Articoli con tag 'Egle Rizzo'

Nascondi elenco articoli ▲

Gli Indiscussi Maestri di Sanctuary

Copertina di Sanctuary Titolo originale: Sanctuary
Autori: Indiscussi Maestri

Anno: 2009
Nazione: Italia
Lingua: Italiano
Editore: Asengard

Genere: Racconti Urban Fantasy
Pagine: 320

Nota: questo articolo sarà infarcito di termini stranieri – oh, yeah! – per adeguarsi allo stile proposto da Alan D. Altieri nell’introduzione del volume[1]. Se lui scrive così, dev’essere giusto!

* * *

Sanctuary è una raccolta di racconti urban fantasy, ambientati nell’immaginaria città di Sanctuary. Gli autori dei racconti sono nomi più o meno noti del fantasy italiano. Il curatore dell’antologia, Luca Azzolini, li definisce “indiscussi maestri della parola scritta”. L’introduzione, come già accennato, è di Alan D. Altieri.
Dovrei aggiungere che in teoria i racconti sono ambientati a Sanctuary. In pratica buona parte potrebbero essere ambientanti ovunque, a Sanctuary come a Cefalù. Se si cerca una consistenza nell’ambientazione passando da racconto a racconto si rimarrà delusi; qui ognuno ha scritto come gli è parso, infischiandosene di quello che avevano scritto gli altri. Il che non è necessariamente un male, basta saperlo.

Il “Santuario” delle sfide di Alan D. Altieri

L’introduzione di Altieri è una sorta di lungo flamebait. Dopo che la storia del fantasy è riassunta, da Gilgamesh a George R.R. Martin, in poco più di una paginetta, Altieri si lancia in ogni sorta di iperbole per esaltare l’antologia e i vari autori. Così si possono leggere passaggi di questo tenore:

I non-parametri della ibridizzazione e dello scavalcamento ragionato dei confini dell’immaginario sono anche le colonne portanti di “Sanctuary”, proposta antologica del tutto ground-breaking, sia nel senso dell’apertura a scenari assolutamente sorprendenti che per le aggregazioni completamente innovative.

A parte un generico “eh?”, mi domando che senso abbia questo genere di sbrodolate. Se tu mi parli di “scavalcamento ragionato dei confini dell’immaginario” o di “scenari assolutamente sorprendenti”, io pongo come pietre di paragone per Sanctuary antologie quali The New Weird o The Bizarro Starter Kit, e Sanctuary appare ancora più misera e triste di quanto in effetti non sia.

Copertina de The Bizarro Starter Kit
I due volumi (arancione e blu) del Bizarro Starter Kit. Ne parlerò prossimamente

Prosegue Altieri:

In “Sanctuary”, tredici autori che più diversi non potrebbero essere, attraverso tredici storie che più temerarie non potrebbero risultare, arrivano a formare una squadra di eccezionale coesione multi-tematica in un unico contenitore narrativo.

“tredici storie che più temerarie non potrebbero risultare”… peccato che abbia smesso a nove anni di credere a Babbo Natale.
E ancora:

Siamo in bilico tra Shangri-La e Settimo Cerchio, megalopoli e necropoli, tempio e simulacro, meta-industria e sub-mondo. “Sanctuary” è simultaneamente tutti i luoghi e nessun luogo, se non il paesaggio evocato nei recessi più estremi della mente.
[...]
Di fronte a un’opera come “Sanctuary”, sociale e magica, politica e gotica, temeraria e inaspettata, sono due le direttive primarie: allacciate le cinture. E non perdetela.

In mezzo a questa parata di complimenti, Altieri pone dodici domande (retoriche), una per ogni racconto, le riporterò via via.

Considerazione generale: se una persona sta leggendo l’introduzione di solito ha già acquistato il volume. Specie in questo caso, dato che Asengard è una piccola casa editrice e dunque è difficile trovare i suoi libri nelle librerie. È raro poterli sfogliare prima di comprarli. Dunque se il fesso lettore fantasy di turno ha già cacciato i soldi c’è bisogno di continuare a blandirlo? Non si potrebbero usare le pagine dell’introduzione per scrivere qualcosa d’interessante? No, eh? Peccato.

L’inizio di ogni fine / La fine di ogni inizio di Luca Azzolini

Azzolini apre e chiude l’antologia fornendo una “cornice” per gli altri racconti. Non mi sembra che l’accoppiata prologo più epilogo di Azzolini possa essere considerata un racconto, dunque non esprimerò alcun giudizio. Comunque l’idea di fondo – originalissima, più che ground-breaking, mind-blowing awesome –, è che ognuno dei racconti che seguirà sia una carta dei tarocchi. UAU.

Il Matto
Tarocchi: Il Matto…


La casa dei millepiedi di Pierdomenico Baccalario

Icona di Altieri domanda La Domanda di Altieri: Che cosa nasconde l’antro iper-meccanizzato chiamato “La Casa dei Millepiedi”, creazione del celebrato autore per ragazzi e young adults Pierdomenico Baccalario?
Icona di Gamberetta risponde La Risposta di Gamberetta: La Casa dei Millepiedi contiene millepiedi. Da non crederci.

Nel racconto di Baccalario si viene trasportati in un mondo a metà fra quello di 1984 e quello del Grande Fratello televisivo. Tutti sono spiati, sempre spiati, il sesso è peccato, la vita è grama, same old same old. Nonostante la banalità dell’ambientazione il racconto scorre bene, e suscita un certo interesse. Il finale, con l’introduzione a forza di una Dea che passava per caso di lì, è tanto repentino quanto stupido. L’occasione sprecata riguarda proprio la Casa dei Millepiedi, ovvero una teca contenente millepiedi che il protagonista tiene in casa. È l’unico elemento inusuale e curioso, sarebbe stato bello se avesse avuto un ruolo nella vicenda, a parte quello di fare da arredamento.
Baccalario scrive con sufficiente competenza, e nel complesso non posso dire che il racconto sia brutto. Orwell bilancia Taricone, i Gamberi freschi sono tanti quanti i Gamberi marci.

Giudizio: 0 - Stivale: clicca per maggiori informazioni sui voti

La fabbrica delle leghe perfette di Solomon Troy Cassini

Icona di Altieri domanda La Domanda di Altieri: Quale metallo polimorfo sta venendo forgiato ne “La Fabbrica delle Leghe Perfette”, progettazione termomeccanica di Solomon Troy Cassini, sorprendente autore SF & Fantasy?
Icona di Gamberetta risponde La Risposta di Gamberetta: Si sta forgiando fuffa pura al 100%.

Questo è un disastro, probabilmente il racconto peggiore dell’antologia. Si comincia con quasi quattro pagine di infodump noioso e inutile, scritto in uno stile retorico e pesante. Per dare l’idea, questo è l’incipit:

Ogni luce, per fioca che sia, genera da qualche parte un’ombra, magari a stento visibile. Allo stesso modo una vetta non può troneggiare priva di un pianoro che la circondi, così come una vittoria gloriosa non avrebbe valore alcuno senza i suoi dolenti sconfitti. A dispetto di tutto, perfino del buon senso, ogni paradiso deve avere nei paraggi il suo bravo inferno, e tenerselo anche ben stretto se vuole continuare a illudersi d’essere più virtuoso.

