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Laura & I Demoni dell’Editoria

Pubblicato da Gamberetta il 14 dicembre 2007 @ 16:46 in Fantasy,Insalata di Mare,Racconti,Scrittura | 34 Comments

Uno dei problemi legati al discutere di narrativa è il peso che hanno le opinioni rispetto ai fatti. Ogni tanto capita che si riesca a fare appello ai fatti, ma è raro, la maggior parte delle volte ci si dibatte nella palude delle opinioni.
Come giudicare le opinioni? Io ho un occhio di riguardo per le opinioni motivate, frutto di ragionamento, e tuttavia, se le basi del ragionamento non sono fatti, il ragionamento stesso, di per sé, ha limitato valore. Perciò, più spesso di quanto non vorrei, sono costretta a fare affidamento sull’autorità di chi ha espresso un’opinione.

In campo narrativa, chi ha autorità? Senza troppi giri di parole, solo colui che sa scrivere. Alla fine non contano i titoli, non contano le lauree, non conta l’esperienza, conta quello che sai fare. Si possono avere idee magnifiche riguardo la narrativa, ma per comprovare che siano tali, si deve mostrare che partendo da quelle idee si è scritto qualcosa di notevole. Io posso anche pensare che l’elettricità o la microbiologia siano scemenze, ma lampadine e farmaci mi dimostrano che partendo da quelle scemenze si ottengono meraviglie.

Una lampadina
L’elettricità è una gran trovata!

Perciò, quando devo “pesare” le opinioni di qualcuno in campo letterario, vado a vedere se e cosa ha scritto questo qualcuno. Magari le sue opinioni mi fanno storcere il naso, ma se constato che basandosi su quelle opinioni ha scritto qualcosa di bello, ho molte più difficoltà ad accantonarle. Anzi, può essere anche che mi renda conto che il tizio in questione aveva ragione.

Questa lunga premessa per dire che non mi stupirei se chi mi legge giudicasse le mie opinioni con lo stesso metro. Fra l’altro le mie opinioni sono spesso categoriche (“sputo sentenze”) e lasciano ben poco margine all’interpretazione. Dunque mi sembra giusto che possiate leggere come io scrivo, quando scrivo narrativa. Ero già stata invitata a farlo, e ancora ho colto un’allusione in tal senso nell’ambito di un’altra discussione su altro blog: non mi voglio tirare indietro.
Così potrete giudicare: quelli che mi seguono sanno bene quali sono le mie idee nell’ambito della narrativa, costruendo su quelle idee ho scritto quel che spero leggerete, ognuno valuterà se le idee erano buone ma la realizzazione carente o se appunto la realizzazione carente è colpa di idee malsane o se infine buone idee hanno portato a una buona storia.

La Storia di Laura

Al momento sto portando avanti diversi progetti. Il vantaggio di questo tipo d’impostazione è che se mi stufo di un’ambientazione e dei suoi personaggi, posso lo stesso continuare a scrivere passando all’ambientazione successiva.
Uno dei progetti è La Storia di Laura (titolo provvisorio).
Laura è un personaggio per metà ispirato alle vicende di una mia amica, e per metà una sorta di mio alterego letterario. La Storia di Laura vuole essere una sorta di anime. Tredici puntate, come una stagione di un cartone animato, puntate che volendo si possono leggere in autonomia ma che tutte assieme formano una storia coerente.

Quella che leggerete è la puntata numero 3. Ho scelto questa per un paio di motivi:

  • È la puntata finora più corta tra quelle che ho terminato.
  • È ambientata nel mondo dell’editoria, mondo che credo interessi a una bella fetta dei visitatori di questo blog.

La Storia di Laura è un fantasy, nel senso più ampio del termine. Le mie principali fonti d’ispirazioni sono Terry Pratchett, Tim Powers e gli anime. Perciò non aspettatevi nessuna copia più o meno brutta di Tolkien o roba in stile Dungeons & Dragons. Il mio scopo è divertirmi e far divertire. Nient’altro. Non si parlerà in forma allegorica di chissà quali Grandi Temi o Problemi Profondi. Troverete però azione, mostri e humor nero.

Sailor Mars
C’è chi trova ispirazione in Tolkien e chi in Sailor Mars

Dato che presento la terza puntata, è d’obbligo un riassunto delle puntate precedenti:

Laura è una ragazza come tante altre, al primo anno di Università. Divide un appartamento con l’amica Isa e passa le giornate tra scarso studio, lavoretti saltuari e ore di TV. Laura è una fanatica di telefilm e cartoni animati, e si sorbisce di tutto, da Buffy a Sailor Moon, da Stargate a Star Trek, da Hercules a Xena
Un bel giorno, complici imprevedibili circostanze, si ritrova nell’Unico Mondo, un pianeta lontano che sembra uscito dalla penna di uno scrittore fantasy. Laura, più per sbaglio che per scelta, contribuisce al trionfo delle forze del Male, e il locale Oscuro Signore, impressionato, decide di prenderla in moglie.
Passano i mesi e Laura inizia a sentir nostalgia di casa. Essere Imperatrice è gratificante, ma l’Unico Mondo è uno di quei mondi fantasy sempre ancorati a un perenne medioevo: niente TV, niente Internet, niente cellulari, nessuna amica e una marea di Elfi!
L’Oscuro Signore, sinceramente innamorato di Laura, si convince allora che sia necessario riportarla sulla Terra, e dato che senza di lei non può vivere, anche lui abbandona l’Unico Mondo. I due si sposano una seconda volta. L’Oscuro Signora trova impiego presso una ditta di import-export con l’Oriente, e Laura, stimolata dall’avventura appena vissuta, lascia l’Università per dedicarsi a una sua vecchia passione: scrivere fantasy!
Laura non può neanche immaginare quanto rimpiangerà tale decisione…

