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Il Crepuscolo del Fantasy

Pubblicato da Gamberetta il 3 luglio 2008 @ 21:24 in Fantasy,Italiano,Libri,Recensioni | 517 Comments

Copertina de Gli Eroi del Crepuscolo Titolo originale: Gli Eroi del Crepuscolo
Autore: Chiara Strazzulla

Anno: 2008
Nazione: Italia
Lingua: Italiano
Editore: Einaudi

Genere: Fantasy, Elfi
Pagine: 772

Per tutti quelli che hanno a cuore il mio tempo libero, che si preoccupano che io sprechi la mia giovinezza a scrivere critiche inutili, ecco una recensione veritiera, precisa e di poche parole de Gli Eroi del Crepuscolo:

Gli Eroi del Crepuscolo è una schifezza.

Contenti? Avete la vostra recensione, potete chiudere la finestra del browser e passare ad altro. Se invece decidete di continuare, è una vostra scelta, non vi sto puntando una pistola alla tempia, perciò evitate di venire a rompermi l’anima riguardo quello che avrei o non avrei dovuto fare.

Piccola premessa

Nel corso della recensione non farò alcun riferimento all’età dell’autrice. Com’è giusto che sia: non credo che cambi per nessuno l’esperienza di lettura sapendo che l’autore ha 17 anni piuttosto che 71. O è un bel romanzo o non lo è, non importa chi l’ha scritto.
Tuttavia voglio prendere ad esempio la Strazzulla per rimarcare una certa differenza di mentalità fra gli autori nostrani e anglosassoni. Differenza che secondo me è una delle ragioni per cui gente come Crichton vende milioni di copie anche da noi, ma nessun nostro autore vende milioni di copie in Inghilterra o in America.

Come già avevo ricordato, la Strazzulla, alla presentazione del suo romanzo, ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla scrittura che ho trovato poco condivisibili:

[...] chi scrive scrive per sé, scrive perché gli piace scrivere, perché scrivere non è una cosa che s’impara, è una cosa che ti viene, è come uno starnuto, è come una risata, ti esce, è lì, devi pigliare una penna e scrivere.

Sfogliando il volume The Essential Ellison: A 50 Year Retrospective ho trovato questa lettera di un giovanissimo Harlan Ellison, indirizzata alla rivista Writer’s Digest:

bandiera EN Dear Editor:
I’ve been following W.D.’s wonderful material for years now, and couldn’t resist sharing the glad news with you. I’ve made my first sale, and I owe every bit of the kick I get out of it to good old DIGEST. Of course it was only six dollars, but I’m on my way. I’m only sixteen years old, so this means a lot to me. Everything in the DIGEST is tremendously helpful to young writers like me, so keep it coming.
Harlan Ellison

bandiera IT Caro Editor:
Seguo i meravigliosi contenuti del W.D. ormai da anni, e non ho resistito alla tentazione di condividere con voi la bella notizia. Ho venduto la mia prima storia, e il merito è tutto del buon vecchio DIGEST. Naturalmente si tratta di soli sei dollari, ma sono sulla giusta strada. Ho solo sedici anni, perciò significa molto per me. Ogni cosa nel DIGEST è tremendamente utile per i giovani scrittori come me, continuate così.
Harlan Ellison

L’Ellison sedicenne già da diversi anni seguiva una rivista di scrittura per imparare, la Strazzulla è nata “imparata” e scrive a furia di starnuti e risate. La differenza si vede, o meglio si legge.

Il video con le affermazioni “incriminate” della Strazzulla

Un romanzo da manuale

Un mondo abitato da elfi debosciati (qui chiamati Eterni) è minacciato dalla Tenebra, malvagia creatura, incarnatasi nel Signore delle Tenebre (d’oh!), all’anagrafe “Gylion Cuore di Ghiaccio”. I piani del Signore delle Tenebre sono tanto precisi quanto terrificanti:

A dispetto di quel che lasciava intuire, non gli interessava il potere, né la vendetta. Quello che voleva era la completa distruzione di tutto ciò che di buono poteva esistere, il trionfo del male, l’annullamento definitivo di felicità, amore, pietà, speranza.

Per fortuna a difendere felicità, amore, pietà, speranza, democrazia e diritti degli animali, ci sono quattro baldi giovanotti adolescenti (in realtà hanno 300 anni circa, ma un elfo di 300 anni in rapporto agli altri della sua specie è più o meno come un umano di 16).
A guidare il gruppo, Lyannen, figlio di un’umana e di un elfo. Ovvero un mezzelfo! Lyannen si nota subito fra i suoi compatrioti perché gli altri hanno i capelli color oro, lui li ha corvini, gli altri sono alti due metri e mezzo, lui solo poco meno di due, gli altri sono nipoti del Re, lui è solo figlio del più importante generale dell’intero Reame, gli altri sono immortali, e lui pure, perché è uno dei pochi meticci con il tratto genetico dell’immortalità. Ah, è anche amante della principessa Eileen, sebbene sia un amore proibito (Ohhh!!!) Da non sottovalutare la sua abilità di spadaccino e l’essere uno dei pochi elfi (mezzi o no) a poter usare la magia, seppur inconsciamente.
Alto, bello, buona famiglia, immortale, schermidore provetto, mago, amante della principessa: secondo la pubblicità lui e amici sarebbero “[...] tutt’altro che gli eroi stereotipici cui la letteratura fantasy, e non solo, ci ha abituati.” Secondo Rosella Postorino, editor del romanzo, “Negli Eroi del crepuscolo, non sono gli eroi, appunto, a salvare il Reame, ma sono i reietti, gli scarti, gli incompetenti, i diversi, i giovani: gli adolescenti.”
Alto, bello, buona famiglia, immortale, schermidore provetto, mago, amante della principessa: uno così lo definirei proprio un reietto, o forse uno scarto, “diverso” ci può stare, così com’è “diverso” il Sultano del Brunei.

Il sultano del Brunei
Il Sultano del Brunei: tipico adolescente?

Le parole della Postorino sono la ragione per la quale così tante mie recensioni sono brutali: mi procura enorme fastidio sentire la gente mentire o raccontare stronzate con l’unico scopo di vendere, di guadagnare, di intascare un euro in più. Un minimo di dignità, che diamine!
Senza contare che anche la storia del “perdente” che diventa eroe è di per sé un cliché.
Dunque abbiamo una banda di eroi banali e stereotipati che cerca, senza riuscirci, di imitare una banda di eroi banali ma che seguono altri stereotipi. Geniale!

Gli Eroi del Crepuscolo è una presa per i fondelli. È stato preso un celeberrimo articolo, in Rete da anni, How to write a best selling fantasy novel, e lo si è seguito quasi alla lettera. Peccato quello sia nelle intenzioni dell’autore un articolo ironico.

Qualche citazione a caso.

How to:

bandiera EN Despite the need to keep the book long, some bits are just too hard to write. A thousand mile journey by foot is long, but easy to write. Battles on the other hand are hard because there’s a lot going on and you probably require some knowledge of military strategy. So if you’re writing a battle scene and it’s just getting too hard, simply have the hero suffer a wound and lapse into unconsciousness [...] Next thing our hero wakes on a white alabaster slab in the Healing Room where the Pure Maiden Warrior tells him that the battle is over and, Guess what? They won! Result: you’ve saved 50 pages of intricate military description.

bandiera IT Nonostante la necessità di mantenere il libro lungo, certe parti sono semplicemente troppo difficili da scrivere. Un viaggio di mille chilometri a piedi è lungo, ma facile da scrivere. D’altro canto le battaglie sono difficili da scrivere, perché sono piene d’azione e probabilmente richiedono che abbiate una qualche conoscenza delle strategie militari. Così, se state scrivendo una scena di battaglia e sta diventando troppo difficile andare avanti, semplicemente fate in modo che l’eroe si becchi una ferita e perda conoscenza [...] Subito dopo il nostro eroe si ritroverà sveglio su una tavola di alabastro bianco nell’Infermeria; la Guerriera Vergine lo informerà che la battaglia è finita e, indovinate? Hanno vinto! Risultato: vi siete risparmiati 50 pagine di intricate descrizioni belliche.

Strazzulla:

Barcollò di nuovo, e l’uomo accanto a lui dovette sorreggerlo. Lyannen sbatté le palpebre. Forse stava sognando. Tutto girava, intorno a lui. Chiuse gli occhi e si abbandonò tra le braccia dell’uomo. [...] Lyannen sbatté le palpebre due, tre volte. Era adagiato tra morbide lenzuola di lino, i capelli sparsi sul guanciale. Nell’aria c’era un forte odore di medicinali. La stanza era in penombra, illuminata da torce, ma guardandosi attorno vide altri letti accanto al suo. Doveva trovarsi in un’infermeria. [...] Un pensiero gli attraversò la mente, rapidissimo. – La battaglia là fuori? È finita? Abbiamo vinto?
– Magari, – esclamò il Capitano. – Siamo rientrati prima che facesse buio e abbiamo barricato il portone a Sud come potevamo, ma quelli continuano con le frecce, e hanno ricominciato anche con le scale.

In effetti la Strazzulla non fa vincere ai Buoni la battaglia fuori scena, ma solo perché prepara una sorpresona al lettore: uno dei più beceri deus ex machina mai concepiti!

How to:

bandiera EN It will be necessary to create Bad Expendables. These are the orcs, goblins, trolls, dragons, wights or any other creatures that we are happy to kill in their thousands. They are usually black, hairy, sweaty or in some other way unacceptable by middle class Caucasian standards. Often they are deformed, based on the traditional belief that an ugly body reflects an ugly soul. It is our way of doing a service to the sick and disabled by reminding readers that people who are disfigured look that way because they’re evil.

bandiera IT Sarà necessario creare Malvagi Sacrificabili. Costoro sono orchi, goblin, troll, draghi, wight e altre creature che saremo felici di uccidere a migliaia. Normalmente sono creature nere, pelose, sudate o in qualche altra maniera poco accettabili per gli standard della classe media bianca. Spesso queste creature sono deformi, sulla base della tradizionale credenza che un corpo orribile riflette un’anima orribile. È il nostro modo per aiutare i malati o i disabili, ricordando ai lettori che se una persona ha un aspetto poco piacevole è dovuto al fatto che è una persona malvagia.

I Buoni sono alti, belli, capelli dorati al vento, fieri, muscolosi; i Cattivi brutti, deformi, putridi. Al massimo un brutto può essere raggirato e servire i Buoni come schiavo o poco più (i poveri Droqq). La Strazzulla è adamantina su questo punto:

E poi ci sono Brandan Fierolampo e Venissian l’Arciere, e Leidhall di Mymar, in persona! Vengono per combattere ovviamente: pare che il nemico arriverà qui a giorni. Figurati che c’è anche il Sire, tutto vestito di bianco, con Alvidrin che gli regge lo stendardo. Uno spettacolo. Sono così belli che inizi a chiederti come è possibile che stiano perdendo la guerra.

Ma niente paura! I Belli alla fine vinceranno, mentre i Brutti finiranno tutti quanti bruciati vivi, com’è giusto che sia. D’altra parte:

Lyannen non era mai parso bello come in quel momento, mentre da solo sbaragliava i pixies confusi e spaventati, menando fendenti a destra e a manca, i capelli scompigliati, gli abiti e la pelle luridi di sangue e di polvere. Quando infine con un solo colpo tagliò di netto le teste di due folletti, i tre o quattro pixies superstiti lasciarono cadere le armi e scapparono senza ritegno, andando a rifugiarsi nel bosco.

Quello che mi disturba in questo passaggio non è tanto l’esaltazione della violenza (cosa rende una persona più bella se non il decapitare nemici confusi e spaventati?), esaltazione perpetrata dal Narratore in persona, quanto la banalità di tutto ciò. Come ricordato anche dall’articolo, è cliché scontatissimo quello di Bello = Buono e Brutto = Cattivo. Sarebbe ora di andare oltre…

Uno gnometto
Uno gnometto. Avanti, Lyannen, fai vedere quanto sei uomo elfo, ammazza anche lui mentre scappa spaventato!

How to:

bandiera EN If Wizards and Lords actually used their magical powers they wouldn’t need the Loser/Hero to save them and the book will be over in a hundred pages. So, although wizards can bring trees to life, summon spirits from earth and sky, they have to use guile to defeat the stupidest troll.

bandiera IT Se i Maghi e i Signori effettivamente usassero i propri poteri magici, non avrebbero bisogno che lo Sfigato/Eroe li salvasse, e il libro sarebbe concluso in un centinaio di pagine. Così, sebbene i Maghi possano animare gli alberi ed evocare gli spiriti della terra e del cielo, devono farsi aiutare da un gonzo per sconfiggere anche il più stupido dei troll.

Nel romanzo della Strazzulla, il Solitario, uno dei personaggi, si trova fin dall’inizio in possesso di un oggetto magico, un talismano, di potere assoluto, “E ho pensato che avresti creduto che quel talismano potesse fare qualsiasi cosa. In effetti poteva farlo [...]“, il talismano può addirittura uccidere un (semi)dio; con un singolo atto di volontà il Solitario potrebbe concludere la guerra, ma:

– Il punto è, – proseguì il Solitario, – che molto spesso è utile avere la magia a disposizione senza saperlo. Molte persone, pensando di poter contare sulla magia in ogni caso, ne diventano dipendenti. Si affidano sempre alla magia e sono incapaci di andare avanti da soli quando non possono usarla. E, fattelo dire da uno che usa la magia da sempre, non conviene affatto affidarsi a una forza del genere. Meglio contare su se stessi. –

In altri termini, non credo sia giusto che siano dati antibiotici e altri medicinali ai malati: perché altrimenti quelli si abituano, e poi quando ne sono privi non sanno più come tirare avanti. Meglio una guerra lunga anni, un numero incalcolabile di morti, città distrutte e interi popoli annientati, piuttosto che diventare dipendenti della magia… Ovviamente Slyman, l’allievo del Solitario, la persona alla quale il Solitario si sta rivolgendo, accetterà senza batter ciglio le sagge parole del maestro.

How to:

bandiera EN Note: the Enemy’s fatal flaw will always be that he is over-confident.

bandiera IT Nota: il difetto fatale del Nemico sarà sempre la sua troppa sicurezza.

Strazzulla:

– Eileen, – ripeté. [...] – Dimmi dov’è Eileen, maledetto!
Questa volta fu Gylion a ridere. [...] – Ma sì, in fondo penso che te lo dirò, – concluse Gylion a sorpresa. Si accarezzò il mento liscio, senza smettere di sorridere in modo inquietante. – Tanto poi a chi andresti a dirlo? I morti non parlano –. [nota: qui oltre all’eccessiva confidenza c’è anche la cosa da non fare numero 7 per gli aspiranti Evil Overlord]

In realtà, al di là di questa citazione, Gylion perde perché si fida ciecamente del suo unico amico, il demone Scrubb. Scrubb, senza nessun buon motivo, lo tradirà.
E visto che ne parliamo, l’ottimo finale del romanzo è il seguente: i Buoni stanno perdendo la battaglia finale, Lyannen sta per essere ucciso; a questo punto Scrubb decide appunto di cambiare bandiera. Con assoluta nonchalance scatena fiamme magiche che:

  • Uccidono i soldati delle Truppe Nere (sì solo loro, la fiamma brucia solo i malvagi i brutti).
  • Uccidono Il Signore delle Tenebre (sì, così come se niente fosse).
  • Liberano Eileen dalla prigione senza uscite dov’era tenuta.

Fino alla pagina precedente Scrubb lavorava per i Cattivi. Come nel caso del Solitario, Scrubb avrebbe potuto usare la sua di magia a pagina 1, e ammazzare così tutti i Buoni. Ma perché privare il lettore di questo delizioso deus ex machina?

È sempre la solita solfa

Potrei fare copia/incolla dalla recensione di Nihal della Terra del Vento, e, cambiando le citazioni, potrei lasciare il testo identico. Con questo non voglio dire che Gli Eroi del Crepuscolo sia al livello dell’esordio della Troisi, voglio dire che è peggio. Sono presenti tutti i difetti già visti in Nihal, e manca invece il ritmo della Troisi, che almeno in quel romanzo riusciva a tenere lontana la noia. Da un punto di vista linguistico la Strazzulla è più brava, ha più dimestichezza con le parole, tuttavia non ha la stessa energia della Troisi. Nihal non lascia indifferenti, sebbene per le ragioni sbagliate; Gli Eroi del Crepuscolo è piatto, vuoto, inutile. Roba che si dimentica due giorni dopo averla letta.

Ciò premesso, ripetete in coro con me…

PRIMA DI SCRIVERE OCCORRE DOCUMENTARSI.
Chissà se prima o poi entrerà nella testa di qualcuno. Se si scrive di guerre e duelli (e purtroppo per la Strazzulla tali attività sono parti importanti della sua storia), bisogna conoscere l’argomento, altrimenti si fa la figura dei fessi.
E per l’ennesima volta, tendere un arco richiede forza! Ne richiede tanta!

E allora, all’improvviso, le frecce crosciarono come una pioggia, e il nemico, stupito dall’inaspettata pioggia mortale, si fermò e perse la sicurezza, e tutti levarono lo sguardo al cielo, stupiti. [...] sugli spalti, le mogli, le figlie, le madri avevano preso gli archi dei loro padri, fratelli, figli e mariti, e adesso tiravano sull’esercito nemico.

La popolazione femminile dell’Ultima Città sta riversando una “pioggia mortale” sulle truppe del Signore delle Tenebre, truppe che si trovano ad almeno 100 metri di distanza (ma con ogni probabilità la distanza è maggiore). Be’, è in pratica impossibile. Una persona, senza specifico addestramento, non è in grado di compiere un gesto del genere, e parliamo di anni d’addestramento.
In più, nella società degli elfi, le donne non solo non ricevono addestramento all’uso dell’arco, ma di nessun tipo. Il loro compito è badare alla casa e ai figli, non hanno nessun ruolo civile o militare. Dal fidanzamento fino al matrimonio devono anche girare velate, e si rivolgono al proprio sposo chiamandolo “Mio Signore”. Che bello!

Un brano da un tipico duello in stile “troisiano”, stile qui così ben imitato dalla Strazzulla:

L’essere misterioso aveva attaccato con un guizzo rapidissimo, che Lyannen non si sarebbe mai aspettato, ma dal canto suo Lyannen aveva subito provato una mossa d’alta scherma, e credeva che l’altro avesse notato la sua abilità. Lentamente allontanarono le spade, arretrando di un passo. Si squadrarono ancora, immobili, poi Lyannen tentò fulmineo un affondo. Dimostrando di nuovo una velocità e un’abilità ragguardevoli, l’essere rovesciò la lama e parò il colpo. Si separarono di nuovo, e ripresero a duellare con velocità crescente. Lo scontro proseguiva in un botta e risposta equilibrato: i due contendenti sembravano equivalersi per bravura, all’attacco di uno corrispondeva sempre una pronta parata e risposta dell’altro. Nessuno dei due abbassava la guardia, neppure per un momento, e d’altra parte nessuno dei due aveva davvero cercato di uccidere l’altro, ma solo di disarmarlo, o al massimo ferirlo in maniera non grave.

Valgono sempre le solite considerazioni: innanzi tutto il duello è raccontato e non mostrato. E questo crea non pochi problemi al lettore: Lyannen prova una mossa d’alta scherma, ovvero? Cosa debbo immaginare nella mia testa? “una mossa d’alta scherma” sono solo parole, non sono immagini. Poi è un duello, un’attività emotivamente coinvolgente per i partecipanti, eppure il punto di vista è lontano, un debolissimo Narratore Onnisciente, che ciancia di parate e risposte e uguale abilità, senza però che ci sia alcuna partecipazione del lettore. Non assistiamo (perché non è mostrato) annoiati a uno spettacolo interpretato da gente che non conosciamo.

La prima stoccata arrivò piuttosto alta e non fu affatto il tipo di colpo che [Loredan] si sarebbe aspettato. Fu costretto a fare alta anche la sua parata e il peso che l’altro aveva caricato sulla lama fu tale che con la forza del proprio braccio e del polso quasi non riuscì a defletterla. Gli riuscì in qualche modo, ma fu costretto a fare un passo indietro e due a destra, scoprendosi il petto; non c’era nessuna speranza di un colpo di risposta. Prevedibilmente l’attacco successivo fu basso, ma il fatto che stavolta se lo aspettasse non rese meno complicato il pararlo. Due rapidi passi verso destra lo misero fuori portata, ma la sua guardia era tuttora troppo alta e una ferita al ginocchio destro che era rimasto scoperto, sarebbe stata la fine.
Fortunatamente il suo avversario optò invece per un’altra stoccata alta. Due passi indietro dettero a Loredan abbastanza spazio per parare di prima, caricando la lama di tutto il peso del proprio corpo e deviando così nettamente la spada dell’altro verso destra. A quel punto inclinò il polso per una botta corta, più che altro un fendente con il polso girato, diretto allo stomaco. Il suo avversario arretrò, ma non abbastanza in fretta; la punta della sua spada penetrò di qualche centimetro prima che Loredan la ritirasse [...]

Questo brano è invece preso da Tutti i Colori dell’Acciaio (Colours in the Steel) un fantasy di K.J. Parker. Parker non è un genio della letteratura, è un onesto scrittore, neanche poi tanto bravo. Ma appunto non bisogna essere dei geni per capire che occorre mostrare, che bisogna sapere di quel che si parla, e che è molto più efficace in una scena d’azione mantenere il punto di vista ancorato a un personaggio.

Copertina di Colours in the Steel
Copertina di Colours in the Steel

Ora mi rivolgo alla gentile editor del romanzo, Rosella Postorino, sperando che il mio tono sia abbastanza pacato perché vossignoria possa ritenere opportuno rispondermi. Se né lei né l’autrice ne capite niente di argomento bellico, non sarebbe stato il caso di assumere un consulente? Si risparmiava un po’ sul libretto pubblicitario pieno di disegni a colori, e si pagava qualcuno per dare una sistemata agli aspetti militari del romanzo. Funziona così, quando una casa editrice ha rispetto del pubblico.
E anche in mancanza di ciò, un editor dovrebbe forse correggere quando l’autore, per inesperienza o distrazione, non dipinge al meglio una scena. Gli errori commessi dalla Strazzulla sono elementari.

I problemi dal lato documentazione non finiscono certo qui. Non c’è niente di neanche vagamente razionale nel comportamento degli eserciti in campo. Nel mondo della Strazzulla è bandita ogni genere di strategia, tattica, catena di comando, ordine di battaglia; gli scontri si riducono a enormi risse senza capo né coda. Così come è sconclusionato l’uso dei termini, per esempio qualunque unità militare, da 30 a 5.000 uomini, è sempre un “plotone”.

Aveva gli occhi blu a pagina cinque e verdi a pagina diciotto

Le incongruenze possono essere più o meno gravi. In certi casi possono minare la credibilità della storia (il classico eroe che si salva sparando sette colpi, con una rivoltella che ne tiene nel tamburo solo sei), in altri casi possono solo sfregiarla.
È come andare dal concessionario, uscirne con un’auto nuova e scoprire che la carrozzeria è rigata. L’auto funziona lo stesso, ma non credo che si accetti la situazione con un’alzata di spalle.
Lo stesso vale per i romanzi. Le contraddizione e le incongruenze, anche quando non vitali per lo svolgimento della storia, sono comunque uno sputare in faccia al lettore. Non c’è nessuna buona ragione per la quale autore, editor e chiunque sia stato coinvolto non abbia posto rimedio a tali errori.

Per esempio – e mi si scuserà se metto solo il numero di pagina e non riporto per intero le citazioni, non sono divertenti in sé:

A pagina 71 Vandriyan spiega che per la buona riuscita della missione, la Compagnia dei Rinnegati(sic) dovrà fare affidamento solo su se stessa, e sarebbe controproducente affiancarle personale più qualificato. A pagina 122 viene accolto nella compagnia Ventel, militare di professione, al grido di “più siamo meglio è!” E nel corso della storia chiunque voglia unirsi alla Compagnia sarà accolto. In altre parole sarebbero potuti partire da subito alla testa dell’Alavento (le truppe d’elite del Reame), ma così si sarebbe rischiato di combinare qualcosa, e si sarebbe privato il lettore di un viaggio inutile di 500 e passa pagine…

A pagina 87 è descritta la partenza della Compagnia dei Rinnegati dalla capitale del Reame. I quattro giovanotti sono salutati da due ali di folla esultante, perché tutti sanno che lo scopo della loro missione è salvare la principessa Eileen, rapita dal Signore delle Tenebre. Ma a pagina 110 uno della Compagnia è reticente a rivelare la natura della missione a un suo parente, a pagina 114 Lyannen conferma che sono “partiti in gran segreto”. LOL!

A pagina 200, dopo lo scontro con i folletti cui si è già accennato, la Compagnia decide di seppellire i cadaveri dei nemici. Nessuno pare scosso dal macabro lavoro, non dopo quello che hanno visto in guerra, dopo i mesi passati al fronte. Peccato che nessuno di loro è mai stato al fronte! I quattro sono appena usciti dal collegio militare e non hanno nessuna esperienza di combattimento.

A pagina 325 si parla di una serata estiva molto calda, tanto che Slyman si lamenta. Lo stesso Slyman a pagina 333 è infastidito dalla finestra aperta, con tutti quegli spifferi potrebbe morire assiderato. E si trova in una camera con il camino acceso…

E così via. Certe scene poi sono così campate per aria da essere oltre la contraddizione. La Compagnia dei Rinnegati incontra i centauri. Ventel si fa portavoce presso gli equini perché ne conosce usi e costumi; malgrado ciò, quasi apposta fa infuriare il capo centauro. Durante lo scontro Lyannen combatte contro tre centauri contemporaneamente. Il corpo di uno gli cade addosso, e lui ha tutto il tempo di strisciare fuori, di rialzarsi e di ferire un altro centauro. Quando poi i nostri eroi sono in difficoltà – sul punto di lasciarci la pelle – un misterioso corno risuona nella foresta e i centauri scappano. È in arrivo un grande pericolo deducono quelli della Compagnia, perché solo un grande pericolo può aver terrorizzato i centauri.
Non arriverà nessun pericolo. La storia del corno sarà scordata cinque pagine dopo. Così, senza spiegazioni, senza raziocinio. Un momento sei circondato da centauri imbizzarriti, l’attimo dopo scappano. Ma è tutto ok, è fantasy!!! (per bambini deficienti).

Centauro e amazzone
Un feroce centauro in compagnia dell’amazzone Irdris

Altra roba marcia

Dialoghi insulsi. Quasi tutti i personaggi hanno la stessa “voce”, e sono indistinguibili uno dall’altro quando parlano. Non che si dicano molto, la gran parte dei dialoghi sono uno stucchevole rimarcare l’ovvio:
Narratore: «Gli elfi sono in guerra da quindici anni.»
Primo Elfo: «Lo sai che gli elfi sono in guerra da quindici anni?»
Secondo Elfo: «Sì, sapevo che gli elfi erano in guerra da quindici anni.»
Tra i tanti, spicca un dialogo tra Eileen, la principessa rapita, e il Signore delle Tenebre. Non credo di aver mai letto niente di così balordo, neppure scavando tra le fanfic o l’editoria a pagamento.
Ricordo che Eileen è l’unica erede al trono degli elfi (in realtà non è vero, ma lei non sa dell’altro erede) e che il Signore delle Tenebre è l’incarnazione stessa della Malvagità:

[Il Signore delle Tenebre ha appena accennato alla principessa che Lyannen è partito per salvarla, lei chiede conferma]
Il Signore delle Tenebre non parve per nulla impressionato. – Immagino che sia nelle sue intenzioni, – rispose.
– Non vedo altrimenti perché dovrebbe prendere l’eroica risoluzione di partire dal sicuro asilo della capitale con un paio di fidati amici e dirigersi a nord, convinto che nessuno sappia della sua partenza. [sì è un’altra contraddizione visto che come detto tutti sanno della partenza] Beata ingenuità. Comunque, visto che vi è così caro, cercherò di non distruggerlo [sic] subito, così almeno potrà morire felice dopo avervi rivista per l’ultima volta. Quanto sentimentalismo. Non mi trovate straordinariamente generoso?
Sorrideva. Eileen sapeva benissimo che quella era tutta una provocazione, e che avrebbe dovuto resistere. Ma il pensiero di Lyannen in pericolo, Lyannen che, non ne dubitava, doveva aver davvero lasciato Dardamen per andare da lei, era troppo. [troppo cosa?]
– Voi fate schifo, – disse, tra i denti. – Siete l’essere più disgustoso che questa terra abbia mai visto! Non trovo nemmeno le parole per descrivervi. Siete ripugnante, ecco quello che siete! [e siete vittima di un disdicevole caso di alopecia precoce] Ma state attento, voi e la vostra boria. Non sottovalutate Lyannen, e non sottovalutate gli Eterni. Hanno molte risorse che voi non potete neanche immaginare. Fate attenzione! Quelli che avete di fronte sono i valorosi che già tre volte hanno sconfitto la Tenebra, che era un milione di volte più potente di voi, [Eileen non sa che Il Signore delle Tenebre è la Tenebra!!!] e l’hanno messa in fuga! Credete davvero che si piegheranno di fronte a uno come voi?
– Un po’ di rispetto!
Lo schiaffo bruciò sulla guancia di Eileen con tanta improvvisa violenza da strapparle un piccolo grido. Sulle prime, non riuscì nemmeno a credere che lui l’avesse fatto per davvero; non aveva mai alzato le mani su di lei, in tutto il tempo che l’aveva tenuta sua prigioniera. [oh, no! La principessa ha fatto arrabbiare la Malvagità incarnata, e quella le ha dato uno schiaffo!!! Forte!!! Kome s e' xmessa???]
[...] – Un po’ di rispetto, signorina, quando parli con me.

Dopo dialoghi del genere è naturale voltarsi di scatto alle spalle, si potrebbe sorprendere un folletto del marketing Einaudi che imbraccia una telecamera: «Sorridi, sei su Candid Camera !» Perché appunto una porcheria del genere non può essere altro che uno scherzo di cattivo gusto. A meno che non sia Candid Camera ma Ai Confini della Realtà

Ordini di grandezza. Qui sotto potete ammirare la mappa del mondo dove gli Eroi del Crepuscolo scorazzano.

Mappa del mondo
Un angolo di Sicilia? Clicca per ingrandire

Il riquadro in basso a sinistra ricorda la Sicilia. Ulteriore conferma la si ha tentando di desumere la grandezza del territorio rappresentato. Purtroppo in nessun punto del romanzo vengono fornite distanze precise tra due luoghi, ci si deve accontentare di sapere che il personaggio tal dei tali ha raggiunto la tal città, partendo dalla tal altra, in tot giorni, a piedi o a cavallo. In particolare è utile sapere che l’Esercito Nero, riunitosi presso il Cerchio dei Druidi, potrebbe raggiungere Dardamen in meno di otto giorni di marcia.
Facendo un po’ di conti, si può alla fine desumere che la mappa abbia un lato di circa 370 chilometri. A questo punto si sovrappone la mappa a una vera cartina della Sicilia: con tale chilometraggio, le distanze corrispondono.
Perciò Gli Eroi del Crepuscolo potrebbe essere ambientato in Sicilia in un’epoca mitica, o comunque è ambientato in un mondo delle stesse dimensioni della Sicilia. Niente di male in ciò, è anche un’idea parzialmente originale (già Zuddas aveva ambientato le sue storie di Amazzoni nel bacino del Mediterraneo).

Il problema è che gli elfi abitano la Sicilia da 250.000 (duecentocinquantamila) anni! Non 200 anni, non 2.000, non 20.000, ma 200.000! Ebbene in questo lasso di tempo enorme, i signori elfi non hanno neanche finito di esplorare tutta la Sicilia! Basta dare uno sguardo alla nostra di storia per rendersi conto di quanto sia assurdo tutto ciò… a meno che gli elfi della Strazzulla non condividano con i vampiri della Meyer (a cent’anni ancora al Liceo) un problema di ritardo mentale. Va da sé che non è così piacevole leggere romanzi con protagonisti dei cerebrolesi.

elfi
Sono sempre loro, gli elfi! Con un bel carico di tare genetiche dovuto ai matrimoni fra consanguinei

Fieri guerrieri tra le bolle di sapone. Per carità, ognuno può descrivere la sessualità dei propri personaggi come preferisce, tuttavia un autore deve rendersi conto che in determinati contesti certe scene sono ridicole:

[i protagonisti qui sono Vandriyan e Greyannah, due dei più grandi guerrieri del reame]
Per un po’ Vandriyan fece la spola tra l’acquaio e la vasca da bagno incassata nel pavimento di cotto rosso; portando secchi d’acqua calda. Aveva proprio voglia di farsi un bel bagno come si deve, con i sali profumati, un sacco di schiuma e tutti quei piccoli lussi ai quali gli Eterni tengono tanto. Si era appena immerso, con un sospiro di sollievo, e stava rilassandosi tra nuvole di schiuma candida [sob] quando sentì qualcuno tirare il chiavistello ed entrare a lunghi passi ticchettanti nell’anticamera, senza bussare né chiedere permesso. Imprecò a mezza voce, infastidito. Detestava essere disturbato mentre faceva il bagno.
Sempre senza bussare, il misterioso visitatore aprì la porta della stanza da bagno e comparve sulla soglia, alta silhouette scura. Vandriyan imprecò di nuovo.
– Ma insomma, è questo il modo… – cominciò, polemico. Poi alzò lo sguardo verso l’uomo sulla soglia. E la sua espressione corrucciata cedette il posto a un largo sorriso.
– Bella accoglienza mi tocca ricevere, signor Capitano! – esclamò allegro il Luogotenente Greyannah. – O forse vi spiace rivedere un vecchio amico?
[...]
Era identico a quando Vandriyan l’aveva visto per l’ultima volta. Alto, con un bel fisico muscoloso da combattente e un incarnato chiaro ma non pallido, aveva un aspetto nobile e severo, e insieme un po’ stravagante. Il suo volto era aperto e leale, illuminato da due begli occhi blu oceano con ciglia piuttosto lunghe per un uomo, di taglio allungato, scuri e vivaci sotto le sopracciglia arcuate. Aveva un bel naso dritto, a dire il vero un po’ lungo, che gli conferiva un profilo particolare, dall’aria sprezzante, e una sottile cicatrice bianca gli spaccava di traverso le labbra. All’orecchio sinistro portava un piccolo orecchino d’oro con incastonata un’antica gemma, di un perfetto blu elettrico. I capelli, lunghi e dorati, erano raccolti nell’inconfondibile acconciatura fatta da miriadi di trecce e treccine. Sorrideva, e scopriva bei denti bianchi e regolari.
Andò a sedersi sul bordo della vasca, scoppiando con un dito le bolle profumate che di tanto in tanto si levavano dalla superficie schiumosa.

… non commento, non sono una lettrice abituale di Harmony, perciò non saprei dire, mi sembra adeguato, ma penso la Strazzulla possa migliorare.
In compenso vorrei spendere due parole per quei “bei denti bianchi e regolari.” Particolare insignificante? Non proprio. Questi sono elfi immortali. Sono in vita da migliaia e migliaia di anni. E il tipo con i denti bianchi e regolari è anche militare di professione. Assumiamo pure che sia sempre stato fortunato in battaglia e che gli elfi siano immuni dalle carie, ma si pensi solo al masticare. Due pasti al giorno per migliaia e migliaia di anni. Come diamine fai ad avere denti bianchi e regolari? Saranno scheggiati e consumati. O forse agli elfi i denti ricrescono di continuo? Si rigenerano ossa e tessuti? Chi lo sa? Scommetto neanche l’autrice.
Qui c’è la differenza fra uno scrittore che ha davvero visto gli elfi immortali, e uno che invece parla di elfi immortali ma sta solo descrivendo uno gnokko qualunque, che sia vampiro, cantante alla moda, bello della scuola o debosciato abitatore dei boschi.

Non è l’unica scena yaoi, in un’altra occasione è Lyannen nel bagno di schiuma e Vandriyan gli passa un pettine per consentirgli di lisciare i lunghi capelli corvini. Oppure abbiamo Lyannen e Tyke ai bagni pubblici della fortezza di Syrkun: passano varie belle ragazze, ma alla fine è proprio Lyannen che Tyke invita in camera sua per una cenetta romantica loro due soli. Credo gli elfi avrebbero un’esistenza meno sfibrante se ammettessero i propri gusti invece di far finta di struggersi per principesse e madamigelle varie.

A mollo
Non c’è la schiuma ma il concetto è quello…

Fantasia portami via. Almeno per me c’è un elemento che può risollevare qualunque fantasy, anche il più disgraziato: una cospicua dose di fantasia. La ragione per la quale leggo fantasy e fantascienza è per stupirmi, per riuscire a riempire la fantasia con elementi nuovi, con cose che altrimenti da sola non sarei mai riuscita a immaginarmi.
Disgraziatamente anche sotto questo aspetto Gli Eroi del Crepuscolo non offre niente. Al di là delle solite razze preconfezionate (goblin, coboldi, fatine, centauri, folletti, ent, ecc.) non c’è nulla. In nessun angolino si annida una scintilla di sense of wonder.
Siamo al punto che, ripensandoci, gli occhi viola e i capelli blu di Nihal mi paiono trovate originali. Sigh.

Orco preconfezionato
Razza preconfezionata (attenzione! Normalmente non sono vendute già dipinte!)

Varia umanità. Ovviamente gli errori e i problemi non finiscono qui. Ci sono lunghe parti, in più punti, di riassunto; parti raccontate e non mostrate, quasi servissero all’autrice – più che al lettore – a ricordarsi dov’era arrivata. Ci sono scene nelle quali il punto di vista cambia da paragrafo a paragrafo, ci sono poi moltissime scene inutili per lo svolgersi della storia – il romanzo ha almeno 300 pagine di troppo – e ciò suscita noia. Il linguaggio cerca a tratti di sembrare aulico, ma ci sono fastidiosissime cadute sul moderno. Tipo personaggi che parlano di deja-vu, o che descrivono il ferire un orco metterlo “fuori uso”(sic), o Il Signore delle Tenebre che nella sua lettera di estorsione si autodefinisce “versione migliorata” del padre, per tacere poi di quell’orribile “testa di pigna” unico idiota insulto che gli elfi si scambiano.

Un gamberetto fresco

Le pagine che seguono la “morte” di Ventel e il suo ritorno in vita sono decenti. È l’unico momento semi passabile dell’intero romanzo.

Considerazione finale

Concludo con una considerazione generale. Nel suo saggio Supernatural Horror in Literature, H.P. Lovecraft inquadra la storia della narrativa d’orrore in una chiave di evoluzione. Più passa il tempo, più, in media, gli scrittori diventano più bravi. L’analisi psicologica è sempre più approfondita, le fantasie più complesse, i personaggi più realistici. Le catene che sbatacchiano la notte ne Il Castello di Otranto di Walpole sono superate. Non bastano più a suscitare orrore, vero orrore.

bandiera EN The best horror-tales of today, profiting by the long evolution of the type, possess a naturalness, convincingness, artistic smoothness, and skilful intensity of appeal quite beyond comparison with anything in the Gothic work of a century or more ago. Technique, craftsmanship, experience, and psychological knowledge have advanced tremendously with the passing years, so that much of the older work seems naive and artificial; redeemed, when redeemed at all, only by a genius which conquers heavy limitations.

bandiera IT Le migliori storie dell’orrore odierne, grazie alla lunga evoluzione del genere, possiedono una naturalezza, una verosimiglianza, una rifinitura artistica e un fascino che non si possono riscontrare in nessuna opera Gotica del secolo scorso o antecedente. Tecnica, perizia, esperienza e conoscenze psicologiche sono cresciute tremendamente con il passare degli anni, così tanto che le opere più vecchie sembrano naïve e artefatte; riscattate, quando lo sono, solo dal genio che supera le più gravi limitazioni.

Mi piacerebbe vedere lo stesso nel fantasy. Eppure non solo non è facile scorgere questo tipo di evoluzione (se evoluzione c’è stata), ma addirittura spesso l’evoluzione è rifiutata.
Un romanzo come Gli Eroi del Crepuscolo imita in maniera maldestra Tolkien, e quel che è peggio, non aspira a niente di più. Il suo ambito è tra brutta copia di Tolkien e copia decente di Tolkien. Non sarebbe il caso di finirla? Il tempo passa, e Tolkien assomiglia sempre più a Walpole. Non sarebbe il caso di proporre qualcosa di nuovo? Così come i fantasmi che scuotono le armature non fanno più paura, i dannati elfi non accendono più la fantasia.

La nuova Regina

Non era facile. Era un’impresa che richiedeva menti raffinate, un piano studiato in ogni particolare, e un’esecuzione impeccabile. Perciò non posso far altro che complimentarmi con autrice, editor, e quanti altri coinvolti, era difficile, molto difficile, ma ce l’avete fatta: avete dato vita a un romanzo più brutto di Nihal della Terra del Vento! Congratulazioni! Sul trono d’immondizia sale un nuovo campione, il nuovo punto più basso del fantasy italiano: Gli Eroi del Crepuscolo.
Speriamo solo che il crepuscolo passi in fretta e scenda la notte, così certi orrori spariranno alla vista.

EDIT del 31 gennaio 2011. Per chi fosse interessato, il romanzo è ora disponibile su emule, come da segnalazione.

un reptiloide
Costui è un reptiloide. I reptiloidi sono alieni che si nascondo tra noi; una delle loro armi è il brutto fantasy, usato per ridurre l’umanità in uno stato di passività bovina. Ogni volta che sentite qualcuno dire: “non bisogna ragionare mentre si legge un romanzo fantasy perché… è fantasy!!!” state certi che da qualche parte un reptiloide sta gongolando


Approfondimenti:

bandiera IT Gli Eroi del Crepuscolo su iBS.it
bandiera IT Gli Eroi del Crepuscolo presso il sito dell’editore
bandiera IT Il sito MySpace di Chiara Strazzulla
bandiera EN Un Add-on per Firefox che blocca l’accesso a MySpace
bandiera IT Un’intervista a Chiara Strazzulla
bandiera IT Chiara Strazzulla sulla Wikipedia siciliana
bandiera IT L’opuscolo pubblicitario con i disegni di Massimiliano Frezzato

bandiera EN The Essential Ellison: A 50 Year Retrospective su Amazon.com
bandiera EN Il sito della rivista Writer’s Digest
bandiera IT Tutti i Colori dell’Acciaio presso Delos Store
bandiera IT Il sito ufficiale della regione Sicilia
bandiera EN The Castle of Otranto disponibile online
bandiera EN Supernatural Horror in Literature disponibile online
bandiera EN Per saperne di più su reptoidi, reptiloidi, rettiliani & soci

 

Giudizio:

Ogni tanto la scrittura è decente. +1 -1 Storia banale, già vista mille volte.
Ventel che muore e risorge. +1 -1 Storia incongruente, piena di controsensi.
-1 Storia infarcita di episodi inutili.
-1 Storia a tratti noiosa.
-1 Incipit orribile.
-1 Finale ancor peggiore.
-1 Assoluta mancanza di fantasia.
-1 Nessun lavoro di documentazione.
-1 Linguaggio non sempre all’altezza.
-1 Editing pessimo.
-1 Ennesimo fantasy per bambini scemi.
-1 Una marea di dannati elfi cerebrolesi.
-1 Gli elfi immersi nella schiuma.
-1 Gli elfi con i bei denti bianchi e regolari.
-1 Gli elfi che si dicono “testa di pigna”.
-1 Gli elfi che dicono qualunque cosa.
-1 Quel fesso di Lyannen.
-1 Quella cretina di Eileen.
-1 Quel mentecatto del Signore delle Tenebre.
-1 Quel lazzarone del Solitario.
-1 Dato che per lei a scrivere non s’impara, sinceri auguri alla Strazzulla: ne ha bisogno!

Diciannove Gamberi Marci: clicca per maggiori informazioni sui voti14


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517 Comments To "Il Crepuscolo del Fantasy"

#1 Comment By Gamberetta On 3 luglio 2008 @ 21:25

Mi auto commento solo per aggiungere che nonostante gli sforzi dei reptiloidi qualche buon romanzo ogni tanto esce, e infatti le prossime recensioni in programma sono recensioni positive di opere belle o almeno decenti.

#2 Comment By Leekanh On 3 luglio 2008 @ 22:16

Mi auto commento solo per aggiungere che nonostante gli sforzi dei reptiloidi qualche buon romanzo ogni tanto esce, e infatti le prossime recensioni in programma sono recensioni positive di opere belle o almeno decenti.

Bene! Ci vuole qualche suggerimento per bei libri per passare l’estate, ormai di Pratchett e Lovecraft ho letto quasi tutto, sob, mi sono finite le scorte!

Ottima recensione, comunque, mi guarderò bene dal leggere il romanzo allora, non che volessi farlo viste le premesse… Ma ora ne ho la certezza!
Praticamente ogni errore che poteva essere fatto è stato fatto, ci vuole un certo impegno!
Elfi guerrieri nelle bolle, sigh…

#3 Comment By Clio On 3 luglio 2008 @ 22:33

Finalmente! devo dire che questo articolo è più divertente e ricco di quello dedicato a Dubhe. Documentarsi non di moda da molto tempo tra romanzieri, non lo è tra quelli che scribacchiano “romanzi storici”, quelli che si dedicano al fantasy forse pensano che, essendo fantasy, tutto è permesso. Le fanciulle che tirano dagli spalti è una trovata! se non ricordo male l’arco lungo inglese attentava seriamente ad una distanza di sessanta-sessantaquattro iarde circa (55-60 m). Ovvio che una freccia può arrivare più lontano, ma si presume che, scagliata, debba anche bucare una cotta di cuoio e delativa imbottitutura, almeno! Quindi il pericolo “pioggia mortale” è rilevante tra i cinquanta ed i sessantacinque metri dal tiratore. Sempre che a tirare sia un arciere inglese. Se è una fanciulla di quattordicianni allora occhio a chi sta a cento metri di distanza!
Ma perchè documentarsi fa tanta fatica? Se uno scrittore tratta fantasy medievaloide si presume che il medioevo gli piaccia, quindi documentarsi è un piacere, non solo una necessità, sou desu ne?

#4 Comment By Okamis On 3 luglio 2008 @ 22:43

Ho come l’impressione che questa volta tu abbia voluto abbassare i toni, Gamberetta (almeno rispetto ad altre tue recensioni), e la cosa non mi dispiace affatto. Intendiamoci, lungi da me consigliarti di mutare lo stile delle tue recensioni, ma se nelle precedenti occasioni, pur trovandomi d’accordo con le tue tesi, mi sentivo distante dall’odio verso l’autore di turno, questa volta non mi è successo (fatta solo eccezioni per un punticino).

Detto questo, dopo aver letto il libro due volte (la seconda delle quali, a dire il vero ancora in corso), ai difetti da te indicati ne aggiungerei comunque un’altro. Riguardo lo stile della Strazzulla ho notato una tendenza alla ripetizione senza precedenti. Innanzitutto, tutte (ma proprio tutte) le sue descrizioni fisiche sono strutturate nella stessa maniera. Pur non essendo un fan di Terry Brooks, ho molto apprezzato un passaggio nella sua autobiografia in cui sostiene (a mio avviso giustamente) che nelle descrizioni fisiche l’autore dovrebbe cercare di limitare quanto più possibile la “descrizione diretta” e “mostrare” (parola a te, come a me, tanto cara) invece il più possibile. Per fare un esempio:

- “Gianni non aveva una mano.” (descrizione diretta, possibilmente da evitare)
- “Gianni si guardò là dove una volta si trovava la sua mano.” (questo è mostrare nelle descrizioni)

Ovviamente questa regola non vale sempre. Però è altrettanto ovvio affermare che mentre la struttura di una descrizione diretta è grosso modo sempre la stessa, così non è con il mostrare, grazie al quale si possono sfruttare letteralmente centinaia (per non dire infiniti) stratagemmi (più o meno efficaci, a seconda dell’abilità dell’autore). Invece la Strazzulla effettua sempre descrizioni dirette (oltretutto molto simili tra loro), e arrivato al centesimo personaggio finisci per scorrere il ditino sulla pagina alla ricerca del punto in cui il narratore riprende con la storia.
Se a ciò aggiungiamo poi che i sinonimi usati dalla Strazzulla sono davvero pochini…

Come dici anche te, ci troviamo comunque di fronte a un risultato migliore (sempre dal punto di vista stilistico) della Troisi. Mi auguro solo, come ho già avuto modo di dire in altri miei commenti, che l’Einaudi si metta una mano sulla coscienza e che per il prossimo libro (perchè è ovvio che siamo solo all’inizio, visto anche il finale semiaperto) affianchi alla Strazzulla un editor serio… e magari, come sempre da te sottolineato, uno o più consulenti esterni.

#5 Comment By ZioBlood On 3 luglio 2008 @ 22:51

‘Nsomma a quantu pari a Strazzulla quannu scrivi fa chianciri.
Ti vulia diri puru ca com’essempri li to scritti su meravigghiusi. Però na cosa m’abbuta: li citazioni n’inglisi. Porcu ‘nfami nun sinni capisci nenti; na traduzioni nica nica di sutta c’a puttissi mettiri…’Nfatti scrissi accussì pi’ farriti accapiri comu ci si senti a nun capiri ‘nso cu si leggi.

Si ti serbi na traduzioni ta dugnu. Ma si s’i Siciliana unni avrai d’abbisognu.

Complimenti. Doppu tutti sti esami na bedda risata m’abbisugnava.
E penso che anche tu quest’anno abbia fatto gli esami…anche se ti conosco (?) solo con il nome di gamberetta volevo farti un “in bocca al lupo grosso come una casa”.
Ciao :-)

#6 Comment By Gamberetta On 3 luglio 2008 @ 23:24

@Leekanh. A meno di sconvolgimenti, le prossime recensioni saranno “Painlog” di Luca Zaffini e “Lamb” di Cristopher Moore.
Il primo per me ha diversi difetti, ma compensati da altrettanti pregi. È stato venduto come fantascienza, ma lo è fino a un certo punto. La parte centrale, di gran lunga la migliore, è fantasy.
“Lamb” invece è finora il miglior romanzo di Moore che ho letto. Molto bello, quasi bellissimo!
Inoltre giusto ieri sera ho provato a leggere qualche pagina di “PAN” di Francesco Dimitri e mi sono ritrovata attaccata al romanzo fino a tarda notte. Storia originale (se intuisco giusto è qualcosa fra “American Gods” di Gaiman e “La Città Sostituita” di Philip K. Dick), scritto bene, una bella dose di ironia. A meno di disastri nel finale, mi pare un ottimo romanzo.

@Okamis. Non credo di aver abbassato i toni apposta. È che (ri)letto Nihal la sensazione è stata di rabbia (“come si fa a pubblicare una porcheria del genere?!”), mentre letto il romanzo della Strazzulla… be’, ho dovuto scrivere subito la recensione perché già sbiadiva.
In altre parole non c’è niente da “odiare”, per quello secondo me è anche peggio della Troisi: non emoziona, neanche in negativo.
Poi hai ragione sulle descrizioni dei personaggi. Fra l’altro nella gran parte dei casi inutili, visto che ‘sti elfi sono tutti alti, belli & biondi.

@ZioBlood. Ho intuito che dovrei tradurre le citazioni in inglese. In effetti mi era venuto il dubbio in qualche occasione, ma visto che appunto nessuno si lamentava… d’ora in poi le tradurrò. E grazie per gli auguri. ^_^

#7 Comment By ZioBlood On 3 luglio 2008 @ 23:28

Grazie. Sei un angelo ^^

#8 Comment By avvocatospadaccino On 3 luglio 2008 @ 23:30

ma perchè una bruttina come strazzulla osanna tanto i belli nei suoi romanzi?
Io approfitto sempre per vendicarmi dei belli/belle nei miei romanzi.
E lasciamo stare la mia scadente arte.
Alzi la mano chi non si è divertito con shrek! affanculo i principi azzurri e le princepesse sul pisello.
dio, ma avete visto quella burrosa guerriera vicino al centauro obeso?
come fate a preferire ancora i belli?
vieni mozzarellona mia, andiamoci ad infrattare e fare tanti mostrolini, alla faccia di sti nazi-elfi biondi.
allora aveva ragione spinrad: il fantasy (soprattutto quello scadente) è malato di eugenetica!

p.s. stavolta la mia parola antispam è micro… angrino caro, mi sa che si riferisce a te, ha ha

#9 Comment By Mari On 3 luglio 2008 @ 23:37

Ottima recensione, Gamberetta.
Mi dispiace di aver contribuito a sottoporti alla tortura di quel libro, ma se può farti felice mi hai risparmiato (e non credo solo a me) lunghe ore di infelicità.

In groppa al riccio (vediamo come rispondi XD) anche da parte mia per gli esami! … hai l’età delle mie cugine…mi sento tanto vecchia…

Ps. permettetemi una risposta campanilistica a tono.
@ZioBlood
Chi ni rici di iri a ciccari erfi ‘nta zona di Caltanissetta? Si attruvamu quacchi cosa putemu fari ‘na foto e mannariccilla ‘a Strazzulla, accussì a facemu cuntenta! L’erfi ci sunu, ie sunu ccà!!!

#10 Comment By Clio On 3 luglio 2008 @ 23:44

Elfi a Caltanisetta? E che denti hanno? Fanno il bagno nella spuma?

#11 Comment By Mari On 3 luglio 2008 @ 23:47

Beh, se la mappa della Strazzulla dice il vero, sono lì! Dovremmo trovarli!

Ho un’amica di Caltanissetta: domani le chiedo se è vero che ha 24 anni oppure finge e ne ha 500. Sai com’è: potrebbe essere una mezz’elfo eterna!

#12 Comment By ZioBlood On 3 luglio 2008 @ 23:47

OT

@Mari:

A mia mi parsi c’a a zona ie chidda di Girgenti, ‘mmeci; a Caltanisseta mi sa ca un c’è mancu ‘u pirtusu di culu di nu sceccu! Comunque secunnu mia ‘a Strazzula avi i mostri no ciriveddu!!!

E’ megghiu comunque c’a finemo di parrari ‘n siciliano camasinnò gamberetta ni sdavaca ‘nna Fogna e jò un ci vogghiu feniri XD

#13 Comment By Clio On 3 luglio 2008 @ 23:51

A Mari: se è alta, bionda e fa il bagno nella spuma, è una mezzelf… mezzamortale in incognito…
Non ce li facevo tutti ‘sti elfi in Sicilia. Certo che in duecentomila anni potevano anche mettercelo il naso sulla costa occidentale… Ce c’è non gli va di vedere la Calabria? Che fetenzìe…

#14 Comment By Mari On 3 luglio 2008 @ 23:54

Ot
@ZioBlood
Infatti ti rispondo in italiano *^^*
Anche se tutti dovrebbero imparare il siciliano… Dopotutto è elfico!

Ok basta, ho finito, lo giuro.
La storia della Sicilia però mi ha fatto troppo ridere!
Gamberetta, ma sai se la Strazzulla ha dato una spiegazione alla sua scelta originale? Io ho letto che ha origini sicule (ommioddio…). Ha ammesso di aver copiato per amore dei natali dei suoi genitori/nonni/avi? Oppure va in giro vantandosi di avere inventato la Sicilia?

#15 Comment By Mari On 3 luglio 2008 @ 23:55

@ Clio
Lei no, ma io sono alta, bionda e non disdegno la schiuma.
Dici che sono immortale?
O_o

#16 Comment By Gamberetta On 3 luglio 2008 @ 23:59

@Mari. La Strazzulla è siciliana, è nata ad Augusta, in provincia di Siracusa, anche se adesso vive a Roma. Per la storia della Sicilia non lo so, non mi pare che ne abbia mai parlato nelle interviste o nei filmati, però cartina e distanze corrispondono.

#17 Comment By Mari On 4 luglio 2008 @ 00:04

@Gamberetta
Ah… Allora si è data dell’elfa eterna da sola.
Tutto più chiaro, già.
Per la cartina, sarà così palese che nessuno ha avuto il fegato di farglielo notare, magari.

#18 Comment By AryaSnow On 4 luglio 2008 @ 00:39

La scena tra il Signore delle Tenebre e la principessa in effetti fa a dir poco rabbrividire… brrr… :-Z

#19 Comment By Federico Russo “Taotor” On 4 luglio 2008 @ 01:37

In poche parole, una versione meno divertente di Will & Grace. ? Jack mi fa morire. Chissà che tipo è il luogotenente Greyannah… X°D

P.S. … Testa di pigna… lol

#20 Comment By Klaus On 4 luglio 2008 @ 02:43

E’ quando leggo citazioni come quelle dal romanzo della Strazzulla che mi viene voglia di uccidere bambini a caso. ‘-_-

#21 Comment By stark On 4 luglio 2008 @ 03:20

Confesso che il genere fantasy da tempo immemore non mi appassiona più (la ragione l’hai centrata: Tolkien sto arrivando a odiarlo, data la masnada di pessimi epigoni che continua a generare), ma ho letto questa recensione con vivo interesse. Certe incongruenze sono talmente marchiane da far pensare non siano nemmeno passate per una rilettura.

Ma non m’interessa soffermarmi su questo, hai già detto tutto tu. Più che altro mi ha infastidito la dichiarazione dell’autrice. Scrivere non s’impara, è puro istinto? E’ una vaccata colossale quanto presuntuosa, ma del resto capisco che ne sia convinta, visto che Einaudi (Einaudi!) il libro gliel’ha pubblicato, e con un battage che immagino non indifferente. Uno poi s’illude, è naturale.

#22 Comment By AryaSnow On 4 luglio 2008 @ 03:54

E’ quando leggo citazioni come quelle dal romanzo della Strazzulla che mi viene voglia di uccidere bambini a caso. ‘-_-

Ghgh

Inizio a capire come mai hanno deciso di incelofanare i libri: almeno il massacro non rischi di farlo in libreria, non fai scappare altri potenziali acquirenti.
Un piano malefico del Signore delle Tenebre in persona…

#23 Comment By gugand On 4 luglio 2008 @ 09:23

…versione 2.0 :)

#24 Comment By alice On 4 luglio 2008 @ 11:47

Gamberetta, mi hai fatto un grande favore con questa recensione.
Ho capito che non vale la pena di leggere questo libro, quindi vado a restituire il libro in biblioteca… così si riduce la lista dei libri che devo leggere (una ventina!).

Ciao e auguri per la maturità (se non l’hai già finita…)

#25 Comment By alice On 4 luglio 2008 @ 12:07

@Gamberetta: mi potresti dire qual è il tuo libro fantasy preferito (possibilmente tradotto anche in italiano)? Così me lo leggo, anche se tra moooolto tempo dato che ho un pacco di libri da leggere. Grazie

#26 Comment By marcy On 4 luglio 2008 @ 12:36

A meno di sconvolgimenti, le prossime recensioni saranno “Painlog” di Luca Zaffini e “Lamb” di Cristopher Moore.

E’ molto interessante anche il libro Rupes Recta che ha partecipato con Zaffini al premio fantascienza.com del 2004.

Per quanto riguarda “gli eroi del crepuscolo” mi chiedo solo quando il mercato sarà saturo di fantasy noiosi e si riprenderà a pubblicare qualcosa di decente.
Marcy

#27 Comment By Blu On 4 luglio 2008 @ 12:40

“Testa di pigna” è stato ripreso da “La Melevisione”, un programma per bambini trasmesso su Rai3(non so se sia ancora in onda), è l’unico “insulto” che i personaggi si scambiano, se non ricordo male lo usa in particolare il folletto “barista”…

http://www.melevisione.rai.it/

http://it.wikipedia.org/wiki/Melevisione

#28 Comment By mhrrr On 4 luglio 2008 @ 13:37

meravigliosa come al solito, grazie.

due appunti: gli elfi siculi hanno, ovviamente, i denti che ricrescono in continuazione, come gli zoccoli degli ungulati di montagna e, come loro, se non usano tali estremità esse crescono a dismisura. mi è parso un tantino inutilmente provocatorio il fatto che menzionassi questo come sfregio al testo.

avete sbagliato a leggere la mappa, il cui unico dettaglio di una certa rilevanza è la fatina tettona in alto a sinistra. il resto sono inutili scarabocchi.

#29 Comment By Claudio On 4 luglio 2008 @ 14:04

Leggo sempre il tuo blog in cerca di recensioni divertenti e acute, mi raccomando continua così. :D

#30 Comment By Angra On 4 luglio 2008 @ 14:04

@Marci: molti sostengono che anche le Strazzulle e i Ghirardi vanno bene, purché si crei interesse intorno al genere. Come conseguenza, chi aspira a scrivere e pubblicare fantasy dovrebbe parlare bene di qualunque autore italiano venga pubblicato (in altri siti lo fanno). A me pare che un atteggiamento del genere possa solo sprofondare il genere nella serie C della letteratura, sortendo l’effetto contrario. Penso che con gli Eroi del Crepuscolo la Einaudi non si rifarà nemmeno delle spese, e che il primo fantasy che hanno pubblicato sarà anche l’ultimo. L’unica consolazione è che molti recensori parlano di “fantasy per ragazzi” riguardo a questi titoli. Normalmente la cosa mi farebbe inorridire (“per ragazzi” non dovrebbe esistere), ora invece mi fa sperare che si possano limitare i danni al sottogenere.

#31 Comment By ZioBlood On 4 luglio 2008 @ 14:12

@mhrrr:
Eggià…quella fatina mi arrapa non poco in effetti, eheh.

#32 Comment By Barbara On 4 luglio 2008 @ 14:16

Quando ho letto l’incipit del romanzo della Strazzulla non l’ho trovato poi così orrendo, anche se non ho sperato neanche per un attimo che il libro potesse essere bello.
Quello che non sopporto sono i cliché, rasentano davvero il ridicolo.
Il nome del “cattivo” che è talmente tanto cattivo da pronunciare frasi come: “Un po’ di rispetto, signorina, quando parli con me.”
Non c’è nulla di sbagliato nel concetto dell’eroe sfigato, basta saperlo sviluppare in maniera decente, cosa che evidentemente la Strazzulla non sa fare, visto che i suoi eroi tanto sfigati non sono.
A me personalmente ha fatto rabbrividire questa frase: “Aveva proprio voglia di farsi un bel bagno come si deve, con i sali profumati, un sacco di schiuma e tutti quei piccoli lussi ai quali gli Eterni tengono tanto.”
Ma non dovevano essere in guerra?
La principessa da salvare, il cattivone oscuro (fa proprio paura, mamma mia, rabbrividisco all’idea) i mezz’elfi attratti irrimediabilmente dalle bolle di sapone…
Fosse stato un libro ironico sarebbe stato anche attraente, a mò di storia fantastica di Goldman.

#33 Comment By Gamberetta On 4 luglio 2008 @ 15:38

@alice. Avevo già lasciato dei commenti con i miei romanzi preferiti: qui e qui.

@Blu. UAU La Melevisione! La Strazzulla si diletta in citazioni dotte!

#34 Comment By Lo Sparviero On 4 luglio 2008 @ 16:19

Gamberetta: Okay, Chiara, ora può anche bastare. Non vedi che a recensire queste merde con la copertina ti stai solo facendo del male? Lo so che il tuo intento è buono, ma devi tenere conto anche di te stessa, ti deprimi a leggere libri così, la tua mente è ormai tarata sulla ricerca costante di un errore o di un’incongruenza.
Devi rilassarti, grazie a te sappiamo come evitare tutto ciò che nel genere Fantasy costituisce la merda, sappiamo che moltissimi scrittori italiani producono solo schifezze, ora, secondo me, è giunto il momento che Gamberi Fantasy analizzi meglio gli autori stranieri e i loro prodotti per capire in cosa e perché sono superiori a quelli italiani.
Come hai detto tu: Ormai è sempre la solita solfa. Se è veramente così, allora basta, cambiamo, se è sempre la stessa storia non continuiamo, inutilmente, a ripeterla.
Questo è solo un suggerimento: può essere anche deliberatamente ignorato. Io lo dico solo per te, perché continuando a leggere queste merde fai del male a te stessa, come ho già detto.
Bell’articolo ;).
L’Umilissimo Spaviero.

#35 Comment By Fabrizio On 4 luglio 2008 @ 16:19

@ Gamberetta:
Potresti essere un rettiloide anche tu.
Persino uno Skrull.

Direi che nulla vieta alla Strazzulla di prendere spunto dalla cartografia Siciliana, senza per forza relazionarsi ad essa. Quella NON è la sicilia.
Pure se ci somiglia.

Nemmeno un riferimento alle illustrazioni di Massimiliano Frezzato, forse la cosa migliore del volume…

#36 Comment By Gamberetta On 4 luglio 2008 @ 16:25

@Fabrizio.

