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L’Amore di Gomitolo per i Libri

Pubblicato da Gamberetta il 8 settembre 2011 @ 00:04 in Segnalazioni | 30 Comments

Ieri il Duca ha pubblicato sul suo blog una splendida favola: “Il Desiderio di Batuffolo”. Favola densa di significata metaforici, simbolici e allegorici. E c’è anche una fatina!
In appendice alla favola, il Duca invitava i suoi lettori a fare altrettanto. Rispondo all’appello e pubblico anch’io una favola. L’ho scritta in un momento travagliato della mia esistenza, un momento che mi ha ricordato gli anni bui dell’adolescenza, spesi a leggere Stephen King in casolari abbandonati, sbeffeggiata dalle amiche per il colore dei miei capelli – rosa naturale.
È una favola per bambini coraggiosi e adulti che amano riflettere.

L’Amore di Gomitolo per i Libri

 

C’era una volta un coniglietto di nome Gomitolo.

Gomitolo viveva insieme alla mamma e al fratello Grupolo in una grande villa. Grupolo era un coniglietto vivace e spigliato, sempre in giro a tampinare le conigliette. Gomitolo invece si ritirava ogni pomeriggio a leggere i libroni accatastati nell’enorme biblioteca del maniero.

«Non passare tutto il giorno a leggere!» gridava sempre la mamma a Gomitolo, preoccupata di vederlo trasformato in un topo di biblioteca.

Un giorno Gomitolo vide un volume che lo attirava più degli altri, perché era un libro spesso quanto un vocabolario e molto antico. Ma era anche un volume in bilico sull’ultimo ripiano della libreria. Gomitolo saltò per prendere il librone e il librone gli cadde su una zampetta, rompendogliela.

Il coniglietto rimase immobilizzato a letto per molte settimane.

* * *

Una sera d’estate, Grupolo aveva un appuntamento e la mamma sarebbe andata al cinema con le amiche.

«Gomitolo, stai ancora poco bene, mi raccomando rimani a letto» disse la mamma, prima di uscire.

Ma Gomitolo voleva tanto leggere e così si trascinò fino alla biblioteca. Il volume che gli interessava non era tanto in alto, ma lui era ancora poco saldo sulle zampette. Non riuscì ad afferrare il libro, che gli cadde addosso. Quando Gomitolo rinvenne si accorse di non potersi più muovere: il libro gli aveva spezzato la spina dorsale.

Gomitolo iniziò a piangere e a lamentarsi, ma era rimasto solo nella grande villa. Però scoprì che tra le ombre occhietti rossi lo spiavano. Fu circondato dai topi.

«Cosa volete da me?» gemette Gomitolo.

«Vogliamo divorarti!» rispose il più grasso e brutto dei topi.

«Se mi fate del male, la mia mamma metterà il veleno e morirete tutti!»

«Non credo proprio.»

I topi si avventarono su Gomitolo. Gli strapparono gli occhi, gli aprirono la pancia e gli cavarono fuori gli intestini. Se lo mangiarono vivo.

Tornata la mamma, trovò la biblioteca ripulita e un topino grigio fermo accanto a un libro aperto.

«Oh, Grande Coniglio!» esclamò la mamma. «Gomitolo è diventato un topo di biblioteca.»

«Sì!» squittì il topino.

Da quel giorno la mamma cominciò a dare formaggio al topino e a trattarlo come un figlio. Il topino condivideva il formaggio con i suoi fratelli ratti. E vissero tutti felici e contenti.

Fine

 

Coniglietto che somiglia a Gomitolo
Coniglietto che somiglia a Gomitolo

A parte la doppia morale – non bisogna disobbedire alla mamma e non bisogna essere pigri, se un libro è lì sulla mensola in alto conviene prendere la scala – c’è molto su cui riflette: il ruolo della Cultura e il peso schiacciante della Conoscenza; le dinamiche famigliari all’alba del ventunesimo secolo; il rapporto con l’Altro e la sua integrazione; la fitta trama di rimandi letterari, da Beatrix Potter (la famosa scrittrice cugina di Harry) a Jorge Luis Borges. E mi fermo qui perché mi sono appena passata la mano sulla fronte e mi sono ritrovata con tutte le dita impiastricciate di intellettualità.
Però, volendo, rimarrebbe una domanda: “L’Amore di Gomitolo per i Libri” rientra nei canoni del New Italian Epic? Lascio la risposta ai lettori.


