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La qualità di FantasyMagazine

Pubblicato da Gamberetta il 29 ottobre 2010 @ 13:52 in Marciume | 16 Comments

FantasyMagazine è nota per la disonestà delle sue recensioni. Quando parliamo di autori italiani sono anni e anni che non si vede una recensione decente. Non lo giustifico ma lo posso capire: l’editoria fantasy italiana va avanti a furia di scambi di favori, non è il caso essere “scortesi”.
Ripeto: non lo giustifico ma capisco perché succede.

Invece proprio non capisco che senso abbia scrivere stupidate negli articoli di “approfondimento”, come l’ultimo, inqualificabile, dedicato allo steampunk. Qui potete leggere l’analisi del Duca.

Visto che il Duca si è stufato a pagina 1 dell’articolo incriminato, aggiungo io qualche nota riguardo pagina 2:

Alcuni esempi steampunk sono nella Steampunk Anthology (2008) curata dai “Vandermeers”, Jeff e Anne

L’antologia si chiama solo Steampunk, non “Steampunk Anthology”; la moglie di VanderMeer si chiama Ann e non Anne; e a essere precisi VanderMeer andrebbe scritto con la M maiuscola.
Piccoli errori, d’accordo, ma ci vuole così tanto a verificare il titolo corretto di un libro e dei suoi autori?
A quanto pare per l’autrice (Cristina Donati alias Kinzica) ci vuole proprio così tanto. Come dimostra questo suo altro articolo (freezepage): City of Saints and Madmen è storpiato in “City of Saints and Mads” e The Third Bear è storpiato in “Big Bad Bear” (inoltre, cara autrice, The Third Bear è una raccolta di racconti, non è il terzo romanzo ambientato ad Ambergris, quello è Finch; ed è stato Finch candidato al Nebula 2009 – solo 2009, non 2009/2010, il premio Nebula non è come la stagione del campionato di lancio del mongoloide).

Segue poi un elenco parziale dei racconti presenti nell’antologia (perché non sono indicati tutti?) da cui si evince che l’autrice dell’articolo parla di un libro che non ha letto.
Ora, non ci sarebbe bisogno di dirlo, ma lo spiego perché a quanto pare io vivo su un altro pianeta. Dunque, se parli di un libro in un articolo hai due possibilità:
1) Esprimi le tue considerazioni a ragion veduta avendo letto il libro in questione.
2) Riporti le considerazioni altrui: “Come fa notare il Critico tal dei tali, il libro parla di questo e quest’altro”.
Non metti parole a vanvera, tipo:

e Michael Moorcock, padrino dello steampunk, con un brano di The Warlord of the Air, collocato in un universo edoardiano alternativo dove volano astronavi e la Grande Guerra non è mai scoppiata.

Quali astronavi? Il brano in questione parla dell’invenzione di macchine volanti più pesanti dell’aria, ovvero di comunissimi aerei. Non c’è nessun viaggio tra gli astri. A proposito del periodo edoardiano: Edoardo VII è morto nel 1910, la storia è ambientata nel 1973.

D’altra parte quando più avanti l’autrice parla di un libro che ha letto (o almeno così sostiene nei commenti all’articolo stesso) dice ugualmente stupidaggini:

Prodotto per un target molto young, Leviathan di Scott Westerfeld è invece una rivisitazione infantile dello steampunk, di cui riprende i clichè ad usum delphini: niente vapore, ma motori diesel per mezzi meccanici un po’ Tranformers della Lego, e un curioso sistema di propulsione “fisiologico” nelle bio-macchine loro antagoniste.

I mezzi meccanici dei Clanker non hanno molto a che vedere con i Transformers, visto che non si trasformano in un bel niente. I Transformers non sono della Lego, anzi, la Lego non ha neanche una linea di giocattoli dedicata al tema.
E si può sapere quale sarebbe il “curioso sistema di propulsione fisiologico”? Gli animali ingegnerizzati dai Darwinisti usano ali e zampe, mentre la Leviathan si muove usando motori meccanici.

Il genere ha un notevole potere mutageno e un immediato potere contaminante, generando spinte narrative che si distaccano definitivamente dal modello Tolkeniano.

