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L’ultima profezia del mondo degli uomini

Pubblicato da Gamberetta il 21 aprile 2011 @ 20:24 in Segnalazioni | 22 Comments

Disponibile su emule l’ultimo romanzo di Silvana De Mari: L’ultima profezia del mondo degli uomini.
Occorre cercare:

Icona di un mulo  [XeLu_ebook 0023 - Ita] Silvana De Mari -  L’ULTIMO ELFO 4 -
L’ultima profezia del mondo degli uomini  (2010).doc
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Copertina de L’ultima profezia del mondo degli uomini
Copertina de L’ultima profezia del mondo degli uomini

Trama:

C’era una volta il mondo degli Uomini e quello degli Orchi. Erano uniti da un lembo di terra ma li dividevano anni di guerre, odio e desiderio di vendetta. C’era il Capitano, dal nome potente e magico, Rankstrail, che aveva battuto gli Orchi ma che da tempo sembrava disperso. C’era poi sua figlia Chiara, abbandonata da lui in tenera età e cresciuta dagli zii come una loro figlia: aveva il potere di leggere nel fuoco e sentiva anche il più piccolo sussurro. C’era anche un principe di nome Arduin, figlio del leggendario Yorsh, che amava costruire macchine volanti e che presto si accorse dell’amore per Chiara. E c’era il soldato semplice Skardrail che si era messo in testa di ritrovare il Capitano. Partì da solo e attraversò le terre degli Orchi pur di raggiungere la sua missione, perché era una missione da cui dipendeva il destino del mondo degli Uomini e solo lui lo sapeva. E su tutti c’era Rosalba, regina dai mille volti, dotata di coraggio e intelligenza, e di una spada che al solo guardarla incuteva timore e rispetto. Ma nessuno di loro aveva fatto i conti con un’ultima profezia…

Non ho mai letto niente della De Mari tranne il saggio Il Drago come Realtà che non mi ha precisamente ben disposta nei confronti della sua narrativa. Non credo di leggere neanche questo romanzo.
Aggiungo che incipit di questo genere:

Ancora più importante delle cose è il senso che noi diamo al loro accadere.
Fu quando suo padre scomparve che Chiara finalmente smise di esserne orfana.
La storia di Chiara cominciava con il suo concepimento, il primo giorno dell’inverno del trecentesimo anno dalla liberazione di Daligar. Quella era stata l’ultima volta che Rankstrail suo padre, re di Varil, aveva visto la sua sposa Aurora viva, l’ultima volta che l’aveva sentita respirare, ne aveva sentito l’odore. L’ultima volta che i loro corpi si erano uniti.
Chiara era nata da quell’unione: così erano nati il suo corpo e la sua anima, e dentro di lei, nel suo corpo e nella sua anima, c’era qualcosa di suo padre e di sua madre e di tutta l’apocalittica genealogia di cui lei era la discendenza. Un branco di Orchi in una notte di vento e di fuoco, una principessa del popolo degli Elfi, un tiranno folle, crudele e criminale, una povera lavandaia che non si era arresa mai, si erano incontrati e scontrati sotto le stelle, sopra la terra, perché lei, la piccola e brutta principessa di Varil, potesse nascere e respirare.

Non è che proprio mi entusiasmino, per usare un eufemismo.


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22 Comments To "L’ultima profezia del mondo degli uomini"

#1 Comment By Mauro On 21 aprile 2011 @ 20:44

Per quanto abbia apprezzato i primi due – parecchio – e il terzo – meno, ma comunque carino -, devo dire che quest’ultimo mi ha deluso parecchio, come numero di errori, elementi di trama, ecc.

#2 Comment By marco On 21 aprile 2011 @ 20:50

Gamberetta…. Tutto qui?

Niente fuoco? Fiamme, acido e bile?

….

Sei la vera Gamberetta o un clone mandato tra noi conquistarci tutti?

#3 Comment By Angra On 21 aprile 2011 @ 23:55

Credo di avere molto in comune con la protagonista: anch’io nasco dall’unione di mio padre e mia madre, discendo come lei da tutti i miei antenati e la mia storia inizia esattamente con il mio concepimento. Vabbe’, si fa presto a criticare, ma l’idea di diluire l’inforigurgito con una sequenza di ovvietà per renderlo meno indigesto è ottima. Molto apprezzabile anche il tentativo di literary fiction, mancato proprio per un soffio o poco più.