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30 Comments To "L’Amore di Gomitolo per i Libri"

#1 Comment By Laurantoine On 8 settembre 2011 @ 00:22

Così però viene voglia anche a me di scrivere un racconto con coniglietti e fatine! *O*
Che bella favola.

Inconfondibile l’influenza del NIE, la complessa trama di significati -spicca il PoV obliquo, dal basso oserei dire, che porta con sé fior di profondi significati antirazzisti.
No, ok, che diavolo ho scritto?

#2 Comment By Tapiroulant On 8 settembre 2011 @ 00:32

sbeffeggiata dalle amiche per il colore dei miei capelli – rosa naturale.

Povera! Sfortunata quasi quanto Nihal.
Spero quantomeno che tu non abbia il seno un po’ troppo abbondante o gli occhi di due colori diversi.

Il racconto è delizioso.
Magari riesco a convincere Genna a scriverci una prefazione. Qualcosa sulla trans-medialità di uno sguardo impazzito e fenomenologicamente post-moderno.

#3 Comment By Mebahell On 8 settembre 2011 @ 03:24

Articolo EPICO!
Per quel problema con l’intellettualità prova ad applicare 30 minuti di tv spazzatura ogni volta che si ripresentano i sintomi, vedrai che presto non avrai più questo problema.

#4 Comment By DagoRed On 8 settembre 2011 @ 07:08

Gamberetta, il formaggio è un chiaro riferimento alla vagina, nevvero?

#5 Comment By Gwenelan On 8 settembre 2011 @ 11:07

Non mi capitava da tempo di leggere qualcosa di così profondo e divertente al tempo stesso! L’ho letta mezz’ora fa e non ho ancora finito di riflettere, è troppo piena di spunti… oltre a tutti quelli da voi citati aggiungo la chiarissima riflessione sociale, morale e perchè no, anche politica: i topi che sfruttano la madre di Gomitolo per farsi dare il cibo sono come i parassiti dello Stato, che vivono a spese di noi che paghiamo le tasse! Ma alla fine la frase “E vissero tutti felici e contenti” fa domandare: è giusto così, oppure no?”. Quesiti che tutti dovrebbero porsi continuamente nella loro vita.
Complimenti Gamberetta! E secondo me la tua favola rientra nel NIE senza problemi.

#6 Comment By Angra On 8 settembre 2011 @ 11:34

Non saprei dire se è NIE, però se viene pubblicato in un’antologia che vende più di centomila copie e gli autori vanno da Fabio Fazio, lo diventa di sicuro.

#7 Comment By Cecilia On 8 settembre 2011 @ 11:42

Favolosa. NIE al suo livello più sublime e profondo.

#8 Comment By Il Duca Carraronan On 8 settembre 2011 @ 12:21

Favola molto bella ed educativa.
Concordo con Gwenelan sulla profondità del “lieto” fine.
Il rosa naturale dei capelli della Dea è finalmente confermato al mondo. Io sapevo, quando ancora molti dubitavano. Beati quelli che pur non avendo letto questo, hanno creduto.
E ancora più beati quelli che hanno il torcicollo, perché il loro sguardo è obliquo!

Dall’alto del mio ruolo di WuMing QUATTRO in esilio, nell’attesa che l’Impostore abbandoni il mio numero e diventi 4.5, dichiaro che senza dubbio questa favola sarà NIE non appena l’autrice e l’opera diventeranno abbastanza famose da portare prestigio al NIE con articoli sui giornali, comparsate in TV o inviti per noi WM a parlare in posti dove il buffet è gratis. Parliamo di tutto, anche di Tolkien. Anche se ci fa cagare. Basta ci sia il buffet.

Tutto ciò che porta prestigio al NIE diventa NIE e, come ha fatto notare nel suo primo memorandum il mio stimatissimo collega VuMinchiOne, è lecito per questo motivo violare perfino le sette caratteristiche obbligatorie del NIE.
Violare l’obbligatorietà! Potenziale Ucronia possibile!
Lotta di classe in classe poi arriva la maestra e tutti zitti!
Buttare la cartaccia in terra con spavaldo gesto ribelle e poi raccoglierla!

Diffidate dei falsi WuMing.
Io sono WuMing QUATTRO, quello vero.

#9 Comment By arnica On 8 settembre 2011 @ 12:26

si scoprì così che il volume che aveva “ucciso”gomitolo era la trilogia delle Terre emerse…

#10 Comment By arnica On 8 settembre 2011 @ 12:28

in ogni caso,povero gomitolo-come anche povero batuffolo-
che belle fiabe!Adesso ne scrivo pure io,ma la terrò per me per non farvi del male.

