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Una ragazza, una fatina e il negozio del rigattiere

Locandina di Recettear Titolo originale: Recettear: An Item Shop’s Tale
Sviluppatore: EasyGameStation

Anno: 2007
Nazione: Giappone
Lingua: Giapponese
Traduzione in lingua inglese: Carpe Fulgur (2010)

Piattaforma: PC/Windows
Genere: Action RPG, Manageriale, fatine

Breve recensione per un videogioco che mi ha deliziata l’estate scorsa: Recettear: An Item Shop’s Tale.

* * *

Recette è una ragazzina dal cuore d’oro, sempre ottimista e pronta ad aiutare il prossimo. Vive spensierata finché un giorno non si presenta da lei una fatina, Tear. La fatina è la rappresentante di una società di riscossione debiti: il padre di Recette, prima di sparire, non ha saldato tutti i conti; se la ragazzina non paga, la società le porterà via la casa.
Recette è disperata, Tear allora le propone un accordo: trasformare il primo piano della casa in negozio e con i guadagni appianare il debito. Le due aprono l’item shop del titolo.

Recettear è un misto tra action RPG e manageriale. Da un lato occorre gestire il negozio (contrattando sui prezzi, scegliendo quali merci esporre, cambiando arredi e decoro per attirare la giusta clientela, ecc.), dall’altro si può scendere nelle profondità dei dungeon a cercare oggetti unici dal valore inestimabile.

La storia procede su due piani: lo scopo immediato è mettere assieme ogni settimana abbastanza soldi per pagare la rata del debito; oltre a quello c’è il mistero dei dungeon viventi e della società per cui lavora Tear, società che ha mire ben più sinistre che non rubare la casa alle ragazzine orfane.

Presentazione di Recettear

Recettear è stato sviluppato da una piccola software house giapponese, EasyGameStation, già nota in Occidente per un RPG hack’n’slash con protagoniste una ragazza e una fatina: ChantElise.

Considerate le modeste dimensioni di EasyGameStation, non stupisce la semplicità della grafica. Non tutti possono permettersi investimenti milionari per abbagliare i gonzi con gli effetti speciali.
La grafica di Recettear è un 3D molto semplice a livello della prima PlayStation. In compenso il gameplay è divertente e coinvolgente, la musica non è male e la sceneggiatura è notevole – narrativa scritta meglio della media del fantasy librario, non solo italiano.

I dialoghi sono spiritosi e ben calibrati. Il contrasto tra l’ingenua Recette e la cinica Tear è sempre fonte di un sorriso, senza che mai le battute scadano nel ridicolo o nel forzato.
Anche gli altri personaggi sono tratteggiati con abilità, in particolare Louie, giovane avventuriero sfortunato che sarà sfruttato senza pietà dalle nostre due eroine.

Infatti le parti pericolose dell’avventura (esplorare i dungeon) non sono affrontate in prima persona da Tear e Recette: le due affittano avventurieri per l’occasione e seguono a distanza protette da un campo di forza invisibile. Louie è il primo avventuriero reclutabile, ma nel corso del gioco se ne possono incontrare altri con caratteristiche diverse (maghi, arcieri, gente che preferisce menare a forza di pugni, ecc.) Alcuni di questi avventurieri hanno una storia misteriosa alle spalle – come la ladra Charme – che si svelerà pian piano.

Screenshot di Recettear
Recette, Tear e Charme

I dungeon sono semplici labirinti generati in automatico (perciò ogni volta che si scende cambiano configurazione, è interessante notare che nel gioco verrà fornita una spiegazione a questo fatto). Ogni cinque livelli si deve affrontare e battere un boss – un mostro particolarmente rognoso – per proseguire nella discesa.

Oltre ai classici tesori nelle ceste, uccidendo le creature che popolano i dungeon si recuperano ingredienti rari. Con i giusti ingredienti e la dovuta esperienza, si possono fondere oggetti unici. Spade, lance, elmi, scudi, mantelli, calzature, talismani con cui equipaggiare gli avventurieri o da vendere a prezzi esorbitanti.

Il problema dei dungeon è che ogni discesa porta via mezza giornata. Mezza giornata durante la quale Tear e Recette non possono accudire il negozio e dunque non si guadagna niente. Una mezza giornata sprecata può significare mancare il pagamento settimanale e beccarsi il game over. D’altra parte è difficile far soldi in fretta solo comprando dai grossisti e rivendendo al dettaglio, i tesori recuperati dai dungeon fanno la differenza.

