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La mia fine del mondo

Pubblicato da Gamberetta il 21 dicembre 2012 @ 00:08 in Fantasy,Italiano,Racconti | 108 Comments

Non sono morta. Solo un certo numero di impegni improrogabili e di casini nella mia vita privata mi tengono lontana da Internet e dal blog. Non so dire quando la situazione cambierà, dunque non faccio promesse riguardo a un 2013 ricco di articoli, anche se spero di scrivere sui Gamberi più spesso che non negli ultimi mesi.
Di sicuro, appena avrò avuto il tempo di parlare con alcune persone e di mettere mano agli aspetti tecnici del blog, indicativamente nei primi giorni dell’anno prossimo, introdurrò la moderazione nei commenti.
È una scelta che prendo a malincuore, ma è meglio così che non lasciare i commenti in balia dei troll e degli spammer. Un conto era quando potevo replicare o spostare subito i commenti in Fogna; un conto è adesso, con commenti magari di puro spam che rimangono visibili per giorni. Finché non potrò di nuovo occuparmi da vicino del blog, è meglio moderare i commenti.

Troll di Internet
Il vero aspetto delle presunte dodicenni con personalità multipla

Appena la moderazione sarà introdotta, i commenti non appariranno più immediatamente, ma diverranno pubblici solo quando approvati. Una o due persone fidate mi daranno una mano con la moderazione, in modo che le conversazioni non si blocchino per giorni quando non ci sono. In ogni caso potrebbero passare ore prima che un commento compaia. Mi spiace.

I commenti inutili saranno eliminati. Come dicevo non ho più la possibilità di contrastare i troll, dunque estirperò il problema alla radice.
La libertà di espressione è sempre stata un caposaldo di questo blog, ed è un principio in cui credo, ma l’idea è che la libertà di espressione serva a far emergere opinioni interessanti, se non funziona a tale scopo, ci si può rinunciare. E in questi mesi ho visto che non funziona. Anzi, si ha un disservizio per il lettore, perché i commenti dei troll diffondono idiozie e io non ho il tempo per replicare e per ricondurre la discussione in un ambito razionale.
Cosa intendo per commenti “inutili”? In poche parole, quei commenti che esprimono opinioni già espresse. Per esempio il prossimo commento che sostiene che “i gusti sono gusti” o che io sono “scema invidiosa frustrata” non passerà la moderazione, dato che entrambi i concetti sono stati ampiamente sviscerati. Tuttavia, un commento che supportasse la tesi de “i gusti sono gusti” con argomentazioni originali e ragionevoli sarebbe approvato.
E, come prima, se una discussione tra i commentatori dovesse degenerare in flame conditi da insulti reciproci, il tutto sarà spostato in Fogna.

A livello filosofico non ho mai creduto a principi senza scopo. Sostengo la libertà di espressione perché la trovo utile allo scopo di arricchire la conoscenza umana; se mi dimostrassero con adeguate prove che una sistematica censura è meglio per ottenere lo stesso scopo, sosterrei la censura. Credo che con le cambiate condizioni del blog la libertà non funzioni più, perciò, almeno per un periodo, si cambierà strategia.

Non che questo discorso abbia importanza, dato che oggi finisce il mondo.

* * *

Ammetto la mia ignoranza riguardo ai calendari Maya, dunque non so per quale ora esatta è prevista la fine del mondo. Può essere che questo articolo non lo legga nessuno. Pazienza.

Mi auguro che la fine del mondo sia spettacolare. La mia più grande paura è di morire così, in un battito di ciglia, senza neanche accorgermi di quello che sta succedendo. Purtroppo è anche l’ipotesi più sensata.
La NASA ci avverte che nessun asteroide è in rotta di collisione con la Terra. Fisici e astronomi insistono che non ci saranno problemi con il Sole o con altri fenomeni cosmici. In altre parole, a poche ore – magari solo minuti! – dalla Fine, non si scorgono ancora i sintomi della malattia mortale che spazzerà via la vita sulla Terra. Com’è possibile? È possibile solo se la fine del mondo sta arrivando alla velocità della luce o a una velocità molto vicina a quella della luce.

Asteroide assassino
Asteroide devastatore. Sarà per la prossima volta

Niente può viaggiare più veloce della luce, non c’è neppure modo di trasmettere informazioni più velocemente: se la catastrofe procedesse alla velocità della luce, noi lo sapremmo solo quando ci sarebbe addosso e a quel punto sarebbe già la Fine. Se i perfidi rettiliani del pianeta Nibiru ci hanno attaccato e i loro missili viaggiano al limite della velocità della luce, la Terrà sarà disintegrata senza che nessuno se ne possa accorgere. Un attimo ci siamo, l’attimo dopo siamo stati vaporizzati.
Se poi la natura dell’universo è diversa da come finora l’abbiamo intesa, esistono altre possibilità di morte istantanea: per esempio se viviamo in una simulazione, basta che qualcuno la fermi. La pressione di un tasto e sparisce tutto quanto.
Se, come innumerevoli prove empiriche tendono a dimostrare, siamo solo il sogno nella mente di un coniglietto, siamo in balia del Suo sonno: se Lui si dovesse svegliare, l’universo scomparirebbe.

Purtroppo non ho il tempo per illustrare le varie ipotesi di fine del mondo immaginate da scienziati e scrittori. Mi limiterò a proporre una mia versione, e dato che mi piace scrivere, la mia apocalisse è in forma di racconto.

Il racconto si intitola “Primavera”, e narra di come una persona afflitta da una grave e rarissima malattia affronti la fine del mondo. È un racconto meno weird del mio solito, anche se rimane fantasy. È anche un racconto per molti versi molto “tranquillo”, d’altra parte una certa “rilassatezza” si sposava bene con il tema della storia.
Spero che vi piaccia. I commenti sono i benvenuti.

No, non faccio gli auguri di Natale. Che senso avrebbe? Siamo già tutti morti.

Babbo Natale scheletrico
Il Natale quest’anno. Immagine di Metalchocobo87

Download

 “Primavera” in formato PDF A4. Leggibile a video e ideale per la stampa (~194 KB). Anteprima via Google Docs Viewer.

 “Primavera” in formato ePub. Per i lettori di ebook (~78 KB).

 “Primavera” in formato Mobipocket. Per il Kindle e altri dispositivi portatili supportati (~131 KB).

 “Primavera” in formato RTF. Formato leggibile da Microsoft Word e da praticamente tutti i programmi di elaborazione testi (~5.042 KB).

 Un archivio .ZIP contenente tutti i file di cui sopra (~787 KB).

Il racconto è distribuito con licenza Creative Commons 2.5 Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo. Per sapere in dettaglio quello che ci potete fare, consultate questa pagina. Inoltre date un’occhiata alle FAQ.


Approfondimenti:

bandiera EN I troll simpatici su Wikipedia
bandiera EN Nibiru su Wikipedia
bandiera EN Le rassicurazioni della NASA
bandiera IT Qualcuno conosce la verità
bandiera IT E non è il solo
bandiera EN Non si possono ignorare i fatti

 


108 Comments (Mostra | Nascondi)

108 Comments To "La mia fine del mondo"

#1 Comment By Enrico On 21 dicembre 2012 @ 01:41

La nostra Dea torna e ci dona pure un racconto. Non potrebbe esserci fine del mondo migliore :)!

#2 Comment By Enrico On 21 dicembre 2012 @ 01:42

Grazie, Hime Sama!

#3 Comment By Magdalena On 21 dicembre 2012 @ 02:15

Non ci si sperava quasi più.
Ottima decisione per la moderazione commenti, era diventata una situazione quantomeno grottesca. Vediamo se riesco a leggere il racconto prima che ci piovano teschi di cristallo in testa.

#4 Comment By Anonimo Qualsiasi On 21 dicembre 2012 @ 03:31

Ben rivista, Gamberetta!

E grazie per il racconto; lo leggerò con piacere domani. Per il resto, buona fine del mondo, o buona deludente attesa di quest’ultima livella superstite del nostro secolo.

#5 Comment By Sandavi On 21 dicembre 2012 @ 09:08

Ohhhh….. morire pensando ai tuoi capelli rosa… questa sì che è una fine degna. Leggendo il racconto ovviamente.

Addio. xD

#6 Comment By Angra On 21 dicembre 2012 @ 09:41

Io voto per la simulazione, che non esclude una fine a suo modo spettacolare. Sicuramente la simulazione non sta girando su un unico server ma su parecchi, per cui l’universo scomparirà un po’ alla volta nell’arco della giornata, e magari anche noi non scompariremo tutti insieme nello ste

#7 Comment By Makko On 21 dicembre 2012 @ 09:44

Concordo pienamente con la moderazione ai commenti e chiedo umilmente perdono per i (tanti) post decisamente inutili che ho sempre lasciato.

Mi tuffo nel racconto cercando di non essere sgamato dal capo.

Buona apocalisse a tutti!

#8 Comment By Gwenelan On 21 dicembre 2012 @ 10:50

Un articolo e un racconto prima della fin del mondo *-*! Chissene se si muore adesso!

*va a leggere il racconto*

Buon Natale, e un 2013 meno impegnativo, Gambretta :)!

#9 Comment By Ettore On 21 dicembre 2012 @ 11:10

Sinceramente speravo nell’invasione aliena. Primo contatto e fine del mondo (due piccioni con una fava!). Magari il mondo è davvero finito, ma qualcuno è tornato indietro nel tempo e l’ha impedito.

Comunque grazie di aver condiviso il racconto! Appena ho tempo lo leggo!

#10 Comment By Solvente On 21 dicembre 2012 @ 11:15

In realtà, quello che molti ingenui qui scambiavano davvero per una dodicenne, io lo immaginavo più simile al fumettista dei Simpsons.
A tal proposito, indosso anch’io i panni del panciuto e fastidioso nerd puntualizzatore, per ricordare che l’entaglement quantistico sembra mettere in dubbio l’idea che le informazioni non si possano trasmettere ad una velocità superiore a quella della luce.

#11 Comment By Eruannë On 21 dicembre 2012 @ 11:44

L’idea di far parte del sogno di un coniglietto e di sparire nel momento in cui lui deciderà di svegliarsi è la teoria meno malvagia sulla fine del mondo che abbia mai sentito e, devo dire, che mi piace più dell’asteroide che si schianta sulla superficie terrestre. Ergo io voto per questa, e spero che il coniglietto continui il suo sonno ancora per mooooooolto tempo (nel frattempo, perché non organizziamo un bel coro di ninne nanne, così siamo sicuri che non si svegli a breve?). [Sono folle, lo so =D]

Detto questo, mi fa piacere rivederti, Gamberetta, e scarico subito il tuo racconto *-*
Per quanto riguarda i commenti moderati, io sono mancata parecchio sul blog, quindi non so quanto siano degenerate le cose, ma mi trovi perfettamente d’accordo, soprattutto quando è necessario mettere un freno a certa gente =) (spero di non far parte della schiera di troll, spammatori ed altri esseri fastidiosi, comunque)

#12 Comment By Il Duca di Baionette On 21 dicembre 2012 @ 12:06

La nostra Dea è tornata.
Festeggerò la Sua amabile esistenza con una bottiglia di moscato rosé spumante dolce.

Idea per inviare messaggi più rapidamente della luce senza isfruttare direttamente l’entanglement (sul perché non paia possibile usarlo per trasmettere informazioni, per quanto studiato fino ad ora, ne parla anche Bruce Colin in Schrödinger’s Rabbits: The Many Worlds of Quantum, SE non ricordo male).

Ecco la mia idea.
Se i rettiliani spediscono i loro missili Stealth a velocità prossima a quella della luce da, mettiamo 10 anni luce di distanza, ma vengono rilevati da un osservatore con grandi baffi a manubrio e il cappello a cilindro che desidera comunicarci il loro arrivo per permetterci di salvarci fornendo progetti per uno scudo spaziale capace di rilevarli smascherando lo Stealth e disattivarli, questi potrebbe ad esempio prendere una capsula per la posta pneumatica… mettiamo una capsula grossa a sufficienza per includere tutte le spiegazioni anche in cartaceo e microfilm (la gente col cappello a cilindro teme sempre la ridondanza ciclica sui DVD che masterizza), l’osservatore potrebbe inviarci la capsulona “sparandola” a una velocità superiore a quella della luce sfruttando una delle soluzioni alle equazioni di campo di Einstein, ovvero tramite un Alcubierre drive e arrivare fino a 10 volte la velocità della luce pur senza superarla mai nel sistema di riferimento, quindi in accordo con quanto proposto da Einstein. Da far cadere il monocolo, nevvero?

In tal modo la capsula arriverebbe da noi in un solo anno, contro i dieci richiesti dal missile rettiliano. Agli Alcubierre drive sta proprio pensando la NASA in questo periodo.

Un piccolo imprevisto possibile, ma in fondo cosa contano i rischi di fronte alla Scienza?, è che distorcendo così tanto lo spazio tempo dietro e davanti e attraversando il mezzo sparati come un proiettile, si potrebbe ottenere di distruggere il punto di partenza, quello di arrivo (ipotizziamo a metà del nostro sistema solare per permettere poi la decelerazione) e perforare tutto ciò che sta nel mezzo.

Questo spiega come mai non abbiamo ancora incontrato dinosauri tecnologici di altri pianeti, c’è la fascia degli asteroidi non troppo distante dalla Terra (quello era il vero Nibiru) e un oggettone inaspettato si è schiantato in Messico parecchi milioni di anni fa.
Forse i razzi di frenata non li avevano calcolati benissimo…

#13 Comment By Makko On 21 dicembre 2012 @ 14:05

Ho letto il racconto. Carino e scritto bene. E sono inorridito scoprendo che…

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Un nota (inutile): nel pfd, più volte il numero del capitolo è a fondo pagina. So che non è un dramma ma…

Grazie ancora del racconto e

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#14 Comment By Gwenelan On 21 dicembre 2012 @ 16:27

Letto :)! Mi è piaciuto molto, secondo me è altamente probabile che questa sarà la Fine del Mondo vera e propria u.u, noto già diversi sintomi – anche in me stessa, tristemente.
E mi è piaciuta anche la voce narrante, anche se mi ha ispirato meno simpatia di Silvia o delle fatine ^-^… hai reso benissimo Mostra spoiler ▼

#15 Comment By ElettroGolem On 21 dicembre 2012 @ 17:21

Carino il racconto.

Per quanto riguarda la fine del mondo non dobbiamo escludere il disastro della metastabilità del vuoto (anche se in realtà non dovrebbe accadere così presto) e la generazione di un universo bolla all’interno del nostro (scommetto 10.000 euro che non succederà).

Per quanto riguarda le minacce a velocità sub-luce non sono da escludere eventuali getti di materia che vengono da supernove, buchi neri e quasar (fenomeni del genere accadono in continuazione nello spazio profondo, ma sarebbe proprio sfiga se ci colpissero).

Tutto questo discorso sui viaggi a velocità sub-luce mi fa venire in mente un anime: Gunbuster, è pieno di viaggi a velocità sub-luce, buchi neri e sciami alieni dalle proporzioni colossali.

#16 Comment By Edy On 21 dicembre 2012 @ 19:52

Il racconto mi è davvero piaciuto moltissimo.
Ha un ottimo ritmo e la disperazione ti prende poco a poco.
All’inizio non prendi troppo sul serio quello che vede la protagonista ma poi sempre di più si capisce che la faccenda si fa seria.
Mi ha ricordato molto lo scivolare lento nella tragedia che c’è ne “la morte dell’erba”.
Bravissima!

#17 Comment By ??? On 21 dicembre 2012 @ 23:19

Ciao Gamberetta!
Mi fa piacere rileggerti.

Trovo che la moderazione sia necessaria: non commento da mesi, ma ho letto del tizio che si spacciava da ragazzina di 12 anni (o viceversa).
Con la moderazione il problema si risolve velocemente: specie nei casi il troll si faccia beccare con stesso indirizzo ip.

Per il racconto, ti dico la verità, mi ha lasciato così così.

Ha lati positivi (la storia è interessante. Lo si legge molto velocemente) ma ci sono anche difetti.

Il primo che salta all’occhio è il salto temporale dopo che Luigi si è addormentato. O meglio le domande che tale salto induce al lettore e che vengono lasciate senza risposta.
Sono passati sei mesi e Giulia sta tornando alla baita: dov’era andata? e perché?