No, davvero, ma come si fa a scrivere roba del genere? Da una parte le solite frasi vuote che non vogliono dire un’emerita mazza (potere mutageno? potere contaminante? Accidenti, immediato potere contaminante, mi sa che leggendo steampunk mi sono già beccata qualche brutta malattia), dall’altra Tolkien che c’entra come i cavoli a merenda.
Quando mai lo steampunk ha avuto “spinte narrative” che invece si avvicinavano a Tolkien? Non si può “staccare definitivamente” perché non è mai stato attaccato, né vicino.

La forza vapore anima i sotterranei di altre diramazioni, una sorta di “organismi diabolicamente modificati” che, sempre negli anni ’90 e seguenti, si chiamano New Weird, Steam Fantasy, Slipstream e forse in altri modi ancora.

La “forza vapore” anima il New Weird? Sul serio? Pensa te che non me ne sono mai accorta. Io – ingenua! – credevo che ad animare il New Weird ci fosse il weird, ma evidentemente è la “forza vapore”. E lo Slipstream cosa cribbio c’entra? Diosanto…

Evito un’analisi dei romanzi successivamente citati: basti dire che forse solo le prime pagine di Cuore d’Acciaio hanno un minimo di senso se si parla di steampunk.

Nel complesso, la percezione è che ogni cosa si mescoli e strabordi dal proprio contenitore

Anch’io ho questa impressione. Lascio all’immaginazione del lettore la similitudine con i servizi igienici ostruiti e gli escrementi.

* * *

Naturalmente la redazione di FantasyMagazine si è ben guardata dal fare il minimo controllo. D’altronde FantasyMagazine “ha scopo principalmente informativo” e nell’articolo dedicato allo steampunk di informazioni ce ne sono a mucchi. Sbagliate dalla prima all’ultima, ma non cerchiamo il pelo nell’uovo.

EDIT del 3 novembre 2010: Aggiornamento.

* * *

Questo articolo fa parte del Marciume. Maggiori informazioni sul Marciume, qui.


16 Comments (Mostra | Nascondi)

16 Comments To "La qualità di FantasyMagazine"

#1 Comment By Diego On 29 ottobre 2010 @ 15:23

@Gamberetta: piccolo refuso warning

macchine volanti più pensati dell’aria

#2 Comment By Gamberetta On 29 ottobre 2010 @ 16:01

@Diego. Grazie, correggo.

#3 Comment By zeros On 29 ottobre 2010 @ 16:26

Grazie per aver continuato la disamina del Duca, che fatica dovete aver fatto tutti e due ^_^’
E che tristezza…

#4 Comment By Tapiroulant On 29 ottobre 2010 @ 16:42

Non ho letto quasi nessuno dei titoli citati nell’articolo, mi permetto comunque di aggiungere il mio piccolo contributo:

Anche l’ambientazione di La bussola d’oro di Philip Pullman — almeno uno degli universi narrati — ha connotati steampunk: mongolfiere, oggetti tecnologici surreali, intrighi, spedizioni in terre lontane e un’Inghilterra ottocentesca.

Ora, saranno passati 8-9 anni da quando ho letto La bussola d’oro e quindi i miei ricordi non sono proprio freschissimi, ma non ricordo alcunché di Steampunk in quel libro; al massimo, una vaga atmosfera di sapore tardo-ottocentesco che penso, di per sé, abbia decisamente poco a che fare con lo Steampunk. Sì, c’è una mongolfiera, ma penso che nemmeno questo elemento sia identificativo dello Steampunk.
Non si capisce poi se la tipa si riferisca propriamente a La bussola d’oro o a tutta la trilogia Queste oscure materie. La frase: “almeno uno degli universi narrati” mi fa sospettare che si riferisca a tutta la trilogia (dato che nella Bussola d’oro c’è un solo universo), ma in questo caso l’attribuzione del romanzo allo Steampunk sarebbe ancora più impropria, dato che nel secondo e terzo libro della trilogia le caratteristiche più fantasy (viaggi planari, Spettri, angeli, Dio, mammiferi con le ruote, etc.) non fanno che accentuarsi.
Se dovessi definire la trilogia, sarebbe un fantasy con derive science-fantasy.

Mi chiedo anche cos’abbia a che spartire con lo Steampunk l’Alice di Dimitri.

