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Recensioni :: Film :: Live Free or Die Hard

Pubblicato da Gamberetta il 29 luglio 2007 @ 03:07 in Film,Non Fantasy,Recensioni,Straniero | 3 Comments

Poster di Live Free or Die Hard Titolo originale: Live Free or Die Hard
Titolo italiano: Die Hard – Vivere o Morire
Regia: Len Wiseman

Anno: 2007
Nazione: USA / UK
Studio: 20th Century Fox
Genere: Azione, Thriller, Fantainformatica
Durata: 2 ore e 10 minuti

Lingua: Inglese

Inutile tergiversare: sono delusa. chikas_pink01.gif John McClane insieme a Jack Sparrow, Buffy e Indiana Jones è tra i miei eroi preferiti. Purtroppo, in questa quarta avventura della serie Die Hard, McClane è stata castrato (metaforicamente, eh! chikas_pink43.gif ) e con lui l’intero film.

Bruce Willis
Bruce Willis nel ruolo di John McClane

Andiamo con ordine. Che Die Hard 4 nascesse sotto una brutta stella lo si era capito da tempo, basti pensare ai continui ritardi e ai continui cambiamenti nella sceneggiatura, ma il momento decisivo è stato quello del rating: PG-13, ovvero un film con già un piede nella fossa.
Mentre in Italia abbiamo solo tre possibili giudizi per un film (per tutti, vietato ai minori di anni 14, vietato ai minori di anni 18), in America la situazione è più articolata. Si parte da G, che indica un film per tutti, per passare a PG che consiglia i genitori ad accompagnare i bambini, e a PG-13, che ancora solo consiglia i genitori ad accompagnare i minori di anni 13. C’è poi R, che invece obbliga i genitori o un altro adulto ad accompagnare il minore di anni 17, e infine NC-17, che vieta l’ingresso ai minori di anni 17. Come si vede, il passaggio da PG-13 a R, è decisivo: un quindicenne non ha problemi a entrare in un cinema che proietti un film PG-13, ma deve per forza portarsi dietro un adulto chikas_pink35.gif per vedere un film con rating R. Appare chiaro che i produttori puntano decisamente al PG-13, specialmente per i film pensati per attrarre un pubblico di giovani/adolescenti. Se a questo si aggiunge l’attuale severità della censura USA, per la quale bastano un paio di parolacce per assegnare un R, come pure una scena di nudo o un indugiare oltre il mezzo secondo su sangue e viscere, ecco che si ottiene la frittata. Esempio tipico i tanti film dell’orrore PG-13 usciti negli ultimi anni, quando è ovvio che un film che possono vedere anche i bambini di cinque anni da soli non può essere davvero spaventevole chikas_pink56.gif !

Nel caso di Die Hard 4, rinunciare all’R (i primi tre film avevano tutti questo rating), ha significato snaturare John McClane, che dal dare del figlio di puttana a questo e a quello si è ritrovato a parlare come un’educanda chikas_pink14.gif , e ha significato eliminare quasi del tutto la violenza, riducendo il film a un cartone animato, nel senso spregiativo del termine, dove tra esplosioni e cataclismi non si fa mai male nessuno.
Già la serie Die Hard non brilla per realismo, e anche nei primi episodi le scene violente erano mitigate dalla violenza stessa, spesso così esagerata kaos-whiteusagi05.gif da apparire fasulla, ma in questo 4 si è fatto un altro passo avanti e la violenza è stata abolita.

Trailer di Live Free or Die Hard

Cosa rimane? Un film fracassone e roboante, a tratti anche divertente e piacevole da seguire, ma che non ha mai un minimo di tensione o suspance. Non si è mai davvero preoccupati per le sorti di McClane e della sua sfortunata famiglia (stavolta a rischiare la vita oltre a lui c’è la figlia), così come il piano diabolico dei cattivi affonda nell’indifferenza dello spettatore. “Che importa?” Ci si chiede, tanto non si farà male nessuno, e anche quando capiterà, avrà lo stesso impatto di un omino che muore in un videogioco di vent’anni fa.

Screenshot
Morte nei videogiochi, tanti anni fa

Un cenno alla trama: una banda di “terroristi” chikas_pink06.gif si infiltra in ogni sistema informatico d’America, mettendone fuori servizio le infrastrutture: trasporti, telecomunicazioni, elettricità, ecc. La nazione precipita nel caos. Gli unici che possono fermare i vandali sono John McClane, come da tradizione implicato per puro caso, e un giovane hacker, tale Farrell. Andando avanti si scoprirà che le motivazioni dei “terroristi” non erano poi particolarmente… “terroristiche” e non credo ci sia bisogno di aggiungere altro: chiunque abbia visto i film precedenti riuscirà a capire fin dai primi minuti i veri piani dei “terroristi” e agli altri lascio la ben poco sorprendente sorpresa.