Un’ultima nota. Se volete, commentate pure. Ogni commento sarà il benvenuto, e sottolineo l’ogni. I commenti argomentati, positivi o negativi, saranno i più apprezzati, ma se volete dirmi in faccia che quel che scrivo fa schifo, liberissimi! Anzi, l’unico appello che faccio è alla sincerità e alla schiettezza: non dovete incoraggiarmi, non dovete preoccuparvi che mi possa offendere o no, dovete solo dirmi come la pensate (se vorrete farlo).

Ho inoltre aperto un indirizzo e-mail apposito: lastoriadilaura@gmail.com così se gli insulti che avete immaginato sono irripetibili in pubblico, potrete vomitarmeli addosso lo stesso (se decidete di usare l’e-mail, non cambiate il soggetto predefinito, “commento al racconto”, altrimenti la vostra opinione sarà in automatico catalogata come spam e cancellata).

SPAM
Le origini dello spam…

Ah, non è uno scherzo! Il racconto l’ho scritto davvero io, non è un estratto dal Secondo Più Brutto Romanzo del Mondo, perciò non apparirete furbi scrivendo apposta che è una schifezza!

Leggi La Storia di Laura Episodio 3: Laura & I Demoni dell’Editoria, in formato PDF, qui.
Leggi La Storia di Laura Episodio 3: Laura & I Demoni dell’Editoria, online, qui.
(Momentaneamente offline per revisione e nuova impaginazione.)

Il racconto è un ventina di pagine, perciò consiglio il PDF.

Ringrazio il Coniglietto Grumo kaos-whiteusagi16.gif e mio fratello per l’aiuto con l’editing e l’impaginazione, gli altri membri dell’equipaggio per il costante incoraggiamento e i preziosi suggerimenti e infine la vera Laura: senza di lei questa Storia non sarebbe mai neanche cominciata.


Approfondimenti:

bandiera EN Il sito ufficiale di Terry Pratchett
bandiera EN Uno dei migliori siti dedicati a Tim Powers
bandiera EN Sailor Moon su Wikipedia

bandiera EN Foxit Reader, un’ottima alternativa all’Adobe Reader per leggere i PDF
bandiera EN Sumatra PDF Viewer, un’altra ottima alternativa


34 Comments (Mostra | Nascondi)

34 Comments To "Laura & I Demoni dell’Editoria"

#1 Comment By Angra On 14 dicembre 2007 @ 17:39

L’avevo già letto tempo fa, e come ti dicevo mi ricorda un il miglior Stefano Benni.

Molto molto bello.

Ora quelli che ti detestano hanno un paio di motivi in più per detestarti ;))

#2 Comment By Federico Russo “Taotor” On 14 dicembre 2007 @ 19:25

L’ho letto tutto. Senza ombra di dubbio sei brava, il testo era davvero scorrevole.
Il mio giudizio sull’opera però dipende da una tua risposta: il racconto, se è possibile catalogarlo in un genere, a quale genere apparterrebbe? Ci sono elementi macabri (espliciti) e sessuali (pochi), ma tutto il resto mi sembra… non so, divertente. Cioé, il fatto che Laura scriva fantasy extra-pulp, i personaggi stessi come l’Oscuro Signore e il Signore delle Tenebre (un po’ confusionaria la cosa… ^_^’), o l’estratto di Magikolandia… insomma, mi sembra comico. XD Lo è, no?

#3 Comment By Gamberetta On 14 dicembre 2007 @ 20:43

Laura è urban fantasy. Ignoro quale sia l’equivalente termine italiano, ma non m’interessa, seguo la catalogazione anglosassone che è diffusa in tutto il mondo.
Non è comico, o meglio, è comico ma la gente muore sul serio.
Un po’ come i Darwin Awards: non si può evitare di sorridere leggendo di quelle morti assurde, ma i poveri disgraziati ci hanno lasciato la pelle davvero. In altri termini: humor nero.
Inoltre il divertimento è studiato quale risultato del cozzare di avvenimenti fantastici ma verosimili e coerenti: non è una comica, i personaggi non si metteranno mai a tirarsi torte in faccia senza ragione.
Poi è normale che certe cose risultino un po’ ambigue, dato che non hai letto l’antefatto. Ad esempio, non sembra, ma l’Oscuro Signore è un vero duro, roba che quando passa Sauron si copre l’unico occhio!

#4 Comment By Federico Russo “Taotor” On 14 dicembre 2007 @ 21:03

Sì, anche a me sembrava che, cominciando a leggere saltando l’inizio, qualcosa poteva sembrare ambigua. Ad ogni modo, qualunque sia questo genere, non m’attira molto, e ho letto con piacere solo perché me l’hai fatto piacere. Ti vedrei benissimo a scrivere qualsiasi altro genere, horror, romantico, drammatico… Secondo me non avresti difficoltà nemmeno a trovare un editore.

#5 Comment By Klaus On 15 dicembre 2007 @ 14:15

LOL! Non è male, anche se la comicità mi sembra coprire uno stile un po’ grezzo e l’ironia-denuncia dell’idiozia umano-italica è troppo calcata. Migliorare, migliorare, migliorare!

