bianchini ha scoperto il blog e ne è diventato fan prima o dopo aver messo in mano alla casa editrice il suo testo?

#428 Comment By AryaSnow On 30 dicembre 2009 @ 16:26

Direi che l’unica soluzione sia quella di andarsi a leggere queste benedette sei cartelle e farsi un’opinione personale se sn skrtte ksì o meno. (Nemmeno in questo caso riporto nomi e link per evidenti ragioni pubblicitarie.)

Sono scritte male e non sono nemmeno scorrevoli, quindi è difficile costringersi a proseguire.
Ci sono tanti motivi per cui è scritto male, tra cui anche quelli più terra-terra: PdV gestito a caso, cose non mostrate in punti dove avrebbero dovuto essere mostrate, aggettivi/avverbi/specificazioni pesanti e inutili, brutto infodump, dialoghi fiacchi, modi di esprimersi ingenui (che potrebbero andar bene solo in una fiabetta o se finalizzati a sfottere) e altro ancora.

I contenuti da quel poco che ho letto sembrano molto banali e anche per gusto personale non mi attirano, ma questo già è un altro discorso. Se il problema fosse solo questo direi anch’io che bisogna leggersi il resto del libro.

Poi potresti anche essere un “fan” di Gamberetta: giudicare i propri scritti è più difficile che farlo con quelli degli altri dall’esterno e senza pratica si rischia di scrivere male anche con un po’ di conoscenza tecnica. Boh. Il punto è che pubblicare un romanzo così non è certo una bella cosa.

#429 Comment By Brandoch_Daha On 30 dicembre 2009 @ 18:58

Di nuovo un saluto a tutti.

Ho letto l’estratto in questione -la curiosità ha infine prevalso.
Mi astengo, causa incompetenza, da un’analisi sulla tecnica di scrittura.
Vorrei invece portare alla vostra attenzione un’impressione generale, squisitamente soggettiva.
M’è parso che chiunque potesse scrivere una narrazione simile.
Per chiunque intendo qualsiasi persona con un minimo di istruzione letteraria, educata a lavorare di fantasia, magari appassionata di fantasy e giochi di ruolo.

Non è davvero mia intenzione offendere lo sforzo lavorativo dell’autore, ma sono onesto nell’affermare che la prima cosa che mi è venuta in mente a fine lettura sono i raccontini che, per passare il tempo, scrivevo sottobanco durante le ore di filosofia al liceo.
Ci tengo a precisare che non sono un aspirante scrittore, magari frustrato dalla mancata pubblicazione delle sue opere: confino l’inchiostro che spreco a innocenti divertisment, legati guarda caso anch’essi ai GDR, rivolti per altro ad un pubblico privato e disinteressato dei propri compagni di gioco.

La domanda che inevitabilmente mi pongo diviene: se non vi è un solco netto tra lettori e autori nè una scrematura delle opere in fase di pubblicazione, leggere e pubblicare cose che possono essere scritte da chiunque, anche da me stesso liceale, che senso ha?

#430 Comment By Massimo Bianchini On 30 dicembre 2009 @ 20:10

Dunque, devo rispondere a un sacco di gente :)
Cercherò di farlo sinteticamente altrimenti corro il rischio di festeggiare il capodanno sulla tastiera.

@ Brandoch_Daha

La domanda che inevitabilmente mi pongo diviene: se non vi è un solco netto tra lettori e autori nè una scrematura delle opere in fase di pubblicazione, leggere e pubblicare cose che possono essere scritte da chiunque, anche da me stesso liceale, che senso ha?

Ottima osservazione. Diciamo che il “diritto” me lo sono guadagnato sul campo. Mettiamo pure che dietro tutto questo ci sia una bieca operazione commerciale della casa editrice. La trilogia di Nephandum deriva dal gioco di ruolo di Nephandum (scusatemi, vorrei omettere i nomi, penso che sia chiaro, ma dovrei riempire la risposta di XXXXXX o perifrasi, e non mi sembra il caso). Il GdR di Nephandum, oltre ad avere vinto qualche premio, è a oggi il gioco di ruolo, interamente realizzato da italiani, più venduto di tutti i tempi. Ne è stata realizzata anche una versione in lingua inglese, che ha varcato i confini nazionali (primo a farlo), ed è venduto in tutto il mondo anglofono (buona parte dell’Europa, USA, Australia, Sudafrica ecc.). Il GdR è stato un successo, e ha generato una nutrita schiera di appassionati.

http://www.amazon.com/s/ref=nb_ss?url=search-alias%3Daps&field-keywords=nephandum&x=0&y=0

Finita la premessa: la bieca operazione commerciale consiste nel proporre le tematiche del Nephandum in forma narrativa, recuperando, potenzialmente come clienti, gli appassionati del gioco. Io sono il co-autore di Nephandum GdR, quindi mi sembra abbastanza naturale poter godere del “diritto” di scrivere un romanzo legato a quel brand.
Vorrei copincollare altre recensioni, ben più lusinghiere, pubblicate altrove, ma non mi sembra il caso. Capisco che ricadere nel de gustibus sia una via di fuga, ma così è. Il capitolo fornito gratuitamente è orrendo? Non comprate il romanzo, punto. Non mi offendo :)

