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Dai un volto a Gamberetta e fai leggere i tuoi racconti al Duca

Ormai da alcuni anni uso come avatar un’immagine di Needa Schuetlitch, personaggio creato da Yamashita Shunya. Questa Needa mi piace perché ha un’espressione di serietà e di disapprovazione che rispecchia bene il mio carattere. Inoltre ha anche lei i capelli rosa, proprio come i miei.

Needa Schuetlitch
Needa, mia attuale controfigura

Tuttavia, in previsione di futuri progetti anche commerciali, desidero avere un nuovo aspetto. Perciò cerco un nuovo disegno di me stessa: basta per cominciare una singola immagine, possibilmente a colori, che si possa utilizzare in banner pubblicitari (come per esempio quelli per il mio fan club), o per le quarte di copertina di eventuali libri, e dalla quale si possa ritagliare il volto per creare un avatar degno.
Chi volesse inviare le proprie proposte può mandarle alla mail dei Gamberi. Avete tempo due mesi: la scadenza del concorso è il 4 febbraio 2014.
Se è un concorso, cosa si vince? Il supremo onore di essere, almeno per un anno, il mio illustratore ufficiale. Inoltre potrei commissionare al disegnatore migliore opere a pagamento, e quando riutilizzassi in ambito commerciale la mia nuova immagine, l’autore sarebbe adeguatamente compensato.

Indicazioni per l’opera

1. Uno stile fumettoso, verso il manga/anime, è preferibile, ma non è vincolante: se l’immagine sarà bella e mi piacerà, andrà bene anche se realizzata in uno stile diverso.

2. Capelli rosa. Vanno bene rosa pastello chiaro oppure rosa più scuri o perfino tinte tra il viola e il rosa. I capelli rosa sono obbligatori.

3. La lunghezza dei capelli preferibilmente non dovrebbe superare la linea delle spalle, ma si accettano anche chiome fluenti. Niente capelli troppo corti/mascolini.

4. QUATTRO.

5. Occhi verdi. Non è vincolante, ma il verde è preferito: scuro, chiaro, verde-azzurro, o grigio-verde. Il verde è fortemente gradito, ma non è fondamentale: se una bella immagine avrà gli occhi blu o azzurri o nocciola, non vi si rinuncerà solo per quel dettaglio.

6. Espressione. Seria, altera, sprezzante; va bene anche arrabbiata come Taiga di Toradora (un personaggio tsundere è ok). Niente espressioni troppo dolci, amorevoli o facce da ritardate.

Taiga arrabbiata
Come Taiga, anche io ho un brutto carattere

7. Corpo. La mia immagine non deve rappresentare una ragazza troppo bassa, né troppo alta: l’ideale è tra i 160 e i 170 cm. Carnagione rosea, chiara, ma niente pallore cadaverico. Non troppo magra (non uno scricciolo come la già citata Taiga di Toradora) e nemmeno sovrappeso: va bene Estelle del videogioco Tales of Vesperia, o la Deunan del manga Appleseed.

Estelle in biblioteca
Estelle in biblioteca

Deunan
Deunan, né grassa, né magra. Però gradirei essere rappresentata da una ragazza meno mascolina

8. Seno da piccolo a medio-grande, da una seconda a una quarta. Niente delicious flat chest e niente maggiorate.

9. Vestito. Va bene un po’ di tutto: t-shirt o maglioncino e jeans casual, tailleur, un abito ottocentesco più o meno steampunk vaporteppa, un’uniforme che ricorda la Seconda Guerra Mondiale, un vestito da principessa, un kimono, la tuta da pilota di mech (ma non troppo attillata: per esempio non va troppo bene la tuta di Asuka nei film di Evangelion più recenti), uniforme da studentessa giapponese, ecc. Se volete andare sullo storico, uniformi militari o abiti tra il 1880 e il 1950 sono preferibili (niente roba medioevale). Occhiali o accessori vari, fate voi. Nel caso serva, le mie armi preferite sono il bokken, la katana, la sciabola da cavalleria europea e il trombone alla Zio Paperone caricato a sale (per roba ottocentesca con una vena comica extra) (queste indicazioni per l’opera le ho concordate con il Duca che però ha idee strane…)

La nuova tuta di Asuka
La nuova tuta di volo di Asuka: eviterei

10. Aspetto generale. Niente pose, ammiccamenti, azioni o suggestioni troppo volgari incluse inquadrature da maniaci e scollature da svergognate: la mia immagine deve emanare fascino e serietà.