E poi, al ritorno, Luigi è ancora riverso sul mangiare (o comunque sul tavolo): ma come mai Giulia così premurosa e caramellosa col ragazzo non l’ha sistemato da qualche altra parte (letto? poltrona?) prima di partire per un lungo viaggio?

Quando ho finito tutto mi è sembrato che la parte centrale del racconto (quella che fra l’altro sarebbe stata la più importante con le allucinazioni di Giulia e lo spassosissimo parlare con gli addormentati) mancasse.

Ecco, mi puoi spiegare come mai? C’è un motivo che non ho colto?

Per il resto robetta: ho notato il ritorno dei sembra e similitudini e anche qualche sequenza di azioni separate da virgole invece che da punti. Ma ripeto: il racconto si legge molto velocemente, perciò direi che questi particolari non influiscano molto in negativo.

Volevo anche chiederti: post a parte, vedremo mai altri capitoli di S.M.Q. o Assault Fairies. Mi spiacerebbe non sapere come andavano a finire.
Ben tornata e Buone Feste a te e a tutti quanti!

Ciao

#18 Comment By Gargaros On 22 dicembre 2012 @ 04:56

Almeno non sei morta, è questo che conta. Come te spero in un 2013 con un blog meno morto di questo 2012.

Splendido racconto, anche se troppo lungo. Ma impressionante, spaventoso. Ho trovato solo due sviste:

l’areo che plana verso Tokyo
«Guarda là, purtroppo siamo in bel guaio.»

A rileggerti presto, spero, e buon Natale, in barba ai maya, che ormai son stati smentiti… ma ce n’era bisogno?

#19 Comment By AndrSci On 22 dicembre 2012 @ 09:05

1. I presidi non fanno rapporto al Ministero sul rendimento degli insegnanti. La procedura delle sanzioni disciplinari è molto precisa, non inventiamoci pezzi (almeno se siamo d’accordo sul fatto che la storia si svolge in Italia, siamo nell’epoca contemporanea, nel nostro universo ecc).

2. Il racconto non è al livello solito. Ti sei rilassata sul fatto che saremmo tutt* mort* e non l’avremmmo mai letto…Buco nella psicologia: Mostra spoiler ▼

Buchi nella trama: imho non puoi sorvolare su Mostra spoiler ▼

Voglio dire, giusto che sul momento ci sia magari un salto temporale, ma poi quel che succede deve essere recuperato in qualche tipo di flash-back, non puoi lasciarci senza saperlo.

#20 Comment By Emiliano On 22 dicembre 2012 @ 09:54

Per quanto riguarda il racconto, che mi è piaciuto molto, non mi capacito di chi non si capacita Mostra spoiler ▼

Ciao a tutti,
Emiliano

#21 Comment By ??? On 22 dicembre 2012 @ 13:32

@Emiliano

è solo questione di capire le motivazioni delle azioni della protagonista, in parte.

Non vuoi mostrare il perché Giulia se ne sia andata o vuoi far vedere che si è dimenticata tutto a causa della malattia?
Inizi una scena in cui si sveglia confusa in una città, capisce dov’è e che è passato del tempo e da lì decide di tornare.

La mancanza del pezzo centrale non si giustifica con la malattia, proprio perché Giulia dice che se n’è andata di sua sponte dalla baita (che poi ci sarebbe da discutere a proposito della sua attendibilità, ma quella è un’altra questione).

Il problema non è dunque non dirci cos’è successo, ma far capire le motivazioni o che il pezzo centrale manca perché Giulia non se ne ricorda o altre soluzioni che non lascino dubbi al lettore.

Il lasciare Luigi dov’è invece è una questione di coerenza nel rapporto tra Giulia e il fidanzato.

Tutto qui.

#22 Comment By Ilaria On 22 dicembre 2012 @ 13:36

Ciao Gamberetta!
Felicissima che tu sia tornata! Mi fa piacere rileggerti, spero ancora e ancora durante ‘sto 2013! Grazie per “Primavera”, lo scarico e mi ci immergo subitissimo! ^^

#23 Comment By Eosforo On 22 dicembre 2012 @ 13:45

Riguardo ai difetti, concordo perfettamente con AndrSci e ???, tranne che per le azioni separate dalle virgole: non capisco dove sia il problema. Anzi, in generale ho notato che molti non sopportano sia il continuo uso di periodi brevi che il continuo uso di periodi lunghi e complessi. La soluzione operata da Gamberetta in questo racconto mi sembra sia ottimale e funzionale. Poi è chiaro che dipende dal personaggio-pov (ci sta che Astride di AF1 usi periodi brevi), dal ritmo che suggerisce la scena (un combattimento non può avere lo stesso ritmo di una scena tranquilla) e delle specifiche azioni che si stanno descrivendo. Per gli ultimi due casi, penso che la soluzione consista nello scegliere il periodare a seconda della scena.
Tornando a “Primavera”, devo dire che in generale mi è piaciuto e mi ha emozionato. Sul finale ammetto che mi è scappata una lacrima. xD
Gamberetta, non mi sarei aspettato un racconto così tranquillo ed emozionale da te. È stata una piacevole sorpresa constatare la tua versatilità. Complimenti, brava!
Ora però attendiamo gli altri capitoli di S.M.Q. e Assault Fairies 2. ;)

Riguardo alla moderazione dei commenti: sono pienamente d’accordo.

#24 Comment By Emiliano On 22 dicembre 2012 @ 15:20

@???

Forse il fatto è proprio che non siamo d’accordo su “(che poi ci sarebbe da discutere a proposito della sua attendibilità, ma quella è un’altra questione)”. Visto che la protagonista è un narratore inattendibile da manuale, il modo migliore per rendere la sua inattendibilità mi sembra proprio non già dire “non ricordavo niente”, “avevo le idee confuse” o simili (per esempio), ma proprio farle fare qualcosa di spiazzante e inspiegabile e che probabilmente lei stessa non saprebbe spiegarci. Questo è il mio modestissimo avviso (poi magari viene fuori che Gamberetta aveva cancellato per sbaglio un pezzo di file e tutto il mio ragionamento va a gambe all’aria).

#25 Comment By Ilaria On 22 dicembre 2012 @ 21:24

Letto “Primavera”. L’ho trovato scorrevolissimo, molto chiaro e originale. Non mi ha disturbata la “pausa dei tre mesi”, anzi; secondo me si adatta perfettamente alla situazione della protagonista, e mi è piaciuto anche il finale. Insomma, ottimo. Una lettura piacevole e anche divertente, specialmente all’inizio, che ho finito troppo presto. Ciao Gamberetta, attenderò altri tuoi succosi post! E buone feste a tutti!

#26 Comment By Gwenelan On 22 dicembre 2012 @ 21:36

Secondo me quella pausa non disturba, perché non è importante cosa ci sia stato in quei mesi. Mostra spoiler ▼

#27 Comment By Eosforo On 22 dicembre 2012 @ 22:10

@GwenelanMostra spoiler ▼

#28 Comment By Gwenelan On 23 dicembre 2012 @ 00:24

@Eosforo:
Mostra spoiler ▼

#29 Comment By Gwenelan On 23 dicembre 2012 @ 00:25

Ah, olevo fare una domanda: la copertina l’hai disegnata tu, Gamberetta? E’ davvero bellissima *-*!

E ho visto adesso gli ultimi tre link sotto la voce “approfondimento”, lolXDDDDDD!

#30 Comment By Gamberetta On 23 dicembre 2012 @ 02:21

Ho cambiato l’impaginazione del PDF e dell’RTF e ho corretto i refusi. Grazie delle segnalazioni.

@???. Giulia è il nome di una delle alunne della protagonista, il nome della protagonista non è mai detto, anche se io so che è Francesca. A parte questo: l’idea è che la protagonista vegli su Luigi per un certo periodo, anche settimane, ma visto che lui non si sveglia e lei non muore, Francesca decide di andare a vedere come stanno i suoi parenti e perciò torna indietro. Appurato che stanno dormendo anche loro, e constatato che forse finalmente la morte si avvicina per lei, vuole rivedere per un’ultima volta il fidanzato. Potevo scriverlo? Volendo sì, ma non mi sembrava così importante, avrebbe aggiunto scene superflue; e d’altra parte farlo raccontare alla protagonista sarebbe stato innaturale.

Non mi sembrava così naturale e/o romantico che la protagonista trascini il corpo addormentato di Luigi per casa, ma volendo ci può stare, non è che cambia niente se Luigi è ancora a tavola o è in poltrona.

@AndrSci. Ho tolto il Ministero.

@Gwenelan. La copertina non l’ho disegnata io, non sono capace di disegnare. ^_^” L’ho presa da uno di quei siti che offrono immagini royalty-free.

#31 Comment By Gargaros On 23 dicembre 2012 @ 09:48

In effetti quei mesi mancanti mi son parsi strani pure a me. Dove sia stata non ci sono dubbi: dalla madre. Ma il perché ci resti dei mesi è miserioso…

#32 Comment By ??? On 23 dicembre 2012 @ 10:55

@ Gamberetta

Grazie della risposta.

Giulia è il nome di una delle alunne della protagonista, il nome della protagonista non è mai detto, anche se io so che è Francesca.

OK. Commentavo a memoria e data l’assenza probabilmente l’altro nome mi è rimasto nel cervello.

l’idea è che la protagonista vegli su Luigi per un certo periodo, anche settimane, ma visto che lui non si sveglia e lei non muore, Francesca decide di andare a vedere come stanno i suoi parenti e perciò torna indietro. Appurato che stanno dormendo anche loro, e constatato che forse finalmente la morte si avvicina per lei, vuole rivedere per un’ultima volta il fidanzato. Potevo scriverlo? Volendo sì, ma non mi sembrava così importante, avrebbe aggiunto scene superflue; e d’altra parte farlo raccontare alla protagonista sarebbe stato innaturale.

Be’, dipende. Lo sbalzo temporale ci può stare benissimo e suscita anche curiosità. Da quanto mi dici non è necessario mettere altre scene, ma qualche dettaglio in più in quelle che già esistono toglierebbe dubbi al lettore. Come hai visto non sono stato l’unico ad avvertire l’assenza di alcune risposte. E come hai detto altre volte tutte queste cose il lettore non se le deve immaginare.

Basterebbe inserire un riferimento ai parenti nel discorso con la rossa in auto e già si saprebbe perché se ne era andata da Luigi.

E per quanto riguarda Luigi:

Non mi sembrava così naturale e/o romantico che la protagonista trascini il corpo addormentato di Luigi per casa, ma volendo ci può stare, non è che cambia niente se Luigi è ancora a tavola o è in poltrona.

Al contrario. La protagonista è la ragazza di Luigi e Luigi non è morto. Forse un cadavere non si sposta, ma una persona addormentata (specie se come dici l’idea è che Francesca la vegli per giorni o settimane) la si sposta. A maggior ragione se è la persona con cui volevi costruire una famiglia.

In realtà anche quando si tratta di morti la situazione non cambia di molto. È lo stesso principio per cui esistono i riti funebri in qualsiasi cultura: i tuoi cari non li lasci lì e basta.

D’altra parte, quando Francesca ha preso l’auto per il viaggio di ritorno, ha messo anche la cintura alla rossa in auto (che presumo prima fosse al posto di guida), e quella era una tizia qualunque.

Non spostare Luigi non cambia niente a fini della trama, ma al lettore può sembrare una falla logica dal punto di vista dell’interazione della protagonista con gli altri personaggi.

Detto questo, come ti ho detto il racconto mi è piaciuto, ed è proprio per questo che ti ho scritto riguardo a questi dettagli. Se si possono migliorare e rendere il tutto migliore, perché non farlo?

Da appassionato di lettura e scritture come te, il salto temporale (non tanto in sé, ma) legato alla mancanza di info mi ha fatto apparire l’allontanarsi di Francesca come un “perché sì”, perché serviva una scena di ritorno alla baita per concludere il racconto (che infatti è una scena azzeccata di per sé).

Fugare i dubbi del lettore al riguardo toglierebbe di mezzo la sensazione e rinforzerebbe il racconto, alzandone la qualità.

#33 Comment By ElettroGolem On 23 dicembre 2012 @ 11:11

Una volta lessi di uno che, dopo essere rimasto 11 giorni senza dormire, credeva di essere un giocatore di baseball…

Unico dubbio: una persona con una malattia degenerativa, che soffre di insonnia e non dorme da due settimane come può riuscire a guidare l’auto?

Il bosco è una massa di oscurità, i campi zone squadrate di oscurità solo un filo meno intensa.
Secondo me suona male, mi ha dato fastidio durante la lettura.

#34 Comment By Mao On 23 dicembre 2012 @ 15:21

@???

Quando ho letto che Francesca aveva lasciato Luigi a tavola non mi sono stupita, anzi, l’ho trovato molto romantico: una scena con lei che aveva messo il fidanzato in un letto era banale, tutto ciò che mi aspettavo. Invece quando ho visto che Francesca lo ha lasciato a tavola, mi sono commossa, ho pensato che lo aveva fatto perché le era mancato il coraggio di ammettere che non si sarebbe più svegliato, le era mancata la forza di accettare che non si sarebbe più tirato su per mangiare. Mi é piaciuto molto di più così che il trascinamento a letto.
Ora, visto che come a me anche ad altri la cosa non ha dato fastidio, anzi è sembrata naturale, non credo che perché tu e altri ancora dite di no la scena andrebbe cambiata. Ovviamente é una mia opinione, ma ripeto che a me il fatto che rimanesse a tavola non ha dato fastidio affatto, anzi ha fatto piacere. Dunque cambiare non sarebbe necessariamente una miglioria. È una semplice decisione di preferenza dell’autrice.

#35 Comment By ??? On 23 dicembre 2012 @ 18:25

@Mao

Mi é piaciuto molto di più così che il trascinamento a letto.

Mai suggerito di inserire una scena in cui Francesca trascina Luigi a letto (se per questo dopo la puntualizzazione di Gamberetta non ho suggerito di inserire alcuna scena in più, ma di aggiungere dettagli chiarificatori (e sostituire altri che possono dar adito a domande senza risposta) alle scene già presenti).

Ciò che ho scritto è che nella scena in cui Francesca torna ritrovare Luigi a tavola dopo sei mesi può creare dubbi nel lettore (non a te, ok, ma puoi capire come sia possibile per altri, no?) riguardo al comportamento di Francesca.

Come ha puntualizzato Gamberetta stessa Francesca ha vegliato su Luigi per settimane: una ragazza innamorata non lascia il proprio uomo sul tavolo. O almeno non è logico che lo faccia quando poi parte per un lungo viaggio che la terrà lontana per mesi.

Posso capire che piaccia come idea, me è altrettanto comprensibile che il lettore si ponga delle domande emergendo e allontanandosi dal racconto, no?

A maggior ragione perché il lettore non sa che Francesca è rimasta a vegliare Luigi (ce l’ha dovuto dire Gamberetta di persona) e allora può nascere tutta un’altra serie di domande. Francesca è rimasta per un po’? È scappata subito per lo shock? Dov’è andata e perché?

Come vedi un accenno ai parenti (per far capire al lettore dove Francesca era andata) e un Luigi ritrovato spostato in un altro punto della casa (per far capire al lettore che non è scappata subito, ma è rimasta con lui per un po’) di certo aiuterebbero.

Ora, visto che come a me anche ad altri la cosa non ha dato fastidio, anzi è sembrata naturale, non credo che perché tu e altri ancora dite di no la scena andrebbe cambiata.

Ehi, calma, calma! :-)
È ovvio che sto solo suggerendo. Lo faccio proprio perché il racconto è comunque piacevole e perché penso che Gamberetta voglia feedback onesto, non pacche sulle spalle alla “Circolo Letterario ItaGliano”. A maggior ragione se gli spunti che si portano si basano su un ragionamento.

#36 Comment By Mao On 23 dicembre 2012 @ 19:36

Ehi, calma, calma! :-)
È ovvio che sto solo suggerendo. Lo faccio proprio perché il racconto è comunque piacevole e perché penso che Gamberetta voglia feedback onesto, non pacche sulle spalle alla “Circolo Letterario ItaGliano”. A maggior ragione se gli spunti che si portano si basano su un ragionamento.

