FAQ sui Gamberi
Pubblicato da Gamberetta il 6 ottobre 2010 @ 18:20 in | 115 Comments
Domande & risposte su:
Gamberi Fantasy |
• Di quali argomenti si occupa Gamberi Fantasy? ▼
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• Che fine hanno fatto Capitan Gambero, Bubba e il Signor Stockfish? ▼
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• Come sta il Coniglietto Grumo? ▼
Un coniglietto grigio. Carino, ma non è Grumo
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• Voglio collaborare al blog! Pubblicherete il mio articolo? ▼
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• Come è organizzato il blog? ▼
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• Cosa viene segnalato nelle Segnalazioni? ▼
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• Come scarico la roba segnalata nelle Segnalazioni? ▼
Ricordo che scaricare opere coperte da copyright, a seconda di come oscillano le leggi in proposito, potrebbe rivelarsi illegale. Procedete a vostro rischio e pericolo.
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• Ho scritto un romanzo! È stato pubblicato da Il Menagramo Editore, segnalerete la mia opera sui Gamberi? ▼
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• Ho scritto un romanzo! Lo distribuisco gratuitamente con licenza Creative Commons, lo segnalerete sui Gamberi? ▼
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• Ho scritto un romanzo! Lo recensirete sui Gamberi? ▼
Ciò non toglie che potrei leggere il vostro romanzo per i fatti miei e recensirlo anche se non me lo avete neppure segnalato.
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• Non ho capito la storia del Marciume… ▼
• Io ho un blog, posso linkare il sito dei Gamberi o qualche articolo? ▼
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• In cambio metterete un link al mio blog? ▼
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• Che licenza hanno gli articoli? Posso copiarli sul mio sito? Posso pubblicarli su una rivista? ▼
Per maggiori informazioni sulla licenza adottata dai Gamberi, consultate la pagina relativa al sito Creative Commons, qui.
Infine ribadisco che parlo del testo degli articoli. Le immagini e i filmati sono dei rispettivi proprietari e se volete riutilizzarli dovete chiedere il permesso a loro.
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• Voglio fare pubblicità sui Gamberi, è possibile inserire il banner della mia azienda o associazione? Naturalmente pago. ▼
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• Il partito kazako dei pedofili necrofili nazi comunisti vuole presentarsi alle elezioni in Uganda! I blogger italiani devono fare qualcosa! Scriverai un articolo sui Gamberi per sensibilizzare la gente? ▼
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Una volta scelto il feed reader occorre passargli i feed dei Gamberi. I feed principali sono:
Feed degli Articoli (in formato Atom 1.0)
Feed degli Articoli (in formato RSS 2.0)
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E voilà, ogni volta che apparirà un nuovo articolo/commento sarete avvertiti dal feed reader. A questo punto potrete anche leggere direttamente dal reader il nuovo contenuto.
Se il feed reader vi chiede con che frequenza controllare i feed, impostate il feed degli Articoli a diverse ore, mentre mettete pochi minuti al feed dei Commenti.
Si vedano anche le domande: Quali altri feed sono disponibili oltre a quelli per Articoli e Commenti? e Meglio i feed in formato Atom 1.0 o quelli in formato RSS 2.0?
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• Meglio i feed in formato Atom 1.0 o quelli in formato RSS 2.0? ▼
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• Quali altri feed sono disponibili oltre a quelli per Articoli e Commenti? ▼
Feed degli Articoli | articoli in home page + Sengalazioni + Marciume |
Feed delle Segnalazioni | solo Segnalazioni |
Feed del Marciume | solo Marciume |
Feed degli Articoli escluse Segnalazioni | articoli in home page + Marciume |
Feed degli Articoli escluso Marciume | articoli in home page + Segnalazioni |
Feed degli Articoli esclusi Segnalazioni & Marciume | solo articoli in home page |
Per maggiori informazioni su Segnalazioni e Marciume si veda la domanda: Com’è organizzato il blog?
Per maggiori informazioni sui feed si veda la domanda: Cosa sono i feed?
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• Leggendo gli articoli ogni tanto mi capita di incappare in parole ed espressioni che non capisco. Per esempio, che diavolo sarebbe uno “gnokko”? ▼
Fogna. Vedi la domanda Cosa sarebbe la Fogna?
Gamberi Freschi. Vedi la domanda: Come si leggono i voti?
Gamberi Marci. Vedi la domanda: Come si leggono i voti?
Gnokko. Creatura soprannaturale di sesso maschile tanto figa quanto scema. Edward Cullen di Twilight è l’archetipo dello gnokko.
Inforigurgito. Vedi la domanda: Cosa si intende per “inforigurgito”?
Kawaii. Termine giapponese: “deliziosamente carino”.
La Nostra Amata Licia. Licia Troisi, autrice della trilogia de Le Cronache del Mondo Emerso e di altri “capolavori”.
Marciume. Vedi la domanda: Non ho capito la storia del Marciume…
Stivale. Vedi la domanda: Come si leggono i voti?
Strazzu. Chiara Strazzulla, autrice de Gli Eroi del Crepuscolo.
Sugoi. Termine giapponese: “fantastico”, “meraviglioso”, “cool”.
Inoltre consulta la sezione “Scrittura” di queste FAQ, qui, per la spiegazione di altri termini tecnici usati spesso nelle recensioni.
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• Mi piacciono molto gli articoli del blog, come posso compensarti? ▼
• Voglio aprire un blog come i Gamberi! Ma non ne capisco niente di Internet, di HTML, dei blog o di computer!!! Potete aiutarmi? ▼
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Gamberetta |
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• Come posso mettermi in contatto con te? ▼
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• Sei su Facebook? MySpace? Netlog? LinkedIn? Google+? ▼
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• Partecipi a qualche forum? ▼
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• Sono il rappresentate di una casa editrice e voglio offrirti un lavoro. ▼
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• Il mio romanzo ha bisogno di editing. Lo fai tu? ▼
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• Vuoi leggere il mio romanzo e dirmi cosa ne pensi? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Ti mando solo le prime pagine del mio romanzo? Un racconto? Mi dai un parere? ▼
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• Perché non vuoi leggere, segnalare, recensire romanzi pubblicati con contributo? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Quali sono i tuoi romanzi preferiti? ▼
Copertina di un’edizione inglese de Le Porte di Anubis
Fuori dal fantastico il mio romanzo preferito è Don Chisciotte della Mancia di Cervantes. Non mi dispiacciono i romanzi storici – tipo L’Azteco di Gary Jennings – o di guerra – stile La Grande Fuga dell’Ottobre Rosso di Tom Clancy. Gradisco anche la combinazione dei due generi, per esempio Le Porte di Fuoco di Steven Pressfield.
Per tornare al fantasy, l’high fantasy mi annoia. Le ambientazioni tolkeniane o tratte da D&D le trovo puerili e soporifere. Preferisco quando la fantasia ha le briglie sciolte come nel New Weird o nella Bizarro Fiction – Carlton Mellick III è un ottimo autore.
Le commistioni tra fantasy e fantascienza, come succede spesso nello steampunk, mi divertono, anche se lo steampunk in sé non sempre mi esalta. In ogni caso preferisco un romanzo di science-fantasy o addirittura di hard sf a una storia piena di stupidi elfi yaoi e di nani brontoloni bevitori di birra.
Apprezzo l’horror quando gronda sangue, pieno di mostri e di sbudellamenti. L’horror psicologico o quello basato su serial killer e maniaci vari non mi dice niente.
In linea di principio non disdegno i romanzi rosa o i paranormal romance, ma è molto difficile trovarne di decenti. Uno che mi è piaciuto è Vampire Kisses di Ellen Schreiber.
» Gamberolink a questa domanda.
• Cosa ne pensi de Il Signore degli Anelli? E di Harry Potter? E di George R. R. Martin? ▼
Di Harry Potter ho letto i primi tre volumi in italiano, qui qualche mia considerazione.
George R. R. Martin è un buon autore. Specie il Martin che scriveva fantascienza. Il Martin de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco non mi entusiasma. Lo stile è decente, ma non sta scrivendo una saga fantasy, sta scrivendo un’infinita telenovela pseudo-storica. No, grazie.
» Gamberolink a questa domanda.
• Tra gli scrittori italiani di fantasy, quali sono i tuoi preferiti? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Quali sono i tuoi film preferiti? Anime? Manga? Videogiochi? Fumetti occidentali? Musica? Colore? ▼
Colore: il rosa!
Musica: ascolto musica solo per coprire i rumori del traffico quando scrivo. Non ne capisco niente e non mi interessa. Carico nel lettore MP3 quello che tiro giù dalla Rete più o meno a caso. Mi capita di passare da Avril Lavigne a Beethoven senza rendermi conto della differenza.
Fumetti occidentali: non ne leggo.
Videogiochi: mi piacciono i giochi di strategia in stile Civilization. Mi piacciono meno gli strategici più di guerra e gli RTS, ma apprezzo la serie Total War. Gioco con gli RPG sia occidentali sia giapponesi – adoro i vari Final Fantasy. Non gioco con gli MMORPG, in generale sono troppo semplicistici e ripetitivi. Gli FPS non mi dicono molto, tranne quando vantano qualche caratteristica fuori dal comune: per esempio l’ambientazione nei due BioShock o la libertà di azione nella serie di Hitman – Hitman: Blood Money è forse il mio videogioco preferito.
Ho perso ore e ore della mia vita dietro i giochi della serie Puzzle Quest: Puzzle Quest, Puzzle Quest: Galactrix, Puzzle Kingdoms e Puzzle Quest 2.
Manga: il mio manga preferito in assoluto è Video Girl Ai. Trovo notevoli per fantasia perversa i manga horror di Junji Ito, in particolare Uzumaki e Gyo. Qualche altro manga che mi è rimasto impresso: Lone Wolf and Cub, Apocalypse Meow, M.P.D. Psycho.
Copertina del terzo volume del manga M.P.D. Psycho
Anime: il preferito è Neon Genesis Evangelion. Da bambina mi piaceva tantissimo Sailor Moon, e quando mi capita di rivederne qualche puntata lo apprezzo ancora adesso.
In anni recenti mi sono piaciuti: Puella Magi Madoka Magica, The Melancholy of Haruhi Suzumiya, Claymore, Zero no Tsukaima (solo la prima stagione), K-On! (solo la prima stagione), Gantz, Paranoia Agent, Bakemonogatari e Toradora!.
Film: Star Wars (ma solo la trilogia originale), Stalker, Mr. Smith goes to Washington e Miracle on 34th Street.
Mi piace moltissimo il cinema giapponese. Adoro Takashi Miike (in particolare: Zebraman, The Great Yokai War, Gozu), Shinya Tsukamoto (Tetsuo the Iron Man, Tokyo Fist), Ryuhei Kitamura (Azumi, Sky High), Kiyoshi Kurosawa (Cure, Kairo) e un sacco di altri registi e film, da Swing Girls a Long Dream, da The Calamari Wrestler a Battle Royale.
Ho recensito alcuni film giapponesi e ne ho segnalati altri sotto l’etichetta cinema giapponese.
» Gamberolink a questa domanda.
» Gamberolink a questa domanda.
• Quanto tempo impieghi a scrivere un articolo? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
» Gamberolink a questa domanda.
• Secondo me, sei solo una ragazza invidiosa, acida, frustrata, sadica, maleducata, supponente e arrogante. ▼
» Gamberolink a questa domanda.
» Gamberolink a questa domanda.
• È vero che hai un Fan Club? ▼
• Sono un tuo grande ammiratore, vuoi sposarmi? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
Politica dei commenti |
• Posso scrivere quello che mi pare nei commenti? ▼
Vedi anche questo articolo e la domanda: Cosa sarebbe la Fogna?
» Gamberolink a questa domanda.
» Gamberolink a questa domanda.
• È un disonore finire nella Fogna? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Vorrei dire la mia su un libro ma non se ne parla da nessuna parte. ▼
• Vorrei farti una domanda non legata a nessun articolo, come faccio? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Il mio commento non appare o sono avvertito che è in moderazione. Perché? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Il mio commento era nella recensione di Nihal e adesso è sparito! ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Crocchetta94 mi offende e tu non le dici niente! ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Il commento di Crocchetta94 dove dice che sono scema è ancora lì! ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Ho scritto un commento pieno di errori di ortografia, posso correggere? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Ho scritto delle bruttissime cose contro Crocchetta94, non le pensavo sul serio, ero solo nervosa. Posso cancellare il mio commento? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Poi cancelli anche i commenti di Crocchetta94? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Ho commentato facendoti una domanda legittima e non mi hai risposto. Perché? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Io commento spesso e sono tutti commenti intelligenti e tu non mi dai mai retta. Uffa! ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Ma chi ti credi di essere a trattare con sufficienza i commentatori? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Qual è il limite di lunghezza per i commenti? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Se ho scritto un commento molto lungo devo metterlo come spoiler? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Se copioincollo nella Fogna il mio racconto fantasy con gli elfi lo leggi e lo commenti? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Quali tag sono consentiti nei commenti? ▼
<b>grassetto</b> | grassetto |
<i>corsivo</i> | corsivo |
<u>sottolineato</u> | sottolineato |
<strike>barrato</strike> | |
<blockquote>citazione</blockquote> | citazione |
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» Gamberolink a questa domanda.
• Come faccio a far apparire il mio avatar accanto al nome? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Posso scrivere in linguaggio sms? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
Recensioni & Voti |
• Quali opere vengono recensite? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Qual è la filosofia delle recensioni? ▼
• Quali criteri adotti nel giudicare un’opera di narrativa fantastica? ▼
Un romanzo che non raggiunge le vette del sense of wonder più puro, può essere lo stesso un ottimo romanzo. Se si rivela:
Lo stile di scrittura deve essere funzionale a supportare i tre elementi di cui sopra. In particolare non devono esserci errori marchiani, altrimenti sono buttata a calci fuori dalla storia. E a quel punto ha poca importanza se ho davanti un romanzo pieno di originalità e fantasia: ormai non sto più seguendo.
Sono accusata di essere una perfezionista, di inalberarmi per il minimo errore. Non è vero. Sopporto senza problemi un livello di scrittura basso, se intravedo qualche trovata particolarmente fantasiosa o kawaii. Però il livello non può essere ancora più basso.
» Gamberolink a questa domanda.
• Perché nelle recensioni insisti così tanto ad analizzare lo stile? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Perché è importante che un romanzo fantasy sia originale? ▼
In realtà quando si sente qualcuno dire che l’originalità non ha importanza nel fantasy, la ragione è solo l’ignoranza: il poveretto ha passato la sua esistenza di lettore tra cloni di Tolkien e partite a D&D e non ha idea che esista narrativa ben più interessante al di là di questi confini. Il poveretto è convinto che mangiare sempre la stessa pappa riscaldata, fino alla nausea, sia il fulcro del fantasy.
» Gamberolink a questa domanda.
• Perché un romanzo fantasy deve essere fantasioso? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Perché un romanzo fantasy deve essere verosimile? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Non si può giudicare l’Arte in base a regolette! ▼
Sto dicendo che i romanzi fantasy non sono Arte o che non possono essere Arte? No. Sto dicendo che non me ne può fregare di meno se lo sono o no. Io li giudico come romanzi fantasy (e questo lo sono di sicuro), non come “opere artistiche” (forse lo sono, forse no, è questione che non ha importanza).
