- Gamberi Fantasy -

Il Terzo Occhio

Pubblicato da Gamberetta il 30 ottobre 2009 @ 19:44 in Fumetti,Insalata di Mare,Libri,Straniero | 50 Comments

Lo spezzone che segue è tratto dal film Pi. Se vi impressiona, forse non è il caso che continuiate a leggere, dato che il presente articolo è dedicato al meraviglioso mondo della trapanazione cranica.

Trapanazione dal film Pi

La trapanazione nei tempi antichi

La trapanazione cranica è probabilmente la più antica operazione chirurgica mai compiuta. Fin dal neolitico (9.000 anni prima di Cristo) gli uomini si sono trapanati, e ci sono prove che in diversi casi i pazienti sopravvivevano all’intervento. Le ragioni che spingevano gli uomini primitivi a trapanarsi rimangono oscure. C’era forse esigenza medica, forse c’erano motivi rituali o religiosi.
Si sono trovati teschi trapanati in ogni angolo del mondo, anche se per secoli si è creduto che le lesioni fossero dovute a ferite di guerra o a malattie. La svolta decisiva è stata rappresentata dal teschio qui sotto:

Il teschio di Squier
Il teschio peruviano portato negli Stati Uniti da E. G. Squier

Difficile che una ferita del genere sia casuale. Qui qualcuno si è messo d’impegno per segare l’osso. Qualcuno che abitava nella regione di Cuzco, in Perù, prima dell’arrivo degli Europei. Nel 1865 il teschio fu portato negli Stati Uniti dall’archeologo E. G. Squier (1821 – 1888). Suscitò scalpore nella comunità scientifica.
Quello che lasciava perplessi gli studiosi era constatare come i margini della ferita lasciassero intravedere una ricrescita dell’osso. In altre parole il paziente era sopravvissuto all’operazione; era sopravvissuto per anni. Dei primitivi, dei selvaggi, erano stati in grado di compiere – con successo – un’operazione di neurochirurgia: non andava mica bene!
Nuove branche del sapere, come la craniometria, stavano giusto dimostrando la fondatezza scientifica di verità già note (i bianchi sono più intelligenti dei negri, i poveri e i derelitti sono tali perché più stupidi dei ricchi e degli aristocratici, gli uomini sono più portarti al ragionamento delle donne) e il teschio faceva il bastian contrario. Disdicevole.
Tuttavia, nonostante lo scetticismo di molti studiosi, il teschio di Squier spinse a ricercare nuove prove. Molti teschi vennero riesaminati e alla fine non si poté negare che barbari primitivi, spesso non bianchi, praticavano la trapanazione. E i trapanati ne uscivano vivi.

Ma come procedevano i barbari primitivi? La figura qui sotto illustra i metodi più usati.

Quattro modi per trapanare
Quattro modalità di trapanazione: 1 – Raschiamento; 2 – Solco; 3 – Perforazione; 4 – Tagli

1 – Raschiamento. Usando una pietra o del vetro, si raschiava il cranio, riducendo l’osso in polvere. Paul Broca (1824 – 1880), il famoso antropologo francese, dimostrò la fattibilità di questo metodo sui cadaveri di un bambino di due anni e di un uomo adulto. Usando un pezzo di vetro affilato, riuscì ad aprire il cranio del morto adulto in cinquanta minuti, fermandosi ogni tanto per riposare la mano. Con il bambino se la cavò in circa quattro minuti.
Il raschiamento era uno dei metodi più comuni. In Italia questo tipo di trapanazione venne praticata fino al Rinascimento.

2 – Solco. Con una scheggia di pietra o vetro si incideva con movimento circolare sempre più nell’osso, fino a tagliare una rondella. Non ci volle molto per capire che se si montavano le schegge lungo la punta di un trapano il lavoro diventava più semplice. Ippocrate (460 a.C. – 377 a.C.) – padre della medicina – per primo descrive questo tipo di strumento che, con relative poche modifiche, è quello tutt’ora usato.
In alcuni casi, le rondelle ossee sono state ritrovate: i barbari primitivi ne avevano ricavato dei ciondoli.

3 – Perforazione. Con una punta affilata si praticava una serie di piccoli fori ravvicinati, poi con uno strumento tagliente si rompevano i ponticelli tra i fori, liberando così una porzioncina d’osso. Questo metodo fu descritto da Celso (25 a.C. – 50) nel De Medicina e si diffuse durante il medioevo. Era il metodo preferito dagli Arabi e consigliato nel 1200 dai luminari della Scuola Medica Salernitana. Ancora oggi è un sistema usato da alcune tribù del Kenya.

Terebra
Questo strumento, chiamato ‘terebra’, era usato al tempo degli antichi Greci per produrre piccoli fori nel cranio

4 – Tagli. Il metodo usato dal peruviano di Cuzco. Simile al metodo numero due, solo che il taglio invece di essere circolare è rettangolare. In alcune tombe peruviane sono stati trovati dei particolari coltelli metallici, detti ‘tumi’, che sarebbero stati adatti per compiere l’operazione. Teschi con incisioni simili sono stati rinvenuti anche in Francia e in Palestina.

Due tumi
Due modelli di tumi. La lama è progressivamente più spessa, in modo che sia più facile fermarsi nell’opera di taglio prima di intaccare il cervello

Permane il mistero del perché i selvaggi primitivi fossero così affascinati dalla trapanazione. Ma forse non ci sono ragioni, in fondo erano selvaggi primitivi.

Teschi etruschi
Teschi etruschi trapanati (600 a.C. circa). È difficile stabilire in che percentuale i pazienti sopravvivessero alla trapanazione nei tempi antichi. Studi sui teschi pre-colombiani fanno supporre percentuali superiori al 60%

Con Ippocrate e Galeno (129 – 216), la trapanazione diviene una rispettabile pratica medica, usata per lo più in caso di fratture del cranio. Nel corso dei secoli si ricorre alla trapanazione anche per combattere il mal di testa, l’epilessia, l’insonnia, le malattie mentali. Durante il medioevo si pensava che diverse patologie fossero dovute alla presenza all’interno della testa di “aria malsana”, aria che un buco in fronte aiutava a disperdere. Oppure erano veri e propri demoni a intrufolarsi nel cranio dell’ammalato: in questi casi il buco diventava un chiaro invito per i demoni a levare le tende.

Estrazione della pietra della follia
Questo quadro di Hieronymus Bosch (1450 – 1516) è intitolato: Estrazione della pietra della follia. Si basa sulla credenza medievale dell’esistenza di tale “pietra della follia” all’interno del cervello. In teoria sarebbe stato possibile guarire i folli estraendo il sasso in oggetto, dopo aver trapanato il cranio

Spesso i pazienti morivano durante gli interventi, anche se la ragione principale erano le infezioni – era facile beccarsi la meningite –, più che trapanazioni troppo avventate. Verso la metà del 1700 la trapanazione è un’operazione ancora circondata da un alone di superstizione. Per esempio era diffusa la credenza che uno dei rischi maggiori nell’intervento fosse il panico del paziente: il poveretto poteva morire di spavento! Per questa ragione gli strumenti chirurgici non dovevano essere mostrati al malato e, prima di cominciare l’intervento, era necessario tappargli bene le orecchie, in modo che non potesse sentire il suono del trapano che scava l’osso.