Non mi sembrava di essere agitata. ^_^
Comunque mi spiego meglio: secondo me, che sono una lettrice come te e da lettrice come te do i miei consigli, la scena va benissimo così. Il fatto che Luigi sia ancora a tavola, il fatto che rimanga il dubbio su dove sia stata Francesca, la mancanza di “particolari chiarificatori”, per me stanno benissimo come sono. Non mi hanno fatto porre domande che mi hanno “distratta”, anzi, sono stata stimolata nella lettura.
Perciò, visto che siamo in tema di suggerimenti (e come fai notare Gamberetta vuole sapere cosa pensano i lettori per migliorarsi), io le suggerisco di lasciare le cose come stanno e non aggiungere particolari inutili. Poi lei farà come le pare, visto che siamo entrambi lettori e abbiamo dato i nostri pareri.

Tra parentesi, capita anche di fare dei complimenti onesti, mica uno deve trovare per forza qualcosa che non va per non fare l’ “italianata” (non dico che tu o altri facciate così, mi sto riferendo a me). Io sono soddisfatta di ciò che ho letto e lo dico perché Gamberetta abbia un altro metro di paragone quando deciderà se apportare modifiche. Tu giustamente fai notare cosa non ti è piaciuto perché pensi sia meglio.

Oltretutto credo che i complimenti a Chiara facciano piacere quanto le critiche costruttive, perciò volentieri faccio la figura da circolo letterario itaGliano per farle sapere che adoro ciò che scrive! Yep! ^_^

#37 Comment By Gwenelan On 23 dicembre 2012 @ 19:54

@Gamberetta:
Grazie della risposta. E’ una bellissima immagine ^-^!

#38 Comment By ??? On 23 dicembre 2012 @ 20:57

Non mi sembrava di essere agitata. ^_^

Ok, mi era parso. In internet non si sa mai, mancan il tono della voce e le espressioni. Non è sempre facile capire gli interventi.

io le suggerisco di lasciare le cose come stanno e non aggiungere particolari inutili.

Ecco, credo che in fondo i nostri punti di vista differiscano qui:
quei particolari sono inutili?

Per te e altri no.
Per me e altri sì.

Se quei particolari ci fossero già nel racconto, li troveresti inutili?
Io so che per me e altri non lo sarebbero. Anzi sarebbero essenziali per godersi appieno il racconto senza se o ma.

Poi lei farà come le pare, visto che siamo entrambi lettori e abbiamo dato i nostri pareri.

Com’è giusto.

Oltretutto credo che i complimenti a Chiara facciano piacere quanto le critiche costruttive, perciò volentieri faccio la figura da circolo letterario itaGliano per farle sapere che adoro ciò che scrive! Yep! ^_^

La parte sul Circolo Letterario non era rivolta a te, eh!
Parlavo del fatto che in Italia molto spesso gli autori si lodano a vicenda e basta e ciò non porta a un miglioramento generale, ma alla formazione di cricche. Con Gamberetta è sempre stato diverso e infatti spero rifletta sui vari suggerimenti (di tutti) prima di seguirli o scartarli.

#39 Comment By Mao On 23 dicembre 2012 @ 21:22

Ecco, credo che in fondo i nostri punti di vista differiscano qui:
quei particolari sono inutili?

Per te e altri no.
Per me e altri sì.

Mi sembrava chiaro senza bisogno di evidenziarlo. ^_^”
E’ questo il punto: abbiamo espresso le nostre opinioni, che però sono discordanti e (mi sia concesso di citare King) quando due lettori A e B dicono A che una cosa va bene com’è e B che deve essere cambiata, la palla è al centro e lo scrittore ha il beneficio della decisione. Tutto qui.

Se quei particolari ci fossero già nel racconto, li troveresti inutili?

Non ho usato l’aggettivo “inutili” a caso. Però posso essere ancora più precisa: non sarebbero solo inutili, ma anche dannosi visto che, come ho scritto sotto, ho trovato la lettura molto più stimolante così, senza che mi venisse detto niente di ciò che Francesca faceva nell’intermezzo. Gamberetta ha fatto questa scelta (che non ha dato problemi a tutti) e io mi ci sono trovata bene. Non ho sentito la mancanza di sapere quello che tu chiedi, anzi, mi è piaciuto molto il dubbio e (per me) non è affatto venuta meno la verosimiglianza. E’ stato solo piacevole, e lo avevo già ampiamente detto.

#40 Pingback By Il suicidio di Charles Freck | Tapirullanza On 24 dicembre 2012 @ 16:05

[...] un sacco di pezzi dei Radiohead! Ora scusatemi, ma visto che sono di buon umore vado a leggermi il nuovo racconto di Gamberetta, che non l’ho ancora fatto. Yay! Share this:TwitterFacebookLike this:Mi piaceBe the first to [...]

#41 Comment By ??? On 26 dicembre 2012 @ 10:08

@Mao

Non ho usato l’aggettivo “inutili” a caso. Però posso essere ancora più precisa: non sarebbero solo inutili, ma anche dannosi

Non ci siamo. Una cosa è dire che per te qualcosa è “inutile”, ovvero “superflua”, una cosa è dire che è “dannosa”.

Dubito che se ci fossero state le informazioni di cui parlavamo (che ripeto non sono scene extra, ma accenni nelle scene già esistenti e piccoli particolari da cambiare) avresti detto: “Oh mio Dio! Adesso so troppo! Che banalità!”.

Semplicemente le avresti accettate senza nemmeno accorgertene, così come avrebbe fatto chi invece ha notato un’assenza.

Comunque, dai, se non altro i nostri punti di vista ora sono abbastanza chiari a tutti per rifletterci, direi. :-)

@Gamberettta
Il messaggio che ha dato inizio alla discussione era per te, se vuoi rispondere.

#42 Comment By Mao On 26 dicembre 2012 @ 14:58

@???:

Ho detto “dannosi” perché io preferisco che le domande restino senza risposta (come accade in moltissimi racconti e romanzi del genere – e come ho spiegato già sotto). Perché le domande che la scena così costruita mi ha fatto porre non sono sgradevoli, ma stimolanti. Se ci fossero le risposte, magari non direi “che banalità”, ma perderei il gusto del dubbio.

E forse adesso entrambe le nostre posizioni sono chiare. ^_^
Ciao!

#43 Comment By Callaghan On 26 dicembre 2012 @ 15:40

A prescindere dalla stima che ho per gamberetta e per l’affetto per questo blog, che è praticamente l’unico che seguo, c’è una domanda anzi un dubbio che ho: perché sempre la prima persona?
So che è possibile “mostrare” anche usando la prima persona, però è un po’ come “imbrogliare”. Ultimamente escono molti romanzi con protagonista una femmina che narra in prima persona (e un triangolo amoroso XD) dall’odiato twilight al decente hunger games e poi l’elenco è lungo.

Con l’uso della prima persona il lettore può immedesimarsi più facilmente, proprio perché entra subito nella mente del protagonista.
Però secondo me ci sono due problemi intanto che i personaggi secondari diventano più “secondari”: rimangono schiacciati dal narratore e poi è troppo… beh prima ho usato la parola imbrogliare, nel senso che è troppo facile far emergere il carattere del protagonista se metti in bella mostra i pensieri.

Nell’evoluzione della scrittura il narratore si è allontanato sempre di più dai personaggi, diventando sempre più impersonale e in questa evoluzione ricade il concetto di “mostrare” nel senso di eliminare qualsiasi interferenza o giudizio del narratore, facendo “vedere” le cose, anche se è più difficile che raccontarle.

In questo senso l’uso la prima persona è un po’ in conflitto con il “mostrare” proprio perché racconta e traspaiono tutti i pensieri del protagonista.
Anche scrivere in prima persona penso sia più facile, quanto meno per far capire come la pensa il protagonista.

Comunque questa non è una critica personale è una riflessione sull’uso della prima persona e in seconda istanza anche un invito a gamberetta a non fossilizzarsi su questo stile di scrittura che non mi convince tanto.

#44 Comment By Mattia On 26 dicembre 2012 @ 16:00

Ho letto il racconto e non l’ho trovato particolarmente interessante. In tutta sincerità mi sembra che la storia manchi del mordente che aveva “Assault fairies”. Nonostante questo ho apprezzato la caratterizzazione della protagonista che mi sembra ben riuscita anche nel breve spazio del racconto.

#45 Comment By Gwenelan On 26 dicembre 2012 @ 17:54

@ callaghan: veramente anche in una terza limitata ben fatta traspaiono i pensieri del personaggio POV, e non quello degli altri, come nella prima. Il POV deve sempre filtrare quello che accade. Nella terza è possibile a volte essere più distaccati, ma di per sè non è “l’ideale”, e comunque non si passa nel mezzo della frase/paragrafo ad un altro personaggio. Semmai, in terza è più comune che da un capitolo all’altro cambi il POV, quindi “conosciamo” più personaggi, mentre un libro in prima persona di solito ha un solo narratore per tuti i capitoli.

#46 Comment By ElettroGolem On 26 dicembre 2012 @ 17:59

Sono abbastanza d’accordo Callaghan, anche se non è vero che usare la prima persona è più facile: forse è più naturale, ma proprio per i motivi che illustri è più difficile scrivere bene in prima persona che non in terza.

Prima e terza persona hanno i propri pro e i propri contro, sta all’autore scegliere, ma poi deve prendersi la responsabilità delle proprie scelte cercando di trarne i massimi vantaggi.

Nel caso del racconto la prima persona mi sembra una buona scelta mentre in assault fairies non è molto giustificata…

#47 Comment By Gwenelan On 26 dicembre 2012 @ 22:12

@ElettroGolem: sinceramente non ho capito dove sei d’accordo con Callaghan e perché secondo te Assault fairies starebbe meglio scritto in terza @_@… sorry, puoi rispiegare?
Io non dico che la prima e la terza sono uguali, o che siano di uguale difficoltà (anzi, appunto perché nella terza persona ti puoi distaccare dal personaggio POV è più difficile la prima); dico che però sia che usi la prima, sia che usi la terza limitata, percepisci sempre gli eventi col filtro del tuo personaggio POV, e quindi conosci i suoi pensieri ma non quelli degli altri. Per quotare Gamberetta in un commento qui sul blog (che vedo se riesco a ritrovare), una terza limitata fatta bene è tale e quale la prima. Solo che con la terza ti puoi distaccare senza dare fastidio al lettore. A meno che voi non intendiate una terza stile telecamera, che guarda tutto ma non entra nella testa di nessun pg, o un’onniscente. Ma i casi i cui è meglio usare queste mi paiono limitati – credo che Assault Fairies ci avrebbe solo perso se fosse stato scritto con una di queste due.

#48 Comment By ElettroGolem On 27 dicembre 2012 @ 10:55

@Gwenelan: secondo me no, non vedo che vantaggi abbia la prima persona in assault fairies.
In ogni caso credo sarebbe stato più comodo e funzionale in af usare una terza limitata visto che la squadra è composta da più fatine, avrebbe permesso di gestire meglio l’intreccio, essere più chiaro e magari creare più tensione e situazioni interessanti, invece siamo bloccati nella testa della protagonista tutto il tempo.

Comunque è solo un’opinione.

#49 Comment By Gwenelan On 27 dicembre 2012 @ 12:05

@ElettroGolem:
Ma anche in terza limitata saremmo stati bloccati nella testa della protagonista, a meno che Gamberetta non avesse cambiato la storia per inserire scene che valevano la pena essere raccontate dal POV di un’altra fatina – perché al momento non ricordo una sola scena di quelle già esistenti che sarebbe stata meglio nartrata dal POV di qualcun altro e non di Astride. Cioè, io credo che Gamberetta abbia fatto il ragionamento inverso: queste sono le mie scene -> questo è il POV che mi conviene usare. Se ci fosse stata la necessità di passare alle altre fatine avremmo avuto, chessò, una fatina-POV per capitolo.

#50 Comment By Tito On 27 dicembre 2012 @ 13:41

Sono da un po sul sito e ho letto con piacere tutto quanto attirasse il mio interesse. Condivido a pieno i pensieri sulla Strazzu (cit) e la Troisi, ma anche più largamente sul Fantasy italiano (per non dire letteratura). Le recensioni sono ben fatte e oggettivamente curate nelle analisi. Meno il punteggio finale a cui vengono sommati anche elementi soggettivi.

Trovo la tua scrittura nei post, stimolante e ben curata. Nello scritto che proponi qui, invece, mi è sembrata un po noiosa e impersonale. In un punto, addirittura mi è sembrato il diavolo fosse entrato in Francesca (esagero).

Seguendo il tuo metodo di giudizio, ti spiego:

Parte nell’introduzione la protagonista si esprime sempre con dolcezza e frasi infiocchettate di rosa a pois, in particolare quando è col fidanzato, eppure in un unico piccolo punto espleta un quantitativo di volgarità che mai ci si sarebbe aspettato.

[Nel bel mezzo della sua presentazione] “Appena arrivata a scuola avevo lo stomaco sottosopra e sono corsa a vomitare nel cesso della sala professori.”

Accettabile, nulla da dire. Anche una pucci pucci può “vomitare nel cesso” e addirittura pensarlo in questi termini

Tuttavia ci sono scivoloni che non avrebbe potuto prendere.

[La protagonista si affaccia per respirare un po di aria pulita] “Ah, la deliziosa aria di montagna! Altre stronzate da Magnifico Spettacolo della Natura, certo, lo stesso preferisco l’odore del legno marcio mescolato al tanfo della merda di vacca alla puzza di benzina.”

Solo a me è sembrata posseduta?

Prima il massimo della volgarità a cui la maestra era arrivata, infatti, era

“Se anche lui ha il coraggio di far finta di dormire davanti a me, altro che ferie, mi licenzio. Al diavolo questa scuola del cavolo.”

Spero non ti offenda, ma vorrei provare a dare un giudizio, in termini di gamberi, come faresti tu con una delle due presunte scrittrici già citate:

Scrittura semplice +1

Buona descrizione +1

-1 ..ma i personaggi restano piatti, bozze.

I dialoghi sono credibili +1

-1 ..ma non brillanti.

-1 storia monotona, a tratti noiosa, tutti dormono e anche il lettore.

-1 la psicopatia sveglia il lettore ma fa un po disgusto.

Colcusione: 1 gamberetto marcio per te. Mi dispiace. Purtroppo nella vita la tecnica non basta. In buona fede. Tito ;)

PS. Chiedo scusa se ho scritto qualche concetto già esposto da qualcun’altro, non ho letto tutte le risposta.

#51 Comment By ElettroGolem On 27 dicembre 2012 @ 16:29

@Tito: la tua analisi è incompleta e si limita solo al carattere della protagonista, non mi è sembrato che fosse incoerente: non dorme, non mangia e ha una malattia mortale: è normale che sia acida e scontrosa, forse è vero il contrario: è troppo pucci pucci col fidanzato.

I personaggi (che poi erano solo Francesca e il fidanzato) non hanno entusiasmato neanche me, tuttavia fai attenzione ad usare l’aggettivo “piatto”: un personaggio piatto è un personaggio che non evolve e ha solo una o poche caratteristiche che lo identificano.

Per quanto riguarda le descrizioni non mi sono parse granché, ma è solo una mia opinione.

Fai anche attenzione all’espressione “svegliare il lettore”, potrebbe essere fraintesa, da come la usi tu penso voglia dire che risveglia la sua attenzione, ma uno potrebbe pensare che tu intenda che faccia distrarre il lettore dal racconto.

#52 Comment By Tito On 28 dicembre 2012 @ 00:30

@ElettroGolem

In realtà l’analisi l’ho limitato a quello per ovvie ragioni di spazio, l’ho trovato davvero sgradevole e decisamente più rilevante come errore. Sono d’accordo che sarebbe stato giustificato un comportamento del genere, ma se fosse stato costante, o meglio ancora se crescente. Parlo di psicopatia, perché le tre fasi di cui ho parlato sono conseguenti (e non rivolte al fidanzato) non si può iniziare in un modo, esplodere in un turbine di immagini sgradevoli a caso e ritornate più paciona di prima.

Le incoerenze poi non finiscono qui, all’inizio, ad esempio la donna dice di non poter guidare mentre alla fine si scopre scarrozzare addirittura una tipa rossa, magicamente sveglia, da Roma. (mi è sembrato un errore passabile)

Conosco bene il significato di piatto, e il termine non lo imputo solo ai due personaggi principali, ma anche alle comparse, non c’è nessun particolare che ti si ficchi in testa, ne nell’aspetto, ne nel carattere. Manco Gamberetta ha capito, il linguaggio di Francesca, o il suo atteggiamento nell’affrontare il malanno, almeno cosi mi è parso.

