EDIT del 29 Aprile 2012. Purtroppo library.nu, ex gigapedia, ha chiuso definitivamente.
Un’altra Segnalazione un po’ particolare per un sito che esiste da anni ma che ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi mesi, tanto da diventare una delle fonti più interessanti per procurarsi ebook: gigapedia. (EDIT: gigapedia si è trasferita sul nuovo dominio library.nu).

Il logo di gigapedia
gigapedia, al momento in cui scrivo, indicizza e rende disponibili per il download 549.523 (cinquecentoquarantanovemilacinquecentoventitré) libri, compresa una piccola percentuale di audiobook e documentari.
Non stiamo parlando del Progetto Gutenberg o del Progetto Manuzio o di Google libri: su gigapedia si trovano quasi esclusivamente libri coperti da copyright e forniti in versione completa.
gigapedia è un sito in particolare dedicato alla saggistica e in questo ambito la fanno da padrone i libri di argomento storico e informatico. Tuttavia, rovistando tra i testi di critica letteraria e di narrativa, c’è di che sbizzarrirsi.
Qualche esempio di quello che si può trovare su gigapedia, spulciando qui e là:
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Historical Dictionary of Fantasy Literature di Brian Stableford (The Scarecrow Press, 2005). Un’enciclopedia di autori e tematiche fantasy. Non un’opera così monumentale come la The Encyclopedia of Fantasy di John Clute e John Grant, ma ugualmente vi si trovano nomi e spunti degni di interesse. |
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Schrödinger’s Rabbits – The Many Worlds of Quantum di Colin Bruce (Joseph Henry Press, 2004). Un testo introduttivo alla meccanica quantistica che propugna l’interpretazione di Oxford. Ne aveva già parlato Silvia. In copertina ci sono dei coniglietti! |
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Kinematic Self-Replicating Machines di Robert A. Freitas Jr. e Ralph C. Merkle (Landes Bioscience, 2004). Un altro serioso saggio scientifico con in copertina dei coniglietti! Questa volta si parla di robotica e di macchine in grado di auto replicarsi. |
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Robot Ghosts and Wired Dreams – Japanese Science Fiction from Origins to Anime di Christopher Bolton, Jr. & amici (University of Minnesota Press, 2007). Una serie di saggi che tracciano la storia della fantascienza giapponese da inizio secolo ai giorni nostri. Affascinante per gli appassionati di cultura nipponica e per gli appassionati di fantastico in generale. |
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Shadows of the New Sun – Wolfe on Writing / Writers on Wolfe a cura di Peter Wright (Liverpool University Press, 2007). Una serie di interviste a Gene Wolfe (il celebre autore del ciclo del Nuovo Sole) e una serie di brevi saggi e articoli dello stesso Wolfe. Per i fan di Wolfe. |
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Icons of Horror and the Supernatural – An Encyclopedia of Our Worst Nightmares a cura di S. T. Joshi (Greenwood Press, 2006). Una raccolta di saggi che analizzano le figure più popolari della narrativa e del cinema horror: dall’alieno al vampiro, dallo zombie al licantropo, dalla strega ai mostri marini. I due volumi in un unico file! |
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Six-legged Soldiers – Using Insects as Weapons of War di Jeffrey A. Lockwood (Oxford University Press, 2008). Gli insetti sono stati usati nel corso della storia durante le guerre per gli usi più svariati: dalla tortura dei prigionieri a strumento di diffusione per armi biologiche. A me gli insetti fanno schifo, così ho letto il libro di Lockwood con morbosa fascinazione – e per giorni ho avuto la sensazione di avere piccoli ragni o vermi tra i vestiti. UAU! |
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On SF di Thomas M. Disch (University of Michigan Press, 2005). Una raccolta di saggi, recensioni e articoli di Thomas M. Disch, il famoso scrittore di fantascienza da poco scomparso. Non sempre sono d’accordo con le opinioni di Disch, ma almeno sono opinioni che dimostrano un minimo di intelligenza, merce rara tra gli scrittori italiani.
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Ether – The Nothing that Connects Everything di Joe Milutis (University of Minnesota Press, 2006). Un saggio filosofico dedicato all’etere, con riferimenti che spaziano da Edgar Allan Poe e Mesmer fino a Evangelion. Cultura che cola da ogni pagina!
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Writing Fantasy & Science Fiction di Lisa Tuttle (A&C Black, 2005). Un manuale di scrittura per aspiranti autori di fantasy e fantascienza. Lo segnalo tanto per cambiare rispetto al solito Gerrold o Scott Card.