Nel 1700 si usavano strumenti come questi:

Strumenti per la trapanazione
Alcuni strumenti consigliati da Lorenz Heister per le operazioni di trapanazione

Lo strumento più a destra è particolarmente interessante. È un bisturi che serviva per incidere la dura madre (la dura madre è la prima delle tre meningi, le tre membrane che circondano il cervello – nonostante il nome non è dura, ha la consistenza del tessuto).

Struttura del cranio
Struttura del cranio. Dura madre, aracnoide e pia madre sono le tre meningi

La lama dello strumento è quasi del tutto celata nell’impugnatura. La ragione ufficiale per questo design è che così il chirurgo non poteva per sbaglio tagliare troppo in profondità. Ma la vera ragione era un’altra: l’idea era di nascondere il bisturi alla vista dei parenti e degli amici del malato. Infatti all’epoca un infondato luogo comune dettava che se si intaccava la dura madre, la morte era inevitabile. Cosa avrebbe dovuto fare un chirurgo? Perder tempo a spiegare la Medicina a zoticoni e bifolchi pieni di paure e superstizioni? Certo che no. Da qui la necessità per il bisturi nascosto: il chirurgo poteva agire come meglio credeva senza preoccuparsi degli ignoranti.

Lorenz Heister (1683 – 1758), un celebre chirurgo e anatomista tedesco, descrive un caso esemplare di trapanazione: siamo nel 1753 e il paziente è tale Friedrich Bachmann, un mercante di trentasei anni. Bachmann ha un incidente stradale mentre si sta recando con il suo carro a Francoforte. Picchia molto forte la testa e da quel momento comincia a soffrire di emicranie, dolori al collo, vertigini. Dopo diverse settimane, all’improvviso, le sue condizioni peggiorano: è disorientato, non riconosce i suoi amici, non riesce a camminare.
I medici locali non sanno come affrontare la situazione. Viene consultato il dottor Heister. Heister suggerisce la trapanazione.

Bachmann è trapanato, con scarsi risultati. Il secondo giorno si decide di incidere la dura madre. Nei successivi due giorni il paziente pare riprendersi, ma è un miglioramento effimero: peggiora di colpo; è scosso da spasmi e il braccio destro è paralizzato. Nuova trapanazione in un punto diverso del cranio: il miglioramento dura molto poco; il paziente soffre di violente crisi epilettiche. Le sue condizioni divengono critiche. Si scava più a fondo: si taglia oltre la dura madre attraverso il primo foro – viene evacuata una sostanza densa e gialla, almeno un cucchiaio pieno. Il paziente peggiora. Si scende ancora più in profondità, fino a intaccare la materia grigia. Il paziente muore. Non tutte le ciambelle escono con il buco.
Al termine dell’autopsia, uno dei medici stabilisce che le trapanazioni sono state compiute alla perfezione e che il paziente è morto semplicemente perché la malattia era incurabile. Heister giunge alle stesse conclusioni. Chissà quale sarà il caso di settimana prossima?

Lorenz Heister
Il dottor Heister. Lui sì era un medico serio

Purtroppo la scienza medica progredisce e la trapanazione diviene operazione di routine: di nuovi Bachmann se ne incontrano sempre meno. La trapanazione torna interessante nella seconda metà del ventesimo secolo. Lascia le sale operatorie per diventare un’azione voluttuaria: ci si trapana per il piacere di farlo!

La trapanazione moderna

È probabile che tutto abbia inizio con Cyril Henry Hoskin (1910 – 1981), un idraulico irlandese. Un bel giorno, dopo essere caduto da un albero, viene contattato telepaticamente da un lama tibetano, tale Lobsang Rampa. Il lama sta morendo e chiede al signor Hoskin se può trasmigrare la propria anima nel corpo dell’idraulico. L’idraulico, scontento della vita che conduce, accetta. Così avviene la trasmigrazione e a tutti gli effetti Cyril Henry Hoskin diviene Lobsang Rampa.
Nel 1956 Rampa scrive un libro intitolato The Third Eye, nel quale racconta la sua vita quand’era ancora in Tibet.

Copertina del libro The Third Eye
Copertina del libro The Third Eye

Uno degli episodi più significativi – insieme all’incontro con gli Yeti – è l’apertura del terzo occhio, che permetterà a Rampa di vedere oltre i veli della Realtà. L’operazione consiste nel perforare la fronte di una Rampa cosciente e inserire una scheggia di legno.

bandiera EN He pressed the instrument to the centre of my forehead and rotated the handle. For a moment there was a sensation as if someone was pricking me with thorns. To me it seemed that time stood still. There was no particular pain as it penetrated the skin and flesh, but there was a little jolt as the end hit the bone. He applied more pressure, rocking the instrument slightly so that the little teeth would fret through the frontal bone. The pain was not sharp at all, just a pressure and a dull ache. I did not move with the Lama Mingyar Dondup looking on; I would rather have died than make a move or outcry. He had faith in me, as I in him, and I knew that what he did or said was right. He was watching most closely, with a little pucker of muscles in tension at the corners of his mouth. Suddenly there was a little “scrunch” and the instrument penetrated the bone. Instantly its motion was arrested by the very alert operator. He held the handle of the instrument firmly while the Lama Mingyar Dondup passed him a very hard, very clean sliver of wood which had been treated by fire and herbs to make it as hard as steel. This sliver was inserted in the “U” of the instrument and slid down so that it just entered the hole in my head. The lama operating moved slightly to one side so that the Lama Mingyar Dondup could also stand in front of me. Then, at a nod from the latter, the operator, with infinite caution, slid the sliver farther and farther. Suddenly I felt a stinging, tickling sensation apparently in the bridge of my nose. It subsided, and I became aware of subtle scents which I could not identify. That, too, passed away and was replaced by a feeling as if I was pushing, or being pushed, against a resilient veil. Suddenly there was a blinding flash, and at that instant the Lama Mingyar Dondup said “Stop“. For a moment the pain was intense, like a searing white flame. It diminished, died and was replace by spirals of colour, and globules of incandescent smoke. The metal instrument was carefully removed. The sliver of wood remained, it would stay in place for two or three weeks and until it was removed I would have to stay in this little room almost in darkness.

