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Nascita del Marciume

Pubblicato da Gamberetta il 6 gennaio 2010 @ 21:42 in Comunicazioni,Marciume | 120 Comments

Ho deciso di non occuparmi più di narrativa fantastica italiana. Settimana prossima recensirò Il Silenzio di Lenth (EDIT: recensito), e sarà l’ultima recensione in ambito italiano. Ci ho pensato a lungo e non vale la pena che ci perda altro tempo, così tanto tempo.
Il livello medio del fantasy italiano è spazzatura. E negli ultimi due anni è andata sempre peggio. Oggi, un romanzo orribile quale Nihal della Terra del Vento è a tutti gli effetti uno dei migliori fantasy italiani in circolazione. Senza ironia. Licia Troisi che tanto sbeffeggiavo è tra gli autori più bravi. Questo può dare un’idea di come siamo caduti in basso.

Il fantasy italiano
Il fantasy italiano

Io voglio occuparmi di steampunk e new weird, di centauroidi rettiliani e light novel, mi interessa la tecnica narrativa e il bizzarro. Voglio scrivere le storie che piacciono a me e, se avanza tempo, tradurre i racconti di Cory Doctorow visto che la licenza lo permette. Gli autori italiani c’entrano qualcosa? No, neanche per sbaglio.
Per carità, li capisco: loro non si fanno ingabbiare. Loro sono Artisti e Scrittori, vivono in una dimensione rarefatta dove concetti come “originalità”, “fantasia”, o “tecnica narrativa” non esistono. Loro non scrivono romanzi, loro scrivono Libri con la ‘L’ maiuscola. Sono così gonfi di aria fritta che volano e ascendono al Cielo. Io rimango con i piedi per terra e faccio ciao ciao con la manina.

Tuttavia…

Tuttavia a me non piace neanche l’altro atteggiamento, quello di alzare le spalle, dire: “Siamo in Italia” e lasciar correre. Io sono orgogliosa di essere nata in Italia e non farei cambio con nessun’altra nazione. Mi fa enorme rabbia vedere come siamo ridotti male, almeno nell’ambito che io conosco e che mi interessa. Questo sito è nato proprio in risposta a una situazione di ignoranza e disonestà divenuta intollerabile.
Quando il Premio Urania – forse il più prestigioso premio per la narrativa fantastica in Italia – viene assegnato a un romanzo che più che un libro è una pila di cacca è inutile voltarsi dall’altra parte: la puzza ti raggiunge lo stesso.
Dunque inauguro il Marciume.
Nel Marciume finiranno quegli articoli che la Decenza mi impone di scrivere anche se so in partenza che non servirà a niente. Se fosse già stato attivo il Marciume, lì sarebbe finita l’analisi delle prime pagine di E-Doll, il famigerato vincitore del Premio Urania, oppure la polemica su un certo ponte sopra un fiume con due sponde.
Gli articoli del Marciume saranno rozzi, trattandosi di melma: niente immagini, niente link di approfondimento, e sarò brutale come più mi aggrada. In compenso il Marciume non apparirà in homepage; sarà una sezione separata del sito, come già succede per le Segnalazioni. Infine, non risponderò ai commenti lasciati agli articoli del Marciume, a meno che non siano commenti che dimostrino particolare intelligenza: il tempo è prezioso e non voglio più sprecarlo. Non del tutto.

Uva marcia
Marciume

Le porte del Marciume si spalancano su:

• Due o tre parole su Harry Potter
• Il Manzoni scrive da cani
• Mi piace la spazzatura?
• Copioni
• La qualità di FantasyMagazine, Aggiornamento
• Hai diritto a baciarmi i piedi
• L’importanza di essere simpatici


Approfondimenti:

bandiera IT Gli articoli nella categoria ‘Marciume’
bandiera IT Marciume acido su Wikipedia

 


120 Comments (Mostra | Nascondi)

120 Comments To "Nascita del Marciume"

#1 Comment By Mauro On 6 gennaio 2010 @ 22:15

Nel caso tu legga un libro italiano e questo si riveli meritevole, farai ancora la recensione o la metterai comunque nella nuova sezione (o cos’altro)?

#2 Comment By AryaSnow On 6 gennaio 2010 @ 22:39

Oggi, un romanzo orribile quale Nihal della Terra del Vento è a tutti gli effetti uno dei migliori fantasy italiani in circolazione.

Questo è davvero preoccupante O___o

Ma nemmeno per le feste ci saranno recensioni “belle” di spazzatura? ^___^

#3 Comment By aealith On 6 gennaio 2010 @ 22:57

Reazione comprensibile. Il silenzio dev’essere stata la goccia. Non oso immaginare la reazione se avessi dovuto leggere la Strazzu.
Immagino che nell’improbabile caso uscisse qualcosa di decente in italiano non verrebbe segnalato nel marciume. Tanto dubito che ci sia qualcosa di buono da segnalare nell’immediato.

#4 Comment By Asher^Kunitz On 6 gennaio 2010 @ 23:28

Il silenzio è davvero così orribile? Forse allora sono strano io, a me era piaciucchiato; avrà le sue pecche ma è meno banale di una strazzu o di un ghiro! XD

#5 Comment By GSeck On 6 gennaio 2010 @ 23:59

La Trosi si commuoverà quando leggerà quest’articolo.
Buon anno a tutti, anche al neonato Marciume.

#6 Comment By Gamberetta On 7 gennaio 2010 @ 00:20

@Mauro. Non escludo in linea di principio di recensire altri romanzi italiani se belli. Ma devono essere belli sul serio, belli in assoluto, non belli in rapporto al fantasy italiano.

@AryaSnow. Vedremo Natale prossimo quale sarà il mio umore.

#7 Comment By Elvezio Sciallis On 7 gennaio 2010 @ 00:31

Hai tutta, tutta la mia solidarietà e comprensione.

Non è questione di voltare le spalle o che altro, si tratta da un lato di semplice sopravvivenza (non so da te, ma dalle mie parti il volume delle hate mail è allucinante) e dall’altra di fare quel che più ci piace.
Se in Italia Fantasy e Horror navigano in pessime acque ci si dirige da altre parti, è davvero molto semplice.

Perché dovrei perdere tempo e fegato a parlare di quanto X non sappia dirigere le collane o Y faccia pena come scrittore (ricevendo insulti e minacce) quando appena dietro l’angolo ci sono tonnellate di autori validi?

Fossi pagato potrei rifletterci sopra, ma così no, grazie.

Il 2010 è davvero l’anno del cambio di rotta per quelle poche persone che ancora pensavano a un fantastico diverso e la chiave di volta è appunto in quel “dietro l’angolo”. Ormai, grazie a Internet, non siamo più costretti a subire la scena italiana in quanto tutto il resto del mondo è a distanza di un click, basta un minimo di inglese.

Capisco anche il voler in qualche modo proseguire, anche se a scarto ridotto, ne Il Marciume, hai meno anni e ne hai viste di meno, io oggi come oggi trovo gli stessi meccanismi tremendi di 20 anni fa MA decuplicati in peggio, quindi non inauguro nemmeno il Marciume, ma tu fai bene.

In più eviti anche la pericolosa deriva di eventuali visitatori che vengono qui solo per il sangue, per il flame e l’insulto: si alzerà il livello qualitativo dei romanzi presi in esame e non ci sarà spazio per i facinorosi.

E, per finire, farai comunque comprare meno libri di merda, fosse anche solo una copia in meno, non parlandone.

Molto, molto bene, ottima notizia, vado a nanna felice dopo aver visto una terribile trasposizione cinematografica del già scadente Dolan’s Cadillac, buonanotte!

#8 Comment By il_Fabri On 7 gennaio 2010 @ 00:58

Comprensibile, ad un certo punto la pazienza finisce.
Però dispiace, perchè le recensioni di certe schifezze mi sarebbe piaciuto leggerle.
Capisco però che avere continuamente gente che ti cerca per dirti quant’è bbbbello e lovvoso il romanzo che hanno appena letto e quanto ti odiano sia, tutto sommato, più un fastidio che fonte di divertimento.

#9 Comment By selerian On 7 gennaio 2010 @ 01:57

Io continuo a trovare un’inesauribile divertimento nel leggere e stroncare il fantasy italiano, come facciamo con passione dalle nostre parti. Ma immagino che se uno cercha di fare recensioni interessanti oltre che umoristiche, alla centesima boiata potrebbe anche stufarsi.

Solo una cosa. Come lettore, non capisco cosa me ne dovrebbe fregare dello stato del fantasy nostrano. è questo che mi lascia perplesso nelle discussioni sull’argomento. L’orrrrgoglio di nascita lo lascio volentieri ad altri: non perché l’Italia faccia particolarmente schifo, solo perché non capisco proprio che senso abbia.

Volendo c’è il vantaggio che i libri italiani possiamo leggerli in lingua originale, per cui potrebbero interessarci un filino di più. Ma io leggo senza problemi in inglese, e penso che valga per buona parte della mia generazione – almeno di quelli che sanno leggere in generale. A questo punto, capisco che la situazione possa essere frustrante per chi vorrebbe pubblicare, la vedo meglio per il cammello obeso attraverso la cruna dell’ago che per il manoscritto decente attraverso Piemme. Ma come lettore, che i buoni libri li scrivano in italia, in inghilterra o in canada, sinceramente non me ne potrebbe importare di meno. Ho sul comodino Erikson finito e Mieville in lenta e goduriosa lettura. C’è anche Wunderkind, per quando ho voglia di sghignazzare.

Saluti a tutti.

#10 Comment By zio Gil On 7 gennaio 2010 @ 02:45

Dopo Malpertuis anche Gamberi decide di “rinunciare” agli italiani. Anche un mio amico avido lettore e critico mi ha appena confessato che in tutta la roba italiana che legge non trova un barlume di interesse. Si sta generando un triste zeitgeist.
Ho una discreta ignoranza della produzione italiana (ma pure con quella internazionale non è che io brilli…), l’unica cosa Nazionale che ho letto negli ultimi 5 anni è stato “Pan” di Dimitri, che a dire il vero ho trovato stimolante.

Assumendo che il marciume sia effettivamente quello che qui e altrove viene denunciato, me ne chiedo il perché.
In Italia la gente non sa scrivere?
In Italia si ritiene pubblicabile solo il prodotto banale, medio-basso, purché mercificabile secondo presunti criteri editoriali?
In Italia la gente che sa(prebbe) scrivere è perlopiù inconcludente e perciò non produce nulla di presentabile a un editore (dunque intrinsecamente non sa scrivere)?
Oppure queste e altre cause concorrono a creare un circolo melmoso percui la bassa qualità media non produce un buon terreno per far maturare eventuali talenti?

È vero che bisogna guardare al mondo e non al proprio orticello, che grazie a internet posso scoprire ottima letteratura fantastica e incontrare gente decente con cui discuterne; ma l’Italia resta comunque il posto dove sono nato e vivo, e saperla fantasticamente così malridotta mi scoraggia un po’.

#11 Comment By Elvezio On 7 gennaio 2010 @ 08:59

Non saprei indicarti un preciso perché, Zio Gil.
Non saprei perché non conosco come funziona una casa editrice, non so cosa passi per la testa dei curatori,degli scrittori, degli editori e dei lettori.

Posso limitarmi, questo sì, a fare congetture o a portare, per contro, alcuni esempi concreti.

Una delle congetture è che magari i curatori (parlo principalmente del non-genere horror, che conosco meglio) non seguono/leggono quel che viene pubblicato all’estero e quindi quando scelgono i titoli da tradurre si basano giusto su qualche tipo di hype, vedasi la scadente trilogia zombesca di Wellington.
Oppure gli autori bravi costano di più, ripeto, non so. Non conosco l’editoria, non so.

Quel che credo è che in Italia si verifichino, nell’editoria e nella critica, in piccolo, gli stessi meccanismi della scena politica e sociale ormai marcescente ma che chi è veloce, velocissimo a denunciare il suo disgusto per certi accadimenti nel Paese sia poi altrettanto svelto a far finta di nulla quando ha, da quegli stessi comportamenti devianti, qualcosa da guadagnarci in ambito editoriale.

Questione di mentalità da parte dei vari settori, credo.
Posso fare uno o due esempi non facendo nomi.
Qualche anno fa ebbi la fortuna di tradurre alcuni racconti di autori statunitensi molto affermati. Questi mi avevano concesso l’uso gratuito una tantum di un loro racconto e già la direbbe lunga. Alcuni di questi racconti non vennero poi pubblicati e pazienza, progetto abortito, grande esperienza comunque.
Con due di questi osai muovere alcune annotazioni e suggerire possibili migliorie ai racconti. Non so perché ci provai, forse perché non avevo nulla da perdere.
Risultato?
Grasse risate da parte loro, totale approvazione degli interventi suggeriti, tutti felici e contenti.

Qui in Italia invece mi è capitato di lavorare su decine e decine di racconti di esordienti o semi-pro.
Con le dovute e ovvie eccezioni 8che però rimangono tali) la regola era che se gli facevo notare che ha si scrive con l’h ricevevo, quando andava bene, il commento standard: “non capisci niente, cerchi il Canone e l’Accademia ma l’Arte non si può imbrigliare, il talento soffre le regole e poi chi cazzo sei tu, hai pubblicato roba per osare farmi notare queste cose? Perché vuoi cambiarmi, cambiare il MIO racconto, hai di sicuro qualche bastardo guadagno personale”.

E nel riportare il concetto, ti assicuro, sono stato garbato.

Stesse cose quando muovevo critiche a qualsiasi tipo di progetto o realtà.
Arrivati alle minacce (anche legali), alle hate mail fra l’altro scritte in modo terribile, con metodi mafiosi che non intendo raccontare, ho detto basta.

In base alla mia esperienza (ma, appunto, rimane esperienza personale, non so se corrisponda alla media) all’estero la scrittura e la critica (e, per Cthulhu, la lettura) sono vissute in modo più professionale e leggero, critico e sportivo di quanto avvenga purtroppo qui.

