- Gamberi Fantasy -

Recensioni :: Romanzo :: Il Dono di Svet

Pubblicato da Gamberetta il 8 dicembre 2008 @ 13:10 in Fantasy,Italiano,Libri,Recensioni | 19 Comments

Copertina de Il Dono di Svet Titolo originale: Il Dono di Svet
Autore: Donato Altomare

Anno: 2008
Nazione: Italia
Lingua: Italiano
Editore: Mondadori

Genere: più fantasy che fantascienza
Pagine: 352

Il vincitore del Premio Urania dell’anno scorso si è rivelato essere un brutto romanzo, scritto in maniera dilettantesca, pieno di paroloni della serie: “mamma! mamma! guarda quante parole conosco!”. Quest’anno è andata meglio. Il Dono di Svet è un romanzo scorrevole e nel complesso una lettura piacevole, sebbene i difetti siano maggiori dei pregi.

La prima perplessità nasce dal fatto che il Premio Urania 2007 nel suo bando specificava che “Il contenuto dovrà essere strettamente fantascientifico. Non saranno accettate opere di fantasy o di horror.”, mentre questo Il Dono di Svet non è fantascienza neanche per sbaglio. È un romanzo fantasy con tanto di protagonista dotata di poteri magico-onirici e demoni provenienti dall’Inferno cristiano.
Piacendomi il fantasy per me non è un problema, ma se qualcuno si aspettava fantascienza resterà deluso. E credo che chi abbia partecipato al Premio con un vero romanzo di fantascienza avrebbe ragione a lamentarsi.

Ambientazione

Il Dono di Svet è ambientato nei moderni Stati Uniti, però lungo una diversa linea temporale rispetto alla nostra: nel mondo di Svet la crisi dei missili a Cuba del 1962 si è trasformata nell’inizio della Terza Guerra Mondiale. Gli Americani hanno perso e sono stati invasi da truppe sovietiche e cinesi. Il romanzo comincia una ventina d’anni dopo, con gli USA ancora occupati e il potere nelle mani di Russi e Cinesi.
È una discreta premessa, anche se l’autore più di una volta si tira la zappa da solo sui piedi spiegando in dettaglio – senza che ce ne sia la necessità – com’è avvenuta la disfatta dei porci capitalisti. Secondo Altomare sono bastate poche bombe nucleari tattiche sovietiche contro la Casa Bianca, il Pentagono e Wall Street per mettere in ginocchio gli Americani e privarli di qualunque volontà di lotta, tanto da lasciarsi invadere senza opporre resistenza o quasi. Nessuno lancerà i missili stazionati in Turchia (missili che in 16 minuti potevano raggiungere Mosca – la loro installazione è una delle cause della crisi cubana), nessun comandante di sottomarino nucleare userà le sue armi, nessuna delle oltre 25.000 testate atomiche in possesso degli USA sarà impiegata, né nessun Paese membro della NATO prenderà parte al conflitto. Senza contare che nel 1962 era già operativo il NORAD (il comando congiunto Canada/Stati Uniti per la difesa aerea), sebbene la sua principale base, quella nel monte Cheyenne, resa famosa dal film WarGames, fosse ancora in costruzione.
La mancata reazione degli USA è a parer mio del tutto inverosimile. Tra l’altro Altomare pare credere possibile che si possa invadere un Paese sterminato nel giro di ore. Anche assumendo che Russi e Cinesi avessero i loro mezzi da sbarco pronti a partire e gli Americani non si fossero accorti dei preparativi, stiamo parlando di una campagna almeno della durata di mesi, duranti i quali i nemici siedono sopra una montagna di decine di migliaia di bombe atomiche senza muovere un dito…
Perciò le fondamenta storiche sono traballanti. Per fortuna tali fondamenta hanno un ruolo minimo nel romanzo, ugualmente l’autore avrebbe fatto meglio a glissare.

