Come avevo annunciato alla riapertura del blog, se mi fossi trovata nella condizione di non poter aggiornare per più di qualche settimana, avrei avvertito. È questo il caso: tra università, stress accumulato negli ultimi tempi, desiderio di dedicarmi allo studio della narrativa, non credo che aggiornerò il blog almeno fino a inizio estate – salvo la sporadica Segnalazione.
Voglio precisare che la polemica di alcuni giorni fa sul blog del Duca a proposito della qualità dei commenti non c’entra: è vero, certi commenti danno fastidio ed è triste che tante volte i troll deraglino le discussioni, ma ormai ci ho fatto l’abitudine e non mi fa più né caldo né freddo. D’altra parte non c’è soluzione: chiudere i commenti sarebbe un peccato, visto che ogni tanto capitano interventi che arricchiscono sul serio gli articoli; moderare i commenti significherebbe per me investire nel blog altro tempo, tempo che non ho.
* * *
Nel frattempo è terminato Puella Magi Madoka Magica, forse il miglior anime di maghette mai realizzato. Peccato per il finale indecoroso. Undici ottime puntate, con momenti di qualità eccezionale (la puntata dieci credo sia la più emozionante puntata di un anime che abbia mai visto), e un crollo alla fine. A me rimane il sospetto che il finale sia stato stravolto per non turbare i giapponesi sconvolti dal terremoto. Non si spiegherebbe altrimenti perché Madoka non sia stato trasmesso per più di quaranta giorni, quando gli altri anime hanno rispettato al massimo una settimana di pausa.
Mi ha fatto anche incazzare che… Mostra enorme spoiler per Madoka ▼
… i jappi mi abbiano “rubato” l’idea alla base di S.M.Q., ovvero che lo scopo delle maghette è impedire la morte termica dell’Universo, e poi non siano stati capaci di renderla elemento determinante della storia. Stupide scimmie gialle.
Rimane però un bellissimo anime e lo consiglio a tutti. Ho adorato e fatto il tifo per i personaggi settimana dopo settimana come non mi capitava da anni. Kyubey con i suoi contratti me lo sognerò la notte e la “Puella Magi” Homura Akemi è diventata il mio nuovo idolo: meglio di Sailor Moon e di Buffy messe assieme! L’incarnazione del concetto: “Se la violenza non risolve i tuoi problemi, non ne stai usando abbastanza.”
Magari riparlerò di Madoka quando saranno uscite tutte le puntate in blu-ray/DVD. La mia speranza è che ci possa essere un’ultima puntata “Director’s Cut” o simile. Intanto ieri è uscito in Giappone il volume 1 e già si è svelato un piccolo mistero… Mostra piccolo spoiler per Madoka ▼
… il drama CD che accompagna il blu-ray racconta in dettaglio la Timeline 1, e si scopre che il desiderio di Madoka era resuscitare un gatto morto – il gatto nero che si vede nella sigla di apertura. Chissà se nella Timeline 2 o 3 Madoka si è sul serio giocata l’anima in cambio della torta…
E questo è quanto, ci risentiamo tra un paio di mesi.
“L’eccessiva gentilezza rende deboli. Il coraggio rende incoscienti. E la dedizione alla causa non porta alcuna ricompensa. Se non capisci questi concetti, non puoi diventare una maghetta.” – Homura Akemi.
È da poco iniziata in Giappone la seconda stagione delle avventure di Haruhi Suzumiya; in realtà vengono ritrasmesse in ordine cronologico le puntate della prima stagione intercalate con puntate inedite. Purtroppo i nuovi episodi si stanno rivelando pessimi: l’idea dietro Endless Eight è tanto idiota quanto noiosa. Se continua per altre settimane non mi stupirebbe leggere di qualche otaku che si è cavato gli occhi per la disperazione. Non so se i signori di Kyoto Animation si siano bevuti il cervello o pensino sul serio di aumentare le vendite dei DVD con trovate del genere, ma non importa: per fortuna è possibile seguire gli sviluppi nella turbolenta vita di Haruhi anche senza guardare l’anime. Infatti le puntate televisive sono basate su una serie di light novel (finora sono stati pubblicati nove volumi e un decimo è previsto a breve), e dunque se non piace la trasposizione ci si può rivolgere direttamente ai romanzi.
Si trovano traduzioni amatoriali in inglese di tutti i nove i volumi, e dei primi cinque anche in italiano. Inoltre Little, Brown & Company ha acquisito i diritti per la pubblicazione in inglese dei primi quattro volumi. Il primo volume è uscito a maggio, il secondo è previsto per ottobre, gli altri due nel 2010. Perciò i feticisti della carta che non conoscono il giapponese possono lo stesso buttare i loro soldi! Sugoi!