#11 Comment By Il Duca Carraronan On 8 settembre 2011 @ 13:42

Io, nel ruolo di WuMing4, ho improvvisato un possibile scambio di battute credibile & realistico con Angra, nel ruolo di qualcuno che ha del cibo da qualche parte (e una stanzetta per il seminario).

“Ciao, sono WuMing4. Parliamo di Tolkien l’antinazista?”
“Ok.”
“Hai le pizzette?”
“Ho della focazzia al formaggio e del prosciutto cotto avanzato.”
“Ti faccio un seminario di 40 minuti se mi dai metà focaccia e il prosciutto.”
“Ok, ma a una condizione: la mia tipa ha scritto un manuale sulle unghie finte, resta inteso che lo metti nel NIE, ok?”
“Ovvio. Unghie finte, riferimento pop alla nail art che piace alle giapponesi, quindi gundam e tolkien, e l’unghia che graffia il volto del tiranno, Berlusconi. Ovvio.”
“Affare fatto.”

Vero? Falso?
Possibile ucronia potenziale quindi NIE.

#12 Comment By DagoRed On 8 settembre 2011 @ 14:59

Duca, secondo te è da apprezzarsi quel filone di ricerca filologica che, alla luce delle più recenti indagini sull’origine dell’epos tolkeniano, rivede nel Balrog una allegoria di Di Pietro??

#13 Comment By Drest On 8 settembre 2011 @ 20:06

mi devo essere perso qualcosa, cosa sarebbe il NIE? °_°

#14 Comment By Gwenelan On 9 settembre 2011 @ 00:38

Concordo con Gwenelan sulla profondità del “lieto” fine.

Oddio, il vero WuMing4 concorda con me *sviene*!

E davvero qualcuno dubitava che Gamberetta avesse i capelli rosa naturali? U.U Stolti!

#15 Comment By Gwenelan On 9 settembre 2011 @ 00:40

@Drest: non ti avevo visto, scusa. Leggi qui:
http://it.wikipedia.org/wiki/New_Italian_Epic

Da notare che scrivendo “NIE” su Google tutto compare tranne questo XD.

#16 Comment By Procionegobbo On 9 settembre 2011 @ 13:33

E’ agghiacciante e mi ha rovinato il pranzo, quindi mi è piaciuto.

#17 Comment By Federico Russo On 9 settembre 2011 @ 17:09

LOL complimenti! Gamberetta, fossi in te starei attento alle citazioni bibliografiche dei WuMing. Con la fama che hai, metti che infilano il tuo nome in qualche libro come riferimento per nutrire la propaganda NIE?

#18 Comment By Alex On 10 settembre 2011 @ 10:13

La definizione di NIE effettivamente perplime. Immagino che la pagina di Wikipedia sia stata scritta dagli stessi che hanno creato la definizione e vi si identificano; d’altra parte il problema di fondo di Wikipedia è questo, se un articolo è ben “wikificato” e non contiene falsità, viene pubblicato comunque. Comodo, in fondo se ciò che dici è su W., acquisisce la sua dignità. Boh. Pubblicateci su un articolo circostanziato con bibliografia sui coniglietti…

#19 Comment By Anacarnil On 11 settembre 2011 @ 12:38

Ogni tanto su Gamberetti spunta qualcosa di interessante. Tipo la recensione di “Starfish Girl” con tanto di articolo base su un genere non-mainstream come la Bizarro Fiction. Che probabilmente non è il mio genere, ma è interessante informarsi.

E poi ogni tanto spunta fuori un rigurgito di bile gratuito come questo. Tanto per far la figura dei poveracci.

#20 Comment By Null On 11 settembre 2011 @ 23:27

@Gamberetta

L’ho scritta in un momento travagliato della mia esistenza, un momento che mi ha ricordato gli anni bui dell’adolescenza, spesi a leggere Stephen King in casolari abbandonati,

E’ un riferimento a questo post sul blog della Manni XD?
Se sì, mi inchino alla perfidia.

@Anacarnil

Se ti esprimi così, hai mancato il punto. Per tua colpa.
E’ sufficiente seguire il link al blog del Duca indicato in apertura e leggere la sua spiegazione (nonchè il rimando alla discussione originale da Zweilayer, fondamentale se già non si sono lette le precedenti dissertazioni ducali sul NIE), per capire qual’è il senso dell’iniziativa a cui Gamberetta si è unita: demistificare con (sottile) sarcasmo le pretenziose velleità pseudo-intellettuali di un certo movimento letterario italiano, che si attribuisce ben più credito di quanto non ne meriti. E basta seguire il percorso link di cui sopra per capire perchè.

