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Recensioni :: Romanzo :: Chariza. Il Soffio del Vento

Pubblicato da Gamberetta il 7 settembre 2007 @ 17:47 in Fantasy,Italiano,Libri,Recensioni | 15 Comments

Copertina di Chariza. Il Soffio del Vento Titolo originale: Chariza. Il Soffio del Vento
Autore: Francesca Angelinelli

Anno: 2007
Nazione: Italia
Lingua: Italiano
Editore: Runde Taarn

Genere: Fantasy
Pagine: 244

L’Imperatore Yoshio Ryokin governa sullo Si-hai-pai, un regno fantastico che ricorda da vicino il Giappone medievale. Un giorno misteriosi attentatori riescono ad avvelenare l’Imperatore. Yoshio sopravvive, ma si rende conto di non essere più al sicuro neanche nella capitale del regno, Hoh-ma. Decide allora di allontanare da sé la moglie e l’unico figlio ed erede al trono, il piccolo principe Suzume. Per difenderli, li affidata a una guerriera mercenaria, che già una volta gli salvò la vita e di cui forse è innamorato: Chariza.
Per anni Chariza scorazza l’imperatrice e il rampollo reale per il Si-hai-pai, nel tentativo di sfuggire ai sicari, finché un tragico precipitare degli eventi non la convince che sia meglio riportare Suzume dal padre.
Il romanzo è per buona parte la cronaca del viaggio che Chariza, Suzume e un giovane cavaliere fedele all’Imperatore, Yukai, compiono per riuscire a tornare a Hoh-ma.

Si-hai-pai
Il mondo di Chariza. Clicca per ingrandire

La prima cosa che colpisce in Chariza, è l’ambientazione orientaleggiante. È un’ambientazione del tutto originale per il fantasy occidentale, benché sia piuttosto comune in diversi anime e manga. Come estetica generale ricorda gli scenari dei chambara giapponesi (Lone Wolf and Cub, Zatoichi, ecc. e per rimanere nel recente e forse più calzante, Azumi di Kitamura), con però sfumature più legate al wuxia, in vago stile Zhang Yimou (Hero, House of Flying Daggers, Curse of the Golden Flower).
Il Si-hai-pai è ben tratteggiato e penso che possa apparire come un’ambientazione robusta anche per chi non sia appassionato di cultura orientale. Tuttavia, più di una volta il Si-hai-pai è troppo tratteggiato: i particolari naturalistici, paesaggistici e meteorologici vengono a noia molto in fretta. Tutto quel parlare di fiori e alberi e verzura mi ha fatto venir nostalgia del cemento!

Ciliegi in fiore
Ciliegi in fiore, tipica verzura nipponica

Dove la caratterizzazione del Si-hai-pai si allontana di molto dal vero Oriente e assume tratti inverosimili è nei rapporti sociali: l’Imperatore è un incredibile buontempone, che non si fa problemi a offrire il tè a semplici soldati perché, poveretti, hanno portato un peso sotto il sole! L’Imperatore è amico di questo e quest’altro e addirittura Yukai, misero Capitano, gli si rivolge dandogli del tu! Non ci sono più gli Imperatori di una volta!

L’inverosimile (e spesso lo stupido o l’incongruente) riappare molto spesso. Qualche esempio a caso.
Chariza, Yukai e Suzume, in fuga dai misteriosi nemici, usano senza problemi i loro veri nomi. M’immagino la scena:

«Salve, gente! Sono un sicario! Sono mica passati da questo villaggio tre tizi: uomo, donna, bambino? Aria sospetta? Armati?»
«Sì, forse, come hanno detto di chiamarsi? Vediamo… se mi ricordo… credo Chariza, Yukai e Suzume… sì, il bambino si chiamava Suzume!»
«Sono loro!» esclamò un secondo sicario. «Però è strano, qui c’è scritto che dovrebbero essere furbi