Si continua poi con una lunga “cornice”; il racconto vero e proprio si sviluppa solo nelle ultime tre pagine. Una storiella esile esile e del tutto scontata.
L’ambientazione – un gigantesco complesso metallurgico – è abbastanza curata, ma i particolari sono spesso cliché: i nani operai, i draghi che fondono i metalli con il fiato di fuoco, ecc.

Nano si riposa
Un nano si riposa dopo una giornata in fabbrica

Scritto male, vicenda impalpabile, nessun elemento fantastico degno di nota: Brutto con la B maiuscola.

Giudizio: Due Gamberi Marci: clicca per maggiori informazioni sui voti

Le colpe dei padri di Franco Clun

Icona di Altieri domanda La Domanda di Altieri: In quale baratro tutt’altro che dimenticato ci proietteranno “Le Colpe dei Padri”, mappatura di una delle grandi vergogne del genere umano tracciata dall’ottimo Franco Clun, ex-colonna vertebrale di Delos Books e vate del Fantasy italiano?
Icona di Gamberetta risponde La Risposta di Gamberetta: Qui si finisce del baratro della pessima narrativa. E concordo che la pessima narrativa sia una delle grandi vergogne del genere umano.

Il racconto di Clun è una fan fiction ispirata a Se questo è un uomo di Primo Levi. L’unica operazione che compie Clun è sostituire ebrei e criminali con angeli e nani. Infatti le creature magiche sono “diverse” e vanno sterminate, perché non inquinino il pool genetico della specie umana.
Il lager è Nazi-style, la numerazione dei prigionieri è simile, gli episodi narrati hanno più di un punto in comune con analoghi episodi raccontati da Levi. La differenza è che Primo Levi sapeva scrivere, e il suo libro è pieno di particolari concreti e impressionanti, Clun è molto meno bravo e per descrivere l’orrore troppo spesso si rifugia nel dire che è orribile. L’angelo con le ali nere di nome Lucifero fa alzare gli occhi al cielo per la tristezza.
In un paio di punti credo manchino i caporali di inizio e fine dialogo, e quei passaggi sono difficili da seguire.
Scrittura incerta, trama banalissima, fantastico assente o quasi: un altro Brutto racconto, con la B maiuscola.

Giudizio: Due Gamberi Marci: clicca per maggiori informazioni sui voti

Le storie che nascono in questa città di Francesco Dimitri

Icona di Altieri domanda La Domanda di Altieri: Per quale motivo si è pronti a uccidere per il possesso dell’idolo al centro de “Le Storie che Nascono in Questa Città”, ideato dal multiforme Francesco Dimitri, una tra le voci più significative dell’ultima generazione della saggistica e del fantastico?
Icona di Gamberetta risponde La Risposta di Gamberetta: Si uccide perché così ordina il copione.

Dimitri mette in scena una classica storia di “maledizione”. Il racconto scivola benissimo, il passaggio da un personaggio all’altro è gestito con maestria, dal punto di vista stilistico è forse il testo migliore. Purtroppo non si può dire lo stesso della storia. È cliché, priva o quasi di elementi fantastici, priva dell’ironia che una vicenda così scontata meriterebbe. Il finale “distrugge” anche quel poco di fantastico sopravvissuto fin lì. L’ambientazione è del tutto generica. Nonostante con fin troppa insistenza i personaggi parlino di Sanctuary, la storia potrebbe essere ambientata tanto a Sanctuary quanto a Canicattì.
Valutazione difficile: è il racconto che si legge più volentieri ma lascia un retrogusto amaro. In fondo buono, però si poteva far di meglio.

Giudizio: Un Gambero Fresco: clicca per maggiori informazioni sui voti

Il racconto di Dimitri in poco più di un minuto, grazie agli Happy Tree Friends

Anobium di Francesco Falconi

Icona di Altieri domanda La Domanda di Altieri: È forse una sensuale, letale banscea, erinni erotica della mitologia celtica, la dark lady che si aggira in cerca di preda nello underworld di “Anobium”, sortilegio evocato da Francesco Falconi, autore che ha tramutato l’ingegneria in Fantasy ?
Icona di Gamberetta risponde La Risposta di Gamberetta: Ma cosa va a pensare, signor Altieri? La dark lady sarà certamente una suora!

Falconi scrive un racconto sorprendentemente trash. Non so fino a che punto sia una scelta consapevole, meglio non indagare. Rimane il fatto che la diavolessa protagonista è forse il personaggio che più rimane impresso dell’intera antologia. Non che sia proprio una buona notizia.
La storia è a tratti volgare, a tratti stupida, non molto coerente, il finale è buttato lì come capita – esponendo fatti che il lettore non avrebbe in alcuna maniera potuto prevedere. È un po’ come l’omicidio nella stanza chiusa: se a uccidere il disperato nella stanza chiusa è stato un rospo con poteri telepatici, bisognare illustrare l’esistenza di tale batrace prima della rivelazione, altrimenti il lettore si sentirà gabbato.
Comunque la narrazione condotta in prima persona con buona abilità e la squinternata simpatia che suscita la protagonista rendono il racconto decente.

Giudizio: 0 - Stivale: clicca per maggiori informazioni sui voti

Mirror Blues di Fabrizio Furchì

Icona di Altieri domanda La Domanda di Altieri: Quali magiche sonorità saprà invece regalarci il “Mirror Blues” di Fabrizio Furchì, qui al suo esordio?
Icona di Gamberetta risponde La Risposta di Gamberetta: Il suono del silenzio.

Una misteriosa droga dona momentanei poteri magici e, troppo spesso, la morte a chi la consuma. Un chitarrista che ha stretto un patto col Diavolo, indaga…
La trama non brilla per originalità (non riesco a contare quante indagini su nuove droghe mirabolanti ho già seguito), ma l’ambientazione è buona. Questo è forse l’unico racconto che non potrebbe essere ambientato ovunque. Gli elementi fantastici sono diversi e ben integrati nella storia. Non sempre sono elementi interessanti, ma ci sono: è già molto visto l’andazzo.
La scrittura è il punto debole del racconto. Ci sono piccoli errori – qualche aggettivo di troppo, qualche similitudine balorda, infodump evitabile –, ma soprattutto manca il coinvolgimento con il protagonista. La telecamera segue il nostro eroe con sguardo neutro e l’azione non è tale da sola da appassionare. È troppo il distacco del lettore dal chitarrista.
Nel complesso rimane un racconto passabile.

Giudizio: 0 - Stivale: clicca per maggiori informazioni sui voti

Il ditirambo di Samarat di Michele Giannone

Icona di Altieri domanda La Domanda di Altieri: Qual è il segreto nel nome del quale ogni crimine, perfino il più efferato, viene commesso così da garantire l’esistenza della società iper-meccanizzata di “Il Ditirambo di Samarat”, struttura del bravo Michele Giannone, voce Fantasy in ascesa?
Icona di Gamberetta risponde La Risposta di Gamberetta: Domanda trabocchetto? Il segreto è il segreto di Pulcinella!!! Ah, signor Altieri, guardi che la roba iper-meccanizzata era la cosa con i millepiedi. Riciclare gli aggettivi non è cool.

Giannone scrive un racconto con stile decente, peccato che la storia sia un miscuglio di scene già viste mille volte (l’hacker più 1337 che ci sia che recupera i dati crittati dalla chiavetta USB…) e si basi su una solenne idiozia di fondo.