@ AriaSnow e Hendioke
Questione fan di Gamberetta. Fin dal primo post ho scritto che seguo questo blog da tempo, in particolare per le recensioni (che mi hanno fatto spesso lacrimare dalle risate). Trovo anche alcuni articoli interessanti, ma non credo che Gamberetta stia scrivendo la Bibbia del fantasy: su alcune cose concordo, su altre meno. Non se ne vede nemmeno una nel capitolo introduttivo? Non comprate il romanzo, punto. Non mi offendo :)

@ Diarista incostante
Critiche legittime. Chiaramente appigliarsi all’”anima viva” (che è una locuzione comunemente utilizzata in tutta Italia, non certo una voce dialettale) mi fa un po’ sorridere. Credo che dal punto di vista filologico si possa criticare qualsiasi cosa, se si parte dall’”anima mia”.
(Rapidamente: l’utilizzo di cliché è intenzionale: il romanzo fa perno sulla storia e non sugli elementi per mezzo dei quali viene narrata. La contraddizione (derivata dall’utilizzo di un congiuntivo anziché dell’indicativo) ci può stare, ma siamo sempre dalle parti di “anima mia”. Sui dialoghi cercherò di migliorare, non mi sembrano così astrusi, ma capisco la critica, visto che peraltro giunge da più parti. Lo scenario non è per nulla finto. O hai girato poco, oppure un territorio brullo non lo hai mai visto. Posso concordare che sia poco dettagliato, ma anche ridurre le descrizioni ai minimi termini è intenzionale. Berond si comporta pavidamente… perché è pavido, e lo sarà anche in seguito. Sui dialoghi (e il congiuntivo…) posso essere d’accordo, sulla caratterizzazione di un personaggio di supporto funzionale alla trama lo sono molto di meno.

@ dr Jack e zwilawyer
Il Dr. Managlia mi ha raccontato di essere un avido lettore del genere fantasy. Penso di riconoscere chi si complimenta “per circostanza” e chi lo fa con onestà intellettuale. Comunque ignorate l’esempio, non importa.

@ Gamberetta

Direi che non mi rimane altro che scusarmi, vero? Cioè, se Andrea Menaglia che conduce un programma televisivo sostiene che il romanzo è bello e originale, be’, di fronte a tale autorità è ovvio che non posso far altro che concordare. Cosa posso dire a mia discolpa? Sarò stata ubriaca mentre leggevo l’inizio del tuo romanzo. Non c’è altra spiegazione per un simile abbaglio da parte mia.

Classico caso di reduction ad absurdum. Estremizzare un ragionamento (il mio), ridicolizzandone il significato (con “l’ubriacatura”).

A parte gli scherzi, se vuoi convincermi che valga la pena leggere il tuo romanzo (..)

In quale punto dei miei post ho mai cercato di convincerti a fare una cosa del genere? Rispondo su questo blog esclusivamente quando vengo tirato in ballo personalmente, con osservazioni corrette (alcune) o meno (altre).

Dovrei chiudere qui, però un po’ mi prudono le dita stavolta. Mi scuso anticipatamente con Angra: non voglio fare del tuo romanzo un casus belli, ma visto che nel mio è stato analizzato a cima a fondo un ponte, colgo l’occasione di chiedere a Gamberetta alcune cose di un capitolo del romanzo, da lei così definito: “È scritto bene. Non scritto bene PER ME. È scritto bene in ASSOLUTO.”

Ho letto solo un paio di capitoli e, errori di ortografia a parte (“Quelle montagne nere sullo fondo…”), come va di moda su questo blog ho sottolineato con la penna rossa una ventina di frasi. Ne prendo una a caso: “Si grattò la testa sotto l’elmetto.”
Forse io sarò tardo, ma vorrei capire come ci si gratta la testa SOTTO un elmetto. Grattandosi la parte scoperta, ovvero vicino al collo? Sollevando l’elmetto? Oppure attraverso l’elmetto? Spiegatemelo: com’è possibile? Qui lo show don’t tell non vale? Perché devo fare lo sforzo di immaginarmelo?
(Scusami Angra: sto andando avanti e, fisime a parte sulle quali preferirei sorvolare, è scritto molto bene.)

Saluti,

Massimo Bianchini

#431 Comment By Angra On 30 dicembre 2009 @ 20:33

@Massimo:

Quelle montagne nere sullo fondo…

Grazie per la segnalazione.

“Si grattò la testa sotto l’elmetto.”
Forse io sarò tardo, ma vorrei capire come ci si gratta la testa SOTTO un elmetto. Grattandosi la parte scoperta, ovvero vicino al collo? Sollevando l’elmetto? Oppure attraverso l’elmetto? Spiegatemelo: com’è possibile?