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Potrei continuare ed elencare centinaia se non migliaia di titoli interessanti: saggi dedicati a questo o quell’altro autore, manuali di scrittura e di stile, testi scientifici e filosofici. Ce n’è per tutti i gusti, basta avere la pazienza di cercare.
Anche se gigapedia non è il sito migliore per recuperare narrativa, comunque si trovano lo stesso opere degne di download, per esempio:
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The City & The City di China Miéville (Del Rey, 2009). L’ultimo romanzo di Miéville. L’autore abbandona il mondo bizzarro di Bas-Lag, per scrivere una sorta di giallo surreale ambientato in due città che hanno una curiosa caratteristica in comune. Miéville ha sempre dimostrato notevole fantasia, ma in quanto a stile lascia molto a desiderare, tanto che a tratti la lettura dei suoi romanzi diventa faticosa. Però dall’ultima volta magari ha imparato a scrivere! The City & The City proverò a leggerlo. |
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The Last Wish di Andrzej Sapkowski (Gollancz, 2008). La raccolta di racconti con la quale ha esordito lo scrittore fantasy polacco Sapkowski, diventato famoso all’estero grazie al successo del videogioco The Witcher, basato sulle sue opere. I racconti parlano di Geralt, un cacciatore di mostri addestrato fin dall’infanzia all’arduo compito. L’ambientazione è pseudomedievale, dunque non precisamente di mio gusto, ma meglio di gnente. Inoltre è stimolante esplorare autori che non siano anglosassoni o italiani. |
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The Secret History of Moscow di Ekaterina Sedia (Prime Books, 2007). Secondo romanzo dell’autrice russa (ma scrive in inglese) Ekaterina Sedia. Galina, la protagonista, si trova invischiata con il lato segreto di Mosca, dove la storia è scritta da creature fantastiche e spaventose. Urban fantasy al confine con il new weird. |
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Satan Burger di Carlton Mellick III (Eraserhead Press, 2001). Il più venduto romanzo di Mellick, il principale esponente della corrente letteraria della Bizarro Fiction. Un romanzo allucinato e bizzarro, così sopra le righe che in Alaska un tizio venne arrestato per aver prestato Satan Burger a un minorenne. |
Usare gigapedia
Alcuni consigli per utilizzare al meglio il sito.
Innanzi tutto occorre registrarsi (è gratis), altrimenti non si possono vedere i link ai libri, né si può leggere o commentare sul forum.
Lo strumento principale per navigare tra i libri è la ricerca. È importante leggere la pagina di aiuto, perché certe funzionalità del motore di ricerca di gigapedia non sono né intuitive, né standard.
I file non sono ospitati direttamente sui server di gigapedia, ma forniti attraverso servizi esterni, tipo rapidshare.com. Normalmente per ogni libro sono offerti più link, se possibile è meglio scegliere i file presenti su ifile.it, perché questo sito non ha limiti di traffico, né tempi di attesa.
I file sono quasi sempre compressi. Il formato più diffuso è lo .zip, seguito dal .rar e dal .tar.gz. La soluzione più semplice per gestire questi archivi è procurarsi una copia di RAR/WinRAR dal sito del produttore. Si può usare senza remore la versione trial, che non ha limitazioni rispetto allo scompattare gli archivi.
In alcuni casi i libri sono forniti come una serie di PDF, uno per pagina. È un formato leggermente fastidioso, ma non è difficile usare un programma freeware, come questo o questo, per mettere assieme i vari PDF in un unico file.
Infine bisogna tener presente che 500.000 volumi possono sembrare tanti, ma sono una goccia minuscola nel mare di carta che si stampa ogni anno nel mondo. Perciò è molto probabile che il libro che si sta cercando, non lo si troverà!
gigapedia e lettori di ebook
Il livello di “amicizia” tra gigapedia e gli attuali lettori di ebook è così così. Il problema fondamentale è che buona parte dei libri (a occhio direi un 70%) sono in formato PDF A5. Non è un formato così balordo come l’A4, ma rimane una pagina troppo grande perché la si riesca a leggere con comodità su uno schermo da 5 o 6 pollici, qual è lo schermo dei lettori ebook più economici in commercio. Ci si può arrabattare convertendo il PDF, ma non sempre i risultati sono decenti.