Il gioco però non costringe a nessuna strategia predefinita: in teoria è possibile ripagare il debito senza mai scendere nei dungeon, se si è particolarmente bravi e fortunati nella gestione del negozio. Così come si può passare la maggior parte del tempo nelle profondità dei dungeon, a patto di tornare vivi con i tesori.

Screenshot di Recettear
Un “dungeon” tra gli alberi

E se le cose vanno male, il game over non è mai definitivo: quando già Recette si vede costretta a vivere in uno scatolone sotto un ponte, scopre che è tutto un sogno. Il gioco riparte dal giorno 1 ma con l’inventario accumulato in precedenza. Potendo ripartire con i magazzini già pieni il secondo giro risulta molto meno impegnativo.
Recettear non è un gioco difficile. Presa la mano sui meccanismi non si hanno problemi a pagare rate altissime. Sono le prime due-tre settimane le più dure: si sta ancora imparando ma la fatina strozzina pretende i soldi lo stesso.

Screenshot di Recettear
Recette è costretta a decisioni drastiche

Pur essendo Recettear un’esclusiva per PC, l’interfaccia è la tipica interfaccia a menu degli JRPG per console. Si può usare tastiera o joypad, non è supportato il mouse. Il joypad è meglio, ma anche la tastiera è adeguata. Il ritmo non è alto e nei dungeon l’azione non è mai frenetica.

Recettear è un gioco molto vasto: oltre 500 oggetti unici da trovare o fondere, 8 avventurieri da reclutare (e tanti altri personaggi con cui parlare), 6 dungeon (uno dei quali con 100 livelli!), una moltitudine di mostri e boss.
Purtroppo qui risiede anche uno dei pochissimi difetti: la lunghezza dell’avventura è stata calibrata male. Si può ripagare per intero il debito e dunque “vincere” esplorando solo una piccola parte del mondo di Recettear. È vero che una volta completato il gioco si può continuare a giocare, ma senza lo stimolo del debito non si è pungolati a proseguire con la stessa passione. È come giocare un FPS con il god mode inserito.

L’altro difetto è che nei dungeon non si può salvare. E non si può tornare in superficie quando si vuole: le porte magiche per tornare in città appaiano solo ogni cinque livelli, sconfitto il boss. Cinque livelli a mappa casuale con boss finale significano dai 10 minuti all’ora di gioco. Dà molto fastidio buttare un’ora perché si è costretti a lasciare il PC e il gioco non ti permette di salvare.
Infine, non sarebbe stato male se tutti i dialoghi fossero stati recitati, invece succede solo per alcune battute. Ma questa è una piccolezza.

Screenshot di Recettear
Uno dei Boss più feroci

Nel complesso un gioco che sprizza kawaii da tutti i pori. Più vario e interessante di quanto non sembri. Un gioco con un ottimo gameplay, il tipo di gioco che inizi a giocare il pomeriggio e quando risollevi gli occhi è notte fonda. “Oh, be’, solo un’altra discesa nel dungeon e poi vado a letto.” E a quel punto è mattina.

Dopo la parziale delusione di Puzzle Quest 2, Recettear mi ha rappacificata con i videogiochi. Recette & Tear si mangiano a colazione giochi costati un’infinità di più e che alla fine si rivelano mezze boiate piene di roba già vista con gameplay monotono (tanto per non fare nomi, penso ai recenti Mafia II e Front Mission Evolved).

* * *

Qualche consiglio per gli aspiranti rigattieri!

Icona di un gamberetto Non tirate sul prezzo. Ogni volta che vendete un oggetto guadagnate 10 xp, 15 se il prezzo era vicino a quello desiderato dal cliente, 30 se il prezzo era precisamente quello che si aspettava il cliente. In più guadagnate un bonus (just bonus) che raddoppia a ogni vendita – se riuscite a vendere senza mercanteggiare. E il just bonus arriva fino a 128. 128, più di dodici vendite “normali”!