Inoltre i nostri tre prodi, pur inseguiti, si fermano per la festa di mezz’estate e pur sapendo quanto sia pericoloso presentarsi in pubblico, non rinunciano neppure alla parata della festa d’inverno! Quando avvistano nemici lungo la strada, invece di nascondersi, vanno loro incontro!
Nondimeno, neanche i nemici brillano per furbizia: avendo la possibilità di uccidere sia Chariza sia Yukai, e pur essendo stato loro ordinato di farlo, i banditi preferiscono soprassedere, perché… credo perché altrimenti il romanzo sarebbe finito a pagina 130 e ci sarebbero state altre 100 pagine vuote! Quando i banditi finalmente riescono a rapire il piccolo principe Suzume, decidono di tenerlo con sé, invece di consegnarlo all’oscuro datore di lavoro, finché… be’ finché Chariza e Yukai non vengono a salvarlo. Banditi dal cuore d’oro!
Altri nemici inseguitori vengono uccisi in maniera misteriosa: Yukai teme si possa trattare di magia, Chariza, che non crede alla magia, sospetta di nuovi avversari dotati di poteri ESP. Non si saprà mai: l’autrice si scorda dell’episodio, i protagonisti pure, e pace.

I combattimenti, anche in ottica fantasy, sono irrealistici, spesso generici e in generale deludenti. Non vengono forniti o quasi dettagli tecnici riguardo armi, armature o tattiche di combattimento. Chariza stessa è armata di una generica “spada”, di nome Kageboshi. Kageboshi è l’unica spada del regno a essere dipinta di bianco. E questo è più o meno tutto. Non si sa neanche se sia una katana o una spada di foggia occidentale o se non sia uscita da qualche Final Fantasy. Per maggiori particolari assurdi riguardo ai combattimenti in Chariza, rimando all’articolo di confronto tra Nihal, Chariza e Ash.

Kageboshi
Che sia l’arma di Chariza?

I personaggi. Solo quattro personaggi ricevono un minimo di attenzione: l’Imperatore, Chariza, Yukai e Suzume.
L’Imperatore, come detto, appare quale un gran amicone un po’ stupidotto (sì, avresti dovuto chiudere il passaggio “segreto” del bordello prima di essere avvelenato, non cinque anni dopo!): purtroppo non credo che le intenzioni dell’autrice fossero di dipingerlo in quest’ottica…
Suzume è un bambino. È descritto come tale e seppure non rimanga impresso (non è un Daigoro) almeno non è fastidioso, come invece troppo spesso accade quando si tirano dentro i bambini nei romanzi d’avventura.
Yukai è un giovane cavaliere dal passato sregolato. Avrebbe dovuto essere espulso dall’esercito ma se l’è cavata perché amico dell’Imperatore. Insomma un raccomandato, ma simpatico! Tutte le ragazze che incontrerà lungo il viaggio s’innamoreranno di lui, ma lui non potrà ricambiarle, perché segretamente innamorato di Chariza! Amore impossibile perché si è convinto che invece lei sia l’amante dell’Imperatore, e come potrebbe lui, soldatino qualunque, competere con l’Imperatore? Oh, poverino! Yukai dovrebbe risultare qualcosa del tipo “simpatica canaglia” e forse un abbozzo c’è, anche se so già che fra una settimana mi sarò scordata di lui.
E veniamo a Chariza, la protagonista. Chariza è (ovviamente) di una bellezza ai limiti dell’indescrivibile. Altera, fredda, imperturbabile, statuaria, marmorea, ecc. ecc. Anche quando viene ferita al volto non ci sarà da preoccuparsi: a quanto pare è refrattaria alle cicatrici! Chariza è inoltre coraggiosa, direi a tratti spavalda, e come si è già visto non furbissima. A sua scusante c’è che è (ovviamente) la miglior spadaccina dello Si-hai-pai. In mezzo a tanti cliché, però Chariza può vantare un briciolo di originalità: infatti convive con una feroce maledizione, la maledizione dell’avidità!
Maledetta per aver rubato quel che non avrebbe dovuto, Chariza è costretta a provare un desiderio incontrollabile per tutto quanto sia bello, ricco, unico, e prezioso. Insomma una specie di Ferengi. Questa maledizione sarebbe potuta essere un toccasana per il romanzo, se davvero la maledizione fosse incontrollabile. In realtà Chariza l’ha sempre sotto controllo, e perciò all’atto pratico è come se non ci fosse (con l’aggravante che però il lettore deve sorbirsi la continua lotta interiore di Chariza, lotta sempre vinta). In certi punti pare che persino l’autrice si scordi che Chariza è maledetta: all’inizio del romanzo, dopo aver ucciso un nemico, ne fruga il corpo in cerca di denaro, più avanti, di fronte a un altro cadavere, non solo non lo perquisisce, ma usa il proprio mantello per dargli improvvisata sepoltura! Ovvero, non solo non è più avida, ma dimostra addirittura generosità!
I “Cattivi” non hanno tra le loro fila nessun personaggio degno di attenzione. Sono tutti indistinta carne da macello.