#6 Comment By Filippo On 15 dicembre 2007 @ 20:15

Ok, ho capito è uno scherzo.
E’ impossibile che l’abbia scritto la stessa Gamberetta che nei post addietro ha recensito in modo così empio alcuni libri.
Probabilmente Gamberetta ha preso il racconto dalla rete e domani svelerà l’autore (poveraccio) che ha scritto una cosa così illeggibile.
Che ragazza crudele :)

#7 Comment By Gamberetta On 15 dicembre 2007 @ 21:12

OK, in parte è stato un errore mio: dopo la storia del Vincenzi è normale che sia difficile capire chi ha scritto cosa, e non aiuta il fatto che il racconto sia ironico ed esso stesso basato su gente che scrive fantasy.
Non posso far altro che ribadire: il racconto l’ho scritto io, è sì apposta ironico e sì apposta si prende gioco dello scrivere fantasy.
Non c’è alcun tipo di sotterfugio o scherzo sotto: leggetelo, divertitevi (spero) e dite la vostra (se vorrete).

#8 Comment By Gianluigi Zuddas On 16 dicembre 2007 @ 07:50

Gentile Gamberetta,
devo proprio riconoscerlo, il vostro blog è come la carta moschicida: quando lo si tocca ci si resta appiccicati. Probabilmente è perché quello che lei scrive costringe a una certa attenzione, e fa venire voglia di risponderle. Adesso lei ci presenta questi capitoli di un suo romanzo. Laura & i Demoni dell’Editoria. Se le interessa la mia opinione, eccola qui:
Fra le recensioni che lei scrive e questi capitoli di romanzo c’è una differenza. Sembra che questo inizio di romanzo lei lo abbia tentato qualche anno fa, quando sapeva già scrivere molto bene ma ancora le mancava qualcosa che oggi invece lei ha. Forse si trattava di quel genere di calma interiore che consente di dare un significato alla propria creatività. Forse lei aveva voglia di creare ancor prima di aver visto i contorni precisi della cosa che sentiva di poter creare. Insomma, è come se lei avesse scritto questi capitoli mossa da una gran voglia di scrivere, ma senza sapere ancora bene perché voleva scrivere, dove voleva arrivare, cosa voleva costruire.
In ogni modo ora, a giudicare da quel che lei scrive oggi, sicuramente ha visto che i primi tre capitoli di questo romanzo non hanno il ritmo e la profondità del romanzo. Io dico che questo è tipico dell’esperimento giovanile: lei ha cercato di divertirsi e di capire se questa sua idea poteva diventare un romanzo. Ma poi si è domandata se era davvero l’inizio di un romanzo, e la risposta non è stata un sì.
Ma soprattutto c’è il fatto che lei (mi sembra chiaro) è una di quelle persone che hanno bisogno di un motivo per scrivere qualcosa, e in questi capitoli il motivo non emerge. Le faccio un esempio. Chi ama la fantasy non può fare a meno di vedere i difetti sciocchi di molta fantasy scritta finora, perciò gli restano due strade per stigmatizzare chi scrive male e invitare qualcun altro a scrivere meglio: o le recensioni, oppure scrivere una fantasy che sia anche di critica per la fantasy del tipo che lei detesta. Se lei ha un obiettivo, lo deve attaccare. Se lei ama la fantasy, la fantascienza, l’horror, non può tollerare che si continuino a imitare le noiose farneticazioni di Tolkien, la truculenta mitica dell’eroe di Howard, le crepuscolari idiozie della Rice, le paranoiche fantasie nere di King, soprattutto quando con Harry Potter e gli ammazzavampiri il mondo ha decretato il travolgente successo dell’idiozia.
Naturalmente ci sono anche motivazioni più serene, più ponderate, però alla base ci deve essere sempre la ricerca di qualcosa di nuovo. Scrivere cose che ricalcano, tecnicamente o come contenuti, le cose già fatte da altri, a chi serve? Le avventure surreali di Laura sono davvero diverse da quelle di Buffy? Ha un senso la fantasy urbana, oppure non sarebbe meglio scavare dentro follie molto più realistiche e truci come quelle dei Figli di Satana? Forse c’è qualcosa, sì, in questi capitoli, il seme di una vivacità che può essere l’inizio di una strada sua. Però qui non è ancora sviluppato.
Lei deve provarci davvero, quando si sentirà pronta.

