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Recensioni :: Film :: Cloverfield

Pubblicato da Gamberetta il 9 febbraio 2008 @ 13:58 in Film,Non Fantasy,Recensioni,Straniero | 38 Comments

Locandina di Cloverfield Titolo originale: Cloverfield
Regia: Matt Reeves

Anno: 2008
Nazione: USA
Studio: Bad Robot
Genere: Fantascienza, Mostri latitanti
Durata: 1 ora e 25 minuti

Lingua: Inglese

Kaiju è un termine giapponese che indica una creatura strana, mostruosa. Kaiju eiga sono i film di mostri, filone cinematografico al quale appartiene Cloverfield.
È un filone che come pochi altri sta a cuore al Coniglietto Grumo. Per capire perché, bisogna tornare indietro di trent’anni.

Il Coniglietto Grumo attore

1971. Il Coniglietto Grumo è appena tornato dal Vietnam. La sua ultima missione con le forze speciali è stata l’Operazione Lam Son 719, concepita per colpire le basi logistiche dei nemici della democrazia in Laos.
Il reparto di Grumo non è mai esistito, gli Americani non hanno mai ammesso il loro intervento diretto in Laos, ma Grumo c’è stato e ha visto l’Inferno!
Sono gli anni bui di Grumo, segnati da solitudine, alcool e oppio. Nella disperazione, un solo momento di gioia, l’esordio come attore nel film Night of the Lepus.

Locandina di Night of the Lepus
Locandina di Night of the Lepus

In Night of the Lepus, il crudele tentativo di ridurre la popolazione dei coniglietti, sviluppando un siero che uccida solo loro, senza avvelenare le altre specie, si ritorce contro i sadici dottori: i coniglietti infettati crescono a dismisura e divengono assetati di sangue!
Night of the Lepus è un film bizzarro, recitato con quasi assoluta serietà, come se nessuna delle persone coinvolte si rendesse conto dell’intrinseca ridicolaggine della trama. Segna anche la nascita della passione del Coniglietto Grumo per i film di mostri, passione che non l’ha ancora abbandonato, così com’è durata per anni l’amicizia che l’ha legato a DeForest Kelley (il dottor McCoy di Star Trek), conosciuto sul set del film.

I Coniglietti attaccano! Riconoscete Grumo?

Data tale premessa, diviene facile capire perché i film di mostri sono tanto importanti per il Coniglietto Grumo. Sono stati per lui la luce al fondo di un tunnel buio.

Breve storia dei mostri

Volendo tracciare una breve storia dei film di mostri le quattro tappe fondamentali sono:

The Lost World (1925) per la regia di Harry Hoyt, tratto da un famoso romanzo di Arthur Conan Doyle. In tale film per la prima volta compaiono mostri giganti, nel caso specifico dinosauri.

Trailer di The Lost World (1925)

King Kong (1933) regia di Merian C. Cooper e Ernest B. Schoedsack. La vicenda è celeberrima e perciò non starò a riassumerla. L’incredibile successo di King Kong ha suscitato interesse per i film di mostri in ogni angolo del mondo, e per questa ragione spesso King Kong è indicato quale capostipite del genere, sebbene appunto non lo sia in senso cronologico.

Trailer di King Kong (1933)

The Beast from 20,000 Fathoms (1953) regia di Eugène Lourié, tratto da un racconto di Ray Bradbury. The Beast from 20,000 Fathoms è la storia di una gigantesca creatura preistorica, un Redosauro, rimasta intrappolata per milioni di anni sotto il ghiaccio del Polo Nord. Sciagurati esperimenti nucleari risvegliano il mostro che pensa bene di dirigersi in America e attaccare la città di New York!
Non solo il Redosauro ha un pessimo carattere, dimensioni enormi e forza spaventosa, ma è anche portatore di brutte malattie. Questo particolare non è molto comune tra film di mostri, specie se sono mostri giganti; di recente è stato ripreso nel film coreano The Host dove però è usato solo per calunniare il povero mostro.

Trailer di The Beast from 20,000 Fathoms (1953)

The Beast from 20,000 Fathoms è uno dei primi film a poter vantare effetti speciali realizzati da Ray Harryhausen, un maestro nel campo.
È un bel film, divertente e con una trama più complessa di quanto non appaia a prima vista. È un film superiore sotto ogni aspetto a Cloverfield.
The Beast from 20,000 Fathoms ottenne un buon successo, ma l’importanza della pellicola è legata al fatto di essere stata la principale fonte d’ispirazione per Godzilla, uscito in Giappone l’anno successivo.

Gojira (1954) o Godzilla. Il Re dei Mostri! Come nel caso di King Kong la vicenda è così famosa che non ha bisogno di presentazioni, basta lasciar parlare le immagini…

Godzilla è spesso di cattivo umore…

Dopo Godzilla è difficile tener traccia di tutti i film di mostri prodotti nei più disparati Paesi. E se oggi il genere è forse un po’ in declino a livello mondiale, in Giappone rimane saldo con nuovi film di mostri ogni anno.

Mostri curiosi

Accanto alla storia ufficiale ce n’è un’altra parallela, che parla di film bizzarri e misteriosi che pochissimi hanno visto. Si va dalle inquietanti immagini pare tratte dal trailer di The Gorilla (1930), film considerato perduto, a Edo ni Arawareta Kingu Kongu: Henge no Maki (King Kong Appears in Edo) film con King Kong forse prodotto in Giappone tra il 1933 e il 1938 ma che forse non è mai esistito.

Le enigmatiche immagini di The Gorilla (1930)

Oppure si cita l’elusivo Wangmagwi film coreano del 1967, che avrebbe visto la partecipazione di più di 150.000 comparse. Wangmagwi non è mai uscito in videocassetta o DVD e non è mai stato trasmesso in televisione. Dopo essere passato al cinema si è inabissato, per riemergere solo qui e là in concomitanza con qualche festival dedicato all’argomento.

Wangmagwi
Un fotogramma di Wangmagwi

C’è poi la bislacca vicenda di Pulgasari. Realizzato per la prima volta in Sud Corea nel 1962 (e questo è un altro film del quale si sono perse le tracce), se ne cominciò un remake nel 1978, se non che il regista, Sang-ok Shin, venne rapito dai servizi segreti nord coreani: avrebbe dovuto rilanciare l’agonizzante cinematografia nord coreana. Sang-ok Shin finì dunque per lavorare a Pulgasari in Nord Corea. Nel 1985, con il film quasi completato, Sang-ok Shin riuscì però, al termine di una rocambolesca fuga, a raggiungere gli Stati Uniti.

Locandina di Pulgasari (1962)
Locandina di Pulgasari (1962)

Pulgasari fu terminato da un altro regista ma il risultato finale non piacque al presidente Kim Jong-il, che ne vietò la proiezione. Per dieci anni non se ne seppe più niente, finché un critico cinematografico giapponese non se ne procurò una copia. Proiettato in un solo cinema ottenne un discreto successo; qualche tempo dopo ne uscì un’edizione “ufficiale” in videocassetta. Oggi è disponibile in DVD e persino su google video, qui.

Copertina di Pulgasari (1985)
Copertina del DVD della versione 1985 di Pulgasari

Manca ancora un particolare: nel 1996 Shin scrisse la sceneggiatura per Galgameth un remake americano di Pulgasari in versione per bambini.

Pulgasari è un mostro buono. Un gigante mangiatore di ferro che aiuterà i contadini a ribellarsi contro i propri dittatori. Nondimeno l’insaziabile fame di metallo lo condurrà alla rovina.

Cloverfield

Davanti a Pulgasari con la sua storia di registi rapiti, film scomparsi, e remake sempre più oscuri, vien da sorridere pensando a J.J. Abrams, produttore di Cloverfield, e alla sua patetica operazione di “marketing virale”. Il tentativo artefatto di creare un’aura d’interesse e hype intorno a un film che si rivela ben più misero di una produzione nord coreana degli anni ’80.

La trama di Cloverfield è ridotta all’osso: un mostro attacca New York e prende di sorpresa un gruppetto di nullafacenti che stavano festeggiando la partenza di uno di loro per il Giappone. Per un’oretta i tizi girano a vuoto per Manhattan finché il film non termina. Durata totale 85 minuti, dei quali i primi venti sono di pure chiacchiere (la festa di cui sopra).