» Gamberolink a questa domanda.
• I gusti sono gusti! De gustibus non est disputandum! ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Se un romanzo vende tanto vuol dire che è bello. ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Hai recensito il tal romanzo dicendo che fa schifo. A me è piaciuto un casino! ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Perché sei sarcastica nelle recensioni? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Insomma lo scopo è divertire? Le recensioni sono scritte per far ridere? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Perché nelle recensioni offendi gli autori? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Nelle tue recensioni potresti aver ragione, ma le argomentazioni perdono ogni valore perché usi un tono maleducato. ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Non è giusto recensire un romanzo se ne hai lette solo tre pagine! ▼
Tengo a precisare che leggo per intero i romanzi da recensire solo per mio incredibile scrupolo. Nella gran parte dei casi, quando ci si trova di fronte a tre pagine che fanno schifo – nella maniera che possono far schifo tre pagine di Lenth o magari di E-Doll – continuare a leggere è inutile. A un incipit di merda, segue un romanzo di merda. Perché se uno scrittore non sa scrivere a pagina 1, non sa scrivere neanche a pagina 200. E se viceversa ha imparato scrivendo, quando rilegge si accorge di quanto sia orribile pagina 1 e riscrive quella parte.
Prendiamo un bel piatto di zuppa: se ne mangi un cucchiaio e ti viene vomito, cosa fai? Bevi fino all’ultima goccia e finisci all’ospedale? Non ti è bastato (e avanzato) per giudicare la zuppa una porcheria?
Ho imparato da Chef Gordon Ramsay |
» Gamberolink a questa domanda.
• Tutti i romanzi che recensisci li massacri! Non ti piace mai niente! ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• È vero che tratti meglio gli autori italiani di quelli stranieri? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Perché non recensisci più romanzi italiani? ▼
Un’opera che riceve lo Stivale è un’opera nella media. Non è né bella, né brutta. Attualmente il “punto medio” della qualità fantasy lo identifico con Leviathan di Scott Westerfeld, che appunto si è beccato lo Stivale.
Un’opera che ottiene un voto positivo, più Gamberi Freschi che Gamberi Marci, è un’opera consigliata. Vale la pena leggerla.
Un’opera che ottiene un voto negativo, più Gamberi Marci che Gamberi Freschi, è un’opera sconsigliata. Non vale la pena leggerla.
Scala dei Voti
Un prodotto eccellente: 5 Gamberi Freschi o più (6 nell’esempio).
Un ottimo prodotto: 4 Gamberi Freschi.
Un prodotto molto buono: 3 Gamberi Freschi.
Un buon prodotto: 2 Gamberi Freschi.
Un prodotto gradevole: Un Gambero Fresco.
Un prodotto neutro (né consigliato, né sconsigliato): Stivale.
Un prodotto sgradevole: Un Gambero Marcio.
Un brutto prodotto: 2 Gamberi Marci.
Un prodotto molto brutto: 3 Gamberi Marci.
Un prodotto pessimo: 4 Gamberi Marci.
Un prodotto orrendo: 5 Gamberi Marci o più (7 nell’esempio).
In casi particolari mi posso rifiutare di esprimere un giudizio in termini di Gamberi e dunque lascio la recensione senza voto.
Le recensioni, con relativi voti in Gamberi, sono catalogate nell’Indice delle Recensioni.
» Gamberolink a questa domanda.
• Recensirai altri romanzi di Licia Troisi? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Recensirai altri romanzi di Stephanie Meyer? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Recensirai i romanzi di Paolini? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Recensirai i romanzi di George R. R. Martin? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Recensirai i romanzi della serie di Harry Potter? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
Scrittura |
• I manuali di scrittura non servono a niente! Ammazzano la creatività, rendono i romanzi tutti uguali, e poi i Grandi Autori non li hanno mai letti, e comunque lo sanno tutti che per imparare a scrivere basta leggere. ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Cosa si intende per “scrittura trasparente”? ▼
Notare che la trasparenza è legata al personaggio punto di vista: se a raccontare la storia, magari in prima persona, è un vecchio professore di latino lo stile sarà trasparente avendo certe caratteristiche; se a raccontare è una ragazzina di tredici anni lo stile avrà altre caratteristiche. Per esempio il professore userà i congiuntivi quando è giusto – e non sembrerà strano, perché fa parte della realistica voce di un professore –, mentre la ragazzina non li userà quasi mai. Perciò si possono avere due stili ugualmente trasparenti pur con caratteristiche opposte.
È anche vero che una certa semplicità è sempre intrinseca alla trasparenza: se sono costretta a cercare le parole sul vocabolario o a rileggere tre volte un paragrafo perché le frasi sono troppo lunghe e arzigogolate, tale scrittura non sarà trasparente per niente.
Ho già parlato di “trasparenza” all’inizio di questo articolo.
» Gamberolink a questa domanda.
• Cosa si intende per “eleganza”? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Cosa si intende per “precisione”? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Cosa si intende per “mostrare, non raccontare!”? ▼
Per esempio:
Anna è una persona cattiva.
Lo scrittore racconta il carattere di Anna esprimendo un suo giudizio. Invece avrebbe potuto scrivere:
Anna strappò la borsetta alla signora Gina. Ne rovesciò il contenuto sul marciapiede. Qualche moneta e una sola banconota da cinque euro. Anna buttò la borsetta per terra. «Stupida vecchia, dove nascondi i soldi? Dimmelo o ti spacco la faccia.»
Questa volta non sono espressi giudizi, ed è mostrato il carattere di Anna.
Altro esempio:
Anna uccise un troll.
Questa volta lo scrittore non esprime giudizi, ma rimane il problema che racconta l’azione invece di mostrarla. Lo scrittore riassume, condensa, taglia i particolari concreti per rifugiarsi nell’astratto. Invece avrebbe potuto scrivere:
Anna premette la canna della pistola alla nuca del troll. «Hai finito di dar fastidio sul mio sito!»
Premette il grilletto. Schizzi di sangue e grumi di materia grigia macchiarono le pareti.
Anna uccide il troll e il lettore vede lo svolgersi dell’azione.
Ci sono casi dove può convenire raccontare invece di mostrare, ma sono eccezioni. Di solito la buona narrativa implica un autore capace di mostrare.
Ho già parlato di “show, don’t tell” in questo articolo.
» Gamberolink a questa domanda.
• Cosa si intende per “inforigurgito”? ▼
– La celebre spada benedetta tre volte che rese Glinuc il valoroso guerriero che tutti conoscete non è mai stata rivista, inghiottita dalle tenebre che essa stessa ha sterminato. In molti hanno cercato di ritrovarla, eppure ogni singolo tentativo è stato vano – concluse con tono grave, bevendo un bicchiere di litino tutto d’un sorso, malgrado il suo elevato tasso di lizio, seme del fiore Lito, utilizzato come ingrediente principale dagli stregoni per veleni e pozioni tossiche.
La parte evidenziata è inforigurgito.
L’inforigurgito blocca lo scorrere della storia e annoia il lettore, se è possibile andrebbe evitato.
Ho già parlato di “inforigurgito” nell’apposita sezione di questo articolo.
» Gamberolink a questa domanda.
• Cosa si intende per “errori nella gestione del punto di vista”? ▼
I tre errori più comuni nella gestione del pdv sono:
Il bambino di cinque anni si interrogò sui significati mistici della filosofia platonica.
No, un bambino di cinque anni non ci pensa alla filosofia platonica.
Michele bussò alla porta. Era preoccupato che Anna fosse ancora arrabbiata per la storia della pizza. Anna aprì la porta. Oggi non me ne va bene una, pensò, ci mancava giusto questo scemo.
Questo modo di scrivere rende le scene confuse e la lettura faticosa.
Anna abbassò lo sguardo: aveva le scarpe slacciate. Un piccione attraversò il cielo. La punta delle scarpe era incrostata di fango. La mamma, affacciata al quinto piano del palazzo, le faceva gesto di sbrigarsi a salire.
In teoria Anna può abbassare e alzare lo sguardo in questa maniera, in pratica è innaturale e suona artefatto.
Ho già parlato di “punto di vista” nell’apposita sezione di questo articolo.
» Gamberolink a questa domanda.
• Cosa si intende per “stanza bianca”? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Cosa si intende per “Deus ex Machina”? ▼
» Gamberolink a questa domanda.
• Cosa si intende per “As you know, Bob…”? ▼
«Come ben sai, Michele, tua nonna, la nonna che è stata in Cina negli anni ’30, che ti regalava sempre macchinine a Natale, è dovuta partire ieri sera per Roma, la città eterna, secondo la leggenda fondata da Romolo e Remo, e non tornerà prima di Ferragosto, che forse ricorderai cade il 15 agosto.»
Personaggi che parlano in questa maniera così innaturale sono ridicoli.
Per maggiori informazioni su come scrivere buoni dialoghi (ed evitare gli errori), si veda questo articolo.
» Gamberolink a questa domanda.
• Qual è il problema di una “descrizione statica”? ▼
• “Le stelle sono come fiori che sbocciano negli occhi di fuoco di un elfo serpentiforme.” Dove sbaglio? ▼
• Perché è un errore mettere tanti aggettivi e avverbi? ▼
Esempio:
L’acqua bagnata.
Il prato erboso.
È ovvio che l’acqua è bagnata e il prato erboso, sono caratteristiche intrinseche dell’acqua e dei prati, l’aggettivo si rivela superfluo.
Sbatté la porta violentemente.
La violenza è implicita nel verbo sbattere, è inutile ribadirlo. Non si può sbattere se non violentemente.
Era un principe generoso.
Qui l’aggettivo non è pleonastico, ma non comunica niente al lettore. La “generosità” è un concetto astratto che il lettore non può visualizzare, sentire, odorare. Perciò sarebbe meglio togliere l’aggettivo e mostrare la generosità; vedi la domanda: Cosa si intende per “mostrare, non raccontare!”?
Gli aggettivi e gli avverbi sono un campanello d’allarme: indicano che forse non si sta scrivendo al meglio e sarebbe il caso di ricontrollare. Come dice Gabriel García Márquez:
[...] l’avverbio in -mente è una soluzione molto facile. Ma se non si vuole usare il -mente e si cerca un’alternativa, è sempre meglio.
» Gamberolink a questa domanda.
• Perché non vanno bene le domande retoriche? ▼
Come farò a sconfiggere il Drago Grufolone?, si chiese la Principessa Anna.
E fin qui può aver senso, ma se continuo, sbaglio:
Come farò a sconfiggere il Drago Grufolone?, si chiese la Principessa Anna.Userò lo scettro fatato degli Elfi o l’arco magico dei Tritoni? Dovrò chiamare il Principe Michele o mi aiuterà lo gnomo Briciola? Quale strada mi condurrà alla tana del mostro? Il sentiero tra il bosco o la caverna nella collina?
Anna sa benissimo le risposte a queste domande; qui in realtà non stiamo seguendo i suoi pensieri, ma quelli dell’autore che prepara la scaletta. Solo sarebbe meglio che la scaletta la preparasse prima e poi si mettesse a scrivere. Vedi anche la domanda: Cosa si intende per “stanza bianca”?
» Gamberolink a questa domanda.
• “quasi”, “piuttosto”, “circa”, “pressoché”, e termini simili sono parole come le altre! ▼
Le ali della farfalla erano pressoché rosse.
Il lettore non ha modo di distinguere “pressoché rosso” da “rosso”, dunque tanto vale togliere il “pressoché”:
Le ali della farfalla erano rosse.
D’altra parte, se le ali della farfalla non sono in effetti rosse, forse è il caso di specificare meglio, per esempio:
Le ali della farfalla erano rosse, con piccole macchie bianche lungo i bordi.
Oppure “rosso” non era il termine più preciso:
Le ali della farfalla sono arancioni.
Le ali rosse della farfalla
Altro esempio:
Era una pietra piuttosto piccola.
Magari sarebbe:
Era una piccola pietra.
o forse:
Era una pietra minuscola.
» Gamberolink a questa domanda.
• “vedere”, “guardare”, “sentire”, “ascoltare” o “pensare”, “ricordare”, o sinonimi sono verbi come gli altri! ▼
Esempio:
Michele avvicinò il mazzo di fiori al viso. Sentì il profumo delle rose pizzicargli il naso. Stupidi fiori!, pensò. Attraversò la strada. Vide Anna che lo aspettava seduta sulla panchina. Udì un uccellino cantare il suo richiamo d’amore tra i rami degli alberi.
Più elegante:
Michele avvicinò il mazzo di fiori al viso. Il profumo delle rose gli pizzicò il naso. Stupidi fiori! Attraversò la strada. Anna lo aspettava seduta sulla panchina. Un uccellino cantò il suo richiamo d’amore tra i rami degli alberi.
» Gamberolink a questa domanda.
• Perché non ti piace il gerundio? ▼
«Come stai?» chiese Anna, ridendo.
Questa forma in italiano implica una contemporaneità delle azioni: mentre Anna chiede allo stesso tempo ride. Ma o parli o ridi. Perciò sarebbe meglio scrivere:
Anna rise. «Come stai?»
Altro esempio, tratto da un romanzo pubblicato:
Appoggiò il corpo sul sedile posteriore della prima [auto], richiudendo piano lo sportello, poi [...]
Non è molto naturale appoggiare un corpo e allo stesso tempo chiudere uno sportello, sarebbe meglio:
Appoggiò il corpo, richiuse piano lo sportello.
Inoltre il gerundio spiana la strada alla pigrizia:
Tornando a casa da scuola, Michele aveva incontrato Anna.
Di per sé la frase non è sbagliata, ma è vaga; lo scrittore non ha fatto alcuno sforzo per focalizzare la situazione, il gerundio immerge l’incontro nella nebbia.
Meglio:
Alla fermata dell’autobus di fronte alla scuola, Michele aveva incontrato Anna.
Togliere il gerundio costringe a inquadrare con più precisione la scena.
» Gamberolink a questa domanda.
• Perché non ti piace il modo imperfetto? ▼
Michele alzava la testa.
Bene. Ma ha finito di alzarla o continua? Mi immagino il capo che si solleva, ma devo immaginarmi il gesto compiuto o no? Qui la situazione è sospesa nel tempo, e il lettore non sa come vederla. Meglio:
Michele alzò la testa.
L’uso dell’imperfetto per indicare un’azione continuativa spiana la strada alla pigrizia:
Anna si allenava con la spada tutti i giorni.
Di per sé la frase non è sbagliata, ma è vaga; lo scrittore non ha fatto alcuno sforzo per focalizzare la situazione, l’imperfetto immerge l’allenamento nella nebbia.
Sarebbe meglio – se gli allenamenti di Anna sono importanti per la storia – costruire una scena dove lei si allena. Una situazione precisa e ben inquadrata nel tempo e nello spazio. Se poi questa scena è già presente, allora sì, l’imperfetto potrebbe essere giusto per indicare la ripetizione della stessa scena anche nei giorni seguenti.
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• Le ripetizioni sono sempre sbagliate? ▼
Michele timbrò il biglietto, poi Anna timbrò il suo.