Se avete dubbi chiedete pure nei commenti a questo articolo, io o il Duca risponderemo.

A proposito del Duca: se avete un racconto nel cassetto che credete sia degno, potete inviarglielo a questa mail. Lui valuterà e, se ci sono le basi per fare un buon lavoro – ovvero se il racconto ha spunti interessanti e non richiede una completa riscrittura –, svolgerà l’editing senza chiedere un euro in cambio.
L’unica condizione è che accettiate che poi il racconto venga distribuito gratuitamente con licenza Creative Commons. In particolare è probabile una pubblicazione sui prossimi numeri di Terre di Confine.

A sentire Terre di Confine, chi segue da un po’ il sottobosco del fantasy italico avrà storto il naso, e con ragione: finora la qualità della rivista è stata per lo meno discutibile, basti dire che ci scrivevano personaggi del calibro di Cristina Donati, alias Kinzica, nota per aver pubblicato su FantasyMagazine un articolo dedicato allo steampunk che è una vergogna per il genere umano – chi non ricordasse o non avesse seguito la vicenda può cominciare da qui.
Tuttavia Terre di Confine vuole cambiare corso: Massimo De Faveri, l’amministratore dell’associazione culturale che cura Terre di Confine, mi ha mandato qualche mese fa una mail nella quale spiegava di aver epurato la redazione dagli incompetenti, di voler rilanciare la rivista, e mi chiedeva se potessi collaborare al progetto. Purtroppo per mancanza di tempo ho dovuto rifiutare, lo stesso sono rimasta ben impressionata dal tono della missiva.
Da poco è uscito il primo numero del nuovo corso di Terre di Confine: lo potete leggere e scaricare gratis via issuu. Non l’ho ancora spulciato a dovere, ma dopo averlo sfogliato ne ho ricavato un’impressione positiva: non ho visto recensioni, e ho notato un articolo del Duca. Dunque sono fiduciosa che se i vostri racconti dovessero apparire su tale rivista non ci sarebbe da vergognarsi.

Terre di Confine numero 1
La copertina del primo numero della nuova Terre di Confine

Perciò se:

Icona di un gamberetto pensate di avere talento e avete un racconto nel cassetto;

Icona di un gamberetto il racconto è di narrativa fantastica (dallo Science-fantasy alla Bizarro Fiction, passando per Steampunk Vaporteppa e affini – astenersi perditemp… paranormal romance);

Icona di un gamberetto il racconto è compreso tra le 2.000 e le 8.000 parole (parole, non battute);

Icona di un gamberetto non avete problemi che venga pubblicato con licenza Creative Commons, probabilmente su Terre di Confine;

mandate il testo in formato elettronico (.doc, .docx, .rtf, .odt, ecc. ma non .pdf) al Duca (maggiori dettagli qui) e potreste essere fortunati.

Infatti ricevere un editing dal Duca è una vera fortuna: è una delle pochissime persone in Italia che se ne intende sul serio dell’argomento e vedendo le sue annotazioni imparerete moltissimo. Anche se magari avete già pubblicato con una casa editrice, scommetto che rimarrete sorpresi confrontandovi con un vero editor. Non qualche laureato in lettere ignorante come una capra che è stato assunto in casa editrice perché figlio di o perché la zia è andata a letto con il direttore.
Se avete scritto boiate il Duca non ci passerà sopra giustificandovi perché è la cifra della vostra scrittura (si veda Giulia Ichino, editor Mondadori, a proposito dello stile vomitevole di Gaia Coltorti – magari aveva proprio ragione Chiara Di Domenico), vi spiegherà perché sono boiate e correggerà gli errori.

Copertina de Le affinità alchemiche
Copertina de Le affinità alchemiche, pessimo romanzo di esordio di Gaia Coltorti

In fondo cos’è la scrittura? La scrittura è un mezzo per trasferire emozioni da un cervello a un altro. Quando scrivete, magari immaginate una ragazza abbracciata al suo vampiro gnokko e vorreste comunicare a chi legge tutto l’amore che lei prova per lui, e il desiderio, e la commozione per la felicità di aver trovato l’anima gemella; o magari immaginate una città in fiamme e il protagonista che scappa tra gli edifici avvolti dal fuoco e vorreste comunicare la paura, e l’angoscia, ma anche la determinazione a sopravvivere e il coraggio; o ancora magari vedete con la mente la nascita e la morte di interi universi e vorreste comunicarne il sense of wonder.
Per trasmettere con le parole questi sentimenti, queste immagini vivide che avete in testa, ci sono varie strade. Solo che alcune sono più efficienti di altre. Se procedete di testa vostra senza studiare potreste imboccare la strada tortuosa che fa il giro lungo, e a pagina 5 del vostro mattone di 1200 pagine il lettore chiuderà il libro annoiato; se seguite i consigli di una guida esperta – e il Duca lo è – potreste arrivare a destinazione senza troppa difficoltà, per la soddisfazione vostra e di chi vi legge.