Lancio di un missile Polaris
Lancio di un missile balistico Polaris da un sottomarino

New York è la principale locazione, è dove vive la protagonista e si svolge buona parte della storia. È una New York occupata dai Russi con Governatore cinese, purtroppo è anche una New York indistinta. Se non si sapesse l’antefatto, potrebbe essere la stessa città già vista in un’infinità di film e romanzi. L’influenza del socialismo all’apparenza non ha creato grossi cambiamenti, se non magari meno gente in giro per i ristoranti. È un peccato che l’autore non abbia approfondito di più lo scenario, anche se, trattandosi fondamentalmente di un romanzo d’azione, è un’ambientazione adeguata.

Struttura

Il romanzo è diviso in cinque parti. Le cinque parti hanno in comune ambientazione e personaggi, ma narrano storie in gran parte autosufficienti. Il grosso problema è che queste storie appartengono a generi diversi, hanno tono diverso e sono in contraddizione fra loro.

  • La prima parte è un poliziesco fantapolitico; il tono è serio.
  • La seconda e la quarta parte sono un copione scartato da Buffy, e seguono la vicenda di un demone scappato dall’Inferno; il tono è meno realistico, a volte ironico.
  • La terza parte è azione pura, sullo sfondo di un intrigo internazionale con scienziato pazzo, come fosse un film di James Bond; il tono è da cartone animato.
  • La quinta parte è un tecno-thriller della domenica, un Tom Clancy dei poveri; il tono è semiserio.

Le contraddizioni nascono dal fatto che molti dei personaggi muoiono alla fine delle varie parti, per poi rinascere miracolosamente all’inizio della parte successiva. Il mondo è in effetti “resettato” prima dell’inizio di ogni parte e gran parte di quello che è successo prima viene scartato.
Questo è possibile perché Svet – Svetlana Tereskova, la protagonista – quando è tanto tanto tanto triste (come Nihal!!!) e si mette a sognare è in grado in maniera (semi)consapevole di modificare il passato. Il suo potere pare illimitato, potendo raggiungere chiunque in qualunque epoca. Svet può salvare il figlio ucciso da una bomba scoppiata il giorno prima così come alterare il corso degli eventi e salvare una famiglia di Salem nel 1692.

Processo a una strega
Processo a una strega di Salem. A Salem, nel Massachusetts, tra il febbraio 1692 e il maggio 1693 furono processate per stregoneria oltre 150 persone. 29 furono trovate colpevoli e 19 condannate a morte mediante impiccagione. A parte il solito bastiancontrario: costui al processo si rifiutò di dichiararsi colpevole o innocente. Per convincerlo a prendere posizione, fu fatto sdraiare nudo in un fosso e gli furono posate sulla pancia delle pietre. E altre pietre furono aggiunte più passava il tempo e lui si rifiutava di rispondere a tono, finché dopo due giorni morì schiacciato

Dopo che la protagonista scopre il proprio potere – il “dono” nel titolo –, il romanzo non ha più alcun senso. Infatti non si capisce come mai la nostra Svet non possa impedire la Terza Guerra Mondiale o se per quello anche la Prima e la Seconda o la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre.
E non solo: non solo la nostra eroina può mettere le mani dove le pare, ma i suoi cambiamenti sono immuni dall’effetto farfalla.
L’effetto farfalla è esemplificato dal detto: “Una farfalla batte le ali a Buccinasco e un grattacielo crolla a Los Angeles” o simili (“Predictability: Does the Flap of a Butterfly’s Wings in Brazil Set Off a Tornado in Texas?” è il titolo di una ricerca del 1972 del metereologo Edward Lorenz). Quello che succede è che il movimento delle ali della farfalla altera il clima intorno a lei, il cambiamento si propaga sempre più finché un bel tornado dall’altra parte del mondo non rade al suolo il palazzo. L’idea è che in determinati sistemi una minima variazione delle condizioni iniziali possa portare a cambiamenti radicali.
Questa nozione è sempre stata sfruttata dalla narrativa fantastica, anche prima che l’effetto venisse formalizzato. Nel celeberrimo racconto di Ray Bradbury Rumore di Tuono (A Sound of Thunder, 1952) l’uccisione di una farfalla nella preistoria da parte di un viaggiatore del tempo ha conseguenze imprevedibili nel presente. Un altro esempio meno famoso ma ugualmente divertente può essere Effetto Valanga (Depression or Bust, 1974) di Mack Reynolds nel quale la decisione di un tizio di annullare l’ordine per un nuovo frigorifero porta al collasso l’economia mondiale.