Trailer di Cloverfield (2008)

Definire Cloverfield un film di mostri è una forzatura. Il mostro compare solo per poche inquadrature alla fine, e i suoi figlioli mostriciattoli si vedono per pochi secondi. Ma soprattutto il mostro non solo non è protagonista, ma non è neanche un personaggio: non ha motivazioni, non ha storia, non ha un perché, è trattato alla stregua di un qualunque accidente naturale. Se il mostro fosse stato sostituito da un terremoto (o magari dal gelo assassino di The Day After Tomorrow) il film non sarebbe cambiato di un millimetro.
Questo a casa mia si chiama: prendere per i fondelli la gente. Spacciare un film per film di mostri quando in realtà non è vero è quanto di più bieco si possa fare. Già film come The Village di Shyamalan tirano la corda, Cloverfield la spezza.

Cloverfield è visto per la sua interezza attraverso un videocamera digitale in mano a uno dei protagonisti, nello stile di The Blair Witch Project. Questo comporta che spesso le immagini non siano a fuoco, siano inquadrati i piedi invece dei volti degli attori e ci siano un sacco di movimenti inutili di camera.
Non mi piace. Non m’immerge nel film, mi suscita mal di mare. E anche se potrà sembrare incredibile, non me ne importa un fico secco della marca di scarpe dei personaggi. Sarò ingenua, ancora ferma al Web 1.0 o che altro, ma io preferisco in un film di mostri vedere il dannato mostro!

Naturalmente le maggiori sfocature sono in concomitanza con gli avvistamenti dei mostro. Quando c’è da inquadrare un bel cartellone pubblicitario della Nokia, la telecamera è bella fissa.

L’attacco di un mostriciattolo
L’attacco di un mostriciattolo

Pubblicità occulta
Pubblicità. (questo è il culmine di un bijou in fatto di pubblicità “occulta”: prima il protagonista riceve una telefonata e s’indugia sul suo parlare al cellulare, poi va a sedersi sotto il cartellone pubblicitario e infine c’è questa inquadratura prolungata sul nome della ditta, in modo che possa essere ben leggibile. Complimenti agli interessanti, mi avete proprio convinta: non comprerò un telefono della Nokia manco morta)

Ma questo in fondo sarebbe il meno. Quello che rende Cloverfield una solenne perdita di tempo è la totale mancanza di fantasia e originalità. La storia è come visto inesistente. Il mostro in sé per quel pochissimo che s’intravvede è un generico rettile-anfibio senza personalità alcuna. E i mostriciattoli sono scopiazzati dagli headcrab presenti in Half-Life e Half-Life 2, i famosi videogiochi sviluppati da Valve Software. Il loro attacco ai protagonisti nei tunnel della metropolitana è modellato a ricalco del videogioco, con i personaggi che si difendono, proprio come nel gioco, a calci e sprangate.

Headcrab
Headcrab (Half-Life 2)

Anche dal punto di vista stilistico Cloverfield è solo una brutta copia. L’idea generale del film di mostri in prima persona col mostro che c’è ma non si vede è presa pari pari da Incident at Loch Ness, film del 2004 di Zak Penn e Werner Herzog. Per rendersi conto basta guardare la scena che segue. ATTENZIONE! Contiene spoiler per Incident, non guardatela se avete intenzione di vedere in futuro tale film (e ne vale la pena!)

Una sequenza da Incident at Loch Ness (2004)

Per altro la telecamera ritrovata con dentro un filmato del mostro che attacca chi la reggeva è un’idea ben più vecchia, e pare sia comparsa per la prima volta nel 1959 in Caltiki – Il Mostro Immortale di Mario Bava. Aggiornamento del 12 febbraio: la sequenza da Caltiki con la telecamera ritrovata e la ripresa in prima persona.

Caltiki: già cinquant’anni fa si riusciva a far venire il mal di mare agli spettatori a furia di movimenti bruschi e immagini sfocate!

Locandina di Caltiki - Il Mostro Immortale
Locandina di Caltiki – Il Mostro Immortale

Intere sequenze di Cloverfield sono fregate ad altri film, per esempio i soldati che sparano verso il mostro mentre la telecamera rimane su di loro invece di seguire il volo dei proiettili è presa dalla Guerra dei Mondi di Spielberg, con i marziani dietro la collina.
Saranno tutte citazioni? Nah! È solo spregevole copia/incolla da parte di chi non ha lui alcun talento o fantasia.

Cloverfield, e qui bisogna ammettere che non è solo, ma questo non lo giustifica, è poi vittima del disgraziato “Mito della fantasia dello spettatore”. Tale mito vuole che sia meglio solo alludere, non indugiare, lasciare che sia la fantasia dello spettatore (o del lettore) a “creare” il mostro. Non c’è niente di più pauroso delle nostre stesse paure! Non è vero, è una stupidata.
Il meccanismo, quando funziona, funziona perché c’è stato qualcuno, almeno una volta, che ha avuto il coraggio e l’abilità di mostrare un mostro davvero terrificante. Il grugnito o il ruggito che viene dal fondo della foresta non è spaventevole in sé, è spaventevole perché qualcuno ha raccontato che ci sono bestie feroci con zanne e artigli pronte a sbranarci!
Il buio non è spaventoso perché buio, è spaventoso perché la vista è il nostro principale senso e senza abbiamo poche possibilità di difenderci dalle creature mostruose che si annidano nell’oscurità. Se nessuno ci avesse raccontato che ci sono in giro mostri che succhiano il sangue o cercano di mangiarci il cervello non ci sarebbe niente da immaginare, niente di cui aver paura.
È proprio compito di registi e scrittori mostrare l’inimmaginabile. Sono pagati per questo, per superare in fantasia il proprio pubblico e rivelare quello che si nasconde nel buio. Sono capaci tutti di lasciare alla fantasia dello spettatore! E lo spettatore non si spaventa, io non mi spavento, penso solo che ho speso 5 euro per non vedere nulla di pauroso.

Un’altra moda disgustosa presente in Cloverfield e in tanti altri film recenti (per esempio la stessa Guerra dei Mondi di Spielberg) è quella di far credere che la vera paura non nascerebbe dal mostro o dai marziani, la vera paura sarebbe in realtà quella di perdere il figlio, o l’amante. Non m’interessa se il mondo va a catafascio, quello che m’importa sono i quattro gatti della mia famiglia!
Bene, ma a me che me ne frega? Quando vado al cinema per vedere un film di mostri, che si spaccia per film di mostri, cerco il sense of wonder, l’apocalittico, e il terrore, che non è quello di perdere la famiglia, ma quello della fine del mondo!
È certo che è molto più facile far appassionare alle vicende più terra terra dei personaggi. È un’esperienza molto più vicina quella di perdere il lavoro, essere bocciati a scuola o lasciati dal fidanzato. È molto più semplice l’identificazione, ma proprio per questo non ho bisogno che ci sia un cantastorie! Il cantastorie va oltre, come già visto con i mostri il cantastorie ti racconta quello che tu non immagineresti. Tu t’immagini da sola che se attraversi col rosso sei stirata da un camion, il cantastorie ti dice che se passi col verde si apre una voragine e un tentacolo ti porta sottoterra.
Il “dramma” famigliare me l’immagino da sola, non ho bisogno di spendere soldi perché me lo riferisca qualcun altro! Voglio i mostri! Voglio le esplosioni! Voglio la lotta all’ultimo sangue! Voglio emozionarmi per qualcosa che non posso vedere se non al cinema! (sperando rimanga così!)

Si capisce quando un film di fantascienza è un’atrocità: quando suscita nostalgia per una serata passata a guardare Independence Day in TV. Cloverfield me l’ha suscitata.

Locandina di Independence Day
Locandina di Independence Day

Tirando le somme: Cloverfield è un’immane vaccata. Storia minima e priva di fantasia, originalità e colpi di scena. Mostro latitante. Scopiazzature spacciate per innovazioni e la solita pubblicità molto poco occulta. Altra spazzatura, come se non ce ne fosse in giro abbastanza.

Oltre Cloverfield

Per concludere voglio essere propositiva e segnalare qualche decente film di mostri degli ultimi anni. Non che riguardare o guardare per la prima volta The Beast from 20,000 Fathoms o Godzilla sia una cattiva idea, anzi! Questi e gli altri film di cui ho già parlato sono quasi tutti ottimi e come minimo migliori di Cloverfield.

