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La Situazione dei Draghi del Dolore

Tripla recensione che precede altre ferme da tempo perché due dei libri in esame me li hanno prestati, devo restituirli e non vale la pena perder tempo a digitalizzarli.

Sto parlando di Domatori di Draghi e La Gemma del Dolore, i primi due volumi nella nuova collana di Delos Books Storie di Draghi, Maghi e Guerrieri. Parlerò anche di The Situation un racconto lungo di Jeff VanderMeer che sarà utile per illustrare alcuni problemi del fantasy attuale, non solo italiano.

Storie di Draghi, Maghi e Guerrieri

La nuova collana di Delos Books è interessante: l’idea è proporre romanzi fantasy di lunghezza ridotta (intorno alle cento pagine), autoconclusivi, con un prezzo non troppo alto e scritti da autori italiani.
È una buona idea, e personalmente non ho mai compreso la fascinazione di scrittori e pubblico fantasy per le saghe in 20 volumi da 1.000 pagine ciascuno. Cento pagine, se scritte con acume, sono più che sufficienti per ogni genere di storia, e classici del fantastico quali Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde o L’ombra su Innsmouth sono intorno a questa lunghezza.

Copertina di Dr. Jekyll e Mr. Hyde
Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde

Tuttavia, al di là dello sforzo fisico, scrivere un romanzo di 800 pagine è più facile che scriverne uno di sole 100, perché si ha molto più spazio di manovra. Perciò l’idea è buona ma richiede scrittori dotati di particolare talento, e quando parliamo di fantasy italiano non è che se ne vedano in giro molti.
Forse per questo la Delos ha deciso di pubblicare i romanzi usando lo pseudonimo collettivo di “Kay Pendragon” relegando il reale autore al ruolo di fantomatico traduttore. D’altra parte non ha molta importanza se un romanzo è firmato “Ettore Borlotti” o “Kay Pendragon”, dato che sono entrambi dei perfetti sconosciuti. Per parte mia nelle schede dei romanzi mi atterrò alla messa in scena, come detto è in fondo un particolare insignificante.
Più significativo è il prezzo: 6,90 euro per il primo volume (117 pagine) e 5,90 per il secondo (94 pagine), sono prezzi bassi in valore assoluto (non si trovano molti romanzi fantasy a meno), ma in proporzione al numero di pagine sono un po’ sopra la media.


Copertina di Domatori di Draghi Titolo originale: Darren
Titolo italiano: Domatori di Draghi
Autore: Kay Pendragon

Anno: 2008
Nazione: Italia
Lingua: ???
Traduzione in lingua italiana: Jari Lanzoni
Editore: Delos Books

Genere: Fantasy
Pagine: 117

L’incipit del romanzo:

L’attesa era snervante, una dura prova per i nervi, resa ancora più dolorosa dal vento gelido che spazzava la pietraia.

Sembra scritto dall’autore de Le Chiavi del Fato. Quell’attesa snervante, dura prova per i nervi, è sublime. Il resto del prologo è altrettanto orribile, scritto con uno stile falso epico di pessima fattura e pieno di momenti d’involontaria ironia:

Il suo stesso corpo era un canto alla Dea del dolore. Larghe ferite si aprivano sulle spalle possenti e il torace solido, mentre quanto restava del suo braccio sinistro era un moncherino ciondolante. [...] I più anziani lo afferrarono per le spalle [...]

Poi il tizio muore e…

I fanciulli, ordinatamente, baciarono le mani del re morto [...]

Il che è un po’ dura, visto che il Re ha perso un braccio.

Sono stata a un passo dal buttare il romanzo dopo queste prime pagine, per fortuna, terminato il prologo, la storia procede in maniera molto più spedita e “razionale”.
La trama parla del Clan Darren, un Clan guerriero che da centinaia d’anni ha stretto un patto con i draghi: se il Re del Clan si dimostrerà degno, battendo in duello un drago, i rettili serviranno il Clan. Essendo a quanto pare gli unici al mondo a poter cavalcare i draghi, i signori Darren sono diventati ricchi e potenti, ma… ma niente, infatti i Darren se la godono e l’unico problema riguarda l’ultimo erede, che per colpa dell’infedeltà del Re si trova suo malgrado esiliato dalla propria patria. Vorrà vendicarsi? Neanche più di tanto, in realtà vuole solo essere lui a sfidare a duello rituale il drago, perché… perché sì!!!

Domatori di Draghi mi ha dato l’impressione di essere una scaletta per un romanzo almeno tre volte più lungo. Le scene hanno solo un tenue legame le une con le altre, e i personaggi non hanno caratterizzazione o quasi. In particolare il protagonista non ha motivazioni discernibili: agisce come agisce solo perché così la trama impone. Un po’ meglio i “Cattivi”, madre e figlio, che hanno motivazioni banali (mantenere il potere la madre, poltrire tutto il giorno nell’agiatezza il figlio) ma condivisibili.

Domatore di Draghi
Un domatore di draghi

L’ambientazione è il generico mondo fantasy #282 anche se qui e là qualche tentativo d’introdurre elementi semi originali si nota, ad esempio gli Zelgreg sono mostri decenti. Un po’ meno decente è il fatto che gli Orchi, con catapulte e trabucchi al seguito, riescano ad assediare la Città-Fortezza dei Darren senza che questi ultimi facciano a tempo a muovere un dito. Si direbbe che potendo volare dovrebbero essere in grado di accorgersi di un contingente armato che marcia verso di loro…

L’autore è istruttore di scherma storica, e si nota nella cura con la quale descrive l’arma del protagonista. Le (poche) scene d’azione non sono malvage, ma specie il duello finale scivola un po’ verso uno stile alla Conan, con il protagonista che dimostra una forza e una resistenza inumane.
Per altro, il finale stesso si rivela inconcludente, lasciando spazio a un seguito del quale non potrebbe interessarmi di meno.

Nel complesso un brutto romanzo. Se fosse stato lungo a sufficienza per accogliere con più comodità la storia forse ne sarebbe venuto fuori qualcosa di leggibile, ma nulla più. La vicenda sarebbe rimasta ugualmente banale.

Noticina finale: a dispetto del titolo, nessun drago è domato nel corso del romanzo. I draghi rimangono sempre sullo sfondo e l’unico momento d’interazione è il già citato duello. E basta. Perciò chi cerca qualcosa sullo stile di Eragon o di His Majesty’s Dragon, rimarrà di sicuro deluso, qui il rapporto fra drago e uomo è assente.

 

Giudizio:

Qualche sprazzo di decenza qui e là. +1 -1 Prologo orribile.
-1 Ambientazione banale.
-1 Personaggi insipidi.
-1 Storia sfilacciata.
-1 Finale inconcludente.
-1 A tratti inverosimile.

Cinque Gamberi Marci: clicca per maggiori informazioni sui voti


Copertina de La Gemma del Dolore Titolo originale: Alilara
Titolo italiano: La Gemma del Dolore
Autore: Kay Pendragon

Anno: 2008
Nazione: Italia
Lingua: ???
Traduzione in lingua italiana: Nunzio Donato
Editore: Delos Books

Genere: Fantasy
Pagine: 94

Un brutto giorno il villaggio del giovane Kitlan è assalito da una banda di energumeni, che minaccia di fare una strage se gli abitanti del posto non forniranno loro notizie riguardo a una misteriosa strega. Kitlan, un attaccabrighe, finisce subito per farsi riconoscere e gli energumeni sono a un passo dall’ammazzarlo, quando la strega lo salva! Seguirà il racconto della vita della strega, al termine del quale giungerà una sconvolgente rivelazione (circa).

Partiamo dagli aspetti positivi: lo stile dell’autore è scorrevole e pulito; la vicenda si segue senza ostacoli con l’unica nota stonata le continue domande che i protagonisti pongono a se stessi. Per esempio, tra il primo e il secondo capitolo Kitlan se ne pone non meno di sette in una sola pagina.

Cos’era, adesso, quel suono? E quella luce? [...] Chi gli stava parlando? [...] Possibile che la vedesse solo lui? Era davvero la mano del dio della Vita Jamodhan, quella che sentiva su di lui? Che cosa… ? [...] perché adesso tornava il dolore?

Non so, devo scriverla io la storia o deve farlo l’autore?

Gli aspetti negativi: tutto il resto. Questa Gemma è una roba immonda. La storia è senza mezzi termini cretina (e come al solito vuole essere presa sul serio, non è una parodia) in quanto si basa sul fatto che uno per sbaglio possa pronunciare male il nome di un oggetto magico (Amuleto di Iberralath invece di Amuleto di Iberallath), è incoerente a livello Troisi, tipo il finale:
mostra il finale ▼

e stracolma di cliché presi dai più beceri Giochi di Ruolo; i personaggi agiscono in maniera stupida e la magia è la panacea di ogni male, senza regole, usata a piene mani per portare avanti la trama come si vuole, a dispetto di ogni logica.

Una mappa di Neverwinter Nights
La Gemma del Dolore si trova in un sarcofago nella tomba di Layenne a Coldwood (7). Qui si trovano tra gli altri anche il Tomo del Potere (4) e la Gemma del Dovere (10). Ma attenzione al Golem di Ferro (6) e al Golem di Ossa (11)! No, non parlo del romanzo di Nunzio Donato, ma di Neverwinter Nights…

L’ambientazione è il generico mondo fantasy #283, senza alcun tipo di caratterizzazione. Non c’è davvero neanche mezza idea originale in tutto ciò, neanche uno spunto minimo. Zero.
Quando i non appassionati parlano di fantasy, spesso lo fanno in tono spregiativo, indicando il fantasy come un calderone di sciocchezze senza capo né coda. La Gemma del Dolore combacia a pennello con questa definizione.

La Gemma del Dolore è un serio contendente per il titolo di peggior fantasy che abbia mai letto. Non vince perché è così corto: se fosse andato avanti per altre cento pagine avrebbe battuto Nihal della Terra del Vento!
Nunzio Donato, l’autore, scrive sul forum di WMI: “[...] per quanto riguarda le conoscenze fantasy, ecco, un po’ me la cavo ma…confesso tranquillamente che non ho mai letto la Trilogia dell’Anello di Tolkien! Ecco, l’ho scritto! Ora inveite pure… (e magari è meglio se non scrivo che, invece, ho letto tutta la saga di Shannara…)”
che non è molto lontano dalla Troisi, quando dice: “Sì, io affermo candidamente di leggere poco fantasy.”
Il problema è che si vede, o meglio si legge. L’ignoranza del genere è palese. Ignoranza per me incomprensibile: se una persona scrive fantasy ne deduco sia appassionata di tale genere, dunque perché non leggere ciò che piace? Mistero.

 

Giudizio:

Stile scorrevole… +1 -1 …ma tutt’altro che perfetto.
-1 Storia cretina.
-1 Personaggi cretini.
-1 Trama incoerente.
-1 La magia usata come capita.
-1 L’Amuleto di Iberralath.
-1 L’Amuleto di Iberallath.
-1 Nessuna idea originale.
-1 Ambientazione scontata.
-1 Cliché come se piovesse.

Nove Gamberi Marci: clicca per maggiori informazioni sui voti4


Copertina di The Situation Titolo originale: The Situation
Autore: Jeff VanderMeer

Anno: 2008
Nazione: Stati Uniti
Lingua: Inglese
Editore: PS Publishing

Genere: Fantasy
Pagine: 53

Come dicevo in apertura, The Situation è un racconto lungo di Jeff VanderMeer. È un po’ più corto dei romanzi della collana Delos ma penso il paragone sia lo stesso appropriato.

In Italia (e non solo) si vedono sempre più fantasy incanalati in due grossi filoni:

  • l’epico in stile Tolkien dei poveri (quelli che iniziano con il nano, l’elfo e il barbaro che entrano in una taverna a chiedere la strada per il castello del Signore del Male…)
  • il fantasy per “bambini” (Nicoletta ha 8 anni e vive con i nonni, in giardino un giorno d’estate ha conosciuto le fate di panna montata…)

Ci sono poi vie di mezzo e variazioni, ma superficiali. Io questi fantasy non li reggo più, anche quando sono scritti con competenza, mi lasciano solo una sensazione di perdita di tempo. Sono fantasy nati morti, privi d’immaginazione. Eppure la buona parte della produzione italiana e mondiale s’incasella in uno dei filoni di cui sopra. Peccato.

The Situation non è per bambini e non ci sono elfi. The Situation è la cronaca del progressivo peggioramento delle condizioni di lavoro in una misteriosa azienda che sorge ai margini di una città senza nome, in un mondo che potrebbe essere il nostro futuro o qualche universo parallelo.
Il protagonista narra in prima persona le sue disavventure, tra colleghi che smettono di essere umani e le continue richieste della propria Manager, che umana non lo è mai stata.

My Manager was extremely thin, made of plastic, with paper covering the plastic. They had always hoped, I thought, that one day her heart would start, but her heart remained a dry leaf that drifted in her ribcage, animated to lift and fall only by her breathing.

L’ordine per un pesce educativo:

The latest project required the design of a grouper-like fish five times larger than the average nine-year-old child. By our various and immersive processes, we were to make being swallowed by this fish an educational experience.

farà precipitare gli eventi…

Retro di The Situation
L’illustrazione sul retro del volume di The Situation

Sarei tentatissima di aggiungere altre citazioni ma non vorrei rovinare la lettura. A ogni pagina VanderMeer sfoggia una fantasia eccezionale, sommergendo il lettore con ogni genere di deliziosa bizzarria.
Il mondo ideato da VanderMeer è oscuro, originale, bislacco, curioso, stranissimo, eppure è molto più credibile di centinaia di mondi pseudomedievali. Questo anche perché VanderMeer è bravissimo nel gestire il punto di vista: il protagonista parla di particolari assurdi come fossero eventi quotidiani – per lui lo sono – e dopo un po’ lo diventano anche per il lettore. In nessun punto VanderMeer cede alla tentazione di spiegare, d’illustrare il suo mondo, e proprio tale visione limitata invece di sminuire esalta l’ambientazione.
VanderMeer riesce poi ad azzeccare il tono della storia con maestria: s’intuisce che è in parte una parodia, che alcuni eventi sono eventi reali trasfigurati, e questo strappa un sorriso, ma il divertimento non diventa mai ridicolaggine.

Questo per me è fantasy. Il cuore del fantasy: l’immaginazione. È un piacere raro e bellissimo quello di poter accogliere nella propria testa fantasie nuove e originali, con The Situation è successo. Niente lotta eterna tra Bene e Male, niente elfi, nani e gnomi, nessun bisogno di una cartina che rappresenti un continente, nessun viaggio, nessuna allegra combriccola che deve salvare il mondo, invece:

In addition to the need for including defensive bioweaponry, we had to consider many other important issues. What shape and size should the fish’s jaws be to cushion the child and minimize trauma? Should the fish talk in a reassuring manner to calm the child’s fears of being eaten alive?

The Situation ha dei difetti: a tratti è troppo raccontato, e anche se mi duole ammetterlo, alcune delle bizzarrie sono lì solo per loro stesse e non contribuiscono alla storia, il che fa storcere il naso. Ribadisco perciò che non è un capolavoro, rimane però un ottimo racconto fantasy. Consigliato a tutti, e in particolare a chi pensa che il fantasy siano solo nani che si ubriacano di birra ed elfi a spasso per i boschi.

Di Jeff VanderMeer è probabile riparlerò presto perché in questi giorni sto leggendo il suo primo romanzo: Veniss Underground. Inoltre non si può non avere in simpatia una delle persone dietro il movimento squidpunk!

Squidpunk!

 

Giudizio:

Una bizzarria per ogni pagina… +1 -1 …ma alcune sono bizzarrie fine a se stesse.
Ambientazione surreale e stranissima. +1 -1 Qualche volta troppo raccontato.
Personaggi curiosi e misteriosi. +1
Incredibilmente fantasioso. +1
Trama degna dell’ambientazione. +1

Tre Gamberi Freschi: clicca per maggiori informazioni sui voti


Approfondimenti:

bandiera EN Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde su Wikipedia
bandiera EN L’ombra su Innsmouth su Wikipedia

bandiera IT Domatori di Draghi su iBS.it
bandiera IT Le prime pagine di Domatori di Draghi
bandiera IT Il sito di Jari Lanzoni

bandiera IT La Gemma del Dolore su iBS.it
bandiera IT Le prime pagine de La Gemma del Dolore

bandiera EN The Situation su Amazon.com
bandiera EN The Situation disponibile online
bandiera EN Jeff VanderMeer su Wikipedia
bandiera EN Il sito ufficiale di Jeff VanderMeer
bandiera EN Intervista a Jeff VanderMeer
bandiera EN Il sito di Veniss Underground
bandiera EN Squidpunk Manifesto

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L’Avido Drago di Ghiaccio

Copertina de Il Drago di Ghiaccio Titolo originale: The Ice Dragon
Titolo italiano: Il Drago di Ghiaccio
Autore: George R.R. Martin

Anno: 2007 (edizione italiana)
Nazione: USA
Lingua: Inglese
Traduzione in lingua italiana: Giusi Valent
Illustrazioni: Luca Enoch
Editore: Mondadori

Genere: Fantasy
Pagine: 107

Qualche mese fa avevo adocchiato in libreria questo libro di Martin, ma dopo aver letto il prezzo e constatato com’era esile, l’avevo rimesso a posto. Oggi cercando altro l’ho scoperto su eMule:

Icona di un mulo eBook.ITA.2926.George.R.R.Martin.Il.Drago.Di.Ghiaccio.(doc.lit.pdf.rtf).[Hyps].rar (6,77MB)

l’ho scaricato e sono rimasta indignata.
Infatti mi sono trovata di fronte a un racconto (circa 7.200 parole, 43.000 battute, spazi compresi) e una manciata d’illustrazioni in bianco e nero; il PDF aveva un gran totale di 26 pagine. Tutto ciò la Mondadori voleva venderlo a 13 euro! (nella collana “I Fulmini”, io ci vedo una certa ironia…)

The Ice Dragon non è neanche un racconto nuovo, è un racconto che Martin ha scritto nel 1980 ed era già stato pubblicato prima nell’antologia Dragons of Light (1980) e poi in Portraits of His Children (1987). Nel 2006 il racconto è stato ristampato per una terza volta, in un volume illustrato, ed è quest’ultima versione che Mondadori vende, con l’unica differenza che nella versione italiana le illustrazioni invece di essere di Yvonne Gilbert sono di Luca Enoch.