#9 Comment By Gamberetta On 16 dicembre 2007 @ 12:03

@Zuddas. Uhm, ci sono due idee che dovrebbero allontanare Laura da Buffy e in generale dalla urban fantasy che si produce attualmente.
La prima è che Laura è amorale. Laura può compiere gesti eroici o crudeli, senza doversi preoccupare se sia giusto o no. Ciò non vuol dire che sia incoerente, solo le sue scelte hanno poco a che fare con un sistema di giudizi morali. La mia speranza è che chi legge riesca ad anticipare le intenzioni di lei e pensare: “non lo farà mica sul serio?!” e poi compiacersi che invece così capita, o viceversa: “lo sapevo che non era così cattiva!” e infatti giunge un gesto eroico e generoso (anche se magari per tutte le ragioni sbagliate).
La seconda idea è legata alle conseguenze. Un mondo come quello di Buffy, anche per ragioni commerciali, è sempre uguale a se stesso. In generale negli urban fantasy la presenza di eventi contrari a ogni precedente esperienza (per esempio la magia) non lasciano strascichi. Ma che la magia esista implica che tutta la fisica va riscritta o che la realtà è completamente diversa da come ce se la siamo immaginata. In Laura ci saranno queste conseguenze, sia la Terra, sia l’Unico Mondo non saranno più gli stessi al termine della storia, non passeranno per sempre inosservate creature demoniache che se ne vanno a zonzo tra di noi. Così come nell’Unico Mondo capiranno che armi e tecnologia possono essere un ottimo alleato sia per i “buoni” sia per i “cattivi”.
Perciò lo scopo, oltre al divertimento mio nello scrivere e al desiderio di trasmettere tale divertimento è rispondere alla domanda “cosa succederebbe se esistesse una altro mondo che sembra sia stato inventato e noi ne venissimo in contatto?” Non è una domanda originale, garantito, ma spero che la risposta lo sia. Alla fine non ci sarà nessuna esplosione liberatoria o il crollo di qualche caverna a cancellare lo “strano” e riportare la realtà nei binari consueti, perché non si può tornare indietro dalle premesse della domanda.

#10 Comment By Saryo On 16 dicembre 2007 @ 12:15

Premessa!
Ho letto il terzo capitolo e sinceramente ho faticato a terminarlo, ma, prima di scrivere un mio qualsiasi giudizio, mi sono costretto a farlo. Cosa mi ha spinto ad andare avanti?
Forza di volontà…

Penso tu possa fare di meglio, lo spero. Che sia scritto di tuo pugno, lo credo molto: ho trovato molto humor in queste pagine, a volte tagliente, a volte fuori-luogo.
Il personaggio principale, Laura, sembra semplice. Nella tua premessa sul post, l’hai presentata come una ragazza che fa vincere l’Oscuro Signore un po’ per caso, senza farlo apposta. Trovo una forzatura che, quando lei fa rientro nel suo mondo, si metta a scrivere “Magikolandia”, anziché ciò che le è capitato. E’ questa la forzatura a monte, che tu hai usato per parlare di quanto sia difficile scrivere un romanzo Fantasy avvincente e non banale. Tutto quello che avviene dopo, Murmur compreso, sembra un “detto di Gamberetta” nelle varie recenzioni: “Parla di ciò che conosci”.
Il fatto che tu abbia ambientato la storia in una città dai contorni “americani”, con tutti quei grattacieli, e i personaggi dai nomi italiani credo siano un po’ fuori luogo, non trovi?
Non usare mai la scusa: “Ho scritto questi capitoli solo per far divertire”, perché quando si scrive ci si aspetta un po’ più di una risata. Ho solo sorriso leggendo il terzo capitolo, non mi sono divertito.
Non immagino come sia il resto…
Devi lavorare molto, Gamberetta, senza mettere in ciò che scrivi il tuo lato saccente e supponente.
Questo è il mio parere personale.

#11 Comment By Gamberetta On 16 dicembre 2007 @ 12:53

@Saryo. Laura scrive di Magikolandia perché già prima ne stava scrivendo, anche se non seriamente. L’ambientazione non è americana, non è mai citato che si siano tanti grattacieli, ce n’è uno solo.
Mi spiace che tu non ti sia divertito, che addirittura abbia avuto difficoltà a finire di leggere, soprattutto la seconda cosa, per la quale ora come ora non ho soluzione, dato che, al di là dei contenuti che ti possono o meno piacere, lo stile è apposta orientato all’essere più scorrevole possibile.

#12 Comment By jackvenom On 16 dicembre 2007 @ 15:35

Ho letto (con molta fatica) tutto il lavoro che hai voluto condividere. Non posso certo dire che il commento possa essere positivo.
Mi fa piacere che ti sia divertita scrivendolo, ma purtroppo non hai divertito me. Anzi il tutto appariva assai ridicolo, inverosimile all’interno del contesto della storia. Il personaggio di Laura è piatto, ogni cosa che dice appare veramente insulsa. I dialoghi sono una via di mezzo tra il manga e il telefilm americano di serie b (leggi Buffy) e per questo assolutamente falsi. Nemmeno per un attimo mi sono sentito rapito dalla storia, e su questo ha aiutato parecchio anche il fatto che tutto quanto dicessi (si, dicessi, perchè in quanto a mostrare hai ancora molto da imparare) fosse cieco. insomma, se lo stile è apposta orientato all’essere il più scorrevole possibile, prova ad orientarlo nella maniera meno scorrevole possibile. Forse così ne uscirà qualcosa di davvero scorrevole.

Hai definito il genere di questa storia come Urban Fantasy. Io te ne suggerisco un altro: Buffy Schifantasy. Rende meglio l’idea.

Se non avessi solo 17 anni, e quindi per forza dei margini di miglioramento, ti direi che l’ippica può dare davvero delle grandi soddisfazioni…

#13 Comment By Saryo On 16 dicembre 2007 @ 15:41

@Gamberetta:
Lo stile è scorrevole, come accade in molti romanzi scritti in maniera tale. La trama non mi attira, non avvince me personalmente. Questione di gusti?
Quando una persona comincia a scrivere su un argomento, nel frattempo vive un’esperienza fuori dal comune, è probabile che accantoni l’argomento “vecchio” per quello “nuovo”, più vivo in lei, con esperienze dirette che la tocchino nel profondo. Non è plausibile che la protagonista continui a lavorare sul manoscritto già cominciato. Mi sembra una macchinazione per alterare la trama, per condurre la storia su punti che vuoi toccare, senza lasciare andare Laura verso strade a lei più congeniali.
Ci vuole il Demone Murmur che le apra gli occhi? Che le faccia capire di scrivere su un argomento che conosce?
Poi, non ho mai scritto di un’ambientazione americana, ma che la ricorda dall’edificio. Che fosse solo uno me lo hai detto tu.
Non ti devi dispiacere se ciò che scrivi non provoca interesse, parlo di me, una sola voce: non si può accontentare tutti!