Prima di parlare dei romanzi, per chi non ha paura degli spoiler e dell’imbecillità, due parole su Endless Eight…
Endless Eight
Endless Eight è il titolo di un racconto lungo (circa 15.000 parole) presente nel quinto volume delle light novel. La storia è un classico del fantastico: Haruhi e amici si trovano a rivivere all’infinito gli ultimi giorni di agosto; il tempo si è ripiegato su se stesso e ha formato una figura chiusa. Non esiste più niente prima dell’inizio del loop o dopo il 31 di agosto. È lo stesso concetto del film Groundhog Day (Ricomincio da capo), anche se in Endless Eight i personaggi hanno solo intuizione di essere intrappolati nel loop e non ricordano le esperienze delle iterazioni precedenti. Sotto questo aspetto ricorda un po’ The Cookie Monster (I Simulacri) di Vernor Vinge. Nell’ambito delle light novel, Endless Eight è un episodio secondario e non particolarmente interessante. Non è molto bizzarro per gli standard di Haruhi, non è divertente come Groundhog Day e non è rigoroso nell’esplorare l’ipotesi fantascientifica come il romanzo breve di Vinge. Senza contare il finale: il “colpo di genio” che permette ai nostri eroi di rompere il loop è un’emerita cretinata. A fronte di ciò, Kyoto Animation ha deciso di dedicare a Endless Eightsette episodi.[1]Tutti uguali! Cambiano le inquadrature, è diversa qualche battuta, i personaggi a ogni iterazione del loop sono vestiti in modo differente, c’è qualche scena in più o in meno, ma in sostanza sono quasi due mesi che i fan di Haruhi si sorbiscono la stessa vicenda. Ogni settimana. Identica. D’accordo, Kyoto Animation è riuscita a trasmettere alla perfezione la noia che pervade i personaggi. Poteva evitare.
Kyon disegna un otto. O è il simbolo dell’infinito?
Nota preliminare
Ho letto le traduzioni amatoriali in inglese. Non conosco abbastanza il giapponese per dare un giudizio sulla fedeltà rispetto ai testi originali. In assoluto ho trovato la scrittura molto scorrevole. In qualche punto ci sarebbe bisogno di un po’ di editing ma niente d’importante. Non posso dare un giudizio sulle versioni italiane, non avendole neanche “sfogliate”.
Haruhi & Kyon
Haruhi Suzumiya è una ragazza quindicenne, all’inizio delle sue avventure al primo anno di Liceo. Haruhi ha un carattere molto particolare, che combina in egual misura genio, stupidità e testardaggine. Quando si mette in mente di fare qualcosa, non importa quanto improbabile e assurda, riesce sempre nel proprio intento. Haruhi è spesso egoista e cinica; non ha la minima considerazione per gli altri, per la società, leggi e regolamenti. È perennemente annoiata da quello che la circonda, tanto che ignora tutto quanto non sia assolutamente fuori dall’ordinario. Quello che le interessa sono alieni, viaggiatori del tempo, persone dotate di poteri paranormali e simili. Uno dei suoi più grandi desideri è di essere al centro dell’Universo; vorrebbe che la Terra girasse intorno a lei.[2]
Anzi, è probabile che il mondo come lo conosciamo esista da appena tre anni, da quando Haruhi l’ha involontariamente creato per soddisfare i propri desideri riguardo alieni, viaggiatori del tempo e persone dotate di poteri paranormali. Haruhi Suzumiya è una sorta di Divinità, inconsapevole del proprio potere. Come il predicatore del curioso romanzo di Mack Reynolds Of Godlike Power (Ed Egli Maledisse lo Scandalo), Haruhi non si rende conto che i propri desideri plasmano la realtà. A complicare la faccenda, quando Haruhi è sotto stress il suo disagio si manifesta sotto forma di creature mostruose che impazzano in universi paralleli, ansiose di penetrare nel nostro mondo. Questi esseri hanno diverse caratteristiche, anche visive, in comune con i mostri dell’Id di Forbidden Planet (Il Pianeta Proibito).
Come con Sherlock Holmes, dove il protagonista è Holmes, ma il narratore è Watson, così a raccontare le vicende di Haruhi è un compagno di classe, tale Kyon (un soprannome – il vero nome non è mai rivelato).[3] La narrazione è in prima persona sempre con il punto di vista di Kyon. Kyon racconta con tono distaccato; a volte è ironico, a volte suona rassegnato. Gli avvenimenti più strampalati gli scorrono addosso senza lasciare traccia. La sua capacità di sopportazione fisica e mentale lo rende subito simpatico. I dialoghi sono peculiari: spesso Kyon pensa solo le battute, senza pronunciarle, ugualmente chi gli sta parlando risponde in maniera sensata. Così ci si immagina Kyon in silenzio, con le parole che gli si leggono in faccia. Occorre qualche pagina per abituarsi alla “voce” di Kyon, anche perché non somiglia molto alla “voce” di un adolescente. Tuttavia la perdita di verosimiglianza è compensata da un ottimo narratore. Nei romanzi molti avvenimenti si riveleranno divertenti solo perché filtrati dal punto di vista di Kyon.
Titolo originale: Suzumiya Haruhi no Yuutsu
Titolo inglese: The Melancholy of Suzumiya Haruhi
Autore: Nagaru Tanigawa
Anno: 2003
Nazione: Giappone
Lingua: Giapponese
Traduzione in lingua inglese: Baka-Tsuki
Editore: Kadokawa Shoten
Genere: Fantascienza, Commedia
Pagine: 307
Nel primo volume Kyon si trasferisce alla North High School e incontra Haruhi. Malgrado lei lo tratti con freddezza e maleducazione, Kyon rimane affascina to da quella strana ragazza. Un giorno, vendendola depressa e annoiata, perché nessun club scolastico è abbastanza stimolante, le propone di fondarne uno lei. Haruhi prende la palla al balzo e crea la Brigata S.O.S. (Save the world by Overloading it with fun Suzumiya Haruhi’s Brigade). Kyon è reclutato a forza e dato che per essere riconosciuto un club scolastico ha bisogno di almeno cinque membri, Haruhi si mette in caccia degli altri tre. Così sono arruolati Yuki Nagato, Mikuru Asahina e Itsuki Koizumi. I tre però non sono lì per caso… Mostra chi sono i tre ▼
Nagato è un’interfaccia umanoide costruita da un’entità aliena per comunicare con i terrestri; la sua missione è osservare Haruhi. Asahina è una viaggiatrice del tempo, proveniente dal futuro; la sua missione è osservare Haruhi. Koizumi è dotato di poteri paranormali e fa parte di una misteriosa Organizzazione, il cui scopo è ovviamente osservare Haruhi.