Copertina de The Ice Dragon
Copertina dell’edizione inglese del 2006 di The Ice Dragon

Qual è il valore di mercato di The Ice Dragon ? eBookMall vende la versione elettronica per 1,07 dollari (0,73 euro), Fictionwise la vende a 0,99 dollari (0,67 euro). Amazon.com vende la versione cartacea e illustrata del 2006 a 11,01 dollari (7,47 euro). Perché un racconto che vale di per sé meno di un euro, e che comunque anche “abbellito” non arriva a 7 euro e 50, da noi viene venduto a 13 euro?
Spesso mi accusano di essere irrispettosa con scrittori, editori e quanti altri. Può essere vero, ma vorrei far notare che non “comincio” io! Vendere a 13 quello che si può vendere a 1 (tra l’altro guadagnandoci, perché eBookMall o Fictionwise non sono opera di beneficienza), è una presa per i fondelli! È una totale mancanza di rispetto, è uno sputare in faccia ai lettori. Il fatto che possa evitare di comprare (ci mancherebbe!) non diminuisce l’offesa. Il solo provare a fregarmi è più che sufficiente: se un ladro cerca di rapinarvi e non ci riesce è tutto a posto e amici come prima? Non credo proprio!

ladro che fugge
Cercare di rapinare qualcuno non è una cosa della quale andar fieri!

Se Mondadori fosse stata rispettosa nei confronti del pubblico, avrebbe lei offerto gratuitamente il PDF di questo libro. Così ognuno sarebbe stato in grado di giudicare se storia e immagini valevano l’altissimo prezzo richiesto. Senza contare quelli che per motivi di tempo ordinano i libri online invece di prenderli in libreria. Come ci si difende da una mezza truffa come questa se non si può neanche sfogliare il volume?
Perciò signor Mondadori e altre persone coinvolte: non vi lamentate se poi sono irrispettosa, se tenete al rispetto, cominciate voi, cercando di non fregare i vostri lettori. Grazie.

Il racconto

Il Drago di Ghiaccio è la storia di Adara, una bambina taciturna è un po’ strana, amante dell’inverno. Adara stringe amicizia con il drago di ghiaccio, e tutto è bello e freddo, finché non giungono dal Nord nemici invasori. Suo malgrado la bambina sarà coinvolta nello scontro.

Un'illustrazione da The Ice Dragon
Una delle illustrazioni dell’edizione inglese del libro

Il Drago di Ghiaccio è un racconto che si legge in meno di mezz’ora, è scorrevole, con un paio di trovate decenti, ma nulla più. Il finale dovrebbe avere un certo peso emotivo ma risulta fiacco. Forse perché Martin si dilunga troppo all’inizio e quando la storia si mette in moto è in pratica già finita.

Giudicato di per sé varrebbe uno o due gamberi marci, in questo caso però non si può evitare d’inserire nel giudizio anche la confezione. A racchiudere il racconto da un euro c’è una copertina di Paolo Barbieri (sono sue anche le copertine dei romanzi della Troisi) e ci sono le illustrazioni di Luca Enoch, per la bellezza di altri 12 euro…

Un'illustrazione da Il Drago di Ghiaccio
Una delle illustrazioni dell’edizione italiana

La morale è sempre la stessa: non date soldi a certa gente! Prendete i libri in biblioteca, scaricateli da eMule, e al limite, se proprio volete compensare qualcuno, comprate la versione elettronica da 67 centesimi di euro, che per un racconto di trent’anni fa è un prezzo giusto.


Approfondimenti:

bandiera IT Il Drago di Ghiaccio su iBS.it
bandiera EN The Ice Dragon su Amazon.com
bandiera EN The Ice Dragon su eBookMall
bandiera EN The Ice Dragon su Fictionwise
bandiera EN Una recensione di The Ice Dragon
bandiera EN Martin apprezza l’edizione italiana de Il Drago di Ghiaccio

 

Giudizio:

Un racconto decente… +1 -1 …ma niente di speciale.
Una bella copertina. +1 -1 Il finale del racconto è fiacco.
Delle belle illustrazioni. +1 -13 Il prezzo è 13 euro!

Dodici Gamberi Marci: clicca per maggiori informazioni sui voti7

Scritto da GamberolinkCommenti (34)Lascia un Commento » feed bianco Feed dei commenti a questo articolo Questo articolo in versione stampabile Questo articolo in versione stampabile • Donazioni

Recensioni :: Film :: Cloverfield

Locandina di Cloverfield Titolo originale: Cloverfield
Regia: Matt Reeves

Anno: 2008
Nazione: USA
Studio: Bad Robot
Genere: Fantascienza, Mostri latitanti
Durata: 1 ora e 25 minuti

Lingua: Inglese

Kaiju è un termine giapponese che indica una creatura strana, mostruosa. Kaiju eiga sono i film di mostri, filone cinematografico al quale appartiene Cloverfield.
È un filone che come pochi altri sta a cuore al Coniglietto Grumo. Per capire perché, bisogna tornare indietro di trent’anni.

Il Coniglietto Grumo attore

1971. Il Coniglietto Grumo è appena tornato dal Vietnam. La sua ultima missione con le forze speciali è stata l’Operazione Lam Son 719, concepita per colpire le basi logistiche dei nemici della democrazia in Laos.
Il reparto di Grumo non è mai esistito, gli Americani non hanno mai ammesso il loro intervento diretto in Laos, ma Grumo c’è stato e ha visto l’Inferno!
Sono gli anni bui di Grumo, segnati da solitudine, alcool e oppio. Nella disperazione, un solo momento di gioia, l’esordio come attore nel film Night of the Lepus.

Locandina di Night of the Lepus
Locandina di Night of the Lepus

In Night of the Lepus, il crudele tentativo di ridurre la popolazione dei coniglietti, sviluppando un siero che uccida solo loro, senza avvelenare le altre specie, si ritorce contro i sadici dottori: i coniglietti infettati crescono a dismisura e divengono assetati di sangue!
Night of the Lepus è un film bizzarro, recitato con quasi assoluta serietà, come se nessuna delle persone coinvolte si rendesse conto dell’intrinseca ridicolaggine della trama. Segna anche la nascita della passione del Coniglietto Grumo per i film di mostri, passione che non l’ha ancora abbandonato, così com’è durata per anni l’amicizia che l’ha legato a DeForest Kelley (il dottor McCoy di Star Trek), conosciuto sul set del film.

I Coniglietti attaccano! Riconoscete Grumo?

Data tale premessa, diviene facile capire perché i film di mostri sono tanto importanti per il Coniglietto Grumo. Sono stati per lui la luce al fondo di un tunnel buio.

Breve storia dei mostri

Volendo tracciare una breve storia dei film di mostri le quattro tappe fondamentali sono:

The Lost World (1925) per la regia di Harry Hoyt, tratto da un famoso romanzo di Arthur Conan Doyle. In tale film per la prima volta compaiono mostri giganti, nel caso specifico dinosauri.

Trailer di The Lost World (1925)

King Kong (1933) regia di Merian C. Cooper e Ernest B. Schoedsack. La vicenda è celeberrima e perciò non starò a riassumerla. L’incredibile successo di King Kong ha suscitato interesse per i film di mostri in ogni angolo del mondo, e per questa ragione spesso King Kong è indicato quale capostipite del genere, sebbene appunto non lo sia in senso cronologico.

Trailer di King Kong (1933)

The Beast from 20,000 Fathoms (1953) regia di Eugène Lourié, tratto da un racconto di Ray Bradbury. The Beast from 20,000 Fathoms è la storia di una gigantesca creatura preistorica, un Redosauro, rimasta intrappolata per milioni di anni sotto il ghiaccio del Polo Nord. Sciagurati esperimenti nucleari risvegliano il mostro che pensa bene di dirigersi in America e attaccare la città di New York!
Non solo il Redosauro ha un pessimo carattere, dimensioni enormi e forza spaventosa, ma è anche portatore di brutte malattie. Questo particolare non è molto comune tra film di mostri, specie se sono mostri giganti; di recente è stato ripreso nel film coreano The Host dove però è usato solo per calunniare il povero mostro.

Trailer di The Beast from 20,000 Fathoms (1953)

The Beast from 20,000 Fathoms è uno dei primi film a poter vantare effetti speciali realizzati da Ray Harryhausen, un maestro nel campo.
È un bel film, divertente e con una trama più complessa di quanto non appaia a prima vista. È un film superiore sotto ogni aspetto a Cloverfield.
The Beast from 20,000 Fathoms ottenne un buon successo, ma l’importanza della pellicola è legata al fatto di essere stata la principale fonte d’ispirazione per Godzilla, uscito in Giappone l’anno successivo.

Gojira (1954) o Godzilla. Il Re dei Mostri! Come nel caso di King Kong la vicenda è così famosa che non ha bisogno di presentazioni, basta lasciar parlare le immagini…

Godzilla è spesso di cattivo umore…

Dopo Godzilla è difficile tener traccia di tutti i film di mostri prodotti nei più disparati Paesi. E se oggi il genere è forse un po’ in declino a livello mondiale, in Giappone rimane saldo con nuovi film di mostri ogni anno.

Mostri curiosi

Accanto alla storia ufficiale ce n’è un’altra parallela, che parla di film bizzarri e misteriosi che pochissimi hanno visto. Si va dalle inquietanti immagini pare tratte dal trailer di The Gorilla (1930), film considerato perduto, a Edo ni Arawareta Kingu Kongu: Henge no Maki (King Kong Appears in Edo) film con King Kong forse prodotto in Giappone tra il 1933 e il 1938 ma che forse non è mai esistito.

Le enigmatiche immagini di The Gorilla (1930)

Oppure si cita l’elusivo Wangmagwi film coreano del 1967, che avrebbe visto la partecipazione di più di 150.000 comparse. Wangmagwi non è mai uscito in videocassetta o DVD e non è mai stato trasmesso in televisione. Dopo essere passato al cinema si è inabissato, per riemergere solo qui e là in concomitanza con qualche festival dedicato all’argomento.

Wangmagwi
Un fotogramma di Wangmagwi

C’è poi la bislacca vicenda di Pulgasari. Realizzato per la prima volta in Sud Corea nel 1962 (e questo è un altro film del quale si sono perse le tracce), se ne cominciò un remake nel 1978, se non che il regista, Sang-ok Shin, venne rapito dai servizi segreti nord coreani: avrebbe dovuto rilanciare l’agonizzante cinematografia nord coreana. Sang-ok Shin finì dunque per lavorare a Pulgasari in Nord Corea. Nel 1985, con il film quasi completato, Sang-ok Shin riuscì però, al termine di una rocambolesca fuga, a raggiungere gli Stati Uniti.

Locandina di Pulgasari (1962)
Locandina di Pulgasari (1962)

Pulgasari fu terminato da un altro regista ma il risultato finale non piacque al presidente Kim Jong-il, che ne vietò la proiezione. Per dieci anni non se ne seppe più niente, finché un critico cinematografico giapponese non se ne procurò una copia. Proiettato in un solo cinema ottenne un discreto successo; qualche tempo dopo ne uscì un’edizione “ufficiale” in videocassetta. Oggi è disponibile in DVD e persino su google video, qui.

Copertina di Pulgasari (1985)
Copertina del DVD della versione 1985 di Pulgasari

Manca ancora un particolare: nel 1996 Shin scrisse la sceneggiatura per Galgameth un remake americano di Pulgasari in versione per bambini.

Pulgasari è un mostro buono. Un gigante mangiatore di ferro che aiuterà i contadini a ribellarsi contro i propri dittatori. Nondimeno l’insaziabile fame di metallo lo condurrà alla rovina.

Cloverfield

Davanti a Pulgasari con la sua storia di registi rapiti, film scomparsi, e remake sempre più oscuri, vien da sorridere pensando a J.J. Abrams, produttore di Cloverfield, e alla sua patetica operazione di “marketing virale”. Il tentativo artefatto di creare un’aura d’interesse e hype intorno a un film che si rivela ben più misero di una produzione nord coreana degli anni ’80.

La trama di Cloverfield è ridotta all’osso: un mostro attacca New York e prende di sorpresa un gruppetto di nullafacenti che stavano festeggiando la partenza di uno di loro per il Giappone. Per un’oretta i tizi girano a vuoto per Manhattan finché il film non termina. Durata totale 85 minuti, dei quali i primi venti sono di pure chiacchiere (la festa di cui sopra).

Trailer di Cloverfield (2008)

Definire Cloverfield un film di mostri è una forzatura. Il mostro compare solo per poche inquadrature alla fine, e i suoi figlioli mostriciattoli si vedono per pochi secondi. Ma soprattutto il mostro non solo non è protagonista, ma non è neanche un personaggio: non ha motivazioni, non ha storia, non ha un perché, è trattato alla stregua di un qualunque accidente naturale. Se il mostro fosse stato sostituito da un terremoto (o magari dal gelo assassino di The Day After Tomorrow) il film non sarebbe cambiato di un millimetro.
Questo a casa mia si chiama: prendere per i fondelli la gente. Spacciare un film per film di mostri quando in realtà non è vero è quanto di più bieco si possa fare. Già film come The Village di Shyamalan tirano la corda, Cloverfield la spezza.

Cloverfield è visto per la sua interezza attraverso un videocamera digitale in mano a uno dei protagonisti, nello stile di The Blair Witch Project. Questo comporta che spesso le immagini non siano a fuoco, siano inquadrati i piedi invece dei volti degli attori e ci siano un sacco di movimenti inutili di camera.
Non mi piace. Non m’immerge nel film, mi suscita mal di mare. E anche se potrà sembrare incredibile, non me ne importa un fico secco della marca di scarpe dei personaggi. Sarò ingenua, ancora ferma al Web 1.0 o che altro, ma io preferisco in un film di mostri vedere il dannato mostro!

Naturalmente le maggiori sfocature sono in concomitanza con gli avvistamenti dei mostro. Quando c’è da inquadrare un bel cartellone pubblicitario della Nokia, la telecamera è bella fissa.

L’attacco di un mostriciattolo
L’attacco di un mostriciattolo

Pubblicità occulta
Pubblicità. (questo è il culmine di un bijou in fatto di pubblicità “occulta”: prima il protagonista riceve una telefonata e s’indugia sul suo parlare al cellulare, poi va a sedersi sotto il cartellone pubblicitario e infine c’è questa inquadratura prolungata sul nome della ditta, in modo che possa essere ben leggibile. Complimenti agli interessanti, mi avete proprio convinta: non comprerò un telefono della Nokia manco morta)

Ma questo in fondo sarebbe il meno. Quello che rende Cloverfield una solenne perdita di tempo è la totale mancanza di fantasia e originalità. La storia è come visto inesistente. Il mostro in sé per quel pochissimo che s’intravvede è un generico rettile-anfibio senza personalità alcuna. E i mostriciattoli sono scopiazzati dagli headcrab presenti in Half-Life e Half-Life 2, i famosi videogiochi sviluppati da Valve Software. Il loro attacco ai protagonisti nei tunnel della metropolitana è modellato a ricalco del videogioco, con i personaggi che si difendono, proprio come nel gioco, a calci e sprangate.

Headcrab
Headcrab (Half-Life 2)

Anche dal punto di vista stilistico Cloverfield è solo una brutta copia. L’idea generale del film di mostri in prima persona col mostro che c’è ma non si vede è presa pari pari da Incident at Loch Ness, film del 2004 di Zak Penn e Werner Herzog. Per rendersi conto basta guardare la scena che segue. ATTENZIONE! Contiene spoiler per Incident, non guardatela se avete intenzione di vedere in futuro tale film (e ne vale la pena!)

Una sequenza da Incident at Loch Ness (2004)

Per altro la telecamera ritrovata con dentro un filmato del mostro che attacca chi la reggeva è un’idea ben più vecchia, e pare sia comparsa per la prima volta nel 1959 in Caltiki – Il Mostro Immortale di Mario Bava. Aggiornamento del 12 febbraio: la sequenza da Caltiki con la telecamera ritrovata e la ripresa in prima persona.

Caltiki: già cinquant’anni fa si riusciva a far venire il mal di mare agli spettatori a furia di movimenti bruschi e immagini sfocate!

Locandina di Caltiki - Il Mostro Immortale
Locandina di Caltiki – Il Mostro Immortale

Intere sequenze di Cloverfield sono fregate ad altri film, per esempio i soldati che sparano verso il mostro mentre la telecamera rimane su di loro invece di seguire il volo dei proiettili è presa dalla Guerra dei Mondi di Spielberg, con i marziani dietro la collina.
Saranno tutte citazioni? Nah! È solo spregevole copia/incolla da parte di chi non ha lui alcun talento o fantasia.