Quanto sopra è proprio una falla che ho imputato alla descrizione, forse, troppo approssimative nei confronti dei personaggi.

Per l’espressione hai ragione, scusa, per svegliare intendevo “allarmare” nel senso che spezza la monotonia, ma da un bel po fastidio.

Spero di essermi chiarito :)

#53 Comment By Callaghan On 28 dicembre 2012 @ 01:16

Va bene, Tito, ma, al netto delle critiche, il mezzo gambero marcio te lo potevi risparmiare, come anche lo sberleffo di imitare il punteggio delle recensioni.

#54 Comment By simo On 28 dicembre 2012 @ 02:19

ok è il mio primo commento qui, pertanto mi limiterò a evidenziare solo un elemento positivo e uno negativo.

Ho trovato assolutamente efficace il salto temporale di tre mesi. Non solo perchè, almeno a mio avviso, sarebbe stato inevitabile continuare a a raccontare della everyday life alle prese con la fine del mondo (sconfinando onestamente nella noia mortale) e quindi, come fatto per la cassiera o l’ambulanziere, delle figure tipiche della vita di ognuno (che so, il postino, l’insegnante di sci, il dottore etc. etc.) che capitolano una ad una mentre la nostra eroa soffre orride tribolazioni dovute alla malattia, ma a mio avviso è una ellissi di qualità decisamente alta. Sia ciò che precede che ciò che segue il salto temporale (splendidi i dialoghi con “la rossa”) regala alle nostre menti un’immagine nitida di tutto quello che non viene espressamente inserito nella storia, con il mondo che secono dopo secondo, minuto dopo minuto, si addormenta e si congela.

La parte negativa riguarda uno dei principali attori della storia. La malattia della protagonista. Scelta assolutamente calzante per la narrazione, anzi il dualismo sonnocomefinedelmondo-insonniadellaprotagonista alla base della storia è ai limiti del geniale, ma scientificamente inefficace. ma avendo scritto che è causata dalla mutazione di una proteina dimostri di esserti documentata, quindi immagino la tua sia una precisa scelta. vediamo i motivi dell’inefficacia. il primo è che la IFF è una malattia autosomica dominante e come tale si trasmette con una probabilità del 50% ai propri figli…possibile che la nostra eroa non ha avuto precedenti casi in famiglia? non è esattamente nella natura di questa malattia passare in maniera silente quando si manifesta, diciamo attorno ai 50 anni. probabilmente fino a una ventina di anni fa non sarebbe stata riconosciuta, ma ora come ora è piuttosto difficile (vero che mi pare non ci sia una datazione). seconda motivazione: la IFF allo stadio terminale ti trasforma in una persona demente. Non riesci a parlare, figuriamoci guidare o attraversare il bosco profondo a mani nude in pieno inverno. Terza motivazione: ok, i medici sono stronzi, alcuni un po’ cinici e altri ancora ignoranti, ma non danno una diagnosi di malattia incurabile in quel modo!

è stato facile credere, vista la natura fantasy del racconto, che il mondo si congeli in questo modo, ma veder comparire una precisa patologia, con tanto di nome e cognome, in maniera moooooolto diversa da come si manifesta in realtà mi ha lasciato scettica.

#55 Comment By ElettroGolem On 28 dicembre 2012 @ 09:56

@Tito: continuo a non essere d’accordo sul carattere della protagonista, ma penso le nostre siano solo opinioni discordanti.

Le comparse è normale che siano piatte: devono esserlo, servono solo a mandare avanti la storia.

Sono d’accordo con Tito e simo sul finale: come può guidare l’auto? Solo a noi tre sembra senza senso? Gamberetta ci deve delle spiegazioni.
Comunque non mi pare che la tipa rossa fosse sveglia.

#56 Comment By Chris On 28 dicembre 2012 @ 10:44

Leggere una storia di Gamberetta priva di macchinoni retrofuturistici e operazioni a cranio aperto sinceramente un po’ mi spiazza. Tuttavia l’ho trovata una storia molto gradevole, considerando che si tratta di un racconto di trenta pagine.
I personaggi: È stato più volte detto che i personaggi sono piatti. In verità io li trovo semplicemente realistici. Ovvero la protagonista si comporta e pensa come qualsiasi donna comune coinvolta in un’apocalisse di questo genere. A meno di non renderla già coinvolta nel mondo del paranormale (è una strega, vede i fantasmi, sviluppa umanoidi in ampolla nel suo laboratorio segreto ecc.) ci sono ben pochi tratti da aggiungere a lei, e al suo fidanzato che possano essere rilevanti ai fini della trama.
Luigi è il “gran bravo ragazzo”, quello che nei romanzi viene immediatamente cornificato/ucciso/snobbato perché noioso, ma che una donna intelligente, nella vita reale, non si lascia certo scappare.
Quindi, secondo me, è giusto che i personaggi siano un po’ scialbi. Sono persone comuni, di questa terra.
La malattia: condivido l’opinione di simo. È molto strano che la protagonista caschi dalle nuvole quando le dicono della malattia. Avrebbe dovuto già avere casi in famiglia. Nei questionari per i candidati donatori di sangue infatti chiedono proprio se ci sono stati già casi in famiglia di questa malattia (assieme all’encefalopatia spongiforme e la malattia di Creutzfeldt-Jakob).
La Rossa: è solo un’allucinazione oppure anche lei soffre di IFF? Opterei per la prima, però posso pensare che nei mesi saltati dalla narrazione la protagonista si sia messa a cercare altri che come lei non possono addormentarsi. Io al posto suo perlomeno ci proverei.
Conclusione: Bisogna ricordarsi che un racconto breve e in quanto tale non può permettersi di aggiungere tanti elementi per colorare la narrazione. Una donna qualunque che assiste a un’apocalisse di sonno senza poter seguire il resto dell’umanità. Questo è quanto. Trenta pagine. Non facciamoci troppe pretese e godiamoci la narrazione soffice e onirica.

#57 Comment By ElettroGolem On 28 dicembre 2012 @ 12:18

«Lo trovo molto romantico» dico alla ragazza addormentata sul sedile accanto al mio.
La rossa dormiva, è una persona normale! Probabilmente la protagonista parla comunque con lei perché sta degenerando.

#58 Comment By Gamberetta On 28 dicembre 2012 @ 12:19

@???. Non so bene cosa aggiungere: secondo te, date le premesse, Francesca si sarebbe comportata in un altro modo; per me no e credo che il suo comportamento non richieda “giustificazioni”.

@Callaghan. Il tuo discorso non ha molto senso: scrivendo a regola d’arte, la prima e la terza persona sono identiche, cambiano solo i pronomi qui e là. Devi filtrare il mondo attraverso la mente del tuo personaggio punto di vista, che sia in prima o in terza, perciò, sempre se stati scrivendo come Dio comanda, tutta la narrazione sono i pensieri del personaggio pdv. Il difficile di scrivere con un’immersione di questo tipo deriva dal fatto che non sempre i pensieri si presentano naturalmente in veste di dettagli concreti, dunque non è facile mostrare come si deve.
Ci sono poi un sacco di altre questioni riguardo il pdv ma non ho tempo per approfondire.

@Tito.

Le incoerenze poi non finiscono qui, all’inizio, ad esempio la donna dice di non poter guidare mentre alla fine si scopre scarrozzare addirittura una tipa rossa, magicamente sveglia, da Roma. (mi è sembrato un errore passabile)

Francesca è in grado di guidare, solo, come ovvio, essendo sempre sul punto di addormentarsi, non può farlo in sicurezza. Dunque all’atto pratico non può guidare “normalmente”, ma alla fine del racconto non è più una situazione normale: non c’è più traffico, se non macchine ferme, e Francesca può andare con tutto comodo. La rossa non è magicamente sveglia, dorme anche lei, ha sempre dormito, Francesca le parla solo perché sta perdendo le rotelle.

@simo. 1) L’IFF rimane una malattia rarissima, credo non venga diagnosticata tanto facilmente, specie appunto se non ci sono stati casi in famiglia, come potrebbe essere per esempio se Francesca è stata adottata o è solo molto sfortunata.
2) Questo articolo di Medscape racconta la storia di un uomo che è sopravvissuto all’IFF due anni dall’insorgere dei primi sintomi, grazie a una serie di terapie. Con il giusto cocktail di farmaci era in grado di guidare e di mantenersi relativamente lucido, anche in uno stadio avanzato della malattia.
3) Purtroppo ho assistito personalmente a una scena del genere, perciò ti posso assicurare che ci sono medici così cinici.

#59 Comment By Tito On 28 dicembre 2012 @ 13:39

@Callaghan

Era semplicemente un modo simpatico di esprimere il mio parere, lascia che determinate cose me le dica l’interessata.

@ElettroGolem

Si, in fondo, pare che quella parte abbia dato fastidio solo a me(?). Tutto risolto.

Per le comparse non sono d’accordo, anche loro dovrebbero avere una storia, ma non dico di raccontarla, semplicemente di lasciarla intuire. Ma in fondo potremmo classificare pure questo fatto come “opinione discordante”. Il punto sono i personaggi principali che non differiscono poi molto da quelli di sfondo in quanto a caratterizzazione.

@Gamberetta

E’ vero scusa, questo passaggio fa andare un po in confusione, credo:

[Francesca è con la rossa] Dovremo seguire un sentiero nei boschi fino al prossimo ponte, chiedere un passaggio a qualcuno – sì, sì, va bene, dividiamo pure le spese per la benzina –, e poi tornare indietro sull’altro versante. Non proprio una scampagnata, contando la neve, la temperatura sotto zero, una compagna di viaggio più lenta di un bradipo e la stanchezza di due – tre? – settimane senza dormire.

Scommetto che Golem per accorgersene ha dovuto rileggere il racconto.

In realtà la malattia è davvero limitante. Basta informarsi. Ma comunque secondo me era tranquillamente passabile come errore. Insomma non conosciamo bene la distanza di Ponterocco da Roma quindi volendo una malata che dovrebbe, teoricamente, avere allucinazioni (che mai si verificano), episodi di sonno sparsi (che mai si verificano), potrebbe anche riuscirci, escludendo l’andatura atassica che le impossibiliterebbe proprio di spingere l’accelerato o cambiare marcia. Ma vabbé Francesca è speciale e manco la fine del mondo la scuote, figuriamoci la malattia.

La mia non vuole essere un’offesa. Ma solo un parere costruttivo.

Il punto secondo me è che è la malattia ad esser stata giocata male, la protagonista non ha altro che semplice insonnia.

Quello che io chiamo psicopatia, forse per te era disturbo comportamentale che in realtà è tutt’altro che scatti linguistici di mera volgarità.

Avrei visto meglio un malanno inventato insomma.

In buona fede. Tito ;)

#60 Comment By ??? On 28 dicembre 2012 @ 14:36

@Gamberetta

@???. Non so bene cosa aggiungere: secondo te, date le premesse, Francesca si sarebbe comportata in un altro modo; per me no e credo che il suo comportamento non richieda “giustificazioni”.

D’accordo.
E questo riguarda lo spostare Luigi. Come han detto anche altre (fra l’altro ragazze. E la cosa mi mette un po’ paura :-) ) Luigi lo si potrebbe lasciare anche lì sul tavolo.
Anche se così si può pensare che Francesca se ne sia andata subito (come penso avesse pensato, sbagliandosi, Gwenelan), in fin dei conti al lettore non cambia che Francesca sia rimasta a vegliare o no.

Per quanto riguarda il dare un idea di cosa accade in quei mesi invece le motivazioni di Francesca rimangono inespresse. Si sa solo che “ha dovuto lasciare il ragazzo anche lei”
Penso che più di un lettore si dirà: “Sì, ma perché? Stai per morire perchè non sei rimasta? Attacco alieno? Ti sei scordata di spegnere il gas a casa? O che altro?”.

Come ho detto, anche senza entrare nel dettaglio, un accenno (nel “dialogo” con la rossa addormentata) al fatto che Francesca volesse andare a controllare lo stato dei parenti aiuterebbe il lettore e completerebbe il racconto.

Poi certo ci sarà anche chi (come Mao) ad esempio che preferisce non avere dettagli, ma quello è più che altro un gusto personale. Un testo (o un film, se per questo) che lascia incognite in modo non voluto e un testo (o un film) che difficilmente soddisfa a pieno il lettore (spettatore).

Improvviso due esempi di domande non risposte.

Es. negativo.

Lost.

La serie (che aveva come punto di forza una marea di interrogativi) è finito con una vagonata di domande non risposte = una merda.
Cose lasciate aperte perché gli scrittori non sono stati in grado di (o molto peggio, fregandonese degli spettatori e al contempo insultandoli non hanno voluto) trovare conclusioni per tutto.

Es. positivo

Matrix.
Il primo film si conclude con Neo che realizza di essere l’eletto e acquisisce pieno controllo dei suoi poteri. Nell’ultima inquadratura lo vediamo volare via dopo avere avvertito i cattivi che liberà la gente imprigionata nel programma.

Qui la domanda non risposta (“Ce la fara Neo o non ce la fara?”) non crea problemi per 2 motivi.

1) Il film era incentrato su un’altra domanda che trova piena risposta: Neo è davvero l’eletto?

2) Neo vola via. E’ un novello Gesù Cristo. Forse non ce la farà, ma è plausibile che ce la faccia. (E infatti per me Matrix è molto più bello come film unico che come trilogia).

Qui non ci sono dubbi su ciò che accade e sulle motivazioni del protagonista.
Nel racconto di Francesca invece il lettore si deve immaginare perché Francesca se ne sia andata. E questo toglie dall’immersione e lascia un dubbio non da poco, no?

#61 Comment By ElettroGolem On 28 dicembre 2012 @ 18:11

@Gamberetta: Il fatto che la protagonista nel finale guidi l’auto continua a non convincermi, anche con i farmaci è da due settimane che non dorme (a meno che Francesca creda di non aver dormito per più tempo di quanto in effetti non abbia), inoltre quali sono i limiti dei farmaci? In quelle condizioni poteva ricordare la strada? Era in grado di prepararsi un cocktail di farmaci efficace?

Il bosco è una massa di oscurità, i campi zone squadrate di oscurità solo un filo meno intensa.

Direi che anche senza cambiarla del tutto così suona meglio.

@Tito: che la rossa dormiva lo ricordavo, comunque in effetti ho ricontrollato per averne la prova.

#62 Comment By Gwenelan On 28 dicembre 2012 @ 20:17

Come han detto anche altre (fra l’altro ragazze. E la cosa mi mette un po’ paura :-) ) Luigi lo si potrebbe lasciare anche lì sul tavolo.

XD Forse perché noi ragazze non troviamo tanto carino e/o romantico e/o dignitoso spostare il corpo inerte del nostro fidanzato, stile sacco di patate, tra imprecazioni e grugniti ^-^.

#63 Comment By Tapiroulant On 29 dicembre 2012 @ 15:32

E’ molto strano leggere una Gamberetta così delicata e romantica. Il racconto mi è piaciuto; la preferisco nelle cose action-weird alla Assault Fairies, ma mi fa piacere vedere che può gestire situazioni e personaggi così diversi dai suoi soliti. Forse il racconto voleva dimostrare anche questo.
I personaggi sono un po’ troppo mainstream per i miei gusti, ma nel contesto del racconto ci stavano bene. I sintomi della malattia imho sono stati ben resi, anche se sarebbe piaciuto pure a me assistere a qualche allucinazione e deragliamento in più verso la fine.

Insomma, brava ^_^

#64 Comment By Mao On 29 dicembre 2012 @ 21:08

@ ???

Come ho detto, anche senza entrare nel dettaglio, un accenno (nel “dialogo” con la rossa addormentata) al fatto che Francesca volesse andare a controllare lo stato dei parenti aiuterebbe il lettore e completerebbe il racconto.

Poi certo ci sarà anche chi (come Mao) ad esempio che preferisce non avere dettagli, ma quello è più che altro un gusto personale.