Iniziamo con Godzilla. Tutti gli ultimi Godzilla, a partire da Godzilla 2000 del 1999 sono buoni film. Non capolavori ma molto divertenti. Si sta parlando di Godzilla 2000 (1999), Godzilla vs. Megaguirus (2000), Godzilla, Mothra and King Ghidorah: Giant Monsters All-Out Attack (2001), Godzilla against Mechagodzilla (2002), Godzilla: Tokyo S.O.S (2003) e Godzilla: Final Wars (2004).

Dovendone scegliere uno prenderei l’ultimo, il Godzilla del cinquantenario, Godzilla: Final Wars. Final Wars è un film a tratti sconclusionato e ingenuo, però il regista, Ryuhei Kitamura (quello del bellissimo Azumi), non si risparmia con la fantasia e le trovate. Alieni, mutanti, mostri giganti come se piovesse (più di una dozzina), e combattimenti in tutto il mondo! Questo è il genere di film che vorrei vedere al cinema!

Godzilla contro il Godzilla americano (“Zilla”) da Godzilla: Final Wars (2004)

Del 2005 è Ultraman.

Un momento da Ultraman (2005)

Mentre nel 2006 è uscito Gamera the Brave.

Trailer di Gamera the Brave (2006)

Film passabili, niente di speciale, rivolti più che altro a un pubblico di appassionati del genere. Inutile sottolineare però come anche questi siano meglio di Cloverfield.
L’anno scorso è stata la volta del surreale e parodistico Big Man Japan.

Una scena da Big Man Japan (2007)

In campo coreano non si può non menzionare The Host (2006) di Joon-ho Bong. The Host è un ottimo film, ma non è un film alla Godzilla. È una personale e feroce lotta tra una famiglia di squinternati e un mostro disperato; non ci sono soverchie distruzioni, tutti i palazzi della città rimangono in piedi. Dove Joon-ho Bong è bravissimo è nel saper introdurre l’ironia al momento opportuno e viceversa tornare serio nelle scene di tensione, laddove Cloverfield scorre sempre uguale, in preda a una serietà ottusa.

Trailer di The Host (2006)

E infine il già citato Incident at Loch Ness. Incident at Loch Ness è un film sui generis: seguiamo il regista, Zak Penn, mentre cerca di realizzare un documentario su Werner Herzog. In quel periodo Herzog è a sua volta impegnato a realizzare un documentario sul mostro di Loch Ness, almeno finché non scopre che la produzione non ha alcuna intenzione di creare un film serio, bensì punta solo al sensazionalismo, non disdegnando d’inventarsi le prove dell’esistenza del mostro. Ma forse il mostro di Loch Ness non è solo leggenda…

Trailer di Incident at Loch Ness (2004)

Incident at Loch Ness è quasi tutto in prima persona, come appunto Cloverfield. La differenza è che Incident non segue l’”innovazione” in quanto tale, Incident è un film che ha ben chiaro dove vuole andare a parare e ci arriva con classe sopraffina. Per certi versi si avvicina a Shaun of the Dead: riesce al contempo a essere sia un ottimo film di mostri sia un’ottima parodia del genere. In verità non solo precede Cloverfield ma è due passi avanti: la tecnica in prima persona di Cloverfield è già data per scontata è già ne vien fatta ironia.
In ogni caso se non è un capolavoro poco ci manca, e lo consiglio a tutti, anche a chi non ha interesse per i mostri.

Mostro Bonus
Mostro Bonus: provate a scoprire di chi si tratta!


Approfondimenti:

bandiera IT La mia recensione di D-War, un altro brutto film con mostri giganti

bandiera EN Cloverfield su IMDb
bandiera EN Il sito ufficiale di Cloverfield

bandiera EN Night of the Lepus su IMDb
bandiera EN The Lost World su IMDb
bandiera EN The Lost World visibile online via Google Video
bandiera EN The Lost World, il romanzo, disponibile presso il Progetto Gutenberg
bandiera EN King Kong su IMDb
bandiera EN Kong is King.net, un sito dedicato a King Kong
bandiera EN The Beast from 20,000 Fathoms su IMDb
bandiera EN The Fog Horn, il racconto di Bradbury che ha ispirato The Beast
bandiera EN Godzilla su IMDb
bandiera EN Godzilla su Wikipedia
bandiera EN The Gorilla (1930) su IMDb
bandiera EN King Kong Appears in Edo su Wikipedia
bandiera EN Una recensione di Wangmagwi
bandiera EN Pulgasari (1985) su IMDb
bandiera EN Pulgasari (1985) visibile online su YouTube
bandiera EN Un’esaustiva recensione di Pulgasari (1985)
bandiera EN Galgameth su IMDb
bandiera EN Caltiki – Il Mostro Immortale su IMDb

bandiera EN Godzilla: Final Wars su IMDb
bandiera JP Il sito ufficiale di Godzilla: Final Wars
bandiera EN Ultraman su IMDb
bandiera EN Gamera the Brave su IMDb
bandiera EN Big Man Japan su IMDb
bandiera JP Il sito ufficiale di Big Man Japan
bandiera EN Una recensione di Big Man Japan
bandiera EN The Host su IMDb
bandiera EN Il sito ufficiale americano di The Host
bandiera EN Incident at Loch Ness su IMDb

bandiera EN Kaiju Headquarters, sito dedicato a Godzilla e amici
bandiera EN Giant Monster Movies, sito dedicato ai film con mostri giganti
bandiera EN L’interessante forum di Kaijuphile.com

 

Giudizio:

Niente. -1 Mostro che non si degna di presentarsi.
-1 Mostriciattoli che avrebbero fatto meglio a rimanere in Half-Life.
-1 Storia inesistente.
-1 La telecamera è retta da un ubriaco…
-1 …e l’ubriaco se ne vanta pure!
-1 Pubblicità molto poco occulta.
-1 Neanche mezza idea originale a pagarla oro.
-1 Venti minuti iniziali di chiacchiere idiote.

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38 Comments (Mostra | Nascondi)

38 Comments To "Recensioni :: Film :: Cloverfield"

#1 Comment By Simòn R. On 9 febbraio 2008 @ 16:05

Bella recensione, sono d’accordo più o meno con tutto anche se i kaiju eiga non mi hanno mai appassionato. Solo 2 appunti:

1) il film NON viene pubblicizzato come film di mostri. Il trailer ti fa vedere solo un terremoto e la statua della libertà scassata. In teoria uno dovrebbe andare a vedere il film pensando che sia un film… “misterioso”. Perché new york è nel panico? Cosa è successo alla statua? Alieni? Nevicata mondiale? Terrorismo? Terremoto? Eruzione? Guerra civile (e sarebbe l’ora)? Non si sa. Tutto quello che si sa dal trailer è: panico a new york. La statua della libertà distrutta. FORSE… e dico forse eh… andando a vedere il film in questo modo si viene molto più “catturati” dalla storia… c’è curiosità e quant’altro, il che, probabilmente, rende la scoperta dell’origine della catastrofe un colpo di scena. Inoltre, a me non pareva un rettile, era rosa!! Mi pareva un qualche mostro di Planescape: Torment, ma alto come un palazzo. Ma rettile? o.o

2) cito: “Tale mito vuole che sia meglio solo alludere, non indugiare, lasciare che sia la fantasia dello spettatore (o del lettore) a “creare” il mostro.” salto il pezzetto successivo, in cui indichi come falsa questa cosa. Ebbene, attenzione! Ciò non è sempre vero. In Alien, ad esempio, perlomeno il primo film, non si vede MAI l’aspetto “intero” dell’alieno. Si vedono… un braccio qua, una coda là, un cranio mostruoso di là. Questo è senz’altro uno dei fattori che rendono Alien così terrificante.

Onestamente, penso Cloverfield come un’occasione sprecata. I personaggi sono insipidi. Fossero stati un po’ più profondi, e un poco ironici, sarebbe stato tutt’altro. Se del mostro si fossero visti solo pochi pezzi per volta, anche. Se nella trama fosse stato aggiunto qualche… “indizio fuorviante”, anche.
Ma come si dice dalle mie parti, “se mio nonno aveva le ruote… era una carriola”.