Cloverfield, e qui bisogna ammettere che non è solo, ma questo non lo giustifica, è poi vittima del disgraziato “Mito della fantasia dello spettatore”. Tale mito vuole che sia meglio solo alludere, non indugiare, lasciare che sia la fantasia dello spettatore (o del lettore) a “creare” il mostro. Non c’è niente di più pauroso delle nostre stesse paure! Non è vero, è una stupidata.
Il meccanismo, quando funziona, funziona perché c’è stato qualcuno, almeno una volta, che ha avuto il coraggio e l’abilità di mostrare un mostro davvero terrificante. Il grugnito o il ruggito che viene dal fondo della foresta non è spaventevole in sé, è spaventevole perché qualcuno ha raccontato che ci sono bestie feroci con zanne e artigli pronte a sbranarci!
Il buio non è spaventoso perché buio, è spaventoso perché la vista è il nostro principale senso e senza abbiamo poche possibilità di difenderci dalle creature mostruose che si annidano nell’oscurità. Se nessuno ci avesse raccontato che ci sono in giro mostri che succhiano il sangue o cercano di mangiarci il cervello non ci sarebbe niente da immaginare, niente di cui aver paura.
È proprio compito di registi e scrittori mostrare l’inimmaginabile. Sono pagati per questo, per superare in fantasia il proprio pubblico e rivelare quello che si nasconde nel buio. Sono capaci tutti di lasciare alla fantasia dello spettatore! E lo spettatore non si spaventa, io non mi spavento, penso solo che ho speso 5 euro per non vedere nulla di pauroso.

Un’altra moda disgustosa presente in Cloverfield e in tanti altri film recenti (per esempio la stessa Guerra dei Mondi di Spielberg) è quella di far credere che la vera paura non nascerebbe dal mostro o dai marziani, la vera paura sarebbe in realtà quella di perdere il figlio, o l’amante. Non m’interessa se il mondo va a catafascio, quello che m’importa sono i quattro gatti della mia famiglia!
Bene, ma a me che me ne frega? Quando vado al cinema per vedere un film di mostri, che si spaccia per film di mostri, cerco il sense of wonder, l’apocalittico, e il terrore, che non è quello di perdere la famiglia, ma quello della fine del mondo!
È certo che è molto più facile far appassionare alle vicende più terra terra dei personaggi. È un’esperienza molto più vicina quella di perdere il lavoro, essere bocciati a scuola o lasciati dal fidanzato. È molto più semplice l’identificazione, ma proprio per questo non ho bisogno che ci sia un cantastorie! Il cantastorie va oltre, come già visto con i mostri il cantastorie ti racconta quello che tu non immagineresti. Tu t’immagini da sola che se attraversi col rosso sei stirata da un camion, il cantastorie ti dice che se passi col verde si apre una voragine e un tentacolo ti porta sottoterra.
Il “dramma” famigliare me l’immagino da sola, non ho bisogno di spendere soldi perché me lo riferisca qualcun altro! Voglio i mostri! Voglio le esplosioni! Voglio la lotta all’ultimo sangue! Voglio emozionarmi per qualcosa che non posso vedere se non al cinema! (sperando rimanga così!)

Si capisce quando un film di fantascienza è un’atrocità: quando suscita nostalgia per una serata passata a guardare Independence Day in TV. Cloverfield me l’ha suscitata.

Locandina di Independence Day
Locandina di Independence Day

Tirando le somme: Cloverfield è un’immane vaccata. Storia minima e priva di fantasia, originalità e colpi di scena. Mostro latitante. Scopiazzature spacciate per innovazioni e la solita pubblicità molto poco occulta. Altra spazzatura, come se non ce ne fosse in giro abbastanza.

Oltre Cloverfield

Per concludere voglio essere propositiva e segnalare qualche decente film di mostri degli ultimi anni. Non che riguardare o guardare per la prima volta The Beast from 20,000 Fathoms o Godzilla sia una cattiva idea, anzi! Questi e gli altri film di cui ho già parlato sono quasi tutti ottimi e come minimo migliori di Cloverfield.

Iniziamo con Godzilla. Tutti gli ultimi Godzilla, a partire da Godzilla 2000 del 1999 sono buoni film. Non capolavori ma molto divertenti. Si sta parlando di Godzilla 2000 (1999), Godzilla vs. Megaguirus (2000), Godzilla, Mothra and King Ghidorah: Giant Monsters All-Out Attack (2001), Godzilla against Mechagodzilla (2002), Godzilla: Tokyo S.O.S (2003) e Godzilla: Final Wars (2004).

Dovendone scegliere uno prenderei l’ultimo, il Godzilla del cinquantenario, Godzilla: Final Wars. Final Wars è un film a tratti sconclusionato e ingenuo, però il regista, Ryuhei Kitamura (quello del bellissimo Azumi), non si risparmia con la fantasia e le trovate. Alieni, mutanti, mostri giganti come se piovesse (più di una dozzina), e combattimenti in tutto il mondo! Questo è il genere di film che vorrei vedere al cinema!

Godzilla contro il Godzilla americano (“Zilla”) da Godzilla: Final Wars (2004)

Del 2005 è Ultraman.

Un momento da Ultraman (2005)

Mentre nel 2006 è uscito Gamera the Brave.

Trailer di Gamera the Brave (2006)

Film passabili, niente di speciale, rivolti più che altro a un pubblico di appassionati del genere. Inutile sottolineare però come anche questi siano meglio di Cloverfield.
L’anno scorso è stata la volta del surreale e parodistico Big Man Japan.

Una scena da Big Man Japan (2007)

In campo coreano non si può non menzionare The Host (2006) di Joon-ho Bong. The Host è un ottimo film, ma non è un film alla Godzilla. È una personale e feroce lotta tra una famiglia di squinternati e un mostro disperato; non ci sono soverchie distruzioni, tutti i palazzi della città rimangono in piedi. Dove Joon-ho Bong è bravissimo è nel saper introdurre l’ironia al momento opportuno e viceversa tornare serio nelle scene di tensione, laddove Cloverfield scorre sempre uguale, in preda a una serietà ottusa.

Trailer di The Host (2006)

E infine il già citato Incident at Loch Ness. Incident at Loch Ness è un film sui generis: seguiamo il regista, Zak Penn, mentre cerca di realizzare un documentario su Werner Herzog. In quel periodo Herzog è a sua volta impegnato a realizzare un documentario sul mostro di Loch Ness, almeno finché non scopre che la produzione non ha alcuna intenzione di creare un film serio, bensì punta solo al sensazionalismo, non disdegnando d’inventarsi le prove dell’esistenza del mostro. Ma forse il mostro di Loch Ness non è solo leggenda…

Trailer di Incident at Loch Ness (2004)

Incident at Loch Ness è quasi tutto in prima persona, come appunto Cloverfield. La differenza è che Incident non segue l’”innovazione” in quanto tale, Incident è un film che ha ben chiaro dove vuole andare a parare e ci arriva con classe sopraffina. Per certi versi si avvicina a Shaun of the Dead: riesce al contempo a essere sia un ottimo film di mostri sia un’ottima parodia del genere. In verità non solo precede Cloverfield ma è due passi avanti: la tecnica in prima persona di Cloverfield è già data per scontata è già ne vien fatta ironia.
In ogni caso se non è un capolavoro poco ci manca, e lo consiglio a tutti, anche a chi non ha interesse per i mostri.

Mostro Bonus
Mostro Bonus: provate a scoprire di chi si tratta!


Approfondimenti:

bandiera IT La mia recensione di D-War, un altro brutto film con mostri giganti

bandiera EN Cloverfield su IMDb
bandiera EN Il sito ufficiale di Cloverfield

bandiera EN Night of the Lepus su IMDb
bandiera EN The Lost World su IMDb
bandiera EN The Lost World visibile online via Google Video
bandiera EN The Lost World, il romanzo, disponibile presso il Progetto Gutenberg
bandiera EN King Kong su IMDb
bandiera EN Kong is King.net, un sito dedicato a King Kong
bandiera EN The Beast from 20,000 Fathoms su IMDb
bandiera EN The Fog Horn, il racconto di Bradbury che ha ispirato The Beast
bandiera EN Godzilla su IMDb
bandiera EN Godzilla su Wikipedia
bandiera EN The Gorilla (1930) su IMDb
bandiera EN King Kong Appears in Edo su Wikipedia
bandiera EN Una recensione di Wangmagwi
bandiera EN Pulgasari (1985) su IMDb
bandiera EN Pulgasari (1985) visibile online su YouTube
bandiera EN Un’esaustiva recensione di Pulgasari (1985)
bandiera EN Galgameth su IMDb
bandiera EN Caltiki – Il Mostro Immortale su IMDb

bandiera EN Godzilla: Final Wars su IMDb
bandiera JP Il sito ufficiale di Godzilla: Final Wars
bandiera EN Ultraman su IMDb
bandiera EN Gamera the Brave su IMDb
bandiera EN Big Man Japan su IMDb
bandiera JP Il sito ufficiale di Big Man Japan
bandiera EN Una recensione di Big Man Japan
bandiera EN The Host su IMDb
bandiera EN Il sito ufficiale americano di The Host
bandiera EN Incident at Loch Ness su IMDb

bandiera EN Kaiju Headquarters, sito dedicato a Godzilla e amici
bandiera EN Giant Monster Movies, sito dedicato ai film con mostri giganti
bandiera EN L’interessante forum di Kaijuphile.com

 

Giudizio:

Niente. -1 Mostro che non si degna di presentarsi.
-1 Mostriciattoli che avrebbero fatto meglio a rimanere in Half-Life.
-1 Storia inesistente.
-1 La telecamera è retta da un ubriaco…
-1 …e l’ubriaco se ne vanta pure!
-1 Pubblicità molto poco occulta.
-1 Neanche mezza idea originale a pagarla oro.
-1 Venti minuti iniziali di chiacchiere idiote.

Otto Gamberi Marci: clicca per maggiori informazioni sui voti3

Scritto da GamberolinkCommenti (38)Lascia un Commento » feed bianco Feed dei commenti a questo articolo Questo articolo in versione stampabile Questo articolo in versione stampabile • Donazioni

Recensioni :: Romanzo :: Il Talismano del Potere

Copertina de Il Talismano del Potere Titolo originale: Il Talismano del Potere
Autore: Licia Troisi

Anno: 2005
Nazione: Italia
Lingua: Italiano
Editore: Mondadori

Genere: “Fantasy”
Pagine: 520

Nelle prime due puntate, Licia Troisi ci ha dapprima deliziato con le avventure tragicomiche di una frignona, poi con la villeggiatura di un mago, e ora il gran finale! Mezzelfo facile al pianto e maghetto vacanziero uniscono le forze per fermare i folli piani del Tiranno!

Ma prima qualche altra domanda e risposta con l’autrice, questa volta per merito di un’intervista apparsa su Vanity Fair.
Che luogo è il mondo emerso?
Un pezzo di terra grande come l’Europa, parte di un universo parallelo, su cui si muovono uomini e donne, folletti, mezzi elfi e le mie donne guerriere.

Da tener a mente che il Mondo Emerso è grande quanto l’Europa. Sarà interessante verificare come questo coincida con distanze e tempi di percorrenza inventati dalla Troisi.

C’è anche un mondo sommerso?
Sì, quello subatomico: nessuno sa come funziona.

Come?! Cioè Sennar sarebbe andato in vacanza nel mondo subatomico? Comunque la Troisi ha ragione: nessuno ha capito come funzioni il Mondo Sommerso, ma per la verità neanche quello Emerso!

Un atomo
Il Mondo Sommerso si nasconde dentro l’atomo?!

Ce n’è una [critica negativa] che l’ha messa ko?
Qualcuno ha detto una cosa tipo: come mai questa giovinetta esordiente ha pubblicato addirittura con Mondadori? Ho pianto molto.

Mai abbastanza, Licia! Mai abbastanza! Inoltre non è quello che ha detto “qualcuno”, i qualcuno si sono chiesti, non perché una giovinetta esordiente pubblicasse con Mondadori, ma perché una scrittrice incapace pubblicasse con Mondadori…

Fantasy per ragazzi

I primi tre romanzi della Troisi, le Cronache, sono stati pubblicati da Mondadori nella collana “I Massimi della Fantascienza”, un gesto di spregio nei confronti dei lettori e di un intero genere letterario che credo abbia pochi precedenti. Poi sono passati nella categoria dei romanzi “per ragazzi”, come del resto tutto il fantasy pubblicato da Mondadori.

Non voglio addentrarmi nella polemica se il fantasy sia per sua natura “infantile” e dunque sempre e comunque “per ragazzi”, perché io sostengo la tesi che la letteratura “per ragazzi” non esista.
Tanto per cominciare nel linguaggio corrente il termine “ragazzo” viene usato per chiunque dagli otto ai quarant’anni, e perciò sarebbe più corretto parlare di letteratura (fantasy) “per bambini”. Ma quando un bambino impara a leggere è già in grado di seguire qualunque tipo di trama e di storia, a patto che la storia medesima sia scritta in maniera semplice e chiara. Semplicità e chiarezza non sono però caratteristiche dei romanzi “per bambini”, sono caratteristiche dei buoni romanzi.
Un bambino può leggere un buon romanzo senza problemi, non ha bisogno di stupidate su misura.

Il boom della letteratura “per bambini” credo sia una manovra commerciale: genitori ignoranti o pigri non sono in grado di scegliere letture che possano piacere o interessare ai propri figli e dunque si rivolgono come pecoroni agli scaffali dove abbondano i romanzi “per bambini”, credendo così di andare sul sicuro.
Editori senza scrupoli riciclano o piazzano in questa maniera alcune delle più oscene scemenze immaginabili (Troisi) con l’idea che tanto i bambini siano una massa d’idioti. E la triste verità è che se un poveraccio cresce con la Troisi ho paura che davvero corra il rischio di bersi il cervello.

Non sostengo che da bambini occorra dedicarsi a letture educative. Manco per idea! La lettura dev’essere soprattutto un divertimento. Ma ho il sospetto che romanzi come quelli della Troisi, così incoerenti e privi della ben che minima logica, non solo non siano educativi, ma rovinino le persone. Spero di sbagliarmi.

Copertina di Abarat
Un ottimo fantasy spesso relegato al reparto “per ragazzi”: Abarat di Clive Barker

È assurdo che chi crede all’esistenza della categoria letteraria dei romanzi “per ragazzi” usi tale designazione per difendere ogni genere di sciocchezza presente in certi romanzi fantasy. Come se essere “per ragazzi” dovesse implicare minor qualità e cura del prodotto. Al massimo sarà il contrario!
Non ho mai sentito nessuno dire che si possono riempire a piacimento le merendine di conservanti, coloranti e ogni sorta di additivo solo perché sono “per bambini”!

I romanzi della Troisi non sono “per ragazzi”, non sono per nessuno. Perché nessuno, e ancor meno i ragazzi, si merita di essere esposto a un tal cumulo di marciume.

Il Talismano della Banalità

Nella recensione de La Missione di Sennar, accennavo che le truppe del Mondo Sommerso, che avrebbero dovuto sovvertire le sorti della guerra contro il Tiranno, non si erano più fatte vive. Non ricordavo con esattezza, in effetti tali truppe compaiono, sebbene per pochi paragrafi e senza muovere un dito. Era meglio per la Troisi se non fossero mai apparse…

Erano arrivate le truppe, le truppe tanto attese. [...]
Vide subito le navi. Erano una cinquantina, lunghe e maestose, dell’eleganza limpida e trasparente che era il segno distintivo di Zalenia.

Zalenia è il nome che gli abitanti del Mondo Sommerso danno al loro regno. Dunque: nel romanzo precedente il Mondo Sommerso non aveva navi, ora ne ha 50, e pure lunghe e maestose. Ci vogliono anni per costruire navi lunghe e maestose…
50 navi lunghe e maestose quanti soldati possono portare? Contando che il viaggio fino al Mondo Emerso richiede settimane, perciò le navi oltre all’equipaggio devono imbarcare anche adeguate razioni di viveri. Esagero, 2.000 soldati l’una? Ma il Tiranno ha più di un esercito, e i suoi eserciti sono di centinaia di migliaia di uomini e mostri! Che differenza fa la presenza delle truppe del Mondo Sommerso? Perché dedicare quasi un intero romanzo a costoro? Per me non lo sa neanche la Troisi.

Chiarito questo punto rimasto in sospeso, si può buttare dalla finestra La Missione di Sennar e passare da Nihal a Il Talismano del Potere senza perdere molto.

Il Talismano del Potere inizia con una situazione drammatica per le Terre libere: il Tiranno ha appena rivelato la sua arma segreta, l’armata delle tenebre! Non credo la Troisi abbia mai visto il film di Raimi, la sua di armata delle tenebre è un copiaincolla da Il Ritorno del Re.

Locandina di Army of Darkness
Locandina di Army of Darkness di Sam Raimi

Sono i morti della Troisi fantasmi, inarrestabili, a meno che non si usino armi magiche. Quando ciò avviene i fantasmi si dissolvono:

Non lo fece volontariamente: fu come se la sua mano si fosse mossa da sola, o forse le piacque pensare così. La spada di cristallo nero si frappose tra lei e Fen e la punta si conficcò nel ventre del cavaliere, passandolo da parte a parte. Per un istante gli occhi di Nihal incrociarono quelli del fantasma. Non vi videro nulla. Fen svanì a poco a poco e diventò fumo, come la sera in cui il fuoco della pira funebre aveva consumato il suo corpo.