Screenshot di Recettear
Il negozio poco prima dell’apertura

Perciò vendete pure con un aumento minimo sul prezzo di acquisto (meno del 15%), il cliente sarà sempre felice – be’, quasi, ogni tanto entra in negozio della gente che pretende, pretende, pretende e non ha mai soldi – e voi scalerete il just bonus. Così si può salire di livello in un solo giorno, con tutta una serie di benefici.
Se invece state lì ogni volta a contrattare magari spuntate di più, ma non prendete mai il just bonus e salite di livello molto più lentamente. Alla lunga non conviene.

Icona di un gamberetto Concentratevi su un solo avventuriero. Finché il debito incombe come una mannaia non avete tempo per far salire di livello tutti gli avventurieri. Ed è un suicidio affrontare i livelli più profondi dei dungeon se non avete gente preparata. Perciò “coltivate” un solo avventuriero, quello con cui vi trovate meglio (data la durata del gioco, non avrete molta scelta: Louie, Charme o al massimo Caillou. Già Elan, Tielle o Griff si possono reclutare solo troppo tardi).

Icona di un gamberetto Ogni volta che visitate il mercato o il pub o la chiesa, ecc. sprecate un quarto di giornata. Il che significa che se prima passate dal mercato e poi scendete nel dungeon sprecate 3/4 del giorno. Se invece andate direttamente al dungeon senza tappe prima usate solo mezza giornata e potete scendere due volte di fila nello stesso giorno.

Icona di un gamberetto Pensate bene a cosa fare degli ingredienti: all’inizio li ho conservati tutti sperando di accumularne abbastanza per fondere gli oggetti più cool. Ho tenuto inutilmente fermo un enorme capitale. Certi ingredienti sono molto preziosi, conviene venderli direttamente, specie se i soldi scarseggiano. Meglio l’uovo subito che la gallina domani.

Icona di un gamberetto Quando giungono annunci che una tipologia di merce è scesa o salita di prezzo, si intende che ha dimezzato o raddoppiato il prezzo. Correte subito dal grossista di fiducia (la gilda o il mercato) a comprare gli oggetti a prezzo dimezzato! Quando il prezzo torna normale, potrete rivenderli con grosso guadagno. Se poi avete un colpo di fortuna e il prezzo non solo si normalizza ma aumenta, farete i soldi sul serio. “Capitalism, ho!” come dice Recette.

Screenshot da Recettear
Capitalism, ho!

Recettear è disponibile via Steam al prezzo di 14,99 euro. Oppure ci si può rivolgere ai simpatici pirati:

Recettear.An.Item.Shops.Tale-TiNYiSO (~562MB, 40 file rar da 15.000.000 bytes + .sfv e .nfo. Nome del primo file: t-recett.rar)

Altre release funzionanti:
Recettear.An.Item.Shop’s.Tale.v1.105.Full-THETA
Recettear.An.Item.Shops.Tale.RIP-Unleashed

Opinione dell’Osservatorio Fatine

Recettear è un’opera coraggiosa. Pur ambientata in un mondo fantasy, non ha paura ad affrontare tematiche della massima serietà, in particolare l’integrazione fra le fatine e la società umana. Sfidando apertamente i mastini del Complotto, gli autori raccontano senza peli sulla lingua quello che è realmente accaduto: la persecuzione delle fatine. Nero su bianco, in dialoghi che faranno accapponare la pelle a chiunque leggerà senza farsi influenzare da menzogne e pregiudizi.
Le fatine sono inoltre mostrate più intelligenti degli esseri umani, e questo corrisponde a verità. Così come ha precise radici storiche il modello dell’agenzia, ovvero di un ente intermedio che regoli i rapporti di lavoro tra Piccolo Popolo e aziende di proprietà umana.

La fatina Tear
La fatina Tear

L’Osservatorio Fatine esprime un giudizio positivo su Recettear: An Item Shop’s Tale e lo consiglia a ogni amante delle fatine.

* * *

Avete avvistato una fatina? Segnalatelo nei commenti o via mail, scrivendo a osservatorio.fatine@gmail.com. Ma prima consultate le linee guida dell’Osservatorio, indicate in questo articolo.