Per rimanere nella metafora del viaggio: c’è a chi piace viaggiare in aereo, chi preferisce la nave, altri vanno con il treno o addirittura se la fanno a piedi. Finché viaggiate per l’esclusivo piacere personale potete scegliere quello che più preferite, e andare tranquilli da Parigi a Napoli in bicicletta. Ma se viaggiate non solo per voi, se dovete arrivare a Napoli perché un bambino malato ha bisogno del vostro aiuto di medico, non prenderete la bicicletta, salirete sull’aereo, anche se forse soffrite di mal d’aria.
Finché scrivete nella vostra cameretta per il vostro esclusivo piacere personale nessuno vi può dire niente, ma una volta che pubblicate – che sia su un blog o per Mondadori – non state più scrivendo per voi stessi, state scrivendo per un pubblico, ed è solo giusto e morale che lo facciate nella maniera migliore possibile, nella maniera oggettivamente migliore possibile, così come l’aereo è oggettivamente più veloce della bicicletta. Il Duca può aiutarvi a prenotare il biglietto per il prossimo volo.

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SteamCamp 2013 a Cittadella

Sabato 6 aprile e domenica 7 si svolgerà a Cittadella, provincia di Padova, presso l’Hotel Filanda, la prima edizione dello SteamCamp. Citando dal sito ufficiale, lo SteamCamp è “un incontro tra appassionati, cultori e studiosi del fenomeno steampunk.”

Cittadella
Veduta aerea di Cittadella

Si è parlato più volte di steampunk – o vaporteppa che dir si voglia – sul blog: ho recensito alcuni romanzi appartenenti a questo sottogenere della narrativa fantastica, e ho persino scritto io un romanzo che potrebbe essere classificato come steampunk. Ma per avere un’idea più chiara di cosa si parli quando si parla di steampunk, consiglio di leggere gli articoli introduttivi dell’esimio Duca:

Icona di un gamberetto Introduzione allo Steampunk – parte prima

Icona di un gamberetto Introduzione allo Steampunk – parte seconda

Il Duca è anche uno degli organizzatori dello SteamCamp e questo fatto è una garanzia: non conosco nessuno in Italia che sia più competente in materia di lui.

L’accesso allo SteamCamp è gratuito e si potranno seguire una serie di interessanti conferenze.
In particolare segnalo sabato l’intervento dedicato a Innocenzo Manzetti, inventore di Aosta, personaggio affascinante, precursore dei tempi, e sul quale non è facile reperire informazioni. Sempre sabato ci sarà una conferenza dedicata agli alieni nella narrativa fantascientifica europea che sembra molto interessante, magari per recuperare titoli di romanzi ormai dimenticati ma che hanno fatto la storia del genere. Invece la presentazione di Gino Roncaglia sull’informatica del XIX secolo dovrebbe soddisfare chi – come me – è affascinato dall’estetica della tecnologia ottocentesca: i computer moderni sono imperscrutabili, “freddi”; viceversa, se mai Babbage avesse costruito la sua Macchina Analitica, si sarebbe potuto seguire il movimento di ogni rotella, si sarebbe potuta vedere la Macchina “pensare” attraverso il muoversi degli ingranaggi.