Qui Nihal ha appena “ucciso” con un colpo al ventre il fantasma del suo primo amore, Fen. Ma questo perché lei è Nihal, ed è fortunata, le altre truppe devono prima ridurre a zero i punti ferita dei fantasmi:

Era stufo di passare la metà del tempo sul campo a trafiggere ombre. Anche con l’incantesimo che i maghi evocavano sulle armi prima della battaglia, erano necessari almeno sei o sette colpi per aver ragione di uno solo dei morti resuscitati dal Tiranno.

Comodo essere un’eroina, vero? Gli altri sei o sette colpi, lei uno solo!

Questi tali fantasmi sono evocati dal Tiranno in numero adeguato per far procedere la trama, né troppi, né troppo pochi. Se almeno la Troisi avesse parlato di zombie la faccenda avrebbe avuto più senso, con i soli corpi più freschi utilizzabili di nuovo in combattimento. Ma la Troisi parla di “fantasmi” e a quanto pare il Tiranno può richiamare in vita chiunque sia morto, dovunque e in qualunque epoca, animali compresi. Basterebbe al Tiranno sommergere il mondo di cadaveri, senza neanche pretendere che combattano, per averla vinta!

Mentre il Tiranno non pensa a questa semplice soluzione, Nihal & soci tramano su come batterlo, e c’è un solo modo, usando il Talismano del Potere!!! Come nei più beceri Giochi di Ruolo, la quest per liberare il potere del Talismano richiede vari passaggi: procurarsi il Talismano medesimo, potenziarlo con Otto Pietre Magiche, sparse agli otto angoli del Mondo, e infine pregare gli Dei nella Grande Terra.
Qual è il potere del Talismano? Il Talismano è in grado per un giorno (le ore dall’alba al tramonto) di eliminare la magia dal Mondo Emerso. Senza magia il Tiranno non può controllare né i fantasmi, né i suoi mostriciattoli preferiti gli orchetti i fammin.
Ma il Talismano può essere utilizzato solo una volta, dopo di che va distrutto o chi lo indossa muore! E solo una persona in tutto il Mondo Emerso può utilizzarlo: Nihal! Infatti il Talismano può essere manipolato solo da chi abbia nelle vene sangue elfico, e Nihal è l’ultima rimasta.
Come abitudine con la Troisi tutto ciò lascia più di una perplessità, del tipo: il Tiranno potrebbe semplicemente chiudersi in bagno il giorno scelto da Nihal per usare il Talismano, uscirne la sera e riprendere la guerra senza più preoccupazioni. Non lo farà: al momento opportuno, quando già il sole è basso sull’orizzonte e la speranza sta abbandonando l’esercito delle Terre libere, si farà trovare e si farà uccidere. Senza nessuna buona ragione. A parte le due solite: “perché sì!!!”, “è fantasy!!!”. O forse il Tiranno è scemo. Capita.

Il Talismano del Potere è soporifero. Otto Pietre Magiche sono otto viaggi uguali. Per otto volte si ripete la stessa solfa con Nihal e Sennar che vagano svogliati da un luogo all’altro. Cinque giorni di marcia e sono lì, nove giorni e sono là, un po’ volano, un po’ cavalcano, un po’ camminano, ma le distanze che percorrono non hanno alcuna coerenza. Così come attraversano deserti e foreste spesso scordandosi di bere e mangiare.
Per dare l’idea:

I monti si alzavano pigri dalla pianura, in dolci pendii erbosi, ma poi la salita si faceva ripida e infine vertiginosa. Le vette erano invisibili, avvolte nelle nubi. Persino Laio, che non era portato al pessimismo, assunse un’espressione scoraggiata di fronte a quella vista.
«A giudicare dalle nuvole sulla cima» commentò Sennar «lassù non dev’esserci bel tempo.»
Nihal guardò preoccupata la parete di roccia. «Oarf non ce la farà. Le sue ali si stancano quando il volo è verticale, e il maltempo non migliora le cose…»
«Non abbiamo scelta» tagliò corto il mago. «O andiamo con Oarf, o passeremo la vita su quei monti.»
[...]
Per tre giorni non fecero che salire.
[...]
Il giorno successivo si addentrarono nelle nuvole, e le cose si misero ancor peggio.
[...]
I due giorni seguenti volarono fra le nuvole e quando ne riemersero e alzarono gli occhi quello che videro parve loro uno spettacolo straordinario.

A parte che non si capisce per quale ragione il Drago Oarf dovrebbe volare in verticale, rimane il fatto che impiegano sei giorni per salire una montagna. E durante questi giorni volano. Per ridiscenderla, sempre in volo, impiegheranno quattro giorni. Quante decine di migliaia di chilometri dev’essere alta una montagna perche siano richiesti quattro giorni di volo per scenderla?!

A interrompere la monotonia dell’assurdo viaggio sono le consuete incoerenze, che risvegliano il lettore dal letargo, costringendolo a tornare sulle pagine già scorse. Ma com’è possibile, prima c’era scritto che… è invece è possibile! Stiamo parlando della Troisi, non di uno scrittore!

Sennar sperava che Aymar lo conducesse su una delle Arshet, ma il Cavaliere gli disse che non era possibile. Il drago lì non avrebbe potuto atterrare: non c’era uno spiazzo dove posarsi e gli scogli erano affilati e taglienti. Avrebbe dovuto accontentarsi di arrivare con il drago fino a Lamar; da lì avrebbe preso una barca.

Per raggiungere le Arshet occorre una barca.
O no?

Nihal fece fare a Oarf un giro attorno alle Arshet. Nessuno. Solo il baluginio bianco di ossa e teschi sul nero della roccia e l’urlo del mare agitato.
Cercarono un luogo dove Oarf potesse fermarsi, ma non lo trovarono. A quel punto, Nihal prese una decisione. «Laio, torna a riva con Oarf.»
Lo scudiero la guardò, stupito. «Ma…»
«Niente ma, qui non c’è un posto dove Oarf possa appoggiarsi. Andate a riva e aspettatemi là.»
Nihal non aggiunse altro e sguainò la spada. Fece planare Oarf e con un balzo atterrò davanti a una fenditura che doveva essere l’ingresso. Col cuore in gola, entrò nell’oscurità.

Ma forse Sennar non ha la prestanza fisica per balzare? Strano perché:

Il mago alzò gli occhi e la vide sporgersi e tirare un sospiro di sollievo. Quindi riprese a planare in aria.
La levitazione a volte era proprio utile.

La levitazione è proprio utile. Specie se l’autore si ricorda che esiste…

Levitazione
La levitazione è facile e divertente!

Ogni tanto con le contraddizioni la Troisi supera se stessa, riuscendo a incasinarsi in poche righe!

Partirono il mattino seguente e Aires mise subito in chiaro che il percorso non sarebbe stato facile e che la strada era lunga. Il viaggio iniziò nel modo peggiore, perché si dovettero infilare in un tunnel lungo e stretto, dove furono costretti ad avanzare carponi.
«Alcuni condotti sono a rischio, sono conosciuti dal Tiranno e dai suoi. Questi più scomodi sono molto più sicuri» spiegò Aires.
Camminavano spediti, Aires era una guida abilissima e si muoveva con agilità fra tunnel e gallerie.

Perché in un corridoio lungo e stretto ti devi muovere a carponi? Un corridoio basso ti costringe a carponi, non certo uno stretto! E se avanzi a carponi, come fai a camminare spedito? Una svista? No, credo che la Troisi non conosca il significato della parola “carponi”. In un altro punto:

Si trovò in un luogo stretto e umido, una lunga galleria buia che digradava verso il basso. [...] Doveva trovarsi in una specie di miniera; il tetto era puntellato da travi in legno ammuffito e le pareti della galleria mostravano i segni di colpi di piccozza e di vanga. Si mise carponi e iniziò a scendere.

Perché Diavolo ti metti carponi in una lunga galleria stretta e umida?!

Ci sono poi incoerenze che, per usare un’espressione educata, la più educata che mi viene in mente, mandano a puttane l’intera trama, stile:

Dapprima incontrarono solo ceppi di alberi pietrificati. Anche parte della foresta era stata distrutta, per il cristallo nero di cui erano fatti alcuni dei tronchi. Poi la vegetazione si infittì e iniziarono a vedere i primi alberi. Presentavano tutte le fogge e varietà degli alberi di legno, ma erano interamente di pietra: tronco, rami e foglie. Ciononostante, sembravano vivi. Era una foresta immobile, come congelata in un istante della sua esistenza. Non c’era stormire di fronde, non c’erano animali; nemmeno l’acqua.

Chiaro, no? È una foresta pietrificata, la vegetazione è di pietra, non c’è acqua, non ci sono animali. Eppure:

La mezzelfo si avventurò fuori dal santuario per cercare qualche pianta medicinale. Ricordava l’aspetto di alcune di quelle che Laio aveva usato per lei, quando era stata ferita alla spalla, e le cercò ovunque. Si mosse furtiva e ne trovò un paio; erano un po’ avvizzite, ma meglio che niente. Incontrò persino un rivoletto d’acqua. Era fangosa, ma Nihal non ci fece caso e riempì la fiasca che aveva con sé.

Ma se non c’è acqua?! E le piante medicinali funzionano lo stesso anche se sono di pietra?! Non è finita:

Nihal batté la foresta per l’intera mattinata e radunò più provviste possibile. Le stipò nella grotta e fece anche riserva d’acqua. Calcolò quanti vettovagliamenti servissero per un mese di permanenza e abbondò.

Non c’è acqua! Ma Nihal riesce a farne scorta per un mese, e le provviste? Tutta la vegetazione è di pietra, non ci sono animali, quali provviste?! Ma perché un lettore, peggio ancora se un ragazzo o un bambino, dovrebbe essere preso per i fondelli in questa maniera?

Un difetto di molti scrittori, specie alle prime armi, è quello dell’inforigurgito, o infodump per dirla con il termine inglese più conosciuto. L’ansia dello scrittore di spiegare la situazione e l’ambientazione al lettore lo porta a rigurgitare sul medesimo quintali di nozioni che spezzano il ritmo della storia. Spesso poi tali nozioni non erano neanche di vitale importanza, se non del tutto superflue; un piccolo esempio:

Celebre era l’acquedotto di Assa, un’enorme costruzione che circondava la capitale e portava l’acqua ai suoi abitanti.

Che Assa avesse un acquedotto ha scarsa importanza, e Licia, credo che persino i tuoi lettori abituali immaginino da soli che un acquedotto serve per portare l’acqua…

Acquedotto
Leggendo i buoni romanzi s’impara sempre qualcosa, per esempio che gli acquedotti servono per portare l’acqua. Non l’avrei mai immaginato

Tuttavia questo non è un difetto tipico della Troisi. La Troisi se ne frega se il lettore ha sufficienti particolari per capire una data scena, perciò non si pone mai il problema dell’infodump. Quando però ci casca, ci finisce dentro in maniera che definire spettacolare è poco, con dialoghi come il seguente, che sembrano presi da una parodia:

D’improvviso, mentre camminavano affaticati sotto la coltre di nubi, sentirono delle voci. [...]
Si nascosero dietro uno strano spuntone di roccia e rimasero in attesa, col cuore in gola. Dopo interminabili minuti, videro avanzare due gnomi vestiti da guerrieri e con insegne che non lasciavano dubbi sull’esercito al quale appartenevano. Nihal e Sennar si appiattirono quanto più poterono contro la roccia e trattennero quasi il respiro per non farsi sentire. Che cosa ci facevano dei nemici in quel posto dimenticato dagli dèi?
«Secondo me sono morti.»
«Lo credo anch’io.»
«E allora che senso ha questa ricerca?»
«Senti, non conviene farsi troppe domande. Sai bene che gli ordini sono ordini e questo in particolare, a quanto pare, viene da molto in alto.»
«Lui…?»
«Credo di sì.»
«Questi intrusi devono essere davvero micidiali se persino Lui si è scomodato…»
Sennar sentì il cuore sobbalzargli nel petto e pregò che smettesse di battere con tanta violenza, perché gli pareva che i palpiti fossero così forti che gli gnomi avrebbero potuto udirli.
«Le nostre spie ci hanno riferito che è scomparso un consigliere da Makrat. È successo parecchio tempo fa, tre mesi prima che trovassero quel ragazzo nella Terra dei Giorni. Sembra che sia quello di cui si è parlato parecchio, quello che andò nel mondo sotto il mare.»
«Mi hanno detto che il Tiranno non si aspettava una mossa simile da quel ragazzino.»
«È quello che ho sentito anch’io. Comunque, si sospetta che uno dei fuggitivi sia proprio lui.»
Era braccato. Sennar cercò di ripetersi che andava tutto bene, che l’importante era che non sapessero di Nihal. Cercò la mano della mezzelfo e la trovò stretta sulla spada. La strinse.
«I morti trovati nella foresta erano stati inceneriti da una magia. Chi pensi che possa fare fuori sette fammin e un uomo se non un consigliere?»
«Sarà, ma perché in un mese non siamo riusciti a trovarli?»
«Gli uomini della squadra che li cercava hanno detto di averli visti scomparire sotto i loro occhi nel bel mezzo della foresta. Dev’essere un tipo in gamba, quel mago.»
Si fermarono poco distanti da loro.
«Chi c’era con lui?»
Sennar pregò che non avessero visto Nihal.
«Un tipo strano, un guerriero. Ha fatto fuori quattro fammin.»
«Hanno idea di chi sia?»
«No, nessuna. Non credi che sia ora di rientrare? Il sole sta calando e la base è lontana.»
«Ma sì, in fin dei conti il nostro dovere l’abbiamo fatto.»

«Aspetta, aspetta!»
«Che c’è?»
«Non è che Nihal, o Sennar o il lettore hanno bisogno di qualche altra informazione?»
«Uhm, un attimo che guardo… no… abbiamo detto tutto.»
«Ottimo!»
Il dialogo tra i due gnomi è una tipica forma di inforigurgito: due persone che parlano in maniera irrealistica e conversano non per scambiarsi informazioni fra loro ma per fornirle al lettore. Notare anche che uno dei due sostiene che: “Il sole sta calando e la base è lontana”, da notare perché, un paio di paragrafi dopo:

Per quel giorno [Nihal e Sennar] non si fermarono e proseguirono la loro marcia per tutta la notte. La base nemica non era molto distante.

Perciò è lontana o non molto distante? Possibile che la Troisi non riesca a essere coerente neanche per una pagina?!

Come nei precedenti romanzi, anche nel Talismano abbondano espressioni, similitudini e metafore che hanno ben poco a che spartire con un fantasy medievaleggiante.

Ido aveva scelto un allievo piuttosto esperto. Era un ragazzo grandicello, bruno e scuro di carnagione, che gli era sembrato promettente. Si era detto che fosse il caso di cominciare con uno bravo, per rompere il ghiaccio. [...] Lo gnomo iniziò ad attaccare e l’allievo sembrò essere finito nel pallone.

Mah! In particolare nel Talismano affiora la passione della Troisi per gli animali, animali che esistono solo come figure retoriche. Una carrellata:

«Fagli credere di volerlo aiutare. È un allocco, ci cascherà. Non ucciderlo prima che ti abbia portato dai suoi amici. Allora li potrai massacrare come vorrai.»
Lo gnomo uscì camminando indietro come un gambero, gli occhi puntati su Ido, poi chiuse piano la porta.
In realtà Deinoforo giocava con la sua spada, lo trattava come fa il gatto col topo.
«Conosco i miei polli» ribatté Aires.
Sennar sembrava contento di aver ritrovato quella donna e la guardava con affetto, mentre Aires muoveva rapida i suoi occhi da gatto su di lui, come a cercare di penetrare nelle zone più recondite del suo animo.
Quando l’urlo si fu estinto e la battaglia ebbe inizio, molti di quegli uomini furono martiri; riuscirono a suscitare un fuoco di paglia, violento ma breve, e vennero massacrati come agnelli.
Da quando quella farsa era iniziata, non aveva usato la spada neppure una volta. Dohor tentò ancora, e ancora, ma Ido era sfuggente come un furetto.
Quando la vide salire veloce come un furetto, Sennar sorrise.
La loro guida era taciturna e agile come un furetto;
«Be’, ognuno ha i suoi scheletri nell’armadio» [per me sono scheletri di furetto...] concluse il vecchio con filosofia, e Sennar benedisse fra sé la riservatezza della sua gente.

Non si può attraversare una strada del Mondo Emerso senza incrociare uno sfuggente, agile e veloce furetto…

Furetto
Agile, sfuggente, veloce: il Furetto!!!

Tra i difetti già ricordati nella altre recensioni, come lo sbrodolarsi di domande retoriche…

Ma allora, dov’era il bene e dove il male? Erano gli uomini i veri mostri? Non era peggiore chi, come lei, uccideva per scelta, piuttosto che quelli che lo facevano perché vi erano costretti?

…spunta un nuovo orrore, la Troisi poetessa!

Luce, mia luce,
Dov’è la mia luce?
L’ombra l’ha avvolta
Nel suo tenebroso seno l’ha accolta.
Sole, mio sole,
Dov’è andato il mio sole?
La notte l’ha rubato
Nel buio profondo l’ha agguantato.
Vita, mia vita,
Dov’è la mia vita?
Dalle mia dita è fuggita
Come un fiore tra i rovi è appassita.

