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The King. Il Re Nero

Pubblicato da Gamberetta il 7 ottobre 2011 @ 22:04 in Segnalazioni | 16 Comments

Disponibile su emule il romanzo di Mark Menozzi The King. Il Re Nero. Occorre cercare:
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Copertina di The King. Il Re Nero
Copertina di The King. Il Re Nero

Trama:

Valdar è un mondo sterminato e antico, un universo abitato da popoli profondamente diversi tra di loro che, nel corso dei secoli, lo hanno segnato con la bellezza delle loro civiltà e con la violenza ancestrale e terribile delle loro guerre. Nell’impetuoso crogiuolo di destini di Valdar, la vita di Manatasi, un giovane sovrano Warantu, sembra scorrere lontana dai grandi eventi che forgiano la storia. Ma tutto è sul punto di cambiare. Si è ormai conclusa la fondazione di Kemiss, babelica città della speranza, attorno alle cui mura si stanno radunando genti e carovane dell’intero continente. Anche il Principe desidera raggiungere le maestose mura della città ed è così che inizierà il suo grande viaggio di scoperta. Manatasi lascerà la giungla insieme a Sirasa, fidato sciamano dall’animo inquieto, e dovrà difendere una madre e la sua bambina da quella che sembra una semplice aggressione di briganti; si alleerà a un tormentato incantatore che vuole riscattare i crimini del suo popolo indossando il Bracciale della Colpa: conoscerà gli algidi Sacerdoti che leggono la Ruota del Fato e combatterà Sanguescuro, il sicario che non ha mai provato sentimenti, nel suo tentativo di destare il Re Nero, un Dio Addormentato, il cui sonno inquieto fa vibrare le montagne.

Avevo letto le prime pagine di questo romanzo l’anno scorso, dell’incipit avevo anche parlato brevemente nell’articolo sul fantasy italiano. È immondizia. Ma come al solito non chiedo a nessuno di fidarsi: scaricate, leggete e rendetevi conto di persona del livello.
Speriamo che il boom del fantasy in Italia finisca presto. La tesi di quelli che pensavano che il successo commerciale della Troisi o della Strazzu avrebbe aperto le porte anche a titoli meritevoli direi che è stata smentita: le boiate hanno spianato la strada a romanzi sempre più schifosi.


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16 Comments To "The King. Il Re Nero"

#1 Comment By Federico Russo “Taotor” On 7 ottobre 2011 @ 22:22

E comunque quello sulla copertina rimane Tupac Shakur. u.u

#2 Comment By Angra On 7 ottobre 2011 @ 22:37

Anch’io voglio fondare una babelica città della speranza!

#3 Comment By Prarg On 7 ottobre 2011 @ 22:47

tupac in copertina, un titolo che è il nome del cavallo di Raul. Poche righe della prima pagina confermano l’idea iniziale…si tratta di un’emerita ca***********ta

#4 Comment By Gherardo Psicopompo On 8 ottobre 2011 @ 08:44

Io ho deciso che non avrei letto il libro per nulla al mondo, neanche se me lo avessero regalato, dopo aver visto in un articolo sul blog di Zwei la presentazione del libro, dove accanto all’autore e al tizio della casa editrice c’era un negrone seminudo coperto solo da una pelle di leopardo. Che non ha mai parlato per tutta la conferenza stampa, è stato solo lì, a far bella mostra di sè. Tipo quelle cose disgustose che sono i modelli che posano mezzi nudi fuori da Abercrombie perchè così le ragazzine ritardate possono sbavare davanti alla vetrina.

#5 Comment By arnica On 8 ottobre 2011 @ 11:09

gherardo,direi che presentare un libro in questa maniera è abbastanza..squallido. se possibile,mi ha tolto ancor di più la voglia di leggerlo!

#6 Comment By Gamberetta On 8 ottobre 2011 @ 11:41

@Gherardo Psicopompo. Ne aveva parlato anche il Duca di quella presentazione, qui.

#7 Comment By Gherardo Psicopompo On 8 ottobre 2011 @ 12:09

Infatti volevo dire su Baionette, ma ho scritto Zwei perchè sono un idiota. -_-
E’ proprio quello l’articolo a cui mi riferivo. Zwei in realtà ha solo segnalato la presenza di Tupac in quella copertina nella sua preview. :D
Che poi io mi sono sempre domandato: di solito in un titolo o in una copertina di uno di questi fantasy di serie B ci sono scritte le particolarità del protagonista di turno. Non so, una cosa tipo “Le Avventure di Yelena – elfa gobba e sordomuta”. Intendendo ovviamente sottolineare la diversità del protagonista rispetto alla massa.
Ma perchè il fatto che il protagonista di questo romanzo sia “il re nero” dovrebbe essere una particolarità, visto che nell’ambientazione di neri ce ne sono molti altri? Mah.