A fronte di queste personali constatazioni, non avendo ormai più tempo da perdere e volendo leggere roba buona, emigrare è un obbligo. Lo è ancora di più anche perché, come ha fatto notare Selerian, ormai tutto il mondo è lì sul comodino, l’Italia da nazione è diventata un piccolo quartiere e se non potrò mai più visitare un piccolo quartiere di Milano perché tirano pietre dalle finestre bé, amen, me ne farò una ragione a fronte di poter girovagare per l’intera città.

#12 Comment By Luigi On 7 gennaio 2010 @ 09:25

Questo articolo mi ha dato una grande tristezza.
La cosa peggiore è che Gamberetta ha ragione, la vita è troppo breve per occuparsi della mediocrità.
Ma davvero la letteratura fantastica non è nelle capacità degli italiani?
Spero di no, desidero credere che vi siano centinaia di ottimi manoscritti chiusi nei cassetti dei nostri futuri scrittori.
Il problema è: li potremo mai leggere?

#13 Comment By Sophitia On 7 gennaio 2010 @ 10:20

Grazie al tuo blog io mi sento un po’ più cresciuta e un po’ più critica come lettrice fantasy (non posso dire come scrittrice perchè non mi interessa scrivere) perciò comunque vada, nel mio piccolo ti ringrazio.

#14 Comment By Okamis On 7 gennaio 2010 @ 11:06

Per quanto mi riguarda, non mi cambia molto questo leggero cambio di direzione. A me, sinceramente, che un romanzo sia italiano, inglese, cingalese o austro-finno-ungarico non importa molto. M’importa che il libro sia buono. E visto che, in buona parte, mi trovo in sintonia con i gusti di Gamberetta, preferisco di gran lunga che su questi lidi si dia maggiore spazio alla buona narrativa (che esiste, grazie al cielo!) piuttosto che agli scribacchini.

#15 Comment By Gamberetta On 7 gennaio 2010 @ 11:51

@Sophitia. Non è che chiudo il blog. Ci saranno ancora gli articoli sui Manuali e recensione di romanzi, solo non saranno romanzi scritti da italiani. In fondo già l’anno scorso avevo ridotto tantissimo le recensioni degli italiani, non mi sembra che dopo tutto siano mancante a nessuno.

@zio Gil. Perché in Italia le cose vanno come vanno.
Ci sono un paio di problemi contingenti.
Il grande successo della Troisi e anche le vendite più che buone della Strazzu o del Ghirardi hanno dimostrato due cose:
1) Se c’era esterofilia nel pubblico italiano adesso è sparita o quasi. Gli autori italiani vendono tanto quanto quelli stranieri, se non di più. Con il vantaggio che non devi acquistare i diritti e non devi tradurre.
2) La qualità del testo non ha importanza. A un livello che non credo si fosse mai visto (per quanto una Stephanie Meyer scriva male, non mi vengono in mente più di 2-3 autori italiani di fantastico che scrivono sicuramente meglio).
Date queste premesse viene naturale che le librerie vengano invase dalla spazzatura. Così si crea il circolo vizioso: se leggi spazzatura, quando ti viene voglia di scrivere, finirai con lo scrivere altra spazzatura.

D’altra parte questo agli editori non interessa. Né interessa tenersi il pubblico, non gliene frega niente se una persona dotata di un minimo di gusto dopo un romanzo della Troisi non compra mai più fantasy in vita sua. Come ha spiegato Dazieri in un’intervista, loro si rivolgono al pubblico che non frequenta abitualmente le librerie. In altri termini, avranno fatto i loro calcoli e scoperto che basta fregare gli sprovveduti una volta.

L’altro problema è che non esiste una critica. A leccare ci sono solo vantaggi, a criticare vai incontro a ogni genere di rogna (dalle minacce di morte al fatto che avrai problemi a pubblicare se hai questo genere di aspirazioni).
E non solo a livello di Internet e di piccoli editori. Valerio Evangelisti non ha problemi a dire che Ethlinn. La Dea Nascosta è “un intreccio complesso ma avvincente e plausibile, che trascina in un mondo fantastico reso reale dalla coerenza con cui è dipinto. Anche il genere fantasy, in Italia, entra nell’età adulta.”
Ethlinn ho provato a leggerlo: è noioso in maniera allucinante, è uno dei pochi romanzi che non sono mai riuscita a finire. Però per Evangelisti è “avvincente e plausibile”. Ora, ci sarebbe dovuto essere un coro del genere: “Evangelisti piantala di dire stronzate!” Io non l’ho sentito.
Ed è un esempio fra mille.

Un altro problema, più generale, è lo stesso che rilevava Elvezio: da noi c’è il concetto che la narrativa è Arte. E come tale non giudicabile, non misurabile, sacra. Filosoficamente parlando può essere una posizione sostenibile, all’atto pratico con questo atteggiamento non si impara mai a scrivere.
Ma è importante? Viste le considerazioni precedenti, puoi essere pubblicato e ammirato anche se scrivi da cani, dunque perché migliorare?

Poi io non so come vada negli altri paesi, sta di fatto che non molto tempo fa stavo leggendo una raccolta di racconti con la miglior fantascienza del 2007 e l’antologia si apriva con una racconto di una scrittrice finlandese (Finlandia, popolazione: 5.180.000 abitanti). Racconto il cui contenuto può piacere o meno, ma che era scritto molto bene. A un livello che qui non raggiunge nessuno o quasi.
Ovviamente nell’antologia di italiani non ce n’erano. Sarà perché all’estero sono razzisti.

#16 Comment By Gweniver On 7 gennaio 2010 @ 14:03

Ciao Gamberetta,
anche se frequento questo blog da poco tempo devo ammettere che mi aspettavo un post del genere.
Condivido la valutazione generale della fantasy italiana, però credo che sei prevenuta nel giudizio. Mi sono infatti convinto che la fantasy (intesa come sword & sorcery) non sia propriamente di tuo gusto.
Il mio sospetto viene confermato, fra le altre cose, anche dall’aver detto “Nihal della terra del vento è uno dei migliori”…
Il libro della Troisi non sarebbe uno dei migliori neppure se fosse l’unico. Ora, io non conosco la fantasy italiana così bene, ma trovo che, per fare l’esempio di un romanzo recensito su questo blog, “L’acchiapparatti di Tilos” sia di gran lunga migliore di Nihal e che non meriterebbe affatto di finire nel “Marciume”.
In altre parole, le recensioni “tirate via” sminuirebbero solo il tuo blog e, per me, faresti prima a non scriverle affatto.
Dai, non vorrai davvero toglierci il divertimento?
:-)

#17 Comment By cate On 7 gennaio 2010 @ 15:02

Era ora.
Le stroncature sono divertenti ma temo servano davvero a poco.
Invece che aspettare il miracolo italiano – che arriverà indipendentemente dall’impegno che ci metti nel recensire tutto il recensibile – preferisco leggere di libri più bilanciati. L’offerta è vasta e i buoni consigli sono sempre una manna.
Non so chi legga il fantasy italiano. Io me ne tengo ben lontana. Mi sono avvicinata al blog in cerca di consigli di lettura ma all’inizio, a parte qualche risata, non ho trovato un granchè. Poi spulciando…
Scrivi di ciò che leggi e leggi cose almeno ti potrebbero piacere (il masochismo ha un limite). Le stroncature ci saranno lo stesso.

#18 Comment By Marcello On 7 gennaio 2010 @ 16:04

Grandissima.
Io e il collega Valerio ti seguiamo da un po’.
Ancora, grandissima.

#19 Comment By Angra On 7 gennaio 2010 @ 17:22

E negli ultimi due anni è andata sempre peggio. Oggi, un romanzo orribile quale Nihal della Terra del Vento è a tutti gli effetti uno dei migliori fantasy italiani in circolazione.

Non riesco a immaginare cosa sarà fra altri due o tre anni.

#20 Comment By Sonia_Lilith On 7 gennaio 2010 @ 17:30

E’ da un po’ che non commentavo, anche se leggo tutti gli articoli del blog. Non posso che essere d’accordo con te, Gamberetta.
Ormai in Italia siamo a livelli indecenti non solo per quanto riguarda il fantasy, ma anche per molti altri generi. L’ultimo libro italiano che ho letto è stato il premio Strega 2009, un vero schifo, è quasi meglio la Troisi!
In bocca al lupo per tutto, hai il mio totale appoggio!

#21 Comment By Ayame On 7 gennaio 2010 @ 18:09

E’ una buona scelta, considerati i pro e i contro. I pro li hai già elencati: i contro è che una voce forte che vada controcorrente relativamente alle porcate che vengono spacciate come meravillliose da millemila siti/blog/forum/persone/finti critici servirebbe sempre.
Ma tu hai già dato, che siano quelli di Massacri Fantasy a raccogliere il tuo testimone, ora ;)

Per quanto riguarda la pubblicazione di porcate, penso che nei prossimi anni le cose verranno grandemente rivoluzionate. Ma grandemente, gli editori italiani non sono in grado di stare al passo coi tempi; sono gestiti da matusalemmi che non capiscono un’acca di internet, persino i quarantenni sono mentalmente vecchi (ne ho avuto una prova).
L’editore dovrebbe essere un filtro per la qualità: nel fantasy italiano, da quanto ho letto io, si salvano solo Montag (sì, Montag XD) e Edizioni XII. Fine.

Speriamo in un avvenire più roseo.

#22 Comment By Venzo On 7 gennaio 2010 @ 19:19

cmq questo cambiamento nel sito si era gia notato… personalmente apprezzo molto di piu’ gli articoli sui manuali, che le recensioni (si e’ capito che a gamberetta i fantasy a sfondo medievale non piacciono al di la che questi siano belli o brutti)

e’ giusto pero’ rincorrere cio’ che piu’ ci piace… nn smettero’ mai di dirlo il fantasy e’ vasto, c’e’ chi apprezza lo steam, chi l’urban, l’epic, ecc… personalmente il new weird non lo conosco mi sapreste dire un romanzo new weird affermato?

#23 Comment By Dalamar84 On 7 gennaio 2010 @ 19:52

Leggere questi articoli fa passare la voglia di… leggere.
Ingenuo io che non pensavo esistessero realtà di flames persino sul fantasy italiano, ma addirittura blogs di stroncatori professionisti vari con tanto di fans?
Forse è la “critica” ad essere troppo feroce?
O sarà il solito, vecchio, banale giochino all’italiana di chi sa solo criticare ma a conti fatti non si mette in gioco, timoroso di ricevere lo stesso aspro giudizio?

Ah no ma qui c’è la roba forte, quella dei pro.. ^_-

#24 Comment By Gamberetta On 7 gennaio 2010 @ 20:25

@Venzo. Se leggi in inglese, leggi i romanzi di Jeff Vandermeer, The Iron Dragon’s Daughter e The Dragons of Babel di Swanwick, The Year of Our War della Swainston. E poi c’è l’antologia The New Weird appena segnalata. In fondo a quell’antologia c’è un elenco di romanzi consigliati, ne ho già parlato in questo commento.

In italiano c’è la trilogia di Miéville – Perdido Street Station, La città della navi, Il treno degli dei –, Cuore d’Acciaio di Swanwick, Il raccoglitore di anime e Il Dio delle Nebbie di Alan Campbell.

#25 Comment By selerian On 7 gennaio 2010 @ 20:27

@ Dalamar:

Essendo qui, immagino che la domanda sia rivolta sostanzialmente a Gamberetta. Ma facendo parte con orgoglio della schiera di critici dilettanti che fanno solo recensioni negative, rispondo pure io.

Non ho mai capito che male potrebbe fare una critica troppo feroce. Immagino sia la gemella sghignazzante della terribile “troppa libertà di stampa” evocata dal mio psiconano preferito.

Se un libro è bello, una critica onesta – non importa quanto kattiva – non riuscirà mai ad affossarlo. Puoi passare la vita a stroncarmi Erikson e Mieville, ma se non falsifichi i dati continueranno a piacermi. E interverrò in loro difesa, come per me meritano, con argomentazioni valide. E Kattive, già che ci siamo, che non guasta mai.

Se un libro è brutto, e la critica dice “mah, l’autore è giovane, può migliorare, dopotutto è arte, è fentasi!”, si fa una truffa. Una truffa al lettore, cui non vengono forniti elementi utili a decidere in anticipo se comprare o no il libro. Le montagne di incongruenze logiche tenute insieme dalle profezie dell’oscuro signore vi piacciono? Bene! Ma prima di comprare il libro, vorrei leggere “questa è una montagna di incongruenze logiche con personaggi A4 e storia priva del minimo significato, con cattivi che lasciano bigliettini minacciosi scritti in viola”, e non “il folgorante esordio di una scrittrice 17enne che rompe i canoni del fantasy, ci mostra il conflitto interiore insito in tutti noi e salva le balene”.

Inoltre non mi sembra che ci sia una maggioranza schiacciante di recensioni negative, sul web. Prendi Wunderkind. Piaccia o non piacca, a livello logico è UN DISASTRO. Una cosa inguardabile. Sul piano stilistico, l’autore non descrive mai niente in modo preciso. Togliete pure “in modo preciso”. Fa solo considerazioni vaghe. Prova a googlare “Wunderkind”, e prova a vedere quante recensioni ti informano di questi difetti. Poi conta quelle che non te lo dicono, e si limitano a spiegare quando innovativo, brillante, grondante di significato, allegorico, New Italian Epico e patinato è questo libro. Ripeti il giochino per Licia Troisi, se vuoi – già per orrori degli abissi quali la Strazzulla il conto pareggia un poco. Ti sembra che quelle negative siano in maggioranza? Difficile sostenere che la critica sia troppo feroce, a questo punto.

Infine, mi diverte sempre notare come nessuno – fan, autore, editori, troll letterati o difensori del buon fantasy italiano – si degni mai di rispondere a quelle recensioni, se non criticandone i toni, la provenienza o simili.