#14 Comment By Nick Truth On 16 dicembre 2007 @ 16:05

Ciao, vuoi un parere sincero, e un parere sincero avrai.

Forse a pagina 5 avrei voluto chiudere il racconto, ma poi mi sono detta, sono solo 20 pagine, leggiamolo tutto, così poi potrò commentarlo con più gusto ;)

Partiamo dai difetti minimi: le frasi sono banali, i paragoni sono totalmente inazzeccati. Nonostante i tuoi comandamenti non riesci a mostrare.
Argomento con degli esempi:

“Le sembrava la vergogna fosse diventata una sostanza concreta e palpabile,
una sorta di salsa al gusto di peperoncino rosso. Era immersa nella salsa dalla
testa ai piedi.”

Beh, dai, un pò di fantasia… perchè non scrivi direttamente: “la vergongna si tagliava col coltello?” la banalità è la stessa. Poi, la vergogna e la salsa al peperoncino? Il peperoncino rimanda a qualcosa di erotico, piccante, non certo all’imbarazzo. E non è il peggiore dei paragoni.

“Lei avrebbe voluto che la stupida scatola di metallo si sbrigasse, perché
si accorgeva che fiducia e ottimismo si stavano consumando in fretta, come
un gelato tra le fauci di un ghiottone.”

Scatola di metallo per ascensore si può risparmiare. Ok, l’ascensore è una scatola di metallo, ma preferiamo comunque chiamarlo ascensore, anche se l’hai ripetuto prima, per il semplice motivo che nessuno pensa ad un ascensore come una scatola di metallo… inoltre come definizione è un pò banale. E poi non è stupido. Non è nè intelligente nè stupido.
Il paragone… i paragoni servono a chiarire, illuminare, non a confondere. L’ottimismo si consuma come un gelato? Tra le fauci di un ghiottone????
Tra un paragone del genere e nessun paragone scegli nessun paragone.

Continuo:
“E ciò detto, con uno scatto improvviso decine di
tentacoli si proiettarono in avanti, avvinghiandosi al signor Ducati. Sulla superficie delle protuberanze nacquero schiere di bocche irte di denti acuminati come spilli. Al Ducati riuscì di lanciare un singolo urlo, prima di venir divorato, alla stregua di un prosciutto gettato in una vasca piena di piranha.”

Questo sarebbe il momento saliente… è totalmente cieco, il lettore non vede un tubo. “con uno scatto improvviso”… se è uno scatto, è ovvio che è improvviso… mi pare difficile che qualcuno anticipi uno scatto.
Questa scena è noia. è banale Gamberetta, le parole scelte sono facili facili, il paragone è terribile.
Se questo è il tuo stile, devi lavorare tanto.

Ora passiamo ai difetti gravissimi.
La credibilità: questa storia sembra la fantasia mal riuscita di una ragazzina. è tutto uno stereotipo, il personaggio di Laura si comporta come un eroina americana, di quelle che vorrei buttare nel fuoco: Buffy, che durante le scene più tese riempie il nemico di freddure.
I dialoghi sono pessimi, per niente credibili:

“Apri bene le orecchie, figlio
di troia: finora sono stata gentile, ma ora cominci a darmi fastidio. Lasciami
subito andare o quella cazzo di mano te la taglio e te la ficco su per il culo!”

Da quale film deriva questo dialogo? Prendi ispirazione dalla realtà quando scrivi dialoghi, non dalle americanate. Non ho mai sentito nessuno, nella vita vera minacciare in quel modo.

Poi:

“— Aiuto! Se qualcuno mi sente, aiuto! Aiutatemi! Aiuto… —”

eh, già, è proprio spaventata la bambina…

“— Meno di un giorno e potrai Rinascere!
Dovresti esserne felice!
— No, no… vi prego — piagnucolò lei.”

Si, lui è il classico cattivo che si è visto in tutti i film: “devi essere contenta, hai l’onore di diventare parte del mio signore bla bla bla”.
La bambina invece piagnucola dando al nemico del voi. e che dice?
“no, no… vi prego”. Sta proprio supplicando, la scena è proprio realistica, il lettore lo sente proprio…
Gamberetta, concentrati. Quando scrivi qualcosa cerca di immergere te stessa e il lettore nell’orrore della scena, nella perversione. C’erano un mucchio di modi in cui si poteva realizzare una scena del genere, tantissime sensazioni da trasmettere. Tu hai scelto di non trasmetterne nessuna.

Beh, mi fermo, non perchè non ci sia altro, ma perchè non posso incollare l’intero racconto.
Giudizio complessivo: la storia è banale, è una puntata brutta di un brutto telefilm, con personaggi piatti. Non fa nè ridere nè sorridere.
Il mostro che vuole liberare il mondo dalle cattive scrittrici fantasy ti dovrebbe far riflettere…

Comunque hai 17 anni e tutto il tempo per migliorare e scrivere qualcosa di buono.
In bocca al lupo.