Si può non condividere tale posizione sul New Italian Epicm, ma faccio davvero fatica a ricondurla a questo ‘rigurcito di bile gratuito’ di cui parli.

Ora, in base al fatto che chiaramente non ti sei premurato di sprecare cinque minuti per ricostruire i fatti o quantomeno capirli, avresti la bontà di spiegare perchè ti permetti di sputare sentenze quando non sai di cosa e perchè si sta discutendo?

#21 Comment By Tapiroulant On 12 settembre 2011 @ 09:52

E’ sufficiente seguire il link al blog del Duca indicato in apertura e leggere la sua spiegazione (nonchè il rimando alla discussione originale da Zweilayer, fondamentale se già non si sono lette le precedenti dissertazioni ducali sul NIE), per capire qual’è il senso dell’iniziativa a cui Gamberetta si è unita: demistificare con (sottile) sarcasmo le pretenziose velleità pseudo-intellettuali di un certo movimento letterario italiano, che si attribuisce ben più credito di quanto non ne meriti.

Una battuta non è più divertente se la spieghi.

#22 Comment By Zave On 15 settembre 2011 @ 09:14

che favola fantastica :D

ancora, ancora!

#23 Comment By Marcello On 18 settembre 2011 @ 14:06

Bello; non c’è che dire. bello.

#24 Comment By Tom On 22 settembre 2011 @ 15:31

Ciao Gamberetta,
io ci leggo qualcos’altro, ma ho passato la maggior parte delle ore di letteratura del liceo a pensare che probabilmente gli autori del passato scrivevano per scrivere, non per nascondere chissà quale messaggio nei loro testi, e che probabilmente le analisi che si fanno dei loro opere li fanno rigirare nella tomba.
Ti chiedo quindi scusa in anticipo se quanto sto per dire non ti è mai passato neanche per l’anticamera del cervello.

Gomitolo si ferisce a causa dei libri e arriva addirittura a morire. I libri lo portano prima ad allontanarsi dal tipo di vita che conduce suo fratello (e magari la maggior parte dei coniglietti: la madre è preoccupata perché passa il tempo a leggere), e poi addirittura a distruggere il proprio essere.
Morto Gomitolo uno dei ratti che l’anno ucciso ne prende il posto e la madre di Gomitolo lo scambia per il figlio senza porsi domande.
Si può dire che i libri hanno prima allontanato Gomitolo dalla normalità e dai suoi cari, poi l’hanno debilitato, eliminato e sostituito con qualcosa di diverso. Gomitolo era già così alienato che sua madre non si è resa conto di quel che era davvero successo.

Non è un po’ quello che succede davvero? Quando una persona si trova a coltivare l’hobby della lettura in un ambiente in cui nessuno legge, e persevera in questa inclinazione mentre l’ambiente rimane statico e fedele a se stesso, non si diventa degli estranei agli occhi delle persone una volta vicine? Potrebbe essere un’esagerazione romantica, ma si può dire che la vecchia persona viene sostituita da una nuova e che se la persona originale si era già isolata dagli altri nessuno se ne può accorgere.

#25 Comment By Randall Fall On 8 ottobre 2011 @ 16:18

Io non sarò un bambino coraggioso o un adulto che ama riflettere, però a me questo racconto sembra più una fiaba della buonanotte, neanche tanto buona, piuttosto che una favola con morale tipo quelle di Fedro.
Tuttavia sono aperto a critiche (costruttive e distruttive) che possano farmi cambiare idea.

#26 Comment By rottenmaier On 15 ottobre 2011 @ 12:24

Mah, francamente la penso come Randall, come favoletta fa abbastanza pena. Ma credo che lo scopo fosse una qualche specie di satira.

#27 Comment By Cesco On 26 gennaio 2012 @ 16:04

E’ un po’ triste…povero Gomitolo

#28 Comment By Cesco On 26 gennaio 2012 @ 16:05

e che bastardi i topi

#29 Comment By Ugolino On 4 marzo 2012 @ 19:23

Io ci avrei inserito anche uno stupro di gruppo, visto che il coniglietto non poteva reagire, poi il tutto sarebbe culminato col banchetto.
E, perchè no, avrei aggiunto che i ratti avrebbero costretto la madre del Gruppolo a prostituirsi a suon di botte… in fondo si sa che i ratti sono cattivi, no ?

#30 Pingback By La strana storia del coniglietto Gneo | Amnell On 2 novembre 2012 @ 18:36

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