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  1. Il Terzo Occhio di Gamberetta

Ultime notizie

Non sono morta né per ora ho intenzione di chiudere il blog, ho solo pochissimo tempo da dedicare a Internet. Inoltre in questi ultimi mesi non è uscito niente di davvero interessante. In compenso le brutte notizie non sono mancate.

* * *

Come saprete ha chiuso library.nu (ex gigapedia), ed è un peccato. Dell’argomento si sono occupati, tra gli altri, il Duca e il Tapiro, perciò non starò a riepilogare i fatti. Aggiungo solo qualche considerazione:

Icona di un gamberetto library.nu era un sito specializzato in manualistica. Vi si trovavano testi di storia, informatica, fisica, chimica, matematica, filosofia, medicina e quant’altro. Volendo si poteva scaricare anche l’ultimo best seller, ma la narrativa rappresentava una percentuale minima sul totale dei libri offerti. In altre parole, qualunque concetto di “cultura” si voglia adottare, library.nu era un sito che la diffondeva. Permetteva a milioni di persone in tutto il mondo di imparare e studiare senza spendere capitali in libri. Non danneggiava nessuno e aiutava molti. In una società civile siti come library.nu sarebbero legali e magari gestiti direttamente dallo Stato.
Quando chiude una libreria – per quanto piccola, insignificante, intasata di romanzi commerciali che meno se ne vendono meglio sarebbe – è sempre un piagnisteo di Cultura che muore; quando spariscono due copie del libro di qualche scrittorucolo che non vale niente dalla biblioteca di Sorbiatese di Sotto è un piagnisteo di Cultura che muore e Censura che schiaccia il popolo; quando chiude una risorsa di conoscenza a livello mondiale com’era library.nu, si sta zitti. Perché va bene difendere la Cultura, ma guai a parlare male degli Editori: in fondo potrebbero pubblicarti, meglio tenerseli buoni.

Libri al rogo
I roghi di libri non passano mai di moda

Icona di un gamberetto E a proposito degli Editori: tengono a ribadire che i gestori di library.nu, grazie all’attività criminosa che conducevano, hanno guadagno milioni e milioni di dollari/euro. Attraverso banner pubblicitari e donazioni volontarie.
Al che ci si domanda: ma se con questo modello di business si guadagna così tanto, perché gli Editori non lo adottano? Sarebbero tutti contenti: i cittadini che potrebbero leggere i libri che preferiscono senza spendere se si trovano in difficoltà economiche e gli Editori che guadagnerebbero soldi a palate.
Gli Editori sono sempre a piangere miseria, e sempre per colpa degli altri: i lettori non leggono abbastanza, i critici criticano troppo, i politici impongono un’IVA sugli ebook è troppo alta, ecc. ecc.
Ma gli Editori sono davvero interessati a fare soldi? La mia impressione è che in fondo il guadagno sia secondario, quello che interessa sul serio agli Editori è il potere nel loro ambito ristretto. Decidere chi pubblica e chi no, cosa si può leggere e cosa no, chi può leggere e chi no – perché quando vendi un saggio a cento euro non solo hai selezionato l’autore, ma stai anche selezionando tra i lettori, dando la possibilità di imparare solo ai più ricchi. Il tutto è meschino e patetico, ma contenti loro…
Nota che non mi sto riferendo solo agli Editori italiani: per il saggio a cento euro sto pensando a Trepanation: History, Discovery, Theory, testo che ho consultato per scrivere questo articolo, e che viene venduto a 98 dollari in versione ebook. Avete capito giusto: 98 dollari per un ebook. E secondo Amazon questo prezzo è scontato del 30%!

Venendo a noi: con la chiusura di library.nu i link ai manuali non funzionano più. La mia intenzione è di caricare i libri su qualche altro sito e aggiornare i link, ma ci vorrà tempo – molto tempo. Soprattutto devo prima trovare un sito che offra garanzie di durata: non avrò voglia di ripetere un’operazione del genere ogni pochi mesi. Penso se ne riparlerà a settembre se non più in là.

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Sono spuntati su emule diversi fantasy italiani recenti, ma non li ho segnalati. Un po’ per mancanza di tempo e un po’ perché sono sempre più stufa di quello che si pubblica da noi. Una vede per esempio che appare:

Icona di un mulo ScanBook.0043.Palumbo.Claudia.Damned.rar (3.099.640 bytes)

Copertina di Damned
Copertina di Damned. Fanfiction di Twilight in libreria: esulto dalla gioia!

si va a informare e scopre che l’autrice ha scritto l’opera di cui sopra “tra i banchi di scuola” e che “Ad ispirarmi maggiormente è stato Twilight”. Dopodiché passa la voglia persino di buttare giù due righe di Segnalazione.

In ogni caso, dato che l’ho recensito di recente, per chi fosse interessato, cercate:

Icona di un mulo [eBL 073]F.Dimitri - Alice_nel_paese_della_vaporità
[by Rerosku].zip
(2.383.657 bytes)

Copertina di Alice nel paese della vaporità
Copertina di Alice nel paese della vaporità fuffosità

E non aggiungo altro, ognuno legga e decida per sé sulla qualità del romanzo di Dimitri.
Speriamo in futuro esca qualcosa di un pochino più eccitante, che mi faccia venire voglia di segnalarlo.