Nemmeno un riferimento alle illustrazioni di Massimiliano Frezzato, forse la cosa migliore del volume…

Forse perché non ci sono illustrazioni? A parte la copertina e la cartina (che è illustrazione fino a un certo punto, come già fatto notare a parte la fatina non c’è altro di “artistico”), il volume non presenta nessuna illustrazione.

#37 Comment By Leekanh On 4 luglio 2008 @ 17:05

Forse perché non ci sono illustrazioni? A parte la copertina e la cartina (che è illustrazione fino a un certo punto, come già fatto notare a parte la fatina non c’è altro di “artistico”), il volume non presenta nessuna illustrazione.

Wow, ed io che pensavo che il prezzo fosse così alto (cavolo, 20€ per una esordiente, in un genere esordiente per la casa editrice!) perchè l\’interno era ben illustrato, come lasciava presagire il volantino… E invece nulla… Almeno le illustrazioni eran belline (sprecate, addirittura!).
Aggiungendo il fatto del celophan questo libro mi sa di presa in giro di dimensioni ciclopiche o_o speriamo solo non ritentino l’impresa…

#38 Comment By Fabrizio On 4 luglio 2008 @ 17:21

O_______O

Quindi la brochure distribuita in Fiera Libro era puramente promozionale?

#39 Comment By Dave On 4 luglio 2008 @ 17:35

Attenzione a disturbare i rettiliani… attenzione… se si incazzano poi vengono a cercarti! Poi le sonde anali fanno male! :D

#40 Comment By Clio On 4 luglio 2008 @ 20:07

Sto leggendo “How to write a best selling fantasy novel”! E’ bellissimo questo articolo XD
Scegliere un eroe sfigato. La Strazzulla non ha chiaro il significato di “sfigato”…

Poi mi chiedo: scrivi di elfi, bene, quindi di gente che campa millenni, ottimo… Chi ha trecento anni quindi è da considerarsi un “ragazzo”, perchè certamente ha meno esperienza di chi ne ha 5000 degli anni. Va bene, ma costui ha bene o male vissuto trecento anni, no?! Non si comporterà come chi ne ha vissuti solo diciotto, sono comunque trecento!

Gamberetta, i denti agli elfi crescono in continuazione come alle arvicole, infatti mangiano cibi croccanti e ricchi di fible, a volte rosicchiano anche i rami degli alberi. Mi sorprende che certe cose tu non le sappia.

Poi volete mettere un cattivo che chiama la prigioniera “signorina”. Io quando mi chiamano “signorina” tremo di terrore! Davvero! E non lamentatevi, che è già tanto non la chiami “signorinella”.

Ma poi perchè la rapisce?

#41 Comment By Gamberetta On 4 luglio 2008 @ 20:13

@Clio.

Ma poi perchè la rapisce?

Perché c’è una profezia che racconta come l’unico erede al trono degli elfi riuscirà a sconfiggere la Tenebra. E la principessa è l’unica erede (o almeno così tutti credono). Perciò Il Signore delle Tenebre si premunisce tenendola in gabbia (perché non la uccida non è chiaro, forse sarebbe un gesto troppo malvagio anche per lui).

#42 Comment By Fabrizio On 4 luglio 2008 @ 20:34

Ho visto satana in persona, reincarnato in un docente universitario, chiamare “signorine” le sue vittime.

Al solo pensiero c’è chi perde il controllo della vescica…

#43 Comment By wewec On 4 luglio 2008 @ 20:35

@Fabrizio. Personalmente non me ne frega proprio una bella Eva delle illustrazioni ( tanto al livello di Gary Chalk non c’è nessuno ): se compro un libro mi aspetto sia valido per quello che c’è scritto, non per i disegni o per la colonna sonora XD
@Clio. Perchè è cattivo, no?! Scusa, ma da uno che si fa chiamare ” Il Signore delle Tenebre” cos’altro ti aspetti?

#44 Comment By Clio On 4 luglio 2008 @ 20:35

@Gamberetta
Ma farla fuori e seppellirla in un deposito d’argilla?
Forse non aveva cave d’argille nelle vicinanze.
Ma poi scusa, tu hai detto che alla fine è il suo amicone demone che fa tutto. E’ lui il fantomatico erede?

#45 Comment By wewec On 4 luglio 2008 @ 20:36

@Clio. Me l’ero appena chiesto anch’io!

#46 Comment By Clio On 4 luglio 2008 @ 20:37

@Wewec: Non ci avevo pensato! E’ un cattivo di fantasy, quindi il cervello gli funziona a fasi alterne. Hai ragione XD

#47 Comment By Gamberetta On 4 luglio 2008 @ 20:50

@Clio.

Ma poi scusa, tu hai detto che alla fine è il suo amicone demone che fa tutto. E’ lui il fantomatico erede?

No. Il fantomatico erede è dopo.
Infatti la Tenebra essendo pura Malvagità non può essere distrutta, se ne possono solo uccidere le incarnazioni. Dopo la morte del Signore delle Tenebre, la Tenebra si rifugia in una dimensione parallela a riprender fiato come ha sempre fatto (e questa operazione richiede migliaia di anni).
Ma non ha fatto i conti con Lyannen, che ricordiamolo è quello che si diverte a decapitare i folletti spaventati, il quale, invece di godersi la vittoria, decide di andare dalla Tenebra per ucciderla in modo definitivo.
Solo non sa come fare, e infatti prende solo una manica di botte. Sul punto di crepare, è però raggiunto dal suo amico (ed erede al trono) Slyman. A questo punto Slyman non sarebbe più l’unico erede, visto che la principessa è ancora viva, ma tant’è: Slyman stringe Lyannen morente e credo grazie al Potere dell’Amicizia™, si genera una luce abbacinante che investe la Tenebra e la disintegra. Fine. (ma questo è una specie di sottofinale, in realtà la storia è appunto già conclusa con la disfatta del Signore delle Tenebre).

#48 Comment By wewec On 4 luglio 2008 @ 20:50

@Clio. Tsk, ma come hai anche solo potuto pensare di trovare un senso in un libro dove gli elfi si fanno le treccine e il bagno nella schiuma?! Mi meraviglio di te XD

#49 Comment By Clio On 4 luglio 2008 @ 21:04

Non è davvero il Potere dell’Amicizia, vero?? Persino Walt Disney morirebbe di diabete!
Altre domande mi frullano in testa, ma lascio perdere, Wewec ha ragione, se gli elfi si fanno il bagnetto nella spuma santa che fa tante bollicine non c’è nessun senso da cercare…

#50 Comment By wewec On 4 luglio 2008 @ 21:09

@Gamberetta. Cosa?! Ma scherzi?! No dai, seriamente, come finisce?

#51 Comment By Frau Blucher On 4 luglio 2008 @ 21:20

Dunque era Slyman l’altro erede. Proprio un romanzo per niente prevedibile.

Per curiosità, oltre all’elfa rimbambita altre donne ce n’è?
E perchè l’altro erede era ramingo anzichè a farsi il bagnetto col suo
papà?

Complimentoni per il blog, mi spancio tutte le volte che lo leggo.

#52 Comment By Clio On 4 luglio 2008 @ 21:23

Frau Blucher ha ragione, è una nuova edizione della tecnica del kagemusha: gli sventolo sotto il naso un bersaglio fittizio mentre io me la cavo!
Però la principessa si salva, dannatissima fanciulla in pericolo!
Perchè in un fantasy le fanciulle in pericolo si salvano sempre?

Quella storia dei talismani che funzionano solo insieme… mi ricorda quando a sei anni comprai delle nacchere, e ne regalai una alla mia migliore amica, perchè lo strumento suonasse solo se eravamo assieme ^_^ Diciamo che a sei anni avevo la scusante della giovane età… Ma questi di anni ce ne hanno seicento!

#53 Comment By Gamberetta On 4 luglio 2008 @ 21:28

@Clio. In realtà sia Lyannen sia Slyman possiedono un talismano come quello di cui si è già parlato, dal potere stratosferico (il talismano di Slyman è proprio quello che all’inizio è in possesso del Solitario). Però solo quando sono assieme e uno dei due è pronto a sacrificarsi per l’altro, solo in quel momento si manifesta la magia. Se non è questo il Potere dell’Amicizia™, non so quale sia! ^_^

@Frau Blucher. L’unico personaggio femminile è l’amazzone Irdris, che ha un piccolo ruolo nella battaglia finale. Ma comparirà sì e no per 30 pagine su 700.
L’altro erede è ramingo perché… non lo so. In teoria è stato allontanato dalla corte appena nato per proteggerlo, perché in quanto unico erede è gravato dalla profezia. Ma non essendo in effetti l’unico erede… boh, perché è fantasy?

#54 Comment By Frau Blucher On 4 luglio 2008 @ 21:33

@gamberetta

L’ho capito io senza nemmeno prendere in mano il libro.

Dal momento che nella sicilia parallela della Strazzy le donne contano come il due di coppe quando regna bastoni, il re si sarà detto: metto questa in vetrina come erede, tanto se me la sbudellano fa lo stesso.

Dovesse accadere ciò, io tiro fuori l’erede 2.0, la versione migliorata.

#55 Comment By Clio On 4 luglio 2008 @ 21:43

Il mio post ha fatto un salto indietro nel tempo… O.O

#56 Comment By Loreley On 4 luglio 2008 @ 21:49

Bene, già non avevo alcuna curiosità di leggere il libro in questione, ma ora so che farò decisamente bene a tenermene lontana il più possibile.

Ma poi voglio dire, qui si parla di principessine ed elfi con un alto tasso di gaietà, di bagnetti schiumosi e frizzantini con le palle della Lush, di signori tenebrosi ecc… ecc… ma nessuno pensa ai poveri Pixies?? Siamo impazziti? A leggere quel passaggio ho provato una cosa qui al petto che… insomma… poveretti…
Facciamo qualcosa :(

#57 Comment By Gwen On 4 luglio 2008 @ 21:53

Complimenti per la recensione, hai sottolineato anche un paio di schifezze di cui leggendo non mi ero accorta (sarà che mi stavo addormentando sul libro). Vorrei specificare un paio di cose: il Signore delle Tenebre non uccide Eileen perchè secondo la profezia l’erede dev’essere “in catene” quindi la tiene prigioniera. Perchè non la ammazzi DOPO, quando sa che esiste un altro erede, non lo so. Poi: Slyman e Lyannen uccidono la Tenebra grazie ai ciondoli o come si chiamano, quei cosi potentissimi che hanno ricevuto dai loro padri (nel caso di Slyman, dal Solitario).
Infine, hai lasciato fuori un paio di incongruenze enormi: come fa il demone a liberare Eileen? Ricordo che il Signore delle Tenebre le aveva detto che anche se Lyannen l’avesse ucciso non sarebbe mai stata libera perchè la prigione era magica e bla bla bla… quindi com’è che cade nelle braccia del demone o_O? Poi, la cosa che mi ha fatto cadere proprio le braccia: alla fine, quando Theresian, il mezzo-eterno/mezzo-demone, da l’amuleto a Lyannen “perchè sì”… ma l’autrice non sapeva più che inventarsi per la fine? Il libro fa pena ma l’ultima parte è proprio oltre l’assurdo!

Comunque continua così, mi divertono un mondo le tue recensioni!

#58 Comment By Frau Blucher On 4 luglio 2008 @ 22:00

@Clio

Certo che una rivisitazione di Kurosawa da una che cita la Melevisione non te la aspetti.
Dev’essere anche brava in logica, ha creato il Paradosso dei Due Eredi.

#59 Comment By Clio On 4 luglio 2008 @ 22:02

Gwen scrive:

il Signore delle Tenebre non uccide Eileen perchè secondo la profezia l’erede dev’essere “in catene” quindi la tiene prigioniera

Sempre provvidenziali queste profezie ^_^

#60 Comment By Gamberetta On 4 luglio 2008 @ 22:02

@Gwen. Per la liberazione della principessa, mi pare che dica che le fiamme magiche di Scrubb ne bruciano la prigione. Come questo sia possibile non lo so.

Per Theresian hai ragione, me ne ero dimenticata. C’è una situazione simile quando Lyannen riporta il tipo morto sulle spalle fino alla fortezza. “Neanche lui sapeva come aveva fatto a resistere ed evitare tutti i nemici”. Lyannen non lo sa, l’autrice non lo sa, lo devo sapere io?!

#61 Comment By Clio On 4 luglio 2008 @ 22:04

A Frau Blucher

Certo che una rivisitazione di Kurosawa da una che cita la Melevisione non te la aspetti.

Si vede che la Strazzulla ha una cultura a 360° :)

#62 Comment By Loreley On 4 luglio 2008 @ 22:09

OMG, anche il mio commento ha fatto un salto nel passato! (e di quasi venti minuti!) Incredibile!

#63 Comment By wewec On 4 luglio 2008 @ 22:14

@Frau Blucher. Così uke…

#64 Comment By Clio On 4 luglio 2008 @ 22:16

Se Lyannen avesse incalzato esseri umani supplicanti sarebbe apparso cattivo… Allora schiaffiamogli dei folletti su un piatto d’argento.
Facile, metto dei nemici non umani, e tutti sono felici quando muoiono.
Che meschinità.

#65 Comment By Frau Blucher On 4 luglio 2008 @ 22:21

@Clio

Poteva metterci dei Rom…

#66 Comment By Clio On 4 luglio 2008 @ 22:24

O gli ebrei. No, sono passati di moda…
(Prima che mi diano dell’antisemita, la mia è un’affermazione ironico-amareggiata)

#67 Comment By Valpur On 4 luglio 2008 @ 22:26

Secondo me la Strazzulla legge tantissime fanfiction yaoi.
Sono tutti *così* belli, *così* aitanti, *così*… inconsistenti.
Mah.

#68 Comment By Frau Blucher On 4 luglio 2008 @ 22:28

@Valpur

Così nazi…

#69 Comment By wewec On 4 luglio 2008 @ 22:31

Ehi, anche il mio commento!

#70 Comment By Fabrizio On 4 luglio 2008 @ 22:31

@ wewec:
sorry, ma Frezzato si puccia Gary Chalk nel latte al mattino.
E io sono un super-fan del Kai Lord e di tutto quanto è Luposolitariabile.
Ma il Frez è più bravo…

#71 Comment By Valpur On 4 luglio 2008 @ 22:32

@Frau Blucher (Iiiiihhhhh! Kabooom!)@

Anche.

Tra l’altro solidarietà coi folletti e coi centauri su tutta la linea.

#72 Comment By wewec On 4 luglio 2008 @ 22:33

@ Fabrizio. Si, scherzavo: sono affezionato a Chalk ma riconosco che non è mai stato il massimo XD

#73 Comment By Gamberetta On 4 luglio 2008 @ 22:35

Adesso non esageriamo. A me è parsa solo ingenuità: la Strazzulla voleva mostrare che Lyannen, benché bello, possa essere lo stesso preda di passioni “meschine”, quali la rabbia. Ne è venuto fuori un deficiente inutilmente crudele, ma secondo me senza nessuna implicazione “ideologica”.
Poi la società degli elfi così com’è presentata è marcia alla radice, è un mondo becero. Però è lo stesso in moltissimi altri fantasy simili, è un cliché.

#74 Comment By ZioBlood On 4 luglio 2008 @ 22:41

@Clio:
Non parlare di ebrei, ché qua dentro ci stanno un paio di “cattolici lottatori per l’ugualgianza delle razze” che iniziano a sbraitare all’istante…

#75 Comment By Clio On 4 luglio 2008 @ 23:06

A Gamberetta: Mah, nel pezzo che hai citato mi sembra che la rabbia e la meschinità lo facciano apparire anche più bello (quindi più buono, ça va sans dire). Secondo me la Strazzulla voleva far vedere che anche Lyannen può pestare duro ed essere un ferocissimo guerriero, ma per non farlo sembrar cattivo gli butta in braccio qualche povero umanoide, della cui sorte non interessa a nessuno.
Ora, va bene, non dobbiamo esagerare, ma è un atteggiamento estremamente fastidioso!
A Zio Blood: io viaggio per la ditta, se hanno voglia di darmi dell’antisemita facciano pure ^^

#76 Comment By Frau Blucher On 4 luglio 2008 @ 23:14

@Gamberetta

Sono altrettanto beceri, e popolati di creature mortalmente noiose anche i mondi di Moccia e C. Quello che non cessa di sorprendermi è come gli adolescenti non se ne accorgano minimamente.

#77 Comment By Morgante On 5 luglio 2008 @ 22:08

Ciao Chiara, ciao a tutti,

mi chiamo Chiara anch’io.
Leggo sempre volentieri questi articoli (tra i pochi che mi spingono in rete), molto meno i commenti che seguono, l’atmosfera si guasta, ecco, quando si divaga, o si finisce per insultarsi.
Ehm, ehm, fin qui avete creduto che fossi l’autrice incriminata venuta qui a dar battaglia, eh? Eh, l’ho tirata lunga apposta. No, mettete giù i pomodori. Sarà per un’altra volta.
Ho letto l’articolo sugli incipit (molto bello), delle varie uscite di romanzi fantasy italiani, delle crisi mistiche di Gamberetta sul destino della fantasia della penisola. Spesso qui si parla di come si arriva alla pubblicazione o sul rapporto con le case editrici o su cosa voglia dire amare le storie. Vorrei dare il mio piccolo contributo, con la mia esperienza; uno tra i tanti, ma sempre un altro viaggio nel mondo delle storie è, no?

IL MIO STARNUTO E’ DURATO TRE ANNI E AVEVO FINITO I FAZZOLETTI
Non ho 17 anni, ne ho 27. Ho scritto un romanzo, non è un fantasy, è un romanzo fantastico. Amo la fantascienza, l’horror e le storie fantastiche da sempre. Ho scritto mentre ero all’università e quando non ero a lezione, a volte scrivevo anche per 15 ore (non è un esempio che dico di seguire, ero pazza, problematica, andavo in pezzi: ero al vassoio della frutta e ho scoperto che era anche vuoto). Ma è andata così.
Nel 2006 ero pronta (o così credevo), ho studiato i cataloghi delle case editrici, e sì, sono partita dalle grandi, per un unico motivo: mi dicevo, almeno quelle so per certo che non mi chiederanno contributi. Ho spedito un unico foglio di presentazione, trama, e 30 pagine.
Due case editrici hanno risposto: una mi ha contattato per telefono dopo un mese e mezzo, l’altra dopo tre, dicendo che trovavano interessante l’idea e volevano leggere tutto il manoscritto.

PERCHE’ I RIFIUTI FANNO ANCHE BENE
Mi hanno rifiutato entrambe: entrambe le lettere sono arrivate il giorno dell’antivigilia di natale 2006. Uno dei natali peggiori della mia vita, dopo una grande perdita nella mia famiglia e la morte di un’altra persona cara. Ma ecco perché i rifiuti a volte fanno bene, ho capito che avevo rovinato tutto. Ero troppo preoccupata mentre scrivevo, triste, infuriata: è vero che nelle storie ci sono sempre i loro autori, in un modo o nell’altro, ma la storia è più importante, devi saperti fare da parte quando è giusto. Altrimenti datti alla diaristica. Non l’avevo fatto: il testo era troppo prolisso, teso, arrabbiato. In alcune storie questo funziona, ma con la mia strideva a morte. Lo stile strideva a morte con l’idea che avevo avuto anni prima e che volevo ancora fortemente.

E’ LA STORIA, NON CHI LA RACCONTA
Questa frase l’avevo appesa in camera, e credo che in quel periodo l’avessi quasi dimenticata. L’ha scritta Stephen King, in un racconto della raccolta Scheletri e Stagioni Diverse.
Per me vuol dire qualcosa ogni volta che la leggo. Voleva dire:
- taglia corto con le infiocchettature: “guardate che padronanza, che stile ardito.” La storia non ne ha bisogno.
Oppure
- anche se qualcosa per te è importante, se non lo è per la storia, fallo per lei, eliminalo.
- o quando qualcosa nella tua vita è andato immensamente storto, se stai scrivendo un romanzo come Misery o le Metamorfosi di KafKa forse ti servirà, ma se non appartiene alla storia, perché la storia parla di altre esperienze, lascialo andare.

Da qualunque parte la guardavo, era come quei quadri che sembra che ti seguano con gli occhi; quella frase mi riportava sempre al punto in cui avevo sbagliato, per ricominciare.
Ho riscritto il romanzo due, tre, quattro volte. Ancora adesso (sempre nei momenti peggiori: alle 2 di notte) mi vengono in mente dialoghi migliori, debolezze di stile, o incongruenze che avevo sotto il naso.

NOTIZIA FLASH: GLI EDITORS NON SONO ESTINTI
Dopo i rifiuti mi sono rivolta anche ad un’agenzia. Mi sono trovata bene, l’incontro con l’editor è stato folgorante, ho incontrato qualcuno che conosceva perfino la storia che mi aveva ispirato, e non ne avevo mai incontrata un’altra! Mi ha aiutato, mi ha ripreso, mi ha strigliato. Alcuni dei momenti che ricordo con più piacere sono i suoi rimproveri (garbati, ma rimproveri erano).
Ora hanno ricontattato le due prime case editrici che avevo contattato io, e una di loro, nonostante il primo rifiuto, ha chiesto se la storia era cambiata, e ha deciso di rileggerla. Aspetto una risposta per ottobre da altre due che hanno richiesto il libro. Ovviamente ho ricevuto altri rifiuti, ma il contatto con quell’editor è stata la prima vera esperienza nel mondo dell’editoria che abbia avuto, e nell’arco di un solo anno mi ha dato una maggiore sicurezza, un tocco di audacia in più, e ha aggiunto qualcosa anche all’amore infinito che ho per i dettagli più minuti.

Diciamo che sto con i piedi per terra. Non ho idea di come andrà.
Niente elfi, niente maghi, alchimisti, niente amore per le storie adolescenziali, niente miti nordici. Non so se andrà in porto la cosa: la mia storia è interamente ambientata in Italia. Non a Venezia, Roma o Firenze, o nel passato. In Italia e oggi. Sono stufa di limitazioni, sono stufa di vedere gente che si sforza di stare nelle scarpe di altri. Io voglio parlare di casa mia, che mi pare di capire ha ispirato centinaia di autori nel mondo, o no? Magari è l’unico punto originale (che tristezza che lo sia, siamo davvero messi male), e magari sarà il motivo per cui nessuno alla fine mi vorrà.
Però osare è il pepe sulla mia pasta! E mi auguro da sola buon appetito.

Scusate la lungaggine,
e complimenti per il blog, Chiara.

Ciao a tutti

#78 Comment By Stefano On 5 luglio 2008 @ 22:51

Spero che Gamberetta non ti getti nella fogna dei commenti :-)
Facci sapere se la pubblicazione va a buon fine e comunque… chi dice che non sia possibile scrivere un fantasy ambientato a casa nostra? Anche senza elfi, draghi e coboldi (volendo un nano già ce l’abbiamo :-) )

Il problema degli agenti letterari è complesso: questi personaggi costano e non credo che i guadagni di un eventuale libro possano compensare. Ciò nonostante è utile disporre di qualcuno che sia in grado di fornire consigli competenti.
In bocca al lupo

#79 Comment By Sandy85 On 6 luglio 2008 @ 00:31

È strano, fino ad ora non mi era mai capitato di non sapere come iniziare un commento qui… Penso che il titolo di questo post sia azzeccatissimo. Non ho letto il libro e non ho intenzione di farlo (potete dirmi fino alla nausea che sono la solita che giudica senza prima leggere, in questo caso sono felice di fare così, visti i precedenti), il libro non mi sembra valga neanche un centesimo. E non lo dico per tutto quello che ha scritto Gamberetta, ma era piuttosto scontato, fin da quando quella famosa (visto che la cito spesso) mia amica che mi consiglia i libri da leggere, mi ha passato il link di un articolo sul nuovo ‘astro nascente del fantasy italiano’ (ma certo come no, io allora sono Nonna Papera!).
Sprecare dei soldi (purtroppo non ho emule) per leggere porcherie mi sembra un po’ autolesionista (purtroppo l’ho fatto anch’io quando ho comprato La setta degli assassini… quanto rimpiango quei sei euro) e mi sembra che questo punto ormai sia chiaro a tutti.

Vorrei lasciare un consiglio a Chiara/Morgante: io sono più piccola di te e magari non avrò molto diritto di parola su certe cose – scrivo prevalentemente fanfiction e per scrivere qualcosa tipo racconti e romanzi prima mi documento anche troppo e, quando inizio a scrivere, mi blocco subito dopo il primo capitolo –: gli editors ormai non hanno più molto la mia fiducia, si prendono soldi per fare un lavoro pessimo il più delle volte (questo non sarà il tuo caso, ma non si sa mai), preferisco, quindi, dare il mio lavoro in mano a betareaders che, il più delle volte, sono meglio documentati degli editors e soprattutto fanno il lavoro gratuitamente. Lo fanno perché fa loro piacere, non perché ci speculano sopra.

Comunque non voglio andare ulteriormente OT, quindi ora smetto di ammorbare lo spazio commenti.

#80 Comment By Nutza On 6 luglio 2008 @ 01:12

Dunque dunque…

Anche per me è il primo commento qui, ma seguo con vivo interesse le recensioni della barca dei gamberi già da parecchio tempo.

Cercherò di essere chiara e concisa; mi riallaccio proprio all’ultima piega che questa discussione ha preso.

La domanda è: meglio fare i furbastri e gettarsi in pasto a qualche editrice-squalo con un romanzo inevitabilmente immaturo, sfruttando la moda del momento, oppure dare tempo al tempo e aspettare di sentirsi veramente pronti per esporre al mondo una propria opera?

Io parlo in base alla mia piccolissima esperienza (o forse sarebbe meglio dire non-esperienza): ho 20 anni e la scrittura è una delle tante attività artistiche a cui mi dedico fin da piccolina. Un anno fa ho avuto alcune idee interessanti per mettere giù una trilogia di romanzi fantasy: ho impiegato l’estate del 2007 per la prima stesura; ma alla rilettura mi sono resa conto che andava tutto storto. In poche parole ho capito che è controproducente mettersi a scrivere senza prima avere ben chiara in mente ambientazione, trama e personaggi (che siano credibili!). Insomma, creare un mondo ex novo è un’attività complessa e sfiancante (ma alla lunga il duro lavoro di progettazione ripaga in termini di coerenza del romanzo).
Nel periodo della prima stesura iniziai a cercare su internet concorsi letterari e, dopo, pure case editrici, nella folle idea di inviare quelle pietre grezze (e anche bruttine) che erano i miei scritti tentando la sorte. Per fortuna ho abbandonato l’idea: ora è passato un anno, il mio mondo ha preso forma e con esso anche le tracce per i romanzi che ho intenzione di scrivere, ma da qui all’opera compiuta ce ne vorrà di strada! In ogni caso non mi scoraggio, perchè non voglio in alcun modo bruciare le tappe nè beccarmi rifiuti ovvi.

Quanto allo spendere soldi per i libri… io aggiungo solamente che di recente ho acquistato su ibs dei libri fantasy di autori nostrani, e ahimè tra essi c’era anche “Un nuovo regno” della Troisi. Che non l’avessi mai fatto! (soprattutto perchè il libro è ancora più orribile dei precedenti – sempre a parer mio eh – e che giusto oggi ho visto che in libreria c’era l’edizione economica… 6 euro contro i 17 che ho speso io… mi mangio le mani a morsi!).

Per fortuna che il peer-to-peer fa prodigi!

P.S. Spero di non abusare di questo spazio se segnalo che nel mio blog (http://lestorieinfinite.blogspot.com) ho pubblicato una riflessione sulla famosa frase “Ma tanto è fantasy!“, correlata ad un esempio pratico di come si può sfruttare senza ritegno il deus ex machina (in particolare l’esempio è un passaggio tratto proprio da “Un nuovo regno“, un’incongruenza sulla quale mi scervello… credo invano, …tanto è fantasy!).

#81 Comment By Morgante On 6 luglio 2008 @ 07:22

Ehm già, forse sono andata un po’ fuori tema, mi spiace. Ma i concetti partivano dagli argomenti di questo articolo.
A Sandi:
sarai dell’85 ma hai tutto il diritto di dire quello che vuoi, no? Mio fratello è dell’88 e parlo sempre con lui di libri, ascoltando anche i suoi consigli. Comunque, ognuno ha le sue esperienze, non volevo consigliare a nessuno di rivolgersi a un editor, parlavo solo per me. A me è andata bene. Poi magari non mi pubblicano, ma dei soldi me ne infischio (intendo guadagnati, per riferirmi a un messaggio più in su): il fatto è che sono maturata molto, e per me è stato importante. Mi piace che ognuno cerchi di arrivare e che provi in modo diverso: c’è più gusto. Per esempio io non scriverei mai fanfiction, proprio non riuscirei a usare personaggi già esistenti, non mi è mai passato di mente, ma se è un buon allenamento, se cominci a capire trucchi e soprattutto scrivi sempre con attenzione e cura, va benissimo anche quello.

Va bene, ora sto divagando,
mi censuro da sola.
Ciao

#82 Comment By Gamberetta On 6 luglio 2008 @ 11:27

@Nutza.

La domanda è: meglio fare i furbastri e gettarsi in pasto a qualche editrice-squalo con un romanzo inevitabilmente immaturo, sfruttando la moda del momento, oppure dare tempo al tempo e aspettare di sentirsi veramente pronti per esporre al mondo una propria opera?

Escludendo le case editrici a pagamento, con le quali non vale mai la pena fare affari, secondo me il problema si pone fino a un certo punto: la “fortuna” della Troisi è caso più unico che raro, se spedisci a Mondadori, furbastra o no, non ti pubblicano e basta. ^_^

Comunque, prima di pubblicare una persona dovrebbe fare due ragionamenti:
1) È leggibile? Qui non si chiede di essere un genio della letteratura, ma il romanzo dev’essere abbastanza scorrevole perché nessuno si annoi dopo tre pagine.
2) È originale? Quando (se) finirà in libreria, il romanzo sarà accanto alla Troisi, ma anche accanto a Martin, Swanwick, Tolkien padre & figlio, ecc. Se uno ha scritto un fantasy pseudomedievale guerresco, deve porsi la domanda: perché un lettore dovrebbe spendere 16 euro per me e non per Martin? È ci dev’essere una (buona) risposta. Qualcosa in stile, trama, ambientazione, ecc. dev’essere tale da far mettere da parte Martin e scegliere il nostro di romanzo.
Se scrivo un fantasy romantico con i vampiri, non posso solo scopiazzare la Meyer, devo metterci qualcosa in più.
Il ragionamento che invece non è da fare: se hanno pubblicato la Troisi, la Strazzulla, Moccia e le barzellette di Totti, possono pubblicare anche me! Anche fosse vero (e non sempre è così vero, quest’anno di romanzi di autori inediti ne ho letti moltissimi, ce ne sono a mucchi peggiori della Troisi) è una tristissima lotta fra disgraziati. L’obbiettivo dev’essere competere con i più bravi al mondo, non con il mentecatto sotto casa.

@Morgante. Anch’io ho qualche perplessità riguardo le agenzie letterarie, in ogni caso auguri per il romanzo.

#83 Comment By Okamis On 6 luglio 2008 @ 11:56

@ Nutza: Wow, ormai vengo pure citato nei blog altrui. Mi devo considerare una celebrità? XD (il mio piano di conquista del mondo procede a gonfie vele BWAHAHAHAHA *okamis si strofina le mani con sguardo e sorriso da tossico*)

@ Gamberetta: Mera curiosità: dove hai reperito la citazione della Postorino? Lo “slogan” citato invece un paio di righe sopra per caso l\’hai preso da Metro? Non so perchè, ma mi ricorda un micro articolo letto poche settimane fa sulla loro “rubrica di libri”.

#84 Comment By Nutza On 6 luglio 2008 @ 12:10

la “fortuna” della Troisi è caso più unico che raro, se spedisci a Mondadori, furbastra o no, non ti pubblicano e basta. ^_^

Già, infondo neanch’io credo che la Troisi abbia mandato il manoscritto solo alla Mondadori e che guarda caso la casa editrice sia rimasta folgorata tanto da proporre il contratto dopo 3 mesi!

Molti comunque potrebbero scambiare il nostro “dare addosso” alla Troisi per invidia… in realtà si tratta di altro: è rabbia quello che provo, ma non verso la Troisi (che sarà sicuramente una persona dabbene), bensì verso il meccanismo perverso dell’editoria.
Come sempre non possiamo farci nulla… se non, come ha spesso suggerito Gamberetta, acquistare solo i libri che veramente apprezziamo; mentre per gli altri… ci sono diversi modi di reperibilità ;-)

#85 Comment By Nutza On 6 luglio 2008 @ 12:12

Scusate il doppio commento, ma non avevo letto quello di Okamis.

@ Nutza: Wow, ormai vengo pure citato nei blog altrui. Mi devo considerare una celebrità? XD (il mio piano di conquista del mondo procede a gonfie vele BWAHAHAHAHA *okamis si strofina le mani con sguardo e sorriso da tossico*)

Per dovere di cronaca era giusto citarti: si dice il peccato e pure il peccatore :-P

#86 Comment By Gamberetta On 6 luglio 2008 @ 12:14

@Okamis. Se ti riferisci a questo passaggio:

Alto, bello, buona famiglia, immortale, schermidore provetto, mago, amante della principessa: secondo la pubblicità lui e amici sarebbero “[...] tutt’altro che gli eroi stereotipici cui la letteratura fantasy, e non solo, ci ha abituati.” Secondo Rosella Postorino, editor del romanzo, “Negli Eroi del crepuscolo, non sono gli eroi, appunto, a salvare il Reame, ma sono i reietti, gli scarti, gli incompetenti, i diversi, i giovani: gli adolescenti.”

La prima citazione è presa dall’opuscolo illustrato, qui la pagina incriminata.
La seconda citazione della Postorino è presa da questo commento.

#87 Comment By Frau Blucher On 6 luglio 2008 @ 12:21

@Gamberetta

Ho un quesito che mi assilla: ma come fa il Signore delle Tenebre a rapire la principessa? Da come hai detto sembrerebbe che le elfe stiano sempre in casa, non hanno ruoli civili nè politici, quindi è improbabile che la principessa sia stata mandata in giro per il mondo. Peraltro starà nel suo palazzo, non credo che sia così facile rapirla.

Scusa la mia curiosità, ma sono disposta a tutto pur di NON leggere il romanzo.

#88 Comment By Gamberetta On 6 luglio 2008 @ 12:31

@Frau Blucher. Non è spiegato. Un bel mattino la servitù entra nelle stanze della principessa a palazzo reale, nel cuore della capitale, e invece di trovare Eileen, trova una lettera vergata con inchiostro viola, scritta con elegante calligrafia: è Il Signore delle Tenebre che si presenta e chiarisce che è lui il sequestratore.

Nessuno si domanda come Il Signore delle Tenebre abbia attraversato di nascosto l’intero Reame, la seconda volta portandosi dietro la principessa. Sono domande che è meglio non porsi, sperando il lettore faccia uguale.

#89 Comment By Frau Blucher On 6 luglio 2008 @ 12:39

@Gamberetta

Grazie!

Temo che io non sarei andata oltre pagina 3.
Ma perchè Lyannen si innamora di Eileen, visto che i suoi gusti sembrano andare in tutt’altra direzione? Cosa li accomuna?

Confesso che mi sarebbe piaciuta moltissimo una citazione di un momento intimo tra la principessa e il reietto. :D

#90 Comment By Tizia qualunque ùù On 6 luglio 2008 @ 12:40

più che giusto ù_ù
perchè spiegare le cose? fa più fiKo lasciare che il lettore se le immagina eeeeh già *ç*…
…sparate a quell’autrice. è una rovina. (Quell’adorabile frase sullo scrivere mi ha agghiacciata T_T eccerto, non si impara… ma perchè illudere così le menti di quelle povere babbee che si convincono che possono scrivere anche loro e iniziano a produrre scadenti fanfiction all’ingrosso…manco fossero una fabbrica)

#91 Comment By Okamis On 6 luglio 2008 @ 12:41

@ Frau Blucher: Perchè sì! Perchè è fantasy!

#92 Comment By Tizia qualunque ùù On 6 luglio 2008 @ 12:41

Nessuno si domanda come Il Signore delle Tenebre abbia attraversato di nascosto l’intero Reame, la seconda volta portandosi dietro la principessa. Sono domande che è meglio non porsi, sperando il lettore faccia uguale. <— volevo risp a questo sisi…e…come si mette la cosa per citare qualcun’altro @@? Perdonate questa povera ignorante.

#93 Comment By Valberici On 6 luglio 2008 @ 13:34

Non sono molto d’accordo riguardo alla “recensione breve”.
Il libro non mi ha procurato disgusto o ripugnanza, però mi ha annoiato quasi a morte.
Io avrei scritto: Gli Eroi del Crepuscolo è di una noia mortale.
E, tutto sommato, credo che non avresti dovuto perdere ulteriore tempo. ;)

Ma nessuno è perfetto, tant’è che mi son letto tutta la recensione :D
E dico la mia.

Piccola premessa.
Credo che la Strazzulla volesse semplicemente dire che per essere scrittori bisogna avere un talento innato. Si è espressa in maniera “poco felice” ma non ne farei un dramma o un elemento a sostegno di una teoria.

Un romanzo da manuale

Qui siamo sostanzialmente d’accordo, anche se forse spendi un po’ troppe parole ed esempi per dire che il libro è noioso. ;)
Aggiungo solo che un reietto è tale perchè così si sente, indipendentemente da quanto è fortunato, osannato ecc…. Sarebbe stato interessante creare un personaggio credibile che, pur avendo fortuna, onori e potere si sentisse comunque escluso.

E’ sempre la solita solfa

Sono esterrefatto! Se continui così finirai per convenire con me che la Troisi è la migliore scrittrice fantasy italiana. :P
Comunque io preferisco Licia anche dal punto di vista del linguaggio. ;)
Non sono d’accordo invece su quanto scrivi in merito a duelli e guerre.
Ci sono quattro categorie di impossibiltà (non è farina del mio sacco ma di un certo Popper):
Impossibilità tecnologica (ad es non posso tagliare l’acciaio con un coltello laser, visto che non è ancora stato inventato)
Impossibilità teorica (non posso superare la velocità della luce, vista l’attuale validità della teoria della relatività)
Impossibilità scientifica (non posso viaggiare indietro nel tempo, sarebbe in contrasto con l’interpretazione scientifica dell’ Universo ovvero con la conoscenza che abbiamo di esso)
Impossibilità logica (quando si va “contro” la logica aristotelica)
La fantascienza “rende possibili” le prime tre categorie.
Il fantastico infrange anche la quarta.
Ritengo dunque inutile leggere un libro fantasy facendo ricorso alla logica ed alla scienza.
Bisogna però ricordare una famosa citazione: “ L’uomo può credere all’ impossibile, non crederà mai all’ improbabile”.
Quando leggo un libro fantasy la mia “sospensione dell’ incredulità” viene sempre infranta da qualcosa che ritengo improbabile, raramente dall’ impossibile, a meno che non susciti in me il senso dell’ “improbabilità”.
L’ immagine di donne e bambini che usano un arco non mi fa diventare incredulo, non la trovo improbabile, ovviamente inserita in un romanzo fantasy.
Siamo di fronte a donne “eterne”, molto più alte e robuste delle “umane”, ed anche i bambini avranno almeno 50 o 60 anni, visto che un adolescente ne ha più di 300.
E non so neppure che tipo di arco usano.
Quello che mi interessa è la probabilità che durante un assedio la necessità conduca a gesti estremi e disperati.
Piuttosto trovo assolutamente improbabile l’ età di questi eterni.
Non ritengo probabile che si mantengano emozioni ed un modo di pensare umano dopo essere vissuti per millenni.
Parlando poi di duelli devo dire che quello che citi non ha sospeso la mia incredulità, mi ha solo fatto fare uno sbadiglio.
E me lo fa fare anche Parker.
Secondo me l’eccessivo tecnicismo è altrettanto noioso. Mi piacerebbe sapere quanti lettori sanno cos’è e come si porta una stoccata, figuriamoci poi se sanno come si para e cosa vuol dire “di prima”.
Se vogliamo fare un esempio di duello “non noioso”:

“Wulfgar fluì in avanti. La daikatana lampeggiò, andata ascendente, ritorno incrociato discendente. Geyser di sangue si dispersero contro le fiamme.
Un dragone gli andò alle spalle, sollevò la Pappenheimer.
Wulfgar rovesciò la presa sulla daikatana, colpì all’ indietro, affondo lineare. L’acciaio della Terra delle Lacrime sfondò ossa, dilaniò tendini, divaricò tessuti viventi.
Il Reiter va giù, braccia spalancate. Altro sangue dilaga sulla polvere.
Wulfgar estrasse la daikatana.
Un rosso arco scintillante gorgoglia verso il cielo nero.
Wulfgar falciò in diagonale bassa, medesimo flusso dinamico.
Un ventre si aprì, cose purpuree si aprirono sotto di esso. Il Reiter di Berna vomitò la boccata di sangue conclusiva contro le fiamme.”

Ovviamente nel libro è ben spiegato cosa sia una daikatana, una pappenheimer , ecc…

Comunque negli Eroi del Crepuscolo non mancano situazioni e duelli che mandano a quel paese ogni “sospensione”.
Ad esempio:
“I pelosi strinsero il cerchio. Adesso le punte delle loro sciabole sfioravano la gola del Solitario. Quegli esseri sapevano come uccidere. Il capo dei pelosi levò una mano e ripetè l’ordine. Fu un lampo. Il peloso più vicino si era avvicinato per vibrare il colpo fatale, ma il colpo non arrivò mai; rapidissimo il Solitario era scattato, mozzando di netto la mano della creatura….”

Ecco, quando sei circondato da 50 esseri che ti sfiorano la gola con le sciabole, direi che è estremamente improbabile sopravvivere.
Ed è questa improbabilità che mi disturba, non certo insignificanti dettagli come il fatto che una sciabola è un’arma della moderna cavalleria.

Altra roba marcia

Sui dialoghi e le pagine di troppo sono d’accordo.
Sui denti molto meno, e non sto neanche a dirti il perchè, sei una ragazza intelligente e , se vuoi, ci arrivi da sola. ;)

Considerazione finale

No, dai, non tutti gli autori moderni si ispirano a Tolkien.
Pensa a Stroud, Lynch, Pratchett….e se vogliamo stare in italia: Falconi, Romagnoli, d’Angelo….
Mi pare al contrario che Tolkien “ispiri” sempre meno, per fortuna ;)

#94 Comment By Gamberetta On 6 luglio 2008 @ 13:51

@Valberici.

Ecco, quando sei circondato da 50 esseri che ti sfiorano la gola con le sciabole, direi che è estremamente improbabile sopravvivere.

Perché? Se non ti fa né caldo né freddo che una bambina possa uccidere con un colpo d’arco un nemico a centinaia di metri di distanza, non vedo perché dovrebbe disturbarti il fatto che un Eterno possa sopravvivere magari con decine di ferite al collo. Saranno tipi molto robusti. E anzi questa scena è teoricamente possibile, mentre quella dell’arco no, perché da come sono descritti gli Eterni e le loro donne, non hanno fisicamente la capacità di fare quel che hanno fatto.

@Frau Blucher. Questa è l’unica scena nell’intero romanzo nella quale Eileen e Lyannen sono nella stessa stanza, la riporto di seguito per intero.

[Lyannen è in infermeria dopo la battaglia, Eileen è stata appena liberata dal demone Scrubb]

Eileen attraversò la stanza, e andò a sedersi ai piedi del suo letto, senza aspettare che lui la invitasse a farlo. Dopotutto, era quello il suo posto. Forse Lyannen non era il suo promesso marito? Sembrava così strano, a pensarci; appena qualche giorno prima, a Lyannen quella possibilità sarebbe sembrata più che remota. Eileen era sempre stata per lui non solo la donna che amava, ma anche la principessa del Reame, quella che avrebbe portato in dote a suo marito un’eredità di re, quella che lui non avrebbe mai neppure dovuto guardare. Adesso che molti nodi erano stati sciolti, che molte cose erano cambiate, che Dardamen era lontana e c’erano solo loro due nel silenzio dell’infermeria di Syrkun, tutto assumeva un significato nuovo, diverso. Eileen era adesso soltanto Eileen, quella che aveva popolato i suoi sogni inquieti per tutta la durata del suo viaggio, quella il cui pensiero lo aveva spinto avanti su strade che in pochi si sarebbero azzardati a percorrere. La amava. Tutto il resto aveva ben poca importanza.
Le dita di Eileen stropicciavano un lembo della coperta, distratte; aveva smesso di guardarlo. – Lo sai, – mormorò infine, come se stesse riprendendo un discorso mai interrotto, – non riesco a trovare le parole. Ci ho pensato per tutta la strada dai miei alloggi fin qui: adesso andrò là dentro, mi dicevo, e ci sarà lui, e gli dirò questo e quest’altro. E poi ero lì sulla porta, e non avevo più parole.
Lyannen esitò prima di mettere una mano su quella di lei. Era stato sempre così, sempre, da quando l’aveva conosciuta, e nulla era cambiato quando avevano iniziato ad amarsi: provava una sorta di strano timore nell’accostarsi a lei. – Se la cosa ti può consolare, – replicò, – io ho aspettato che tu venissi per due giorni, e non potevo neppure immaginare come sarebbe stato.
Lei scosse il capo. – Non così.
– No. Non così, – convenne Lyannen, e serrò la mano su quella di lei; e la sentì sussultare, come se non se l’aspettasse. – Pensavo a qualcosa di più ufficiale. Con Alvidrin che leggeva un patto matrimoniale davanti a tutta la fortezza, magari, e tre o quattro araldi con le trombe.
Eileen rise, un riso divertito ma discreto, che Lyannen conosceva bene. – Sei sempre il solito stupido. – commentò.
– Non basta la Tenebra a cambiare questa cosa, – replicò, asciutto. – Non più di quanto potesse cambiare il colore dei miei capelli. Temo che tu abbia accetta di sposare uno stupido, Eileen. Fai ancora in tempo a cambiare idea, non c’è niente di ufficiale.
La mano di Eileen scivolò via da sotto la sua, e gli rifilò un buffetto sulla guancia. – Stupido il doppio. – la sentì sospirare. – Come puoi pensare che io possa cambiare idea? Non avrei cambiato idea quando eravamo a Dardamen e dovevamo nasconderci come due fuorilegge, Lyannen Mezzomortale, e per nessuna ragione lo farei ora.
Era seria, convinta. Lyannen si sentì in qualche modo sollevato, quasi che quella conferma apparentemente superflua gli togliesse davvero un peso di dosso. – Ero arrivato a pensare che tu lo facessi proprio per questo, – confessò. – Perché era una cosa vietata. Pensavo che tu avessi scelto me proprio perché ero quello che non dovevi scegliere. Per spirito di ribellione, o che so io –. Alzò le spalle, con un mezzo sorriso. – Suona quasi ridicolo, è vero? Ma devi scusarmi, ho sempre avuto la pessima abitudine di pensare che la mente degli altri segua la stessa logica della mia. La maggior parte delle cose che ho fatto finora, le ho fatto soltanto per ribellarmi a qualcosa; non so nemmeno bene a cosa. Alle regole degli Eterni, forse. Al loro modo di pensare.
Lo sguardo di Eileen luccicò nella penombra, indagatore. Sembrava quasi che emanassero luce propria, quegli occhi chiari. – Anche decidere di amarmi? – disse, in un soffio. – Anche quello l’hai fatto per ribellarti?
Non c’era né rabbia, né dolore, nella sua voce; nemmeno preoccupazione, o uno qualsiasi degli altri sentimenti che Lyannen si sarebbe aspettato; soltanto un quieto bisogno di saperlo. Lyannen se ne sentì in qualche modo rassicurato. – No, – rispose. – Al contrario. L’ho fatto perché era una delle poche cose a cui non mi potevo ribellare -. Si chinò verso di lei, perché era geloso delle parole che stava per dirle, e non voleva che nessuno le potesse sentire, nessuno dei degenti che riposavano nelle altre sale dell’infermeria, né la guardia che sparita in fondo al corridoio e forse sarebbe tornata indietro, né l’erborista che a quell’ora della sera doveva essere impegnato nel suo giro di controllo tra i malati. – Sapevo benissimo che amarti non mi avrebbe portato altro che guai, che se anche tu mi avessi voluto, avrei ancora dovuto combattere con tutto il resto del mondo. Ma non era una cosa che potessi scegliere. Se avessi potuto, forse mi sarei risparmiato la sofferenza. Non sono affatto forte come mi immagini tu, Eileen. Ma non potevo fare a meno di amarti, e non posso farne a meno ora. È per questo che sono partito da Dardamen; non perché volessi dimostrare qualcosa. Non lo potevo evitare.
Tacque e lei non gli rispose. Rimasero fermi, e non si guardavano; Eileen seguiva con gli occhi i riflessi guizzanti delle fiammelle dei lumi sul muro, Lyannen sembrava assorto in chissà quali pensieri, lo sguardo perso nel vuoto.
– Sono contenta che tu non potessi evitarlo, – disse infine lei, senza voltarsi.
Lyannen annuì. – Lo sono anch’io.
Lei gli si avvicinò, e gli posò la testa sulla spalla; i suoi capelli avevano un leggero profumo di fiori, che riportò alla mente di Lyannen una pigra mattina di primavera sulla sponda del Rivargento, a Dardamen, quando lui aveva suonato sull’arpa una ballata per lei, che lo ascoltava e rideva, e aveva pensato che da qualche parte nel cielo limpido, gli dei dovevano essere lì che li osservavano, benevoli. Adesso, nell’infermeria, non c’era nessuno che li osservasse. Gli dei avevano altre cose a cui badare, la guerra glielo aveva dimostrato; nessuno di loro era intervenuto a fulminare il Signore delle Tenebre, nessuno gli avrebbe riportato Eileen se lui non avesse fatto la mossa irragionevole di andare a riprendersela. Eileen era vera al suo fianco, adesso, molto più che in quella lontana mattina di Dardamen, che forse aveva sognato, per quanto adesso gli pareva distante e irreale. Era reale, invece, il calore della mano di Eileen accanto a lui, e il profumo di fiori dei suoi capelli che si mischiava con quello di medicinali dell’infermeria. Tutto il resto non aveva importanza. Non aveva nessuna importanza.
Mise un braccio sulle spalle della sua fidanzata, e sentì che questo era stato osare molto più di quanto lo fosse stato gridare la propria rabbia in faccia alla Tenebra o lanciarle la propria sfida.
– Dimmi che non ci separeranno di nuovo, – sussurrò.
Percepì il sorriso di Eileen senza bisogno di doverlo vedere.
– Non credo ci riuscirebbero, anche volendo, – replicò lei, tranquilla.

#95 Comment By Valberici On 6 luglio 2008 @ 14:25

@Gamberetta: ma certo che è possibile (ovviamente se chi si avvicina prima solleva la sciabola), volevo fare l’esempio di qualcosa di improbabile pur essendo possibile. ;)
E dal libro si evince che un eterno senza testa non sopravvive, converrai che con 50 sciabole che ti sfiorano la gola una decapitazione è più che probabile. :)

Riguardo all’ arco il discorso si può approfondire.
Penso che un arco da 25 libbre possa essere usato da un ragazzo di 12 13 anni. Se si utilizzano frecce con punta metallica lanciate dall’ alto con traettoria a parabola, direi che un uomo lo puoi uccidere.
A tirare senza mirare, tanto per creare una pioggia di frecce, si può insegnare in un poco tempo. L’unica difficoltà consiste nel non colpirsi l’avambraccio con la corda.
Poi, ripeto, dipende dal tipo di arco, il mio compound riusciresti a tenderlo senza problemi (ovviamente mantenerlo teso, mirare e non rovinarsi l’avambraccio è un altro discorso).
Però non è questo il punto.
il fatto è che leggere di donne e bimbi che partecipano ad un’ ultima difesa non è insolito. E l’arco, nell’ immaginario dei lettori, è molto spesso associato a soldati deboli, incapaci di impugnare “vere” armi.
Invece un personaggio che ha il collo circondato da 50 sciabole che lo sfiorano, e che nonostante questo reagisce, non l’avevo mai sentito. Secondo me qui la Strazzulla ci mostra qualcosa che ci rende increduli.
Poi, ovviamente, il discorso può essere soggettivo e qualche lettore sarà più infastidito dall’arco teso da una donna :)

#96 Comment By Frau Blucher On 6 luglio 2008 @ 14:47

@Gamberetta

Diabete a parte, nel dialogo si evince una cosa:

Eileen porta in dote a Lyannen il titolo di re. Vuol forse dire che Slyman è schiattato?

Ti prego dimmi di si…

#97 Comment By Gamberetta On 6 luglio 2008 @ 14:56

@Valberici.

E dal libro si evince che un eterno senza testa non sopravvive, converrai che con 50 sciabole che ti sfiorano la gola una decapitazione è più che probabile. :)

No, direi proprio di no. A meno che non ti immobilizzino e poi ti taglino la testa, tipo esecuzione, nel corso dello scontro è altamente improbabile che riescano a tagliarti la testa. Tagliare la testa è un’altra di quelle cose che richiede moltissima forza e tutta una serie di situazioni propizie, che quasi mai si verificano nel corso di un combattimento.

Però non è questo il punto.
il fatto è che leggere di donne e bimbi che partecipano ad un’ ultima difesa non è insolito. E l’arco, nell’ immaginario dei lettori, è molto spesso associato a soldati deboli, incapaci di impugnare “vere” armi.

Perché i lettori si sorbiscono boiate come quelle della Strazzulla o della Troisi. In realtà all’arciere era richiesta enorme forza e addestramento, tanto da deformare le ossa (come rilevato sugli scheletri degli arcieri inglesi).
Ai soldati deboli al massimo si possono fornire balestre.

@Frau Blucher. No. Eileen avrebbe portato in dote il titolo di Re, se nel frattempo non si fosse scoperto che Slyman era anche lui erede. Alla fine Slyman è proprio proclamato Re.

#98 Comment By Frau Blucher On 6 luglio 2008 @ 15:16

@gamberetta

Ma la massa elfica accetta come re uno mai visto e conosciuto?

Mi fanno venire in mente gli avventori del saloon di West & Soda, che ridono quando Brutus e lo Smilzo dicono: “ridete” e giocano quando dicono “giocate!”.
Ora, al contrario di te penso che si debba tenere presente che l’autrice è molto giovane, con un bagaglio culturale che più che ai miti greci, con buona pace della Postorino, sembra rifarsi ad un brutto modulo per AD&D. I suoi personaggi sono a tutti gli effetti dei Power Player.

La Strazzulla deve crescere e maturare, le auguro di farlo, ma LONTANO dalle librerie.

#99 Comment By Clio On 6 luglio 2008 @ 16:29

A Valberici

Penso che un arco da 25 libbre possa essere usato da un ragazzo di 12 13 anni. Se si utilizzano frecce con punta metallica lanciate dall’ alto con traettoria a parabola, direi che un uomo lo puoi uccidere.

Se non ricordo male, durante la crociata del Buglione è stato calcolato che gli arcieri potevano colpire ed uccidere ad una distanza di sessanta iarde o giù di lì. Una freccia non deve solo arrivare a destinazione, deve anche sfondare maglie d’acciaio, cuoio bollito, imbottiture, e una buona porzione di carne di cristiano.
Se conosci un bambino di dodici anni che senza addestramento tira a cinquanta metri e sfonda una cotta di maglia con relativa imbottitura, allora portalo al Guinness dei Primati.
Una fanciulla, anche di duecento anni, che non è mai stata addestrata, non può fisicamente tirare a cento metri e far del male, nemmeno con vento favorevole. Una scena simile equivale, quanto a verosimiglianza, a dire che usavano dei bazooka.

A tirare senza mirare, tanto per creare una pioggia di frecce, si può insegnare in un poco tempo.

Quale tempo? Dove? Questa è una reazione disperata, non imparano nulla, fanno e basta. Sono come le romane (erano romane, sì?) che si arrampicano sui tetti per tirare le tegole in testa a quelli dabbasso, non sono andate a nessun corso serale di lancio della tegola, combattono disperate fino all’ultimo. Solo che buttar di sotto una tegola è fattibile, tempestare di frecce gente armata a cento metri non lo è.

il fatto è che leggere di donne e bimbi che partecipano ad un’ ultima difesa non è insolito.

No, infatti, è il modo in cui lo fanno che è stupido.

E l’arco, nell’ immaginario dei lettori, è molto spesso associato a soldati deboli, incapaci di impugnare “vere” armi.

Perchè ai lettori si propinano baggianate, perchè chi scrive non si documenta (e lo dichiara ad alta voce, cfr Troisi), e chi scrive di cose di cui non ha idea scrive stupidaggini.

Invece un personaggio che ha il collo circondato da 50 sciabole che lo sfiorano, e che nonostante questo reagisce, non l’avevo mai sentito

Se lo attaccassero tutti insieme forse potrebbero sgozzarlo (non decapitarlo, sono sciabole, non spade laser), ma essendo che lo attacca uno solo per primo (perchè? Perchè è fantasy!) rompendo lo schieramento, è possibile che il tizio si salvi.

Quanto a possibile ed impossibile… Fare magie pirotecniche è impossibile. Se mi presenti un mondo in cui il tale può sparare fiamme verdi, posso accettarlo, d’altronde è un mondo parallelo. Se però il tale delle fiamme verdi carica con un’alabarda in resta, questa è una scempiaggine, perchè se parli di robottoni o peteri magici parli di cose che tu inventi e che tu gestisci (con coerenza si spera), mentre i cavalli e le alabarde funzionano alla stessa maniera in tutto l’Universo. Sarebbe come scrivere che il tale delle fiamme verdi fa retromarcia con un aereo di linea guardando dal lunotto.

#100 Comment By Valberici On 6 luglio 2008 @ 17:10

@Gamberetta: se vogliamo essere precisi è abbastanza incredibile che 50 sciabole sfiorino contemporaneamente un collo, semplicemente non c’è spazio a sufficienza. In ogni caso se circondo un collo con delle spade direi che la persona è immobilizzata, e se le spade vengono spinte in avanti mi sa che la testa cade (alcune lame si incrocerebbero), ovviamente servirebbe un volontario per provare. :D
E caricare un’ antica balestra non è una passeggiata di salute. :)

@Clio: ma stiamo parlando di romanzi storici o fantasy ?
Comunque un longbow era letale a trecento metri e si usavano freccie con punta aguzza, capaci di perforare pesanti corazze (Crecy).
E credo proprio che un dodicenne riuscirebbe a tirare una freccia a 50 metri in grado di perforare una corazza.
Sono abbastanza sicuro di poterglielo insegnare in un ora di tempo.
Naturalmente non riuscirei ad insegnargli come si mira e men che meno ad utilizzare un longbow, che viene teso utilizzando anche e soprattutto i muscoli della schiena.
Però, ripeto, il punto non è questo.
Potremmo discutere e polemizzare per ore sugli archi e magari potrei anche fare un esperimento.
Il punto è cosa maggiormente impedisce la “sospensione d’incredulità” ed io non penso che sia l’uso dell’ arco. ;)
E cavalli ed alabarde non necessariamente devono funzionare all’ “identico” modo. Trovami ad es. un cavallo che faccia le stesse cose di Ombromanto. E ti consiglio di non leggere mai l’Orlando Furioso che troveresti cose che non stanno nè in cielo nè in terra.

Divertente però polemizzare sul “valore artistico” di un libro utilizzando logica e conoscenze tecnico-scientifiche. ;)
Domani, se ho tempo, ripasso a trovarvi :)

#101 Comment By Lo Sparviero On 6 luglio 2008 @ 19:34

Valberici: L’arco viene associato ad un soldato debole perché:

*L’arco è un’arma a lunga gittata, praticamente inutile in un corpo a corpo.

*Di conseguenza l’arcere, a meno che non abbia anche una spada, rimane praticamente indifeso da un attacco frontale a distanza ravvicinata.

*L’arcere non è protetto da un’armatura molto spessa e pesante, come quella dei fanti o dei cavalieri, deve potersi muovere con rapidità sul campo di battaglia, spostandosi in posti sicuri da cui poter scoccare le frecce indisturbato.

*L’armatura, inoltre, lo renderebbe più impacciato e di conseguenza il movimento dello scoccare una freccia diventerebbe meno meccanico ed impreciso.

*In alcuni videogiochi (ad esempio Age of Empires) gli arceri vengono presentati come unità deboli, ma il loro danno è elevato.

*Dunque gli arceri sono una risorda preziosa, scoccando piogge di frecce possono rallentare l’avanzata di un esercito o disperedere i soldati più inesperti (e codardi) facendoli scappare come femminucce (citazione necessaria).

*In quanto risorda preziosa, gli arceri vanno protetti, per questo vengono fatti appostare sulle mura o su zone rialzate e difficilmente accessibili per il nemico e questo compensa anche la loro debole ed abbastanza inefficace armatura.

Spero di esserti stato di aiuto ;)!

Il troppo tanto umilissimo Sparviero.

#102 Comment By Gamberetta On 6 luglio 2008 @ 19:48

@Frau Blucher. L’incoronazione di Slyman è la penultima pagina del libro, non si sa cosa succede dopo, magari ci sono state proteste in tutta Dardamen…

@Valberici.

Comunque un longbow era letale a trecento metri e si usavano freccie con punta aguzza, capaci di perforare pesanti corazze (Crecy).

No, è un mito. Nessun cavaliere francese a Crecy è morto ucciso da una freccia a trecento metri di distanza. Non è semplicemente possibile, non c’era potenza sufficiente per penetrare le armature a quella distanza.
In realtà la maggior parte dei cavalieri francesi non sono stati proprio uccisi dalle frecce, ma dalla fanteria inglese, che interveniva dopo che gli arcieri sconquassavano le successi cariche, mirando ai cavalli, che non avevano protezioni.
Inoltre qui non si polemizza sul “valore artistico”, qui si invita a non scrivere boiate.

#103 Comment By Lo Sparviero On 6 luglio 2008 @ 20:04

Valberici: Non è bello copiare da Wikipedia le nozioni sul Longbow che mi appresto a citare testualmente:

« Il longbow costituiva una micidiale arma da guerra, senza concorrenti, permetteva infatti di scoccare anche 12 frecce al minuto (con una balestra se ne poteva scagliare non più di 1 al minuto) ad una distanza di anche 300 mt (impresa impossibile con gli altri archi diffusi in Europa in quel periodo), tuttavia era necessaria molta forza per essere teso, pertanto non erano molte le persone in grado di utilizzarlo (come i taglialegna). Durante la guerra dei cent’anni, combattuta tra il Regno d’Inghilterra e il Regno di Francia, il suo uso segnò la sconfitta della cavalleria pesante francese ».

Se è un mito o no, lo lascio decidere a voi: anche Wikipedia può sbagliare!
Il sapere è sacro, non dissacrarlo ;)!

#104 Comment By Clio On 6 luglio 2008 @ 20:56

A Valberici

Il punto è cosa maggiormente impedisce la “sospensione d’incredulità” ed io non penso che sia l’uso dell’ arco. ;)

No, ci sono anche altre boiate, ma l’arco è ricorrente nel pattume letterario.

E cavalli ed alabarde non necessariamente devono funzionare all’ “identico” modo. Trovami ad es. un cavallo che faccia le stesse cose di Ombromanto.

Ombromanto è UN cavallo eccezionale, tanto eccezionale che è famoso in tutta Rohan e non solo. Quindi per favore non facciamo esempi balordi, sarebbe come se io sostenessi che tutti i personaggi dei fumetti americani volano perchè Superman lo fa. Se è per questo Beorn si trasforma in Orso. O perdincibacco, come farà mai? Beorn è UN uomo eccezionale. Di regola gli esseri umani non si trasformani in orsi.

E ti consiglio di non leggere mai l’Orlando Furioso che troveresti cose che non stanno nè in cielo nè in terra.

L’ho già letto l’Orlando Furioso, un’opera magistrale ed umoristica che scherza e parodia i veri poemi cavallereschi. Se in una parodia i dodicenni ammazzano armigeri a cinquanta metri, io rido. Se in un romanzo serio dodicenni ammazzano armigeri a cinquanta metri, io metto il libro al riciclo. Se UN dodicenne uccidesse armigeri a cinquanta metri, sarebbe Momotarou ed il libro potrebbe piacermi.
Un romanzo storico racconta di cose VERE: in Shogun si narra di una nave Olandese che DAVVERO fece naufragio in Giappone, di un pilota inglese che è DAVVERO esistito, di una guerra che è stata DAVVERO gestita in quel modo (forse non nei minimi dettagli, concedo), e si è DAVVERO conclusa in quel modo (aggiungo che Clavell, avendo comunque romanzato i fatti storici, per onor del vero ha cambiato tutti i nomi in modo che fossero comunque riconoscibili i personaggi, delicatezza che molti scribacchini non hanno).
Un romanzo fantasy parla di un altro mondo (od un mondo talmente lontano da non essere più il nostro), in cui, per esempio, esistono i draghi. Un mondo simile deve essere intrinsecamente coerente e realistico (se io scrivo che il mago Frt può pietrificare la gente con lo sguardo è incoerente che il mago Frt si faccia legnare in uno scontro diretto con un troll), “realistico” nel senso che se io parlo di cose che esistono anche nel mondo vero, queste devono funzionare alla stessa maniera (se non funzionano allo stesso modo bisogna specificarne il motivo). Quando carico con una lancia punto avanti i piedi per scaricare l’urto sulle spalle del cavallo. In tutto l’Universo. Se A i piedi li punta indietro o monta un cavallo magico che non si spessa la schiena, o l’autore ha fumato.