Si fa come grattarsi la pancia sotto la maglia, né più né meno. Si infilano le dita fra la testa e l’elmetto passando sotto il bordo. L’elmetto si solleva un po’ e tu ti puoi grattare la testa senza problemi.

#432 Comment By Gamberetta On 30 dicembre 2009 @ 20:38

@Massimo Bianchini.

Forse io sarò tardo, ma vorrei capire come ci si gratta la testa SOTTO un elmetto. Grattandosi la parte scoperta, ovvero vicino al collo? Sollevando l’elmetto? Oppure attraverso l’elmetto? Spiegatemelo: com’è possibile? Qui lo show don’t tell non vale? Perché devo fare lo sforzo di immaginarmelo?

Sì, sei tardo. Mi raccomando sottolinea in rosso anche quando c’è “un bicchiere di vino”, che tipo non è possibile perché il bicchiere è di vetro, non di vino!
Ho sbagliato a risponderti ancora e non lo farò più. Però vedi di finirla di offendere gli altri commentatori: dire che una critica ti fa sorridere è offensivo e questo non è tollerabile (gli unici che possono essere offesi sono la sottoscritta e tu in veste di autore – come da regolamento).

#433 Comment By AryaSnow On 30 dicembre 2009 @ 20:58

Trovo anche alcuni articoli interessanti, ma non credo che Gamberetta stia scrivendo la Bibbia del fantasy: su alcune cose concordo, su altre meno.

Per me perlomeno sulla tecnica di scrittura dovresti concordare di più :-P
Non te lo dico con cattiveria, ma perchè veramente ti servirebbe, qualsiasi sia la cosa di cui tu voglia scrivere.

Non se ne vede nemmeno una nel capitolo introduttivo?

Non ho capito…

Forse io sarò tardo, ma vorrei capire come ci si gratta la testa SOTTO un elmetto. Grattandosi la parte scoperta, ovvero vicino al collo? Sollevando l’elmetto? Oppure attraverso l’elmetto? Spiegatemelo: com’è possibile? Qui lo show don’t tell non vale? Perché devo fare lo sforzo di immaginarmelo?

Sinceramente non ho fatto alcuna fatica a intuire ciò che ha detto Angra.
“Show don’t tell” non significa usare parole inutili (soprattutto riguardo a un gesto così veloce e insignificante) per specificare cose già intuibili. Altrimenti è come parlare dei “prati erbosi pieni di ciuffi d’erba verde”.
Caso mai bisognerebbe specificare meglio se avesse avuto un elmetto strano attraverso il quale fosse possibile grattarsi, perchè in questo caso si tratterebbe di qualcosa che il lettore da solo non si immagina.

#434 Comment By Brandoch_Daha On 30 dicembre 2009 @ 22:11

@ Massimo Bianchini

Apprezzo molto il tuo lavoro nell’ambito GDR, davvero, hai il mio massimo rispetto. Tuttavia non credo abbia molto a che fare con il conquistarsi il diritto di scrivere romanzi (se ho inteso ciò che volevi dire). Va da sè che rimarrò un sostenitore tuo e del GDR made in Italy, ma ovviamente mi risparmierò di comprare la versione narrativa di Nephandum.
In aggiunta a ciò ammetto di essere abbastanza infastidito dalle operazioni commerciali sviluppate su licenza, che già sono abbastanza pietose quando fatte da profesisonisti (classici videogame tratti da pellicole), ma peggio ancora quando fatte da esperti di un settore che si improvvisano competenti in un altro, specie nella narrativa tratta da GDR.
Chiudo per non finire -troppo- OT

#435 Comment By Diarista incostante On 30 dicembre 2009 @ 23:02

Critiche legittime. Chiaramente appigliarsi all’”anima viva” (che è una locuzione comunemente utilizzata in tutta Italia, non certo una voce dialettale) mi fa un po’ sorridere.

Forse non sono stata chiara. Mi spiego meglio. Se tu scrivi “Gli orchi della tribù dei Quattro Artigli avevano abbandonato la loro dimora e i due raminghi erano le uniche anime vive in tutto il villaggio.” hai una uscita poco felice. La frase è proprio brutta, suona male, suona tra l’altro come una frase da italiano corrente, come se per un attimo kelian e berond venissero trasportati alla fermata del 77 in via cairoli una notte di dicembre, e in giro non ci fosse un’anima viva. Potevi fare di meglio con uno sforzo minimo.

Ora, è ovvio che se questo fosse l’unico appunto da muovere alle prime pagine di N. sarebbe una cosa del tutto trascurabile. Ma di appunti già solo io te ne ho fatti 8, e non sono pochi.

Credo che dal punto di vista filologico si possa criticare qualsiasi cosa, se si parte dall’”anima mia”.
(Rapidamente: l’utilizzo di cliché è intenzionale: il romanzo fa perno sulla storia e non sugli elementi per mezzo dei quali viene narrata. La contraddizione (derivata dall’utilizzo di un congiuntivo anziché dell’indicativo) ci può stare, ma siamo sempre dalle parti di “anima mia”. Sui dialoghi cercherò di migliorare, non mi sembrano così astrusi, ma capisco la critica, visto che peraltro giunge da più parti.