O sarà il solito, vecchio, banale giochino all’italiana di chi sa solo criticare ma a conti fatti non si mette in gioco, timoroso di ricevere lo stesso aspro giudizio?

Non c’è nessun legame logico fra l’esporre le proprie opere e il criticare quelle altrui. Non devo essere più bravo di qualcuno per poterlo analizzare, nella misura in cui a nessun arbitro olimpico è richiesto di correre più in fretta degli atleti per prendere loro il tempo. Mi ricorda uno dei capolavori di GL: “se rispondessi alle critiche dovrei difendere il libro, QUINDI non lo faccio”. Eh? Sono stufo di rispondere a sequenze di frasi slegate come se avessero senso.

Saluti a tutti!

P.S.: Eco dixit, “solo i peggiori fans dei barbarismi fanno il plurale delle parole straniere” ;-D

#26 Comment By Anna On 7 gennaio 2010 @ 20:32

A me non importa se a scrivere un libro è stato un giapponese o un finlandese o un
inglese… Però penso che con le traduzioni si perda molto dell’orginale, per non parlare di quelle, per esempio, che dal Giapponese prima vengono tradotte in Inglese e poi, dall’Inglese, all’Italiano.
E sono pronta a scommettere che la maggior parte dei libri che verranno recensiti sarà disponibile solo in Inglese, o che la traduzione in italiano faccia schifo.
E per quanti passi avanti ho fatto con questa lingua molte cose ancora non le capisco, quindi ci saranno libri che morirò dalla voglia di leggere senza poterlo fare!
Ma questo mi succede anche adesso…

Le ultime storie fantasy che ho letto o “visto” e che mi sono piaciute sono soprattutto giapponesi, quidni spero che esca la recensione di qualche light novel.

#27 Comment By Dalamar84 On 7 gennaio 2010 @ 21:09

Caro Selerian.. o cara?
Vabbeh non importa.

*risatine in studio*
Scusa, ma sai come tu hai concluso con una frecciatina sciocca (stupidi stranieri coi loro plurali, no?) è più che giusto che io riapra con qualcosa di simile..
Guarda, su Wunderkind non posso esprimere un parere perchè non l’ho letto, cosa che ho fatto invece con qualche recensione (tra qui quella di Gamberetta) e rispettive contro-recensioni, mah.. peggio di una riunione di condominio.
A parte ciò sembra che tu non abbia capito il mio messaggio, allora te lo riscrivo volentieri in altri termini:
non trovi che sia fin troppo facile dire “merda qui merda là” così, modi dilettanti allo sbaraglio?
Perchè ti dirò, pare che per valutare un lavoro o un’opera una persona dovrebbe capirci qualcosa, dovrebbe saperne qualcosa.. e dovrebbe essere anche una persona che ha fatto qualcosa.
Metteresti mai un salumiere a controllare il lavoro di un muratore?
O faresti mai valutare un quadro da un panettiere? (per i precisini: ho scritto VALUTARE, non APPREZZARE ;) )
Per carità, Gamberetta è sicuramente una persona colta.. e lo dico con sincerità!
Si legge una valanga di libri, che siano particolari o noiosi, è da apprezzare perchè si vede che le piace..
Tuttavia l’opinione di Gamberetta non è la Legge, seppur molto simpatica non mi trovo d’accordo con il suo articolo e certe volte eccede a cercare il pelo nell’uovo in libri che in fondo, andrebbero presi con molta più leggerezza.
Un esempio?
Il libro della Strallu.. sì dai, la scena in cui mogli e bambini prendono gli archi e iniziano a tirare frecce sui nemici!
Io posso capire che nella realtà le cose non funzionano proprio così, che un bambino non potrà mai tendere un arco con facilità ecc. ecc..
O quella dei denti degli elfi, che non è umanamente possibile che abbiano denti bianchi e dritti bla bla…
Dai, se ci spariamo le pippe su ste cose non ci si gode manco la lettura! :P

Take it easyyyy

#28 Comment By Tyreal On 7 gennaio 2010 @ 21:23

Di solito detesto estrapolare una singola frase dl proprio contesto, però…

“Metteresti mai un salumiere a controllare il lavoro di un muratore?”

Si, perché un salumiere avrà la sua casa, costruita da un muratore. E se l’intonaco si stacca, il tetto scricchiola e i muri sono storti, il salumiere si renderà conto da solo che la sua casa è fatta male, anche se non sa usare il teodolite.
Che il lettore sia un uomo comune o un plurilaureato, una grossa incongurenza in un romanzo resterà comunque tale.

#29 Comment By Arha On 7 gennaio 2010 @ 21:51

@dalamar

Take it easy STA’ CEPPA.
Io odio leggere in inglese, mi fa incazzare fino allo stordimento avere la Feltrinelli piena di SPAZZATURA e non riuscire a trovare “Nove principi in Ambra” manco a pagarlo il triplo.
Per me il fantasy è una cosa seria, e gli elfi tutti uguali stampati con le formine del didò o i bambini di 4 anni che tirano con l’arco irridono una cosa che amo da quando mio padre mi mise in mano a 7 anni “Il mago di Earthsea”. I libri possono essere presi seriamente o con leggerezza, ma non andrebbero nemmeno stampati, se scritti MALE. Riempire le librerie di ciarpame “perchè tanto è fantasy” è un insulto. Ovviamente questo non lo capisci…se sei felice così corri pure a comprarti la tua copia di “Brian di BoscoPlaymate”, e tranquillo, le critiche di Gamberetta non te ne priveranno sicuramente.

@ Gamberetta

Sinceramente, le tue critiche alle rumente italiote mi mancheranno, ma io sono tra quelli che hanno pietà di te, e ai sondaggi natalizi ho sempre votato il “meno peggio”…insomma, meglio per tutti se trovi manuali e libri meritevoli da recensire.

#30 Comment By Gamberetta On 7 gennaio 2010 @ 22:28

@Arha.

Io odio leggere in inglese, mi fa incazzare fino allo stordimento avere la Feltrinelli piena di SPAZZATURA e non riuscire a trovare “Nove principi in Ambra” manco a pagarlo il triplo.

Lo puoi trovare in italiano su emule cercando:
eBook.ITA.876.Roger.Zelazny.Nove.Principi.In.Ambra.(doc.lit.pdf.rtf).[Hyps].rar (1.302.412 bytes)
Con al momento 9 fonti complete.

#31 Comment By Dalamar84 On 8 gennaio 2010 @ 00:22

@Tyreal:

Sì vabbeh.. il mio esempio era rivolto ad altri dettagli, non a stranezze palesi..

@Arha:

Ti commenti da solo.. sei fuso amico :)

@Gamberetta:
Spero che recensirai il secondo libro della Stralluz.. Scommetto che mi strapperai un sorriso :D

#32 Comment By WordSmuggler On 8 gennaio 2010 @ 09:58

@Dalamar:

Metteresti mai un salumiere a controllare il lavoro di un muratore?
O faresti mai valutare un quadro da un panettiere? (per i precisini: ho scritto VALUTARE, non APPREZZARE ;) )

Dipende da cosa fanno per hobby il salumiere e il panettiere. Se il panettiere passa tutto il tempo che ha fuori dal forno a leggere trattati sull’arte figurativa e visitare musei, altroché se glielo faccio valutare.

Volendo proporre una contrometafora: tutti i sommelier sono viticoltori e vinai? Non mi risulta sia un requisito.

#33 Comment By Diarista incostante On 8 gennaio 2010 @ 10:30

Il libro della Strallu.. sì dai, la scena in cui mogli e bambini prendono gli archi e iniziano a tirare frecce sui nemici!
Io posso capire che nella realtà le cose non funzionano proprio così, che un bambino non potrà mai tendere un arco con facilità ecc. ecc..
O quella dei denti degli elfi, che non è umanamente possibile che abbiano denti bianchi e dritti bla bla…
Dai, se ci spariamo le pippe su ste cose non ci si gode manco la lettura! :P

Ma perchè a intervalli regolari devono saltare fuori queste frasi qui? Perchè non leggete i commenti qui e là per un po’ di tempo prima di commentare a vostra volta?

Godersi la lettura non significa passare sopra alla sciatteria. Scrivere storie fantastiche non significa poter fare le cose un tanto al chilo, perchè tanto chi se ne frega.

Un esempio. L’autrice delle favolette di boscodirovo, Jill Barklem, ha impiegato 5 anni a fare le ricerche per le sue storie per bambini (bambini piccoli, quindi non in grado di discernere sul serio cos’è realistico da cosa non lo è) perchè voleva che la società fittizia dei topi di cui raccontava le vicende (molto semplici) fosse il più possibile plausibile. Quando disegnava gli spaccati delle loro case scavate negli alberi, tutti i dettagli dovevano avere un concreto perchè, e i marchingegni (dei mulini o dei laboratori di tessitura o dei raccoglitori di sale ecc.) dovevano essere il più possibile credibili.

Date le storie che ha scritto e illustrato, i suoi lettori hanno in media 5-6 anni. Eppure lei si è data la pena non indifferente di creare una società di topi che fosse credibile “a fondo perso”. Anche dal punto di vista botanico e naturalistico le illustrazioni sono realistiche al 100%. E l’abbigliamento dei topi ricalca molto bene quello della società rurale inglese dell’800-900.

Lei si è data davvero tanto da fare perchè è giusto darsi da fare, perchè quando scrivi (e disegni nel suo caso) lo devi fare bene. Altrimenti cosa lo fai a fare? Dov’è il gusto di scrivere prima e quello di farsi leggere dopo?
Se invece quando scrivi o disegni lo fai male, poi ti devi anche prendere su le critiche di chi te lo fa notare e star zitto. E che tu e altri 100 sempliciotti venuti qui prima di te pensiate che invece bisogna prendersela comoda (e take it easy, be happy! Sì. Leggiti La Bolla di Curzio Maltese, e capirai come la penso io del tuo e di molti altri take it easy) fa solo ridere oppure spazientisce.

Vuoi leggere fantasy mal fatto? Fai, sono i tuoi soldi, i tuoi gusti, il tuo tempo, e ci mancherebbe. Però non pretendere che anche gli altri facciano come te, non venir qui a dire “eh, ma dai, ma prendetevela comoda, ma cos’è tutta questa intransigenza, basta chiudere un occhio e diventa tutto bellisssimo!”.

@gamberetta
Sono contenta del cambio di rotta. A me delle rece non è che me ne freghi chissà cosa, preferisco i manuali o i consigli di lettura. Spero che ci sarà spazio per valutare storie anche un po’ meno weird di quelle che piacciono a te, perchè a me il superbizzarro non è che mi faccia impazzire, ma già il fatto che ti orienti anche verso lo steampunk mi vede concorde al 100%.

#34 Comment By Ste On 8 gennaio 2010 @ 10:41

Cara Dalamar84
Ti sei tirato la zappa sui piedi pensando di fare l’intelligente.
I lavoro dei muratori viene controllato da geometri e architetti che non hanno mai messo un mattone sopra l’altro, il lavoro dei pittori viene “criticato” da chi non ha mai preso in mano un pennello, passiamo allo sport? Quantio giornalisti sportivi praticano lo sport di cui scrivono? Forse solo nello sci
Quindi per quale arcano motivo solo uno scrittore (e per qule motivo si definisce scrittore solo chi viene pubblicato?) può criticare un libro?
Tu critichi un critico… hai pubblicato qualcosa? Hai recensito libri a livello internazionale? Cosa sei?
Ma sopratutto perchè tutti questi paletti cadono se invece di dire “Il Sole verde di Helm è una cagata pazzesca” si dice “il sole verde di Helm è un capolavoro immortale degno di Dante?”

#35 Comment By francesca On 8 gennaio 2010 @ 11:03

Come ha spiegato Dazieri in un’intervista, loro si rivolgono al pubblico che non frequenta abitualmente le librerie. In altri termini, avranno fatto i loro calcoli e scoperto che basta fregare gli sprovveduti una volta.

Temo che non sia proprio così. Penso piuttosto che un adolescente che non ha letto mai un libro decente in vita sua, o anche senza il decente, leggendo la nuova rivelazione di turno, che sia di fantasy o altro (vedi alla voce Moccia) non si senta fregato, ma rimanga soddisfatto, coinvolto, emozionato ecc. Così cercherà poi altro materiale simile (da cui la proliferazione delle trilogie). Magari uno su 10 finirà per scoprire gradualmente che c’è di meglio, ma presumibilmente molti invece continueranno a voler leggere cose così. E’ proprio la conquista e fidelizzazione di una nuova fetta di mercato il punto: dopo Narnia, Harry Potter ecc. gli editori italiani hanno scoperto che anche i giovani possono comprare libri, che anche i libri possono essere resi oggetto di culto come altri prodotti per ragazzini: musica, film, serial, videogiochi…. E in più con la benedizione (finanziaria) dei genitori (“purchè legga”).
L’astuzia è proprio voler agganciare persone che non hanno mai letto: io da ragazzina non mi sarei resa conto che un libro era “scritto male”. Però, abituata a Salgari e London, e poi King e Dylan Dog, mi piaceva Marion Zimmer Bradley, che non è Dostojewski, ma dubito che una Troisi, o romanzi così dilettanteschi e poco curati mi avrebbero mai “agganciato”…se vedi uno di quelle vecchie produzioni cinematografiche dove i sassi sono palesemente di polistirolo e un paio di antichi romani hanno l’orologio al polso, se non hai mai visto un film in vita tua magari ti piace un kasino.

#36 Comment By francesca On 8 gennaio 2010 @ 11:31

Dai, se ci spariamo le pippe su ste cose non ci si gode manco la lettura!