Martello, mio martello,
Dove si è nascosto il mio martello?
La mamma l’ha rimosso,
perché alla Troisi avrei dato addosso.

C’è poi la consueta piaga del raccontare invece di mostrare. Ne Il Talismano il raccontare può andare avanti per pagine, e pagine, e pagine… e pagine! Le pochissime difficoltà sul percorso dei protagonisti sono accantonate con passaggi tanto bruschi quanto deludenti:

A Nihal non restò altro da fare che fermarsi a sua volta e predisporsi alla battaglia. Affrontò lo gnomo, mentre Sennar se la vedeva con i fammin. Di nuovo, com’era accaduto nella radura, fu una strage.

Capisco se fosse il centomillesimo combattimento che Nihal e Sennar affrontano nella loro quest, ma è il secondo! Ho letto riassunti che erano più dettagliati.
Consoliamoci con una scena di passione!

Sotto il tocco delle mani di Sennar la sua pelle rinasceva, il suo fisico si rimodellava. Sennar la stava richiamando alla vita; più le sue mani indugiavano su di lei, più Nihal sentiva che il ponte gettato con il suo intimo diveniva solido. E quando infine si vide nuda, capì che quella nudità era un dono, e che aveva valore perché a farglielo era lui.

…più Nihal sentiva che il ponte gettato con il suo intimo diveniva solido. Senza ironia, che diamine vuol dire?!

Per concludere in tristezza, apriamo uno spiraglio sui meccanismi mentali della Troisi. Per esempio, capita per caso sul sito dedicato a M.C. Escher e decide d’infilare due suoi quadri nella narrazione, anche se non c’entrano un bel niente.

La costruzione aveva una struttura cubica, sulla quale si innestava una serie di parallelepipedi, piramidi e poliedri che lo rendevano una sorta di guazzabuglio. La cosa più insolita era una grande ruota di mulino, in legno, che troneggiava in un angolo. Un rivolo d’acqua scorreva in una condotta che seguiva il perimetro esterno del muro, poi colava sulla ruota e la metteva in movimento. Invece di formare un fiumiciattolo, però, proseguiva il suo corso sfidando la legge di gravità e scorreva nella direzione opposta, in un’altra condotta che costeggiava il basamento del palazzo, sollevato di qualche spanna da terra. Saliva infine per il muro e di nuovo si incanalava nella prima condotta. Era un ciclo infinito e inspiegabile.

Waterfall
M.C. Escher, “Waterfall”, litografia del 1961

L’interno era a dir poco sconcertante, non si riusciva a decidere da che parte guardare quella costruzione. Era tutto un intrico di scale che salivano, scendevano, svoltavano a destra, a sinistra, ovunque. Non si capiva da dove provenissero e dove conducessero, basso e alto non sembravano avere alcun senso. C’erano porte su quello che avrebbe dovuto essere il soffitto e lampade che pendevano dal pavimento. Un labirinto.

Relativity
M.C. Escher, “Relativity”, litografia del 1953

Non ho niente contro le citazioni, anche se qui più che una citazione è una copia bella e buona, ma che significato ha questa citazione? Cosa lega Escher al Mondo Emerso? Mi vien quasi il sospetto che la Troisi pensasse di essere originale, tirando in ballo un artista che forse lei crede semisconosciuto…

L’ultima battaglia del Tiranno

Per i primi due romanzi e i quattro quinti di questo Talismano, il Tiranno rimane celato nell’ombra. Le sue intenzione sono misteriose, così come il suo aspetto. Fosse rimasto così fino alla fine, sarebbe stato meglio!
La storia del Tiranno è questa: è un giovane mago un po’ sfigato, s’innamora di una gnometta bellissima, ma il padre di lei è contrario alla relazione e convince la figlia ad abbandonarlo. Il Tiranno s’imbizzarrisce e si mette in mente di uccidere tutti quanti al Mondo, perché così possa rinascere un nuovo Mondo, nel quale ci sia spazio per l’Amore!
Sarò onesta, ho letto di peggio, c’è però un particolare che non quadra:

«Quando avrò unificato tutte le Terre sotto il mio dominio, evocherò un incantesimo sul quale lavoro da quando fui scacciato dal Consiglio. Esso mi permetterà di distruggere tutte le creature che popolano questo mondo, nessuna esclusa. In questo incantesimo consumerò il mio spirito, che scomparirà per sempre dalla faccia della terra senza lasciare traccia di sé, così tutti i conti saranno pareggiati.»

Il particolare è, perché mai deve unificare tutte le Terre se lo scopo ultimo è far schiattare tutti quanti?! Non viene mai spiegato. A meno che il Tiranno non sia scemo, come già accennato.
La Troisi si era avvicinata a fornire una giustificazione, raffigurando il Tiranno come un bambino. Purtroppo però il Tiranno non è un bambino, ne ha solo l’aspetto. Perciò il suo scarso acume non lo si può attribuire alla giovane età.

La battaglia che porta alla disfatta del Tiranno è la battaglia più inverosimile e sconclusionata che abbia mai letto. Fin dall’avvio:

Giunse infine la vigilia dell’ultima battaglia. Nel giro di una settimana le truppe si erano lentamente spostate verso i confini e quella sera, la sera prima del 21 dicembre, la frontiera delle Terre soggette al Tiranno era un’unica linea ininterrotta di accampamenti. Il mattino, l’intero esercito si sarebbe schierato e allora non un solo braccio del confine sarebbe stato sguarnito, ovunque ci sarebbero stati soldati scalpitanti e pronti alla battaglia.

A parte la sciatteria di utilizzare le nostre stesse date e scorrere del tempo, questo paragrafo non vuol dir niente! Se le truppe si spostano lentamente non vanno da nessuna parte in una sola settimana, lo scopo della battaglia è abbattere la Rocca del Tiranno medesimo, dunque non ha alcun senso schierarsi lungo tutte le frontiere, ancor meno addirittura non lasciare neanche un braccio di confine sguarnito, senza contare che fino al capitolo prima le truppe delle Terre libere non avevano uomini a sufficienza neanche per difendere una frazione minima del fronte!
Quando poi l’esercito delle Terre libere attacca, in poche ore riesce a percorrere decine e decine di chilometri! Combattendo! Infatti nell’esiguo tempo che trascorre dall’alba al primo pomeriggio riescono ad arrivare dal confine della Grande Terra alle porte della Rocca. Assurdo è dir poco, non è neanche Ai Confini della Realtà, è Oltre! Neppure un esercito moderno ci riuscirebbe! La Rocca, che è tanto imponente da essere visibile in quasi tutto il Mondo Emerso (che ricordo è grande quanto l’Europa), viene occupata nel giro di minuti!
Sfido io che la Troisi non possa mostrare: non si può mostrare l’impossibile!

Oltre a questa battaglia surreale, scoppiano rivolte nelle Terre occupate dal Tiranno. Nella Terra del Fuoco la sobillatrice numero uno è la sensuale piratessa, Aires. Come sia passata da essere seconda in comando su una nave pirata a rivoluzionaria la Troisi lo spiega, ma la spiegazione “perché sì!!!” ha molto più senso.

[Aires] Voleva che il giorno della battaglia decisiva in tutte le Terre schiave vi fossero uomini pronti a sollevarsi al grido che avrebbe risuonato da un confine all’altro. Uomini disarmati, ma decisi a tutto per la libertà e dunque inarrestabili.
Aires era riuscita a mettere insieme una sorta di esercito, composto per la maggior parte di disperati. I ribelli avevano costruito e rubato armi, e avevano ideato insolite macchine da guerra volanti.

Stendiamo un velo pietoso sugli uomini disarmati ma inarrestabili perché combattono per la libertà, ma le insolite macchine da guerra volanti?! Nel Mondo Emerso non ci sono macchine volanti, e di punto in bianco gente disarmata inventa e costruisce macchine da guerra volanti?! E pure insolite! Sembra quasi Little Bighorn, quando Toro Seduto e Cavallo Pazzo sconfissero il Generale Custer sfruttando i loro insoliti robot assassini

Little Bighorn
Battaglia di Little Bighorn: i robot assassini si confondo fra gli indiani…

Per tutta la mattina la Terra del Fuoco fu un unico, enorme, campo di battaglia. I soldati cercarono di tener testa ai ribelli come meglio poterono, ma la situazione era di stallo. Da ambo le parti i morti erano numerosi e non c’era modo di sedare la ribellione.
Poi giunse l’ordine, perentorio e inaspettato: «Andate e ponete fine a questa follia. Lasciate le pendici del mio palazzo e dirigetevi verso i ribelli. Annientateli. È il vostro signore che ve lo ordina».
Fu così che Semeion e Dameion, Cavalieri di Drago Nero, abbandonarono il fronte e, cosa inaudita, accorsero nella Terra del Fuoco per sedare la ribellione di quattro schiavi. Aires e i suoi videro le due figure nere avanzare quando il sole aveva da poco superato lo zenit. I due Cavalieri emersero dal fumo nero del Thal; procedevano lenti e i loro movimenti nel cielo erano perfettamente sincronizzati.
[...]
Aires guardava attonita, circondata dalle fiamme. Vedeva uomini che ardevano come torce aggirarsi nel fumo, il sangue che bagnava la terra. Possibile che dovesse finire tutto così? Possibile che il loro sogno si dovesse infrangere sulle lame di quei due Cavalieri?

Un paio di considerazioni, le ultime, perché mi vien vomito; ‘sti tizi Semeion e Dameion non sono stai mai nominati prima in nessuno dei tre romanzi! E malgrado l’intera Terra del Fuoco sia percorsa dai combattimenti – Terra del Fuoco che stando alle dimensioni fornite dalla Troisi è un territorio grande quanto la Francia o la Germania – due soli Cavalieri, in groppa a Draghi che hanno le dimensioni di cavalli, due soli sono in grado di sedare la rivolta! Ma basta! Se mai c’è stato un caso per usare l’espressione “insulto all’intelligenza”, è questo!

Ringraziamenti

Al termine de Il Talismano del Potere, Licia Troisi ringrazia in particolare tre persone: Sandrone Dazieri e le sue due editor, Francesca Mazzantini e Roberta Marasco. Francesca Mazzantini ha curato l’editing dei primi due romanzi della trilogia mentre Roberta Marasco si è occupata proprio de Il Talismano.
Il ruolo di Dazieri non è del tutto chiaro, ma sia che abbia partecipato in prima persona all’editing, sia che non abbia mosso un dito, è lui quello che ha “scoperto” la Troisi e l’ha scelta per la pubblicazione: mi pare una colpa sufficiente!

Sandrone Dazieri, i romanzi di Licia non hanno molto bisogno di editing… no comment!

Chi sono le altre due editor?
Di Francesca Mazzantini non ho scoperto molto, tranne che è traduttrice e ha scritto i testi de L’Isola dei Famosi 5. Complimenti!
Qualche informazione in più riguardo Roberta Marasco la si trova. Oltre che anche lei traduttrice è autrice, ha scritto: Dalla A alla Z come lo stato civile ti cambia la vita, pubblicato nella collana RedDressInk di Harmony! Ecco forse da dove vengono certe trovate!

Copertina di Dalla A alla Z come lo stato civile ti cambia la vita
Dalla A alla Z come lo stato civile ti cambia la vita…

Dal sito eHarmony.it:

Dalla A alla Z, tutte le ragioni per cui le altre NON stanno meglio di te
Siete Single e andare da sola all’Ikea è un’esperienza deprimente? Siete Fidanzate e avete scoperto che Tesoro non è capace di avvitare neanche una caffettiera, figuriamoci montare uno scaffale? Siete Sposate e avete capito che l’unico modo per cambiare i mobili di casa è farlo da sola e mentire sul prezzo? Dalla Dieta all’Erotismo, dalle Bugie al Supermercato: sogni, gioie, manie e difficoltà quotidiane delle donne, perché non importa se siete Single, Fidanzate o Sposate, l’importante è avere “single attitude” e saperci ridere sopra.

Roberta Marasco. Ha 35 anni e vive e lavora come editor e traduttrice fra Milano e Barcellona. Neanche sotto tortura è possibile strapparle se sia Single, Fidanzata o Sposata.

David Gerrold ricorda come il sottoporre un suo racconto all’editing spietato di Harlan Ellison gli abbia insegnato a scrivere. Vero che in Italia non c’è nessun Ellison, e perciò nessuno avrebbe potuto avere lo stesso effetto benefico sulla Troisi, ma siamo proprio sicuri; sicuri, sicuri, sicuri, che una tizia che scrive per l’Isola dei Famosi e un’altra che si diletta in pseudo manuali per donne rincitrullite abbiano la competenza e le conoscenze necessarie per fare l’editing di un romanzo fantasy? È possibile che Mondadori non sia riuscita a pescare qualcuno più preparato?
Ma non penso si sia neanche posta il problema, perché avrebbe dovuto? Tanto è solo fantasy: una bella copertina e un po’ di pubblicità è quanto serve per ficcarlo a forza in gola a un esercito di ragazzini cretini.
Ciò non toglie che questo disprezzo per il lettore, questo produrre spazzatura sapendo che è spazzatura non è una bella cosa. Ribadisco: ogni volta che comprate un romanzo Mondadori finanziate gente come quella di cui sopra, al minimo incompetente e forse anche disonesta, pensateci.

Conclusioni

Il Talismano del Potere è il peggior romanzo della trilogia. Si arrampica sulle spalle di quel monumento all’orrido che è Nihal della Terra del Vento, vi aggiunge la noia che già era comparsa ne La Missione di Sennar e di suo porta la trama più scontata che si possa immaginare. Per la terza volta è facile dare un giudizio sintetico: è un romanzo che fa schifo.

Copertina de La Setta degli Assassini
La Setta degli Assassini, il successivo romanzo di Licia Troisi! Che paura!

E per la terza volta, fan entusiasti!

Per la terza volta, vediamo cosa ne pensano del romanzo gli acuti commentatori di iBS.it. Questa volta proporrò i commenti senza ricamare. Credo abbiate capito come funziona il giochino, lascio il sarcasmo alla fantasia del lettore!

Ondine
Era da tempo che non riuscivo a trovare un libro così . Non riuscivo più a sopportare l incompetenza di alcuni scrittori . Poi ho trovato questo libro e sono rinata : il Mondo di questa Donna mi ha aperti il cuore e ho desiderato sprifondare nelle sua magia . é un libro daltro Mondo
Voto: 5 / 5
Elen@
Mi è piaciuto moltissimo! sono i libri più belli che io abbia letto (o quasi, c’è sempre Harry Potter!)! alcuni penseranno (quelli che che hanno dato o daranno un voto basso) che non ho letto molti libri se dico che questi sono belli, ma io credo che usando la fantasia dei ragazzi, più che quella degli adulti,questo libro può essare anzi è meraviglioso!!! se Licia legge la mia recensione voglio spronarla ad andare avanti e scrivere libri che mi facciano sognare di nuovo! W LICIA!
Voto: 5 / 5
Giuseppe
Sono riuscito a leggere il terzo volume, i miei figli e mia moglie, come al solito, mi hanno lascito per ultimo. La soddisfazione loro e mia è massima. Bellissima la chiusura della storia con un’analisi dei personaggi che caratterizza lo spirito critico che può avere solo una ragazza moderna. Mi aspetto altri capolavori.
Voto: 5 / 5
Giuliano
di sicuro questo è uno di quei libri destinato a diventare un capolavoro cinematografico, nn riesco a farmi capace di come questo libro nn sia riuscito ad appassionare quelli che hanno dato il loro voto più basso,è la prima volta che ho letto un libro della troisi e posso esprimere con piacere il mio giudizio più positivo, questo racconto fantastico è riuscito ad aprire in me il desiderio della lettura ormai spento dagl’ultimi racconti fantastici da me letti che mi hanno profondamente deluso x la loro trama e storia banale e povera colpi di scena, inutile dire che secondo me la saga è al livello dei romanzi delle prime posizioni. posso dire che l’unica delusione che ho trovato è stata quella di finire di leggere il libro, avrei voluto che continuasse. complimenti alla troisi, davvero una grande opera, ottima la descrizione degli ambienti e dei personaggi
Voto: 5 / 5
lilly
ritengo questo libro molto bello,nè pauroso,nè violento ma tutto il contrario,molto bello, una semplice mezz’elfo che può cambiare il destino della sua terra e quello delle altre terre, ci sono battaglie e una grande guerra,ci sono speranza e un’amore che possiamo ettribbuire tra la pratagonista e Sennar(che io adoro, mi piacerebbe avere un’amico come lui).In ogni parte del libro non ho trovato niente che mi fatto annoiare.Ritengo questo libro adatto a tutti i ragazzi piccoli e grandi.E se a quelli che non piace questo libro be…. posso solo dire rileggetelo di nuovo
Voto: 5 / 5
Lonerin
Io non capisco proprio perchè chi non ama questo libro si sente in diritto di poter dire che chi invece lo ama, come me, probabilmente ha letto pochi libri e male; bè io ho letto tanti libri sia fantasy ma anche classici e altri, e comunque penso che questa trilogia è un’ottima opera per una scrittrice alle prime armi…comunque ognuno ha i suoi gusti, e visto che io non vengo a criticare e a dire che chi non ama questo libro è perchè non ha letto molto o ha letto male, vorrei che la cosa fosse reciproca.
Voto: 5 / 5
appassionatafantasy
E’ un libro strepitoso, fantastico, unico, è uno dei + bei libri ke io abbia mai letto. Certo un pò triste alla fine ma questo è un fantasy degno di essere kiamato fantasy.E’ appassionante, intrigante, romantico e ha tutti i requisiti che deve avere un buon libro. E’ il migliore della trilogia e faccio i miei complimenti all’autrice. Brava Licia!!!
Voto: 5 / 5
elena
ho appena finito di leggere qst libro, e l’ho trovato semplicemente fantastico. è vero, le descrizioni nn saranno accuratissime, ma da una parte è 1 bene, secondo me, xkè altrimenti il racconto perderebbe la scorrevolezza. sinceramente nn capisco xkè certe persone siano così critike nei confronti del libro e dell’autrice, e soprattt nn vedo ke bisogno c’era di dire ke “Nihal doveva morire”. cmq concordo cn ki ha fatto notare ke coloro a cui piace il romanzo della Troisi nn devono x forza aver letto pokissimi libri, xkè x esempio io leggo da qnd avevo 5 anni e di libri ne ho visti di ttt i tipi, dai gialli di Agatha Christie ai classici cm Il nome della rosa e Il gattopardo, passando per Orgoglio e pregiudizio e Il ritratto di Dorian Gray ecc. x arrivare a Tolkien. insomma, riprendendo il discorso, il libro secondo me è magnifico, cm l’intera trilogia, e se a qualcuno nn piace, liberissimo di pensarla cm vuole, i gusti sn gusti, ma nn insulti gli altri! ora vado a leggere il primo delle Guerre del mondo emerso, vediamo cm è…
Voto: 5 / 5
most_wanted92supersciuscia
( )questa è stata l’espressione della mia bocca riga dopo riga fine all’entusiasmante fine che forse può avere qualcosa da ridire. Tutta la saga si avvicina moltissimo a quella di Eragon, come i Cavalieri di Drago, Draghi, Eroi in terre fantasy con nomi originali, Protagonisti la cui storia inizia da una dura vicenda, ma la trilogia delle Cronache è un Valido libro per cui spenderei anche 50euro
Voto: 5 / 5
jessica
questo libro mi è piaciuto tantissimo! però mi ha fatto piangere troppe volte nelle morti della gente! ma anche gioire quando nihal e sennar si mettono insieme! che carini! licia sei fantastica le cronache del mondo emerso 4 ever!
Voto: 5 / 5