Divertente però polemizzare sul “valore artistico” di un libro utilizzando logica e conoscenze tecnico-scientifiche. ;)

Non si polemizza, sono osservazioni oggettive: se non ti documenti scrivi stupidaggini. E’ un fatto. Tra l’altro non serve essere emuli di Regine Pernaud per accorgersi di certe cavolate.

In conclusione, un libro può essere greve di strafalcioni allucinanti e non essere da buttare: magari la trama è avvincente, oppure un certo personaggio è ben riuscito. Il film “Swords in the moon” sembra essere un sunto di assurdità storiche, ma la vicenda d’amicizia tra i due personaggi è bella e gli attori sono bravi: il film non è da buttare.
Ugualmente un libro può essere rigorosissimo e curatissimo, ma avere una vicenda noiosa e scontata.
In casi come Strazzulla (e per diversi aspetti Troisi, ma non solo) non solo il contesto presenta magagne (non solo gli archi, che ne sono anche altre), ma per di più le storie sono scontate. Ergo è letteratura-spazzatura. Poi può piacere lo stesso! Non è una questione di gusti, è una questione che l’opera in sè non vale nulla.

#105 Comment By Gamberetta On 6 luglio 2008 @ 21:01

@Lo Sparviero. Le frecce arrivavano anche a più di 300 metri, solo non penetravano le armature.
Per chiudere la questione, ho creato una pagina apposta.

#106 Comment By Clio On 6 luglio 2008 @ 21:16

Si noti come sia “esile” e debole l’arciere… Se non fosse per la brarba potrebbe benissimo essere una fanciulla elfica che si affaccia all’adolescenza!

#107 Comment By Okamis On 6 luglio 2008 @ 21:37

@ Clio:

L’ho già letto l’Orlando Furioso, un’opera magistrale ed umoristica che scherza e parodia i veri poemi cavallereschi.

Ehm, non è che ti confondi con “L’orlando innamorato”? Ariosto tutto voleva tranne parodiare i poemi cavallereschi, cosa che invece era nelle intenzioni di Boiardo, di cui il momento più alto è la parte ambientata sulla luna alla ricerca del senno di Orlando.

#108 Comment By Lo Sparviero On 6 luglio 2008 @ 21:42

Gamberetta: Chiara, sei grande! Ti amo XD!

#109 Comment By Clio On 6 luglio 2008 @ 21:48

Io sapevo che si prendeva anche beningamente gioco dei poemi dell’epoca. Poi io ho letto solo quello del genere di quel periodo, ma il professore ce la spiegò così se non ricordo male (e io non sono andata a leggermi gli autori minori per sicurezza, mi sono fidata e ho letto solo questo splendido poema ^_^).
Ad ogni modo è un’opera umoristrica che non vuole assolutamente essere presa sul serio.
Cosa che pretendono gente come Strazzulla o Troisi, for example…

#110 Comment By wewec On 6 luglio 2008 @ 22:00

@ Okamis. Guarda che li hai invertiti: confondi il Furioso con l’Innamorato.

#111 Comment By Clio On 6 luglio 2008 @ 22:02

Già… sulla Luna ci va Astolfo nel Furioso!

#112 Comment By wewec On 6 luglio 2008 @ 22:09

Già già: Boiardo scrisse un’opera seria successivamente proseguita con intento satirico da Ariosto.

#113 Comment By Frau Blucher On 6 luglio 2008 @ 22:09

Sto cercando in rete qualche recensione seria, ma vengon fuori solo dei marchettoni.
Prevedo un floppone, tanto più che l’Einaudi, a quanto pare, ha distribuito il volume incellophanato.
Nel genio della Strazzulla non ci credono nemmeno loro…

#114 Comment By Clio On 6 luglio 2008 @ 22:15

Io ho buttato un po’ l’occhio in giro… Non sono brava su internet, ma per la Troisi erano fioriti commenti del gente “bellixxximoooo! uauauau!” e versi simili, mentre sulla Strazzulla ho trovato sollo marchette spudorate (nemmeno tante però) e qualche blogger che esecrava raccapricciato tanta banalità
Sa anche a me che sarà un flop pauroso, forse la storia è troppo stupida perfino per i ragazzini in tempesta ormonale.
Mi dispiace per lei: forse tra una decina d’anni sarebbe approdata a qualcosa di decente, invece così ha le ali tarpate in partenza…

#115 Comment By ZioBlood On 6 luglio 2008 @ 22:25

@Okamis: Confermo cio che è stato detto: quello dell’Astolfo sulla Luna è il passo più celebre del poema ariostesco (ed uno dei passi letterari miei preferiti in assoluto).

#116 Comment By Okamis On 6 luglio 2008 @ 22:37

Ops, chiedo venia. Li ho proprio invertiti. ^_^ Vado a sotterarmi sotto l’Himalaya…

#117 Comment By Clio On 6 luglio 2008 @ 22:39

Take it easy, io l’ì per lì non me n’ero accorta, e dire che Astolfo è il mio personaggio preferito di tutta la letteratura ^_^

#118 Comment By Fabrizio On 6 luglio 2008 @ 22:59

BALESTRE AI SOLDATI DEBOLI??

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#119 Comment By wewec On 6 luglio 2008 @ 23:02

@ Okamis. Ma te par, nessun problema XD

#120 Comment By Clio On 6 luglio 2008 @ 23:03

No, va ricaricata, comunque il muscolo ci vuole.
Rassegnatevi, se fanno i guerrieri medievaloidi non possono essere dei giunchi, nè delle mammole ^_^
O meglio, possono anche… non durano più di dieci minuti, ma per dieci minuti possono!

#121 Comment By wewec On 6 luglio 2008 @ 23:06

@Fabrizio. Per caricare una balestra è necessaria una buona dose di forza, solo meno di quanta non serva per tirare con l’arco.

#122 Comment By Clio On 6 luglio 2008 @ 23:16

A Fabrizio
In effetti mi sono resa conto di essere stata un po’ (poco) acida, ma più che altro perchè mi irrita che qualcuno si faccia due risatine e dica con condiscendenza: “va bene, ha scritto una boiata, e allora? Io in un’ora insegno a un dodicenne a tirare e ammazzare a cinquanta metri…”
E’ un commento che mi equivale a: “ma dai, è fantasy!”
Chiedo venia comunque per l’acredine.

#123 Comment By Gamberetta On 6 luglio 2008 @ 23:28

@Fabrizio

BALESTRE AI SOLDATI DEBOLI??

Normalmente le balestre non venivano tese “a mano”, venivano usati ausili meccanici quali leve e martinelli, e questi sì, richiedevano una forza minima per essere usati. Perciò c’è poco da fare il sorpreso.

#124 Comment By Clio On 6 luglio 2008 @ 23:56

A Gamberetta
No, ci vuole una bella forza anche per la balestra, pure con l’aiuto di mezzi meccanici. Oddio, dipende anche dalla dimensione della balestra, ma balestre come quelle dei genovesi ad Agincourt (o come diavolo si scrive) richiedevano un certo sforzo, e soprattutto un certo tempo.

#125 Comment By Gamberetta On 7 luglio 2008 @ 00:15

@Clio. Domani proverò a cercare un altro filmato. Comunque il principio è lo stesso del cric con il quali sollevi un’automobile: le balestre a martinello (o martinetto che dir si voglia) non richiedevano alcuna particolare forza.

#126 Comment By Valberici On 7 luglio 2008 @ 00:30

@Gamberetta: “Comunque un longbow era letale a trecento metri e si usavano freccie con punta aguzza, capaci di perforare pesanti corazze (Crecy).”
Non credo che ci sia qualcosa di sbagliato in quello che ho scritto.
Un longbow può uccidere un uomo a trecento metri (anche se sarebbe abbastanza difficile data l’imprecisione dell’arma).
A Crecy sono state usate punte bodkin in grado di trapassare la piastra frontale di un’armatura francese dell’ epoca.
Non ho mai detto che cavalieri francesi siano stati uccisi da una freccia a lunga distanza.
Capisco comunque che il commento poteva essere interpretato diversamente, soprattutto perchè era in risposta ad una affermazione di Clio, e me ne scuso. :)
I cavalieri francesi, se non vado errato, furono feriti quasi esclusivamente a braccia e gambe.
Nel mio commento però una “boiata” l’ho detta. non ho specificato che il ragazzino deve tirare la freccia dall’ alto di un muro per poter trafiggere un guerriero a 50 metri. Non l’ho detto perchè si parlava di assediati che tiravano dall’ alto delle mura e così non son stato chiaro. :(
Ho anche guardato la pagina che hai creato e vorrei precisare solo un paio di cose.
Nessun longbow è giunto intatto alla nostra epoca.
il filmato dimostra che con ogni probabilità gli arceri inglesi non potevano forare una piastra frontale a lunga distanza.
Ma non che era impossibile uccidere un cavaliere a trecento metri.
Naturalmente mi comporto da “signor precisetti” ma credo che la precisione su questo blog sia apprezzata ;)

@Clio: non era mia intenzione liquidarti con un risolino di sufficienza, tutt’altro. ;)
Comunque non ho scritto di essere in grado di insegnare ad un bimbo come uccidere un cavaliere a 50 metri,
Sono convinto di saper insegnare a scagliare una freccia dall’alto di un muro verso il basso, naturalmente a casaccio. infatti ho detto che “non riuscirei ad insegnargli come si mira”.
In ogni caso non preoccuparti dell’acredine. Credo sia evidente che anch’io sto polemizzando, solo che mi piace farlo con calma ed educatamente, ma è solo una questione di gusti ;)

Appena ho un pò di tempo faccio un esperimento, con un arco e frecce moderne, non sarà molto indicativo ma voglio rendermi conto di persona se davvero è una sciocchezza ipotizzare un tiro dall’alto in grado di uccidere a 50 o 100 metri :)

Ancora una cosa sulle balestre.
Ha ragione Gamberetta, si usava un cric a doppia manovella. Il problema è che più diminuivi lo sforzo e più tempo ci voleva a caricare (maggiori giri di manovella).
Un arciere inglese invece riusciva a tirare anche 30 frecce al minuto.
Naturalmente ci voleva un grande allenamento, ed era questo a deformare permanentemente le ossa :)

#127 Comment By Priffry54 On 7 luglio 2008 @ 01:45

Ciao Gamberetta, sono nuovo. Vi seguo da sempre ed è la prima volta che scrivo.
Scusa se vado OT ma volevo proporre la recensione del libro “Perfect Life” di Andrea Spartà edito da Kimerik. C’è anche il sito ufficiale.

http://www.perfectlife.altervista.org

Da quello che ho capito è un fantasy “futuristico” e mi piacerebbe sentire il tuo parere a riguardo.
Un abbraccio.

#128 Comment By Leekanh On 7 luglio 2008 @ 02:38

Comunque non ho scritto di essere in grado di insegnare ad un bimbo come uccidere un cavaliere a 50 metri,
Sono convinto di saper insegnare a scagliare una freccia dall’alto di un muro verso il basso, naturalmente a casaccio. infatti ho detto che “non riuscirei ad insegnargli come si mira”.
In ogni caso non preoccuparti dell’acredine. Credo sia evidente che anch’io sto polemizzando, solo che mi piace farlo con calma ed educatamente, ma è solo una questione di gusti ;)

Ma sono solo io che appena ha letto il pezzo incriminato ha pensato “Wow, è più probabile che uccidano i loro alleati lì sotto!”

Comunque è vero che il fantasy per definizione tratta dell’incredibile (altrimenti non sarebbe un fantasy!), ma comunqeu anche il reame dell’incredibilità ha le sue regole…
Tra queste regole c’è anche quella che l’incredibile deve essere esplicito.
Dato che il mondo fantasy medio è estremamente nebuloso e le sue peculari regole (che in teoria dovrebebro essere diverse da fantasy a fantasy, ma recentemente basta dire “Mondo Fantasy” e hop, hai un set di regole prefatte mutuate da anni di assuefazione, senza alcuno sforzo) non sono note al lettore, lo scrittore ha l’obbligo di renderle esplicite quando queste hanno un effetto sulla trama…

In soldoni, deve essere presente la flag “Ehi lettore! questa cosa NON funziona come nella realtà”, il tutto ovviamente senza rompere la sospensione di incredulità.

Se lo scrittore non lo fa per ignoranza/pigrizia/presunzione o altre decine di motivi, le comuni convenzioni sanciscono che la situazione si svolge come nel mondo reale, e stop.
Le frecce del mondo strazzulliano lanciate da donne prive di addestramento e bambini possono uccidere uomini corazzati a 100 metri di distanza? Si certo, siamo nel mondo dell’incredibile del resto! Tuttavia, per accettare questa cosa altramente incredibile ho bisogno che l’autore me la giustifichi, altrimenti è una boiata e basta, nata dal fatto che l’autore non vuole documentarsi quel minimo che serve (e in questo caso serviva davvero molto poco) per non fare errori.
Le donne elfiche sono piccole e striminzite, non ricevono addestramento ma in realtà in quel momento una divinità è scesa sulla città e ha indirizzato al bersaglio i proiettili? Perfetto! Ma devi dirlo e dargli una precisa coerenza nella trama (certo che più Deus Ex Machina di così si muore :D).
Oppure, le frecce degli Eterni nella punta hanno un potentissimo quanto particolare magnete che individua automaticamente i nemici ignorando gli alleati ed accelera invece di rallentare con il tempo? Perfetto, però devi dirlo!
Oppure le frecce hanno in realtà dei retrorazzi teleguidati a distanza? Beh ok, certo che questi Eterni sono avanti anni luce!
Oppure non so, nell’universo della Strazzulla non esiste l’attrito? Va benissimo, anche se non invidio il poveraccio che inciampa! In ogni caso, vanno specificate, altrimenti funzionano come nel mondo reale, e nel mondo reale è una idiozia…

allo stesso tempo è un idiozia la faccenda delle 50 sciabole… Ma il tizio era accerchiato dai puffi?

#129 Comment By Stefano On 7 luglio 2008 @ 03:04

Nel Medioevo, per tendere una balestra si usava più spesso un sistema che abbinava una staffa a un uncino sulla cintura del soldato. Poca forza direi di no… il sistema a mertinetto è troppo lento, venne usato prevalentemente per la caccia molto più tardi.
Spesso la realtà ci darebbe modo di stupire il lettore fantasy con cose realistiche… basterebbe informarsi.
I solenaria bizantini lanciavano piccole frecce a quasi un km e perchè non riproporre in un romanzo fantasy, le balestre a ripetizione cinesi? Meglio di un Legolas che trasforma il suo arco in un fucile mitragliatore :-)

#130 Comment By gugand On 7 luglio 2008 @ 09:58

La balestra ha diversi vantaggi per persone piu’ deboli, rispetto all’arco.
La si puo’ caricare mettendosi nella posizione che piu’ si trova consona. Le balestre avevano spesso davanti un ferro su cui puntarci il piede cosi’ da tendere la corda con 2 mani. Questo ferro era anche fornito di punte o lame per essere utile in un eventuale corpo a corpo. Inoltre l’arma si puo’ mirare, a differenza dell’arco, senza avere tutti i muscoli sotto sforzo e quindi essere piu’ precisi.

Le balestre con pulegge o meccanismi per caricare la corda dovrebbero chiamarsi arbalestre (traduzione non ufficiale di arbalest). Erano praticamente i fucili dell’antichita’ (precisi fino a 500metri e freccia lanciata con una forza di 2 tonnellate) ed anche adesso potrebbero mettere in pensiero un soldato con giubbotto antiproiettili.

#131 Comment By Gamberetta On 7 luglio 2008 @ 11:13

@Priffry54. Me lo segno, ma non garantisco niente, perché la lista di romanzi da leggere (e volendo recensire) è lunghissima.

@Valberici. Gli esperimenti e le simulazioni riguardanti i longbow non sono campati per aria, perché non è vero che nessun longbow è arrivato fino a noi. Nel relitto della Mary Rose ne sono stati trovati 147, alcuni dei quali in perfette condizioni.

#132 Comment By Valberici On 7 luglio 2008 @ 11:36

@Gamberetta: no, non sono campati in aria, ci mancherebbe. Solo che non danno l’assoluta certezza che un cavaliere non possa essere ucciso a grande distanza. Siamo comunque certi che la piastra di un armatura non possa essere forata.
E nemmeno una cotta di maglia, correttamente indossata. :)
Però riguardo alla Mary Rose mi risulta che solo un paio di archi sono stati recuperati in condizioni discrete. E, se non sbaglio, si stimava la loro potenza in non più di 100 libbre. :)

#133 Comment By Gamberetta On 7 luglio 2008 @ 12:25

@Valberici.

Però riguardo alla Mary Rose mi risulta che solo un paio di archi sono stati recuperati in condizioni discrete. E, se non sbaglio, si stimava la loro potenza in non più di 100 libbre. :)

Sbagli. ^_^ Il reperto designato A812 è un arco lungo con libbraggio di 156,66 libbre. E notare che quest’arco ha una gittata massima di 297 metri. Perciò armatura o no, i cavalieri non li uccidi a 300 metri, non con gli archi più potenti usati a Crécy.

#134 Comment By Fabrizio On 7 luglio 2008 @ 12:49

ormalmente le balestre non venivano tese “a mano”, venivano usati ausili meccanici quali leve e martinelli, e questi sì, richiedevano una forza minima per essere usati. Perciò c’è poco da fare il sorpreso

A sì? Allora…

Nel Medioevo, per tendere una balestra si usava più spesso un sistema che abbinava una staffa a un uncino sulla cintura del soldato. Poca forza direi di no… il sistema a mertinetto è troppo lento, venne usato prevalentemente per la caccia molto più tardi.
Spesso la realtà ci darebbe modo di stupire il lettore fantasy con cose realistiche… basterebbe informarsi.

Posso essere sorpreso ORA?

#135 Comment By Valberici On 7 luglio 2008 @ 13:31

@Gamberetta: molto potente, non ci sono, credo, archi moderni di tale potenza.
Mi piacerebbe moltissimo provare un arco di quel tipo :)
Comunque a 297 metri la freccia arriva dopo una traettoria parabolica, vero? :)

#136 Comment By Stefano On 7 luglio 2008 @ 13:40

Che vuoi che ti dica Fabrizio: preditela con “l’Enciclopedia delle Armi” edita da Melita

#137 Comment By wewec On 7 luglio 2008 @ 15:38

@Valberici. Si, credo proprio che arrivino a tale distanza solo compiendo una traiettoria parabolica.

#138 Comment By barbara On 7 luglio 2008 @ 16:42

Anche passando su eventuali castronerie tipo combattimenti stupidi e archi si o archi no, quello che più mi lascia perplessa è l’originalità estrema di questa storia.
Una specie di Principe Grigio che deve salvare la principessa dal Signore del Male, e ci sono ben due Talismani, meno male che si chiama fantasy.
E’ vero che già moltissimo è stato scritto e che essere originali è difficile ma: il cavaliere che deve salvare la principessa rapita dal SdM è veramente troppo banale, credo che una storia del genere puzzi di trito anche a chi ha 15 anni e non ha mai letto niente in vita sua.

#139 Comment By Clio On 7 luglio 2008 @ 18:36

Il cavaliere che deve salvare la principessa è un archetipo, il che significa che se trattato senza estrema precauzione diventa un cliché. Se vuoi lavorare sugli archetipi devi metterti in animo che sarà difficilissimo tirar fuori qualcosa di originale o succoso.

Per quanto riguarda armi e prestanza fisica, secondo le parole di Olivier Patroux-Gracia nel “Traité de combat médiéval” edito da Budo (niente in confronto al ben più ponderoso “Le combat médiéval”, ma sufficiente per farsi un’idea se vuoi scrivere di lotta in un romanzo):
il combattimento medievale, qualsiasi sia l’arma usata, comporta un notevole sforzo e richiede un fisico tremprato, temprato non in palestra due volte la settimana, ma sempre: corsa a piedi, esercizi, marce, eccetera. Questo solo per poter maneggiare le armi per più di venti minuti. Di qui a saperle usare bene, è un’altra parrocchia. Una persona esile di costituzione e senza allentamento, o è la ninfa della Fonte Sibilla sotto mentite spoglie, o farebbe meglio a lanciar tegole :)
A Leekanh:
Ma i loro erano ancora sotto a menarsi? Io avevo capito che fossero stati massacrati tutti, quindi potevano tirare nel mucchio (mucchio che sta ad una distanza assurda, ma pazienza). se così non è… wow, questa non è ignoranza, è delirio puro O_o

#140 Comment By Leekanh On 8 luglio 2008 @ 14:13

A Leekanh:
Ma i loro erano ancora sotto a menarsi? Io avevo capito che fossero stati massacrati tutti, quindi potevano tirare nel mucchio (mucchio che sta ad una distanza assurda, ma pazienza). se così non è… wow, questa non è ignoranza, è delirio puro O_o

Non ho capito benissimo nemmeno io, non avendo (e non avendo intenzione) letto il libro…
Tuttavia a logica mi pare molto ma molto improbabile, nonché stupido, che tutti gli alleati siano stati uccisi.
Se invece sono stati uccisi tutti, i generali alleati sono degli emeriti imbecilli, visto che tanto il bambino medio ha la forza per tendere un arco e scagliare frecce letali a più di 100 metri, in principio, io farei combattere donne e bambini (diamine, sono dei mostri!) poi, io avrei usato solo loro sugli spalti, se le frecce degli eterni sono così devastanti, a che cavolo serve un esercito quando hai pioggia di morte così, senza sforzo?

Per quanto riguarda armi e prestanza fisica, secondo le parole di Olivier Patroux-Gracia nel “Traité de combat médiéval” edito da Budo (niente in confronto al ben più ponderoso “Le combat médiéval”, ma sufficiente per farsi un’idea se vuoi scrivere di lotta in un romanzo):
il combattimento medievale, qualsiasi sia l’arma usata, comporta un notevole sforzo e richiede un fisico tremprato, temprato non in palestra due volte la settimana, ma sempre: corsa a piedi, esercizi, marce, eccetera. Questo solo per poter maneggiare le armi per più di venti minuti. Di qui a saperle usare bene, è un’altra parrocchia. Una persona esile di costituzione e senza allentamento, o è la ninfa della Fonte Sibilla sotto mentite spoglie, o farebbe meglio a lanciar tegole :)

Nonostante siano francesi, ed i francesi di scherma ci capiscono poco (ah! l’ho detto! :p meglio gli italiani, non fatevi ingannare!), le cose dette sul trattato sono verissime, nel fantasy alla fin fine è una cosa relativamente tollerabile, del resto si parla di eroi, non dei primi venuti, tuttavia poi un esercito di mingherlini dai denti perfetti e la pelle liscia e vellutata che ama indugiare nei piccoli lussi come il bagnetto nella schiuma con gli amici (ce le avranno le paperelle?) è ridicolo…
Ecco, prendete i soldati romani! Quelli si che sono soldati seri, altro che elfetti!
Rimediate un bel libro su come venivano addestrati, nel tempo libero li mandavano a costruire ponti, torri e costruzioname vario, e non è un caso che siano l’esercito più potente dei tempi antichi…

#141 Comment By Angra On 8 luglio 2008 @ 14:55

@Valberici:

@Gamberetta: molto potente, non ci sono, credo, archi moderni di tale potenza.
Mi piacerebbe moltissimo provare un arco di quel tipo :)
Comunque a 297 metri la freccia arriva dopo una traettoria parabolica, vero? :)

Tieni presente che l’energia necessaria a tendere l’arco non è l’energia che l’arco imprime alla freccia, perché una parte considerevole viene dissipata. Un moderno compound resituisce circa il 75-80% dell’energia immagazzinata, percentuale inarrivabile per un arco medioevale. E’ probabile che un moderno compound da 80 libbre sia più potente di un longbow da 150.

Sulla traiettoria: in presenza di gravità è sempre parabolica. Vale in qualunque caso, anche per il proiettile sparato da un fucile. Tirare verso l’alto aumenta la gittata ma non la velocità. La freccia viene decelerata dalla forza di gravità e dall’attrito con l’aria mentre sale, e accelerata dalla forza di gravità quando scende, ma sempre rallentata dall’attrito. In sostanza: la velocità della freccia quando tocca terra sarà sempre inferiore a quella di quando la freccia ha lasciato la corda, e tanto più bassa quanto più la freccia è rimasta in volo. Tirare dall’alto delle mura aumenta un po’ sia la gittata che la velocità finale ma non più di tanto, dato che non parliamo di centinaia di metri di quota.

#142 Comment By Gamberetta On 8 luglio 2008 @ 15:10

@Leekanh. Sì, quando le prodi fanciulle elfiche tirano dagli spalti sull’Esercito Nero, i Buoni stanno ancora combattendo. Ovviamente nessuno di loro viene colpito dal fuoco amico, non è che le elfe tirino a casaccio, ammazzano solo i Brutti.

#143 Comment By Davide On 8 luglio 2008 @ 15:39

“Il cavaliere che deve salvare la principessa è un archetipo, il che significa che se trattato senza estrema precauzione diventa un cliché. Se vuoi lavorare sugli archetipi devi metterti in animo che sarà difficilissimo tirar fuori qualcosa di originale o succoso.”

Non me ne parlare: sto cercando di scrivere una storia lunga (dire “romanzo” mi sembra motlo pretenzioso) che ha fra gli elementi principali proprio gli archetipi e il loro ruolo… E non è facile non cadere nella banalità più assoluta.XD

#144 Comment By Clio On 8 luglio 2008 @ 18:09

A Davide
Faccio il tifo per te ^_^ E’ difficile usare gli archetipi, ma sa ci riesci puoi mettere insieme qualcosa di veramente eccellente!

A Gamberetta: ganzissimo! Questa non è disinformazione, è demenza senile precoce, molto precoce… Va bene, chi dice ancora che la scena non è delirante?
“Traete, traete, sono tutti inimici…” Mi pare fosse proprio a Crecy :D Ma potrei sbagliare…

#145 Comment By Signor Stockfish On 8 luglio 2008 @ 19:12

@Clio: ne “Il Dominio della Regola” di Milena de Benedetti i Buoni attaccano a sorpresa l’accampamento dei Cattivi. Prima fanno attaccare la fanteria e poi, mentre è in atto il corpo a corpo, la cavalleria pesante ^_^. Un bijoux…

#146 Comment By tuareg On 8 luglio 2008 @ 19:36

Se si parla di tattica, allora bisogna interpellare il Sultano del Brunei: non gliele avranno mica date per niente tutte quelle medaglie! A meno che invece non se le metta per ravvivare l’abito, che senza risulterebbe un po’ dimesso :-)

#147 Comment By Frau Blucher On 8 luglio 2008 @ 21:16

Ma perchè il Signore delle Tenebre lascia una lettera quando rapisce la principessa?
Se gli elfi sono i Buoni, perchè proibiscono i matrimoni misti?

#148 Comment By Okamis On 8 luglio 2008 @ 22:20

@ Frau Baucher:

1) Perchè altrimenti la trama non andrebbe avanti. Te li vedi gli Elf… gli Eterni chiamare il RIS per le indagini? XD
2) Perchè altrimenti non ci sarebbe conflitto. E senza conflitto la trama, di nuovo, non proseguirebbe.

Queste sarebbero le motivazioni, poi che la loro applicazione avvenga a un livello molto elementare è tutto un altro discorso ;) Comunque se preferisci, ci sono anche le seguenti ragioni:

1) Perchè sì! Perchè è fantasy!
2) Perchè sì! Perchè è fantasy!

Contento ora? XD

(Gamberetta, stai generando dei mostri! >_<)

#149 Comment By Frau Blucher On 8 luglio 2008 @ 22:55

@Okamis

(Gamberetta, stai generando dei mostri! >_<)

Assolutamente vero! Pensa che per colpa sua ho pure letto le Cronache del Mondo Emerso!
Sono arrivata a questo blog perchè volevo approcciare il fantasy, l’unica mia esperienza essendo LoTR, ma mi sta passando la voglia.
Penso che mi darò a Magdeburg, che ho visto a cinque euri edito da TEA.

Ora, tornando in topic, penso che sia la lettera, sia la società degli elfi tutta tesa a preservare la purezza della razza rendano già in partenza il testo assolutamente debole. Ora, visto che Einaudi ha preferito risparmiare sul prezzo di un consulente per le scene di battaglia, ci sta che siano raffazzonate visto che il libro è pensato per un target di max tredicenni. Ma rivedere cose come la lettera aggiungendo qualche capitolo in cui i nostri eroi scoprono da soli l’autore del ratto, e fare in modo che l’amore di Lyannen per Eileen, visto che non li si vede mai insieme, fosse platonico e mai dichiarato, senza far traspaire un fastidioso razzismo di fondo, sono cose che non richiedono un gigante del pensiero per arrivarci.

Insomma, sta ragazzina è stata mandata allo sbaraglio come carne da macello. Io trovo il tutto veramente turpe.

PS: sono la signorA Blucher! :)

#150 Comment By Okamis On 8 luglio 2008 @ 23:23

Esattamente come la penso io. La Strazzulla mi fa una pena infinita (e non lo dico in senso ironico), perchè non si rende conto (ma spero che lo faccia) che non è nient’altro che una marionetta manovrata dall’Einaudi, la quale non si farà certo problemi ad abbandonarla a se stessa al momento più opportuno.

#151 Comment By Leekanh On 8 luglio 2008 @ 23:34

@Leekanh. Sì, quando le prodi fanciulle elfiche tirano dagli spalti sull’Esercito Nero, i Buoni stanno ancora combattendo. Ovviamente nessuno di loro viene colpito dal fuoco amico, non è che le elfe tirino a casaccio, ammazzano solo i Brutti.

Al di la di ogni mia più rosea aspettativa!
Io credevo che perlomeno avessero avuto il buon gusto di fare una ritirata tattica, ma qui si va proprio allo sbaraglio!
Il che avvalora la mia tesi delle frecce magnetiche degli eterni con tanto di auto-bersaglio! Seek&Destroy!

@Clio: ne “Il Dominio della Regola” di Milena de Benedetti i Buoni attaccano a sorpresa l’accampamento dei Cattivi. Prima fanno attaccare la fanteria e poi, mentre è in atto il corpo a corpo, la cavalleria pesante ^_^. Un bijoux…

Sigh… Ma perché non usano un po’ di logica? Non dico diventare tutti dei novelli Sun-Tzu, però…

Sono arrivata a questo blog perchè volevo approcciare il fantasy, l’unica mia esperienza essendo LoTR, ma mi sta passando la voglia.

Passa al Mondo Disco, Passa al Mondo Disco, Passa al Mondo Disco, Passa al Mondo Disco, Passa al Mondo Disco, Passa al Mondo Disco, Passa al Mondo Disco.

Ok scusa, era più forte di me! No comunque davvero, i libri di Pratchett meritano davvero! Se poi come me ti piace leggere e contorcerti dalle risate, le avventure fuori dagli schemi, i personaggi originali ben sfaccettati e la satira intelligente è ottimo!

In ogni caso, non demordere! C’è tanta spazzatura, ma anche tante chicche che meritano.

#152 Comment By Adalbrecht On 9 luglio 2008 @ 12:15

saluti agli abili e implacabili pescatori

ho scoperto da poco questo bel sito e mi dispiace di non averlo fatto prima comunque il problema fondamentale è che purtroppo in italia questa “fame di fantasy” è unicamente legata alla moda (e il che fa pensare ma hanno fatto bene a fare il film del signore degli anelli? adesso il mondo è pieno di persone che credono di conoscerlo solo per aver perso un paio d’ore guardando un dvd, il quale fa pensare all’opera di tolkien come a un romanzetto le cui idee sono state usate anche in questo libro buono=bello cattivo=brutto) da qui il tentativo di far nascere qualcosa anche in Italia con questi risultati (che fine hanno fatto i personaggi come Elric?, possibile che tutti pensino solo a salvare il mondo senza un motivo reale?) mi chiedo come mai tanti bei romanzi vengano scartati solo perchè non sono adatti a chi riesce a fare dei ragionamenti un po’ più complessi di quelli che si fanno in prima elementare. Ma ci hanno presi tutti per cerebrolesi? A differenza dell’estero dove il fantasy è adatto a tutte le fasce d’età e anzi alcune opere sono indirizzate ad un pubblico adulto, con alcune eccezione (lasciamo perdere paolini che potrebbe competere con la troisi per banalità e stupidità della storia oltre che per lo stile)
Comunque non concordo con Gamberetta nel parlare del crepuscolo del fantasy italiano, voglio dire, abbiamo mai avuto un epoca di splendore? non mi ricordo di opere fantasy italiane particolarmente brillanti o che verranno ricordate a lungo…ammettiamolo il Fantasy (con la F maiuscola) in Italia è ancora un genere di nicchia e anche chi ha buone idee si trova rifiutato dalle case editrici perchè c’è poco mercato
concludo aggiungendo che adesso vado ad accendere un cero (o il suo equivalente) in ogni luogo di culto di qualsiasi religione che mi viene in mente (per praticità comincio dalla chiesa vicina a casa però prima di migrare al nord in cerca di altari dedicati ad odino) sperando che qualche divinità ce la mandi buona e faccia scendere uno spirito illuminato nelle menti degli editori italiani (o che li punisca per le boiate che pubblicano, sarebbe già una soddisfazione).
In attesa di nuove recensioni porgo i miei più sentiti auguri ai pescatori per il loro duro lavoro

#153 Comment By Morgante On 9 luglio 2008 @ 22:00

Ho una piccola curiosità, Gamberetta.

Per questo articolo avevi chiesto di quale tra i libri citati si voleva leggere una recensione. Quindi Strazzulla, Troisi, Ghirardi.
Altrove avevi accennato ad Estasia di Francesco Falconi, ma se ho capito alla fine tu e tuo fratello avete deciso che non ne valeva la pena.
Io non l’ho letto, speravo “un tempo” di riuscire a leggere almeno una recensione che non fosse pubblicità maldestra, di paroloni, iperboli… che non descrivono mai la trama, come in metà dei romanzi che trovo in giro purtroppo (le storie non esistono, solo i vari contesti antro-socio-psico- pseudo ecc, ecc).
Volevo solo chiederti:
come mai D’Angelo, Strazzulla, l’autrice de La dea nascosta, o altri avete avuto la forza di recensirli, e quel romanzo invece no? Era così terribile, o non avete avuto proprio il tempo di leggerlo? O non ti attirava proprio la trama? Dato che non riuscivo a trovare nessuna recensione seria, speravo di strappare almeno il motivo per il quale qualcuno non ne aveva nemmeno voluto sapere niente.

Ma è solo un fastidioso tarlo, se non vuoi rispondere…sarà già una risposta, no? : )
Grazie, ciao ciao

#154 Comment By Gamberetta On 9 luglio 2008 @ 22:32

@Morgante. La storia di Estasia è questa: mio fratello aveva cominciato a leggerlo quasi un anno fa; all’inizio non gli era neanche dispiaciuto, ma poi pian piano l’ha trovato sempre più noioso e insipido. Intanto passava il tempo e le polemiche diventavano sempre più feroci. Una volta terminata la lettura, rendendosi conto di dover scrivere una recensione molto negativa, ha deciso di lasciar perdere, perché a differenza mia non gli piace più di tanto polemizzare (ed era indietro con gli esami all’università).
Così ho preso in mano io il romanzo, e ho cominciato a leggerlo a spizzichi e bocconi, ma c’era sempre qualcosa di più urgente o interessante. Adesso per recensirlo dovrei (ri)leggerlo con calma da capo e non ho nessuna voglia.
Inoltre certi atteggiamenti del signor Falconi (tipo il recensire in maniera sperticata un romanzo della Troisi però evitando con cura di chiarire di essere amico e vicino di casa dell’autrice) non mi sono piaciuti proprio per niente. Sono stufa di buttare il tempo per occuparmi di gente del genere.

Comunque il romanzo è appunto disponibile via emule, il mio consiglio è di scaricarlo e provare a leggerlo, così puoi constatare di persona la qualità (e se poi ti piace nessuno ti vieta di comprarlo).

#155 Comment By Morgante On 10 luglio 2008 @ 06:50

Ok,
immaginavo fosse anche per la storia delle lodi che tesse intorno alla Troisi. Ho letto anch’io alcune sue interviste a riguardo e le ho trovate proprio esagerate (come i suoi commenti al suo stesso romanzo: hm, anche lui ad esaltare contesti socio-antro-psico e vattelapesca). Di solito questo lo fa chi recensisce, chi scrive arriva al nocciolo, o dovrebbe. Nelle interviste della Rowling che ho letto, ad esempio, andava sempre al sodo, alla storia…che è sempre quella che conta, no?
Quindi no, non mi va per niente di leggerlo, anch’io sono rimasta infastidita, e volevo rimediare sbirciando nel romanzo con una recensione. Ma resta un romanzo che non entrerà nella mia lista.
Per ora leggo Cosa Nostra che sei nei cieli; librettino breve ma divertente!

Grazie, ciao

#156 Comment By coco On 10 luglio 2008 @ 17:07

Un saluto a tutti i pescatori da un “vecchio” lettore, appassionato di fantasy da quando (tanti anni fa) a 14 anni lessi per la prima volta Lo Hobbit.

Compro tanti libri di fantasy, purtroppo più di quanti riesca a leggerne per il momento, e volendo dare fiducia ad un’autrice italiana ho comprato questo libro della Strazzulla: quello che più mi ha fatto incavolare dopo averlo letto non sono tanto i soldi spesi, quanto il mio tempo libero (poco purtroppo) speso per costringermi a finirlo!!

@gamberetta: mi ritrovo nei tuoi giudizi; anche a parer mio questo è un brutto libro, veramente BANALE e che, cosa mai accaduta nei tanti tanti libri letti sinora, l’unica sensazione che mi ha trasmesso mentre lo leggevo è stata la NOIA.

@Frau Blucher: per fortuna la fantasy non è scritta solo da Strazzulla o Troisi ma anche da Martin, Stroud, Hoob, Scott Lynch e tanti altri nuovi bravi autori che proseguono a uscire, come Patrick Rothfuss: il suo libro di esordio, Il nome del vento, lo CONSIGLIO a tutti gli appassionati di fantasy.

#157 Comment By Nutza On 11 luglio 2008 @ 00:23

Sì, peccato che il tanto vantato Nome del Vento costi qualcosa come 20 euro e passa… Speriamo in un’edizione economica o nel peer-to-peer. Sono davvero ansiona di leggerlo…

Passando ad altro: stanotte ho terminato Un nuovo regno (sì, lo confesso: presa dai bollori del Natale scorso ho avuto l’insana idea di comprarlo…); per le riflessioni rimando al mio blog, ma in ogni caso non ho rilevato nulla di chè… le solite troisianate.

Però mi piacerebbe leggerne una recensione su questo sito: c’è qualche speranza?

#158 Comment By Gamberetta On 11 luglio 2008 @ 11:26

@Nutza.

Però mi piacerebbe leggerne una recensione su questo sito: c’è qualche speranza?

Non credo. Sono arcistufa del Mondo Emerso, se proprio devo di nuovo leggere qualcosa della Troisi, leggerei “La Ragazza Drago”, ma ne faccio volentieri a meno.

#159 Comment By Lerajies On 11 luglio 2008 @ 19:13

Testa di pigna? Ma che e’, il fantabosco?

#160 Comment By Valberici On 11 luglio 2008 @ 19:18

Dunque…ho provato.
Devo ammettere che è impossibile per un ragazzino forare una lamiera spessa 2 mm tirando dall’ alto di un muro di 30 metri, se la suddetta lastra è sistemata a più di 15 metri dalla base del muro :)

Per la prova ho usato un vecchio compound Black Bear II (tarato a 50lbs), frecce con asta in carbonio (da spendere poco) e punta in ferro.
Probabilmente con una punta in acciaio avrei fatto di meglio ma non di molto.
Avrei potuto aumentare il libbraggio (basta cambiare punto d’attacco della carrucola e della corda) ma poi mio figlio (che ha 12 anni) non sarebbe più riuscito a tenderlo. ;)

C’est tout. :)

#161 Comment By Pure Steel On 21 luglio 2008 @ 18:28

L’ho comprando credendo che Einaudi fosse una garanzia, invece mi sono ritrovata davanti ad un’operazione di marketing partita in modo a dir poco tragico. Vogliono espandersi anche nel genere fantasy? Magari non avessero preso il primo libro che gli passava sotto mano le cose sarebbero andate diversamente…
E poi ancora rido per Scrubb figlio di Attilis (o qualcosa del genere) che è un pò come dire “Michelangelo, Raffaello, Leonardo e… Xbfciebgre!”.

#162 Comment By gugand On 22 luglio 2008 @ 08:34

Io comincio a pensare che gli editori si sono accorti che il fantasy vende solo loro non lo conoscono (forse perche’ manco lo leggono) e quindi tirano fuori robe come Troisi & Strazzulla. Purtroppo non ho conferma o smentita di questa mia idea e non so nemmeno quanti racconti fantasy ricevano ogni anno da scrittori mai pubblicati.

E poi puo’ darsi che noi italiani siamo proprio incapaci di scrivere fantasy :)

#163 Comment By wewec On 22 luglio 2008 @ 19:57

@Pure Steel. Ehi, hai qualcosa contro Xbfciebgre?!

#164 Comment By Fantaman On 22 luglio 2008 @ 20:12

No davvero ragazzi, qualcuno svegli gli insegnanti di questa ragazzina dal plagio e comunichi a gran voce qualcosa di sensato su Achille!
Sento che si sta scivolando nel baratro più nero dell’idiozia!

#165 Comment By Hamcha On 22 luglio 2008 @ 21:48

(IKEA sul captcha? mah)

“Un Add-on per Firefox che blocca l’accesso a MySpace”
Mi serviva proprio, grazie :D [...] Doh, incompatibile.

Bellissima Recensione

“perché scrivere non è una cosa che s’impara, è una cosa che ti viene, è come uno starnuto”
Vuol dire che se in una lettera la mando a quel paese in modo poco gentile lei mi deve rispondere “Salute”?
Io ho imparato a scrivere a 6 anni, contenta lei che è nata imparata :D

#166 Comment By Clio On 23 luglio 2008 @ 14:37

Io a 20 sto ancora imparando. Sarò un caso perso? :D
A imparare sempre si comincia e mai si finisce, come ci disse una sensei. Credo che la Strazzulla confonda i campi dell’ispirazione e della messa in pratica. L’ispirazione può venire senza nessuna “scuola” secondo me, poi però occorre la tecnica per tradurla in qualcosa di reale.

#167 Comment By Pamy & Moldy On 30 luglio 2008 @ 11:34

Io e la Moldy tremiamo davanti al genio Strazzulla.
Oltre al fatto che 20 euro è una ladrata per un libro che ne vale sì e no 2, ci chiediamo, oltre le operazioni di marketing che si conoscono, come una casa editrice del genere abbia potuto fare una cosa simile!
In più abbiamo saputo da fonti abbastanza attendibili le NUMEROSSISSIME revisioni sul romanzo. Chissà com’era il prodotto originale Strazzulliano! Basta udire le quattro idiozie che blatera su youtube.
A 17 anni bisogna pensare a studiare e crescere. Si deve leggere, leggere, leggere e solo dopo si può forse tentare di avvicinarsi ad una penna in punta di piedi, prenderla e schizzare su un foglio giusto qualcosina.
Nooooo, Strazzulla addirittura 753 pagina. Wow. Che prodigio.

In realtà stiamo sognando. Poi ci sveglieremo da tutti questi incubi?

#168 Comment By zeros On 30 luglio 2008 @ 12:39

“Bella” recensione anche se all’autrice dovrebbe farebbe venire un sano coccolone letterario.
Grazie di avermi fatto risparmiare tempo, soldi e disgusto. ^_^

#169 Comment By mariateresa On 3 agosto 2008 @ 18:31

Prima di tutto devo dire che forse sarebbe meglio illustrare con calma i lati positivi del libro perchè,come la maggior parte delle cose a questo mondo,anche Gli eroi del crepuscolo ha i suoi punti di forza.Il primo ritengo sia lo stile in cui è scritto,salvo alcune sciocche espressioni usate come insulti o nei duelli.Non si può negare che la ragazza sappia scrivere bene e abbia talento.Il secondo è la storia.Rimanda al romanzo epico cavalleresco,in cui la quest prevedeva il ritrovamento della donna amata,come per esempio Il Cantare di Florio e Biancifiore.Quanto ai deus ex machina,credo che l’unico torto della ragazza sia quello di averne abusato.Ne bastava uno usato al punto giusto,come facevano certi greci e latini nelle loro commedie(mi viene in mente il buon vecchio Plauto),e risparmiare circa un centinaio e più di pagine inutili.La cosa più sbagliata è stata usare questo espediente per due volte di seguito verso la fine del racconto.La falsa fine del Signore delle Tenebre è proprio inutile!O quanto meno avrebbe dovuto terminare lì e non creare altri impicci con la trama.Perchè la trama è male articolata,e questo rovina un po’ tutto il libro.E si,concordo nel dire che i personaggi sono non solo stereotipati,ma anche privi di una qualsiasi peculiarità caratteriale e culturale.Per fare il paragone con Tolkien(chiedo il perdono del defunto scrittore!),il professore ha saputo creare non solo un mondo vasto e ben descritto,ma anche razze reali fisicamente grazie alla cultura diversa che ha donato ad ognuna.E non ha tratto queste culture dal nulla,bensì dai popoli che hanno descritto per primi nelle loro mitologie elfi,fate,folletti e via dicendo.Dandogli una cultura,gli ha fornito anche una propria identità,quella che manca agli eroi della strazzulla.

#170 Comment By gugand On 3 agosto 2008 @ 19:26

@mariateresa:
probabilmente la Strazzulla non scrive male, ho gia’ letto qualche sua riga in giro, ma il libro non comprerei manco morto solo per il fatto che il cattivo si chiami “Signore delle tenebre”.
E’ orrendo e mostra totale mancanza di fantasia.

#171 Comment By mariateresa On 3 agosto 2008 @ 23:57

Quello che mi sconvolge è la facilità con cui Slyman e Lyannen sconfiggono la Tenebra.Un espediente del genere sarebbe stato ottimo in una guerra normale(io nel mio libro ne ho usato uno simile alla fine,ma non per concludere definitivamente)ma non in una guerra contro un’entità che,con ogni probabilità,ha origini divine.Forse è solo ingenuità della Strazzulla il credere che la Tenebra,alias il Male,possa essere sconfitto per sempre con tanta facilità e da due esseri comuni.Anche senza fare ricorso ad un piano religioso,ci si rende ben conto nella vita vissuta che quelle combattutte contro il male sono solo battaglie,non guerre definitive.Il Male ritorna,anche se lo si riesce a sconfiggere per un po’.Tolkien,che io giudico il maestro del fantasy per eccellenza,era consapevole di questo anche senza mettere in ballo la religione.E difatti Frodo e Sam non riescono a sconfiggere del tutto Sauron,che pure non è il Male assoluto.Disperdono il suo spirito,ma non il Male che egli rappresenta.Allontanano,e sottolineo allontanano,la minaccia di distruzione del nemico,ma non annientano del tutto la possibilità di distruzione.Lo stesso Frodo,a conti fatti, fallisce la sua missione.Il Male contro il quale combatte è troppo grande per lui solo,e può essere solo allontanato per un lasso di tempo più o meno breve.Ed è per questo che Frodo alla fine non riesce più a guardare il mondo con gli stessi occhi,perchè in cuor suo sa di non poter curare tutte le ferite che la guerra ha inferto alla sua terra,nè di poterla preservare per sempre dal Male.

#172 Comment By Forrest Gump On 4 agosto 2008 @ 04:27

Mi domando che vita faccia questa Chiara strazzulla. Di sicuro legge manga (non ci vuole un genio per capire che il suo eroe rinnegato è la brutta copia di Inuyasha), studia (almeno credo), esce con gli amici, e… scrive libri per la Einaudi!?
No, seriamente: quali sono i requisiti per pubblicare un libro per Einaudi?
Accidenti, vuoi vedere che mi viene la sindrome di Harry Potter? Un bamboccio qualsiasi che sconfigge il più potente tra i maghi…
Ah no, è vero: Harry aveva il potere di Amare.
La strazzulla che potere avrà?
E io che perdevo tempo con le ragazze…

#173 Comment By wewec On 4 agosto 2008 @ 11:06

Il Potere Dell’Amicizia™!

#174 Comment By meloth On 4 agosto 2008 @ 15:17

Harry Potter è molto più credibil,verosimile,de Gli Eroi del Crepuscolo.I segni del Male fatto da Voldemort restano anche dopo la sua morte,che non è una morte causata da un ragazzino insignificante in confronto al nemico,ma una morte causata dalla sua stessa malvagità.Il suo stesso male finisce per ritorcerglisi contro.Un po’ la stessa fine che fa Saruman,tradito da quello che considerava uno strumento per diffondere il suo potere.Questo è fattibile,è reale.E mi arrabbio a chi dice:ma il fantasy è fantasy!Per questo dovrebbe nutrirsi di menzogne?No.Io credo nelle parole di Tolkien, contenute nel suo saggio sulle fiabe.La fantasia si nutre della realtà e la nobilita,va oltre il materiale.Quando si nutre di bugie diventa solo morbosa illusione.E la Strazzulla,specie con quelle fatine alate,ha commesso quest’errore.Un errore che io reputo fatale per il suo libro.Quanto al fatto che sia riuscita a pubblicare con Einaudi,mi sono accorta che le grandi case editrici pubblicano spesso romanzi il cui genere è di moda in quel momento.Ma questo non significa che il libro sia più bello di uno pubblicato da una piccola casa editrice.Tra poco prenderò accordi con l’Einaudi riguardo alla mia trilogia.Ne ho già pubblicato il primo libro con una media casa editrice,ma i punti di distribuzione sono troppo pochi e il costo è stato elevato.Ma i miei libri restano brutti o belli a prescindere dalla casa editrice che li stampa.Può essere più bella solo la copertina(ammetto che ha il suo peso e che questo è uno dei motivi per cui voglio cambiare casa)ma il contenuto resta quello

#175 Comment By Filippis On 5 agosto 2008 @ 13:14

Visto che, a chi non è daccordo con il tuo parere è praticamente preclusa la possibilità di dissentire su ciò che non sia “gli Eroi del Crepuscolo è una schifezza” (tue testuali parole), tenterò di limitarmi a commentare questa tua ridotta recensione:

“…ecco una recensione veritiera, precisa e di poche parole de Gli Eroi del Crepuscolo: Gli Eroi del Crepuscolo è una schifezza.”

Già il fatto che non tutti siano daccordo con te non la rende un po’, diciamo così, “falsiera”?
Facciamo così, adotto la tua tattica: farò una breve recensione sulle tue critiche e starà a te decidere se leggere gli approfondimenti.
NON SONO DACCORDO CON TE PRATICAMENTE IN NULLA.
Andiamo ad analizzare solo alcuni dei punti in cui siamo in disaccordo, sempre se hai intenzione di proseguire la lettura del mio umile commento: tanto per cominciare, mi pare giusto che gli elfi si lavino ogni tanto (guarda che non è un reato: fa bene un lavaggio ogni trecento pagine di lotte e lunghi viaggi; se la cosa la trovi così inusuale ti conviene abituartici perché prima o poi toccherà anche a te farti una doccia!); il fatto che quel benedetto elfo avesse cura dei suoi denti in maniera paranoica non fa che renderlo il più normale della storia (E comunque il mio parere non cambia, abituati al lavaggio dei denti: ti perseguiterà per una vita intera!); tutto il pezzo che riguarda morte miracoli e risurrezione di Ventel mi fa emeritamente schifo.
Vabbe’, basta così, mi sento in colpa a criticare perfino recensioni così perfide. Ad ogni modo, mi dispiace che tu abbia una visione così pessimistica dei libri che leggi… tenta di trovarne il meglio, anche se quello non si può ironizzare a tuo modo.

#176 Comment By gugand On 5 agosto 2008 @ 15:16

Filippis, hai solo detto che non ti piace la recensione, dove sono le analisi?

#177 Comment By wewec On 5 agosto 2008 @ 16:57

@Filippis. Vedi, il problema degli elfi che si fanno il bagno con le bollicine e che a mille anni hanno dei denti perfetti non è tanto il compromettere la trama, quanto piuttosto l’etichettare l’intero libro come fanfiction yaoi, dove non importa che un personaggio millenario sia realmente milenario, quanto che sia figo e attiri l’immaginazione ( comunque non c’è bisogno che ti senta in colpa: oltre al non essere d’accordo non hai praticamente detto nulla! )

#178 Comment By mariateresa On 5 agosto 2008 @ 21:11

Beh,in tutta questa faccenda la cosa più giusta da dire è che almeno questi elfi sempre impegnati in guerre e battaglie si lavano.L’ho gradito davvero molto,perchè ogni volta che penso a Legolas e agli altri personaggi di Tolkien mi porgo questa domanda:ma questi benedetti compagni,tra un combattimento col balrog e un inseguimento con gli orchi,non si lavano mai?E i bisognini?Vabbè che Lothlorien è una bella foresta,magica e tutto il resto,ma una sosta la potevano fare…non credo che il re e la regina si sarebbero arrabbiati tanto!Ah,dimenticavo però che gli elfi del bosco vivono sugli alberi…beh,immagino non sarebbero stati contenti di trovare gli scarti altrui davanti casa!
A parte gli scherzi,su questo si può anche fare ironia…ma sugli elfi che scoppiano le bollicine di schiuma non credo proprio!Nè su Lyannen imbarazzato perchè un’amazzone gli fa il bagno…non credo gli dispiacesse poi tanto!E,tanto per aggiungere un altro difetto,che razza di amore c’è tra Lyannen ed Eileen?Non un abbraccio,non un bacetto…e dopo tanto tempo di prigionia,quando finalmente si rivedono,si parlano come due estranei!Il Signore degli Anelli è casto,ma almeno qualche dimostrazione di affetto tra innamorati c’è nel libro!Devono passare 1000 e più pagine perchè Faramir dia un piccolo bacetto ad Eowyn,ma almeno le dimostra il suo affetto.Sto Lyannen,oltre ad essere un po’ bigotto,è pure frigido!

#179 Comment By Filippis On 6 agosto 2008 @ 14:44

amen.

#180 Comment By mariateresa On 6 agosto 2008 @ 14:52

Un’altra cosa non mi è chiara…riflettendoci su,ho riscontrato che nel libro Irdris l’amazzone dice che suo padre era un eterno fuggito dalle amazzoni per non essere ucciso dopo il matrimonio.Viridian dice a Mardyan durante il loro primo incontro di essere stato prigioniero delle amazzoni e di essere riuscito a fuggire…che sia lui il padre di Irdris?A me sembra implicito,ma la Strazzulla ignora questo particolare…che invece è importante!Il fatto che Irdris sia parente di Viridian e del Solitario avrebbe potuto influire molto sull’esito dello scontro finale…ma sono solo supposizioni.Comunque resta il fatto che secondo me quello di Irdris era un personaggio da approfondire meglio.

#181 Comment By rickyfantasy On 7 agosto 2008 @ 17:44

condivido la maggior parte delle cose che hai detto, anche se ho notato che tu stesso non sei poi così pignolo come credi di essere. molte cose che hai detto sul libro sono vere ma alcune derivano solo dalla tua (credo) riluttanza nel cercare di capire se ci fossero altre interpretazioni di quello che hai letto. non l’hai fatto! ti sei soffermato su molti aspetti che come ti ho detto condivido, io stesso non ero convinto di leggerlo finchè non me l’hanno regalato. nonostante tutto sono riuscito ad apprezzarlo, più che altro perchè lei è stata capace di esprimersi e di trasmettere qualcosa che tu di sicuro non hai colto e non hai voluto cogliere. di sicuro l’autrice deve crescere sia come persona che come scrittrice ma ciò non toglie che non abbia fatto un discreto lavoro. io sono dell’idea che questa esperienza l’aiuterà a migliorarsi e ti pregherei – tu che sei così prodigo di consigli e commenti su come scrivere un libro e fantasy per di più! – di scriverne uno tu, così da notare la vera perfezione di un fantasy (e non mi citare autori stranieri come i vari tolkien, brooks e paolini magari). si nota che siamo italiani perchè in questo caso siamo duri verso una scrittrice ancora alle prime armi in questo mondo – e non parlo dell’età – apprezzando sempre la spazzatura che viede da fuori o, in caso non lo fosse, esaltandola più della nostra.

#182 Comment By Okamis On 7 agosto 2008 @ 18:22

Alcune precisazioni, Rickyfantasy.

1) Gamberetta è una LEI. Stai attento, o rischi d’incorrere nell’ira divina del coniglietto Grumo XD

2) Quando parli di “perfezione di un fantasy” citi Brooks e Paolini, accostandoli subito dopo. Eri ironico, vero?

3) Gamberetta sta già scrivendo un romanzo, scaricabile tra l’altro da questo sito (questo anch’io l’ho scoperto pochissimo tempo fa >_<).

4) Quali sarebbero le altre interpretazioni a cui ti riferisci, oltre all’esaltazione dell’Amicizia SPA?

#183 Comment By rickyfantasy On 7 agosto 2008 @ 19:01

chiedo innanzitutto venia a “gamberetta” per la mia gaffe. sono stato avventato, forse, a non informarmi sul sesso della persona ma in effetti mi sono riferito più ad un “tu” maschile ipotetico. immagino che questo mio errore sia dovuto al fatto che appena ho letto la recensione ho sentito il bisogno di scrivere una risposta ma ciò non giustifica la mia gaffe comunque perchè in effetti gamberetta è un nome (tra l’altro) femminile.
per rispondere al secondo punto ammetto di aver commesso un’imprecisione e di essermi spiegato male: gli autori che ho citato sono tutti – che piaccia o meno – dei personaggi molto importanti del genere (tolto tolkien che rimane e rimarrà l’icona di questo genere) fantasy. non importa se non sei d’accordo è così, perchè – purtroppo – bisogna considerare anche (e per gli editori soprattutto) l’aspetto commerciale e su questo sono veramente bravi a venderci i loro prodotti.

mamma mia come sono noioso e lungo vero?!?!

per quanto riguarda le interpretazioni farò un rapporto più dettagliato in un altro post così da poter essere il più meticoloso possibile. la mia non è assolutamente una verità assoluta ma, per lo meno, è un’altra interpretazione e modo di vedere e “sentire” (meglio l’inglese “feel” ) le parole del libro.

#184 Comment By GiD On 7 agosto 2008 @ 19:19

rickyfantasy scrive:

si nota che siamo italiani perchè in questo caso siamo duri verso una scrittrice ancora alle prime armi in questo mondo – e non parlo dell\’età

Io il libro non l’ho letto, ma di fronte a questo concetto “un esordiente non va criticato così” non riesco a stare zitto.
Vorrei farti notare, ricky, che non è che siamo entrati nella cameretta della Strazzulla, le abbiamo rubato il racconto nascosto nel diario segereto e poi ci siamo messi tutti insieme a sfottere allegramente quello che aveva scritto.
Qui si sta parlando di un romanzo che è stato pubblicato (tra l’altro da una delle case editrici più conosciute) e che viene pagato (ben 20 euro!) dal lettore, che (spesi i soldi) ha tutto il diritto di criticare, anche duramente.
Ovvio che nessuno pretende la perfezione. Se la Strazzulla in un passaggio si incasina con le unità di misura (vedi la Troisi) io posso pure chiudere un occhio, ma se il cattivo si fa chiamare “Il signore delle tenebre” (e scrive in elegante calligrafia viola) io l’occhio lo devo chiudere a qualcun altro con uno sputo.
Il discorso “ha solo 17 anni” (che comunque non sono 7) mi sta anche bene. Ha solo 17 anni? Perfetto. Non si pubblica. Non muore mica nessuno…
Se compro un romanzo a 20 euro, non me ne frega niente se l’autore è in piena fase ormonale o se ha la crisi di mezza età. Io compro un romanzo e voglio avere fra le mani qualcosa di decente, che poi potrà piacermi o meno.
Ancora… se a 17 anni si creano personaggi un po’ stereotipati può andar bene, se l’intera trama si risolve con un deus-ex-machina che poteva succedere a pag. 1 ed invece succede a pag. 800 non va più bene niente.
Che una diciassettenne sia convinta di aver scritto qualcosa di bello e originale ci può stare, che ne sia convinta la Enaudi e con lei ogni giornalista che parla del libro, sono io (lettore pagante) che non ci sto più.
Da sottolineare poi il prezzo e la presentazione del libro: il romanzo non è venduto come l’opera prima di un’esordiente, ma come il capolavoro fantasy scritto dalla nuova rivelazione italiana in questo campo che a soli 17 anni ha conquistato la Enaudi.
Ti (alla Enaudi) piace far crescere le aspettative per vendere? (e far pagare 20 euro?)
Poi ti prendi le stroncature inferocite…

apprezzando sempre la spazzatura che viede da fuori o, in caso non lo fosse, esaltandola più della nostra.

Questa frase, messa così, è un po’ troppo gratuita.
L’italiano esterofilo è uno stereotipo… Come dire che tutti gli italiani stanno a suonare il mandolino dalla mattina alla sera…

#185 Comment By rickyfantasy On 7 agosto 2008 @ 19:46

se si incomincia a criticare l’ipocrisia delle case editoriali solo per far vendere i libri allora cominciamo ad aprire una nuova discussione…io ti do ragione se mi dici che hai il diritto di criticare ma non sono d’accordo se incominci a dire che visto che hai pagato pretendi.nessuno ti obbliga a comprare,gli editori fanno il loro mestiere come gli altri, cioè cercano di vendere un prodotto. che il mondo possa sembrare marcio lo si sapeva già.
tra l’altro, quando si dice che se pago voglio qualcosa di “decente”: definizione di decente? ciò che è decente per te magari non lo è per me e viceversa. si incomincia a cascare sulla soggettività e allora ognuno dice la sua ma credo che bisogna farlo con la giusta moderazione.
IO NON VOGLIO OFFENDERE NESSUNO,DICO SOLO LA MIA OPINIONE.
io sono solo dell’idea che non tutto quello che è stato detto nella recensione sia corretto,ma questa è solo l’opinione di un signor nessuno che ogni tanto vuole dire la sua da povero “ignorante”.

#186 Comment By GiD On 7 agosto 2008 @ 21:13

@rickyfantasy

Non ci siamo capiti. Che tu non sia d’accordo con la recensione di Gamberetta non è un problema.

si nota che siamo italiani perchè in questo caso siamo duri verso una scrittrice ancora alle prime armi in questo mondo

Ribadisco: in questa frase si legge (oltre a un preconcetto sugli italiani) il messaggio “non è giusto criticare così uno scrittore alle prime armi“.
Per me è un concetto sbagliato.

Secondo te l’autore emergente dev’essere giustificato nei suoi errori, e se uno critica è solo perchè è “il solito italiano”.
Ripeto, la perfezione è impossibile, ma se uno scrittore “alle prime armi” si rivela anche incapace è giusto dirlo, e anche se “incapace” può suonare come un insulto, credo sia il termine più corretto.
Se non si è capaci di mantenere una coerenza, se non si è capaci di creare situazioni verosimili, se non si è capaci di scrivere dialoghi credibili, si è semplicemente incapaci, e se si è anche “alle prime armi” non cambia nulla, incapaci si rimane.

Questo discorso non è un attacco alla Strazzulla. Lei può essere anche un genio e Gamberetta può anche aver sbagliato la recensione dalla prima all’ultima parola. Quello che sto dicendo è che difendere un autore dicendo “Dai, non attacchiamolo così, è ancora alle prime armi, non facciamo i soliti italiani” non ha senso, non quando le critiche sono argomentate e riguardano errori “pesanti”.

Se secondo te Gamberetta ha glissato sui punti di forza del romanzo, il discorso cambia. Non c’entra più l’essere alle prime armi. Se il recensore vede solo il brutto di un romanzo senza preoccuparsi si cosa c’è di bello, il recensore sbaglia, al di là che il romanzo sia di uno scrittore famoso o di un emergente.

quando si dice che se pago voglio qualcosa di “decente”: definizione di decente? ciò che è decente per te magari non lo è per me e viceversa.