Approfondimenti:

bandiera JP Sito ufficiale (giapponese)
bandiera EN Sito ufficiale (inglese)

bandiera EN Recettear su Steam
bandiera EN Recettear su Wikipedia

bandiera EN Recettear Wiki: attenti agli spoiler!

bandiera EN La recensione di RPGamer

bandiera IT La pagina dell’Osservatorio Fatine

 

Giudizio:

Funziona egregiamente anche su hardware vecchio… +1 -1 …ma la grafica non è granché.
Personaggi simpatici. +1 -1 Non si può salvare nei dungeon.
Ottima sceneggiatura. +1 -1 Lunghezza dell’avventura calibrata male.
Gameplay che tiene incollati al monitor. +1
Un sacco di cose da fare. +1
Approvato dall’Osservatorio Fatine. +1

Tre Gamberi Freschi: clicca per maggiori informazioni sui voti

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FATE The Traitor Soul

Terzo gioco di FATE – da non confondersi con Fable – dopo FATE e FATE Undiscovered Realms. FATE The Traitor Soul è un action RPG di ispirazione “diablolesca”: livelli dopo livelli di dungeon da esplorare massacrando chiunque si incontri. Questo The Traitor Soul non ha né cerca la sofisticazione di un Gothic o di un Fallout. Qui non ci sono scelte morali o di altro genere, c’è solo da collezionare armi e oggetti magici, trovare incantesimi sempre più potenti, sbudellare mostri sempre più grossi.

screenshot di FATE The Traitor Soul
Uno screenshot di FATE The Traitor Soul

È un gioco divertente, che può essere affrontato anche per pochi minuti alla volta (dato che in pratica non c’è una trama da seguire). La grafica non è ai massimi livelli, ma in compenso il gioco è fluidissimo anche su computer un po’ vecchiotti.
Pur non essendo un gioco originale per meccanica e ambientazione, non mancano alcuni tocchi molto carini. Per esempio il nostro eroe è accompagnato da un animaletto (si può scegliere tra cagnolino, gattino, volpe, cinghiale, insetto meccanico – no, niente coniglietti) e non solo l’animaletto combatte al nostro fianco, ma può anche andare da solo in città a rivendere gli oggetti magici che abbiamo trovato: di una comodità estrema. Inoltre nei dungeon si possono trovare dei laghi sotterranei in cui è possibile pescare. Dando in pasto all’animaletto i pesci che prendiamo, l’animaletto si trasforma in mostro! Così possiamo essere aiutati non più da un timido gattino, ma da una termite gigante o da un orco o creature del genere.

Gioco consigliato agli appassionati di action RPG con poco tempo libero.

Fate.The.Traitor.Soul-RiTUEL (~244MB, 52 file .zip da 5.000.000 bytes circa – nome del primo file: r-fatt01.zip).

Un minuto di gioco

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I Dannati di Malva & altre ghiottonerie

Come accennavo nell’articolo di qualche tempo fa riguardo il futuro del blog, ho intenzione di segnalare, con una certa regolarità, le varie release pirata che riguardano il fantasy.
Su moralità e legalità della pirateria si potrebbe discutere all’infinito e ci dedicherò uno o più articoli. Per ora posso dire questo: ho la camera foderata di libri e piena di scatole di videogiochi e confezioni di DVD, ma il risultato è stato che al cinema vogliono perquisirmi prima di farmi entrare. Hanno finito di prendermi per scema. I miei soldi non li vedranno mai più. E se così l’industria cinematografica, editoriale e musicale finisce in rovina, tanto meglio!

Comunque è un discorso molto lungo, per adesso, dato che questo blog si occupa di libri, ne segnalo tre che trattano l’argomento da vari punti di vista.

Il primo è già un classico, ossia Free Culture di Lawrence Lessig. Il libro è disponibile gratuitamente presso il sito dedicato. La parte più interessante è sicuramente quella che tratta della storia del copyright, e di come tanti di quelli che adesso fanno gli scandalizzati siano nati loro come pirati (vedi gli industriali del cinema, che iniziarono la loro carriera violando i brevetti di Edison).

Copertina di Free Culture
Copertina di Free Culture: non fissatela troppo a lungo!