Acid Burn e Zero Cool
Angelina Jolie “Acid Burn” e Johnny Lee Miller “Zero Cool”(sic) protagonisti del film Hackers. “1337” in leetspeak significa “elite”

In poche parole: un culto di svitati sta per evocare sulla Terra un Dio (alieno?) che potrebbe portare alla scomparsa del genere umano; il più potente industriale di Sanctuary lo sa e… decide di inviare a fermare gli svitati un solo sicario armato di coltello. Che si può dire? Che almeno la buona volontà ce l’ha messa?
Un racconto che lo stile salva dall’essere illeggibile, ma che rimane very very sad.

Giudizio: Un Gambero Marcio: clicca per maggiori informazioni sui voti

Angeli e uomini di Cecilia Randall

Icona di Altieri domanda La Domanda di Altieri: Sono angeli, demoni o entrambi quelli che si battono all’ultimo sangue per ottenere l’ammissione alla Loggia, famigerata quanto infame società segreta al centro di “Angeli e Uomini”, rivisitazione criminal-religiosa a firma della multiforme Cecilia Randall?
Icona di Gamberetta risponde La Risposta di Gamberetta: Sono a) angeli, b) demoni, c) entrambi, d) quattro. E la risposta è: quattro. Ah, signor Altieri, guardi che multiforme era Dimitri. Riciclare gli aggettivi non è kawaii.

Malgrado dopo poche pagine si possa intuire chi sono in realtà i due protagonisti (indovinate un po’ chi è uno che si chiama Rafael ed è tanto buono da sembrare un angelo…), la Randall conduce bene la storia fino alle sue logiche conseguenze. In mezzo a tanta confusione è piacevole leggere un testo che abbia un inizio e una fine collegati in una maniera non del tutto cretina.
Lo stile è buono, forse l’unico difetto sono le pagine dedicate a Rafael: troppe per il ruolo che in effetti svolge nella vicenda. L’ambientazione è – tanto per cambiare – generica. La storia si sarebbe potuta svolgere ovunque e in qualunque epoca. Anzi, probabilmente la narrazione sarebbe stata più coerente se non fosse stata ambientata ai giorni nostri. Infatti è difficile credere che nel finale non ci siano telecamere di sicurezza o altri strumenti di sorveglianza in grado di testimoniare cosa sia davvero accaduto.
Però rimane un racconto godibile. Lettura gradevole.

Giudizio: Un Gambero Fresco: clicca per maggiori informazioni sui voti

I passi della sera di Fabiana Redivo

Icona di Altieri domanda La Domanda di Altieri: Cosa spinge bande di elfi, vampiri e streghe a sterminarsi a vicenda pur di seguire “I Passi della Sera”, sentiero indicato da Fabiana Redivo, eccellente autrice Nord e non solo?
Icona di Gamberetta risponde La Risposta di Gamberetta: Ho letto il racconto due volte e non l’ho capito.

Racconto sconclusionato. La Redivo schiera ben sette, forse otto, o sono nove? – credo di aver perso il conto – personaggi in una ventina di pagine. Ne esce fuori un guazzabuglio senza capo né coda. Il mood varia dal mortalmente serio al ridicolo che non fa ridere nessuno. E giuro che non sono riuscita a capire che senso avesse la vicenda, pur avendo appunto letto due volte il racconto.
Mi sono persa tra vampiri, goblin, goblin-vampiri, elfi scuri, troll, aracnidi, licantropi, grizzly chikas_pink03.gif , demoni, gente in moto, e un sacco di altre parole a casaccio. Magari è colpa mia, com’è noto io ho l’attention-span of a door-knob.

Giudizio: Un Gambero Marcio: clicca per maggiori informazioni sui voti

Foresta perduta di Egle Rizzo

Icona di Altieri domanda La Domanda di Altieri: Quali presenze al di là del tempo e delle dimensioni vengono percepite nella “Foresta Perduta”, psicoanalisi al di là della psicoanalisi condotta dalla sorprendente Egle Rizzo?
Icona di Gamberetta risponde La Risposta di Gamberetta: Gnokki.

La protagonista del racconto di Egle Rizzo ha la visione di una misteriosa Foresta. In alcuni momenti il mondo intorno a lei sbiadisce e si sente trasportata in questo luogo magico. Per risolvere il problema si rivolge a uno psichiatra, ma non sa che lui nasconde un segreto.
Qui il fantasy c’entra poco o niente: è una classica vicenda in stile Harmony con la paziente che si innamora del bel dottore. E quando lei pensa a lui le si imporporano le gote. Soooo cute!
Il racconto si distingue per la scena più WTF (scusate, non sta bene) WTH dell’intera antologia, che qui riporto:

[Leda, la protagonista] Rimase senza fiato quando vide i due guerrieri. Avevano lunghi mantelli e divise dall’aria militare; uno vestiva di verde, l’altro di un sobrio grigio antracite. Le spade si incontravano in un fulgore furente, i volti erano arrossati, uno dei giovani rise, non una risata malvagia, ma di puro divertimento.
Sono impazzita, pensò Leda. [...] Poi vide l’orologio al polso del guerriero in grigio.
Leda scoppiò a ridere, e sbucò fuori, per osservare più da vicino la scena. Le armi erano di vero metallo, ma non molto affilate, e quelli non erano spadaccini usciti da una leggenda, o dalla sua mente. Rimase lì, al margine della spianata dove i due combattevano, sorridendo come una sciocca. [...]
«Guarda un po’ chi abbiamo lì.»
Uno dei due ragazzi, quello vestito di verde, aveva abbassato la spada.
«Stiamo giocando, non vedi che rovini l’atmosfera?» esclamò l’altro, accorgendosi solo ora della presenza di Leda.
«Scusate, io… disegnavo…»
«Bah, credi di aver trovato un posto senza intrusi e invece…»
«Smettila, Ted» disse il giovane vestito di verde poggiando una mano sul braccio dell’amico. «Il gioco di ruolo può anche aspettare, ci sono anche cose più interessanti, in fondo.»
«Vuoi chiamare gli altri?» domandò Ted, confuso.
«No, non direi…»
Lo spadaccino verde stava osservando Leda con un’aria che la rese inquieta.
«Esistono diversi modi di giocare, sai? E dal modo in cui ci guardavi mentre combattevamo, io penso che anche a te potrebbe piacere giocare in un certo modo.»
[...]
L’avevano accerchiata, e Leda si lasciò sfuggire un gridolino, quando Verde la attirò a sé per la vita.
«Non fare la schizzinosa, avanti: se fai la brava ti divertirai…»
«Lasciami…» protestò la giovane, strappando all’altro solo una risata beffarda.

E chi interverrà a salvare la nostra povera eroina? Ma il suo gnokko, of course. How romantic!

Gnokko
Tecnicamente nel racconto della Rizzo non ci sono vampiri. Ho usato il termine gnokko nel suo significato più ampio di creatura sovrannaturale maschile il cui unico scopo nella storia è far innamorare la svampita di turno

Devo dire che quest’idea che due tizi che giocano di ruolo dal vivo di botto decidono di violentare la prima che incontrano sembra una trovata degna del Ghirardi. No, Egle, non è un complimento.

Giudizio: Un Gambero Marcio: clicca per maggiori informazioni sui voti

Redenzione (Serra Madre) di Antonia Romagnoli

Icona di Altieri domanda La Domanda di Altieri: Cosa può giustificare lo sterminio dei diversi nel nome della inconoscibile, oscura “Redenzione” suggerita dalla brava Antonia Romagnoli, narratrice di fanta-thriller senza compromessi?
Icona di Gamberetta risponde La Risposta di Gamberetta: Be’, una buona giustificazione allo sterminio sarebbe se codesti diversi scrivessero tutti come G.L. D’Andrea.