* * *

Diversi mi hanno scritto sulla faccenda di Loredana Lipperini e Lara Manni. Non ho molto da aggiungere: ho sentito la Manni solo per email, dunque non so se sia la Lipperini o no. Inoltre ho finito per litigare con entrambe, perciò dell’intera storia non me ne frega più di tanto. E sì, me l’hanno detto che Lara Manni non si fa più sentire da un mese e passa; no, non ho idea di che fine abbia fatto.

* * *

Prima di chiudere, e dedicarmi a scrivere un articolo un po’ più interessante di questo – articolo che comparirà tra un paio di giorni, vi lascio con una citazione su cui meditare. Non parliamo di quisquiglie come editoria e affini, parliamo della natura ultima dell’Universo:

bandiera EN When you leave the galaxy, you leave behind nearly all gas and dust and stars and planets and debris. You enter an unimaginable cosmic void. Let’s talk empty: A cube of intergalactic space, 200,000 kilometers on a side, contains about the same number of atoms as the air that fills the usable volume of your refrigerator.
[...]
What lies beyond?
Among those who dabble in metaphysics, some hypothesize that outside the universe, where there is no space, there is no nothing. We might call this hypothetical, zero-density place, nothing-nothing, except that we are certain to find multitudes of unretrieved rabbits.

bandiera IT Quando si lascia la galassia, ci si lascia alle spalle quasi tutto il gas e la polvere e le stelle e i pianeti e i detriti. Si entra in un inimmaginabile vuoto cosmico. Veramente vuoto: un cubo di spazio intergalattico con il lato di 200.000 chilometri contiene circa lo stesso numero di atomi dell’aria che riempie il volume utilizzabile di un frigorifero.
[...]
Cosa c’è oltre?
Tra quelli che si dilettano di metafisica, alcuni ipotizzano che fuori dall’universo, dove non esiste lo spazio, non c’è il niente. Potremmo definire questo luogo ipotetico, a densità zero, niente-niente, solo che noi siamo sicuri che troveremmo una moltitudine di conigli ancora da recuperare.

Dal libro Death by Black Hole: And Other Cosmic Quandaries dell’astrofisico Neil deGrasse Tyson.
I conigli attendono oltre i confini dell’universo. E sono una moltitudine.

Coniglietto oltre i confini del cosmo
… e sono una moltitudine


Approfondimenti:

bandiera EN Di library.nu parla anche AlJazeera
bandiera EN Roghi di libri su Wikipedia
bandiera EN Trepanation: History, Discovery, Theory su Amazon.com
bandiera IT Intervista a Claudia Palumbo
bandiera IT Death by Black Hole: And Other Cosmic Quandaries su Amazon.it

 

Scritto da GamberolinkCommenti (37)Lascia un Commento » feed bianco Feed dei commenti a questo articolo Questo articolo in versione stampabile Questo articolo in versione stampabile • Donazioni

Il Terzo Occhio

Lo spezzone che segue è tratto dal film Pi. Se vi impressiona, forse non è il caso che continuiate a leggere, dato che il presente articolo è dedicato al meraviglioso mondo della trapanazione cranica.

Trapanazione dal film Pi

La trapanazione nei tempi antichi

La trapanazione cranica è probabilmente la più antica operazione chirurgica mai compiuta. Fin dal neolitico (9.000 anni prima di Cristo) gli uomini si sono trapanati, e ci sono prove che in diversi casi i pazienti sopravvivevano all’intervento. Le ragioni che spingevano gli uomini primitivi a trapanarsi rimangono oscure. C’era forse esigenza medica, forse c’erano motivi rituali o religiosi.
Si sono trovati teschi trapanati in ogni angolo del mondo, anche se per secoli si è creduto che le lesioni fossero dovute a ferite di guerra o a malattie. La svolta decisiva è stata rappresentata dal teschio qui sotto:

Il teschio di Squier
Il teschio peruviano portato negli Stati Uniti da E. G. Squier

Difficile che una ferita del genere sia casuale. Qui qualcuno si è messo d’impegno per segare l’osso. Qualcuno che abitava nella regione di Cuzco, in Perù, prima dell’arrivo degli Europei. Nel 1865 il teschio fu portato negli Stati Uniti dall’archeologo E. G. Squier (1821 – 1888). Suscitò scalpore nella comunità scientifica.
Quello che lasciava perplessi gli studiosi era constatare come i margini della ferita lasciassero intravedere una ricrescita dell’osso. In altre parole il paziente era sopravvissuto all’operazione; era sopravvissuto per anni. Dei primitivi, dei selvaggi, erano stati in grado di compiere – con successo – un’operazione di neurochirurgia: non andava mica bene!
Nuove branche del sapere, come la craniometria, stavano giusto dimostrando la fondatezza scientifica di verità già note (i bianchi sono più intelligenti dei negri, i poveri e i derelitti sono tali perché più stupidi dei ricchi e degli aristocratici, gli uomini sono più portarti al ragionamento delle donne) e il teschio faceva il bastian contrario. Disdicevole.
Tuttavia, nonostante lo scetticismo di molti studiosi, il teschio di Squier spinse a ricercare nuove prove. Molti teschi vennero riesaminati e alla fine non si poté negare che barbari primitivi, spesso non bianchi, praticavano la trapanazione. E i trapanati ne uscivano vivi.