#4 Comment By lilyj On 22 aprile 2011 @ 00:26

Premettendo che del libro ho letto solo questa segnalazione, ammetto che me ne terrò ben lontana: solo il fatto che in mezzo a uno sbrodolamento di nomi di fantasia la protagonista si chiami Chiara mi fa girare le cosiddette. Non voglio offendere nessuno, sia chiaro, ma ammettiamolo: non c’azzeca ‘na mazza. =_=

#5 Comment By Il Duca Carraronan On 22 aprile 2011 @ 01:06

Un incipit atroce e di conseguenza in linea con l’attuale fantasy italiano: un cassonetto spalancato da cui svettano orgogliosi gli ultimi sacchi di rifiuti, Unika e Amon, tanto putridi che potrebbero migliorare perfino imparando da Arsalon

@lilyj
Non so. Trovo che Chiara sia un nome bellissimo e andrebbe bene su personaggi di qualsiasi ambientazione, dalla preistoria alla fantascienza, inclusi alieni privi della capacità di pronunciare le vocali.
Ma forse sono un po’ di parte… ^_^

#6 Comment By lilyj On 22 aprile 2011 @ 01:59

@ Duca: ^_^ anche a me il nome piace, di per sé, è solo che lo trovo totalmente incongruente rispetto al contesto (e lo so benissimo che avevi capito XD)

#7 Comment By scriterio On 22 aprile 2011 @ 19:26

Fuffa.

Ci sono due cose che proprio non sopporto:
1) una geografia fatta ad hoc per scopi di trama. Due mondi uniti da un lembo di terra… anche figurativamente mi fa storcere il naso.
2) nomi fantasiosi, fantastici, fantasticherrimi.
Per come la vedo è diffusissimo e proprio di chi non ha voglia di guardarsi intorno. Né di prendersi in mano un atlante.
In tre anni di viaggi ho quattro pagine zeppe di nomi di località, strade, piazze, osterie, piatti tipici, divinità, stelle. BELLISSIMI e non meno esotici.
Tra parentesi, sarebbero almeno coerenti con l’ambientazione…

#8 Comment By V On 23 aprile 2011 @ 13:27

Probabilmente sì, qualcuno sul nome “Chiara” (che poi resta un bel nome) è un po’ di parte… :)

Però sfugge il rapporto linguistico fra un nome di fonotassi germanica come Rankstrail e uno esplicitamente italiano come “Chiara”.

Questa chicca rientra nella casistica adombrata alla 38esima domanda del fantasy novelist’s exam:

Do you see nothing wrong with having two characters from the same small isolated village being named “Tim Umber” and “Belthusalanthalus al’Grinsok”?

(l’intero set di domande del fantasy novelist’s exam è rinvenibile qui:

http://www.rinkworks.com/fnovel/

Ma è già stato citato da qualche altra parte nel blog).

L’idea di un’eroina dall’italo nome di Chiara, figlia di uno scomparso capitano Rankstrail, ha un profondo (si fa per dire) senso metaletterario della fuffa: è l’emblema dell’heroic fantasy italiano che rincorre a vuoto il suo desaparecido padre anglofono.

#9 Comment By Mauro On 23 aprile 2011 @ 13:52

Non vorrei ricordare male, ma “Rankstrail” e “Chiara” derivano – internamente – da due lingue diverse (Elfico e Umano?), quindi la loro diversità è normale. E considerando che le due razze hanno convissuto, non mi pare nemmeno assurda, cosí come oggi a fianco di un “Luca” possiamo trovare un “Michael”.
È vero che due personaggi, in un piccolo villaggio isolato, che si chiamino “Tim Umber” e “Belthusalanthalus al’Grinsok” suonano strani, ma Rankstrail non era né in un piccolo villaggio, né isolato; anzi era venuto a contatto con diverse culture.
I motivi per cui il libro scade sono altri, a mio parere.

#10 Comment By lilyj On 23 aprile 2011 @ 16:52

Senza tirare in ballo le dimensioni del villaggio, il problema del nome è -come è già stato detto- che ‘Chiara’ urla “Italia”, mentre gli altri “un altro mondo -forse fantastico-”. Ed è una cosa che mi fa cadere le braccia.

#11 Comment By Pen² On 23 aprile 2011 @ 20:49

pienamente d’accordo con lilyj. non mettiamoci a fare i glottologi, quello che stona è ben altro. quando leggo robe così mi viene in mente che in realtà è l’autore il protagonista del romanzo, o un suo amico. terribile

#12 Comment By V On 26 aprile 2011 @ 13:03

Vedete. Il problema di Chiara che urla italiano a tutta forza, opposto a Rankstrail che urla anglosassone-fantastichese, è meno astruso di quel che parrebbe. Una componente non indifferente del fantasy è anche l’invenzione di un retroterra culturale, dunque di un gruppo di lingue. La questione è discussa qui:

http://www.zompist.com/ikit.html

Sito che contiene la traduzione inglese di un language costruction set per universi finzionali. Questo curioso kit sta al dettaglio dei linguaggi come il sistema dei manuali di scrittura narrativa sta all’invenzione generale di un universo finzionale e alla creazione di una sequenza di scene decenti, non gravate da vuota iper-ornamentalità (che è retorica fuori luogo + inforigurgito). In uno dei manuali che pure si trovano online (e di cui ho perso il link, ma credo sia di quelli in inglese citati sul blog) la scrittrice che l’ha redatto nota una cosa interessante. Riferendosi al mondo anglosassone e alla lingua inglese, che è praticamente una lingua franca, afferma: non dovete pensare che tutte le lingue siano come l’inglese, che è una lingua-spugna, capace di assorbire ogni vocabolo al di là della forma fonetica. Per la maggior parte dei popoli la lingua è parte stessa della loro anima. I nomi sono frutto di coordinate linguistiche. Per questo, Chiara e Rankstrail non stanno bene insieme, specie in un fantasy che pretenderebbe, come al solito, di essere ambientato in un mondo simil-feudale corretto da componenti magiche. In un mondo simil-feudale o post-feudale (preindustriale insomma), un condottiero di n ome John Hakwood diventa Giovanni Acuto. Allora delle due l’una: o Chiara si dovrebbe chiamare Claire, o Rankstrail, si dovrebbe chiamare Rastrello (il problema è che un’eroina fantasy di nome Chiara Rastrello va bene in un urban fantasy ambientato ai quartieri spagnoli, non nel mondo figofuffa dell’heroic fantasy deteriore nostrano).

Lo sproloquio serve a dire semplicemente che l’elemento apparentemente secondario dei nomi cela in realtà un dettaglio abbastanza fondamentale, nella creazione di universi finzionali. Se non è self-consistent, c’è qualche problemino.

#13 Comment By Mauro On 26 aprile 2011 @ 17:16

Non sto dicendo che il problema sia astruso; semplicemente, a me l’accostamento Chiara/Rankstrail non ha dato alcun fastidio (magari anche per abitudine, visto che dal primo libro ci sono nomi reali), anche perché internamente si motiva con l’origine diversa dei due nomi.
Anche assumendo che le lingue di quel mondo non siano lingue-spugna, nel momento in cui due popoli entrano in contatto si può avere che le persone di uno ricevano nomi risalenti alla lingua dell’altro; la necessità di cambiare uno dei due nomi – Chiara/Claire o Rankstrail/Rastrello – per me viene meno vista la giustificazione data, che mi pare sufficiente a motivare la differenza.

#14 Comment By V On 27 aprile 2011 @ 13:05

In ogni caso, la De Mari sembra affezionata alle cose ultime: L’ultimo elfo, L’ultimo drago, L’ultima profezia… Fantasia per i titoli fantasy.

#15 Comment By Mauro On 27 aprile 2011 @ 17:55

La ripetizione di “ultimo” è legata agli eventi (“L’Ultimo Elfo” ha all’interno l’Ultimo Drago; e in “L’Ultimo Orco” appare l’Ultima Fenice): il mondo sta perdendo la componente magico-fantastica (per diventare il nostro? Non ricordo), passando ovviamente attraverso gli ultimi elementi di varie cose, e non a caso la saga è chiamata “degli ultimi”.
Questa la motivazione; a voi decidere se sono titoli penosi o adatti.

#16 Comment By Elly On 17 maggio 2011 @ 17:34

Ho letto questo libro da poco e, personalmente, a me è piaciuto. Certo, non stiamo parlando di alta letteratura, ma io l’ho trovato scorrevole e molto piacevole da leggere; mi sono piaciuti soprattutto i personaggi, il loro essere “nessuno”, il loro cammino verso lo scoprire che anche loro, nella loro pochezza, sono capaci di fare la differenza nella vita di qualcun altro. Personalmente mi sento di perdonare qualche svista, dimenticanza, banalità…in fondo la perfezione non è di questo mondo.

ps. Secondo me “Chiara” non stona poi così tanto; il padre all’inizio voleva chiamarla “Acqua” (solo perchè, disperato dalla morte della moglie, era la prima cosa che gli era venuta in mente), poi i parenti si sono opposti dicendo che se voleva chiamarla con un nome che riflettesse la purezza e la castità dell’acqua era meglio chiamarla Chiara o Azzurra…però qui è inutile stare a parlarne, è decisamente questione di gusti XD

#17 Comment By Mauro On 18 maggio 2011 @ 17:35

Elly:

mi sono piaciuti soprattutto i personaggi, il loro essere “nessuno”, il loro cammino verso lo scoprire che anche loro, nella loro pochezza

Per alcuni questo potrebbe andare bene, ma per altri decisamente no; e quando uno di questi “altri” è uno dei personaggi principali… se iniziamo a elencare i “superpoteri” di Chiara, non finiamo più.
Uno dei motivi per cui il libro non mi è piaciuto è proprio che Chiara ha talmente tante caratteristiche speciali che ho perso subito interesse nel personaggio.