Ho specificato “decente, che poi potrà piacermi o meno” proprio a sottolineare “decente” in una accezzione oggettiva.
Volevo intendere un romanzo che abbia un suo valore dal punto di vista letterario e linguistico.
Ci sono errori nello scrivere che sono oggettivi, e non si parla solo di errori di grammatica; Situazioni inverosimili, mancanza di coerenza nella storia e nell’agire dei personaggi, deus-ex-machina sfrontati, situazioni banali, dialoghi irrealistici… tutti questi (e altri) sono errori oggettivi nello scrivere narrativa. Se un romanzo è pieno di questi errori non è “decente” e non dovrebbe essere pubblicato.
Gli Eroi del Crepuscolo non presenta questi errori?
Ok. Dimmi questo, ma non venirmi a dire “nessuno ti obbliga a comprare” o “ciò che è decente per te magari non lo è per me e viceversa”.
Chiarito cosa intendo per “decente”, io se pago pretendo un romanzo decente (non per forza un romanzo che mi piaccia).

p.s.
Lo so, scrivo tanto (forse troppo), ma mi piace essere chiaro. Chiedo scusa ai gamberi e prometto che cercherò di essere più conciso la prossima volta. =)

#187 Comment By mariateresa On 7 agosto 2008 @ 22:21

In poche parole,decedente=completo di senso logico da punto di vista della grammatica e della struttura.Mi sembra più che giusto.Anche perchè 20 euro sono tanti.Il mio ne costa 15 e già è troppo secondo alcuni che lo hanno letto!

#188 Comment By Momoshade On 10 agosto 2008 @ 14:59

Gamberetta: grazie al tuo blog ho avuto molte dritte per il mio manoscritto. In particolare ti devo ringraziare per quella spinosa quanto ovvia faccenda dell’ARCO…anche se c’ero arrivata a documentarmi per sapere se una donna poco allenata lo potesse tendere.

Ti voglio chiedere una cosa…ma tu provi a scrivere romanzi, seguendo tutte le regole che hai esposto nel tuo blog? Io penso più o meno di esserci riuscita, a farne uno decente, fantasy…mi dicono pure che è bello e che lo dovrei presentare ad un editore.

Ma poi guardo la Troisi e penso a tutti quelli che le avranno fatto i complimenti per la roba che ha scritto…magari farò anche io la stessa fine a pubblicare una merda incredibile…se poi ci riuscissi, che non è affatto detto. Però è un sogno e a sognare non rinuncio.

Tu che mi consigli? A chi mi divrei rivolgere, per avere un opinione veritiera su ciò che ho prodotto? Tu leggi inediti?

Grazie in anticipo,
Gi

#189 Comment By Linda On 10 agosto 2008 @ 21:48

Accidenti. Accidenti, accidenti, accidenti e ancora ACCIDENTI.

E dire che l’altra sera, quando ho visot in libreria questo romanzo, ho esultato leggendo che era dell’Einaudi e di un’autrice italiana esordiente.
Pensavo che fosse finalmente l’apertura delle editrici famose agli esordienti…e invece…un piffero!

#190 Comment By Gamberetta On 10 agosto 2008 @ 22:44

@Momoshade.

Tu che mi consigli? A chi mi divrei rivolgere, per avere un opinione veritiera su ciò che ho prodotto? Tu leggi inediti?

Be’, ci sono varie strade:
- Puoi mettere i tuoi scritti su un sito personale, liberamente scaricabili. Qualche buon anima è possibile li legga e li commenti, ma è tutto da verificare che siano commenti sinceri e competenti.
- Puoi rivolgerti alle case editrici. Se una casa editrice (non a pagamento) accetta di pubblicare quello che hai scritto non vuol dire che hai scritto un capolavoro, però vuol dire che hai almeno scritto qualcosa di vendibile (il che è meglio di niente).
- Puoi provare a postare qualche racconto su forum letterari (per esempio il forum di XII), anche qui non è garantito che i commenti siano oro colato, ma qualche indicazione utile può venir fuori.
- Ma soprattutto devi imparare a essere tu il primo giudice. Prova un esercizio mentale di questo genere: immagina che quello che hai scritto non l’hai scritto tu, ma il tuo autore preferito, e che l’hai appena comprato. Non so, il tuo romanzo inedito è in realtà il prossimo romanzo di George R.R. Martin e hai pagato 20 e passa euro per averlo. Prova a rileggere quanto hai scritto in questa nuova ottica. Se non sfigurerebbe anche scritto da Martin sei sulla strada giusta, altrimenti forse c’è qualcosa da sistemare. Eh, sì, l’idea è di “competere” con Martin, Swanwick, Mieville, Pratchett e soci, non con la Troisi o la Strazzulla. Lo scopo dev’essere scrivere qualcosa di bello, non qualcosa di meno brutto rispetto ad altri.

Per quanto riguarda me, io leggo volentieri quello che mi viene mandato (inedito o no), tempo permettendo.

#191 Comment By Momoshade On 10 agosto 2008 @ 22:57

Grazie del consiglio.
Purtroppo ho imparato a mie spese che non so essere critica verso me stessa come lo sono verso gli altri.
Se ti va di farti durisate leggendo una storiaccia di una ragazza della tua stessa età, fammelo sapere. Anche mandando una mail al mio indirizzo, se preferisci.
Baci.

#192 Comment By Davide On 10 agosto 2008 @ 23:05

Per Momo: dipende. Chi sono i soggetti che ti “dicono” che il tuo romanzo merita? Perché se sono familiari o amici io non mi fiderei completamente… Spesso chi ti conosce tende a non essere del tutto obiettivo nei confronti di ciò che scrivi; anche se magari qualcosa di tuo non piace loro, può essere che invece si complimentino con te perché non vogliono ferire la tua autostima.

Dovresti farlo leggere a qualcuno che sai invece possa dimostrarsi più obiettivo e possa farti notare gli eventuali strafalcioni (come fra l’altro già ipotizzi tu stessa).

#193 Comment By Lord Galamoth On 12 agosto 2008 @ 05:38

Tutto l’articolo è geniale in maniera esilarante. Semplicemente. Gran sito.

#194 Comment By Palakin On 12 agosto 2008 @ 18:04

Ok, risparmiero soldi e non lo comprero( in effetti, in libreria nemmeno l’ho visto… :P) però un dubbio mi è venuto… Pixies? Ma cos’è? una colonia delle Winx? :P

Diamine, forse anch’io dovrei propormi ad un editore a questo punto, piuttosto che limitarmi a sporcare un blog… Ma anche no… io un pò di vergogna per gli errori che faccio ce l’ho… -_-;;;

#195 Comment By Momoshade On 12 agosto 2008 @ 21:26

@Davide

Grazie per il consiglio. Hai colto in pieno. Si tratta di amici, gli unici a cui ho avuto il coraggio di presentare il mio lavoro.
So che nn mi posso fidare in toto dei loro elogi, anche se si tratta di persone che divorano libri fantasy e, come coloro che lo fanno in maniera intelligente, non impazziscono per la Troisi né leggono la Strazzulla.
Tuttavia cerco di migliorarmi prendendo in considerazione le loro critiche e correggendo i miei errori, come ho avuto modo di fare anche leggendo questo blog.

#196 Comment By Davide On 12 agosto 2008 @ 22:41

Guarda, Momoshade, io faccio il “correggibozze” per un sito di scrittura amatoriale; temo non sia granchè come qualifica, ma se vuoi un parere te lo posso pure dare.

#197 Comment By Il Paladino On 13 agosto 2008 @ 00:07

Ti devo fare i complimenti per la recensione, scritta bene, divertente, approfondita, coerente, non ti fa pesare la sua lunghezza, seppur notevole. Non ho letto questo libro, nè ho intenzione di farlo, per la semplice ragione, e mi perdoni la Strazzulla, che troppa gente, da troppo tempo, ha cercato di imitare il Maestro che risponde a nome J.R.R. Tolkien senza riuscirci minimamente. Il “Signore degli Anelli“, volendo vedere, è il “fantasy” meno fantasy di tutti, è quantomai verosimile, pur conservando la “meraviglia” o del locus amoenus che è propria del genere, e come direbbe Marino, del poeta stesso. A proposito, l’autrice meriterebbe di leggere la Murtoleide (Fischiata XXXIII), dove saggiamente Marino dice “io mai non leggo il cavolo e l’carcioffo che non inarchi per stupor le ciglia, com’esser possa un uom, tanto gaglioffo“.
Questo lo dovrebbero imparare molti scrittori del genere.

I dialoghi mi sono parsi un po’ puerili, in certi tratti mi sembrava di sentire parlare una ragazzina quindicenne con la sua amichetta a passeggio per un parco. Capisco, i personaggi sono amici, ma una decenza e una certa formalità di linguaggio serve nella letteratura e il fantasy non è una buon motivo per inserirci spazzatura. Affermazioni come “porca pigna” sono assolutamente da evitare, neanche io parlo in questo modo ai miei amici, nella vita reale. Il massimo mi è parso il dialogo tra il Signore delle Tenebre ed Eileen, dove lui mi pare uno zimbello prepotente, un ragazzo che viene rifiutato dalla belloccia di turno, mentre lei, che dovrebbe essere una nobildonna d’alto rango, s’abbassa ad insultarlo come una ragazzina lagnosa, senza un minimo di contegno.

Quanto alle battaglie, alla strategia militare, ai duelli, credo che sia meglio, come già detto, documentarsi. Un arco, se proprio vogliamo puntualizzare, può tirare anche a 200 metri di distanza, il problema è che l’arciere deve avere una notevole forza, deve conoscere la tecnica adatta e deve avere un arco adatto. Un normalissimo arco medievale non composito poteva tirare precisamente ed efficacemente dai 30 ai 60 m di distanza, qualcosa in più tirando la freccia a parabola. Ma un arco lungo inglese poteva raggiungere i 160-200 m di gittata, peccato che per tirare una freccia a quella distanza occorresse una forza di trazione di circa 40 kg.

Mi chiedo, ma questa non è la ragazza che aveva voti tendenti al 9 e al 10 in pagella? Su allora, mettiamola a frutto l’intelligenza, non usiamola solo per ottenere il freddo numero che verrà segnato sul registro di classe a fine interrogazione, un po’ d’orgoglio.
Sono d’accordo con lei quando dice di credere nei sogni, ma in forte disaccordo quando invece dice che se si vuol fare una cosa, si riesce a farla. Non è esattamente così, se non dopo un grande sforzo. Quale grande sforzo avrà mai fatto una ragazza di 17 anni? Lei credeva, prima di riuscire nella pubblicazione del suo libro, che al mondo si andasse avanti solo per raccomandazioni, ma poi si è ricreduta. Nel suo caso, forse, non è raccomandazione, ma un’altra cosa, ancora più importante: fortuna. La fortuna di aver trovato un editrice compiacente, una casa editrice che, a differenza di molte altre bozze che gli vengono inviate e che vengono prontamente cestinate perché non venderanno mai abbastanza, (e quindi la casa editrice ci perderebbe), tra le quali ci sono orrori ma anche capolavori, ha accettato la sua perché forse, in un periodo caratterizzato da romanzi adolescenziali di successo, avrebbe potuto fare qualche soldino.

Credo di aver detto abbastanza.

Saluti, grazie per lo spazio. Buon lavoro!

#198 Comment By Momoshade On 13 agosto 2008 @ 12:28

@Davide

Sarebbe fantastico! (anzi FANTASY…:-P ihihih)
Mi salvi da un’incertezza che dura da un bel po’ di tempo…
Ma come dovrei fare a farmi leggere? Devo andare sul sito in questione e inviare il mio manoscritto oppure…come?

#199 Comment By alice On 13 agosto 2008 @ 13:47

Rimosso su richiesta dell’interessata.

sono curiosa… quale sarebbe?

#200 Comment By Carraronan On 13 agosto 2008 @ 14:28

Le affermazioni della Strazzulla sulla scrittura fanno gelare il sangue (a patto di sopportare il tono e la cadenza con cui le pronuncia). Ho provato a leggere il libro (ovviamente piratato!), ma dopo poche pagine si è avviata nella mia mente l’immagine del redattore editoriale onesto che appallottola le pagine e fa un canestro da tre punti nel cestino.
Nel limite del poco che sono riuscito a leggere, devo trovarmi d’accordo con quanto detto da Gamberetta. Bella recensione.

Vi segnalo questa breve intervista trasmessa da Sat2000, la televisione cattolica:
http://www.youtube.com/watch?v=o9NhWYklLrY
Ci sono affermazioni che per un appassionato di narrativa fantasy sono un invito al suicidio, ma solo per il gusto poi di rivoltarsi nella tomba.

@Momoshade:
Ti lascio il mio indirizzo: carraronan@gmail.com

Se hai bisogno di un parere su quanto hai scritto sarei felice di darti una mano, ma considera che io sono uno stronzo ^_^ e non mi faccio problemi a infierire anche con crudeltà gratuite per “aiutare” chi mi manda i suoi testi a capire gli errori compiuti. Però con Taotor il metodo ha funzionato piuttosto bene (tra alti e bassi), quindi se vuoi sentire anche il mio parere mandami pure una mail o contattami sul mio blog, Baionette Librarie.

E comunque il parere migliore in questi casi rimane quello di Gamberetta, quindi approfitta subito della sua disponibilità a leggerti, finché è possibile! ^_^

#201 Comment By Davide On 13 agosto 2008 @ 14:52

Per Momoshade: Le storie che correggiamo sono quelle che vengono poi pubblicate sul sito, quindi fanfiction oppure racconti originali brevi, di solito… Ciò che intendevo con l’accenno al betareading era: dato che bisogna essere di default un filino bastardi per poter fare il correggibozze (come dice anche Carraronan^^), posso farti notare le eventuali mancanze del tuo scritto senza temere di ferire la tua autostima, visto che mi sembri comunque abbastanza matura da accettare le evenutali critiche/correzioni.

Perciò scrivimi pure alla mia mail privata, se ti va: UryuIshida86@gmail.com

E sì, se anche Gamberetta (e qualcun altro, come appunto Carraronan) ti dà la sua disponibilità, coglila al volo! Avere più di un parere fa solo bene, e può essere che uno dei tuoi lettori “di prova” scovi qualche errore o magagna di cui gli altri non si sono accorti.

#202 Comment By Momoshade On 13 agosto 2008 @ 15:04

@Carraronan

Seguo subito il tuo consiglio e lo mando a Chiara. Inoltre, se lei non lo demolisce del tutto (insomma, se rimane qualcosa di buono su cui lavorare), mi interesserebbe sapere anche il tuo parere. Mi serve una persona stronza. Preferisco sapere quello in cui faccio schifo, piuttosto che pubblicare libri di merda con raccomandazione.

Appena mi arriva la risposta di Gamberetta sulla qualità di ciò che ho scritto, stai certo che te lo invio subito!

#203 Comment By alice On 14 agosto 2008 @ 10:52

Rimosso su richiesta dell’interessata.

Molto vago. Speravo che te la saresti fatta sfuggire. Peccato!
Non importa, investigherò :) ihihihihih

#204 Comment By Momoshade On 14 agosto 2008 @ 13:48

@Davide, Carraroran e Chiara,

Grazie a tutti della disponibilità! Ve lo invierò al più presto, attendendo con ansia i vostri commenti (presagisco molto critiche distruttive…ma non l’ho ancora pubblicato, quindi sono pienamente in tempo per renderle costruttive!).
Grazie ancora,
Momo

#205 Comment By Carraronan On 14 agosto 2008 @ 14:37

Ve lo invierò al più presto

Attendo fiducioso, sperando di poter essere di qualche aiuto.
Tratto dal video indicato prima, ecco l’interessantissimo parere dell’autrice che ci illuminerà:

“Sapevo che sarebbe stato lungo perché a me piacciono i libri lunghi (più lungo è meglio!!!), sia come lettrice e sia come obbiettivo come autrice, quindi avevo intenzione di scrivere una cosa lunga (ok, è lecito apprezzarne la lunghezza, ma i “libri” devono anche avere “spessore”! :-P). Poi anche il genere a suo modo lo richiede (nel senso puramente commerciale è vero, ma non è una cosa di cui vantarsi!): il Fantasy è per sua definizione abbastanza lungo come genere (LOL WUT! Pensavo che il Fantasy per definizione avesse a che fare con fantasia e immaginazione, non con la vendita a peso del prodotto!).”

Dopo tutta questa saggezza penso che mi impiccherò al lampadario. ^_^

#206 Comment By Okamis On 14 agosto 2008 @ 16:41

Sai che faccio fatica a seguire il filo del discorso O.o

Aaaaah… ora ho capito! Anche la grammatica italiana è una creatura Fantasy!

Perchè? Perchè sì! Perchè è fantasy!

#207 Comment By Palakin On 15 agosto 2008 @ 00:23

Ok, sono ufficialmente un idiota! Davanti a cosi tanta sagezza, non posso non riconoscere i miei limiti. Io credevo che il fantasy forse fatto per fare sognare i lettori, ma no! è per fare pesi in palestra!
Sigh… Comunque, posso cercare anch’io qualche consiglio per le cose che scrivo( mi rivolgo sopra tutto a Gamberetta, dato che faccio un blog novel e non voglio fare pubblicità abusiva approfittando del suo spazio…)?

#208 Comment By Palakin On 15 agosto 2008 @ 00:34

gnem… dimenticavo che il sito mi mette automaticamente l’indirizzo ad ogni post… Spero, l’intento si sia capito… Anche quello di ironia… :P

#209 Comment By gugand On 15 agosto 2008 @ 12:13

Palakin:

Ok, sono ufficialmente un idiota! Davanti a cosi tanta sagezza, non posso non riconoscere i miei limiti. Io credevo che il fantasy forse fatto per fare sognare i lettori, ma no! è per fare pesi in palestra!

Sognare significa immaginarsi degli scenari fantastici, non assurdi.
Se ragioni cosi’ significa che stai dando degli scemi a tutti quei autori che passano il tempo a documentarsi per evitare di scrivere cose che non stanno ne’ in cielo ne’ in terra.
Tutto cio’ che viene raccontato che non e’ paragonabile con niente di terrestre (cioe’ il fantastico) va spiegata la sua logica e/o i suoi limiti altrimenti l’autore facilmente se ne uscira’ con qualche Deus Ex Machina squallido (ci sono anche i Deus Ex Machina che stanno bene).
Nel caso di cose terrestri che funzionano in modo diverso da come lo conosciamo noi vanno spiegate.
Altrimenti le cose dovranno funzionare come le conosciamo noi. Chiedere al lettore lo sforzo di riempire i buchi di logica non va bene perche’ fa uscire il lettore dal mondo immaginario in cui ti porta il libro.
Questo non va fatto solo perche’ c’e’ gente come Gamberetta pronta a criticare, ma perche’ e’ segno del poco impegno dell’autore.
La gente che non s’impegna sfornera’ opere scadenti. Questo vale in tutti i campi, dal lavoro manuale a quello intellettuale.

#210 Comment By Palakin On 15 agosto 2008 @ 23:25

Temo Gugand che tu abbia frainteso il mio intervento che voleva essere ironico nei confronti delle dichiarazioni della Strazzullo.
Non do degli scemi a chi prepara le cose, fa ricerche, si documenta e rende il proprio lavoro logico. Anzi! Altrimenti starei spreccando mb su mb di hd io stesso!
Davo della scemezza al pensiero che un libro per essere bello deve essere lungo! Un libro, per me, dovrebbe essere interessante, coinvolgente, dare emozioni( cosi come ogni forma d’arte). Può anche fare 100 pagine, può anche fare mezza pagina( ci sono tantissime ottime barzellette anche più brevi ma coinvolgenti), l’importante è che riesca a coinvolgere chi legge.
Se non mi sono fatto capire, chiedo scusa.

#211 Comment By gugand On 16 agosto 2008 @ 09:35

Scusami per averti frainteso.
Il problema e’ che c’e’ troppa gente che scrive le tue stesse frasi senza esserlo :)

#212 Comment By mariateresa On 18 agosto 2008 @ 21:39

Credo che,tra tutte le affermazioni rilasciate dalla Strazzulla nelle interviste,solo una sia veramente utile e giusta,ovvero quella dove lei dice che “Se avete un sogno,per quanto sembri assurdo,per quanto sembri impossibile,non lo abbandonate,perchè non si sa mai ciò che può succedere”.E difatti a lei è andata benone con Einaudi,direi!E ora ci provo anche io,quindi la Strazzulla non è poi tanto inutile…alla fine avrà per lo meno il merito di avermi aiutata a pubblicare l’intera trilogia senza spendere una cifra esorbitante e con una casa editrice buona.

#213 Comment By Okamis On 19 agosto 2008 @ 02:11

Mariateresa, non mi sembra che la frase da te citata nasconda chissà quale rivelazione ;)

#214 Comment By mariateresa On 19 agosto 2008 @ 10:46

Forse per te no,ma per me si…mi da forza e coraggio.Almeno converrai che è la più decente rispetto le altre frasi pronunciate dalla Strazzulla sul fantasy.

#215 Comment By Auletride On 19 agosto 2008 @ 19:16

Mariateresa, senza nulla togliere al possibile valore del tuo libro (che magari è buono, speriamo!), esortare tutti indiscriminatamente a buttarsi nella mischia lasciando credere che sia facile, che oltre al “sogno” non occorrano impegno, dedizione e magari anche qualche dote naturale, non mi sembra un gran servizio reso al fantasy e alla letteratura in generale.

E’ come se uno dicesse: “Dai, tutti possiamo diventare bravi cantanti, basta aprire la bocca e dare aria alle corde vocali!” Ehm…no, non funziona proprio così! E usare la voce è molto più “naturale” che scrivere…

Quindi…credere nel sogno, ok…però il sogno è solo il punto di partenza.

#216 Comment By Il Paladino On 20 agosto 2008 @ 15:34

Ma soprattutto, ricordo la più grande dote naturale: la fortuna, volgarmente nota come “culo”.

#217 Comment By mariateresa On 20 agosto 2008 @ 18:10

So che non è facile,ne sto facendo le spese.Io ho dovuto pagare per pubblicare il primo volume della trilogia con una casa editrice che ha punti vendita contabili sulle dita della mano.Non commetterò lo stesso errore.Per questo punto su Einaudi.E se dovesse andarmi male,tenterò ancora.Nella vita bisogna rischiare.E anche soffrire,perchè dalle delusioni si impara sempre,e imparare è bene perchè nessuno nella vita sa fare tutto.Io mi sono ispirata a tolkien,ne ho ripreso l’elfico,ma ho fatto una grande fatica per studiarlo!Per non parlare della costruzione della cultura di ciascun popolo,chi quella nordica,chi quella greca e mediorientale…non è stato semplice.Ma quando guardo la trilogia mi dico:forse non è il massimo della bellezza,però almeno ha una storia verosimile.

#218 Comment By Mari On 21 agosto 2008 @ 11:42

Beh, mariateresa, io ti consiglio di provare una via di mezzo tra la casa editrice a pagamento e la Einaudi. Principalmente perchè, per farsi pubblicare da una casa editrice così grossa, a mio parere, si ha necessità quasi vitale o di una quantità immensa del famigerato “culo” citato da Paladino, oppure di una spintarella di qualche genere (anche perchè, e non mi stancherò mai di dirlo, l’Einaudi è della Mondadori… E sappiamo bene chi comanda quest’ultima e come funzionano le cose oggigiorno). E’ triste da dire ma, viste le ultime pubblicazioni delle grandi case, la qualità efettiva del libro passa assai in secondo piano -.-
Comunque ripeto: ci sono diverse vie di mezzo tra la casa editrice a pagamento e la grandissima casa.
Magari spedisci il tuo manoscritto all’Einaudi, ma prova anche con le medie e piccole case editrici che fanno onestamente il loro lavoro. Se la tua opera merita davvero, le possibilità di pubblicazione aumentano.
Poi, oh, è un mio parere.

#219 Comment By Morgante On 21 agosto 2008 @ 18:15

Hm, ciao Maria teresa,
(spero di non andare fuori tema, ma mi andava di risponderti, e condividere anche la mia esperienza visto che qui siam tutti sulla stessa barca, si parla di pubblicazioni, e strade da percorrere).
Anch’io penso che ci sia una bella fetta di case editrici tra quelle a pagamento e l’Einaudi, e anche molto valide. Tu fai bene a pensare alla Einaudi, e poi, mi raccomando, sotto anche con le altre e in bocca al lupo!
Quando ho spedito il mio libro mi sono fatta una scaletta, che comprendeva sia le grandi, poi via via anche le medie case editrici. Alcune sono proprio molto attente ai dettagli, e l’idea che non siano colossi…non so, ti toglie un po’ la pressione di dosso (la fama già collaudata della casa editrice, e le solite accuse di raccomandazioni ecc).
Però capisco perché si parta dalle grandi, io l’ho fatto per due motivi semplicissimi già letti molte volte in rete: si è sicuri che una casa editrice ben avviata NON ti chiederà mai un contributo, quindi non arriverà mai quel terribile giorno in cui tra lusinghe e mezze frasi ti sentirai dire: “sì, il tuo libro è bello, vogliamo aiutarti, ti pubblicheremo, basta un piccolo contributo di…4000 euro!”
E poi la seconda ragione, che è lo scopo delle storie: essere diffuse. Ovvio che più grande è la casa editrice, e più saranno gli scaffali che il tuo libro raggiungerà.
Nel mio caso, ho contattato appunto per prime due grandi case editrici, una proprio la famigerata M, con presentazione e tre capitoli in visione (mi ci sono ammazzata su quella presentazione), ed entrambe mi hanno chiesto in visione il manoscritto, poi rifiutato dopo 4 mesi (la M) e 7 l’altra.
La terza grande casa editrice non ha mai risposto alla presentazione.
Ho pensato che fosse comunque un buon segno. Non mi sono arresa, non ho pensato: “Non mi hanno preso perché prendono solo i raccomandati.” Sinceramente queste cose non mi interessano. Se pensassi così, non muoverei mai più un passo fuori casa. Preferisco pensare che c’era da migliorare, che ero immatura, e dovevo crescere.
Ora che ho riscritto non so più quante volte il romanzo, e una agenzia mi ha accettato (e non è affiliata a nessuna casa editrice, anzi sostiene la media e piccola editoria), ho voluto fare la sfrontata e mi sono ripresentata alle grandi. Di nuovo la famigerata casa editrice ha accettato di visionare il manoscritto (previa assicurazione che fosse migliorato molto a livello sostanziale). E un’altra grande casa editrice ha deciso di prenderlo in visione (forse anche un paio di medie, non ricordo più bene chi hanno contattato).
Ho il netto sentore che sarò di nuovo rifiutata, ma non importa un fico secco. Nessuno mi ha obbligato a fare i cambiamenti che ho fatto, ogni modifica è dipesa fin qui solo da me e ne sono felice. Essere pubblicata subito sarebbe stata la rovina! E se sarò presa, non sarà stato dopo tre mesi, ma dopo tre anni (che sono comunque pochi).
In cui sono maturata tantissimo.

Un in bocca al lupo a tutti i vostri progetti!
Ciao

#220 Comment By mariateresa On 21 agosto 2008 @ 18:15

Ho intenzione di provare con la Newton&Compton e con Cairo editore…ma credo che,se l’Einaudi mi risponderà picche(ho inviato tutto sta mattina)proverò un po’ tutte le case grandi.Purtroppo le medie e piccolo vogliono soldi,e ne vogliono tanti…e io voglio avere la certezza che il mio racconto vale almeno un euro e che non è pubblicato solo perchè pago.

#221 Comment By Morgante On 21 agosto 2008 @ 18:19

Ops!
Hai risposto prima di me, Mariateresa! Beh, anche la Newton e Compton è buona. Ma, quali sono le piccole che ti hanno chiesto soldi?

#222 Comment By mariateresa On 21 agosto 2008 @ 18:23

Ah,quasi dimenticavo…per far fare due risate,sapete che ho messo nel bigliettino di presentazione della trilogia scritto a mano?
Nome,cognome,età,paese e …vi va di dare un’occhiata alla mia trilogia fantasy?
Molto esauriente,vero?

#223 Comment By mariateresa On 21 agosto 2008 @ 18:24

La piccola che mi ha chiesto 1300 euro è stata Edizioni Universitarie Romane.

#224 Comment By Marion On 29 agosto 2008 @ 21:17

Ciao Gamberetta.
Devo dire che spesso non mi sono trovata d’acordo con te riguardo ad altri romanzi, ma in questo caso si. Alcune descrizioni sono davvero banalissime per non parlare dei dialoghi.Io stessa sono giovane e sto “tentando” di scrivere un fantasy (lo ammetto) farcito di elfi e co. E se mai pubblicherò (se,se ,se…) già temo i tuoi commenti. Comunque devo dre che sto rileggendo il mio testo in base hai tuoi commenti e sto cercando di rendere più umile il mio personaggio se posso permettermi cito un pezzettino del mio testo:

Era solo un involucro di carne e pelle che però non conteneva nulla, assolutamente nulla.
Quando si guardava in uno specchio vedeva un elfo oscuro che il tempo e gli avvenimenti avevano sbattuto come uno straccio. Si sentiva brutto, polemico, egoista, si stupiva di essersi pensato, una volta, bello, capace e coraggioso.

Vabbè lasciamo perdere…la parte della tua recensione che più mi ha impressionato è stata quella delle bolle e dei denti perfetti. Sto ancora ridendo. Davvero banale.
Consiglio alla suddetta scrittrice di provare a leggere un po’ e variare nei generi perchè nessuno è nato imparato.

#225 Comment By mariateresa On 30 agosto 2008 @ 13:02

Su giornale.it è spuntato un articolo della Strazzulla che dice di aver sconfitto i bulli della scuola trasportandoli nel mondo degli Eroi del Crepuscolo…e ci ha messo millenni per combatterli come gli Eterni contro la Tenebra? Ma no, dimenticavo la magia. Un tocco di medaglione ed è fatta, i bulli spariscono nell’aria come fumo, tutti si sposano e vivono felici e contenti!

#226 Comment By fabbiuzz On 30 agosto 2008 @ 16:07

Era solo un involucro di carne e pelle che però non conteneva nulla, assolutamente nulla.
Quando si guardava in uno specchio vedeva un elfo oscuro che il tempo e gli avvenimenti avevano sbattuto come uno straccio. Si sentiva brutto, polemico, egoista, si stupiva di essersi pensato, una volta, bello, capace e coraggioso.

penso che Gamberetta ti direbbe che il tuo personaggio è “narrato” ma non è “mostrato con efficacia”.
Che significa “polemico”? Io non riesco a immaginarmelo “polemico”. Però, se mostri il personaggio in questione che discute animatamente con gli altri per qualsiasi motivo – fosse anche banale – allora avrai un tipo polemico.
“Egoista” non significa niente, non mostra niente. Se invece descrivi lo stesso personaggio che si rifiuta di aiutare un amico per i propri interessi, ecco che avrai un personaggio egoista (e anche bastardo).
“Brutto” che vuol dire? Brutto rispetto a cosa? Agli standard della sua specie (suppongo di sì)? E’ uguale, io non ho mai visto un elfo oscuro, quindi non so dire in base a quali parametri sia bello o brutto. Certo che se lo descrivi come un essere dal viso ricoperto di pustole purulente che colano pus giallo, allora sarà disgustoso per i “miei” standard. Ma per quelli elfici come la mettiamo? Serve qualcosa che mi mostri che il tizio è brutto: mettilo in una situazione in cui viene rifiutato da qualsiasi femmina della sua specie e allora capirò che è brutto o ripugnante per i suoi simili, o almeno non così “bello” per i loro standard.
Lo stesso vale per gli altri aggettivi.

#227 Comment By Gamberetta On 30 agosto 2008 @ 16:57

@Marion. In effetti direi quello che ha detto fabbiuzz. Poi c’è appunto un problema culturale: come sono definiti coraggio e vigliaccheria tra gli elfi scuri? Magari per loro vigliaccheria è cedere alla pietà e dare il colpo di grazia al nemico che sta morendo dissanguato. Perciò non c’è niente da fare, devi per forza far vedere il tuo elfo mentre si comporta in una certa maniera piuttosto che in un’altra, il lettore trarrà le sue conclusioni.

Inoltre bisogna stare attenti a usare metafore quando si scrive fantasy. Non sempre è chiaro quando siano da prendere alla lettera (e parte del divertimento nel fantasy è proprio scoprire che quelle che si credevano metafore non lo erano). Quando scrivi:

Era solo un involucro di carne e pelle che però non conteneva nulla, assolutamente nulla.

Io m’immagino questo seguito:

L’elfo si sedette di fronte allo specchio, avvicinò una lampada e distese la mano. Con l’altra mano impugnò il coltello. Tagliò dall’attaccatura dell’indice fino al polso. Non uscì una sola goccia di sangue, niente, neppure un alito di etere. Infilò un dito nella piaga. Sentiva sotto il polpastrello la pelle del dorso della mano. Spariti erano ossa, muscoli, cartilagini, tutto quanto. Posò il coltello, frugò in tasca e riprese in mano l’annuncio della facoltà di Medicina dell’Università. Sotto la descrizione dell’esperimento gli pareva di ricordare ci fosse un numero da chiamare nel caso fossero sorte complicazioni…

#228 Comment By mariateresa On 30 agosto 2008 @ 20:15

Con questo mio intervento non desidero fare la maestrina, solo mostrare la mia idea di personaggio prima raccontato e poi mostrato attraverso le parole. Se non ci troverete nulla di male, mostrerò il personaggio anche con gli atti, che avvengono subito dopo questo piccolo dialogo.
Più ostile ad Herya di ogni altro si rivelò Ròmir,figlio di Arthalion,unitosi alla compagnia per difendere Loth.Non era malvagio,né tantomeno vigliacco e debole di mente,possedeva invero un forte spirito combattivo che lo spingeva a prendere sempre la strada che gli appariva più facile per arrivare prima all’obbiettivo da colpire.Non era paziente e lento nel perdonare,subito pronto all’ira e a guerreggiare,sebbene lo facesse per giuste cause e questo suo carattere impulsivo e alquanto sconsiderato lo aveva molto legato a Kira sua cugina e a Aruin,suo grande amico a lui simile per molti aspetti,mentre poca simpatia aveva riscosso in Namàr, dall’indole tranquilla e razionale. Ròmir non considerava per niente buona l’idea che aveva avuto la loro guida di imboccare quell’angusto sentiero,a suo parere un’inutile perdita di tempo. :<>chiese sottovoce ad Aruin<> <>lo rimproverò Aruin sorridendo appena,non essendo la sua una predica<> <> <> <>ribattè Ròmir<> <>lo rimbrottò Aruin,questa volta severamente,<> <>rispose l’altro a cuor leggero,per nulla convinto dalle parole del compagno.

#229 Comment By mariateresa On 30 agosto 2008 @ 20:30

Chiedo venia! Le parentesi uncinate avevano cancellato i dialoghi!
Più ostile ad Herya di ogni altro si rivelò Ròmir,figlio di Arthalion,unitosi alla compagnia per difendere Loth.Non era malvagio,né tantomeno vigliacco e debole di mente,possedeva invero un forte spirito combattivo che lo spingeva a prendere sempre la strada che gli appariva più facile per arrivare prima all’obbiettivo da colpire.Non era paziente e lento nel perdonare,subito pronto all’ira e a guerreggiare,sebbene lo facesse per giuste cause e questo suo carattere impulsivo e alquanto sconsiderato lo aveva molto legato a Kira sua cugina e a Aruin,suo grande amico a lui simile per molti aspetti,mentre poca simpatia aveva riscosso in Namàr, dall’indole tranquilla e razionale. Ròmir non considerava per niente buona l’idea che aveva avuto la loro guida di imboccare quell’angusto sentiero,a suo parere un’inutile perdita di tempo. :”Perché dobbiamo prendere la via più lunga”chiese sottovoce ad Aruin”quando ci sono vie più corte e facili?Inoltre il nostro comandante forse si è scordato che qui vive Serke.Non che l’idea di scontrarmi con lui non mi piaccia,anzi ne sarei lieto,è solo che qui il vero nemico è Morgon,lui dobbiamo vincere e a mio parere prima giungiamo ad Huin per combatterlo e meglio è” “Parli da sconsiderato”lo rimproverò Aruin sorridendo appena,non essendo la sua una predica”anche se in effetti un po’ di ragione ce l’ hai.Ricorda però che è la nostra guida a prendere le decisioni e noi dobbiamo ubbidire” “E tu ti fidi dell’elfo?” “Ciecamente,mi farei condurre per queste terre da lui anche bendato.Lo conosco da molto tempo,ed egli è un grande principe e condottiero,saggio e valoroso più di ogni altro elfo ora esistente e inoltre appartiene alla nobile stirpe elfica,più saggia e lungimirante di quella degli uomini,che indovina ogni segreto nascosto della terra,e vede cose a noi precluse.Chi può dire che Herya non abbia nel suo cuore sentore delle cose che avverranno?” “Nessuno è infallibile”ribattè Ròmir”e può darsi benissimo che egli ci stia conducendo alla morte e per la via più rapida.Pochi sono coloro che hanno affrontato Serke e nessuno di essi lo ha mai vinto,né qualcuno è uscito vivo da qui per raccontarlo.Rapida e dolorosa sarà la nostra fine se qui resteremo e io voglio morire combattendo valorosamente contro Morgon,un nemico degno di me.Poco mi fido di codesto elfo e avrei preferito di gran lunga assumere io la guida di questa spedizione, per tema che egli possa rivelarsi un inetto” “Non giudicarlo male”lo rimbrottò Aruin,questa volta severamente,”egli non è come tu lo definisci e non hai il diritto,come d’altronde non lo ha nessuno di noi,di giudicare una persona che non conosci. Aspetta,e vedrai che col tempo arriverai ad amarlo e stimarlo come un vero amico” “Staremo a vedere”rispose l’altro a cuor leggero,per nulla convinto dalle parole del compagno.

#230 Comment By GiD On 30 agosto 2008 @ 21:41

@ mariateresa

Penso tu abbia postato questo brano anche per avere dei commenti, oltre che per chiarire la tua idea di personaggio prima-mostrato-poi-raccontato.
Innanzitutto ti dico che non mi piace. Neanche un po’.
Non prendertela, non avrei mai potuto fare un commento positivo. Se c’è una cosa che non sopporto nei romanzi è lo stile “epicheggiante”, quindi non è in particolare quello che hai scritto tu che non mi piace, ma il tono con cui hai scelto di raccontare il tutto.
Comunque a molti questo stile piace. Anzi, molti credono che sia essenziale che i fantasy siano scritti così. Contenti loro…

Passando a problemi oggettivi…

(…)un forte spirito combattivo che lo spingeva a prendere sempre la strada che gli appariva più facile per arrivare prima all’obbiettivo da colpire.Non era paziente e lento nel perdonare,subito pronto all’ira e a guerreggiare,(…)

La frase in neretto mi lascia perplesso, soprattutto affiancata al resto.
“Non era paziente e lento nel perdonare”; Una persona paziente e lenta nel fare qualcosa è una persona che impiega molto tempo nel farla (intendendo “paziente” come persona che aspetta prima di agire).
Quindi deduco che il personaggio in questione non impiega molto tempo nel perdonare, quindi perdona facilmente.
Ma non è strano che una persona combattiva e irosa perdoni con facilità? Questa contraddizione caratteriale dovrebbe come minimo essere sottolineata.
“Era subito pronto all’ira e a guerreggiare, ma non era paziente e lento nel perdonare”
Già andrebbe meglio, anche se non capisco bene cosa intendi per “paziente” riferito al perdonare. Secondo me come termine è fuori posto.

“Parli da sconsiderato”lo rimproverò Aruin (…)

Anche qui la scelta del termine sembra stonare. “Sconsiderato” indica una persona incauta, molto impulsiva, che si preoccupa più dell’azione che di strategie e piani.
Nel brano che hai riportato il personaggio non mi sembra così “sconsiderato”. Si preoccupa della strada che hanno intrapeso e valuta i pericoli che corrono a proseguire. Più che sconsiderato lo definirei diffidente (nei confronti dell’elfo).

Rapida e dolorosa sarà la nostra fine se qui resteremo e io voglio morire combattendo valorosamente contro Morgon,un nemico degno di me.

1) Qui forse sono troppo pignolo io, ma una fine rapida di solito è indolore, o comunque non è una fine particolarmente dolorosa. Quando penso a una fine dolorosa penso a una fine lenta, a una tortura, a una persona che muore dissanguata, squartata pezzo per pezzo… Sto Serke sarà anche temibile ma penso ammazzi come ammazza chiunque altro.
2) “(…)contro Morgon,un nemico degno di me”.
Come? Fino a tre secondi prima Serke era un avversario temutissimo, che ha ucciso (velocemente e dolorosamente) chiunque abbia incontrato, e ora non è neanche “degno di lui”?
Intendiamoci, capisco che lui voglia combattere proprio con Morgon, ma per come è posta la cosa sembra che consideri Morgon degno di batterlo, al contrario di Serke.

p.s.

“E tu ti fidi dell’elfo?”

Ma sei PAZZA?! Hai idea di quello che succede ogni volta che Gamberetta legge la parola “elfo” in un romanzo fantasy? Il tuo è praticamente un suicidio! :D :D :D

#231 Comment By mariateresa On 31 agosto 2008 @ 00:28

Per lo stile ti do ragione, non a tutti piace. Quanto all’aggettivo paziente unito alla negazione, intendevo dire, come si mostrerà in seguito, che non sa aspettare. Lento nel perdonare non ha nulla a che vedere con l’aggettivo precedente. Sembrano uniti per via del tono arcaicizzante, ma non lo sono. Approfondendo il carattere del personaggio, si vedrà bene che i due aggettivi sono da intendersi a parte. Sconsiderato mi sembra si adatti bene ad uno che ha fretta di prendere la via che gli sembra più rapida, ma sicuramente più insidiosa, per combattere un nemico che proprio come dici tu è degno di batterlo. Morgon, nel mio racconto, è l’equivalente del Lucifero cristiano. Non ha pari, e Serke è forse l’unico mostro che come forza gli si avvicini(in realtà è sua sorella nella mia mitologia). Dimmi se non è sconsiderato uno che pretende di battersi con il Diavolo in persona! Per di più convinto di essere più forte. Il termine elfo l’ho fatto derivare, con mia somma gioia per la coincidenza, da oi elphoi, che in greco suona più o meno come “i luminosi”. ma questo è spiegato nell’appendice B, nella storia dei popoli di Loth, messa appunto per evitare il fastidiosissimo infodump. Forse gli elfi sono le uniche creature che, avendo natura angelica in parte, possono tenere testa a Morgon. Infatti, Herya riuscirà a disincarnarlo con l’aiuto della Dea Ronda e dell’orco Urush. Ma, a differenza della Tenebra nel romanzo della Strazzulla, non lo annienterà del tutto. Nè salverà le nuove terre dai popoli invasori del Nord. Questo per dimostrare che il male ritorna sempre, e che le forze di tutti sono limitate. Se a qualcuno dovesse interessare l’evolversi del personaggio di Ròmir, la sua mutazione caratteriale e la sua morte, posterò altro. Ma solo se dovesse interessare.

#232 Comment By Morgante On 31 agosto 2008 @ 08:22

Interessante la questione dell’origine degli elfi, ma ho un piccolo grande dubbio.
Se tu avessi scelto di chiamare questa razza gli Elphoi, dalla natura angelica, come spieghi, sarebbe sembrata una trovata almeno carina; un ammiccamento voluto alla mitologia di Tolkien, che dici di amare, ma con un risvolto e una radice stavolta meridionale. E’ vero, dici di spiegarlo in un’appendice, ma per me (dico per me, naturalmente) non basta affatto, anzi, mi lascia l’amaro in bocca per una strada diversa che poteva imboccare una storia e che invece l’autrice non ha percorso.
Se leggessi un romanzo con un mago adolescente con gli occhiali rotondi, è naturale che il primo pensiero andrebbe ad H.P., giusto? Anche se poi fosse invece il diavolo in persona che ha preso l’aspetto di uno dei personaggi più amati dai ragazzi per seminare terrore e far razzia di bambini (ehi, non male come idea…ma quella sarebbe parodia grottesca, e non mi pare che tu abbia scritto una parodia).
Se vuoi che si dia credito e vuoi rendere “tuo” un personaggio devi dargli qualcosa in più, o almeno qualcosa di diverso. Ecco, i nomi sono fondamentali, hanno una forza evocativa tremenda, no?
Ti dico, già Elphoi sarebbe stato carino, ma purtroppo Elfo a me fa venire in mente solo una cosa, è così radicata negli anni…che non mi bastano 100 appendici per credere nelle origini che mi vuoi dare tu. Specie se sono appunto appendici e non parte della storia.
Se mi parli di certi personaggi dandomi mille diverse spiegazioni ma poi me li chiami elfi, mi spiace, ma in me restano impresse le decine di spiegazioni arrivate prima della tua.
Non è malizia o pigrizia, è proprio istintivo!

#233 Comment By mariateresa On 31 agosto 2008 @ 09:52

Odio Yeats, colui che ha rovinato gli elfi! La colpa è tutta sua, per aver diffuso l’idea orrenda e grottesca degli elfi stile Dobby. E da allora è stato difficile liberarsi di questa associazione. Anche Tolkien lo affermava, e fu per questo che con sua somma indignazione dovette cambiare il nome degli elfi Saggi da Gnomi a Noldor. E sono sicura che alcuni, con la mente ancora permeata d’infantilità(ma assicuro che in questi alcuni non ci sono bambini, perchè sono molto più intelligenti di certi adulti), leggendo Elphoi avrebbe associato i Luminosi alle lucciole che svolazzano in cielo o alle fatine con le alucce della Strazzulla(in quel caso le avrei distrutto la vita!). Qualunque nome può portare ad associazioni sbagliate. Fortunatamente, io do la descrizione dei miei elfi nella trilogia, facendo un po’ di inforigurgito. Non eccessivamente molesto, ritengo, ma comunque sufficiente. La necessità delle appendici si rivela quando uno, dotato di buon senso, si accorge che un eccesso di informazioni mal piazzate possono sfregiare il racconto. Nel racconto ho mostrato come sono gli elfi e qual è il loro stile di vita, nelle appendici ne ho approfondito i dettagli fisici e storici. Ecco un esempio di elfo, o per meglio dire elfa, mostrato.
Mentre così andavano,Ròmir ammirò le splendide betulle dai tronchi grigio-argento e il sole che filtrava fra le foglie tenere dei celyrn,e la sua mente vagò altrove,ai tempi della sua giovinezza,nei boschi della sua terra ove giocava con la sorellina Arlin prima che questa lo lasciasse per sempre.Pensando a questi dolci e tristi ricordi,involontariamente prestò l’orecchio al suono della natura,al cinguettare degli uccelli,e un’improvvisa melodia giunse dal fiume fino a lui.La voce che la decantava era limpida e sonora,delicata come quella degli usignoli,e ovunque spargeva allegria.Era di un’incomparabile bellezza e Ròmir ne fu così attratto che si staccò dai compagni e cominciò a correre per un sentiero alternativo a quello che stava seguendo.La voce era sempre più vicina,ed ora udiva distintamente le parole del canto,e s’avvide trattarsi di una lode alla primavera.Affannandosi per quel sentiero alberato,giunse nel cuore del bosco e qui scorse una radura incantata e colma di splendenti ùrindil,dal colore giallo vivo.Al centro,sorgeva il limpido lago di Nelote,colmo di grandi ninfee ed esili giunchi,e il rumore dell’acqua che vi si immetteva rendeva il canto ancora più bello.Romìr si acquattò dietro due alberi che facevano d’ingresso al lago, lontani più o meno una decina di metri,e da lì silenzioso ascoltava il canto,accompagnato adesso da gaie e squillanti risate.Poi la canzone cessò,e nell’attimo finale la voce divenne sempre più soave e tenue,fino a spegnersi completamente.
Incuriosito,Ròmir si avvicinò alle acque per scoprire di chi fosse quella voce meravigliosa e rimase allibito da ciò che vide.
Una fanciulla elfica dalla pelle chiara e vellutata,con lunghi capelli lisci come la seta,che sembravano tanti fili d’oro,e i raggi del sole li inondavano in un fulgore scintillante.Il suo corpo era sottile e grazioso come quello dei giunchi,dalle forme dolci e sode,avvolte in un vestito grigio-argento come i tronchi delle betulle e chiuso in petto da un dorato girasole.Ovunque intorno a lei vi erano lomelindi,ed ella ballava sui flutti bassi del lago poggiando i piedini danzanti sulle ninfee,talmente leggiadra che era.Ella era la principessa Aiwen Mìril detta dagli elfi del luogo Lomelinde,poiché la sua voce ricordava quella degli usignoli,perché ne possedeva la stessa vitalità ma nel frattempo la stessa tristezza,donde scaturiva bellezza.Per molto tempo Ròmir stette nascosto ad osservarla,ed era pieno di meraviglia e di gioia perché ella le ricordava la sorella perduta e,pur non volendo,se ne innamorò.

#234 Comment By mariateresa On 31 agosto 2008 @ 09:55

Ah, dimenticavo una cosa. Per chi fosse interessato di botanica, i celyrn sono una variante dei mallorn tolkeniani. Sono snelli come le betulle, di cui sono una variante, ed hanno fiori e foglie d’oro e d’argento(il tronco è liscio e grigio come quello delle betulle).

#235 Comment By Forrest Gump On 31 agosto 2008 @ 11:23

niente da dire, molto carino questo stralcio di storia, anche se non è proprio il mio genere.
parlando francamente, mi sono immaginato tidus e yuna nella scena del bosco di kilika. E a chi non conosce final fantasy dico che mi sono immaginato uno stalker squilibrato che s’innamora di un usignolo (o era un elfa?) che è il sosia di sua sorella.
non è cattiveria, intendiamoci: oggettivamente è uno stile apprezzabile, anche se soggettivamente lo detesto.
personalmente non leggerei mai una storia del genere, mi dispiace :)

#236 Comment By mariateresa On 31 agosto 2008 @ 13:59

Sembra sdolcinata, vero? Ma assicuro che non finisce tanto bene. Ecco la dimostrazione(parte del finale).
In quel momento,Aiwen fu percorsa da un brivido,e le sembrò che una parte di lei se ne fosse andata per sempre.Si accasciò tra le braccia di Herya senza alcuna forza e l’elfo capì cosa era accaduto.La lasciò lì nelle mani dei compagni,e a cavallo corse giù per il sentiero chiamando Ròmir,che non gli rispondeva.Quando giunse alla fine del sentiero,lo trovò steso a terra accanto all’orco morto,e che a fatica respirava.Velocemente gli si accostò e spezzò l’asta del dardo per estrarlo dal petto,e disse:”Ròmir,non temere,ti salverò!”ma egli rispose”No Herya,non serve che tu tolga questo dardo dal mio petto e me lo medichi,ormai per me è finita.Non sono stato un buon principe,e questa è la mia punizione ma non temo la morte,perché il mio spirito era morto e lei,piccola e fragile creatura,Sìril,mi ha salvato.Non piangere per me elfo,sono stato crudele con te,ed ora ti chiedo perdono per quello che ti ho fatto.Non sei un inetto,ma la salvezza di Loth ed io ti auguro di essere felice con la tua amata e di regnare su questa terra per sempre.Ecco,sento che il mio spirito si sta staccando dal corpo,la mia ora è giunta.Lascio a te Aiwen,proteggila”e morì felice,tra le braccia del suo unico amico che piangeva per lui.
Aiwen ancora sedeva sull’erba circondata dai prescelti,e il pensiero dell’amato la tormentava.Ma quando Ròmir spirò,ella si sentì morire,e gemendo si alzò e prese a correre per il sentiero strappandosi le vesti e sciogliendosi la lunga treccia d’oro,e il sole si rifletté sui suoi capelli producendo un rifulgente bagliore.I prescelti le corsero dietro,ma ella correva molto rapidamente come fosse un daino,ed era dissennata e in preda alla disperazione.Arrivò alla fine del sentiero gridando il nome di Ròmir e quando lo vide girò la testa di scatto,e si rifiutò di credere che fosse morto.
Dopo di lei giunsero anche i prescelti e per ultimo il vile Elemor,che con quel poco di forza che gli rimaneva era riuscito ad aggrapparsi al suo cavallo ed ora giungeva in sella ad esso sporco e butterato.Vide Aiwen sola e disperata davanti a Ròmir,e pensò di poterla convincere a venire con lui e le disse:”Vedi cosa succede quando ami un mortale?Egli è morto,non ha mantenuto la sua promessa,ti ha abbandonato per sempre,dunque vieni con me adesso o muori per sempre”e tese la mano nella speranza che lei accettasse,mentre nell’altra stringeva un pugnale per ucciderla se avesse rifiutato.Ma la fanciulla non lo ascoltò nemmeno,andò vicino a Ròmir,gli tolse il pugnale dal fodero e,vittima della sua follia,se lo piantò nel cuore.
Herya urlò e corse per farsela cadere in braccio e,quando si rese conto che era morta,la posò delicatamente a terra,ed ella era persino più bella di prima con i fiori appuntati in petto e il riverbero del sole imprigionato nei suoi capelli radiosi.

#237 Comment By Morgante On 31 agosto 2008 @ 15:24

Sinceramente, quando penso agli elfi, l’ultimo che mi viene in mente è Dobby. Ma lasciamo pure perdere, non avevo intenzione di far polemica, anche se la tua spiegazione non ha cambiato il mio parere, (forse non hai compreso bene cosa intendevo, pazienza).
Mi devo però associare a Forrest Gump: dopo due righe di un libro scritto in uno stile simile, purtroppo temo che interromperei la lettura per passare a qualcos’altro; naturalmente, parlo del mio personale gusto, e non sto qui a seccare spiegando di che “gusto” parlo, o andrei fuori tema. Comunque, la cosa che si evince di sicuro, è che hai davvero una gran voglia di mostrare la tua opera, eh? I tuoi brani si allungano ogni tuo intervento di più. Se non stai attenta, fra un po’ ci troveremo a commentare direttamente il tuo romanzo.
Così salti a due piedi la richiesta al gestore del blog di leggerlo e lo lasci a tutti quanti! : )

Ciao ciao

#238 Comment By mariateresa On 31 agosto 2008 @ 15:54

Questione di gusti, certo. Non sono qui per convincere che il linguaggio epico è affascinante. Altrimenti lo fare, e come! Ho convinto un bel po’ di persone. Comunque non trovo che le parole usate siano incomprensibili. Ma lasciamo stare. Il mio maestro è stato Tolkien, quindi il mio amore per l’epico e l’arcaico non deve sconvolgere tanto. Non sempre uso questo stile, lo alterno con altri a seconda delle situazioni. Ma non vi tedio oltre, state tranquilli!

#239 Comment By Morgante On 31 agosto 2008 @ 16:00

Beh, forse è giusto che almeno una cosa la spieghi meglio: ebbene, quando pensavo agli elfi pensavo proprio alle creature di Tolkien!
In realtà speravo che non li rendessi come lui, perché sarebbe bello ogni tanto evolversi, questo è il mio gusto.
Sessant’anni con lo stesso tipo di creature: alte, belle, snelle, dai capelli lunghi e setosi. Parlo esclusivamente dei brani che hai mostrato, ovvio, ma almeno da quelli sembra proprio che tu li abbia ripresi in pieno, riesumati per l’ennesima volta, senza cambiare una virgola. Sempre belli, sempre eroici.
Poi magari ci sono brani più significativi in cui mostrano un po’ di “personalità” che finalmente esce dall’orbita tolkeniana, ma fin qui non vedo nulla di nuovo. E purtroppo, non vedo pressoché differenza (sempre per i pochi brani citati) fra te e Strazzulla. Mi spiace molto. Se tu avessi trascritto passaggi diversi, forse, ma con questi la primissima impressione, che naturalmente potrebbe anche cambiare, è questa. Come tu stessa affermi in altri interventi, bisogna aprire la mente, accettare anche critiche dure, e mai chiudersi in se stessi. Chissà, ogni commento è utile, e non bisonga mai catalogarlo come infantile. : ) C’è sempre da imparare.
E voi, elfi, riposate in pace!

#240 Comment By Morgante On 31 agosto 2008 @ 16:08

Nota:
quando si dice che un libro non va giù, o si preferisce leggere altro, non significa che ciò che si è letto lo si sia trovato incomprensibile.
Mi pare una scorciatoia per pensare: questi qui non sanno leggere.
Pensa invece che chi legge lo conosce l’italiano, e semplicemente gradisce molto di più un altro tipo di scrittura. Tutto qui, per precisare. Sono un po’ stufa, quando dico che non mi piace qualcosa, di sentirmi dire che non era incomprensibile. Ma va’? Che scoperta!
Ma non mi piace lo stesso! Punto.

#241 Comment By mariateresa On 31 agosto 2008 @ 16:58

Ho sbagliato io a comprendere. I “veri” elfi sono quelli tolkeniani, non quei gnomicelli vittoriani a cui ci ha abituato la Rowling! Tolkien i suoi elfi li ha presi dalla mitologia nordica, e gli ha dato una cultura simile a quella dei popoli celti e scandinavi. Non sono contraria alle innovazioni, ma ho un concetto di fantasy piuttosto rigido, che non mi fa vedere di buon occhio fatine con le alucce e altre porcherie simili. I miei concetti sono gli stessi espressi nel saggio di Tolkien sulla fiaba, Albero e Foglia e Il medioevo e il Fantastico. I miei elfi non hanno nulla a che vedere con quelli della Strazzulla. Ognuno ha la sua cultura, ognuno il suo modo di vivere. Aiwen appartiene agli elfi della luce. Come razza hanno solitamente i capelli chiari e gli occhi azzurri, sono piuttosto snelli e abbastanza alti. Il biondo varia da dorato, come nel caso della principessa, ad argenteo, come nel caso di suo padre Aluin. Come carattere sono piuttosto nobili e altezzosi, non amano molto i mortali ma alcuni hanno simpatia per i mezzi elfi(come nel caso di Ròmir). Sono molto curiosi e versati nelle arti intellettuali.
Poi vi sono gli elfi del crepuscolo, in parte la stirpe alla quale appartiene Herya. Sono molto alti e più robusti degli elfi della luce, perchè vivono nelle valli o nei boschi e svolgono attività quali allevamento e agricultura. Hanno i capelli solitamente argentei o comunque chiari, ma non è raro trovare chi li ha castano dorato. Il loro fascino sta tutto negli occhi, grandi e profondi, verdi oppure blu-grigi. hanno un carattere meno chiuso e più allegro rispetto agli elfi della luce, sono esperti dei segreti della natura e nella musica. Fra tutti gli elfi sono quelli che più amano gli umani, con i quali si sono spesso mischiati. Non hanno molta simpatia per i nani.
Gli elfi silvestri sono una variante di questa stirpe. Herya è a conti fatti uno di loro. Hanno le stesse caratteristiche, anche se sono meno alti, e tendono ad avere chiome scure ed occhi verdi o color nocciola, anche se non mancano le chiome rossicce, per via del loro mischiarsi con i folletti. Amano le foreste, la luce della luna e delle stelle, non amano molto gli umani e i nani. Sono più muscolosi rispetto agli altri elfi e molto agili, abili musicisti e boscaioli. Alcuni sanno allevare animali particolarmente selvatici.Sono gentili con tutti, persino con gli umani, ma diffidano di chi non mostra rispetto per la natura. La loro bellezza diciamo sta tutta nelle forme armoniose del corpo. Herya è un meticcio, metà elfo del crepuscolo metà elfo silvestre, quindi presenta i tratti di entrambe le razze. Così come negli elfi della luce possono esserci eccezioni quando la razza non si conserva pura. Zelda(non ho preso il nome dal videogioco, giuro!)è celebre per la chioma corvina ereditata dalla madre(una dea).
L’ultima stirpe è quella degli elfi scuri. Se vogliamo dirla tutta, non sono molto diversi dai nani, anche se più affascinanti. Sono i più bassi tra gli elfi e i più robusti di fisico, amano lavorare la terra e le gemme e forgiare armi. Hanno capelli scuri, bruni o neri, e occhi delle medesime tinte. Nel caso ci siano matrimoni misti,possono nascere meticci.Vanno particolarmente d’accordo con i nani, per via degli interessi comuni, e spesso si sono mischiati con loro. Sono schivi e chiusi di carattere persino con gli altri elfi, più che mai con umani dell’ovest e del sud e con folletti o altri che non appartengano alla loro stirpre o a quella nanica. Si mischiano volentieri agli umani imparentantai con i nani del nord o ai mezzielfi dell’est.
Gli elfi in generale appaiono affascinanti agli occhi degli umani e delle altre razze per via della loro orgigine semi divina. Gli unici che li eguagliano in leggiadria ed eleganza sono fate e ninfe, ma all’epoca della grande guerra non ve ne rimangono che pochissimi esemplari a Loth. Ciò che colpisce di loro è la fragilità e l’eleganza, l’armoniosità delle forme e la nobiltà del portamento. La loro, più che bellezza, è grazia. ma non sono perfetti. hanno avuto, come gli uomini, una caduta prima di quella umana, e il loro carattere passionale e orgoglioso li ha tratti in inganno diverse volte. Molti sono diventati malvagi per la sete di potere e si si sono tramutati in orrendi orchi(gli orchi sono brutti non perchè malvagi, ma perchè mutilati e torturati da Morgon). Ma ogni elfo ha il suo fascino particolare, chi gli occhi, chi i lineamenti del volto, chi il fisico snello. In particolare, c’è un elfo nel primo libro che io non ho postato il cui aspetto è stato rovinato dalla guerra ma i cui occhi luminosi sono talmente belli da far impallidire le stelle e innamorare di lui una graziosa e mezz’elfica fanciulla. Questo è tutto sui miei elfi, ma chi vuole può benissimo richiedermi alcuni passi della mia appendice. Lì è tutto mostrato con più calma.

#242 Comment By Morgante On 31 agosto 2008 @ 17:17

Ehm, Mariateresa, ti scrivo un ultimo commento, perché sei stata gentile a spiegare tante cose e a metterti in gioco. Ma non vado troppo oltre perché l’argomento qui era appunto Gli Eroi del Crepuscolo.
Dunque, l’unica cosa che dico è questa: per il momento, e forse è solo perché qui non hai spazio a sufficienza, hai solo descritto i tuoi elfi, non li hai minimamente mostrati. Ho potuto leggere solo infinite descrizioni di occhi, muscoli e centimetri di statura, o le varie amicizie con altri popoli. Quando si parla di mostrare, far capire, quando si parla di caratteri, peculiarità di razze, sono altre le cose che vorrei sentire.
Se mi devi parlare di un pesce palla, e di uno squalo, in un documentario, non passerai mai tutto il tempo a dirmi solo come sono fatti fisicamente. Perché sono ben altre le differenze che li distinguono, no? Cibo, habitat, riproduzione, durata della vita, accoppiamento.
In un mondo magico, questo può voler dire: parlare ad esempio di poteri, capacità, tradizioni nella costruzione di manufatti, e molto altro ancora. Forse l’hai fatto nelle tue appendici, lo spero. Io giudico ovviamente solo quanto hai scritto. E ti dico, spero che tu ti sia concentrata molto di più su caratteristiche ben diverse da occhi e capelli.

Grazie comunque per le precisazioni. In bocca al lupo

#243 Comment By FrauBlucher On 31 agosto 2008 @ 18:06

Domanda oziosa: ma che hanno di speciale gli elfi da infiammare la fantasia di tutte, dicesi tutte, le ragazzine che scrivono fantasy?
A me sembrano creature mortalmente noiose.

#244 Comment By mariateresa On 31 agosto 2008 @ 18:44

Dipende da cosa ci vedi, quali ideali o modelli vedi in loro. Io vi vedo, su insegnamento di Tolkien, quanto di più bello e nobile esiste al mondo. Sono angeli terrestri, per così dire. Ma io sono, per così dire, purista nel fantasy. Gli altri vi vedranno qualcosa di diverso. Non per la cronaca, ma gli elfi non infiammano solo la fantasia delle ragazzine. Anche perchè il fantasy non lo scrivono solo le ragazzine. Ci sono altre ragioni per cui li amo, ma hanno tutte a che vedere con Tolkien, e siccome ho notato che ha molti risulta noioso non mi dilungo oltre.
Non posterò più nulla sugli elfi. Dovrei postare l’intera trilogia per mostrarli! E nelle appendici oltre la descrizione fisica c’è anche quella mentale per così dire, ma come ripeto è lunga, e non posso di certo prendermi tutto lo spazio su questo blog. Chi vorrà, potrà leggermi a trilogia pubblicata e darmi un giudizio davvero completo.