Non sono astrusi, si capisce dove vuoi andare a parare. Solo che suonano finti oppure sono proprio bruttini.

Lo scenario non è per nulla finto. O hai girato poco, oppure un territorio brullo non lo hai mai visto.

Mah. Sarà. Mi avranno raccontato delle gran balle all’università, tutti quei documentari in HD che ho a casa saranno fiction in computer grafica, e quando giravo per le dolomiti avrò avuto gli scarponi sugli occhi invece che nei piedi. Può essere, eh.

Posso concordare che sia poco dettagliato, ma anche ridurre le descrizioni ai minimi termini è intenzionale.

Descrivere poco o niente quel che non serve a un tubo sapere ai fini della storia è un’ottima cosa. Però a me quello scenario mi sa sempre di finto, anche se magari è un problema mio. Può essere che dipenda da come hai introdotto la descrizione, visto che è nel mezzo dell’infodump.

Berond si comporta pavidamente… perché è pavido, e lo sarà anche in seguito.

Ho capito. Ed è un ramingo anziano? Viene mandato in questa delicatissima missione per cui si deve indagare un comportamento assai insolito tenuto dagli orchi che spaventano tanto il granducato da far costruire il baluardo con tanto di bastioni annessi e connessi inclusa la gente stipendiata a presidiarlo? Poi non è che berond sia solo pavido. E’ davvero un bietolone. A un certo punto dice proprio una boiata pazzesca (quella secondo cui gli orchi sono andati verso il baluardo). E nonostante gli anni di servizio non ha mai visto un cadavere animarsi a causa della magia nera, robetta che chiunque legga fantasy oramai si mangia a colazione e avvia alle fogne prima di pranzo. Cioè, ho capito che i clichè sono voluti, ma mi pare davvero eccessivo far cadere berond dal pero quando l’orco si rialza.
Se collochi berond e kelian tra i poliziotti del nostro mondo, o tra i militari, e magari berond è un sergente e kelian un soldato semplice, l’idea che berond si sia prostituito per avere le mostrine appare la spiegazione più semplice. Ma se non è così, allora com’è che è un ramingo anziano che comanda su un talento naturale come kelian? Con che faccia tosta recita il famoso gioco delle parti? Boh. Ripeto, secondo me il personaggio è costruito male, poi se tu ti accontenti amen.

Sui dialoghi (e il congiuntivo…) posso essere d’accordo, sulla caratterizzazione di un personaggio di supporto funzionale alla trama lo sono molto di meno.

Il fatto è che i personaggi devono fare il paio con la trama. Se i tuoi personaggi agiscono diversamente da come ci si aspetterebbe date le caratteristiche di base esposte nelle descrizioni, qualcosa non va, ed è qualcosa di grave. Ok, i clichè sono voluti, va bene. Cioè, mi sembra tanto strano scrivere l’ennesimo libro pieno di clichè ma diciamo che va bene, il mondo è bello in quanto vario. Però questi clichè in quelle tot parole dell’inizio di N. non sembrano credibili. Quindi io lettore, tanto più che tu non ti offendi, il libro non lo compro. Perchè già è la solita minestra, poi è scritto com’è scritto, e infine non ho lo stimolo a seguire le gesta di personaggi artefatti, legnosi, poco naturali. Tu stesso hai scritto nel tuo primo o secondo commento che sai di non aver partorito chissà quale storia eccelsa. Ora, senza andare a tirar fuori le ossa degli scorpioni o il ponte o chissà quale dettaglio, nel complesso, ti rendi conto che N. ha dei problemi o no? Perchè è vero che sei tanto pacato, ma poi sotto sotto sei come tutti gli altri: difendi il libro punto per punto, non ammetti errore sostanziale da parte tua. Non ti piacerebbe scrivere di meglio, o anche solo meglio? Pura curiosità, eh, non mi rispondere se non vuoi.

#436 Comment By Uriele On 31 dicembre 2009 @ 01:10

@ Diarista:

Se collochi berond e kelian tra i poliziotti del nostro mondo, o tra i militari, e magari berond è un sergente e kelian un soldato semplice, l’idea che berond si sia prostituito per avere le mostrine appare la spiegazione più semplice. Ma se non è così, allora com’è che è un ramingo anziano che comanda su un talento naturale come kelian? Con che faccia tosta recita il famoso gioco delle parti? Boh.