Mi sfugge il motivo per cui il mio sia “gusto personale” invece il tuo sia un parere oggettivo che andrebbe seguito per migliorare il racconto. ^_^”
Continuo a sostenere che, anche se la mancanza di informazioni ti ha dato fastidio, questo non significa che andrebbero aggiunte necessariamente, perché ciò che è migliore per te è peggiore per me. E il tuo gusto vale quanto il mio. ^_^

@ Elettrogolem:

Il fatto che la protagonista nel finale guidi l’auto continua a non convincermi, anche con i farmaci è da due settimane che non dorme (a meno che Francesca creda di non aver dormito per più tempo di quanto in effetti non abbia), inoltre quali sono i limiti dei farmaci? In quelle condizioni poteva ricordare la strada? Era in grado di prepararsi un cocktail di farmaci efficace?

Secondo me, visto che ci sono casi documentati (vedi link segnalato da Gamberetta) nei quali una persona riusciva a guidare l’auto dopo due anni senza dormire, grazie ai farmaci, le risposte alle tue domande te le potresti anche dare da solo.

Quoto del tutto Gwenelan sullo spostamento a corpo morto del proprio fidanzato.

#65 Comment By ElettroGolem On 30 dicembre 2012 @ 10:22

Purtroppo per visualizzare l’articolo occorre essere registrati, anche se volessi registrarmi non ho tutti i dati richiesti e comunque non voglio dare i miei dati per registrarmi.

Tutto quello che so è che un uomo, che era sottoposto ad una particolare terapia, col giusto cocktail di farmaci era in grado di guidare, anche se ignoro in che condizioni.

Io dovrei supporre che la protagonista, mezza intontita e da sola (visto che suppongo la maggior parte delle altre dorma) sappia quali farmaci prendere per riuscire a guidare dopo due settimane (minimo) senza dormire per niente?

Anche supponendo che la parte dell’auto sia, anche se improbabile, possibile la reazione del lettore è: ma come? All’inizio non poteva guidare l’auto e adesso che è messa peggio ci riesce?

Il finale, in generale, mi è sembrato poco convincente (a parte l’ultima scena ben riuscita), secondo me andrebbe riscritto.

#66 Comment By ??? On 30 dicembre 2012 @ 10:45

@Mao

Mi sfugge il motivo per cui il mio sia “gusto personale” invece il tuo sia un parere oggettivo che andrebbe seguito per migliorare il racconto. ^_^”

Perché i due punti di vista si interessano di due cose diverse.

Tu ti stai occupando di quanto il racconto piaccia a te, non della sua funzionalità per te e per gli altri tipi di lettore.

La situazione attuale porta al seguente risultato:

Alcuni lettori (come te, ad esempio) trovano il racconto funzionale e molto piacevole.
Altri lettori (come me, ad esempio) trovano il racconto non funzionale (o almeno non del tutto) e di conseguenza meno (o non piacevole).

Quello di cui parlo io è la pura funzionalità del racconto, ovvero come è fatto per soddisfare (per quanto possibile, ovviamente) tutti i tipi di lettore.

Funzionalità: Adeguatezza all’uso cui qlco. è destinato; capacità di soddisfare un’esigenza specifica SIN efficienza, praticità.

Cosa accadrebbe con le piccole modifiche che suggerivo?

Questo (credo):

Alcuni lettori (come te, ad esempio) trovano il racconto ancora funzionale e ancora piacevole.
E infatti, come tu stessa hai ammesso:

io preferisco che le domande restino senza risposta…
Se ci fossero le risposte, magari non direi “che banalità”, ma perderei il gusto del dubbio.

Una questione personale di “gusto”, non di efficienza del racconto.

Altri lettori (come me, ad esempio) troverebbero il racconto funzionale e pienamente godibile.

Ed è questo quello che cercavo di farti capire quando chiedevo:

Se quei particolari ci fossero già nel racconto, li troveresti inutili?

E quando ti scrivevo che

Una cosa è dire che per te qualcosa è “inutile”, ovvero “superflua”, una cosa è dire che è “dannosa”.

Riguardo l’oggettività: è ovvio che nello scrivere non ci può essere oggettività (se ci fosse non ci sarebbero tutti i troll che vengono a lamentarsi delle regole di cui parla Gamberetta), ma credo che tu possa vedere come quello che suggerisco non è gusto personale, ma uno spunto spassionato riguardo ciò che un racconto (già di per sé abbastanza piacevole) deve avere dal punto di vista logico/tecnico per poter essere funzionale per ogni tipo di lettore, per quanto possibile, ovviamente.
Poi si potrà dire che una storia non viene scritta per soddisfare il lettore. O anche che se si tenta di soddisfare tutti si finisce col soddisfare nessuno. Ma non mi sembra questo il caso, visto che, come hai ammesso, le modifiche ti toglierebbero pare del gusto, ma non rovinerebbero la funzionalità del romanzo nemmeno a te.

Spero di esserti stato utile.

@Gwenelan/Mao

XD Forse perché noi ragazze non troviamo tanto carino e/o romantico e/o dignitoso spostare il corpo inerte del nostro fidanzato, stile sacco di patate, tra imprecazioni e grugniti ^-^.

La questione è ipotetica perciò e difficile dire che faremmo al posto di Francesca, ma scusatemi ragazze, ma il vostro mi sembra un atteggiamento un po’ frivolo e irrispettoso.
L’amore va oltre al disgusto.
Se la persona che ami è piagata da una malattia terminale e defeca, urina, e si sbava addosso che fai, la molli perché non è dignitoso?
O se hai un bambino piccolo che fai, non gli pulisci il culo, perché e brutto?
Se trovi il corpo inerte e scomposto del tuo fidanzato, non piangi? Non lo abbracci?
E quando ti sei un po’ ripresa non lo sposti in una posizione più dignitosa per lui anche se per te non è dignitoso sforzarti?
Posso sbagliarmi, ma credo che amare davvero voglia dire anche fare tutte quelle cose che non ci piacciono o non troviamo dignitose.

Io non so quanti anni avete, se siete single, fidanzate, spostate con figli, ma se c’è qualcuno nella vostra vita, provate a fargli l’esempio del racconto ed esponete il vostro punto di vista: vediamo come reagisce.
Se non batte ciglio probabilmente è solo perché è tutta una questione ipotetica.
Ma se fosse una situazione reale penso che non la prenderebbe allo stesso modo.

Poi ovvio, non si lamenterebbe lo stesso un granché: sarebbe morto :-)

Ciao!

#67 Comment By Gwenelan On 30 dicembre 2012 @ 15:19

Rispondo solo a questo:

La questione è ipotetica perciò e difficile dire che faremmo al posto di Francesca, ma scusatemi ragazze, ma il vostro mi sembra un atteggiamento un po’ frivolo e irrispettoso.
L’amore va oltre al disgusto.
Se la persona che ami è piagata da una malattia terminale e defeca, urina, e si sbava addosso che fai, la molli perché non è dignitoso?
O se hai un bambino piccolo che fai, non gli pulisci il culo, perché e brutto?
Se trovi il corpo inerte e scomposto del tuo fidanzato, non piangi? Non lo abbracci?
E quando ti sei un po’ ripresa non lo sposti in una posizione più dignitosa per lui anche se per te non è dignitoso sforzarti?
Posso sbagliarmi, ma credo che amare davvero voglia dire anche fare tutte quelle cose che non ci piacciono o non troviamo dignitose.

Intanto, sono due cose diverse. Se uno è malato, ovvio che si passa sopra al disgusto, anche se non è il tuo fidanzato ma un povero cristo che magari si trova nella tua stessa stanza (mai stato in un ospedale quando non è orario di visite o, tipo, a fare la notte? C’è gente di cui le infermiere si fregano, e giacché ti trovi, magari, aiuti. Gente che non conosci nemmeno). Ma se è morto? Perché il ragazzo di Francesca è come morto, e lei lo sospetta eccome. A quel punto spostarlo come un sacco di patate è solo poco dignitoso *per lui*, non solo per la ragazza: a lui (morto) che differenza fa? Trovo più irrispettoso sballottarne il corpo senza un valido motivo. Se fosse ferito, o solo svenuto, certo che un ragazza lo sballotterebbe pur di portarlo verso un riparo/letto/quel che vuoi.
A parte questa considerazione, cioè che trovo *meno* dignitoso sballottare il fidanzato piuttosto che lasciarlo lì tranquillo a dormire per eternità (quindi il mio gesto di lasciarlo lì è dettato da rispetto per lui, non da rispetto per la mia manicure), io personalmente trovo inutili tutti i comportamenti nei confronti dei morti – dai funerali, peraltro dispendiosi, alle lacrime e alle grida, specie se in pubblico. E la mia prima idea era che Francesca, ormai prossima a morire, avesse abbandonato queste “grucce mentali” (prima che tu mi dica che parlo a vanvera – qualche morto caro l’ho già avuto, idem qualche caro seriamente malato, quindi posso ragionevolmente dire che so che si prova a trovarsi di fronte un caro che ti muore all’improvviso ^-^).
Ma non sto dicendo che “bisogna fare così”: ognuno fa come si sente, c’è chi grida, c’è chi piange, c’è chi se ne va e basta, c’è chi veglia (come Francesca). Dico solo che mi sembra ingiusto accusare chi ha una diversa sensibilità di essere “frivola” o “irrispettosa”.

Rispondo anche al problema di “Francesca in auto” sollevato da ElettroGolem: Francesca sa già che medicine usare, e io ho pensato, leggendo il pezzo in cui guida fino alla casetta con il fidanzato, che stesse andando piano. Quindi anche se si addormenta e sbatte, non si ammazza, oppure si può fermare e riprende quando è più lucida. Prima la cosa non era fattibile anche se era più lucida perché c’erano gli altri automobilisti, e in quelle condizioni basta un secondo di torpore per fare un incidente mortale.

#68 Comment By ElettroGolem On 30 dicembre 2012 @ 15:34

Resto comunque perplesso, c’è la neve e deve guidare in montagna, dove le strade sono presumibilmente strette e tortuose, senza contare le auto in mezzo alla strada. In salita non puoi andare più piano di tanto.

Il punto è che leggendo il racconto non hai una serie di persone che ti dicono che la scena è plausibile e non stai certo a pensarci su delle ore, lo stesso vale per il buco narrativo: il fatto che Gamberetta debba dare spiegazioni vuol dire che il finale è poco convincente.

#69 Comment By Gwenelan On 30 dicembre 2012 @ 16:31

@ElettroGolem: non so che dirti, il fatto è che per me era convincente anche senza nessuna spiegazione :).

#70 Comment By rogue On 30 dicembre 2012 @ 23:14

ammetto che gli altri racconti di Chiara non mi sono piaciuti, ma questo invece mi ha colpita positivamente e mi ha anche commossa.
lettura scorrevole e francamente non ho fatto caso ad eventuali buchi narrativi, significa che la storia mi ha convinta, immagino.
brava!

#71 Comment By ??? On 31 dicembre 2012 @ 09:48

@Gwenelan

Grazie.
Una risposta molto più umana.
Mi hai restaurato un po’ di fede nell’umanità.
Ciao!

#72 Comment By Olorin On 31 dicembre 2012 @ 19:33

Il racconto è davvero interessante. E’ bello se letto come di norma dall’inizio alla fine, ma ho scoperto che è ancora meglio se letto alla ‘Memento’!

Per quanto riguarda il ‘buco temporale’, io l’avevo automaticamente elaborato come frutto dello stato di delirio avanzato della protagonista. Per chi non dorme da settimane, il tempo e la sua relazione con lo spazio (dove mi trovo e quando) probabilmente non avrebbero più senso, perché il cervello sarebbe incapace di registrare adeguatamente gli eventi e in essi crearsi e mantenere fissi dei riferimenti. Da questo punto di vista la ‘spiegazione’ dell’autrice mi delude un po’: lo smarrimento che mi ha indotto quel passaggio mi ha catapultato nella percezione ovattata e confusa che probabilmente avrebbe una persona nello stato di Francesca, e questo effetto è cosa buona.

Per questo una volta conclusa la lettura ho riletto i capitoli a ritroso: aiutano l’immedesimazione!;)

P.S. @Gamberetta: nel 300 a.C. ti inviai un mio racconto in cui il protagonista era potentemente sedato… sarebbe stato bello confrontarci sul nostro modo di rendere il delirio. Bentornata.

#73 Comment By Lorien On 31 dicembre 2012 @ 19:49

Ok,lo so che tanti prima di me hanno scritto,ma volevo anche io farti i miei complimenti.Il racconto è davvero interessante. Però non capisco cosa sia successo,insomma che cosa ha provocato il sonno di tutti?Che cosa è successo dopo?Sono molto curiosa:)

#74 Comment By Coniglio Lunare On 1 gennaio 2013 @ 19:10

uh, buon anno!
Io come al solito dormo (è proprio il caso di dirlo) e son passato di qui per caso. Ho letto il racconto e mi è piaciuto, la voce narrante poi mi era quasi simpatica a questo giro.
Ha un lato di dolcezza che le altre protagoniste non avevano, o non era stato approfondito. Nel caso della Giovane Laura più che di amore si parlava di pruriti, ma sto divagando.
Ho fatto fatica a ingranare all’inizio, mi sembrava un pov meccanico. Poi col progredire ho iniziato ad apprezzare e dal secondo capitolo me lo sono gustato. Anche le descrizioni (sarà che è meno weird e quindi ci si raccapezza anche solo per associazioni di riferimento) le ho trovate precise: in alcuni punti di assault o laura faticavo ad avere un’immagine di quanto leggevo.
Mi è quasi venuta voglia di scrivere, quindi continuo a esercitarmi.
Come concept mi ricorda Melancholia, non ha influito per niente?

#75 Comment By Stefano On 2 gennaio 2013 @ 13:57

Niente Maya, ma potrebbero essersi sbagliati con la data. Non avevano computer quindi magari moriremo tutti un giorno imprecisato del 2013…

Venendo al racconto di Gamberetta: sono indeciso.

L’ho letto tutto d’un fiato (ma che polmoni ho?) e quindi si lascia leggere molto bene; scritto in un buon italiano, e la vicenda è tutto sommato facile da digerire.

Non so decidermi se il salto temporale sia stato una buona idea: è vero che essendo questo un drama romance, ciò che era importante alla storia è stato scritto e magari una digressione nei mesi saltati avrebbe solo allungato il brodo, ma mi sarebbe piaciuto vedere di più il POV fare qualcosa. Il fatto che non ho empatizzato con lei.
Il mio commento alla fine della lettura è stato un secco: “È morta. RIP”.
Non so le intenzioni di Gamberetta riguardo al suo racconto: magari ha voluto lasciare il lettore senza simpatizzare col POV apposta, per rimarcare il mondo sonnolento, o che so io. Resta il fatto che il racconto IMHO è scritto bene, mostrato, idea carina ma mi ha lasciato un po’ freddo. Non ho davvero “vissuto” la vicenda, non mi è dispiaciuto se la POV è morta. Per assurdo sono rimasto male solo quando l’aereo è caduto, pensando a quelli che erano rimasti intrappolati nell’aereo.

Il “problema” lo notai anche con gli altri tre racconti di Gamberetta: scritti sempre bene, mostrati benissimo ma con poca “umanità”.
Naturalmente è solo una mia opinione.
Personalmente, se fosse di qualche utilità un mio consiglio, chiederei a Gamberetta il favore di scrivere un po’ più col cuore. La tecnica e lo stile vanno benissimo, il prossimo salto di qualità è che mi renda più vivi i personaggi.

#76 Comment By Samuele On 4 gennaio 2013 @ 10:07

Ciao Gamberetta, ho letto il tuo racconto e si lascia leggere bene. Soltanto una cosa: è voluto il “magari era meglio se la incontravo” a pagina 1, ottava riga? Non sarebbe stato meglio costruire la frase ipotetica con “Magari sarebbe stato meglio se non l’avessi incontrata”?