#245 Comment By FrauBlucher On 31 agosto 2008 @ 19:31

Quello che intendo dire, è che il fascino non è una caratteristica razziale, ma individuale, ed è dato più che dall’aspetto fisico, dalla personalità. Tu descrivi gli elfi come nobili e bellissimi, pensando che al lettore debbano piacere perchè piacciono a te, ma quello che arriva è il fastidio che si provava da bambini quando la maestra ti portava ad esempio il primo della classe.

I personaggi letterari che si ricordano per sempre, non sono quasi mai gli eroi senza macchia e senza bruttezza, ma quelli che hanno lati oscuri, personalità, carattere, non necessariamente positivi: Gollum batte Legolas 100 a 1.
E, in questo senso, un buon cattivo tira avanti una storia molto meglio di cento bellocci canterini. Va bene che in libro epico come vuole essere il tuo, ci devono essere i perfettissimi, ma non possono monopolizzare la trama (così mi è parso di capire, correggimi se sbaglio) perchè il lettore si stufa.

Gli angeli saranno anche belli, ma se passi venti giorni in mezzo ad un coro di Cherubini, al sesto cominci a desiderare di essere nella casa del grande fratello.

#246 Comment By mariateresa On 31 agosto 2008 @ 20:49

Non so come spiegare che i miei elfi non sono belli secondo il senso moderno del termine, ma belli in quanto affascinanti, misteriosi, dai tratti fisici particolari. la loro malia è l’essere diversi dagli umani, il non appartenere del tutto a Loth ma anche ad una realtà secondaria. Aiwen non è bella come lo è Paris Hilton per intenderci(cito lei perchè tutte e due bionde), ma è di una bellezza più naturale, semplice e delicata, tant’è che io la paragono alle betulle. Comunque sia, per concludere ed evitare di andare nuovamente troppo avanti sul tema elfo, i miei eroi non sono perfetti. Gli eroi non devono essere perfetti. Gli eroi, se vogliamo essere paradossali, non devono essere eroi. Devono essere guerrieri, nella vita di tutti i giorni, persone che lottano per ciò in cui credono. Herya in realtà poi non è nemmeno l’eroe della mia storia. L’orco Urush è il vero protagonista, che disincarna Morgon per riscattare la sua anima dannata. Herya invece, dotato com’è di ottime abilità di arciere e di spadaccino, fallisce. E la faccia gli rimane pure un po’ butterata(sigh, lo volevo bello fino alla fine…la principessa che se lo sposa si rifà a me!).

#247 Comment By FrauBlucher On 31 agosto 2008 @ 21:07

E la faccia gli rimane pure un po’ butterata

Tipo Scamarcio, via! :D

#248 Comment By FrauBlucher On 31 agosto 2008 @ 21:47

Forse dovresti scriverlo nel tuo romanzo, perchè se descrivi la fanciulla elfica (Aiwen-Arwen?) come fai, sottile, capelli d’oro, con la pelle vellutata, le forme tonde e sode, cioè esattamente come chiunque descriverebbe una bella donna raffinata (a differenza della Hilton) mi riesce difficile crederti quando affermi che i tuoi elfi non sono belli nel senso comune del termine. Anche perchè li descrivi come migliori degli umani sotto ogni punto di vista (vedi dialogo con Romir/BoRomir), tutti alti, magri con bellissimi occhi.
Sono belli, e non c’è niente di male in questo, ma a chi legge non basta sentirsi ripetere quanto sono belli, descrivere capelli occhi canti e risate per trovarli ANCHE affascinanti. Il fascino lo si deve rendere credibile costruendolo sul personaggio, possibilmente non facendo dire da altri quanto costui sia super.

#249 Comment By mariateresa On 31 agosto 2008 @ 22:50

Aiwen non ha nulla a che vedere con Arwen, anzi forse ne è l’esatto contrario(tanto più che il suo nome, seppur simile ad arwen, in elfico significa fanciulla-uccello). Arwen ha creduto nella forza del suo amore fino alla fine, Aiwen si è arresa al dolore e alla disperazione dimostrandosi debole(questo dimostra che non è perfetta). Il fascino degli elfi sta proprio nella loro delicatezza, nel loro essere eterei. Ròmir ha alcune cose in comune con Boromir, come lui ama la sua patria, ma è più malinconico e triste e molto più duro. Il suo carattere torna ad essere quello che era all’inizio solo dopo l’incontro con Aiwen. Il nome Ròmir è un’abbreviazione dell’elfico Romarilla, che significa gioiello dell’est, infatti lui è un uomo dell’est immigrato nel sud(regno di mezzielfi). Ho ripreso l’elfico inventato da Tolkien, riuscendo solo di recente ad imparare l’anglosassone a cui in parte esso si ispira, ma l’ho combinato col greco e col latino. Romàrilla potrebbe infatti significare, nel dialetto dell sud-est, gioiello di forza(marilla è elfico, rom dal greco rome). Una differenza sostanziale tra Ròmir e Boromir(è una forma mista di ovestron ed elfico a sentire tolkien, e non ne è stata mai data la traduzione esatta, anche se io credo significhi gioiello scintillante) è il motivo della loro caduta. Boromir cade per la tentazione nei confronti dell’Anello, quindi per la tentazione nei confronti del potere, Ròmir invece cade per difendere colei che ama. Da questo punto si vista, risulta più “nobile”di Boromir e la sua anima riscattata dal male già da un bel po’, a differenza di Boromir che si pente veramente di tutto solo in punto di morte.
Se proprio si vuole trovare una fonte che mi ha ispirata quella è Giulietta e Romeo di shakespeare, e in parte una vicenda accaduta a mia nonna che qui non riporto.
Alcuni elfi, specie quelli della stirpe di Aiwen, si sentono superiori agli uomini perchè in loro vedono la causa dell’ascesa al potere di Morgon. altri invece, come gli elfi del crepuscolo e Aiwen stessa, ne sono incuriositi e li amano per la loro stranezza. Più avanti nella trilogia sono descritte varie bellezze elfiche e mezz’elfiche e umane, ognuna particolare per diversi dettagli.Si,in genere la bellezza elfica è raffinata ed elegante, ho detto che più di bellezza si dovrebbe parlare di grazia.le donne mortali hanno una bellezza completamente diversa, ecco perchè parlo di fascino elfico riferendomi al punto di vista degli uomini mortali e anche di altre creature come folletti e nani(i nani non sono molto belli nei lineamenti, ma hanno sguardi fieri e maestosi che non lasciano indifferenti).

#250 Comment By GiD On 31 agosto 2008 @ 23:34

@ mariateresa

Fammi capire: Oltre a riprendere elementi tolkeniani (lingua elfica, elfi, stile, tipologia di storia…) hai chiamato i tuoi personaggi con i nomi storpiati dei personaggi di Tolkien?
Aiwen/Arwen e Ròmir/Boromir sono casi isolati o questa somiglianza dei nomi è una costante del tuo romanzo? Ti prego dimmi che non ci sono personaggi che si chiamano Fordor, Ganhalf o Elgolas…
Credimi, non voglio criticare a prescindere il tuo lavoro (anche perché ne ho letto solo una pagina, o meno) ma penso che sia meglio che tu rifletta su quello che stai scrivendo.
Spero per il tuo lavoro che i due nomi sopracitati siano l’unico caso di “richiamo” ai personaggi de “Il signore degli anelli”. Ti dico questo perché corri il rischio di essere etichettata come la brutta copia di Tolkien. Se riprendi le tematiche, le situazioni, i personaggi e perfino i nomi di Tolkien finisci per sminuire quello che di tuo c’è nel tuo lavoro.
Per quanto potrà essere brillante la trama, profondo il messaggio o calzante il ritmo, chi lo leggerà lo considererà sempre uno pseudo-signore-degli-anelli, un volerlo imitare. Non riuscirà mai a vederlo e a leggerlo come un romanzo con un’anima propria.
Poi, detto per inciso, magari a te va bene, dipende dagli obbiettivi che uno si pone. Se mi dicessero che il mio romanzo sembra l’ottavo libro della serie di Harry Potter io me la prenderei, per quanto ammiri il lavoro di J.K. Rowling.
Ribadisco che non ho letto il tuo romanzo, quindi non posso dire che è la brutta copia de “Il signore degli anelli”. Quello che posso dirti è che se apro un romanzo scritto nello stile de “Il signore degli anelli”, con le stesse ambientazioni, e con un’elfa che si chiama Aiwen, il primo pensiero che mi viene è “Che palle, un altro copia-incolla del signore degli anelli!”.
Spero tu non te la prenda, ma ,come dice Gamberetta, meglio la sincerità che l’educazione.

#251 Comment By mariateresa On 31 agosto 2008 @ 23:53

Non me la prendo, ma tu mi sopravvaluti. Imitare Tolkien è impossibile. Ho preso ispirazione dai suoi lavori perchè sono stati la mia prima lettura fantasy e questa trilogia l’ho scritta grazie alla sua influenza, ma non potrei mai nemmeno sognare di arrivare al suo livello. Accetto qualsiasi critica, tranne che ho copiato lui. Mi sono ispirata a lui, ma poi ci ho messo del mio. Ripeto che Aiwen e Romir essendo nomi elfici assomigliano a quelli dei suoi personaggi, ma non sono assolutamente uguali. Hanno significati differenti. E comunque l’elfico non è propriamente suo. L’ha reinventato basandosi su lingue già esistenti, tra le quali ho avuto modo di imparare solo un po’ di anglosassone(e molto modestamente purtroppo). Spero di poter imparare un po’ più di gallese, so solo qualche parola e verbo, e anche il finnico. Mi darò da fare a scuola conclusa.

#252 Comment By Luca Zaffini On 1 settembre 2008 @ 08:41

Da un articolo di Fantasy Magazine in cui si presentano le novità e le uscite di settembre. Sono rimasto sconcertato.

Claudio Tassitano, Arthur e lo stregone nero, Teens, pagg. 288, euro 11,90
Sul continente di Empyrea, in un mondo fantastico di impronta medievale, si svolge la vicenda di Arthur, Roddy e Sarah, tre adolescenti

Paola Zannoner, La settima strega, TIF Extra, pagg. 320, euro 9,90
Meg, una ragazza di tredici anni

Catherine Banner, Gli occhi di un re, I Grandi, pag. 320, euro 17,00
Un fantasy che non è solo un fantasy ma una storia magica, ipnotica, che si sviluppa capovolgendo i canoni classici del genere. La narrazione inizia nel regno di Malonia, un mondo fantastico in cui un giorno il quindicenne Leo trova un misterioso libro

Anthony Horowitz, I cinque guardiani. Il varco del corvo, I Grandi pagg. 224, euro 16,00
Matt, teppistello di quattordici anni

Matteo Mazzucca, La clessidra del potere. L’ultimo pirata, I Grandi, pagg. 272, euro 17,00
Spinn, tredici anni, è un agile ladruncolo

P. Baccalario; E. Dalò; G. Kaborè, Il principe della città di sabbia, I Grandi, pagg. 322, euro 17,00
Una storia che nasce dal cuore magico dell’Africa, dove il racconto si fa incanto, suggestione e avventura. La piccola Rokia

Jan Page, Selina Penaluna, I Grandi, pagg. 352, euro 17,00
Uno stile evocativo e lirico, un romanzo dove i tempi e le voci si intrecciano, da quella della sedicenne Selina

Sara Boero, Il sogno di Pandora, One shot, pagg. 192, euro 12,90
Pandora è una ragazzina normale

Guido Quarzo, Il libraio sotterraneo, Gl’istrici, pagg. 128, euro 7,00
Tutti i grandi eroi hanno fatto almeno un viaggio nel sottosuolo: Ulisse, Enea, Dante… Nicolò (quinta elementare)

Tonya Hurley, Ghostgirl, pagg. 320, euro 16,50
Invisibile: così si sente Charlotte Usher a scuola.

Edward Bloor, London calling, Oltre, pagg. 360, euro 14,00
Martin Conway, quattordici anni, americano, incontra Jimmy Harker, dieci anni, inglese.

Ma cosa deve fare uno per leggere fantasy adulta? Diamine, sto leggendo “Gli inganni di Locke Lamora” e non mi sembra vero. Truce, crudo, volgarità… perfetto. Invece questi qui continuano a pubblicare libri con protagonisti bambocci per lettori adolescenti. Il fantasy (quello con protagonisti bambini scritto per pubblico bambino) è una moda. Passerà, e giustamente il fantasy di questo genere tornerà nell’oblio.

#253 Comment By mariateresa On 1 settembre 2008 @ 09:08

Ho notato una cosa nella recensione che prima non avevo notato per via della brevità del suo contenuto. Gamberetta parla di gamberetto fresco riferendosi alla morte e resurrezione di Ventel.Io dico che è una delle parti peggiori. Sarebbe stata bella e credibile se non fosse che Ventel è stato trafitto da una freccia al petto in un punto fatale. Non mi risulta che gli Eterni possano sopravvivere anche trapassati da parte a parte. A questo ci arriverebbe perfino la Strazzulla, dai! Perchè scrivere cose così stupide?

#254 Comment By Morgante On 1 settembre 2008 @ 10:45

Per Luca Zaffini.

Scusa, ma vorrei dire la mia. Mi spiace, ma trovo il tuo commento proprio sciocco. Io ho 28 anni, quindi non parlo da mocciosetta. Ti scrivo perché ho avuto l’impressione di leggere il pensiero di uno di quegli adulti ottusi che per trovare letture che ama, vorrebbe non veder sugli scaffali quelle che non gli interessano. Spero che fosse solo un po’ di frustrazione la tua, per le schifezze che ci sono in giro.
Ti basta solo aguzzare la vista, no? Cerchi fantasy adulti? Benissimo. Sforzati, abbi pazienza, vedrai che li trovi, anche in mezzo a libri che a te non interessano. Perché si dovrebbe smettere di scrivere storie con protagonisti giovani? Di libri ce ne possono essere un’infinità. E’ questa la loro forza.
Ma forse te la prendi più con le case editrici che danno spazio solo a romanzi con protagonisti giovani. Non con i giovani, mi auguro proprio. Anche perché sarebbe una follia. Mi pare che storie con bambini, ragazzini, anche più piccoli di quelli citati, da quelli dei fratelli Grimm, a quelli di Barrie in Peter Pan, nel Mago di Oz, Alice nel Paese delle Meraviglie, La Storia Infinita, abbiano arricchito molto (e non da un anno o due, qui si parla di secoli, non di mode!) il mondo delle storie, anche quelle a cui molto spesso grandi autori di fantasy “adulto”, si sono profondamente ispirati.
Che la letteratura sia piena di schifezze, copiature scialbe, sciatte, prive di spunti o fantasia, su questo concordo pienamente con te.
Ma ricorda che a 4 anni o a 8 un bambino non legge Tolkien, non legge Martin. E se glieli leggessero a forza, non potrebbe mai afferrarne i significati più profondi. Ad ogni età i messaggi vanni trasmessi nel modo più adatto. Certo, non si dovrebbe scadere nel banale, concordo, ma i protagonisti giovani non sono un male. Tutti siamo piccoli all’inizio, o no? E poi, la fantasia dei grandi autori nasce fin da bambini, quindi è un bene che le storie continuino ad essere scritte anche per loro.
Tutto qui. La storia che le storie di un certo tipo siano una moda passeggera è una sciocchezza (ricordo sempre i grandi classici, che non ci sono da due giorni). Probabilmente è vero in Italia, ma in realtà è una tragedia che sia così. Quando avevo 5 anni ed ero l’unica tra i bambini che frequentato ad aver ascolta Il Mago di Oz, Il Vento nei Salici, Alice nel Paese delle Meraviglie Peter Pan (non le versioni Disney, ma quelle dei libri), ti assicuro che non era bello. Gli altri mi guardavano stralunati. Sfido che poi qui si copino solo sceme storie di elfi, si debbano per forza scimmiottare romanzi stranieri. E’ fin da piccoli che si dovrebbe alimentare l’amore per il fantastico, il bizzarro, oltre che il realistico.
Ed è triste che ci siano adulti che per le loro esigenze (e dire che dovrebbero essere più maturi) si agurano che quello che non è di loro gradimento semplicemente scompaia. Spero di aver frainteso il tuo sbigottimento. Non ce l’ho con te, scusa la foga, ma queste idee non riesco a comprenderle. Troppo spesso su siti scritti anche da studiosi del fantastico, non da scrittori, ho letto che questa convinzione della “moda” è uno dei cancri che non riesce a dare la dignità che meritano le storie per i ragazzi, che forse un un giorno potrebbero anche diventare come Tolkien che leggeva di draghi a sette anni, o Philip Dick, che tra le prime letture che lo hanno ispirato, aveva scelto proprio il mondo della “bambina” del Kansas del Mago di Oz.

Questo è quello che penso: arrabbiati contro le storie banali, ma non augurarti mai che le storie fantastiche per ragazzi scompaiano. Perché se non ci fossero state quelle, probabilmente metà dei fantasy che hai letto tu non sarebbero mai nemmeno esistiti.

Sono partita proprio in quarta, scusate, anche tu, Luca. Ma certe cose mi fanno star male.

#255 Comment By mariateresa On 1 settembre 2008 @ 11:15

Forse luca è stato un po’ frainteso, forse ha sbagliato ad esprimersi. Per me intendeva dire che i protagonisti ragazzini fatti per piacere ai ragazzini sono infantili e sciocchi proprio perchè costruiti a tavolino, falsi e stereotipati. Ma se non voleva dire questo, beh concordo in pieno con Morgante

#256 Comment By Gamberetta On 1 settembre 2008 @ 11:46

@Luca Zaffini. Secondo me il problema non è l’età dei protagonisti (la protagonista di Cuore d’Acciaio di Swanwick è una ragazzina, ma questo non impedisce a Swanwick di scrivere tutto ciò che vuole, e anche, non so, il tipo di Fanteria dello Spazio quanti anni ha il giorno dell’arruolamento? 17? 18?) ma l’interagire di questi tizi giovani con la trama:

Arthur, Roddy e Sarah, tre adolescenti che partono dalla cittadina di Wyndham per diventare soldati dell’Armata Repubblicana; – fin qui per me non c’è nessun problema, è abbastanza normale che una recluta sia giovane – [...] li spingeranno verso un’avventura di portata epica che cambierà il destino del mondo. – è qui che cominciano i guai, perché se tu sei recluta nell’Armata Repubblicana crepi in qualche trincea lontano migliaia di miglia dai destini del mondo; poi per carità magari il romanzo è del tutto verosimile. Certo se invece che gli adolescenti reclute c’era il capo dell’ufficio ricerche sulle armi atomiche era più probabile avesse a che fare con i destini del mondo…

Pandora è una ragazzina normale, vive in una città come tante, va a scuola tutti i giorni, ha degli amici e un fratello più grande. Pandora però ha un segreto: – anche qui, per me può andar bene. Questo scampolo di trama non mi fa storcere il naso – quando è sola nella sua stanza, apre il computer e scrive. – !!! E questo sarebbe il segreto? Chissà cosa scrive? Invocazioni a Nyarlathotep? – Scrive di un’altra Pandora, che vive in un regno lontano, popolato di abitanti magici, guidato da un re saggio e da una regina bellissima. – Ecco è qui che il romanzo è da buttare, non prima.

@Morgante. Il problema è che di libri ce ne sono un’infinità, ma lo spazio nelle librerie è limitato. Se io riempio la sezione fantasy con 50 copie della Troisi e il resto con porcherie assortite, un romanzo decente non avrà spazio. Se non ha spazio non lo compra nessuno, se non lo compra nessuno la prossima volta la casa editrice non lo pubblica/traduce più.
Le cose con Internet cambieranno – stanno cambiando – ma allo stato attuale i libri “esistono” (almeno dal punto di vista commerciale) solo se sono fisicamente presenti in libreria. Perciò i brutti i libri a tutti gli effetti danneggiano i buoni romanzi, rubando loro spazio vitale (già poco in partenza).

#257 Comment By Luca Zaffini On 1 settembre 2008 @ 12:40

@Morgante:
“Scusa, ma vorrei dire la mia. Mi spiace, ma trovo il tuo commento proprio sciocco.”

Mmmm… partiamo male…

“Ti scrivo perché ho avuto l’impressione di leggere il pensiero di uno di quegli adulti ottusi che per trovare letture che ama, vorrebbe non veder sugli scaffali quelle che non gli interessano.”

Non ho scritto una cosa del genere. Se poi sei in grado di leggermi nel pensiero… ;)

” Spero che fosse solo un po’ di frustrazione la tua, per le schifezze che ci sono in giro.”

Frustrazione? Nemmeno per sogno. Non scrivo fantasy, quindi non è nemmeno invidia malcelata. E’ solo sconcerto per vedere come una tendenza (quella del fantasy scritto per ragazzini, con protagonisti ragazzini) sia ormai diventata preponderante nelle librerie. Tendenza nata, guarda caso, a partire dal alcuni romanzi che hanno sbancato “il botteghino”.

“Ti basta solo aguzzare la vista, no? Cerchi fantasy adulti? Benissimo. Sforzati, abbi pazienza, vedrai che li trovi, anche in mezzo a libri che a te non interessano.”

Questo non è così vero. Ormai certi libri non si trovano più nemmeno su ebay, figurarsi in libreria. Poi io, per tutta una serie di motivi, mi rifiuto di scaricarli dalla rete.

“Perché si dovrebbe smettere di scrivere storie con protagonisti giovani? ”

Chi ha mai scritto una cosa del genere? Ho solo scritto che è una moda e che tornerà nell’oblio.

“Ma forse te la prendi più con le case editrici che danno spazio solo a romanzi con protagonisti giovani. Non con i giovani, mi auguro proprio. ”

Certo che no. Perché dovrei? Anche perché molti dei romanzi che appartengono al genere “fantasy per ragazzini con protagonisti ragazzini” sono scritti da adulti. Poi quella del fantasy baby-boom con scrittori adolescenti è un’altra cosa…

“Ed è triste che ci siano adulti che per le loro esigenze (e dire che dovrebbero essere più maturi) si agurano che quello che non è di loro gradimento semplicemente scompaia.”

Non ci siamo proprio capiti…

“Spero di aver frainteso il tuo sbigottimento.”

Di brutto! Non ce l’ho con le storie da te elencate. A dire il vero non ce l’ho con nessuno: ho solo postato una cosa che mi è saltata all’occhio, e cioè come ormai sia preponderante pubblicare libri fantasy con protagonisti adolescenti scritti per adolescenti, sulla scia di aulcuni romanzi di successo. E’ chiaro che è una formula. E’ ovvio che è una politica commerciale delle case editrici, per carità… ma il brutto è che spesso per seguire quella politica si pubblica di tutto e di più, basta che abbia certe caratteristiche appetibili al mercato. E’ lecitissimo, non fraintendere! Ma mi piacerebbe che accanto quei romanzi che tu consideri “propedeutici” per sviluppare l’amore per la fantasia venissero ristampati anche dei grandi romanzi da tempo fuori catalogo o tradotti romanzi di autori stranieri mai considerati.

“Sono partita proprio in quarta, scusate, anche tu, Luca. Ma certe cose mi fanno star male.”

Non ti preoccupare, nessun problema. Non ci siamo capiti. :)

#258 Comment By Morgante On 1 settembre 2008 @ 12:44

Per Gamberetta.
Sono d’accordo con te sugli spazi in libreria.
Quello che faceva storcere a me il naso in quel commento erano le citazioni sottolineate riguardanti soltanto l’età dei protagonisti, come anche tu hai evidenziato. Mi sembrava superficiale giudicare un libro soltanto da quello.
Comunque, sono d’accordo con te anche sull’altro punto. Anch’io credo che un buon libro possa avere protagonisti giovanissimi, l’importante è cercare di scrivere qualcosa di avvincente, sforzarsi sempre di essere onesti, o ispirarsi anche a ciò che è classico, ma sempre puntando su qualche dettaglio nuovo. Un dei libri che hai citato era Arthur e lo stregone Nero, no? E’ uscito il 26, mi pare. In effetti, fino all’arruolamento tutto va bene, ma anche a me rodono le iperboliche pubblicità, in cui sembra che tutti debbano salvare il mondo. Non so se Claudio parlerebbe davvero così del suo libro, ho letto qualche suo commento sul suo sito, ma ora non ricordo se c’era qualcosa di simile.
Le sinossi! Quelle sono una vera piaga, non dovrei mai leggerle, o tre quarti dei libri li lascerei a far da tana ai ragni.

Già, forse ho frainteso Luca, Mariateresa; magari il suo commento non implicava tutto quello che ho intravisto io. Ma avevo proprio bisogno di esprimere quel che pensavo, perché la questione dei romanzi con giovani protagonisti non è la prima volta che è diventata spinosa.
Già all’epoca del Mago di Oz molti intellettuali erano insorti. Lo avevano perfino bandito dalle biblioteche, qualcuno, anche allora lo aveva decretato come la morte della letteratura, quindi…

#259 Comment By Morgante On 1 settembre 2008 @ 12:54

Ah, meno male, Luca.
Era molto molto strano che proprio un amante di libri fantasy non apprezzasse un genere di letteratura che ne è sempre stato la base.
E’ vero, mi è saltata la mosca al naso, ma solo per il brutto ricordo di tanta gente (altri qui avranno avuto questa esperienza) che dice proprio di non capire “a cosa serva la fantasia nelle storie”.
“I bambini dovrebbero leggere cose serie, non scemenze con magia e cose inesistente. Finiranno per buttarsi dal balcone con la scopa tonkita”. Sì, anche questo ho sentito.
Oppure: “Ah, Harry Potter, una storia cupa e orrenda, con tutti quei mostri, mi ha ricordato Il Silenzio degli innocenti.” (???????!!!!!!)

Ho i neuroni in viaggio verso un’altra galassia dopo quella affermazione, sto ancora cercando di tornare nella Via Lattea con il prossimo passaggio della cometa Hale Bopp. Forse il mio intervento di stamattina era solo un richiamo d’aiuto nel mio sistema di comunicazione interspaziale.

Lunga vita e prosperità

#260 Comment By Luca Zaffini On 1 settembre 2008 @ 12:57

@Gamberetta.
“Secondo me il problema non è l’età dei protagonisti (la protagonista di Cuore d’Acciaio di Swanwick è una ragazzina, ma questo non impedisce a Swanwick di scrivere tutto ciò che vuole”

Esatto. E quello di Swanwick è uno dei romanzi che cerco da tempo. Perché è un bel romanzo. Che poi la protagonista sia una ragazzina, un furetto o una scimmia non importa. E’ ovvio che le storie per ragazzi siano fondamentali, ecc. ecc. insomma tutto quello che ha scritto Morgante ha senso. Però in quell’elenco di libri in uscita a settembre, che ho citato da FantasyMagazine, mi sembra proprio di vedere una formula ormai applicata a man bassa. E’ questo ciò che mi ha lasciato di stucco: non pensavo fosse così preponderante. Mi sembra che – e posso sbagliare – ormai per le case editrici il fantasy sia un genere per ragazzini. Ripeto, posso sbagliare, ma gradirei avere una lista di bei libri fantasy usciti di recente, con target adulto, che non sia il solito Martin.
Mi piacerebbe leggere i libri di Robin Hobb. Non si trovano.
Mi piacerebbe leggere l’ultimo libro di John Marco (della trilogia dello sciacallo di Nar). Non si trova.
Swanwick, non si trova.
Mary Gentle (Ash) non si trova.
Oh, magari su ebay… ma possibile che in libreria non ci debba essere niente del genere, ma si viene sommersi da 50 copie di “La ragazza drago” o “Eldest”?

Insomma, per finire: il mio voleva essere uno spunto polemico, ma solo una riflessione su una cosa che mi è balzata all’occhio solo adesso! :D

#261 Comment By Luca Zaffini On 1 settembre 2008 @ 13:05

“Ah, meno male, Luca.
Era molto molto strano che proprio un amante di libri fantasy non apprezzasse un genere di letteratura che ne è sempre stato la base.
E’ vero, mi è saltata la mosca al naso, ma solo per il brutto ricordo di tanta gente (altri qui avranno avuto questa esperienza) che dice proprio di non capire “a cosa serva la fantasia nelle storie”.
“I bambini dovrebbero leggere cose serie, non scemenze con magia e cose inesistente. Finiranno per buttarsi dal balcone con la scopa tonkita”. Sì, anche questo ho sentito.”

Ah, be’ allora siamo proprio sulla stessa linea di pensiero. Sono d’accordo con te, la fantasia nelle storie serve eccome! Solo che io a quattordici anni leggevo Lovecraft… hahaha!
Cmq, ormai è chiaro che ci siamo fraitesi. Es. ritengo Harry Potter un toccasana, dato che avrà avvicinato alla lettura migliaia di ragazzini che altrimenti non avrebbero mai preso in mano un libro. E’ che non mi piacciono molto gli sfruttamenti commerciali di questo genere di cose, e l’approccio formulaico di moltissime pubblicazioni attuali mi puzza proprio di espediente. N.B. L’elenco che ho citato è solo un esempio, magari all’interno vi si trovano capolavori. Ho sottolineato l’età dei protagonisti proprio per evidenziare una tendenza: l’articolo parla di “uscite fantasy” di settembre, non di “uscite fantasy per ragazzi” di settembre.

#262 Comment By Luca Zaffini On 1 settembre 2008 @ 13:08

“Insomma, per finire: il mio voleva essere uno spunto polemico, ma solo una riflessione su una cosa che mi è balzata all’occhio solo adesso! :D”

Ovviamente da leggersi “il mio NON voleva essere uno spunto polemico”…

#263 Comment By AryaSnow On 1 settembre 2008 @ 13:36

Mi piacerebbe leggere i libri di Robin Hobb. Non si trovano.

Nelle librerie del centro di Milano si trova abbastanza spesso. Penso che ciò valga pure per le altre grandi città.
La Gentle non l’ho mai trovata nemmeno io.
John Marco non lo so perchè non l’ho mai cercato.
Mai provato Erikson?

#264 Comment By Luca Zaffini On 1 settembre 2008 @ 13:49

@Aryasnow
” Mi piacerebbe leggere i libri di Robin Hobb. Non si trovano.

Nelle librerie del centro di Milano si trova abbastanza spesso. Penso che ciò valga pure per le altre grandi città.
La Gentle non l’ho mai trovata nemmeno io.
John Marco non lo so perchè non l’ho mai cercato.
Mai provato Erikson?”

Ciao, nelle grandi città intorno alla mia non si trova nulla di Hobb, se non i romanzi più recenti (l’ultimo?).
Ho provato mediante Internebookshop o BOL, non ricordo, ma nemmeno loro avevano in stock quei libri che ho detto.
Erikson? Ho comprato “I giardini della luna”, ho provato a iniziarlo tre volte, e mi sono sempre arenato (ho letto che non sono l’unico).
Grazie

#265 Comment By FrauBlucher On 1 settembre 2008 @ 13:54

@luca zaffini

qui il ciclo di Ash lo trovi ed è pure scontatissimo.

http://www.ibs.it/libri/Gentle+Mary/libri.html

inoltre Fanucci ha ristampato Moorcock (Elric di Melnibonè) e Jordan e anche la Hobb, anche quelli su Ibs e molti scontati.
Dato che stanno ristampando a tutto spiano, può darsi che ristampino anche Swanwick, che era uscito per i tipi di Fanucci.

Ciao!

#266 Comment By AryaSnow On 1 settembre 2008 @ 14:19

Io della Hobb ho L’Apprendista Assassino e L’assassino di Corte (comprati appunto a Milano, alla Feltrinelli). Ma poi ne ho visti pure degli altri in vendita.

Erikson in effetti è… un po’ “particolare”…
Io I Giardini della Luna l’ho finito tutto. Però preferirei leggere il secondo per dare un giudizio sulla saga. A me non ha creato tanti problemi proseguire (ma posso capire che altri fatichino…), è nel finale che secondo me cala. Però dicono tutti che quello è il suo libro più immaturo, quindi provo a proseguire. Ovviamente proseguo perchè nel primo comunque già ci sono delle cose che mi hanno “colpita”.

#267 Comment By Claudio Tassitano On 1 settembre 2008 @ 15:03

Ciao a tutti,
visto che sono stato citato in questa discussione mi pareva giusto intervenire :)
Capisco la frustrazione di Luca Zaffini nel constatare che gran parte delle uscite “fantasy” dei prossimi mesi, italiane e non, sono romanzi con protagonisti giovanissimi o adolescenti, ma – visto che ne ho scritto uno – vorrei dire la mia.
Non è certo per via di Harry Potter, o perché l’editoria sembra prediligere questo particolare genere, che ho scelto di scrivere il mio romanzo con queste caratteristiche, tutt’altro.
La mia grande ispirazione per Arthur e lo Stregone Nero è venuta ovviamente Il Signore degli Anelli (letto oltre 20 anni fa, quindi in tempi non sospetti) e lì le dinamiche in qualche modo sono simili: gli hobbit non sono certo adolescenti, ma degli adolescenti (parlo dei miei adolescenti ideali, eh, non quelli sgamatissimi di oggi) hanno la spontaneità, il candore, gli slanci disinteressati che derivano loro dall’aver vissuto lontani dal mondo (e dal male) nella loro isolata comunità della Contea.
L’altra mia grande ispirazione è derivata dai videogiochi di scuola giapponese (Final Fantasy, Suikoden, Ico, etc.) dove i protagonisti sono altresì tutti giovanissimi o adolescenti.
Naturalmente amo anche Harry Potter, non potrei negarlo, e io stesso mi sono stupito non poco quando terminato “Il Principe Mezzosangue” ho sentito fortissimo l’impulso di scrivere e mettere finalmente su carta la storia che, seppur nebulosa, avevo in mente da diversi anni. Potenza dei castelli d’Irlanda, probabilmente (quelli comprati dalla Rowling con gli incassi del libro :)
Comunque, a mio avviso scegliere protagonisti adolescenti per un bravo romanziere è una “manna dal cielo”, perché permette di mettere in scena uno dei topos delle storie fantasy: l’avventura di formazione, in cui i protagonisti partono senza sapere niente e poi scoprono il mondo scontrandosi con il male (quasi sempre rappresentato dagli adulti), scoprono l’amore e i sentimenti, i valori, rinsaldano la loro amicizia nelle avversità, etc.
Se in qualche modo riescono poi a “salvare il mondo” secondo le formule da quarta di copertina che sono un po’ la piaga impostaci dal marketing (insieme al concetto di “target”), la cosa non può che appassionare ulteriormente i giovani lettori (e magari causare qualche orticaria a chi di storie di ragazzini che salvano il mondo è già saturo!).
Naturalmente, e qui casca l’asino (come dice la Strazzulla), c’è modo e modo di “salvare il mondo”, così come di scrivere un romanzo che dalla quarta di copertina può sembrare banale, o mostrare punti in comune con altri. I concetti di fondo, spogliati dell’inventiva, della trama e delle trovate, in molti romanzi possono risultare triti e ritriti; ma se un romanzo è scritto bene funzionano ancora, eccome.
Questo per dire che non mi sono accodato passivamente a un trend letterario che per la maggior parte produce roba scadente: sono stato il primo a demolire Gli Eroi del Crepuscolo, non amo Licia Troisi, non credo che il mio romanzo si possa accomunare, al di là degli aspetti puramente “anagrafici” agli altri che sono stati citati nel listone pubblicato da Luca.
A parte quello che c’è scritto nella sinossi, in Arthur e lo Stregone Nero comincia una bella avventura, piena di trovate divertenti ma anche di parti epiche e appassionanti; credo sia una lettura verosimile e originale, nient’affatto limitata a un pubblico adolescenziale. Tanto è vero che il mio romanzo, prima della pubblicazione, è stato letto solo da adulti, che nonostante la loro pluriennale esperienza con il fantasy anglosassone (alcuni avevano anni di esperienza come Dungeon Master in D&D) ugualmente ne hanno apprezzato la freschezza e anche le parti “leggere”.
Questo, al momento, è il mio mondo espressivo, e per me va bene così; il fantasy spiccatamente per adulti (Martin, Erikson) non mi entusiasma, mentre credo di essere stato tra i primi a postare in Italia una recensione entusiasta di “Gli inganni di Locke Lamora”, segno che non vivo certo nel mondo della fatine di panna montata e degli elfi di zucchero ;)

P.S: Gamberetta, se pensi di voler recensire il romanzo, richiedimene pure una copia all’indirizzo e-mail di questo commento. Prometto che mi comporterò bene e non frignerò, anche se mi servirai una salamoia di gamberi marci :)

#268 Comment By Luca Zaffini On 1 settembre 2008 @ 15:52

@Claudio Tassitano
“Ciao a tutti,
visto che sono stato citato in questa discussione mi pareva giusto intervenire :)
Capisco la frustrazione di Luca Zaffini nel constatare che gran parte delle uscite “fantasy” dei prossimi mesi, italiane e non, sono romanzi con protagonisti giovanissimi o adolescenti, ma – visto che ne ho scritto uno – vorrei dire la mia.”

Ciao Claudio, fa piacere vedere intervenire gli autori in maniera pacata e intelligente. Volevo precisare che (come ho poi specificato) non intendevo tirare in ballo proprio gli autori elencati, mi aveva solo incuriosito la sequela di protagonisti adolescenti. Ci sei capitato in mezzo… E ripeto che non è frustrazione: non scrivo fantasy. Non ne sono nemmeno grande appassionato… devo proprio trovare un gran bel libro per interessarmene. Diciamo che sono un osservatore esterno del fenomeno! ;)

“Non è certo per via di Harry Potter, o perché l’editoria sembra prediligere questo particolare genere, che ho scelto di scrivere il mio romanzo con queste caratteristiche, tutt’altro.”

E’ chiaro che si tratta di generalizzazioni, ripeto. Però mi sembra di capire che anche secondo te l’editoria sembra attualmente prediligere questo genere (fantasy adolescenziale?). Ecco il mio interrogativo era solo questo: capire se era una mia impressione o meno. Non intendevo certo entrare nel merito dei singoli romanzi (che non ho letto – che ho elencato solo ad esempio). Volevo solo capire se sta succedendo quello che è successo dopo i romanzi di Moccia: hanno iniziato a uscire cloni in quantità.

“Questo per dire che non mi sono accodato passivamente a un trend letterario che per la maggior parte produce roba scadente: sono stato il primo a demolire Gli Eroi del Crepuscolo, non amo Licia Troisi, non credo che il mio romanzo si possa accomunare, al di là degli aspetti puramente “anagrafici” agli altri che sono stati citati nel listone pubblicato da Luca.”

Ok, Claudio. In fondo l’articolo era solo un elenco di uscite di settembre, non è che ci fosse un tema comune, a parte il periodo d’uscita! Tranquillo!

“Questo, al momento, è il mio mondo espressivo, e per me va bene così; il fantasy spiccatamente per adulti (Martin, Erikson) non mi entusiasma, mentre credo di essere stato tra i primi a postare in Italia una recensione entusiasta di “Gli inganni di Locke Lamora”, segno che non vivo certo nel mondo della fatine di panna montata e degli elfi di zucchero ;)”

Ah! Allora siamo di gusti opposti! A me l’unico fantasy che piace è quello sporco e crudo. Martin, John Marco, qualcosa di Gemmell, Mieville… e appunto recentemente Locke Lamora che sto trovando estremamente divertente e originale.
In bocca al lupo per il romanzo e grazie per il punto di vista da autore!

#269 Comment By Gamberetta On 1 settembre 2008 @ 16:42

@Claudio Tassitano. Il mio problema non è tanto riguardo i romanzi per ragazzi o no, il mio problema e che dopo “Arthur, Roddy e Sarah, tre adolescenti che partono dalla cittadina di Wyndham per diventare soldati dell’Armata Repubblicana;” mi piacerebbe leggere: “dopo un rapido esame delle attitudini psico-fisiche i tre adolescenti sono decapitati. Il corpo sarà utilizzato come manovalanza zombie dai reparti del genio, le teste sono buttate in discarica. I negromanti di una colonia di granchi rapiscono le teste e le riportano in vita, a loro le teste servono perché il computer quantistico che hanno comprato per corrispondenza accetta solo comandi vocali.”
Insomma al di là di tutto io credo che se uno scrittore scrive fantasy deve innanzi tutto essere fantasioso. Il nucleo della sua opera dev’essere uno o più elementi fantastici. Altrimenti è avventura a sfondo fantasy, western a sfondo fantasy, rosa a sfondo fantasy, ecc.
Tra l’altro è anche una delle ragioni per le quali anch’io apprezzo gli RPG e gli anime giapponesi: per esempio i vari Final Fantasy sono un delizioso miscuglio di fantasy, fantascienza, bizzarria, miti di ogni latitudine e chi più ne ha più ne metta.

Per quanto riguarda il romanzo ti ho mandato una mail.

#270 Comment By Morgante On 1 settembre 2008 @ 16:57

Ciao Claudio,
anch’io sono contenta di aver letto il tuo intervento. Questo è l’unico angolo di rete in cui scriva ogni tanto (qualche volta scaldandomi un po’ -spero però senza mai fastidiosa, nemmeno con te Luca, no? Ormai ci siamo capiti. Bene, non eri frustrato, la tua era solo una considerazione sorpresa! Non lo dimenticherò. : )
Cercando nuovi autori sono capitata sul tuo sito, (Claudio) ma, appunto, è già raro che scriva in rete, quindi non ti ho lasciato nessun commento lì. Io sono tre anni che aspetto, aspetto e aspetto ancora un po’ le risposte delle case editrici. Per ora sono stata rifiutata da sei o sette, e ad Ottobre dovrei ricevere la risposta di due grandi case editrici.
Ecco, mi conforta un po’ saltare ogni tanto qui e lasciare qualche riga (qualche decina), nell’attesa che non finisce mai; mi tira su! Piacere di aver letto i vostri commenti.

Ah, ho letto che hai appena avuto una bambina, Gaia. Congratulazioni!
Ciao

#271 Comment By Morgante On 1 settembre 2008 @ 17:03

Hm,
beh, non è che debbano sempre esserci squartamenti e gente che viene decapitata, o maiali impiccati, o telefoni che piovono dal cielo (riferimento all’articolo “Incipit” ), però ho capito cosa intendi, Gamberetta. Però, come ho detto credo che le sinossi siano proprio una piaga piuttosto maligna per le storie. Anche la sinossi del Signore degli Anelli è intollerabile, almeno per me. Se potessero scriverle gli scrittori le trame dei loro libri…chissà se è possibile, se lo lasciano fare. Magari si eviterebbero certe sviolinate. Ah, già, ma nel caso di certi autori, come Sergio Rocca, ti ritroveresti direttamente il semplice consiglio di sostituire la Bibbia con le Chiavi del Fato.
No, forse neanche questa è una grande idea…

#272 Comment By Morgante On 1 settembre 2008 @ 17:06

Bah! Due però in due righe. Oggi sono pessima.
Aggiungo solo: qualcuno ha qualche romanzo fantastico ambientato in Italia da consigliare (a parte Pan)? Vorrei tanto leggere qualcosa di veramente italiano!

#273 Comment By Gamberetta On 1 settembre 2008 @ 17:27

@Morgante.L’ambientazione italiana rende la questione non semplice.
* I romanzi di Zuddas del ciclo delle Amazzoni sono ambientati nel bacino del Mediterraneo, anche se in epoca mitica.
* Pentar di Luca Terenzi dovrebbe essere ambientato in Italia, correggetemi se sbaglio, ne ho sentito parlare bene ma non l’ho ancora letto.
* Un romanzo fantasy fuori di testa come Messaggi per la mente di Damon Knight è ambientato per una buona fetta a Milano. Ma ovviamente Knight è autore straniero.

#274 Comment By Morgante On 1 settembre 2008 @ 17:56

Sì, è vero, la questione non è semplice.
Lo chiedo perché il mio chiodo fisso era scrivere una storia ambientata interamente in Italia, ora, nel presente, con i nostri miti, il folklore (ma parecchie cose me le sono inventate, diamine! a cosa serve la fantasia, non è mica inutile come le tonsille!) Ma ci ho messo quasi 10 anni a trovare la frase che mi convincesse ad ambientare una storia qui, e la facesse pure sembrare la cosa più naturale del mondo (per me, è ovvio). Volevo una di quelle storie con una frase particolare, una frase chiave, come quelle delle storie più classiche: “Uno per tutti, tutti per uno”, “L’Isola che Non c’è, la terra dove i bambini non crescono mai”, “segui il coniglio bianco.”
E volevo che fosse tutta italiana. Ma ho un problemino. Adesso mi sento fino un po’ sperduta in mezzo a tutte queste ambientazioni in mondi paralleli o simil medievali. Mi sa che mi sono assuefatta all’ambientazione italiana e sono un po’ nella M.
Che ne dici di Zeferina, l’hai letto tu?
Proverò anche a cercare gli altri libri che hai citato, grazie.

#275 Comment By Claudio Tassitano On 1 settembre 2008 @ 18:25

@Gamberetta: bellissima la tua trama “alternativa”… sto seriamente considerando di farci uno spin-off da pubblicare nella sezione extra del sito dedicato al romanzo :)
A parte gli scherzi, sono certo (e lo vedrai) che nel mio libro ci siano tantissime trovate fantasiose, colpi di scena nient’affatto scontati, anacronisimi curiosi dovuti all’ambientazione in un futuro post-Catastrofe tornato medioevo, insomma non è il classico Mondo Fantasy #49, e assomiglia alle commistioni FinalFantasyane più di quanto possa sembrare (c’è anche una decisa virata horror che credo i fan di Lovecraft apprezzeranno).
Ovviamente tutto questo nella sinossi è stato “edulcorato” e normalizzato, ma è un prezzo che pago volentieri per aver pubblicato con un editore conosciutissimo e ben distribuito come Fanucci, e aver avuto l’opportunità che la mia personalissima visione del fantasy raggiungesse un pubblico vastissimo.
Quindi mi trovi assolutamente d’accordo con te sul fatto che lo scrittore fantasy debba avere fantasia e inventiva, io di sicuro non mi sono risparmiato!

@Luca: perdonami, non avevo capito appieno quello che volevi dire. Comunque mi trovo d’accordo con te, eccetto che non mi è piaciuto Martin (per i miei gusti troppo poco sense of wonder e troppi intrighi nel “Trono di Spade”, sembrava quasi un romanzo storico), Erikson lo voglio approfondire perché il tentativo che ho fatto di leggerlo mi ha un po’ disorientato (è una trama labirintica) anche se mi ha lasciato con la voglia di riprovarci. Locke Lamora invece mi ha esaltato, su Anobii l’ho consigliato a tutti e non vedo l’ora di leggere il secondo capitolo. Di recente ho letto anche Rothfuss, che non mi è dispiaciuto. Quello, tendenzialmente, è il tipo di fantasy che prediligo: ambientazioni “ibride” (quindi non i mondi tutti uguali di ispirazione pseudo-Tolkeniana di certo fantasy seriale: dopo aver letto il SdA, per me non c’è più nulla da aggiungere su elfi, orchetti, nani, etc.), magia e scienza miste insieme in una visione ben studiata, protagonista non ancora maturo (e quindi con il solito trauma o ossessione che lo segnano, topos abusatissimo nel fantasy per adulti ma non solo) ma ancora giovane, aperto all’avventura, con ideali e sogni ancora in divenire, impreparato all’amore, etc. Se posso permettermi uno shameless self-plug, prova a leggere il mio libro: se non ti piace te lo rimborso (Vanna Marchi docet!), ma qualcosa mi dice che potrebbe piacerti. Ho letto in giro sul web qualche tuo racconto (anche se purtroppo non ancora un tuo romanzo), ho grande rispetto di te come autore e una tua opinione da scrittore mi farebbe molto piacere. Inoltre, nelle nostre foto ufficiali sfoggiamo entrambi un pizzetto a dir poco maestoso! :)

@Morgante: grazie degli auguri per Gaia! Non c’è niente da fare, voi donne capite al volo quali sono le priorità della vita :) Per il resto, sono perfettamente d’accordo con la tua “difesa” del fantasy per ragazzi con Luca (anche se in effetti il suo non voleva essere un attacco) e ti auguro che Ottobre sia foriero di buone nuove sul tuo romanzo :) Anche io ho ricevuto 4 lettere di rifiuto, e nessuna con uno straccio di motivazione (eccetto quella di Editrice Nord), quindi so bene come ci sente a macerare nell’attesa…

#276 Comment By mariateresa On 1 settembre 2008 @ 19:20

Se c’è una cosa che mi manda in bestia è sentire l’espressione fantasy per ragazzi, per bambini, per adulti(per vecchietti allo spizio no?). Non esiste un fantasy per un’età specifica, esiste solo il fantasy, se buono o cattivo dipende poi da come è scritto e da cosa vi è scritto. Perchè mai dovrebbe essere categorizzato? Credete forse che un fantasy per adulti sia farcito solo di sesso(Melissa P. dove la mettiamo, nella categoria adulti allora?), uno per ragazzini di cotte e primi baci, uno per bambini di lecca-lecca e caramelle? Sentire queste cose mi fa schifo onestamente. In fantasy di questo tipo, ogni età è trattata come se fosse affetta da ritardo mentale. Di che parliamo con gli adulti? Di sesso e violenza, loro capiscono solo quello, no? Di che parliamo con gli adolescenti? Beh,vediamo un po’, per il sesso ci ha già pensato Moccia quindi in linea di massima arriviamo alle pomiciate. E con i bambini? Ah no, niente sesso e baci con quelli, credono ancora alla storia della cicogna e del cavolo! Diamogli tante caramelle, così l’eccesso di zuccheri gli impappina il cervello! Così, a furia di trattare gli adulti come maniaci sessuali, gli adolescenti come bestioline selvatiche alle prese con le turbe ormonali, e i bambini come emediti deficienti il cervello dello scrittore perde un neurone al giorno e quello del lettore ne perde due.
Con questa critica non ce l’ho con nessuno, ma solo con il termine fantasy per…deficienti!

#277 Comment By Luca Zaffini On 1 settembre 2008 @ 19:52

@Claudio Tassitano
“Ho letto in giro sul web qualche tuo racconto (anche se purtroppo non ancora un tuo romanzo), ho grande rispetto di te come autore e una tua opinione da scrittore mi farebbe molto piacere. Inoltre, nelle nostre foto ufficiali sfoggiamo entrambi un pizzetto a dir poco maestoso! :)”

Ha! Il pizzetto! Poi dicono che imitiamo Lucarelli! ;)
Cmq i racconti che si trovano in rete sono roba vecchia, che non mi appartiene più tanto. Spero di riuscire a pubblicare un thriller esoterico ambientato in Italia che è all’esame di alcune case editrici. C’è anche una spruzzata di urban fantasy, forse.

Per tornare in tema: sono davvero curioso di dare un’occhiata al tuo libro… terrò gli occhi aperti in libreria.

#278 Comment By DelemnO On 1 settembre 2008 @ 20:45

Concordo su tutto con mariateresa. Io non saprei mai come classificare il mio. A proposito, gamberetta.. tra poco( bhe ormai domani) posterò alcuni pezzi del mio libro sul mio blog, ti andrebbe di dirmi il tuo impietoso parere?

#279 Comment By Gamberetta On 1 settembre 2008 @ 22:49

@Morgante. Non ho letto Zeferina. Purtroppo è rimasto disponibile l’anno scorso solo per pochissimo tempo, perché poi l’editore ha chiuso. Secondo il sito ufficiale dovrebbe essere ristampato con altro editore a gennaio 2009.

@DelemnO. D’accordo, domani passerò a guardare.

#280 Comment By Morgante On 1 settembre 2008 @ 23:42

E’ vero, i libri sono libri, e un buon libro è per chiunque.
A volte mi sembra che la definizione “per ragazzi”, “per adulti” voglia mettere una specie di paletto con scritto: NON ASPETTARTI DI PIU’, IO PROMETTO SOLO QUESTO.
A volte lo uso per farmi capire in un discorso; purtroppo è convenzione, e per spiegarsi ci si deve rifare a concetti accettati per abitudine. Ma quando leggo non penso nemmeno più al genere che sto leggendo. Penso solo alla storia, e mi chiedo dove mi porterà.

#281 Comment By Vincent Law On 2 settembre 2008 @ 00:35

salve a tutti, continuo la scia di commenti a proposito della letteratura “per ragazzi”. Purtroppo è facile confondere il target dal paletto “non aspettarti di più, io prometto solo questo.” perchè in effetti il risultato finale è lo stesso: una persona che ha voglia di leggere qualcosa di maturo eviterà quella sezione di libreria. E’ vero però che molti racconti denominati “per ragazzi” possono essere dei bellissimi racconti e a modo loro maturi, e questo penso accadi perchè una buona parte di scrittori decidono in seguito, dopo aver finito il romanzo, di etichettare la loro opera così, esortati forse dall’editore o dall’allettante aspettativa di guadagnarci qualcosa di più. E’ comprensibile: molti lettori sono giovani, e uno scrittore di professione punta anche al profitto. Il fatto che mi fa pensare è piuttosto cio che viene spacciato per un altro genere quando palesemente non lo è, vedi twilight il libro harmony spacciato per fantasy, gli eroi della strazzulla cioè una fanfiction yaoi di cattivo gusto, o le cronache della troisi, un altro pseudo-fantasy. Quello che mi da fastidio è il secondo fine commerciale che si cela dietro a queste scelte editoriali: se il “genere” è nato per classificare i libri in modo da far orientare il lettore, trovo abbastanza squallido che poi si vendi un libro fantasy quando con il fantasy non ci azzecca proprio, anche perchè poi il lettore lo si delude. Allora tanto vale abolire i generi ed orientarsi solo con la moda del momento. Se adesso mi metto a scrivere un giallo lo pubblico come fantasy giusto? ci infilo qualche arbusto elfico in mezzo ed è fatta! le mie vendite saliranno alle stelle perchè il fantasy va di moda! oppure scrivo un giallo ed il mio editore mi dice:”no, il protagonista non va. fallo diventare un vampiro palestrato, vedrai che successo! ai giovani piace questa roba!” ed io, che mi guadagno il pane scrivendo, mi lascio convincere. Quello che voglio dire è che, a mio parere, non è giusto dare tutta la colpa del fenomeno agli scrittori, credo sia causa loro quanto degli editori e dei ragazzi stessi. Se la domanda è buona, perchè diminuire la produzione?

#282 Comment By DelemnO On 2 settembre 2008 @ 13:05

Grazie Gamberetta!Ho postato un frammento sul blog.

Comunque, tornando al discorso del genere.. bhe, è un discorso complesso. Ci sono numerosi “fantasy” che io classificherei tranquillamente per bambini, che non sono che un’evoluzione delle classiche favole ( Fairy Oak, per esempio). Altri che una persona che ha superato i 15 anni ed è in pieno possesso delle sue facoltà mentali non apprezzerebbe mai ( la Troisi et similia). E di per sè non è questo ad essere scorretto. Il problema è che i libri della fascia “troisiana” non sono curati per niente. Privati di tutti gli strafalcioni e con qualche modifica qua e là, diventerebbero persino godibili nella loro leggerezza. Anche se ammetto che la Troisi non mi lascerebbe molto, anche se corretta.Io sono dell’opinione che i libri debbano lasciare qualcosa.
P.S. Ci sono libri, come il Signore degli Anelli, o peggio, il Silmarillion, la cui lettura è un’impresa non facile, ma non di certo impossibile.Non vorrei fare la solita invettiva contro i giovani d’oggi, però è chiaro che se uno si abitua a leggere certe cose, non riesce a leggere Tolkien.

#283 Comment By mariateresa On 2 settembre 2008 @ 19:39

Io sono devota a Tolkien, come tutti qui ormai sanno, e trovo che sia davvero impossibile eguagliarlo. Il Silmarillion è scritto con uno stile di certo semi epico e aulico, ma questo perchè la trama richiedeva un linguaggio simile. Si passa, come lui stesso dice alla fine, dalla bellezza suprema allo squallore più infimo. Ecco perchè lo ritengo un genio, perchè non ha raccontato la solita favoletta sdolcinata dove vincono i buoni per sempre, ma ha raccontato la realtà inevitabile del mondo. Ed ha lasciato, seppure in piccola quantità, quel barlume di speranza che ci fa ancora credere nelle fiabe a lieto fine, che ci spinge ancora a lottare per migliorare il mondo. Non è affatto difficile da seguire, io in una settimana l’ho finito(tre anni fa circa). Ci si deve solo abituare al linguaggio, che io reputo musicale ed armonico. Dopo, è fatta, ci si immerge in un mondo meraviglioso che è tutt’altro che lontano dalla realtà. Dovrebbero leggerle tutti le opere di Tolkien, bambini e adulti, e se proprio alcune parole risultano incomprensibili non è un crimine prendere il vocabolario ed arricchire il proprio lessico. Comunque, per dirla tutta, sono altri i linguaggi inaudibili che vanno evitati in un libro. Quello usato dalla Troisi, che sarà pure fresco, ma che dopo un po’ sa di pesce marcio. Ciò che mi affascina del linguaggio è la sua musicalità, diversa a seconda della combinazione delle parole, musicalità che di volta in volta crea un effetto diverso. Ora, sapete cosa mi ha fatto detestare Le Cronache di Licia dalla prima pagina di lettura? Il prato in BONACCIA.Orribile parola, dico sul serio. Forse da colto, da dotto, ma davvero orribile. Con il mare avrei potuto accettarla, ma con il prato proprio no. E vogliamo parlare del linguaggio usato da Ghrirardi in Bryan di Boscoquieto? Cinque o sei parolacce ogni due o tre righe, in contesti proprio inadeguati ad un simile linguaggio. Il linguaggio colorito serve a creare un certo effetto, se me lo usi dappertutto anche davanti ad una bella ragazza il libro diventa squallido!

#284 Comment By DelemnO On 3 settembre 2008 @ 09:31

Su Tolkien hai pienamente ragione. Anche lessi il Signore Degli Anelli in una settimana o poco più. Per il Silmarillion non ricordo quanto ci misi, ma mi colpì profondamente. Per la straordinaria umanità dei suoi personaggi, così ben descritti, persino gli elfi sembravano..umani. Poi è chiaro che Tolkien prende a piene mani dalla mitologia, però si tratta di opere splendide.
Non ho letto Bryan di Boscoquieto, quindi non ti saprei dire.
Il prato in bonaccia della Troisi non l’avevo notato, però so che quando leggevo frasi tipo “-Andiamo, fece Nihal.” Mi si rizzavano i capelli sulla testa. Fece?Magari disse?!

#285 Comment By Davide On 3 settembre 2008 @ 17:56

“però so che quando leggevo frasi tipo “-Andiamo, fece Nihal.” Mi si rizzavano i capelli sulla testa. Fece?Magari disse?!”

Veramente “fece” si può dire benissimo, non è per nulla un errore.

#286 Comment By mariateresa On 3 settembre 2008 @ 18:34

Si, si può dire, e forse è da classificarsi come un arcaismo. Però va bene in determinate situazioni, quando alla frase corrisponde una certa enfasi o espressività del volto e dei modi(gesti, smorfie).

#287 Comment By DelemnO On 3 settembre 2008 @ 21:07

Ah sì? Io pensavo che fosse un modo di dre contemporaneo. Bhe, buono a sapersi. ( non intendo comunque usarlo)

#288 Comment By mariateresa On 4 settembre 2008 @ 19:24

Non suona male il “fece” in alcune occasioni, da colore alla frase. Tolkien ne fa ampio uso ne I racconti Incompiuti.

#289 Comment By Darthsid On 5 settembre 2008 @ 14:18

@Morgante: Odio Yeats per gli elfi brutti.

O__________O
Sono sconvolto.
Come da te ben spiegato queli NON sono gli elfi di Tolkien, sono gli elfi di Alfheimr della mitologia nordica, sputati.
L’anello di Sauron è l’anello forgiato con l’oro del Reno, il drago di Bilbo è quello di Sigfrido e qui si potrebbe andare avanti per ore.
Tolkien non è un punto di partenza, era un professore e ha fatto sua la letteratura che aveva alle spalle, riadattandola, bene o male, questo non lo giudico, reinventandola (p.s. Gimli = nuovo mondo dei nordici dopo il Ragnarok, and so on).

Gli elfi di Yeats sono semplicemente gli elfi del folklore irlandese, perciò, con tutto il rispetto, trovo stupida un’affermazione come “ha rovinato gli elfi”.
E’ come dire che gli autori medievali hanno rovinato le sirene visto che prima erano donne con le ali, e poi sono diventate acquatiche.

Sono semplicemente due visioni dirediverse. Può piacere o no, ma dire che ha rovinato una tradizione secolaria (tra l’altro non inventando niente ma raccogliendo solo testimonianze della cultura orale) mi indispone e mi risulta una carenza di documentazione irritante.

Per inciso, nessuno ha mai detto che Tolkien fosse letteratura per ragazzi. Ma la Troisi lo è eccome; quando c’è una battaglia e non c’è un minimo accenno al sangue e alla violenza della guerra tutto diventa ambito di censura, perchè allora è meglio scrivere che Nihal raccoglie fiori di campo, non che si butta in battaglia.

Tolkien non è splatter ma conosce molto meglio la realtà della guerra – per ovvi motivi, visto che c’è stato.

Per quanto riguarda gli Elfi del Crepuscolo… mah, proverò a leggerlo lo stesso, queste recensioni mi invogliano :P.

#290 Comment By Darthsid On 5 settembre 2008 @ 14:19

Edit: ci andava mariateresa, non morgante, pardon -_-

#291 Comment By Morgante On 5 settembre 2008 @ 18:42

Infatti, Darthsid,
come hai precisato non sono io che ho detto che non mi piacciono gli elfi di Yeats. Leggendo, per un attimo ho avuto un dubbio atroce: avevo forse scritto da sonnambula di notte mentre sognavo degli elfi?
: )
Comunque, io faccio così, per me ci sono benissimo gli elfi descritti da Tolkien e poi quelli che, sinceramente, nella mia profonda ignoranza, considero molto semplicemente la grande famiglia dei “folletti”.
Sì, magari uso il termine elfo, se l’autore lo fa, ma nella mia testa, la categoria fisica è quella dei folletti. Poi ci sono gli spiritelli, i demoni. Ma le creature irlandesi, o i vari piccoli popoli dei folklori nordici si distinguono abbastanza bene…
Bene, allora non sono sonnambula, e non sogno gli elfi. Mi rende felice.
Lascio la risposta alla vera destinataria del tuo pensiero.
Ciao

#292 Comment By mariateresa On 5 settembre 2008 @ 20:24

Non tutte le tradizioni sono buone. Quella degli elfi stile Dobby è una delle più sciocche, esempio di cattiva fantasia. E i folletti irlandesi erano visti più come hobbit Tolkeniani che come quelle ridicole creature amate dalla letteratura Vittoriana. Ma non c’è da meravigliarsi che i poeti dell’epoca amassero questa visione infantile di tali creature mitologiche. Si era in pieno romanticismo, e tutte le parole che finiscono con ismo sono da evitare come peste, perchè esaltano fino all’esagerazione totale. Ma, ripeto, io sono purista e condivido le idee di Tolkien sulla fantasia riportate nel saggio Sulle Fiabe e nel Medioevo e il fantastico. Se volete capire meglio ciò che intendo, consiglio la lettura almeno del primo saggio, che io ritengo molto bello.

#293 Comment By Vincent Law On 6 settembre 2008 @ 04:11

Parto dal fatto che non venero Tolkien come un agnello d’oro, ma comunque ha il mio rispetto per tutto il suo lavoro. A proposito di Dobby e dei folletti, se ben ricordo Dobby viene descritto come un elfo (domestico), ma non come un folletto di stampo irlandese. Infatti queste creature, i folletti, in HP vengono descritte diversamente (Es. alla coppa del mondo di Quidditch, nel quarto libro, le mascotte della squadra irlandese sono proprio folletti).

#294 Comment By Morgante On 6 settembre 2008 @ 07:47

Sì, dicevo folletti, per dire “creature non alte e bellissime, o regali, ma goffe, o, ridanciane o, maligne, come i goblin, i bogei o altro”.
So che c’è differenza fra le creature irlandesi e molte di quelle britanniche. Inoltre non prendo come punto di riferimento le creature citate dalla Rowling. Parlo sempre in generale.
Era solo un modo per intendere la differenza fisica. Il fatto poi ci siano creature giudicate “infantili” non mi turba né mi scuote. Non capisco cosa ci sia di male nell’immaginarle o parlarne, mariateresa. Io ho sia Albero e Foglia che Il Medioevo e il Fantastico, in più ho letto varie lettere del professore. Ma la mia fantasia me la creo da sola, la sua vera bellezza per me è proprio poter immaginare tutto quello che mi pare.
Sembra quasi di fare del classismo anche fra creature magiche. : )
Creature di razza e creature un po’ bastarde.

Mah, almeno io la penso così. Poi uno in un libro può preferire quel che vuole naturalmente. Siamo sempre nel Mondo dei Gusti.