mi sento di perdonare qualche svista, dimenticanza, banalità

“Qualche”? Quando la De Mari aveva chiesto ai lettori di segnalarle i refusi, prima che cambiasse idea (difendendo il revisore e trattando a male parole quegli stessi lettori), avevo iniziato a segnarli; in poche pagine (una ventina, direi, a memoria), ero arrivato a una media di 0,5÷1 refuso/pagina. E non li stavo nemmeno cercando, segnavo solo quelli che mi saltavano all’occhio, e mi limitavo agli errori linguistici (quindi niente inforigurgito, deus ex machina, incongruenze e simili).
Il problema è proprio che le sviste non sono “qualche”, sono tante. Troppe, soprattutto per un libro che si paga sui venti Euro. Scene Selezionate della Pandemia Gialla costa un decimo ed è autoprodotto. Nonostante questo ha molti meno errori di L’Ultima Profezia. E nonostante questo trovo che avrebbe avuto bisogno di un’altra rilettura.

#18 Comment By Dora On 29 luglio 2011 @ 13:07

il nome Chiara…quello di Rankstrail…nomi fantasiosi o non…insomma a Voi Tutti ma che ve ne fregaaaa????Siete tutti ridicoli: criticare un libro solo per i nomi non adeguati ai protagonisti è ridicolo!! Piuttosto li avete letti i precedenti? Leggete in sequenza tutti e 4 libri e poi scrivete la recensione! Sono meravigliosiiii! Silvana De Mari sei una Grande Scrittrice!!!

#19 Comment By Koda On 29 luglio 2011 @ 14:20

@Dora. Che caso! Il tuo commento mi ha fatto venir voglia di provare a leggerlo. Me lo sono procurato e ho appena dato un’occhiata all’incipit.
Lasciando perdere la doppia aggettivazione, i bambini che parlano per metafore, il fatto che Chiara abbia un QI pari a + infinito, ecco l’esempio,
“Tutto questo però lei lo scoprì solo al quarto anno di vita.
Fino a quel definitivo chiarimento, il suo esistere fu punteggiato da uno straordinario numero di dubbi dolorosi e da uno straordinario numero di certezze desolanti. Lei era brutta, inutile, era un danno, un errore, non era stata voluta, nascendo aveva ucciso la sua stessa madre.”

, la metafora dell’uovo di cuculo usata DUE volte in UNA PAGINA! (WTF?!)
Pensavo di continuare, ma è scritto talmente male, ecco un altro esempio, e siamo alla terza pagina,
“Da sempre la bimba era accompagnata da un brusio continuo, sempre presente, già dai primi mesi di vita, una specie di ronzio, un sottofondo costituito da parole, sempre le stesse: quanto sua madre fosse stata bella, bellissima, la più bella del reame, mentre lei, per carità, lei era una bimba sana e robusta, sempre una fortuna quando i bambini sono sani e robusti, ma alla sua splendida mamma proprio non somigliava.”, che mi è passata la voglia.
Sai, Dora, con tutto il rispetto, cos’è ridicolo? Questo libro.

Saluti. o/

#20 Comment By Raffaele On 31 agosto 2011 @ 17:19

Ammetto che mi piacque :<
In realtà ogni volta che mi viene voglia di rileggerlo, lo faccio solo per la parte di Rankstrail (e si, anche io mi sono accorto che ci sono diversi errori, che vanno aumentando mano a mano che il libro va alla fine)
Però la parte di rankstrail (buona parte del libro, in poche parole) mi piacque abbastanza :|

#21 Comment By Randall Fall On 9 ottobre 2011 @ 13:33

Personalmente a me questo libro è piaciuto davvero molto, come gli altri di questa serie, che del resto (sempre secondo me) sono davvero deliziosi ed in più hanno ricevuto anche dei premi stranieri.
Ciò, Gamberetta, dovrebbe far riflettere te ed il Duca (che per risparmio di tempo ed energia chiamerò così invece di Marco Carrara, che è il suo vero nome).

#22 Comment By Volpenera On 12 febbraio 2013 @ 20:49

Ecco, a me questo libro è piaciuto. Meno dell’ultimo orco, che per me rimane il migliore della saga, ma l’ho trovato gradevole. Sono la prima a dire che il livello della letteratura italiana in ambito fantasy è meno che infimo, ma mi pare ingiusto trattare tutti libri ugualmente male. Trovo lo stile di scrittura della De Mari interessante e scorrevole. Non dico sublime, ma PIACEVOLE. Qui abbiamo smesso di interessarci al piacere che procura la lettura di un testo qualunque. Ci saranno errori, sicuramente. E allora? Siamo ben lontani da opere illeggibili che tutti noi conosciamo. Silvana De Mari rimane forse l’unica della scrittrici italiane che si salva dal limbo di orrore informe nel quale è precipitato il nostro fantasy.


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