Su tutto il resto concordo, ma purtroppo questo punto non è così inverosimile: se non si è in periodo di guerra molti gradi molto spesso si acquistano per anzianità (o in polizia attraverso dei concorsi). Alla fine ci può sempre essere un ramingo scaldapoltrone esperto :D

@ Massimo: scusa, ma quali sono le critiche al tuo lavoro che condividi e quelle che non condividi? Qual’è il punto forte del tuo romanzo (secondo te)?
Per quanto riguarda il diritto sul campo ottenuto, mi vengono in mente i libri tratti da videogiochi di successo o l’orrida saga di DragonLance: non sempre da un buon gioco nascono buoni romanzi. Le dinamiche sono diverse, il romanzo è passivo, il gioco di ruolo è attivo e un buon master e dei buoni giocatori possono divertirsi alla follia anche in una storia piena di cliché e dardi incantati.

Non conosco la tua ambientazione (ho visto solo che è considerata horror per il sistema D20) ma se devo essere sincero di GDR italiani conosco On Stage, Lex Arcana, John Doe e pochi altri. Un gioco come Continuum o Kult può essere divertentissimo e impegnativo, ma un libro con Littori, Veli e salti temporali basati sull’ambientazione di questi giochi probabilmente farebbe schifo. Leggendo la recensione della “Ragazza Drago” mi è venuto in mente un gioco che ho scoperto da poco, “Fireborn”: l’idea della Troisi è scontata e noiosa in un romanzo, ma in un gioco con un sistema di regole può essere divertente (vale anche un gioco come Exalted)

#437 Comment By Massimo Bianchini On 31 dicembre 2009 @ 02:59

VERGOGNA!

Ho provato a postare due risposte, che non contenevano alcuna violazione al “regolamento”, e sono state CENSURATE.

COMPLIMENTI VIVISSIMI!

#438 Comment By Annaf On 31 dicembre 2009 @ 08:58

Prima di gridare allo scandalo, prova a vedere se ti dà errore quando provi a mandarlo (capita, eh) o se Gamberetta ha messo i commenti moderati (anche se non penso). E mi scuso per questo OT u.u

#439 Comment By Gamberetta On 31 dicembre 2009 @ 09:24

@Massimo Bianchini. Il tuo commento è stato spostato in fogna, qui. Perché del tutto off topic. Se vuoi discutere il romanzo di Angra, fallo nell’articolo dedicato.

#440 Comment By Massimo Bianchini On 31 dicembre 2009 @ 10:49

@ Gamberetta

Il tuo commento è stato spostato in fogna, qui. Perché del tutto off topic. Se vuoi discutere il romanzo di Angra, fallo nell’articolo dedicato.

Bel modo di moderare.

Spostare i post (scritti due volte) senza segnalarlo, che equivale a cancellare, per i lettori e l’autore… anche qui show dont’ tell non si applica? Bisogna immaginarselo?

Vorrei replicare anche agli ulteriori interventi, ma mi è scesa la catena. Ho moderato forum con 5.000 utenti, con discussioni ben più accese di questa, ma non ho mai cancellato quello che mi faceva comodo, mascherandolo sotto l’etichetta “Off Topic”.

Per inciso, ma neanche poi tanto, in questo articolo non v’è più traccia da tempo del mio romanzo. Quindi, come diavolo fa essere in topic la sua analisi?

Massimo Bianchini

#441 Comment By Tapiroulant On 31 dicembre 2009 @ 11:04

@Massimo Bianchini: Perdonami, ma tu dici di esserti guadagnato il diritto a scrivere questo romanzo… verissimo. Ma cosa implica, questo, a livello estetico, a livello di qualità del romanzo? Nulla.
Riflettiamoci un momento.

Tu stesso ammetti che ti hanno fatto scrivere e poi pubblicare il romanzo di Nephandum con lo scopo di ‘recuperare’ una buona percentuale dei fan del GdR. Allora ammetterai che la ragione principale della tua pubblicazione è meramente commerciale, economica: fare soldi in base alla forza del ‘brand’. Che Nephandum fosse anche un romanzo *bello*, ben fatto, in questa operazione, sarebbe stato un elemento puramente ‘accidentale’: che fosse bello, che non lo fosse, non era questo l’importante per i tuoi editori. Ciò che era ‘sostanziale’, necessario, era semplicemente la forza del marchio.
Ti faccio un paio di esempi. Sulla scia del successo di Evangelion, la Gainax intraprende una serie di operazioni che fanno leva sul potere commerciale del brand: tra questi, un manga scostante e abbastanza banalizzante, che non esiterei a definire brutto (quello di Sadamoto), un manga ancora più illeggibile (Iron Maiden, o qualcosa del genere), e adesso il Rebuild Of che puzza lontano un miglio. Oppure pensa ai videogiochi su licenza Disney, che hanno cominciato ad apparire fin dai tempi del SuperNES pochi mesi dopo (o in contemporanea) all’uscita al cinema del relativo film. Erano giochi generalmente fatti male, e di fretta. Perché? Perché alla Disney la qualità non premeva: sapevano che il gioco avrebbe venduto per il richiamo del film, e che la qualità effettiva avrebbe inciso poco o niente sulle vendite – perciò, preferivano ridurre al minimo i tempi e le energie della produzione del videogioco per massimizzare i profitti. Poi, è capitato talvolta che questi giochi su licenza fossero carini: ma appunto, si trattava di un elemento ‘accidentale’, di un di più, del tutto innecessario ai fini della pubblicazione.
Il tuo caso è lo stesso: dalle tue affermazioni, si può ricavare soltanto che la tua pubblicazione non ha niente a che vedere con le qualità intrinseche del romanzo, ma solo con il brand che si porta dietro. Ora; questo non significa nemmeno che il romanzo sia brutto: la sua bellezza sarebbe sì accidentale, ma possibile. Se però molti di quelli che hanno letto l’estratto disponibile su Internet confermano l’idea di un prodotto che, al meglio, si potrebbe definire ‘mediocre’, allora devo proprio pensare che il tuo Nephandum sia un equivalente dei giochi su licenza Disney o dell’ennesimo manga col brand Evangelion. E quindi devo dare ragione a Gamberetta.
Puoi anche dire che non posso commentare senza aver letto io stesso le sei cartelle, ovviamente. Però, diciamo, che tutto quanto s’è detto finora porta le nostre riflessioni in una direzione ben precisa.