Lo stile dell’autrice è a tratti buono e scorrevole, ma in altri momenti, specie in certe descrizioni e nei dialoghi, è pesante. I dialoghi sono un punto dolente: già di per sé non sono brillanti, intervallati come sono a ogni battuta da considerazioni e digressioni, diventano ridondanti e pedanti. Per rendere l’idea, affidandomi a un pizzico di parodia:

«Ah, brutti banditi bastardi! Mo’ vi acchiappo e vi meno!» gridò Chariza, dimostrando così ai brutti banditi bastardi la propria malcelata intenzione di acchiapparli e menarli.

La storia è lineare e si lascia seguire, ma la sequela di agguati, combattimenti e feste di paese, si rivela alla fine un po’ monotona.

Per concludere: il romanzo non è bello. Non lo definirei neppure orribile, ma è comunque dal lato sbagliato della mediocrità. L’ambientazione ha un suo fascino, ma se si è appassionati d’Oriente potrebbe rivelarsi un’amara sorpresa, vista la mancanza di sostanza dietro le schiere di ciliegi, fior di loto e risaie invase dal fango.

Mi sento in dovere di spendere qualche parole per la casa editrice, tale Runde Taarn. Nel suo blog, l’autrice ha ammesso di aver pagato i tipi della Runde per pubblicare, per l’esattezza ha speso 1200 euro (anche se non so per quante copie di tiratura).
Le case editrici a pagamento mi ricordando certe offerte di lavoro che capitano a mio fratello: sei mesi senza stipendio, per avere come premio un contratto per altri sei mesi senza stipendio. Geniale! Oppure come se io mi recassi ai mercati generali, comprassi la frutta, la regalassi al mio fruttivendolo, e poi la ricomprassi da lui! («Cosa ci vuoi fare, Chiara, i supermercati e la grande distribuzione ci strangolano, solo se i clienti ci aiutano possiamo sopravvivere!»)
Premesso ciò, ognuno ha il sacrosanto diritto di spendere i soldi come meglio creda.

Vediamo però, oltre alla tiratura di n copie, quel che ha fatto la Runde Taarn con i 1200 euro:

Be’, ha stampato il libro. Il prodotto ha sicuramente una veste professionale. La carta pare di ottima qualità, la rilegatura, seppur in brossura, appare robusta (e io sono una che spesso i libri li “violenta”), all’interno vi sono due illustrazioni a colori e il prezzo è incoraggiante (8 euro).

Ha distribuito il libro. Qui le cose sono meno brillanti: il libro è fisicamente presente solo in poche librerie, i tempi di attesa nelle librerie online sono piuttosto alti (iBS segna 3 settimane), e il sito della casa editrice non offre nessun form per ordinare il libro. Il libro può essere ordinato, ma bisogna mettersi d’accordo “a mano”.
Non sono in grado di giudicare se questo sia un servizio accettabile, certo è già meglio di altri (sto parlando con te, Larcher Editore! Zeferina disponibile su iBS a partire da Luglio 2007, sì col piffero!)

Copertina del romanzo Zeferina
Zeferina, dove sei?!

Tuttavia, stampare e distribuire un libro, nell’era di Internet e del print on demand, sono servizi che si possono ottenere senza passare da un editore, e in media spendendo meno.
Dove l’editore dovrebbe offrire quel qualcosa in più in termini di competenza, dovrebbe essere nell’editing del libro stesso.
E qui è un disastro!
Il romanzo è pieno di refusi. Capita anche con libri pubblicati da case editrici più famose, ma ci sono due aggravanti: la quantità degli errori, davvero eccessiva, e il fatto che ci siano errori scopribili dal controllo ortografico di un qualunque elaboratore testi. Non ci sono scuse per questi di errori!
Inoltre sono state fatte delle scelte stilistiche/tipografiche molto discutibili. I dialoghi e i pensieri dei personaggi, pur racchiusi rispettivamente fra “caporali” e virgolette, sono tutti in corsivo! Per nessuna buona ragione, se non affaticare la vista del lettore. Dopo i punti esclamativi (!) e i punti di domanda (?) non c’è mai la lettera maiuscola. All’inizio ho pensato fossero refusi, ma essendo così per tutto il romanzo, dev’essere stata una scelta: mi piacerebbe capire quale vantaggio ci sia a ignorare le regole della grammatica…
Ma soprattutto l’editing di un romanzo dovrebbe occuparsi della scorrevolezza del testo, eppure si possono leggere frasi di questo genere (una kiniru è simile a una geisha):