#2 Comment By Novek On 9 febbraio 2008 @ 17:12

Per la prima volta mi trovo in disaccordo con una recensione di questo blog e paradossalmente a me il film è piaciuto proprio per alcune delle caratteristiche che invece Gamberetta ha evidenziato come pecche. Premettendo che non sono affatto un fan del genere mostro gigante gironzola per New York/Tokyo, Cloverfield mi è parso tutt’altro che banale e scontato.
La scelta di non spiegare le origini della creatura non mi ha infastidito, è anzi stato un bene che finalmente si sia preferito evitare di affrontarle. Come ho trovato azzeccata la scelta di mostrarla solo poco alla volta, lasciandola del tutto misteriosa e facendo sì che la tensione sia generata dalla minaccia sempre incombente e inarrestabile che rappresenta.
E’ vero che non ha una reale caratterizzazione, ma neanche questo l’ho trovato stonato: per King Kong e Godzilla si può essere portati a simpatizzare, perfino mentre stanno distruggendo una città, perché sono dei personaggi che si finisce con l’avere a cuore, ciò invece non accade minimamente in Cloverfield. E proprio questo mi aspettavo dalla visione del film, ossia un mostro finalmente mostruoso, alieno, privo di qualsiasi sentimento e che non lascia possibilità di scampo.
Vero anche che I parassiti del mostro sapevano di già visto, anche se non ho mai giocato ad Half Life 2 (maledetti requisiti e stramaledetto PC-patacca!), ma svolgono più che degnamente il loro ruolo. C’è infine chi non gradisce le riprese stile Blair Witch Project, a me non danno fastidio e non sono neanche un mezzo così abusato da poter parlare di mancanza di originalità. Ma poi per quale motivo la si dovrebbe ricercare a tutti i costi?
Ci sono comunque delle pecche e questo film poteva concludersi tranquillamente cinque minuti prima…

mostra spoiler ▼

Approfitto comunque della recensione per recuperare The Beast from 20,000 Fathoms e Incident at Loch Ness, che mi mancano e sembrano interessanti. Dubito però potranno modificare il mio giudizio sulla pellicola, che rimane sostanzialmente positivo nonostante le pecche e soprattutto nonostante J.J. Abrams che mal sopporto.

Ultima nota: non puoi proprio paragonarmi Cloverfield a Independence Day, no no e poi no! ;)

#3 Comment By Simòn R. On 9 febbraio 2008 @ 17:30

J.J. Abrams non è lo sceneggiatore di Lost? A me piace parecchio! Per la verità il film era molto pubblicizzato proprio per il suo nome, la ragione per cui sono andato a vederlo era quella. E invece era solo il produttore. SIGH!!!!! T_T

#4 Comment By Novek On 9 febbraio 2008 @ 17:31

Mannaggia… io avevo messo una specie di tag per avvisare degli spoiler e avevo lasciato pure 5 righe vuote prima e poi, che però sono state mangiate.
Spero di non rovinare nulla a nessuno, ma non posso modificare.

@ Simòn R. : concordo su Alien, anche lì il mostro si vedrà solo poco alla volta fino al finale.
E per di più comparirà per la prima volta solamente verso metà film. Anche per King Kong è così, sia per l’originale che per il poco riuscito remake di Peter Jackson. La decina di minuti introduttivi di Cloverfield sulla festa quindi, per quanto ammetto non siano il massimo, a paragone sono proprio poca cosa.

#5 Comment By Gamberetta On 9 febbraio 2008 @ 17:37

@Novek. Ora provo io a mettere il tag spoiler nel tuo post. Più tardi risponderò anche ai tuoi commenti e a quelli di Simòn.

#6 Comment By Novek On 9 febbraio 2008 @ 17:37

@ Simòn R. : sì, è lo sceneggiatore di Lost e pure quello di Alias. Ciò lascia ben intendere il suo metodo di lavoro: partire con nessuna idea e inventarsi il da farsi passo-passo, senza mai lasciare qualcosa di definitivo.
Mi aspettavo una schifezza anche dal film, ne sono restato invece sorpreso. Suppongo però che riuscirà a rovinare tutto con prequel e sequel vari, introducendo strampalate spiegazioni.
(Facendo un giro su blog dedicati a Cloverfield circa l’origine del mostro, sempre ammesso che le assurdità che ho letto siano vere, c’è da sbattere la testa contro un muro!)

#7 Comment By Bartimeus88 (Claudio GIubrone) On 9 febbraio 2008 @ 18:46

Scusa, ma questa volta per me ti sbagli (e soprattutto la recensione non è divertente).
Premetto che il film non l’ho visto -né l’andrò a vedere- per cui la mia critica al tuo parere si riferisce solo a quei punti su cui posso discutere dopo aver visto il trailer e reperito notizie in giro.
Francamente, la colpa è tua che sei andata a vederti un film che non incontra per nulla i tuoi gusti arrivando a esprimere un parere che non dice nulla del film in sè, ma che mostra soltanto gli elementi opinabili che non ti piacciono per nulla e che invece il film propone.
Se ti fossi informata avresti subito saputo che il mostro non compare molto perché l’intento del film non è quello (e poi si vede anche bene). Lo scopo è mostrare un gruppo di idioti che tentano di salvarsi durante l’attacco del mostro e basta. Non c’è bisogno di spiegazioni sul mostro (un punto in meno da togliere). Non ci deve neppure essere una storia particolare visto che i protagonisti sono semplici civili (altro punto in meno da togliere). Se poi la tecnica dell’usare un telecamera per dare vero realismo (nel senso del punto di vista) non ti piace sono affari tuoi ma mica puoi togliere valore al film per questo, e poi che la telecamera sia traballante è sensato (altri due punti in meno da togliere).
Quindi non vedo perchè criticare un film sui mostri quando questi non hanno poi chissà che parte. E un pò come andare a vedere “Un ponte per Terabithia” aspettandosi un film pieno di azione ed effetti speciali con la conseguenza di non apprezzare un bel film.

Un altra cosa. Che ci sia un cataclisma, un mostro, una guerra, qualunque dio dedito alla distruzione del mondo me ne sbatto tranquillamente e penso subito a salvare le persone a me care.
Se in questo momento il mostro di Cloverfield comparisse e iniziasse a distruggere il mondo manderei a quel paese tutto quanto, mi metterei al sicuro e poi andrei a cercare coloro a cui tengo.
Sinceramente, che la paura dei mostri o altro sia più importante di quella che perdere le persone care è una stronzata bella e buona.

#8 Comment By Simòn R. On 9 febbraio 2008 @ 19:03

hmmm, Bartimeus… sono d’accordo quando dici che: “Che ci sia un cataclisma, un mostro, una guerra, qualunque dio dedito alla distruzione del mondo me ne sbatto tranquillamente e penso subito a salvare le persone a me care.” Farei ASSOLUTAMENTE lo stesso. Ma il punto è: che me ne fo di vedere un film così? Che senso ha? Voglio vedere una storia, che me ne frega di che fa mario rossi o il dottor bianchi? Posso immaginarmi da me che farei io… questo voler mostrare scene di isteria, di massa o nei singoli o in piccoli gruppi, a me non dice niente. Lo so che la gente è gretta, meschina, e pensa solo a salvarsi il culo, lo so bene. In un film magari cerco qualcos’altro, boh, qualcosa di contorno, la speranza o che so io. Qua non c’è nulla… è vuoto… non c’è nulla, neanche vagamente, di eroico… è esattamente come se capitasse a me o a te. E che film è?

#9 Comment By Claudio GIubrone On 9 febbraio 2008 @ 19:11

E che ne so io? Il film non lo andrò a vedere proprio perché non c’è nulla che m’interessa in esso.
Il punto è che Cloverfield (ma che c’entra il titolo col film?) da quanto posso capire è un film particolare per pochi e tra questi non ci sono né Gamberetta né il sottoscritto.
Il punto è che Gamberetta sbaglia a mio avviso nel criticare questi elementi come difetti quando semplicemente non incontrano i suoi gusti. Che poi tali scelte registiche e narrative siano mal utilizzare è un altro paio di maniche che non posso verificare.

#10 Comment By Gamberetta On 9 febbraio 2008 @ 22:15

Per rispondere a tutti su questo punto: il film viene spacciato per film di mostri. Le persone con le quali sono andata al cinema ne erano tutte convinte, e le discussioni erano più che altro sul tipo di mostro che sarebbe apparso.
IMDb cataloga il film come Action / Mystery / Sci-Fi / Thriller, come si vede c’è “Sci-Fi” e non c’è “Drama”. Praticamente tutti i siti dedicati ai mostri giganti che ho visitato in questi giorni per scrivere la recensione parlavano di Cloverfield.
Riguardo la statua della libertà decapitata: la locandina di Cloverfield ricorda molto un’immagine analoga proprio di Independece Day. Non credo sia coincidenza.