…è questo il punto, se sei abituato a leggere cose buone, quando hai tra le mani un libro con questo generer di superficialità o errori non riesci a godere affatto. E tantomeno riesci a chiudere un occhio, anzi, ti innervosisci. Immagina di guardare E.R. arriva un paziente in barella. Il medico: Presto, è malato, dategli un po’ di quella polverina gialla, e poi fategli prendere la scossa!
Invece di: Paziente bradicardico, 20 cc di epinefrina intramuscolo e defibrillate!
Magari non sei un medico (nenach’io, penso si capisca) però sentire i dottori parlare in modo così poco realistico ti farebbe ridere, non riuscirebbe certo a coinvolgerti nella scena. E poi ci sono anche medici che guardano i serial, e arcieri che leggono i lbri, insomma la scena deve tenere per tutti i possibili lettori.

#37 Comment By Arha On 8 gennaio 2010 @ 11:36

@ Gamberetta

Grazie, alla fine ho trovato su Anobii un collezionista di libri che me lo ha procurato, per 4 euro, assieme a dei vecchi urania a cui ero affezionata da bimba e che poi purtroppo ho perso.

Alcuni libri mi piace comprarli, anche per prestarli ai miei amici con gravi deficienze informatiche.

L’hai poi aperto il tuo paypal?

#38 Comment By Dalamar84 On 8 gennaio 2010 @ 13:47

Ah ma stavate ancora a rispondermi?

Rispondo giusto a Ste che vuole fare quello che ne sa una più del diavolo: i geometri STUDIANO per VALUTARE…
Ah ma credo che tu viva nel Mondo Emerso dove tutto è più o meno dato per scontato e dove l’attenzione vacilla un po’ (sì, se solo tu avessi letto il mio post come un post e non come un libro fantasy italiano..).
Pure Wordsmuggler merita una risposta: sì e se il panettiere è daltonico siamo fregati. E comunque riallaccio alla risposta data all’amico Ste, visto che non ho messo in dubbio la cultura di Gamberetta (sicuramente maggiore della mia) ma il suo giudizio divino: la gambera ne sa, ma non tutto ciò che scrive è Il Verbo :P

@ Francesca: sì hai ragione, io intendevo casi un po’ più spiccioli!
Cioè è davvero sindacabile che un elfo di 300 anni abbia i denti bianchi? Scommetto che se il resto del libro fosse decente (o se l’autrice non fosse l’ennesima “fantasy-sta italiana”? Hmm), dettagli come quello nemmeno si sarebbero notati ^_^

#39 Comment By Gamberetta On 8 gennaio 2010 @ 14:05

@Arha.

L’hai poi aperto il tuo paypal?

Non ancora.

#40 Comment By Diss On 8 gennaio 2010 @ 14:35

Tutti voi… siete patetici. Gente pseudo acculturata, che forte di qualche nozione, scrive righe e righe non per denunciare dei fatti, ma soltanto per autocelebrarsi.

“Questo sito è nato proprio in risposta a una situazione di ignoranza e disonestà divenuta intollerabile.”

Già questa frase, nella sua semplicità, dimostra quale sia l’intento principe di questo blog. E chi ti da torto, non è da meno.

Sì, lo so anche io che il fantasy italiano è ripugnante, così come lo può essere molta musica italiana. Ma io non ho aperto un blog con il falso intento di “fare informazione”. Perchè?

Tu, Gamberetta, non hai capito niente di cosa sia la società, nè di come funzioni l’industria. E in questo tuo non capire, sei terribilmente mediocre. Continuerai a sbattere i piedi per terra, triste di come il successo non funzioni in proporzione alla tua scala di valori… per te è così importante, dopotutto, la situazione “culturale” italiana…

L’unico commento adeguato è “Adventavit asinus, pulcher et fortissimus.”

#41 Comment By Tapiroulant On 8 gennaio 2010 @ 15:21

@Diss:

Tutti voi… siete patetici. Gente pseudo acculturata, che forte di qualche nozione, scrive righe e righe non per denunciare dei fatti, ma soltanto per autocelebrarsi.

Tu non hai forse scritto questo commento con la stessa intenzione?

Comunque mi piacerebbe sapere quale sia la tua visione della società e dell’industria, e quali siano, secondo te (sempre che tu le contempli) le possibilità d’intervento.

#42 Comment By Mauro On 8 gennaio 2010 @ 15:39

Diss

Sì, lo so anche io che il fantasy italiano è ripugnante, così come lo può essere molta musica italiana. Ma io non ho aperto un blog con il falso intento di “fare informazione”. Perchè?

Perché non ti interessava, magari; quello che invece chiederei io è su che basi decidi che le intenzioni dichiarate sono false.

#43 Comment By Alarion On 8 gennaio 2010 @ 16:30

@Elvezio. L’Italia potrà esserlo dal punto di vista della narrativa fantasy o dell’editoria, ma non generalizziamo ad ogni ambito della vita sociale. Ha delle eccellenze per cui proprio non conviene emigrare. Se gli italiani amano leggere letteratura fantasy schifosa, meritano che sia pubblicata in continuazione roba di questa qualità. Lo so, è tristissimo, ma è giusto che sia così. Dopotutto è il fantasy, l’Italia non crollerà senza di esso (senza un fantasy di qualità).

#44 Comment By Charblaze On 8 gennaio 2010 @ 17:11

@Diss:

Tutti voi… siete patetici. Gente pseudo acculturata, che forte di qualche nozione, scrive righe e righe non per denunciare dei fatti, ma soltanto per autocelebrarsi.

Non è patetico prendersela con ciò che si ritiene patetico?

“Questo sito è nato proprio in risposta a una situazione di ignoranza e disonestà divenuta intollerabile.”

Già questa frase, nella sua semplicità, dimostra quale sia l’intento principe di questo blog. E chi ti da torto, non è da meno.

Hei! Tu ci stai dando torto, quindi non sei da meno di noi! Visto che avevo ragione sopra, ti stai dando del patetico da solo! XD

Sì, lo so anche io che il fantasy italiano è ripugnante, così come lo può essere molta musica italiana. Ma io non ho aperto un blog con il falso intento di “fare informazione”. Perchè?

Concordo sulla musica italiana, ma se non sai dire tu le tue ragioni… ?_?

Tu, Gamberetta, non hai capito niente di cosa sia la società, nè di come funzioni l’industria. E in questo tuo non capire, sei terribilmente mediocre. Continuerai a sbattere i piedi per terra, triste di come il successo non funzioni in proporzione alla tua scala di valori… per te è così importante, dopotutto, la situazione “culturale” italiana…

Se Gamberetta avesse avuto come obbiettivi unicamente gloria, fama e approvazione avrebbe seguito semplicemente la corrente senza prendersi tutto questo disturbo.

L’unico commento adeguato è “Adventavit asinus, pulcher et fortissimus.”

Qualcuno può illuminarmi sul significato di questa frase in latino?

#45 Comment By selerian On 8 gennaio 2010 @ 18:17

@ Dalamar:

Caro Selerian.. o cara?
Vabbeh non importa.

*risatine in studio*
Scusa, ma sai come tu hai concluso con una frecciatina sciocca (stupidi stranieri coi loro plurali, no?) è più che giusto che io riapra con qualcosa di simile..

A volte mi sento diversamente ironico. Dov’è la battuta? Dal mio nick non si capisce il mio sesso, è ovvio. Sono un ragazzo, comunque.

Alla domanda “che titolo avete voi per criticare altri?” mi rifiuto di rispondere. Mi spiace, non hai il titolo adatto a chiederlo.

@ Diss: La situazione sociale e industriale dell’Italia? Secondo me dovresti tener conto dell’importante influsso delle macchie solari, e non si può trascurare in modo così superficiale lo statuto Albertino quando si fanno critiche a un blog.

Davvero. Che glie ne frega, a Gamberetta e a chi legge questo sito, della situazione sociale e industriale? Noi parliamo di libri, al limite dell’onestà di editori che li pubblicano. Se poi i libri ultimamente vadano più che altro come materiale di costruzione da zattere, o se essere onesti non sia particolarmente utile in questa nazione, non ce ne potrebbe fregare di meno. E detto per inciso, sono convinto che se una casa editrice puntasse sulla qualità e sulla modernità, il ritorno economico ci sarebbe. Ma se anche così non fosse, questo non mi impedirebbe di dire che “nihal della terra del vento” & co fanno schifo.

Concludo con una citazione ancora più illuminante: “Hanter-ahel bras kelc’htro an Douar en-dro d’an Heol”!

#46 Comment By Tapiroulant On 8 gennaio 2010 @ 18:52

@Selerian:

Davvero. Che glie ne frega, a Gamberetta e a chi legge questo sito, della situazione sociale e industriale? Noi parliamo di libri, al limite dell’onestà di editori che li pubblicano

Su questo sono d’accordo; ma a una condizione, ossia che per davvero non si parli altro che della qualità in sé dei libri. E invece mi pare che l’intento di molti, qui (non esclusa talvolta la stessa Gamberettta) tentino anche, a partire dalla propria indignazione morale, di elaborare delle tesi sulle ragioni di tale sfacelo letterario-editoriale italiano – cosa che contraddice palesemente la tua affermazione. E mi permetto inoltre di dire che le considerazioni morali o pii sogni meritocratici sono la base peggiore su cui provare a indagare la causa delle cose. Infatti ciò che tu dici:

E detto per inciso, sono convinto che se una casa editrice puntasse sulla qualità e sulla modernità, il ritorno economico ci sarebbe.

non ha assolutamente senso da un punto di vista reale, e non ideale. Sulla base di cosa, queste tue conclusioni? Cosa significa “modernità”, importantissimo attributo dei libri sui quali secondo te bisognerebbe puntare? E non credi piuttosto che, se invece che investire sui cloni di Twilight investissero sui libri che dici tu, non si otterrebbe semplicemente il risultato che l’adolescente medio – lungi dal raffinare il proprio gusto – semplicemente smetterebbe di entrare in libreria?

Io penso che se si voglia andare oltre la banale indignazione morale, allora bisogna cominciare seriamente a preoccuparsi di capire i meccanismi economici della società e dell’industria contemporanea: altrimenti si parla di aria fritta. In alternativa, ci si può limitare, come fa in genere Gamberetta, a parlare di tecnica narrativa (cioè, rimanere sul piano prettamente formale del ‘come si scrive bene’) – ma a patto di ammettere di non essere in grado di (né di essere intenzionati a) uscire da quell’ambito.
Non voglio essere polemico: ne faccio una questione di serietà.

#47 Comment By JohnElfman On 8 gennaio 2010 @ 20:18

[parentesi di OT dagli ultimi messaggi]
Rispetto le scelte dell’autrice, ringrazio comunque Gamberetta per le passate recensioni di narrativa fantastica italiana, che personalmente spero non vengano considerate tempo sprecato… oltre ad averci intrattenuto, ho trovato utilerrime le spiegazioni degli errori mostrando esempi concreti. Immagino che i molti autori che bazzicano il blog ne avranno tratto almeno qualche spunto per migliorare nella loro passione

#48 Comment By francesca On 8 gennaio 2010 @ 20:24

Che glie ne frega, a Gamberetta e a chi legge questo sito, della situazione sociale e industriale?

A me interessa…l’industria editoriale è quella che pubblica i libri che leggiamo, e questi spesso riflettono in qualche modo la società che li compra e (a volte) li legge.

#49 Comment By Evangeline On 8 gennaio 2010 @ 21:00

@Dalamar84
Solo due piccole osservazioni, e se hai voglia convincimi del contrario.

Scommetto che se il resto del libro fosse decente (o se l’autrice non fosse l’ennesima “fantasy-sta italiana”? Hmm), dettagli come quello nemmeno si sarebbero notati ^_^

Hai ragione, se il resto del libro fosse stato decente quei dettagli sarebbero passati in secondo piano. Peccato che faccia pena. E lo dico perché l’ho letto sul serio, prima ancora di conoscere il blog di Gamberetta. Sull’italianità, sembra che tu dica, e spero che tu per primo mi dica che sbaglio, che in questo blog gli autori vengono criticati perché sono italiani e quindi incapaci di scrivere fantasy. Io sono convinta che la nazionalità non sia un limite al saper scrivere. Non è che gli italiani siano geneticamente incapaci di dar vita a bei romanzi, ma non si deve neanche sostenere un libro o glissare sulle sue pecche solo perché è italiano. Se non ne sei persuaso, leggi la recensione di Pan. A quanto mi risulta Francesco Dimitri è italiano e non viene criticato, anzi la recensione nel complesso è positiva. :)

Sulla questione del dare opinioni: se il mio professore di matematica scrive alla lavagna 2+2= 3 per quale motivo non dovrei dirgli che ha sbagliato? Perché non sono laureata in Matematica e Fisica? Sbagliare è umano. L’importante è saperlo riconoscere e cercare di migliorarsi, sempre, perché perseverare è diabolico. >_I

#50 Comment By selerian On 8 gennaio 2010 @ 21:00

@ Tapiroulant: Gamberetta sostiene che figure all’interno della casa editrice sono disoneste, incompententi etc. Queste sono constatazioni che vengono da una discussione di tipo letterario: i libri editi fanno schifo.

Di discutere se la meritocrazia sia conveniente, economicamente attuabile e cose del genere non ricordo che questo blog si sia mai occupato, e lo seguo abbastanza regolarmente da un anno circa. Gamberetta non ha mai fatto il post “editori: ecco come guadagnare un sacco di soldi!”. Quanto al sospetto che una casa editrice che punti sulla qualità potrebbe avere un ritorno economico, non siamo qui per discutere di questo. Ripeto che è solo un mio sospetto, e se fosse l’esatto contrario non mi cambierebbe molto.

Sulla modernità: lì mi riferivo agli ebook. E lì sì, gamberetta ne ha parlato. E sono d’accordo con lei. E il ragionamento è ELEMENTARE. Se cali mostruosamente le spese di produzione e tieni uguale il prezzo (come mondadori), sei UN LADRO. Questo ha detto gamberetta, questa è una verità evidente.

@ francesca: non dico che questo sito non si occupi di editoria. Ma occuparsene dal punto di vista della qualità dei prodotti e dell’onestà (come ha sempre fatto Gamberetta) non è occuparsi della questione industriale. Quella è una questione puramente economica, non ricordo post sull’argomento. Al limite quelli sugli ebook potrebbero considerarsi tali, ma essendo un cambiamento non solo formale di tutta la letteratura penso che vada al di là della questione industriale.