#442 Comment By Gamberetta On 31 dicembre 2009 @ 11:31

@Massimo Bianchini. Come i bambini dell’asilo:
1) Questo non è un luogo pubblico, questo è uno spazio da me regolarmente pagato mese dopo mese. È solo bontà mia e mia concessione che permetto di commentare. Non è un diritto, è un mio essere buona.
2) Come spiegato nei primi commenti nella Fogna, il decidere cosa è off topic e cosa no è a mio insindacabile giudizio.
3) Il ragionamento “Gamberetta ha detto che il romanzo di Angra è scritto bene, ma nel romanzo di Angra ci sono errori, dunque Gamberetta sbaglia, perciò potrebbe essersi sbagliata anche nel giudicare male il mio romanzo” è contro il regolamento, che specifica che non sono tollerate critiche al metodo generale.

#443 Comment By Tapiroulant On 31 dicembre 2009 @ 11:34

Aggiungo una cosa che forse non si capiva bene dal mio logorroico intervento di cui più sotto (se mai ce ne fosse ancora bisogno). Il diritto a scrivere qualcosa e la bellezza di questo qualcosa sono due cose senza alcuna relazione reciproca. Quelli della Disney avevano tutto il diritto di fare giochi piazzabili tra l’orrido e il mediocre e poi farlo comprare a centinaia di videogiocatori imberbi e a-selettivi, ma tu giudicheresti mai bello o anche solo carino il videogioco di Hercules? Ecco appunto…

#444 Comment By Massimo Bianchini On 31 dicembre 2009 @ 11:38

@ Tapisroulant

Mah, guarda, sono anche d’accordo con te.
L’unico dubbio che mi rimane è il seguente. Questo è l’unico sito, in cui, finora, il romanzo abbia ricevuto pareri negativi. Nessuna ovazione altrove, lo riconosco, ma la dignità di un giudizio sommariamente positivo. Legato ad aspetti della trama, a finali di capitolo in cliff hanger, a diversi colpi di scena, alla scorrevolezza generale del testo e alla facilità di lettura. Anzi, alcuni sono entusiasti, ma io sono il primo a dire che non si tratta di un capolavoro.
Qui, invece, si fanno trattati sui ponti, di morfologia del territorio, di “anime vive” e, per carità, della sterilità dei dialoghi (e su quest’ultimo punto concordo, non è assolutamente vero che mi sento immune alle critiche… purché siano sensate). In ogni caso, come detto, il primo capitolo è scritto male? Non comprate il romanzo. Non mi offendo. ;)

P.S. Ringrazio tutti quanti per l’interesse, ma desidererei anche smetterla di parlarne. Veramente. Si discuteva del ruolo dell’editor fino a qualche giorno fa? Bene, quello mi sembra un argomento interessante (che poi sia in topic è un altro paio di maniche… :)
P.P.S. Per la stessa ragione non andrò senz’altro a postare nulla nella Fogna (nome elegante, complimenti).

Massimo Bianchini

#445 Comment By AryaSnow On 31 dicembre 2009 @ 12:54

Questo è l’unico sito, in cui, finora, il romanzo abbia ricevuto pareri negativi. Nessuna ovazione altrove, lo riconosco, ma la dignità di un giudizio sommariamente positivo.

Beh, però dipende anche dal senso critico che hanno i lettori/dalla loro onestà. Con il tuo ragionamento la Troisi dovrebbe ritenersi un Genio e continuare così (lei di ovazioni ne riceve parecchie).

Qui, invece, si fanno trattati sui ponti, di morfologia del territorio, di “anime vive” e, per carità, della sterilità dei dialoghi (e su quest’ultimo punto concordo, non è assolutamente vero che mi sento immune alle critiche… purché siano sensate).