Capitolo Alien. Premessa: Alien è un genere di film diverso da Cloverfield, Alien non è un film di mostri, è un film di fantascienza “classico” d’incontro ravvicinato (che poi l’incontro finisca male è un altro discorso).
Ciò detto l’alieno di Alien è mostrato in dettaglio come uovo, è mostrato in dettaglio come “face hugger”, è mostrato ancora quando emerge dalla pancia della prima vittima, ed è mostrato a figura intera durante la lotta finale con Ripley. Direi che non c’è paragone rispetto a Cloverfield. Così come non si possono paragonare i primi 20 minuti di Cloverfield, del tutto inutili rispetto alla narrazione con Alien, dove di tempi morti non ce ne sono.

La telecamera a mano. Capisco che lo sfocare le immagini e le inquadrature traballanti siano volute, ciò non toglie siano sbagliate. È come se la Troisi venisse qui a dirmi di aver apposta inserito decine di incongruenze nei suoi romanzi: rimane un errore lo stesso. Non m’interessa se le immagini sono sfocate per sbaglio o apposta, rimangono sfocate!
Ma voglio essere buona e provare a concedere al regista il beneficio del dubbio: lui ha cercato il realismo, e per perseguire tale scopo non si è fermato neppure di fronte a quelli che altrimenti sarebbero difetti intollerabili. Un po’ come uno scrittore che faccia parlare tutto sgrammatico un personaggio analfabeta in nome del realismo.
Bene, purtroppo non è vero. Il film non è realistico. Le immagini non sono “raw”, c’è un attento e artefatto montaggio, come dimostra la famigerata scena della Nokia, un vero e proprio spot inserito a forza nel film. Perciò mi becco i difetti del realismo, e nessuno dei vantaggi, perché appunto il film non ha nulla di realistico. No, grazie! Per me quello della telecamera è un oggettivo punto negativo del film.

Riguardo poi discorsi più generali: tutti i film richiedono una storia, così come tutti i romanzi. E più la storia è appassionante, meglio è. Così come tutti i personaggi richiedono un passato, motivazioni, aspirazioni e quant’altro. Mostri compresi. L’unica maniera per evitare di dare profondità al personaggio del mostro è appunto ridurlo a non-personaggio, a generico “disastro” naturale, stile terremoto. Ma in questo caso stai girando un altro genere di film! E invece Cloverfield me l’hai spacciato per film di mostri (vedi inizio del commento).
Inoltre anche se si vuole tenere il mostro “misterioso”, ciò non vuol dire che non bisogna farlo vedere! Gli “angeli” nelle ultime puntate di Evangelion sono tra i mostri più “alieni” e “misteriosi” che abbia mai visto. E sottolineo il visto!.
Per il dramma famigliare. Non ho alcun problema con tale genere, ho letto romanzi come “I Buddenbrook” di Thomas Mann o quelli Roger Martin du Gard di dedicati ai Thibault, e mi sono anche piaciuti. Però se un film mi viene presentato con esplosioni e la testa della statua della libertà che salta, pretendo qualcos’altro!

#11 Comment By Novek On 10 febbraio 2008 @ 12:06

@ Gamberetta: innanzitutto grazie per l’aggiunta del tag spoiler. Provo a risponderti punto-punto.

Per rispondere a tutti su questo punto: il film viene spacciato per film di mostri. Le persone con le quali sono andata al cinema ne erano tutte convinte, e le discussioni erano più che altro sul tipo di mostro che sarebbe apparso. [...]

C’è da dire che se si fosse rivelato una sorta di film alla Godzilla avrei preferito evitarne la visione. Il trailer non mi aveva dato questa impressione e informandomi da chi l’aveva già visto mi è stato assicurato che non si trattava di un tipico film su di un mostro gigante. Per cui ho vinto la titubanza iniziale e ho finito con il vederlo e apprezzarlo, ma mi rendo conto che non possa essere così per tutti, specie se partiti con aspettative diverse.
Un discorso analogo si potrebbe tenere per Il Labirinto del Fauno, chi partisse con l’idea di trovarsi di fronte unicamente un fantasy/horror potrebbe restarne enormemente deluso… dovrei forse cassarlo perché è stato presentato male, se a me è piaciuto anche per via di questa sua diversità?
(per intenderci la componente fantastica è molto meno presente nel film di quanto non lo sia il mostro all’interno di Cloverfield)

Capitolo Alien.
[...]
Ciò detto l’alieno di Alien è mostrato in dettaglio come uovo, è mostrato in dettaglio come “face hugger”, è mostrato ancora quando emerge dalla pancia della prima vittima, ed è mostrato a figura intera durante la lotta finale con Ripley. Direi che non c’è paragone rispetto a Cloverfield. Così come non si possono paragonare i primi 20 minuti di Cloverfield, del tutto inutili rispetto alla narrazione con Alien, dove di tempi morti non ce ne sono.

In Alien l’alieno adulto comparirà intero soltanto alla fine, ma non è questa scena a giustificare a posteriori la paura che si prova nella parte precedente della pellicola. Quindi non vedo cosa c’entri: il punto focale è che Ridley Scott riesce a far paura anche senza il bisogno di mostrare interamente l’alieno. Quanto dici sull’uovo, facehugger e coso uscito dal torace è vero, ma in questo caso non c’è alcuna ragione per non mostrare visto che tanto poi non si vedranno più.
In merito ai 20 minuti iniziali si contestava il fatto che il mostro dovesse comparire subito, quando in realtà non è affatto necessario. La pecca del film sta semmai nella noiosità della parte iniziale, non per forza nella scelta adottata.

La telecamera a mano. Capisco che lo sfocare le immagini e le inquadrature traballanti siano volute, ciò non toglie siano sbagliate. È come se la Troisi venisse qui a dirmi di aver apposta inserito decine di incongruenze nei suoi romanzi: rimane un errore lo stesso. Non m’interessa se le immagini sono sfocate per sbaglio o apposta, rimangono sfocate!

Questa però è una critica allo stile e non a come questo viene impiegato, quindi la trovo sterile.
La parte successiva invece la condivido, anche se per me non compromette comunque la visione del film.

Riguardo poi discorsi più generali: tutti i film richiedono una storia, così come tutti i romanzi. E più la storia è appassionante, meglio è. Così come tutti i personaggi richiedono un passato, motivazioni, aspirazioni e quant’altro. Mostri compresi. L’unica maniera per evitare di dare profondità al personaggio del mostro è appunto ridurlo a non-personaggio, a generico “disastro” naturale, stile terremoto. Ma in questo caso stai girando un altro genere di film! E invece Cloverfield me l’hai spacciato per film di mostri (vedi inizio del commento).

A mio parere è proprio il punto di forza del film: il gruppo non può sapere da dove arriva il mostro, si trova semplicemente catapultato nell’ “impossibile” senza spiegazioni di sorta. Spiegazioni che il più delle volte in questo genere si rivelano artificiose e traballanti, e pertanto non contribuiscono a farmi accettare meglio la storia.

Inoltre anche se si vuole tenere il mostro “misterioso”, ciò non vuol dire che non bisogna farlo vedere! Gli “angeli” nelle ultime puntate di Evangelion sono tra i mostri più “alieni” e “misteriosi” che abbia mai visto. E sottolineo il visto!.

Non sono d’accordo. In Blair Witch Project, indubbia fonte di ispirazione, la strega non si vede mai, ma a me è piaciuto molto lo stesso (e più di Cloverfield in cui comunque il mostro di tanto in tanto si intravede nitidamente).
E anche le inquadrature traballanti sono molte, molte di più.

#12 Comment By Riki On 13 febbraio 2008 @ 00:32

Ma come, se guardi su Wikipedia c’è una bella ripresa del mostro, che …eehh… vedrò se mai dovessi comprarmi il DVD e farlo arrivare al momento giusto per fermarlo. Da parte gli scherzi, l’idea di far vedere un film dove il mostro si intuisce secondo me è una bella cosa. Il problema è solo che a questo punto uno dovrebbe non mettere due cose insieme, ma decidersi: O lascio girare il tutto con la videocamera, o non faccio vedere il mostro. Sì, in Blair Witch project non si vede mai nulla della strega, ma la paura viene da quello che succede intorno, la tensione tra i ragazzi (non mi è proprio piaciuto, ma aveva delle idee ottime). Ho anche l’impressione che col fatto che i ragazzi nella foresta avevano dei momeni di “pace”, cioè momenti in cui la telecamera non ci da il mal di mare, questo ci aiuta a apprezzare i momenti di azione, di movimento. Ma in Cloverfield quei pochi momenti di “pace” vengono interrotti zoomando sulla pubblicità Nokia, e il resto è troppo incasinato per una ripresa con una telecamera.
Lo stesso film, faccendo vedere nulla o quasi nulla del mostro, ripreso da una telecamera meno scodinzolante, ne avrebbe già salvato metà. E chi caspita corre con la telecamera fissata in avanti?
Leggo che secondo il regista il mostro stia soffrendo di “separation anxiety”. Boh, quanto si vede nel film, sono stata scioccata.