bandiera IT Premette lo strumento al centro della mia fronte e ruotò l’impugnatura. Per un momento ci fu una sensazione come se qualcuno mi pizzicasse con delle spine. Mi sembrò che il tempo si fosse fermato. Non ci fu nessun particolare dolore mentre lo strumento penetrava la pelle e la carne, ci fu solo una piccola scossa quando colpì l’osso. L’operatore aumentò la pressione, oscillando leggermente lo strumento in modo che i piccoli denti potessero scavare nell’osso frontale. Il dolore non era per niente acuto, solo una sensazione di pressione e un dolore sordo. Non mi potevo muovere con il Lama Mingyar Dondup che guardava; sarei morto piuttosto che muovermi o lamentarmi. Lui aveva fede in me, come io in lui, e sapevo che quello che faceva o diceva era giusto. Stava osservando da vicino, con i muscoli agli angoli della bocca in tensione. Improvvisamente ci fu un piccolo “scrunch” e lo strumento penetrò l’osso. All’instante l’operatore, molto attento, si fermò. L’operatore tenne l’impugnatura dello strumento salda mentre il Lama Mingyar Dondup gli passava una scheggia di legno, molto dura e liscia. La scheggia era stata trattata con fuoco ed erbe per renderla dura quanto l’acciaio. La scheggia fu inserita nella “U” dello strumento e spinta giù in modo da entrare appena nel buco nella mia testa. L’operatore si spostò un pochino di lato per consentire al Lama Mingyar Dondup di stare anche lui di fronte a me. Poi, a un cenno di quest’ultimo, l’operatore, con infinita attenzione, spinse la scheggia sempre più in profondità. Improvvisamente sentii una puntura, un solletico che apparentemente veniva dal ponte del naso. La sensazione si attenuò e divenni cosciente di un profumo sottile che non riuscii a identificare. Anche il profumo svanì e fu sostituito da una sensazione come se stessi spingendo o fossi spinto contro un velo resistente. Improvvisamente ci fu un flash accecante, e in quell’istante il Lama Mingyar Dondup disse “Stop“. Per un momento il dolore fu intenso, una lancinante fiamma bianca. Il dolore diminuì e sparì, e fu sostituito da spirali di colore e da globuli di fumo incandescente. Lo strumento di metallo fu rimosso con cautela. La scheggia di legno rimase, sarebbe rimasta in posizione per due o tre settimane e finché non fosse stata rimossa, sarei dovuto rimanere in questa piccola stanza, quasi completamente al buio.

Il libro di Rampa ha grande successo, anche se i maligni sospettano che l’idraulico si sia inventato tutto. Voi a chi credereste? Agli Invidiosi o a un lama reincarnato con tanto di terzo occhio?

Una persona che deve aver prestato fede a Rampa è il “dottore” olandese Bart Huges (dottore tra virgolette perché il signor Huges non si è mai laureato in medicina: fallisce per due volte di seguito l’esame di ostetricia, perde la borsa di studio e lascia l’Università). Huges è considerato uno dei padri della moderna trapanazione voluttuaria e il suo breve saggio The Mechanism of Brainbloodvolume (conosciuto anche con il titolo Homo Sapiens Correctus) scritto nel 1962 è ritenuto una pietra miliare da tutti i suoi seguaci – cinque o sei persone in tutto il mondo, dagli anni ’60 a oggi.

BBV

Traduzione inglese del manoscritto originale di The Mechanism of Brainbloodvolume

La teoria di Huges sostiene che l’apertura di un foro nel cranio possa aumentare l’apporto di sangue al cervello in rapporto al fluido cerebrospinale, con enormi miglioramenti delle capacità intellettive e delle doti creative. L’intera società trarrebbe beneficio da una trapanazione di massa. Lo spiega lo stesso Huges in un’intervista condotta da Joey Mellen, uno dei suoi (pochi) allievi:

bandiera EN M(ellen): Do you think that trepanned can create a better social system?
H(uges): I think that no construction of adults can work optimally unless each adult in the construction is trepanned.
M: Do you foresee many changes in a trepanned society?
H: Increased efficiency in social operations, the restriction of activity to the essential, and with the restoration of originality and creativity to the adult rapid progress in technology.

bandiera IT M(ellen): Pensi che i trapanati possano creare un miglior sistema sociale?
H(uges): Penso che nessuna organizzazione di adulti possa funzionare al meglio a meno che ogni adulto nell’organizzazione sia trapanato.
M: Prevedi molti cambiamenti in una società di trapanati?
H: Aumentata efficienza nei rapporti sociali, la riduzione delle attività a quelle essenziali, e grazie al recupero per gli adulti di originalità e creatività prevedo un rapido progresso tecnologico.

E qui i maligni diranno che il dottor Huges, se crede davvero a ‘ste cose, dovrebbe lui per primo metterle in pratica. E infatti, non trovando collaborazione tra l’ottusa classe medica dell’epoca, il 6 gennaio 1965, Huges, armato di bisturi e trapano elettrico, procede all’autotrapanazione. L’operazione è un successo!

Bart Huges
Bart Huges alle prese con la trapanazione

Dieci giorni dopo l’intervento, Huges cerca di dimostrare al mondo la fattibilità e l’utilità della trapanazione: il risultato è che viene ricoverato nel reparto psichiatrico dell’ospedale universitario, dove è trattenuto in osservazione, contro la sua volontà, per tre settimane.

Pochi mesi dopo, a Ibiza, avviene il primo incontro tra Joseph “Joey” Mellen e Huges. Huges procura a Mellen degli allucinogeni e gli racconta la sua esperienza con la trapanazione. Nel 1966 Mellen invita Huges a Londra. I due organizzano comizi in giro per la città, predicando a favore dell’LSD e della trapanazione. La polizia espelle Huges dal Regno Unito.
Intanto Mellen è pronto a compiere il grande passo: compra un trapano chirurgico manuale e dell’anestetico. Dopo aver assunto dell’LSD procede all’autotrapanazione, ma non ha la forza per incidere l’osso. Chiede aiuto a Huges, ma quest’ultimo non può più tornare a Londra perché adesso è nella lista delle persone sgradite al governo inglese.
Così Mellen si rivolge ad Amanda Feilding, la sua coinquilina. Con l’aiuto dell’amica la trapanazione procede, ma proprio quando l’osso sta per essere staccato, Mellen sviene e deve essere ricoverato in ospedale. Poi viene arrestato per possesso di marijuana.
Quando è rilasciato, Mellen e Amanda ci riprovano. Continuano a scavare dove si erano fermati la volta scorsa. Però, ancora una volta, l’operazione non riesce del tutto: staccano solo una parte dell’osso inciso; il buco risulta molto piccolo. Lo stesso Mellen descrive così la situazione:

bandiera EN After some time there was an ominous sounding schlurp and the sound of bubbling. I drew the trepan out and the gurgling continued. It sounded like air bubbles running under the skull as they were pressed out. I looked at the trepan and there was a bit of bone in it. At last! On closer inspection I saw that the disc of bone was much deeper on one side than on the other. Obviously the trepan had not been straight and had gone through at one point only, then the piece of bone had snapped off and come out. I was reluctant to start drilling again for fear of damaging the brain membranes with the deeper part while I was cutting through the rest or of breaking off a splinter. If only I had an electric drill it would have been so much simpler. Amanda was sure I was through. There seemed no other explanation for the schlurping noises I decided to call it a day. At the time I thought that any hole would do, no matter what size. I bandaged up my head and cleared away the mess.

bandiera IT Dopo un po’ di tempo c’è stato un inquietante suono, uno schlurp, e un gorgoglio. Ho tirato fuori il trapano e il gorgoglio è proseguito. Suonava come se bolle d’aria si agitassero sotto il cranio e poi venissero spinte fuori. Ho guardato il trapano ed era rimasto attaccato un pezzetto di osso. Finalmente! Guardando con più attenzione, mi sono accorto che il disco di osso era molto più spesso lungo un lato rispetto al lato opposto. Evidentemente il trapano non era sceso dritto e aveva trapassato il cranio solo in un punto, poi un pezzetto d’osso si era staccato. Ero riluttante a riprendere la trapanazione per paura di danneggiare le membrane cerebrali nel tentativo di tagliare attraverso il resto dell’osso. Se solo avessi avuto un trapano elettrico sarebbe stato tutto molto più semplice. Amanda era sicura ci fossi riuscito. Non sembrava esserci altra spiegazione per i gorgoglii, così decisi di non insistere. Al tempo pensavo che ogni buco sarebbe andato bene e che la grandezza non avesse importanza. Mi sono fasciato la testa e ho pulito il macello.