Il racconto scritto peggio. Per buona parte solo raccontato, sembra quasi una scaletta per un futuro racconto, invece di un’opera già completa. Anche l’editing è scadente, rimanendo frasi di questo genere:

Teamu era in seconda linea, pronto a proteggere le spalle ai compagni nel caso in cui qualche bestia si fosse avventata per coglierli di sorpresa, ma era evidente che l’effetto sorpresa aveva funzionato: a parte un paio di coraggiosi, nessun altro ingaggiò con loro battaglia.

Dove la ripetizione sorpresa – sorpresa oltre che brutta in sé, crea confusione, dato che non è subito chiaro trattarsi di due sorprese diverse.
La trama è una serie di non sequitur, il protagonista è amorfo, la Noia regna. È difficile arrivare fino in fondo.
Porcata.

Giudizio: Due Gamberi Marci: clicca per maggiori informazioni sui voti

Saint Vicious di Luca Tarenzi

Icona di Altieri domanda La Domanda di Altieri: Quale battaglia decisiva aspetta l’ultimo dei cavalieri Templari nel momento in cui varca la soglia del night-club sbagliato, nel quale la superstar è tale “Saint Vicious”, punk-rocker from Hell creato dal geniale Luca Tarenzi, l’autore italiano che ha portato in primo piano la variazione di genere nel genere chiamata urban fantasy ?
Icona di Gamberetta risponde La Risposta di Gamberetta: Ehm, signor Altieri, non vorrei dire, ma “Saint Vicious” è il buono, così sembra che lei non abbia letto i racconti che introduce…

Tarenzi si affida alla saggezza popolare: “La musica unisce, non divide!”, “In Italia A Sanctuary finisce sempre tutto a tarallucci e vino.” e ne esce forse il miglior racconto dell’antologia. Magari la sensazione è acuita dal fatto che è anche l’ultimo racconto: fine della pena.
La storia si incentra su un tizio il cui Angelo Custode, invece di aiutare nella lotta contro il Male, decide di dedicarsi alla musica punk, divenendo cantante in un gruppo.
Il racconto è breve, scritto con buon stile e la giusta dose di ironia. Lo sviluppo è cliché, ma Tarenzi sembra averlo presente e non si prende troppo sul serio. Il protagonista e il suo Angelo suscitano immediata simpatia.

Giudizio: Due Gamberi Freschi: clicca per maggiori informazioni sui voti


Conclusione

Io inviterei i vari autori presenti nell’antologia a leggere Magic, Inc. di Heinlein, pubblicato la prima volta nel 1940. In pratica ci sono già tutte le idee presenti in questi racconti di Sanctuary, più qualche altra anche più divertente. In altre parole, se Sanctuary fosse stato pubblicato non dieci anni fa, ma settanta anni fa, ancora non sarebbe stato ground-breaking. Aggiungo che per fortuna non è neppure cutting-edge altrimenti mi sarei riempita le dita di tagli!

Copertina di Anonima Stregoni
La disgraziata copertina della prima edizione italiana di Anonima Stregoni (Magic, Inc.)

Quella assente in questi racconti è proprio la componente vitale del fantasy: la fantasia, l’immaginifico, il fantasmagorico. In nessun racconto c’è un minimo di sense of wonder, il feeling è di trovarsi di fronte a un film per la TV: scenari di cartapesta, personaggi che recitano a spanne, sceneggiature scartate persino dai produttori hollywoodiani più beceri.
Manca la vertigine. Si sale sul grattacielo più alto di Sanctuary, si abbassa lo sguardo verso l’immensa metropoli e… guarda che schifo! Ho una macchia di unto sulla gonna. Adesso non verrà più pulita.
Emblematico da questo punto di vista il finale del racconto di Giannone, non tanto perché sia peggio di altri, ma perché dimostra l’incapacità diffusa di affrontare l’elemento fantastico.
Abbiamo l’arrivo di un Dio che potrebbe innescare la Fine del Mondo. Questo è il Dio:

[...] figura possente. Umanoide all’apparenza, alta più di un paio di metri, dalle lunghe braccia terminanti con aculei affilati, pareva ricoperto da una patina argentea che ne rendeva vividi i dettagli del corpo.
La testa era lunga e affilata, sovrastata da corna ricurve; gli occhi, due sfere grigie, sormontavano narici strette e una bocca incurvata verso il basso.

L’inizio della Fine:

La figura sollevò le braccia, distendendole verso l’esterno. Volute di fumo azzurro si staccarono dall’essere e si librarono verso le tre donne vestite di pelli animali.
Quando le circondarono, quelle rovesciarono la testa all’indietro e iniziarono a essere scosse da un tremito.
[...] in quel modo l’essere si stava accoppiando con loro, impiantando in ciascuna delle tre il proprio seme.
[...]
Dal ventre di quelle donne, sarebbe sorta una nuova stirpe. Diversa da quella umana, simile talora ad essa nell’aspetto o dalle fattezze mostruose, avrebbe reclamato ciò che le era stato rubato e provato a riprenderselo grazie ai poteri di cui sarebbe stata dotata.

Le descrizioni, l’azione, il narrato conclusivo: è tutto molto cheap, film per la TV appunto. Non c’è esaltazione, non si chiude il libro mormorando un “UAU” di sincera meraviglia.
Sotto questo aspetto anche il racconto di Dimitri lascia molto a desiderare: è vero, spremere sense of wonder fuori dall’abusata vicenda dell’idolo maledetto non è impresa semplice, ma negare la maledizione è solo un trucco, e neppure un trucco originale. Cheap trick.
E così via. La mancanza di fantasia in Sanctuary è disheartening.

Si può anche vedere il bicchiere mezzo pieno: alcuni degli autori dimostrano di possedere un minimo di bagaglio tecnico, il che, nell’ambito del Fantasy Italian-style, non è per nulla scontato. Perciò, in teoria, in un futuro indeterminato, qualcuno degli autori presenti potrebbe scrivere sul serio un romanzo fantasy ground-breaking. Forse. In fondo abbiamo solo settant’anni da recuperare.

Non vale la pena spendere 15 euro per Sanctuary. Per chi, come la sottoscritta, ha già pagato, c’è almeno la soddisfazione di sapere che i ricavi andranno in beneficienza.

* * *

note:
 [1] ^ Altieri, in meno di cinque pagine, riesce a infilare: fiction, Fast-forward, Welcome to the brave, new, contaminated world!, ground-breaking, Italian-style, mission impossible, underdog, young adults, dark lady, underworld, punk-rocker from Hell, epic più ovviamente (urban) fantasy e tralasciando parole inglesi considerate ormai di uso comune quali mystery o night-club.


Approfondimenti:

bandiera IT Sanctuary su iBS.it
bandiera IT Sanctuary presso il sito dell’editore
bandiera IT Sanctuary su Wikipedia

bandiera EN Sanctuary, quello originale
bandiera EN Magic, Inc. su Wikipedia

 

Giudizio:

Dimitri, Randall, Tarenzi. +4 -9 Cassini, Clun, Giannone, Redivo, Rizzo, Romagnoli.