Fortunatamente le kiniru che l’avevano conosciuta in precedenza e che sapevano bene che Chariza non era una donna a cui piacesse parlarsi addosso, arrivarono in suo soccorso prima che le ragazze divenissero troppo insistenti e si sedevano accanto a lei raccontandole alcuni fatti gustosi accaduti alla Capitale e che potevano riguardare persone che anche lei conosceva.

Una frase così, troppo lunga e con i tempi verbali sballati, non è un errore di ortografia che possa sfuggire a un editor fermo a penna e calamaio. Qui qualcuno ha letto e se n’è bellamente fregato, oppure davvero ha pensato che fosse presentabile così. In entrambi i casi, tale editor della Runde Taarn dovrebbe trovarsi un altro lavoro (sempre che la Runde abbia un editor).
In altri punti ci sono evidenti contraddizioni a poche righe di distanza. Per esempio, in un punto l’Imperatore è troppo ubriaco per potersi difendere, eppure riesce ugualmente a sconfiggere l’assalitore che cerca di ucciderlo tre righe dopo. Basta togliere due parole e non rendere l’Imperatore così ubriaco, e subito quel pezzo migliora, e di molto. All’autrice può essere sfuggito, altri avrebbero dovuto accorgersene.

Per finire, il Coniglietto Grumo kaos-whiteusagi16.gif si è sentito rizzare tutti i peli sulla schiena, leggendo, sempre dal blog dell’autrice:
“L’ultima volta che l’ho vista la mia editrice mi ha confessato che la prima volta che ha letto Chariza ha pensato che avessi plagiato perché non credeva che una ragazza così giovane quale io sono (beh, non poi così tanto dopo tutto i miei 25 li ho tutti) fosse riuscita a creare personaggi con tanto spessore come sono Chariza, Yukai e gli altri.”
Cara signora o signorina editrice, i casi sono due: o sbrodola lodi per spillare soldi agli scrittori esordienti, che non credo sia pratica illegale, ma certo è pratica disgustosa, oppure davvero crede in quel che ha detto. In entrambi i casi faccia un piacere a se stessa, agli scrittori e ai lettori: CAMBI MESTIERE.

Coniglietto triste
L’animo del Coniglietto Grumo è devastato! Cattiva Runde Taarn, Cattiva!


Approfondimenti:

bandiera IT Chariza World: blog dell’autrice dedicato a Chariza
bandiera IT Il sito della Runde Taarn Edizioni

bandiera EN Chambara su Wikipedia
bandiera EN Wuxia su Wikipedia

bandiera IT Il sito di Zeferina

 

Giudizio:

Ambientazione originale e ben descritta. +1 -1 Anche se a tratti fin troppo descritta.
La maledizione di Chariza era una buona idea. +1 -1 Buona idea sfruttata male.
-1 Scene di combattimento campate per aria.
-1 Troppo spesso i personaggi agiscono stupidamente.
-1 Dialoghi barbosi.
-1 Editing pessimo.

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15 Comments To "Recensioni :: Romanzo :: Chariza. Il Soffio del Vento"

#1 Comment By Francesca Angelinelli On 12 settembre 2007 @ 08:02

Beh, che dire? Lo hai proprio distrutto. Ad ogni modo ti ringrazio per averlo letto e per aver speso tempo ad analizzarlo. Ho letto anche l’altro articolo in cui confronti Nihal, Chariza e Ash.