Copertina di Effetto Valanga
Copertina di Effetto Valanga

Invece Svet può manipolare a piacimento gli avvenimenti senza che ci siano conseguenze sgradite o impreviste. Qui troviamo anche la ragione chiave per classificare Il Dono di Svet tra i romanzi fantasy: Svet ha il potere che ha perché… perché è fantasy!!!

In realtà ho avuto l’impressione cha la faccenda si sia svolta così: Altomare aveva sottomano una serie di racconti separati, magari persino con protagonisti diversi, poi gli è venuta voglia di partecipare al Premio Urania, e così ha usato quest’emerita scemenza del “dono” come colla per unire tutto quanto. Peccato che le parti stiano attaccate con lo sputo; è un gran pastrocchio.
Dunque, a giudicarlo come un romanzo unico, Il Dono di Svet sarebbe una schifezza immonda. Ma è noto quanto io sia accomodante e sempre ben disposta, perciò farò finta di trovarmi di fronte a una serie di racconti, girando la testa dall’altra parte ogni volta che compare il “dono”.

I Racconti di Svet

Icona di un libro aperto La prima parte è la migliore. Svet, a capo della polizia metropolitana di New York, indaga su un traffico d’organi. Via via che l’inchiesta prosegue il pericolo aumenta e saranno coinvolti sia il Governatore cinese sia un gruppo di rivoluzionari che vuole liberare l’America dagli invasori. Il ritmo è ottimo, la tensione è palpabile, la scrittura scorrevole. Soprattutto si viene coinvolti dalla vicenda, si vuole sapere quello che succederà dopo.
Quello che succede dopo è che Svet usa per la prima volta il suo potere. Chi è morto resuscita, chi ha compiuto azioni malvage torna immacolato e vissero tutti felici e contenti.

Icona di un libro aperto La seconda e la quarta parte vedono Svet alla prese con un demone infernale. Costui prima cerca di violentare la nostra eroina poi cambia idea e prende a vagare di notte per New York, sgozzando preti. Come già accennato qui sembra di trovarsi in una puntata di Buffy (ci sono diverse analogie con l’episodio 8 della prima stagione I, Robot…You, Jane). Il ritmo rimane buono, nonostante lo scontro nella chiesa con il mostro sia tirato troppo per le lunghe, e la scrittura è ancora spigliata; purtroppo non c’è più alcuna tensione, in parte perché sappiamo che Svet potrà aggiustare qualunque torto con il suo “dono” (e lo farà) e in parte perché il tono è molto meno serio. Scoprire poi che il mostro è tale solo perché “maltrattato da piccolo” è tristissimo…

Moloch
Il cyberdemone Moloch di I, Robot… You, Jane

Icona di un libro aperto La terza parte vede Svet impegnata in un’indagine in Europa, dove qualcuno sta rapendo i bambini prodigio (gente come la Strazzu ma ancora più prodigiosa!) Qui la tensione è zero e il tono da cartone animato. È una squinternata avventura alla James Bond con tanto di cinese esperto di arti marziali che invece di sparare ai nostri eroi decide di ucciderli a mani nude (…) e alla fine c’è il conto alla rovescia per la bomba che farà saltare tutto quanto per aria. Svet per salvarsi…
…getta un secchio d’acqua sul monitor che segnala le cifre del conto alla rovescia e ovviamente chikas_pink03.gif il conto s’interrompe. Sigh.Questa parte è bruttina sia in confronto alle precedenti sia in assoluto. Non giova un lunghissimo dialogo inforigurgitoso che sembra appiccicato lì solo per far credere ai lettori ingenui che l’ambientazione è omogenea quando è palese che quest’avventura non c’entra un tubo con il resto.