Cinque Gamberi Marci: clicca per maggiori informazioni sui voti

Scritto da GamberolinkCommenti (74)Lascia un Commento » feed bianco Feed dei commenti a questo articolo Questo articolo in versione stampabile Questo articolo in versione stampabile • Donazioni

La Prossima Vittima

…tanto per parafrasare il racconto di Sheckley Seventh Vitcim (1953) diventato famoso in Italia perché dalla Settima Vittima è stato tratto il film La Decima Vittima (1965) con Marcello Mastroianni e Ursula Andress.

Locandina de La Decima Vittima
Locandina de La Decima Vittima

Una delle ragioni per cui negli ultimi mesi non sono apparsi molti articoli è che ho preso la decisione ufficiosa di rinunciare a recensire fantasy italiana che mi abbia deluso. Mi sono un pochino stufata di ripetere sempre le stesse cose, analizzare sempre gli stessi difetti e alla fine scoprire che l’autore del successivo fantasy non ha imparato niente.
Tuttavia ho ricevuto parecchia posta che mi chiedeva per piacere di recensire questo o quel romanzo o di parlare di questo o quell’altro “scrittore”. Dato che si avvicina Natale, accoglierò una richiesta. Di seguito elencherò una decina di fantasy italiani usciti negli ultimi mesi. Alcuni li ho già letti, altri no, ovviamente non vi dirò quali. Scegliete voi – votando mediante l’apposito widget in alto a destra – di quale morte dovrò morire durante le vacanze di Natale!

Se il vostro fantasy italiano preferito non è elencato, votate Altro e specificate quale fantasy vorreste vedere recensito nei commenti. Alcune limitazioni:
Icona di un gamberetto Niente Troisi. La Regina del Fantasy Italiano mi ha stufato l’anima. Ho letto il Prologo e il Primo Capitolo del nuovo romanzo e faccio volentieri a meno di proseguire. Ne ha parlato il Duca, se volete potete commentare lì, qui sui Gamberi personalmente non ho più voglia di occuparmi di Licia.
Non disperate però! Uno dei frequentatori del blog mi ha inviato tempo fa una recensione de La Ragazza Drago. La recensione ha bisogno di un po’ di editing, ma poi potrebbe apparire. Dunque si avrà ancora modo in un futuro prossimo di litigare per Licia – mio malgrado. Ma almeno non a Natale!
Icona di un gamberetto Niente piccoli editori con eccessivi tempi di attesa. A meno che il libro non sia disponibile via emule. Come detto mi dedicherò a questa lettura durante le vacanze natalizie, se per ordinare il libro via iBS.it o simile ci vuole più di qualche giorno slitta tutto a chissà quando.
Icona di un gamberetto Niente romanzi che ho già letto e di cui ho già parlato esprimendo un giudizio, anche se brevemente o nei commenti. Per esempio niente Estasia o Ethlinn La Dea Nascosta o Arthur e lo Stregone Nero. Per la cronaca nessuno dei tre mi è piaciuto.
Icona di un gamberetto Preferirei un fantasy recente, uscito nell’ultimo anno o giù di lì, anche per via della facilità di reperimento, ma se avete qualche idea per un bel fantasy più vecchio, si può fare.
Icona di un gamberetto Niente fantasy pubblicato da editori a pagamento. Da quando esiste il blog ho già litigato diverse volte con autori che sono stati pubblicati a pagamento. Non ne posso più della gente con la sindrome del genio incompreso.
Già che ci sono ricordo che un editore a pagamento non è tale solo se direttamente si paga per essere pubblicati. Un editore a pagamento è anche quell’editore che:

  • Chiede soldi per un indefinito lavoro di editing.
  • Chiede soldi per offrire promozione o maggiore distribuzione al libro.
  • Chiede soldi per il codice ISBN, il bollino SIAE, la registrazione presso il Tribunale dei Diritti del Coniglio o analoghi servizi.
  • Chiede all’autore di acquistare a prezzo pieno o scontato un certo numero di copie, fossero anche solo 10 o 20.
  • Obbliga l’autore all’acquisto delle copie in giacenza dopo un certo periodo di tempo.

Icona di un gamberetto Non ho invece nessuna particolare preclusione per le opere autoprodotte, specie se disponibili gratuitamente in formato digitale che per me è più comodo rispetto al libro cartaceo.
Icona di un gamberetto Infine ricordo che ho parlato di fantasy italiano, dunque niente Paolini, Meyer o quant’altri.

Ciò premesso i miei dieci candidati sono, in ordine alfabetico:

Copertina de Il Volto della Duplice Luna#1 Titolo: Aletheya – Il Volto della Duplice Luna (Flaccovio)

Trama: Re Stefanos è gravemente malato e non ha ancora scelto un erede per il suo trono. Il timore che alla sua morte possa seguire una guerra civile prende forma quando un assassino s’insinua nelle sale del Castello delle Sette Torri per colpire il sovrano con un pugnale avvelenato. Una congiura minaccia l’intero regno, ma Stefanos stravolge le regole del gioco affidando la sua corona proprio al sicario incaricato di ucciderlo. Perché il misterioso mandante dell’omicidio regale ha commesso l’errore di tendere una trappola anche all’uomo che aveva assoldato, guadagnandosi così la vendetta dei neri servitori di Iryanna. La decisione del vecchio re mette a contatto il mondo dei nobili e quello dei reietti che uccidono nel nome della Dea della Notte. Due realtà di Aletheya si incontrano dopo essersi ignorate per secoli, e lo fanno per salvare il regno dalle avide mire di chi vorrebbe mettere fine alla sua indipendenza. Galen è il re assassino, ma cosa vorrà dire questo per lui? In un fitto mosaico di interrogativi e intrighi sarà costretto a scoprirlo.

Autore: Egle Rizzo. La Rizzo è al suo terzo fantasy, avendo già pubblicato Ethlinn La Dea Nascosta e Il Viaggio di Aelin.

Perché parto prevenuta: Ethlinn La Dea Nascosta è forse il fantasy più soporifero che mi sia mai capitato tra le mani.

Perché potrebbe essere decente: sbagliando s’impara, guardate la mitica Licia!

Copertina di Bryan di Boscoquieto#2 Titolo: Bryan di Boscoquieto nella Terra dei Mezzidemoni (Newton Compton)

Trama: Accusato di aver avvelenato la figlia di un ricco mercante, Elias l’alchimista muore tra orribili torture e atroci sofferenze. Seicento anni dopo, lo spirito inquieto di questo ambiguo personaggio grida vendetta e arriva a possedere gli abitanti di Boscoquieto, un piccolo paese di montagna. Il tutto accade sotto gli occhi di Bryan, un quattordicenne a cui è stato concesso il dono di muoversi lungo il sottile confine che separa il naturale dal soprannaturale. A Bryan e ai suoi poteri è affidato il compito di scoprire la vera personalità del malvagio alchimista e di affrontarlo in una battaglia che spalancherà le porte dell’inferno e libererà sul mondo la malvagità degli spiriti dannati come Elias. Al fianco di Bryan, Morpheus, figlio di un demonio e di una donna umana, saprà iniziare il giovane mago ai misteri della Baia: l’organizzazione che, in perenne lotta con la Comunità Ribelle guidata dal potente Insorta, combatte per garantire alla Terra la necessaria protezione contro le creature delle tenebre, lugubri esseri mostruosi cacciati dagli uomini sotto la superficie del pianeta. Tra apparizioni magiche, attacchi psichici e paesaggi invisibili agli occhi dei comuni mortali, la lotta tra il Bene e il Male procede senza quartiere fino allo scontro finale.