Tuttavia quando Lessig parla di pirateria via Internet è impreciso sia dal punto di vista tecnico sia da quello sociale. Per avere un’idea di come funzioni davvero la pirateria e quali siano le motivazioni di fondo, consiglio (su indicazione del Coniglietto Grumo): Electronic Potlatch di Alf Rehn e Software Piracy Exposed di Paul Craig, Mark Burnett & Ron Honick.
Electronic Potlatch è disponibile al sito dell’autore, qui (PDF). È in realtà la tesi di laurea in Industrial Management dell’autore stesso. La parte strettamente economica è tuttavia piuttosto limitata, il cuore del libro è il viaggio che Rehn compie nel mondo della pirateria, partendo da un semplice file di testo. Interessantissimo!
Software Piracy Exposed è più tecnico-informatico (anche troppo, a volte), ma non meno interessante. Anche perché la tesi di Rehn è di qualche anno fa, quando per esempio BitTorrent non esisteva ancora. Un confronto tra Electronic Potlatch e Software Piracy Exposed però dimostra che molto è rimasto invariato, possono cambiare le tecnologie ma è apparenza, motivazioni e struttura della pirateria rimangono uguali.

Copertina di Software Piracy Exposed
Copertina di Software Piracy Exposed

L’altra considerazione preoccupante che si trae dalla lettura di questi libri è che la disinformazione è assoluta. Nessun organo d’informazione tradizionale (stampa, TV, ecc.) anche solo si avvicina a dire qualcosa di vero a proposito di pirateria via Internet. Non credo neanche sia malafede, è proprio un abisso d’ignoranza. Il preoccupante è che se codesti signori giornalisti non sono capaci d’informarsi riguardo FTP e BitTorrent, come faccio a dar loro credito quando parlano di Al Qaeda, dell’Iran o di qualunque altro argomento?
Infatti non mi fido più!

Ciò premesso, premessa sulla quale prometto di tornare in futuro, passiamo alle segnalazioni.

Libri

Le uscite di romanzi, tradotti in italiano o in lingua inglese, anche rimanendo nel solo ambito della narrativa fantastica, si contano a decine ogni settimana. Per questo mi limiterò a segnalare le uscite riguardanti autori italiani.

Si inizia con l’ultimo romanzo della beniamina del blog, Licia Troisi!
Su emule si può infatti trovare I Dannati di Malva:
Icona di un mulo eBook.ITA.3031.Licia.Troisi.I.Dannati.Di.Malva.(doc.lit.pdf.rtf).[Hyps].rar (1.450.424 bytes)

Copertina de I Dannati di Malva
Copertina de I Dannati di Malva

Contravvenendo ai miei sani principi l’ho letto… e devo purtroppo ammettere che non è così orribile come gli altri romanzi della Troisi, anzi è quasi sicuramente quanto di meno peggio la Troisi abbia mai creato (non che però sia un bel romanzo, eh!). Forse la mancanza di dolore deriva dal fatto che è un romanzo cortissimo, tanto che chiamarlo romanzo è un’esagerazione. Sono circa 27.000 parole, 160.000 caratteri, e questo includendo una sorta di postfazione, alcune pagine scritte da tale Antonio Pergolizzi sul problema dell’ecomafia. Forse il dolore è attenuato dal non aver pagato per leggere. O forse dipende dal fatto che la Troisi questa volta non ha voluto continuare a stuprare il fantasy, ma è passata al poliziesco.

Infatti questo I Dannati di Malva ha pochissimo di fantasy. È in realtà una sorta di giallo, con una Guardia cittadina (un poliziotto) impegnata a scoprire l’autore di una serie di omicidi che stanno sconvolgendo la vita della tranquilla città di Malva. Con un po’ di lavoro di documentazione è probabile la stessa storia si sarebbe potuta ambientare in qualche fabbrica o miniera africana.

In ogni caso: Malva è una città di vetro e acciaio, ai margini di una Foresta. La potenza del vapore permette ai cittadini umani di godersi marciapiedi semoventi, ascensori, riscaldamento e ogni sorta di comfort. C’è però un prezzo da pagare per il benessere: il prezzo lo pagano i Drow, costretti a lavorare come negri nel sottosuolo della città, per garantire l’efficienza degli impianti.
In realtà questi Drow dei Drow di Dungeons & Dragons hanno solo il nome e qualche particolare fisico. Se si pensa agli schiavi nelle piantagioni del Sud degli Stati Uniti prima della guerra civile o agli extracomunitari sottopagati nei nostri cantieri si ha un modello più calzante.