#5 Comment By zeros On 29 ottobre 2010 @ 16:56

@ Tapiroulant: sono d’accordo sulla Bussola d’Oro. Steampunk un cavolo! E’ un ottocento leggermente ucronico (ma devi andare ad approfondire altrove per capirlo fino in fondo) con un po’ di tecnologia qua e là. Secondo me quella ha visto il film (brutto) dove l’immaginario è molto più steampunk del libro, ci ha mischiato la vaga consapevolezza dell’esistenza di più mondi, ha mescolato con foga ed ecco la vaccata.
Su Dimitri e la sua Alice nel paese della vaporità: vaporità viene da vapore; vapore = steam; Alice è steampunk. Un sillogismo logico, no? O_o

X Gamberetta: c’è un refuso alla fine, “ho scopo principalmente informativo” dove dovrebbe essere “ha scopo…”

#6 Comment By Gamberetta On 29 ottobre 2010 @ 17:11

@zeros. Grazie, adesso correggo.

Per il resto, sì, Alice non è steampunk, se non proprio le primissime pagine ambientate a Londra. D’altra parte ogni articolo di FM non è completo se non c’è la leccatina a un italiano. È una specie di tassa.

#7 Comment By Ippino On 29 ottobre 2010 @ 17:16

Ciao. Seguo questo blog da un pò, leggendo con interesse i tuoi post.
Volevo porti, e porre anche agli altri lettori, una domanda non polemica: ammettendo che FM sia qualitativamente scarso, come molti affermano, quali sono secondo voi dei siti in italiano meritevoli per discutere/chiacchierare/informarsi circa il fantasy?
Io lo trovo un sito abbastanza interessante, sia per quanto riguarda il sito “a solo” sia il circuito della Delos nella sua totalità.

#8 Comment By Ste On 29 ottobre 2010 @ 18:28

Ho trovato da dove slata fuori La bussola d’oro = steampunk: wikipedia (versione italiana), tra gli altri vengono nominati Il mistero di Sleepy allow e Il patto dei lupi forse passi il primo, ma a quanto ricordo il secondo proprio no

#9 Comment By polveredighiaccio On 29 ottobre 2010 @ 18:56

La Bussola d’oro è una delle opere che amo di più, ma da inesperta di steampunk e basandomi su ciò che ho letto qui e dal Duca, credo che gli unici riferimenti siano la bussola di Lyra (ma solo perché ha uno strano meccanismo a rotelle?) e gli Zeppelin che solcano i cieli; forse é nel film che appare qualche macchina steam.
La storia si basa sull’esistenza di dimensioni parallele e in alcune ci sono oggetti e macchinari bizzarri, ma non per questo steampunk. La protagonista viaggia da un mondo all’altro e cerca di scoprire il potere della “polvere”. Ci sono riferimenti religiosi, animali parlanti, orsi corazzati; in una dimensione troviamo spettri assassini, in un’altra zebre che si muovono su ruote… Il tutto pervaso da una forte polemica contro la Chiesa e una bizzarra visione di Lyra come Eva. Sì, il punto di partenza è Oxford, ma NON è quella ottocentesca! E’ solo una Oxford esistente in una dimensionen parallela, con macchinari, società e strutture politiche diverse da quella odierna. C’é pure la comunità nomade dei Giziani che viaggia su barconi, riferimento ai Gitani d’altri tempi, ma in modo DIVERSO, quindi non ambientato nel passato.
Le spedizioni ci sono, ma in un territorio artico parallelo. Non so come definire tale opera e in che genere inserirla, certo NON Steampunk.
Però ho capito una cosa: uno Zeppelin e qualche oggetto con le rotelle in ottone fanno subito steampunk! WOW!

#10 Comment By zeros On 29 ottobre 2010 @ 20:42

wikipedia (versione italiana), tra gli altri vengono nominati Il mistero di Sleepy allow e Il patto dei lupi forse passi il primo, ma a quanto ricordo il secondo proprio no

Ma non passa neanche Il Mistero di Sleepy Hallow! L’ambientazione è ottocentesca e… fine dei vaghi legami con lo steampunk. A meno che, ovviamente (e fessa io a non capirlo), il fatto che il protagonista indossi ad un certo punto dei buffi occhiali multi-lente non ne faccia automaticamente uno steampunk, visto che anche goggles = steampunk!
E Il patto dei lupi… WTF! Non ha nulla di steampunk! O la Bellucci che manda in calore il protagonista conta come motore a vapore? O_o
Seriamente, ma chi caspio l’ha compilata, sta voce di Wikipedia!?