Kyon scoprirà che essere coinvolto nei progetti di Haruhi & soci è letteralmente la fine del mondo.
È difficile catalogare il genere a cui appartiene questo primo volume. È un curioso miscuglio tra fantascienza e commedia. In una scena Haruhi costringe Mikuru a vestirsi da coniglietta e a distribuire volantini fuori dalla scuola, nella successiva si discute sul principio antropico o sull’esistenza di creature di pura informazione. In una scena Haruhi costringe Mikuru a posare vestita da cameriera per il sito web della Brigata S.O.S., in un’altra scena il problema sono i viaggi nel tempo. Quello che rende piacevole la lettura è lo sguardo di Kyon: è lo stesso sguardo sia a fronte delle questioni più insignificanti sia a fronte di questioni di portata cosmica. Serio e faceto si mescolano creando un’atmosfera originale; un marchio di fabbrica per l’universo di Haruhi.
Ad esempio, per quale ragione né Asahina né Nagato potevano dire a Kyon quello che doveva fare esattamente?
The Melancholy of Suzumiya Haruhi non è il romanzo di fantascienza più intelligente che abbia mai letto, o il più divertente. Rimane però una buona lettura. La storia è affascinante, l’ambientazione scolastica non è scontata come ci si immaginerebbe e Kyon vale i soldi del biglietto. Può anche valere la pena comprarlo, tenendo però presente che in questo caso la trasposizione televisiva è stata fedele e dunque non si troverà niente di nuovo rispetto all’anime.
Una illustrazione dal Capitolo 1: Haruhi Suzumiya
Giudizio:
Titolo originale: Suzumiya Haruhi no Tameiki
Titolo inglese: The Sighs of Suzumiya Haruhi
Autore: Nagaru Tanigawa
Anno: 2003
Nazione: Giappone
Lingua: Giapponese
Traduzione in lingua inglese: Baka-Tsuki
Editore: Kadokawa Shoten
Genere: Fantascienza, Commedia
Pagine: 278
Nel secondo volume, Haruhi si mette in testa di girare un film per il festival scolastico. Il fatto di non sapere niente di regia, di non disporre delle attrezzature adeguate e di non avere una sceneggiatura non è per lei un ostacolo. Coinvolti Kyon, Asahina, Nagato e Koizumi, le riprese iniziano.
Chi ha seguito l’anime ha visto il risultato finale, ovvero la puntata numero zero: The Adventures of Mikuru Asahina Episode 00. Questa seconda light novel è in pratica il dietro le quinte di quell’episodio. La commedia prevale sul fantastico che ha spazio solo nella parte finale. Purtroppo è difficile mantenere alta la tensione quando solo pochi mesi prima si è sfiorata la fine del mondo. In confronto, i “pericoli” insiti in The Sighs of Suzumiya Haruhi sono baggianate. Rimane qualche scena esilarante – il gatto che disserta di filosofia -, ma poco altro. La risoluzione finale è così banale da far piangere.
Finora The Sighs of Suzumiya Haruhi non è stato adattato per la TV e non è chiaro se lo sarà mai. Per questo i fan di Haruhi potrebbero essere interessati. Ma leggetelo gratis, non è il caso di spendere soldi.
Una illustrazione del Capitolo 5: Yuki Nagato e il gatto Shamisen
Giudizio:
Titolo originale: Suzumiya Haruhi no Taikutsu
Titolo inglese: The Boredom of Haruhi Suzumiya
Autore: Nagaru Tanigawa
Anno: 2003
Nazione: Giappone
Lingua: Giapponese
Traduzione in lingua inglese: Baka-Tsuki
Editore: Kadokawa Shoten
Genere: Fantascienza, Commedia
Pagine: 308
La terza light novel è una collezione di quattro racconti che si collocano tra gli avvenimenti dei primi due volumi.
The Boredom of Suzumiya Haruhi. Il racconto che da il titolo all’antologia. Haruhi si annoia e decide di iscrivere la Brigata a un torneo di baseball. Peccato che a me del baseball non potrebbe fregare di meno. Ho trovato l’intero racconto noioso. La parte fantastica con la mazza “magica” è cliché. Il finale è assurdo – Kyon che fa cambiare idea ad Haruhi con un paio di battute? Non ha senso! Brutto racconto. Nelle note in appendice al volume, l’autore dichiara di non sapere bene neanche lui se Boredom sia o no un buon racconto, non avendo ricevuto commenti in proposito, né negativi, né positivi. Evidentemente anche in Giappone ogni tanto si stende un velo pietoso.
Bamboo Leaf Rhapsody. Kyon viaggia indietro nel tempo per aiutare Haruhi bambina. Questo racconto è in pratica il vero prologo per la quarta light novel, The Disappearance of Suzumiya Haruhi. Preso di per sé non è niente di speciale, e l’importanza di certi elementi (per esempio il nome “John Smith”) non la si può intuire. Lascia il tempo che trova.