Icona di un libro aperto La quinta e ultima parte vede svolgersi la resa dei conti fra i cattivi cinesi e i prodi patrioti americani, con Svet nel mezzo. L’azione si sposta a Cuba, perché gli Americani si sono asserragliati nella ex base di Guantanamo. I cinesi hanno progettato un piano diabolico per spazzare via i rivoltosi e già che ci sono sostituire Castro con qualcuno più di loro gradimento. Però non hanno calcolato di trovarsi in un romanzo di Altomare, non in uno di Clancy o McNab…
Dal punto di vista politico-militare questa parte è una stupidaggine, anche se dopo la parodia di James Bond e la conclusione della vicenda del demone non mi aspettavo niente di realistico. Il momento migliore è probabilmente quando Fidel Castro decide di tornare rivoluzionario e di non cedere alla perfidia dei musi gialli.
Tutto sommato passabile, non siamo al livello della prima parte, ma comunque un gradino sopra il resto.

Personaggi

Gli stessi personaggi popolano le varie parti, compresi i personaggi morti che vengono provvidenzialmente resuscitati all’occorrenza dal potere di Svet.
Svet è la protagonista assoluta, e il punto di vista è quasi sempre il suo. Svet ad appena trenta e qualcosa anni è già capo della polizia metropolitana. Svet è bellissima. Svet è intelligente. Svet è abile sia nel corpo a corpo sia con le armi da fuoco. Svet per fortuna non è così antipatica come le premesse lascerebbero immaginare. Non è il personaggio più carismatico del mondo, ma è facile, se non proprio identificarsi, farsi coinvolgere. È un buon personaggio.
Mark “Doppia Faccia” è invece il capo dei rivoltosi americani. Quando la storia non segue Svet, segue lui. Mark è una sorta di ladro gentiluomo, con una spruzzata di atomicpunk in stile Fallout:
Mark è soprannominato “Doppia Faccia” perché le radiazioni gli hanno fatto crescere una seconda faccia sulla nuca.Anche lui non è il massimo ma lo si segue volentieri. La sua tentata fuga da un carcere, benché semplicistica, è una delle parti più divertenti del romanzo.
Molto meno interessanti i comprimari (il figlio di Svet è solo una rottura di scatole, meglio tratteggiato il barbone ex professore universitario) e i “cattivi”. I “cattivi”, poveretti, sono quasi sempre costretti a seguire il Copione, anche quando desidererebbero far altro.

Stile

Lo stile di Altomare è decente. A tratti buono, sebbene in diversi punti si sarebbero potuti togliere avverbi e aggettivi di troppo o buttare via inforigurgito molesto. Una limata sarebbe stata necessaria anche per certi dialoghi: ogni personaggio quando prende la parola spesso prosegue per molti paragrafi di seguito; in generale può andare, diventa inverosimile quando a parlare in questa maniera, senza tirare il fiato, è un prigioniero appena pestato a sangue.

Conclusione

È possibile ricavare un certo margine di divertimento da questo romanzo, anche tenendo presente il prezzo ridotto (3 euro e 90 centesimi). Per riuscirci è però necessario aver ben presente che:

  • non è un romanzo di fantascienza.
  • le varie parti sono separate e raccontano vicende distinte e autonome.
  • il “dono” di Svet non dev’essere preso in considerazione.

Con tali premesse si possono trascorre alcune ore piacevoli. Certo l’inizio lascia presagire qualcosa di meglio, molto meglio, ma tant’è.
È poi triste constatare come quello che dovrebbe essere uno dei migliori romanzi di fantascienza italiani dell’anno non è un romanzo di fantascienza e in pratica non è neanche un romanzo…

* * *

L’incipit:

– Bisogna chiedere rinforzi.

L’agente dal viso spiccatamente caucasico annuì. Pigiò un pulsante della piccola ricetrasmittente e chiese l’intervento di due pattuglie. Parlava a scatti, scandendo bene le parole e dando le indicazioni in maniera molto precisa.

– Prudenza.

Il maggiore della polizia metropolitana Svetlana Tereskova puntò la pistola verso il buio. La potente torcia stilo che reggeva con la sinistra illuminò un ambiente squallido. Le pareti erano coperte da disegni osceni e da grumi di qualcosa d’indefinibile. Sul pavimento c’era di tutto. Carogne di animali semi-imputridite, pezzi di oggetti d’ogni genere. Era molto difficile muoversi lì dentro. Almeno senza far rumore.