#295 Comment By mariateresa On 6 settembre 2008 @ 10:33

Se hai letto il saggio di Tolkien Morgante, saprai anche la differenza tra Fantasia e Illusione Morbosa. L’immaginazione dalla quale vengono quelle ridicole creature stile Rowling appartiene alla seconda definizione. Se hai letto le differenze, non ho bisogno di aggiungere altro. Il mio concetto di fantasia è uguale a quello di Tolkien, e non perchè è stato il primo scrittore fantasy da me conosciuto. Ho letto i suoi saggi due anni fa, mentre il SdA l’ho letto che avevo tredici anni(4 anni fa partendo da adesso). Tra la sua prima lettura e i saggi ci sono due anni di differenza, quindi quello che pensava lui io l’ho sempre pensato e ci ho sempre creduto. E continuerò a crederci e mostrare le mie credenze nei miei racconti, anche se ora il filo che mi legava strettamente solo a Tolkien si è molto allentato. Non mi dilungo oltre. Ho scritto lunghi saggi in forma di dialogo sulla fantasia “buona” e su quella “cattiva”, tutti inseriti nei miei racconti, ma postarli da soli non avrebbe senso e qui sarebbe fuori luogo.

#296 Comment By Davide On 6 settembre 2008 @ 13:25

Beh, alla fine credo che dipenda da persona a persona… Per dire, credo che la mia idea di fantastico sia quasi diametralmente opposta da quella di Tolkien; e non a caso il personaggio de “Il signore degli anelli” che preferisco è Gollum, che è quello più difficilmente inquadrabile (nonché secondo me quello meglio costruito) all’interno di uno schema fantasy “classico”.
Apprezzo Tolkien per la sua trilogia (ma anche per “Lo Hobbit”) ma non condivido la gran parte delle sue idee riguardo al fantastico.

#297 Comment By Morgante On 6 settembre 2008 @ 13:54

Beh,
io resto della mia opinione, Mariateresa. Illusioni morbose…Bah! Che cosa triste. Mi sembra di sentir parlare di fantasia come delle distinzioni odiose tra plebe e aristocrazia del passato; di nuovo, bah! Io amo le storie, e di Alta, Media o Bassa Fantasia non mi preoccupo. Se raccontate in modo onesto, le storie hanno la loro dignità, di qualunque cosa vogliano parlare. Sinceramente continuare a discuterne è noioso, no? Non c’è proprio verso di essere d’accordo, ed è meglio che non ascolti i tuoi dialoghi sulla buona o cattiva fantasia, ma grazie lo stesso. Se sono tutte sulla stessa falsa riga, mi convincerebbero solo di più in quel che penso, e non serve.
Abbiamo esposto le nostre idee, abbiamo capito che proprio non c’è verso, e va bene così. Un’altra cosa buona delle storie. Ognuno può amare quelle che vuole, e se credi che in alcune ci siano illusioni morbose, io non ho nulla da ridire o da risentirmi. Per dirla alla Clark Gable, francamente me ne infischio, e continuo ad amarle : )

#298 Comment By Morgante On 6 settembre 2008 @ 14:16

Ops, ho dimenticato una cosa.
So di cosa parli, quando citi fantasia o illusioni morbose. Spesso però quello che trovavo io morboso in quei testi erano proprio le convinzioni dell’autore.
Amo le sue opere, anche i libricini che scriveva per i suoi figli e le lettere che scriveva fingendo di essere Babbo Natale e faceva recapitare dal postino. Ma semplicemente trovo debole difendere l’importanza di un’idea (parlo dell’idea della Fantasia), denigrando il resto.
Questo solo trovo dannoso. Penso che se credi in qualcosa, ci sono altri argomenti da portare invece di definire “cattivo” il resto, in questo caso altri tipi di immaginazione. Perché una buona idea resta in piedi senza abbattere le altre.
Dico così, perché parlando di fantasia ho tanta paura che più paletti le si impongano, più la si mortifica, invece di accrescerla. Tutto qui.
Il succo è questo: a me piacciono visioni sempre diverse del mondo e delle sue idee, e dell’immaginazione che cambia col cambiare dei tempi. Ecco, spero di essermi spiegata.

Comunque, uno scambio di idee non guasta mai.

#299 Comment By wewec On 6 settembre 2008 @ 14:39

In effetti sembra anche a me alquanto ingiustificato questo razzismo nei confronti dei poveri elfi irlandesi: cavoli, se adesso uno non è alto, bello e biondo viene subito bollato come illusione morbosa?! Sarà, ma a questo punto mi chiedo quali siano i criteri fisici a separare la fantasia dalla morbosità.

#300 Comment By mariateresa On 6 settembre 2008 @ 19:27

Anche io adoro Gollum…è adorabile il modo in cui pronuncia la parola “Tesssoro”!
Parlando del resto, credo che il pensiero di Tolkien sia stato frainteso. Lui desiderava arricchire la fantasia, anzi dice esplicitamente che l’uomo sub-creatore non deve mai rinunciare al diritto di reinventare e riscoprire le cose già esistenti combinandole in modo nuovo. Come se vi fossero tante lettere come base, e uno si divertisse a combinarle in modo da formare ogni volta nuove parole(questo era un gioco che mi piaceva da matti quando ero bambina). Però c’è un limite. La fantasia deve nutrirsi delle realtà, deve partire dalle sue basi, altrimenti risulterà illusione appunto. In poche parole, perchè gli elfi ossigenati della Strazzulla attecchiscono poco? Perchè sono illusioni, non sono credibili. Ecco l’esempio di cattiva fantasia. Poi c’è anche la capacità di giudizio. Ritengo, come gamberetta ha dimostrato qui, che questa valga anche e soprattutto nel campo del fantastico. Se è così, si dovrà riconoscere le idee buone da quelle cattive, le basi che sanno di realtà e quelle che invece sanno di apparenza e falsità. Cito anche la Troisi e il personaggio di Nihal, uno dei personaggio secondo me più falsi e mal costruiti di tutta la letteratura fantasy. Gollum non ha niente a che vedere con i personaggi della Troisi e della Strazzulla, Gollum è vero, è tangibile, è fortemente immedesimabile. La qualità che lo distingue è l’indiscutibile originalità rispetto alle altre creature umane e antropomorfe(elfi, nani, hobbit), ma non ne danneggia l’ottima caratterizzazione. Non si basa su fondamenti apparenti, il solito cattivone stile Signore delle Tenebre, ma rispecchia quanto di più meschino ma anche di più compassionevole si trovi nell’animo umano. E credo sia per questo che è uno dei personaggi tolkeniani più amati.
Non sono qui per convingere nessuno, ben inteso. Per farlo uso le mie storie, non testi argomentativi che odio e nei quali prendo sempre strillate dalla prof di itialiano. ma per le miei storie qui non c’è spazio, quindi resterà tutto fermo sulle convinzioni di ciascuno, che poi è anche normale. Riguardo ai folletti sitle irlandese non ho nulla contro, anzi mi piaccioni, solo non sopporto quando assumono solo caratteristiche negative o positivie e un aspetto nemmeno antropomorfo(andiamo, vi risulta sia credibile Phos di Licia con le alette o i coboldi caotici che svolazzano addirittura senza ali nel libro della Strazzulla?).
Ma ripoeto, non voglio fare il lavaggio del cervello a nessuno! Del resto, de gustibus non esse dispuntandum! Però ci sono anche criteri oggettivi nei gusti e non solo soggettivi, col tempo ci si può accorgere attraverso l’esperienza di sbagliare(vale anche per me)…ma io sono pazza, credo negli esseri magici che descrivo nelle mie storie, quindi non ascoltatemi e sarete sicuri di mantenere una mente bella sana e a lungo!

#301 Comment By Morgante On 6 settembre 2008 @ 21:26

C’è poco da aggiungere, Mariateresa.
Considerando che Tolkien di sicuro desiderava davvero che la fantasia si accrescesse, e si approfondisse, e non venisse considerata solo evasione ma…(e qui segue tutto quanto ha sempre esposto), la cosa triste è proprio quella massa di “fedeli” che hanno praticato un rimasticamento decennale dei suoi elfi, senza quasi mai alterarne minimamente neanche i tratti fisici.
Viva i folletti anche solo negativi o positivi, sempre meglio di montagne di elfi sempre belli, sempre alti, sempre alteri, sempre soavi…considerando poi che Tolkien diceva di sentirsi hobbit : )
Non credo si augurasse decine e decine di romanzi scritti per riproporre in una serie infinita, senza pace, le sue creature, quasi identiche perfino nei nomi. Povero professore. Eh, non solo la Troisi ha mancato, ma parecchi autori prima di lei.
Ripeto, per me il male peggiore non sono folletti o spiritelli mal tratteggiati, ma decine di elfi e mezz’elfi che hanno affollato la letteratura solo sulla scia lasciata da Tolkien, senza aggiungere quasi mai nulla di diverso, o originale.
Ora però basta, non credo che risponderò oltre a questo argomento, perché come con le decine di storie di elfi che ho sentito, mi sono annoiata abbastanza.
Non c’è il pericolo di un lavaggio del cervello. Anche altri possono avere idee ben radicate, e ben motivate, come te. Non ti preoccupare, stai tranquilla. E’ solo che abbiamo opinioni radicalmente diverse, e qualche discussione è normale che si accenda, giusto?

Comunque, io ho concluso, spero di essermi sempre fatta capire.

#302 Comment By mariateresa On 7 settembre 2008 @ 09:06

Sei stata più che chiara, e sono felice tu non sia d’accordo con me. Io scrivo proprio per quelli che non hanno le mie opinioni, perchè grazie a loro rafforzo la fede nelle mie, e dalle critiche prendo al forza per andare avanti(e prendo pure nuovi spunti).

#303 Comment By DelemnO On 7 settembre 2008 @ 12:42

Il problema base degli elfi, secondo me, è che nel perpetrarli si è mantenuta solo la loro bellezza estetica o poco più. Tolkien nel SdA impregnava gli elfi di una tale solennità, mista a una tristezza profonda, dovuta alla consapevolezza della propria decadenza e fine ( nella Terra di Mezzo) che era splendida. Nel Silmarillion la cosa già era diversa. Premetto che non ho letto gli eroi del crepuscolo, e che in questo momento parlo a carattere generale : gli elfi in Tolkien sono profondi, e il peso della loro immortalità lo portano sulle spalle, cosa che sembra invece allegramente dimeticata ultimamente. Per praticità, D&D ha tolto l’immortalità agli elfi. Come se il lettore medio si aspettasse di vedere Drizzt Do’Urden morire di vecchiaia.

Concordo su Gollum, io quando leggevo la parte di Moria, quando Frodo camminava e gli pareva di sentire dei passi, che non era l’eco dei suoi perchè continuava poco dopo di lui, avevo i brividi.

#304 Comment By mariateresa On 7 settembre 2008 @ 14:05

Anche nel Silmarillion si avverte la profondità degli elfi. Chi lo ha letto, di certo si ricorderà di Maglor. Secondo me, è il personaggio tragico tolkeniano più bello dopo Gollum.

#305 Comment By Gamberetta On 7 settembre 2008 @ 21:15

Aggiungo la mia sulla questione Elfi. Il mio ideale di elfo è quello descritto da Conan Doyle nella sua fase teosofica, ovvero quando non ci stava più con la testa: l’elfo è un rappresentante del Piccolo Popolo; più spesso che non è grottesco, deforme, maligno, dispettoso, e alieno. Come noto rapisce i bambini e molte volte senza alcuna ragione se non pura “cattiveria” (ma la si può definire cattiveria solo ragionando – impropriamente – in termini umani).
Questi elfi sono rappresentanti di un mondo molto diverso dal nostro e lontanissimo dalla Terra di Mezzo. Più che imparentati con gli elfi di Tolkien, sono amici dei suini mostruosi di Hodgson o delle “persone” che abitano dalle parti di Innsmouth.

#306 Comment By Aletheia Loki On 8 settembre 2008 @ 01:09

@mariateresa
Immenso amore per Maglor, anche se il mio preferito in assoluto è Maedhros.

@tutti in generale (u_ù”)
Personalmente l’unica cosa che VERAMENTE riconosco alla Rowling, a parte l’aver sfornato qualcosa che ha fatto tanti tanti soldi, è che una tantum l’idea di Elfo è diversa. E questo lo dico da antica fan degli elfi, che da quando ho conosciuto mi hanno sempre affascinata come figura. Però, ehi. Dopo un po’, BASTA. Senza offesa ma che rottura di palle gli Elfi ultimamente (quelli della Strazzulla sembrano dei cosi, come si chiamano… quegli uomini bellissimi ed un po’ effemminati dei manga. Figurarsi se mi viene in mente come si chiamano. Vabeh, capitemi. È anche l’una del mattino).
Qualche anno fa decisi che avrei scritto il primo Romanzo Fantasy Elfi Free (poi non ce l’ho fatta, però chi può dirlo, ho ancora tempo! :D) per il semplice fatto che da quando Tolkien ha inventato Elfi, Nani e compagnia bella pare che quasi nessuno abbia voglia di inventare qualcosa di nuovo. È molto bello ispirarsi alle leggende o alle cose scritte da altri, ma esistono tante cose che uno si può inventare anche dal nulla. Oppure, le figure si possono stravolgere. Ho sempre sognato un romanzo in cui gli Elfi sono una nuova razza, prediletta dagli dei, mentre gli umani si stanno estinguendo perché gli dei li schifano. Io la butto lì, metti che qualche futuro scrittore passa di qua e un giorno mi manda qualcosina sui diritti. u_ù
Il punto è che ho l’impressione che i nuovi scrittori si adagino su ciò che è stato fatto prima così, per comodità di non doversi inventare altro… il che è una cosa triste, perché la cosa bella di scrivere è inventare – o almeno così ho sempre pensato dovesse essere. Certo, a meno che non si scriva tanto per far soldi, lì vabeh, è un’astuta operazione commerciale. u_ù
Mi sembra poi che in molti libri contenenti gli Elfi questi avrebbero benissimo potuto essere sostituiti da centinaia di invenzioni… che ne so, un’antica cultura umana in decadenza, per dirne una abbastanza ovvia. O anche un computer. o_ò Invece nel fantasy si è creato un comodo stereotipo di elfo che, beh, se fossi Tolkien me ne starei nella mia bara, tutto rannicchiato a piangere e chiedermi perché ho creato un mostro.
Tutto ciò per dire che il mio ideale di Elfo (nonostante il mio immenso amore per i Noldor <3) è qualunque Elfo non sia già stato descritto e sia pertanto trito e ritrito, come un piatto di maccheroni vecchi di un mese.

#307 Comment By DelemnO On 8 settembre 2008 @ 10:01

@Gamberetta
Le persone che abitano dalle parti di Innsmouth..si, proprio delle personcine dabbene..XD

Per il resto, conconcordo con Atheleia Loki su Maedhros ( anche se a me affascinava tantissimo anche Eol). E sul discorso generale degli elfi, nani ecc. come razze trite e ritrite concordo, vorrei solo riassicurare che non tutti gli autori le usano. Io ad esempio non faccio uso di elfi ( detta così sembra una sostanza stupefacente XD ), nè di alcuna razza non umana tradizionale, eccezion fatta per i Draghi, che però sono fuori da ogni concezione normale e/o stile D&D. Butto lì, se può consolare qualcuno ù.ù .

#308 Comment By mariateresa On 8 settembre 2008 @ 10:14

Ieri ho finito di perfezionare al descrizione di questo uomo-serpente(antrodraco). Mi date un parere?
Difronte a lei, in piedi vicino alla vasca, c’era un uomo ammantato di grigio dall’aspetto davvero singolare. Il volto era lungo e appuntito, profondamente incavato, e la pelle che lo ricopriva era sottile come carta velina e increspata da tante venature e grinze, striate d’argento, che rendevano il derma simile a quello squamoso di un serpente. Gli occhi erano sottili e dalla pupilla allungata, di un profondo blu cobalto, il colore del cielo notturno quando è privo di ogni fonte di luce. La bocca, lunga e sottile, era bianca ed esangue, mentre i capelli canuti conservavano alcune striature di rosso, ed erano racconti in una coda dietro la nuca increspata dalle rughe. Il naso era piuttosto schiacciato, le fessure verticali profondamente incise nella carne, e gli zigomi alti erano quasi perforati dalle ossa. Ma ciò che faceva più impressione nell’uomo erano le mani. Lunghe, esili, fragili ,assomigliavano ai ramoscelli secchi che crepitano sul fuoco d’inverno. La pelle traslucida e screpolata, secca e disidratata, rendeva perfettamente visibili le vene intricate e fitte come le trame tessute dai ragni. Eppure, guardandone la figura alta e slanciata per nulla ingobbita o resa fiacca dal peso degli anni, l’uomo appariva piuttosto giovane, forse passata appena la cinquantina, ma di certo non vecchio come dimostrava la sua pelle raggrinzita.
Fissava Rose quasi con un’espressione divertita e incuriosita, e i suoi occhi erano affascinanti e ammaliatori.

#309 Comment By Diarista incostante On 8 settembre 2008 @ 10:52

@ mariateresa
Io farei come segue (scusa se mi permetto di correggerti, ma invece che darti un parere preferisco mostrarti il mio punto di vista):

Vicino alla vasca vide un uomo con un mantello grigio dall’aspetto davvero singolare.
Il volto era lungo e appuntito, incavato. La pelle che lo ricopriva era sottile come carta velina, increspata e striata d’argento, somigliante a quella squamosa di un serpente.
Gli occhi erano sottili, con la pupilla allungata, blu cobalto come il cielo notturno. La bocca era lunga e sottile, esangue. I capelli canuti conservavano alcune striature di rosso, ed erano raccolti in una coda che ricadeva oltre la nuca increspata dalle rughe. Il naso schiacciato aveva fessure verticali profondamente incise nella carne, e gli zigomi alti erano spigolosi.
Quel che però restava impresso dell’uomo erano le mani. Lunghe, esili e fragili,assomigliavano a ramoscelli. La loro pelle traslucida e screpolata era così disidratata da rendere perfettamente visibili le vene sottostanti, intricate come una ragnatela.

Eppure, guardandone la figura alta dritta, l’uomo appariva quasi giovane, come se avesse appena passato la cinquantina, non vecchio come faceva pensare la sua pelle raggrinzita. Fissava Rose con espressione divertita, i suoi occhi erano ammaliatori.

#310 Comment By Aletheia Loki On 8 settembre 2008 @ 12:03

@DelemnO
Beh, IO un po’ lo trovo consolante. ù_ù

@mariateresa
Allora, sorvolando sulla descrizione in sé (che direi essere stata resa perfetta da Diarista Incostante – gli aggettivi sono cosa buona e giusta, ma con moderazione! <3). A me non dispiace. Non mi dispiace affatto. Anzi, direi che non è affatto male! Ora, io personalmente non ho idea di come dei rettili si sarebbero evoluti in esseri umanoidi, però l’idea mi sembra resa bene.
Anche perché apprezzo molto che per una volta non siano stati descritti come umanoidi con la testa da rettile appiccicata sulle spalle, ho sempre trovato che fosse un po’ così come idea di “uomo-lucertola”. U_u Cioè, non che ce l’abbia con questi poveri uo

(p.s.: sarebbe da farci una campagna televisiva. “Dì NO agli Elfi”. Tipo quelle pubblicità per convincere i giovani a non fumare. u_ù Ok la pianto di dire cacchiate. X_x)

#311 Comment By Aletheia Loki On 8 settembre 2008 @ 12:08

…o.o… il mio commento si è auto-privato di una parte di sé!
Che commento cattivo. Vabeh, dicevo che non è certo colpa di questi poveri uomini lucertola se sono così e che non li biasimo.
E aggiungevo che amo le razze strane e creative. X_x E poi c’è il post scriptum, quello è rimasto dov’era. Ma com’è possibilie?! O_O Va bene, forse non voglio saperlo.
Chiedo venia per il doppiopost! <3

#312 Comment By mariateresa On 8 settembre 2008 @ 12:47

Diarista Incostante, non ti preoccupare, non me la prendo per la correzione. Spero non te la prenderai se non cambierò. Come hai fatto tu il ritmo è di sicuro più veloce e incalzante, ma a me piace sia lento nelle descrizioni di certi personaggi, proprio perchè devono impressionare. Quanto agli aggettivi, si mi piacciono un po’ troppo, così come le similitudini…però sempre che siano giuste e non contrastanti tra loro!
In realtà nel fantasy ci sono gli antrodraghi, mezzi draghi e mezzi umani. Il mio uomo serpente è invece un antrodraco, alla greco-latina, per sottolineare che l’animale a cui somiglia è un serpente. Come la maggior parte degli umanoidi descritti nel mio racconto, è stato sognato da me poco prima che scrivessi il racconto. L’ho risognato diverse volte, assieme alle vicende della mia storia, ma aveva un aspetto più umano. Così ho deciso di fargli assumere doppia identità, ma per adesso rimarrà un antrodraco agli occhi di Rose. La sua storia è triste e sa di fantascenza. Era un biologo e chimico eccezionale, uno dei maghi più famosi del mondo della magia come sarà noto in seguito, ma aveva un debole per gli esperimenti. Usava cavie umane, prevalentemente affette da vampirismo e licantropia, per fare i suoi esperimenti. Il suo proggetto era quello di creare una razza perfettamente equilibrata che potesse vivere al meglio delle sue possibilità accanto alle altre razze(vampiri e licantropi sono malati nelle mie storie)e creare un mondo migliore. Amando particolarmente i serpenti, li usava spesso nei suoi esperimenti. Finchè un giorno qualcosa andò storto. La cavia che aveva usato per l’esperimento, tra l’altro era il suo migliore amico, decide di vendicarsi e, in un eccesso di ira, lo morde. La saliva gli trasmette i geni della mutazione, e si ammala di una malattia genetica che lo costringe ad assumere per un certo tempo l’aspetto di un serpente, precisamente ogni qual volta vi è la luna piena(non per analogia con i licantropi, ma perchè il ciclo lunare influenza molte delle attività dell’uomo fin dall’antichità).
Da allora, non smette mai di cercare una cura per sè e per gli esseri mostruosi che ha creato. Mentre quando è umano….è tutta un’altra storia.
Sei vi va di sapere il seguito, ovvero il discorso tra lui e la protagonista, ditemelo e lo posto(è breve, quasi meno della descrizione)

#313 Comment By Davide On 8 settembre 2008 @ 17:30

“Per il resto, conconcordo con Atheleia Loki su Maedhros ( anche se a me affascinava tantissimo anche Eol). E sul discorso generale degli elfi, nani ecc. come razze trite e ritrite concordo, vorrei solo riassicurare che non tutti gli autori le usano. Io ad esempio non faccio uso di elfi ( detta così sembra una sostanza stupefacente XD ), nè di alcuna razza non umana tradizionale, eccezion fatta per i Draghi, che però sono fuori da ogni concezione normale e/o stile D&D. Butto lì, se può consolare qualcuno ù.ù .”

Idem: in una delle due storie lunghe che sto scrivendo ci sono solo umani e un unico drago – anche se più che un drago pare una gargolla di Notre-Dame – e in più un’altra razza che è centrale ai fini della trama ma compare pochissimo qui e là e che è liberamente ispirata alla filosofia greca.XD

Quanto ad elfi e nani, ho fatto sacro voto di non usarli mai.XD

#314 Comment By mariateresa On 8 settembre 2008 @ 18:46

Beh, sinceramente ci sono creature più interessanti(anche se non più affascinanti)degli elfi…i vampiri, i licantropi, e forse anche le creature mutaforma come il mio antrodraco. Vorrei mettere anche i drow, ma assomigliano agli elfi fisicamente, quindi non penso siano di molto più affascinanti. Però dai, poveri nani! Gimli nel SdA aveva una barba fichissima! Quelle treccine che spuntavano da sotto al naso(nasone) erano deliziose!

#315 Comment By Davide On 8 settembre 2008 @ 21:31

Anche qui, Mariateresa, penso si tratti di propensioni personali, in fondo… Ad esempio, non trovo gli elfi particolarmente affascinanti, quanto piuttosto asettici e – per quel che mi riguarda – fastidiosamente melancolici. I vampiri sono usati e straabusati, e i nani – tu stessa mi citi Gimli e le sue treccine e il suo nasone, quindi capirai di sicuro ciò che dico – sono difficili da utilizzare senza farli cadere nel macchiettistico.
Ammetto di avere una certa simpatia per i mutantropi in generale, in ogni caso.^^

Più in generale, sono del parere che utilizzare in maniera pedissequa o troppo simile creature già utilizzate da altri finisca con lo svilire l’elemento fantastico delle proprie opere. Per dire, non userei mai elfi di derivazione tolkieniana: Tolkien li ha usati magistralmente, utilizzarli di nuovo mi sembrerebbe assurdo quanto riutilizzare, chessò, i cavalieri Jedi di Star Wars.

Preferisco quindi inventare creature con un tocco di originalità in più o comunque riutilizzare archetipi già esistenti da un punto di vista diverso.

#316 Comment By DelemnO On 8 settembre 2008 @ 21:44

Io ho l’idea vincente. I cavalieri jedi elfi!

#317 Comment By Davide On 8 settembre 2008 @ 22:55

L’ha già fatto Paolini in Eragon, mi spiace…XD

#318 Comment By mariateresa On 9 settembre 2008 @ 10:01

Ma gli elfi dei racconti di Tolkien non sono di Tolkien, li ha presi dalla mitologia nordica, così come tutte le sue creature. La mitologia è un pozzo dove ognuno attinge le basi per costruire determinati caratteri più o meno simili agli uomini, con lo scopo di rappresentare meglio le varie parti del loro carattere. In particolare, Tolkien si serve degli elfi per rappresentare la natura immortale(era cattolico, questo è da tener presente)e nobile dell’essere umano. Essere originali non significa rinnegare la tradizione, significa aggiungervi qualcosa di nuovo, che non sia in contrasto con il vecchio o risulterà tutto falso. Guardate la Strazzulla:nel tentativo di rendere i suoi Eterni più originali, cercando di farli diventare belli ed intelligenti al di là di ogni limite, li ha rovinati e trasformati in una massa di stereotipi ambulanti. Gli elfi di cui parla Tolkien invece hanno un aspetto del tutto umano, qualche eccezione fatta per le orecchie leggermente a punta e per la vista più acuta, e soprattutto ognuno ha il suo carattere distintivo sia estetico che caratteriale. Alcuni sono malinconici come detto nel post precedente al mio, altri invece allegri come bambini, altri ancora saggi e pieni di ricordi. Ma ci sono anche quelli violenti e passionali, come il famoso Feanor. Non differisco in nulla dall’animo umano, se non forse che si elevano verso un piano più nobile e più”spirituale” essendo simili alle divinità. Ma in un elfo Tolkeniano ci si può immedesimare almeno. Provate ad immedesimarvi in un Dobby o in un elfo della Strazzulla! Il primo è assolutamente ridicolo, ma almeno ha un suo accenno di carattere, il secondo…beh…voi conoscete persone alte 2,20(che non sia giocatore di basket)con i capelli ossigenati e il corpo privo di ciccia?
Se si, ditemi dove che ci vado subito!

#319 Comment By barbara On 10 settembre 2008 @ 17:23

Non vorrei offendere nessuno ma mi sembra che gli estratti postati non siano così diversi da quelli della Strazzulla (che non ho letto), ovvero descrizioni lunghissime e molto particolareggiate di esseri non umani che risultano comunque noiose.
Premetto che non scrivo niente ma sono solo una semplice lettrice anche di fantasy. Quello che cerco in un libro fantastico è appunto la fantasia, ma non limitata al solo inventarsi 1000 razze diverse che non mi dicono niente o una ambientazione favolistica stile Troisi, buttata li a casaccio e non approfondita tra l’altro, ma avventure possibilmente non banali e soprattutto una introspezione psicologica dei personaggi eccellente, oltre al fattore sorpresa naturalmente, se intuisco la storia prima di averla letta il piacere si dimezza notevolmente.
Ci metterei anche la cura dei piccoli particolari che rendono l’ ambientazione più reale, senza esagerare ma quel tanto che basta per immedesimarsi completamente, ad esempio un odore, un cibo, un rumore ecc.
Per gli Elfi non ho problemi a trovarli alla Tolkien o come rappresentanti del Piccolo Popolo, diciamo che se non ci sono proprio ho meno problemi ancora visto che non mi piacciono particolarmente.
Altra cosa preferisco storie un po’ crude, con sesso e violenza, sempre che siano funzionali alla trama e non fini a se stesse, che storielle di adolescenti cerebrolesi che devono salvare il mondo.

#320 Comment By mariateresa On 10 settembre 2008 @ 19:33

FInalmente qualcuno che ama il crudo! la mia migliore amica mi ha tartassato sulla scena di violenza sessuale che metto nel racconto che le ho dedicato! la violenza, purtroppo, fa parte della vita

#321 Comment By DelemnO On 10 settembre 2008 @ 21:06

Bhe, forse sentirsi dedicare una scena di violenza sessuale non le è sembrato il massimo XD però concordo, specialmente nei fantasy la violenza ci vuole, imho. E nel mio libro non manca. Per le scene di sesso dovete aspettare il secondo, per ragioni di trama.

#322 Comment By mariateresa On 10 settembre 2008 @ 21:46

La violenza sessuale in questione si ripete due volte…la prima è su una donna, la seconda è uno stupro di gruppo nei riguardi di un bambino. Ci vogliono, servono allo sviluppo dei miei personaggi.

#323 Comment By Carraronan On 10 settembre 2008 @ 21:59

La violenza sessuale in questione si ripete due volte…la prima è su una donna

Non ho nulla contro la violenza sulle donne. Non capisco perché la tua amica non l’apprezzi! Un vicolo buio, un negrone armato di coltello, due napoletani con la sigaretta che pende in bocca, il fascino dell’avventura di una sera…

la seconda è uno stupro di gruppo nei riguardi di un bambino.

Ci vogliono, servono allo sviluppo dei miei personaggi.

Un bello stupro, ecco quello di cui hanno bisogno i giouvani d’oggi! Un bello stupro è meglio di anni di liceo e università per il loro sviluppo psicofisico!
^__^

#324 Comment By mariateresa On 11 settembre 2008 @ 10:26

Intendo dire che queste violenze faranno sviluppare ai personaggi una parte di carattere che non credevano di avere. Nel caso della donna, questa viene stuprata sotto gli occhi del marito, e muore. Il marito tira fuori un carattere forte e deciso che non credeva di avere, quasi freddo alle volte. Nel secondo caso, il bambino impara ad odiare e vive solo per vendicarsi.

#325 Comment By Angra On 11 settembre 2008 @ 13:15

Più in generale, sono del parere che utilizzare in maniera pedissequa o troppo simile creature già utilizzate da altri finisca con lo svilire l’elemento fantastico delle proprie opere.

Basta con gli umani, quindi! ^_^

A parte gli scherzi, non credo che il problema stia nelle razze. Orecchie a punta o tonde, le razze sono nella maggior parte dei casi sfondo, colore, scenografia, e un pretesto per scannarsi. Pretesto quantomai realistico, per carità, si vedano Utu e Tutsi. Credo che sia molto difficile per un umano inventarsi la psicologia di un qualcosa che umano non è e che questa costruzione possa reggere per centinaia di pagine senza cadute e incoerenze. Il problema lo vedo su altri aspetti: perché la storia della seconda guerra mondiale è più varia e interessante della maggior parte di storie di guerre fantasy che ci sono in circolazione? A mio avviso perché il signore del male che si fa chiamare Signore del Male e i buoni che vanno in giro con la maglietta con scritto BUONI non rende le cose interessanti. Nemmeno Hitler adorava Satana. Intratteneva rapporti ambigui col Vaticano e questo rende la storia varia e complessa. I suoi nemici come Churchill e Stalin non erano meno cinici di lui, forse anzi di più perché meno idealisti. Vabbe’, penso che il concetto sia chiaro…

#326 Comment By mariateresa On 11 settembre 2008 @ 14:16

Concordo in pieno con Angra…ma, parlando degli eroi del crepuscolo, dove sono le “razze”? Voglio dire, spero che una razza non si dica tale solo perchè tutti i suoi appartenenti hanno la stessa capigliatura bionda e gli stessi occhi azzurri(parlo degli Eterni).

#327 Comment By Marta Pesci On 14 settembre 2008 @ 14:04

Vorrei fare un commento all’articolo, non sono mai venuta su questo sito e non credo che ci tornerò però mi sento in dovere di dire la mia. Questo articolo è come dire…una totale e crudele demolizione del libro della Stazzulla. Forse non ci avete pensato ma di sicuro l’autrice l’avrà letto, e lo so perchè se anche io avessi scritto un libro mi sarei fiondata in internet a leggerle tutti i commenti. Non ho letto gli eroi del crepuscolo ma ho letto Bryan di Boscoquieto e sarà brutto quanto volete però io ho spedito un e-mail all’autore dicendogli chiaramente che non mi era piaciuto e gli ho detto cosa non era secondo me giusto e invece quali erano i suoi punti di forza. Questo articolo è solo un pugno in faccia. Non c’è proprio niente di buono? Un totale schifo? Come ha fatto ad essere pubblicato allora? Sono domande che mi sorgono spontanee. Certe volte mi è sembrato pure che le critiche siano del tutto ingiustificate. All’nizio la scrittrice dice una frase molto bella:
“chi scrive scrive per sé, scrive perché gli piace scrivere, perché scrivere non è una cosa che s’impara, è una cosa che ti viene, è come uno starnuto, è come una risata, ti esce, è lì, devi pigliare una penna e scrivere”
Sarà che nessuno nasce “imparato”…però la scrittura è come l’arte. All’inizio si impara ma poi se non ti viene dal cuore non ha senso. Se non ti viene spontaneo scrivere come quando ridi, puoi aver avuto tutte le lezioni del mondo e aver letto tutte le riviste che vuoi, ma non sarai mai un autentico scrittore. Un tipo qualunque non può prendere lezioni di pittura senza capire perchè dipinge, imparare tutte le tecniche e poi pensare di poter essere paragonato ai grandi artisti perchè lui ha imparato da persone che ne sapevano di più dei loro maestri. Se fosse così non ci sarebbero i geni. Se fosse così vincerebbe sempre il riccone che si può permettere di imparare dai grandi invece che il povero che impara da solo e segue il suo cuore. Non è mai successo che vincesse il ricco. Per me almeno è così.

P.S. Non prendere questo commento come una critica perchè per criticare qualcuno bisogna credere di essere di più di quella persona. Io sono lettrice e scrittrice ma non sono niente di più di un altro qualunque scrittore o sognatore del pianeta.
P.S2 Sono una fan di Licia Troisi e adoro i suoi libri. Specialmente Nihal della terra del vento :)

#328 Comment By Angra On 14 settembre 2008 @ 14:48

@Marta Pesci:

Non c’è proprio niente di buono? Un totale schifo? Come ha fatto ad essere pubblicato allora? Sono domande che mi sorgono spontanee.

Provo a risponderti. E’ stato pubblicato perché la moda del momento nel fantasy è quella di lanciare autori sempre più giovani, con l’idea che tanto i lettori son tutti scemi e quello che conta è solo un adeguato investimento pubblicitario. Ogni casa editrice spera di scoprire il Paolini de noatri e fare un sacco di soldi.

“chi scrive scrive per sé, scrive perché gli piace scrivere, perché scrivere non è una cosa che s’impara, è una cosa che ti viene, è come uno starnuto, è come una risata, ti esce, è lì, devi pigliare una penna e scrivere”

Non è una frase molto bella, è una fesseria anche parecchio presuntuosa. Per seguire il tuo discorso, è come dire “io sono un genio”. I geni esistono, per carità, ma sono casi molto rari. Quando compro un romanzo non mi aspetto di leggere l’opera di un genio, ma quella di un onesto artigiano che ha studiato, ha fatto pratica e col suo lavoro mi dà un prodotto che vale quello che lo pago. Non pretendo un capolavoro, ma nemmeno mi sta bene un pacco di fogli sputazzati di starnuti.

Tieni presente poi che specialmente in un caso come questo una critica anche feroce al romanzo non va intesa come diretta all’autore ma solo al romanzo stesso, e semmai all’editore che ha avuto la faccia tosta di pubblicarlo.

#329 Comment By Gamberetta On 14 settembre 2008 @ 15:08

@Marta Pesci.

Se non ti viene spontaneo scrivere come quando ridi, puoi aver avuto tutte le lezioni del mondo e aver letto tutte le riviste che vuoi, ma non sarai mai un autentico scrittore.

Ma ‘ste boiate chi te le racconta? Scrivere, scrivere bene, può essere divertente, ma richiede un sacco d’impegno e preparazione. Col cavolo che è spontaneo come quando ridi! Joseph Conrad racconta come spesso dopo otto ore passate di fila a scrivere, si ritrovasse con sole tre misere frasi, che neanche gli piacevano. Così cancellava quel poco scritto e si alzava dal tavolo disperato. Ma evidentemente Conrad non era un autentico scrittore, visto che non riusciva a essere spontaneo come quando sorrideva…

P.S2 Sono una fan di Licia Troisi e adoro i suoi libri. Specialmente Nihal della terra del vento :)

Questo spiega molte cose… ^_^

#330 Comment By Marta Pesci On 14 settembre 2008 @ 15:32

Pensavo di poter scrivere un commento senza essere insultata…uff…evidentemente se leggo libri fantasy e mi piacciono il mio cervello deve essere pur un pò indietro. Non so se qui avete delle recensioni positive io ho letto tutte quelle dei libri che conoscevo e non ne ho trovate. Bho. Ho detto solo la mia, non mi sembra di averti attaccanto in qualche modo o averti offeso ma si vede che i pareri differenti qui non si possano scrivere. Le boiate le ho pensate da sola mi spiace non sono salvabile, perchè non ho creduto ha fandonie ma me le sono create. Joseph Conrad doveva tenere molto hai suoi libri e se dopo otto ore non trovava cosa scrivere lo trovava dopo suppongo, e suppongo anche che amasse il suo lavoro alrimenti non l’avrebbe fatto. Preparazione? Impegno? Non sono neccesari sono più che indispensabili! La Strazzulla non si sarà impegata in ogni pagina del suo libro, anzi in ogni riga? Non voglio iniziare a litigare o mettere inutili commenti che allunghino solo la sfilza. Commenti stupidi che fanno solo male. Volevo sapere se il libro Gli eroi del crepuscolo ha dentro qualcosa di buono, perchè ripeto per quanto i libri degli adolescenti vendano ci sarà pur stato qualcosa per cui l’hanno pubblicato. Tutto qui.

#331 Comment By m@r@ On 14 settembre 2008 @ 18:31

Un piccolo commento sulla tua recensione: come puoi pretendere un pò di dignità da parte degli editori quando tu spari a raffica su chiara strazzulla dicendole quanto fa schifo il suo libro? Mi piacerebbe davvero vedere un libro scritto da te e sapere che cosa ne pensano le altre persone, magari gli stessi scrittori che tu hai premiato con una cattiva recensione. Faresti meglio ad imparare che le persone hanno dei sentimenti, e gli scrittori non sono esclusi, sono solo quelli che hanno il coraggio di raccontarli nelle loro storie…

#332 Comment By GiD On 14 settembre 2008 @ 19:16

@ Marta Pesci

Io apprezzo il tono del tuo commento perché mi sembri aperta al dialogo (non come chi risponde con frasi del tipo “scrivilo te un libro!”).
Alcuni concetti però non li condivido per niente.

Non c’è proprio niente di buono? Un totale schifo? Come ha fatto ad essere pubblicato allora?

Questo ragionamento “se lo hanno pubblicato allora è bello” è infantile. Da come scrivi penso che tu abbia almeno 14/15 anni, dovresti essere abbastanza matura per capire che le case editrici pubblicano ciò che sanno di poter vendere, o anche ciò che vogliono pubblicare (in caso di raccomandazioni). Ti ricordo che una persona compra un libro prima di leggerlo, quindi una buona campagna pubblicitaria può fare miracoli.

“chi scrive scrive per sé, scrive perché gli piace scrivere, perché scrivere non è una cosa che s’impara, è una cosa che ti viene, è come uno starnuto, è come una risata, ti esce, è lì, devi pigliare una penna e scrivere”

In questa frase ci sono due problemi di fondo.
1)”chi scrive scrive per sé”: una persona che decide di pubblicare deve avere coscenza che scrive per essere letta. Un diario lo si scrive per sé, un romanzo che aspira alla pubblicazione lo si scrive perché sia letto.
2)”perché scrivere non è una cosa che s’impara”: questa idea è sbagliatissima. Ci sono doti innate (che comunque vanno sviluppate) e ci sono meccanismi e tecnicismi che si imparano. Che si devono imparare.

Un tipo qualunque non può prendere lezioni di pittura senza capire perchè dipinge.

Ti assicuro, da disegnatore, che una persona incline al disegno, anche brava, se non fa uno studio accurato dell’anatomia e della prospettiva non arriverà mai a fare disegni validi.

Forse non ci avete pensato ma di sicuro l’autrice l’avrà letto, e lo so perchè se anche io avessi scritto un libro mi sarei fiondata in internet a leggerle tutti i commenti.

Scusa ma questi sono problemi dell’autrice. Se un autore pubblica un romanzo deve essere consapevole che il libro verrà giudicato da chiunque lo leggerà. Chi pubblica pretende del denaro in cambio del suo lavoro e si presenta al lettore come scrittore. Se secondo me lo scrittore in questione non sa scrivere è giusto che io lo dica. Qui si critica la scrittrice, non la persona. La Strazzulla potrà essere un’ottima persona, ciò non toglie che per Gamberetta è una pessima scrittrice.

Certe volte mi è sembrato pure che le critiche siano del tutto ingiustificate.

Ecco, questo è un altro discorso, ma questa frase da sola non serve a molto. Se secondo te alcune critiche sono ingiuste elencale. Scrivi dove secondo te Gamberetta è ingiusta.

Non prendere questo commento come una critica perchè per criticare qualcuno bisogna credere di essere di più di quella persona.

Questo come ragionamento è insieme infantile e ipocrita, perché non prende atto del fatto che il giudicare è un normale comportamento di qualunque essere dotato di intelleto. Non si critica per dispetto o per superiorità, si critica e basta. Si critica in senso positivo se una cosa piace, in senso neagtivo se una cosa non mi piace.
Una critica, poi, può anche essere poco valida, ma ciò non toglie che tutti hanno il diritto di criticare.

#333 Comment By DelemnO On 14 settembre 2008 @ 19:44

@ m@r@

La frase che più mi salta agli occhi è “gli scrittori hanno dei sentimenti” . No, ma va? E allora? Ma dal momento che si pubblica qualcosa si deve essere pronti a ricevere critiche, anche negative. Che anzi, possono essere molto utili. Se secondo me un libro è penoso non vedo perchè non dovrei dirlo. Poi è chiaro, la cosa deve essere accompagnata da analisi e motivazioni. E lo dico da una che scrive.
E poi c’è sempre quel ridicolo “mi piacerebbe vedere un libro scritto da te.” Cosa cavolo c’entra? Come se io chiamassi un idraulico per sistemare le tubature, se questi me le facesse che perdono da tutte le parti, io non avrei diritto di protestare perchè non sono un’idraulica, scusa? Era già stato fatto un discorso simile, con l’imbianchino,da qualche parte.

#334 Comment By KopikO On 14 settembre 2008 @ 21:07

@ GiD

Da questi commenti traspare l’immaturità di alcune persone (diciamocelo, l’uscita “scrivilo tu un libro” è ormai vecchia e scontata). Ma io ribadisco ciò che ha detto Marta: davvero non c’è nulla di buono nel libro? So bene che parecchi libri che vengono pubblicati non sono per niente belli, ma si è parlato tanto del fenomeno dei babyscrittori e soprattutto di quanto siano bravi, quindi la recensione mi lascia parecchio perplessa.
Per il resto approvo ciò che Gamberetta dice a proposito del libro, soprattutto quando fa riferimento all’editor che afferma che “Negli Eroi del crepuscolo, non sono gli eroi, appunto, a salvare il Reame, ma sono i reietti, gli scarti, gli incompetenti, i diversi, i giovani: gli adolescenti.” Quindi Lyannen sarebbe uno scarto? Ne dubito fortemente.

#335 Comment By Stefano On 14 settembre 2008 @ 22:54

Perchè marta e mara non ci spiegano cosa hanno amato di questo romanzo?

#336 Comment By Aletheia Loki On 14 settembre 2008 @ 23:24

Esiste una ragionevole spiegazione riguardo al perché soltanto chi è “superiore” dovrebbe poter criticare qualcuno? E perché questo indicherebbe l’inferiorità del criticato? Perché mi sfugge totalmente questo ragionamento. o_ò
E perché tutti sfidano Gamberetta a pubblicare un libro? E’ come dire che se un film mi fa schifo non posso dirlo: non ho mica fatto un film, che voglio saperne? E poi il regista e lo sceneggiatore ci rimangono male! Come oso dire che fa schifo? Sono proprio un mostro.

Vo a impiccarmi con una stringa di liquirizia per aver detto in lungo e in largo che il film di Eragon è bello come uno spadone a due mani su per l’intestino, chissà come hanno sofferto i produttori! ù_ù

#337 Comment By Gamberetta On 15 settembre 2008 @ 00:15

@KopikO. La recensione è lì ed è veritiera. Gli Eroi del Crepuscolo è davvero un brutto romanzo. Ci sono passaggi, scene, situazioni, idee meno peggio di altre, ma punti sul serio belli non saprei indicarne, a parte forse la già citata resurrezione di Ventel. Ma 20 pagine semi decenti su 800 sono pochine…

#338 Comment By Clio On 15 settembre 2008 @ 02:22

Vorrei intanto pormi delle domande… Questo è un blog, giusto? Perchè i loro proprietari non dovrebbero esprimervi i loro sinceri pareri? Perchè dovrebbero avere riserve? Qui ci stanno scritte le loro opinioni, se me le vengo a leggere è perchè m’interessano, altrimenti evito, no? Questo “potresti evitare”, “potresti aver più tatto”… Gamberetta avvalora le sue opinioni con un’analisi puntigliosa e interessante, quando potrebbe tranquillamente dire “fa schifo”, punto, e sarebbe perfettamente legittimo, dato che ci troviamo sul suo blog.
Cela dit…

Marta Persci:
Forse non ci avete pensato ma di sicuro l’autrice l’avrà letto, e lo so perchè se anche io avessi scritto un libro mi sarei fiondata in internet a leggerle tutti i commenti.

Well, Chiara Strazzulla ha pubblicato il libro, ergo è perfettamente naturale che la gente ne discuta e si esprima a suo riguardo. Se non voglio avere a che fare con opioni anche acide, la storia me la tengo sul pc e nessuno mi rompe le scatole. Quando tu pubblicherai, allora dovrai accettare critiche come questa, altrimenti ti consiglio di lasciar perdere.
Anche perchè questa critica, con tutto il suo sarcasmo, può essere utilissima alla Strazzulla.

Non c’è proprio niente di buono? Un totale schifo?

Ehi, due gamberi freschi ce li ha ^_^

Sarà che nessuno nasce “imparato”…però la scrittura è come l’arte. All’inizio si impara ma poi se non ti viene dal cuore non ha senso. Se non ti viene spontaneo scrivere come quando ridi, puoi aver avuto tutte le lezioni del mondo e aver letto tutte le riviste che vuoi, ma non sarai mai un autentico scrittore.

Non so te, a me piace moltissimo scrivere, questo non significa che mi venga “spontaneo”! Magari la storia può essere frutto di un’”illuminazione”, ma di qui a scrivere un romanzo decente ce ne corre… Ti assicuro che passo la maggior parte del tempo a documentarmi, calcolare tempi, stagioni, e quant’altro, cose che mi piace fare essendo io una fanatica ed una masochista, ma che di solito sono considerate qualcosa di faticoso vedi noioso.
Tutto sta nel cosa scrivi. Se vuoi scrivere una stupidaggine divertente, la puoi scrivere spontaneamente, se vuoi scrivere quacosa di qualità passi il tempo a tentare, studiare, riprovare, cancellare (e bere calvados…).
Prendi un altro esempio, un affresco. La cappella degli Scrovegni non è nata con una risata, è frutto di fatica, studio, riflessione, polvere, intonaco e sudore.
Con solo i ferri del mestiere sei un buon artigiano.
Con solo l’ispirazione sei un fallito.
E spesso vince il ricco, perchè il povero non ha i mezzi per procurarsi i ferri del mestiere…

P.S. Non prendere questo commento come una critica perchè per criticare qualcuno bisogna credere di essere di più di quella persona.

E perchè mai? Io ti sto criticando, mica mi credo più di te…

Preparazione? Impegno? Non sono neccesari sono più che indispensabili! La Strazzulla non si sarà impegata in ogni pagina del suo libro, anzi in ogni riga?

No, perchè ha scritto un sacco di stupidaggini:
-fanciulle che tempestano di frecce una mischia a centinaia di metri di distanza;
-elfi che in 200000 anni non sono riusciti ad esplorare un’isola grande come la Sicilia;
-Il Solitario circondato da 50 nemici (forse si tratta di puffi)…
Questi sono errori che fa gente che non si documenta. Un romanzo può piacere lo stesso, non dico di no, ma è un romanzo di bassa qualità che denota un impegno insufficiente o proprio menefrghismo.

Poi, il libro avrà anche qualcosa di buono, non dico di no, però se questo qualcosa è affogato in banalità o errori, certo non viene voglia di cercarlo…

M@r@:
Mi piacerebbe davvero vedere un libro scritto da te

Credo che un racconto di Gamberetta sia già in linea.
Quanto al resto, vedi domande esistenziali iniziali…

#339 Comment By KopikO On 15 settembre 2008 @ 13:52

Da dove è possibile scaricare il racconto di Gamberetta?

#340 Comment By Gamberetta On 15 settembre 2008 @ 14:48

#341 Comment By -Ayame- On 15 settembre 2008 @ 22:20

Un piccolo commento sulla tua recensione: come puoi pretendere un pò di dignità da parte degli editori quando tu spari a raffica su chiara strazzulla dicendole quanto fa schifo il suo libro? Mi piacerebbe davvero vedere un libro scritto da te e sapere che cosa ne pensano le altre persone, magari gli stessi scrittori che tu hai premiato con una cattiva recensione. Faresti meglio ad imparare che le persone hanno dei sentimenti, e gli scrittori non sono esclusi, sono solo quelli che hanno il coraggio di raccontarli nelle loro storie…

Che assurdità. Che assurdità!
Cosa c’entra il fatto che gli scrittori abbiano dei sentimenti? Noi lettori spendiamo SOLDI per leggere quello che scrivono e vogliamo leggere cose decenti, non porcherie. 20€ per leggere la solita boiata trita e ritrita, scritta pure in maniera pesante? No, grazie.
Quando pubblica lo scrittore sa che è esposto a critiche…se ha paura delle critiche, se è troppo sensibile si tiene il suo libro, lo fa leggere all’amica/o del cuore e vive felice. PUNTO.
E, per favore, smettiamola con la solfa vorrei vedere un libro scritto da te!
Lo vogliamo capire o no che i lettori hanno DIRITTO di giudicare ciò che leggono?

#342 Comment By KopikO On 17 settembre 2008 @ 17:23

Infatti, 20 euro per la solita solfa (principessina da salvare, il bello-e-impossibile e il super cattivo da sconfiggere) sono veramente troppi.
E intanto il libro ha raggiunto i quattordici gamberi marci… va bene, mi avete convinto su quanto fa schifo questo libro.

@ Gamberetta
Hai già fatto una recensione a proposito di Bryan di Boscoquieto? E’ un altro libro dell’ennesimo babyscrittore, e mi piacerebbe sentire la tua opinione in merito…

#343 Comment By Gamberetta On 17 settembre 2008 @ 19:27

@KopikO.

Hai già fatto una recensione a proposito di Bryan di Boscoquieto? E’ un altro libro dell’ennesimo babyscrittore, e mi piacerebbe sentire la tua opinione in merito…

Per ora il Boscoquieto non rientra nei miei programmi di lettura, e in ogni caso deve prima apparire su emule, non è il tipo di libro per il quale rischio dei soldi.

#344 Comment By vally On 7 ottobre 2008 @ 18:58

Sentite tutti,
Questo mi ha fatto ritrovare il senso di fantasia che ho trovato SOLO nel signore degli anelli di Tolkien… e che a parer mio siete tutti voi gli STOLTI che credono al giudizio di un incompetente, la cui fantasia è andata persa, senza aver letto minimamente il libro.
Vi ricordo, inoltre, che tutte le più grandi storie hanno un cattivo, un buono e una principessa da salvare ( Biancaneve, Cenerentola etc. )
ma che sono amati da grandi e piccini.
Il mio consiglio è che impariate a leggere ( e giudicare ) più con il cuore e il cervello che con il solo uso degli occhi !!!

#345 Comment By AryaSnow On 7 ottobre 2008 @ 19:11

Vi ricordo, inoltre, che tutte le più grandi storie hanno un cattivo, un buono e una principessa da salvare ( Biancaneve, Cenerentola etc. )

Ma che tristezza >_>

#346 Comment By Diarista incostante On 7 ottobre 2008 @ 22:54

@Vally
Mi congratulo con te per aver trovato quel che avevi perso. Detto questo, ti contraddico. Ci sono grandi storie senza principesse. Ci sono storie amate da grandi e piccini addirittura senza cattivo. E tienti forte: ci sono storie grandi o meno scritte molto meglio degli eroi del crepuscolo.
Lo so. Se ne impara sempre una nuova.

#347 Comment By Clio On 7 ottobre 2008 @ 23:11

A vally
Non mescoliamo Tolkien (che ha scritto un’opera davvero unica nel suo genere) con questo romanzetto.

tutte le più grandi storie hanno un cattivo, un buono e una principessa da salvare ( Biancaneve, Cenerentola etc. )

Te ne cito di altrettanto famose che non ce l’hanno:
I dodici cigni (favola scandinava), i crisantemi verdi (favola cinese), la Baba-jaga (favola russa), La brutta notte di Ross O’Hara (favola irlandese), La teiera balluerina (favola giapponese), La bella Calitea (favola spagnola), Il serpente dell’arcobaleno (favole aborigena), Il mercante e l’angelo nero (favola fiamminga)…
Vogliamo favole italiane?

Prezzemolina, Giannino Rospo, La madonna aquilina, Cento amici a Napoli, Pigottino, Il mago mestolaio,Giovannin Senza Paura…

La favola del buono che libera la principessa dal cattivo esiste, è una favola, ma ce ne sono migliaia di varianti, e tutte sono strutturate allo stesso modo: il buono parte, supera tre prove, vince e sposa la bella.
La Strazzulla ha preso la fiaba e l’ha spogliata di ciò che la rende interessante (le tre prove), sostituendolo con ciò che rende il tipico romanzo fantasy noioso (un viaggio inutile).

Ci sono contraddizioni indiscutibili, citate nella recensione, e trovate di dubbio gusto (il dialogo tra Cattivone e Principessa è veramente tamarro, non c’è niente da fare!).

Infine, una cosa è una favola, una cosa è un romanzo. Una favola è solitamente breve, senza introspezione, a lieto fine (parlando di favole popolari). Un romanzo è solitamente più lungo, con personaggi psicologicamente più dettagliati, ed un finale che può essere lieto come no. Uno può ispirarsi ad una favola, ma per farne un romanzo deve elaborarla.

In conclusione, il libro forse può piacere, ma io non vedo nessuna fantasia in un cattivo cattivissimo di nome Sognoredelletenebre, un buono che combatte benissimo con otto compari bravi quanto lui ed una principessa inutile da salvare. Poi può benissimo piacere, ma è un romanzetto, che non vale il suo prezzo né le stomachevoli lodi.

#348 Comment By leia87 On 19 ottobre 2008 @ 22:42

Secondo me, c’è un fraintendimento: penso che la Strazzulla volesse solo dire che (almeno all’inizio) uno scrittore scrive per un impulso, quindo per se stesso; ciò non toglie che poi l’aspirante scrittore non rielabori questo impulso cercando di mediare l’idea iniziale con le migliori tecniche letterarie, un lessico e uno stile che si sposi con ciò che l’autore vuole dire ed esprimere.
Ovviamente per fare ciò l’autore deve essere informato, anche e soprattutto per rispetto verso coloro per i quali si propone di scrivere.
Non avendo letto Gli Eroi del Crepuscolo (che, ironia, in inglese è twilight!), non entro nel merito della Strazzulla; ma rimango convinta che i capolavori migliori scaturiscano dal perfetto connubio ed equilibrio tra emozioni/idee/immagini che si vogliono esprimere per impulso personale e abilità/conoscenze tecniche.
A mio parere sono importantissimi entrambi, anche perchè chi scrive non scrive solo per vendere, lo fa anche e soprattutto perchè gli piace.

#349 Comment By Carraronan On 20 ottobre 2008 @ 23:08

Gamberetta ha giustamente parlato dell’importanza della forza per impiegare gli archi da guerra. Con il suo consenso mi ricollego alla questione fornendo il link a un mio articolo dedicato alle Performance dell’Arco da Guerra inglese, con gittate, fisica elementare dell’arco visto come molla, ipotesi sulla penetrazione delle armature al tempo di Crecy e successive, dati degli archi recuperati dalla Mary Rose ecc…
Spero possa tornare utile a qualcuno.

#350 Comment By Okamis On 24 ottobre 2008 @ 22:46

Ritorno su questo articolo solo per dire che dopo la bellezza di quattro (no, dico quattro!) mesi, FM ha infine deciso di pubblicare la mia recensione su “Gli er(r)o(r)i del crepuscolo”. Peccato che ormai il danno e fatto e molti si sono comprati il libro T_T

#351 Comment By WordSmuggler On 14 novembre 2008 @ 10:24

Innanzi tutto, complimenti per la recensione e il blog in generale – divertente, ben scritto e ben pensato, anche se magari su alcuni basi fondanti siamo in disaccordo (o forse è una questione di semantica: abbiamo due definizioni diverse della parola “rispetto”, per esempio).

In secondo luogo, visto che lo vedo qui portato avanti dall’ennesimo enfant prodige della letteratura mondiale, vorrei dire la mia su un concetto che trovo al pari di “se non sai scrivere meglio, non criticare”, ovvero:

“Chi scrive scrive per sé, scrive perché gli piace scrivere”

Chiariamoci, non la trovo una baggianata in sé e per sé, ma lo trovo ridicolo e pericolosamente autoassolutorio quando si parla di pubblicazioni in qualsiasi forma – grandi case editrici, piccole case editrici, autoproduzioni, vanity press, siti di fanfiction.

[Seconda Persona Generica, a Scanso di Equivoci] Se scrivi per te, tientelo per te. Se scrivi per condividere, far leggere, pubblicare – paghi il fio. Stai chiedendo alle persone di regalarti la più preziosa delle loro risorse, devi dar loro qualcosa in cambio. Olio di gomito e datti da fare. [/econda Persona Generica, a Scanso di Equivoci]

#352 Comment By Kya On 18 dicembre 2008 @ 22:40

Condivido tutto quello che hai scritto, questo libro fa un bel po’ di acqua (diciamo che ha talmente tanti buchi da somigliare a uno scolapasta). Mi spiace davvero tanto per questa giovane autrice che è stata sbattuta, dopo fior fior di presentazione, in pasto ai lettori. Avessero scritto “romanzo per ragazzi dai 12 ai 15 anni” non avrei avuto nulla da ridire, ma visto che l’hanno osannato manco fosse un miracolo letterario, tanto da indurre Einaudi a pubblicarlo (parole di Einaudi stessa) e poi ritrovarsi in mano con questa “cosa” mi riempie di delusione e rabbia (soprattutto visto il costo).
Capisco che la Strazzulla sia inesperta, ma chi ha coordinato il lavoro, chi lo ha supervisionato, lo ha mai riletto sto libro? Si è mai posto delle semplicissime domande quali “ma siamo sicuri che si possa fare davvero o che si scriva così?” perché quando leggo simili boiate mi si rivolta il sangue nelle vene. Uno può pure scrivere di getto, come la Strazzulla ha dichiarato nell’intervista, ma sarebbe buona cosa rileggerlo, sistemarlo, documentarsi quando non si sanno le cose, soprattutto se è qualcosa destinato a venire stampato e venduto!
Ok è un fantasy, e nei fantasy solitamente accadono cose che nella realtà non potrebbero accadere (gente che resuscita, magie e affini ecc), ma un minimo di credibilità dove la mettiamo? A gettarsi della finestra?!
Non solo il testo è di una noia mortale sia per le descrizioni minuziose, sia per le innumerevoli ripetizioni nella stessa facciata! (usare dei sinonimi no eh?) Ma anche per gli stessi concetti ripetuti fino alla nausea! A volte sembra che i personaggi siano affetti da amnesia o che si stiano prendendo per i fondelli o che siano totalmente deficienti!
Oltretutto a volte compaiono dei termini ampollosi e ricercati in frasi dalla struttura semplicissima, o si trovano paragrafi dalla sintassi alla Yoda. Ok che è scritto da una di 17 anni, ma nessuno si è premurato di correggere queste imperfezioni?
E tralasciamo pure la scopiazzatura, o se preferite “il prendere ispirazione”, da altri romanzi, ma non è possibile che sta benedetta ragazza non si ricordi le cose una pagina con l’altra. Posso capire se dopo 500 pagine non si ricordasse di un avvenimento o di un particolare, ma non da una facciata con l’altra (o quasi!) La più eclatante di queste dimenticanze, come tu stessa hai riportato, è quella della “missione segreta”.
Un’altra cosa che proprio non ho apprezzato è l’uso inappropriato di alcune parole o scene campate per aria (4 sbarbatelli che non hanno mai messo il naso fuori dal Reame che si atteggiando a grande guerrieri veterani …). Non puoi scrivere “l’acqua era torbida e lattiginosa, ma potabile”! se l’acqua è torbida non è potabile per niente! Oltretutto il termine “torbido” vuol dire appunto “impuro”…
E volgiamo parlare dei termini riguardanti le armi?! Secondo lei prima si tende l’arco e poi si incocca … vorrei davvero vedere chi riesce a fare una cosa simile, perché se ne fosse in grado bisognerebbe fargli tutti i complimenti del caso. Incoccare vuol dire “inserire la cocca nella corda dell’arco” ed è un procedimento che puoi fare solo prima di tendere la corda non dopo! Oltretutto nessuno mai estrarrebbe una freccia nel modo da lei descritto perchè è impossibile! (per non dire assai doloroso …) Le punte delle frecce sono fatte a V proprio per evitare di venire estratte. L’unico modo per estrarre una freccia è quella di farla uscire dalla parte opposta da cui è entrata (dopo aver spazzato parte dell’asta).
In conclusione, più che un romanzo, sembra di leggere una fanfiction di varie serie più o meno famose, ricca di personaggi che ricordano uno shojo manga (tutti belli, alti, biondi, bellissimi, bravissimi, tuttosissimi. Se non fosse per le illustrazioni di Frezzato, che hanno conferito ai personaggi un minimo di vigore maschile, parrebbe di vedere un branco di verginelle), dalle tendenze a volte yaoi, infarcito di ripetizioni, errori grossi come case, disattenzioni, dialoghi al limite del ridicolo e banalità a gogo. 20 euro buttati dalla finestra …

#353 Comment By Sakura87 On 21 dicembre 2008 @ 15:31

Bella recensione. Mi hai fatto risparmiare un po’ di soldi. La voglia di leggere questo libro è aumentata (spesso le recensioni negative mi fanno venir voglia di *leggere* il libro per vedere se la penso allo stesso modo, molto più di quelle positive), ma quella di comprarlo è scemata del tutto. Mi affiderò ad altri mezzi o, eventualmente, al prestito.

Purtroppo certe copertine mi attirano come il miele fa con le mosche. Devo smetterla, o rischio di incappare in un ennesimo Twilight.

#354 Comment By KoShiatar On 31 dicembre 2008 @ 14:11

Il problema è che gli editori, o perchè sanno che fa vendere o per controbilanciare il contenuto mediocre, spesso danno da illustrare le copertine di questi libri a degli ottimi artisti. Questo libro non fa eccezione. Peccato che poi quando uno poi se li compera, scopre che l’equazione “copertina bella = libro bello” non è valida.
Peraltro io inviterei Gamberetta a spendere due parole sulle copertine dei libri, perchè la maggior parte di esse, per quanto ben fatte, sono tragicamente simili le une alle altre come stile, soggetto, esecuzione.

#355 Comment By Nocoldin On 3 gennaio 2009 @ 22:55

Non capico perchè la Strazzu si ostina ad inserire ad ogni capitolo migliaia di personaggi nella compagnia senza caratterizzarli minimamente e riducendoli a merce sacrificabile e resuscitabile.
Questo libro nonostante tutto mi ha impartito un importante lezione di vita:
Mai comprare libri imballati senza prima leggere una recensione su internet!