#2 Comment By Simona On 12 settembre 2007 @ 14:06

Ho letto il romanzo (tutto quanto, non solo la prima parte) e ho letto i tuoi articoli.
Per quanto in essi ci siano spunti su cui riflettere riguardo a difetti che anche io ho notato – e che, comunque, non mi hanno impedito di amare Chariza – il tuo infierire in modo davvero molto poco corretto mi ha reso subito evidente che tu non sei altro che una di quelle persone che sputano veleno tanto per e senza nessuna intenzione di essere almeno un pochino utile. Non varresti il mio intervento, quindi, se non fosse che vorrei dire un paio di cose.
Innanzitutto, sei stata disonesta: tra le tante cose che non vanno dei tuoi “articoli” (per esempio, sei disinformata: il romanzo, una volta unico, è stato diviso in due parti per esigenze editoriali: il sesso c’è, ma nel secondo), l’interpretazione che hai dato dei dialoghi è fuorviante. Riporta quelle che sono SOLO le tue opinioni, ma che tu fai passare per dogmi, come se il tuo modo di vedere fosse l’unico possibile e questo E’ SCORRETTO. Quindi, innanzitutto, tanto di cappello per questa tua défaillance. Già da questo si capisce che il tuo unico intento è quello di perculare.
Altro che dimostrare che gli scrittori anglosassoni sono superiori. Dimostrazione di cui, tra l’altro, sentivamo proprio la mancanza. Grazie per averci illuminati: senza il tuo intervento non ci saremmo mai arrivati! Hai un cervellino fine, eh?
Be’, guarda, scusa se ti disilludo, ma questa tua pretesa di dimostrare l’ovvio per me non fa altro che mettere ancora più in evidenza il fatto che tu intendessi semplicemnte sputare veleno sul romanzo e sull’autrice. A tale proposito, quel “Cambi mestiere” è, francamente detto, quanto di più idiota potessi scrivere: degna conclusione di degno scritto. Mai preso in considerazione che, trattandosi di una esordiente, la Angelinelli può migliorare? No, ovviamente. A TUO giudizio (tuo e solo tuo, in questa sede, e per quanto altri lo condivideranno resta il fatto che non è Verbo divino) l’autrice va affossata e subito.
Mah, ad una come te consiglierei allora di dedicarsi alla coltivazione di un bell’orto, visto che critica non ne sai fare.
Tanto per chiarirti un pochino un concetto che ormai chi si dedica a recensire romanzi (anche per diletto) sa, e che gli sciocchi senza speranza continuano ad ignorare bellamente: critica negativa non singifica impietoso perculare e infierire. Questo, ribadisco, è il modo di fare di chi è intellettualmente limitato e non cerca altra soddisfazione che l’umiliazione altrui.
Chiarisco ancora, in modo che tu non possa fraintendere e dire: “Ah, ecco l’ennesima sostenitrice che va in tilt per una recensione negativa alla sua beniamina”. Non è così. Per CRITICA COSTRUTTIVA NEGATIVA, si intende quella che DOVEROSAMENTE mette in risalto gli aspetti negativi di un qualcosa, ma senza denigrare ferocemente come hai fatto tu. Nei tuoi articoli ci sono spunti che se fossero stati trattati senza la boria e l’acidità di cui li hai intrisi avrebbero potuto dare origine a discussioni più utili e magari appassionanti tra sostenitori e detrattori.
Così come hai gestito il tutto, invece, per me è lampante che non volevi dimostrare proprio un bel niente (e ancora, sottolineo, che faccia tosta a giusticare l’unitilità del tuo intervento parandoti dietro la scoperta dell’acqua calda!), ma solo spargere veleno a piene mani.
Una voce come la tua non serve. E’ inutile, perché sono convinta che non hai scritto per invidia (una replica davvero stupida), ma per il puro piacere di offendere e sentirti gagliarda.
Chiarito che ti ho trovato scorretta, disinformata e non in grado di fare una critica come si deve, ti lascio. Non ti concedo nemmeno una settimana per dimenticare il tuo intervento: chiusa la pagia finirai nel dimenticatoio, insieme al ciarpame conforme al tuo.
Prima di salutarti… Se è così che ti diverti, buon pro ti faccia.
intanto c’è almeno una persona che della tua intelligenza non ha la minima stima.

Carissimi saluti.