McClane vola
John McClane non si fa problemi a saltare su un jet in volo

La regia è di Len Wiseman il regista dell’interessante-ma-con-quell’idea-si-poteva-far-di-più Underworld, e dell’atroce chikas_pink34.gif seguito Underworld: Evolution. Wiseman dirige senza infamia né lode, da tipico regista hollywoodiano di film d’azione. La parte del leone la fanno gli effetti speciali e le scene di lotta, il regista si pone in un angolo a filmare quello che succede, senza alcuna pretesa di andare al di là dell’acquisito.
Bruce Willis, nel ruolo di McClane, non è il miglior Willis. Dopo due buoni film come Sin City e soprattutto Lucky Number Slevin (Slevin – Patto Criminale), qui appare a tratti svogliato, quasi annoiato, e senza parolacce il cinismo e il sarcasmo tipico del personaggio perdono molto del proprio mordente.
Justin Long è l’hacker “spalla” di McClane. Lui è carino chikas_pink39.gif , ma non mi è sembrato sappia recitare granché bene.
Mary Elizabeth Winstead è invece Lucy, figlia di McClane. Ho trovato il personaggio interessante e simpatico chikas_pink23.gif , ma a parte una breve e inutile scena iniziale, ricompare solo negli ultimi venti minuti di film. Quasi un ripensamento per movimentare una trama che procedeva troppo liscia e scontata. Purtroppo, anche con quest’aggiunta, la situazione non è migliorata.

Justin Long – Mary Elizabeth Winstead

Un ultimo appunto riguardo quella che pare sia diventata una consuetudine hollywoodiana, ovvero la fantainformatica. chikas_pink03.gif Non sono un’esperta (è mio fratello quello che se ne intende sul serio), ma persino io mi rendo conto che cose quali schermi pieni di grosse scritte colorate o sistemi di decrittazione di password che si basano sull’inserire numeri a vanvera dentro parallelepipedi tridimensionali, ecco, persino io mi rendo conto che queste cose esistono solo nella mente bacata chikas_pink27.gif degli sceneggiatori americani. Sotto tale aspetto Die Hard 4 s’inserisce in una ricca tradizione, dallo storico Hackers, a The Net (The Net – Intrappolata nella Rete), da Antitrust (S.y.n.a.p.s.e. – Pericolo in Rete[1]) a Firewall (Firewall – Accesso Negato) e tanti altri. Come detto ormai è consuetudine: nei film americani regna la fantainformatica, così come nei cartoni animati è modificata la fisica, per cui un personaggio può continuare per diversi passi a camminare nel vuoto kaos-whiteusagi06.gif , una volta superato il ciglio di un burrone.

Cartone animato
L’informatica nei film di Hollywood è come la fisica nei cartoni animati

Perciò, alla fine ho passato poco più di due ore in rumorosa compagnia del detective McClane. Forse sarebbe stato più piacevole passare due ore a coccolare il mio amato Coniglietto Grumo! kaos-whiteusagi03.gif

* * *

note:
 [1] ^ Gli unici con una mente più bacata degli sceneggiatori di Hollywood sono i titolisti italiani…


Approfondimenti:

bandiera EN Live Free or Die Hard su IMDB
bandiera EN Live Free or Die Hard su Rotten Tomatoes
bandiera EN Il trailer del film in varie risoluzioni al sito Apple

bandiera EN Il rating americano per i film

 

Giudizio:

John McClane! +1 -1 Ma in versione per bambini.
Due ore di simpatico “casino”. +1 -1 “Casino” già visto in mille altri film.
Justin Long è carino. +1 -1 Troppo poco violento.
-1 Cattivi insipidi.
-1 Trama scontata.

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3 Comments (Mostra | Nascondi)

3 Comments To "Recensioni :: Film :: Live Free or Die Hard"

#1 Comment By willis15 On 8 gennaio 2008 @ 18:59

Bruce, I think that you are the best in the world!!!!!!! Sei il migliore di tutti, non cambiare mai! Serena Verrecchia

#2 Comment By Riki On 13 febbraio 2008 @ 23:28

Boh, a me è piaciuto. Ma hai comunque ragione, non si può paragonare ai primi 3. E in effetti l’ho visto per Bruce Willis, non per il trama. Le scene d’azione e la figlia però erano fantastici. Ma le parolacce mi sono mancate…..e in inglese è addirittura più forte.
Peccato però che sia invecchiato. Non si toglie più la maglietta……veramente peccato.

#3 Comment By John On 10 giugno 2009 @ 20:58

[quote]Esempio tipico i tanti film dell’orrore PG-13 usciti negli ultimi anni, quando è ovvio che un film che possono vedere anche i bambini di cinque anni da soli non può essere davvero spaventevole [/quote]

Strano che tu dica così: Poltergeist fu distribuito con un Rating PG (all’epoca il PG-13 non esisteva ancora) ed è tuttora considerato tra i film horror più spaventevoli mai girati.
In effetti è stato il geniale Tobe Hooper a creare il concetto stesso del “film horror per famiglie”. Il quale, secondo me, è un genere ancora troppo poco sfruttato.


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