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Robert Löhr – Scacco alla regina

Pubblicato da Bubba il 29 settembre 2007 @ 13:50 in Libri,Non Fantasy,Recensioni,Straniero | 3 Comments

SAR Titolo originale: Der Schachautomat
Autore: Robert Löhr
Anno: 2006
Casa Editrice: Bompiani
Genere: Storico
ISBN: 88-452-5701-0
Prezzo: 17,50 euro
Pagine: 450

Ottimo debutto per Robert Löhr come scrittore: questo è più o meno quanto c’è da dire su ” Der Schachautomat “, il suo primo romanzo.
In breve, questo volume ci narra delle vicende del Turco, un famosissimo automa inventato da Wolfang Von Kempelen, inventore alla corte dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria. In realtà, al suo interno si celava un vero giocatore di scacchi, di cui nella realtà storica nulla si conosce (Kempelen riuscì a mantenere il segreto sul funzionamento dell’automa portandoselo nella tomba).
Löhr inventa la figura del nano veneziano Tibor e sviluppa nel romanzo il suo rapporto di lavoro con l’inventore e il suo assistente, l’ebreo Jakob, dalle fasi di collaudo della macchina alle sue numerose esibizioni nell’impero.
Grandissima importanza nella trama ha la tematica della libertà: Tibor è infatti prigioniero di Von Kempelen e sebbene non gli manchi un generoso compenso, la massima segretezza sul meccanismo dell’invenzione lo costringe a stare chiuso in casa Kempelen, avendo rapporti solo con l’inventore e l’assistente Jakob.
Sono presenti alcuni flashback sulla vita di Tibor prima di incontrare l’inventore e varie situazioni ai limiti dell’assurdo…

Il turco

Lo stile di Löhr è pulito e privo di inutili fronzoli: le descrizioni sono sufficienti a dare al lettore un quadro chiaro di ogni situazione, senza cercare ad ogni costo il suggestivo. Pecca di scarsa abilità invece, in alcune scene d’azione, descritte in modo fin troppo semplicistico e surreale.

Sono presenti alcune scene di sesso / erotismo che coinvolgono i tre protagonisti della narrazione in alcune occasioni: scene che nei punti giusti risvegliano l’attenzione del lettore e danno un po’ di brio al romanzo nei punti in cui ci si potrebbe addormentare. Ottimo artificio letterario che se usato con parsimonia e cognizione di causa può risollevare l’attenzione e strappare un sorriso. In questo caso nulla di sconvolgente o eccitante: sul fronte sensuale Lohr è sulla buona strada ma ha ancora molto da imparare (da autori come Clive Barker, per esempio).

Per quanto riguarda la ricostruzione storica del periodo (la narrazione inizia nel 1770), i personaggi della corte degli Asburgo, la nobiltà, città ed edifici, i quartieri ebraici ecc… sono molto caratterizzati. A fine romanzo l’autore spiega chiaramente quali elementi sono di pura invenzione letteraria e quali invece sono fedeli alla realtà storica: Lohr è riuscito a ritagliarsi infatti una nicchia tutta sua in cui esercitare la libertà di narratore, inventando la storia e l’identità del giocatore all’interno della macchina. Ottimo ed originale spunto per un debutto notevole.

In generale, la trama è molto ben sviluppata e la suddivisione dei capitoli in base al luogo in cui si svolgono le vicende è un punto a favore. Un libro che si lascia leggere molto facilmente e che intrattiene per qualche giorno il lettore su una favola storicamente interessante, con alcuni elementi di giallo (che coinvolgono addirittura l’automa in un misterioso omicidio) e situazioni davvero originali.


Approfondimenti:

bandiera EN Il turco su Wikipedia (en)
bandiera EN Wolfgang Von Kempelen su Wikipedia (en)

Giudizio:

Lettura facile e piacevole +1 Alcune descrizioni sono abbastanza inverosimili -1
Ambientazione storica consistente e piuttosto accurata +1 … ma qualche particolare in più avrebbe fatto comodo! -1
Scene di erotismo nei punti giusti +1 … ma nulla di realmente eccitante. -1
Trama coinvolgente +1
Situazioni sempre originali +1
Ottima caratterizzazione di Tibor, Jakob e Kempelen +1  
Inserimento di elementi di fantasia in punti oscuri di una storia vera +1  


3 Comments (Mostra | Nascondi)

3 Comments To "Robert Löhr – Scacco alla regina"

#1 Comment By Capitan Gambero On 29 settembre 2007 @ 16:19

Il periodo mi interessa sicuramente: amo molto i romanzi storici ambientati tra ’700 e ’800.
“Il Turco” è una di quelle cose le cui vicende, a loro modo, rendono la realtà più incredibile della finzione e, come sosteneva Pirandello in questi casi, se non fosse esistito davvero un (falso) “automa” simile chiunque avesse inventato una storia che ne parlasse sarebbe stato tacciato di stupidità e semplicioneria nei confronti dei lettori.