#77 Comment By Francesca On 4 gennaio 2013 @ 17:34

A me il racconto è piaciuto molto (quindi grazie, Gamberetta!), l’ho letto volentieri e le critiche che sono state mosse non mi hanno fatto cambiare idea.
Il salto temporale non mi ha disturbata affatto, anzi: penso che il periodo mancante, se inserito nel racconto, sarebbe risultato noioso e infodumposo e che far ricordare alla protagonista quanto accaduto, nelle ultime scene, avrebbe avuto un po’ troppo il sapore di as you know Bob. Chiaro che rimane la curiosità su cosa sia successo nel mondo, se le persone rimaste sveglie si siano organizzate in qualche modo (tra l’altro, non dimentichiamo che i mezzi di comunicazione sono saltati), ma a me è sembrato che molto semplicemente non fosse questo l’oggetto del racconto.
Il linguaggio altalenante tra dolcezza e volgarità della protagonista non mi è sembrato fuori luogo: se stai vomitando l’anima è normale che imprechi, allo stesso modo difficilmente puoi essere proprio di buon umore dopo che ti hanno diagnosticato una malattia che ti ucciderà nel giro di sei mesi. Il fatto che nel finale torni “pucci pucci” non mi risulta così inverosimile, dato che la protagonista non è molto in sé ed è evidentemente fuori dalla realtà.
I personaggi non mi sono sembrati piatti, ma molto semplicemente realistici: niente storie tragiche alle spalle, niente superpower, niente incredibili capacità e via dicendo.
Per quanto riguarda il corpo inerte del fidanzato, quello che avrei da dire è già stato espresso da Gwenelan, quindi non mi dilungo.
Le cose che hanno suscitato perplessità (la protagonista che guida, la ragazza con i capelli rossi, i medicinali) mi sono sembrate chiare anche prima delle spiegazioni, ma suppongo che questa sia una cosa soggettiva.
Ecco, così anch’io ho buttato i miei due centesimi (quelli vinti alla tombola) sulla tavola ^^

Ah, anche se il ventuno è passato io continuo a sperare nella fine del mondo, specialmente nelle versioni simulazione e sogno del coniglietto ^-^

#78 Comment By Tito On 4 gennaio 2013 @ 22:20

@Francesca

Non mi sento di discutere su altro ma sul linguaggio consentimi di dissentire, purtroppo nel racconto non c’è alcuna altalenanza. La donna è praticamente “pucci pucci” per tutto il racconto, non è manco una volte triste per la malattia, o confusa, o nervosa o più semplicemente preoccupata. L’unico evento ISOLATO in cui si lascia andare a pura volgarità l’ho evidenziato qualche risposta prima e in quel momento pareva dovesse solo godersi la brezza di montagna. E’ proprio quello che le si critica, una malata che non è malata, insomma, ma solo incoerente col suo linguaggio abituale in un momento decisamente pessimo.

#79 Comment By Gwenelan On 4 gennaio 2013 @ 23:28

@ Tito:

Se posso dire il mio parare: a me Francesca (la protagonista, non la ragazza che ha commentato prima di te) non sembra che usi un linguaggio “pucci-pucci” da nessuna parte, tranne che alla fine. E non trovo neanche che “merda di vacca”, o com’era, sia tanto volgare. Sarà che io sento dire “merda” invece di “cacca” (o altro sinonimo più “delicato”) normalmente. Peraltro, in quel momento stava facendo un commento cinico sull’odore “puro” della campagna, secondo me ci sta benissimo il “merda”, per accentuare che è una puzza e nient’affatto un’aria pura.

#80 Comment By Tito On 5 gennaio 2013 @ 17:27

@Gwenelan

Scusami Gwen cerca di non confonderti, io non ho mai parlato di linguaggio “pucci pucci”, ma è apparentemente il suo carattere. Del linguaggio non mi sono mai lamentato se non per quel singolo momento. Avrebbe potuto usare quella terminologia in momenti più opportuni, tipo quando si è cappottato il bus o il preside la invitava a fare una vacanza o ancora quando credeva che i bimbi la sfottessero fingendo di dormire.. eppure pensa alla “merda” proprio nel momento più rilassante di tutto il racconto. Non mi pare fosse rilevante in quel preciso momento sottolineare una cosa del genere, sopratutto per una che vuole riposare. Chi se ne frega che preferisce l’odore di merda e legno alla benzina, a chi donna col suo carattere verrebbe in mente in quel momento? A me sembra assurdo.

Per la volgarità, parte il lessico che certo non è degno di donna (ma magari è un parere mio), crea anche un attrito di immagini decisamente fuori luogo, come dice sempre Gamberetta “mostrare” e che senso ha aprire una finestra e mostrare merda, legno e benzina? (tra l’altro l’odore della benzina è gradito da molti :/).

Per il resto il termine è per definizione volgare, non è che l’abbia detto io, il fatto che molte persone lo dicano non lo rende certo un termine letterario. Resta una volgarità di pochi o anche di molti ma sempre tale è.

#81 Comment By Francesca On 5 gennaio 2013 @ 17:41

@Tito

Mah, secondo la mia esperienza non sempre una persona che scopre di avere una patologia anche grave reagisce con tristezza o confusione o nervosismo o preoccupazione. A volte, molto semplicemente, continui a vivere e pensare come sempre, come se ti ricordassi della malattia solo quando hai una visita o in brevi e sporadici momenti. Così come per la morte di una persona cara, anche la reazione ad una malattia è qualcosa di molto personale, che varia a seconda della sensibilità e del carattere del singolo individuo.
Al di là della malattia, comunque, anche una persona che normalmente si esprime in modo “delicato” può avere dei momenti in cui sente il bisogno di usare un linguaggio più scurrile e non è detto che sia in relazione a qualcosa di grave o drammatico: magari uno dice sempre “acciderbolina” invece di “cazzo” e poi si ritrova a bestemmiare per una sciocchezza qualsiasi, dal traffico alla lente a contatto che cade nel lavandino.

#82 Comment By Francesca On 5 gennaio 2013 @ 17:58

eppure pensa alla “merda” proprio nel momento più rilassante di tutto il racconto. [...] a chi donna col suo carattere verrebbe in mente in quel momento?

A una donna che si trova nel tipo di luogo considerato idilliaco e sta pensando che i “paesaggi meravigliosi” e il “profumo di montagna” non sono altro che un cumulo di stronzate che la gente usa per dare aria alla bocca.

il lessico che certo non è degno di donna (ma magari è un parere mio),

Questo sì che è soggettivo, c’è chi ritiene che una donna debba avere un linguaggio più educato e infiorettato e chi invece ritiene che possa dire “merda” senza suscitare uno sdegno maggiore che se a dirlo fosse un uomo ^-^

che senso ha aprire una finestra e mostrare merda, legno e benzina?

Ha senso se è quello che la protagonista sta pensando in quel momento. “Profumo di montagna” > macché profumo, si sente solo legno marcio e letame > vabbè, sempre meglio della benzina. Imho un ragionamento così risulta molto più realistico di quelle descrizioni che si sforzano di essere poetiche e invece di coinvolgere chi legge ispirano una bella pernacchia di scherno rivolta all’autore.

tra l’altro l’odore della benzina è gradito da molti :/

Anche questo è soggettivo: a me fa venire la nausea, magari è lo stesso anche per l’altra Francesca.

#83 Comment By Tito On 5 gennaio 2013 @ 20:33

@Francesca

Mah, secondo la mia esperienza non sempre una persona che scopre di avere una patologia anche grave reagisce con tristezza o confusione o nervosismo o preoccupazione.

Una malattia mortale che non ti faccia pensare alla morte è paradossale. Anche il Papa si rattristerebbe per una cosa del genere. Ma non discuto questo, anche se assurdo, potrebbe andare altra reazione. Una qualsiasi. ma NULLA. Per non parlare dei limiti a cui si è sottoposti che lei non ha mai accusato.

A volte, molto semplicemente, continui a vivere e pensare come sempre, come se ti ricordassi della malattia solo quando hai una visita o in brevi e sporadici momenti.

Il problema è che questi momenti non ci sono mai, e il racconto parla di una tipa che scopre di essere malata nel momento in cui tutto il resto del mondo soffre per il problema opposto (vivendo la morte apparente di chiunque lei possa mai conoscere)

Al di là della malattia, comunque, anche una persona che normalmente si esprime in modo “delicato” può avere dei momenti in cui sente il bisogno di usare un linguaggio più scurrile e non è detto che sia in relazione a qualcosa di grave o drammatico: magari uno dice sempre “acciderbolina” invece di “cazzo” e poi si ritrova a bestemmiare per una sciocchezza qualsiasi, dal traffico alla lente a contatto che cade nel lavandino.

Gli eventi che hai esposto sono decisamente più validi di qualunque pensiero filosofico sulla brezza di montagna. Se io cazzo non lo dico quando sono davvero arrabbiato di certo non lo dirò perchè ho notato che il cavallo nella stalla di mio cugino ce l’ha un metro. Non ha affatto senso, ne è utile al fine di capire cosa succede o perchè.

A una donna che si trova nel tipo di luogo considerato idilliaco e sta pensando che i “paesaggi meravigliosi” e il “profumo di montagna” non sono altro che un cumulo di stronzate che la gente usa per dare aria alla bocca.

Si mi sembra proprio un tipo di riflessione che una tipa malata fa quando sta cenando con il suo “amorino”.. ma dai

c’è chi ritiene che una donna debba avere un linguaggio più educato e infiorettato e chi invece ritiene che possa dire “merda” senza suscitare uno sdegno maggiore che se a dirlo fosse un uomo ^-^

Chiedo scusa se ho dato l’impressione di essere maschilista, mi rendo conto che un po lo sembro. Ma io mi riferivo a QUESTO tipo di donna, no alle donne in generale. Piuttosto anche agl’uomini. Cioè nulla in contrario se un personaggio è sguaiato, ma se lo è, lo è, altrimenti no o almeno se proprio vuole essere moderato, che le dica in momenti opportuni.

Ha senso se è quello che la protagonista sta pensando in quel momento. “Profumo di montagna” > macché profumo, si sente solo legno marcio e letame > vabbè, sempre meglio della benzina. Imho un ragionamento così risulta molto più realistico di quelle descrizioni che si sforzano di essere poetiche e invece di coinvolgere chi legge ispirano una bella pernacchia di scherno rivolta all’autore.

A dirla tutta, per come l’hai scritta tu è coerente, gradevole e decisamente più adatta, e alla fine il concetto è passato lo stesso. Mi sembra molto più da Francesca il tuo pensiero che il suo. Per dirla tutta altro che pernacchia all’autrice, per me è stato uno sputo in un occhio al lettore. Ma pare essere un pensiero solo mio, chiedo scusa se ancora ne dibattiamo.

Piuttosto per la questione benzina condivido lo schifo, ma c’è gente che davvero la snifferebbe.

#84 Comment By Gwenelan On 5 gennaio 2013 @ 21:57

Quoto in toto l’ultimo messaggio di Francesca ^-^.
Tito, la gente reagisce in maniera diversa alle cose. A parte che può darsi che Francesca si sia strappata i capelli “fuori scena”, per la sua malattia, ma per la mia esperienza (di vita che ho vissuto e di gente che ho conosciuto e visto) è del tutto possibile che a uno diagnostichino un cancro e quello si comporti come se niente fosse, finchè ci riesce. Se tu hai problemai a crederlo, sorry, problema tuo ^-^.

Per il pucci-pucci: non credo che Francesca abbia un atteggiamento/comportamento/quello che vuoi, da pucci-pucci.
Per la merda: a parte che di nuovo quoto il messaggio di Francesca; quando dicevo che non lo trovo tanto volgare non intendo che di per sé sia un termine raffinato. Intendo che lo sento usare spesso, durante chiacchiere normalissime, non da “persone sguaiate”, senza bisogno neanche di incazzarsi, ma solo perché è il termine che in quel momento viene reputato più adatto. Come dice Francesca, again, a volte una persona sbotta con una parolaccia per una cosa qualunque – io stessa dico più parolacce quando sono tranquilla e serena che quando mi arrabbio. Inoltre, quando la protagonista pensa alla merda di vacca è tutto tranne che tranquilla e pacifica: sta cercando, fin da quando le hanno diagnosticato la malattia, di ignorare la cosa e vivere tranquilla, ma non ci riesce. E’ nervosa, si nota, anche se cerca di far finta che non sia così: vuole riposarsi, ma non ci riesce ed più tesa del normale.

#85 Comment By Gwenelan On 5 gennaio 2013 @ 22:03

Ah, e io adoro l’odore della benzina ^-^. Molto più di quello di merda – che sia di cavallo, vacca, gatto o umano.

#86 Comment By Tito On 6 gennaio 2013 @ 12:27

@Gwenelan

Scusate se ve lo dico, ma dove vivete in Mozambico?
Che che ne sappia è rarissimo conoscere gente che scopre di avere malattie mortali e il 95% di queste, a cui vien data la notizia, si deprime. E’ statistica non lo dico io. Questa donna non ha fatto una piega nemmeno una volta.

Per il carattere fin troppo pacato a me son venute due ulcere oltre che il diabete. Più pucci c’è solo la tipa di twilight (sembra chiaro che mi piace esagerare). Ma mai ho detto che è un male è semplicemente legato a quanto hai fatto seguire. L’argomentazione sul termine non va, non ha senso, si vede che tu o chi hai ascoltato usate questo tipo di linguaggio, e in un giorno lo userete più di una volta e per svariati motivi. Se non siete abituati o omettete certi termini (vuoi che miri all’eleganza, vuoi che hai una famiglia rompipalle) fidati che non li userete.. meno che proprio non siate incazzati. Lei (la maestra) mai ha sgarrato e non capisco perchè avrebbe dovuto iniziare in quel frangente. Tra l’altro non ho detto che il termine è da “persona sguaiata” ma solo che lo sento cozzare con l’idea complessiva che Francesca da di se. Tra l’altro mi pare che quest’argomento l’avessimo chiuso con un bel, da fastidio solo a me, fa niente. Ho sempre parlato di fastidio personale, non capisco perchè prolungare.

Adesso, all’improvviso ti è venuto in mente che la donna si sta struggendo dal nervosismo, ma quando, dove?

Siate realiste per favore, di certo difendendo Gamberetta spada tratta con argomentazioni sterili non le servirà a molto. Se uno muove una critica lo fa per aiutare, sta all’autrice scegliere di apportare o meno una modifica.

#87 Comment By Gwenelan On 6 gennaio 2013 @ 13:39

@Tito:
Vabè, sorvolo sul termine visto che avevi chiuso, non l’avevo capito. Sorvolo anche sul nervosismo, visto che è legato alla questione.
Ma non sto “difendendo Gamberetta a spada tratta (con argomentazioni sterili)”: può anche darsi che il 95% della gente (a cui hanno fatto il test per ricavare questa statistica: non saranno mica tutti i malati terminali della Terra, eh?) si deprima. Francesca starà nel 5%, che ti devo dire? Io non l’ho trovato strano, perché ho visto gente reagire in modi molto diversi alle malattie gravi, gravissime e ad altre belle notizie simili. Ognuno ha una sensibilità diversa. C’è anche quello che si deprime sì, ma non per se stesso, per la famiglia che lascia magari nei guai. Non vivo in Mozambico (anche se sto comunque in un posto squallido e arretrato, purtroppo), e non puoi fare dei sentimenti della gente tutt’un fascio in casi simili. Tanto più che Francesca non viene colpita dalla notizia in un momento in cui è serena, ma quando è così stanca che non ne può più. Infatti dice prima di sentirsi sollevata (con sua stessa sorpresa), poi alla sua morte ci pensa eccome: arrivati in montagna dice: “Se non fossi condannata a morte sarei affascinata: il cielo azzurro, la spuma bianca quando le acque blu del fiume si infrangono contro i piloni del ponte ferroviario, il marrone dei castagni, il verde brillante delle foglie. Il Magnifico Spettacolo della Natura, come lo chiamavo anch’io. Quando ti rimangono sei mesi di vita ti accorgi che sono tutte stronzate.”
Qui mi pare non tanto serena al pensiero che deve morire ^-^.

#88 Comment By Francesca On 6 gennaio 2013 @ 14:29

Siate realiste per favore, di certo difendendo Gamberetta spada tratta con argomentazioni sterili non le servirà a molto.

Scusami, possiamo discutere all’infinito su ogni frase del racconto e rispetterò sempre ogni tua argomentazione, ma questo mi rifiuto di accettarlo. Mettiamo in chiaro le cose: io sto sostenendo le mie opinioni come tu stai sostenendo le tue, non è mia intenzione “difendere Gamberetta a spada tratta”. Ammiro Gamberetta? Sì, come penso la maggior parte delle persone qui. Mi sento in dovere di difenderla ad ogni costo, senza nemmeno riflettere se sono d’accordo con lei? No. Se condividessi le tue critiche non avrei alcun problema a dirlo apertamente. Non è così. Gradirei che tu rispettassi la mia opinione come io rispetto la tua. Grazie.