Drow
Una Drow

Telkar è un mezzosangue. Madre umana e padre Drow. Uno come lui dovrebbe stare nei Livelli Inferiori, ma a furia di sacrifici e grazie a incrollabile volontà è riuscito a farsi strada nel mondo umano, diventando una Guardia. Quando una serie di omicidi, che per la loro modalità sono attribuiti ai Drow, sconvolge la città, Telkar decide di sfruttare il suo aspetto per infiltrarsi tra i Drow del sottosuolo e scoprire l’assassino…

L’indagine è molto banale e scontata. Telkar non fa altro che aspettare che gli indizi gli capitino per sbaglio in grembo e così accade. Ma almeno non ci sono più quelle enorme incongruenze che avevano piagato i romanzi precedenti della Troisi. Ci sono ancora faccende poco chiare, tipo un Generale che è in pensione a una data pagina ed è in missione di scorta in un’altra, o il numero degli omicidi, tre o quattro secondo l’umore, ma sono particolari.
In più questa volta la Troisi narra in prima persona, e riesce abbastanza bene a mantenere questo punto di vista. Perciò è anche più facile accettare gli errori, visto che il protagonista può confondersi o dimenticare, mentre l’autore no.

Qui devo anche dire che la scelta del prologo è stata davvero infelice. Il prologo è disgustoso (e a differenza del resto del romanzo, la narrazione è in terza persona e non riguarda Telkar), ma per fortuna nel proseguo non ci sono altri bambini di dieci anni che brandiscono spade da sette libbre. Rendiamo grazie agli Dei.

Non credo che recensirò I Dannati di Malva: essendo un libricino così esiguo, non più di due ore di lettura, non c’è molto da aggiungere a quanto già detto. Penso che i fan della Troisi dovrebbero apprezzare, gli altri no, perché è comunque un brutto romanzo, ma se sono curiosi sempre meglio questo corto Malva gratis che le Cronache a 20 euro!
Vorrei però spendere due parole per l’editore, che in questo caso non è Mondadori ma Edizioni Ambiente. Signori Edizioni Ambiente, visto che a quanto pare avete così a cuore i problemi ecologici, perché non offrite voi l’ebook in questione? Perché contribuire all’inquinamento con la produzione di libri di carta? Che vanno stampati, imballati, trasportati e poi smaltiti. Un enorme spreco di energie che certo non migliora il problema dei rifiuti (e non sto facendo ironia).

Parlando di brutti romanzi, si è reso disponibile anche La Lama Nera di Dario De Judicibus:
Icona di un mulo eBook.ITA.3017.Dario.De.Judicibus.La.Lama.Nera.(doc.lit.pdf.rtf).[Hyps].rar (3.911.255 bytes)

Copertina de La Lama Nera
Copertina de La Lama Nera

Ho letto questo romanzo tempo fa (prima dell’apertura del blog), avrei anche voluto recensirlo, ma non me la sono mai sentita di rileggerlo. Non è un granché, ma c’è di peggio.

Terzo fantasy italiano apparso di recente, Ancess volume I: Le Chiavi del Fato di Sergio Rocca:
Icona di un mulo eBook.ITA.3007.Sergio.Rocca.Ancess.Le.Chiavi.Del.Fato.(doc.lit.pdf.rtf).[Hyps].rar (2.617.892 bytes)

Copertina de Le Chiavi del Fato
Copertina de Le Chiavi del Fato

Ho trovato pochissime notizie riguardo a questo fantasy (qui se ne parla brevemente), ma dopo averne lette tre pagine ho capito che le poche notizie erano fin troppe! È scritto in maniera oscena. Ho controllato il sito dell’editore, Editing Edizioni, e non pare editore a pagamento. Come si fa a pubblicare una roba del genere? Mistero. Comunque non è escluso che ci torni in qualche momento di disperazione e ne faccia una recensione.

Videogiochi

Non molto d’interessante negli ultimi tempi. Segnalo solo l’uscita dell’espansione per PC di Silverfall, ovvero Silverfall: Earth Awakening: Silverfall_Earth_Awakening-FLT (~6.43GB)
L’espansione è giocabile anche senza aver installato il gioco originale. Silverfall è un action-RPG; mi ricordo di averlo provato alla sua uscita e di non averne ricavato nessuna particolare impressione, né in positivo, né in negativo. Si distingue però per l’ambientazione, a tratti in stile fantasy più classico, a tratti più in stile steampunk. Consigliato agli amanti di Diablo, Sacred, Titan Quest e simili.