#3 Comment By Gamberetta On 12 settembre 2007 @ 14:47

Simona, i tre concetti che i due articoli volevano trasmettere erano questi:
1) Se qualcuno ti fa i complimenti e poi ti chiede 1000 euro è una truffa.
2) Prima di scrivere occorre documentarsi.
3) Quando si girano siti letterari (in special modo esteri), blog di autori, ecc. e si vedono quelle enormi gif animate alte due schermate con dentro lucine che vanno e vengono a sottolineare la scritta “SHOW DON’T TELL”, ebbene quei cartelloni non so lì per bellezza, davvero seguendo tale regola il modo di scrivere migliora.

Tre concetti utili a chiunque (me compresa).

Per il resto prendo atto delle tue opinioni. Aggiungerò “puro piacere di offendere e sentirti gagliarda” alle FAQ. Ciao! ^_^

P.S. “CAMBI MESTIERE” è rivolto all’editrice non alla Angelinelli, è scritto chiaro.

#4 Comment By Simona On 12 settembre 2007 @ 19:20

Me ne sono accorta poco fa, leggendo il blog di Francesca, per questo sono tornata. Prendo atto del mio errore riguardo al Cambi Mestiere: scrivendo la risposta ho dimenticato fosse riferito all’editore. Non è una giustificazione valida, me ne rendo conto, anche perché ti ho detto la mia anche su quella frase. Quindi mi scuso per il pastrocchio.
L’idea che mi ha lasciato la tua tirata resta comunque.

#5 Comment By Valentina On 12 settembre 2007 @ 21:10

A parte il concordare in pieno con l’opinione di Simona, posto che sarei davvero curiosa di vedere che cosa sai fare tu con la penna (a parte sputare boria e veleno, il che, lo ammetto ti riesce benissimo) vorrei solo suggerirti, anzichè di cercarlo fra le pagine di un libro, di farlo “live” un po’ di sesso… forse (ma dico forse) ti renderebbe un po’ meno acida. Io ci penserei su se fossi in te….

#6 Comment By Gamberetta On 12 settembre 2007 @ 21:49

Valentina, quando avrò finito una delle avventure del Coniglietto Grumo te la spedirò sicuramente! Per il “get laid”, è un po’ cliché, sono comunque lusingata dal tuo velato invito, ma preferisco i ragazzi!
Ciao!

#7 Comment By Valentina On 13 settembre 2007 @ 09:16

Davvero deludente! Il tuo sarcasmo è infantile, non sai fare di meglio?
Sai che c’è? La tua “recensione” (definiamola così, stamattina sono buona) fete, tanfa, emana uno sgradevole odore, in altre parole puzza. Non di gambero andato a male, ma d’invidia. Quella di un aspirante autore che non trova uno straccio di casa editrice disposta a prenderselo… getta la maschera, non inganni nessuno.
Per quanto mi riguarda, l’unico crostaceo appetibile è quello grigliato, con una spruzzata di limone. Ma tu non vai bene nemmeno per questo. Tieniti il coniglietto, al massimo puoi farlo arrosto in tempi di magra.
A mai più rivederci, l’invidia è contagiosa!

#8 Comment By Gamberetta On 13 settembre 2007 @ 13:04

Valentina, più o meno a ogni recensione a me e a mio fratello ne dicono di tutti i colori, e l’Invidia fa’ sempre la parte del leone, per questo l’avevo messa nelle FAQ. Non le hai lette? Ci sei già anche tu con “acida”, ma se riesci a trovare un nuovo insulto non ancora rivoltomi, potresti essere la prima con DUE insulti! È bel premio, io ci farei un pensierino!
Ciao!

#9 Comment By Bubba On 13 settembre 2007 @ 18:51

Sono scandalizzato da questo commento:

” vorrei solo suggerirti, anzichè di cercarlo fra le pagine di un libro, di farlo “live” un po’ di sesso… forse (ma dico forse) ti renderebbe un po’ meno acida. Io ci penserei su se fossi in te…. ” Valentina.

Come ti permetti di dire una cosa simile a una lettrice attenta e intelligente come Gamberetta? Hai provato a leggere l’immenso lavoro che fa qui sulla nostra barca? A considerare che ne sa più di te sui libri?

Lascia stare queste polemiche, tanto non hai una cultura necessaria per sostenerle per più di qualche istante. Devi trovare le argomentazioni nell’ignoranza e nei luoghi comuni sulle donne. Complimenti ancora per la bella figura che hai fatto, chiunque tu sia.

Bubba, il mozzo di colore.