#11 Comment By Merphit Kydillis On 29 ottobre 2010 @ 23:38

Il grazioso Duca Carrarogna Carraronan (scusate, errore di scrittura….) ha anche commentato l’articolo pubblicato da FM riguardo al ritorno del fumetto di Nihal:

Apprendiamo dal sito della Panini Comics che, dopo la sospensione a seguito delle polemiche per le accuse di presunto plagio

E qui il signor Silvio Sosio è entrato in veste di ambasciatore di FM nel Granducato per chiarire quella che poteva essere una frase ambigua:

Il plagio comunque resta presunto.

Che schifo.

#12 Comment By LuciferLight On 30 ottobre 2010 @ 11:43

Ho finito ieri Perdido Street Station. Dopo 744 pagine sono riuscita a non accorgermi che era uno steampunk?! Oppure, riformulo: da dove le è saltato in mente che Perdido Street Station potesse essere uno steampunk? Dal fatto che c’è qualche mezza tecnologia, generalmente appena accennata, che può appartenere al genere?
Ne dubito, perché vorrebbe dire aver letto 744 pagine di qualcosa che, è palese, non le piace (se a uno piace qualcosa non ci scrive su cazzate, punto); penso piuttosto che abbia aperto Wikipedia e abbia trovato:
- nella pagina dedicata allo steampunk, sotto ‘forme di steampunk’, il titolo del romanzo di Mieville. Peccato che ci sia anche specificato che, secondo l’autore dell’articolo, è uno steamfantasy (classificazione, per altro, su cui dissento – è new weird – ma comunque più vicina che ‘steampunk’).
- Nella pagina dedicata al romanzo, sempre che l’abbia letta, nelle prime due righe compare la parola ‘steampunk’. Peccato si riferisca solo alla tecnologia, che nell’economia del romanzo ha un peso, alla fin fine, marginale (o meglio, no, ha un’importanza decisiva, ma non importa minimamente a nessuno, probabilmente neanche a Mieville, come funziona. Funziona, punto).
Ma d’altro canto, forse sono io a non sapere che ‘computer che funzia a schede invece che a colpi di mouse’ = ‘steampunk’. Me povera ignorantA.

#13 Comment By Giulia On 1 novembre 2010 @ 14:47

Che divertente questo articolooo!

#14 Comment By Angra On 1 novembre 2010 @ 15:06

@Gamberetta:

Invece proprio non capisco che senso abbia scrivere stupidate negli articoli di “approfondimento”, come l’ultimo, inqualificabile, dedicato allo steampunk.

Come ho già scritto sul blog di Carraronan, si potrebbe vedere il tutto come un’opera di disinformazione per preparare il terreno in previsione del momento in cui gli scrittori appartenenti al loro giro di amicizie si metteranno a scrivere Steampunk. E’ ambientato nell’800? C’è una pentola a pressione? Steampunk!
Ritenerli così diabolici è però un complimento che probabilmente non meritano.

#15 Comment By Mattia Bulgarelli On 2 novembre 2010 @ 12:31

Una piccola nota praticamente inutile, ma ho 5 minuti da perdere. ^_-

La Hasbro ha avuto, anni fa, una linea di confezioni dedicate ai Transformers in blocchi componibili compatibili con i Lego:
.
Vedi qui: http://tfwiki.net/wiki/Built_to_Rule

In ogni caso, i Transformers NON sono ufficialmente della linea Lego, e la linea sunnominata non è mai giunta in Italia (e forse neanche in Europa).

Probabilmente l’articolista intendeva la linea Bionicle, della Lego:
http://lego.wikia.com/wiki/Bionicle
http://en.wikipedia.org/wiki/Bionicle

#16 Comment By zeros On 5 novembre 2010 @ 23:02

Ho tolto un paio dei titoli di film che non hanno senso di stare nei film steampunk dalla pagina italiana di wikipedia sull’argomento. E ho pregato di non riaggiungerli senza una buona motivazione. Temo non funzionerà, ma almeno ci ho provato… T.T


URL dell'articolo: http://fantasy.gamberi.org/2010/10/29/la-qualita-di-fantasymagazine/

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