È meglio di:
Michele timbrò il biglietto, poi Anna obliterò il suo.
È meno fastidioso avere due “timbrò” vicini che un orribile sinonimo.
In particolare i nomi dei personaggi sono trasparenti per il lettore: anche se ripetuti a poca distanza non si notano. Viceversa è molto facile fare confusione se si cerca di evitarli a ogni costo:
Michele timbrò il biglietto, poi Anna timbrò il suo. Michele si sedette, mentre Anna prendeva il cellulare dalla borsa. Michele spiò fuori dal finestrino, Anna si sedette accanto a lui.
Non è certo una scrittura brillante, ma si capisce quello che succede. Ora sostituiamo i nomi dei personaggi:
Michele timbrò il biglietto, poi Anna timbrò il suo. Il giovane pasticciere si sedette, mentre la tabaccaia prendeva il cellulare dalla borsa. Il ragazzo con i capelli biondi spiò fuori dal finestrino, la ragazza con il maglione rosso si sedette accanto a lui.
Incomprensibile.
Se proprio non si vuole ripetere il nome di un personaggio (per esempio per evitare una rima), bisogna fare in modo che il lettore abbia ben chiaro di chi stiamo parlando.
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• Le risposte alle domande di questa sezione sono superficiali. ▼
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• Dove posso impararne di più? ▼
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• Quale editore ti pubblica? ▼
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• Ah, questo spiega tutto! Sei solo invidiosa perché tutte le case editrici hanno rifiutato di pubblicarti! ▼
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• Perciò non sarai mai pubblicata da una normale casa editrice? ▼
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• Posso leggere quello che scrivi? ▼
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• Ho letto un capitolo del tuo romanzo e fa schifo. Schifo, schifo, schifo! Non ho mai letto una schifezza simile! Sei un’incapace senza talento! ▼
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• Scommetto che a nessuno piace la roba che scrivi! ▼
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URL dell'articolo: http://fantasy.gamberi.org/faq-sui-gamberi/
Gamberi Fantasy
115 Comments To "FAQ sui Gamberi"
#1 Comment By Nusta On 10 ottobre 2010 @ 16:41
In attesa di un nuovo articolo-saggio sullo stile narrativo e sui massimi sistemi dell’editoria ho fatto un ripasso con queste FAQ e le ho trovate pure molto divertenti: sei tornata proprio in ottima forma!
Ti segnalo un paio di refusi: alla terza risposta manca un “re” a “rispondere”, a proposito della collaborazione di Capitan Gambero; alla risposta sull’Arte manca, forse, un “no” a un “sono” (a meno che io non abbia frainteso il senso della frase “se lo so o no”).
#2 Comment By Gamberetta On 10 ottobre 2010 @ 17:31
@Nusta. Grazie delle segnalazioni, ho corretto.
#3 Comment By polveredighiaccio On 10 ottobre 2010 @ 21:20
Dovrò ritagliare un po’ di tempo ogni giorno per “studiare” i tuoi articoli. Quelli sullo stile e le tecniche di scrittura restano un punto di riferimento, ma anche le recensioni sono ottime per capire cosa evitare. Tutto ciò che verrà, quando verrà, sarà un aiuto in più per gli esordienti. Grazie!
#4 Comment By Blakie On 10 ottobre 2010 @ 21:52
Sono molto felice che Gamberi Fantasy abbia riaperto i battenti.
Detto ciò, nell’inchiesta su quali argomenti trattare al posto del fantasy italiano è risultato vincitore lo steampunk.
Ci saranno articoli specifici sull’argomento?
#5 Comment By Gamberetta On 10 ottobre 2010 @ 22:43
@Blakie. Il sondaggio è ancora aperto, spero che alla fine la spunti il new weird. ^_^
Di sicuro recensirò dei romanzi steampunk. Forse scriverò quell’articolo sugli Zeppelin che avevo in mente nove mesi fa, ma comunque era più storico che fantasy. Altro per ora non è previsto.
Se sei appassionato puoi leggere gli articoli dedicati allo steampunk del Duca, qui.
#6 Comment By Blakie On 10 ottobre 2010 @ 23:09
Chiedo venia, pensavo fosse concluso il sondaggio.
In effetti anche io spero nel New Weird, ma anche lo steampunk ha il suo fascino.
Il buon Duca è nei miei “preferiti” ora.
#7 Comment By castelloincantato On 12 ottobre 2010 @ 03:11
Volevo segnalarti o comunque chiederti se hai intenzione di leggere/prendere in considerazione/recensire la saga dei guardiani di Luk’janenko (si trovano su emule); so che in Russia ha avuto molto successo, sarei curiosa di sapere cosa ne pensi.
E poi la trilogia “Queste oscure materie” di Pullman.
#8 Comment By brownie On 12 ottobre 2010 @ 12:49
@castelloincantato. Gamberetta, se non sbaglio, ha letto il primo romanzo della trilogia Queste oscure materie tempo fa. Per un commento sull’opera rimando a lei, ma dubito che lo rileggerà per scriverne una recensione. Io non l’ho mai letto, ma a naso sembrano romanzi sullo stile di Harry Potter.
@Gamberetta. Ho dato un’occhiata ai nuovi libri che hai inserito nella libreria di aNobii, e ho visto che hai letto qualcosa di Charles de Lint: che te ne pare? Io sono sempre stato curioso di leggerlo, visto quanto viene osannato, vale la pena?
#9 Comment By Gamberetta On 12 ottobre 2010 @ 13:04
@castelloincantato.
Ho visto i due film tratti dai romanzi di Luk’janenko (Night Watch e Day Watch), i libri non li ho letti. Non escludo di farlo in futuro.
Per le oscure materie ho letto il primo un paio di anni fa e mi sono annoiata. Ci ho messo un mese a finirlo. Perciò non credo leggerò gli altri.
@brownie.
Ho letto Little grrl lost perché mi serviva per documentarmi riguardo a un progetto che sto preparando. È un romanzo divertente, niente di speciale, ma le pagine con il punto di vista della little grrl non sono niente male. Alcune trovate kawaii (lo gnomo pasticciere) le ho molto apprezzate.
Incoraggiata ho provato a leggere anche The Blue Girl, ma l’ho trovato bruttino. Trama banale, personaggi stile telefilm, finale idiota, scrittura appena appena decente.
Dopo questi due romanzi direi che de Lint è nella media. Magari leggerò altro di lui – su gigapedia sono presenti diversi altri suoi romanzi –, ma non mi pare un genio.
#10 Comment By Willie Pete On 12 ottobre 2010 @ 14:15
Ottima la pagina delle FAQ!
Sono appassionato di Bizarro fiction. Ho letto che ti piace Mellick III, per caso scriverai in futuro degli articoli sul bizarro o sui suoi libri?
#11 Comment By Gamberetta On 12 ottobre 2010 @ 19:46
@Willie Pete.
Sicuramente recensirò dei romanzi di Mellick. Ho letto quattro suoi romanzi solo negli scorsi mesi e ne ho un quinto nel lettore di ebook. Magari recensirò il più bello o forse farò un articolo con brevi recensioni di ognuno, in ogni caso ne parlerò.
#12 Comment By gnappetta On 13 ottobre 2010 @ 15:08
Night watch non rende giustizia al libro corrispondente (ne racconta metà, e pure male), Day watch sconfina nell’inguardabile, tenersi alla larga dai libri per l’inconsistenza dei film sarebbe un peccato…
#13 Comment By Mauro On 13 ottobre 2010 @ 17:19
Parlando con un amico, è uscito un dubbio: di là dal colore (i Draghi! gli Elfi!), cosa definisce il fantasy?
Terry Pratchett ha detto che il fantasy è come la cacca di cavallo: prendi un barile di cacca di cavallo e mettici un cucchiaino di vino, hai cacca di cavallo; prendo un barile di vino e mettici un cucchiaino di cacca di cavallo, hai… cacca di cavallo.
In effetti, spesso il singolo elemento fantastico porta alla definizione del genere: è una storia intrinsecamente western? Non importa: passa un Drago sullo sfondo, è un fantasy!
Il discorso è partito dalla fantascienza sociale (l’unica vera fantascienza, per quel mio amico), dove, mi diceva, di là dal colore (le astronavi! i laser!), il tema fondante è la reazione dell’uomo a fronte di uno shock sociale e/o tecnologico, il portare il lettore a ragionare su quello shock. Nel fantasy c’è qualcosa di analogo, che vada oltre il colore?
Durante la discussione mi è venuta una curiosità: in base a cosa definisci/definiresti (definite/definireste) il genere, se lo faresti (fareste)?
#14 Comment By zeros On 13 ottobre 2010 @ 19:31
I libri di Luk’janenko non sono male, almeno i primi tre. Sul quarto non so, dicono che sia una mezza porcata, per di più superfluo. Resta il fatto che i libri sono carini, non da premio ma decenti; la magia è interessante e coerente, i personaggi piuttosto sfaccettati, il protagonista e narratore è abbastanza credibile (per essere un mago).
I film non centrano una beneamata fava (scusa l’eleganza), si limitano a prendere spunto dalla storia e dal mondo e a tirarne fuori qualcosa di molto più splatter dell’originale (e questo non ti piacerà, Gamberetta! ^_^). Anton nei libri è un po’ meno pirla di quanto sembri nei film (dove, tra l’altro, passa metà del tempo a sembrare strafatto, quasi fosse una clausola contrattuale), la bionda un po’ meno svampita, la civetta un po’ più tamarra e simpatica.
Consigliati.
Domanda: mai letto qualcosa di Jim Butcher? Io ho letto i primi due (mulo…), non sono male, urban fantasy come base per dei gialli. Nulla di incredibilmente innovativo, ma piacevoli. La parte sulle pozioni è la migliore, quanto a creatività dell’autore.
Ti metto il link alla pagina wikipedia, sperando di non incorrere nelle ire del filtro antispam: http://it.wikipedia.org/wiki/The_Dresden_Files
Buon tutto!
#15 Comment By Gamberetta On 13 ottobre 2010 @ 23:11
@gnappetta. / @zeros. In realtà i film non mi sono neanche dispiaciuti. Non sono un granché, ma non sono neanche orribili. Non ho mai letto i romanzi semplicemente perché non è capitata l’occasione. La montagna di roba da leggere non scendo mai sotto il centinaio di titoli…
No, mai. Avevo anch’io scaricato qualcosa, ma lette le trame non sembrava abbastanza bizzarro, così ho lasciato perdere.
@Mauro.
Nel riassunto delle puntate precedenti ho illustrato le mie definizioni di fantasy/fantascienza/orrore.
Per quanto riguarda l’amico: fuffa. La vera fantascienza è la hard sf e se ne frega degli esseri umani. Se ci sono bene, se non ci sono chi se ne importa? Abbiamo i computer che generano l’Universo, ci basta.
Ma è un discorso davvero troppo lungo per un commento.
#16 Comment By zeros On 13 ottobre 2010 @ 23:34
Gamberetta scrive:
Effettivamente non è super-originale né bizzarro. Citando questo post dal blog di Okamis: ” è originale come la chiappa sinistra, però averne!” ;)
Capisco che possano non averti acchiappato, visto i tuoi gusti e le pile di libri (o file) da leggere che crescono sempre e non diminuiscono, per quanto uno legga, chissà come mai! ;)
#17 Comment By Jones On 14 ottobre 2010 @ 01:34
Ho scovato un errore di battitura in una della FAQ:
Partire a D&D -> Partite a D&D
#18 Comment By Mauro On 14 ottobre 2010 @ 09:22
Gamberetta:
Se sia la vera fantascienza non so, anche perché anche quella sociale, pure se non hard, mi pare fantascienza (in linea di massima mi verrebbe da pensare che, se c’è una divisione tra varie fantascienze, ce ne siano diverse; ma non reputo di conoscere abbastanza il genere, quindi non mi addentro oltre nella questione); però credo che quel mio amico intendesse come idea generale – lo dico solo per chiarire il suo punto di vista – quella detta su Wikipedia, con aggiunta l’importanza dell’elemento umano nell’impatto/esplorazione: Science fiction is a genre of fiction dealing with the impact of imagined innovations in science or technology, often in a futuristic setting. It differs from fantasy in that, within the context of the story, its imaginary elements are largely possible within scientifically established or scientifically postulated laws of nature (though some elements in a story might still be pure imaginative speculation). Exploring the consequences of such differences is the traditional purpose of science fiction, making it a “literature of ideas” (che sì, contiene anche la tua definizione). Appena lo vedo chiederò conferme (se non altro per interesse personale).
Se poi farai un articolo sul tema, lo leggerò più che volentieri.
Comunque: ho scoperto qui e apprezzato molto Dragon’s Egg (e ho letto anche il seguito, Starquake); hai altri libri simili da consigliare?
Definizione di fantasy: sapevo di averla vista in due posti (uno è un libro)… grazie per averla ri-segnalata.
#19 Comment By Gamberetta On 14 ottobre 2010 @ 12:41
@Jones. Grazie, ora correggo.
@Mauro.
Dipende da quello che ti è piaciuto nei romanzi: civiltà aliene strane, incontri con alieni strani, incontri con alieni strani dal punto di vista degli alieni, ecc.
#20 Comment By Mauro On 14 ottobre 2010 @ 17:54
Gamberetta:
Lo sviluppo dei Cheela sicuramente, il modo in cui Forward lo ha trattato mi è piaciuto parecchio (incluse le nozioni di fisica delle stelle a neutroni che ci ha ficcato dentro); l’incontro con gli alieni strani dal punto di vista degli alieni e l’interazione tra le due specie (divise dalla forte differenza temporale) anche, ma a seguire.
#21 Comment By Gamberetta On 15 ottobre 2010 @ 15:45
@Mauro. Prova Incandescence di Greg Egan. E per qualcosa di più leggero Pianeta di Ghiaccio e Strisciava sulla sabbia di Hal Clement.
#22 Comment By Mauro On 15 ottobre 2010 @ 16:59
Ottimo, grazie; ora vedo di procurarmeli.
#23 Comment By Blakie On 15 ottobre 2010 @ 19:14
Che ne pensi di questa iniziativa? Forse si sta muovendo qualcosa anche in Italia?
http://www.dbooks.it/libreria/scheda/54/6/narrativa/altrisogni-01.html
#24 Comment By Simone On 21 ottobre 2010 @ 00:56
È stato bellissimo vedere il blog di nuovo aperto. Bentornata.
Dal momento che fra le FAQ si parla anche dei tuoi gusti… Asimov: che ne pensi?
#25 Comment By Gamberetta On 21 ottobre 2010 @ 17:07
@Simone.
Premesso che non posso dare un giudizio generale perché ho letto troppo poco di Asimov rispetto alla sua produzione e molti suoi romanzi li ho letti ormai anni fa, posso dire che il ciclo della Fondazione mi è piaciuto. Così come i racconti sui robot. Però non mi è mai parso all’altezza di altri “grandi” della fantascienza come Wells, Clarke, Heinlein, Bradbury o Philip K. Dick.
#26 Comment By Tapiroulant On 21 ottobre 2010 @ 22:07
Se parliamo di tecnica letteraria, ti do assolutamente ragione. Inoltre, i suoi romanzi tendono ad avere una struttura ripetitiva. E un buon numero dei suoi personaggi è abbastanza piatto. Ed è anche molto poco ‘weird’.