In fondo pare strano anche a noi che tanta gente sia stata ingannata dal Turco, ma fu così… incredibile, ma vero. :-)

Leggerò sicuramente questo libro.

#2 Comment By Gamberetta On 29 settembre 2007 @ 17:18

Nel Southern Literary Journal dell’Aprile 1836 apparve un articolo anonimo che aveva lo scopo di spiegare il funzionamento del Turco, in quel periodo in tour negli Stati Uniti.
L’articolo l’aveva scritto E.A. Poe. L’articolo di Poe contiene diverse inesattezze, però non solo avvalora la tesi (corretta) che il Turco sia manovrato da una persona al suo interno, ma riesce anche a individuare con nome e cognome tale individuo.
O almeno le deduzioni di Poe sono corrette basandosi sulle testimonianze del figlio dell’ultimo proprietario del Turco e di diversi giocatori che sarebbero stati nel corso degli anni l’anima della macchina. Purtroppo la certezza non si avrà mai perché il Turco è andato distrutto in un incendio nel 1854. Di lui rimane solo la scacchiera vera e propria che era conservata a parte.

L’articolo di Poe è anche interessante per altri versi. Poe giustamente sottolinea che se il Turco fosse davvero una macchina sarebbe la più grande invenzione della storia dell’umanità, e dunque è perlomeno curioso l’atteggiamento dei vari proprietari del Turco, che trattano tale meraviglia quale un divertimento quasi da niente, una sciocchezzuola.
Succede anche ai giorni nostri: non passa giorno che si senta delle gente dire che ha inventato la macchina per il moto perpetuo, o che è in grado di parlare con i morti, o viaggiare nel tempo. Ognuna di tali “invenzioni” rivoluzionerebbe il mondo, eppure i presunti geni spesso trattano tali prodigi con sufficienza, qualche volta addirittura vendendone i segreti per pochi euro…

L’articolo di Poe paragona poi il Turco alle macchine calcolatrici di Babbage, sostenendo che il Turco dovrebbe essere in certo senso qualitativamente superiore a tali macchine, e qui Poe si sbaglia.
Il punto più curioso è però quando Poe sostiene questa tesi: se il Turco fosse una macchina e fosse in grado di vincere una partita, allora dovrebbe essere in grado di vincerle tutte. E siccome il Turco aveva subito delle sconfitte, benché rare, non poteva essere una macchina. In altre parole, se il Turco fosse una macchina, in quanto tale, dovrebbe essere infallibile.
Questa vera e propria fede nella meccanica e nel calcolo automatico è rimasta per parecchio. Ancora oggi, nonostante Bill Gates abbia dimostrato ampiamente il contrario, capita di sentire l’espressione “l’ha detto il computer!”, quale prova di certezza di un fatto.

In realtà, come ha dimostrato Gödel, un tale tipo di certezza non può essere raggiunta neanche in linea teorica (sto leggendo: “Gödel, Escher, Bach Un’eterna ghirlanda brillante” che è un libro BELLISSIMO, sperò però di aver capito giusto! ^_^ )

E per tornare al Turco, è forse superfluo dirlo, ma al suo interno, quale eccezionale giocatore, vi era un Coniglietto…

#3 Comment By Bubba On 29 settembre 2007 @ 20:09

In effetti non sappiamo chi sia stato a manovrare il Turco per i primi anni di esibizioni, perché era un segreto gelosamente custodito: Von Kempelen non svelò mai il trucco che permetteva alla macchina di giocare a scacchi.

Quindi è plausibile che sia stato proprio un coniglietto, chissà magari un antenato del coniglietto Grumo!


URL dell'articolo: http://fantasy.gamberi.org/2007/09/29/robert-lohr-scacco-alla-regina/

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