Ma come procedevano i barbari primitivi? La figura qui sotto illustra i metodi più usati.

Quattro modi per trapanare
Quattro modalità di trapanazione: 1 – Raschiamento; 2 – Solco; 3 – Perforazione; 4 – Tagli

1 – Raschiamento. Usando una pietra o del vetro, si raschiava il cranio, riducendo l’osso in polvere. Paul Broca (1824 – 1880), il famoso antropologo francese, dimostrò la fattibilità di questo metodo sui cadaveri di un bambino di due anni e di un uomo adulto. Usando un pezzo di vetro affilato, riuscì ad aprire il cranio del morto adulto in cinquanta minuti, fermandosi ogni tanto per riposare la mano. Con il bambino se la cavò in circa quattro minuti.
Il raschiamento era uno dei metodi più comuni. In Italia questo tipo di trapanazione venne praticata fino al Rinascimento.

2 – Solco. Con una scheggia di pietra o vetro si incideva con movimento circolare sempre più nell’osso, fino a tagliare una rondella. Non ci volle molto per capire che se si montavano le schegge lungo la punta di un trapano il lavoro diventava più semplice. Ippocrate (460 a.C. – 377 a.C.) – padre della medicina – per primo descrive questo tipo di strumento che, con relative poche modifiche, è quello tutt’ora usato.
In alcuni casi, le rondelle ossee sono state ritrovate: i barbari primitivi ne avevano ricavato dei ciondoli.

3 – Perforazione. Con una punta affilata si praticava una serie di piccoli fori ravvicinati, poi con uno strumento tagliente si rompevano i ponticelli tra i fori, liberando così una porzioncina d’osso. Questo metodo fu descritto da Celso (25 a.C. – 50) nel De Medicina e si diffuse durante il medioevo. Era il metodo preferito dagli Arabi e consigliato nel 1200 dai luminari della Scuola Medica Salernitana. Ancora oggi è un sistema usato da alcune tribù del Kenya.

Terebra
Questo strumento, chiamato ‘terebra’, era usato al tempo degli antichi Greci per produrre piccoli fori nel cranio

4 – Tagli. Il metodo usato dal peruviano di Cuzco. Simile al metodo numero due, solo che il taglio invece di essere circolare è rettangolare. In alcune tombe peruviane sono stati trovati dei particolari coltelli metallici, detti ‘tumi’, che sarebbero stati adatti per compiere l’operazione. Teschi con incisioni simili sono stati rinvenuti anche in Francia e in Palestina.

Due tumi
Due modelli di tumi. La lama è progressivamente più spessa, in modo che sia più facile fermarsi nell’opera di taglio prima di intaccare il cervello

Permane il mistero del perché i selvaggi primitivi fossero così affascinati dalla trapanazione. Ma forse non ci sono ragioni, in fondo erano selvaggi primitivi.

Teschi etruschi
Teschi etruschi trapanati (600 a.C. circa). È difficile stabilire in che percentuale i pazienti sopravvivessero alla trapanazione nei tempi antichi. Studi sui teschi pre-colombiani fanno supporre percentuali superiori al 60%

Con Ippocrate e Galeno (129 – 216), la trapanazione diviene una rispettabile pratica medica, usata per lo più in caso di fratture del cranio. Nel corso dei secoli si ricorre alla trapanazione anche per combattere il mal di testa, l’epilessia, l’insonnia, le malattie mentali. Durante il medioevo si pensava che diverse patologie fossero dovute alla presenza all’interno della testa di “aria malsana”, aria che un buco in fronte aiutava a disperdere. Oppure erano veri e propri demoni a intrufolarsi nel cranio dell’ammalato: in questi casi il buco diventava un chiaro invito per i demoni a levare le tende.

Estrazione della pietra della follia
Questo quadro di Hieronymus Bosch (1450 – 1516) è intitolato: Estrazione della pietra della follia. Si basa sulla credenza medievale dell’esistenza di tale “pietra della follia” all’interno del cervello. In teoria sarebbe stato possibile guarire i folli estraendo il sasso in oggetto, dopo aver trapanato il cranio

Spesso i pazienti morivano durante gli interventi, anche se la ragione principale erano le infezioni – era facile beccarsi la meningite –, più che trapanazioni troppo avventate. Verso la metà del 1700 la trapanazione è un’operazione ancora circondata da un alone di superstizione. Per esempio era diffusa la credenza che uno dei rischi maggiori nell’intervento fosse il panico del paziente: il poveretto poteva morire di spavento! Per questa ragione gli strumenti chirurgici non dovevano essere mostrati al malato e, prima di cominciare l’intervento, era necessario tappargli bene le orecchie, in modo che non potesse sentire il suono del trapano che scava l’osso.