Dove secondo me Asimov è forte, è nelle idee. Non ho mai letto Heinlein, che mi risulta si cimentasse anche in tematiche affini a quelle di Asimov; ma finora non ho mai letto uno scrittore con delle idee altrettanto limpide e intelligenti sui possibili sviluppi di una società umana futura (o, più in generale, con una pari comprensione della politica e una pari capacità di metterla sulla carta).
Detto questo… hai mai letto qualcosa di Kurt Vonnegut? E’ fantascientifico solo di striscio (molto di striscio, più che altro costruisce storie assurde), però so che Dick lo ammirava molto e ne è stato anche ispirato.
#27 Comment By Feleset On 22 ottobre 2010 @ 12:18
Asimov attualmente non sarebbe considerato un grande scrittore, almeno come tecnica narrativa. La sua gestione del punto di vista è fatta male (passa dai pensieri di un personaggio a quelli di un altro nella stessa scena) e i dialoghi sono stracolmi (ma proprio stracolmi) di “as you know, Bob”. Collocando nel suo tempo, invece, penso che abbia scritto ottime cose, soprattutto perché era estremamente competente in ciò che scriveva, riuscendo a rendere comprensibile a tutti cose che non lo sarebbero per niente e rendendo le storie coinvolgenti.
Da lui, più che come scrivere, ho imparato cosa è necessario fare per scrivere: sapere esattamente di cosa si sta parlando, cosa che evidentemente molti scrittori contemporanei non sanno. E dire che dopo un certo numero di copie vendute bisognerebbe avere abbastanza soldi per permettersi un consulente. Ma forse sono una povera illusa.
Scusate l’OT, ma l’argomento mi interessava. ^^
#28 Comment By Gamberetta On 23 ottobre 2010 @ 10:04
@Tapiroulant.
Ho letto Ghiaccio Nove tempo fa, ma non ho un particolare ricordo. Però ho nel lettore di ebook Mattatoio n. 5 e La Colazione dei Campioni, prima o poi verrà di nuovo il turno di Vonnegut.
#29 Comment By Unoqualunque On 26 ottobre 2010 @ 17:12
Hai letto centinaia di libri, hai scritto racconti, mandi avanti il blog, e in più, immagino, hai una vita sociale
Pensi che riuscire in tutto ciò nei limiti dei tempi umani (24h al giorno da cui toglierene 8 di sonno) richieda un’intelligenza superiore alla media, o potrebbe riuscire chiunque con impegno e dedizione?
Non è una domanda ironica, provocatoria etc
#30 Comment By Gamberetta On 26 ottobre 2010 @ 18:53
@Unoqualunque. La narrativa è la mia passione, è normale dedicarci tutto il tempo possibile (come si dice: per le cose che piacciano il tempo si trova sempre).
Specie la lettura è un divertimento: volendo posso leggere quasi ininterrottamente da venerdì pomeriggio a lunedì mattina (e qualche volta l’ho fatto). Gestire il blog invece non è solo divertimento ma anche un impegno, spesso un impegno faticoso, e infatti finita la serie di articoli che avevo preparato in precedenza, il ritmo degli aggiornamenti sarà molto più lento.
#31 Comment By Chili On 2 novembre 2010 @ 22:21
Tanto per sapere… Visto che siamo nelle faq… Cha facoltà frequenti? ;)
#32 Comment By Gamberetta On 2 novembre 2010 @ 23:15
@Chili. Informazione riservata. ^_^ Comunque è una facoltà scientifica.
#33 Comment By Ste On 3 novembre 2010 @ 08:19
Ricordando il tuo articolo sulla trapanazione craniale la tua scelta di facoltà scientifica non mi stupisce… Ben venuta nel “lato oscuro” ^_^
#34 Comment By Chili On 5 novembre 2010 @ 15:28
Come mai riservata? Tanto manco sappiamo dove abiti! ^__^
#35 Comment By GSeck On 22 novembre 2010 @ 16:03
@gamberetta
Nella domanda “Posso intervistarti?” hai scritto “risponde” al posto di “rispondere”.
#36 Comment By Gamberetta On 23 novembre 2010 @ 00:15
@GSeck. Grazie. Adesso correggo.
#37 Comment By AliceCreed On 2 dicembre 2010 @ 18:33
PIccola curiosità: che ne pensi di Martin Millar?
#38 Comment By Gamberetta On 3 dicembre 2010 @ 00:42
@AliceCreed. Di Millar ho letto due romanzi: Ragazze Lupo (in italiano) e The Good Fairies of New York (in inglese). Il primo l’ho trovato scritto tecnicamente male, con poche buone idee affogate nella noia. Infatti non leggerò il seguito.
Il secondo invece, pur essendo anche questo scritto maluccio (ma in originale Millar è un po’ meglio che in traduzione), era più divertente. Millar ha trattato il tema fatine con ironia e fantasia, nel complesso è un romanzo che mi è piaciuto.
Perciò penso che sia un autore nella media. Se l’argomento è buono ne cava fuori buone opere, se l’argomento è trito (licantropi) il risultato è meno esaltante. Però da soli due romanzi non si può dare un giudizio definitivo su uno scrittore.
#39 Comment By jox On 9 dicembre 2010 @ 23:35
Mi piaci molto, sono contenta che tu sia tornata. (L’ho scoperto solo ora! ^_^)
Una sola cosa: pasticcere non si scrive senza i?
#40 Comment By Gamberetta On 10 dicembre 2010 @ 01:11
@jox. Si può scrivere in entrambi i modi.
#41 Comment By Marco Albarello On 6 gennaio 2011 @ 19:30
Avevo qualche domanda, dubbio, curiosità da porti se fosse possibile. Il tutto nasce dal concetto di “saga”. Ho notato, forse erroneamente, che nel fantasy più che in tutti gli altri generi, stili, tipi di opere, vi è un’abbondanza di saghe. Un esempio recentissimo su tutti che mi è stato segnalato su facebook (il motivo principale per cui uso questo social network è ricevere notizie di nicchia come questa):
Ciò che mi ha stupito è che subito è partita a nastro con una saga e ne sta pure scrivendo un’altra, come si evince dal suo sito: Riferimento.
La prima domanda è: Perché il genere fantasy è così inflazionato di saghe? È forse per via del fatto che in questo genere più che in altri serve un’ambientazione solida e ben costruita, dato che spesso inventata, pertanto una volta creata questa, è uno “spreco” non ambientarci altre storie e dunque crearne una saga?
O semplicemente se scrivi “tanto” anche se schifo è più facile che una casa editrice ti pubblichi perché: “Non importa la qualità, l’importante è che sia tanta roba così gli stupidi lettori ci si affezionano e vogliono sapere come prosegue, soldi sicuri.” La logica del Mc Donald contro quella della cucina raffinata? Se io pubblico uno scrittore prolifico “per quanto faccia cagare” con un solo contratto mi procuro più “merce” che a pubblicare uno scrittore che ha scritto un misero romanzo “magari eccelso” ma che non mi garantisce profitto futuro? Oppure mi sfugge qualcosa?
Altra domanda: Ma è abitudine consolidata che le scrittrici femminili che si addentrano nel fantasy scelgano ragazze adolescenti come protagoniste per i loro romanzi? Esempi:
Paola Boni su Black Angel.
Susanna Tagliaferro su Il diario di Eva I.
Gamberetta su Le Avventure della Giovane Laura.
Lungi da me voler porre a confronto queste tre opere sotto il profilo stilistico, di contenuti ecc. ho solo notato che spesso autrici femminili adottano per protagonista una donna. Questo avviene perché semplicemente è più “facile” immedesimarsi per loro in un essere dallo stesso genere, si ha paura di sbagliare qualcosa nel far muovere un uomo? Oppure è perché il mercato del fantasy finora è stato martoriato da aitanti giovanotti che si spupazzano le donne oggetto di turno e quindi vi è desiderio di porre un freno a ciò e a riportare un po’ di equilibrio tra i sessi? O ancora si punta sull’empatia: Io scrittrice donna, personaggio protagonista donna, senz’altro mi porto a casa tutto il pubblico femminile?
Non c’è traccia di sarcasmo in questo discorso. Lo chiedo perché, pur essendo io un uomo di stampo prettamente eterosessuale, quando ho deciso di scrivere il mio primo romanzo ho scelto per protagonista una donna adulta. Pertanto mi sono guardato il film Sabrina con Audrey Hepburn almeno 10 volte, dato che la protagonista aveva il carattere che mi serviva, e ho creato un finto profilo su facebook con le caratteristiche in questione per cercare di capire come ella avrebbe vissuto nel mondo vero interpretandola per un tot di tempo. Infine ne ho creato perfino un modello tridimensionale per averla meglio in mente mentre la descrivo e la “muovo”.
Viso.
Scena.
Insomma, ho realizzato una sorta di S1m0ne dell’omonimo film. Ora non dico di essere diventato un esperto mondiale sull’universo femminile, grazie al cielo non ho mai avuto le mestruazioni e non posso rimanere in gravidanza, però ti chiedo: Suona ridicolo o eccessivamente artefatto se uno scrittore/scrittrice adotta un protagonista che sia di sesso opposto al suo? Si rischia il fallimento sicuro? È meglio se lascio perdere e “uso” un uomo? Ed è meglio che lascio perdere il romanzo singolo e mi dedico anche io a scrivere l’ennesima saga mentale?
Ringrazio anticipatamente per le eventuali risposte.
#42 Comment By france On 6 gennaio 2011 @ 21:09
Riguardo al fatto della saga, un po’ è tradizione penso, un po’ è che se effettivamente vuoi scrivere un fantasy verosimile, sensato, a un certo punto dovrai parlare di situazioni sociopolitiche e di scontri tra nazioni e popoli diversi, e quindi lo spazio semplicemente TI SERVE ^^
Inoltre penso che i lettori di fantasy siano lettori voraci: spendere 25 € per un libro di 800 pagine di una serie di 13 volumi per me è un investimento, nel senso che ogni libro mi basta almeno 3 settimane; spenderne 10 per un libro di 200 è una presa per il culo, perché in due-tre giorni l’ho finito. Per cui viva le saghe, almeno mi sfamano :P
#43 Comment By pu*pazzo On 6 gennaio 2011 @ 22:20
@Marco Albarello
sulle saghe credo che sia una questione sia commerciale da “mc donald” sia un po’ una scelta naturale degli autori. Ad esempio io per il mio romanzotto ( definirlo romanzo sarebbe perverso date le mie ancora scarse capacità di scrittore ;)) ho creato un mondo molto complicato, con un sistema di politica, religione, fisica della magia e persino mitologia. Una volta completato il libro mi spiacerebbe abbandonare questo mondo così amato e progettato, come fossi un piccolo, piccolissimo dio :) Cosi si, è probabile che altri personaggi lo vivano e lo abitino, oltre ai primi. Solo così, per dare soddisfazione al piccolo ego di un piccolo creatore XD
poi certo c’è il discorso commerciale che è cosi palese da non meritare nemmeno discorsi troppo lunghi. Piu libri= piu soldi! Ecco perche tante trilogie sono brodetti annacquati giusto per raggiungere i tre fatidici volumi :)
—
per il fatto della protagonista femminile …beh … io ad esempio ho tentato di scrivere un romanzo piu “corale” senza un unico protagonista, ma devo dire che i personaggi venuti meglio, che hanno una psicologia più profonda e sfaccettata, sono quelli che appartengono al mio sesso e (grossomodo) alla mia fascia d’età. Questo perchè è piu facile scrivere di ciò che si vive piuttosto che di ciò che si è solo osservato/sentito raccontare … però secondo me non significa che tu non possa creare uno splendido personaggio femminile, credibile e tutto il resto, pur essendo un uomo ^_^
#44 Comment By Ylunio On 6 gennaio 2011 @ 22:46
Se posso dire la mia, di solito chi sa scrivere bene sa descrivere e far muovere adeguatamente personaggi di entrambi i sessi.
Lasciando perdere i vari stereotipi che caratterizzano i due sessi, alla fine si tratta comunque di persone e – almeno – esseri umani lo siamo tutti.
Poi, siccome appunto gli stereotipi non esistono e siamo tutti persone, nei limiti dell’immaginazione qualunque personaggio può muoversi in qualunque modo, perché il suo carattere non dipende tanto dal suo sesso, quanto dal contesto sociale, culturale, dalla sua famiglia etc. etc…
Poi si potrebbe scrivere un fantasy in cui sono gli uomini e non le donne a restare incinti e badare ai figli e vedere cosa ne salta fuori.. :)
Una delle mie saghe preferite, inoltre, è scritta da una donna e ha come protagonista un maschio. Tanto per dirne una, i suoi personaggi femminili li odio tutti.. :P ..ma non posso dire che non siano verosimili e che non esprimano, ognuna a suo modo, qualche aspetto dell’essere donna. E lo stesso vale per gli uomini.
In definitiva, si tratta di bei personaggi, rotondi e con una propria voce, e questo prescinde dal sesso dell’autrice e da quello del personaggio stesso.. :)
#45 Comment By Il Guardiano On 6 gennaio 2011 @ 23:01
Per quanto riguarda i personaggi di sesso opposto, non mi sembra un problema. E’ questione di bravura nello scrivere.
Prendi Martin: i personaggi femminili sono usciti bene, alcuni addirittura benissimo.
O King: non si limita mica ai maschili.
Secondo me, è una scelta per accattivarsi il pubblico nella maggior parte dei casi: le femmine che si immedesimano nell’eroina forte e coraggiosa e i maschi nelle sue tette :)
Per le
seghesaghe…hummm…Questione economica. Nel fantasy si chiamano Saghe o Cronache o Trilogia… negli altri generi magari si chiamano “il commissario Tizio”, “l’ispettore Caio”, “le avventure focose di sempronio”.
#46 Comment By Mr. Giobblin On 7 gennaio 2011 @ 02:09
Quoto Il Guardiano, soprattutto perchè ha ragione sulle tette.
E sul fatto che non importa il sesso di chi scrive; si può essere donne e dare comunque vita a personaggi femminili orribilmente stereotipati e vuoti.
Sto parlando di te, Stephenie Meyer.
Per quanto riguarda le trilogie, è anche una questione di abitudine. Tre è il numero perfetto, ed il pubblico ha sempre amato le opere in trio, fin dai tempi delle tragedie eschilee. O forse dalla trilogia di Guerre Stellari, è altrettanto probabile.
#47 Comment By Marco Albarello On 7 gennaio 2011 @ 05:04
@france
Dunque l’equazione potrebbe essere, Panettone : Natale = Saga : Fantasy. Questo spiegherebbe perché piace così tanto. xD
Nuoooooooooo! Ma perché questi problemi di matematica me li ritrovo sempre quando ho il turno di notte, mi ricorda i tempi in cui facevo i compiti a quest’ora il giorno prima di andare a scuola. ç__ç
Dunque, se ho 800 pagine a 25 euro vuol dire che ogni pagina mi costa…mmm… (25/800 = 0,03 centesimi). Mentre se spendo 10 euro per 200 pagine, ogni pagina mi costa…mmm… (10/200 = 0,05 centesimi). Per avere lo stesso rapporto quantità/prezzo il libro da 200 pagine dovrebbe costare…mmm… (0,03 * 200 = 6 €).