* * *

Nel mondo anglosassone, lo steampunk è sempre più di moda: se fino a qualche anno fa i romanzi steampunk si contavano sulla punta delle dita, adesso ogni mese escono nuovi titoli. Il che significa che, presto o tardi, la moda potrebbe sbarcare in pompa magna anche in Italia. Perciò, se lavorate per una casa editrice, non sarebbe bello fare un salto allo SteamCamp e avere qualche ragguaglio sul fenomeno? Così, quando dovrete acquistare i diritti per un romanzo steampunk, potreste farlo a ragion veduta, facendo valutazioni sensate sulla qualità del testo. Sì, lo so, sembra assurdo, ma vi assicuro che la qualità di un testo può essere un criterio per decidere se pubblicare o no un romanzo. E se invece siete degli scrittori o aspiranti tali, potreste partecipare allo SteamCamp per documentarvi. Anche qui so che suona assurdo, ma vi assicuro che sapere qualcosina sulla storia dell’Ottocento, sulla vita di tutti i giorni in epoca Vittoriana, sulla tecnologia del periodo, può essere utile per scrivere romanzi più interessanti. Certo, non utile quanto una cena con l’editor di qualche casa editrice a scopo amykettismo, ma meglio di niente.

Logo dello SteamCamp
Il logo dello SteamCamp disegnato da Andrea Falaschi

Dunque venite allo SteamCamp! Potrei esserci persino io – forse, purtroppo in quel periodo mi troverò da tutt’altra parte e non mi sarà facile raggiungere Cittadella.


Approfondimenti:

bandiera IT Il sito ufficiale dello SteamCamp
bandiera IT Lo SteamCamp su Facebook
bandiera IT Il Duca presenta lo SteamCamp
bandiera IT Steampunk Italia, la principale associazione italiana di appassionati del genere
bandiera IT Innocenzo Manzetti su Wikipedia

 

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Apre l’agenzia del Duca

Con l’articolo di ieri, il Duca ha ufficialmente aperto il sito AgenziaDuca.it. Nelle parole del Duca medesimo:

AgenziaDuca.it nasce con l’obiettivo di fornire Editing di qualità per la Narrativa a un prezzo onesto. A differenza di altri siti che vendono Editing facendo capire ben poco della filosofia di fondo che applicheranno, lasciando intendere che forse nemmeno loro lo sanno, non dichiarando quali Generi sono disposti a trattare o come lavorano, AgenziaDuca.it intende fornire ai potenziali clienti tutti gli strumenti per capire dalla prima lettura del sito ciò che possono ottenere.

Nella pagine Che Genere di Narrativa? e Principi della Narrativa potete trovare informazioni sulla “nostra” visione della Narrativa. Nostra tra virgolette, visto che la Scuola di Chicago, Aristotele e gli autori Ford Madox Ford e Gustave Flaubert non li abbiamo certo inventati noi.
Non abbiamo nemmeno inventato l’idea della Narrativa come forma di Retorica: per questa scoperta straordinaria dobbiamo ringraziare Wayne Clayson Booth, uno tra i massimi critici ed esperti di Narratologia del Novecento.

Nel caso siate incerti tra le diverse tipologie di Editing, o su cosa sia in generale, abbiamo predisposto Cos’è l’Editing? e ve ne consigliamo la lettura prima di esplorare Servizi e Tariffe.

Se lo stemma in alto a sinistra e la scritta in latino vi hanno lasciati spaesati come coniglietti di notte di fronte ai fari di un’auto in avvicinamento, potete trovare in Suum Cuique una spiegazione del motivo di quel motto e di quali ideali sono alla base di AgenziaDuca.it e della nostra visione del futuro editoriale.

Nella pagina Chi Siamo sono elencati i collaboratori e i loro campi di competenza: come spiegato nella pagina sugli Editing, per un più efficace Content Editing è sempre meglio poter disporre di un editor che sia esperto nel Genere a cui appartiene il vostro romanzo e che abbia anche conoscenze ulteriori attinenti agli eventi dell’opera. Per adesso siamo pochi, ma in futuro forse saremo di più.

E anche se ho usato il pluralis maiestatis, per “voi” clienti non ci sarà alcun “noi”: saprete esattamente con chi lavorerete, nessun Editing verrà subappaltato di nascosto a persone diverse dopo che avrete scelto di lavorare con uno di noi, a differenza di quanto accade troppo spesso da altre parti. Soprattutto negli USA, come testimonia l’editor Michael Garrett (il primo con cui Stephen King lavorò).

Ci rivolgiamo a chi è interessato a Scrivere per davvero, e quindi a studiare e a investire tempo e denaro su di sé, non a chi è interessato solo ad Aver Scritto una schifezza e a essere Pubblicato con qualsiasi mezzo, per quanto disgustoso, pur di vantarsi con gli amici dell’essere uno Scrittore.
Vogliamo aiutare gli autori a migliorare le loro opere attuali e, soprattutto, insegnar loro a scrivere meglio in previsione delle opere future, fornendo le conoscenze che negli USA sono considerate alla base della buona scrittura.