La donna fece un cenno col capo al poliziotto e, tenendo ben salda la pistola, entrò nella stanza vicina poggiando le spalle alla parete. Intorno aleggiava un odore rancido. Di sudore. Lì dentro, fino a pochi attimi prima, c’era stato qualcuno. Vide un movimento con la coda dell’occhio. – Alt! – gridò. – Farsi riconoscere o saremo costretti a sparare.

Per tutta risposta udì un tramestio. Girò la pistola dalla parte da dove proveniva il rumore.

Un lampo. Un colpo di pistola. La parete che si scheggiava a pochi centimetri dal suo viso. Si gettò per terra urtando qualcosa di molliccio. Preferì non chiedersi cosa fosse. Aveva tutti i sensi all’erta. Per fortuna, chi aveva sparato aveva usato un’antiquata pistola automatica con i vecchi proiettili. Se avesse avuto a disposizione una pistola a flap lei sarebbe passata a miglior vita. (Ammesso che la vita nell’al di là fosse davvero migliore.) Spense la luce stilo. – Nicolai, resta lì.

Nel buio quasi assoluto cominciò a distinguere l’ambiente. Le vernici usate per i murales erano fluorescenti, ad altissimo livello. Era bastata la luce della sua piccola torcia per stimolare i ricettori chimici a restituire parte della luminosità che avevano assorbito.

Un movimento dalla parte opposta della stanza. Lei scattò come una fiera in caccia. Nonostante i suoi trentadue anni era agile come una ragazzina. Avrebbe potuto colpire l’individuo in fuga, ma odiava uccidere. Inoltre voleva sapere cosa ci facesse lì dentro. E, da che il mondo era mondo, i cadaveri non parlano. Neanche sotto tortura.

S’infilò in un corridoio laterale piuttosto ampio e scorse la figura correre davanti a lei, in fondo c’era luce soffusa. La sagoma del fuggitivo si stagliava su quello sfondo, scura e forsennata.

– Idiota! – Svet non ci pensò due volte. Mise un ginocchio a terra, prese accuratamente la mira e sparò. Un solo flap. Udì il grido di dolore e vide l’individuo stramazzare sul pavimento. – Via libera.

L’agente le fu dietro in una frazione di secondo.

– Stanno arrivando rinforzi, sento le sirene.

– Dobbiamo entrare là dentro. – Indicò la porta dalla quale proveniva la luce, in fondo al corridoio.

– Subito?

– Subito.

Il poliziotto si addossò alla parete e cominciò a strisciare verso la porta illuminata. Svet invece aveva raggiunto il suo bersaglio che si lamentava al suolo. Vide che aveva un buco nella gamba sinistra, usciva molto sangue. Tirò fuori dalla sua divisa d’ordinanza una fascia elastica e della crema cicatrizzante. Non sarebbe servita a molto, ma avrebbe arrestato l’emorragia. Fece la fasciatura d’emergenza, raccolse la pistola del ferito che era finita poco lontano e la infilò nella cintura. Poi si mise dalla parte opposta del corridoio muovendosi verso la zona illuminata.

Nicolai l’aveva preceduta.

Lo vide entrare puntando in avanti la pistola.

Una sventagliata di flap lo falciò.


Approfondimenti:

bandiera IT Il Dono di Svet presso il blog di Urania
bandiera IT Una recente intervista a Donato Altomare

bandiera IT WarGames su IMDb
bandiera EN Un sito dedicato alla crisi dei missili a Cuba
bandiera EN Un sito dedicato ai processi per stregoneria a Salem
bandiera IT Effetto Farfalla su Wikipedia
bandiera EN A Sound of Thunder leggibile online
bandiera IT Effetto Valanga al DelosStore
bandiera EN I, Robot… You, Jane su BuffyGuide.com

 

Giudizio:

Ambientazione decente… +1 -1 …ma non abbastanza approfondita e con basi storiche non molto solide.
La scrittura è di buon livello… +1 -1 …ma si potevano evitare svariati errori.
I due protagonisti sono discreti personaggi. +1 -1 Il “dono” di Svet è una colossale idiozia.
Due parti nel complesso passabili… +2 -3 …tre meno.