Silverfall: Earth Awakening
Uno screenshot di Silverfall: Earth Awakening

Film

Nota preliminare: non prendo neanche in considerazione i film doppiati. Parlerò solo di uscite nella lingua originale del film. Anche qui il discorso può essere lungo, e mi rendo conto che per chi è abituato al doppiaggio, passare all’originale più sottotitoli (spesso in inglese, visto che di sottotitoli in italiano non è così semplice trovarne) può essere traumatico, ma ne vale la pena. Il doppiaggio massacra i film. All’inizio è difficile rendersene conto, ma dopo qualche mese di visioni intensive in lingua originale non si torna più indietro.
E in ogni caso rimane una necessità per una marea di film che non hanno distribuzione nel nostro Paese neanche in DVD. Perciò tanto vale abituarsi.
Seconda nota preliminare: escono persino più film che libri, tener conto anche solo di tutti i film di fantasy/fantascienza non è facile. Perciò mi concentrerò solo su quei film che possono passare inosservati. Ognuno è in grado di trovare una copia gratuita di Cloverfield o Sweeney Todd anche senza le mie segnalazioni.

Dunque, negli ultimi giorni sono affiorati:

Cheung Gong 7 hou (CJ7, 2008)
CJ7.LIMITED.DVDRip.XviD-ESPiSE (DVDRip, ~700MB)
CJ7.2008.NTSC.DVDR-TDM (DVDR, ~3.70GB)
(cantonese con sottotitoli in inglese, coreano, cinese e tailandese)

Locandina di CJ7
Locandina di CJ7

L’ultimo film del geniale Stephen Chow, già regista, sceneggiatore e interprete di film quali Shaolin Soccer, Kung Fu Hustle e God of Cookery. Forse il più bravo attore comico in vita. Questo CJ7 non è all’altezza delle sue opere migliori, anche perché la presenza di Chow attore è minima, ma rimane comunque un film divertente e persino commuovente. Consigliato a tutti.

Trailer di CJ7

 

Kabe-otoko (The Wall Man, 2006)
The.Wall.Man.2006.DVDRip.XviD-WRD (DVDRip, ~700MB)
(giapponese con sottotitoli in inglese e giapponese)

Locandina di The Wall Man
Locandina di The Wall Man

Film horror/fantasy giapponese. Non l’ho ancora visto, la trama pare però interessante:

The ‘wall man’ ['kabe-otoko'] is a strange wall-dwelling creature that is neither human nor ghost. He observes the ways of mankind from his unique position, and television plays an important role in [his] existence. When Nishina tells his TV reporter girlfriend Kyoko what he has heard about this creature, she introduces the story on her show, setting off a bizarre chain of events…

Trailer di The Wall Man

 

[Rec] (2007)
Rec.2007.READNFO.DVDRiP.XViD-iKA (DVDRip, ~700MB)
(spagnolo con sottotitoli in inglese)

Locandina di [Rec]
Locandina di [Rec]

[Rec] è un film horror spagnolo con zombie. Lo stile di ripresa è lo stesso di Cloverfield, anche se il regista di [Rec] almeno ci prova a raccontare una storia invece di cercare di far venire mal di testa al pubblico. Il finale è decente, ma il resto così così. La protagonista con il suo incessante strillare è di un’antipatia unica.

Trailer di [Rec]

Approfondimenti:

bandiera EN Il blog di Lawrence Lessig
bandiera EN Il sito di Alf Rehn
bandiera EN Software Piracy Exposed su Amazon.com

bandiera IT I Dannati di Malva su iBS.it
bandiera IT I Dannati di Malva presso il sito dell’editore
bandiera EN I Drow di Dungeons & Dragons su Wikipedia
bandiera IT La Lama Nera su iBS.it

bandiera EN Il sito ufficiale di Silverfall
bandiera EN Una recensione di Silverfall: Earth Awakening

bandiera EN Stephen Chow su Wikipedia
bandiera EN Alcune notizie su The Wall Man
bandiera SP Il sito ufficiale di [Rec]

bandiera EN Releaselog, uno dei migliori siti per tenersi aggiornati sulle uscite

Scritto da GamberolinkCommenti (52)Lascia un Commento » feed bianco Feed dei commenti a questo articolo Questo articolo in versione stampabile Questo articolo in versione stampabile • Donazioni