Da parte mia, tra l’altro, ho sempre evitato i dibattiti sulle questioni editoriali, preferisco prendermela direttamente con i libri. Non faccio nemmeno l’avvocato di Gamberetta a random: a me questo blog piaceva molto di più quando faceva recensioni negative, ma questi sono gusti personali. Vorrei solo che la si smettesse di fare critiche a caso.

Tu, Gamberetta, non hai capito niente di cosa sia la società, nè di come funzioni l’industria. E in questo tuo non capire, sei terribilmente mediocre. Continuerai a sbattere i piedi per terra, triste di come il successo non funzioni in proporzione alla tua scala di valori… per te è così importante, dopotutto, la situazione “culturale” italiana…

Qui sembra che Gamberetta voglia nazionalizzare le industrie e fare una Bella Editoria Etica. Non essendo così, la critica non ha senso, e rispondevo soltanto a questo.

#51 Comment By Gamberetta On 8 gennaio 2010 @ 22:02

Allora:
– Qualche volta ho parlato – di sfuggita – di industria editoriale. Ma ormai da mesi non dico più niente. È una perdita di tempo. L’industria editoriale è sulla via dell’estinzione; il suo ruolo, pubblicare (rendere pubblico), ormai è sostituito da Internet. È come vedere nascere le automobili: le carrozze e i cavalli resisteranno per un po’, ma il loro destino è segnato.
Oppure basta considerarla in questo modo: se dall’oggi al domani l’industria editoriale sparisse, cambierebbe qualcosa? No. Ci sono già in giro in formato elettronico milioni se non miliardi di testi (legali, perché fuori copyright, o piratati): ho da leggere per una vita, compresi i miei figli e nipoti.
Inoltre la gente non smetterebbe di scrivere, visto che gli uomini l’hanno sempre fatto, dall’alba dei tempi (mentre l’industria editoriale come noi la intendiamo esiste da pochi secoli).
L’industria potrebbe riciclarsi in industria di nicchia puntando sull’assoluta qualità. Quando prenderà questa direzione magari me ne occuperò.
Se critico un editor o un autore o un giornalista che scrive una recensione disonesta non mi sto occupando di editoria, sto semplicemente denunciando un comportamento poco corretto. È come vedere dalle vetrine del ristorante che il cameriere sputa nei piatti. Se lo dici in giro non ti stai occupando di ristorazione, stai solo avvertendo i tuoi amici di evitare quel locale. Io faccio lo stesso, l’industria non c’entra niente.

– Non ho mai parlato seriamente di aspetti sociologici legati all’editoria. Perché non ho la preparazione, e perché ho il sospetto che la sociologia non sia la scienza adatta a occuparsi del fenomeno. E comunque non mi interessa: mi spiace vedere della gente che si rincitrullisce con la Troisi, ma alla fin fine sono problemi loro. Io dimostro che i libri della Troisi fanno schifo e che ci sono alternative, dopodiché ognuno è libero di morire della morte che preferisce.

– Invece mi piace occuparmi di tecnica narrativa perché mi interessa e perché tutto sommato è l’aspetto di gran lunga più importante: se la Troisi sapesse scrivere, se i suoi libri fossero almeno decenti, anche buon parte dei problemi “industriali” e “sociologici” sparirebbe. Perciò più gente impara a scrivere bene (me compresa) e più lettori diventano attenti ai meccanismi della narrativa, meglio è per tutti, sia che l’industria muoia, sia che rimanga.

– So bene che le recensioni negative sono più divertenti. Ma io non ne posso più, sono stufa. Sono stati quasi tre anni di minacce, offese e prese per i fondelli, in pubblico e privato (vi assicuro che molti dei signori scrittori in privato sono ancora più sgradevoli che non in pubblico). Non vale veramente la pena. Non è neanche dignitoso che una persona come me si occupi di certi mentecatti. La stupidità è contagiosa e io non voglio ammalarmi.
Cercherò comunque di scrivere lo stesso articoli interessanti. Magari se capiterà recensirò qualche porcata straniera, stile Twilight.

#52 Comment By Dalamar84 On 9 gennaio 2010 @ 02:30

@Evangeline:

Vedo se riesco a darti una risposta unica.. io il libro in questione non l’ho letto, dico la verità, perchè prima di fare acquisti ho cercato qualche recensione per capire se ne valesse la pena (e fu così che quei soldi non furono buttati nella pattumiera, a quanto pare!), tra cui quella molto divertente di Gamberetta..
Quindi personalmente non so come sia quel libro, mi baso su quei 4-5 siti che lo han giudicato negativamente a livello narrativo.
Ciò che mi lascia perplesso non è che la Stralluzza venga presa a pesci in faccia, ma la totale sfiducia verso il panorama italiano fantasy.
Totale sfiducia non nata dalle poche vendite, dalla critica giornalistica, dalla mancanza di scrittori in erba, dalla crisi economica, dalle scuole italiane o altro… ma da una simpatica ragazza che si fa chiamare come un animaletto di mare, coetanea delle sue tanto bistrattate vittime (e qui l’esperienza conta, non ci sono anime e manga che reggono come riempitivi) su un blog fatto APPOSTA per stroncare sti poveretti, come lo è massacri fantasy (come se il nome lasciasse spazio al dubbio :D)!
Capisci che intendo dire? Te lo dico io: se qui non si stroncava le pecorelle, non staremmo manco a scriverci perchè non avrebbe creato interesse e non si creava il circolino dei pochi sangue blu che ne capiscono davvero…
E pure io ci sono cascato, ahah.

Purtroppo il tuo esempio sulla matematica è troppo estremo e ti spiego anche il motivo:
recensioni che parlano di quanto un libro sia “merda” non so quanto possano aiutare a migliorare, semmai farebbe cambiare passione :D

Scherzi a parte:
perchè la matematica è governata da leggi e regole che la rendono un linguaggio universale, cosa che non si può fare per l’arte in generale (in questo caso la scrittura) perchè regolata dalla nostra personale soggezione.
Esempio pratico: se così non fosse, Gigi d’Alessio sarebbe a lavare i cessi, purtroppo inspiegabilmente a qualcuno piace.. come descrivere il fenomeno? :P
Quindi o dite a Gamberetta di istituire il “teorema del Gambero” o facciamo come Mosè e l’idolo d’oro…….
Ma no dai, va bene così :D

#53 Comment By Chris On 9 gennaio 2010 @ 13:01

Scelta più che comprensibile… da un lato mi mancheranno le sane risate (amare) nel leggere le stroncature di certi abomini, dall’altro sarò ben contento di leggere recensioni di materiale che non fa schifo a priori e che magari è più difficile da conoscere, così come i consigli per le letture.

Personalmente aspetto solo che scendano un po’ di prezzo gli e-reader (e che venga definito una sorta di “standard”) per dire definitivamente addio a questo “bel” mondo dell’editoria italiana e dedicarmi esclusivamente ai libri in lingua.

#54 Comment By Tapiroulant On 9 gennaio 2010 @ 14:27

@Selerian: Diciamo le cose come stanno. Io non ho mai detto che Gamberetta abbia dedicato interi post all’argomento, ma semplicemente che in passato, talvolta, ha espresso considerazioni in merito (vuoi all’interno di qualche articolo, vuoi nei commenti): che è poi esattamente quello che lei stessa ha ammesso nel suo ultimo commento. E in ogni caso, sono assolutamente in linea con il commento di Gamberetta.
Il mio ‘bersaglio polemico’ (tra virgolette: la mia era più una constatazione che una polemica) non era naturalmente lei, ma molti dei commentatori del blog.
D’accordo invece sulla questione degli e-book.

#55 Comment By Darlene Alibigie On 9 gennaio 2010 @ 14:39

Il fantasy italiano è spazzatura perché, nella quasi totalità dei casi, è scritto da ragazzini; categoria anagrafica che in Italia spazia dai dieci ai ventinove anni e trecentosessantaquattro giorni. A volte, oltre.

E’ molto raro che uno scrittore italiano adulto si cimenti col fantasy. Un po’ perché non esiste una vera tradizione italica, e un po’ perché il genere, a torto o a ragione, è considerato non proprio di serie Z, ma almeno di serie Q.

Ma saper scrivere (e intendo scrivere davvero, non buttare giù pagine a caso fino a riempire un libro), è una cosa da vecchi. Un giovane non può essere bravo; al massimo può essere promettente.

#56 Comment By emy On 9 gennaio 2010 @ 15:19

Gambereta, qui:
http://www.gianrico.org/2010/01/08/la-vendetta-dei-sith
e qui:
http://www.valberici.eu/archives/3209
ti si prende in giro a riguardo di questo post dicendo tra le altre cose che chiuderai il blog e che smetti di scrivere recensioni perchè hai trovato un ragazzo.

Non capisco perchè certe persone si iincaponiscano a difender l’indifendibile se èp scritto male e non accettano mai e poi mai una critica. Sembra dicono: liberi di espremere il proprio parere basta sia osannante.

#57 Comment By francesca On 9 gennaio 2010 @ 16:11

Continuerai a sbattere i piedi per terra, triste di come il successo non funzioni in proporzione alla tua scala di valori…
A sbattere i piedi perchè vengono pubblicati libri schifosi e/o inutili, Gamberetta non è la sola, ma è in compagnia di chiunque ami leggere. Mediocre o no, entrando in libreria sotto Natale un qualunque amante della lettura poteva essere colto da cimurro fulminante davanti a capolavori quali l’ABC di Mike Bongiorno, le Cassanate, la biografia della tipa che ha vinto l’ultima edizione di “Amici” e compagnia.

#58 Comment By Evangeline On 9 gennaio 2010 @ 16:21

@ Dalamar84
Non sono completamente d’accordo con quello che hai detto, e ti spiego perché. Mettiamo caso che si parta da una situazione neutra, ovvero che non si sia mai letta narrativa fantasy. Questa era la mia situazione fino a poco fa. Leggo un libro, per esempio la Strazzulla dato che si parla di lei. Visto che sono un essere autonomo e senziente io giudico con la mia testa. Ripeto, non ho una grande cultura a livello di fantasy, quindi non posso pronunciarmi in merito a originalità. Lo stile a me non piace, ma teniamo buono l’esempio di Gigi e ammettiamo che, come dici tu, possa piacere o meno. Ma gli errori di logica sono palesi. Se dico che fa molto caldo non posso dire meno di dieci pagine dopo che si rischia di morire assiderati. Se gli eroi partono acclamati da un’intera città non posso dire che sono partiti in segreto. Se dico che Pinco, Pallo e Pallino non sono mai stati in guerra non posso affermare cento pagine dopo che sono stati al fronte. Questi non sono errori in un romanzo fantasy, sono errori in qualsiasi romanzo, perché sono contraddizioni. Ora, se devo giudicare gli Eroi del Crepuscolo non come fantasy, ma come romanzo, io dico che è pessimo, perché gli errori di logica non sono accettabili.
Se Gamberetta ha trovato gli stessi errori che ho trovato io, perché non dovrei crederle quando trova errori simili in altri romanzi? Se dice che un libro è contraddittorio o che le azioni sono prive di logica, unito al fatto che porta sempre esempi a sostegno di ciò che dice, perché dovrei dubitarne? Ho il diritto di farlo, ovviamente, sono libera di acquistare un libro e di giudicarlo da sola. Finora però Gamberetta non mi ha delusa.
Riguardo al panorama italiano qui presentato, direi che a livello logico l’unica cosa che fa più acqua spesso è un colapasta. Spesso, non sempre. Ma è comunque deprimente. Credo sia questo il motivo per cui tanti romanzi qui vengono demoliti: non per attirare pubblico, anche se la cosa evidentemente piace, ma perché presentano delle pecche. Le pecche non si trovano se il romanzo è fatto bene, o se se ne trovano sono di scarsa rilevanza per la storia (come lo sarebbero stati i denti degli elfi nel romanzo della Strazzulla). Dopotutto, l’esempio della matematica secondo me non è così distante. Leggi e regole la rendono universale, hai ragione, ma anche la logica è universale. Non la razionalità, perché altrimenti i romanzi fantasy non dovrebbero esistere dato che si basano su elementi fantastici. La logica. La coerenza. Anche tradotto in tedesco, in russo e in cinese questi errori rimarranno. Nonostante ciò io continuo ad avere speranza per gli scrittori italiani. Speranza che imparino una lezione di umiltà e che prendano qualche lezione di matematica in più. ;)
Spero che tu mi risponda presto. ^^

#59 Comment By Davide On 9 gennaio 2010 @ 16:44

La trovo un’ottima idea: d’altronde, non ho mai fatto mistero che avrei preferito che venissero recensiti buoni libri.

#60 Comment By Gamberetta On 9 gennaio 2010 @ 17:14

@Darlene Alibigie. Non credo che l’età anagrafica sia una discriminante. Conta quanti anni hai dedicato alla scrittura e al genere che ti piace, più di quanti anni hai in assoluto.
G.L., D’Angelo, Romagnoli, Marco Davide e tanti altri hanno superato i trent’anni e scrivono malissimo, anche peggio della Strazzu o del Ghirardi.

@emy. Per come girano le cose leccare è la scelta migliore. Ma non è solo quello. Il problema di fondo che tanti parlano di narrativa e fantasy, ma in realtà non hanno alcuna vera passione per entrambi gli argomenti. Per loro è un passatempo come un altro. Se vuoi solo spegnere il cervello e buttare via qualche ora, la Troisi & soci vanno benissimo.

#61 Comment By Simòn R. On 9 gennaio 2010 @ 18:09

Domanda: ma è mai esistita una BUONA narrativa fantasy / fantascientifica made in italy?
Personalmente, di bei romanzi con elementi di fantasia (che è un po’ diverso da fantasy, ma vabbé) mi viene in mente solo Benni.