Un Gambero Marcio: clicca per maggiori informazioni sui voti


19 Comments (Mostra | Nascondi)

19 Comments To "Recensioni :: Romanzo :: Il Dono di Svet"

#1 Comment By SuperTopoGigio On 8 dicembre 2008 @ 16:54

Per una volta un libro che ho letto… cioè letto… mi sono costretto a leggere perché dopo le prime cento pagine credo di aver realizzato che si trattava di una delle cose più squinternate che mai abbia aperto.
Sono meno morbido di te, gamberetta.
E’ talmente brutto da essere imbarazzante. E’ ripetitivo anche per come è scritto… in ogni capitolo c’è, per esempio, sempre qualcosa che “urla inumanamente”, c’è sempre uno scagnozzo di Svet che muore (tanto che ci fa pure le battute sopra). La parte horror è di uno squallore incredibile (pure morbosetta…) e banale come non mai.

#2 Comment By fabbiuzz On 8 dicembre 2008 @ 17:52

occazz
Ero contento di essere uno dei finalisti, ma dopo aver letto questa rece mi sento una cacca.
Dico sul serio.

#3 Comment By Gamberetta On 8 dicembre 2008 @ 18:34

@SuperTopoGigio. Non è un bel romanzo, però io non l’ho trovato così orribile. Magari sento già l’atmosfera natalizia che rende tutti più buoni, o mi sono ormai assuefatta al pessimo livello di certa narrativa italiana di genere.

@fabbiuzz. Non credo che il fatto che abbia vinto un brutto romanzo implichi che il tuo sia peggio. In fondo per me questo romanzo di Altomare non avrebbe avuto neanche i requisiti per partecipare a un premio di fantascienza.

#4 Comment By Okamis On 8 dicembre 2008 @ 20:48

E dire che stavo per inserirlo nella lista dei 3 libri da farmi regalare come da tradizione a Natale. Buona a sapersi. A questo punto, qualche consiglio? Gli altri due libri della lista sono “American Gods” di Gaiman (lo so, meriterei dieci frustate per non averlo ancora letto ^_^”) e “L’acchiapparatti di Tilos” di Francesco Barbi.

#5 Comment By Gamberetta On 8 dicembre 2008 @ 21:02

@Okamis. Visto che se ne è appena parlato, prendi o chiedi a Cthulhu Natale Il Vangelo secondo Biff. Merita.

Cthulhu Natale

#6 Comment By Okamis On 8 dicembre 2008 @ 23:24

Altro che libri! Voglio Babbo Chtulu!
Comunque grazie del consiglio ^_^
Tra l’altro stavo anche pensando al volume unico uscito di recente di “Queste oscure materie”, visto che il primo volume l’avevo letto alcuni anni orsono in biblioteca e non l’avevo trovato malvagio (è più forte di me: anche se una serie è brutta, voglio vedere come va a finire). Il vangelo secondo Biff è meglio se lo compro per conto mio, visto che già ai miei parenti non va tanto giù il fatto che io appartenga ad un’altra “parrocchia”. Una tale richiesta, conoscendoli, verrebbe presa come un atto di sfida ^_^”

#7 Comment By Giorgio On 9 dicembre 2008 @ 08:42

Un buongiorno a tutti!
Sono arrivato a metà del fantomatico “Dono”… e secondo me è un’emerita stronzata! Sono allibito per il fatto che una tale idiozia (e pure scritta male, come da qualcuno che abbia seguito un corso di scrittura creativa sotto l’effetto del Valium) sia arrivata in finale al Premio Urania. Si tratta di un guazzabuglio dove la fantascienza non si capisce proprio dove sia, punto e basta. Sono cattivo? Decisamente! Se il Premio Urania deve tenere aperta una via italiana alla fantascienza, tanto vale chiuderlo! Perdonate l’acredine, ma sono profondamente deluso.