E per non far sembrare che iBS.it attiri in particolare i più facilmente impressionabili, un ultimo commento preso da un’altra libreria online, BOL.it:

Parklo
Meraviglioso
Non mi ero mai espresso per gli altri due libri, pur avendoli apprezzati parecchio, per il semplice motivo che non avevo ancora capito dove volesse arrivare… Adesso che so non posso tacere… Invito tutti coloro a cui non è piaciuto a non parlare e a non rovinare le recensioni di questo capolavoro… sì avete capito bene… CAPOLAVORO!!!!… So che la mia prossima frase potrà sembrare eccessiva, ma io parlo in virtù delle sensazioni che mi ha trasmesso questa meravigliosa saga… BATTE TUTTI… ANCHE TOLKIEN!!!! Ha spunti eccezionali, trovate meravigliose mai viste da nessun’altra parte… Ladies and gentlemen abbiamo finalmente trovato il Paladino, anzi la Paladina del fantasy… e cosa ancora più bella è italiana!!!

Un piccolo coniglietto
Ogni volta che qualcuno compra un romanzo della Troisi, un Coniglietto schiatta di crepacuore!


Approfondimenti:

bandiera IT La mia recensione di Nihal della Terra del Vento
bandiera IT La mia recensione de La Missione di Sennar

bandiera IT Il Talismano del Potere su iBS.it
bandiera IT Il Talismano del Potere su iBS.it (edizione economica)

bandiera EN Quarked! Adventures in the Subatomic Universe
bandiera EN Army of Darkness su IMDb
bandiera EN La Battaglia di Little Bighorn su Wikipedia

 

Giudizio:

Quel vigliacco di Laio ci lascia le penne, era ora! +1 -19 Tutti i difetti già visti in Nihal e ne La Missione di Sennar.
-1 Il viaggio per recuperare la pietra della Terra del Sole.
-1 Il viaggio per recuperare la pietra della Terra del Vento.
-1 Il viaggio per recuperare la pietra della Terra del Mare.
-1 Il viaggio per recuperare la pietra della Terra del Fuoco.
-1 Il viaggio per recuperare la pietra della Terra dei Giorni.
-1 Il viaggio per recuperare la pietra della Terra della Notte.
-1 Il viaggio per recuperare la pietra della Terra dell’Acqua.
-1 Il viaggio per recuperare la pietra della Terra delle Rocce.
-1 La battaglia finale.
-1 Il Tiranno.

Ventotto Gamberi Marci: clicca per maggiori informazioni sui voti23

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Recensioni :: Romanzo :: La Missione di Sennar

Copertina de La Missione di Sennar Titolo originale: La Missione di Sennar
Autore: Licia Troisi

Anno: 2004
Nazione: Italia
Lingua: Italiano
Editore: Mondadori

Genere: “Fantasy”
Pagine: 404

Nella puntata precedente
Nel nostro mondo, una giovane scrittrice dotata d’inarrivabile fortuna riesce a pubblicare il suo primo, orribile romanzo presso la più importante casa editrice italiana. Nel frattempo nel Mondo Emerso, Nihal, l’ultima mezzelfo, piange, frigna e si lagna nella speranza di fermare così le orde mostruose del Tiranno. La guerra infuria, con calma.

Nihal della Terra del Vento, grazie alle indubbie qualità dell’opera (c’è in copertina una tizia in abiti discinti), si rivela subito un successo, tanto che Mondadori si affretta a pubblicare a pochi mesi di distanza il seguito, La Missione di Sennar.
Ma prima di seguire Sennar nella sua missione, una buona notizia!

Riporto un passaggio da una recente intervista alla Troisi:
Per la scelta di armi, colpi eccetera, come ti regoli, hai un consulente?
No, tendenzialmente mi ispiro a film o fumetti. [ma va?!] Ora mio marito mi ha regalato per il compleanno un trattato di scherma medievale, per cui potrò farmi una cultura e trovare parecchie mosse nuove da sfruttare.

Uau! Non si può che fare i complimenti al marito della signora Troisi che ha avuto pietà dei poveri lettori. Di questo passo, tra 15-20 anni, forse il problema del documentarsi sarà risolto. Meglio tardi che mai.

Un altro paio di risposte illuminanti:
Il tuo fantasy si rifà all’epoca medievale?
Sì, in linea di massima sì, anche se ovviamente non ha alcuna pretesa storica. È il medioevo così come se lo immagina chi il periodo l’ha conosciuto solo sui libri di scuola. Del resto, non mi interessava ricreare troppo fedelmente l’atmosfera del periodo; è un fantasy, preferisco lavorare appunto sugli elementi fantastici.

È il medioevo così come se lo immagina chi il periodo l’ha conosciuto solo sui libri di scuola. Eh?! È il medioevo di chi un libro di scuola non l’ha mai aperto! D’altra parte alla Troisi interessa “lavorare” sugli elementi fantastici, quegli stessi elementi fantastici che nell’altra intervista dichiarava superflui. Ma ci è o ci fa?

Sei suscettibile alle critiche?
Moltissimo. Le critiche negative mi deprimono sempre un sacco, anche se cerco sempre di trovare in ognuna il lato costruttivo che mi aiuti a migliorare. Resta il fatto che tendo a dare molto più peso alle critiche negative che a quelle positive.

Spero che nella risposta ci sia almeno un briciolo di sincerità, ma non m’illudo più di tanto: passando dalla prima alla seconda trilogia la Troisi non è migliorata di una virgola, sintomo che delle critiche negative se n’è altamente fregata.

La Vacanza di Sennar

Sennar è il giovane mago amico d’infanzia di Nihal. Pur essendo diciottenne, è già un mago di enorme potere (il mago con il più elevato rapporto età/potenza nella storia del Mondo Emerso, Tiranno escluso) e siede nel Consiglio, un’organizzazione che riunisce tutti i maghi più cool del Mondo Emerso e che ha lo scopo di coordinare gli sforzi bellici delle Terre libere.
Sennar però è pacifista e stufo della guerra. Forse anche per questo le sue magie non sono mai esagerate: giusto quegli incantesimi necessari per mandare avanti la trama nella direzione indicata dalla Troisi, senza strafare.
Sennar è innamorato di Nihal, ma timido com’è non riesce a confessarle quanto la ami. Oh, no! Nihal in compenso lo tratta da deficiente e lo pesta.
Sospetto per tale ragione, Sennar convince il Consiglio a inviarlo in missione nel Mondo Sommerso, misterioso reame perso in fondo al mare e che nessuno raggiunge più da centocinquanta anni. Il piano di Sennar è godersi la villeggiatura e se capita chiedere aiuti militari ai regnanti locali.

Sennar
Sennar, disegnato da Licia Troisi in persona

Sennar mi è quasi simpatico. Non perché sia un personaggio memorabile, o abbia chissà quale personalità, ma perché almeno non piange, caratteristica questa più unica che rara nel Mondo Emerso. Questa è stata la molla che all’epoca mi ha spinta a comprare La Missione di Sennar. E il fatto che non sapevo a quel tempo che tutti e tre i romanzi delle Cronache erano stati scritti assieme: avevo la speranza che la Troisi fosse migliorata. Ero davvero ingenua!

La Missione di Sennar, non potrebbe essere altrimenti, ha tutti i difetti già visti in Nihal: inverosimile, banale, scritto in maniera sciatta, stupido, superficiale, ecc. ecc. In più aggiungo che spunta la noia. Nihal della Terra del Vento ha un certo ritmo e suscita curiosità (se non altro per vedere se nella pagina successiva si incoccerà in una scemenza ancora più grande di quella descritta nella pagina precedente), non posso dire di averlo trovato un romanzo noioso. Ma la curiosità è già minore in partenza per La Missione e le scemenze si mantengono a un livello di stupidità atroce ma non spettacolare. Rileggendolo in questi giorni sono stata costretta a saltare diversi passaggi, indigeribili. Perciò, sì, La Missione di Sennar è peggio di Nihal!
Nihal della Terra del Vento rimane però il punto di riferimento, in quanto La Missione di Sennar non sarebbe potuta esistere senza Nihal.

Siamo come nani sulle spalle di giganti, così che possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non certo per l’altezza del nostro corpo, ma perché siamo sollevati e portati in alto dalla statura dei giganti.

Citazione attribuita al filosofo francese Bernardo di Chartres. Lo stesso per La Missione di Sennar: La Missione è un nanerottolo con al collo un cartello che dice: “NOIA”; si eleva più in alto nello schifo rispetto al gigante, ma la colpa non è sua è del gigante, ovvero di Nihal della Terra del Vento!

La parte divertente!

Un’analisi seriosa di quest’altro romanzo della Troisi sarebbe una perdita di tempo. Fa schifo, non c’è nient’altro da aggiungere. Ciò non toglie che almeno se ne possa trarre un minimo di divertimento. Spero che la carrellata di citazioni strappino un sorriso e riescano a far ricredere chi è convinto che il termine “fantasy” possa essere usato come paravento per ogni genere di sciocchezza.

Come accennato, La Missione di Sennar s’incentra sulla villeggiatura del mago. Costui, armato di una mappa trovata in un ovetto Kinder e di voglia di vacanza, decide di raggiungere il Mondo Sommerso.

Mappa per raggiungere il Mondo Sommerso
Mappa per raggiungere il Mondo Sommerso

Per far ciò, chiede aiuto ai pirati!
La Troisi deve aver fissato per ben trenta secondi un poster de I Pirati dei Caraibi che aveva appeso in camera, prima di venirsene fuori con questa trovata che trasuda originalità, i pirati!
Se qualcuno ricorda la mappa del Mondo Emerso, si potrà rendere conto che di mare non ce n’è molto. Sembra strano che i trasporti e i commerci marittimi siano così sviluppati da rendere redditizia la pirateria. Ma qui la Troisi per una volta ha ideato una scusa: si tratta di pirati buoni, che si rapinano tra loro!

La nave sulla quale s’imbarca Sennar è la Cliché Demone Nero. Una nave di grandezza ignota, così come rimane un mistero quanti marinai vi siano imbarcati, però:

Il ponte era lungo e spazioso e il castello di poppa si armonizzava bene con la linea leggera dello scafo. Le tre vele erano rosse, un colore insolito.

E non indago oltre su quelle tre vele e sul fatto che più avanti viene accennato che il vascello è un tre alberi…

La Demone Nero ha la classica ciurma piratesca da film. Personaggi variegati, rozzi ma sinceri, guidati da un Capitano vecchio lupo di mare. Non manca la figlia del Capitano, sensuale piratessa, donna navigata che passerà il tempo a far la smorfiosa con Sennar, pur d’ingelosire il fidanzato. Non voglio far paragoni con gli Harmony, la Troisi se lo sogna quel livello di narrativa!

Romanzo romantico
La Troisi riuscirà mai a scrivere a questo livello?

Per sintetizzare le avventure di Sennar e l’incapacità della signora Troisi, ecco un abbordaggio!

Quando i rostri trafissero la preda, Sennar cadde in avanti. Il contraccolpo lo spinse indietro e lo fece crollare di schiena sul ponte. Si rialzò in tempo per vedere Aires che avanzava rapida con la spada sguainata e incitava gli altri ad andarle dietro.
Il mago seguì la sua corsa con lo sguardo e rimase abbagliato dal luccicare delle spade levate al sole. Poi gli apparve la ciurma dell’altro vascello: tutti uomini, tutti armati.
Per un istante fu come se il tempo si fosse fermato. Ghigni truci da un lato e dall’altro, spade strette in pugno, muscoli pronti allo scatto. Infine, all’improvviso, un fracasso assordante; urla, clangore di armi e lo scintillio di decine di lame che si incrociavano.
Sennar restò inchiodato al suo posto. Quello non era un semplice arrembaggio, era un regolamento di conti tra pirati. Avevano attaccato un’altra nave di bucanieri.
Nel giro di pochi minuti, il ponte fu viscido per il sangue, molti corpi caddero a terra e altri furono scaraventati fuori dalla murata.
[...]
Lo scontro non durò più di mezz’ora.

Vediamo: ci sono i rostri al plurale, quando le navi ne hanno solo uno; il rostro è un affare che si monta a prora per speronare i vascelli nemici, come la baionetta di un fucile, ha tanto senso avere rostri, quanto un fucile avere tre baionette. Inoltre il rostro non è certo la soluzione migliore se l’idea è di abbordare la nave nemica e non affondarla.
C’è poi l’altro marchio di fabbrica della Troisi, il raccontare sempre e il non mostrare mai: non c’è niente da vedere, solo urla, clangore, fracasso e scintillio. Per mezz’ora.
Infine c’è la banalità delle situazioni: tutti quanti armati di generiche spade, i ghigni truci, il combattimento indistinto stile rissa, il ponte subito viscido di sangue, ecc.

La strada verso il Mondo Sommerso non è però facile: tempeste e mostri marini sono sempre in agguato! Per fortuna Sennar ha la magia giusta per ogni occasione: protegge la nave con uno scudo di energia (o qualcosa del genere) durante la tempesta e la fa volare sopra il mostro. Come spiega lo stesso Sennar:

«La magia del Consiglio, che è l’unica permessa, si basa sulla capacità di piegare la natura al proprio volere. Per questo i maghi sono sapienti: devono conoscere le leggi del mondo per poterle assecondare e guidarle con i propri incantesimi. Un mago non sovverte la natura, la indirizza verso i propri fini. È un’arte complessa.»
«Cos’è che non puoi fare, per esempio?» domandò Dodi, interessato.
Sennar rifletté. Il mal di mare gli annebbiava anche il cervello. «Non posso creare le cose dal nulla, né modificare l’essenza di una creatura, tipo trasformare un maiale in un uccello. Al massimo posso trasfigurarlo, fargli assumere solo l’aspetto di un uccello. Non posso forzare gli elementi: niente pioggia quando c’è siccità o sole estivo in pieno inverno. Però posso prolungare la pioggia per un certo periodo di tempo, rafforzare l’intensità del vento e così via.»

Non so perché, ma a me pare che scudi e antigravità siano un bel sovvertimento della natura…

Nave volante
Nave volante

Il Dodi è un simpatico mozzo che chiacchiera spesso con Sennar. In una di queste chiacchierate racconta al mago la storia del fidanzato della figlia del Capitano, un lungo brano di diverse pagine tutto in corsivo, incastrato nella narrazione nella maniera meno elegante possibile. Uno di quei pezzi indigeribili che ho saltato in questa seconda lettura. Ma:

«Dovresti fare lo scrittore, Dodi» disse Sennar alla fine della storia.

Sigh. Come già fatto notare, sembra proprio la Troisi che si complimenta con se stessa. Per una delle parti in assoluto più brutte!

Sennar, dopo varie peripezie, finisce in un vortice e si ritrova nel Mondo Sommerso. Il Mondo Sommerso è scopiazzato dalla porzione sottomarina di Star Wars Episodio I. Manca solo Jar Jar Binks. Per fortuna!