I dialoghi brutti già da soli sono un difetto molto grave. Sono uno degli aspetti principali di un libro, riguardano la caratterizzazione dei personaggi, la resa delle scene, e anche l’ambientazione.
Il difetti come un ponte descritto male o “anime vive”, finchè avvengono di tanto in tanto, non sono gravi e si possono trovare anche in capolavori, ma se ci sono sei cartelle iniziali consecutive piene di difetti la faccenda è un’altra.
Già la gestione del PdV ad esempio è una cosa basilare, invece lì sembra fatta a casaccio senza la minima consapevolezza.
L’infodump sembra essere piazzato lì senza il minimo intento di evitarlo.
E tante altre cose…

Vabbè, pace.

#446 Comment By Massimo Bianchini On 31 dicembre 2009 @ 13:45

@AryaSnow

Beh, però dipende anche dal senso critico che hanno i lettori/dalla loro onestà. Con il tuo ragionamento la Troisi dovrebbe ritenersi un Genio e continuare così (lei di ovazioni ne riceve parecchie).

D’accordo, però con l’esempio citato si torna nuovamente a iperbolizzare il discorso e a ragionare per assurdo.

Possibile che non esista nessun altro luogo (virtuale o reale) in cui i lettori siano dotati di senso critico (e di esempi ne ho già fatti), tranne che su questo blog?

(P.S. Cinque persone mi hanno contattato privatamente per manifestarmi il loro “sostegno”, segnale che tante stupidaggini non le sto raccontando. Le ringrazio anche qui. RIBADISCO che a questo punto si può ANCHE PARLARE D’ALTRO. Grazie.)

Massimo Bianchini

#447 Comment By AryaSnow On 31 dicembre 2009 @ 14:02

Possibile che non esista nessun altro luogo (virtuale o reale) in cui i lettori siano dotati di senso critico (e di esempi ne ho già fatti), tranne che su questo blog?

Nessuno l’ha mai detto.
Non so con chi e con quanti tu abbia parlato, nè li conosco.
Semplicemente questa di per sè non mi sembra una grande argomentazione per “difendersi”.

Poi non ho nemmeno letto il libro e non ho mai espresso giudizi a riguardo. Non posso escludere al 100% che improvvisamente diventi scritto bene o che ci sia qualche pregio così grande da compensare lo stile.
Ma quelle 6 cartelle le ho lette e dico che sono così.

#448 Comment By Diarista Incostante On 31 dicembre 2009 @ 23:11

Volendo rispettare il desiderio di Massimo chiudo qui il discorso (però anche tu non leggi i post con attenzione, perchè non è mai stato solo un problema di “anima viva”. Ti ho fatto un esempio di brutta frase contenente tra l’altro quella espressione, e ti ho anche detto che se fosse stato solo quello il problema sarebbe andata benissimo. Inoltre la morfologia del territorio non è così trascurabile, secondo me, ma dopotutto pensala come ti pare).

A questo punto, però, sono davvero curiosa. Come mai cinque lettori/commentatori del blog sentono il desiderio di manifestare sostegno a Bianchini solo in privato? Perchè non dargli supporto qui, davanti a tutti, che magari gli facevate anche un piacere?

#449 Comment By D7 On 11 gennaio 2010 @ 16:53

Si chiama Roxxxy, non cambia colore della pelle a comando ed è un po’ zoppa, però ha il wireless! Purtroppo ancora niente copro/urofilia, a quanto pare. :(

#450 Comment By francesca On 11 gennaio 2010 @ 22:51

Questa Roxxy è sexy come un cassetta da frutta…
Sarà la postura, sarà lo sguardo, ma mi ha ricordato subito una raffinata barzelletta, sapete, quella ambientata in un bordello -”Giovanni, svuota la morta!”

#451 Comment By Racconti sulla soglia On 27 gennaio 2010 @ 09:34

Mi chiedo quale sia il movente di certi scrittori.
La fama? La gloria? Il denaro? La moda?
Lo chiedo, con mestizia, all’esperta creatrice di questo forum.
Perché scriviamo? Forse perché: VERBA VOLANT…?
O solo perché abbiamo il terrore della morte e temiamo di essere dimenticati?
Posso dirvi i miei motivi: sono tanti, ma è UNO.

Scrivo perché la mia spada è inutile.
Scrivo perché poche parole, messe al posto giusto, tagliano più di mille fendenti.
Scrivo perché la mia guerra è la guerra dell’uomo, perché la mia è una ragione durevole, perché non voglio che diventi effimera come la pugna.
Scrivo, sempre, con una penna variopinta, perché la soggettività dell’uomo è una molteplice varietà di ragioni.
Scrivo perché io sono scritto nel mondo, perché qualcuno, il più sommo narratore dell’essere, colui che si fonde in miriadi di ragioni, lo ha descritto come lui lo immaginava. Scrivo perché qualcun altro scrive di lui, mentre lui scrive di me.
Scrivo perché sono spinto dalla ragione che questa catena non si debba spezzare.