#8 Comment By Rotolina On 9 dicembre 2008 @ 11:22

Sono abbonata ad Urania, e trovo davvero incredibile, che i vincitori dei premi siano semprei romanzi che mi sono piaciuti di meno…
Questo non l’ho ancora letto, ma sezione P-quadro mi aveva lasciato basita e a bocca aperta (per gli sbadigli).

Comincio a domandarmi con che criterio diano i premi, visto che ho letto molti altri Urania decisamente più belli.

#9 Comment By Okamis On 9 dicembre 2008 @ 11:53

Beh, comunque in passato Urania , ha premiato anche romanzi di buona qualità. Ad esempio nel 1999 Claudio Asciuti vinse con “La notte dei pitagorici”, romanzo non perfetto (soprattutto nel finale, un po’ tirato per i capelli, IMO), ma con delle belle trovate, come le Camice di Ferro (anche se lo spunto, penso, fu preso da “Galaxy Express 999″). Speriamo a questo punto che nei prossimi anni la qualità torni a crescere.

#10 Comment By Procionegobbo On 9 dicembre 2008 @ 14:44

3.90€ risparmiati, grazie :)

#11 Comment By Andrea On 10 dicembre 2008 @ 11:23

In realtà ho avuto l’impressione cha la faccenda si sia svolta così: Altomare aveva sottomano una serie di racconti separati, magari persino con protagonisti diversi, poi gli è venuta voglia di partecipare al Premio Urania, e così ha usato quest’emerita scemenza del “dono” come colla per unire tutto quanto.

Ci sei andata davvero vicina. In un intervista Altomare racconta che il personaggio di Svet (e la relativa ambientazione) gli era stato commissionato per una serie di fumetti. Il progetto, in seguito, è morto e lui si è ritrovato con tutto il materiale che aveva prodotto pronto per il riciclone selvaggio.

Tra l’altro, l’origine fumetto-orientata del materiale spiega, IMHO, parecchie cose della struttura del “romanzo”.

Il Dono di Svet non è fantascienza neanche per sbaglio. È un romanzo fantasy con tanto di protagonista dotata di poteri magico-onirici e demoni provenienti dall’Inferno cristiano.
Piacendomi il fantasy per me non è un problema, ma se qualcuno si aspettava fantascienza resterà deluso. E credo che chi abbia partecipato al Premio con un vero romanzo di fantascienza avrebbe ragione a lamentarsi.

Non direi, la mia definizione di fantascienza è molto molto più vasta della tua. Si tratta di un romanzo ucronico, incentrato su un “dono” dovuto ad una mutazione genetica causata da una bomba nucleare. Non c’è nulla in questo romanzo che non sia (pessima) fantascienza, compreso il demone.

LLP, Andrea

#12 Comment By Gamberetta On 10 dicembre 2008 @ 13:22

@Andrea. Sul far rientrare le ucronie tra la fantascienza si può discutere, e potrei, anche se non in tutti i casi, essere d’accordo.
Però il demone e il poteri “magici” di Svet per me sono 100% fantasy.

#13 Comment By Angra On 10 dicembre 2008 @ 15:13

Il tema del potere di tornare indietro nel tempo per cambiare la storia (in questo caso la storia personale del protagonista) è ben affrontato nel film “The butterfly effect”. Lì l’effetto farfalla c’è eccome, infatti ogni volta che il protagonista fa dei balzi indietro per correggere un errore le conseguenze sono sempre più disastrose. Dal punto di vista del film in sé non è memorabile: gli attori e la regia sono così così, ma la storia è ben congegnata, così come le modalità con le quali il potere viene esercitato.

#14 Comment By Cris On 10 dicembre 2008 @ 18:17

Ah! sei stupenda!!!! se potessi ti sposerei!! Le tue recensioni sono sempre così brillanti e veritiere! Aspetto con ansia un tuo libro.