Passa il tempo e Mellen si convince che il buco sia in effetti di dimensioni inadeguate. Nella primavera del 1970 ritenta, in un altro punto, con un trapano elettrico. Dopo mezzora il trapano brucia. Mellen deve farlo riparare e riprendere il giorno dopo. Finalmente è un successo! Un bel buco che cambia la vita di Mellen. Quando Amanda torna all’appartamento – era in viaggio fuori città – si accorge subito che c’è qualcosa di diverso in Mellen. È evidente che con il buco in testa lui ha raggiunto un più alto stato di coscienza.
Amanda decide di autotrapanarsi.

Mentre lei opera – usando un trapano da dentista –, Mellen filma la scena con una telecamera. L’operazione riesce al primo colpo.
Amanda così descrive sinteticamente gli effetti del buco in testa:

bandiera EN If one puts the adult norm of consciousness at zero and the LSD users at one hundred, then the childhood level and that attained by trepanation is thirty, and the level of cannabis is around fifty to sixty.

bandiera IT Se uno pone il livello di coscienza di un normale adulto a zero e di un consumatore di LSD a cento, allora il livello dell’infanzia e il livello ottenibile con la trapanazione è trenta, e il livello con la cannabis è da cinquanta a sessanta.

Soddisfatti, Mellen e Amanda cercano di diffondere la moda. Mellen scrive un libro, Bore Hole, Amanda un opuscolo, Blood and Consciousness, e il film dell’operazione a quest’ultima è distribuito con il titolo Heartbeat in the Brain.

Heartbeat in the Brain
Quattro fotogrammi da Heartbeat in the Brain. Purtroppo pare che il film completo sia andato perduto

Mellen e Amanda girano l’Europa e gli Stati Uniti, organizzano conferenze e proiezioni. Il film ha un notevole impatto – gente sviene guardandolo –, ma nel complesso rimane alto lo scetticismo nei confronti della trapanazione.
Tornati in patria, nel 1978 Amanda si candida per il parlamento inglese. Il cardine del suo programma politico è la trapanazione gratuita per tutti gli adulti che la desiderano. Ottiene 49 voti. Alle elezioni del 1983 sotto la sigla “Indipendent – Trepanation for the National Health” supera i cento voti (139 voti): ancora troppo pochi per essere eletta. Stupida democrazia!

Votate per Amanda
Materiale promozionale per l’elezione di Amanda Feilding

Dopo Mellen, il secondo più fervente allievo di Huges è Pete Halvorson. Halvorson vive periodi di forte depressione. Prova a rivolgersi a uno psicologo, prova con gli psicofarmaci: niente da fare. Per fortuna chikas_pink03.gif nel 1972 incontra ad Amsterdam il dottor Huges. Huges lo convince della bontà delle sue teorie e Halvorson si apre un buco in testa di otto millimetri con un trapano elettrico. La depressione sparisce! Halvorson è un uomo nuovo, che vive a un superiore livello di coscienza. Lui stesso ammette che:

bandiera EN When I first trepanned myself, I thought – and I know this sounds selfish – but I thought, ‘Only a few people deserve this.’

bandiera IT Quando mi sono trapanato per la prima volta, ho pensato – e lo so che suona egoistico – ma ho pensato, ‘Solo poche persone lo meritano’.

Col tempo però cambia idea; tutti devono poter sperimentare le gioie della trapanazione: fonda perciò l’ITAG, International Trepanation Advocacy Group. In una decina d’anni di attività, l’ITAG pare abbia convinto almeno sessanta persone a trapanarsi per diletto.

* * *

bandiera EN [...] every time I coughed, some fluid would come out of the hole in my head.

bandiera IT [...] ogni volta che tossivo, un po’ di liquido mi usciva dal buco nella testa.

Dichiara Heather Perry dopo la trapanazione. La trapanazione è così da lei descritta:

bandiera EN I injected myself with a local anaesthetic and then slashed a big T-shaped incision in my scalp, right down to the bone. I was sat there in the bathroom feeling quite relaxed and they started with the drill. It didn’t take that long at all, probably about 20 minutes. Eventually I could feel a lot of fluid moving around. Apparently, there was a bit too much fluid shifting around, because they’d gone a little bit too far and I was leaking some through the hole, but this wasn’t especially dangerous as there are three layer of meninges before you get to the brain.

bandiera IT Mi sono iniettata un anestetico locale e poi ho praticato un ampio taglio a forma di T nel cuoio capelluto, incidendo fino all’osso. Mi sono seduta in bagno, mi sentivo piuttosto rilassata; hanno cominciato con il trapano. Non c’è voluto molto, probabilmente intorno ai 20 minuti. Sentivo un sacco di liquido muoversi in giro. Apparentemente c’era un po’ troppo liquido perché erano scesi un po’ troppo in profondità, e il liquido colava anche attraverso il buco, ma non era una situazione particolarmente pericolosa, perché ci sono tre strati di meningi prima di arrivare al cervello.

Heather Perry è una delle persone che si sono trapanate con l’appoggio di Pete Halvorson. In Heather l’idea della trapanazione è nata quando ha saputo che il suo idolo John Lennon aveva intenzione di fare lo stesso. Questo e un notevole consumo di acido:

bandiera EN I did a lot of acid, which kind of mashed my head up a bit.

bandiera IT Mi sono fatta un sacco di acido che mi ha un po’ frollato la testa.

Huges, Mellen, Amanda, Heather: tutti pazzi? Forse no. Amanda Feilding, dopo il fallimento politico, non si è arresa. Ha continuato a studiare il problema ed è arrivata a collaborare con il neurofisiologo russo Yuri Moskalenko. Moskalenko ha studiato in maniera scientifica la trapanazione, seguendo la sorte di quindici pazienti trapanati. Secondo le sue conclusioni la trapanazione può sul serio avere un effetto benefico sulle capacità mentali (specie per chi ha superato i quarant’anni) e può essere di aiuto nella cura di certe malattie del sistema nervoso, come il morbo di Alzheimer.