#356 Comment By Gladstone On 14 febbraio 2009 @ 14:39

#357 Comment By Gamberetta On 15 febbraio 2009 @ 20:22

@Gladstone. Ho letto. Mi sembrano le solite frasi fatte. Può essere che per diventare grandi scrittori sia necessaria una dose di talento, ma qui non stiamo parlando di Arte, stiamo parlando di fantasy con gli elfi: contano molto di più tecnica ed esercizio. Non credo che per scrivere questo tipo di fantasy sia richiesto talento, è un mestiere come un altro.

#358 Comment By caterinaA. On 17 marzo 2009 @ 22:07

Ti è sfuggita una piccolezza…chiamiamola così…i gufi che ululano…la Strazzulla ha dato ai gufi la capacità di ululare e di urlare… Mitico…se non è fantasia questa!

#359 Comment By Angra On 18 marzo 2009 @ 08:35

@Gladstone, Gamberetta:

Dice la Strazzu:

temo che il concetto che volevo esprimere in quel contesto sia stato frainteso, ed è doverosa una spiegazione. quel che volevo intendere con la mia metafora “scrivere è come una risata, come uno starnuto, ti viene” è che l’istinto dello scrivere, non il talento, è innato.

Peccato che nel video la frase cominciasse con “Scrivere non è una cosa che si impara” ^_^

Se comincia ad essere fraintesa già così giovane allora un giorno potrebbe arrivare alla Mondadori (nel senso di comprarsela).

#360 Comment By caterinaA. On 20 marzo 2009 @ 00:14

Della Strazzulla ho “amato” il gufo che ulula…mi sembra strano che sia sfuggito a Gamberetta…io mi chiedo: ok lei non sa, non capisce, non comprende, ha sbagliato…il gufo gufa e il lupo ulula…ma l’editor quando l’ha letto come ha fatto a non notarlo?…Questa è una bazzeccola…ma il resto…

#361 Comment By caterinaA. On 20 marzo 2009 @ 00:19

ops…bazzecola…per un attimo sono stata posseduta dalla Strazzulla!!!

#362 Comment By Gamberetta On 20 marzo 2009 @ 15:06

@caterinaA. Non ricordo il contesto, ed è molto probabile che la Strazzulla si sia sbagliata, ma in generale si può attribuire un verso di un animale a un altro, se lo scopo è comunicare un determinato tono o stato d’animo.
Anche le persone abbaiano ordini e squittiscono felici.

#363 Comment By caterinaA. On 20 marzo 2009 @ 15:41

“Da qualche parte, un gufo ululava. Un grido disperato”.
Anch’io mi ero fatta la tua stessa idea ma continuando a leggero non ho trovato il perchè il gufo ululasse invece di gufare.

#364 Comment By Merphit Kydillis On 12 maggio 2009 @ 16:41

Allora… mi ritrovo a fare la tesina su prof. Tolkien (quest’anno ho gli esami di stato), e spero che la cosa riesca. Orbene, dopo aver scoperto questo bellissimo blog (poiché purtroppo sono finito nella trappola della Einaudi, e i venti euri non li rivedrò più), ho visto che, veramente, il SdA è stato vittima di un plagio mostruoso. Se Strazzu avesse fatto una parodia (tipo “Il Signore dei Tranelli”) magari la cosa sarebbe stata bella… ma anche no!
Ad esempio, nel primo libro della Trilogia, vediamo Frodo colpito dal Re Nazgul con un pugnale magico. VI ricorda qualcosa? Ma sì, proprio nelle ultime pagine degli EdC uno dei amici del protagonista viene colpito da un pugnale magico. Ricopiato (quasi) le battute del SdA quando il suddetto pugnale viene analizzato dal mezzo-demone. Mi sa che Tolkien si rivolterebbe nella tomba…

#365 Comment By Gemini On 26 maggio 2009 @ 13:05

Scopro ora che tra poco uscirà il nuovo libro della Strazzulla! E sempre per la Einaudi! E costerà ben 22 euro!
Ma sbaglio o questa volta la Einaudi non lo ha pubblicizzato per niente?

Io non vedo l’ora che esca solo perché spero di leggermi la recensione di Gamberetta :)
Eccolo qui:

La strada che scende nell’ombra
Strazzulla Chiara
Prezzo € 22,00
600 p., br.

Nell’antichità le Otto Terre, abitate dalle Otto Genti, furono attaccate dai Gremlins, sconfitti grazie al sacrificio di otto maghi che riuscirono a intrappolare la magia nera all’interno di una pietra, la Gemma Bianca, che viene nascosta in un luogo segreto. Quando i Gremlins sembrano aver riacquistato la loro forza, il solo modo di sconfiggerli è entrare nell’Impenetrabile e distruggere la Gemma. Ma l’oracolo della Profetessa dice che dovranno farlo gli esponenti più meschini e sleali di ogni Gente. Cooptato più con le cattive che con le buone, e guidato dal Magus, partirà per la missione un gruppo di veri e propri malviventi, animati dalla reciproca diffidenza e dal desiderio di fuga e libertà.

#366 Comment By Diego On 26 maggio 2009 @ 13:16

@Gemini: Uh? Ma è una storia a se? Ho capito male o doveva esserci un seguito a ‘Gli eroi del crepuscolo’?

#367 Comment By Gamberetta On 26 maggio 2009 @ 14:00

@Gemini. Hai ragione, non ne avevo sentito parlare da nessuna parte. D’altra parte meno ne so, meglio è.

#368 Comment By Gemini On 26 maggio 2009 @ 15:58

Non so se sia un seguito dell’altro romanzo, a occhio no. Ma quando ho letto la trama, con ‘gli esponenti più meschini e sleali di ogni Gente’ mi sono venuti in mente i ‘reietti’ del Crepuscolo… scommetto che questi bieschi esponenti, minimo minimo, barano quando giocano a briscola e rubano le caramelle all’autogrill.

@Gamberetta: la notizia l’ho letta su wuz.it e lo dà in uscita a maggio; altri siti a luglio, però su quello della Einaudi non l’ho trovato.
Mah… Einaudi, perseverare diabolicum!

#369 Comment By Surymae Rossweisse On 27 maggio 2009 @ 18:12

Questa è stata la prima recensione che ho letto di Gamberetta, qualche mese fa. Che dire: concordo pienamente! Anch’io sono stata invischiata in questo libro, ma non in senso positivo; soltanto questo commento, però, mi ha fatto capire veramente che schifezza mi fossi portata a casa. E’ un libro noioso, che passa a momenti di pseudo linguaggio aulico (per niente ispirato da Tolkien) a termini giovanili come “puzzava da far schifo”. Per non parlare poi delle varie contraddizioni, dei personaggi piatti, della fine tirata via alla bell’e meglio (quando, per essere trattata decentemente, aveva bisogno di minimo altre 100 pagine)…
Mi dispiace molto per l’autrice: ha pochi anni più di me, anch’io sto provando “l’ebbrezza” di scrivere fantasy, e quando ho letto il suo blog mi è sembrata una persona abbastanza intelligente e modesta (da quel poco che posso capire dal suo carattere). Però il suo romanzo non mi piace, punto. Leggerò anche il secondo romanzo, se lo troverò in biblioteca (ma non lo comprerò MAI), ma la trama ha scritto sopra, con lettere al neon colore giallo fosforescente: “Copia del Signore degli Anelli”.

Ps: come ho scritto prima, anch’io sto scrivendo fantasy. Questo blog mi ha aiutato veramente molto a migliorare il mio stile, e di questo ne sono grata. Grazie mille, Gamberetta!

#370 Comment By Merphit Kydillis On 30 maggio 2009 @ 20:00

Surymae, se devi fare un romanzo NON ambientarlo nel mondo reale come hanno fatto il Ghirardi e G.L.: mi secca ammetterlo, ma noi maschi preferiamo vedere Roma, Parigi, Tokio (e qualunque altra città del mondo reale) invasa da maghi smemorati e mezzidemoni con accento piemontese… l’unico fattore buono che riconosco nella Troisi e Strazzulla è che si è fatta un mondo tutto suo… anche se fra mezzelfi siciliani e mezzidemoni piemontesi una guerra alla Mondo Emerso come minimo dovrebbe starci!

Un consiglio: se nel tuo romanzo ci sono gli elfi, mettiliin stile Harry Potter, e guai dire al cattivo di turno “Bello come un elfo” xP

#371 Pingback By Etciù… letteratura (che se ne va)! « ?????? ??????? ????????? On 8 giugno 2009 @ 20:56

[...] frequenza possibile. Una buona recensione di “Gli Eroi del Crepuscolo”(1) la trovate qui. Non è imparziale ma sicuramente è curata in modo egregio. Siete convinti che la storia appena [...]

#372 Comment By fitz On 14 giugno 2009 @ 13:22

Il signor Duca che ammiro e rispetto in virtù del suo essere una creatura sessualmente riprovevole dovrebbe però smettere di tediarci coi calcoli meccanici sull’arco da guerra. Egli non sa forse che nelle terre del fentesi le armi di questo genere vengono fabbricate servendosi del legno dell’albero di Uaang cresciuto dai testicoli recisi del dio Appang e che tali ordigni consentono anche ad un bambino di lanciare dardi con la potenza e la precisione di un missile hellfire e senza spreco di Mana, purché chi li maneggi sia puro di quore e si batta per la Giusta Causa?
La smetta quindi signor Duca e si documenti, per Cernunnu. Il fentesi é una cosa seria.

#373 Comment By Merphit Kydillis On 24 giugno 2009 @ 22:12

Sono latore di brutte notizie (sono in ginocchio sui ceci mentre scrivo, giusto per penitenza).
Ciò che sembravano solo voci o, addirittura, leggende metropolitane, corrispondono a verità.
L’Einaudi pubblica il secondo libro della Strazzu.

http://www.einaudi.it/libro/scheda/(isbn)/978880619795/(desau)/chiara-strazzulla/(desti)/la-strada-che-scende-nell-ombra

La strada che scende dall’ombra… mi pare più un titolo per romanzi noir che un fantasy. L’unica cosa che promette bene è la copertina, anche se immagino che il 90% delle spese siano state effettuate per l’aspetto artistico del romanzo anziché per il suo contenuto. Ma questa volta non mi fregano: almeno che non lo trovi gratis (in biblioteca o me lo prestano), non spenderò nemmeno un centesimo per loro. Siamo in un paese libero e sono io lettore a decidere se un libro è buono da leggere o no, checché ne dicano i promoter e l’Einaudi stessa.

Il sito dell’Einaudi commenta “…e conferma il talento della piú giovane autrice di fantasy italiana. ” Spero che dicano il vero, altrimenti li denuncio per falsa pubblicità. Non sto scherzando: quando ho speso 20 euri per presunti mezzelfi discriminati avevo voglia di piombare a casa Einaudi e fare un bel discorsetto a Rosella Postorino o a Strazzu (meglio se tutte due), dicendogli che Gli Eroi del Crepuscolo erano una scopiazzatura tra il Signore degli Anelli e la Trilogia di Drizzt (quest’ultima mi sta sullo stomaco,e mai avrei pensato di trovare una sua variante in storie fantasy italiane).

Spero VERAMENTE che Strazzu, a distanza di un anno, abbia migliorato la sua abilità narrativa… almeno che non abbia passato il tempo a starnutire e ridere. E che nessuno mi venga a dire “Eh, tu dici così perché lei ha 18 anni, ma voglio proprio vedere un libro scritto da te…”, perché uno, ho 19 anni, due, sto decidendo se scrivere un libro o no e tre, prendo molto male insulti.

Per chi se lo domandasse: no, non è il seguito de Gli Eroi del Crepuscolo, ma elfi e altre creature fantasy (nani, draghi e folletti) ci sono lo stesso , così come si intravedono molti cliché. E poi: i figli dell’Ombra non ricordano i figli della Tenebra? Staremo a vedere, tanto i buoni vinceranno grazie a qualche Deus ex Machina magari grazie a Chuck Norris o Nyarlathotep (un momento, Nyarlathotep è malvagio! Ma ci sarà un motivo se lo chiamano il Caos Striciante <.<)…

#374 Comment By Maudh On 24 giugno 2009 @ 22:30

@Merphit Kydillis:
Mea culpa, mea culpa, mea culpa.
Io non so veramente cosa dire: solo nella scheda del libro presentano 31 personaggi principali, questa non ne sa gestire uno!
Rigorosamente i personaggi sono divisi in pratica cartella excel, ordinati per provenienza, ruolo (potagonista, alleato, amico, parente, ed inoltre) e se sarà un cattivissimo buono od un cattivo esemplare.

P.S Naturalmente,conoscendo Strazzula, saranno tutti buoni esemplari e si scontreranno infine a colpi di magici raggi delll’àmmòre.

#375 Comment By DelemnO On 24 giugno 2009 @ 23:24

Sì, la copertina è carina, però diamine, a giudicare dalla lista della spesa, pardon, dei personaggi, sarà un altra schifezza non originale. Blah. Non vedo l’ora di leggere una recensione crudele a tal merito ^^

#376 Comment By Clio On 25 giugno 2009 @ 01:00

Mah, anche la copertina non la trovo speciale… Il solito gruppo di energumeni vestiti in modo poco intelligente che si agitano.
Sarebbe un interessante romanzo se: i cattivi si scoprissero alla fine buoni e… pof! Essendo buoni non possono portare a termine la missione e vincono i Gremlins! :D

#377 Comment By Angra On 25 giugno 2009 @ 07:31

@Merphit Kydillis

Il sito dell’Einaudi commenta “…e conferma il talento della piú giovane autrice di fantasy italiana. ”

conferma il talento vuol dire che il romanzo è allo stesso livello del precedente, non che la Strazzu è migliorata! ^_^

#378 Comment By Tapiroulant On 25 giugno 2009 @ 08:14

Beh dai, un romanzo dove ci sono Terra Gnoma e Terra Folletta dev’essere per forza belliximo!!!!!

#379 Comment By Mattia On 25 giugno 2009 @ 17:46

L’ho comprato.Ho provato a leggerlo.Dico sul serio.Ho veramente provato.Non ci sono riuscito.Non ce l’ho fatta a finirlo.Sono arrivato a pagina cento.Poi ho cominciato ad imprecare.Contro l’autrice,contro il libraio che me l’aveva venduto e contro l’imbecille,io,che l’aveva comprato.Il romanzo ricalca gli stereotipi che ogni ragazzina cretina,o donna con il cervello di una ragazzina cretina,può avere sul fantasy.Devo ammettere che nell’accezione ragazzina cretina non faccio necessariamente rientrare le ragazze stupide 0ma quelle che oltre ad essere stupide ritengono che “tutti i gusti sono gusti”.Non è vero.Ci sono cose belle e cose brutte in senso assoluto.Anche se difficilmente chiunque sa riconoscerle in quanto la visioone individuale e per definizione soggettiva.Dove volevo arrivare?Qui: “Gli eroi del crepuscolo”rientra nella seconda categoria.Quella delle cose brutte.In senso assoluto.Senza dubbio alcuno.
Saluti.

#380 Comment By ThN1saHead On 29 giugno 2009 @ 18:21

Carissima Gamberetta,

Hai mai ventilato l’ipotesi che la Strazzulla non scriva romanzi per teenager e che produrre una trama mozzafiato e originale non sia il suo obbiettivo primario? Le descrizioni che tu esecri come “di una noia mortale” sono in realtà l’elemento più bello del romanzo, un elemento che, tuttavia non è facile apprezzare in gioventù.

Ti ricordo, inoltre, che Einaudi non pubblica fantasy, questo dovrebbe essere indicativo di come il libro non nasca con l’intento di essere un fantasy, bensì un romanzo di formazione.

Aggiungiamo il fatto che qualunque persona di buon senso, nel momento in cui decide di plagiare un’opera letteraria cerca di dissimulare più che può il misfatto; questo romanzo, invece, ci mostra citazioni palesi di Tolkien (in realtà al lettore più attento non sfuggono più sottili riferimenti a Baudelaire). Caso esemplare quello delle Entesse: in Tolkien gli Ent non sanno dove si trovino le loro compagne, l’autrice, decide che le loro compagne (per circostanze a noi non note) si trovino nella terra dove si svolge la vicenda (fatto perfettamente plausibile con la narrazione Tolkeniana), circostanza che le permette di dedicare un tributo (esplicitissimo) a Tolkien.

Per concludere, carissima, ti faccio notare che pubblicare frammenti decontastualizzati è un ottima tecnica per gettare acqua al proprio mulino, ma non è molto corretta nei confronti dell’opera. Ti faccio un esempio: mettiamo che in un blog a caso, in cui non è chiaro che recensione tu stia compiendo, io pubblichi il seguente frammento

non credo sia giusto che siano dati antibiotici e altri medicinali ai malati: perché altrimenti quelli si abituano, e poi quando ne sono privi non sanno più come tirare avanti

e ne concluda subito sotto che sei una pazza omicida che se potesse farebbe abolire tutti i medicinali del mondo per far morire la gente di diabete.

Ti sembrerebbe corretto?

#381 Comment By Angra On 29 giugno 2009 @ 19:19

@ThN1saHead: ma secondo te uno non distingue un bel romanzo da una porcheria solo perché ha sbagliato il genere in cui inquadrarlo?

#382 Comment By gugand On 29 giugno 2009 @ 20:09

@ThN1saHead
Non e’ che da un libro fantasy uno si aspetti di leggere fantasy?

#383 Comment By Tapiroulant On 29 giugno 2009 @ 20:31

Dubito che inserire sottili citazioni, riferimenti, omaggi o reinterpretazioni delle opere di Baudelaire o Tolkien abbia il benché minimo merito letterario. Non ci vuole niente a fare delle operazioni del genere; tanto più che spesso sono lette come il marchio del dilettante piuttosto che dello scrittore navigato (che non sente il bisogno di rimarcare la sua cultura inserendo citazioni e omaggi agli Autori).

#384 Comment By maudh On 29 giugno 2009 @ 20:48

Io amo le citazioni a Tolkien e Baudelaire, specie in acccoppiata a meravigliose descrizioni mai scontate, un uso oculato del deus ex machina, una grande sapienza in ambito militare e ai dialoghi stupendi e appassionanti.

#385 Comment By Clio On 30 giugno 2009 @ 00:12

A ThN1saHead
Personalmente ritengo Tolkien uno degli scrittori più eccezionali della Letteratura, ma se la Strazzulla ci teneva a citarlo, perché invece che limitarsi alle cose che hai evidenziato non ha ripreso la sua comptenza tecnica ed il realismo in ambito bellico?
Il problema non sono solo le descrizioni (noiose o meno dipnde dai gusti), quanto paradossi come fanciulle arciere che dal nulla inchiodano nemici a cento metri o elfi che dopo decine di migliaia di anni non hanno nemmeno finito di esplorare un territorio grande come la Sicilia!
Francamente non nutro per la Strazzulla il sincero disprezzo che ho per autrici come Meyer o Troisi: La Strazzulla era molto giovane, forse se avesse avuto più tempo e dei collaboratori decenti (non dei briganti) forse avrebbe ammassato abbastanza conoscienza tecnica da rendere decente una storia scontata. Temo però che vista la prestigiosa pubblicazione si abbandoni all’idea che per scrivere fantasy basta la fantasia ed aver letto Tolkien.

#386 Comment By kanako91 On 30 giugno 2009 @ 09:50

Temo però che vista la prestigiosa pubblicazione si abbandoni all’idea che per scrivere fantasy basta la fantasia ed aver letto Tolkien.

Non dimentichiamo la necessità di starnuti e risate <3

#387 Comment By Gamberetta On 30 giugno 2009 @ 10:17

@ThN1saHead. Sulle citazioni sto sempre molto attenta. Ma può essere pure mi sia sbagliata: quale delle citazioni che ho riportato hanno un significato diverso nel libro? Se ci sono citazioni che cambiano significato dovessi aggiungere frasi precedenti o seguenti, dimmele, ché le correggo.

#388 Comment By DelemnO On 30 giugno 2009 @ 12:55

Temo però che vista la prestigiosa pubblicazione si abbandoni all’idea che per scrivere fantasy basta la fantasia ed aver letto Tolkien

Ma magari, qui di fantasia non se ne vede nemmeno un po’, è quello il problema.

#389 Comment By ThN1saHead On 30 giugno 2009 @ 15:17

@gugand

Non e’ che da un libro fantasy uno si aspetti di leggere fantasy?

Sostituisci il primo “fantasy” con “storia ad ambientazione fantastica” ed il secondo con “romanzo fantasy moderno” e ti sarà chiaro l’equivoco.

@Tapiroulant

Non ci vuole niente a fare delle operazioni del genere; tanto più che spesso sono lette come il marchio del dilettante piuttosto che dello scrittore navigato (che non sente il bisogno di rimarcare la sua cultura inserendo citazioni e omaggi agli Autori).

Non si spiega, in quest’ottica, perché quasi tutti i grandi della letteratura si citassero a vicenda: Boccaccio cita Dante, Pietro Bembo cita Petrarca, Ugo Foscolo cita Goethe e Catullo, Thomas Mann cita Marlowe, Shakespeare cita Plutarco e Seneca, Ariosto cita Boiardo, Pascoli cita Leopardi, Rimbaud cita Baudelaire e l’elenco potrebbe continuare ad aeternum.

Con ciò non volendo paragonare la Strazzulla ai grandi dell’antichità, solo smentire il fatto che citare e tributare altri autori è cosa comune anche fra i grandi.

#390 Comment By Tapiroulant On 30 giugno 2009 @ 15:46

Non si spiega, in quest’ottica, perché quasi tutti i grandi della letteratura si citassero a vicenda: Boccaccio cita Dante, Pietro Bembo cita Petrarca, Ugo Foscolo cita Goethe e Catullo, Thomas Mann cita Marlowe, Shakespeare cita Plutarco e Seneca, Ariosto cita Boiardo, Pascoli cita Leopardi, Rimbaud cita Baudelaire e l’elenco potrebbe continuare ad aeternum.

Con ciò non volendo paragonare la Strazzulla ai grandi dell’antichità, solo smentire il fatto che citare e tributare altri autori è cosa comune anche fra i grandi.

Sì, hai ragione; ma con una differenza. Si può citare un autore nell’intenzione di riprendere (e sviluppare) alcune loro tematiche e riflessioni (è il caso di Shakespeare, di Boccaccio, di Ariosto…): e questo è un agganciarsi agli Autori finalizzato ad uno scopo. Oppure si può citare un autore per il gusto di citarlo, o di rendergli omaggio, o per far sapere a tutti che si è letti quell’autore (sfoggio di cultura): un agganciarsi agli Autori fine a sé stesso, o al limite all’autoesaltazione di sé. Ora, da come hai parlato sembra che il caso della Strazzulla sia il secondo: parli di ‘tributo a Tolkien’ inserendo le Entesse, o di ‘sottili riferimenti’ eruditi a Baudelaire. Di qui la mia risposta. Se invece non è il secondo ma il primo caso, ti prego di dimostrarmelo. Una precisazione: il fatto che un Grande Autore del Passato si comporti in un certo modo non rende di fatto quel certo comportamento una cosa encomiabile. Personalmente penso che Foscolo e Pascoli, per quanto studiatissimi, siano due esempi di pessima letteratura, e dei personaggi francamente dimenticabili. Per quanto riguarda precedenti illustri che si divertivano col gioco deteriore della citazione arguta e dell’erudizione fine a sé stessa, cito quell’imbecille di Callimaco (considerato uno dei must della letteratura greca antica; ma a mio avviso, un imbecille).

#391 Comment By ThN1saHead On 30 giugno 2009 @ 16:04

In realtà tu citi tre diversi motivi per inserire delle citazioni (sebbene poi casualmente te ne dimentichi una immediatamente sotto raggruppando insieme a tuo piacimento le ultime due).

Si può citare un autore nell’intenzione di riprendere (e sviluppare) alcune loro tematiche e riflessioni

si può citare un autore per il gusto di citarlo, o di rendergli omaggio,

o per far sapere a tutti che si è letti quell’autore

E io sostengo che le citazioni compiute nel libro rientrino nella seconda delle tre categorie. Aggiungiamo che Boccaccio nell’ “amorosa visione” cita Dante in più luoghi con riprese testuali al solo (e dichiarato) scopo di rendergli omaggio. Passino pure Shakespeare e Ariosto (anche se almeno su Shakespeare ci sarebbe molto da dire, ma non andiamo OT) ma che mi dici di tutti gli altri autori che ti ho citato?

#392 Comment By Tapiroulant On 30 giugno 2009 @ 16:50

Ti rispondo per punti:
1. Io non ho mai ‘casualmente’ dimenticato la seconda opzione. Ho continuato ad associarla alla terza come sintomo di ‘citazione inutile’. Che la Strazzulla citi Tolkien per dire “Guardate! Ho letto Tolkien!” (terza ipotesi) o per dire “Sappiate che stimo Tolkien!” (seconda ipotesi), non fa nessuna differenza: si tratta comunque di un gesto fine a sé stesso dell’autore, che non aggiunge meriti al romanzo.
2. Riguardo a Boccaccio, due cose. a. Boccaccio non è ricordato perché cita Dante. Non è ritenuto un merito il fatto in sé che abbia citato Dante. Che lo citi o meno di per sé non fa differenza: altri sono i suoi meriti, altrove sta il ‘bello’ che ha fatto sì che Boccaccio fosse ricordato. Quindi: la citazione a scopo di omaggio non innalza la qualità del romanzo. b. Si tratta inoltre di un contesto differente. Boccaccio non sta scrivendo un romanzo, men che meno un romanzo di tipo immedesimativo: il tipo di prosa di Boccaccio è una prosa in cui la presenza del Narratore, le sue osservazioni e i suoi giudizi sono importanti. Dunque la presenza di quell’elemento è più in tema e più giustificabile.
3. Per quanto riguarda gli altri autori, citami i passi che tu ritieni ratifichino la tua tesi e io li considererò. O mi stai dicendo di spiegare perché trovo che Foscolo e Pascoli siano pessimi?

#393 Comment By Phlebas On 30 giugno 2009 @ 18:46

cito quell’imbecille di Callimaco (considerato uno dei must della letteratura greca antica; ma a mio avviso, un imbecille).

aveva proprio ragione montale, su callimaco: ventinque lettori ogni secolo, ma che lettori!

#394 Comment By ThN1saHead On 30 giugno 2009 @ 21:32

si tratta comunque di un gesto fine a sé stesso dell’autore,

1. Finalmente ci siamo capiti! Allora lasciamo che la Strazzulla citi chi vuole senza continuare a gridare al plagio. Semplice, no?

2. OT
3. Decisamente OT

Ne parliamo via mail?

#395 Comment By ThN1saHead On 30 giugno 2009 @ 21:36

il tipo di prosa di Boccaccio è una prosa in cui la presenza del Narratore, le sue osservazioni e i suoi giudizi sono importanti.

In ogni caso l’”amorosa visione” non è in prosa.

#396 Comment By Tapiroulant On 30 giugno 2009 @ 22:50

1. Ti stai sbagliando: io non ho mai detto che la Strazzulla plagiasse. Non avrebbe senso. Io ho detto che citare o evocare Autori del passato non costituisce il minimo merito (come tu asserisci nella tua difesa del romanzo), e che anzi spesso – e sottolineo spesso: non è una regola assiomatica – denota immaturità nell’autore. Quindi la mia argomentazione resta corretta.
2 & 3. tapiroulant@hotmail.com. Quando vuoi.

E chiedo venia per aver detto che l’amorosa visione appartiene alla prosa (il che comunque non cambia di una virgola il succo del mio discorso, che ancora rimane corretto).

#397 Comment By asterrrix On 1 luglio 2009 @ 11:27

Riguardo citazioni ecc: Tarantino è famoso per quello.

#398 Comment By Momoshade On 1 luglio 2009 @ 13:56

@ThN1saHead: Mi insierisco nella discussione dopo aver letto i precedenti commenti e aver notato una cosa un po’ fastidiosa. Voglio chiederti: perché hai ignorato la domanda di Gamberetta? Io ho letto il libro e non ho trovato UNO e dico UN ESTRATTO che, “estrapolato” dal contesto, avesse un significato differente da quello che chi recensiva ha lasciato intendere. Indicamene tu uno, se lo trovi. Fra l’altro mi sento di aggiungere che sarà pure questione di gusti, ma non si possono negare errori terribili in questo testo, che lo minano alla radice. Non ce l’ho affatto con la Strazzulla, e penso che abbia fatto bene a cogliere l’occasione di pubblicare. In più è proprio vero che, al di là del plagio, se non si scrive una storia coerente (fantasy o romanzo di formazione che sia) è inutile, superfluo e stucchevole inserire citazioni di altri autori, di qualsiasi livello essi siano e per qualsiasi ragione lo si faccia. Perché anziché perdere tempo a cercare di rendere omaggio a Tolkien o Baudelaire (che di gloria ne hanno anche troppa) la Strazzulla non ha cercato di migliorare la propria opera, creando un testo che portasse “gloria” a lei?

#399 Comment By Fracis On 3 luglio 2009 @ 18:29

Eh eh. L’invidia è una brutta bestia. Il libro ancora non l’ho letto ma credo lo leggerò presto.

Che sia bello o brutto mi vien da ridere a leggere i commenti acidi e anche tutto quello che ha scritto l’autore di questo articolo.

Non parlo del merito o demerito dell’opera. Ma del fatto che se anche il libro fosse bruttissimo come mai siete così inaspriti? Vi hanno obbligato a leggerlo con la forza? Sotto tortura? L’autrice vi ha ucciso la nonna? Lo avete scritto voi, ma ve lo ha rubato e ci ha guadagnato lei?

Poi ognuno scrive ciò che vuole. Io tutto questo astio lo trovo ridicolo. E soprattutto trovo ridicolo inneggiare agli anglosassoni e intanto dire che questo libro ha successo solo perchè è stato pubblicizzato tanto. Ma secondo voi, se quello che va bene in America o Inghilterra arriva sempre da noi, ma non succede mai il contrario è perchè loro sono grandi artisti e gli altri no?
NO! Loro arrivano da noi perchè la loro cultura è quella che si è imposta a livello mondiale… e se non è pubblicità questa.

In ogni caso io mi sento di stare dalla parte dell’autrice… Ha scritto un libro, lo ha mandato ad una casa editrice e questa glielo ha pubblicato. Cosa faccia incazzare tanto non lo capisco. Quando vengono pubblicati libri come scusa ma ti chiamo amore (e anche questi per quanto non li ami hanno tutto il diritto di essere pubblicati), non vedo perchè il libro di questa ragazza non possa essere pubblicato.
Scelte di einaudi che giustamente una volta che investe su un’opera la pubblicizza e mi sembrerebbe ridicolo il contrario. Siete così incazzati perchè avete dovuto pagare voi le spese?

Per il resto auguro a tutti che vi pubblichino il vostro romanzo così forse smetterete di essere così acidi. Sarebbe bello leggere critiche costruttive ogni tanto.

#400 Comment By DelemnO On 3 luglio 2009 @ 18:49

Ma LOL, se non sono critiche costruttive quelle di Gamberetta non saprei quali. E comunque il fatto che le opere migliori nel campo del fantastico siano inglesi o americane è un fatto innegabile, e non credo che dipenda dall’immensa pubblicità perchè non mi pare di vedere cartelloni su cartelloni che pubblicizzino Westerfeld, o Di Filippo, o Mieville. Vice versa, la pubblicità influenza tantissimo erp quanto riguarda gli autori nostrani. Qui nessuno dice che la Strazzu non doveva pubblicare perchè si chiama Chiara e non Luisa o che so io, in teoria siamo tutti uguali di fronte all’editor. Ma se un libro non è originale, e contiene strafalcioni che ne minano la credibilità, non vedo perchè non dirlo.

#401 Comment By Cat On 3 luglio 2009 @ 19:49

@Fracis: Guarda che qui credo siano pochi ad avercela con l’autrice. La gente in questo blog se la prende perché l’Einaudi ha pubblicato un libro scritto male, e sicuramente poteva scegliere meglio. Ah, e non tutti qui sono scrittori, tesoro mio. Perché uno per fare una critica deve per forza essere avvelenato dall’invidia?

Fermo restando che sono d’accordo che prendersela con l’autrice per aver colto l’opportunità è assurdo, e che fare recensioni preventive sul suo romanzo, partendo dalla quarta di copertina, infantile. Non mi riferisco a questo blog.

#402 Comment By Diego On 3 luglio 2009 @ 20:47

@Fracis: guarda, hai tutto il diritto ad avere la tua opinione, io però mi sto rompendo di sentir strillare “Ma se il libro ti faceva così schifo, chi te l’ha fatto fare di leggerlo?” e poi (a volte addirittura dalle stesse persone sigh): “Se non l’hai neanche letto come fai a commentarlo?”. Sorvolando poi sul fatto che tu tacci il recensore di invidia e malafede pur affermando in primis di non aver ancora letto il libro in questione… sinceramente l’atteggiamento prevenuto mi pare il tuo, ma sarà…

#403 Comment By Spike On 4 luglio 2009 @ 12:07

Una segnalazione veloce dell’intervista della strazzulla a repubblica.it in cui parla del nuovo romanzo ma anche delle critiche che le sono arrivate riguardo al suo primo romanzo. L’intervista è divisa in due parti:

un libro tormentato

le critiche, pervenute

#404 Comment By Rotolina On 4 luglio 2009 @ 12:30

Quando vado a vedere le interviste segnalate, prima del filamto parte una pubblicità sui fermenti lattici, per regolarizzare l’intestino…
Ci sarà un significato nascosto? :P

#405 Comment By Davide On 4 luglio 2009 @ 14:38

“Optammo subito per la Strazzulla riconoscendo un vero talento narrativo e anche per la sua cifra originale nel delineare le categorie di Bene e Male: negli Eroi del crepuscolo i vincenti erano una “sporca dozzina”. Non gli Eterni, immortali e prediletti dagli dei, ma gli ibridi e i mezzosangue. Non la stirpe degli alti e biondi, ma i neri”

Ma ci prendono per i fondelli?O_O Cioé, i vincenti sono proprio eterni, alti e biondi, o sbaglio? Il fatto che Lyannen sia alto mezzo metro in meno e abbia i capelli neri non giustifica il chiamarlo un diverso o uno sfortunato… E’ come se io fossi il gemello di Brad Pitt e mi sentissi orribile perché invece di avere gli occhi azzurri li avessi neri. E’ una cosa che non ha assolutamente senso.

E poi dove sta la “cifra originale nel definire le categorie di Bene e Male”? Con il Signore delle Tenebre che è un cattivo da operetta e dove i buoni sono ancora più belli (perchè i buoni sono sempre belli, ovvio) quando sono sporchi di liquami vari e trucidano altri esseri viventi?

Dalle mie parti si dice: “Se non hai nulla di intelligente da dire, è meglio se taci”.

#406 Comment By Gamberetta On 4 luglio 2009 @ 15:33

Le case editrici (e in generale le aziende di qualunque tipo) ritengono giustificato raccontare balle se questo può avere un effetto positivo sulle vendite. Perciò le affermazioni del tizio Einaudi non mi sorprendono.

Per quanto riguarda il discorso generale bisogna prendere atto della realtà: la Troisi poteva essere un caso “fortunato”, unico, ma è ovvio che non sia così. C’è una larga fetta di pubblico che è contento (e lo dimostra pagando) di passare da Meyer a Strazzulla, da Ghirardi a Paolini, per tacere del tizio dei pirati o di quell’altra del Libro del Destino. Se una persona è genuinamente felice di spendere fior di euro per leggere gli “autori” appena citati, be’, buon per lei.
Certo, potrebbe impiegare il proprio tempo in attività più utili o meno dannose, quali fissare il soffitto o drogarsi, ma ognuno sceglie come preferisce.

#407 Comment By Anacarnil On 4 luglio 2009 @ 16:00

Ho visto i due filmati dell’intervista a Chiara Strazzulla. Intervista poi per modo di dire, nel senso che, come in genere accade, più che domande, gli si dà il la per un monologo.

Ma ho notato alcune cose che mi consento di rispondere a THN1saHead (spero di aver riportato giusto il nick). Lui testualmente afferma:

Ti ricordo, inoltre, che Einaudi non pubblica fantasy, questo dovrebbe essere indicativo di come il libro non nasca con l’intento di essere un fantasy, bensì un romanzo di formazione.

Però la Repubblica parla di lei come autrice di libri fantasy, l’intervistatrice definisce “La strada che porta nell’ombra” un fantasy, senza che la Strazzu la corregga… e pure sulla quarta di copertina Einaudi stessa fa stampare che è FANTASY!

#408 Comment By ThN1saHead On 4 luglio 2009 @ 23:32

@Gamberetta

Scusa se ci ho messo un po’ a rispondere, ma ho voluto cercare i riferimenti precisi all’interno del libro in modo da non incorrere in

errori dozzinali doovuti al non aver ricontrollato i riferimenti sul testo (a nessuno piace fare gli errata corrige degli errata corrige).

Dalla recensione:

[...] chi scrive scrive per sé, scrive perché gli piace scrivere, perché scrivere non è una cosa che s’impara, è una cosa che

ti viene, è come uno starnuto, è come una risata, ti esce, è lì, devi pigliare una penna e scrivere.

L’Ellison sedicenne già da diversi anni seguiva una rivista di scrittura per imparare, la Strazzulla è nata “imparata” e scrive a furia di

starnuti e risate. La differenza si vede, o meglio si legge.

Riguardo questo estratto, la strazzulla ha pubblicato sul suo blog una rettifica in cui spiega dettagliatamente come andassero interpretate

le sue parole. Che ne dici di contestare quello che lei pensa invece di insistere su un’interpretazione sbagliata di una singola battuta

(che, tra l’altro, inserita nel discorso originale, mi era sembrata abbastanza inequivocabile: come si sia fatto a misinterpretarla non

riesco a spiegarmelo… mah).

Ma andiamo avanti.

Dalla recenzione, citando il romanzo:

Quello che voleva era la completa distruzione di tutto ciò che di buono poteva esistere, il trionfo del male, l’annullamento

definitivo di felicità, amore, pietà, speranza.

Peccato che tu abbia tagliato subito prima la frase “A dispetto di quel che lasciava intuire, non gli interessava il potere, né la

vendetta” (siamo a pagina 295, per tutti coloro che vogliano verificare). È questo il momento in cui Tyke realizza che il loro nemico non è

solo uno stregone che vuole diventare re, come invece il nemico stesso aveva lasciato trapelare dalla sua lettera (Pagina 52) dove le

richieste da lui avanzate sono molto precise: “Quello che vi chiedo è l’immediata esecuzione del cosiddetto Sire Myrachon e del carissimo

capitano Vandriyan, e l’altrettanto immediata cessione della corona del Reame all’unica persona alla quale spetti per diritto di sangue,

che, è superfluo aggiungere, sono io”.

Fino a questo punto io mi ero immaginato il signore delle tenebre come un individuo con la brama per il potere desideroso di conquistare il

dominio sui Regni Limitrofi, e invece qui vengo a conoscenza del vero oggetto dei suoi desideri: non mi sembra, dunque, essere una

descrizione fine a se stessa di un cattivo da operetta, come invece tu sostieni.

Dalla recensione:

Barcollò di nuovo, e l’uomo accanto a lui dovette sorreggerlo. Lyannen sbatté le palpebre. Forse stava sognando. Tutto girava,

intorno a lui. Chiuse gli occhi e si abbandonò tra le braccia dell’uomo. [...] Lyannen sbatté le palpebre due, tre volte. Era adagiato tra

morbide lenzuola di lino, i capelli sparsi sul guanciale. Nell’aria c’era un forte odore di medicinali. La stanza era in penombra,

illuminata da torce, ma guardandosi attorno vide altri letti accanto al suo. Doveva trovarsi in un’infermeria. [...] Un pensiero gli

attraversò la mente, rapidissimo. – La battaglia là fuori? È finita? Abbiamo vinto?
– Magari, – esclamò il Capitano. – Siamo rientrati prima che facesse buio e abbiamo barricato il portone a Sud come potevamo, ma quelli

continuano con le frecce, e hanno ricominciato anche con le scale.

In effetti la Strazzulla non fa vincere ai Buoni la battaglia fuori scena, ma solo perché prepara una sorpresona al lettore: uno dei più

beceri deus ex machina mai concepiti!

Prima dei secondi puntini di omissione siamo a pagina 628, dopo approdiamo miracolosamente a pagina 635. In mezzo si inserisce un’intera

scena, per la precisione quella in cui Theresian guarisce Venissian, nella quale l’autrice ci spiega cosa siano le armi Taleth e

approfondisce il personaggio di Theresian (che fino a quel momento non era ben chiaro se stesse con i buoni o con i cattivi).

Tu contesti che la scena serva ad evitare la descrizione di una battaglia, descrizione che, però, continua (pressapoco dal punto in cui era

stata interrotta) a pagina 638. A me sembra che questa scena finisca col fornire informazioni sulla battaglia (in particolare sulle armi)

più che a evitare di darne, non trovi?

Dalla recensione:

I Buoni sono alti, belli, capelli dorati al vento, fieri, muscolosi; i Cattivi brutti, deformi, putridi. Al massimo un brutto

può essere raggirato e servire i Buoni come schiavo o poco più (i poveri Droqq).

Strano, leggendo il libro scopro che con i cattivi combatte l’intero esercito dei mortali, che in nessun punto vengono descritti come

brutti (anzi, sono della stessa razza del buono Tyke, allora o sono brutti entrambi o sono entrambi belli). Inoltre (e ho fatto veramente

fatica a ritrovarla nel libro) c’è la descrizione del folletto Rabba Nix (buono) che non è certo una bellezza (siamo a pagina 235, la

descrizione è lunga, ma ne riporto qualche stralcio)

Rabba Nix gli sembrava una piccola creatura molto strana. Aveva la pelle di un verde vivace, un viso aguzzo e giovanile e

grandi orecchie a punta [...] i capelli erano di un vivace arancione, lisci ma scompigliati, lunghi fino alla spalla. [...] Non era più

alto di un metro e mezzo.

Proseguiamo:

Dalla recensione:

Nel romanzo della Strazzulla, il Solitario, uno dei personaggi, si trova fin dall’inizio in possesso di un oggetto magico, un

talismano, di potere assoluto, “E ho pensato che avresti creduto che quel talismano potesse fare qualsiasi cosa. In effetti poteva farlo

[...]“, il talismano può addirittura uccidere un (semi)dio; con un singolo atto di volontà il Solitario potrebbe concludere la guerra,

ma:

Non sono riuscito a trovare il punto in cui si dice che il talismano potrebbe fermare la guerra. Me lo indichi?

In compenso, il Solitario (pagina 754) dice a Slyman che il talismano lo ha difeso, ma aggiunge subito dopo che già il solo sforzo

necessario per difenderlo è stato tale da romperlo. Non direi che il talismano sembri essere in grado di sconfiggere la tenebra da solo,

così, con uno schiocco di dita. A pagina 764, inoltre, Lyannen e Slyman giungono alla conclusione che tutt’al più a distruggere la tenebra

è stata la azione congiunta di entrambi (e non certo il solo talismano di Slyman).

Dalla recensione:

Fino alla pagina precedente Scrubb lavorava per i Cattivi. Come nel caso del Solitario, Scrubb avrebbe potuto usare la sua di

magia a pagina 1, e ammazzare così tutti i Buoni.

Purtroppo non posso quotarti tutto il libro, ma i rimorsi di coscienza di Scrubb lo percorrono tutto. Ti quoto, a titolo di esempio, pagina

283, dove Scrubb brinda con il Signore delle Tenebre dopo avergli dato un consiglio per risolvere i suoi problemi (dunque dopo essersi

schierato temporaneamente con i cattivi):

Ma mentre alzava il bicchiere nel brindisi e se lo portava alle labbra, Scrubb provò ancora la sensazione di essere la persona

sbagliata nel posto sbagliato, e di stare facendo le cose sbagliate.

Dalla recensione:

A pagina 200, dopo lo scontro con i folletti cui si è già accennato, la Compagnia decide di seppellire i cadaveri dei nemici.

Nessuno pare scosso dal macabro lavoro, non dopo quello che hanno visto in guerra, dopo i mesi passati al fronte.

Peccato che nessuno di loro è mai stato al fronte! I quattro sono appena usciti dal collegio militare e non hanno nessuna esperienza di

combattimento.

Falso. A pagina 37, Lyannen, parlando con suo padre proprio dei suoi amici, si lamenta che loro sono stati al fronte e lui no. in

particolare citiamo:

… a sentirli raccontare di tutte le cose grandiose che hanno visto e che hanno fatto al fronte, delle battaglie e tutto il

resto.

Gamberetta wrote:

In compenso vorrei spendere due parole per quei “bei denti bianchi e regolari.” Particolare insignificante? Non proprio. Questi

sono elfi immortali. Sono in vita da migliaia e migliaia di anni. E il tipo con i denti bianchi e regolari è anche militare di professione.

Assumiamo pure che sia sempre stato fortunato in battaglia e che gli elfi siano immuni dalle carie, ma si pensi solo al masticare. Due

pasti al giorno per migliaia e migliaia di anni. Come diamine fai ad avere denti bianchi e regolari? Saranno scheggiati e consumati. O

forse agli elfi i denti ricrescono di continuo? Si rigenerano ossa e tessuti? Chi lo sa? Scommetto neanche l’autrice.

Mi auguro che l’autrice non se lo sia nemmeno chiesto. Evidentemente, come dici tu i denti degli elfi ricrescono di continuo. O forse sono

di diamante, o forse sono protesi magiche, o forse ne hanno tre file come gli squali, o forse i loro dentisti sono dei virtuosi

dell’amalgama. Sinceramente me ne frega di più della zanzara che è appena entrata dalla finestra.

Ti lamenti che il libro è troppo lungo, per cui suggerire di allungarlo aggiungendo dettagli inutili mi sembra la tecnica migliore per

accorciarlo. Per concludere, ti faccio notare che Galadriel è decisamente più vecchia, eppure Tolkien non si scomoda a spiegarci perché non

sia ridotta a mangiare brodini al semolino.

Gamberetta wrote:

Non è l’unica scena yaoi, in un’altra occasione è Lyannen nel bagno di schiuma e Vandriyan gli passa un pettine per

consentirgli di lisciare i lunghi capelli corvini.

Hai presente il fatto che Vandriyan sia il padre di Lyannen? Non ti è mai capitato che tua madre sia dovuta venire a prendere qualcosa in

bagno mentre facevi la doccia (magari anche no, in effetti per parlare di certe cose è meglio che sia presente un assistente sociale).

Io non vedo alcuna ambiguità nella scena, ma, Freud docet, il subconscio sa suggerire l’interpretazione che meglio si coonfà a ciascuno di

noi.

Detto tutto ciò, mi chiedo: manterrai la promessa e correggerai le imprecisioni?

#409 Comment By Gamberetta On 5 luglio 2009 @ 00:18

@ThN1saHead.
– La Strazzulla sulla scrittura a starnuti: c’è lì l’intero filmato preso da YouTube senza tagli, ognuno giudichi come preferisce.

– Non vedo come aggiungere “A dispetto di quel che lasciava intuire, non gli interessava il potere, né la vendetta” cambi qualcosa rispetto alla ridicola frase successiva, ma visto che ti fa contento, ho modificato.

– La scena mancante tra pagina 628 e pagina 635: come dici tu c’è gente che PARLA. Ben diverso dal descrivere scene d’azione durante una battaglia. Il punto era mostrare che la Strazzu evita le parti difficili e tu confermi.

– I belli e i brutti. Sì può discutere, ma la mia non è una citazione, dunque è fuori dal tuo argomento che io citi a sproposito.

– Il talismano. Come da citazione: “E ho pensato che avresti creduto che quel talismano potesse fare qualsiasi cosa. In effetti poteva farlo” Se può fare qualsiasi cosa… be’, può fare qualsiasi cosa!

– La conversione di Scrubb. Non mi sembra che sia credibile. Non è perché sei a disagio a cena che decidi di massacrare tutti i cattivi invece di tutti i buoni. In ogni caso non hai riportato citazioni mie travisate. Era su questo che si stava discutendo.

– I compagni di viaggio di Lyannen hanno esperienza militare? No, come dichiara anche Vandriyan (pagina 55):

Al centro della stanza, il Capitano Vandriyan stava ancora in piedi. Una mezza risata amara gli salì alle labbra. – E voi credere, – disse, e suonava quasi divertito – voi credete davvero che vi lasceranno andare? Quattro collegiali che non sanno nemmeno cos’è la guerra, ad affrontare una missione così pericolosa contro un nemico sconosciuto?

Nella tua citazione Lyannen parla di generici amici, non delle persone che in particolare lo accompagneranno e poi seppelliranno i folletti.

– I denti. Ancora: puoi non essere d’accordo con le mie argomentazioni, ma non vedo citazioni a sproposito.

– La scena nella vasca da bagno: yaoi + incesto, andiamo bene!

#410 Comment By Merphit Kydillis On 5 luglio 2009 @ 10:13

A quanto ho capito, il Dark Lord di turno ha rapito la principessa Eileen all’interno del suo castello, nella sua camera, lasciando nel suo letto la lettera (anche se non viene detto come ci sia riuscito).
A questo punto, non era meglio invece:

1) Teletrasportarsi, insieme a un nutrito numero di Truppe Nere, all’interno di Rocca Elfa:
2) Farsi strada tra sangue e budella Eterna dei soldati di Sire Myrachon, arrivando a quest’ultimo e sgozzarlo sul posto:
3) Imprigionare o ammazzare Eileen (ed eventuali eredi), giustiziare il padre di Lyannen poiché generale delle armate Eterne e proclamarsi re indiscusso e legittimo dei Regni Limitrofi. Gli Eterni che non sono d’accordo diventano cibo per orchi.

Un vero e proprio colpo di Stato (con un esito ben diverso del putsch di Monaco) che, sicuramente, avrebbe stravolto gran parte della trama, magari vedendo la resistenza elfa contro l’OIscuro Usurpatore, e magari sarebbe uscita una storia ben diversa, e magari carina…

Ma anche no: la Strazzulla ha perso un’occasione d’oro, facendo passare Gylion come uno scemo. Peccato. Almeno l’autrice avrebbe fatto avvenire il rapimento di Eileen in un altro modo, ad esempio catturarla mentre questi era fuori Dardamen per un pic-nic con Lyannen: quest’ultimo, in seguito, viene ostracizzato dai sudditi de re Eterno (e da Sire Myrachon in persona) poiché non ha saputo proteggere la principessa, e allora sì che il razzismo elfico sarebbe stata una buona componente! Ma poi riesce a farsi perdonare addossandosi qualunque responsabilità e, armato di Amici™, Speranza™ e Deus x Machina™, parte per salvare la sua amata… Ma anche no: le modalità del rapimento di Eileen rimarranno un segreto noto solo a un Gylion bruciacchiato.

Pertanto, Gylion stesso ha rovinato gran parte del romanzo. Come giustamente ha notato Gamberetta, il malvagio non ha avuto modo di consulatre l’apposita guida per il Perfect Villain (di cui, modestamente, ho contribuito nella realizzazione con qualche regoletta concepita dal sottoscritto <.<)
Vabbé, sarà alla prossima volta…

#411 Comment By zeros On 9 luglio 2009 @ 16:10

Ieri ho visto in vendita non solo la nuova fatica della Strazzulla (in vendita non celofanata) ma anche Gli eroi del Crepuscolo, miracolosamente senza plastica a celarne i segreti.
Tra l’altro c’erano anche Bryan di Ormone inquieto 1 (una ventina di copie ammassate in basso) e 2 (una decina di copie nell’espositore novità), nella sezione fantasy. Ma per trovare Luk’janenko e i suoi Guardiani della Notte e Guardiani del Giorno sono dovuta andare nella sezione ragazzi: adoro la grande distribuzione! O.o

#412 Comment By DelemnO On 9 luglio 2009 @ 19:39

Alla Feltrinelli alcuni libri di Verne sono nei classici e altri nella sezione ragazzi con l’etichetta da 11 a 13 anni. Misteri della distribuzione.
Comunque l’ho visto anche io l’ultimo della strazzu, non incellofanato ma cartonato, mi pare che gli Eroi non lo fosse, nemmeno alla prima edizione.

#413 Comment By Flavour On 13 luglio 2009 @ 14:30

Ho da poco comprato il nuovo libro della Strazzulla, purtroppo ancora ignaro delle pesanti critiche qui lette e speranzoso di riuscire a leggere qualcosa di nuovo, incuriosito dalla quarta di copertina e deciso a scovare un romanzo fantasy decente dopo le tante cocenti delusioni (Troisi, Paolini, Meyer ecc).
Devo ammettere tuttavia che per quanto ho letto finora – qualche centinaio di pagine – restano confermati i timori della vigilia e il dubbio di aver speso male quei sudati 22 euro!
Non darò un giudizio complessivo del volume finché non l’avrò letto tutto, ma prometto di segnarmi fin d’ora tutte le incongruenze, banalità e scempiaggini che riscontrerò.

Ecco intanto alcuni elementi:

- la Cosmogonia iniziale “richiama” molto quella del Silmarillion, quindi non appare molto originale (sebbene si possa dire che tutte le cosmogonie si assomiglino un po’), ma a differenza di quella tolkieniana che si è stratificata in lunghi anni ed ha tutta una serie di complicate conseguenze, qui è tutto molto più banale, a tratti ingenuo e funzionale soltanto a motivare le immediate circostanze.

- da subito nel romanzo compaiono creature di ogni tipo: otto genti (Goblin, Fate, Gnomi, Nani, Umani, Elfi, Demoni, Folletti) che mettono insieme tutte le razze più improbabili di Tolkien, Brooks, Warcraft e D&D; i Gremlins come nuovi mostri ed avversari, che da simpatiche creaturine maligne e guastatrici (tale è il loro ruolo nella “mitologia” americana) assurgono così al rango di neri orrori indescrivibili ed inafferrabili… buh, che paura!

- la linearità e banalità della trama (nonostante la Strazzulla nell’intervista affermi che la trama sia mooolto più complessa che nel primo libro!), che dalle origini del mondo passa a descrivere le Ere, la Conta dei Giorni e il funzionamento del Consiglio delle Razze, senza lasciar niente all’immaginazione e alla suspance del lettore!
In seconda di copertina c’è pure l’elenco dei personaggi buoni e cattivi!
Mi spiego meglio: nel SdA (il libro, intendo!) non si cominciava spiegando per filo e per segno tutto il funzionamento del cosmo, le ere del mondo, la storia degli anelli ecc, ma la narrazione si espandeva con l’aumentare della consapevolezza dei protagonisti hobbit. Qui invece si capisce da subito come andrà a finire…

- i cliché triti e ritriti: il Magus che rievoca da subito Gandalf, il Consiglio delle Genti come nel SdA, l’ordine dei Druidi come custodi dell’equilibrio (dal mondo di Shannara?), il diverso o l’improbabile come eroe (cfr. Frodo, l’elfo scuro Drizzt, il giovane Artù ecc).

- l’impressione di trovarsi dentro un calderone in cui sono mescolate troppe idee poco originali, con un inutile spreco di personaggi…

- la spiacevole sensazione di essere stati ingannati: dove sono i “serrati colpi di scena” e le “battaglie memorabili”? Pare più un romanzo per chi si avvicina per la prima volta al fantasy, dopo esser cresciuto con i Pokemon o le Winx, insomma per la fascia 12-15 anni.

#414 Comment By Pelopida On 13 luglio 2009 @ 21:20

@Flavour: wow! Ma è davvero così brutto????? Io avevo già una mezza di idea di comprarlo, giusto per vedere com’era. Del resto in quasi 800 pagine dovranno pur esserci 2-3 capitoli decenti,no?

#415 Comment By Annaf On 13 luglio 2009 @ 22:34

Io ho letto solo il prologo del nuovo libro: mi è bastato e avanzato.

#416 Comment By Angra On 14 luglio 2009 @ 01:20

Non buttate i soldi per qualcosa che già non vi convince, è immorale. Aspettate che esca la versione piratata, poi se invece vi piace siete sempre in tempo ad andarlo a comprare in libreria. Dico che è immorale perché poi quando l’editore si vanta di 15.000 copie vendute dentro ci sono anche quelle comprate da chi aveva la curiosità di vedere quanto il libro facesse schifo.

#417 Comment By Flavour On 14 luglio 2009 @ 18:28

@ Pelopida
No, non è poi così brutto, ma non è certo un buon romanzo, lo classificherei più come inutile, nel senso che non dà idee nuove o spunti originali, non ti spinge a leggerlo tutto d’un fiato ma non mi sembra neppure scritto male (per quanto me ne possa intendere…); forse nel giudizio mi sono lasciato trasportare dallo spirito gamberettiano ed ho un po’ ecceduto con la polemica, però le cose che ho scritto sono facilmente riscontrabili e per ora non ho trovato abbastanza elementi positivi che possano controbilanciare quelli negativi, quindi non consiglierei ad un amico di comprarlo né di leggerlo, però non credo faccia danni sulle giovani menti quanto Bryan di OrmoneInquieto.
Comunque, portate pazienza, sono 834 pagine! Cercherò di finirlo prima di darne un giudizio preciso e chiaro, e spero di potermi ricredere. Sono un inguaribile ottimista!

#418 Comment By Merphit Kydillis On 21 luglio 2009 @ 22:33

Ho ragionato riguardo la psicologia elfica strazzulliana.

A detta dell’autrice, un Eterno diventa “maggiorenne” all’età di 300 anni. Che, convertibile in termini umani, vuol dire un sedicenne umano.
Ora, gli elfi dovrebbero avere una mentalità molto sviluppata poiché sono una razza, come si defiscono loro, eterna. Ma un sedicenne Eterno ragiona come un sedicenne umano di Boscoquieto.
Vi chiederete il motivo di questo logoramento mentale. Il motivo è semplice.
Fate 300 diviso 16 e otterrete 18,75. Cosa vuol dire?

Che un elfo aumenta di 1 anno mentale per ogni 18 anni e 9 mesi xP

#419 Comment By Tapiroulant On 21 luglio 2009 @ 22:51

Sublime calcolo!

#420 Comment By Flavour On 1 agosto 2009 @ 15:47

Ho finito qulache giorno fa di leggere il secondo capolavoro della Strazzulla e ne ho fatto una specie di recensione (secondo i miei insindacabili gusti e metri di giudizio). Ho analizzato nel dettaglio alcuni aspetti e ne è venuto fuori un “libello” di 7 pagine, perciò non lo posso postare direttamente qui.

Comunque, per chi fosse interessato a un giudizio sintetico eccolo qui:

Ho trovato il romanzo passabile, cioè meglio di molti altri, ma peggio di alcuni altri. Il romanzo scorre, non è melenso o stucchevole come la storia di Nihal o di Bella, però non ha neppure quell’atmosfera epica che vorrebbe darsi, né è particolarmente innovativo/curioso/brillante. Sarebbe un fantasy decente, ma scade troppo spesso nel banale, nell’ingenuo, nel prevedibile e in alcune scelte veramente pessime (tra tutte, l’accozzaglia delle razze e la scelta dei Gremlin come nemici!)
Quindi, per me sulla scala decimale, merita un 5, al massimo un 5½ .

Purtroppo la qualità media del fantasy italiano è scadente quindi questo romanzo potrebbe davvero essere uno dei migliori fantasy in circolazione, ma comunque uno dei tanti inutili fantasy che occupano gli scaffali. Nella mia scala di valutazione, però è ben lontano dagli orrori assoluti (Rocca e i suoi fratelli).

Confermo, purtroppo, tutto quello che ho già accennato in un post precedente.

#421 Comment By Rik On 4 agosto 2009 @ 13:53

Prima di essere indirizzato a questo blog ed alla presente recensione, grazie alla quale ho maturato il proposito di lasciare il libro sullo scaffale casomai lo trovassi in una libreria, ero rimasto colpito da una dichiarazione della novella autrice.

Uno dei grandi limiti del fantasy secondo me è di avere una concezione molto manichea: il bene è Bene con la B maiuscola, il male è Male, non ci sono sfumature né mezze tinte.

Ah!
Se lo dice lei che di fantasy lo scrive deve essere vero. Io ne ho letto pochi, pochissimi libri.
La mia inesperienza è tale che avrei bisogno di un illuminato esempio su una delle cose che conosco, “Il Signore degli Anelli” tolkeniano… è un fantasy giusto?
Ecco, questa è una lista di personaggi: chi mi aiuta a metterli tra i Buoni e i Cattivi?

Aragorn
Gandalf
Galadriel
Saruman
Gimli
Balin
Bilbo Baggins
Samvise Gangee
Frodo Baggins
Smeagol aka Gollum
Faramir
Boromir
Denethor
Elrond

#422 Comment By uriele On 4 agosto 2009 @ 15:00

Aragorn Buono
Gandalf Buono
Galadriel Bona
Saruman Cattivo
Gimli Buono
Balin… ma non era morto nel SdA??? Io me lo ricordo bene nell’Hobbit
Bilbo Baggins Buono, ma corrotto dall’anello, comunque rimane buono
Samvise Gangee Buono
Frodo Baggins Sacco da viaggio di Sam, ma Buono
Smeagol aka Gollum Cattivo e psicopatico
Faramir Buono, piú difficile da catalogare il fratello che definirei solo buono con la b minuscala
Boromir
Denethor
Elrond

#423 Comment By Emile On 4 agosto 2009 @ 16:24

Bell’esempio comunque.
Se c’è un libro fantasy in cui sono presenti pochissime zone di grigio ed è facilissimo distinguere tra Bene e Male è proprio il SdA, dove L’UNICO personaggio dotato di una certa complessità è Gollum.

#424 Comment By l’astuto procione On 5 agosto 2009 @ 09:09

@Rik
bellissima provocazione :-)
dico provocazione perchè dovendo classificarli sono pochi i personaggi che in Tolkien definirei semplicemente “buoni”. E’ vero che nel SdA c’è il Bene contro il Male, alla fine il bene trionfa ed evviva evviva… ma se poi si guarda a chi rappresenta la parte buona ci sarebbe da discutere sul concetto stesso di bene perchè il bene degli elfi non è necessariamente lo stesso degli uomini o dei nani (l’unico punto in comune che hanno per me è sconfiggere Sauron).

nello specifico io li definirei così (ma è una forzatura):

Aragorn buono
Gandalf buono
Galadriel “altra” (gli elfi sono una razza “altra” non trovo altro modo per definirla in breve)
Saruman corrotto
Gimli buono
Bilbo Baggins buono ma di fatto personaggio che sta sullo sfondo nel sda
Samvise Gangee lui è la bontà in persona, anche troppo
Frodo Baggins buono ma inevitabilmente corrotto dall’anello.
Smeagol aka Gollum entrambe le cose
Faramir lo definirei più saggio che buono
Boromir buono ma corrotto
Denethor non lo definirei cattivo quanto vittima delle propria arroganza e, alla fine, corrotto
Elrond “altro”

in sostanza, a differenza di Emile, io credo che se si lasciano perdere gli schieramenti (bene e male) e si guarda invece ai singoli, in Tolkien molti personaggi non sono semplici o lo sono ad una lettura superficiale.

scusate se ho proseguito l’OT (in fondo qua si dovrebbe parlare della Strazzullaaaargh) ma la mia passione per la lettura è nata con Tolkien taaaaaaaanti anni fa e non ho resistito ad intervenire :-)))

ciao,
Stefano

P.S. giusto per essere IT in qualcosa :-), io l’ultimo libro della giovane scrittrice non l’ho letto ma ho leggiucchiato il primo spinto dalla curiosità (i commenti negativi a volte incuriosiscono ^^) e l’ho trovato un ottimo motivo per evitare il secondo, il terzo… magari il quarto no, magari migliorerà con gli anni… ma a spese degli altri :-)

#425 Comment By Emile On 5 agosto 2009 @ 11:25

Ma per piacere, su.
Non c’è nessuna “lettura superficiale” che tenga, i personaggi del SdA visti oggi risultano banalissimi, quasi tutti piatti e stra facilmente inquadrabili, altro che “il bene dei nani e quello degli umani”, che a leggere una frase simile senza conoscere l’opera uno si aspetterebbe un libro totalmente diverso da come è in realtà.
Ripeto: L’UNICO personaggio la cui psicologia è veramente esplorata è Gollum, gli altri sono poco più che semplici abbozzi.
E’ semplice fanboysmo il voler vedere dietro un’opera che si apprezza (ed è comunemente ritenuta un capolavoro, in questo caso) cose che l’autore manco si sognava, un pò come chi guardava Evangelion e si metteva a sostenere serissimo che Shinji rappresentava Gesù Cristo, la tizia silenziosa la Madonna e gli Eva nonricordocosa (la Trinità forse, boh).