#10 Comment By Bruno On 14 settembre 2007 @ 00:14

A parte la discussione che ha un po’ degenerato… Mi sembra una maniera poco costruttiva di criticare un libro, indipendentemente dal fatto che non ti sia proprio piaciuto per niente.
Chariza ha pregi e difetti, l’ho anche io recensito senza nascondere quelli che per me erano i problemi (recensione che chi volesse troverà sul mio blog: http://www.mondifantastici.blogspot.com/ ) ma non l’ho trovato affatto illeggibile anche se penso che sia stato pubblicato frettolosamente: avrebbe avuto bisogno ancora di una profonda revisione prima di uscire, per vari punti deboli nella storia oltre ai refusi.

Resta il fatto che alcuni aspetti (tipo il carattere dell’imperatore “buontempone”) possano essere interpretati dall’autrice (di un libro fantasy peraltro!) senza che sia obbligata a copiare l’oriente storico in tutto e per tutto, e che alcuni personaggi (Yukai ma anche il bambino) non li ho affatto trovati malriusciti, anche se devo dar ragione per quanto riguarda la protagonista che ho decisamente faticato a sopportare.
Il mio punto di vista su questo libro non è così negativo. Non ti voglio convincere, ma forse hai usato un po’ troppo curaro in questa recensione.

#11 Comment By Gamberetta On 14 settembre 2007 @ 00:42

Bruno, il “curaro” che io chiamo ironia (ma si può pure parlare di sarcasmo), è il marchio di fabbrica di questo blog!
Leggiti, se hai voglia, qualche altro articolo o recensione, tipo:
http://fantasy.gamberi.org/2007/08/26/fine-settimana-al-cinema/
http://fantasy.gamberi.org/2007/07/21/il-segreto-di-krune-il-coniglietto-grumo-l%e2%80%99arte-della-guerra/
http://fantasy.gamberi.org/2007/07/26/recensione-romanzo-lultima-profezia/
http://fantasy.gamberi.org/2007/07/20/romanzo-romanzo-anharra-il-santuario-delle-tenebre/

Poi a uno tale stile può non piacere, liberissimo di non leggerci. La cosa comica è che io chiedevo un parere su Chariza su un forum (FantasyMagazine), e l’autrice è venuta qui sul blog a “vendermi” il romanzo. Però evidentemente non ha ritenuto opportuno neppure spendere trenta secondi per leggere qualche articolo. Io non capisco cosa si aspettasse. La parola d’ordine è essere BRUTALMENTE ONESTI (e motivare ogni critica). Così ho fatto. Il libro mi è piaciuto molto poco e l’ho detto, se invece mi fosse piaciuto avrei detto che era bello.
Qui una mia recensione positiva (e che comunque a tratti è ancora ironica):
http://fantasy.gamberi.org/2007/07/17/recensioni-racconti-overclocked-stories-of-the-future-present/

Per l’Imperatore: ognuno si può fare gli Imperatori che vuole, però mi pare scontato che un Imperatore in quanto Imperatore debba avere autorità, se non l’ha ed è un buontempone dovrebbe essere approfondito/giustificato, cosa che per me l’autrice non ha fatto.

#12 Comment By -Ayame- On 18 agosto 2008 @ 20:01

Ma è mai possibile che quando si becca una recensione negativa si debba accusare colui che l’ha scritta di essere INVIDIOSO?
Dove siamo, all’asilo? =.=

Avete minimamente letto la frase obbrobriosa citata da Gamberetta per dimostrare l’editing a dir poco PESSIMO? E’ una cosa allucinante.
Ma tanto, che importa…al mondo sn tt kattivi!

Per quel che riguarda l’ambientazione…sono un’appassionata (feroce e fanatica) del Giappone medievale e con ogni probabilità, leggendo quel libro, diventerei pazza :D

#13 Comment By Stefano On 19 agosto 2008 @ 19:19

Come ho già scritto altrove credo che Francesca abbia talento, il suo sbaglio è stato pubblicare con una casa editrice a pagamento. Non demordere Francesca e accetta anche le critiche negative come base per crescere.
Stefano (Ladro d’Anime)