#62 Comment By Tapiroulant On 9 gennaio 2010 @ 19:21

@Simòn R.: Beh, se parliamo di romanzi italiani con buoni elementi di fantasia, pur non essendo fantasy, mi sento in dovere di affiancare Calvino a Benni (mi sento di consigliare Il cavaliere inesistente, Se una notte d’inverno un viaggiatore, e le raccolte delle Cosmicomiche… le altre sue opere di carattere fantastico sono bruttine). Sarà un autore inflazionato, uno di quelli che fanno leggere a scuola, però ha scritto dei bei libri.
Ah, e poi anche Buzzati: il romanzo Il deserto dei tartari (sottilmente fantastico) e le due raccolte di racconti più importanti, Sessanta racconti e la Boutique del Mistero.

Altri non me ne vengono in mente, ma a mio avviso sia Calvino che Buzzati sono autori di statura internazionale (mangiano la polvere di fronte al realismo magico sudamericano, ma si piazzano comunque bene).

#63 Comment By Dalamar84 On 9 gennaio 2010 @ 19:47

@ Evangeline

aspè, qui il discorso si è allargato su un punto che non ho messo in discussione per quanto riguarda il libro della Stralluzza: la qualità.
Come ho scritto, anche altri siti ne hanno parlato piuttosto negativamente per gli stessi motivi citati dalla gambera e ci sta che esistano errori grossolani colti da un punto di vista obiettivo come quello da te citato (leggasi quindi come coerenza e logica :O )..
E i dettagli che non vanno a incidere sulla qualità, buona o pessima che sia?
Tipo nelle Cronache del mondo emerso in cui viene criticata quella parte dove Nihal come unico difetto del suo aspetto nota “gli occhi troppo grandi”.
Eddai.. alla fine è un dettaglio fine a sè stesso, inutile ai fini della lettura, così come la critica mossa per quel particolare ^^ ah giusto per specificare prima che qualche cavaliere del gambero mi trafigga: non ricordo completamente la recensione ma fui d’accordo con molti punti trattati..
Tuttavia altri libri della Troisi non vengono più recensiti o trattati, oramai è bollata per il suo “Nihal”, le critiche verso i suoi libri oramai sono fatte “per sentito dire” o “è quella che scrisse di Nihal aaaargh”, come lo sono Ghirardi, G.L.. insomma non importerà che loro inizino a scrivere meglio, qui saranno sempre “i gegni che non soddisfano i palati raffinati yawr”.
Questo non è solo avvertire gli amici su qualcosa di brutto, ma fare inquisizione gratuita coi propri seguaci e al tempo stesso sminuire drasticamente persone che FORSE potrebbero migliorare :P
Credo di non aver deluso le tue speranze sui tempi di risposta, però temo che rimarremo più o meno sulle nostre posizioni.. a sto punto spero che tu mi stupisca ;P

#64 Comment By Mauro On 10 gennaio 2010 @ 15:41

Io tra i buoni fantasy italiani metterei quelli della De Mari (L’Ultimo Elfo, L’Ultimo Orco, Gli Ultimi Incantesimi); dal primo al secondo cambia molto il tono, il terzo mi ha convinto di meno, ma in generale mi sono piaciuti.

#65 Comment By Matteo On 10 gennaio 2010 @ 18:39

Premettendo che sparando nel mucchio di cacca se ne trova tanta sia in casa nostra che all’estero (non è che il mondo sia pieno di Mieville), qualche italiano capace di scrivere fantasy o quasi lo si trova.

Così a caldo mi vengono in mente il già citato ottimo Pan di Dimitri, la trilogia di Madgeburg di Altieri o l’Evangelisti (escludendo escursioni piratesche, messicane ecc. ecc.).

Il problema secondo me risiede più nella ricerca costante dell’enfant prodige, il giovanissimo salvatore che scrive il suo libricino da quando aveva 12 anni, che nell’incapacità in se.

Constatando quanto le opere dei suddetti geni spesso siano indegne di essere usate come zeppe, siano esse di provenienza italiana o straniera (Paolini anyone?), ho idea che si ridurrebbe di una buona percentuale il Male se si smettesse di cercare ogni festività commerciale il nuovo uno e trino del fantasy.

@ Simòn R.: Anche secondo me Benni scrive fantasy.

#66 Comment By Jonnie On 10 gennaio 2010 @ 18:49

Altieri in grado di scrivere un fantasy? Sto provando a leggere Magdeburg e assicuro che è di una bruttezza sconsolante.

#67 Comment By tom On 10 gennaio 2010 @ 19:12

Ho mosso una critica all’ultimo libro della Troisi. Ancora non mi ha risposto, anzi, è passata oltre.
Sono allibito. E schifato da come, ultimamente, stanno andando le cose.

#68 Comment By Angra On 10 gennaio 2010 @ 19:37

@Simòn R.

Di Benni alcune cose sono più fantasy di altre, ad esempio Elianto è di sicuro fantasy urbano. Un bravo autore italiano di science-fantasy è Gianluigi Zuddas (c’è una recensione anche qui sui Gamberi). Anche il fantasy storico de La compagnia della Selva Bella di Giuseppe Pederiali mi era piaciuto.

#69 Comment By Matteo On 10 gennaio 2010 @ 19:42

@ Jonnie

Lol, se Madgeburg è “di una bruttezza sconsolante” tu di solito cosa leggi?

Non sono ironico, scrivimi qualche libro fantasy (in senso ampio) che hai letto recentemente e che ti sia piaciuto. Giusto per capire ;)

#70 Comment By Evangeline On 10 gennaio 2010 @ 20:02

@Dalamar84
Sui dettagli, dicendo che non incidono sulla storia, hai ragione. A me però certe battute o certi paragoni in alcuni contesti paiono ridicoli. Esempio, sempre della Strazzulla (si vede che la amo, vero? :P): i suoi personaggi per insultarsi usano l’espressione “testa di pigna”. Abbi pietà, quando l’ho letta a me è venuto in mente Tonio Cartonio. È un dettaglio e non incide sulla storia, non ci piove, però… Mah. Un po’ di perplessità mi è rimasta. Diciamo che è come se un romanzo già brutto avesse ricevuto un piccolo sfregio in più, sfregio che in ogni caso non influenza in maniera drastica il suo giudizio. Però direi che su questo punto tutto sommato siamo d’accordo. :)
Sulle possibilità di miglioramento di questi scrittori, o almeno di alcuni di loro, mi trovi invece in completo disaccordo. Ghirardi non so come si sia comportato di fronte alle critiche, la Troisi nemmeno, quindi non mi pronuncio. Di G.L. invece ho letto alcune risposte e della Strazzulla ho letto un post del blog e ho visto alcune interviste. G.L. si è trincerato dietro a domande e ad allusioni, e la Strazzulla ha fatto mille giri di parole per dire che non approva le recensioni preventive. In sostanza, nessuno dei due ha risposto alle critiche che sono state mosse loro né tantomeno hanno ammesso i propri errori. Non mi sembrano persone che hanno intenzione di migliorare, visto che per migliorarsi bisogna prima ammettere di aver sbagliato. Non dico che avrebbero dovuto prendere per oro colato ogni critica mossa loro, ma magari rifletterci su e poi rispondere con educazione, questo sì. Puntualizzo che Wunderkind non l’ho letto, quindi non conosco in prima persona la qualità del romanzo. In ogni caso, se le critiche fossero state infondate l’autore avrebbe potuto farlo notare, e se fossero state fondate avrebbe dovuto ammetterlo. O almeno io la penso così. :)

#71 Comment By Simòn R. On 10 gennaio 2010 @ 20:18

@Angra: di Zuddas ho letto qualche racconto con protagonista il Conan di Howard… piuttosto spiacevoli.
Di Benni… bé, io considero La Compagnia dei Celestini un urban fantasy a tutti gli effetti ^_^ Anche se è MOLTO presente l’aspetto satirico… però la maggior parte della sua produzione ha magari uno o pochie lementi fantastici attorno a cui ruota il libro…

Altieri, Dimitri ed Evangelisti li cercherò, grazie dei consigli! :)

#72 Comment By Jonnie On 10 gennaio 2010 @ 20:57

@ Matteo

magdeburg è scritto in maniera grossolana, senza caratterizzazione decente dei personaggi, con discorsi diretti indistinguibili dalla parte narrata, descrizioni pesanti, curricula vitae dei personaggi inseriti alla “brutta eva” come dice mio zio, con buona pace del show don’t tell, ricerca storica inesistente o dove esistente peggiore dell’ignoranza, e ciliegina sulla torta una storia senza capo ne coda. La scena di stupro su minore e quelle di sevizie su animali poi sono grottesche tanto da essere comiche. E, eh, già, più di un errore di grammatica.

Per quanto riguarda ciò che leggo: recentemente ho eltto molti fantasy che mi sono piaciuti, ma pochi sono stati scritti recentemente. Il meno vecchio è una raccolta di racconti di nonna Le Guin, Su Altri Piani, che mi pare sia del 2006. Per fare ancora di più l’aristocratico mi sto dando, con grande soddisfazione, a Zimiamvia di Eddison. Inoltre tengo sempre sul comodino un involto stampato e rilegato a mano con un sacco di racconti di Ashton Smith.

#73 Comment By Angra On 10 gennaio 2010 @ 22:46

@Simòn R.

I racconti su Conan di Zuddas non li ho letti, ma è un genere molto diverso dalla sua produzione. Balthis l’Avventuriera è divertentissimo e pieno di trovate originali, te lo consiglio (non è facile però trovarlo).

#74 Comment By francesca On 10 gennaio 2010 @ 23:37

dicendo tra le altre cose che chiuderai il blog e che smetti di scrivere recensioni perchè hai trovato un ragazzo.

ah, davvero? felicitazioni, e chi è il fortunato? Per caso non sarà che hai fatto qualche consulenza sottobanco al Ghirardi, e…da cosa nasce cosa! :-D

#75 Comment By Moreno Pedrinzani On 10 gennaio 2010 @ 23:45

Mi dispiace perchè eri pungente e divertentissima, però effettivamente è tempo perso… Grazie di tutto.

#76 Comment By Dalamar84 On 11 gennaio 2010 @ 01:04

@ Evangeline:
cara mia qui a furia di risposte su risposte ci cacceranno o ci inviteranno a scambiare messaggi privati :P
Sono a conoscenza del linguaggio demenziale nel libro della Stralluzza e.. sì… non mi stupisco se il cattivone vedesse il futuro con la Melevisione.
Però i dialoghi non credo si possano “separare” dal resto del libro, cioè è un elemento che corre parallelamente al carisma dei personaggi, alle emozioni descritte, ai luoghi mostrati e via dicendo..
Alla fine non è un dettaglio così “fine a sè stesso” :)

Per quanto riguarda le reazioni degli autori e il loro stimolo a migliorare io non so come reagiscano i “famigerati”, in teoria l’essere umano può migliorare quindi posso sperare che lo facciano anche la Stralluzza e co. invece di chiudersi nella corazza della “pseudo intelligenza”, alcuni di loro sono giovani e hanno tutto il tempo per migliorare ^^
La Troisi dal canto suo sembra che pianga quando riceve critiche negative, a sto punto presumo che abbia versato fiumi di lacrime fin’ora :D

Beh sembra che siamo giunti ad un epilogo.. come minimo mi devi un pranzo o una cena, non è stato uno sforzo da poco pensare a risposte serie che non scadessero nel trolleggio gratuito Evangeline!
Va che non dimentico ;P

#77 Comment By Tapiroulant On 11 gennaio 2010 @ 12:34

Premettendo che sparando nel mucchio di cacca se ne trova tanta sia in casa nostra che all’estero (non è che il mondo sia pieno di Mieville), qualche italiano capace di scrivere fantasy o quasi lo si trova.
Così a caldo mi vengono in mente il già citato ottimo Pan di Dimitri,

Oddio, definire Pan ‘ottimo’ mi pare un po’ un’esagerazione, direi ‘carino’ al massimo (ma ho già discusso con Gamberetta delle diverse magagne del suddetto romanzo). Ho notato molto spesso su questo blog la tendenza ad eleggere Pan a punto di riferimento del fantasy italiano contemporaneo, ma devo dire che mi sembra una presa di posizione un po’ acritica, pronunciata più che per abitudine che per altro. In tutta onestà, dovessi prendere un punto di riferimento sceglierei piuttosto Esbat – che dal punto di vista stilistico, di padronanza della scrittura, è inferiore a Pan, ma gli è nettamente superiore sia per originalità dei temi, sia per l’architettura e l’allacciamento dei vari plot. In realtà, se guardate oltre i punti di forza più vistosi di Pan, noterete che è strutturato in modo molto convenzionale, molto ovvio.

#78 Comment By Anacarnil On 11 gennaio 2010 @ 13:40

Stavo leggendo qualche giorno fa un pezzo in cui un articolista e Klaus Davi (esperto di comunicazione) parlavano dei libri di Fabio Volo. Non scrive fantasy, è vero, ma quello che dicevano è, a parer mio, molto interessante.
Entrambi, infatti, asserivano che uno dei pregi di FV è il fatto che il lettore dopo aver letto un suo libro, lo chiude, pensando “Ehi, ma questo libro lo potevo scrivere anch’io”. Insomma, che il lettore così si identifica più con il protagonista-scrittore (visto che sostanzialmente i libri di FV sono su suoi alter ego) ed è un bene che si assottigli la distanza tra lettore e scrittore, diventando sempre più simili.
A questo punto, se si ritiene un tale appiattimento un bene per l’editoria, non c’è da stupirsi se si crea una catena di produzione di libri-pattume scritti da chi non sa scrivere (e per gente che non sa leggere).