Problema: Tenendo conto che di solito uno scrittore percepisce una percentuale (40-60 %) degli incassi del libro, logicamente questa percentuale varia per ogni casa editrice, come può uno scrittore non morire di fame e ricavare il giusto guadagno per la giusta qualità/quantità?
Soluzione: Abbattiamo il costo della casa editrice. Se un libro di 200 pagine di cui il 40% (a voler essere ottimisti) finisce ai piranha della carta stampata, abbiamo: [(10/100) * 40] = 4€. Dunque, se dai 10 euro del costo iniziale togliamo i 4 che dobbiamo alle sanguisughe dell’inchiostro, troviamo proprio: (10-4 = 6€)! I conti tornano.
Problema ulteriore: Rinunciando a quei 4 euro della casa editrice, lo scrittore rinuncia ai FANTASTICI servizi della casa di cura stessa, ovvero: Editor, stampa del libro, distribuzione, pubblicità da qualche parte.
Soluzione: Editor? Perché i libri di Licia Troisi hanno avuto un editor?
Risposta: No sul serio?
Stampa del libro: Tra poco questa non servirà più, avendo gli e-book a disposizione e volendo il già citato Lulu.com da Gamberetta. Questione di tempo, speriamo il meno possibile.
Pubblicità: Facebook, youtube, blog, mail, internet. Te la puoi fare da solo con un ottimo passaparola e l’assistenza di qualche sito compiacente. La tv ormai è completamente spazzatura, anche se ti fa la pubblicità di un libro è infilata tra quella degli assorbenti con le ali e il medicinale per la diarrea il tutto verso le due di notte (fascia dedicata alla cultura dopo grandi fratelli, tette, culi, litigi politici ecc.). E poi di solito il lettore medio che cerca qualità la tv non la guarda neppure, quindi è totalmente inutile.
Distribuzione: Questo è l’ultimo caposaldo della roccaforte letteraria. Purtroppo senza questo non si ha null’altro e dunque il problema per ora non ha soluzione definitiva. Per ora…
Ti ringrazio france comunque per la tua testimonianza come lettore di fantasy, almeno ora ho ponderato un po’ sulla situazione e mi sono chiarito le idee, qualcosa in mente mi sta venendo per risolvere il problema, ci devo lavorare su (un autore inglese di fumetti di cui adoro lo stile già applica un suo sistema: Jack). Per ringraziarti ti regalo 5 minuti di nulla. :)
@pu*pazzo
Ti ringrazio per il parere! Al di là del contenuto hai usato uno stile simpatico che mi ha messo allegria anche in questo notturno reparto psichiatrico. Hai guadagnato +1 in carisma ed effetto placebo permanente sull’arma primaria. xD
@Ylunio
Probabilmente perché descrive un uomo come lo vorrebbero le donne e quindi, inverosimile. xD
Questo perché siccome adori il protagonista, inconsciamente vedi tutte quelle che gli girano attorno come possibili rivali in amore. xD Scherzo, non te la prendere, grazie per l’opinione. :)
Ah si? Aspetta qualche riga e…
@Il Guardiano
le femmine che si immedesimano nell’eroina forte e coraggiosa e i maschi nelle sue tette :)
Eccone uno! Uomo = pensa solo alle tette! xD
@Mr. Giobblin
Ed eccone due. xD Ragazzi, abbiamo appena abbattuto l’idea che non esistono stereotipi sui maschi, dobbiamo camuffarci meglio la prossima volta. >.>
Giuro che ho avuto un flash mentale di tu che lanciavi una sfera e urlavi: “Meyer, scelgo te!” La Meyer usciva dalla sfera e usava il suo temibile attacco: Twilight assault! Vabbè basta, l’alba è vicina, fortunatamente non dovrò temere ancora per molto l’attacco di un vampiro di Stephenie! :D
#48 Comment By Il Guardiano On 7 gennaio 2011 @ 07:39
io penso che il 40-60% sia troppo per un libro cartaceo…
Forse un 15-18% è più realistico.
#49 Comment By Gamberetta On 7 gennaio 2011 @ 10:37
@Marco Albarello. Per quanto riguarda saghe, trilogie, cicli: non ho dati statistici, dunque non so in quale percentuale ci siano romanzi fantasy autoconclusivi rispetto a romanzi fantasy facenti parte di una saga o simili. Può essere che stiamo discutendo solo di un’impressione. Ma supponiamo sia un’impressione corrispondente al vero.
Le ragioni per me sono:
* Il fantasy è di moda. Dunque bisogna sfruttare il momento. Dunque bisogna scrivere il più possibile. Dunque conviene riciclare personaggi e ambientazioni, perché ci vuole meno rispetto al progettare tutto da zero.
* Gli autori fantasy sono in media scarsi. E quando uno scrittore è scarso si sbrodola, usa 10 parole quando ne basterebbero 3. Il romanzo da 1.000 pagine in mano ad un autore decente diventa di 300 senza che si sia perso un solo concetto.
* Gli autori fantasy sono in media ignoranti. Perciò copiano bovinamente i pochi modelli che hanno letto: se la Rowling scrive 7 libri e Jordan 12 (o quanti sono), loro partano con l’idea di fare altrettanto. Anche se non ce ne sarebbe bisogno.
Non penso che il fantasy richieda particolare lunghezza. Anche se lo scopo del romanzo è esplorare il mondo secondario, non c’è bisogno di ruminare per 10 volumi. Alcuni dei più famosi mondi secondari sono delineati in romanzi tutt’altro che lunghi, da Alice a 1984.
#
Per quanto riguarda i personaggi femminili. Dipende dal genere di romanzo. Un conto è scrivere un dramma famigliare con punto di vista in prima persona di una donna incinta, un conto è se scrivi un fantasy con la guerra tra le streghe e i grifoni mannari.
Non è che ogni romanzo richieda chissà quale approfondimento psicologico, spesso nella fantascienza e nel fantasy si tratta di storie d’azione e non cambia molto se il protagonista è Mario o Maria.
Dopodiché è ovvio che venga naturale scrivere dal punto di vista del proprio sesso, ma per esempio Mary Gentle ha scritto con il punto di vista di personaggi maschili, femminili, ermafroditi e orchi. Non ne farei un problema, a meno che il sesso del protagonista non sia caratteristica vitale per gli sviluppi della storia.
E al limite c’è sempre la soluzione Watson/Holmes. Se il protagonista è un personaggio troppo complesso da gestire, puoi affiancargli un altro personaggio con cui hai più affinità. Se vuoi scrivere di Haruhi ma non sai come gestire il punto di vista di una ragazza/divinità, ci affianchi Kyon che è un tizio qualunque. Così puoi avere un protagonista molto lontano da te e un punto di vista (forse) più semplice da scrivere.
#50 Comment By france On 7 gennaio 2011 @ 12:38
MALLOOOOL!!!!!!
STRALOOOOL!!!
I diritti degli autori, in Italia, sono MASSIMO al 7%!! xD E all’estero, a parte casi veramente MOSTRUOSI (che sarebbero poi Brooks, King e Follet, o perlomeno non conosco nessun’altro che abbia ricontrattato con successo) si va intorno al 10%.
E quanto costa, in media, un libro? Bé, guarda caso ho qui sotto mano un volume originale di Mistborn: The Final Empire, formato tascabile, 650 pagine circa appendici comprese; costa 7,99$!!!!!!
Lo STESSO identico libro, edito da Fanucci, ha la copertina figa, il formato più grosso ed è lungo… 608 pagine. MA COSTA 22,00 €!!! STICAZZI!!! -_______-
Per il fatto delle saghe, un elemento in più: io ho in mente una storia complessa e lunga, ma la C.E. non mi pubblicherà mai, che so, 1500 pagine di libro così, a secco. Con un primo libro da 500 ho più possibilità di farmi pubblicare, poi se il pubblico apprezza bene se no ho scritto una minchiata e pace, mi darò al thriller o all’ortofrutta.
Senza contare che prima di impiegare 15 anni e scrivere, magari, una solenne minchiata di 1500 pagine, ma perfetta al 100% sotto ogni punto di vista, meglio impiegarne 1 e scrivere 500 pagine così così. Magari se mi va bene tiro su due soldi, mentre scrivo le altre 1000. La gente c’ha anche da campà, eh. Scrivere è 1) lungo 2) faticoso ^^
#51 Comment By Mr. Giobblin On 7 gennaio 2011 @ 14:53
@ france
Non ti preoccupare, puoi proporre anche un malloppone di 1500 pagine, ci pensa la casa editrice a separarlo in tre parti distinte.
Vedi Il Signore degli Anelli, concepito inizialmente come opera unica. Oppure, citando una trilogia a noi molto cara, Le Cronache del Mondo Emerso.
#52 Comment By Marco Albarello On 7 gennaio 2011 @ 20:41
@Gamberetta
Grazie per entrambe le risposte e per i consigli annessi. Ora ho uno spettro più ampio su cui agire.
Chiedo scusa se eventualmente i miei discorsi a volte sono errati o incompleti, sono qui per imparare quanto più possibile di questo “mondo fantastico” e tracciarne una mappa. Quello reale non mi bastava, l’ho esplorato più che a sufficienza. :)
@france
(22/608 = 0,04 centesimi) E fin qui ci siamo, ho capito che in Italia un romanzo fantasy ha un prezzo di mercato di media di 0,04 centesimi di euro per pagina. Quello che ti chiedo ora, tu quanto riterresti onesto spendere per ogni pagina? Parlo seriamente, rispondere niente non è contemplato. Prova a pensare al lavoro che può esserci dietro, alla qualità e a quanto questa possa soddisfarti in termini di quantità. A quel punto dimmi un prezzo per il formato cartaceo e/o per l’e-book.
Guarda che paradossalmente ci vuole meno tempo a scrivere 1500 pagine che 500 di uno stesso argomento.
Prova a leggere qui: Riferimento
Questo è un tuo punto di vista, non una realtà oggettiva. Ho già un lavoro che mi soddisfa, altrimenti non ne avrei mai parlato perché me ne sarei vergognato, sono operatore socio sanitario in una struttura con reparto psichiatrico. Pertanto non devo (bisogno) scrivere per vivere, io vivo per scrivere (desiderio).
Visto che ti piacciono percentuali e numeri, voglio raccontarti una favola con test annesso.
C’era una volta un agente immobiliare che aveva elaborato un sistema per guadagnare molti soldi pur facendo lo stesso lavoro di tutti i suoi colleghi. Un’agenzia percepisce in media il 3% di provvigione sia dal compratore, sia dal venditore e l’agente che ha fatto in modo da far avvenire il tutto prende 650 euro di media fisse al mese più l’ 1,5% del 3% preso dall’agenzia.
In pratica se l’agente immobiliare in questione trova una casa in vendita e riesce a piazzarla con contratto per 150.000 euro, l’agenzia prende [(150.000/100)*3*2] = 9.000 euro, mentre l’agente immobiliare [9.000/100*1,5] = 135 euro. Ma Dante non era soddisfatto di questi miseri 135 euro, lui che aveva studiato economia e commercio alla Bicocca, come poteva abbassarsi a quel misero stipendio, come avrebbe potuto avere l’amore di Beatrice con tal ignobile somma? Ecco dunque che ideò un arzigogolato stratagemma. Egli proponeva al compratore interessato di dargli 1.000 euro in nero e sottobanco, per aver un prezzo ribassato. Ordunque baldanzoso si rivolgeva al venditore e con parole sibilline e lingua biforcuta, sosteneva che il prezzo concordato non è di mercato, necessitava dunque una ricaduta. Con questo machiavello la casupola veniva venduta anziché che a 150.000 euro, per soli 145.000 con un risparmio di 5.000 da parte del compratore che ben contento ne versava 1.000 all’astuto contrattatore. Felice e con cuor contento per aver ideato un delitto di tale portento, si dichiarò alla sua Beatrice che accettò di sposarlo alla vista di quel conto bancario felice. Passò del tempo ed un giorno Dante pensò bene di rincasare prima per coglier di sorpresa la sua amata comare, ma la sorpresa si rivelò fatale dato che tra le braccia di un tal Simone ella si lasciava strusciare. Preso di rabbia e furore urlò: “Beatrice, cosa hai fatto? Ti ho regalato il paradiso e così mi ripaghi? All’inferno ti mando ora, dannata meretrice!” prese una rivoltella e sentì una voce nella testa: “sparagli Dante, sparagli ora e dopo un colpo sparagli ancora fino a che tu non la vedrai esangue cadere in terra a coprire il suo sangue” (cit.). Uno, due, tre colpi. Un, due, tre cadaveri sparsi nella stanza, caduti al suolo in una macabra danza. Dante dorme sepolto in un campo di grano a fianco di un anonimo scrittore fallito, il cui unico peccato fu di ribellarsi ad un intero papato.
Test: Secondo te questa storia che ti ho appena raccontato è vera o inventata?
Mostra spoiler ▼
Ci sono agenti immobiliari che al confronto gli editori di narrativa sono kawaii e coccolosi.
Lungo e faticoso sono due concetti soggettivi, come dimostrò Cicciolina a Socrate.
#53 Comment By mikecas On 7 gennaio 2011 @ 21:03
@Marco Albarello
carissimo, se tu continui a perdere tanto tempo a scrivere post megakilometrici su questo blog, sicuramente non riuscirai a scrivere niente di significativo e trascurerai anche il tuo lavoro tanto da dover essere licenziato con ignominia…
;)
in ogni caso, tenendo conto che si possono dire le stesse cose molto più brevemente, essere logorroici è un difetto capitale per un aspirante (ma quanto aspiri forte?) scrittore…
#54 Comment By Marco Albarello On 8 gennaio 2011 @ 02:39
@mikecas
Sinceramente non capisco perché usa questi toni acuminati nascondendoli dietro faccine ipocrite come fossero virtuali cavalli di Troia. Se ho scritto qualcosa che L’ha offesa profondamente, in codesto o altri luoghi, ne scriva chiaramente e chiederò venia ove io abbia errato, esplicherò ove io sia stato mal interpretato per mia incapacità d’espressione.
Questa è proprietà privata di madama Gamberetta, pertanto ella è l’unica che può stabilire la lunghezza massima dei commenti, o se ritiene che essi siano eccessivamente fuori luogo. Letizia mi riempie il core saper che Lei si preoccupa per come io impieghi il mio tempo e della mia situazione professionale, ma posso rassicurarLa che, sulle 24 ore che il buon demiurgo ci ha donato, 8 le passo dormendo, 8 le passo lavorando e 8 le passo come più mi aggrada, dicasi “tempo libero”. Senza contare i fantastici giorni senza lavoro che nel mio settore non prevedono l’obbligo del riposo sabatino o domenicale. Come Lei mi insegna, so che questo mi condurrà all’inferno:
ESODO 35:2 “Per sei giorni si lavorerà, ma il settimo sarà per voi un giorno santo, un giorno di riposo assoluto, sacro al Signore. Chiunque in quel giorno farà qualche lavoro sarà messo a morte.”