#426 Comment By l’astuto procione On 5 agosto 2009 @ 12:47

@emile

Ma per piacere, su.
Non c’è nessuna “lettura superficiale” che tenga, i personaggi del SdA visti oggi risultano banalissimi, quasi tutti piatti e stra facilmente inquadrabili

confermo che non siamo affatto d’accordo :-)

E’ semplice fanboysmo il voler vedere dietro un’opera che si apprezza (ed è comunemente ritenuta un capolavoro, in questo caso) cose che l’autore manco si sognava,

ecco, su questo invece… non siamo d’accordo :-D
a prescindere dal discorso specifico, non è fanboysmo filtrare quello che si legge in base alla propria sensibilità (su Evangelion, ad esempio, le interpretazioni da te citate non me le sarei sognate manco morto :-D)
peraltro il concetto di fanboy non mi appartiene proprio, nè per età nè per inclinazione.

Comunque sia, ad ognuno le sue idee, va benissimo così, se la pensassimo tutti alla stessa maniera il mondo sarebbe un posto tremendamente noioso :-)

ciao
Stefano

#427 Comment By Lo Zeno On 5 agosto 2009 @ 15:06

Per ammissione di Tolkien stesso, l’opera del SdA, personaggi inclusi, è stata scritta in modo che assomigliasse molto all’epica greca, sia come stile che come temi (era un filologo appassionato).
E c’è riuscito: sia nella scrittura epica ed evocativa delle grandi battaglie e dei duelli topici, che usano lo stesso ritmo e lo stesso “colore” dell’Iliade, sia nella pedanteria dei passaggi sulla Contea, che riprendono lo stile fortemente descrittivo e lento di alcuni brani dell’Odissea (e anche dell’Eneide direi, ma non sono sicuro che Tolkien abbia considerato l’opera latina dato che era fissato sui greci soprattutto).

E come i personaggi dell’epica greca, i personaggi di Tolkien sono MONOTEMATICI. Monotoni. Piatti.
Achille era l’eroe invincibile, Ulisse l’eroe furbo, Agamennone il re giusto ma avido…
In tutto il SdA ogni personaggio ha, come massimo, un lato positivo e un lato negativo. Perfino Boromir non è che una maschera da teatro greco: l’eroe ambizioso, che pensa di far del bene, rischia la caduta e si redime alla fine. Mi pare poco per chiamarli “personaggi complessi”.

Tanto lo so che i prossimi che risponderanno riporteranno la frasettina, il periodo incompleto, la parola estrapolata dal contesto che stravolge le mie parole, perché è da quando Tolkien è morto che nascono e muoiono interpretazioni più nuove e più ricche della sua opera.
Inclusa una “allegoria del Cristianesimo” dove Frodo è Cristo che sale il Golgota (il Monte Fato) con la sua croce (l’Unico Anello) per redimere l’umanità.
Che se si parlasse di Lewis e le sue Cronache di Narnia, ok, sono dichiaratamente una allegoria del cristianesimo. Ma così è forzato quanto dire che gli elfi “non sono solo altezzosi”.

#428 Comment By l’astuto procione On 5 agosto 2009 @ 19:46

@lo zeno

è da quando Tolkien è morto che nascono e muoiono interpretazioni più nuove e più ricche della sua opera.

questo secondo me è esattamente il punto focale: uno puo’ scrivere quello che vuole, dargli un determinato significato seguendo determinati canoni ma, una volta che pubblica la sua opera questa diventa di patrimonio comune e sarà oggetto di continue interpretazioni. Volendo si potrebbe dire a posteriori che il libro sia andato oltre le intenzioni dell’autore :-)
Il fatto che a distanza di 50 anni siamo ancora qui a parlarne (e questo è un semplice dato di fatto) e sarà probabilmente così anche tra 50, è semplicemente indicativo della grandezza dell’autore.

detto questo, io non ho alcun interesse a contestare o cercare di far cambiare idea a chicchessia su questo punto, ho solo espresso il mio parere o meglio, il mio sentire, su un libro senza alcuna pretesa di avere ragione e mi fa sempre piacere leggere opinioni diverse, si impara sempre qualcosa :-)

ciao
Stefano

#429 Comment By Clio On 5 agosto 2009 @ 21:21

A Lo Zeno

E come i personaggi dell’epica greca, i personaggi di Tolkien sono MONOTEMATICI. Monotoni. Piatti.

Credo che questa sia una castroneria. Potrei citare un brano celeberrimo: il dialogo tra Ettore ed Andromaca sulle porte Scee; dell’Odissea potrei citare un altro famosissimo episodio: Ulisse che inorridisce al racconto della presa di Troia nella reggia dei Feaci. Sono passaggi che fanno leggere a tutti i ragazzi del liceo. Raramente in letteratura si leggono personaggi più umani, reali e tragici.
Inoltre nell’Iliade non c’è un Bene contro Male, ci sono vari personaggi di vario carattere e spessore. E’ vero che il punto focale non è la psicologia, ma perché l’Iliade vuole raccontare dei fatti (l’ira di Achille che infiniti lutti addusse agli Achei, per intendersi), e ciò nonostante i personaggi impotanti non sono macchiette, come ho già detto, ma esseri umani con tutte le loro contraddizioni e coerenze.
Per quanto riguarda il SdA, definirla una lotta BuoniVSCattivi è riduttivo. E’ una storia di riscatti e fallimenti. A differenza dell’Iliade, il punto di vista è sempre quello dei “buoni” (anche se non tutti gli alleati di Sauron sono mostri Brutti e Cattivi, come si legge nell’imboscata ai Sudroni da parte degli uomini di Faramir).
E “buoni”. Combattono contro un nemico comune, ma… spiacente, buoni non sempre. Gli elfi sono creature estremamete pericolose; i Rohirrim sono gente impulsiva e orgogliosa; gli hobbit si disinteressano del mondo finché non sono colpiti in prima persona. Un tribunale di guerra ci avrebbe sguazzato nelle vicende del romanzo. Ma è naturale: chi umano non è, non ha la stessa scala di valori degli uomini, e chi appartiene ad una certa cultura non può avere una morale simile a quella del lettore. Quindi “buoni”, dipende. Diciamo piuttosto che ci sono esempi di estrema bontà ed esempi di carognaggine.

Tornando alla Strazzulla, non mancano nel romanzo scivoloni di dubbia morale (e temo non siano voluti), ma sono cose che accadono nella realtà. Quello che secondo me invalida il romanzo sono la banalità della trama, gli strafalcioni tecnici ed il Signore del Male che firma in inchiostro viola.
Il fatto che tutti i belli stiano dalla parte dei buoni e tutti i brutti dalla parte dei cattivi è un’ulteriore banalità.

Chiaro, non voglio scatenare un flame :-D Questa è la mia opinione di appassionata di epicae mitologia. So long.

#430 Comment By Emile On 5 agosto 2009 @ 21:29

Non è riduttivo Clio, è quello che è.
Sei tu che in quell’opera vedi o vuoi vedere più di quel che c’è.

#431 Comment By Rik On 6 agosto 2009 @ 09:15

@Emile
Una osservazione IT ea un OT.
IT. La mia provocazione era volta a manifestare il dubbio che Chiara Strazzulla sia abbastanza esperta di fantasy da parlarne (se poi si possa scrivere un libro fantasy senza saperne parlare non ho idea, alcuni fatti suggeriscono di sì).
Se la provocazione ha avuto l’effetto che speravo, bene. Altrimenti pazienza, non è che ti chiedo di darmi ragione.
OT. Compili per piacere la lista dei Buoni e dei Cattivi, tanto per vedere se riusciamo a metterci d’accordo? Tu mi parli di “psicologicamente complesso”, io ho scritto manicheo.
Non mi sto chiedendo se i personaggi tolkeniani siano piatti, mi domando se escano dagli schemi di bianco e nero con qualche grigio qua e là.
@Tutti
Grazie, non pensavo l’esempietto che ho fatto suscitasse un dibattito. :-D
Un saluto,
Rik

#432 Comment By Lo Zeno On 6 agosto 2009 @ 09:47

@l’astuto procione:

Il fatto che a distanza di 50 anni siamo ancora qui a parlarne (e questo è un semplice dato di fatto) e sarà probabilmente così anche tra 50, è semplicemente indicativo della grandezza dell’autore.

No, indica semplicemente che chi lo legge vuole vederci qualcosa :-)
E’ indicativo solo del fatto che la storia ha avuto successo e che tutti quelli che la leggono cercano di metterci dentro del proprio. Non è nè il primo nè l’ultimo caso di testo che continua a far nascere interpretazioni a volte anche assurde, mi viene da pensare ad esempio a quando si accusava La Storia Infinita di essere un’inno al paganesimo.

Si chiama strumentalizzazione, cioè il piegare il testo per i propri fini.
Nota che non sempre quando un testo suscita interpretazioni differenti queste sono solo “positive”, anzi molto spesso le interpretazioni “deviate” nascono come condanna di un testo di successo (successo inteso come numero di copie vendute, non come stile).
Centomila interpretazioni diverse non indicano quindi grandezza dell’autore, ma solo centomila persone che strumentalizzano un testo.

Con questo non voglio dire che la mia interpretazione sia corretta, eh: io dico quello che ho studiato di filologia britannica, che è una materia tutt’altro che rigorosa e scientifica visto che nello stesso testo di riferimento che ho usato i tre autori principali pongono tre tesi di sviluppo dei temi di Shakespeare completamente differenti, ma tutte argomentate in modo valido. Però per lo meno sul fenomeno della strumentalizzazione dei testi di ampio successo sono tutti concordi, ed in effetti lo si vede abbastanza bene anche nel cinema e nella TV: perfino la trilogia di Matrix subisce questo fenomeno, con pseudo-esperti che ritrovano nel primo film metafore del sacrificio di Cristo per la rinascita del mondo, o metafore della vita del Buddha verso l’illuminazione, o addirittura elementi segreti della massoneria…

#433 Comment By l’astuto procione On 6 agosto 2009 @ 12:45

@lo zeno

No, indica semplicemente che chi lo legge vuole vederci qualcosa :-)
E’ indicativo solo del fatto che la storia ha avuto successo e che tutti quelli che la leggono cercano di metterci dentro del proprio.

sì, capisco cosa intendi ma io non penso che uno “voglia” sempre vederci qualcosa… io penso che il lettore medio che non si mette ad analizzare un testo a scopo esegetico ma si limita a leggerlo e basta veda eventualmente quel qualcosa proprio perchè filtra quello che legge con il proprio “io”… non parlerei di volontà cosciente in questo caso :-)
c’è poi chi invece vuole dimostrare qualcosa ed utilizza il testo più o meno correttamente ma questa è appunto strumentalizzazione e siamo d’accordissimo (su matrix hanno raggiunto delle vette di fantasia notevoli) :-)

cmq sia, bel post :-)

ciao
Stefano

#434 Comment By Emile On 6 agosto 2009 @ 16:46

Rik: i personaggi del SdA sono piatti E perfettamente inquadrabili come “bianchi” o “neri”. L’unica eccezione è Gollum che, pur chiaramente “nero”, si mostra come una figura in tre dimensioni.

#435 Comment By veronica On 15 agosto 2009 @ 21:43

siete grandi chi ha fatto questo blog? beh COMPLIMENTI ora devo andare … alla prossimaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

#436 Comment By Azu Momo On 7 settembre 2009 @ 10:14

Ma sono vere le voci che asseriscono la Strazzulla abbia scritto un altro libro? Ditemi di no vi prego. E gente continua ad investire soldi e risorse su una così? Chissà se avrà letto la tua recensione :)

#437 Comment By aealith On 7 settembre 2009 @ 12:51

si chiama “La strada che scende nell’ombra” ed è possibile leggere le prime pagine sul sito dell’editore(einaudi) “buona” lettura

#438 Comment By Maudh On 7 settembre 2009 @ 13:03

@azu momo:
La strada che scende nell’ombra, di Chiara strazzulla, pp. 839, €22,00, edito da Einaudi, anno di pubblicazione: 2009, trama: DEGNA DI LICIAAAAA!!!!!!!!!

Piangi con Me!!! XD

#439 Comment By Azu Momo On 8 settembre 2009 @ 07:57

Coooosa? 22euro? Ma neppure fosse la Divina Commedia rilegata in pelle!
Grazie comunque per l’informazione. Era pura curiosità. Mi ha molto divertito la recensione inserita qui e in effetti “Il crepuscolo” targato Einaudi mi ha fatto scivolare lo stomaco all’altezza della tibia.
Non mi pare abbia avuto molto successo o sbaglio?
E la Einaudi “ce riprova”? Masochismo?

#440 Comment By Angra On 8 settembre 2009 @ 09:41

si chiama “La strada che scende nell’ombra” ed è possibile leggere le prime pagine sul sito dell’editore(einaudi) “buona” lettura

E’ possibile ma non consigliabile ^____^

#441 Comment By Azu Momo On 8 settembre 2009 @ 11:07

DEGNA DI LICIAAAAA!!!!!!!!!

Ma pure peggio. In una biblioteca della mia zona una che ha assistito ad un’intervista della Strazzulla ha presentato il libro: io ci sono andata per massacrare “Gli eroi del crepuscolo” . Io contestavo con il libro aperto per verificare (oh, carta canta!) ma niente.
Risposte tipo “se Einaudi l’ha pubblicata ci sarà un motivo?” fioccavano a più non posso. O anche, “tu a 17 anni (io ora ne ho 26) avresti potuto scrivere un libro così?” Così come? Così schifoso? Io penso sia vergognoso.
Ma che risposta demente è dico io.
Inoltre per fortuna il libro non l’avevo comprato, ma preso proprio in quella biblioteca.

#442 Comment By aealith On 8 settembre 2009 @ 14:07

E la Einaudi “ce riprova”? Masochismo?

No: €uri ^_^ (sì ha venduto e anche tanto)

E’ possibile ma non consigliabile ^____^

:D

DEGNA DI LICIAAAAA!

temo molto peggio. Nihal perlomeno scorre e non dura 800 pagine.

#443 Comment By Angra On 8 settembre 2009 @ 14:33

@Aealith: hai dei dati di vendita per Gli eroi del crepuscolo? Io ho sentito dire invece che non è stato quello che si può dire un successo.

#444 Comment By Maudh On 8 settembre 2009 @ 16:05

DEGNA DI LICIAAAAA!

temo molto peggio. Nihal perlomeno scorre e non dura 800 pagine.

1+1=3

#445 Comment By aealith On 8 settembre 2009 @ 20:57

@angra
su repubblica parlano di 40 000 (!) copie + diritti di traduzione in Germania (poveri crucchi).

questo il link. Anche se io non ho mai visto i suoi libri in classifica (ad esempio quella della feltrinelli).

#446 Comment By Clio On 8 settembre 2009 @ 21:20

Io a 17 anni forse scrivevo peggio. O magari io a 17 anni non scrivevo proprio, ero analfabeta.
Che cambia?
Il libro è ridicolo, punto.
“Eh, ma capisci, aveva solo 17 anni!”
Ne desumo che i diciassettenni scrivano schifezze. E’ umano, immagino. Ma allora, perché pubblicarli?
Annose domande a pochi giorni dell’esame di Storia del Giappone Antico…

#447 Comment By Merphit Kydillis On 8 settembre 2009 @ 22:03

@ Clio: avrei in mente qualche motivazione “logica”:

1) Perché ;
2) Perché è fantasy;
3) Perché scoraggiare le attività creative dei giovani potrebbero scoraggiarli in futuro;
4) Perché le case editrici amano fare pubblicità, meglio se questa funzioni;
5) Perché credono che il fantasy è letteratura per “ragazzi”. E chi meglio sa come (e cosa) pensano i ragazzi se non un ragazzo?

#448 Comment By Maudh On 8 settembre 2009 @ 23:10

5) Perché credono che il fantasy è letteratura per “ragazzi”.

In qualità di sciocco ragazzino analfabeta sono indignato e offeso dal ragionamento delle case editrici: neanche noi ragazzini sciocchi e analfabeti meritiamo cotanto pattume!

#449 Comment By Clio On 8 settembre 2009 @ 23:22

5) Perché credono che il fantasy è letteratura per “ragazzi”. E chi meglio sa come (e cosa) pensano i ragazzi se non un ragazzo?

:D
sì, è un’idea che era venuta anche a me, una volta. Avevo quattordici anni. Ed ero cascata sulla testa XD
Forse anche il padrone di Einaud ha quattordici anni, una predisposizione genetica e un bernoccolo in testa…

#450 Comment By Diego On 8 settembre 2009 @ 23:28

Boh… a me sta cosa delle 40k copie continua a puzzare, a costo di farci la figura del San Tommaso. Tutto l’articolo per la verità mi sembra una spintarella un po’ raffazzonata per promuovere il nuovo tomo, o poco più. Insomma 40 mila copie vendute lo liquida come ‘un notevole successo’ quando in questo paese sarebbe un successo grandioso anche per un mainstream. 800 pagine di fantasy di stampo classico a 20 bombe (di un’esordiente, da non dimenticare) che vendano più di diecimila copie non sarebbe errato definirlo un successo clamoroso, altro che notevole… e pure quel ‘diritti di traduzione venduti in Germania e forse presto altrove‘ che razza di frase sarebbe?
Mah, boh, mah. Io continuo a ummeggiare.

#451 Comment By Angra On 9 settembre 2009 @ 08:04

Sì, 40.000 copie sono con tutta probabilità quelle che Einaudi ha distribuito ai librai (e probabilmente la cifra è già esagerata), poi bisogna vedere quante ne hanno venduto davvero e quante invece sono tornate indietro per andare al macero. Per inciso, questi dati sono molto difficili da conoscere, a breve termine persino per lo stesso editore. Come dice Diego, se parliamo di 40.000 copie saremmo quasi al best seller, sugli ordini di grandezza della prima Troisi,

#452 Comment By Azu Momo On 9 settembre 2009 @ 09:34

Wow Clio, facciamo più o meno gli stessi studi. Lingue e culture orientale curriculum giapponese?

No ragazzi, come hanno detto alcuni 40000 copie è eccessivo.
Sarebbe bello scrivere un articolo sulla psicologia che conduce la massa di gente ad acquistare libri come biografie di calciatori o altro.
Ma la Strazzulla sa di questo blog? lol

#453 Comment By aealith On 9 settembre 2009 @ 12:13

Mi sembra che sappia di quello del Duca, presumibilmente sa anche di questo.
So che sono cifre mostruose e che 40 000 copie la classificherebbero fra i best seller (e io non ho mai visto gli eroi in questa sezione). Per fare un confronto avevo guardato sul sito dei Wu Ming dato che dichiarano il numero esatto di copie vendute.

Nel 2007, primo anno (anzi, dieci mesi) di presenza in libreria, Manituana ha venduto 54.152 copie. E’ di gran lunga il nostro miglior primo anno da quando siamo in attività. Nel 1999 Q, finalista al Premio Strega, ne vendette 31.469.

Dal loro sito.
Perciò dovrebbe essere un best seller mostruoso per fare le cifre dichiarate. Anche io ne dubito, in ogni caso se il secondo non vende ci sono ottime possibilità che scompaia dalla scena futura.

#454 Comment By lisse On 9 settembre 2009 @ 13:15

ho letto il primo capitolo sul sito Einaudi; a parte il prologo leggermente ispirato, a parer mio, al Silmarillion, qualcuno sa spiegarmi cos’è la Gilda Folletta e perchè una gilda che si chiama “folletta” recluti dei mercenari?

#455 Comment By Clio On 9 settembre 2009 @ 15:25

A Azu Momo

Wow Clio, facciamo più o meno gli stessi studi. Lingue e culture orientale curriculum giapponese?

Hai ^_^ sono a Parigi, Inalco, Licenza di Giapponese.
Momo-san, gambatte kudasai!

Tornando IT, ma la falsa pubblicità non è un reato?
Insomma, non si tratta di esagerare le qualità di un prodotto, si tratta di mentire su dei numeri verificabili!

#456 Comment By Angra On 9 settembre 2009 @ 21:45

@Clio: la pubblicità, tutta la pubblicità, è falsa e ingannevole per definizione (infatti andrebbe vietata).

Nel caso in questione, si può giocare su un equivoco: stiamo parlando delle copie vendute da Einaudi alle librerie o di quelle vendute dalle librerie ai lettori? io Einaudi posso dire di aver venduto 40.000 copie, omettendo di spiegare che parlo di quelle vendute alle librerie. Dal momento che il libraio fa l’ordine, le copie ordinate sono vendute a tutti gli effetti, tant’è vero che dopo 60 giorni (in genere) il libraio me le deve pagare, che lui le abbia vendute o no. Però ha la facoltà di restituirmi quelle invendute in qualsiasi momento, anche a distanza di anni (ma non è mica scemo, in genere me le ridà dopo qualche mese). Se ho distribuito 40.000 copie posso in effetti sostenere di aver venduto 40.000 copie, sto solo omettendo di dire quante me ne sono tornate indietro e non spiego che non sto parlando le copie davvero acquistate dai lettori.

#457 Comment By Azu Momo On 10 settembre 2009 @ 07:58

Hai ^_^ sono a Parigi, Inalco, Licenza di Giapponese.

Beata te, Clio-san! Io Venezia…

Se ho distribuito 40.000 copie posso in effetti sostenere di aver venduto 40.000 copie

Sì penso anch’io usino questi stratagemmi. Ma ancora non mi capacito Einaudi abbia potuto fare una cosa simile.

#458 Comment By Angra On 10 settembre 2009 @ 09:06

@Azu Momo:

Einaudi è di proprietà del gruppo Mondadori ormai da quindici anni…

#459 Comment By Azu Momo On 10 settembre 2009 @ 10:44

@ Angra

Einaudi è di proprietà del gruppo Mondadori ormai da quindici anni…

Scusa, non lo sapevo. Confesso la mia ignoranza su questo. Ah be, se fa parte del gruppo Mondadori si spiegano un sacco di belle(?) cose!

#460 Comment By mikecas On 12 settembre 2009 @ 13:39

ho scansato la Strazzulla per puro istinto di sopravvivenza.
Ero capitato, senza rendermene conto perchè non frequentavo i siti di critica in rete, nel pieno del baby boom del fantastico, e non solo italiano. Avevo iniziato con la prima trilogia della Troisi, cui ho dato un giudizio tutto sommato ragionevole, perchè speravo potesse maturare letterariamente, data la sua base totalmente scientifica, molto vicina alla mia, ma il pompaggio di Mondadori mi ha disgustato e mi ha reso impossibile leggere altro di lei, e ora ho capito che ho fatto bene.
Ma ci sono stati anche romanzi della LLywelyn, della Dart-Thorton, di Fabrizio Casa…. e l’elenco di quello che ho letto io è ancora lungo….
Una sequela di romanzi di esordienti che definirli ingenui, come ho fatto io per la Troisi, è fargli un grande favore.
Per cui quando ho letto la presentazione del primo romanzo della Strazzulla, la sua età e la trama banale, nonostante il richiamo della casa editrice ho preferito lasciar perdere…..
Che culo…..

#461 Comment By mikecas On 12 settembre 2009 @ 13:48

un semplice PS
ma sono quasi solo io, qui, a leggere senza voler anche scrivere?
Sarà magari perchè l’adolescenza ormai faccio fatica a ricordarmela?
Avendo letto Fantasy per circa 30 anni (sì, solo 30 anni perchè all’inizio non mi piaceva per niente, ma era un’altra fantasy), vorrei dire agli aspiranti autori che cercare di scrivere è una bella cosa, ma cercare di scrivere seguendo le mode riesce solo a professionisti della scrittura, perchè gli esordienti fanno solo delle pessime imitazioni. Molto meglio cercare di inventare qualche cosa di nuovo, magari avendo una conoscenza abbastanza generale del settore, avendo cioè letto non dico tutto, perchè non ci sono riuscito nemmeno io, ma almeno una buona parte di quanto è stato scritto in precedenza. Giusto per capire come le proprie idee si vengono a collocare….
Che a 16 anni questo sia praticamente impossibile la dice molto lunga sulla responsabilità degli editor e delle case editrici…..

#462 Comment By francy On 14 settembre 2009 @ 18:56

Ho da poco scoperto questo sito (davvero fantastico!) e non poteva capitare più a fagiolo di così, perchè avevo una mezza idea di comprare gli eroi del crepuscolo, attirata dalla pubblicità ingannatoria! Ti devo davvero ringraziare, Gamberetta, per la tua recensione, perchè così ho aperto gli occhi e ho evitato di spendere soldi inutilmente! Ti faccio anche i miei complimenti, i tuoi articoli sono bellissimi, ironici e divertenti, ma anche seri e fondati. Anche io sto scrivendo un libro fantasy (ma niente elfi, nani e simili, tranquilli…) e ti dico, anche se suonerà un po’ masochista, che se mai lo pubblicheranno sarò feliccissima di vederlo recensito da te, anche se dovessi demolirlo senza pietà! W GAMBERETTA!!!

#463 Comment By kukiness On 17 settembre 2009 @ 14:33

Va bene tutto – il romanzo è pessimo, la trama insulsa, i personaggi vuoti – ma la parte dei denti bianchi e regolari mi ha fatto capottare dalla sedia. xD

Insomma, se ci si mette a questionare sui denti di un elfo, allora bisogna domandarsi come facciano a funzionargli i reni, il fegato e le sinapsi cerebrali. Nemmeno a me esalta la figuretta dell’elfo versione, come dite voi, “gnokko” (come quella di vammepirlo e via discorrendo), però dai, qui si esagera. La razza degli elfi è diversa da quella degli umani, perciò non si può valutare in termini umani. Altrimenti pretendo un paragrafo anche sulla funzione del fegato e sulla generalità degli organi interni.

#464 Comment By Gamberetta On 17 settembre 2009 @ 14:54

@kukiness. Sì, i denti sono una forzatura, lo ammetto. Ma è questo genere di particolari che danno concretezza a un mondo secondario. I denti bianchi e regolari, messi lì solo perché gli elfi sono belli per contratto, sono cliché e subdolamente inverosimili.
Più interessante, realistico e divertente, mostrare per esempio gli elfi che si portano sempre appresso un legnetto da rosicchiare, perché i denti – bianchi e regolari – ricrescono ininterrottamente.
Più interessante, realistico e divertente, mostrare gli elfi che quando sorridono hanno una gioielleria, dato che i denti veri – un tempo bianchi e regolari – li perdono tutti nei primi 100 anni di vita. E poi c’è l’elfo che ha ogni dente finto lavorato con miniature di draghetti.
E così via. Ci sono mille soluzioni se ci pensi. Ma devi pensarci. Mettere i denti bianchi e regolari è abbandonarsi senza lottare al cliché becero.

#465 Comment By Maria On 9 ottobre 2009 @ 17:04

Posso raccontarvi la mia disavventura strazzullesca?
Avevo sentito parlare di questo romanzo, sapevo che era una giovane autrice italiana. Al che ho fatto i quasi salti di gioia, perché autrici giovani italiane di fantasy talentuose (almeno così veniva presentata) non se ne trovano molte oggi.
Perciò io non ero assolutamente prevenuta o roba simile nei confronti dell’autrice. Anzi, proprio l’incontrario! Mi aspettavo tanto. Forse è proprio per questo che la delusione è stata così cocente.
Guardo il prezzo. Primo shock. Decido, nonostante tutto, di sborsare i 22 euro, perché il libro è pubblicato da Einaudi, che mi sembrava una casa editrice di alto livello… Appunto, mi sembrAVA.
La sottoscritta, colei che ha terminato le Cronache di narnia in 28 giorni a dodici anni, colei che una notte è rimasta sveglia fino alle 4 per finire di leggere il SdA, non è riuscita a terminare il libro “La strada che scende nell’ombra”. Sono arrivata a pagina 210. E ci ho messo un mese.
Il prologo… Sembra una specie di incrocio tra il biblico e il pagano. “In principio”… Ora, io sono un’esperta (si fa per dire XDXD) di mitologia greca. E questi dèi sono identici a quelli greci, l’unica differenza sono i nomi. Non spicca di originalità, la ragazza… Ma nonostante tutto vado avanti nella lettura.
Che ci crediate o no, a pagina 190 non riconoscevo i personaggi quando parlavano. Mi sembravano tutti identici e dovevo continuamente seguire il risvolto di copertina per capire chi era lui lì. Io sto scrivendo un libro, perciò capisco la fatica che ci sta dietro eccetera… Ma i personaggi, i PERSONAGGI!! Un po’ di carattere, suvvia! Questi malviventi (tranne Ametista, l’unica donna e quindi facilmente riconoscibile) sembrano identici. Non sono troppi, è bella una varietà di personaggi, ma se è appunto una VARIETA’. Non ho ancora ben capito chi cavolo sono questi nemici-ombra, questi Gremlin, ma la cosa che più non ho capito è perché questi nemici, descritti come invincibili, stiano ad aspettare prima di assaltare le città dele Otto Terre, distruggere ed ammazzare tutti.
Non mi sono affezionata a nessun personaggio. Nemmeno *cerco il nome sul libro* Dhannam, che viene descritto come un sognatore, un poeta… Il lessico non è affatto male, si vede che la Strazzulla lo sa, l’italiano. Ma il registro.. l’ho trovato un po’ troppo solenne, a tratti addirittura pomposo. Capisco che sia qualcosa che si vuole spacciare per epico, ma l’epica è, secondo me la scena, l’immagine che ti trasmette, e non il linguaggio in sè. Che, anzi, più è chiaro e scorrevole, meglio è. Io non dicendo che dobbiamo degenerare a espressioni adolescenziali, quali “che schifo” e schifezze (XD) del genere. Dico però che invece che sprecarsi a curare così tanto il linguaggio, la Strazzulla poteva caratterizzare meglio i personaggi e delineare meglio lo sfondo, queste Otto Terre che a me non sanno proprio di niente… Si descrive come funziona il Consiglio delle Genti, ma non si descrivono, come dire,le storie e l’esperienze umane dei personaggi, che credo sia una delle cose più importanti in un libro…
Riasssumendo: Una grande delusione.
Che dire, mi è stato comunque d’aiuto per capire quali sono gli errori più comuni e le principali banalità in cui inevitabilmente cadono gli scrittori..
Gamberetta, il tuo blog è molto utile… tuttavia non apprezzo i toni, perché secondo me dietro ogni pagina stampata c’è uno scrittore, che bene o male è un essere umano. Trattandosi di una giovanissima autrice, Chiara secondo me sta comunque inseguendo un sogno, una sua aspirazione… non dico “se l’hanno pubblicato un motivo ci sarà” perché a dir la verità di solito quelli pubblicati da case editrici così autorevoli e che hanno fatto un’eccezione per lei sono dei raccomandati. Dico solo che magari moderare un po’ i toni non sarebbe male..

#466 Comment By Evangeline On 9 ottobre 2009 @ 21:33

@Maria. Ti dirò… Il primo libro della Strazzulla l’ho puntato a lungo prima di comprarlo. E fino ad ora è la cosa peggiore che io abbia mai letto. L’ho finito giusto perché non volevo rendere vano il sacrificio dei miei 20 euro di paghetta. :’( Dopo averlo finito mi sono chiesta se era solo a me che era parso orribile, se ero io ad avere gusti sofisticati, o se qualcun altro la pensava come me… E così ho scoperto il blog di Gamberetta. ^^ Come dire, non tutti i mali vengono per nuocere. E allora grazie Strazzulla! ^^
Concordo quando dici che “dietro ogni pagina stampata c’è uno scrittore, che bene o male è un essere umano”, ma appunto perché si è esseri umani si fanno degli errori, e non bisogna avere paura di ammetterlo. Quando uno scrittore dice che “chi scrive scrive per sé”, allora secondo me non ha ben chiaro che il suo libro verrà letto anche da altre persone. Se vuole scrivere per sé, ed è legittimo, si compra un diario segreto col lucchettino. E, sempre secondo me, nonostante i toni un po’ caustici Gamberetta non è da biasimare. Lei dice quello che pensa e lo motiva. Per me questo è l’essenziale. ? Poi, sul giudizio personale dei romanzi recensiti, ognuno ha la sua opinione. Se ne può discutere. Ma su certi errori palesi proprio no.
Aggiungo che la Strazzulla non è l’unica a inseguire un sogno. Non la biasimo perché ha accettato di farsi pubblicare, la biasimo perché si rifiuta di vedere i propri errori solo perché chi glieli mostra non la tratta coi guanti di velluto.

#467 Comment By j On 27 ottobre 2009 @ 15:42

cari miei e mie, il nome strazzulla dice già di per se parecchio sulla qualità della sua produttività (“carta strazzulla”)

yo!!!

#468 Comment By mandragola On 26 novembre 2009 @ 15:53

Romanzo terrificante. Anche le illustrazioni di Frezzato sono fredde, spente, insapori. L’autrice dovrebbe curarsi l’influenza e la ridarella, poi, forse, riconsiderare l’idea dello scrivere.

#469 Comment By Azu Momo On 17 dicembre 2009 @ 10:01

No, non ci credo! Einaudi ha sfornato il secondo volume di sta roba? Qualcuno l’ha letto? Sarà una porcheria come il primo (scusate se parto prevenuta, ma le premesse non sono buone)

#470 Comment By Evangeline On 18 dicembre 2009 @ 20:45

Riconoscete qualcuno dei libri in elenco? XD
http://www.liceobellini.it/Public/library/giornalino.pdf

#471 Comment By Alric On 25 dicembre 2009 @ 23:03

Lo dico qui dato che è citato in questo articolo, sto leggendo Tutti i colori dell’acciaio e devo dire che mi piace molto..Parker non è uno scrittore sublime, però bisogna ammettere che è onesto e si documenta (ammetto di non avere verificato tutte le misure delle macchine da guerra, ma mi pare credibile). I punti di vista mi paiono gestiti abbastanza bene, e ogni personaggio ha una sua voce. Alla fine di fantasy c’è poco ( mi mancano le ultime 100 pagine e per ora la cosa più irrazionale, se non l’unica, è l’uso del Principio..)
Comunque ti ringrazio per la segnalazione, Gamberetta..a proposito, ho letto che è il primo di una trilogia, hai mai letto gli altri?

#472 Comment By Gamberetta On 26 dicembre 2009 @ 18:17

@Alric. No, gli altri due devo ancora leggerli. Riguardo alla documentazione Parker è un fanatico: del tipo che si costruisce gli archi in casa e li prova in prima persona.

#473 Comment By Zweilawyer On 26 dicembre 2009 @ 20:01

@Gamberetta
Devo segnalare un piccolo errore. K.J. Parker è una donna.
Per me è più di una onesta scrittrice, la reputo una delle migliori scrittrici fantasy dell’ultima decade. Ha delle conoscenze in ambito metallurgico davvero difficili da riscontrare in altri autori e l’idea dell’avvocato spadaccino l’ho trovata geniale.

Zweilawyer

#474 Comment By Alric On 26 dicembre 2009 @ 21:03

Ah si, anche io l’ho scoperto dopo che era una donna. Tra parentesi, siamo certi che tutta la trilogia sia stata tradotta?

#475 Comment By Gamberetta On 26 dicembre 2009 @ 21:09

@Alric. Sì, è stata tradotta, gli altri due li trovi anche su emule:
eBook.ITA.2672.K.J.Parker.Gli.Archi.Di.Scona.(doc.lit.pdf.rtf).[Hyps].rar (3.504.332 bytes)
eBook.ITA.2735.K.J.Parker.Il.Palazzo.Delle.Prove.(doc.lit.pdf.rtf).[Hyps].rar (3.825.709 bytes)

#476 Comment By Alric On 29 dicembre 2009 @ 14:17

Beh grazie mille, Gamberetta.

Ah, una si fa gli archi in casa ( la Parker) e una non apre nemmeno wikipedia ( La Strazzu). Meglio non pensarci XD

#477 Comment By Racconti sulla soglia On 21 gennaio 2010 @ 10:39

Salve a tutti!
Non ci pronunceremo riguardo al testo in questione(gli eroi del crepuscolo) , visto che la spazzatura ormai ci sta soffocando.
Ormai, già da altri commenti rilasciati in questo forum, si intuisce la nostra solidarietà con la sorella Gamberetta.
Purtroppo i più grandi responsabili di questo tracollo sono proprio gli editori che permetto lo scempio in atto. Stanno uccidendo la fantasia!
Che tristezza…
…e, come disse il vecchio saggio al fanciullo, mentre indicava l’orizzonte: -quella è la culla del sole, ragazzo, si chiama tramonto-.

#478 Comment By From my Mind – Il Testo Narrativo | Il Flusso Catalizzatore On 5 settembre 2010 @ 16:05

[...] questo senso esistono storie sgrammaticate a livello narrativo, potete trovarne esempio nel libro Eroi del Crepuscolo ed anche in La Profezia di Arsalon. Il concetto è quello espresso da Gamberetta: informarsi, [...]

#479 Comment By Merphit Kydillis On 24 novembre 2010 @ 00:12

@Gamberetta:

La Compagnia dei Rinnegati incontra i centauri. Ventel si fa portavoce presso gli equini perché ne conosce usi e costumi; malgrado ciò, quasi apposta fa infuriare il capo centauro.

Sono andato a rivedere quella parte del libro, e ho notato un’altra cosa che forse ti è sfuggita nel metterla nella recensione.

Qualche pagina prima, gli immigrati elfi la Compagnia dei Rinnegati mette piede nella foresta, e uno di loro ammazza un cervo per farci la cena. Ventel prende da parte Lyannen, e gli dice che probabilmente sono nella cacca di coboldo fino al collo perché la foresta è territorio sacro per i Centauri, e ammazzare un cervo equivarrebbe essere tritati dai loro zoccoli.

La cosa che mi lascia perplesso è: ma perché Ventel non ha avvertito il gruppo che attraversavano un territorio sacro ai centauri? Magari si evitava di farli arrabbiare, e invece si tiene tutto per sè…
«Oh, ragazzi, non vi venisse in mente di andare ad ammazzare cervi o strappare rami dagli alberi, sennò la Forestale ci rinchiude nella riserva naturale degli Orchi… e gli Orchi mangiano noi Eterni!»
Poi, non ho capito perché se non Ventel, Lyannen non avesse avvertito del pericolo che sarebbe piombato nel gruppo di lì a poco….

#480 Comment By Silvia On 30 novembre 2010 @ 18:12

Sono perfettamente d’accordo con te. U__U
Unica, almeno non ho speso neanche un cent dei miei sudati risparmi per comprarlo, dato che ho avuto la buona idea di leggerlo in biblioteca.
Ma sai cosa mi ha fregato di più? La copertina. Uno specchio per le allodole. Anche se più di un’allododa mi sento un pollo.
Se non altro, abbandonata la lettura del libro alla decima pagina, mi sono divertita a copiare l’immagine sulla terza copertina. Come trascorrere un’altrimenti infruttuosa ora di disegno tecnico.

#481 Comment By Nari On 7 gennaio 2011 @ 23:12

NO. SCUSATE.

Frezzato ha illustrato ‘sta roba?!

No, questo non me lo doveva fare. .____. Frezzato, ma che mi combini?

Vabbé, oh. Finché lo pagano.

#482 Comment By Nari On 7 gennaio 2011 @ 23:14

Spero abbia almeno ringraziato il signore Dio nostro, per IL GRANDISSIMO ONORE di aver avuto Frezzato come copertinista.

Comunque, concordo. Non mi sembra che Frezzato vi si sia impegnato.

#483 Comment By Mariano D’Anza On 31 gennaio 2011 @ 03:58

Complimenti. Bella disamina, molto completa e accurata, l’unico appunto (se così si può chiamare) lo faccio sul “documentarsi”. Facciamo a chiarirci documentarsi è necessario, ma saper scrivere è un altro discorso. Prendiamo il caso di Robert Erwin Howard. Era appassionato di storia e non mancava mai di leggersi tutto quanto poteva trovare su un argomento che gli stava particolarmente a cuore, ma era uno scrittore “sanguigno”, dopo nemmeno una pagina non esitava ad andare contro qualsiasi accuratezza fisica o filologica pur di far fare ai suoi personaggi ciò che voleva facessero. Mi viene in mente il suo “Il Tramonto del Dio grigio”, a sentire lui in quel racconto (e in quelli successivi e contemporanei del ciclo di Turlough O’Brien detto “Il nero”) nell’anno Mille un Irlandese non poteva vedere di lontano un vikingo senza che uno saltasse alla gola dell’altro, quando invece non era affatto così, dato che i vikinghi di Limerick si erano stanziati sulle coste irlandesi già da molto tempo prima della battaglia di Clontarf e commerciavano e combattevano accanto ai dalcassiani proprio come gli irlandesi. Per non parlare poi di quel punto durante la battaglia vera e propria in cui i dalcassiani, consci del fatto che i norreni li stanno sminuzzando a dovere si alzano “come un sol uomo” e si gettano seminudi sulle falangi ricoperte di acciaio e irte di lance come porcospini, in barba a qualsiasi buonsenso. Eppure, nonostante queste alzate d’ingegno, i personaggi di Howard sembrano saltare fuori dalla pagina e prenderti direttamente per la gola e le sue battaglie restano le più belle e le più epiche a distanza di decenni, superiori perfino a quelle di Tolkien per drammaticità e verismo. Morgan Llewlyn, al contrario di Howard è molto più documentata, eppure mi annoia profondamente ed il suo Brian Boru sembra uscito direttamente dalla serie Harmony. Voglio dire che gli americani si documentano tutti, motivo per il quale un romanzo scritto da loro sempre è utile e divertente leggerlo (basta pensare alle “Porte di fuoco” di Steven Pressfield, anche se non è fantasy) ma è raro che sappiano “comunicarti” qualcosa. Howard aveva dentro di sè la vitalità di un vulcano in eruzione, quando lo leggo è come ricevere una mazzata in fronte, manco mi importa delle inesattezze storiche o di altro tipo di cui possa peccare, perchè Howard, come dici tu, aveva il dono dell’immaginazione. Il problema dei nostri è che nè si documentano nè comunicano un accidente di niente, su questo sono perfettamente daccordo…

#484 Comment By Simone On 2 febbraio 2011 @ 18:45

Invece di (sic) avresti dovuto scrivere (sigh!)
Comunque grazie per avermi fatto ridere di gusto.

#485 Comment By PlatinumV On 10 marzo 2011 @ 15:58

Scusate se la mia domanda può essere intesa come ingenua ma… non ho capito (sul serio): l’autrice voleva dipingere gli elfi come popolo di gay, che ogni tanto si intrallazzano con una principessa, giusto perché va bene così per evitare l’estinzione, o il suo intento era ritrarli come etero e quello scempio di bolle di sapone che ne è uscito è solo dovuto al fatto che non sa scrivere?
V perplessa

#486 Comment By Federico On 11 marzo 2011 @ 09:49

@ Simone: sic significa “così” in latino, e dopo una citazione indica che si è riportarto fedelmente il brano, di solito lo si usa quando la citazione è poco credibile per una qualche ragione

#487 Comment By Merphit Kydillis On 14 marzo 2011 @ 15:13

È uscito Gli Eroi del Crepuscolo in versione tascabile, al prezzo di 15 euri. La copertina, però, fa schifo rispetto all’edizione originale:

Copertina originale
Copertina edizione tascabile

Il castello in fiamme e il lupo che ulula non c’entrano una beata minchia con la storia.

#488 Comment By Zave On 14 marzo 2011 @ 18:36

ne fosse visibile una di quelle copertine…

#489 Comment By LadyFuchsia On 17 marzo 2011 @ 00:08

testa di pigna? Non ci credo! Questa ragazza ha guardato troppa Melevisione -.-”

#490 Comment By Hicchan On 22 marzo 2011 @ 21:53

Dico solo una cosa riguardo a questo romanzo: l’ho mollato dopo le prime centocinquanta pagine. LA NOIA. Almeno Cronache del Mondo Emerso è una saga che si riesce a finire di leggere, pur non essendo un capolavoro. Poi non posso dire altro, non avendo letto – o provato a leggere – altri fantasy italiani. Ma a quanto leggo da queste parti, pare che non mi sia persa molto.

#491 Pingback By Questione di talento | Sudare inchiostro On 20 maggio 2011 @ 08:15

[...] volesse contestualizzare meglio la faccenda si goda la recensione di Gamberi Fantasy sul romanzo Gli Eroi del Crepuscolo. [↩]Notare i termini volutamente generici quelli e qualcosa. [↩]E neanche sempre. [...]

#492 Pingback By La mappa nei libri fantasy « Zweilawyer On 29 maggio 2011 @ 19:59

[...] sostanza una fetta di Sicilia abitata dagli Elfi. Ebbene, come ha fatto notare Gamberetta nella sua recensione, dopo 250.000 anni gli elfi (alti 250cm, immortali, cazzuti e, purtroppo, tremendamente [...]

#493 Comment By Alec Sognante On 24 giugno 2011 @ 17:01

Non so, l’ho già detto che la stimo, Lady Gamberetta?
Raramente ho sentito simili affermazioni di indubbia creatività
agonizzante, ed inutilizzata, se non da me stesso!

(la ammira con occhi sbirilluccicanti come la pelle di un vampiro)

sei un genio.

#494 Comment By Alec Sognante On 24 giugno 2011 @ 17:10

Ammetto però, che se non stessi illustrando un romanzo rettiloide,
e mi fossi posto domande di come altri illustratori migliori di me
(vedi Frezzato)
abbiano trovato il coraggio di farlo, non sarei giunto qui.

Insomma è solo per l’eco della troisi e strazzu, che ora son pronto e bardato per unirmi alla schiera militante contro i rettili starnutenti.
Pronti a scatarrare e pestare tutto il Junk-fantasy moderno.

Allego la mia necessità di sentire recensioni di Gamberetta di Fantasy anche diversi come “La storia infinita” e “il Trono di Spade”

Imparo, Imparo!

#495 Comment By Yami On 22 agosto 2011 @ 12:28

@ Merphit Kydillis
Eresia! Eresia! quella è la copertina de L’assassino di corte, la versione originale mi parte… *sigh* queste son cose che mi fan venire voglia di correre dalla Einaudi armata di torcia e forcone… Disgustoso usare Fitz e Nighteyes per una porcheria del genere, veramente disgustoso… ma mi pare che la stessa furbata l’abbiano fatta con Bryan di boscoquieto, anche se non ricordo qual’è la “vittima”.

copertina de l’assassino di corte (tra l’altro uno dei pochissimi libri che mi sento di consigliare) http://robinhobb.com/wp-content/uploads/2009/12/RoyalAssassin-US-Whelan.jpg

#496 Comment By Nari On 29 agosto 2011 @ 23:30

In alcune discussioni abbiamo raggiunto una convinzione. La Strazzulla è una fan sfegatata dello yaoi.
È PALESISSIMO.

1_Scene ambigue.
2_Scene di descrizione degli altri personaggi (maschili), con occhi dei protagonisti, in cui tutti hanno “dei bei muscoli”, “degli occhi bellissimi”.
3_Donne inesistenti e addirittura SOTTOMESSE. Tipico. Le fangirl yaoi non vogliono avere donne tra le palle nelle loro ficcyne.

#497 Pingback By Credo | Space of entropy On 14 novembre 2011 @ 15:12

[...] le cartine nei fantasy possono essere utili ma solo se hanno senso e coerenza interna.Credo che gli elfi stereotipati hanno un po’ rotto le palle, che le principesse elfiche abbiano frantumato decisamente le [...]

#498 Pingback By Del fantasy, contro la sciatteria | Rue de la Gnossienne, 3 On 27 gennaio 2012 @ 21:20

[...] recente post di Mirtillangela, che già si riferiva a una recensione pubblicata qualche tempo fa da Gamberetta.Il punto che mi preme approfondire è: fantasy è sinonimo di sciatteria e ingenuità?Pur [...]

#499 Comment By Kirtash On 7 febbraio 2012 @ 01:07

Gamberetta sei il mio idolo lo sai? Cioè, nel senso proprio che ti adoro. Da tempo ho il desiderio di scrivere un romanzo nuovo, diverso…. ma mi scoraggio sempre per quello che leggo. Due anni fa ho comprato gli eroi del crepuscolo (VENTITRE EURO). Non ce l’ho fatta neanche a finirlo dal tanto che mi ha fatto schifo! Tutte quelle contraddizioni… brrr… e il peggiore modo di scrivere che ho mai incontrato.. secondo me cara la mia Chiara sei il nuovo termine di paragone… cioè il peggio per antonomasia.
Al posto di dire ‘ho fatto una cazzata’, la gente adesso potrà dire ‘ho fatto una strazzullata’ ! Da allora non ho più ricomprato un libro per il terrore che ho di un altra inchiappettata come quella che mi hai dato, Strazzu. Gamberetta continua così, non importa se aggiorni il blog ogni 6 anni, tu tienilo aperto che dai a tutti noi un po’ di ordine in questo casino di spazzatura fantasy italiano!

#500 Comment By thyangel83 On 30 marzo 2012 @ 16:08

Devo ammettere che dopo questa recensione – e dopo i cospicui estratti – mi è passata completamente la voglia non solo di comprare, ma dico anche di sfogliare questo libro.
Non lo posso davvero giudicare perché non l’ho letto, non so probabilmente scrivere di meglio e utilizzo io stesso – in fondo – gli stessi triti e ritriti cliché.
Però la differenza col mio caso è che le pagine da cui gli estratti sono stati presi provengono dalle edizioni Einaudi, cosa che non credo capiterà mai con un libro del sottoscritto…
Penso che qui la casa editrice stia giocando con l’autrice (la vedo più vittima che altro): gioca sulla sua età per fare presa sui ragazzini e su un animo giovane che è face “riempire di ego”. All’autrice posso (non me ne voglia) consigliare di studiare un po’; cosa che anche i più sfigati scrittori quali appunto il sottoscritto scrivente tentano di fare se vogliono produrre qualcosa di mediocre (attenzione: dico solo mediocre, non eccelso). Se poi uno si sente già arrivato, allora ok. Ma non è così che si cresce, in nessun campo. Se uno è davvero bravo, allora forse non ritiene di esserlo abbastanza e continua a studiare. Cara autrice, invece se stai approfittando per studiare mi complimento con te. Non penso che tu sia incapace. Dagli estratti “postati” emergono in verità alcune doti. Ma sono ancora un po’ acerbe e applicate a degli stereotipi. Studiare incessantemente sarà un buon modo per te di diventare un’ottima scrittrice.
Ma niente – o quasi – avviene per caso, nemmeno starnutire. Si può poi starnutire male, innaffiando di germi gl iastanti, oppure bene, coprendosi la bocca e il naso con una mano o col fazzoletto. Analogamente per la scrittura.
Coraggio, dimenticati degli starnuti e concentrati su ciò che sai fare di buono. Col tempo forse anche questo pubblico “severo” ti darà tanti buoni gamberi.

#501 Comment By Yuki On 17 giugno 2012 @ 19:49

Italia, mannaggia fino a poco fa promettivi bene! (prendo lo spirito patriottico e lo butta nel cassonetto, insieme alla fiducia nel mondo editoriale). Dopo questo ho deciso di andare a vivere su Marte.
Non me la sto prendendo con l’autrice, ma con l’editoria. Ho quindici anni e un romanzo nel cassetto. Qualcuno mi ha detto: “ti conviene mandarlo ad una casa editrice ora, contando la tua età ti aspettano a braccia aperte. ” E invece ho diciso di non mandare il mio libro. Mi sembrava incompleto, pieno di errori che supererò solo con il tempo e con la pratica, preferendo il rischio di non pubblicare al pubblicare probabile spazzatura. Probabilmente riprederò in mano il manoscritto per correggere gli errori dovuti all’età e all’inesperienza prima di provare a pubblicare. Chiusa la lunga ed inutile parentesi sulla mia storia personale, torno alla Strazzulla, che evidentemente è caduta nel tranello “pubblicazione e successo rapidi”. Purtroppo noi ragazzi vendiamo e facciamo notizia. Sperando che questa moda abominevole passi presto, consiglio all’autrice di mandare a fare in culo tutta la casa editrice e dedicarsi ad una nuova pubblicazione tra qualche anno, dopo essersi fatta le terga scrivendo e leggendo ed aver imparato che la scrittura non è un dono del cielo per pochi eletti ma una cosa che tutti possono apprendere con il dovuto esercizio. Con questo chiudo scusandomi per l’impropria occupazione dello spazio del commenti.

#502 Comment By thyangel83 On 17 giugno 2012 @ 21:06

@ Yuki
Non mi sembra una occupazione indebita, né OT. Qui si discute proprio di questo, ovvero se l’editoria possa o meno puntare su “facili” fenomeni editoriali.
Non è OT, davvero. Il romanzo della Strazzulla si porta dietro l’invito a questa considerazione (e non solo quello della Strazzulla, ma anche altri).
Caro Yuki, il mio consiglio è di dimenticarti della tua età e cercare semplicemente dei buoni lettori esperti e – se puoi – un editor severo che ti guidino per vedere a che punto sei arrivato. Il problema vero NON è l’età di chi scrive, piuttosto che se poi uno molto giovane fa successo rischia di “montarsi la testa” e fermarsi lì, senza voler progredire. Ma da quanto dici l’umiltà giusta ce l’hai. Allora non tarparti le ali da solo, mettiti in gioco (ma supportato da persone serie) visto che altre persone (…) non esitano a farlo.

#503 Comment By Solvente On 18 giugno 2012 @ 13:43

Mi sembrava incompleto, pieno di errori che supererò solo con il tempo e con la pratica, preferendo il rischio di non pubblicare al pubblicare probabile spazzatura.

Yuki, è sicuramente un romanzo non adatto alla pubblicazione: a quindicenne non puoi avere la maturità tecnica necessaria per una forma di qualità, nè la maturità umana per creare contenuti originali per quanto riguarda la storia e lo spessore dei personaggi.
Hai l’età per imparare. Imparare la tecnica di scrittura; imparare la psicologia delle persone; imparare la vita.
Se leggi tanta narrativa, una buona quantità di manuali, osservi e studi anche le persone e il mondo come gira, se hai talento, tenacia e obiettività…tra una decina d’anni potrai scrivere qualcosa di valore.

#504 Comment By Greatad On 18 giugno 2012 @ 17:03

O.T.= @Yuki: nickname preso dall’omonima della Malinconia? Per caso è un libro di fantascienza-horror? =)

#505 Comment By Yuki On 18 giugno 2012 @ 17:03

Gli errori che si notano in molti altri romanzi di autori adolescenti, non riguardano solo i contenuti e lo stile (anzi come si è dimostrato con il libro di Sergio Rocca, la scrittura di un ragazzo può essere ben più scorrevole di quella di un adulto, ma basta anche leggere la lettera di H.Ellison all’inizio della recensione). Sono i dialoghi insulsi e i sentimenti. Un adolescente fa molta fatica a parlare di grandi amori senza che sembrino stucchevolezze in stile Moccia, avendo avuto solo esperienze con compagne/i di classe brufolose/i. L’unica alternativa è scoppiazare più o meno bene dalle scena d’amore in altri romanzi. Perciò non è solo questione di esperienza di scrittura, io, per esempio, scrivo dall’età di 8/9 anni (ovviamente puntando sempre a migliorare), ma anche esperienza di vita.
Ovvio, il libro della Strazzulla può essere considerato “decente” se confrontato con ciò che scrivono alcune adolescenti celebrolese (probabilmente il pubblico a cui il libro è rivolto). Probabilmente l’autrice deve essersi montata un po’ la testa dopo il complimento di una mamma/nonna/prof/compagna di banco/vecchietta del terzo piano, e ha ritenuto il suo uno scritto perfetto e futuro capolavoro.
Spero con tutto il cuore che cambi idea sul concetto di “scrittura”, perchè dire di essere nata già “impara” non è il giusto modo di migliorare….

#506 Comment By Yuki On 18 giugno 2012 @ 17:12

@greatad
Per il nick: in parte da Nagato della Malinconia, in parte dalla protagonista di Vampire Knight (un paio di anni ero intrippatissima ma ora non mi piace granchè), in generale è un soprannome che mi hanno affibiato alcuni miei amici.
Per il libro: è un fantascientifico, ma non horror (niente elfi almeno). Era nato come sceneggiatura per un manga, ma la ragazza che doveva disegnarlo (io sono totalmente negata) era talmente piena di impegni e di altri arretrati che non riusciva a combinarci qualcosa entro un anno o due. Allora ho riadattato la storia per farlo diventare un romanzo. Essenzialmente è un trip creato dal mio frullato celebrale al gusto di fragola e banana.

#507 Comment By Greatad On 18 giugno 2012 @ 18:36

Io invece di anni ne ho 19 e nutro anch’io il sogno di diventare un bravo autore fantasy. Mai scritto qualcosa che fosse da ritenere completo, anche solo a livello di trama, e il testo più lungo che ho scritto è una parodia incompleta delle cronache qualche anno fa, prima di scoprire gamberifantasy, ambientata dopo i fatti narrati nelle guerre… Non so, avevo mezza idea di postarlo su un sito di fanfiction, potrei farlo senza poi dovermene pentire 5 minuti dopo?
@Yuki: allora si prospetta divertente tal romanzo!

#508 Comment By Yuki On 18 giugno 2012 @ 19:10

@Greatad
Spero lo sia, dove deve esserlo ovviamente. Anzi nell’intenzione originale doveva essere una specie di parodia a fumetto sui clichè nella caratterizzazione dei personaggi di molti shonen/videogiochi negli ultimi anni (parlo di cose tipo D-Grey Man, Pandora Hearts,No.6, Kingdom Heart, Kuroshitsuji eccc…. Dove per protagonista c’è un ragazzino più o meno idiota che si mette nei casini, il coprotagonista figo che lo salva/gli fa da baby sitter, la ragazzina figa che finisce per essere odiata da tutti in quanto costituisce un ostacolo nelle fanfic tra i due sopracitati). Poi la storia ha preso una piega più seria, così come i personaggi principali, relegando la comicità ad alcuni personaggi secondari e tralasciando un poco l’elemento yaoi (nel senso che c’è, e non è fanservice in stile Strazzu)

#509 Comment By Hellfire On 20 giugno 2012 @ 12:54

@Yuki

visto che finalmente c’è qualcosa di fantascienza e non il solito fantasy, se ne potrebbe avere una copia? così, per curiosità.

(sì, siamo decisamente e mostruosamente off topic)

#510 Comment By Yuki On 21 giugno 2012 @ 12:59

@hellfire
Non credo, mi dispiace. Come dicevo prima molti punti sono da rifare o riscrivere (es. le descrizioni delle armi sono scritte moooolto da cani, perciò mi sto documentando). Però ho pensato ad una pubblicazione parziale o totale su un blog, in modo di raccogliere pareri e di modificare le parti sbagliate. E’ una buona idea secondo voi?

#511 Pingback By Recensione – Gli Eroi del Crepuscolo di Chiara Strazzulla « Gli Scribacchini On 4 luglio 2012 @ 15:27

[...] sviscerare l’intero tomo della Strazzulla: è già stato fatto molto bene da gamberetta qui. Tuttavia, vorrei portare la vostra attenzione su alcuni elementi che mi hanno colpito, tutti, e [...]

#512 Comment By Hyper On 15 settembre 2014 @ 15:50

Allora, premetto che seguo il blog da un bel po’ di tempo, ma non mi ero mai sentito di commentare (qualche problema mentale? Si forse, ma non importa).

Allora… Ammetto di essere un povero adolescente, che a 11/12 anni, aveva letto e “apprezzato” gli aborti della Troisi. Già un anno e mezzo dopo li avevo inquadrati per quello che erano, ma non importa.

Il punto del commento?
Porca miseria, non si può dire che questo sia un romanzo. E’ una fanfiction (di qualcosa partorito dalla mente dell’autrice) da 700 pagine!

Concordo su quanto in basso sia la Troisi nella scala della decenza, ma comunque più in alto di questa Strazzulla.

Non penso siano necessarie parole inutili per commentare questo schifo di libro, di cui ho PERFINO LETTO 150 PAGINE preso in prestito da mia cugina a cui lo hanno regalato (e per fortuna ha abbandonato dopo poco).

Ci tengo ad aggiungere una semplice cosa: mi dispiace come il concept della razza Elfica venga ripetutamente violentato dagli autori fantasy negli ultimi anni.
Mi infastidisce pesantemente vedere quelli che in Tolkien erano l’incarnazione dell’assenza di peccato ridotti a una manciata di improbabili spadaccini dalla sessualità ambigua.

Ultima nota: da giocatore di D&D (ove trovi il massimo dello stereotipo fantasy, ma ci piace così) trovo aberrante che qualcuno possa supporre che un elfo di 300 anni pensi come un sedicenne umano.
In quel mondo (o almeno come vorrebbe lo standard di D&D) gli orecchie a punta vengono considerati adulti a 100 ma raggiungono la maturità fisica E mentale a circa 25 anni (accettabile).

Sarà solo un gioco e non un romanzo, ma ha la sua logica. Nel mondo della Strazzulla e aborti simili dialoghi come questo possono essere possibili:
“Salve Claarad! Come è cresciuto bene il tuo piccolino. Cammini già piccolino? Che bravo! Quanti anni ha?”.
“80 tra 4 giorni!”.

Piango.

#513 Comment By Gianni On 9 marzo 2015 @ 22:37

Mi sto appassionando a queste recensioni. Sono divertenti e sono formative.
Prima ancora delle boiate tecniche (affondi inverosimili, distanze epiche di pochi chilometri) quelli che sono i peccati di questo libro son altri: personaggi deboli e tanta tanta roba non sfrondata, ridondante eccessiva e inutile alla storia.

Ho letto le centinaia di commenti e mi permetto di aggiungere…
Il fantasy non è necessariamente D&D (o simili) come ormai sembra si sia ridotto, anche se ho conosciuto master o arbitri che dir si voglia, le cui campagne erano definite e coerenti a livello di buona serie televisiva di Sky.
Gli Elfi di Tolkien non son puri di cuore affatto: la loro avventura nella Terra di Mezzo comincia con fratricidi e ruberie e prosegue con collere e tradimenti.

#514 Comment By Max On 19 marzo 2015 @ 06:18

Ho letto qualche recensione e anche io le trovo molto “formative” sbagliando s’impara dopotutto.
Avevo letto qualche recensione su questo blog qualche anno addietro ma avevo totalmente rimosso dalla mente questo sito, non perché non mi piaccia anzi.

Mi pongo una domanda però, in quale misura tutti coloro che sono immortali sono automaticamente “elfi”?
Detto questo beh, capelli biondi con treccine, amore per gioielli e candidi vestiti, per di più a quanto ne ho capito io hanno anche una pelle e un aspetto simile agli umani, non dimenticandosi della lunga vita si son elfi.
La mia era solo una domanda di pura curiosità.

#515 Comment By Hyper On 29 aprile 2015 @ 17:48

Gianni, ho usato DnD tanto per fare un esempio di fantasy classico che almeno 9 persone su 10 conoscono xD.

Comunque si, ho letto il Silmarillion, e in effetti mi sono espresso MOLTO male, ma ciò che intendevo è in rapporto agli esseri umani. Ora vado a memoria, ma gli Elfi sono impossibilitati dal compiere il Male, nel senso di schierarsi contro i Valar.
Diciamo che magari si ammazzano tra di loro, ma mai si vedrà un elfo che tradisce il suo popolo per sete di potere mettendosi al servizio del Male. Ma come ho detto, vado a memoria!

#516 Comment By Hyper On 29 aprile 2015 @ 17:52

Giustiziatemi per il doppio commento, ma non riesco/non so come modificare quello precedente (è possibile?) per aggiungere una cosa.
Il mio commento su DnD (ora lo ho riletto bene XD) era per dire come in un mondo “normale” in cui tutto funziona come nel nostro mondo (nello pseudomondo della Aranzulla non mi pare che ci si discosti molto dalla realtà, no?) una razza che impiega 3 secoli a svilupparsi è STRANO non si sia estinta.

P.S. Si, ora sto usando il mio nick mentre tempo fa ho commentato usando il mio nome. Mistero sul perché ho fatto così.

#517 Comment By Fyre On 6 luglio 2015 @ 22:50

In tutte le citazioni del libro mi salta all’occhio un mare di mostruosità che va oltre le tue (fantastiche ed accurate) segnalazioni: la punteggiatura. Una sola frase talvolta è di quattro parole, altre infinite. E i periodi di quest’ultime sono sempre collegati da preposizioni ricorrenti nella pagina, vagonate di virgole inutili, usi davvero impropri del punto e virgola. Una ragazzetta che sostiene di avere la scrittura nel sangue ha pubblicato un “libro” senza nemmeno conoscere le basi della composizione, quelle semplici regolette da quinta elementare! Rimango sconcertata…


URL dell'articolo: http://fantasy.gamberi.org/2008/07/03/il-crepuscolo-del-fantasy/

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