Logo dell'agenzia del Duca
Lo stemma dell’Agenzia del Duca

A seconda delle richieste collaborerò anch’io, credo che sarò disponibile a svolgere lavori di valutazione ed editing almeno fino a questa estate. In ogni caso anche se scegliete di affidarvi al Duca siete in buone mani: garantisco che è la persona più competente nel campo che abbia mai incontrato; è difficile trovare editor più attenti e preparati.

* * *

Mi spiace di non aver aggiornato il sito dei Gamberi nelle ultime settimane: purtroppo il tempo è pochissimo e le motivazioni scarse; in più questo 2012 si prospetta ancora più impegnativo, dato che con ogni probabilità dovrò traslocare e cambiare città. Perciò non aspettatevi molto.
Inoltre mi rendo conto che i miei interessi nel campo della narrativa diventano sempre più specifici e di nicchia. Forse sarebbe il caso di aprire un nuovo sito, perché i Gamberi non sono più il luogo adatto; attirano un pubblico che non posso più soddisfare. Per fare un esempio, se sfoglio l’ultimo libro della nostra amata Licia, leggo questo incipit:

Aprì gli occhi piano. Tutto era buio e dolore. Non ricordava cosa fosse accaduto, non aveva idea di dove si trovasse. Tutto era confuso, incerto. Si sentiva la bocca secca, come mai gli era capitato prima. Da dove veniva, c’era acqua in abbondanza. Perché ora invece la pelle bruciava? Perché la sentiva squamarsi sotto le folate di un vento torrido? Non avrei mai dovuto venire qui. Non avrei mai dovuto desiderare di vedere.
Ma cosa fosse quel qui, non riusciva a ricordarlo, né ricordava cosa avesse desiderato così ardentemente vedere.

C’è il cliché del personaggio che si sveglia e non ricorda niente, ci sono le domande retoriche, c’è un’abbondanza di fastidiosi termini astratti. Per me è più che sufficiente per passare ad altro, non arrivo neanche a discutere le questioni astronomiche e di world building evidenziate nei commenti alla Segnalazione.
Però capisco che un lettore “normale” (parlo di una persona anche intelligente ma non particolarmente interessata ai meccanismi della narrativa) invece prosegua senza problemi; che, pur con tutta la buona volontà, non li veda proprio i problemi. Legittimo. Solo che non ho più voglia di fargli cambiare idea – può darsi non sia neanche giusto – e soprattutto non ho più voglia di leggere il resto del romanzo per poi discutere su quanto sia verosimile il sistema solare dei mezzelfi o com’è. Non ho idea se sia verosimile, ma non ha importanza, visto che il romanzo è già nel cestino della spazzatura dopo i primi due capoversi.

Vorrei occuparmi del fantastico che piace a me, ma trovo a malapena qualche ritaglio di tempo per leggere, mi manca la possibilità fisica di mettermi lì ore e ore per scrivere articoli degni di comparire sui Gamberi.
Se avessi tempo parlerei di nuovo di Bizarro Fiction e di Carlton Mellick III. Parlerei di come si può tirare fuori narrativa d’orrore dal nichilismo metafisico. Parlerei della collana Haikasoru e dei romanzi giapponesi di fantasy e fantascienza che sono stati tradotti in inglese negli ultimi anni. Ma non ho tempo. Perciò per ora accontentatevi dei link in fondo all’articolo.

Copertina di All You Need is Kill
All You Need is Kill di Hiroshi Sakurazaka: comincia bene, con belle premesse a base di enigmatici e mostruosi invasori alieni, mech e loop temporali; a metà perde colpi e quando il mistero si svela è un cumulo di stupidate incoerenti. Peccato. Buone idee sprecate

Sì, so che sono indietro anche con i promessi progetti di narrativa, a partire da S.M.Q., cercherò di riprendere, ma davvero non posso prevedere quando.