#15 Comment By Gamberetta On 16 dicembre 2007 @ 16:32

@Saryo. Non mi dispiaccio che non interessi. Mi dispiace se qualcuno deve appunto far fatica a leggere quel che ho scritto. Se uno si annoia è “colpa” mia, e mi spiace, almeno un pochino.
Murmur deve lui aprire gli occhi a Laura, perché Laura non è che sia tanto furba di suo… ^_^

@jackvenom. Ehm, sì Laura parla apposta come una svampita uscita da un telefilm, non a caso prima che le capitasse quel che le è capitato passava ore e ore attaccata alla TV. Il divertimento dovrebbe nascere (anche) dal mettere un personaggio del genere in un contesto che assomiglia ma è molto diverso da quello di un telefilm.

@Nick. Vedi anche quello detto a Jack. Laura parla proprio apposta in quella maniera da telefilm perché così è cresciuta. È voluto che certi suoi pensieri siano così ingenui e banali. Il fatto che il Ducati sia divorato non è il culmine della storia, non ha nessuna importanza è solo appunto un fastidio per Laura, nulla più, a lei interessa il suo romanzo e basta.
E comunque, ripeto: lo scopo era divertire. Non era un racconto dell’orrore, era una mezza parodia dei cliché presenti in certo tipo di racconti. Avresti dovuto (sor)ridere, non spaventarti.

Con ciò rimane un problema mio, nel senso che è ovvio che non sia riuscita a trasmettere tale direzione, ma non si può giudicare L’Esorcista, Frankenstein Junior e Shaun of the Dead come se fossero tutti e tre uguali film dell’orrore.

#16 Comment By Nick Truth On 16 dicembre 2007 @ 17:28

Non è questione di genere distante dall’orrore o meno. La scena dovrebbe esprimere in qualche modo l’orrore, perchè è realistico che sia perverso e orrido qualcuno che cattura le ragazze per darle in “pasto” al mostro, tra l’altro lui la tocca, la lecca. Al massimo la comicità può nascere dal distacco in cui si osserva la scena.
Non voglio spaventarmi, voglio solo essere immersa in qualcosa, di qualunque genere sia.
L’intento di parodia non è riuscito. A meno che il tuo lavoro non sia un tentativo di scrivere un brutto racconto, in quel caso ci sei riuscita, ma non viene da sorridere.

Il contesto non è che “assomigli ma è molto diverso da quello di un telefilm”: il contesto imita (male) un telefilm.

Il “fastidio” per Laura è la scena dove si scioglie il racconto. Lo schema è questo: arriva alla tana del mostro -Laura viene rapita- Laura ammazza il cattivo. E Laura ammazza il cattivo dovrebbe essere il momento in cui l’attenzione del lettore è massima. Questo non succede, perchè la scena è descritta male.
Questo è quello che penso, e quello che penso è che devi concentrarti di più quando scrivi e sforzarti di immergere il lettore nella tua storia.

#17 Comment By Gamberetta On 16 dicembre 2007 @ 18:27

@Nick. Non era lo scopo creare una scena d’orrore, è orrore apposta da cartone animato: il Ducati che taglia una mano a Elena è come Wile E. Coyote che si spiaccica al suolo e gli cade il masso sopra.
Ti devi immaginare il Ducati con in mano il seghetto luccicante ed Elena con gli occhioni spalancati (magari in stile anime così sono di natura più grandi). È apposta cliché, il pensiero dev’essere: “eh, eh, eh”, non “che paura!”.
Come dicevo prima, è in stile Darwin Awards. Un tizio si è ucciso dopo aver montato il motore di un jet alla sua auto. In 5 secondi il trabiccolo è esploso. È divertente in maniera nera, perché il tizio è pur vero sia morto, ma non fa certo orrore.

Inoltre il Ducati è un contrattempo, come se Laura perdesse il treno, il punto focale è il confronto con Murmur: il climax è il giudizio del Demone. Infatti solo in quel caso Laura è emozionata (anche se non si può davvero capir quanto senza aver letto il resto).

Quello che dovrebbe far sorridere è il fatto che da una parte c’è un contesto da (brutto, banale) telefilm: il “cattivo” che adesca le ragazzine per nutrire il mostro, ma dall’altra parte i personaggi non si comportano come se fossero in tal scenario, infatti a Laura e Murmur interessa la letteratura molto più rispetto al destino delle ragazzine.

#18 Comment By Angra On 16 dicembre 2007 @ 19:09

@Signor Zuddas: certo il fatto di essere suddiviso in capitoli autoconclusivi rende l’opera di Gamberetta più simile alla sceneggiatura di una serie di anime che ad un romanzo tradizionale. Avendo letto solo gli episodi 3 e 4 sono molto curioso di vedere come riuscirà a rendere il crescendo della tensione pur rispettando l’esigenza di conclusioni parziali ad ogni episodio.

Per il resto:

@Saryo: non hai mai sentito minacciare nessuno in quel modo forse perché frequenti gente troppo perbene. Io una volta ad un tizio (che era anche stato in galera) ho detto proprio “ti stacco la testa e te la infilo nel culo”, e le americanate al cinema e in tv nemmeno le guardo.

@Gamberetta: non credo proprio che potessi aspettarti giudizi sereni e spassionati.