#14 Comment By Cristina On 21 gennaio 2009 @ 12:12

In un impero orientale immaginario, ma che somiglia molto al Giappone dell’epoca medievale l’imperatore ha subito un tentativo di avvelenamento e così viene convocata a corte Chariza, donna guerriero che ha già affrontato e superato diverse missioni pericolose. Il suo compito è di proteggere il figlio dell’imperatore da nemici che non è facile individuare perché agiscono di nascosto e in modo imprevedibile.
Dopo l’assassinio dell’imperatrice, seguito da un incendio nel castello di Kaoru, dove vivevano proprio l’imperatrice con il figlio, Chariza decide che è troppo pericoloso per l’erede al trono della dinastia Ryokin rimanere a palazzo e che è più sicuro riportarlo da suo padre al palazzo imperiale di Hoh-ma.
Chariza ha dalla sua parte determinazione e coraggio oltre ad una certa lucidità nelle situazioni difficili, ma ha anche un punto debole, a causa di una maledizione, prova, infatti, un’avidità, difficile da controllare, che la spinge a desiderare di possedere tutto ciò che è prezioso, dalle monete d’oro agli oggetti di valore.
Il viaggio del giovane imperatore Suzume, di Chariza e del guerriero Yukai che li accompagna si rivelerà, però, pieno di pericoli ed imprevisti, tra boschi popolati da lupi e agguati di briganti (che non si sa mai se davvero ladri o briganti o se sono sicari inviati dai nemici dell’imperatore)…
L’abilità di Francesca Angelinelli consiste nel far scoprire a poco a poco al lettore la storia e i personaggi, all’inizio sappiamo, infatti, che la famiglia imperiale è in pericolo, ma anche che Chariza molti anni prima è stata tradita da qualcuno di cui si fidava ed è stata inoltre colpita da una maledizione, non conosciamo, però, né quali sono i nemici dell’imperatore né per quale ragione Chariza sia stata tradita… l’unico modo per scoprirlo è accettare il ritmo e il percorso scelti dall’autrice che è fatto per molte pagine più di allusioni e di brevi flash-back nel passato dei vari personaggi che di rivelazioni semplici e dirette…
Trattandosi, inoltre, della prima puntata di una saga fantasy, il libro ha un finale aperto che lascia spazio ad ulteriori sviluppi, ma lascia anche irrisolte alcune curiosità dei lettori. Una volta entrati però nel meccanismo narrativo costruito dall’autrice si resta incollati alle pagine per capire se Chariza riuscirà a salvare il giovane imperatore, ma anche se potrà liberarsi dalla maledizione che la perseguita o ancora (anche se questo è un aspetto appena accennato nella trama) se cederà o meno all’attrazione che prova per Yukai…

CRISTINA CONTILLI

La recensione è in uscita per domenica 25 gennaio sulla rivista literary:
http://www.literary.it/

#15 Comment By the4rald On 2 aprile 2009 @ 14:25

Me la rido di gusto di fronte alla “recensione” qui sotto riportata. E’ poco più di un riassunto della trama (con qualche spoiler, fra l’altro) condito da una considerazione sullo stile dell’autrice. Utilità pari a zero, aspetto critico (negativo o positivo) nullo, quindi inchiostro sprecato.

Venendo al romanzo, sono d’accordo sul fatto che alcune delle critiche mosse da Gamberetta siano troppo accese, e mi riferisco alla “libera” interpretazione che di una ambientazione orientaleggiante l’autrice ha fatto; su alcuni passaggi però non transigerei, come appunto la mala caratterizzazione dell’Imperatore e dei suoi rapporti con i sudditi.

In generale trovo ridicolo l’atteggiamento di chi viene a commentare questo blog e si scandalizza, avvelena e infuria per i caustici toni con cui Gamberetta recensisce le opere.
Questa è “casa sua”, parla di ciò che vuole nei toni che vuole: se il sarcasmo eccessivo o la lingua tagliente non fanno al caso del lettore del blog, questi può migrare altrove, fermo restando completamente inutili i travasi di bile.
Che Gamberetta stronchi o meno un romanzo, a molti sembra quasi non importare, fermandosi spesso al come ciò sia accaduto, e sentenziando sui termini e sull’atteggiamento della recensione; si può discutere in ogni sede dell’eccessiva severità di Gamberetta rispetto al fantasy italiano, ma che senso ha farlo solamente in virtù della durezza del suo linguaggio?


URL dell'articolo: http://fantasy.gamberi.org/2007/09/07/recensioni-romanzo-chariza-il-soffio-del-vento/

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