Approfondimenti:

bandiera IT L’Agenzia del Duca
bandiera IT Il blog del Duca

bandiera IT Il mio articolo sulla Bizarro Fiction

bandiera EN L’audio del simposio Dark Materialism
bandiera EN Collapse IV: Concept Horror in PDF presso il sito dell’editore
bandiera EN Could there have been Nothing? su library.nu
bandiera IT Could there have been Nothing? su Amazon.it
bandiera EN In the Dust of This Planet: Horror of Philosophy vol. 1 su library.nu
bandiera IT In the Dust of This Planet: Horror of Philosophy vol. 1 su Amazon.it
bandiera EN The Conspiracy Against the Human Race su library.nu
bandiera IT The Conspiracy Against the Human Race su Amazon.it
bandiera EN Cyclonopedia su library.nu
bandiera IT Cyclonopedia su Amazon.it
bandiera EN Il weblog di Reza Negarestani

bandiera EN Il sito ufficiale di Haikasoru
bandiera EN I libri della collana Haikasoru
bandiera EN All You Need is Kill di Hiroshi Sakurazaka su library.nu
bandiera EN Battle Royale: The Novel di Koushun Takami su library.nu
bandiera EN Brave Story di Miyuki Miyabe su library.nu
bandiera EN Harmony di Project Itoh su library.nu
bandiera EN ICO: Castle in the Mist di Miyuki Miyabe su library.nu
bandiera EN The Lord of the Sands of Time di Issui Ogawa su library.nu
bandiera EN Mardock Scramble di Tow Ubukata su library.nu
bandiera EN The Ouroboros Wave di Jyouji Hayashi su library.nu
bandiera EN Usurper of the Sun di Housuke Nojiri su library.nu
bandiera EN Yukikaze di Chohei Kambayashi su library.nu

 

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L’Amore di Gomitolo per i Libri

Ieri il Duca ha pubblicato sul suo blog una splendida favola: “Il Desiderio di Batuffolo”. Favola densa di significata metaforici, simbolici e allegorici. E c’è anche una fatina!
In appendice alla favola, il Duca invitava i suoi lettori a fare altrettanto. Rispondo all’appello e pubblico anch’io una favola. L’ho scritta in un momento travagliato della mia esistenza, un momento che mi ha ricordato gli anni bui dell’adolescenza, spesi a leggere Stephen King in casolari abbandonati, sbeffeggiata dalle amiche per il colore dei miei capelli – rosa naturale.
È una favola per bambini coraggiosi e adulti che amano riflettere.

L’Amore di Gomitolo per i Libri

 

C’era una volta un coniglietto di nome Gomitolo.

Gomitolo viveva insieme alla mamma e al fratello Grupolo in una grande villa. Grupolo era un coniglietto vivace e spigliato, sempre in giro a tampinare le conigliette. Gomitolo invece si ritirava ogni pomeriggio a leggere i libroni accatastati nell’enorme biblioteca del maniero.

«Non passare tutto il giorno a leggere!» gridava sempre la mamma a Gomitolo, preoccupata di vederlo trasformato in un topo di biblioteca.

Un giorno Gomitolo vide un volume che lo attirava più degli altri, perché era un libro spesso quanto un vocabolario e molto antico. Ma era anche un volume in bilico sull’ultimo ripiano della libreria. Gomitolo saltò per prendere il librone e il librone gli cadde su una zampetta, rompendogliela.

Il coniglietto rimase immobilizzato a letto per molte settimane.

* * *

Una sera d’estate, Grupolo aveva un appuntamento e la mamma sarebbe andata al cinema con le amiche.

«Gomitolo, stai ancora poco bene, mi raccomando rimani a letto» disse la mamma, prima di uscire.

Ma Gomitolo voleva tanto leggere e così si trascinò fino alla biblioteca. Il volume che gli interessava non era tanto in alto, ma lui era ancora poco saldo sulle zampette. Non riuscì ad afferrare il libro, che gli cadde addosso. Quando Gomitolo rinvenne si accorse di non potersi più muovere: il libro gli aveva spezzato la spina dorsale.

Gomitolo iniziò a piangere e a lamentarsi, ma era rimasto solo nella grande villa. Però scoprì che tra le ombre occhietti rossi lo spiavano. Fu circondato dai topi.

«Cosa volete da me?» gemette Gomitolo.

«Vogliamo divorarti!» rispose il più grasso e brutto dei topi.

«Se mi fate del male, la mia mamma metterà il veleno e morirete tutti!»

«Non credo proprio.»

I topi si avventarono su Gomitolo. Gli strapparono gli occhi, gli aprirono la pancia e gli cavarono fuori gli intestini. Se lo mangiarono vivo.

Tornata la mamma, trovò la biblioteca ripulita e un topino grigio fermo accanto a un libro aperto.

«Oh, Grande Coniglio!» esclamò la mamma. «Gomitolo è diventato un topo di biblioteca.»