#79 Comment By Frontìs On 11 gennaio 2010 @ 14:44

@Anacarnil

Mi viene in mente anche la questione linguaggio. L’opinione comune non considera più linguaggio “semplice” quello diretto, che fornisce un’idea precisa tramite l’accuratezza, senza scadere in peroloni esagerati; il linguaggio “semplice” viene sovrapposto al linguaggio gergale o comunque ad uno non complesso però non accurato. E’un linguaggio non semplice, ma sciocco: manca di sale.
Così anche per la descrizione degli eventi inutili: autori come Ghirardi e Paolini amano descrivere colazioni od altri eventi del tutto inutili al fine del racconto, e lo fanno con grande accuratezza di dettagli (ripenso a certe colazioni di Baian o alle collezioni di Aragon… ehm, Eragond).
La letteratura fantastica è d’evasione. Ma il lettore vuole ritrovare nell’evasione ciò che gli dà sicurezza anche nella realtà. allora non siamo più nell’evazione: odio essere manicheo, ma se si evade non si può stare in parte dentro, sempre non si sfoggi l’abilità di poterlo fare (un’abilità che Ghirardi e Paolini NON hanno).

#80 Comment By cafeine On 11 gennaio 2010 @ 17:26

La situazione culturale italiana non è solo scoraggiante, ma continua a mietere vittime.
Una fetta di popolazione in costante aumento, ad esempio, si ostina a dire “Settimana prossima faccio questo o quello”.
Fai quello che vuoi, ma fallo LA settimana prossima.

#81 Comment By Emile On 11 gennaio 2010 @ 17:47

Oddio se Esbat è il meglio che l’Italia ha da offrire siamo messi molto male, senza offesa.

#82 Comment By Evangeline On 11 gennaio 2010 @ 19:25

@Dalamar84
Ma no che non ci cacciano… ^^ È comunque piacevole scambiarsi i punti di vista con gente civile, e mi pare che siamo in argomento visto che il tema è il Marciume vario. :P

#83 Comment By Tapiroulant On 11 gennaio 2010 @ 21:08

@Emile: Non pretendo di conoscere tutta la narrativa fantastica italiana degli ultimi anni (anzi, è piuttosto vero il contrario). Ho solo detto che tra Pan ed Esbat, è meglio Esbat.

#84 Comment By Dalamar84 On 11 gennaio 2010 @ 23:30

@ Evangeline
Sì però ora ho esaurito gli argomenti e l’aggressività.. maledetti toni civili! :P
E dimmi un po’ degli autori fantasy stranieri che ne pensi? Io mi sto avvicinando a Terry Brooks e non so.. a volte mi convince a volte no :S

#85 Comment By Matteo On 12 gennaio 2010 @ 00:00

@ Tapiroulant

Fra un libro che si regge su una storia di un certo peso e uno che si ispira (e sono buono a dire ispira va, scopiazza a piene mani sarebbe meglio) a un manga mediocre non c’è partita in partenza. Senza contare stile, intreccio e personaggi (anche qui comunque reputo superiore il libro di Dimitri, e non di poco). Nota bene, non voglio minimamente criticare il manga in quanto mezzo artistico espressivo, critico il prodotto nello specifico. Un buon libro basato su lavori di mangaka di alto calibro è uno dei miei sogni bagnati.

Insomma, Pan è l’ultimo fantasy italiano che ho apprezzato, Esbat non mi ha proprio preso, mi è sembrato una storiella leggerina per ragazzine ormonose.

#86 Comment By Ettore On 12 gennaio 2010 @ 02:17

Gamberetta, ma per curiosità di Buzzati che ne pensi?

#87 Comment By Emile On 12 gennaio 2010 @ 02:33

@Tapiroulant: non ho mai letto Pan, ma Esbat sì.
Originalità dei temi? La storia della creatura dello scrittore/pittore/disegnatore/quellochetipare che prende vita è vecchia come il cucco, e poco importa se in Esbat non si tratta tecnicamente della stessa cosa, la solfa è sempre quella.
Quanto all’ “allacciamento dei vari plot” trovo che anche lì ci sia molto da ridire, come nel caso dell’hikkikomori, che nel finale assume un ruolo che secondo me è semplicemente ridicolo per quanto assurdo e forzato.
Questo tralasciando altre cose come l’insopportabile e BANALISSIMO “gnokko”, personaggi che non regalano un briciolo di empatia e via dicendo: non dico sia totalmente da buttare ma per me raggiunge il 5 a fatica.

#88 Comment By Emile On 12 gennaio 2010 @ 02:35

PS quoto Matteo sulla parte delle “ragazzine ormonose”; è una cosa che traspare davvero TROPPO, anche se sono convinto che l’autrice non l’abbia fatto consciamente.

#89 Comment By Tapiroulant On 12 gennaio 2010 @ 10:21

@Matteo: Una storia di un certo peso? Intendi dire l’originalissimo scontro tra le forze dell’Ordine e le forze del Caos, con la variante che stavolta i Buoni si schierano (moderatamente) dalla parte del caos? L’unica cosa innovativa del romanzo m’è parsa la trovata degli spiriti della Città, tuttavia l’idea non è stata sfruttata abbastanza a fondo: ho l’impressione che se eliminassimo gli spiriti dal romanzo, e facessimo qualche piccolo aggiustamento, la trama si svolgerebbe più o meno allo stesso modo.
Per quanto riguarda Esbat: il romanzo si ispira a Inuyasha come il racconto di Poe “La morte di Marie Roget” si ispira al caso di cronaca della morte di Mary Rogers. Ovvero: prendi spunto da un accadimento reale (perché Esbat non prende ispirazione dal manga di Inuyasha, ma dalla stesura del manga di Inuyasha, e dalla ricezione del manga di Inuyasha) per farvi delle riflessioni sopra, o delle variazioni sul tema. I personaggi forse ti sembrano meno ispirati perché (prendendo a spunto le parole di Gamberetta nel suo ultimo articolo sui Manuali) la Manni preferisce costruire personaggi realistici piuttosto che personaggi brillanti (i personaggi di Pan sono brillantissimi!). La ragazza protagonista è banale e irritante, ma è effettivamente scema; il demone è effettivamente il figo che piace alle ragazzine ormonose (per rispondere anche ad Emile); purtroppo per lui sa essere solo quello, tant’è vero che è scemo e che per la sua idiozia sarà punito. I personaggi sembrano più banali perché, invece che costruirci attorno una dimensione eroica, l’autrice gliene costruisce una realistica: ed è una scelta che, francamente, preferisco.

#90 Comment By Skalda On 12 gennaio 2010 @ 10:23

@Gamberetta: visto che lo citi nel commento #15 hai già recensito un qualche romanzo di Evangelisti?
Nel caso mi daresti il link?

Grazie :)
Matteo

#91 Comment By Emile On 12 gennaio 2010 @ 11:11

Lo gnokko è gnokko perché…è gnokko, perché evidentemente l’autrice lo trovava un bel personaggio, perché Esbat è la rielaborazione di un tipo di fanfiction dove il tema della “gnokkeria” (personaggi di questo tipo, storie d’amore/sesso tra loro e altri ecc), NON perché l’autrice “voleva coscientemente rappresentare un povero fesso”.
Del resto ti ricordo che secondo la storia il demone era COSTRETTO a comportarsi da BUONO e non da fesso, e che da fesso si è sempre comportato di sua spontanea volontà (mentre in teoria lui si saprebbe comportare in ben altri modi, in teoria lui viveva a modo suo finché la tizia non lo ha “ingabbiato” col suo manga, preesisteva ad esso e IN TEORIA veniva presentato come tutto tranne un povero gnokko scemo attira pulzelle), per non parlare poi di quel patetico abbozzo di storia d’amore con la sua “salvatrice”, con lui che “ah sono un demone crudele che schifa gli umani, però cazzo ammetto che accoppiarmi con quella tipa mi ha regalato sensazioni nuove, comeèpossibile ecc ecc ecc”, ma peeer carità, dai.
Poi se definisci “realistica” ad esempio la parte finale sull’hikkikomori mi sa che abbiamo due definizioni davvero diverse di quel termine…

#92 Comment By Emile On 12 gennaio 2010 @ 11:25

Che poi, parliamoci chiaro: non ci vuole NULLA a dare una spiegazione “razionale” al perché un personaggio sia “gnokko”, e questo in qualunque opera: il problema di quel tipo di cliché non sta certo nel “no cavolo, NON E’ REALISTICO che quel tizio sia gnokko!”.
Gli gnokki non dovrebbero esserci in un libro perché sono personaggi PIETOSI e quello gnokko, in particolare, rappresenta PERFETTAMENTE tutti gli stereotipi della sua categoria, imo senza nemmeno che l’autrice se ne sia accorta, convinta invece “di averlo diverso, questo è molto più cattivo e tenebroso!”.
Il problema è che credo lo pensino un pò tutti gli autori: OGNUNO si convince che il suo gnokko “ha una profondità psicologica che gli altri si sognano, ohe scherziamo!” , “è un essere misterioso inbilicotrabeneemale [sì, tipo Peter Parker in Spiderman 3], è originalissimo!” , fino ai più assurdi “ma che gnokko, gli ho fatto pure una cicatrice!”. Queste sono tutte cose che nelle loro teste dovrebbero differenziare le loro creature dal resto, ma che in realtà non fanno altro che rendere ancora più cliché il cliché, è una cosa talmente assurda che viene da ridere.
Poi ripeto ancora: Esbat nel suo complesso non è così terribile (5 alla fine vuol dire “vicino alla sufficienza” ), ma lo gnokko è da bocciare in toto, senza appello.

#93 Comment By Evangeline On 12 gennaio 2010 @ 15:06

@Dalamar84
:) Ripeto, non è che io sia ferratissima di fantasy… È un genere a cui mi sono avvicinata di recente, poco prima di scoprire il blog di Gamberetta. Di Terry Brooks ho letto il Ciclo di Shannara, e sinceramente non mi è piaciuto granché. Non lo ricordo con precisione, ma ricordo che per i miei gusti c’erano troppe descrizioni. Dei personaggi non c’è nessuno che mi sia rimasto particolarmente impresso… :) Tu hai qualche suggerimento da darmi in merito?

Anzi, estendo la domanda in generale. Attualmente non sto leggendo nessun fantasy, quindi chi ha idee prego, proponga pure. ^^

#94 Comment By AryaSnow On 12 gennaio 2010 @ 15:23

Di Terry Brooks ho letto solo La Spada di Shannara ed è il peggior libro che abbia mai letto. Non che sia scritto particolarmente male, ma il livello di banalità e di copiatura è qualcosa di allucinante.

#95 Comment By Zweilawyer On 12 gennaio 2010 @ 16:10

La Spada di Shannara è uno dei successi editoriali più inspiegabili di sempre. Qualche tempo fa presi addirittura una caterva d’insulti da parte di un fan di Brooks.

Zweilawyer

#96 Comment By Rotolina On 12 gennaio 2010 @ 16:19

Eh, non posso che rispondere con un profondo sospiro e con una pacca sulla spalla.
Già sapevo che il Silenzio sarebbe stato letale!
Battute a parte, posso capire. Ma il mondo prosegue, tanto per farsi due risate c’è il marciume e per avere consigli di lettura c’è l’estero!
certo che se il fantasy italiano tirasse su la testa non sarebbe male. Ma con editori di questo stampo comincio a temere!

Quanto ad Evangelisti, non me lo nominate, che mi aprite una piaga nel cuore ç_ç Io sono una fan della saga di Eymerich, me la sono letta dall’inizio, e con l’ultimo libro Evangelisti ha ucciso il suo stesso personaggio, ha fatto un libro dove il suo protagonista è poco più di una macchietta, devastato, massacrato.
Sono affranta.
Sto provando con gli altri libri, ma il ciclo del collare di fuoco è di una pesantezza storica. Tortuga era passabile, ora proverò con Veracruz, ma non mi aspetto miracoli.

Anche Evangelisti è stato fagocitato dal fantasy italiano. Un minuto di silenzio.

#97 Comment By Clio On 12 gennaio 2010 @ 16:21

A Jonnie

magdeburg è scritto in maniera grossolana, senza caratterizzazione decente dei personaggi, con discorsi diretti indistinguibili dalla parte narrata, descrizioni pesanti, curricula vitae dei personaggi inseriti alla “brutta eva” come dice mio zio, con buona pace del show don’t tell, ricerca storica inesistente o dove esistente peggiore dell’ignoranza, e ciliegina sulla torta una storia senza capo ne coda. La scena di stupro su minore e quelle di sevizie su animali poi sono grottesche tanto da essere comiche. E, eh, già, più di un errore di grammatica.

Quoto e incornicio.
Inoltre Magdeburg viene rifilato non come fantasy, ma come romanzo storico. Un tedesco del 1618 (o quando diavolo è) che combatte come un ninja è, al momento, la più colossale idiozia che abbia mai letto =_=

#98 Comment By Dalamar84 On 12 gennaio 2010 @ 19:02

@Evangeline
Io sto proprio leggendo La spada di Shannara perchè mi è stato regalato l’intero Ciclo per Natale..
Boh.
Cioè lo leggo e in certi punti rimango perplesso, per carità mi sembra scritto bene però al giorno d’oggi tratta di personaggi e situazioni che abbiamo visto stereotipate in molte altre situazioni..
Il problema è che di fantasy sto cercando pure io qualcosa che meriti!
Sentii parlare della trilogia chiamata Orchi, di cui alcuni parlano abbastanza bene ed è un fantasy dove i ruoli dei buoni e dei cattivi è invertito dai soliti standard.
Io non l’ho letto ma ne ho sentito parlare bene, se vuoi puoi provare quelli :P

#99 Comment By Gamberetta On 12 gennaio 2010 @ 19:29

@Ettore. Di Buzzati ho letto diverse raccolte di racconti e in generale ne ho un ottimo ricordo. Sette piani mi è rimasto impresso da quando l’ho letto.
Già che ci sono, preciso che quando parlo dello schifo nel fantasy italiano, mi riferisco ad autori in attività. Buzzati o Calvino saranno stati bravissimi, però ormai sono morti.

@Skalda. No, non ci sono recensioni di romanzi di Evangelisti. Ho letto poco di lui e ormai tempo fa (prima di aprire il blog), dunque non do giudizi.