Mystérique Sign. Il presidente del club del Computer – un club scolastico che già ha subito soprusi da parte di Haruhi – scompare. La sua ragazza decide di chiedere aiuto proprio ad Haruhi. È un racconto di fantascienza non proprio sensato. Gli avvenimenti lasciano perplessi e non in maniera positiva. Mostra un fatto che lascia perplessi ▼
È stata Nagato a organizzare il tutto? Ci sono molto indizi in questo senso, non si capisce però il perché.
Lone Island Syndrome. La Brigata decide di trascorre tre giorni di vacanza su un’isola nel mezzo dell’oceano, ospiti di un ricco parente di Koizumi. La situazione si mette male quando una persona è assassinata e un’altra sparisce in circostanze sospette. Neanche una goccia di fantastico in questo racconto che è un giallo. Un buon giallo, finché non si giunge alle ultime pagine, quando il mistero è svelato in un dialogo sbrigativo. Si rimane con l’amaro in bocca, come se l’autore avesse dovuto troncare la storia contro la sua volontà. E infatti nelle note Nagaru Tanigawa conferma: con Lone Island Syndrome aveva sforato rispetto al numero di pagine previsto. Peccato.
Un racconto brutto, due così così, e l’ultimo che sarebbe potuto essere notevole, ma avrebbe avuto bisogno di più spazio. Contando che i quattro racconti sono stati tutti e quattro adattati abbastanza fedelmente, se si è già visto l’anime non vale la pena leggere questa light novel. Tanto meno comprarla, quando uscirà.
Una illustrazione da Mystérique Sign: Yuki Nagato
Giudizio:
Titolo originale: Suzumiya Haruhi no Shoshitsu
Titolo inglese: The Disappearance of Suzumiya Haruhi
Autore: Nagaru Tanigawa
Anno: 2004
Nazione: Giappone
Lingua: Giapponese
Traduzione in lingua inglese: Baka-Tsuki
Editore: Kadokawa Shoten
Genere: Fantascienza, Commedia
Pagine: 254
Il tono della quarta light novel si distacca da quello dei volumi precedenti. La storia ha un’impronta seria che lascia poco spazio alla commedia. Inoltre è il primo romanzo dove Kyon oltre a essere narratore è anche protagonista. Dopo un prologo nel quale Haruhi espone alla Brigata i suoi piani per le imminenti festività natalizie, niente lascia intuire che il mondo stia per cambiare. E invece la mattina dopo Kyon scopre che Haruhi è scomparsa, e non solo: nessuno la conosce, la Brigata S.O.S. non è mai esistita e personaggi che dovrebbero essere morti sono tornati in vita. Unico indizio: una misteriosa nota lasciata forse da Nagato.
La prima parte è brillante. Il disorientamento di Kyon e la sua paura di aver perso per sempre Haruhi sono resi con maestria. Poi qualcosa si inceppa. La logica della storia si incrina. Diverse situazioni si sviluppano solo perché sì!!! – perché è fantasy!!!. Il finale è un classico deus ex machina. Anche dal punto di vista della caratterizzazione dei personaggi non tutto fila liscio: la scelta decisiva che compie Kyon è per molti versi immotivata. Mostra un dettaglio della scelta ▼
Davvero non mi è chiaro perché Kyon dovrebbe preferire l’Haruhi con i poteri divini incontrollabili all’Haruhi normale ragazza.
Alcune scene sono d’impatto ed emozionanti – Kyon disposto a disfare il mondo pur di aiutare Nagato –, ma insomma, per chi non è fan sfegatato c’è poca carne in cui affondare i denti.
Voci di corridoio insistono che The Disappearance of Suzumiya Haruhi dovrebbe rientrare tra le nuove puntate dell’anomala seconda stagione TV. Per ora non si è visto niente. Dunque: leggere solo se si è fan, non comprare quando uscirà l’edizione cartacea.
Una illustrazione dal Capitolo 3: Haruhi Suzumiya
Giudizio:
Conclusione. Per ora
Lo scopo di una recensione è consigliare l’acquisto o meno del prodotto recensito. Quattro volumi delle light novel sono stati annunciati e quei quattro ho recensito. Sto comunque leggendo anche gli altri romanzi (sono al sette) e ne riparlerò. In generale si tratta di letture gradevoli, il livello medio delle storie è buono. Le trame ogni tanto hanno i loro buchi, ma non c’è mai la sensazione che l’autore stia prendendo per i fondelli chi legge – sensazione invece familiare con gli autori del fantastico nostrani.
Però una certa stanchezza è evidente. Lo stesso Nagaru Tanigawa ammette che non si aspettava di avere così successo, né aveva previsto di scrivere una serie di romanzi così lunga. La mancanza di progettazione si nota: nella prima light novel gli avvenimenti hanno una loro coerenza e verosimiglianza che non si riscontra nei volumi successivi. L’uso continuo di certi espedienti triti – come i viaggi nel tempo – per mettere una pezza a situazioni insostenibili diventa presto fastidioso.
I romanzi di Haruhi dovrebbero essere per ragazzi o young adult, tuttavia sono i classici romanzi adatti a grandi e piccini. Almeno il primo lo consiglio a tutti.