Cris consiglia:
http://www.diceriedeltempo.blogspot.com

#15 Comment By Giorgio On 11 dicembre 2008 @ 11:02

Concordo con Gamberetta: i poteri magici e il demone nulla hanno a che fare con la fantascienza. Mi è piaciuto Super Topo Gigio che ha definito il romanzo “imbarazzante”, credo sia la descrizione migliore.
@Gamberetta: apprezzo molto la notevole dose di acido solforico che adoperi nelle recensioni. Credo che faccia bene a un sacco di tromboni.

#16 Comment By SuperTopoGigio On 15 dicembre 2008 @ 09:47

@Gamberetta
Magari è scritto in maniera passabile come forma, ma proprio gli elementi del romanzo sono vergognosi. In effetti concordo che la parte demoniaca è fantasy. Tra l’altro mi pare anche che che ci sia incoerenza nella parte più fantascientifica, perché quando Svet va a resettare il demone (che lo ringrazia pure in maniera strappalacrime…. santo manitù) ci sono degli elementi che non sono resettati nei rapporti con i suoi nemici.
@Andrea
Vero. Avevo letto l’intervista. Probabilmente era un progetto per la Bonelli visti i personaggi così stereotipati e il pizzico di sesso.

#17 Comment By drago On 17 dicembre 2008 @ 22:41

oddio… l’ho preso tra le mani all’iperstanda
“cavolo, da quanto è che non compro un Premio Urania?”

la trama sembra interessante, però… con ste ucronie hanno un pò rotto questi autori e i selezionatori… e che piffero… saranno minimo 3 i romanzi vincitori negli ultimi 10 anni che trattano questi argomenti… e addirittura due sono della stessa saga… un premio a puntate… mi mancava

apro a caso e leggo di un minisommergibile che rapisce qualcuno e poi fugge tra i fitti mendri di una rete di canali cittadini… O_o

ma vaff…

poi, non mi ricordo se nella copertina stessa o in qualche pagina alla fine, in una delle solite rubriche, leggo che è derivato da una sceneggiatura per un fumetto

va, va… resta pure lì

#18 Comment By dony.f On 8 gennaio 2009 @ 22:11

Mi piace come scrive Altomare, indubbiamente è corretto, scorrevole, insomma piacevole. Il problema dello sci-fi è che ci si aspetta sempre qualcosa di diverso e non solo dai contenuti. E’ difficile evitare una delusione. Tornando al genere del romanzo, mi pare un fantastico in senso ampio, più che fantasy o sci-fi, ma come potrebbe essere altrimenti? Urania è un concorso prestigioso, bisogna andarci cauti con novità non altrettanto digeribili di una lettura piacevole. Per l’ultimo concorso avevo diverso materiale, sicuramente c’era della fantascienza stretta, cattiva; alla fine di un lungo argomentare tra troppi dubbi e poche decisione, anch’io ho optato per un genere più morbido.

#19 Comment By Frattaglia On 21 luglio 2011 @ 16:31

Per me c’è un -1 anche per il fatto che a quanto pare i cattivi siano i cinesi. L’unica russa sarebbe Svetlana? Forse l’autore non sa che nel 1962 la Cina non contava una ceppa e peggio ancora che russi e cinesi si presero a cannonate per stabilire quale fosse il vero socialismo (+ certe vecchie ruggini confinarie…), ce li vedo proprio ad invadere insieme gli USA. Peggio, appunto, è considerare la leadership appartenente alla Cina! Se ora la Cina va di moda e ha una crescita del PIL del 10% all’anno non significa che fosse la stessa cosa 50 anni fa, anzi non lo era affatto. La nazione leader era ovviamente l’Unione Sovietica, però è passata di moda, anzi è passata proprio tanto che non esiste più, però l’autore ha avuto un lampo di genio: la Cina! Tutti conoscono la Cina, si parla sempre della Cina, la Cina è anche rivale degli USA, ma sì lasciamo perdere quel ferrovecchio dell’URSS, tanto il ragazzino che compra il libro nel 1991 nemmeno era nato, e mettiamo i cinesi come cattivi, geniale!


URL dell'articolo: http://fantasy.gamberi.org/2008/12/08/recensioni-romanzo-il-dono-di-svet/

Gamberi Fantasy