Per il resto, quoto Gwenelan.

#89 Comment By Tito On 6 gennaio 2013 @ 15:55

@Gwenelan

Va bene sorvolare sul termine, mi son dichiarato sconfitto. Pare sia una cosa solo mia. Ma sul nervosismo non capisco il nesso.

In quel caso parliamo di caratterizzazione del personaggio, che io trovo piatto.. bene si, anche quello che hai scritto non è che un pensiero piatto, mai mostrato. Io non ho mai VISTO una Francesca nervosa, stanca o sollevata.

Per la questione di tutta l’erba siamo d’accordo lo siamo dalla prima volta che Francesca (la commentatrice) l’abbia pensato, il problema che attribuisco al personaggio è appunto la NON REAZIONE, tutti reagiscono in modi differenti e lei? boh non è cambiato nulla se non il pensiero che la natura quando stai per morire fa schifo.

Poveri concittadini, aia. (Parli con uno che non ha stima dell’italia in generale) In fondo credo che il tuo paese sia meglio di qualunque delle regioni limitrofe di quella zona dell’Africa.

@Francesca

Signorina cara non c’è bisogno di alterarsi (è un impressione fucilami pure se hai scritto in serenità), non è mai stata mia intenzione offendere nessuno, ne mai ho considerato la mia parola più valida della vostra (parlo in generale), semplicemente ho trovato l’argomentazione un po superficiale. Avevo citato anche te per il semplice fatto che avete parlato di “esperienza” per una cosa che difficilmente accade e quando accade è provato tutt’altro. (non a caso ho citato la zona Africana).

Se non rispettassi la tua opinione non sarei mai stato d’accordo sul fatto che le persone abbiano reazioni disparate, ad esempio.

#90 Comment By Francesca On 6 gennaio 2013 @ 17:54

@Tito

Mi è sembrato che ci stessi accusando di non stare sostenendo una nostra opinione, ma di voler semplicemente difendere Gamberetta a priori: se ho frainteso mi dispiace. Mi rendo conto, rileggendo, che il mio tono poteva risultare alterato e di questo mi scuso.

Per quanto riguarda la reazione/non reazione: quello che ho visto io è Francesca che relega la malattia in un angolo del cervello e non ci pensa “esplicitamente” (non so come altro dirlo, spero si capisca), che quando ci pensa la affronta con lucidità, come se non la coinvolgesse, come se la vedesse “dall’esterno” (come sopra). Se è questo che hai visto anche tu (altrimenti, correggimi), l’hai percepito come qualcosa di innaturale e inverosimile (di nuovo, correggimi se sbaglio). Personalmente, io l’ho percepita come il modo, non meno naturale di un’evidente depressione o disperazione, in cui questa persona affronta la malattia. Sinceramente non vedo modo di dimostrare oltre ogni dubbio l’una o l’altra tesi.

#91 Comment By Gwenelan On 6 gennaio 2013 @ 19:02

@Tito:
Quoto Francesca, che ha espresso il mio pensiero:

Per quanto riguarda la reazione/non reazione: quello che ho visto io è Francesca che relega la malattia in un angolo del cervello e non ci pensa “esplicitamente” (non so come altro dirlo, spero si capisca), che quando ci pensa la affronta con lucidità, come se non la coinvolgesse, come se la vedesse “dall’esterno” (come sopra). Se è questo che hai visto anche tu (altrimenti, correggimi), l’hai percepito come qualcosa di innaturale e inverosimile (di nuovo, correggimi se sbaglio). Personalmente, io l’ho percepita come il modo, non meno naturale di un’evidente depressione o disperazione, in cui questa persona affronta la malattia. Sinceramente non vedo modo di dimostrare oltre ogni dubbio l’una o l’altra tesi.

In pratica quella che tu chiami “NON-REAZIONE” è, per me e Francesca, la reazione della protagonista. Che tu ci creda o meno c’è gente che quando gli si diagnostica una malattia fatale/altra sventura, torna a fare la sua vita come se niente fosse. Per i più disparati motivi (rifiuto di accettare la cosa, rassegnazione, stanchezza generale per la vita, ecc). Nello specifico la protagonista, quando le viene detto che morirà è *stanca morta* ^_^! La sua reazione non è: “ommioddio sto per morire!”, ma “grazie a dio dormirò”. A me questa pare una reazione più che naturale.

Quoto Francesca anche sulla questione della difesa di Gamberetta, anche io avevo capito che tu intendessi dirci che la difendiamo a priori perché è Gamberetta e non perché crediamo in quel che diciamo.

Poi, scusa, ma

Avevo citato anche te per il semplice fatto che avete parlato di “esperienza” per una cosa che difficilmente accade e quando accade è provato tutt’altro. (non a caso ho citato la zona Africana).

Ma che ne sai che magari io e Francesca non lavoriamo in ospedale ^-^? Così, per dire… e poi “provato il contrario”, ma da chi? Cioè, è comprovato che quando a uno gli dici che morirà, quello si deprime, ma… è una reazione naturale, ma come si fa a dire di una cosa simile “è provato” che reagirà così? che ne sappiano noi, persone sane, di come reagisce Pinco Pallo a una notizia simile, come si fa a dire “è provato”?
Forse non sto esprimendo al meglio la mia obiezione a questa frase… spero si capisca quel che voglio dire.

#92 Comment By Davide On 7 gennaio 2013 @ 10:03

Ciao Gamberetta. Ho sempre letto con attenzione le recensioni e i manuali, e ti faccio i miei complimenti per la competenza, ma non sono mai riuscito ad andare oltre il primo capitolo delle tue precedenti “fatiche” narrative. Un fatto di gusti personali, suppongo.

Questo lavoro è diverso: magari parte un po’ lento, ma mi ha preso molto bene e l’ho letto volentieri. Da maschietto, il tono ultra-affettuoso mi stona un po’, ma ho sorvolato senza problemi. Lo stile mi è piaciuto molto, ma sottolineo due buchi logici che mi hanno lasciato perplesso:
1) come già segnalato da AndrSci, ha poco senso che Luigi attenda fiducioso il risveglio della protagonista dopo 3 giorni di sonno, in un mondo dove la gente cade addormentata e non si risveglia più.
2) fisiologia della gente addormentata. Come fanno a sopravvivere? Non dovrebbero morire di fame? A meno che le funzioni fisiologiche non siano sospese dalla malattia… una specie di letargo. Ok, accettabile, ma fa molto “sì perché è fantasy!!!”

Altre cose sono opinabili, ma penso se ne stia parlando già a volontà nei commenti e non ci torno sopra. Ti segnalo inoltre due cose (faccio riferimento alle pagine del pdf):
a) «Ci dobbiamo separare» spiego alla rossa. «Spero che anche tu riesca a ritrovare il tuo ragazzo. Ce la puoi fare.» Non mi risponde. È determinata. [p.24] Per me questo “è determinata” è incomprensibile nel contesto. Lo potrei leggere solo in ottica sarcastica, ma non mi sembra che renda molto.
b) Luigi scende dall’auto e va a prendere le valige. [p.12] manca una “i” nel plurale.

Comunque, grazie davvero per mettere a disposizione gratuitamente i tuoi scritti. Lo trovo molto corretto, perché, con il seguito che hai, potevi mettere il racconto in vendita a 9,99€ su amazon e avresti trovato comunque degli acquirenti…
Buona giornata

#93 Comment By Tito On 7 gennaio 2013 @ 12:53

@Francesca

Mi è sembrato che ci stessi accusando di non stare sostenendo una nostra opinione, ma di voler semplicemente difendere Gamberetta a priori: se ho frainteso mi dispiace. Mi rendo conto, rileggendo, che il mio tono poteva risultare alterato e di questo mi scuso.

Per quanto ti riguarda asserivo solo al fatto esposto qualche commento fa, anzi scusa tu se ti ho inclusa nel “prezzo”

Per quanto riguarda la reazione/non reazione: quello che ho visto io è Francesca che relega la malattia in un angolo del cervello e non ci pensa “esplicitamente” (non so come altro dirlo, spero si capisca), che quando ci pensa la affronta con lucidità, come se non la coinvolgesse, come se la vedesse “dall’esterno” (come sopra). Se è questo che hai visto anche tu (altrimenti, correggimi), l’hai percepito come qualcosa di innaturale e inverosimile (di nuovo, correggimi se sbaglio).

Il tuo ragionamento fila benissimo. è proprio cosi, non credo conosciate la malattia, è davvero limitante. Non la si può ignorare cosi. E come se a Pinco venisse tranciato di netto un braccio e lui in riposta continua la sua vita come ne avesse due.

Personalmente, io l’ho percepita come il modo, non meno naturale di un’evidente depressione o disperazione, in cui questa persona affronta la malattia. Sinceramente non vedo modo di dimostrare oltre ogni dubbio l’una o l’altra tesi.

Una persona depressa difficilmente da sfogo a pensieri “osceni” (xD) o si abbandona alla smielatezza più totale. La depressione fa spazio ad uno ed un singolo elemento, la donna non è mai stata in umore depresso, riesce a decidere per se e per i suoi, non ha mai pensato alla morte o al suicidio, mentre per la disperazione è ben evidente dalle coccole infinite al fidanzatino?

@Gwenelan

In pratica quella che tu chiami “NON-REAZIONE” è, per me e Francesca, la reazione della protagonista. Che tu ci creda o meno c’è gente che quando gli si diagnostica una malattia fatale/altra sventura, torna a fare la sua vita come se niente fosse. Per i più disparati motivi (rifiuto di accettare la cosa, rassegnazione, stanchezza generale per la vita, ecc). Nello specifico la protagonista, quando le viene detto che morirà è *stanca morta* ^_^! La sua reazione non è: “ommioddio sto per morire!”, ma “grazie a dio dormirò”. A me questa pare una reazione più che naturale.

Ho già risposto a Francesca su questo. Ma credo di trovarmi in errore alla fine funziona uguale. Voglio rifarti notare che non sei in Mozambico e meno che tu non sia una scienziata o un dottore difficilmente potrai convincermi con un “fidati è cosi” quando la scienza dice altro.

Quoto Francesca anche sulla questione della difesa di Gamberetta, anche io avevo capito che tu intendessi dirci che la difendiamo a priori perché è Gamberetta e non perché crediamo in quel che diciamo.

Scusami Gwen ma è stata una delle tue risposte a farmelo pensare. Se non era tua intenzione chiedo scusa. Ma ad esempio anche ora nella risposta prima di questa, non hai fatto altro che ripetere un concetto che non è potuto passare manco dieci minuti fa, come può passare ora dopo tanto di spiegazione?

Ma che ne sai che magari io e Francesca non lavoriamo in ospedale ^-^?

Si capisce dal fatto che non date alcuna spiegazione tecnica, piuttosto mi pare ignorate addirittura l’entità della malattia.

“provato il contrario”, ma da chi? Cioè, è comprovato che quando a uno gli dici che morirà, quello si deprime, ma… è una reazione naturale, ma come si fa a dire di una cosa simile “è provato” che reagirà così? che ne sappiano noi, persone sane, di come reagisce Pinco Pallo a una notizia simile, come si fa a dire “è provato”?

E’ provato da studi scientifici. Ma parte questo non ho mai detto che non potrà reagire diversamente da altri, anzi, ma la non-reazione non è una reazione. E’ provato pure che ad ogni azione corrisponde una reazione.

Inoltre quoto:

1) come già segnalato da AndrSci, ha poco senso che Luigi attenda fiducioso il risveglio della protagonista dopo 3 giorni di sonno, in un mondo dove la gente cade addormentata e non si risveglia più.
2) fisiologia della gente addormentata. Come fanno a sopravvivere? Non dovrebbero morire di fame? A meno che le funzioni fisiologiche non siano sospese dalla malattia… una specie di letargo. Ok, accettabile, ma fa molto “sì perché è fantasy!!!”

Per la prima non ci avevo nemmeno pensato, mentre per la seconda si, largamente, ma ormai dibatto strenuamente su altro, comunque beh, la gente ha bisogno di cibo, ma sopratutto di acqua, per non parlare del bisogno di eliminare sostanze sgradite dalla vescica o il colon. Dovrebbe essere tutto un macello.

#94 Comment By Francesca On 7 gennaio 2013 @ 17:16

Una persona depressa difficilmente da sfogo a pensieri “osceni” (xD) o si abbandona alla smielatezza più totale. [...] la donna non è mai stata in umore depresso

Mi sono espressa male: intendevo dire che alla medesima notizia Tizio può deprimersi, Caio disperarsi, Francesca avere la famosa “non-reazione”.

Il tuo ragionamento fila benissimo. è proprio cosi, non credo conosciate la malattia, è davvero limitante. Non la si può ignorare cosi.

Vero, non conosco bene la malattia, ma è già stato detto che si tratta di una patologia molto limitante: non ci ho visto un problema perché Francesca dispone di farmaci che ne alleviano i sintomi nell’immediato e per il futuro progetta di togliersi la vita prima di arrivare a non essere più autosufficiente.
(Tra l’altro, a me sinceramente è venuto naturale, nel leggere il racconto, supporre che la stessa cosa che fa addormentare tutti abbia un qualche effetto sulla malattia di Francesca, o perlomeno sui suoi sintomi. Ma su questo non discuto, è un’interpretazione personale ^-^)

non ho mai detto che non potrà reagire diversamente da altri, anzi, ma la non-reazione non è una reazione. E’ provato pure che ad ogni azione corrisponde una reazione.

Su questo ho l’impressione che siamo in un vicolo cieco: io (come Gwenelan) considero l’atteggiamento di Francesca una possibile reazione, tu no. Ormai ciascuno ha ribadito il proprio concetto diverse volte, a questo punto temo che non andremo più avanti di così.

Aggiungo solo una cosa sulla questione dell’esperienza. Capisco perfettamente il tuo riferimento al Mozambico: in effetti qui le malattie mortali sono per lo più curabili. Solo che a volte, ad esempio, le terapie non funzionano e i tessuti per un trapianto non ci sono. Insomma, quello che voglio dire è che non si muore solo di malattie incurabili e non si muore di malattia solo in Africa.

1) come già segnalato da AndrSci, ha poco senso che Luigi attenda fiducioso il risveglio della protagonista dopo 3 giorni di sonno, in un mondo dove la gente cade addormentata e non si risveglia più.
2) fisiologia della gente addormentata. Come fanno a sopravvivere? Non dovrebbero morire di fame? A meno che le funzioni fisiologiche non siano sospese dalla malattia… una specie di letargo. Ok, accettabile, ma fa molto “sì perché è fantasy!!!”

1) in effetti, a pensarci sembra strano: sa che lei aveva bisogno di riposare, d’accordo, ma tre giorni sembrano comunque tanti. Due sarebbe già diverso.
2) anch’io ho immaginato una specie di letargo e sono d’accordo che per funzionare deve essere diverso dal “letargo” nella definizione propria. Però penso che la spiegazione non possa trovare spazio nel racconto, perché non vedo come la protagonista potrebbe conoscerla.

#95 Comment By Gwenelan On 7 gennaio 2013 @ 17:51

@Tito:
Se ripeto i concetti è perché tu non riesci a confutarli. Io potrei dirti la stessa cosa: perché insisti con la tua argomentazione quando ti abbiamo già detto che non è valida? Bada, non te lo sto dicendo davvero, quel che voglio dire è: perché la mia argomentazione dovrebbe essere confutata dal tuo “fidati di me” (ché non hai *mostrato* nessun dato scientifico che dimostri che il 95% della gente si deprima e che quella di Francesca è una non-reazione) e la tua, invece, non può essere confutata allo stesso modo? Alla fine tu mica stai portando dati concreti.
Nè io nè Francesca abbiamo mai detto che la protagonista sia depressa. Se poi tu non vuoi credere che uno possa accogliere la notizia di una malattia mortale alla leggera, ripeto per i più disparati motivi, fatti tuoi ^-^. Come dice Francesca, tu non consideri quella della protagonista una reazione, noi sì. Se uno di noi non porta una dimostrazione, finisce qua, palla al centro. E non serve vivere in Mozambico per assistere a gente che affronta le più terribili malattie, anche se non sono l’IFF. Inoltre, non so come tu faccia a dire che Francesca si scorda la malattia a casa: i sintomi li sente eccome, è sempre stanca, non può guidare, i suoni vanno e vengono. L’unica cosa che accantona nella sua mente – e neanche sempre – è il fatto che morirà. Dopo la diagnosi io ho dato per scontato che il medico oltre alla bella notizia le abbia dato dei farmaci che l’aiutano, per questo ancora “funziona”.