Naboo sott'acqua
La città sotto i mari di Naboo

Il Mondo Sommerso è abitato da profughi del Mondo Emerso fuggiti dalle violenze della Guerra dei Duecento Anni, iniziata trecento anni prima le vicende di Nihal.
Costoro, con l’aiuto delle Sirene e dei Tritoni (…), hanno edificato città e villaggi entro bolle di cristallo.
I rapporti tra Mondo Emerso e Sommerso non sono buoni, e chiunque del Mondo Emerso finisca in quello Sommerso è condannato a morte. Così Sennar è subito acchiappato e sbattuto in cella. Ma siamo in un romanzo della Troisi, e la galera è una vacanza!

Sennar lo afferrò subito e cominciò a scoperchiare le ciotole. Una era piena di una specie di brodo in cui galleggiavano strani filamenti neri, in un’altra c’era qualcosa che sembrava pollo ricoperto da una salsa verdognola, nella terza una porzione di molluschi mai visti prima. L’unica cosa riconoscibile era una mela rossa, ma il mago non andò troppo per il sottile.
[...]
Sennar posò la ciotola. «Squisito» disse, mentre passava alla successiva. «Sei tu la cuoca?»
«Sì. Quasi tutta la mia famiglia si occupa di badare ai prigionieri. Sai, è per via dei capelli.» Mostrò una delle ciocche scure.
«In che senso?» chiese Sennar incuriosito.
«I miei antenati sono stati tra gli ultimi a scendere. È per questo che i nostri capelli non sono ancora del tutto bianchi.»
«Quando sono arrivati?»
«Una cinquantina di anni fa. I miei genitori sono nati qui, ma i miei nonni venivano da Sopra e… quelli come noi non godono di grandi privilegi. Questo è uno dei pochi lavori che possiamo fare.»
«Occuparsi dei carcerati non è proprio un compito adatto a una ragazza.»
Lei arrossì. «Di solito è mio fratello che porta il cibo ai prigionieri, io cucino e basta. Solo che… la verità è che ero curiosa di vederti. In città non si parla d’altro. Sono tutti agitatissimi. Io però non ho paura di te, ho dei parenti che sono rimasti Sopra.»

Manca solo caffè e dessert! La ragazza carceriera dice che i suoi genitori sono arrivati nel Mondo Sommerso una cinquantina di anni fa. Poche pagine prima, un personaggio informato sui fatti:

«Si dice che esista un guardiano, qualcosa di oscuro che vive sulla rotta del gorgo. Ma non posso dirti altro, la mia vista non arriva a tanto, non so chi o che cosa sia. Tutto quello che so è che da allora, e sono passati più di centocinquanta anni, nessuno di voi è mai riuscito a raggiungere vivo il Mondo Sommerso o le Vanerie. Per anni il mare ci ha portato in dono i cadaveri di uomini che avevano creduto di poterci conquistare.»

Dunque, da quanto tempo nessuno è mai arrivato fino al Mondo Sommerso? 150 o 50 anni? Non credo lo sappia neanche la Troisi, che gliene importa? Lei scrive a caso, e i lettori apprezzano!

La ragazza di prima si chiama Ondine. Dopo un po’ di giorni che accudisce Sennar in galera, decide che portargli solo il pranzo non basta, entra anche lei in cella:

«Ti prego, Sennar…» sussurrò la ragazza, ma il mago la attirò a sé, la strinse come se non avesse altro al mondo.
Ondine ricadde sulla branda e si lasciò andare a quell’abbraccio. Sennar ne sentì il profumo, il corpo tiepido. La baciò con forza e lei rispose, lo seguì come se non attendesse altro che quel momento. Sennar non pensò più a nulla. La bocca si fece avida, le mani corsero al corpetto.

Ma a questo punto Sennar si ricorda di essere innamorato di Nihal e caccia via l’Ondine. Poveretta:

«Ondine, ascoltami, ti prego. Io ti voglio bene, sei una ragazza stupenda. Mi hai aiutato, sei stata la mia compagna in questa avventura. In tanti momenti ho pensato che restare insieme a te sarebbe stato bello. Perché con te stavo bene… sto bene. Ma dentro di me so che non posso.»
«Ti ricordi quella sera nella tua cella?» disse lei con un filo di voce. «Quando un uomo bacia una donna vuol dire che la ama. Perché mi hai baciata, Sennar?»

Già, perché?! Al di là di ogni considerazione, non ha la Troisi un minimo di pietà? Perché costringere chi ha pagato a subire questi dialoghi?

A ogni modo, Sennar riesce ad avere udienza dal Re del Mondo Sommerso e gli chiede aiuti militari. Proprio quando il Re lo sta mandando a quel paese, un sicario del Tiranno cerca di ammazzare il sovrano! Sennar salva il Re e così lo convince ad aiutare il Mondo Emerso. Perché l’inviato del Tiranno cerca di uccidere il Re proprio quando si sta rifiutando di aiutare Sennar? Uhm… perché sì? Perché è fantasy? Perché il Mondo Emerso e pure quello Sommerso sono abitati da scimuniti?
Sennar otterrà che il Mondo Sommerso invii metà del suo esercito in aiuto del Mondo Emerso. Ma la Troisi si scorderà di ciò e in pratica di queste truppe non se ne saprà più niente o quasi. Forse perché l’autrice si è accorta che non possedendo alcuna nave il Mondo Sommerso e nessuna flotta degna di questo nome quello Emerso non sarebbe mai stato possibile trasportare i soldati?

Prima di lasciare Sennar, bisogna tener ben presente una sua dichiarazione sulla situazione bellica:

Per un anno ho lottato al fianco dell’esercito nella Terra del Vento. Ho visto morire migliaia di giovani che combattevano per un futuro migliore. Negli accampamenti la situazione peggiora di giorno in giorno. Non sono solo il sangue, le perdite, le sconfitte. È la sensazione di impotenza, lo scoraggiamento. Siamo allo stremo, conte. E ho capito che non ce la faremo mai a vincere. Per questo sono qui. Il Tiranno è più forte, ha più uomini e il suo esercito è pronto a tutto.

Siamo allo stremo! Ma nessuno ha avvertito Nihal!

Raggiunsero la Terra dell’Acqua in una decina di giorni. La missione, se così poteva essere chiamata, non imponeva fretta e Laio non sembrava ansioso di giungere alla meta. Appena ebbero varcato il confine, il ragazzo si fece ancora più cupo. A quel punto Nihal si disse che, se il suo compito era quello di assistere moralmente l’amico, forse era ora di iniziare a svolgerlo.

Con la guerra che volge al peggio, vediamo in che genere di non-missione è implicata Nihal, fra l’altro senza fretta.
Laio è un ex compagno di Accademia di Nihal. Durante la sua prima battaglia si è comportato da traditore, ma forse perché figlio di un Generale, non ha ricevuto neanche un rimprovero. Però ha deciso che la guerra non fa per lui, lui è un bravo ragazzo, pacifista, non importa che l’intero Mondo Emerso lotti per la sopravvivenza e la gente muoia come mosche, lui non vuol combattere. Non importa che abbia tenuto occupato per anni uno dei pochi posti in Accademia, non importa che non abbia alcun problema fisico e che sia addestrato. Lui è pacifista, ha paura, e poi, insomma, in guerra rischierebbe di farsi male! Il padre però non è d’accordo e gli ha imposto di riprendere l’addestramento.
Adesso, accompagnato da Nihal, che lo sostiene senza indugio, Laio sta andando alla dimora paterna, per spiegare al genitore la sua decisione irrevocabile di essere un vigliacco! Come non bastasse, Nihal si è lamentata con il comandante della base che il viaggio è pericoloso e così sono accompagnati anche da un altro militare.
Ma ha un minimo di senso tutto ciò? È in questi momenti che mi domando se la Troisi non faccia apposta e sia la più furba di tutti!

Dato che il viaggio è pericoloso, Nihal, Laio e il terzo tipo non montano mai la guardia durante la notte e così:

Erano in dieci. I loro passi erano più circospetti di quelli di un normale soldato.

È nota la scarsa circospezione del normale soldato

Si avvicinarono con cautela al luogo dove erano accampati i tre viaggiatori, le armi alla mano, silenziosi ma pronti ad attaccare.

Silenziosi ma pronti ad attaccare, perché è scontato che quando uno è pronto ad attaccare lo grida forte, non è mai silenzioso!

Uomini abituati a vivere e agire nell’ombra, agili come gatti.

Agili come gatti, gatti che non esistono nel Mondo Emerso… Ma chi saranno costoro? Ninja? Assassini al soldo del Tiranno? Sardaukar imperiali?

Sardaukar
Sardaukar

No, sono:

Una banda di ladri.

U-A-U! Un’intera banda di ladri? Che incredibile fantasia! Grande Licia!!!
L’intero pezzo e la parte seguente:

Erano in dieci. I loro passi erano più circospetti di quelli di un normale soldato. Si avvicinarono con cautela al luogo dove erano accampati i tre viaggiatori, le armi alla mano, silenziosi ma pronti ad attaccare. Uomini abituati a vivere e agire nell’ombra, agili come gatti. Una banda di ladri.
Neanche Nihal, che pure aveva i sensi vigili, sulle prime si accorse di nulla. Fu il rumore di un ramoscello spezzato a farla riemergere dal sonno, seguito da un fruscio leggero, come di una veste che si impiglia in un cespuglio. Nihal spalancò gli occhi e li vide: un gruppo di uomini circondava il bivacco. Erano armati e si avvicinavano piano; si guardavano intorno e si dividevano i compiti con cenni delle mani. Un paio si diressero a colpo sicuro verso le bisacce, mentre un terzo si avvicinò a Laio addormentato brandendo un pugnale.

Si vede anche come usare un narratore onnisciente non solo sia inutile ma controproducente: se si toglie la prima parte, dove sono descritti i dieci agili gatti, e si passa subito al “Fu il rumore…”, la scena ha molta più tensione perché il lettore, come Nihal, è svegliato di soprassalto e circondato da uomini armati senza sapere chi siano e cosa vogliano. Ma queste sono note stilistiche che avrebbero senso rivolte a uno scrittore alle prime armi, la Troisi non è a quel livello, lei ha problemi degni di un tema delle elementari:

Laio provò a scattare in avanti, ma uno dei briganti non ebbe difficoltà a disarmarlo colpendogli il polso con un bastone. Poi lo atterrò con un calcio in pieno petto e gli fu subito sopra, a cavalcioni.
«Buono. Stai buono e non ti succederà niente» disse, mentre gli puntava un coltellaccio alla gola. «Per ora.»

Allora, il tizio si avvicina a Laio brandendo un pugnale, poi (sempre lui? e se no chi altri? e se è un altro quello col pugnale che fine ha fatto?) lo disarma con un bastone e infine lo minaccia con un coltellaccio. E poi lo tenta con una fetta di torta al limone?

A questo punto la situazione si fa confusa. Nihal prende una botta in testa e si risveglia nel rifugio di un vecchio. Il vecchio ha assistito di nascosto alla scaramuccia e può spiegare alla mezzelfo l’accaduto:

Il vecchio le raccontò di come i predoni avessero trovato addosso a Laio una lettera che lo identificava come figlio di Pewar e avessero deciso di rapirlo per chiedere un riscatto.

Piccolo problemino, come fa il vecchio a sapere tutto ciò? Vediamo:
«Abbiamo perquisito il ragazzo e gli abbiamo trovato addosso una lettera del padre, il Generale Pewar. Adesso lo rapiamo, così poi potremo chiedere un riscatto.» disse uno dei ladri.
«Ripetilo più forte, altrimenti il vecchio non ti sente, poi come pensi possa fare a riferire a Nihal, eh?» lo rimproverò il capo della banda.
«Scusa, credevo…»
«Credevo cosa? Cosa credevi di fare? Bloccare tutta la trama solo perché t’è venuto lo sghiribizzo di bisbigliare?! Voce! VOCE!»
«ABBIAMO PERQUISITO IL RAGAZZO E…»

Nihal riuscirà a salvare Laio (purtroppo non c’è modo di riassumere il combattimento fra Nihal e i ladri, sono pagine e pagine grondanti idiozie) e Laio riuscirà a resistere al padre: è un vigliacco e se ne vanta! Chissà in una base militare com’è trattato uno così…

Chi invece non tardò a riscuotere la simpatia di tutti fu Laio. Divenne subito la mascotte del campo. I Cavalieri scherzavano con lui e approfittavano dei suoi servigi, tanto che in pratica divenne lo scudiero di tutti. Del resto, come si poteva non volergli bene? Era un ottimo aiutante di campo ed era sempre allegro, sempre disponibile: un raggio di luce nel buio di quella guerra.

Del resto, come si poteva non volergli bene? Pensa un po’: tu rischi tutti i giorni di crepare ucciso da un orchetto del Tiranno e Laio è bello imboscato. Come si può non volergli bene?

Nihal frattanto, grazie a non-missioni come quella di cui sopra, riceve la promozione a Cavaliere di Drago! Questo comporta una grande festa! Ma prima Nihal vuol farsi un tatuaggio, anche se papà Ido non è d’accordo. Allora lei lo fa di nascosto!

L’uomo deglutì in silenzio e fece un cenno col capo.
«Perfetto. Girati.»
«Che tatuaggio vuoi?» chiese l’uomo, mentre le dava la schiena. Gli tremava la voce e a Nihal venne quasi da ridere.
«Due ali di drago, una per spalla. Chiuse.»
«Perché chiuse?»
«Perché quando sarà il momento le spiegherò al vento e volerò via. Puoi girarti, ora.»

Poi però papà Ido lo scopre!

Con gli occhi di Ido puntati addosso, Nihal arretrò fino a trovarsi con le spalle al muro. Accidenti. E adesso? Non le restava che confessare. «Ho fatto il tatuaggio…» disse con un filo di voce.
Sbuffo di fumo. «E che razza di tatuaggio ti sei fatta?» Sbuffo di fumo.
«Due ali… sulla schiena…»
Sbuffo di fumo. Silenzio.
«Non sono tanto grandi… E poi hanno un significato…»
Sbuffo di fumo. «Non ti faccio una scenata solo perché…» sbuffo di fumo «solo perché siamo in ritardo. Altrimenti mi avresti sentito, eccome! E ora sparisci, prima che cambi idea.»
Nihal schizzò fuori dalla capanna con un mezzo sorriso sulle labbra.

È vero, ha ragione la Troisi, lei non scrive fantasy, questo non è fantasy, questo è il diario di una quattordicenne rincretinita.

La copertina di un diario
Non so di chi sia questo diario, ma dubito contenga storie più infantili di quelle della Troisi…

La quattordicenne, dopo il tatuaggio, partecipa alla festa! Ricordate le parole di Sennar? Siamo allo stremo, migliaia di morti, sangue, cadaveri, il costo esorbitante delle caramelle, ebbene:

Dentro era una bolgia. Decine di fiaccole illuminavano le scuderie a giorno, l’aria era densa di fumo e risuonava una musica allegra. Tutti gli abitanti della base sembravano essersi pigiati là dentro e non ce n’era uno che non avesse in mano un boccale o un bicchiere.
[...]
Tra brindisi, battute e musica, la festa decollò. Nihal parlava con tutti, rideva, scherzava. E beveva. E più beveva, più la testa si svuotava e più voleva bere ancora. Il mondo sembrava diventato più leggero, si sentiva a un palmo da terra. Se pensava ai dubbi della sera prima le veniva da ridere, perché ora era lì e doveva solo divertirsi. All’inizio guardò gli altri ballare: i fanti che volteggiavano con le loro mogli, le procaci vivandiere strette tra le braccia di qualche cavaliere.

Ci mancavano giusto le “procaci vivandiere”… ma non è finita qui! Nihal si sta troppo divertendo per rimanere in abiti militari e corre a cambiarsi, per ripresentarsi subito dopo con indosso un abitino verde pucciosissimo!!!

Il primo ad accorgersi di lei fu un fante, che diede una gomitata allo scudiero che gli stava accanto. Poi, a uno a uno, tutti si voltarono verso l’ingresso.
I suonatori ammutolirono, i ballerini si bloccarono e i bicchieri rimasero a mezz’aria. Il vestito era semplice, niente di pretenzioso, e non era nemmeno della sua taglia, ma Nihal era comunque bellissima. Il silenzio fu rotto da un «Però!» assai poco elegante.

Dopo la festa, in una sorta di rito d’iniziazione al Cavalierato, Nihal e Ido si sfidano a duello.

Ido spettinato, sorridente, con gli occhi lucidi per l’alcol.
Nihal e Ido, Ido e Nihal, uno di fronte all’altra.
Tra loro, Nelgar. «Le regole sono semplici: vi alzate coi draghi e combattete. Potete usare solo la spada. Vince chi disarma o disarciona l’altro. Manca una posta in gioco. Che cosa vi giocate?»
«Un bacio» disse subito Ido. «Se vinco, Nihal concederà un bacio a…» si guardò intorno «Laio! Sì, dovrai dare un bacio a Laio.»

Diario di una quattordicenne? Facciamo dodicenne…
Nihal conclude il duello con questa mossa da manuale:

Non appena l’obiettivo fu abbastanza vicino, Nihal si rizzò su Oarf, chiuse gli occhi e saltò. Quando li riaprì era in piedi sulla schiena di Vesa: la mano libera arpionata ai capelli di Ido, quella con cui brandiva la spada intorno alla gola dello gnomo.

Oarf è il Drago di Nihal, Vesa quello di Ido. È ormai notte, stanno combattendo ad altezza vertiginosa, Nihal è mezza ubriaca, ma salta ad occhi chiusi, e invece di sfracellarsi atterra sulla schiena dell’altro Drago.