Ma ho già concordato con il mio avvocato Mefisto per chiedere al Giudice l’infermità mentale. Dovrei cavarmela con un piccolo soggiorno riabilitativo in purgatorio e qualche lavoro socialmente utile.
“Tanto” è un aggettivo generico e soggettivo, mentre per quanto riguarda il “tempo”: “Quando un uomo siede un’ora in compagnia di una bella ragazza, sembra sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa per un minuto e gli sembrerà più lungo di qualsiasi ora. Questa è la relatività.” (Albert Einstein).
Se gradisce approfondire l’argomento Le consiglio anche la visione di questo film: 32 dicembre.
Il tutto coadiuvato da questa simpatica lettura: Un mondo senza tempo
E per quanto riguarda l’accordo che ho stipulato con il mio datore di lavoro, per quanto la natura della parola “contratto” possa fuorviare e far intendere qualcosa di breve, al contrario di disteso, è a “tempo indeterminato” dunque difficilmente verrò cacciato per ignominia. Anche perché è mia consuetudine essere molto scrupoloso e meticoloso in tutto ciò che faccio, il che ci conduce per magia al prossimo punto.
Sono rammaricato nel’informarLa che il termine logorroico si riferisce a persone che parlano troppo. Nel caso di specie nessuno dei presenti sta parlando quindi se proprio La sua intenzione era quella di canzonarmi, avrebbe dovuto usare il termine più appropriato di “grafomane”. La stessa cosa vale per gli scrittori in generale. Ed ora mi permetta una risata di gusto per la Sua fantastica battuta che allude ad un uso di droghe: “Ho ho ho!” Mi dica La prego, chi è l’autore che Le scrive tali ardite ilarità, Martufello per caso?
Dunque, l’essere grafomani, non necessariamente è un difetto per chi scrive. La grafomania è un disturbo quantitativo e non qualitativo della scrittura, come può esserlo la nicturia per la minzione rispetto all’ematuria. Pertanto l’importante è riuscire a canalizzare il tutto. Uno scrittore grafomane non scriverà necessariamente male, di sicuro scriverà molto più di altri. Ma sono certo che Lei e la Sua laurea in medicina queste cose già le sapevate. Ora, se vuole essere così gentile da dirmi che problemi ha con me senza ulteriori giri di parole o attacchi personali, sarò lieto di ascoltarLa e di venirLe incontro, se invece si ostinerà a puerili offese alla mia persona anzichè ai contenuti di ciò che scrivo, la risposta definitiva gliela do già ora:
“Le tue parole scivolano sul piano inclinato della mia indifferenza”
Anonimo campigliano
PS: Per curiosità mi sono cronometrato per vedere quanto tempo ho perso nel risponderLe. 1 minuto. Se vuole battermi ci provi pure, ma La avverto che sfidare un grafomane (patologico e non metaforico) in una gara di velocità di scrittura, per una persona normale (assumendo che Lei lo sia), è come sfidare un autistico in una gara di memoria. Le auguro una discreta nottata e spero che il Suo super-Io sia fiero per aver perso tempo leggendo un disabile.
#55 Comment By mikecas On 8 gennaio 2011 @ 08:26
Marco Albarello, come non detto…
Non immaginavo una tale mancanza di (auto)ironia…
Chiedo scusa…
#56 Comment By france On 8 gennaio 2011 @ 18:16
Dunque. Innanzitutto dovremmo distinguere edizione ed edizione: l’edizione cartonata o quella economica. Mi butterò su quella economica, anche perché nell’esempio di Mistborn che ho fatto prima, la copertina è più simile a quella delle edizioni economiche che di quelle cartonate.
Per una tiratura di circa 3000 copie, negli anni ’90, si andava a spendere di stampa e legatoria circa 500mila lire. Penso che se al giorno d’oggi ipotizziamo un 700 € non sia così di fuori.
Pensando a una tiratura più importnate – 10000 copie, il prezzo ovviamente cala, come in ogni settore. Pertanto penso che possiamo stabilizzarci intorno a un 2000 €.
A questo aggiungiamo il costo di trasporto: spedire un pacco 30x40x50 con consegna in 3 giorni costa circa 12 € (J+3 posteitaliane). Facendo due conti, grossomodo possiamo dire che dentro ci stiano una 15ina di copie. Ma ovviamente nessuna libreria accetterà, nemmeno in conto vendita, 15 copie tutte insieme di un romanzo fantasy d’un autore ignoto (da noi). Pertanto diciamo 5 copie e pace. Ciò significa che spedire tutte le 10mila copie (il che non succede mai, buona parte le tiene la C.E. e cmq ci sono quelle che vanno ai giornali, ai critici, alla tv, alle biblioteche ecc.) costa sui 24MILA euro.
Per quanto riguarda un libro tradotto dall’inglese, i costi che trovo in rete in base a un libro della misura di Mistborn mi sembravano francamente ultra-esagerati: da 15 a 22 MILA euro!
Ora, il lavoro interno dei dipendenti della C.E. In genere i contratti sono standard, quindi escluderei una consulenza legale ogni volta, specialmente per la prima edizione italiana di un autore. Consideriamo anche il mero lavoro di ufficio come ininfluente: segretarie & co. sono necessarie, ma sono un “costo morto” e si sa.
Per risparmiare mostruosamente diciamo anche che non mi affido a un grafico per la copertina, ma riutilizzo quella originale, o uso un’immagine già esistente (come per Bryan). Normalmente un grafico per un’opera non-commerciale accetta un forfettario di poco più di 100€; quindi possiamo prendere questo come valore – se pago diritti su un’opera altrui è proprio per risparmiare!
Infine, il tasto più dolente: lavoro del Redattore. Nell’attuale editoria attuale, il corretto valore di ciò è 0 (ZERO). I Redattori fanno poco o nulla, e quelli che fanno probabilmente lo fanno mentre guardano il calcio in tv, visto la qualità.
Tuttavia, se io fossi il Redattore in oggetto, sarei regolarmente assunto presso la C.E., e percepirei un 1200 € netti mensili di stipendio, per un totale di circa 8x5x4=160 ore lavorative. Ciò significa che il mio costo orario sarebbe 11,25 € (ho considerato per far prima 1/3 in più di costo che va in tasse). La domanda quindi diventa: quanto tempo perdo dietro a ‘sto libro? Bé, se è straniero e già tradotto mi basta controllare l’adattamento farne una correzione di bozza: ovvero controllare che i passaggi siano corretti, e che il tutto sia coerente / sensato. In caso contrario controllo l’originale e semmai sistemo la traduzione. Se anche l’originale fa schifo, lo faccio presente a chi di dovere, poi io il mio l’ho fatto: a quel punto il demerito è di chi ha accettato di importarlo. Ma comunque le fasi del mio lavoro quelle sarebbero.
Leggere con attenzione, correggere e supervisionare (con cura) l’adattamento di un romanzo di circa 600 pagine mi può portare via circa 3 giorni. Diciamo 5: una settimana di lavoro. Per il datore di lavoro ciò equivale a 450 €.
Somma dunque totale dei costi:
- 450 € Redattore;
- 15000 € Traduzione;
- 100 € Copertina;
- 2000 € Stampa&Legatoria;
- 24000 € Trasporto.
TOTALE:
41550 €!
Ora, questo è il costo vivo. Vorrò guadagnarci qualcosa, no? Diciamo un 30%? Saliamo a circa 55mila €. Ma anche le librerie vogliono qualcosa: calcoliamo un altro 30% dunque… siamo a 71500 €. Diviso 10mila copie (ipotesi iniziale) otteniamo un totale di 7,15 €.
7,15. Partendo da un investimento di 41550 €. Vuol dire che ho speso tutti quei soldi per guadagnare circa 3500 € PURI (ho già tolto anche i diritti dell’autore, circa 5000 €). E ho lavorato una settimana.
Partendo da quel costo e applicando i 22 €, invece, vuol dire che l’editore ha guadagnato circa 98mila €: un margine di più del 200%!
Questo per quanto riguarda il cartaceo. Nel digital download abbattiamo i costi maggiori: il trasporto e le librerie. Ciò significa che il costo scende sotto i 20mila € (circa 17mila in effetti). Applicando lo stesso 50% di prima, vendendolo a 2,55 € (e considerando sempre 10mila copie vendute) porto a casa 8500 €. L’autore piglia più o meno 1700 €, quindi il mio guadagno PURO è di 6800 €.
QUESTI, imho, sono cifre sensate, quindi: 7,15 € cartaceo / 2,50 € e-book. E bada che la traduzione a quel prezzo è mostruosamente alta: personalmente assumerei redattori-traduttori, così abbatto il costo e ho un lavoro migliore (traduttore e adattatore in una figura sola). Ma se voglio fare le cose proprio a puntino a puntino e assumo un traduttore internamente alla ditta risparmio: 1200 € in più al mese rispetto a 15000 a libro…!! I costi diminuiscono moltissimo, e quindi posso abbassare il prezzo (o magari scontarlo in un secondo momento senza andarci troppo in rimessa, e portare a casa qualcosa in più quando è in auge).
Perché allora, i libri costano così tanto? Perché gli editori italiani non vogliono rischiare. Perché vogliono essere certi che, se anche il libro vende poco, non ci andranno in perdita. E non capiscono che è estremamente più facile andare in perdita vendendo 5 libri a ogni libreria a 22 € anziché 10 a 7 € a ogni libreria ED EDICOLA.
E’ anche evidente che l’autore non ci campa, scrivendo, ma questo lo sapevamo già: per quanto, quasi 7000 € in più in un anno non facciano schifo, eh!
Certo, a meno che non raggiunga alte tirature. La Troisi solo con la prima trilogia ha venduto circa 200mila copie: così a spanne direi che il suo gruzzolo se l’è fatto, ma è un caso straordinario, non la norma.
Il link che hai postato pone l’accento sulla qualità, che è ciò che intendevo anch’io. Per 1500 pagine scritte perfettamente ci vuole molto di più che per 500 scritte mediocremente. Questo mi pare coincida con la tesi del link.
Come dicevo prima, con 7000€ in più all’anno si campa meglio. Poi se una cifra simile non ti cambia nulla buno per te! Ma capisci che per la maggior parte della gente quella cifra è circa metà reddito annuale ^^
Tendenzialmente risponderei “ma che c’entra? chi se ne frega?” ma non mentirò: prima di fare scrivere il messaggio ho sbirciato la risposta!! XD
Tra l’altro penso anch’io, come Mikecas, che i tuoi post siano inutilmente lunghi e arzigogolati per essere fruibili piacevolmente. Sembra di parlare con un Bonolis che deve mettere parole difficili in ogni frase per far ridere. Temo funzioni solo in TV :/
Che poi… detto da me! xD Però GIURO che ho cercato di essere sintetico pur esponendo tutte le fasi del lavoro! ^^
#57 Comment By Marco Albarello On 8 gennaio 2011 @ 22:05
@france
Caspita, ti ringrazio tantissimo, sei stato molto dettagliato nell’esporre il tutto. Ne farò tesoro (il mio tesssoooro! xD).
Forse ho interpretato male io allora, intendevo dire che a complicare e quindi dilungarsi si fa presto, è a semplificare e comprimere che è più difficile, almeno per me. Per questo scrivere 1500 pagine a me risulta più facile che scriverne “solo” 500.
Forse però è un caso personale, non generico.
Ma lol, forse la morale della favola non l’ho esposta benissimo, intendevo dire che i soldi non fanno la felicità, dunque non ha senso “ammazzarsi” per guadagnare chissà cosa, si può vivere bene anche con meno risorse. Sempre punto di vista.
Ha ha xD Hai ragione. In effetti sto cercando tramite l’allenamento di rimuovere questa mia tendenza ad usare termini pesanti quando scrivo. Non lo faccio apposta, è la mia forma mentis, mi viene naturale e nemmeno me ne accorgo. L’educazione ricevuta, le letture seguite e l’ambiente frequentato mi hanno inquinato dall’espressione semplice e limpida. Per la lunghezza invece quella è patologica, sto cercando comunque sempre tramite esercizio terapico di limitarmi.
Mi ritrovo nella condizione dell’aneddoto di quel maestro zen che, dietro richiesta del visitatore di spiegargli lo zen, invitò costui a prendere il tè, riempiendogli la tazza fino a farne tracimare la bevanda. Allo stupore del visitatore il maestro rispose: “Sei come questa tazza, pieno dei tuoi preconcetti. Se non ti svuoti prima, come puoi apprendere lo zen?”.
Ti chiedo scusa dunque se ti ho costretto ad una lettura forzata di contenuti non piacevoli.
@mikecas
Non è mancanza di ironia, spesso sono proprio stronzo. Ho i meccanismi di difesa di tipo intellettualizzazione e razionalizzazione tarati su livelli eccessivamente bassi nel rapporto con gli altri. Per questo basta una sciocchezza per farmi chiudere a riccio ed esporre gli aculei come fossi minacciato anche se reale minaccia non c’è. So anche il motivo di ciò e sto cercando di cambiare, ti chiedo scusa per l’eccessiva reazione.
“un bel tacer non fu mai scritto” Questo devo imparare a memoria futura.
#58 Comment By pu*pazzo On 10 gennaio 2011 @ 00:49
@marco albarello : non so bene se sia un complimento il tuo .. comunque mi metto in saccoccia volentieri il +1 in carisma e l’ effetto placebo permanente sull’arma primaria! (possono sempre fare comodo U_U)
sono comunque, tragicamente d’accordo sul fatto che è più facile scrivere una minestrina annacquata di 1000 pagine piuttosto che un bel minestrone saporito di 300 ! ( evvai con le metafore! stasera saldi XD)
#59 Comment By Marco Albarello On 10 gennaio 2011 @ 01:57
Tranquillo, mi sei simpatico “a pelle” da come scrivi, non volevo prenderti in giro. :) Quando hai finito di scrivere il tuo romanzo voglio assolutamente leggerlo, ricorda che l’importante è essere simpatici. xD
#60 Comment By pu*pazzo On 11 gennaio 2011 @ 00:09
ahhhh menomale …allora sono a posto XD a questo punto anche io voglio leggere il tuo romanzo con la protagonista femminile :)) si può leggere da qualche parte? ^^
#61 Comment By Marco Albarello On 11 gennaio 2011 @ 02:36
Quando l’avrò finito volentieri. :P Sto ancora documentandomi su diversi aspetti, nonchè leggendo i manuali di narrativa e aspetto prima anche il manuale sul punto di vista promesso qui. :) Vabbè che è il primo, ma non vorrei partire già con il piede sbagliato. xD
#62 Comment By LOoth On 7 marzo 2011 @ 15:30
@Gamberetta lungi dall’essere maleducato : Ma chi ti credi di essere ? Ho letto la recensione che hai fatto sulla prima trilogia del mondo emerso di Licia Troisi e credo che le proprie opinioni debbano essere esposte in tutt’altro modo. Ma comunque la recensione mi ha fatto riflettere e le accuse che muovi sono per un 80% MOLTO sensate ma che avrebbero dovuto essere espresse in altro modo.
P.S. puoi consigliarmi dei libri da leggere ???
#63 Comment By Gamberetta On 7 marzo 2011 @ 21:41
@LOoth.