#96 Comment By Tito On 8 gennaio 2013 @ 12:56

@Francesca

Vero, non conosco bene la malattia, ma è già stato detto che si tratta di una patologia molto limitante: non ci ho visto un problema perché Francesca dispone di farmaci che ne alleviano i sintomi nell’immediato e per il futuro progetta di togliersi la vita prima di arrivare a non essere più autosufficiente.

Si, questo ragionamento va benissimo ma la malattia è degenerativa e man mano comporta sintomi diversi, non credo Francesca sia brava a classificarli in base ad entità e tipo di farmaco da utilizzare, ne che il dottore gli abbia dato farmaci per ogni fase.

(per la tua interpretazione niente da ribattere ma per correttezza Gamberetta avrebbe dovuto informarci, non credi?.. Alla fine questo pensiero può starci come no.)

Su questo ho l’impressione che siamo in un vicolo cieco: io (come Gwenelan) considero l’atteggiamento di Francesca una possibile reazione, tu no. Ormai ciascuno ha ribadito il proprio concetto diverse volte, a questo punto temo che non andremo più avanti di così.

Ragazze la reazione è una risposta e non dare risposta non è una reazione.

Aggiungo solo una cosa sulla questione dell’esperienza. Capisco perfettamente il tuo riferimento al Mozambico: in effetti qui le malattie mortali sono per lo più curabili. Solo che a volte, ad esempio, le terapie non funzionano e i tessuti per un trapianto non ci sono. Insomma, quello che voglio dire è che non si muore solo di malattie incurabili e non si muore di malattia solo in Africa.

Giustissimo, ma qui c’è speranza, in Mozambico.. quello che voglio dire io è che qui la maggior parte delle malattie conosciute ti danno almeno una speranza di vita, affermare che una persona che non ha alcuna speranza possa vivere tranquillamente perchè si è conosciuto un diabetico strafottente mi pare eccessivo.

@Gwewnlan:

Se ripeto i concetti è perché tu non riesci a confutarli. Io potrei dirti la stessa cosa: perché insisti con la tua argomentazione quando ti abbiamo già detto che non è valida? Bada, non te lo sto dicendo davvero, quel che voglio dire è: perché la mia argomentazione dovrebbe essere confutata dal tuo “fidati di me” (ché non hai *mostrato* nessun dato scientifico che dimostri che il 95% della gente si deprima e che quella di Francesca è una non-reazione) e la tua, invece, non può essere confutata allo stesso modo? Alla fine tu mica stai portando dati concreti.

Dato che l’ho confutato più e più volte il problema è al contrario (al di la della credibilità che tu possa accreditarmi). Non ho certo i mezzi di un dottore, ma prova a chiedere a uno di questi come reagisce una persona che non ha speranze. Inoltre non ho mai sostenuto fortemente la cosa, dato che c’è un largo 5% di possibilità che la donna sia in fascia, il che darebbe spazio a qualsiasi delle reazioni di cui si compone l’essere umano.

Nè io nè Francesca abbiamo mai detto che la protagonista sia depressa.

Non c’era l’intenzione, ma è stato scritto. Leggi bene.

Se poi tu non vuoi credere che uno possa accogliere la notizia di una malattia mortale alla leggera, ripeto per i più disparati motivi, fatti tuoi ^-^. Come dice Francesca, tu non consideri quella della protagonista una reazione, noi sì. Se uno di noi non porta una dimostrazione, finisce qua, palla al centro.

Per la centesima volta ti ripeto che si può avere qualsiasi reazione e lei non l’ha avuta, vi basta come dimostrazione il fatto che non sapete come chiamare questa reazione (fantasma).

Ho sorvolato largamente sto “fatti tuoi” che giusto per farti sapere è stupido, se non hai argomenti non rispondere nessuno ti obbliga.

E non serve vivere in Mozambico per assistere a gente che affronta le più terribili malattie, anche se non sono l’IFF. Inoltre, non so come tu faccia a dire che Francesca si scorda la malattia a casa: i sintomi li sente eccome, è sempre stanca, non può guidare, i suoni vanno e vengono. L’unica cosa che accantona nella sua mente – e neanche sempre – è il fatto che morirà. Dopo la diagnosi io ho dato per scontato che il medico oltre alla bella notizia le abbia dato dei farmaci che l’aiutano, per questo ancora “funziona”.

PARLIAMO DI MALATTIE MORTALI, non terribili malattie!, uno può anche fingere di non avere l’otite o la faringite, ma MAI, MAI nessuno se ne mai fregato di un cancro (e li c’è pure un minimo di speranza). Non capisco come tu faccia a dire certe cose con tanta convinzione. Voglio nomi e cognomi delle persone che hai visto fregarsene. Per i sintomi peccato che questa malattia ne comporti altri. Inoltre e spero, se non cambi atteggiamento, che il dibattito con te si chiuda qui, non ha senso dirti le stesse cose venti volte, è solo dannoso. Se uno dice A e l’altro risponde B è ovvio, per una corretta e costruttiva conversazione, che non si possa rispondere ancora A, eppure lo stai facendo da quando abbiamo iniziato. Se non ci riesci fatti tuoi ^-^

#97 Comment By Gwenelan On 8 gennaio 2013 @ 13:42

@ Tito:
Il punto è che tu non hai confutato niente ^-^. Dove sono i dati che mi dimostrano che quel che dici è corretto? Perché io ti devo fare nome e cognome della gente che ignora (o rifiuta) di avere un cancro, e tu invece non sei obbligato allo stesso modo a portarmi i link delle ricerche scientifiche che citi? E’ questo il punto. E che vuol dire: “vi basta come dimostrazione il fatto che non sapete come chiamare questa reazione (fantasma).”? Io mi sento in un modo, non so come etichettare questo modo, ergo non sento? Ma che senso ha?
Io non ho mai nè detto nè inteso che Francesca sia depressa. Ho detto che è nervosa, forse posso aver sottinteso che è spaventata, ma non ho mai pensato fosse depressa. Io e l’altra Francesca (che è indubbiamente molto più paziente di me) ti abbiamo più volte citato le parti del testo in cui la protagonista si rapporta con la malattia – che non abbiamo etichettato questi momenti non vuol dire che “non sia una reazione”, al massimo che non sappiamo come chiamarla.
Sì, è inutile discutere con te perché adotti due pesi e due misure (le tue argomentazioni non necessitano di prove, le nostre sì; tu puoi ripetere un’argomentazione all’infinito, noi no), vedi il mondo solo dal tuo ristretto punto di vista, e non sei capace di ragionare – non hai neanche idea di che voglia dire “confutare”. Ho finito di leggere i tuoi commenti inutili.

#98 Comment By Tito On 8 gennaio 2013 @ 14:27

Mammamia quanta permalosità

Il punto è che tu non hai confutato niente ^-^. Dove sono i dati che mi dimostrano che quel che dici è corretto? Perché io ti devo fare nome e cognome della gente che ignora (o rifiuta) di avere un cancro, e tu invece non sei obbligato allo stesso modo a portarmi i link delle ricerche scientifiche che citi? E’ questo il punto.

Perchè tu parli di esperienza io di dati, sono cose diverse. Non conosco link sull’argomento, non esiste solo internet. Se vuoi avere un confronto devi pur accettare cosa ti si dice altrimenti è inutile parlare. Se già ti ho risposto ripetere la domanda non è che mi farà cambiare versione.

E che vuol dire: “vi basta come dimostrazione il fatto che non sapete come chiamare questa reazione (fantasma).”? Io mi sento in un modo, non so come etichettare questo modo, ergo non sento? Ma che senso ha?

Che senso ha il tuo pensiero?. E’ un racconto, no tu che non conosci i termini.

Io non ho mai nè detto nè inteso che Francesca sia depressa. Ho detto che è nervosa, forse posso aver sottinteso che è spaventata, ma non ho mai pensato fosse depressa. Io e l’altra Francesca (che è indubbiamente molto più paziente di me) ti abbiamo più volte citato le parti del testo in cui la protagonista si rapporta con la malattia – che non abbiamo etichettato questi momenti non vuol dire che “non sia una reazione”, al massimo che non sappiamo come chiamarla.

L’ha detto Francesca e ha rettificato, non capisco perchè ne parli ancora. Le parti di testo che avete citato erano pensieri, punto. E se pure c’è stato un evento è stato smentito dalla protagonista stessa in altro frangente. Ma leggi quello che scrivo?

Sì, è inutile discutere con te perché adotti due pesi e due misure (le tue argomentazioni non necessitano di prove, le nostre sì; tu puoi ripetere un’argomentazione all’infinito, noi no), vedi il mondo solo dal tuo ristretto punto di vista, e non sei capace di ragionare – non hai neanche idea di che voglia dire “confutare”. Ho finito di leggere i tuoi commenti inutili.

Parto dal presupposto che “sei proprio una cattivona, si si” se ci fai caso il problema l’ho riscontrato solo con te, non ho mai detto che dovevate dimostrare qualcosa, ma tu insisti a portare una tesi che non va. Non è certo colpa mia. Porto avanti lo stesso concetto perchè tu mi poni sempre lo stesso quesito, è ovvio. Te l’ho spiegato prima. Addirittura ho messo da parte più volte la mia argomentando quanto sostengo. Se qui c’è qualcuno che ha problemi di comprensione sei tu, vatti a rileggere le tue risposte, io ti ho dedicato anche troppo tempo.

Stay soft ;)

#99 Comment By Ema On 8 gennaio 2013 @ 15:55

Bello. Commovente. Originale. Brava.
Non commento mai qui ma stavolta devo.

Ho avuto solo un momento di distrazione in occasione della caduta dell’aereo, mi sono detto: ma ancora girano gli aerei, con quello che sta succedendo? Ma probabilmente ci sta che fosse troppo presto per situazioni da allarme generale.

#100 Comment By Gerardo On 8 gennaio 2013 @ 20:25

L’ho letto ben due volte e l’ho trovo una fesseria -Stop- meglio la Troisi. il racconto è banale, superficiale e un sacco vuoto. Poi manca di conoscenza come dice uno sotto, la malattia non è mostrata bene e la ragazza sembra tutto tranne che malata. Alla fine dopo tutto quel ciarlare sulla descrizione mi aspettavo di più. Del fidanzato ho capito solo che ha la barba.

#101 Comment By Stefano On 8 gennaio 2013 @ 20:38

@ Gerardo
Innanzitutto il protagonista NON è un essere umano ma la situazione. La ragazza è solo il Punto di Vista. Quindi ci sta che non sia caratterizzata benissimo. Anche se ti devo dare ragione quando dici che il POV è sbozzato: non protagonista ma personalmente non ho empatizzato con lei e se non empatizzi col POV finisce che la storia (la protagonista) ti diventa poco interessante.
Il racconto NON è banale e come al solito Gamberetta ha un’ ottima padronanza delle tecniche narrative.

Non ce l’ho con te né con la Troisi e di Gamberetta mi interessa, come autrice, relativamente poco ma ti dico una cosa: se la Troisi avesse almeno la metà delle conoscenze narrative di Gamberetta, con il suo stile di scrittura potrebbe anche (quasi) sbarcare nei Paesi di lingua inglese.
Per quanto riguarda le tecniche narrative, la Troisi è da prima elementare (e ti ripeto che non ce l’ho con la Troisi: ha talento perché non è uno scherzo organizzare delle trilogie), Gamberetta è da università.
Che poi abbia delle pecche anche lei ci sta.

#102 Comment By Emile On 9 gennaio 2013 @ 00:24

“l’ho trovo”…

#103 Comment By Gerardo On 9 gennaio 2013 @ 12:49

@Emile

Si chiamano errori di distrazione racchia.. Avevo scritto l’ho trovato e poi come hai letto -.-

@Stefano

E’ vero però ha fatto sbagli che dice che fa la Troisi.. quindi poi tanto meglio non è.. però con la scrittura la supera sicuramente

#104 Comment By Alberello On 10 gennaio 2013 @ 16:28

Un racconto rilassante e piacevolmente agrodolce. Grazie per il regalo.

#105 Comment By Ettore On 10 gennaio 2013 @ 18:23

Ciao Chiara, ho letto Primavera e mi è piaciuto, ho trovato l’idea originale e il rapporto d’amore era verosimile e per niente stucchevole. Non ho trovato il comportamento della protagonista così strano, né il salto temporale così fuori luogo. Tuttavia secondo me alcune parti iniziali sono state concluse un po’ frettolosamente: i primi due capitoli finiscono troppo presto, non faccio in tempo ad ambientarmi che già cambia scena.

#106 Comment By ATNO On 23 gennaio 2013 @ 19:07

Ho letto La Mia Primavera e mi è piaciuto molto. Trovo che sia più maturo rispetto ad Assault Fairies. Magari perchè è più breve, magari proprio perchè meno weird. Fatto sta che non ho trovato parti morte, nè confuse, e l’ho letto tutto d’un fiato.
Insomma, lo ritengo un racconto avvincente e ben scritto.

Questo non vuol dire che non senta la mancanza delle tue recensioni superkattiveee!

#107 Comment By Il Duca di Baionette On 25 settembre 2013 @ 19:27

È una scelta che prendo a malincuore, ma è meglio così che non lasciare i commenti in balia dei troll e degli spammer. Un conto era quando potevo replicare o spostare subito i commenti in Fogna; un conto è adesso, con commenti magari di puro spam che rimangono visibili per giorni. Finché non potrò di nuovo occuparmi da vicino del blog, è meglio moderare i commenti.

Nostra Amata Dea, non crucciatevi: lasciate la moderazione e non toglietela in futuro perché è la Scienza che la pretende per fare in modo che le discussioni abbiano un senso e una utilità reale.

Chi cura i mali della propria ignoranza con un Vostro articolo, Nostra Rosea Luce, subirà solo danno se sottoposto alle idiozie dei troll, come chi viene a curare una ferita per non farla infettare in ospedale subisce danno dal sudiciume, dai ratti rabbiosi che mordono e dagli escrementi schizzati ovunque.

Una recente ricerca scientifica sostiene la Vostra scelta e quelle di chi, in generale, deve usare gli articoli per diffondere conoscenza e discussioni razionali tra individui informati, non latrati da canile.
Diciamo sì alla ricerca scientifica e no ai troll:
http://punto-informatico.it/3896759/PI/News/se-commenti-fanno-male-alla-scienza.aspx

Non svolgono una funzione di controllo rispetto ai contenuti, riescono a soffocare le discussioni inasprendo i toni e le interpretazioni dei lettori: Popular Science ha deciso di revocare al proprio pubblico la possibilità di commentare gli articoli, ha deciso di farlo nel nome della scienza. [...] avvelenano la missione compiuta dal sito, anche se i bot e coloro che prendono posizione a sproposito sono una minoranza rispetto alla più moderata comunità dei commentatori [segue citazione di uno studio sugli effetti dei troll]

Come ho già scritto da Tapiro, pure lui alle prese con un troll il mese scorso, non serviva aver letto il bel “Introduzione alla psicologia sociale” de Il Mulino (grazie Taotor, me lo sono già sparato tutto e ora parto con la fase di rilettura e studio) per sapere che i troll hanno questo effetto, bastava aver usato internet per qualche mese ed essere sul lato destro della gaussiana. Comunque ogni studio in più fa comodo. ^_^

#108 Comment By animale di Seth On 6 marzo 2016 @ 23:32

Gentile Gamberetta
Ho letto Primavera e non posso fare altro che congratularmi con te: Complimenti!, tra i tuoi racconti questo è decisamente il migliore.
Comincio col dire che l’idea di una fine del mondo simile è originale (o almeno così mi è parso, per quel che ne so del genere apocalittico): una volta tanto non abbiamo l’Apocalisse piena di esplosioni, fiamme, violenza o zombie. Di esplosione ce n’è solo una.
In più sei molto brava a creare pathos, specie quando usi la similitudine:

Come se dovessi uscire per un appuntamento.

Se avessi avuto dei sentimenti avrei probabilmente pianto. Se lo leggesse Nihal causerebbe un’alluvione nel Mondo Emerso.
Ancora una volta ti faccio i miei complimenti.


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