Viceversa se si ha la fortuna di possedere un lettore ebook con schermo più grande – stile Kindle DX con i suoi quasi 10 pollici – non ci saranno difficoltà a consultare tutti i libri presenti su gigapedia.
Diciamo che siamo a uno-due anni di distanza dall’ottimo, quando i lettori di ebook con schermo grande probabilmente costeranno quanto gli attuali lettori con schermo ridotto.

L’iRex Digital Reader 1000 ha uno schermo da 10,2 pollici. Peccato costi uno sproposito
A proposito di lettori di ebook: secondo uno studio del Cleantech Group, l’uso di questi lettori potrebbe contribuire a ridurre le emissioni di anidride carbonica, anche prevedendo una diffusione a livello globale modesta (circa 14 milioni di unità in tutto il mondo entro il 2012).
L’attuale industria editoriale spreca energia e inquina in maniera abominevole: i soli Stati Uniti nel 2008 hanno abbattuto 125 milioni di alberi per far fronte al fabbisogno di carta. Perciò, se avete a cuore l’ambiente, lasciate stare i libri di carta e usate gli ebook!
Considerazioni filosofiche
La prima considerazione è che vale la pena conoscere l’inglese. Lo sforzo di imparare a leggere in inglese è compensato dall’avere a disposizione una varietà sterminata di opere (gratuite). Se poi si intende scrivere con serietà, conoscere l’inglese diviene un obbligo: non si può aspettare – spesso in eterno – che saggi e romanzi interessanti vengano tradotti. Senza contare che il lavoro di documentazione su un qualunque argomento per un romanzo diviene dieci volte più facile se si possono consultare testi in inglese.
La seconda considerazione è che mi pare sempre più ovvio che non c’è modo di evitare la “pirateria”. Perciò case editrici, autori, librai e chiunque sia interessato ne deve prendere atto. Per rendersi conto di quanto sia folle pensare che si possa imporre il rispetto dell’attuale regime sul diritto d’autore, basti pensare a questo fatto: un ebook non è nient’altro che un numero, ed è un pochino difficile censurare i numeri.
Mi spiego meglio: un ebook è un file, ovvero una sequenza di byte. Un byte non è altro che un numero compreso tra 0 e 255. Dunque possiamo vedere un ebook come una serie di cifre una dietro l’altra. Una serie di cifre una dietro l’altra è un numero intero positivo. Certo un numero lunghissimo, un numero astronomico, un numero più grande del numero di atomi nell’Universo. Non ha importanza, dato che questi numeri non li dobbiamo gestire noi ma i computer, e per i computer attuali è una passeggiata, come per noi contare fino a cinque.
Perciò, come si può ragionevolmente credere di poter vietare alle persone di comunicarsi numeri ? Si imporranno delle regole per vietare che l’aritmetica si occupi di numeri troppo grandi, numeri che potrebbero – oh Dio, no! – rappresentare il testo di un libro?
L’informazione digitale, in quanto astrazione numerica, non può essere gestita nella stessa maniera delle merci fisiche. Magari i cultori del copyright potrebbero capirlo una buona volta e piantarla di cercare di rimettere la maionese nel tubetto già spremuto.
Ma questo è un blog democratico, segnalo perciò oltre all’articolo Sul Copyright, anche due libri che sostengono idee diametralmente opposte alle mie. Naturalmente i libri in questione sono disponibili su gigapedia, per la gioia degli autori!
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The Cult of the Amateur – How Today’s Internet is Killing our Culture di Andrew Keen (Currency, 2007). Keen è un mentecatto e il suo “saggio” contiene una marea di errori oggettivi, tanto che Lessig ha preparato un wiki apposito per evidenziarli tutti. Comunque la tesi di Keen è che la disponibilità gratuita di musica, video, notizie, ecc. porterà al collasso dell’economia, alla morte della cultura e all’avvento del comunismo. Il libro di Keen è stato tradotto in italiano con il titolo Dilettanti.com, l’editore è De Agostini. NON COMPRATELO. |
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Digital Barbarism – A Writer’s Manifesto di Mark Helprin (Harper, 2009). Helprin è uno scrittore, è autore anche di romanzi di narrativa fantastica. In questo suo di “saggio”, oltre a condividere le idee di Keen sulla morte della cultura, sull’avvento del comunismo, e su Wikipedia – istituzione maligna, destinata a condurre il genere umano all’estinzione –, Helprin propone la sua ricetta: la durata del copyright dovrebbe essere estesa in eterno. Semplicemente gegnale! |
La terza considerazione è che la distribuzione tradizionale basata su librerie / centri commerciali / edicole / biblioteche è obsoleta. Personalmente non entro in una biblioteca da un paio d’anni e in una libreria dal Natale scorso.