#19 Comment By Gamberetta On 16 dicembre 2007 @ 19:28

@Angra. Non importa. Nel senso che un giudizio rimane tale e valido anche se non è spassionato. In fondo io l’eventuale prossimo romanzo della Troisi non lo comprerò solo perché l’ha scritto lei. Se io sono “antipatica” e questo anche inconsciamente rovina l’esperienza della lettura è al 100% responsabilità mia, non di chi legge. Chi legge ha sempre ragione, se non si diverte non si diverte, e se stava leggendo qualcosa di mio è un problema solo mio, non della capacità di giudizio del lettore.
Con questo non sto dicendo che i giudizi di chi ha commentato non siano spassionati, sto solo dicendo che non ha importanza, rimangono ugualmente commenti validi.

#20 Comment By Saryo On 16 dicembre 2007 @ 20:37

@Angra:
Forse hai sbagliato nick, non era mio il commento sul linguaggio usato in questo racconto!
Comunque, per la cronaca, non vivo fra gente per bene. Ho sentito di peggio…
Riguardo al commento sul racconto: E’ il mio punto di vista, il parere di un lettore, avrei scritto le stesse cose anche se fosse un tuo racconto, o di qualcun altro.

#21 Comment By Saryo On 16 dicembre 2007 @ 20:51

@Gamberetta:
Quì non si parla di ciò che hai scritto, se è scorrevole oppure no. Quando si legge entrano in gioco molti fattori, fattori che tu, nelle tue numerose recensioni, hai scandito a suon di sarcasmo. Gli aspetti tecnici, la profondità dei personaggi, dei loro dialoghi, della trama in sé.
La noia che alcune volte avevi leggendo romanzi altrui, (è sacrosanto scrivere una recensione su ciò che si è letto), nulla di sbagliato in questo.
La mia personale opinione: la trama non attira. Una parte fondamentale nella stesura di un racconto, o di un romanzo.
Se un giorno scrivessi altro, leggerei con curiosità, come leggo altri racconti in rete, o romanzi cartacei.
Un mio parere spassionato: continua a scrivere, l’esercizio fa sempre bene, che possa piacere a molti, o a pochi.

#22 Comment By Angra On 16 dicembre 2007 @ 21:44

@Saryo: ooops! Hai ragione! Era quello dopo, di Nick Truth :))

Allora lo riscrivo:

@Nick Truth: non hai mai sentito minacciare nessuno in quel modo forse perché frequenti gente troppo perbene. Io una volta ad un tizio (che era anche stato in galera) ho detto proprio “ti stacco la testa e te la infilo nel culo”, e le americanate al cinema e in tv nemmeno le guardo.

#23 Comment By Nick Truth On 16 dicembre 2007 @ 22:42

@angra: tutti abbiamo minacciato a qualcuno di ficcargli qualcosa in culo. Tuttavia non ho mai sentito nessuno minacciare in quel modo, con quel tono, se non nei film. Non è la minaccia in se, ma il modo in cui viene formulata a farmi storcere il naso.
Mi piace il linguaggio crudo, e mi piace il linguaggio realistico. Il punto è che non è così facile come sembra, spesso si cade nel ridicolo.
E poi a quanto pare, Gamberetta ha fatto apposta a far parlare i suoi personaggi come un film.

@gamberetta: puoi non credermi, ma se avessi scritto qualcosa di bello ti avrei fatto i complimenti. E se sono stata secca nel dirti perchè non mi è piaciuto è solo perchè penso che tu apprezzi di più un commento diretto che un giro di parole.

#24 Comment By Angra On 16 dicembre 2007 @ 23:13

@Gamberetta: dei giudizi non spassionati possono tutt’al più far propendere per pubblicare con uno pseudonimo ;))

#25 Comment By Angra On 17 dicembre 2007 @ 08:14

@Nick Truth: è normale che alla lunga si finisca per parlare, vestirsi e (ahimè) ragionare e comportarsi come nei film. Cinema e TV oltre che per vendere il loro prodotto lavorano per imporre dei modelli, e ci riescono.

#26 Comment By Angra On 17 dicembre 2007 @ 08:20

(continua)
Nel senso che Laura, la protagonista, è proprio così: cresciuta a cinema e tv, cosa che ha un’importanza fondamentale riguardo a ciò che le andrà a succedere. Ci sono due modi per dire che è cresciuta a cinema e tv: uno è dirlo: “Laura era cresciuta a cinema e tv”, l’altro è farla parlare come in un b-movie.

#27 Comment By Federico Russo “Taotor” On 17 dicembre 2007 @ 15:52

Ieri avevo scritto un commento lunghissimo, ma il browser è andato a puttane e io, come un c…ampione, non avevo copiato il testo…

In sintesi: ho notato che alcuni, come Nick Truth e qualcun altro, hanno commentato, del brano, certi particolari abbastanza stupidi (trascurabili). Ricordo di aver scritto che l’epiteto dell’ascensore, che Nick ha criticato, io trovo assolutamente neutrale, o ancora la salsa di peperoncino. A me la similitudine è piaciuta, e la trovo anche funzionale. Il volersi attaccare ai particolari è una cosa inutile, secondo me. Però un po’ condivido il resto del commento di Nick (da “Se questo è il tuo stile, devi lavorare tanto” in poi.)

Morale della favola…: questo mi è sembrato un esempio di critica nei confronti delle scelte dell’autore, assolutamente trascurabili e moralmente e logicamente inattaccabili.