Autore: Federico Ghirardi. Diciassette anni, ha cominciato a scrivere il romanzo a quattordici. Newton Compton è rimasta abbagliata da tale bimbo prodigio e ha stampato subito 10.000 copie.

Perché parto prevenuta: il tizio ha scritto il romanzo a quattordici anni.

Perché potrebbe essere decente: più di una persona mi ha segnalato questo romanzo come l’apice dell’idiozia, ma così cretino che forse potrebbe essere divertente. Mah!

Copertina di Garmir l'Eclissiomante#3 Titolo: Garmir l’Eclissiomante (Baldini Castoldi Dalai)

Trama: Secondo un’antica profezia presto i tre Soli che danno vita al mondo tramonteranno a Est per non sorgere mai più. Solo recuperare i Sigilli, preziosissimi artefatti nascosti nelle Terre Innominate, può fermare il disastro. È allora che Garmir, bandito come eretico in tutte le Terre Vive per le sue magie, parte alla loro ricerca, accompagnato da un gruppo di prescelti come lui. C’è il mostruoso Putrivoro, che si nutre di resti decomposti; Kipam l’idromante, amico d’infanzia di Garmir; Sadlilit, un’elfa nata da genitori umani dotata di straordinari poteri; Alzand, ex soldato sfregiato in battaglia da un’arma maledetta (a cui si uniranno il chierico Mei, il grium Trafnuke il demone inverso Kikar); la bellissima Nephil, capace con le sue visioni di carpire frammenti di futuro e Xinaghul, uomo colossale che vive nella foresta e il cui volto resta sempre, inspiegabilmente, celato.

Autore: Thomas Mazzantini. Non ho scoperto molto su costui, se non che ha diciotto anni e ha iniziato a scrivere Garmir a sedici. Insomma prodigio, ma non quanto il Ghirardi!

Perché parto prevenuta: perché il tizio ha scritto il romanzo a sedici anni e la trama parla della consueta compagnia di spostati che deve salvare il mondo. Originalità, impiccati!

Perché potrebbe essere decente: be’, il protagonista a quanto pare è un eclissiomante, che non so che mestiere sia, ma almeno non è il solito mago, druido, guerriero, vampiro

Copertina de Il Libro del Destino#4 Titolo: Il Libro del Destino – L’Erede di Ahina Sohul (Piemme)

Trama: Il Signore delle Nebbie con il suo esercito di amorphi ha assaltato la città di Ahina Sohul, capitale delle terre di Nadesh, usurpato il potere del re e messo sul trono Pseudos, alleato delle forze del male. Quindici anni dopo, il custode Galdwin parte alla ricerca del giovane Bedwyr, vero erede al trono di Ahina Sohul, sopravvissuto al massacro della famiglia reale. Lo trova a Batilan, dove conosce anche Eynis, una ragazza dal passato misterioso e dalle incredibili doti. Bedwyr ed Eynis si uniranno ai rappresentanti delle cinque Razze Libere: Uomini, Elfi, Lupi, Nani e Draghi. Insieme cercheranno di ritrovare le pagine perdute del Libro del Destino, il libro profetico in grado di rivelare a chi lo possiede le sorti della Terra di Nadesh.

Autore: Elisa Rosso. Ha appena compiuto quindici anni. Nel suo blog scrive che: “Quando la mia testa diventò troppo piena di idee e minacciava di esplodere, ho iniziato a scrivere.” Invece prendere un’aspirina, no, eh?

Perché parto prevenuta: ‘sta tipa sembra ancora più svampita della Strazzu, e ha scritto un romanzo con gli Uomini e gli Elfi e i Lupi e i Nani e i Draghi…

Perché potrebbe essere decente: perché lo leggerò durante le vacanze di Natale, magari sarà il primo dell’anno e sarò ubriaca.

Copertina de Il Regno Nascosto#5 Titolo: Il Regno Nascosto (Flaccovio)

Trama: Althorf e i suoi due nipoti, Vitur e Tekkur, sono gli unici Nani rimasti nel villaggio di Cuterbor. Dopo aver condiviso il mondo con gli Uomini abitando quartieri all’interno delle loro città, i Nani hanno deciso di tornare ai tempi antichi, lasciando le loro case per cercare un luogo adatto per ricostruire il loro regno, nel grande Nord. Solo in pochi sono rimasti: Althorf del Clan Mahûk è tra questi. E dei suoi fratelli, partiti tanto tempo prima, non ha mai più avuto notizie. Dopo aver ascoltato le storie sull’antico Regno dei Nani e sulla potenza della loro gente, Vitur e Tekkur si metteranno alla ricerca di questo luogo leggendario.

Autore: Errico Passaro & Gabriele Marconi. Errico Passaro aveva già scritto un fantasy pubblicato per la Nord dal titolo Le Maschere del Potere. Qui la mia recensione.

Perché parto prevenuta: Errico Passaro ha scritto Le Maschere del Potere.

Perché potrebbe essere decente: Gabriele Marconi non ha scritto Le Maschere del Potere.

Copertina de Il Segreto dell'Alchimista#6 Titolo: Il Segreto dell’Alchimista (L’Età dell’Acquario)

Trama: Una catena di efferati omicidi sconvolge le Terre. Le vittime sono i maghi naturali, i pochi eletti in grado di utilizzare la magia in tutta la sua potenza. Mentre nelle regioni del Sud dilaga una misteriosa nebbia, che cela nelle sue profondità un segreto di distruzione e morte, Ester, insegnante di magia, e Nimeon, principe delle Colline, vengono investiti del Mandato che li condurrà a svelare una verità incredibile e inattesa. Accompagnati dal giovane matematico Van e da un gruppo di valorosi cavalieri, i due affronteranno la delicata indagine sulle tracce del temibile e astuto nemico, tra enigmi insoluti, incantesimi, intrighi e inquietanti scoperte. Quale segreto lega Ester all’assassino e all’antica leggenda custodita dai Reali delle Colline? E cosa nascondono le nebbie incantate che lentamente invadono le Terre? Un’avventura al confine tra due mondi. La storia di una donna in lotta contro se stessa. Un fantasy che sfuma nelle tinte moderne del giallo.

Autore: Antonia Romagnoli. Ha esordito l’anno scorso con La Magica Terra di Slupp, pubblicato attraverso Lulu.com.

Perché parto prevenuta: La Magica Terra di Slupp è una schifezza.

Perché potrebbe essere decente: La Magica Terra di Slupp è uno schifo perché la Romagnoli cerca di essere spiritosa senza riuscirci mai. La scrittura in sé non è male, e dunque alle prese con un soggetto “serio” potrebbe rivelarsi una scrittrice decente.

Copertina de La Leggenda dei Cinque Ardenti#7 Titolo: La Leggenda dei Cinque Ardenti (Armenia)

Trama: Sono trascorsi duecentoventidue anni dalla nascita di Elsinor, elfa di Boscargento: ora, finalmente, il dono di Pirus sarà suo. Ma che cosa aveva previsto il vecchio saggio tanti anni prima? Già intuiva che il ghiaccio e il fuoco si sarebbero mossi nello stesso momento per impadronirsi del Regno? “Questo è il tempo in cui le profezie si avverano e il mito torna a camminare sulla terra”, proclama Eldaren il ghidra. Quando dal profondo nord discende un gelo innaturale e dal deserto avanza un popolo antico a reclamare la terra che gli fu tolta, agli abitanti del Regno, presi tra i Gelidi e i Tarraska, non resta che tentare un arcana e pericolosa evocazione: cinque eroi saranno chiamati a trasformare se stessi per virtù d’una Pietra che conferirà loro un potere ancora più grande e terribile al prezzo di…

Autore: Shanna O’Manley al secolo Debora Vannini. Non so altro, se non che lo pseudonimo O’Manley è dovuto all’amore dell’autrice per l’Irlanda.