Trapanazioni di incerta origine

Finora ho elencato aneddoti documentati riguardo la trapanazione. Se si entra nel campo delle leggende e del folklore, spuntano altri casi curiosi.
Per esempio, durante il secondo secolo, nelle miniere di sale della Dalmazia, pare che i minatori venissero trapanati. Nel buco in fronte veniva inserita una candela: in questo modo i minatori potevano avere luce nelle gallerie ed entrambe le mani libere per lavorare.
Nel 2002, in Ucraina, furono ritrovati i cadaveri di numerosi ufficiali e soldati nazisti. Molti dei teschi ritrovati erano stati trapanati, alcuni in diversi punti. È possibile che il massacro sia stato il risultato di esperimenti segreti condotti dalla divisione medica della società Ahnenerbe, un’organizzazione nazista da sempre associata a ogni sorta di pratica occulta.

Con queste premesse, è strano constatare come la trapanazione sia spesso stata ignorata dal cinema e dalla narrativa. Certo non mancano film e romanzi dove qualcuno si trapana, ma forse l’unica opera dove la trapanazione è il fulcro della vicenda è il manga Homunculus di Hideo Yamamoto (già autore di Ichi the Killer).

Manabu Ito, un ricco studente di medicina, convince Susumu Nakoshi (un agente delle assicurazioni che vive come un barbone e dorme nella propria auto) a sottoporsi a un esperimento di trapanazione. Susumo è scettico, ma alla fine accetta.
L’operazione apre il terzo occhio di Susumo e gli concede di osservare la vera natura delle persone; di spiare il subconscio altrui che gli appare sotto forma di creatura, di omuncolo. Susumo è così coinvolto in una serie di avventure sempre più surreali.

Tavola 1 Tavola 2 Tavola 3 Tavola 4
Tavola 5 Tavola 6 Tavola 7 Tavola 8

Alcune tavole dal primo volume di Homunculus. Clicca per ingrandire

È un manga interessante. Non si può dare un giudizio definitivo perché la storia è ancora in corso. Onestamente ho l’impressione che Yamamoto non sempre abbia ben presente dove vuole andare a parare. In ogni caso è lettura imprescindibile per gli appassionati della trapanazione.

Fonti e conclusioni

La fonte principale per la parte dedicata alla trapanazione nei tempi antichi è il seguente volume:

Copertina di Trepanation – History, Discovery, Theory Trepanation – History, Discovery, Theory a cura di Robert Arnott, Stanley Finger, C. U. M. Smith (Swets & Zeitlinger Publishers, 2005).

Inoltre su gigapedia si può recuperare anche l’opera di Lobsang Rampa:

Copertina di The Third Eye The Third Eye di T. Lobsang Rampa (Secker & Warburg, 1956).

Per la trapanazione moderna, il web offre ampia documentazione, spesso sotto forma di interventi degli stessi trapanati. Si esplorino perciò i link elencati tra gli approfondimenti.

* * *

Spero che l’articolo sia stato interessante e abbia suscitato curiosità nei confronti della trapanazione.
Ci vuole più trapanazione cranica nella narrativa! Il sole del trapanopunk sta per sorgere!

Gioco della trapanazione
La trapanazione è il gioco più divertente!

In futuro potrei tornare a parlare di chirurgia voluttuaria perché offre sempre spunti affascinanti. Per esempio il recente diffondersi del così detto “self-embedding disorder”, ovvero l’infilarsi sotto la pelle, dentro la carne, ogni genere di oggetto. Aghi, graffette, schegge di legno, pezzi di plastica, intere matite. Il feticista di Tsukamoto ne sarebbe orgoglioso!

Self-embedding disorder per il feticista del metallo in Tetsuo

Approfondimenti:

bandiera EN Trepanation su Amazon.com
bandiera EN The Third Eye su Amazon.com

bandiera EN Il sito web dell’ITAG
bandiera EN Un estratto dedicato ai trapanati dal libro Eccentric Lives & Peculiar Notions di John F. Mitchell
bandiera EN Hole in the Head Gang: articolo di Timothy Colin Cridland
bandiera EN Blood and Consciousness di Amanda Feilding (PDF)

bandiera EN L’intervista di Mellen a Huges
bandiera EN Intervista a Heather Perry
bandiera EN Interessantissima intervista con un trapanato

bandiera EN Homunculus tradotto in inglese scaricabile da MangaTraders (registrazione gratuita richiesta)

 


50 Comments (Mostra | Nascondi)

50 Comments To "Il Terzo Occhio"

#1 Comment By mirko On 30 ottobre 2009 @ 22:14

Ma come si vive con un buco in testa? Se ti metti a testa in giù? Quando dormi? La membrana resiste? Immagino che si debba sempre usare una bandana per coprire il buco…Se è in mezzo la testa non entra la forfora?
no no per me è troppo complicato.

#2 Comment By Sophitia On 30 ottobre 2009 @ 22:43

L’articolo ad un certo punto mi ha fatto venir voglia di vomitare ^^ mi sa che horror e medicina non fanno per me ^^ (ma avevi avvertito, io avevo provato a iniziarlo lo stesso ^^ colpa mia); non sono assolutamente riuscita a finirlo, ma ho riconosciuto le immagini da Homunculus, se a qualcuno interessa lo pubblica in Italia tradotto la Planet Manga (Panini).

#3 Comment By Gamberetta On 30 ottobre 2009 @ 23:31

@mirko. Dopo poco la pelle ricresce e copre il buco, ma gli effetti benefici dovrebbero rimanere. Il problema è che pian piano ricresce anche l’osso. Infatti Amanda Fielding ha dovuto trapanarsi di nuovo perché il foro originale si era richiuso.

#4 Comment By Miroku On 30 ottobre 2009 @ 23:53

E’ la prima volta che commento anche se ti/vi seguo da un bel pò di tempo. Gambery Fantasy è per me principalmente un riferimento letterario…

…ma dopo un articolo sulla trapanazione cranica mi tocca veramente farti i complimenti! Una continua sorpresa (per quanto il tema trapanatorio nella vita reale non affascina gran che…tendo a rimuovere le antiche tecniche mediche dalla mia mente bollandole come “eh beh pazienza ormai è successo, i pazienti sono belli che sepolti”)

Sempre un piacere.

#5 Comment By Uriele On 31 ottobre 2009 @ 01:17

Posso solo aggiungere un piccolo link al nostro amico il terzo occhio in persona: la ghiandola pineale

http://www.strayreality.com/Lanis_Strayreality/thirdtyepinealgland.htm

#6 Comment By Clio On 31 ottobre 2009 @ 02:14

Sappiamo per caso se questi storici pazienti sopravvivessero come vegetali o no?

#7 Comment By Dago Red On 31 ottobre 2009 @ 06:47

Bell’articolo.
Del manga Homunculus ho letto fino al sesto capitolo. Malgrado fino ad ora sia stato svelato molto poco sembra comunque molto promettente.
L’unico problema è che normalmente bisogna leggerselo a stomaco vuoto, o tra sangua, mostri deformi, sperma, traumi psichici e mutilazioni si rischia veramente di riproporre un po’ del pranzo ^^

PS: Gamberetta, anche il mio “esercizio” avrà un commento, o sono arrivato oltre tempo massimo?

#8 Comment By Merphit Kydillis On 31 ottobre 2009 @ 07:40

Per esempio era diffusa la credenza che uno dei rischi maggiori nell’intervento fosse il panico del paziente: il poveretto poteva morire di spavento!