Questo è un punto delicato. Prendiamo la televisione: è giusto protestare per l’invadenza della pubblicità, per il cattivo gusto di certi programmi o per la faziosità dei telegiornali? Be’, sì. Ma serve a qualcosa? Secondo me, no. Perché sono problemi non legati ai contenuti, ma al mezzo stesso. Sono problemi dovuti al fatto che la televisione deve indistintamente piacere a milioni di persone e spingerli ad acquistare i prodotti reclamizzati.
Dunque la reale soluzione è spegnere la televisione. Se vuoi vedere un film, telefilm, cartone animato, documentario, ecc. lo scegli con calma, lo scarichi e lo guardi (senza pubblicità). Non c’è mai una buona ragione per accendere la televisione – o per sorbirsi la pubblicità.
Ritorniamo all’editoria: c’è una buona ragione per entrare in una libreria ed essere soffocati da pile di romanzi di Licia Troisi, Stephenie Meyer, Paolini & soci – mentre Mellick, Ekaterina Sedia o Andrzej Sapkowski te li sogni? E la risposta è no.
Dunque la reale soluzione non è cercare di stimolare qualità nell’industria editoriale, è fregarsene dell’industria editoriale. Fregarsene del marketing, delle copertine, delle copie vendute e di tutta la melma commerciale.
Mi rattrista – mi piacerebbe che una persona entrasse in una libreria e trovasse solo bellissimi romanzi di eccelsa qualità –, ma mi sono convinta che sia una battaglia persa in partenza, come con la televisione.
Più utile invece spingere gli ebook e la cultura della condivisione. Che tra l’altro rende molto più felici! Frugare in gigapedia (o su emule o tra i siti di torrent o presso altri luoghi della Rete) è come visitare le bancarelle dei libri usati. Solo che i libri sono nuovi. Sono gratis. Non pesano a portarli. E le bancarelle si estendono per decine di chilometri.
Il finale a sorpresa
Oltre 500.000 libri a portata di mouse. In pochi secondi il volume scelto può essere nel lettore di ebook, pronto a essere letto. Ma ne vale la pena? Passi per la saggistica, in fondo impari qualcosa. Ogni tanto. Ma la narrativa? La narrativa di qualità discutibile?
Una delle frasi fatte che sento più spesso suona più o meno così: “Twilight o i romanzi di Licia Troisi saranno pure brutti, ma è meglio per una ragazzina leggere un libro piuttosto che perdere tempo con la playstation”.
Sarà vero? Io non so che effetto neurologico abbiano i libri della Meyer o quelli della Troisi. Ho il forte sospetto che provochino danni cerebrali, tuttavia è una posizione dibattibile. Viceversa per quanto riguarda i videogiochi qualche studio scientifico è stato svolto, per esempio è molto curioso questo:
Playing an Action Video Game Reduces Gender Differences in Spatial Cognition di Jing Feng, Ian Spence, e Jay Pratt.
I ricercatori dell’Università di Toronto hanno dimostrato che basta passare poche ore con un videogioco d’azione per avere dei miglioramenti misurabili nella capacità di risolvere determinate categorie di problemi (come l’MRT – Mental Rotation Task, la capacità di ruotare mentalmente figure geometriche). Ancora più interessante, sono le ragazze ad avere particolare beneficio dai videogiochi. L’addestramento con i videogiochi è in proporzione più utile per le ragazze che non per i maschietti.
Ma non è finita! Non tutti i videogiochi funzionano. Funzionano i videogiochi d’azione e nel caso specifico è stato usato Medal of Honor: Pacific Assault, un FPS di quelli dove occorre sparare a chiunque ti capiti a tiro. Proprio il tipo di gioco che i cultori del Sacro Libro indicherebbero come diseducativo.
E c’è un ultimo particolare goloso: più giochi, più beneficio hai! Al diavolo la solita manfrina del “va bene, ma basta che non esageri”!
Perciò la Vera Risposta non sono le librerie, né gigapedia, la Vera Risposta è buttare i libri e giocare a Doom, Wolfenstein, Call of Duty, BioShock e Crysis, perché si diventa più intelligenti!

Uno screenshot da Medal of Honor: Pacific Assault. È così che si diventa più intelligenti, non leggendo stupidi libri!