Perché parto prevenuta: ehm, ci sono gli Elfi di Boscargento… devo aggiungere altro?

Perché potrebbe essere decente: la Vannini è maggiorenne.

Copertina di Lisidranda#8 Titolo: Lisidranda (Armenia)

Trama: Lo Spirito della Terra è perduto. Forse è stato rubato dagli Immortali quando hanno passato il Portale dopo l’ultima battaglia, abbandonando gli umani al loro destino. Ma dopo novecento anni il deserto ha preso il posto delle foreste, i fiumi sono inariditi, e nell’immenso regno di Hasgalen, i cui abitanti sono volti al profitto e al potere, il cielo è nascosto dalle nuvole perenni e la vita si sta spegnendo. Soltanto sull’Isola nel Mare d’Occidente i bambini sono ancora un bene abbondante, come pure la serenità e la bellezza.

Autore: Mariangela Cerrino. Ha pubblicato il suo primo romanzo nel 1966 e da allora ne ha pubblicati più di 20, tra western, storici, fantasy e fantascienza.

Perché parto prevenuta: la trama puzza di Noia lontano un chilometro.

Perché potrebbe essere decente: la Cerrino sa scrivere. Almeno ogni tanto.

Copertina de L'Ultimo Pirata#9 Titolo: L’Ultimo Pirata – La Clessidra del Potere (Mondadori)

Trama: Spinn è un ladro di tredici, o forse quattordici anni. Non ricorda quanto tempo è trascorso dal giorno in cui è nato, ma non potrà mai dimenticare quello in cui suo fratello è stato rapito da una banda di pirati sanguinari. Da allora Spinn porta una promessa nel cuore: diventare un pirata e ritrovarlo. Imbarcatosi sulla nave del capitano Yellowbeard, combatterà battaglie all’ultimo sangue imparando che anche in un mozzo può nascondersi un pirata coraggioso, pronto a dare la vita in un arrembaggio. Ala un’ombra demoniaca segue la scia del suo veliero: l’esercito dei non-morti è tornato, e la sua brama di carne umana sarà placata solo quando l’Oscuro Signore stringerà tra le mani la Clessidra del Potere e catturerà Spinn. Quale mistero lega un giovane mozzo allo strumento capace di donare il dominio assoluto sul mondo? La chiave per risolverlo è il più prezioso dei tesori, e la rotta per raggiungerla non è tracciata in nessuna mappa.

Autore: Matteo Mazzuca. Diciotto anni. Ha iniziato a scrivere ‘sta roba sui pirati a tredici anni. Dazieri ne è rimasto impressionato, ed eccolo pubblicato.

Perché parto prevenuta: tredici anni, i pirati, Dazieri… in più in copertina spicca un bel “Tortuga 1720”, orbene a Tortuga nel 1720 non c’erano più pirati.

Perché potrebbe essere decente: se e’ statto pblikato da 1 grnd editore cm Mondadori 1 ragone c dv exere!!11!!!!!

Copertina de La Lama del Dolore#10 Titolo: Trilogia di Lothar Basler – La Lama del Dolore (Curcio)

Trama: Il primo capitolo di una trilogia dal sapore gotico che parla, con il linguaggio del fantasy, del mondo “reale”. Lothar Basler torna a Lum dopo sette anni nell’esercito dei Principati. Lo sospinge l’arcana forza dell’odio, dell’amore e del dolore, che riporta in vita roventi verità sepolte insieme a una spada. La stanchezza è soffocante, i nervi sono rosi dall’attesa, la mente scorticata dal dolore. Ma l’impresa deve essere compiuta: prendono vigore misteriose forze pronte a tutto pur di possedere e manipolare il Potere, e solo ripercorrendo il sentiero di una memoria dolorosa sarà possibile contrastarle. Perseguitato da incubi oscuri e braccato da demoni e presenze occulte, Lothar affronta il destino assieme a un gruppo di compagni inciampati nelle trame della sua sorte.

Autore: Marco Davide. Sì, ha due nomi e nessun cognome. È un ingegnere e questo è il suo romanzo d’esordio. È da poco uscito il secondo volume della trilogia, Il Sangue della Terra.

Perché parto prevenuta: mesi fa avevo letto il primo capitolo disponibile online…

Perché potrebbe essere decente: da più parti ho letto che questo dovrebbe essere un romanzo cupo e violento.

 

* * *

Votate per la vostra vittima preferita! Il sondaggio rimarrà aperto da oggi fin verso il 20 di questo mese. Come sempre, se dovessi accorgermi di voti multipli da parte della stessa persona, li cancellerò.

EDIT del 21 Dicembre 2008. Il sondaggio è chiuso, è stato scelto Bryan di Boscoquieto nella Terra dei Mezzidemoni.


Approfondimenti:

bandiera IT Un’intervista a Egle Rizzo
bandiera IT Il sito di Federico Ghirardi
bandiera IT Un’intervista a Thomas Mazzantini
bandiera IT Il blog di Elisa Rosso
bandiera IT Un’intervista a Passaro & Marconi
bandiera IT Il sito di Antonia Romagnoli
bandiera IT Un’intervista a Debora Vannini
bandiera IT Il sito di Mariangela Cerrino
bandiera IT Un’intervista a Matteo Mazzuca
bandiera IT Il blog di Marco Davide

bandiera EN La Decima Vittima su IMDb

 

Scritto da GamberolinkCommenti (83)Lascia un Commento » feed bianco Feed dei commenti a questo articolo Questo articolo in versione stampabile Questo articolo in versione stampabile • Donazioni

Bullshit! (e la dea nascosta)

Wolfgang Pauli, il famoso fisico, si diceva che portasse rogna : sono più d’uno i casi di costosissimi apparecchi scientifici misteriosamente sfasciati da Pauli, grazie alla sua mera presenza. Inoltre Pauli pare avesse un caratteraccio, e fosse incline alla critica feroce.
Una volta, dopo aver letto un articolo di un giovane collega, giudicò che l’articolo non solo non era giusto, ma non raggiungeva neanche la dignità di essere sbagliato!

Wolfgang Pauli
Wolfgang Pauli

Affermazioni talmente squinternate da non poter essere messe in rapporto con il concetto di verità, sono definite da Harry G. Frankfurt, professore di filosofia all’Università di Princeton, come stronzate.
Nel suo saggio On Bullshit (titolo italiano: Stronzate. Un saggio filosofico) il professor Frankfurt analizza le stronzate e il loro rapporto con le sciocchezze e le menzogne. In particolare è sottolineata la pericolosità sociale delle stronzate; tale pericolosità, secondo il professore, è anche maggiore di quella delle menzogne.