Chi sei?
Quali sono i tuoi romanzi preferiti? – Articoli con tag ‘recensioni positive’
#64 Comment By LOoth On 8 marzo 2011 @ 11:38
@Gamberetta guarda che il commento non era assolutamente in tono maleducato volevo solo precisarlo
#65 Comment By Federico On 8 marzo 2011 @ 11:45
@Looth infatti ha risposto alle tue domande in modo puntuale direi
#66 Comment By Riccardo Rossi On 25 marzo 2011 @ 18:18
Voglio farti i complimenti per il blog.
Per me che sono un ignorante in materia le tue analisi sono veramente utili, una buona occasione per ovviare.
E’ stata una fortuna finire sulle Baionette, due ottime scoperte con un solo click.
Riguardo alla FAQ su Harry Potter di cui riporto la tua risposta.
“Non credo. Prima o poi rileggerò il primo Harry Potter in inglese, ma dubito avrò voglia di sorbirmi anche gli altri sei, è roba troppo infantile e ingenua per i miei gusti.”
Volevo solo dirti che lo stile multa con il passare dei libri, stabilizzandosi tra il quarto e il quinto.
Il primo e’ veramente per bambini.
La mia esperienza viene dalla versione italiana e il mio appunto non e’ una richiesta di analisi, mi fa solamente piacere fartelo sapere.
Ancora grazie
#67 Comment By devastapalle On 3 aprile 2011 @ 15:53
Per utilizzare un termine ggiovane, queste FAQ sono bomba.
Immagino che tante siano derivate dalla frustrazione di aver ricevuto mille mila richieste pallose di fare questo e quello.
Complimenti per la tenuta del fegato e del sistema nervoso.
(Hulk non ce l’avrebbe fatta, almeno fino a poco tempo fa, poi ebbe un esaurimento nervoso per via di tutti gli episodi di rabbia non controllata e adesso sta tutto il giorno seduto su una poltroncina a guardare il tappeto sul pavimento sbavando di quando in quando)
(Mi fa tanta pena)
#68 Comment By Tapiroulant On 1 agosto 2011 @ 23:55
@Gamberetta:
In questi giorni ho accumulato nella mia testa alcune domande slegate tra loro, magari puoi darmi una mano.
1. Per scaricare romanzi in lingua originale usi altri canali oltre a Emule e a library.nu? Perché ci sono alcuni romanzi che non riesco a trovare da nessuna parte (anche se potrei essere io ad essere un niubbo). Qualcuno l’ho beccato su Gigabooks o su siti simili, ma, per esempio, Starquake di Forward (*), Three Heart & Three Lions di Anderson, Jack Faust di Swanwick e Bug Jack Barron di Spinrad non li ho trovati da nessuna parte (poi ce n’è qualcun altro ma non mi vengono in mente).
(*) Su library.nu ci sarebbe un pdf che raccoglie insieme Dragon’s Egg e Starquake; ma, dandoci un’occhiata dentro, ci ho trovato solo il primo.
2. Di recente ho letto Orbitsville di Bob Shaw, e m’è piaciuto. Era la prima volta che leggevo Shaw, e non mi dispiacerebbe provarne un altro. Tu l’hai mai letto? Ne consiglieresti qualcun’altro?
3. I problemi terminologici in genere non mi interessano granché, ma ho questo tarlo. Anche se sono nati in contesti diversi, e per indicare libri diversi in sostanza c’è qualche differenza tra il “realismo magico” e lo “slipstream”? A me sembra che si riferiscano allo stesso tipo di libri.
Forse nel primo c’è una preponderanza del reale e nel secondo del fantastico? O i primi hanno più pretese literary mentre i secondi sono più vicini alla narrativa di genere? Boh.
#69 Comment By Zave On 2 agosto 2011 @ 01:48
@Tapiroulant:
per gli ebook in lingua inglese io mi affido ad un canale dedicato su IRC sul network irchigway (irc.irchighway.net).
il canale si chiama #ebooks
ho provato a cercare i titoli dei libri che hai scritto e li ho trovati tutti a parte jack faust di swanwick.
se sei pratico di IRC ora hai una nuova risorsa, altrimenti puoi sempre imparare cercando un tutorial.
#70 Comment By Tapiroulant On 2 agosto 2011 @ 09:02
@Zave:
Grazie infinite ^_^
IRC non so neanche che cazzo sia, ma vedrò di imparare^^’
In genere i libri di Swanwick si trovano in giro, ma questo Jack Faust è proprio elusivo…
#71 Comment By Il Guardiano On 2 agosto 2011 @ 10:05
AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH
ERESIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!
ah, quanto erano belle le chat prima di msn e facebook? ^_^
#72 Comment By Tapiroulant On 2 agosto 2011 @ 11:26
Ahum, ahum…^^’
In realtà, dopo aver scorso un paio di tutorial, comincio a pensare di avere in effetti usato IRC per qualche tempo (quando avevo tipo 14 o 15 anni), ma l’avevo completamente rimosso.
In ogni caso non ci ho fatto granché, i miei amici mi hanno costretto a spostarmi su Messenger sei mesi dopo.
#73 Comment By Gamberetta On 3 agosto 2011 @ 12:34
@Tapiroulant.
1) Oltre al consiglio che ti ha dato Zave, potresti per certi romanzi ripiegare sull’Italiano: per esempio sia il romanzo di Spinrad sia quello di Anderson si trovano su emule:
eBook.ITA.3078.Poul.Anderson.Tre.Cuori.E.Tre.Leoni.(doc.lit.pdf.rtf).[Hyps].rar
FSBook.127.Spinrad.Norman.Jack.Barron.E.L.Eternita.rar
2) Non lo conosco.
3) Idem come sopra, non conosco abbastanza questi (sotto)generi per avventurarmi in disquisizioni teoriche.
#74 Comment By Tapiroulant On 11 agosto 2011 @ 18:18
1. Ti ringrazio^^
E colgo l’occasione per ringraziare di nuovo anche Zave, grazie a quel canale ho trovato un fottio di ebook che mi erano difficili da rintracciare.
2. Se ti piacciono le storie di esplorazione di strani oggetti nello spazio (tipo Rama o Ringworld) ti consiglio di provare Orbitsville, è anche abbastanza breve (meno di 200 pagine). Non è bello come i due sopra citati, ma regala la sua piccola dose di sense of wonder, e poi, insomma, è una sfera di Dyson! (o meglio, una “Dyson shell”, ancora più fika).
I personaggi sono un po’ piattini, ma per la media dell’hard sf non sono nemmeno tanto male.
3. Ok.
#75 Comment By Tapiroulant On 20 agosto 2011 @ 13:49
Segnalo, a rettifica di quel che avevo detto venti giorni fa, che ora su library.nu Bug Jack Barron si trova.
O c’era anche prima e io sono un cretino, oppure è stato aggiunto in questi giorni. In ogni caso, yay!
#76 Comment By Merphit Kydillis On 29 agosto 2011 @ 10:59
Gamberetta, se può interessarti hanno aggiornato la licenza Creative Commons (3.0).
#77 Comment By Tapiroulant On 13 dicembre 2011 @ 00:07
Volevo fare un’altra domanda delle mie. Domanda rivolta a chiunque possa rispondermi.
Come mi hanno fatto notare in diversi, io ho una conoscenza del cyberpunk prossima allo zero. La cosa mi rende molto amareggiato. Vorrei rifarmi, perciò potete dirmi dei titoli capisaldi del cyberpunk o comunque molto belli?
Per ora, a parte l’ovvio Neuromante, mi sono messo in coda di lettura The Diamond Age di Stephenson. Ho anche letto un romanzo molto sui generis di Swanwick - Vacuum Flowers, in italiano L’intrigo Wetware – che credo rientri nel cyberpunk. E’ un bel romanzo.
Ah: mi riferisco unicamente alla letteratura, per cui lasciamo da parte il solito Ghost in the Shell e compagnia bella.
#78 Comment By LupusInFabula On 13 dicembre 2011 @ 02:40
l’antologia “mirrorshades” (a cura di bruce sterling) è considerata uno dei capisaldi all’origine del movimento.
#79 Comment By Giacomo Ency Leoni On 13 dicembre 2011 @ 09:39
@Tapis
Io leggerei “SnowCrash”, di Stephenson. Pur con un finale insopportabile e uno stile “non a norma” lo ritengo il suo più interessante
#80 Comment By MakKo On 13 dicembre 2011 @ 13:26
@ Tapiroulant
A Neuromante devono per forza di cose seguire Giù nel cyberspazio (Count Zero, 1986) e Monnalisa cyberpunk (Mona Lisa Overdrive, 1988) che chiudono la trilogia dello Sprawl. Non sono forse a livello del primo ma vale la pena leggerli.
Anche l’antologia di racconti, sempre di Gibson, La notte che bruciammo Chrome (1986), in cui appaiono personaggi della trilogia dello Sprowl, è indispensabile. Infine, curata da Gibson ma con racconti di diversi autori, quello che è considerato il manifesto del movimento: Mirrorshades (1986).
Di Sterling ho letto Isole nella rete, ma non mi è piaciuto molto. Deluso, di suo non ho più letto nulla.
#81 Comment By Anacarnil On 14 dicembre 2011 @ 23:17
Sono d’accordo con Makko riguardo all’ottimo “La notte che bruciammo Chrome”, dove peraltro Gibson scrive a quattro mani, oltre che con Sterling, con Swanwicke John Shirley.
Non l’ho ancora letto, ma mi dicono anche bene di Rudy Rucker.
#82 Comment By Tapiroulant On 16 dicembre 2011 @ 21:06
Grazie a tutti, me li sono segnati ^-^
Dei libri dello Sprawl già sapevo, ma ignoravo che anche Swanwick avesse partecipato a La notte che bruciammo Chrome.
#83 Comment By Ettore On 8 gennaio 2012 @ 16:12
Ho un bucket di domande. Non sono un grande lettore, quindi alcune sono senz’altro puerili:
1) Nel fantasy ci sono quasi sempre battaglie o comunque molta azione. È per forza obbligatoria? Capisco che bisogna tenere sveglio il lettore, ma lo scontro è l’unica maniera? Conosci esempi di narrativa con poca azione (magari piena di seghe mentali, quelle sì che mi tengono sveglio)?
2) Consigli sempre un sacco libri in PDF e simili. Premesso che il mio portafogli è assolutamente a favore di questa tecnologia, usi un ebook reader o li leggi sul PC? Sul computer c’ho provato, ma anche con i dovuti accorgimenti ho paura di perdere le poche diotrie che mi rimangono.
3) Hai qualche manuale sulla critica cinematografica? Il cinema è una mia passione, ma di regia e recitazione non capisco una fava. Riconosco la differenza tra un cane da Marlon Brando, ma tra un barboncino e un pastore tedesco faccio fatica.
4) Qualcosa di “literary” che ti è piaciuto? Sono curioso.
Poi non so se ti interessi anche di tipografia, ma se vuoi un ottimo sistema per scrivere ed impaginare, automatizzando molte cose, ti consiglio LaTeX. All’inizio è un po’ macchinoso e può spiazzare (non è un editor come word ma un linguaggio, un po’ come l’HTML, per intenderci), ma permette di creare produzioni di alta qualità e, soprattutto, di distogliere l’attenzione dello scrittore dalla formattazione per concentrarla solamente sulla scrittura. Probabilmente per l’uso che ne faresti è più semplice usare word (LaTeX è usato principalmente per pubblicazioni scientifiche), ma se sei interessata puoi dare un’occhiata a questa guida, tanto per farti un’idea.
#84 Comment By Gamberetta On 9 gennaio 2012 @ 17:41
@Ettore.
1) Eh, a me le seghe mentali fanno addormentare. È vero che le battaglie non sono indispensabili, ma l’azione sì. Quando i personaggi passano il tempo a farsi seghe mentali non è narrativa.
2) Ho un lettore di ebook ormai da tre anni. Comprane uno, ormai costano poco.
3) No, avevo letto qualcosa anni fa, all’apertura del blog, ma non abbastanza per dare consigli.
4) Niente. Non ricordo un testo di literary fiction che mi sia piaciuto. Che abbia anche solo finito di leggere. ^_^”
Word per qualunque uso pratico in ambito narrativa è mille volte meglio di LaTeX (che ho provato e so usare). Al massimo si possono prendere in considerazione software appositi come Writer’s Café o Scrivener, altrimenti Word o qualunque altro word processor moderno si mangiano LaTeX a colazione.
#85 Comment By Ettore On 9 gennaio 2012 @ 19:50
Ok, grazie delle risposte.
Concordo che LaTeX in questo ambito è inutile, è che a forza di utilizzarlo ormai lo uso dappertutto. Invece ho dato un’occhiata a Writer’s Café e sembra interessante. Gli darò senz’altro un’occhiata.
#86 Comment By le.marquis.de.carabas On 16 febbraio 2012 @ 07:57
hai sentito gamberetta che hanno bloccato library.nu?
http://ehibook.corriere.it/2012/02/15/290/
#87 Comment By Ettore On 17 aprile 2012 @ 09:54
Ciao Chiara,
parli sempre di romanzi, ma che consigli dai per i racconti brevi, della lunghezza di quelli di Poe o Lovecraft, per intenderci? A parte le tecniche di scrittura che penso siano valide in tutti i casi, ci sono altri accorgimenti particolari? Ho l’impressione che i racconti brevi permettano di descrivere meglio le molte sfaccettature di un mondo, senza annoiare il lettore scrivendo roba come LoTR.
Inoltre, conosci qualche manuale sull’orrore, o sai darmi qualche consiglio?
So che hai poco tempo, quindi se ti va di rispondermi prenditela pure comoda.
#88 Comment By Anonima On 10 maggio 2012 @ 14:16
Ho trovato questa sezione molto utile e ben organizzata. Complimenti, c’è un piccolo grande riassunto di tutto il blog.
Ho solo una domanda per Gamberetta: che ne pensi di Stephen King? Lo recensirai mai? Dopotutto anche lui si è occupato di letteratura fantastica, di Horror e di soprannaturale. Forse lo hai già letto, non ti è piaciuto e la cosa m’è sfuggita, in quel caso chiedo venia.
#89 Comment By Gamberetta On 12 maggio 2012 @ 12:14
@Anonima. Non credo che recensirò mai King. Di suoi romanzi ne ho letti diversi: quanto ti senti un po’ giù e vuoi qualcosa con cui impegnare la mente, King è l’ideale; scrive tanto e scrive in modo scorrevole. Mi ricordo di aver letto It una settimana che ero a letto con l’influenza. Però questo è anche il limite di King: il livello dei suoi romanzi è quello del film per la TV che guardi per occupare il tempo, e dopo dieci minuti che sono passati i titoli di coda ti sei già dimenticata la storia. King non ha mai trovate originali, scrive horror ma non sa suscitare il minimo brivido di paura o d’inquietudine (e come macelleria non si vede niente).
È uno scrittore decente dal punto di vista tecnico ma in fondo inutile: se Stephen King non fosse mai esistito non ci saremmo persi niente.