#13 Comment By Pablus On 13 febbraio 2008 @ 14:39

Ciao.
Nella tua recensione di Cloverfield hai menzionato una certa creatura presente in Half life; vedendo il film sincereamente credo che somigli più a questa: http://www.freewebs.com/jandor/AntlionW2.jpg
Presente nel secondo episodio della serie.
Un saluto.

#14 Comment By Novek On 15 febbraio 2008 @ 09:40

Una cosa rimane da chiarire, aldilà della divergenza di vedute, chi è il mostro bonus?

#15 Comment By Niccolo’ On 16 febbraio 2008 @ 10:16

Su questa recensione non sono d’accordo manco per il cazzo, ma vabbeh, io volevo scrivere per un’altra cosa: a quando la recensione di quello che e’ IL copro-fantasy, la merda su carta per eccellenza, ovvero l’evergreen della spazzatura “Le Cronache di Dragonlance”? :)

#16 Comment By Capomuta Harkonnen On 19 febbraio 2008 @ 11:53

Posto il fatto che le opinioni sono sacre, non mi trovo minimamente d’accordo sulle ragioni per cui Cloverfield sarebbe un brutto film; come film non mi ha soddisfatto appieno, ed ha dei forti punti di critica, però trovo le tue argomentazioni poco azzeccate; vediamo perchè:

1) Cloverfield non è un film di mostri, e non viene presentato come tale: il focus della storia NON è il mostro, ma il gruppo di ragazzi; effettivamente avrebbero potuto utilizzare come artifizio per giustificare l’avventura dei ragazzi qualunque altra cosa, il vantaggio sta nel fatto che il mostro con la sua dinamicità pone costantemente i ragazzi e gli spettatori sotto tensione, contrariamente ad altri fenomeni come un terremoto o un’epidemia, dove i comportamenti e gli sviluppi sono molto più “statici”.

2) La scarsa “visibilità” del mostro di nuovo ha un suo perchè … In molti casi quello che ci fa paura non è quello che vediamo e che siamo in grado di classificare ed analizzare, per quanto spaventevole, ma quello a cui non sappiamo dare risposta o a cui non siamo in grado di dare una definizione precisa; il fatto che la minaccia e le sue possibilità di offesa si disvelino poco a poco crea la giusta dimensione di suspense. Andando a paragoni letterari, Lovecraft è estremamente parco di dettagli spaventevoli riguardo alle creature dei suoi racconti, ma non si può dire che i suoi racconti non facciano paura.

3) I movimenti di macchina confusi di nuovo ricadono in questo artifizio; la paura qui non si gioca sul presentare qualcosa di oggettivamente spaventevole, ma nel presentare il senso di panico che coglie chiunque di fronte a situazioni che richiedono scelte rapide, ma senza avere il tempo di fare tali scelte; poi secondo me l’obiettivo non viene raggiunto, ma questo succede per altre ragioni … Volendo fare un paragone, vedrei certe scene in parallelo a quelle di combattimento di “Salvate il soldato Ryan” o “Band of Brothers” dove l’effetto delle inquadrature soggettive nel quadro confuso dello scontro, accrescono il senso di preoccupazione nello spettatore.

4) I venti minuti di chiacchiere idiote: è vero che si succhiano un quarto di film, ma servono a delineare il quadro, ed a rendere accettabili certe scelte; se non ci fosse il discorso del litigio non si capirebbe l’ostinazione del “protagonista” a sobbarcarsi un viaggio da tregenda per salvare una persona da cui avevi deciso di tagliare i ponti già prima; stesso discorso per gli altri; se non si chiarissero certe dinamiche tra i personaggi certe scelte apparirebbero come assolutamente fuori luogo.

Se Cloverfield ha dei difetti, li troverei in altre cose, ad esempio:

- La consecutio tempore che non sta in piedi; praticamente dopo pochi minuti dall’inizio dell’emergenza, appaiono centinaia di militari in assetto di guerra con veicoli corazzati al seguito, ed oltretutto a Manhattan, che non ha neanche un aereoporto … Per non parlare poi del centro medico con trattamento NBC impiantato (e potenzialmente smontato in pochissime ore, dato che alle 6.00 non deve esserci NESSUNO in zona) nell’arco di pochissimo tempo. E’ più ragionevole pensare che almeno le prime ore dell’emergenza sarebbero quasi completamente a carico della polizia o dei servizi di sicurezza civili; al momento dell’11 settembre 2001 la difesa dell’intera costa est USA era a carico di 2 caccia intercettori, ed intorno a NY non ci sono basi militari degne di nota. Uno spiegamento del genere in quei tempi richiederebbe mezzi logistici assolutamente fuori scala.

- Altro discorso legato ai tempi; tra panico ed altre reazioni non controllate evacuare una zona ad alta densità di popolazione come Manhattan richiederebbe GIORNI, qua invece dopo pochissimo non c’è più un’anima per strada … osservando i vari orologi in giro, tra l’inizio dell’attacco e la fine di tutto passano 6 ore … Vorrei vedere chi si prenderebbe la responsabilità di ordinare azioni militari a rischio di centinaia di migliaia di vittime innocenti.

- L’uso della metropolitana: i casi sono 2: o funziona ancora (e se provi a camminare sui binari muori fulminato), oppure mi chiedo se per evacuare Manhattan non sia più sicuro servirsi di un canale di comunicazione protetto e fuori dal tiro di code vagabonde … Sembra che la metro venga in mente solo a quei 4 …

- Il personaggio del cameramen … E’ un imbecille fatto e finito, se avessi un “miglior amico” del genere ci sarebbe da suicidarsi; riprende a caso, e certe scelte non sono assolutamente giustificate (vedi passaggio da un palazzo all’altro dove la camera l’avrei spenta … tenere una mano occupata in quel modo in quel momento NON HA SENSO). Se si vuole, la scarsa credibilità sta in quello.

Poi su altre cose mi trovo d’accordo con te e con altri commentatori (vedi il discorso del gigantesco Spot Nokia … Vedi telefono e batterie del protagonista)

#17 Comment By Gamberetta On 19 febbraio 2008 @ 14:02

@Capomuta Harkonnen.

1) Come già detto io (e non solo io) mi aspettavo un film di mostri, e come tale è stato presentato. Perché se sapevo che in pratica il mostro non c’era evitavo di vederlo.

2) Discorso troppo lungo per un commento. Prometto di ritornarci con maggior dettaglio non appena capiterà l’occasione.

3) C’è una bella differenza con il Soldato Ryan! In quel film Spielberg per pochi minuti su tre ore usa quel tipo di tecnica, e questa è anche la ragione per la quale tali scene rimangono impresse. È come sottolineare un paragrafo in un libro, lo si mette in risalto, ma se sottolinei l’intero libro non aumenti il risalto, lo annulli. Inoltre, a parte qualche secondo, le immagini nel Soldato Ryan non sono sfocate, anzi, il massacro è mostrato in maniera quasi “morbosa”.

4) Sarà, non bastava che il protagonista fosse in ansia per la moglie/figlia/amante? È un sentimento capibile senza alcuna spiegazione, tanto non è che i legami sentimentali servano a qualcosa nei meccanismi del film, se non a spostare i personaggi dal punto A al punto B. Venti minuti in meno di chiacchiere e venti minuti in più di mostro e magari ne usciva qualcosa di decente.

#18 Comment By Capomuta Harkonnen On 20 febbraio 2008 @ 14:53

1) Mah, in realtà chi si è occupato di curare la pubblicità del film si è ben guardato da parlare di mostri e di definire lo stesso un film di mostri … Poi ci sarebbe da dire che cosa definisce un film di mostri come tale, o se a sua volta un sotto genere del genere catastrofistico in generale … Lamentarsi che una cosa non corrisponde ad una definizione, definizione che è frutto di spoilers più o meno voluti, e che a sua volta non esiste oppure è estremamente soggettiva lo trovo quantomeno strano.