On Bullshit
On Bullshit di Harry Gordon Frankfurt

Frankfurt, con rigore e avvalendosi di citazioni che spaziano da Ezra Pound a Sant’Agostino, individua l’essenza delle stronzate. Per Frankfurt le stronzate sono parole (e atti) che hanno lo scopo d’ingannare chi le riceve sulle intenzioni o lo stato mentale di chi le pronuncia. La differenza fondamentale con le menzogne è che queste ultime raggiungono lo scopo partendo dalla negazione di una verità, verità che però chi le pronuncia deve aver ben chiara, mentre le stronzate non hanno alcun rapporto con la verità.
“L’Iraq possiede armi di distruzioni di massa.” Questa affermazione del presidente Bush adesso viene considerata una menzogna e tuttavia alla sua origine è una stronzata. Bush vuole invadere l’Iraq e convincere l’opinione pubblica interna e internazionale che sia una buona idea, dunque afferma che Saddam possiede armi di distruzione di massa. Bush non si pone davvero il problema della armi: forse Saddam le possiede davvero, forse no, ma non è importante. Quello che davvero gli importa è convincere i propri interlocutori della giustezza dei suoi motivi, perciò dice tutto quanto possa essere utile a tale scopo, indipendentemente se sia vero o no! Una tipica stronzata.
Perché le stronzate sono più gravi delle menzogne? Perché le stronzate diffondono il concetto che non solo la verità sia inconoscibile, ma che non si debba neanche provare a cercarla. Proprio come le teoria scientifiche non falsificabili (e che dunque non vengono considerate teorie scientifiche), le stronzate sono immuni da qualunque critica. Ci si può difendere dalle menzogne, mostrandole come tali, ma non ci si può difendere dalle stronzate, perché le stronzate non hanno alcuna base, sono eteree, sono aria fritta. Ed è inutile sottolineare quanto disastrose possano essere le decisioni prese sulla base dell’aria fritta.

Il presidente Bush
. . .

Un’altra caratteristica che Frankfurt individua nelle stronzate è il loro essere sciatte e grossolane, proprio come gli escrementi. Siccome le stronzate non hanno rapporto con la verità, sarebbe sforzo inutile renderle anche solo verosimili, meglio sparlarle grosse a ogni occasione.

Cosa c’entra tutto ciò con la letteratura fantasy? In poche parole il fantasy è pieno di stronzate. Per alcuni versi è quasi inevitabile (per esempio, la magia per sua stessa natura deve possedere alcune delle caratteristiche irrazionali delle stronzate) ma queste stronzate inevitabili sono stronzate benigne; non mancano però le stronzate vere e proprie, in grado di mandare in bestia il lettore attento (me stessa).

Stavo infatti leggendo Ethlinn La Dea Nascosta di Egle Rizzo e già nel primo capitolo ci sono un paio di stronzate davvero fastidiose.

Ma Nyck era il figlio del fabbro che forgiava le armi dei custodi, e il ragazzo aveva fatto amicizia con alcuni di essi. Sin dall’infanzia si era allenato insieme a loro, con le spade di legno che adoperavano durante gli addestramenti. Pur essendo un guaritore, il giovane indossava di rado la tunica dell’Ordine, ed aveva il portamento di un guerriero.
Era per ironia della sorte uno degli schermidori più esperti del Regno, e tuttavia non avrebbe mai potuto impugnare una vera spada, perché così voleva la legge, né in verità lui sembrava darsene pena. Non era tipo Nyck da desiderare una vera battaglia, preferiva continuare a giocare.

Nyck non ha mai preso in mano una vera spada eppure è uno degli schermidori più esperti del Regno: ecco una stronzata!
A Nyck non interessa combattere o partecipare alle battaglie. Ma se Nyck fosse solo il figlio del fabbro, queste affermazioni potrebbero suonare false o ipocrite: è ovvio che lo sfigato figlio del fabbro non voglia combattere! È come se io dicessi che le Rolls-Royce mi fanno schifo, potrebbe essere vero, ma più di uno potrebbe pensare che sto disprezzando le Rolls-Royce solo perché non avrò mai i soldi per comprarne una. Nyck che disprezza le battaglie potrebbe essere preso come Nyck lo sfigato che disprezza le battaglie perché non avrà mai il coraggio di affrontarne una. Allora entra in gioco la stronzata: Nyck è uno degli schermidori più esperti del Regno, perciò non è uno sfigato e dunque parla non per vigliaccheria, ma a ragion veduta.
Da notare che l’autrice non sta necessariamente mentendo, per quanto improbabile può essere che Nyck sia uno degli schermidori più esperti del Regno, il fatto è che non le interessa: lo scopo è dare una certa immagine di Nyck, e a tale scopo qualunque affermazione va bene, indipendentemente se sia vera o no! Appunto una stronzata.
È visibile anche la seconda caratteristica delle stronzate: Nyck non è il più esperto schermidore della sua città o rispetto alla sua età, o in relazione al suo addestramento, no, Nyck è direttamente il più esperto dell’intero Regno. Come si diceva: spararle grosse.

Poche pagine più avanti, ecco un’altra stronzata:

Poi fece un cenno ad uno dei suoi uomini, che lanciò verso la barca un arpione. Aconito gridò loro di fermarsi, ma era già tardi, il suono della sua voce venne coperto da uno scoppio improvviso. L’arpione aveva lacerato uno dei sacchi e pochi istanti dopo il barcone era avvolto dal fuoco.
[...]
«Quella era un’imbarcazione dell’Accademia, e i sacchi contenevano una sostanza che brucia a contatto con l’aria. Ma come si sia slacciata la corda che legava il barcone al molo, questo lo ignoro».

È alquanto improbabile che in un mondo mediovaleggiante come quello di Ethlinn ci sia la tecnologia necessaria per manipolare e stoccare una sostanza che esplode a contatto con l’aria, e ancora più strano pare che tale sostanza venga tenuta all’interno di sacchi. Tuttavia non credo sia una menzogna, l’autrice non vuole mentire al lettore affermando l’esistenza nel suo mondo di una sostanza che in effetti non dovrebbe esserci, l’autrice vuole solo avere una barca che brucia per esigenze di trama e perciò racconta la prima cosa che le viene in mente, indipendentemente che sia vera o no. Una stronzata.

Potrei continuare ma non voglio dare l’impressione che Ethlinn contenga una densità di stronzate superiore alla media, non è vero, anche se è vero che la media è sconsolante. Più che altro mi domando come mai, lungo la catena che parte dalla prima rilettura dell’autore e arriva fino alla pubblicazione, nessuno abbia mai esclamato, “eh! Ma questa è una stronzata!” e quindi preso gli adeguati provvedimenti.

Copertina di Ethlinn La Dea Nascosta
Copertina di Ethlinn La Dea Nascosta

Il sospetto è che, come del resto rileva anche lo stesso Frankfurt, ci si stia assuefacendo alle stronzate. Politici e pubblicitari, ma non solo loro, negli ultimi tempi hanno rovesciato sul prossimo talmente tante stronzate che non ce ne accorgiamo neanche più quando se ne sentono di nuove.

Perciò rimane solo un appello alla coscienza degli scrittori, presunti tali e aspiranti tali: non scrivete stronzate! (e se non l’avete ancora fatto, leggete il saggio di Frankfurt!)


Approfondimenti:

bandiera EN Wolfgang Pauli su Wikipedia

bandiera IT Stronzate. Un saggio filosofico su iBS.it
bandiera EN On Bullshit su Amazon.com
bandiera EN Harry Gordon Frankfurt su Wikipedia

Scritto da GamberolinkCommenti (4)Lascia un Commento » feed bianco Feed dei commenti a questo articolo Questo articolo in versione stampabile Questo articolo in versione stampabile • Donazioni