Nel 1700 si usavano strumenti come questi:

Strumenti per la trapanazione
Alcuni strumenti consigliati da Lorenz Heister per le operazioni di trapanazione

Lo strumento più a destra è particolarmente interessante. È un bisturi che serviva per incidere la dura madre (la dura madre è la prima delle tre meningi, le tre membrane che circondano il cervello – nonostante il nome non è dura, ha la consistenza del tessuto).

Struttura del cranio
Struttura del cranio. Dura madre, aracnoide e pia madre sono le tre meningi

La lama dello strumento è quasi del tutto celata nell’impugnatura. La ragione ufficiale per questo design è che così il chirurgo non poteva per sbaglio tagliare troppo in profondità. Ma la vera ragione era un’altra: l’idea era di nascondere il bisturi alla vista dei parenti e degli amici del malato. Infatti all’epoca un infondato luogo comune dettava che se si intaccava la dura madre, la morte era inevitabile. Cosa avrebbe dovuto fare un chirurgo? Perder tempo a spiegare la Medicina a zoticoni e bifolchi pieni di paure e superstizioni? Certo che no. Da qui la necessità per il bisturi nascosto: il chirurgo poteva agire come meglio credeva senza preoccuparsi degli ignoranti.

Lorenz Heister (1683 – 1758), un celebre chirurgo e anatomista tedesco, descrive un caso esemplare di trapanazione: siamo nel 1753 e il paziente è tale Friedrich Bachmann, un mercante di trentasei anni. Bachmann ha un incidente stradale mentre si sta recando con il suo carro a Francoforte. Picchia molto forte la testa e da quel momento comincia a soffrire di emicranie, dolori al collo, vertigini. Dopo diverse settimane, all’improvviso, le sue condizioni peggiorano: è disorientato, non riconosce i suoi amici, non riesce a camminare.
I medici locali non sanno come affrontare la situazione. Viene consultato il dottor Heister. Heister suggerisce la trapanazione.

Bachmann è trapanato, con scarsi risultati. Il secondo giorno si decide di incidere la dura madre. Nei successivi due giorni il paziente pare riprendersi, ma è un miglioramento effimero: peggiora di colpo; è scosso da spasmi e il braccio destro è paralizzato. Nuova trapanazione in un punto diverso del cranio: il miglioramento dura molto poco; il paziente soffre di violente crisi epilettiche. Le sue condizioni divengono critiche. Si scava più a fondo: si taglia oltre la dura madre attraverso il primo foro – viene evacuata una sostanza densa e gialla, almeno un cucchiaio pieno. Il paziente peggiora. Si scende ancora più in profondità, fino a intaccare la materia grigia. Il paziente muore. Non tutte le ciambelle escono con il buco.
Al termine dell’autopsia, uno dei medici stabilisce che le trapanazioni sono state compiute alla perfezione e che il paziente è morto semplicemente perché la malattia era incurabile. Heister giunge alle stesse conclusioni. Chissà quale sarà il caso di settimana prossima?

Lorenz Heister
Il dottor Heister. Lui sì era un medico serio

Purtroppo la scienza medica progredisce e la trapanazione diviene operazione di routine: di nuovi Bachmann se ne incontrano sempre meno. La trapanazione torna interessante nella seconda metà del ventesimo secolo. Lascia le sale operatorie per diventare un’azione voluttuaria: ci si trapana per il piacere di farlo!

La trapanazione moderna

È probabile che tutto abbia inizio con Cyril Henry Hoskin (1910 – 1981), un idraulico irlandese. Un bel giorno, dopo essere caduto da un albero, viene contattato telepaticamente da un lama tibetano, tale Lobsang Rampa. Il lama sta morendo e chiede al signor Hoskin se può trasmigrare la propria anima nel corpo dell’idraulico. L’idraulico, scontento della vita che conduce, accetta. Così avviene la trasmigrazione e a tutti gli effetti Cyril Henry Hoskin diviene Lobsang Rampa.
Nel 1956 Rampa scrive un libro intitolato The Third Eye, nel quale racconta la sua vita quand’era ancora in Tibet.

Copertina del libro The Third Eye
Copertina del libro The Third Eye

Uno degli episodi più significativi – insieme all’incontro con gli Yeti – è l’apertura del terzo occhio, che permetterà a Rampa di vedere oltre i veli della Realtà. L’operazione consiste nel perforare la fronte di una Rampa cosciente e inserire una scheggia di legno.