3) Il discorso non era quantitativo, ma rispondeva ad una obiezione qualitativa; quello che dico è che altri cineasti hanno ricorso ad artifizi simili per creare sensazioni simili, è che quindi la scelta tecnica, per quanto discutibile, in un contesto del genere può starci. Poi posso essere d’accordo con te che se ne faccia un uso esagerato, ma questo è un altro discorso.

4) Il discorso è che sono in 4, ed uno solo ha effettivamente interesse a fare il viaggio di soccorso, in tutte le sue componenti; se i diversi personaggi non si raccontassero, e non venissero fuori i loro legami e le loro dinamiche, la scelta di fare quel viaggio come gruppo non avrebbe senso. Poi 20 minuti possono essere stati troppi, ma quel cappello alla storia era necessario a spiegare certe scelte.

#19 Comment By Grace On 20 febbraio 2008 @ 15:13

@Capomuta Harkonnen: Chiedo scusa se mi intrometto, non ho visto il film e neanche mi interessa, ma c’è un consiglio gratuito che non posso proprio fare a meno di darti. Se non sai cos’è la Consecutio Temporis, evita di tirarla in ballo dove è totalmente fuori luogo e oltretutto scrivendo male il termine. ^^

#20 Comment By Federico Russo “Taotor” On 20 febbraio 2008 @ 18:25

Ho letto la recensione, ma non avendo visto il film mi sembra stupido commentare, però
@Grace che commenta @Capomuta Harkonnen, non so se ci si sta riferendo a un termine tecnico cinematografico, ma io conosco solo la Consecutio temporum, la regola applicata alla sintassi dell’italiano e del latino. XD

#21 Comment By Grace On 20 febbraio 2008 @ 18:46

La mia professoressa di latino potrebbe lapidarmi per questo lapsus. XD
Hai assolutamente ragione, è temporum. XD
Si vede che quel tempore, insieme all\’uso del concetto della consecutio in un contesto in cui non era minimamente attinente, mi aveva proprio mandata fuori di testa. XD

#22 Comment By Capomuta Harkonnen On 21 febbraio 2008 @ 11:03

A parte ringraziare Grace, per lo stile perfettamente attinente al nome (si sa sovente nei nomi si nasconde un legame allo stile ed al destino), il discorso è semplice:

1) viene ripreso l’orologio che segna la mezzanotte e poco dopo iniziano gli attacchi …
2) dopo circa 1-2 ore appare l’esercito già schierato in assetto di guerra
3) dopo circa 3-4 ore c’è un ospedale da campo perfettamete attrezzato con tanto di locali per il trattamento da guerra biologica

Mi occupo per hobby di simulazioni militari e neanche un esercito superattrezzato come quello USA avrebbe dei tempi di reazione simili, senza un preavviso consistente … Molto consistente.

E se a quel punto dico che la concatenazione degli eventi nella narrazione non regge (ed a me hanno insegnato che si può chiamare consecutio tempo(rum, ringrazio Federico per la correzione), dico corbellerie ?

Poi a quanto pare c’è chi pontifica

#23 Comment By Grace On 21 febbraio 2008 @ 11:44

@Capomuta Harkonnen: Il discorso è semplice ed infatti l’avevo già capito. Sono tutt’altro che esperta in simulazioni militari, ma è sufficiente la logica per dire che con tutta probabilità hai ragione a trovare i tempi di reazione esagerati. Solo che la persona che ti ha detto che la concatenazione degli eventi si può chiamare “consecutio temporum”, ti ha detto un’altra corbelleria. ^^
La Consecutio Temporum è una regola di sintassi ereditata dal latino, che serve a governare i rapporti di contemporaneità, anteriorità e posteriorità tra i tempi verbali all’interno di una frase, e quindi il rapporto tra il tempo del verbo della proposizione subordinata rispetto a quello della proposizione reggente. Come vedi, con il tuo discorso non è minimamente attinente. :)

#24 Comment By Gamberetta On 21 febbraio 2008 @ 13:48

@Capomuta Harkonnen. Non sono così drastica come Grace, penso si possa cercare un legame fra la concordanza dei tempi verbali in una frase e la concatenazione logica di eventi temporali fisici, ma è una grossa forzatura. Ti faccio un esempio con un termine militare:
«Chiara, piove?»
Metto fuori la mano dalla finestra. «L’AWAKS mi dice di no!»
Posso paragonare il mio braccio teso a cercare traccia della pioggia al ruolo di un AWACS durante un’operazione bellica? Forse, ma già così ci vuole una bella dose di fantasia, se poi scrivo AWACS sbagliato, più d’uno penserà che io non sappia quel che sto dicendo.

Per la critica in sé, lungi da me difendere il film, ma non sapendo nulla del mostro, del perché è lì, del come è lì, ecc. si può anche immaginare che l’esercito già sapesse di un possibile attacco e fosse già mobilitato.

#25 Comment By Capomuta Harkonnen On 21 febbraio 2008 @ 17:44

Non si finisce mai di imparare … ^^

Mah, di nuovo il discorso ha scarsa “logica militare”; nel momento in cui ho una situazione di quel genere, se ho del preavviso:

1) evacuo la zona per eliminare potenziali vittime civili (lavoro che posso affidare alla polizia)
2) creo un “cordone sanitario” per evitare che la gente ritorni o si verifichino episodi di saccheggio
3) evito come la morte terreni di scontro urbani, dove la mia superiorità di potenza di fuoco viene vanificata dalle strade strette e dagli edifici (Grozny docet).

Se poi penso che “l’arena” è una delle aree urbane a maggior valore immobiliare al mondo come l’isola di Manhattan, il discorso lo è ancora di più … Se penso ai risarcimenti immobiliari, il giorno dopo l’incidente il sistema assicurativo mondiale avrà avuto non pochi problemi …

altra cosa che mi veniva in mente: quel coso inclina un palazzo di almeno 40 piani (quindi alto almeno un centinaio di metri abbondanti) e poi non riesce ad ingoiare senza masticare un essere umano alto meno di 2 … Diciamo che di nuovo, dimensioni e proporzioni quadrano poco.

#26 Comment By Grace On 21 febbraio 2008 @ 17:54

@Gamberetta: Oddio, non volevo montare un caso. XD
Ma stavolta secondo me ti sbagli. ^^
Il significato della consecutio potrebbe anche essere traslato ad un’ipotetica situazione, ma non a questa. La critica di Capomuta Harkonnen si riferisce al fatto che la serie di eventi sia poco credibile perché troppo veloce, mentre il principio su cui si basa la consecutio è la contemporaneità/posteriorità/anteriorità di un evento contingente rispetto a un evento principale (parafrasando la regola di sintassi, che tratta invece di “proposizione subordinata” e “proposizione reggente”). Esempio: in una scena, Tizio viene visto con un berretto in testa. Mezz’ora dopo, vediamo un’altra scena in cui Tizio compra il berretto in questione. Il rapporto temporale degli eventi è sballato, e questo sarebbe un caso in cui il concetto della regola della consecutio potrebbe essere trasferito alla situazione; sempre fermo restando che si tratterebbe di un uso improprio. :)
Scusate la pappardella pallosissima su questo dettaglio di cui alla fine non importa un piffero a nessuno. XD

#27 Comment By Gamberetta On 21 febbraio 2008 @ 18:13

@Grace. Be’, l’idea di fondo credo sia questa: “Il mostro attacca la città” (Tizio con il berretto in testa), “Compaiono i soldati” (Tizio compra il berretto), in quanto l’arrivo dei soldati deve per forza essere un evento precedente all’apparizione del mostro, dato che è impossibile arrivino lì nei pochi minuti seguenti l’attacco. Ma è appunto una grossa forzatura.