Per quanto riguarda Pan, Esbat e la trilogia di Magdeburg: gli errori rilevati sono veri, ma secondo me rimangono tre opere tra il decente e il buono. Poi su Mageburgo ci sarebbe parecchio da discutere, d’altra parte si tratta di un romanzo (pseudo)storico, non di fantasy, dunque non ha importanza in quest’ambito.

#100 Comment By Dago Red On 12 gennaio 2010 @ 19:44

“Sette piani” è per caso la storia del malato che viene ricoverato progressivamente in piani più alti di una clinica privata?
Se sì, ricordo che all’epoca in cui lo lessi (15 anni su per giù) quel racconto colpì molto anche me. Inquietante è dir poco.

#101 Comment By Matteo On 12 gennaio 2010 @ 19:48

@ Clio

Rifilato come storico? Storico non si può dire dei suoi libri anbientati nel presente (L’uomo esterno o la saga di Kane ad esempio), nel futuro (es. Kondor e Ultima Luce) o nel passato (Madgeburg, che per l’appunto rispetto ai soliti aspetti fantascientifici introduce elementi fantasy soltanto accennati nelle altre serie). Visto che sono tutti intecciati in più di un modo non si potrebbe permettere di presentare niente come “storico”, i riferimenti in Madgeburg sono talmenti palesi che non avrebbe preso per il naso neanche un lettore occasionale.

Se siamo rimasti al “ehi non ci sono orecchie a punta! NON è fantasy” è un altro discorso. Un tedesco che per vari motivi (evidentemente il libro non l’hai letto molto bene, la questione è ben spiegata) ha passato anni in Giappone ad addestrarsi con personaggi quantomeno definibili come “particolari” e combatte come un ninja nella Guerra dei Trent’anni È fantasy, senza contare le invenzioni di Klein, il fatto che Jean-Jaques Donatien sia un immortale dal tempo di Ur dei Caldei e altre due o tre cosette piccine picciò.

Per il resto io mi metto in pausa fino Alice di Dimitri, perché se il meglio che offre il panorama fantasy italiano è Esbat (e leggiucchiando in giro ho avuto questa impressione… è così che mi hanno spinto a leggerlo, fregandomi), ragazzi… meglio che muoia Sansone con tutti i filistei.

#102 Comment By Gamberetta On 12 gennaio 2010 @ 20:03

@Dago Red. Sì è quello.

#103 Comment By Zweilawyer On 12 gennaio 2010 @ 20:47

Magdeburg vi ha fatto così schifo? Ha grosse pecche, comprese alcune meramente militari che avranno dato fastidio solo a me e a qualche altro maniaco, ma una sufficienza piena per me se la merita, forse anche qualcosa in più.

Zweilawyer

#104 Comment By Melmoth On 12 gennaio 2010 @ 20:48

Dunque,
sono due ore che focomelicamente cerco la sezione dei commenti per rispondere a questa entry del forum (perdona, dormo poco). Non avendola trovata ti inviaii una mail nella quale cercavo di sostenere la necessità che tu continuassi a fare il pelo alla produzione di genere fantastico Italiota. Avendo altresì trovato il bottoncino di risposta (giuro, stanotte dormo) ti incollo qui la mail. Grazie ancora, continuate così.

Egregia Gamberetta

sto leggendo il tuo blog da un paio d’ore e sono rimasto molto colpito dalla qualità delle recensioni e quella in generale del sito. Siete ben informati, letterariamente consapevoli, ed esibite un linguaggio ironico e causticamente impeccabile. Io non leggo ‘fantasy’ da anni, ma ne ho letto a suo tempo. Avendone digerito tanto, e dei migliori, da un decennio provo un fastidio considerevole nei confronti di quasi tutto ciò che si pubblica nel genere.
In altre parole c’è così tanta spazzatura che da tempi immemorabili ho desistito. E sto parlando di mercato internazionale. Di quello Italiano tragicamente taccio.
Il problema è che scrivo (e pubblico) in ambiti non troppo lontani da quello del fantastico tout court. Sinceramente inorridisco all’idea di venir letto da lettori che siano faciloni e superficiali come gli editori italiani (e non solo) sembrano desiderare. Mi piace scrivere favole, ma non l’ho mai ritenuto né un genere facile né di più facile accesso rispetto alla cosidetta letteratura mimetica.

Per questo l’esistenza di un sito come il vostro, così spietato e così preciso nelle sue stroncature, mi fa ben sperare. Mi fa sperare perché non voglio che il pubblico sia clemente con me per il solo fatto di scrivere un romanzo non realistico. Questa è una condiscendenza intellettuale che trovo semplicemente ripugnante. Condiscendenza tra l’altro assolutamente immotivata: la letteratura dell’irrealtà richiede più precisione e più verità di qualunque altra forma letteraria. Mi piacerebbe perciò avere un pubblico come una lama di rasoio, che non mi conceda nemmeno il lusso di un passo falso. Solo così ha senso pubblicare e solo così ha senso essere letti. Ti prego, vi prego perciò di continuare a recensire i ‘fantastici italiani’. Non solo perché in questo modo finirò prima o poi nelle vostre mani di chirurghi (nessuna pietà) ma perché dovete essere la spina del fianco di un sistema editoriale nazionale che vive della stupidità e dell’ignoranza dei lettori.

Ti saluto,

Melmoth

#105 Comment By lilyj On 13 gennaio 2010 @ 01:32

Come fantascienza nostrana consiglio caldissimamente “Memorie di un Cuoco d’Astronave” di Massimo Mongai. Ha vinto il premio Urania nel 1997, e è estremamente originale (indica il titolo) e ben scritto. Ho letto anche un altro paio di suoi libri, ma non mi erano particolarmente piaciuti, infatti non ricordo i titoli! =P

#106 Comment By Ettore On 13 gennaio 2010 @ 12:35

@Gamberetta

Già che ci sono, preciso che quando parlo dello schifo nel fantasy italiano, mi riferisco ad autori in attività. Buzzati o Calvino saranno stati bravissimi, però ormai sono morti.

Posso capirti, ma visto che molti lettori di fantasy non conoscono questo lato “fantastico” della nostra letteratura, se proprio non ti andasse più di trattare il fantasy italiano contemporaneo, potresti parlarne.
Sarebbe molto interessante.

#107 Comment By cafeine On 13 gennaio 2010 @ 13:13

http://forum.wordreference.com/showthread.php?t=255135

Se vogliamo fare i paladini dell’italiano.

#108 Comment By Alessandro Forlani On 13 gennaio 2010 @ 15:10

A me mi hai già messo nel marciume, deduco?

#109 Comment By Gamberetta On 13 gennaio 2010 @ 15:39

@Alessandro Forlani. Veramente non ho letto ancora neanche una pagina del tuo romanzo, e, come ho spiegato un centinaio di commenti fa, non escludo in linea di principio di recensire un romanzo italiano, se particolarmente bello e interessante.

#110 Comment By Asher^Kunitz On 13 gennaio 2010 @ 19:06

Alessandro, dopo “a me mi” nel marciume dovresti andarci di sicuro :D

#111 Comment By GSeck On 13 gennaio 2010 @ 20:27

@Alessandro Forlani: Il tuo libro è “Tristano”, della Joker?
Dovrebbe essere un editore a pagamento, e mi pare che qui non si recensiscano più libri pubblicati con contributo.

#112 Comment By Mauro On 14 gennaio 2010 @ 00:31

cafeine

http://forum.wordreference.com/showthread.php?t=255135

Se vogliamo fare i paladini dell’italiano

Se interessa, se ne è occupata anche la Crusca: http://www.accademiadellacrusca.it/faq/faq_risp.php?id=7214&ctg_id=44.

Asher^Kunitz

dopo “a me mi” nel marciume dovresti andarci di sicuro

Non necessariamente: nonostante molti insegnanti si ostinino a stigmatizzare quella forma come un male assoluto, non è vero che sia cosí (informazione che si trova piú nei testi di linguisti, che nelle grammatiche scolastiche): la versione breve/semplice è che “a me mi” ha valenza rafforzativa; la versione lunga è data dalla Crusca.

#113 Comment By Mauro On 14 gennaio 2010 @ 00:43

Non so perché, mi visualizza i collegamenti come testo normale; cambia quando ci passo sopra col cursore, ma comunque non mi apre la pagina. Segnalo quindi a parte il collegamento su “a me mi”: http://www.accademiadellacrusca.it/faq/faq_risp.php?id=4096&ctg_id=44.

#114 Comment By Mauro On 14 gennaio 2010 @ 00:57

Ho decisamente sbagliato a inserirli… in uno ho persino dimenticato l’indirizzo! Il sonno colpisce… Comunque: spero non dia fastidio il terzo messaggio consecutivo, ma ho trovato un altro collegamento interessante; questa volta su “ma però”, che spesso viene indicato come errato per motivazioni analoghe a quelle di “a me mi”: http://www.accademiadellacrusca.it/faq/faq_risp.php?id=4290&ctg_id=44.

#115 Comment By Ayame On 14 gennaio 2010 @ 12:38

Tristano di Alessandro Forlani è pubblicato dalla Joker, che è appunto a pagamento.

#116 Comment By zizzio On 15 gennaio 2010 @ 10:05

non ho letto esbat, ma ho seguito la discussione sullo gnokko.
leggendo la recensione in questo sito, mi è parso di capire che esbat cerca anche in alcuni passaggi di pariodiare un genere.
ora nel momento in cui si fa una parodia si va- volontariamente- a cercare clichè e situazioni già viste. Dato che io stesso sto cercando, per hobby si intende, di scrivere una parodia, mi chiedevo come trattare la delicattisima questione di affrontare una strada già battuta per prendere in giro qualcuno, senza commettere gli stessi errori di chi prendiamo in giro.

#117 Comment By Clio On 15 gennaio 2010 @ 12:57

A Matteo
Alla Feltrinelli è classificato come romanzo storico. E nel primo, a parte il Tarpone Mannaro, non ci sono elementi fantastici, solo fuffa.
Un romanzo storico può benissimo avere tarponi mannari ed essere un eccellente romanzo. Se mantieni il punto di vista di un personaggio, non puoi dire “Nenette fu assalita da un cane lottatore simile all’akitainu”, ma “un bisclaveret grosso come un vitello con zanne di una spanna aggredì Nenette”. Per Nenette quello è un lupo mannaro.
Molti “fans” sembrano trovare plausibile la storia del crucco ninja. Non è plausibile, è fisicamente impossibile.
Un eccellente romanzo storico può avere “elementi fantastici”. In Tai Pan di Clavell la casa del protagonista viene distrutta da un tifone. Ma non gli aveva forse detto la sua amante cinese che era stata costruita sull’occhio di un dragone?
Comunque non è stata solo la fuffa storica a farmi orrore, quanto le boiate fisiche. Armature di polistirolo, olio che brucia come cherosene, personaggi di una idiozia disarmante, i kattivi modello “brutto, stupido e puzzolente” e scenette amene completamente inutili come i pipistrelli nelle catacombe di Magdeburg (o sono io che sono maligna, la gente di Magdeburg era molto attenta a non disturbare l’ibernazione del Rhinolophus ferrum-equinum).

#118 Comment By Atno On 18 gennaio 2010 @ 18:29

Fai bene a dedicarti ad altro.Mi devi spiegare,però,perchè leggi tutti libri che non ti piacciono(mi pare di capire che,ormai, capisci com’ è un libro anche prima di comprarlo).Poi,secondo me, vedi ti soffermi troppo sugli errori.Un libro dovrebbe essere giudicato nel suo complesso, anche se io non ho letto tutti i libri che hai letto tu(Tu sola? Ma come fai?XD).Detto questo, a me i libri di Licia Troisi mi sono piaciuti molto(:P)

#119 Comment By Lili On 18 gennaio 2010 @ 22:53

Seguo il blog da molto tempo (ma è la prima volta che commento), i tuoi articoli sono sempre molto interessanti e ben scritti. Ma davvero vuoi smettere del tutto di recensire fantasy italiano?! Cioé, ti capisco perfettamente, da un lato… ma chi altro c’è, sul web, che stronchi una buona volta per tutte certo pattume venduto in libreria a peso d’oro? Io ho fatto leggere alcuni dei tuoi articoli a gente che stravedeva per “Twilight”, “Le cronache” o roba del genere, è servito almeno ad insinuare un margine di dubbio in quelli che gridavano al Capolavoro della Letteratura. Non dicevi tu stessa che è quasi più importante recensire un libro “brutto” di uno “bello”, che è più importante consigliare al lettore cosa non leggere, piuttosto che cosa leggere?
In questo articolo te la prendi giustamente con gli autori di fantasy italiano. Ma hai anche più volte specificato che le tue recensioni non sono indirizzate agli autori, bensì ai lettori… è un bene, secondo me, che che una fan della Troisi cercando con Google trovi le tue recensioni sulla trilogia del “Mondo emerso” e se le legga, può essere che col tempo si accorgerà di che libro si tratta.
Ora, mi rendo conto che alla lunga la nausea prenda il sopravvento, ma credo tu faccia un errore decidendo di non recensire più nulla di italiano (o di recensirlo in maniera grossolana). Dire uno “schifo” in più piuttosto che uno in meno è salutare per certa narrativa, se la gente smettesse di comprare certa roba magari in libreria si troverebbe anche qualcosina di meno deprimente sugli scaffali.

#120 Comment By Ste On 21 gennaio 2010 @ 08:30

Al marciume non c’è mai fine.
Ieri sono andato a vedere Avatar con dei miei amici, essendo arrivato prima pe ringannare l’attesa sono andato a curiosare in una mini libreria mondadori e ho trovato:
il libro “le creature del mondo emerso” e all’interno (così era pubblicizzato sulla copertina) la demo del videogioco del mondo emerso.
-SIGH!-


URL dell'articolo: http://fantasy.gamberi.org/2010/01/06/nascita-del-marciume/

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