P.S. Nick, scusa se prendo proprio te come esempio! Ma non mi va di rileggere tutti i commenti, citare, e scrivere una risposta lunghissima… XD

#28 Comment By Domenico On 17 dicembre 2007 @ 22:55

Vorrei spezzare una lancia a favore di Gamberetta.
A me il racconto non è piaciuto, però devo dire che lo stile di scrittura, a differenza delle premesse, non mi ha lasciato alcuna perplessità, anzi… Posso dire di non aver gradito il genere narrativo, ma sinceramente la stoffa si vede, obiettivamente Gamberetta sa scrivere e come ha già detto Zuddas prima di me, molto meglio di tanti altri che si fingono aspiranti scrittori senza avere un minimo di talento. Ho trovato un po’ noiosi i capitoli che ha proposto, tra l’altro c’erano anche dei refusi, ma non è questo il problema…Voglio fare i miei compliementi a Gamberetta perché nelle risposte ha dimostrato una grande onestà, cosa che non ti aspetteresti mai da una come lei. A me la metafora della salsa al peperoncino è piaciuta, credo sia una buona maniera di rendere tramite immagini palpabili una sensazione che a poco a poco diventa opprimente. Questo dimostra che le teorie di Gamberetta non rispettano – fortunatamente- la prassi della scrittura: se lei credesse ciecamente in quello che ha più spesso ribadito in altri post, avrebbe scritto una frase tipo “Laura si vergognava da morire “. Voglio mandare i miei migliori auguri alla mitica Gamberetta, che mi sta sempre più simpatica, forse perché ho sempre apprezzato chi ha una personalità forte. Il mio umile consiglio è di continuare a scrivere magari sperimentando nuovi genere e perché no, anche nuovi stili.

#29 Comment By Gamberetta On 18 dicembre 2007 @ 13:51

@Domenico. Mi spiace anche nel tuo caso che non ti sia piaciuto, anche se da quel che ho capito ci sarebbe stato poco da fare in ogni caso, visto che non pare sia il tuo genere.
Riguardo al peperoncino. Il paragonare la crescente vergogna all’essere progressivamente immersi nella salsa al peperoncino può non sembrare appropriato, e può non piacere, però è appunto un mostrare: la storia è narrata dal punto di vista di Laura, lei non potrebbe dire: “Laura si vergognava da morire”, nessuno che sia imbarazzato dice a se stesso: “sono imbarazzato”, uno nota che ha i palmi sudati, la sensazione di calore alle guancie, la netta impressione di star arrossendo anche se non ha davanti uno specchio per verificare, una certa fatica a respirare, ecc. Ho cercato di rendere queste sensazioni con un’immagine, perché è quello che una persona farebbe. Quando sono capitate a me situazioni imbarazzanti, spesso ho avuto la sensazione di non potermi muovere con agio, proprio come se il sudore avesse preso la consistenza della salsa o della marmellata.
Per altro in tutto il racconto le similitudini si contano sulle dita di una mano sola.

#30 Comment By barbara On 26 dicembre 2007 @ 13:23

Ma che avete contro buffy???
Il racconto è un simil-manga rivolto probabilmente a un pubblico adolescenziale: se voleva essere questo è riuscito, altrimenti no.
Io credo che volesse essere questo, ma continuo a preferirti in veste di critica!
Buon Natale (in ritardo come questo commento)!

#31 Comment By Wyvern On 25 febbraio 2008 @ 19:40

Ciao Gamberetta,
ho scoperto il tuo blog solo di recente, trovandolo interessante e ben scritto. La profondità di analisi è notevole e spesso ho riscontrato una certa affinità con le mie opinioni. Se devo essere onesto quasi non cicredevo quando andando a ritroso nella lettura ho scoperto che avevi solo 17 anni.
Con grande curiosità, e aspettative, ho quindi letto la storia di Laura. Purtroppo non mi ha emozionato. E’ evidente l’attenzione posta in ogni frase, però è tutto un po’ didattico e, soprattutto, i personaggi mancano di profondità. Devo dire che in generale sono concordo con il commento di Zuddas.
Ad attenuare le mie considerazioni il fatto che proprio non è il mio genere, sia per le note divertenti-surreali che a qualcuno hanno ricordato Benni, sia per l’universo culturale a cui si fa riferimento.

Continuerò a leggerti con attenzione e leggerò sicuramente quanto vorrai postare di tuo in futuro.

Grazie

#32 Comment By Tyreal On 12 maggio 2008 @ 18:47

… abbiamo un’amica Laura in comune?!?

#33 Comment By Balena Bianca On 24 agosto 2008 @ 13:53

In questo momento non ci sono i link per leggere.
Intanto, mi sto leggendo tutte le recensioni.
Vorrei mostrarti la scena: una trentenne che ride a tratti, davanti al computer, con suo marito che ogni tanto la guarda perplesso.
Da quello che ho letto finora, e dai commenti qui sopra, mi è venuta una gran voglia di leggere, soprattutto perché dai pochi estratti postati da Nick Truth, credo di capire quello che stai (o stavi) facendo. Questa frase poi:
“Le sembrava la vergogna fosse diventata una sostanza concreta e palpabile,
una sorta di salsa al gusto di peperoncino rosso. Era immersa nella salsa dalla
testa ai piedi.”
è geniale.

#34 Comment By Gamberetta On 24 agosto 2008 @ 16:59

@Balena Bianca. In effetti sono indietrissimo a fare l’editing di questo racconto, ma puoi leggere l’altro:
http://fantasy.gamberi.org/2008/03/20/laura-e-gli-anime/


URL dell'articolo: http://fantasy.gamberi.org/2007/12/14/laura-i-demoni-dell%e2%80%99editoria/

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