«Sì!» squittì il topino.

Da quel giorno la mamma cominciò a dare formaggio al topino e a trattarlo come un figlio. Il topino condivideva il formaggio con i suoi fratelli ratti. E vissero tutti felici e contenti.

Fine

 

Coniglietto che somiglia a Gomitolo
Coniglietto che somiglia a Gomitolo

A parte la doppia morale – non bisogna disobbedire alla mamma e non bisogna essere pigri, se un libro è lì sulla mensola in alto conviene prendere la scala – c’è molto su cui riflette: il ruolo della Cultura e il peso schiacciante della Conoscenza; le dinamiche famigliari all’alba del ventunesimo secolo; il rapporto con l’Altro e la sua integrazione; la fitta trama di rimandi letterari, da Beatrix Potter (la famosa scrittrice cugina di Harry) a Jorge Luis Borges. E mi fermo qui perché mi sono appena passata la mano sulla fronte e mi sono ritrovata con tutte le dita impiastricciate di intellettualità.
Però, volendo, rimarrebbe una domanda: “L’Amore di Gomitolo per i Libri” rientra nei canoni del New Italian Epic? Lascio la risposta ai lettori.

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Assault Fairies

Il Duca è un grande appassionato di fatine, e mi ha sempre invitata a scrivere narrativa a proposito. Per molto tempo non gli ho dato retta – se vuoi le fatine, scrivitele tu![1] – ma l’anno scorso, durante i mesi di chiusura del blog, in un periodo di malinconia, mi è venuta voglia di scrivere un racconto con le fatine, in ricordo di momenti più felici.
Buttate giù poche pagine ci ho preso gusto. Ho scartato il progetto iniziale e mi sono messa d’impegno: ho creato un’ambientazione adatta (tra l’altro “rubando” pezzi di scenografia dal romanzo di guerra che porto avanti già da tempo), ho ideato una trama degna, ho inserito gli spunti che il Duca mi aveva suggerito in ambito fatine durante gli anni.

E così è nato il primo volume di Assault Fairies!

Assault Fairies

Siamo all’alba del ventesimo secolo, in un mondo che ricorda il nostro. Però è un mondo nel quale il Piccolo Popolo ha fondato una civiltà tecnologica e non ha alcun bisogno di nascondersi agli occhi degli umani.
La fatina Astride abita in un modesto appartamento a Londra, in volontario esilio dal Reame delle Fatine. Trascorre un’esistenza miserevole, costretta a lavorare come hostess in un locale notturno per pagare l’affitto. Finché una sera riceve una proposta che potrebbe cambiarle la vita. È l’occasione per riscattare il proprio onore di fatina e per salvare la città. Forse.

Postazione di artiglieria delle fatine
Postazione di artiglieria delle fatine

Assault Fairies potrebbe rientrare nel sottogenere dello steampunk del vaporteppa, e non mi offenderò se qualcuno lo catalogherà così, tuttavia penso che sia limitativo. Assault Fairies è abbastanza originale da meritarsi il proprio sottogenere. Assault Fairies è il primo (e che io sappia l’unico) romanzo esponente del military aetheric fairypunk!
Sì, ho appena fondato un nuovo sottogenere della narrativa fantastica, bando alla modestia!

Military Aetheric Fairypunk

Le caratteristiche del military aetheric fairypunk (MAFp), partendo dell’elemento cruciale:

Icona di un gamberetto Fairy. La presenza di fatine è fondamentale. Non può esistere MAFp senza fatine! Inoltre le fatine devono essere protagoniste o comunque devono essere elemento centrale della narrazione. Infine devono essere vere fatine, non le versioni edulcorate della Disney o dei libri per bambini.

Icona di un gamberetto Military. Combattimenti ed eventi bellici devono essere presenti e ed essere significativi per la trama. In rispetto dell’intima natura delle fatine, che le spinge alla carriera militare.
Come scrive Robert A. Heinlein nel suo celebre romanzo Starship Fairies[2]:

bandiera EN The most noble fate a fairy can endure is to place her own mortal body between her loved home and the war’s desolation.

bandiera IT Il destino più nobile per una fatina è porre il proprio corpicino mortale tra l’amata tana e la desolazione della guerra.

Icona di un gamberetto Aetheric. Il riferimento all’etere è simbolico: indica la necessità per chi vuole scrivere MAFp di inserire elementi scientifici/tecnologici. Il MAFp non è puro fantasy, è science-fantasy.