bandiera EN He pressed the instrument to the centre of my forehead and rotated the handle. For a moment there was a sensation as if someone was pricking me with thorns. To me it seemed that time stood still. There was no particular pain as it penetrated the skin and flesh, but there was a little jolt as the end hit the bone. He applied more pressure, rocking the instrument slightly so that the little teeth would fret through the frontal bone. The pain was not sharp at all, just a pressure and a dull ache. I did not move with the Lama Mingyar Dondup looking on; I would rather have died than make a move or outcry. He had faith in me, as I in him, and I knew that what he did or said was right. He was watching most closely, with a little pucker of muscles in tension at the corners of his mouth. Suddenly there was a little “scrunch” and the instrument penetrated the bone. Instantly its motion was arrested by the very alert operator. He held the handle of the instrument firmly while the Lama Mingyar Dondup passed him a very hard, very clean sliver of wood which had been treated by fire and herbs to make it as hard as steel. This sliver was inserted in the “U” of the instrument and slid down so that it just entered the hole in my head. The lama operating moved slightly to one side so that the Lama Mingyar Dondup could also stand in front of me. Then, at a nod from the latter, the operator, with infinite caution, slid the sliver farther and farther. Suddenly I felt a stinging, tickling sensation apparently in the bridge of my nose. It subsided, and I became aware of subtle scents which I could not identify. That, too, passed away and was replaced by a feeling as if I was pushing, or being pushed, against a resilient veil. Suddenly there was a blinding flash, and at that instant the Lama Mingyar Dondup said “Stop“. For a moment the pain was intense, like a searing white flame. It diminished, died and was replace by spirals of colour, and globules of incandescent smoke. The metal instrument was carefully removed. The sliver of wood remained, it would stay in place for two or three weeks and until it was removed I would have to stay in this little room almost in darkness.

bandiera IT Premette lo strumento al centro della mia fronte e ruotò l’impugnatura. Per un momento ci fu una sensazione come se qualcuno mi pizzicasse con delle spine. Mi sembrò che il tempo si fosse fermato. Non ci fu nessun particolare dolore mentre lo strumento penetrava la pelle e la carne, ci fu solo una piccola scossa quando colpì l’osso. L’operatore aumentò la pressione, oscillando leggermente lo strumento in modo che i piccoli denti potessero scavare nell’osso frontale. Il dolore non era per niente acuto, solo una sensazione di pressione e un dolore sordo. Non mi potevo muovere con il Lama Mingyar Dondup che guardava; sarei morto piuttosto che muovermi o lamentarmi. Lui aveva fede in me, come io in lui, e sapevo che quello che faceva o diceva era giusto. Stava osservando da vicino, con i muscoli agli angoli della bocca in tensione. Improvvisamente ci fu un piccolo “scrunch” e lo strumento penetrò l’osso. All’instante l’operatore, molto attento, si fermò. L’operatore tenne l’impugnatura dello strumento salda mentre il Lama Mingyar Dondup gli passava una scheggia di legno, molto dura e liscia. La scheggia era stata trattata con fuoco ed erbe per renderla dura quanto l’acciaio. La scheggia fu inserita nella “U” dello strumento e spinta giù in modo da entrare appena nel buco nella mia testa. L’operatore si spostò un pochino di lato per consentire al Lama Mingyar Dondup di stare anche lui di fronte a me. Poi, a un cenno di quest’ultimo, l’operatore, con infinita attenzione, spinse la scheggia sempre più in profondità. Improvvisamente sentii una puntura, un solletico che apparentemente veniva dal ponte del naso. La sensazione si attenuò e divenni cosciente di un profumo sottile che non riuscii a identificare. Anche il profumo svanì e fu sostituito da una sensazione come se stessi spingendo o fossi spinto contro un velo resistente. Improvvisamente ci fu un flash accecante, e in quell’istante il Lama Mingyar Dondup disse “Stop“. Per un momento il dolore fu intenso, una lancinante fiamma bianca. Il dolore diminuì e sparì, e fu sostituito da spirali di colore e da globuli di fumo incandescente. Lo strumento di metallo fu rimosso con cautela. La scheggia di legno rimase, sarebbe rimasta in posizione per due o tre settimane e finché non fosse stata rimossa, sarei dovuto rimanere in questa piccola stanza, quasi completamente al buio.

Il libro di Rampa ha grande successo, anche se i maligni sospettano che l’idraulico si sia inventato tutto. Voi a chi credereste? Agli Invidiosi o a un lama reincarnato con tanto di terzo occhio?

Una persona che deve aver prestato fede a Rampa è il “dottore” olandese Bart Huges (dottore tra virgolette perché il signor Huges non si è mai laureato in medicina: fallisce per due volte di seguito l’esame di ostetricia, perde la borsa di studio e lascia l’Università). Huges è considerato uno dei padri della moderna trapanazione voluttuaria e il suo breve saggio The Mechanism of Brainbloodvolume (conosciuto anche con il titolo Homo Sapiens Correctus) scritto nel 1962 è ritenuto una pietra miliare da tutti i suoi seguaci – cinque o sei persone in tutto il mondo, dagli anni ’60 a oggi.