Se ci si pensa su, non ha tutti i torti: perché si fa addormentare i pazienti prima di effettuare operazioni chirurgiche (dalla estrazione dei denti al trapianto di un rene)? Perché potrrebbe agitarsi. Uno può essere così coraggioso (o povero in tasca) da voler fare l’operazione senza anestesia… ma se vede bisturi sporchi del suo sangue, e il dottore che esclama «Merda, abbiamo un Codice Blu!» prima di estrarre un seghetto per il metallo si può star certi che il paziente si agita, provocando conseguenze negative (se non letali) per l’operazione che sta subendo.

Ammetto una cosa: ho paura delle siringhe. Ogni tanto devo fare le analisi del sangue, perciò devo farmi fare il prelievo (come se non bastassero le zanzare). Dato che se mi agito rischio che le cose vanno male, chiudo gli occhi e penso ad altro, rilassando il braccio… suona molto infantile, ma funziona.
Dal Neolitico come facevano senza anestesia? Certo, rompere un vaso di ceramica in testa poteva essere un metodo poco ortodosso ma efficace… ma gli europei medievali per quasi due millenni, non brillarono d’intellgenza: ovviamente nei casi più urgenti se ne fregava di perdere tempo a calmare il paziente, ma il più delle volte, credo, dovevano ricorrere a droghe o sonniferi per rendere il paziente più docile. E non si sprecavano i ganci in casi di individui rosiconi.

#9 Comment By Tapiroulant On 31 ottobre 2009 @ 09:06

Sarebbe molto interessante il romanzo di un uomo che si autotrapana e poi non gli succede assolutamente niente.

#10 Comment By Moreno Pedrinzani On 31 ottobre 2009 @ 09:25

Uno degli articoli più affascinanti che hai creato, ho fatto colazione leggendolo e non sono affatto disturbato, sarà che hai citato due film che amo. La tua cultura è sempre altissima
Saluti.

#11 Comment By Maudh On 31 ottobre 2009 @ 10:36

Articolo grandioso, mi aspetto un seguito con l’analisi clinica della demenza di Huges.
Ma dal 900 è mai morto nessuno per “trapanazione casalinga” fallita?

#12 Comment By igorilla On 31 ottobre 2009 @ 13:22

come ha detto gamberetta il buco viene ricoperto con la pelle che è stata solo incisa non rimossa.

come questo gentiluomo quà:
http://www.youtube.com/watch?v=4vsB-oxHMRw
mica sene va in giro con il cervello in mostra

per la trapanazione casalinga, il vero problema sono le infezioni e le lesioni delle meningi, cosa che può portare rapidamente alla morte

a questo punto voglio trovare questo documentario:
http://www.youtube.com/watch?v=YoU_-ru8yEc&feature=related

#13 Comment By GSeck On 31 ottobre 2009 @ 17:22

Mi pare che i trapanatori moderni abbiano frainteso le teorie religiose e filosofiche sul terzo occhio con antiche pratiche chirurgiche.
Accidenti, il terzo occhio sulla fronte è una metafora!

… o no?

#14 Comment By Gamberetta On 31 ottobre 2009 @ 18:33

@Clio.

Sappiamo per caso se questi storici pazienti sopravvivessero come vegetali o no?

Adesso non andiamo a cercare il pelo nell’uovo…

@Dago Red.

PS: Gamberetta, anche il mio “esercizio” avrà un commento, o sono arrivato oltre tempo massimo?

Il problema è che il tuo “esercizio” è lunghissimo: l’ho copiaincollato in word e sono più di 5.000 parole. Magari lo leggerò, ma non te lo assicuro. E comunque la descrizione del disegno non richiedeva tutte quelle parole.

@Maudh.

Ma dal 900 è mai morto nessuno per “trapanazione casalinga” fallita?

Non che io sappia. D’altra parte è stata tentata solo da una manciata di persone.

@igorilla. Il documentario l’ho cercato diverse volte nelle ultime due settimane ma con scarsi risultati. Sono molto tentata di comprarlo.
Interessante l’intervista.

#15 Comment By mirko On 31 ottobre 2009 @ 20:41

ma se per scherzo uno preme con un dito proprio lì…Cosa sente? Mollicio, duro. Ok un po’ di osso ricresce, ma se vediamo i teschi, questi hanno il buco…Abbiamo lo stato della PIA MADRE, se questo protegge come un osso allora è solo un fatto estetico. Poi c’è il brivido della trapanazione e sapersi fermare al punto giusto.
Propongo che Gamberetta testi questa tecnica per poter leggere un articolo più approfondito, deve andare a fondo alla vicenda.

#16 Comment By Federico Russo “Taotor” On 31 ottobre 2009 @ 21:07

Quando Amanda torna all’appartamento – era in viaggio fuori città – si accorge subito che c’è qualcosa di diverso in Mellen. È evidente che con il buco in testa lui ha raggiunto un più alto stato di coscienza.
Amanda decide di autotrapanarsi.

Ma LOL!

Interessante, comunque. Cioè, se secondo loro un buco in fronte fa diventare più saggi… Non capisco però l’utilità dell’infilarsi la roba sotto la pelle. Far nascere un’infezione? Ottere una necrosi? Amputarsi un arto? Figo! XD

P.S. Ora che ci penso, Chiara, sei all’università? Quale facoltà hai scelto? :D

#17 Comment By Tapiroulant On 1 novembre 2009 @ 14:52

@Taotor: Secondo me studia lingue orientali.

#18 Comment By Dago Red On 1 novembre 2009 @ 15:46

Secondo me qui finirà che qualche lettore di Gamberetta si trapanerà la testa d’avvero.

#19 Comment By Angra On 2 novembre 2009 @ 07:54

Un mio amico, in seguito a un incidente stradale, ora vive con un buco nella scatola cranica grosso come un’arancia. Non è cambiato di una virgola! ^____^

#20 Comment By Diarista incostante On 2 novembre 2009 @ 10:09

ma se per scherzo uno preme con un dito proprio lì…Cosa sente?

La butto lì: la sensazione probabilmente somiglia a quello che sente chiunque tocchi la sommità della testa di un bambino sotto i due anni (cioè che ha ancora la fontanella aperta). Come una pelle di tamburo un po’ lenta e mobile (quando il bambino mastica e muove la bocca la pelle si sposta su e giù) che copre un buco tra le ossa. Una cosa così. Fa un tantino senso, in effetti.

#21 Comment By Rotolina On 2 novembre 2009 @ 13:21

Urgh…
Chissà perché mi fa molto più senso leggere queste cose con stile “scientifico”, che un libro horror.
Anzi, lo so. Perché questo è vero.
E comunque era meglio farlo prima di pranzo :P

Molto interessante comunque, davvero! Perlomeno abbiamo la conferma che comunque è fattibile l’autotrapanazione, e la conferma che dopotutto Gamberetta quando scrive si documenta. Sempre. A discapito degli scettici!

Gambretta 1 – Scettici 0

#22 Comment By Alarion On 2 novembre 2009 @ 15:11

Un mio amico, in seguito a un incidente stradale, ora vive con un buco nella scatola cranica grosso come un’arancia. Non è cambiato di una virgola! ^____^

E’ stato molto, ma molto fortunato, se la ferita avesse colpito il cervello poteva anche chiamare le pompe funebri.