Piccola precisazione finale: trovo fastidioso come venga usato impropriamente il termine young adult. Quelli che leggono e apprezzano i romanzi della Troisi, della Meyer, della Strazzu o di G.L. non sono young adult, è gente o del tutto a digiuno del genere o cerebrolesa. Tutt’altre categorie.
* * *
note: [1]^ Al momento in cui scrivo Endless Eight sarà composto da almeno sette episodi. Le ipotesi più probabili sono che si concluda all’ottavo episodio o al tredicesimo – facendo coincidere la fine di agosto nell’anime con la fine di agosto nel mondo reale.
[2]^ Nel racconto Bamboo Leaf Rhapsody, contenuto nella terza light novel, Haruhi esprime i seguenti desideri:
di essere lei al centro del mondo.
che la Terra cominci a ruotare al contrario.
Per confronto, in The Man Who Could Work Miracles (L’Uomo dei Miracoli) di H.G. Wells, uno degli ultimi desideri del protagonista è fermare la rotazione terrestre.
[3]^ Nella puntata dell’anime Remote Island Syndrome II, la stessa Haruhi paragona Kyon al dottor Watson.
Cos’è uscito in rete nell’ultimo mese, sempre partendo dal principio di segnalare le release più curiose, che possono essere sfuggite.
Libri
Non molto in ambito fantasy italiano, solo La Rocca dei Silenzi di Andrea D’Angelo: eBook.ITA.3050.Andrea.D’Angelo.La.Rocca.Dei.Silenzi.(doc.lit.pdf.rtf).[Hyps].rar (3.233.458 bytes)
Copertina de La Rocca dei Silenzi
Trovate la recensione del Signor Stockfish qui. Come spesso capita il clima nei commenti è diventato subito sgradevole, anche perché io e il signor D’Angelo avevamo da poco litigato per colpa di un’altra discussione. Non ci tengo a riaprire vecchie polemiche, perciò non interverrò più sull’argomento, ognuno può leggere il libro e decidere per conto suo.
Visto che è uscito un solo fantasy italiano, ne segnalo uno straniero, ovvero: Il Tramonto degli Dei (Rats and Gargoyles) di Mary Gentle: eBook.ITA.3091.Mary.Gentle.Il.Tramonto.Degli.Dei.(doc.lit.pdf.rtf).[Hyps].rar (3.520.195 bytes)
Copertina di Rats and Gargoyles
È il primo volume nel ciclo del Corvo Bianco. Non l’ho letto, ma lo segnalo lo stesso per due motivi: la Gentle mi piace come scrittrice, e dunque è probabile che questo sia un bel romanzo, e l’edizione italiana è del 1993, quindici anni fa, è probabile non sia facile riuscire a recuperarla.
La trama è la seguente
In un mondo fantastico tra il passato e il futuro esiste una città senza nome in cui la magia e le spade convivono con le locomotive a vapore e i dirigibili: qui dominano i Ratti, signori e padroni di un’umanità ridotta in schiavitù. Ma anche questi enormi e spregevoli topi giganti e intelligenti devono rispondere delle loro azioni a qualcuno più in alto di loro: le trentasei divinità incarnate nella pietra, che vivono in una misteriosa fortezza nel cuore della città. Su questo sfondo barocco e affascinante si muovono alcuni personaggi che vorrebbero cambiare questa situazione di oppressione per gli umani. Il potente ordine della Croce Bianca vorrebbe organizzare una rivolta contro il sistema, ma anche i Ratti avrebbero piacere di sbarazzarsi dei misteriosi e imprevedibili dèi. Il principe Lucas di Candover, giunto nella città per studiare all’Università del Crimine, si ritrova coinvolto nella rivolta assieme a Zari, la giovane donna Kateyan destinata a diventare la memoria vivente degli avvenimenti seguenti. Altri si agitano per partecipare con loro alla disperata battaglia finale, combattuta a base di poteri alchemici, magie, necromanzie, e anche con un pizzico di tecnologia.
Film
Die Fälscher (The Counterfeiters, 2007) The.Counterfeiters.2007.PROPER.DVDRip.XviD-NOsegmenT (DVDRip, ~700MB) The.Counterfeiters.2007.PAL.DVDR-VoMiT (DVDR, ~4,08GB) (tedesco con sottotitoli in inglese)
Locandina di Die Fälscher
Uscito nei cinema in Italia con il titolo: Il Falsario – Operazione Bernhard. La storia vera di Salomon Sorowitsch, abilissimo falsario costretto dai nazisti a partecipare alla più grande operazione di contraffazione di denaro mai avvenuta: stampare 130 milioni di sterline false. Non fantasy, ma Premio Oscar 2008 quale miglior film straniero.
Shôwa Kayô Daizenshû (Karaoke Terror, 2003) Showa.Kayo.Daizenshu.2003.DVDRip.XviD-WiRA (DVDRip, ~1,37GB) (giapponese con sottotitoli in inglese)
Locandina di Karaoke Terror
Due gang rivali di amanti del karaoke si scannano a vicenda, fino all’uso di armi nucleari(!). Da un romanzo di Ryû Murakami (da un altro romanzo di tale autore Miike ha tratto il divertente e impressionante Audition ).