#8 Comment By Anonimo Qualsiasi On 8 ottobre 2011 @ 12:34

Ma si capisce che è orribile! La sinossi è molto esplicita, ma possiamo parafraserla in questo modo:

“L’autore crede di scrivere in modo biblico, e forse lo fa. Infatti è praticamente impossibile riuscire a leggerlo di filo e personalmente mi sono arreso a metà del primo capitolo”.

#9 Comment By rottenmaier On 9 ottobre 2011 @ 17:05

Ma perchè il fatto che il protagonista di questo romanzo sia “il re nero” dovrebbe essere una particolarità, visto che nell’ambientazione di neri ce ne sono molti altri? Mah.

Non so, non l’ho letto.
Suppongo, forse la cosa strana è che è Re? o.o

#10 Comment By V On 11 ottobre 2011 @ 22:39

Il problema fondamentale del fantasy nell’area mediterranea nasce da due fattori: 1) è l’area dell’Europa dove piaggeria familismo e principio d’autorità sono così forti da impedire l’innovazione culturale; 2) è l’area del mondo con la mitologia più ricca, India a parte; ricordiamoci che il fantasy alligna bene là dove ha avuto origine come high fantasy, in mano all’industria germogliata con Terry Brooks dietro a Tolkien, che dal canto suo cercò non di scrivere un fantasy, ma un legendarium (di qui il suo stile da Teogonia, parzialmente indigeribile -per alcuni totalmente), per dotare di un corpus di miti il mondo anglosassone, che di miti propri ne ha pochini, e per di più presi a prestito dai vichinghi – ma per esempio una studiosa di miti arcaici come Hertha von Dechend scrive “l’impresa di Tolkien di ricreare il mito in tempi moderni, con tutto l’impegno profuso, appare falsa come il biglietto da tre dollari” (in realtà Tolkien voleva fare altro ancora, ma è lungo dire). Quanto alla fantascienza, che è in pratica l’orizzonte mitico della tecnica, noi non ce l’abbiamo, perché l’Italia è il fanalino di coda della ricerca nel mondo occidentale. (Potremmo continuare ancora, affermando che da noi il giallo e il noir allignano fino a un certo punto, anche se un po’ meglio di sf e fantasy, perché il nostro è il paese dei delitti senza colpevole…). Ci si mette poi la tendenza al lirismo improprio della prosa italica (l’Italia è un paese dalla prosa debole e dalla tendenza imitativa in poesia). Insomma, da noi la narrativa di genere non ha qualità, perché non ha radicamento, né come prosa, né come narrativa, né infine come “genere”.

Il mio è uno sfogo tardivo (e riepilogatorio) su cose sicuramente già dette qui e altrove diecimila volte. Pigliatelo per quello che è.

#11 Comment By Gherardo Psicopompo On 11 ottobre 2011 @ 23:24

L’hai detto tu stesso, quello che voleva fare Tolkien è diverso, e non è liquidabile con quella frasetta, fosse anche stata pronunciata da una dei più eminenti studiosi in materia.
Per quanto riguarda la fantascienza: sei davvero convinto che il problema sia la ricerca scientifica? A me la questione convince poco, non bisogna necessariamente essere un paese progredito scientificamente per produrre sci-fi, anzi. Il problema è secondo me che in Italia adesso (e sottolineo adesso) manca la cultura dello storytelling vero e proprio: l’arte del raccontare storie per il raccontare storie e basta.
Ora in Italia al raccontare una storia sottende il desiderio di vederla pubblicata, guadagnarci fama e possibilmente soldi. Aggiungo il possibilmente perchè mi pare di capire che quello che gli “autori” di oggi cerchino più di ogni altra cosa è la fama: infatti non solo si assiste ad un proliferare di (indegne) pubblicazioni di romanzi fantasy di autori/autrici esordienti, ma anche ad un boom di blog e altri spazi web dove CHIUNQUE pubblica (a buon diritto, per carità) le sue porcherie pur di ricevere commenti. Per non parlare dello spopolare della fanfiction. Insomma, per uno straccio di notorietà non si esita a dare in pasto al pubblico qualsiasi cosa la tastiera o la penna partoriscano. Salvo poi offendersi a morte se stroncati senza pietà.
Poi, ovviamente, tutta questa moltitudine di scribacchini si riversa nella letteratura di genere, ovviamente, perchè “si sa” che è la più facile da scrivere: insomma, è fEntasy!