Icona di un gamberetto -punk. L’ho messo solo perché se no il nome suonava male! L’elemento “punk” può esserci come può non esserci, non è importante.

Invece è importante sottolineare che il MAFp non è legato a nessuna particolare ambientazione: può essere ambientato nell’epoca Vittoriana come durante la Seconda Guerra Mondiale, nell’antica Roma o cento anni nel futuro. Sulla Terra o altrove. Basta che si inseriscano gli elementi elencati.

military aetheric fairypunk
Il mio appunto originale nel quale colloco il military aetheric fairypunk alla confluenza tra romanzi di guerra, fantascienza tecnologica e fantasy fiabesco

Mi sono molto divertita a scrivere Assault Fairies. Mi sono divertita a ideare la personalità delle fatine e a costruire il loro Reame. Mi sono divertita a mescolare veri riferimenti storici (spesso poco conosciuti) con il fantastico. Mi sono divertita a vedere il mondo attraverso gli occhi di un esserino alto poco più di un palmo.
Spero che vi divertirete a leggere. Come sempre ogni commento sarà il benvenuto, e ricordatevi di votare nel sondaggio per la vostra fatina preferita!

Progetti futuri

Adesso posso tornare a S.M.Q. Ho provato a scriverlo contemporaneamente ad Assault Fairies, ma la mancanza di tempo e la troppa distanza tra le due storie hanno reso l’impresa impossibile.
Finito S.M.Q. riprenderò il romanzo di guerra e scriverò il secondo volume di Assault Fairies. Forse uno dei due lo metterò a puntate stile S.M.Q., devo ancora decidere.
Infine farò la revisione 2.0 di Laura, magari aggiungendo nuove avventure.

* * *

Assault Fairies
~Volume I~

Tabella riassuntiva delle caratteristiche del prodotto

Fatine hostess in locali notturni Icona per sì
Coniglietti fumatori Icona per sì
Uomini-elefante Icona per sì
Draghi galvanici Icona per sì
Giro-incrociatori elettrici Icona per sì
Fucili ipersonici Icona per sì
Operazioni a cervello aperto Icona per sì
Elfi Icona per no
Vampiri Icona per no
Licantropi Icona per no
Angeli Icona per no
Gnokki assortiti Icona per no
Ragazze con occhi di colori diversi Icona per no
Spade magiche Icona per no

Download

 Assault Fairies ~Volume I~ in formato PDF A4. Leggibile a video e ideale per la stampa (~806KB).

 Assault Fairies ~Volume I~ in formato ePub. Per i lettori di ebook (~183KB).

 Assault Fairies ~Volume I~ in formato Mobipocket. Per il Kindle e altri dispositivi portatili supportati (~287KB).

 Assault Fairies ~Volume I~ in formato RTF. Formato leggibile da Microsoft Word e da praticamente tutti i programmi di elaborazione testi (~2.432KB).

 Un archivio .ZIP contenente tutti i file di cui sopra (~1.444KB).

Il romanzo è distribuito con licenza Creative Commons 2.5 Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo. Per sapere in dettaglio quello che ci potete fare, consultate questa pagina. Inoltre date un’occhiata alle FAQ.

EDIT del 18 agosto 2011: Se volete aggiungere il romanzo alla vostra biblioteca di aNobii lo trovate qui. Se lo volete aggiungere alla biblioteca di goodreads è qui.
Ringrazio Kimberly Anne, Il Duca e ATNO per aver inserito le schede relative nei due siti.

Uno dei primi modelli di Giro-incrociatore elettrico
Uno dei primi modelli di Giro-incrociatore elettrico

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note:
 [1] ^ Magari lo ha fatto. Dovete sapere che il Duca è bravo a scrivere, però è troppo timido per far leggere ad altri le sue opere.

 [2] ^ Lo so che nelle librerie è apparso con il titolo Starship Troopers e invece di fatine vi si trovavano esseri umani: Heinlein è stato costretto a modificare il romanzo per pubblicare. Questo a causa del complotto. Per maggiori informazioni, si veda l’articolo dedicato all’inaugurazione dell’Osservatorio Fatine.


Approfondimenti:

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Scritto da GamberolinkCommenti (337)Lascia un Commento » feed bianco Feed dei commenti a questo articolo Questo articolo in versione stampabile Questo articolo in versione stampabile • Donazioni

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