Diary of the Dead (2007) Diary.of.the.Dead.2007.LiMiTED.DVDRiP.XviD-SUNSPOT (DVDRip, ~700MB) Diary.of.the.Dead.2007.READNFO.PAL.DVDR-GRiM (DVDR, ~3,85GB) (inglese)
Locandina di Diary of the Dead
L’ultimo film di George A. Romero, regista del famoso Night of the Living Dead. Ancora zombie: un gruppo di studenti sta girando un film horror, quando incappano in veri morti viventi! Ostrega! Personalmente Romero mi ha stufata da un pezzo, ma per chi apprezza gli zombie potrebbe essere interessante.
Una nota riguardo ai sottotitoli: il DVD originale non conteneva sottotitoli, perciò anche la rip ne è priva. Il film è però stato “fansubbato”, e i relativi sottotitoli in inglese sono disponibili per esempio presso opensubtitles.org. Circolano in rete anche diverse release con già i sottotitoli inseriti nel video, ma quando possibile io preferisco avere video “pulito” e sottotitoli separati.
Neon Genesis Evangelion è probabilmente uno degli anime di fantascienza più belli degli ultimi anni di sempre. Almeno fino all’ultima puntata. L’ultima puntata è incomprensibile e ha lasciato non solo me con l’amaro in bocca. Per “rimediare” sono usciti due film: Death and Rebirth e The End of Evangelion. I due film lasciano intendere che l’ultima puntata sia stata una sorta di sogno e proseguono con la storia, sennonché il finale di The End of Evangelion è ancora più incomprensibile del finale della serie TV! Adesso è la volta di Rebuild of Evangelion: una serie di quattro film; i primi tre dovrebbero ripercorrere le puntate della serie televisiva, mentre l’ultimo film dovrebbe essere un altro finale ancora per l’intera storia.
Questo primo film copre le puntate da 1 a 5 della serie TV. Nonostante conoscessi già la trama l’ho visto volentieri, il ritmo è buono e alcune delle nuove animazioni inserite sono spettacolose (in particolare durante la battaglia contro il sesto Angelo). Una scena inedita alla fine fa presagire… non so, ma qualcosa di strano di sicuro!
Secondo Wikipedia, i primi anime trasmessi in Italia, a parte qualche film sparso, sono stati Vickie il Vichingo, Heidi e Atlas UFO Robot tra il 1977 e il 1978. Più o meno negli stessi anni è iniziata la diffusione degli anime anche negli altri paesi occidentali. Perciò sono circa trent’anni che il pubblico occidentale si nutre di anime, e una buona fetta di questi anime sono di genere fantastico.
Vickie il Vichingo
A fronte di questo fatto, mi ha sempre stupito una considerazione: quanto poco gli anime abbiano influito sulla narrativa fantasy. In Giappone ci sono le cosiddette Light Novel, che sono legate agli anime per temi e stile, ma di questi romanzi ne sono stati tradotti in Occidente solo una minuscola parte. Abbiamo poi le fanfiction, che più spesso che non sfruttano ambientazioni e personaggi degli anime, ma le fanfiction non approdano in libreria, rimangono confinate al circuito dei fan. E poi?
Il nulla. Forse mi sbaglio, ma l’unico romanzo tradotto in Italia direttamente ispirato all’immaginario giapponese è Cielo di Fuoco di Chris Wooding. Mi vergogno un po’ a parlare di questo romanzo, perché è la dimostrazione che c’è stata un’epoca durante la quale ero ingenua quasi a livello fan della Troisi. Quasi. Cielo di Fuoco si presentava in libreria con un bel disegno in copertina in stile anime e queste parole: Oltre Tekken e Final Fantasy, più coinvolgente di Dragonball ed Evangelion, in anteprima assoluta, l’unico romanzo ispirato al mondo dei manga, degli anime, dei videogame. Se leggessi adesso una quarta di copertina del genere alzerei solo gli occhi al cielo, cinque anni fa la mia reazione è stata: “Lo voglio! Lo voglio! Lo voglio!” A mia parziale discolpa c’è da dire che una volta letto tale romanzo non sono corsa a imbrattare Internet con messaggi del tipo “Chris Wooding è + bravissimo di Tolkien!!!” e anzi mi è venuto il dubbio che se si evita di andare oltreTekken e Final Fantasy forse è meglio.
Copertina di Cielo di Fuoco (Broken Sky) edizione inglese
Ne sto rileggendo adesso qualche pagina, e in fondo non è neanche tanto brutto. Non è peggio della media del fantasy che circola. Un altro problema di questo Cielo di Fuoco (titolo originale: Broken Sky) è che l’edizione italiana non accenna da nessuna parte al fatto che questo è il primo volume di nove(!). Per forza rimangono in sospeso un sacco di questioni! Magari qualche editore andrà a ripescarli gli altri otto volumi, magari no. Io non li comprerei, perché nel complesso non vale la pena, però non c’è dubbio che Wooding mantiene quello che promette: il romanzo è di chiara ispirazione “animosa” e se questo si sta cercando, si rimarrà soddisfatti.
Già che sono in tema di trascorsi letterari imbarazzanti, aggiungo che nello stesso periodo leggevo avidamente fanfiction legate a Sailor Moon, Card Captor Sakura e Buffy the Vampire Slayer (che non è anime, ma l’influenza di Sailor Moon è evidente). Per fortuna non sono mai caduta nella tentazione di scriverne!
Sailor Moon: una volta era il mio idolo… uhm, anche adesso!