* * *

Sto scorrendo gli appunti, ci sarebbero decine d’altre scene balorde ma non sono all’altezza di queste ultime, perciò lascio perdere. Concluderò con un paio di deus ex machina, una nuova contraddizione interna e un’allusione!

Nell’elsa della spada di Nihal è incastonata una Lacrima, un gioiello di ambrosia cristallizzata che le è stato regalato dal capoccia dei folletti.

Il folletto Phos
Phos, capo dei folletti, nell’immaginazione di un fan

Per tutto Nihal della Terra del Vento e un centinaio di pagine de La Missione, questa tale Lacrima sta lì a far niente, poi Nihal è circondata dai fammin, senza via di scampo:

Nihal chiuse gli occhi. Non voglio morire! Non ancora!
«No!» urlò Laio tra i singhiozzi.
Dietro le palpebre serrate, Nihal percepì un forte bagliore. L’elsa della spada divenne bollente. Aprì gli occhi. Una barriera argentata circondava lei e Laio.
[...]
La vibrazione si fece sempre più forte. Il suolo sembrò scosso da un terremoto e il rombo aumentò di volume fino a diventare intollerabile. Nihal e Laio si portarono le mani alle orecchie. Poi la barriera esplose.
L’onda d’urto si propagò verso l’esterno e investì i fammin con la violenza di un uragano. I mostri furono sbalzati all’indietro per parecchie braccia. Alcuni vennero sbattuti contro i tronchi degli alberi e crollarono a terra in modo scomposto, gli arti piegati in posizioni innaturali, i crani sfondati. Altri sparirono nel buio, travolti dallo spostamento d’aria.
Nel bosco tornò il silenzio. La pioggia ora scendeva più fine e imperlava di minuscole gocce le fronde degli alberi e i cespugli. Laio era pallido e respirava a fatica. «Cos’è successo, Nihal?»
La ragazza si passò una mano sul viso. «Non ne ho idea.»

Finito il bisogno, la Lacrima torna a bighellonare, finché Nihal non affronta a duello il perfido Dola, e sta per lasciaci le penne:

Dola le scoccò un’occhiata sprezzante. «Ebbene? È tutto qui quello che sai fare?» disse, poi tese ancora la spada verso di lei.
Dagli occhi di Nihal sgorgarono lacrime di rabbia. Non c’era modo di sconfiggerlo. Non ce la faceva più, non avrebbe retto un altro scontro. Era destinata a morire per mano del mostro che aveva ucciso la sua infanzia.
Poi accadde qualcosa che le mozzò il respiro.
La Lacrima incastonata nell’elsa della sua spada prese a brillare e l’albero a cui Dola si era appoggiato si illuminò di colpo ed emanò un chiarore argenteo e terribile. Le radici uscirono dal terreno, avvolsero il corpo tozzo dello gnomo e lo gettarono a terra. I rami si contorsero fino a toccare il suolo e si avvilupparono intorno ai suoi arti.

La Lacrima porta anche i sacchi della spesa di Nihal quando lei è stanca e l’ascensore guasto.

Nihal riceve da Reis un talismano (sì, è quello del Potere!!!) e Reis le racconta questa favoletta:

«In ognuna delle Otto Terre c’è un santuario, dedicato a ciascuno degli Otto Spiriti della natura: Acqua, Luce, Mare, Tempo, Fuoco, Terra, Oscurità, Aria. E poi c’è la Grande Terra, la Madre, che li accoglie e li contiene tutti. In ciascun santuario è custodita una pietra. In passato, chi aveva un desiderio andava nel santuario e chiedeva allo spirito di concedergli il potere. Se il cuore di chi pregava era sincero, la pietra si caricava e il potere veniva concesso. Quando il desiderio era realizzato, la pietra tornava al santuario. Così gli elfi impetravano i favori agli spiriti. Ma le pietre hanno un potere ancora più grande. Quando incombe un pericolo imminente e incontrollabile, è possibile chiedere l’aiuto di tutti gli spiriti, chiamandoli a raccolta. Per farlo occorre riunire le otto pietre e porle nel talismano. Infine, giunti nella Grande Terra, pregare la Madre perché esaudisca i suoi figli; allora gli spiriti naturali vengono evocati e rispondono al volere del possessore dell’amuleto. Gli elfi usarono l’amuleto una sola volta, quando un conquistatore giunto dal Grande Deserto tentò la distruzione del loro mondo. Poi, con l’estinzione del loro popolo, i santuari vennero dimenticati, perché solo gli elfi potevano varcarne la sacra soglia.»

Ebbene è spiegato come usare l’amuleto, ed è raccontato di quella volta che gli elfi l’adoperarono contro un misterioso conquistatore.
Gli elfi appartengono al passato remoto del Mondo Emerso, hanno levato le tende (beati loro!) da tempo immemore, e l’unica traccia rimasta del loro passaggio è la stirpe dei mezzelfi. Si parla di migliaia di anni prima. Peccato che a quel tempo la Grande Terra non esistesse! E non lo dico io:

Incoronato, Nammen convocò i regnanti del Mondo Emerso. I re sconfitti si presentarono al suo cospetto rassegnati a obbedire, ma il giovane re li stupì. «Non voglio il potere che mio padre ha costruito sul sangue» disse. «Le otto Terre torneranno libere.» Poi dettò le sue condizioni.
Ciascuna Terra doveva rinunciare a un territorio, l’unione dei quali avrebbe dato vita alla Grande Terra. Là avrebbero avuto sede il Consiglio dei Re, che avrebbe deciso della politica comune del Mondo Emerso, e il Consiglio dei Maghi, che si sarebbe occupato della vita scientifica e culturale.

La citazione è da Nihal della Terra del Vento, Re Nammen è vissuto appena un centinaio d’anni prima la nascita di Nihal. La Grande Terra è “nata” a tavolino, per accordo diplomatico, non esisteva al tempo degli elfi!
Traspare chiaro il lavoro della Troisi nel costruire un mondo coerente. Mai penserei che scriva tutto quel che le passa in quella sua testolina geniale fottendosene di quello che ha scritto lei stessa il giorno prima…

E per finire in bellezza:

Nihal si occupò di un altro boscaiolo.

Qualunque cosa la Troisi intendesse.

Un’analisi seriosa!

Scherzo! Quasi. Una delle caratteristiche che più colpiscono in negativo nei romanzi della Troisi è la banalità. Una sconcertante mancanza d’inventiva e fantasia. Non c’è mai un’arma curiosa, un animaletto strano, un marchingegno misterioso, luoghi o personaggi che riescano a stupire, niente. È una sfilza di cliché continui, un rigurgito costante di roba già vista mille e mille volte. Sembra quasi che la Troisi abbia fatto apposta a tagliare ogni singola scena o particolare che avrebbe potuto suscitare sense of wonder. Non sia mai che un lettore, giovane per giunta, possa emozionarsi!
Questo non è il mio modesto parere, è verità oggettiva. Basta recarsi in libreria (o su eMule), prendersi un po’ di fantasy antecedenti la Troisi e leggerli.

Sandrone Dazieri, scrittore ed editor presso Mondadori. “…un mondo fantasy che si distaccava tantissimo da tutto il fantasy che avevo letto finora”: malafede o abissale ignoranza? E perché a Mondadori assumono gente ignorante o disonesta?

Il grave però non è tanto questo, il grave è la parte di pubblico che gradisce la banalità. Riporto il giudizio riguardo Nihal di SuperKikka: “è normale che il Fantasy sia ripetitivo, i personaggi sono più o meno i soliti, Maghi, folletti, mezzielfi, streghe…il Fantasy è questo ragazzi!”. La ripetitività, non solo non è vista come un difetto, ma addirittura come caratteristica del genere.
Corollario di ciò, c’è il rischio che SuperKikka storca il naso di fronte a fantasy molto più belli di quelli della Troisi proprio perché non sono ripetitivi! È deprimente. Il raggio di speranza è che se si riuscisse a convincere la SuperKikka di turno a leggere Ash della Gentle o Cuore d’Acciaio di Swanwick è probabile capirebbe quanto la Troisi sia insulsa. Io nel mio piccolo ci provo in quest’opera di evangelizzazione, ma con un prestito alla volta non si riescono a raggiungere tante SuperKikka, e l’invito a comprare cade quasi sempre nel vuoto.
Ho fiducia però che ebook, P2P e lettori EPD nei prossimi anni possano migliorare la situazione. Sarà molto più facile far scoprire alle SuperKikka del mondo nuovi romanzi e scrittori, così come oggi ci si passano mp3 e divx.

Copertina di The Iron Dragon's Daughter
The Iron Dragon’s Daughter (Cuore d’Acciaio) di Michael Swanwick

Certo il lavoro sarebbe più semplice se Troisi e Mondadori non si muovessero nella direzione opposta. Per questo l’invito è di pensarci due volte prima di comprare i romanzi di certi autori o case editrici. Io personalmente credo che d’ora in poi premierò a livello monetario solo quegli autori che distribuiscono già loro gratuitamente le proprie opere.
Non voglio negare che uno scrittore possa avere l’aspirazione al successo e al successo economico; non chiedo a nessuno di non firmare un contratto con Mondadori o chi per essa (quasi tutte le case editrici hanno una percentuale sconcertante di pattume in catalogo), però se lo scrittore è onesto, dovrebbe lui per primo dare la possibilità di leggere il suo romanzo prima di pagare.
Questa è anche l’unica speranza per l’emergere di una critica onesta. Come stanno le cose adesso, uno può raccontare qualunque stupidaggine pur di far vendere un romanzo e una volta che il gonzo di turno ha cacciato fuori i soldi, è fatta la frittata. Non importa se poi il gonzo si accorge di essere stato ingannato, i soldi ormai li ha spesi.
Se invece diventasse prassi il leggere prima di pagare, sarebbe molto più difficile per certa critica in malafede torcere la realtà ai propri interessi.

A tal proposito, il mio consiglio di cuore è di non leggere niente della Troisi, non può far altro che male, ma se si è pungolati da morbosa curiosità, il file su eMule si chiama:

Icona di un mulo eBook.ITA.2125.Licia.Troisi.La.Missione.Di.Sennar.(doc.lit.pdf.rtf).[Hyps].rar (2,10MB).

Basta cercarlo. Se poi piace non posso dire di non comprare, ma almeno non fatevi vedere da me!

I fan adorano Sennar!!!

Dapprima un giudizio generale sulla scrittura della Troisi:

Utilizza un lessico mediamente superiore del 40% a quello delle sue colleghe di oltreoceano, come la Zimmer Bradley o Margaret Tracy o la Hickman.

È preso da un articolo sulla Troisi apparso sul numero 39 de Lo Scaffale, la rivista mensile della Biblioteca comunale di Serrenti. Autore è tale Maurizio Tancredi. Potete leggere il resto del numero 39 qui (copia locale, PDF). Il mio consiglio è di leggerlo, il Tancredi riesce a scrivere il più squinternato articolo mai dedicato alla Troisi! Sperate solo di non metter mai piede nella Biblioteca comunale di Serrenti…

Panoramica di Serrenti
Panoramica di Serrenti, paese sardo in provincia di Medio Campidano

La consueta carrellata da iBS.it:

KIARA…….89……
HO LETTO PEARECCHI LIBRI, E QUESTO E UNO DI QUELLI CHE MI è PIACIUTO DI PIù! è UN LIBRO CHE TI PRENDE MOLTO… SONO STATA QUASI TUTTA LA NOTTE SVEGLIA PER FINIRE IL LIBRO… E è VERO NON SI PUO PARAGONARE AL SIGNORE DEGLI ANELLI PERCHè IL SIGNORE DEGLI ANELLI TI APPASIONA FINCHE LEGGI LE PRIME 500 PAGINE… POI DIVENTA UNA COSA INLEGGIBILE, DI UNA PALLA COLOSSALE! MENTRE QUESTO TI PRENDE DALLA PRIMA PAGINA ALL’ULTIMA!!!
Voto: 5 / 5

Nihal 1 – Il Signore degli Anelli 0 !

El Savinho
Questo libro è secondo me il miglior fantasy in circolazione, addirittura meglio del tanto decantato Signore degli Anelli. Mi Piace particolarmente il personaggio di Nihal.
Voto: 5 / 5

Nihal 2 – Il Signore degli Anelli 0 !

Dola
è un libro magnifico come del resto il primo,sono felice che sennar e ido siano comparsi più volte anche se sono un po dispiaciuto della fine che mi è sembrata un po stupida comunque io ho letto SdA e posso dire con certezza che questi libri si equivalgono.non vedo l’ora che esca il terzo!
Voto: 5 / 5

Dola, mi spiace, ma per i veri fan le Cronache sono ben meglio di quella patacca del Signore degli Anelli!

debora
bellissimo libro quasi quasi anche per me è stato + bello di harry potter!!!!!!!!LEGGETELO!!!!ne vale la pena!!!!
Voto: 5 / 5

Nihal 1 – Harry Potter 0 !

Giada15
Libro bellissimo e super consigliato!!!!mi rivolgo a chi ha sapputo perlar male di quest’opera:provate voi a scrivere un fantasy in questi tempi !!!!Voto:5 e lode!!!
Voto: 5 / 5

Già, giusto Giada, cosa c’è di più difficile che scrivere un fantasy di questi tempi?!

Eugenio
Mi meraviglio degli infiniti critici che si sono riscoperti tali solo leggendo questo libro ed elargendo parolone di contrarietà. Scrivetelo voi un libro di fantasia capace di diventare subito best-seller e cosa più importante capace di attirare migliaia di giovani lettori. Io ho conosciuto personalmente LIcia Troisi ad una presentazione e vi dico che ha talento da vendere, magari ancora non sarà perfetta però se il buongiorno si vede dal mattino…… Imparate ad essere più obiettivi e meno critici. Per me i due primi libri sono stati belli. Da come dice Licia Troisi il terzo è il migiore di tutti!!! Ciao
Voto: 5 / 5

Se Licia Troisi ha questo talento da vendere, non potrebbe lasciare la scrittura e darsi al commercio di talento? Credo gliene sarebbero tutti grati.

Alex
Grandissimo seguito all’altezza delle aspettative, la storia e ancora più avvincente del predeccessore e si nota soprattutto nelle fasi narrative e nelle descrizioni la crescita a livello professionale dell’autrice. Da leggere assolutamente.
Voto: 5 / 5
aryann
Ho letto il secondo libro delle Cronache perchè sembrava potesse avere la vitalità che non ho trovato nel primo, e non mi sbagliavo: non solo l’autrice è maturata nel modo di scrivere, ma la trama, seppur semplice e spesso prevedibile, tiene incollati alle pagine fino alla fine. Anche i personaggi si sono evoluti: Nihal, da insopportabile, piano piano diventa più gradevole, e Sennar, il vero protagonista di questo volume, viene caratterizzato molto bene, il suo ruolo è molto approfondito e non può non piacere. Decisamente consigliato.
Voto: 5 / 5

Lo spieghiamo ad Alex e aryann che non è possibile la Troisi sia migliorata perché le Cronache le ha scritte tutte assieme? O lasciamo loro l’illusione di averci capito qualcosa?

Holy Guardian
Non leggete questo libro,è una schifezza! Non riesco a credere che la Mondadori abbia pubblicato un libro così. Dopo questa esperienza ho chiuso con il fantasy
Voto: 1 / 5

Visto Licia? Sarai contenta adesso!

Un altro paio di giudizi pescati in rete che brillano per competenza e logica delle argomentazioni:

alessio
inredible!!! è uno sballo questo libro,quando l’ho letto mi ero immedesimato nei personaggi del libro da quanto era bello , avevo scritto già una recensione del 1 libro, non vedo l’ora di leggere il prossimo.quelli che dicono che è roba per poppanti,SBAGLIANO!!!!! è fra i migliori di fantasy ,cioè fra dragonlance con weis e hickman,eragon,tolkien e harry potter e altri racconti.è troppo bello lo consiglio a tuttii sani di mente! ciao!!! p.s:ho delle immagine di dragonlance,sono un fas di raistlin majere!!!

DarkNihal
Le Cronache del Mondo Emerso sono Super!!! Praticamente ho divorato sia Nihal della Terra del Vento sia La Missione di Sennar.
Devo dire che NIhal ha una psicolpogia veramente intricata, e mi é utilissimavisto che sto studiando proprio psicologia… più o meno… per ora sto facendo solo l’opzione di psico, ma vabbé..!
CMq sono anche stata molto contenta della presenza di alcuni pirati nel secondo volume – io adoro i pirati!!!
Baciuz!!

E anche per questa puntata è tutto! Ma il viaggio nel Mondo Emerso è appena all’inizio! Prossima tappa: Il Talismano del Potere!!!

Copertina de Il Talismano del Potere
Copertina de Il Talismano del Potere


Approfondimenti:

bandiera IT La mia recensione di Nihal della Terra del Vento
bandiera IT La mia recensione de Il Talismano del Potere

bandiera IT La Missione di Sennar su iBS.it
bandiera IT La Missione di Sennar su iBS.it (edizione economica)

bandiera EN Pirati contro Ninja!
bandiera EN Sardaukar su Wikipedia
bandiera EN Articoli e manuali di scherma storica al sito ARMA

 

Giudizio:

Niente. -18 Si erge sulle spalle del gigante Nihal.
-1 Si fa strada la noia.

Diciannove Gamberi Marci: clicca per maggiori informazioni sui voti14

Scritto da GamberolinkCommenti (67)Lascia un Commento » feed bianco Feed dei commenti a questo articolo Questo articolo in versione stampabile Questo articolo in versione stampabile • Donazioni

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