Non ha senso imitare le pratiche mediche che si utilizzavano in passato nel XXI secolo, sempre che non si siano dimostrate efficaci (ce ne sono ben poche), la vera svolta della medicina è iniziata nell’ultimo ventennio dell’Ottocento. Secoli fa difficilmente si guariva perché il medico era un buon medico, ma perché la malattia passava da sola. Un tempo era la sanità che dove applicata salvava la gente, non l’arte medica. Al giorno d’oggi la trapanazione verrà utilizzata solo in determinati ambiti ed è giusto che la eseguano dei neurochirurghi e non certo il popolo.
Poi se volete rischiare la vita, fate pure, almeno nei nostri reparti di anatomia patologica avremo qualcosa in più da studiare.

#23 Comment By Alarion On 2 novembre 2009 @ 15:18

Scusate per aver quotato in blocco anche ciò che non andava quotato.
Mi vergognerei a definire medico uno spacciatore che predica in favore dell’LSD, hanno fatto più che bene a ricoverarlo contro la sua volontà in un ospedale psichiatrico.

#24 Comment By Angra On 2 novembre 2009 @ 16:05

@Alarion:

La verità è che chi ben conosce gli straordinari vantaggi della trapanazione cranica (ovvero i neurofisiologi) se ne guarda bene dal rendere disponibile a tutti questa conoscenza che permetterebbe di fare uno straordinario passo in avanti all’umanità! Hai mai sentito parlare di quei motori che vanno a purissima acqua e i cui brevetti sono stati comprati dalle compagnie petrolifere al solo scopo di farli sparire dalla circolazione? Bene, per la questione della trapanazione cranica è esattamente la stessa cosa! Per quello che mi riguarda, appena esco dal lavoro faccio un passo da Castorama per vedere se c’è in offerta un trapano a velocità regolabile che possa andare bene allo scopo.

#25 Comment By Federico Russo “Taotor” On 2 novembre 2009 @ 17:23

Mi vergognerei a definire medico uno spacciatore che predica in favore dell’LSD

Ci sono droghe peggiori chiamate tabacco (industriale) e alcol. Una ti distrugge i polmoni, l’altra il fegato.
Con la differenza che chi si fa di LSD non lo fa tipo 20 volte al giorno, ogni giorno.

#26 Comment By mirko On 3 novembre 2009 @ 11:22

Piccola nota:
Perchè su googleReader leggo il post “I Confini della Realtà” del 1/11
mentre sul Firefox rimane questa l’ultima discussione?

#27 Comment By Rotolina On 3 novembre 2009 @ 11:56

Piccola nota:
Perchè su googleReader leggo il post I Confini della Realtà del 1/11
mentre sul Firefox rimane questa l’ultima discussione?

Probabilmente perche’ “I Confini della Realtà” e’ l’ultimo post immesso, pero’ e’ una segnalazione e non un articolo/recensione, e quindi non finisce in home page, ma nella sezione apposita.

#28 Comment By WoP On 3 novembre 2009 @ 15:21

Bleah :-P
Soprattutto la parte della “… sostaza gialla, circa un cucchiaio”…
Come sempre, comunque, ottimo articolo, ben documentato.
Apprezzabile il tono di lievissimo sarcasmo appena percettibile nelle prime righe.

@Angra… Invece di perdere tempo a trapanarti, va avanti con SAXXON… è da settembre che sono a digiuno, e devo sapere come va a finire.

Waltz

#29 Comment By Alarion On 3 novembre 2009 @ 15:39

Preferisco non distinguere neppure tra droghe migliori o peggiori, non ne faccio comunque uso. Il problema è che una sigaretta o un bicchiere di tabacco non ti uccidono all’istante, un sovradosaggio di LSD (si parla di microgrammi) sì.

Per fortuna che non la rendono pubblica, se no alla gente, che mediamente è ignorante, verrebbe in mente di autotrapanarsi rischiando infezioni o emorragie interne. Le due cose che hai nominato, Angra, sono differenti. Il funzionamento di un motore può essere facilmente provato proprio perché adempie al suo scopo, ed è in accordo con leggi fisico-chimiche stabilite dai suoi ideatori. La trapanazione cranica non possiede nessuna conferma scientifica di una qualche utilità a livello globale. Hughes dice che lascia spazio alla crescita delle meningi, le quali però non hanno niente a che fare con le capacità mentali di un individuo. Il passo avanti che potrebbe fare l’umanità è quello verso la tomba se sbagliano il procedimento. Ci deve essere sempre sotto la teoria del complotto o i templari perché qualcosa sia interessante?

#30 Comment By Angra On 3 novembre 2009 @ 16:23

@WoP: è per quello che voglio trapanarmi! Sento che solo così riuscirei a tirare fuori il massimo da quella storia. Ho avuto un po’ di impegni ma ora la finisco, promesso (manca poco).

@Alarion: SCHERZAVO! ^__^

E poi, ti pare che farei un’operazione così rischiosa senza prima fare una prova sul mio nipotino?

#31 Comment By Federico Russo “Taotor” On 3 novembre 2009 @ 17:35

@Alarion:

Ci deve essere sempre sotto la teoria del complotto o i templari perché qualcosa sia interessante?

No, ci deve essere Giacobbo! XD

#32 Comment By Uriele On 3 novembre 2009 @ 18:32

ragazzi siamo nel 2009, se proprio voglia risvegliare poteri latenti nel cervello usiamo metodi più all’avanguardia. Ora che gli aborti si fanno con le pillole anche le potenzialità del cervello e le ghiandole pineali si risvegliano con i farmaci:

http://www.mindhacks.com/blog/2008/01/the_highs_and_lows_o.html
http://www.healthline.com/blogs/medical_devices/2007/12/mind-doping.html
http://blogs.nature.com/nn/actionpotential/2007/12/brain_doping_1.html

Il Ritalin è anche piuttosto facile da ottenere come farmaco, anche se ha gli effetti collaterali delle anfetamine. Molto meglio il Provigil, anche se più difficile da trovare

#33 Comment By Jack On 3 novembre 2009 @ 20:16

@Uriele:

Io la ghiandola pineale (epifisi) io eviterei di “svegliarla” visto che è coinvolta nella regolazione del ritmo circadiano :)
In ogni caso le amfetamine ed i loro analoghi (*oltre ad essere illegali senza prescrizione*) non devono assolutamente essere assunte al di fuori del controllo medico e di una patologia che ne richieda la somministrazione.

#34 Comment By Uriele On 3 novembre 2009 @ 20:34

Bhè non è neanche salutare trapanarsi il cranio con mezzi di fortuna senza la supervisione di un medico competente… credo
comunque il Provigil non è un anfetamina o un prodotto analogo (ovviamente non dico di andarci giù come con le caramelle, ma in riviste “serie” tipo Nature sono usciti alcuni articoli interessanti sul loro uso border line da parte di scienziati e ricercatori).