Buon lavoro…

#452 Comment By Geki On 29 gennaio 2010 @ 12:37

A questo punto, però, sono davvero curiosa. Come mai cinque lettori/commentatori del blog sentono il desiderio di manifestare sostegno a Bianchini solo in privato? Perchè non dargli supporto qui, davanti a tutti, che magari gli facevate anche un piacere?

Credo sia per il timore di passare per incompetenti che non capiscono nulla di scrittura.

Nota: di Bianchini non ho letto nemmeno le 6 famose cartelle, non ho idea del suo romanzo.
Però spesso c’è un atteggiamento di superiorità (basato su una presunta realtà oggettiva delle proprie opinioni sulla scrittura) da parte di alcuni utenti (di solito ad alto numero di messaggi postati) verso chi sia in disaccordo (in particolare un disaccordo puntuale) con Gamberetta.

@Massimo: non credo comprerò il libro. Non leggo quasi mai fantasy italiana. Mia scelta, che può essere anche stupida. Spezzo però una lancia in favore di angra (con cui spesso sono in disaccordo), che secondo me sbaglia a togliere il suo “anima viva” ritenendolo inelegante. Non è questione di dialetto o lingua corrente. Semplicemente, la locuzione idiomatica “anima viva” si trova solo dopo una negazione, in Italiano. E’ abbastanza attestato, non mi sembra “brutto.
Indi per cui, “non c’era anima viva” è accettabile. “Erano le uniche anime vive” no.

#453 Pingback By Post pasquale « Bloggo ergo SUM! On 4 aprile 2010 @ 00:16

[...] Francesco Verso, inizio in questi giorni la lettura di questo libro, come promesso all’autore dopo le polemiche passate, sono curioso di leggere il suo lavoro e recensirlo in modo più ragionevole. Magari posso [...]

#454 Pingback By E-doll « Bloggo ergo SUM! On 22 aprile 2010 @ 01:08

[...] che prima di Natale ignoravo chi fosse Francesco Verso, fintantoché non mi capitò di leggere una delirante recensione su un suo libro a cura di Gamberetta. Debbo dire che stavolta la debbo ringraziare. Sì, lo so, [...]

#455 Comment By heropass On 16 luglio 2012 @ 17:54

Sarei curioso di leggere una tua recensione di Tonani, se ti capita di leggerlo. In pratica sono d’accordo con le tue recensioni anche di libri che non ho letto perché non c’è bisogno di leggere altro che il titolo e l’incipit per capire. A volte neppure l’incipit.
Dopo un pò uno impara che d’inverno l’acqua del mare è fredda.

#456 Comment By Stefano On 4 dicembre 2014 @ 11:55

È un peccato che non scrivi più. Ho visto solo oggi questa recensione di E-doll, che ho “letto” (poi spiego perché le virgolette) circa tre mesi fa.

Avevo notato quasi tutte le incongruenze segnalate in questo post, e anche di più.
Per esempio, quando nella prima metà del romanzo Angel dice a Maya che mai e poi mai deve avere un orgasmo, perché dovrebbe essere solo il cliente a godere, non deve vederla felice; e poi nella seconda parte del romanzo lo stesso Angel (che, ricordiamo, è un robot, quindi dovrebbe almeno lui essere coerente) dice di nuovo a Maya (che ovviamente non controbatte) che lei deve assolutamente raggiungere l’orgasmo, perché è vedendola godere che il cliente gode a sua volta. Ok.
Le scuse di Verso per l’affair melatonina/melanina non possono definirsi in altro modo che patetiche. Tantopiù che, verso la fine del romanzo, all’anziano capo della Silitron per la tensione “tremano le mani già duramente colpite dall’Alzheimer”. Sì, così: dall’Alzheimer. Ora, uno che confonde Parkinson con Alzheimer vorrebbe farci credere che è informato sulle ultime ricerche riguardo al potere sbiancante della melatonina?
Spiego le mie virgolette sul “letto” di cui sopra: ho resistito stoicamente, sprecando il mio preziosissimo tempo, per la quasi totale durata del romanzo. Alle ultime 40 pagine mi sono arreso e mi sono messo a leggere una riga a paragrafo, tanto per vedere dove sarebbe andato a parare e passare al libro successivo.
Ultimo appunto: sulla copertina di Urania il titolo è tutto maiuscolo, all’interno è indicato come “E-doll”; sul sito dell’autore il titolo ufficiale pare essere “e-Doll”, ma all’interno del libro sono sempre chiamati “e-doll”, tutto minuscolo. La coerenza.

Un prodotto dozzinale, che chiaramente non ha visto non dico un editor (su Urania? Ahahaha!), ma nemmeno una rilettura da parte dello stesso autore, che sembra averlo inviato al concorso dopo aver completato in fretta una prima stesura mai ricontrollata. Il fatto che abbia vinto il Premio Urania, sia stato pubblicato così com’è e che ci sia pure gente che lo difende (gente “di un certo livello”, per così dire) è l’ennesimo scandaloso segnale che nell’editoria italiana c’è qualcosa di profondamente sbagliato.


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Gamberi Fantasy