BBV

Traduzione inglese del manoscritto originale di The Mechanism of Brainbloodvolume

La teoria di Huges sostiene che l’apertura di un foro nel cranio possa aumentare l’apporto di sangue al cervello in rapporto al fluido cerebrospinale, con enormi miglioramenti delle capacità intellettive e delle doti creative. L’intera società trarrebbe beneficio da una trapanazione di massa. Lo spiega lo stesso Huges in un’intervista condotta da Joey Mellen, uno dei suoi (pochi) allievi:

bandiera EN M(ellen): Do you think that trepanned can create a better social system?
H(uges): I think that no construction of adults can work optimally unless each adult in the construction is trepanned.
M: Do you foresee many changes in a trepanned society?
H: Increased efficiency in social operations, the restriction of activity to the essential, and with the restoration of originality and creativity to the adult rapid progress in technology.

bandiera IT M(ellen): Pensi che i trapanati possano creare un miglior sistema sociale?
H(uges): Penso che nessuna organizzazione di adulti possa funzionare al meglio a meno che ogni adulto nell’organizzazione sia trapanato.
M: Prevedi molti cambiamenti in una società di trapanati?
H: Aumentata efficienza nei rapporti sociali, la riduzione delle attività a quelle essenziali, e grazie al recupero per gli adulti di originalità e creatività prevedo un rapido progresso tecnologico.

E qui i maligni diranno che il dottor Huges, se crede davvero a ‘ste cose, dovrebbe lui per primo metterle in pratica. E infatti, non trovando collaborazione tra l’ottusa classe medica dell’epoca, il 6 gennaio 1965, Huges, armato di bisturi e trapano elettrico, procede all’autotrapanazione. L’operazione è un successo!

Bart Huges
Bart Huges alle prese con la trapanazione

Dieci giorni dopo l’intervento, Huges cerca di dimostrare al mondo la fattibilità e l’utilità della trapanazione: il risultato è che viene ricoverato nel reparto psichiatrico dell’ospedale universitario, dove è trattenuto in osservazione, contro la sua volontà, per tre settimane.

Pochi mesi dopo, a Ibiza, avviene il primo incontro tra Joseph “Joey” Mellen e Huges. Huges procura a Mellen degli allucinogeni e gli racconta la sua esperienza con la trapanazione. Nel 1966 Mellen invita Huges a Londra. I due organizzano comizi in giro per la città, predicando a favore dell’LSD e della trapanazione. La polizia espelle Huges dal Regno Unito.
Intanto Mellen è pronto a compiere il grande passo: compra un trapano chirurgico manuale e dell’anestetico. Dopo aver assunto dell’LSD procede all’autotrapanazione, ma non ha la forza per incidere l’osso. Chiede aiuto a Huges, ma quest’ultimo non può più tornare a Londra perché adesso è nella lista delle persone sgradite al governo inglese.
Così Mellen si rivolge ad Amanda Feilding, la sua coinquilina. Con l’aiuto dell’amica la trapanazione procede, ma proprio quando l’osso sta per essere staccato, Mellen sviene e deve essere ricoverato in ospedale. Poi viene arrestato per possesso di marijuana.
Quando è rilasciato, Mellen e Amanda ci riprovano. Continuano a scavare dove si erano fermati la volta scorsa. Però, ancora una volta, l’operazione non riesce del tutto: staccano solo una parte dell’osso inciso; il buco risulta molto piccolo. Lo stesso Mellen descrive così la situazione:

bandiera EN After some time there was an ominous sounding schlurp and the sound of bubbling. I drew the trepan out and the gurgling continued. It sounded like air bubbles running under the skull as they were pressed out. I looked at the trepan and there was a bit of bone in it. At last! On closer inspection I saw that the disc of bone was much deeper on one side than on the other. Obviously the trepan had not been straight and had gone through at one point only, then the piece of bone had snapped off and come out. I was reluctant to start drilling again for fear of damaging the brain membranes with the deeper part while I was cutting through the rest or of breaking off a splinter. If only I had an electric drill it would have been so much simpler. Amanda was sure I was through. There seemed no other explanation for the schlurping noises I decided to call it a day. At the time I thought that any hole would do, no matter what size. I bandaged up my head and cleared away the mess.

bandiera IT Dopo un po’ di tempo c’è stato un inquietante suono, uno schlurp, e un gorgoglio. Ho tirato fuori il trapano e il gorgoglio è proseguito. Suonava come se bolle d’aria si agitassero sotto il cranio e poi venissero spinte fuori. Ho guardato il trapano ed era rimasto attaccato un pezzetto di osso. Finalmente! Guardando con più attenzione, mi sono accorto che il disco di osso era molto più spesso lungo un lato rispetto al lato opposto. Evidentemente il trapano non era sceso dritto e aveva trapassato il cranio solo in un punto, poi un pezzetto d’osso si era staccato. Ero riluttante a riprendere la trapanazione per paura di danneggiare le membrane cerebrali nel tentativo di tagliare attraverso il resto dell’osso. Se solo avessi avuto un trapano elettrico sarebbe stato tutto molto più semplice. Amanda era sicura ci fossi riuscito. Non sembrava esserci altra spiegazione per i gorgoglii, così decisi di non insistere. Al tempo pensavo che ogni buco sarebbe andato bene e che la grandezza non avesse importanza. Mi sono fasciato la testa e ho pulito il macello.

Passa il tempo e Mellen si convince che il buco sia in effetti di dimensioni inadeguate. Nella primavera del 1970 ritenta, in un altro punto, con un trapano elettrico. Dopo mezzora il trapano brucia. Mellen deve farlo riparare e riprendere il giorno dopo. Finalmente è un successo! Un bel buco che cambia la vita di Mellen. Quando Amanda torna all’appartamento – era in viaggio fuori città – si accorge subito che c’è qualcosa di diverso in Mellen. È evidente che con il buco in testa lui ha raggiunto un più alto stato di coscienza.
Amanda decide di autotrapanarsi.