#35 Comment By Jordanblue On 4 novembre 2009 @ 10:14

Probabilmente non sono tanto normale, ma a metà articolo ho cominciato a ridere di gusto e ho continuato finchè non ho finito di leggere X)
Complimenti per la tematica originale del post, per aver citato scripolosamente le fonti e per l’ironia che fa spesso capolino in questo excursus!
Solo una cosa mi (e ti) chiedo: si sa qualcosa sulle forme di anestesia utilizzate PRIMA del 1800?
No, perchè va bene che “occhio non vede cuore non duole” (LOL), ma un’operazione al cranio è sempre un’operazione al cranio :o
Un saluto,
Jordan

#36 Comment By Jordanblue On 4 novembre 2009 @ 10:23

Non resisto: posto linkare questo articolo nel mio blog?

#37 Comment By cafeine On 4 novembre 2009 @ 12:04

?!?!!!!!!!!!!!!

Aiuta anche a scrivere meglio?!

#38 Comment By Gamberetta On 4 novembre 2009 @ 23:04

@Jordanblue. Ovviamente puoi linkare l’articolo, non c’è problema. Per quanto riguarda l’anestesia: quale anestesia? ^_^ Si teneva ben fermo il malato e si trapanava. Ma non è così doloroso: una volta incisa la pelle, non senti niente mentre si scava l’osso.

#39 Comment By Jordanblue On 5 novembre 2009 @ 15:38

Uhm, non sarei così sicura che il problema sia solo la pelle :S
lo strato più esterno dell’osso, il periostio, è ricco di terminazione nervose e il dolore osteocopo (dovuto appunto all’osso che si spezza) è uno dei più intensi.
Cmq a proposito di lesioni craniche ho qui ritrovato un vecchio caso clinico:

http://www.psicolab.net/2002/la-personalita-e-nel-lobo-frontale/

Non è proprio un caso di trapanazione volontaria, però è interessante.
Ciao e grazie per il permesso :)

#40 Comment By Angra On 5 novembre 2009 @ 16:50

@Jordanblue:

Nei pazienti frontali si presenta una persistente apatia, alternata a periodi di euforia e senso di benessere. Le convenzioni sociali vengono “dimenticate” per lasciare spazio ad un comportamento decisamente impulsivo, in cui predominano spacconeria e stupidità e, qualche volta, un comportamento sessuale disinibito. Mostrano inoltre ridotta sensibilità al dolore ed un diffuso disinteresse per il passato ed il futuro. Anche se il QI sembra rimanere inalterato, i pazienti frontali mostrano generale smemoratezza per compiti che richiedono attenzione sostenuta,[...]

Uhm, non sembra così male! ^____^

#41 Comment By Jordanblue On 5 novembre 2009 @ 21:34

@Angra: ahahahah, infatti ero tentata di scrivere che i presunti effetti benefici della trapanazione potrebbero essere dovuti in realtà a lesioni ai lobi frontali e prefrontali :D
Però a quanto ne so possono esserci anche disturbi del movimento… e i distubi dell’umore possono essere non solo in senso maniacale, ma anche in senso depressivo. Insomma, può andar bene ma anche male ;)

#42 Comment By Clio On 6 novembre 2009 @ 01:28

Piccola nota sull’anestesia prima del 1800. In periodo medievale e dopo, a quello che mi hanno spiegato due apotecari a Pontoise due anni fa, non c’era anestesia. Di più: se il paziente sveniva, si sospendeva l’operazione finché non si era riusciti a farlo rinvenire.
Questo perché un medico deve prolungare la vita del paziente. Si erano accorti che ad addormentarli, scalciavano meno, ma andavano facilmente in coma e raramente si svegliavano. Ergo, salde cinghie, facciamo quello che dobbiamo in fretta. Certo, hanno specifcato, c’era la controindicazione che a volte il paziente, pur non andando in coma, moriva d’infarto…

#43 Comment By francy On 7 novembre 2009 @ 14:27

Uh uh, che articolo macabro, ma interessante! Complimenti!

Sì, non ho detto molto, ma ci tenevo a far presenza. ^^”

#44 Comment By alicearth On 7 novembre 2009 @ 16:41

“Se uno pone il livello di coscienza di un normale adulto a zero e di un consumatore di LSD a cento, allora il livello dell’infanzia e il livello ottenibile con la trapanazione è trenta, e il livello con la cannabis è da cinquanta a sessanta.”

Non capisco!!!Perchè allora si sono trapanati????
Direi che l’LSD è la scelta migliore!!!
La trapanazione cranica mi pare troppo laboriosa e faticosa, e poco estetica…
la cannabis risulterebbe poi la migliore nel rapporto qualità effetti collaterali!!inoltre è biologica(la puoi coltivare da solo)anche se non avevo mai sentito che il THC desse questo effetto!!!forse in quantità industriali??

#45 Comment By Gamberetta On 8 novembre 2009 @ 22:51

@alicearth. Ci si trapana perché l’effetto della trapanazione è permanente mentre l’effetto dell’LSD dipende dal consumo della sostanza. Inoltre niente vieta di trapanarsi & farsi di LSD: totale coscienza 130!

#46 Comment By DearFather On 9 novembre 2009 @ 22:58

L’unico problema che avrei con questa gente è che si prende troppo sul serio.

#47 Comment By Chiara On 11 novembre 2009 @ 12:31

“Il libro di Rampa ha grande successo, anche se i maligni sospettano che l’idraulico si sia inventato tutto. Voi a chi credereste?”

Chiederò al Lama del nostro Centro… ma non mi risulta che si sia mai trapanato il cranio da solo ^^

#48 Comment By Vincent Law On 6 dicembre 2009 @ 04:26

“Oh, bella zio. Ma com’è che hai un buco in testa?”
“Per cambiare l’aria viziata che girava qui dentro ormai da anni.”

LOL
Voglio conoscere un tipo così, invece sti trapanati si prendono dannatamente sul serio, non è divertente.

Strano che Scientology non offre trapanazioni al modico prezzo di millemila euro assicurandoti la Preveggenza, l’Immunità da tutte le malattie ecc ecc, forse gli è sfuggita questa business chance

#49 Pingback By “I Drilled a Hole in My Head…” | Kook Science Resistance On 11 marzo 2010 @ 05:47

[...] in the Head” by Christopher Turner (Cabinet Magazine #28, “Bones”, Winter 2007-08)Il Terzo Occhio (“The Third Eye”, Gamberi Fantasy, October 30, 2009, [...]

#50 Comment By Ele On 5 aprile 2013 @ 00:58

ho una domanda: fin dalla nascita ho un piccolo avvallamento nella parte posteriore della testa in alto, come se lì mancasse o fosse assottigliato l’osso del cranio, non ho mai avuto problemi a livello di salute o estetici, ma mi chiedevo se può corrispondere ad un diverso funzionamento cerebrale, anche se non è un buco. cerco di delineare il giusto punto per farti comprendere: lobo parietale, circa a metà proprio dove la testa si incurva, al centro lungo la linea del corpo calloso, è proprio come se lì si dividessero i due emisferi, non so onestamente se sia comune a tutti. grazie :)


URL dell'articolo: http://fantasy.gamberi.org/2009/10/30/il-terzo-occhio/

Gamberi Fantasy