#12 Comment By Franek Miller On 12 ottobre 2011 @ 01:41

@gherardo
la mossa peraltro riuscitissima a livello di marketing è il giustificare la fuffa come fantasy- riuscita perfettamente anche/soprattutto a livello di pubblico. In teoria ci arriverebbe (ci dovrebbe arrivare) chiunque che è un principio errato; eppure quando ho spiegato a una persona che il romanzucolo fantasy di cui discutevamo (una roba terribile riguardo una pendola stregata che devo ripescare, l’avevo letto a 12 anni e mi ha fatto schifo) è sconclusionato, illogico, pieno di forzature e buchi di trama grossi quanto il tomo medesimo, mi son sentito rispondere “ma è fantasy!!!”. Premetto che di narrativa non mi occupo – mi piace solo la parte ludica – ma far diventare le lacune una caratteristica del genere, anzi elevarle a dignità culturale pare solo a me una presa per i fondelli? Non faccio mai osservazioni stilistiche -non ne ho gli strumenti- ma sul piano della trama se ci son lacune logiche ci arrivo anche io. Boh forse quando si legge -e scrive!- ci si sente intelligenti a prescindere e quindi i campanelli d’allarme non scattano come dovrebbero.

#13 Comment By Helldoom On 20 ottobre 2011 @ 08:49

Feci l’errore di comprarlo qualche tempo fa, mi sono spinto, se ben ricordo, fino al quarto quinto capitolo, ma poi non ho avuto la forza di continuarlo. Orribile.

#14 Comment By ilmale On 7 novembre 2011 @ 22:15

Sono in disaccordo con voi. Secondo il mio umile parere di lettore, questo libro, che ho letto in tre giorni l’anno scorso, è scorrevole e mi è piaciuto a tratti , nonostante non segua i canoni della scrittura moderna.
Se vi sono lacune come qualcheduno riporta, ebbene che costui le segnali, perché è facile dire ci sono lacune laddove invece un commento più intelligente sarebbe stato questo: questa è la lacuna. Questi atteggiamenti mi infastidiscono parecchio perché sono sintomi di immaturità. Non vorrei giudicare l’utente con ciò, però mi piacerebbe che si spieghi e mi indichi quali siano le lacune di questo romanzo e mi piacerebbe rispondergli.
Ricercando notizie sul web circa lo scrittore di questo romanzo, ho scoperto che era un amico di una persona importante nell’ambito dell’editoria. Ecco io mi pongo una domanda: questo libro è stato pubblicato perché lo scrittore è amico di pingo pallino oppure il suo romazo è stato valutato come un ottimo libro da leggere ?
La raccomandazione, in tal caso, è servita. Sono solo mere congetture.
Un altro utente stava discutendo sulla crisi italiana a proposito della letteratura, in generale, la crisi è evidente perché – come ho già detto – si guardano più i romanzi dei parenti o degli amici anziché leggere i libri che mandano delle brave persone che non nessuno nessuno; è preferibile pubblicare romanzi di personaggi famosi perché sono conosciuti e vendono, invece di romanzi che sono più interessanti di quelli che hanno scritto i famigerati vip. L’ adolescenti che scrive fantasy è una bestemmia al mondo della letteratura, i vari romanzi degli adolescenti (ne ho letti parecchi) emulano i romanzi “fighi” degli americani oppure il cinema.

#15 Comment By Alf On 8 novembre 2011 @ 18:18

Se cercate un po’ di perverso divertimento, andate a leggervi l’incipit di questo romanzo. Fa spisciare, davvero, a partire dal primo rigo:

Era ormai scesa la notte [corsivo mio].

#16 Comment By Gherardo Psicopompo On 10 novembre 2011 @ 16:43

@ilmale
La tua obiezione è passabile. E’ vero però che Gamberetta, nel link inserito nell’articolo, rimanda ad una citazione de “Il Re Nero” che la dice abbastanza lunga.
Faccio solo un brevissimo esempio, dopodichè mi fermo, perchè del libro ho letto solo l’incipit e una breve anteprima che mi ha molto scoraggiato.

[La] Catena Divisoria, la più vasta, smisurata e imponente fra le catene montuose.
Il silenzio della sera avvolgeva la vastità di quei monti maestosi, che ben pochi eguali avevano al mondo.

E siamo solo nella prima pagina, alle prime righe. I grassetti sono miei. Insomma, Menozzi, si decida: questi monti sono i più vasti oppure hanno pochi eguali al mondo? Le due cose insieme non possono stare.
Questo basta per cestinare un romanzo? Assolutamente no. Però considerando che l’incipit è praticamente la parte più importante del libro, quella che dovrebbe servire a catturare il lettore e trasportarlo di colpo nel tuo mondo…beh, decisamente non ci siamo.

Poi magari riuscirò a leggerlo e a recensirlo con le dovute accortezze…


URL dell'articolo: http://fantasy.gamberi.org/2011/10/07/the-king-il-re-nero/

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