Mentre lei opera – usando un trapano da dentista –, Mellen filma la scena con una telecamera. L’operazione riesce al primo colpo.
Amanda così descrive sinteticamente gli effetti del buco in testa:

bandiera EN If one puts the adult norm of consciousness at zero and the LSD users at one hundred, then the childhood level and that attained by trepanation is thirty, and the level of cannabis is around fifty to sixty.

bandiera IT Se uno pone il livello di coscienza di un normale adulto a zero e di un consumatore di LSD a cento, allora il livello dell’infanzia e il livello ottenibile con la trapanazione è trenta, e il livello con la cannabis è da cinquanta a sessanta.

Soddisfatti, Mellen e Amanda cercano di diffondere la moda. Mellen scrive un libro, Bore Hole, Amanda un opuscolo, Blood and Consciousness, e il film dell’operazione a quest’ultima è distribuito con il titolo Heartbeat in the Brain.

Heartbeat in the Brain
Quattro fotogrammi da Heartbeat in the Brain. Purtroppo pare che il film completo sia andato perduto

Mellen e Amanda girano l’Europa e gli Stati Uniti, organizzano conferenze e proiezioni. Il film ha un notevole impatto – gente sviene guardandolo –, ma nel complesso rimane alto lo scetticismo nei confronti della trapanazione.
Tornati in patria, nel 1978 Amanda si candida per il parlamento inglese. Il cardine del suo programma politico è la trapanazione gratuita per tutti gli adulti che la desiderano. Ottiene 49 voti. Alle elezioni del 1983 sotto la sigla “Indipendent – Trepanation for the National Health” supera i cento voti (139 voti): ancora troppo pochi per essere eletta. Stupida democrazia!

Votate per Amanda
Materiale promozionale per l’elezione di Amanda Feilding

Dopo Mellen, il secondo più fervente allievo di Huges è Pete Halvorson. Halvorson vive periodi di forte depressione. Prova a rivolgersi a uno psicologo, prova con gli psicofarmaci: niente da fare. Per fortuna chikas_pink03.gif nel 1972 incontra ad Amsterdam il dottor Huges. Huges lo convince della bontà delle sue teorie e Halvorson si apre un buco in testa di otto millimetri con un trapano elettrico. La depressione sparisce! Halvorson è un uomo nuovo, che vive a un superiore livello di coscienza. Lui stesso ammette che:

bandiera EN When I first trepanned myself, I thought – and I know this sounds selfish – but I thought, ‘Only a few people deserve this.’

bandiera IT Quando mi sono trapanato per la prima volta, ho pensato – e lo so che suona egoistico – ma ho pensato, ‘Solo poche persone lo meritano’.

Col tempo però cambia idea; tutti devono poter sperimentare le gioie della trapanazione: fonda perciò l’ITAG, International Trepanation Advocacy Group. In una decina d’anni di attività, l’ITAG pare abbia convinto almeno sessanta persone a trapanarsi per diletto.

* * *

bandiera EN [...] every time I coughed, some fluid would come out of the hole in my head.

bandiera IT [...] ogni volta che tossivo, un po’ di liquido mi usciva dal buco nella testa.

Dichiara Heather Perry dopo la trapanazione. La trapanazione è così da lei descritta:

bandiera EN I injected myself with a local anaesthetic and then slashed a big T-shaped incision in my scalp, right down to the bone. I was sat there in the bathroom feeling quite relaxed and they started with the drill. It didn’t take that long at all, probably about 20 minutes. Eventually I could feel a lot of fluid moving around. Apparently, there was a bit too much fluid shifting around, because they’d gone a little bit too far and I was leaking some through the hole, but this wasn’t especially dangerous as there are three layer of meninges before you get to the brain.

bandiera IT Mi sono iniettata un anestetico locale e poi ho praticato un ampio taglio a forma di T nel cuoio capelluto, incidendo fino all’osso. Mi sono seduta in bagno, mi sentivo piuttosto rilassata; hanno cominciato con il trapano. Non c’è voluto molto, probabilmente intorno ai 20 minuti. Sentivo un sacco di liquido muoversi in giro. Apparentemente c’era un po’ troppo liquido perché erano scesi un po’ troppo in profondità, e il liquido colava anche attraverso il buco, ma non era una situazione particolarmente pericolosa, perché ci sono tre strati di meningi prima di arrivare al cervello.

Heather Perry è una delle persone che si sono trapanate con l’appoggio di Pete Halvorson. In Heather l’idea della trapanazione è nata quando ha saputo che il suo idolo John Lennon aveva intenzione di fare lo stesso. Questo e un notevole consumo di acido:

bandiera EN I did a lot of acid, which kind of mashed my head up a bit.

bandiera IT Mi sono fatta un sacco di acido che mi ha un po’ frollato la testa.

