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Non sono morta né per ora ho intenzione di chiudere il blog, ho solo pochissimo tempo da dedicare a Internet. Inoltre in questi ultimi mesi non è uscito niente di davvero interessante. In compenso le brutte notizie non sono mancate.
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Come saprete ha chiuso library.nu (ex gigapedia), ed è un peccato. Dell’argomento si sono occupati, tra gli altri, il Duca e il Tapiro, perciò non starò a riepilogare i fatti. Aggiungo solo qualche considerazione:
library.nu era un sito specializzato in manualistica. Vi si trovavano testi di storia, informatica, fisica, chimica, matematica, filosofia, medicina e quant’altro. Volendo si poteva scaricare anche l’ultimo best seller, ma la narrativa rappresentava una percentuale minima sul totale dei libri offerti. In altre parole, qualunque concetto di “cultura” si voglia adottare, library.nu era un sito che la diffondeva. Permetteva a milioni di persone in tutto il mondo di imparare e studiare senza spendere capitali in libri. Non danneggiava nessuno e aiutava molti. In una società civile siti come library.nu sarebbero legali e magari gestiti direttamente dallo Stato.
Quando chiude una libreria – per quanto piccola, insignificante, intasata di romanzi commerciali che meno se ne vendono meglio sarebbe – è sempre un piagnisteo di Cultura che muore; quando spariscono due copie del libro di qualche scrittorucolo che non vale niente dalla biblioteca di Sorbiatese di Sotto è un piagnisteo di Cultura che muore e Censura che schiaccia il popolo; quando chiude una risorsa di conoscenza a livello mondiale com’era library.nu, si sta zitti. Perché va bene difendere la Cultura, ma guai a parlare male degli Editori: in fondo potrebbero pubblicarti, meglio tenerseli buoni.
I roghi di libri non passano mai di moda
E a proposito degli Editori: tengono a ribadire che i gestori di library.nu, grazie all’attività criminosa che conducevano, hanno guadagno milioni e milioni di dollari/euro. Attraverso banner pubblicitari e donazioni volontarie.
Al che ci si domanda: ma se con questo modello di business si guadagna così tanto, perché gli Editori non lo adottano? Sarebbero tutti contenti: i cittadini che potrebbero leggere i libri che preferiscono senza spendere se si trovano in difficoltà economiche e gli Editori che guadagnerebbero soldi a palate.
Gli Editori sono sempre a piangere miseria, e sempre per colpa degli altri: i lettori non leggono abbastanza, i critici criticano troppo, i politici impongono un’IVA sugli ebook è troppo alta, ecc. ecc.
Ma gli Editori sono davvero interessati a fare soldi? La mia impressione è che in fondo il guadagno sia secondario, quello che interessa sul serio agli Editori è il potere nel loro ambito ristretto. Decidere chi pubblica e chi no, cosa si può leggere e cosa no, chi può leggere e chi no – perché quando vendi un saggio a cento euro non solo hai selezionato l’autore, ma stai anche selezionando tra i lettori, dando la possibilità di imparare solo ai più ricchi. Il tutto è meschino e patetico, ma contenti loro…
Nota che non mi sto riferendo solo agli Editori italiani: per il saggio a cento euro sto pensando a Trepanation: History, Discovery, Theory, testo che ho consultato per scrivere questo articolo, e che viene venduto a 98 dollari in versione ebook. Avete capito giusto: 98 dollari per un ebook. E secondo Amazon questo prezzo è scontato del 30%!
Venendo a noi: con la chiusura di library.nu i link ai manuali non funzionano più. La mia intenzione è di caricare i libri su qualche altro sito e aggiornare i link, ma ci vorrà tempo – molto tempo. Soprattutto devo prima trovare un sito che offra garanzie di durata: non avrò voglia di ripetere un’operazione del genere ogni pochi mesi. Penso se ne riparlerà a settembre se non più in là.
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Sono spuntati su emule diversi fantasy italiani recenti, ma non li ho segnalati. Un po’ per mancanza di tempo e un po’ perché sono sempre più stufa di quello che si pubblica da noi. Una vede per esempio che appare:
ScanBook.0043.Palumbo.Claudia.Damned.rar (3.099.640 bytes)
Copertina di Damned. Fanfiction di Twilight in libreria: esulto dalla gioia!
si va a informare e scopre che l’autrice ha scritto l’opera di cui sopra “tra i banchi di scuola” e che “Ad ispirarmi maggiormente è stato Twilight”. Dopodiché passa la voglia persino di buttare giù due righe di Segnalazione.
In ogni caso, dato che l’ho recensito di recente, per chi fosse interessato, cercate:
[eBL 073]F.Dimitri - Alice_nel_paese_della_vaporità
[by Rerosku].zip (2.383.657 bytes)
Copertina di Alice nel paese della vaporità fuffosità
E non aggiungo altro, ognuno legga e decida per sé sulla qualità del romanzo di Dimitri.
Speriamo in futuro esca qualcosa di un pochino più eccitante, che mi faccia venire voglia di segnalarlo.
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Diversi mi hanno scritto sulla faccenda di Loredana Lipperini e Lara Manni. Non ho molto da aggiungere: ho sentito la Manni solo per email, dunque non so se sia la Lipperini o no. Inoltre ho finito per litigare con entrambe, perciò dell’intera storia non me ne frega più di tanto. E sì, me l’hanno detto che Lara Manni non si fa più sentire da un mese e passa; no, non ho idea di che fine abbia fatto.
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Prima di chiudere, e dedicarmi a scrivere un articolo un po’ più interessante di questo – articolo che comparirà tra un paio di giorni, vi lascio con una citazione su cui meditare. Non parliamo di quisquiglie come editoria e affini, parliamo della natura ultima dell’Universo:
When you leave the galaxy, you leave behind nearly all gas and dust and stars and planets and debris. You enter an unimaginable cosmic void. Let’s talk empty: A cube of intergalactic space, 200,000 kilometers on a side, contains about the same number of atoms as the air that fills the usable volume of your refrigerator.
[...]
What lies beyond?
Among those who dabble in metaphysics, some hypothesize that outside the universe, where there is no space, there is no nothing. We might call this hypothetical, zero-density place, nothing-nothing, except that we are certain to find multitudes of unretrieved rabbits.
Quando si lascia la galassia, ci si lascia alle spalle quasi tutto il gas e la polvere e le stelle e i pianeti e i detriti. Si entra in un inimmaginabile vuoto cosmico. Veramente vuoto: un cubo di spazio intergalattico con il lato di 200.000 chilometri contiene circa lo stesso numero di atomi dell’aria che riempie il volume utilizzabile di un frigorifero.
[...]
Cosa c’è oltre?
Tra quelli che si dilettano di metafisica, alcuni ipotizzano che fuori dall’universo, dove non esiste lo spazio, non c’è il niente. Potremmo definire questo luogo ipotetico, a densità zero, niente-niente, solo che noi siamo sicuri che troveremmo una moltitudine di conigli ancora da recuperare.
Dal libro Death by Black Hole: And Other Cosmic Quandaries dell’astrofisico Neil deGrasse Tyson.
I conigli attendono oltre i confini dell’universo. E sono una moltitudine.
… e sono una moltitudine
Approfondimenti:
Di library.nu parla anche AlJazeera
Roghi di libri su Wikipedia
Trepanation: History, Discovery, Theory su Amazon.com
Intervista a Claudia Palumbo
Death by Black Hole: And Other Cosmic Quandaries su Amazon.it
Scritto da Gamberetta •
Gamberolink •
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