#28 Comment By Grace On 21 febbraio 2008 @ 19:05

Secondo me si tratta più che altro di una forzatura fatta dal film sulla logica, perché, sempre premettendo che sto andando per ipotesi, la scena vorrebbe mostrare l’arrivo dei soldati in conseguenza dell’attacco. Solo che il tempo di reazione non è credibile perché istantaneo. Ma non credo che l’intenzione del film sia di sottintendere che i soldati fossero già lì in precedenza, cosa che avrebbe anche meno senso (se erano lì, si suppone fossero già informati; se erano informati, e si dovrebbe spiegare come e da chi, avrebbero dovuto prendere misure di sicurezza per i civili; il discorso di Capomuta Harkonnen nel suo ultimo messaggio, insomma ^^). Semplicemente, c’è un tempo di reazione che se ne frega della verosimiglianza, e secondo me la sola spiegazione è che “è un film”. XD

#29 Comment By zerouno On 2 maggio 2008 @ 00:43

Cara gamberetta,
ho scoperto da poco questo blog e ci ritorno spesso perchè mi piace come è fatto, ma ancora di più mi piace leggere.
Purtroppo non ho molte possibilità per comprare il cartaceo. Ho notato che a volte dai indicazioni per reperire formati elettronici su emule; io però uso “torrent” e ti sarei grato se potessi dare qualche dritta anche per questo client.
GRAZIE anticipate e tanti complimenti per il blog.
zerouno

#30 Comment By Gamberetta On 2 maggio 2008 @ 12:24

@zerouno. In campo narrativa (almeno in lingua italiana), emule è la via più semplice e quella che offre più materiale.
Altrimenti via torrent, puoi guardare la sezione ebook di TNT Village. Oppure quella de Il Corsaro nero.
Poi ogni tanto qualcuno mette a disposizione pacchi di libri, lì devi cercare con mininova o isohunt. Per esempio ci sono ancora seeder per questi 2000 volumi.

#31 Comment By zerouno On 3 maggio 2008 @ 20:59

Ricevuto !!

GRAZIE Gamberetta !!

zerouno

#32 Comment By Okamis On 26 giugno 2008 @ 16:56

Chiedo preventivamente scusa qualora dovessi ripetere quanto già detto da altri prima di me, ma il caldo sta lentamente sciogliendo il criceto che vive nella mia testa e quindi non ho le forze di leggere tutti i commenti.

Parto dal discorso pubblicità. Innanzitutto, in America non esiste il concetto di “pubblicità illecita”. Infatti ai registi è permesso inserire quanti cartelloni pubblcitari vogliono. E’ anche un sistema per poter sostenere economicamente le opere, senza che sia lo stato a fornire fondi. Detto questo, pure a me da fastidio quando la telecamera incede un po’ troppo su dettagli pubblicitari non fondamentali per la trama, ma non lo annovero tra i difetti del film. Sfido chiunque a girare una scena in una metropolitana riuscendo a non inquadrare nemmeno un cartello.

Per quanto riguarda il copia incolla da altri film, in buona fede penso siano più citazioni, anche se per una risposta certa occorrerebbe torturare Abrams XD Sulla scena della statua della libertà vorrei però fare un appunto. Per come lo interpreto io, Cloverfield, seppur a un livello molto semplice e per certi versi elementare, voleva parlare, pardon mostrare la paura dell’America post 11 Settembre. Una paura che nasce in un primo momento dall’assoluta ignoranza da quanto sta accadendo attorno ai protagonisti. Mi spiego meglio. Credete che i newyorkesi quando il primo aereo colpì il WTC abbiano subito pensato: “Cazzo, ci stanno attaccando i terroristi!” Io non credo. Sono occorse alcune ore e altri attacchi per poter arrivare a quella conclusione. Allo stesso tempo, i protagonisti di Cloverfield all’inizio non comprendono cosa stia accadendo a New York. Essi subiscono l’attacco. Non è un caso, sempre a mio avviso, che il primo segno tangibile di ciò che sta accandendo sia la testa mozzata della Statua della Libertà (a cui segue una scena forse un po’ ironica, ovvero quando tutti i presenti invece di scappare si mettono a filmare e fare foto alla testa).
Ma forse sono solo io che tendo a vedere allegorie anche dove non ci sono :) E’ solo che visti gli ottimi risultati di Lost, mi pare davvero difficile pernsare che Abrams si sia limitato a voler girare un film senza avere in mente possibili interpretazioni multiple.

#33 Pingback By Star Trek XI – Pagina 2 | hilpers On 18 gennaio 2009 @ 13:55

[...] Cloverfield, capolavoro Cloverfield ? O_O /me si suicida DrMorbius ( tanto per … http://fantasy.gamberi.org/2008/02/0…m-cloverfield/ rece che condivido , piutosto mi riguardo kaltiki o pulgasari ) ——————————– [...]

#34 Pingback By Incident at Loch Ness (Zak Penn, 2004) « Conversation pieces On 7 marzo 2010 @ 20:36

[...] può anche provare a vederlo come film di mostri tout court, come indicato nella recensione di Cloverfield di Gamberetta, o anche come film “sui naufragi” alla maniera di Open Water e affini. In [...]

#35 Comment By bebbo On 8 agosto 2011 @ 10:36

a me il film è piaciucchiato, diciamo che non lo rivedrei ma non l’ho considerato così male, ed ho apprezzato il tentativo di innovazione.

bisogna dire che, se anche l’idea della telecamera era già stata usata, questo non toglie niente, cloverfield non si spaccia per un film che è il primo a usare questa tecnica, semplicemente è una tecnica poco usata e in cloverfield la ritrovi, e penso sia più sulla scia di theblairwitchetc rec e questo genere di film.

-1 Mostro che non si degna di presentarsi.
questo è il punto, non si presenta per essere ancora più pauroso

-1 La telecamera è retta da un ubriaco…
su questo concordo ma è fatto per dare più realismo, ha un suo perchè

-1 Pubblicità molto poco occulta.
io manco c’ho fatto caso, rientra comunque nel quadro del realismo, tu vedi il carellone della nokia e dici “cazzo ci passo davanti tutti i giorni a un cartellone della nokia come quello!”.
poi tu che sei pensi male ci vedi subito la pubblicità occulta, io che sono ingenuo ci vedo questo

-1 Venti minuti iniziali di chiacchiere idiote.
sono fatti appositamente per annoiarti e farti immedesimare nel gruppo idiota, e poi all’improvviso la città è sotto attacco e tu e i tuoi amici vi ritrovate a scappare

un gruppetto di nullafacenti

non sono nullafacenti, sono giovani che lavorano tanto che uno di loro ha appena avuto una promozione e dovrebbe trasferirsi in giappone, ora mi chiedo non eri attenta o solo cerchi già di sminuire il film? sembra che se non è giapponese parte già con qualche punto in meno.

poi che un film dimostri non sia un film di mostri perchè il mostro è solo accennato, per me è una cazzata, e io trovo che il protagonista che teme più per se e la sua famiglia che per le sorti dell’umanità o per la paura di vedere il mostro è plausibile e realistico.

#36 Comment By Jack On 29 agosto 2011 @ 15:11

Ciao a tutti!
Pienamente d’accordo a metà con quanto detto nella recensione: il film mi ha deluso parecchio anche se non per le motivazioni già esposte né da Gamberetta né dagli altri “detrattori”.

L’ utilizzo della videocamera può essere un’ ottima idea per dare dei punti di vista alternativi, aumentare il coinvolgimento dello spettatore e soprattutto dare un maggior senso di veridicità alle immagini.

Quello che traspare invece in Cloverfield è l’artificiosità delle riprese: il cameraman, tra i tagli della registrazione preesistente (che ci propina dei flashback perfettamente confezionati), riesce sempre a inquadrare i personaggi giusti, i paesaggi d’effetto e in un casuale crescendo tutti i pezzetti del mostro, partendo dalla coda arrivando fino al primo piano sorridente.
Tra l’altro è incredibile come i personaggi siano sempre al posto giusto nel momento giusto… sembra di essere ad una visita turistica di New York: ecco qui a voi signori la testa della statua, poco più avanti il mostro ha appena fatto crollare il ponte di Brooklyn e tra un attimo ci dirigeremo alla metropolitana che proprio al nostro passaggio sarà infestata di creaturine mangia-uomini…

Se si è cercato di fare uno pseudo film-verità Cloverfield non mi ha assolutamente convinto, se invece si è voluto fare un film insulso con la videocamera e gli effetti speciali allora il risultato è stato raggiunto.

#37 Comment By labp On 13 settembre 2011 @ 15:33

ma per favore…
per fortuna quelli come te non fanno i registi, altrimenti avremmo solo film stile muccino o cinepanettoni vari…(quelli si che tirano)

#38 Comment By Hel On 25 dicembre 2011 @ 17:44

Sono andata a vederlo al cinema e mi sono addormentata più o meno quando compare il mostro, in più il continuo movimento della telecarmera mi stava facendo venire voglia di vomitare. Mi baso su ricordi vecchi di anni, ma non ho mai una grande considerazione di film che mi fanno addormentare. Alle otto di sera. A tredici anni e fischia.


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