Non che ci sia niente di male a scrivere fanfiction, è solo che il livello è davvero basso. Se secondo Dazieri uno solo su cento esordienti fantasy è degno di pubblicazione (e l’eccezione risponde al nome Troisi), per me solo una fanfiction su 1.000 (sono buona oggi!) raggiunge una minima dignità letteraria. Però una buona fetta del piacere di una fanfiction deriva dal ritrovare personaggi e ambientazioni che già si amano, e tale piacere è scalfito solo in parte da una realizzazione approssimativa. Ne riparlerò.
Questa lunga premessa per dire che anche a me piacerebbe scrivere in stile “animoso” (possibilmente meglio di Wooding). Trovo in particolare che l’uso dell’(auto)ironia, del kawaii, da parte degli autori giapponesi sia il perfetto antidoto per quello che è uno dei problemi del fantasy, non di tutto, ma di una consistente porzione: il prendersi mortalmente sul serio. Persino Leonida e i suoi Spartani facevano dell’ironia alla vigilia della Battaglia delle Termopili (ché spacconate quali “gli arcieri Persiani scagliano talmente tante frecce da oscurare il Sole, bene combatteremo all’ombra!” non se le sono inventate gli sceneggiatori di 300, sono prese da Erodoto), e bisognerebbe prendere mortalmente sul serio battaglie assurde con elfi, nanetti dai piedi pelosi, maghi e draghi? Eppure per moltissimi scrittori e loro fan tutto ciò è davvero da prendere mortalmente sul serio! Per la serie essere più realisti del Re.
Leonida I, Re di Sparta: persino lui aveva il senso dell’umorismo!
Ciò non vuol dire che un romanzo fantasy non possa essere serio, è solo che più spesso che non la ricerca forzata della serietà rende tali romanzi ridicoli.
Ma veniamo a noi. Di seguito potrete leggere una nuova avventura della mia “eroina”, Laura. Laura sarà protagonista di un romanzo a puntante (la struttura vuole imitare gli episodi della stagione di un anime) incentrato sulle nefande conseguenze della sua decisione di diventare scrittrice. Per saperne di più sul personaggio e sul romanzo ho preparato una pagina apposita, qui. Avevo già messo online una puntata qualche mese fa, e ringrazio chi l’ha letta, ora è momentaneamente offline perché voglio modificare delle cose e reimpaginarla meglio.
Questo episodio è il seguito di quello, ma si può leggere senza grossi problemi anche non conoscendo gli antefatti.
Come detto ho cercato uno stile “animoso”, e per esempio apposta i personaggi parlano come fossero in un cartone animato, voglio che nella mente di chi legge appaiano i colori uniformi e brillanti degli anime. Per la storia in sé, lascio direttamente la parola a Laura:
Laura chiuse il Diario, tirò a sé una sedia e si rivolse ai mostriciattoli. — Volete ascoltare una storia? Una storia vera ? I gargoyle fecero cenno di sì con il capo. — Allora vi racconterò di come la più soave tra le fanciulle conobbe il più coraggioso dei Principi Azzurri, e di come il Destino provò a negar loro la Felicità e infine di come l’Amore abbia trionfato. I gargoyle avevano assunto un’espressione annoiata. — È una storia piena di violenza, mostri, sangue e ci sono mutilazioni e una scena di sesso! — aggiunse, e subito tornò il sorriso sui musi delle creature.
Spero vi divertiate. Ogni commento sarà il benvenuto.
Aggiornamento del 9 Marzo 2009.
Questo racconto della Giovane Laura è adesso parte di un romanzo a lei dedicato. Per saperne di più e scaricarlo, consultate il relativo articolo.
Il racconto non sarà più aggiornato e rimarrà online solo come curiosità.
Aggiornamento del 24 Agosto 2008.
Racconto in versione 1.1. La principale differenza è che ho eliminato la maniera burocratica con la quale Laura si rivolgeva ai compagni di classe. Ho ricevuto diverse mail e non piaceva a nessuno. Tolti anche alcuni refusi rimasti malgrado le decine di riletture.
Nel corso della storia ci sono svariati strafalcioni (tipo i bisonti nella savana) perché la cultura della povera Laura è quella che è. Tuttavia i particolari legati alle armi sono in generale corretti (escludendo gli “effetti speciali”), tranne uno: è in pratica impossibile che una nodachi riesca a spezzare la lama di una katana; d’altro canto il nemico di Laura non poteva che brandire una nodachi, arma tipica dei “cattivi” nell’universo dell’animazione giapponese.
Zero no Tsukaima: Futatsuki no Kishi non era cominciato bene ed è finito peggio. Le ultime tre puntate hanno finalmente lasciato perdere personaggi secondari e vicende inutili per proseguire con la storia principale, abbandonata dalla prima puntata, ma la direzione presa da tale storia non mi è piaciuta molto.
Un fotogramma dalla puntata 10: che sia un cameo del Coniglietto Grumo?!
Ma andiamo con ordine. Nella puntata 10 siamo nella terra della perfida Albione, presso il porto di Losailles, testa di ponte dell’invasione di Tristania. Henrietta ha deciso di attaccare la città di South Gotha, ma per evitare inutili perdite civili, affida a Louise e Saito la missione di eliminare la resistenza nemica. Come Louise usando la Magia del Vuoto possa uccidere i soldati d’Albione senza al contempo radere al suolo l’intera città non è ben chiaro. Per fortuna di tutti gli abitanti nel raggio di chissà quanti chilometri, l’incantesimo fallisce. Saito e Louise a bordo del caccia Zero sono abbattuti e riusciranno a salvarsi solo grazie all’arrivo di Giulio Cesare con il suo drago.