Huges, Mellen, Amanda, Heather: tutti pazzi? Forse no. Amanda Feilding, dopo il fallimento politico, non si è arresa. Ha continuato a studiare il problema ed è arrivata a collaborare con il neurofisiologo russo Yuri Moskalenko. Moskalenko ha studiato in maniera scientifica la trapanazione, seguendo la sorte di quindici pazienti trapanati. Secondo le sue conclusioni la trapanazione può sul serio avere un effetto benefico sulle capacità mentali (specie per chi ha superato i quarant’anni) e può essere di aiuto nella cura di certe malattie del sistema nervoso, come il morbo di Alzheimer.

Trapanazioni di incerta origine

Finora ho elencato aneddoti documentati riguardo la trapanazione. Se si entra nel campo delle leggende e del folklore, spuntano altri casi curiosi.
Per esempio, durante il secondo secolo, nelle miniere di sale della Dalmazia, pare che i minatori venissero trapanati. Nel buco in fronte veniva inserita una candela: in questo modo i minatori potevano avere luce nelle gallerie ed entrambe le mani libere per lavorare.
Nel 2002, in Ucraina, furono ritrovati i cadaveri di numerosi ufficiali e soldati nazisti. Molti dei teschi ritrovati erano stati trapanati, alcuni in diversi punti. È possibile che il massacro sia stato il risultato di esperimenti segreti condotti dalla divisione medica della società Ahnenerbe, un’organizzazione nazista da sempre associata a ogni sorta di pratica occulta.

Con queste premesse, è strano constatare come la trapanazione sia spesso stata ignorata dal cinema e dalla narrativa. Certo non mancano film e romanzi dove qualcuno si trapana, ma forse l’unica opera dove la trapanazione è il fulcro della vicenda è il manga Homunculus di Hideo Yamamoto (già autore di Ichi the Killer).

Manabu Ito, un ricco studente di medicina, convince Susumu Nakoshi (un agente delle assicurazioni che vive come un barbone e dorme nella propria auto) a sottoporsi a un esperimento di trapanazione. Susumo è scettico, ma alla fine accetta.
L’operazione apre il terzo occhio di Susumo e gli concede di osservare la vera natura delle persone; di spiare il subconscio altrui che gli appare sotto forma di creatura, di omuncolo. Susumo è così coinvolto in una serie di avventure sempre più surreali.

Tavola 1 Tavola 2 Tavola 3 Tavola 4
Tavola 5 Tavola 6 Tavola 7 Tavola 8

Alcune tavole dal primo volume di Homunculus. Clicca per ingrandire

È un manga interessante. Non si può dare un giudizio definitivo perché la storia è ancora in corso. Onestamente ho l’impressione che Yamamoto non sempre abbia ben presente dove vuole andare a parare. In ogni caso è lettura imprescindibile per gli appassionati della trapanazione.

Fonti e conclusioni

La fonte principale per la parte dedicata alla trapanazione nei tempi antichi è il seguente volume:

Copertina di Trepanation – History, Discovery, Theory Trepanation – History, Discovery, Theory a cura di Robert Arnott, Stanley Finger, C. U. M. Smith (Swets & Zeitlinger Publishers, 2005).

Inoltre su gigapedia si può recuperare anche l’opera di Lobsang Rampa:

Copertina di The Third Eye The Third Eye di T. Lobsang Rampa (Secker & Warburg, 1956).

Per la trapanazione moderna, il web offre ampia documentazione, spesso sotto forma di interventi degli stessi trapanati. Si esplorino perciò i link elencati tra gli approfondimenti.

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Spero che l’articolo sia stato interessante e abbia suscitato curiosità nei confronti della trapanazione.
Ci vuole più trapanazione cranica nella narrativa! Il sole del trapanopunk sta per sorgere!

Gioco della trapanazione
La trapanazione è il gioco più divertente!

In futuro potrei tornare a parlare di chirurgia voluttuaria perché offre sempre spunti affascinanti. Per esempio il recente diffondersi del così detto “self-embedding disorder”, ovvero l’infilarsi sotto la pelle, dentro la carne, ogni genere di oggetto. Aghi, graffette, schegge di legno, pezzi di plastica, intere matite. Il feticista di Tsukamoto ne sarebbe orgoglioso!

Self-embedding disorder per il feticista del metallo in Tetsuo

Approfondimenti:

bandiera EN Trepanation su Amazon.com
bandiera EN The Third Eye su Amazon.com

bandiera EN Il sito web dell’ITAG
bandiera EN Un estratto dedicato ai trapanati dal libro Eccentric Lives & Peculiar Notions di John F. Mitchell
bandiera EN Hole in the Head Gang: articolo di Timothy Colin Cridland
bandiera EN Blood and Consciousness di Amanda Feilding (PDF)

bandiera EN L’intervista di Mellen a Huges
bandiera EN Intervista a Heather Perry
bandiera EN Interessantissima intervista con un trapanato

bandiera EN Homunculus tradotto in inglese scaricabile da MangaTraders (registrazione gratuita richiesta)

 

Scritto da GamberolinkCommenti (50)Lascia un Commento » feed bianco Feed dei commenti a questo articolo Questo articolo in versione stampabile Questo articolo in versione stampabile • Donazioni