#90 Comment By Zave On 14 maggio 2012 @ 11:12
scrive anche fantasy: avevo provato a leggere “gli occhi del drago” e l’ho abbandonato a metà per quanto faceva pena…
#91 Comment By Makko On 14 maggio 2012 @ 13:48
…
Beh, uno che scrive un passaggio del genere, ha tutto il diritto di dire che S. King fa pena. Ma per favore.
#92 Comment By Lupus In Fabula On 14 maggio 2012 @ 14:31
zave:
gli occhi del drago è volutamente favolistico, se non sbaglio lo scrisse per un suo figlio piccolo.
se vuoi una prova di king alle prese col fantasy, leggiti il talismano o comincia la torre nera. tutto un’altro mondo.
#93 Comment By Clio On 14 maggio 2012 @ 15:41
@Makko
Non mi pare che Zweilawyer si sia mai pronunciato su King (?_?) Anyway, di nuovo la vecchia storia del “se non sei uno scrittore e uno bravo non puoi criticare”? :-P
#94 Comment By Makko On 14 maggio 2012 @ 18:00
Dare a King del pietoso mi sembra esagerato. Può non piacere, non si discute, ma pietoso?
Gli occhi del drago è un libro volutamente semplice, lineare e scorrevole, ma scritto con le solite, solide basi che caratterizzano la scrittura di King.
Che non sarà perfetta, ma, in quanto a tecnica, raggiunta da ben pochi nel panorama moderno (almeno tra quelli più noti… non tiratemi fuori Valmonchione Del Cassupillo autore di Gnomuncoli pallosferici….).
#95 Comment By Clio On 14 maggio 2012 @ 18:28
@Makko
Non ho letto quel romanzo di King, quindi non mi pronuncio, ma continuo a non capire il nesso Commento di Zave–>Romanzo di Zweilawyer ò_O
#96 Comment By Zave On 14 maggio 2012 @ 21:05
avevo provato a leggere “gli occhi del drago” diversi anni fa quindi non ricordo come fosse la scrittura.
ricordo che mi infastidiva molto la presenza del narratore.
ma quello che me l’ha fatto mollare era la trama molto banale che mi stava annoiando a morte.
se mi dite che era pensato come favola per bambini potrei addolcire il mio giudizio, in ogni caso ne ho un cattivo ricordo.
di altro di king mi pare di aver letto solo il primo libro della torre nera e non avevo proseguito con la serie perché l’avevo trovato troppo fumoso. mi erano piaciute le parti sul passato del pistolero ma la narrazione era per la maggior parte indistinta e ricordo di essere stato contento di essere arrivato alla fine per riporre il libro sullo scaffale e lasciar perdere la saga.
ma anche qui si parla di parecchi anni fa quindi potrei ricordare male.
@Makko: non mi sono espresso su come scriva king. penso che “gli occhi del drago” faccia pena perché mi ha annoiato a morte e la strapresenza del narratore unita alla storia banale ammazzava ogni possibilità di coinvolgimento.
inutile ripeterti che hai toppato col tuo scambio di persona.
di miei scritti non ne esistino quindi puoi fare a meno di cercare nel caso ti venga in mente di farlo.
#97 Comment By Makko On 15 maggio 2012 @ 07:51
Due anni che vengo qui … sempre stato convinto che Zave = Zweilawye.
Chiedo venia.
In ogni caso rimango dell’idea che King rimanga un riferimento in merito a tecnica. Pecca spesso nei ritmi, ma, tra alti e bassi, in tutta la sua produzione i libri che ha toppato davvero sono (secondo me) pochi.
Poi va beh, anche se negli ultimi hanno l’ho mollato un pò, sono sempre stato un suo accanito fan, quindi di certo sono di parte….
#98 Comment By Zave On 15 maggio 2012 @ 20:53
ho letto solo un romanzo e mezzo di king, nemmeno del suo genere principale (horror) e mi pare poco per giudicare king in generale.
come ho detto li ho letti diversi anni fa quindi non sono assolutamente in grado di esprimere un giudizio su come scriva.
“gli occhi del drago” non mi era piaciuto per niente e “l’ultimo cavaliere” non mi aveva comunque fatto venir voglia di continuare la lettura della saga.
questo mi aveva convinto a mettere una croce sopra il fantasy di king.
e visto che di horror non sono appassionato anche su king in generale.
faccio notare comunque che, quando ho detto che “gli occhi del drago” facesse pena, non ho espresso un giudizio su king in generale ma, per l’appunto, su quello specifico romanzo.
nel mio commento precedente ho scritto che avrei potuto addolcire il mio giudizio tenendo in considerazione che “gli occhi del drago” fosse pensato come romanzo per bambini.
facendo mente locale però mi sono ricordato che in quel romanzo fossero presenti anche elementi di sesso, per quanto blandi (ora non ricordo bene ma mi pare di ricordare che fosse descritta la notte di nozze del re con la regina che commenta sulle dimensioni dei suoi genitali e non mi apre fosse l’unico).
quindi proprio per bambini bambini non era.
e infatti non mi pare proprio che sia presentato in tale veste.
di conseguenza il mio giudizio non cambia.
#99 Comment By Ettore On 20 maggio 2012 @ 19:22
Cagami -> http://fantasy.gamberi.org/faq-sui-gamberi/#comment-61063
#100 Comment By Gamberetta On 20 maggio 2012 @ 21:12
@Ettore. Scusami, mi erano proprio sfuggite le tue domande. Allora, non sono esperta di racconti, ma in generale il problema si pone solo se hai un limite esterno da rispettare. Mi spiego meglio: tu hai in mente una storia, la scriverai lunga quanto richiede. Ci sono storie che stanno bene in poche migliaia di parole (un racconto) e storie che hanno bisogno di molto più spazio (un romanzo). Il problema nasce quando c’è richiesta specifica per una certa lunghezza; per un premio letterario, o per una rivista, o per un’antologia. E qui si possono applicare tutta una serie di espedienti, ma non hanno a che fare con la buona scrittura, hanno a che fare con il rispettare il limite. Se non hai limiti, stare lì a distinguere se vuoi scrivere racconto, racconto lungo, romanzo breve o romanzo non ha molto senso; scrivi la storia che vuoi narrare e verrà lunga quanto verrà lunga.
Tra l’altro con l’avvento degli ebook tutti i problemi di lunghezza (che erano nel 99% legati alla carta) spariscono. Mentre c’è enorme differenza tra un racconto di poche pagine e una saga di dieci volumi in termini di carta, inchiostro, spese per la distribuzione, ecc. la differenza tra un ebook di un racconto e un ebook contenente dieci romanzi è così piccola da essere insignificante dal lato pratico. Perciò scrivi lungo quanto ti pare e non ti porre problemi in questo senso.
Per quanto riguarda l’horror non ho letto manuali specifici, dunque non saprei darti un consiglio.
#101 Comment By Ettore On 21 maggio 2012 @ 09:51
Grazie delle risposte; non avevo pensato che fosse un problema legato all’editoria, credevo fossero particolari scelte dell’autore legate allo stile. Ti chiedo un’altra cosa:
Premesso che non ho mai letto King, sai consigliarmi qualcosa che metta almeno un po’ d’inquietudine?
#102 Comment By Solvente On 25 maggio 2012 @ 13:41
@ Gamberetta: definisci King e Martin scrittori “decenti”. Mi sembra una sottovalutazione.
King può essere discusso per i contenuti non sempre originali, ma il suo talento lo si vede nella scorrevolezza: l’occhio scivola sulle pagine. Martin può non piacere perchè a volte rischia di cadere nella soap opera, ma pochissimi scrittori possono superarlo nella caratterizzazione dei personaggi, nel creare dialoghi arguti e ficcanti, nell’imbastire un intreccio complesso e coerente.
Può non piacere il genere che scrivono, ma non mi sembrano scrittori passabili: sono ottimi scrittori.
#103 Comment By Giorgio On 13 luglio 2012 @ 03:42
Ho una domanda per i FAQ.
Gamberetta parla di Dan Brown come spazzatura, e quindi è da evitare. Non ispiratevi a lui perché è un incapace.
Dan Brown ha venduto circa 100 milioni di libri in tutto il mondo.
Gamebertta dice che Tolkien è noioso, incapace, e persino un ingenuo. Non ispiratevi a Tolkien quindi. Imparate da attri.
Tolkien ha benduto circa 190 milioni di libri in tutto il mondo.
Gamberetta dice che la Rowling è spazzatura )non ricordo cosa altro). Non ispiratevi quidni alla Rowling per imparare a scrivere.
La Rowling ha venduto circa 350 milioni di libri.
Gamberetta dice che Robert Ludlum è merda e spazzatura e fa schifo. Non riferitevi quindi a lui per imparare a scrivere storie interessanti.
Robert Ludlum ha venduto circa 260 milioni di libri.
Ora, Gamberetta, invece, loda autori come Orson Scott Card, Heinlein, Swanwick, Damon Knight (tra l’altro davvero pessimo romanziere), e sono tutti assai sotto (e dico assai sotto per non essere offensivo) il singolo milione di vendite. E no, non è una questione di periodo, perché anche Tolkien è vecchiotto.
Gamberetta non ha capito molto bene cosa vuole il lettore. E’ anche un discorso di stile: se è vero che si deve usare le tecniche qui proposte per ottenere la massima immersione -> massimo piacere e curiosità del lettore, come è possibile che chi NON USA tali tecniche venda così tanto e, attenzione, chi le usa, venda così poco? Anche se la storia è interessante, se è scritta in modo tale che il cervello non riesce a recepirla bene, come è possibile che le vendite siano a quei livelli (è Gamberetta stessa a paralre di cervello e del suo funzionamento).
E infine, come cazzo è possibile che Assault Farries sia totalmente illeggibile e sia assolutamente impossibile immedesimarsi in una fatina frustrata, piena di turbe, con evidenti manie di persecuzione e che ce l’ha a morte con il mondo (guarda a caso il ritratto psicologico dell’autrice)?
Sarebbe bello avre delle risposte a queste domande sulle FAQ e che non siano risposte tipo la storiella della volpe. Ma non ci è dato avere queste risposte.
Tutto quello che abbiamo sono paroloni tipo schifo, spazzatura, merda, e chi osa contraddire la dea, si trova davanti altri nomi (Damon Knight, Orscon Scott Card, Swanwick). Peccato che anche loro siano poco più di romanzieri amatoriali, con risultati amatoriali.
Ricordatevele queste parole, aspiranti scrittori che pagate per l’editing: risultati amatoriali.
#104 Comment By Emile On 13 luglio 2012 @ 10:52
Avresti anche un pò rotto il cazzo con ste rosicate eh?
#105 Comment By Zave On 13 luglio 2012 @ 13:52
@Giorgio:
la tua argomentazione è spazzatura.
vende tanto quindi deve essere di buona qualità?
ma fammi il piacere.
come se non esistessero un’infinità di esempi che dimostrano che questa correlazione non esiste…
tipo twilight, per citare qualcosa recensito da Gamberetta, così puoi verificare tu stesso le motivazioni per il suo giudizio.
o diversi libri della Troisi che pur essendo sconosciuta nel mondo in italia ha venduto molto bene.
di quelli che citi tu:
Dan Brown: romanzetti da leggere sotto l’ombrellone, lessi angeli e demoni e il codice anni fa e mi ero domandato il motivo del suo successo.
Tolkien: l’ho letto troppi anni fa per esprimermi.
Rowling: saga piena di difetti, anche gravissimi, specialmente a livello di trama e coerenza.
Robert Ludlum: non lo conosco quindi non mi esprimo.
mi fermo qui visto che mi sono stufato di scrivere e sono convinto di star perdendo il mio tempo.
#106 Comment By Solvente On 13 luglio 2012 @ 13:54
Anche i cinepanettoni fanno i record di spettatori. Rappresentano il buon cinema e un modello da imitare?
La questione è che oltre alla qualità dell’opera, esiste la qualità di chi ne usufruisce.
Lettori di bassa qualità si fomentano anche con opere di bassa qualità; lettori di qualità superiore, hanno bisogno di opere di qualità superiore.
#107 Comment By lupus in fabula On 13 luglio 2012 @ 14:49
@ giorgio
andy warhol sintetizzò il concetto del “se vende tanto è ok” con un poster: c’era una cagata di cane circondata da mosche, con sotto la scritta “se piace a tanti, dev’essere buona per forza”.
#108 Comment By Sandavi On 13 luglio 2012 @ 15:11
Innescare flame a caso in post a caso è il tipico atteggiamento da troll. Da ignorare e basta.
#109 Comment By Sandavi On 13 luglio 2012 @ 22:20
Rileggendo la recensione di Nihal mi è saltata nell’occhio questa citazione al di sopra di ogni sospetto:
“E perché abbiamo il sospetto (speriamo con tutto il cuore di sbagliarci) che per vendere davvero tante copie il fatto di scrivere qualcosa che ricorda altri mille libri già letti non importi così tanto, perché la maggior parte della gente gli altri mille libri non li ha letti affatto; perché dettagli stonati e scrittura ingenua, in fondo non vengono notati o forse sono addirittura più congeniali a un pubblico generico poco avvezzo alla lettura.”
Silvio Sosio di Fantascienza.com
Questo per rispondere all’argomentazione di Giorgio per cui molti libri venduti = alta qualità. Pubblico generico, poco avvezzo alla lettura. La fortuna di Rowling, Dan Brown, Ludlum, ecc. ecc.
Ah e Tolkien lo dovresti togliere dalla lista, in quanto i milioni di copie sono stati venduti nel corso di oltre 60 anni.
#110 Comment By Hellfire On 13 luglio 2012 @ 23:57
“Mangiamo merda: miliardi di mosche non possono sbagliarsi.”
#111 Comment By lilyj On 14 luglio 2012 @ 03:23
È lo stesso ragionamento che spinge milioni di persone a mangiare al macdonald: se tutta ‘sta gente mangia lì deve essere per forza buonissimissimo, vero? XDDD *rotfl*
#112 Comment By Mao On 14 luglio 2012 @ 21:10
Giorgio, ti stimo. Sei il perfetto prototipo di lettore stupido! Che meglio non si può! ^_^
Ho un consiglio per te: visto che conosci tanto bene la mentalità del lettore cerebroleso, perché non scrivi tu un libro da 350 milioni di copie, anziché venire qui a rompere le palle a gente intelligente? ^_^
#113 Comment By Ettore On 26 luglio 2012 @ 17:56
Scherzi? Si parla già di “raccontare l’Italia di oggi”. Quando una cosa parte così è già santificata (qui, qui e qui); tra sessant’anni li ricorderanno tra i “grandi”.
#114 Comment By Solvente On 1 novembre 2012 @ 19:30
Oggi festeggiamo i 6 mesi senza nuovi articoli.
Buon anniversario Mancato Aggiornamento!
#115 Comment By animale di Seth On 1 marzo 2016 @ 16:40
Può darsi che nessuno legga mai questo commento. Pazienza.
Ad ogni modo ci tenevo a dare un consiglio: perché non aggiungere a questa pag delle FAQ, nella sezione “Gamberi Fantasy” o in “Gamberetta”, la domanda
“Che fine ha fatto Gamberetta? Perché non scrive più articoli e recensioni?”
Magari con relativa risposta. Dopo due anni di silenzio sarebbe bello poter risentire la Dea…