Giulio Cesare si rende utile
A parte la premessa assurda, è stata forse una delle puntate meno peggio di questa seconda stagione. Come già accaduto l’anno scorso, quando la situazione si fa seria, Louise dimostra sempre un ammirevole senso del dovere. Il dialogo fra Saito e Louise riguardo il seppuku, il suicidio rituale, che non è contemplato nel mondo di Zero, ma che Louise prende seriamente in considerazione per lavare l’onta della missione fallita, è molto interessante. Louise non è stupida e non è certo il tipo di eroe che affronta qualunque rischio per puro fanatismo, il suo mettere l’Onore davanti anche alla propria vita non è frutto d’indottrinamento, è una scelta consapevole, e francamente suona molto più convincente del pacifismo un po’ ipocrita e dell’ultima ora di Saito.
Cerimonia del Seppuku
La puntata 11 si apre con l’esercito di Tristania che occupa South Gotha: i soldati di Albione si sono ritirati senza combattere. Louise è (giustamente) un po’ schifata dall’atteggiamento della popolazione: bifolchi senza dignità, a cui non pare importare di essere sotto occupazione nemica. Saito invece continua a gongolare nel suo pacifismo ottuso e due finiscono per litigare. I venti minuti seguenti, nella migliore (o peggiore) tradizione di Zero, sono frenetici e succede di tutto. Si svela infine il piano di Albione: Sheffield avvelena la falda acquifera che approvvigiona la città, in modo che chiunque beva diventi uno zombie ai suoi ordini. Così gli stessi soldati di Tristania si rivoltano contro Henrietta, che deve lasciare precipitosamente la città.
Non poteva mancare un bacio! Dalla puntata 11: Siesta & Saito
All’inizio della puntata 12 l’invasione di Albione è fallita: l’esercito di Tristania si sta ritirando, incalzato dagli zombie e da un’armata di 70.000 soldati d’Albione. E dato che questa è l’ultima puntata, il resto è coperto da spoiler… Mostra spoiler ▼
Henrietta ha deciso di essere l’ultima a lasciare Albione. Per questa ragione il Cardinale Mazzarini prega Louise di rallentare l’avanzata nemica, in modo che la regina non corra rischi. Louise accetta, ma quando comunica a Saito questa decisione, decisione che con molta probabilità le costerà la vita, lui decide di raggirarla e farle bere una pozione che l’addormenti, in modo da essere lui a combattere da solo e nel caso morire. NON HA ALCUN SENSO! Saito può riuscire a difendere Louise anche contro orde di nemici per quella manciata di secondi che occorrono a lei per recitare un incantesimo del Vuoto, ma da solo che speranze ha di bloccare un intero esercito? E infatti crepa nel giro di un minuto o giù di lì.
Saito muore!
E anche dal punto di vista del rapporto tra i due è un gesto inqualificabile: Louise non è una cretina damigella in pericolo, sa ragionare con la propria testa, non ha bisogno di essere protetta come fosse una bambina, privandola della capacità di scegliere. Saito l’ha trattata da deficiente, e stavolta davvero si sarebbe meritato di essere scorticato vivo a furia di frustate. A questo punto l’unica conclusione decente sarebbe stata la morte permanente di Saito. Invece no! Quando ormai tutti lo piangono, passa di lì un’Elfa che mai si era vista prima e lo resuscita! Elfa ex Machina!
Elfa ex Machina
Che dire di un finale del genere? Una sola cosa: Dannati Elfi!
Ci sarà una terza stagione di Zero no Tsukaima ? Non si sa ancora, anche se molti punti della storia sono rimasti in sospeso (la guerra è ancora in corso, l’anello non è stato restituito all’Elementale dell’Acqua, non si capisce gli Elfi cosa c’entrino, ecc.) La speranza è che se tale terza stagione ci sarà, sia migliore di questa.
Arrivederci all’anno prossimo?
E ora la parte “recensione”.
Titolo originale: Zero no Tsukaima: Futatsuki no Kishi
Regia: Yoshiaki Iwasaki
Anno: 2007
Nazione: Giappone
Studio: J.C. STAFF
Genere: Fantasy, Fantascienza, Commedia
Durata: 12 episodi da 24 minuti
Lingua: Giapponese
Sottotitoli: Inglese
Non c’è molto da aggiungere rispetto alle considerazioni espresse nei vari articoli riguardanti le puntante.
Attenzione, contengono spoiler, spesso non mascherati:
È stata una stagione in cui è successo poco o niente e quel poco si è rivelato tutt’altro che interessante. Agnese e Giulio Cesare hanno rubato spazio a Tabitha e Kirche con risultati pessimi. Il rapporto tra Saito e Louise in pratica non è andato da nessuna parte, e anzi ha spesso assunto toni sgradevoli (tipo l’eccessiva violenza di Louise in alcune occasioni o il comportamento di Saito nell’ultima puntata). Gli artefatti terrestri, che avevano avuto un ruolo importante nella prima stagione sono spariti, lasciando il solo caccia Zero che però come semplice trasporto avrebbe potuto tranquillamente essere sostituito dal drago di Tabitha. E infine, per essere una stagione che avrebbe dovuto seguire la guerra tra Tristania e Albione, di battaglie non se ne sono viste, e non ci saranno più di un 5 minuti di scene di combattimento nell’arco di tutte le 12 puntate.