Non c’è gnocca per noi a Boscoquieto
![]() |
Titolo originale: Bryan di Boscoquieto nella Terra dei Mezzidemoni Autore: Federico Ghirardi Anno: 2008 Genere: Urban fantasy, fyccina erotica |
Il titolo di questo articolo è una citazione dal romanzo: Giò, amico di Bryan, esprime la sua preoccupazione per la scarsezza di belle ragazze a Boscoquieto. Preoccupazione condivisa un po’ da tutti, buoni e cattivi. Per fortuna basta spostarsi di qualche chilometro, fino a Laietto, per trovarla la gnocca. Meno male!
* * *
Com’era facile prevedere, Bryan di Boscoquieto nella Terra dei Mezzidemoni è un brutto romanzo. Più che un fantasy è una sorta di fyccina erotica, la trama è sconclusionata, le idee balorde, lo stile zoppicante. Non è però un romanzo del tutto orribile, l’assenza di determinati cliché (elfi, viaggio della compagnia, Bene & Male chiaramente definiti) lo rende almeno superiore a robe nate morte come Gli Eroi del Crepuscolo. E la scrittura, benché piena di errori, a tratti scorre con piacere e una certa passione.
Nel complesso peggio della “miglior” Troisi (Nihal della Terra del Vento), ma appunto non al livello infimo della Strazzu.
Prima di procedere con la consueta recensione educativa e sarcastica, vorrei provare a esporre un concetto “serio”. Chi non è interessato, può saltare avanti.
Un concetto serio Bryan di Boscoquieto danneggia tutti quanti perché occupa spazio. Le piccole case editrici, quelle senza distribuzione o quasi e che si affidano solo agli ordini online, fanno i salti di gioia se vendono 2-300 copie di un romanzo. Ma 300 copie di un romanzo non sono niente. Nel palazzo dove abito ci sono 300 persone: se prendo un mio scritto, lo fotocopio, e vado a bussare porta per porta in pratica ottengo lo stesso livello di “pubblicazione” che otterrei pubblicando con una casa editrice senza distribuzione. E questo non è pubblicare, non è rendere pubblico, non è al contempo esporre le proprie idee e divertire il prossimo, è solo perdere tempo. “Ma, ma Gamberetta, non capisci: la Newton Compton e le altre case editrici sono lì solo per denaro, cioè se le 10.000 copie le vendono per loro va tutto bene!” E allora? Qui è come se il condannato per omicidio si alzasse e spiegasse al giudice di non aver ucciso la sorella per sbaglio, no, l’ha proprio fatto apposta per prendersi l’eredità; e allora, d’accordo è assolto! Non me ne può fregare di meno se la Newton Compton insegue i suoi interessi. Gli interessi di milioni di lettori e il loro diritto a leggere opere degne è più importante del desiderio di quattro gatti alla Newton Compton di fare i soldi. O almeno dovrebbe esserlo in una società democratica. “Ma, ma Gamberetta, non capisci: decide il mercato!” Balle. Io penso che il “mercato” possa decidere, ma solo se tutti partono uguali. Bryan di Boscoquieto forse venderà uno sproposito, forse neanche una copia, ma una possibilità l’ha avuta, decine di migliaia di altri titoli no. Se Canale 5 trasmette in tutta Italia e Teleabruzzo21 nel raggio di pochi chilometri, non decide il “mercato”, decide tutta Italia contro pochi chilometri. “Ma, ma Gamberetta, non capisci: Bryan di Boscoquieto è stato stampato in così alto numero di copie proprio perché è strabello!!! Non solo per vendere, ma proprio perché è bellissimo!!!” E qui giunge l’utilità della recensione, perché quando si riempie un romanzo con le madornali stupidate che seguiranno, è davvero difficile parlare di “qualità”, qualunque parametro si voglia adottare. Ricapitolando: per pubblicare bisogna portare il proprio romanzo in libreria, in libreria lo spazio è poco, perciò ogni copia di un brutto romanzo in libreria danneggia tutti, perché sottrae spazio prezioso ad altre opere potenzialmente migliori.
Non hanno responsabilità solo le case editrici. Ma io non sono d’accordo, come molti fanno, a dare responsabilità ai lettori. È vero che la gente potrebbe adottare dei criteri di scelta più sofisticati di: “guarda, c’è un’elfa mezza nuda in copertina! Compro!”, ma in generale il ragionamento “se è stato pubblicato da Mondadori allora dev’essere bello”, dovrebbe poter essere giusto. Non è possibile diventare esperti di tutto. Una persona deve avere diritto a un servizio valido quando ne ha la necessità o il desiderio. Se vado al ristorante nessuno mi deve sputare nel piatto anche se non ho il palato fino per accorgermene, se vado dal dottore mi deve dare le medicine e non le pastiglie di zucchero, anche se non riuscirei a capire la differenza, se mi rivolgo a Mondadori devono essermi offerti romanzi validi, anche se il mio gusto non è particolarmente sviluppato. Se una persona ha il capriccio di provare a leggere un fantasy, deve trovarsi di fronte ottimi romanzi fra i quali scegliere, anche se, essendo magari la prima volta che esplora quel genere, non potrebbe capire che la Troisi scrive solo boiate. Ovviamente il problema non si risolverà mai sperando in un ravvedimento delle case editrici, lo so benissimo. La soluzione arriverà forse in futuro, con il superamento del libro fisico e la fine dei problemi di spazio. Nel frattempo però non fa male far notare la questione, e agire di conseguenza: non comprare se non libri che si è già letto con altri mezzi e sono piaciuti, e anche in quel caso favorire i canali con meno intermediari (in ordine di preferenza: pagare direttamente l’autore, acquistare al sito della casa editrice, acquistare via libreria online). |
La storia di Marta
La trama “ufficiale” di Bryan di Boscoquieto è a grandi linee questa: Bryan, un ragazzino che ha appena compiuto quattordici anni, va a trascorrere l’estate dai nonni, nel paesino di Boscoquieto. Qui, a fronte del risvegliarsi di uno Spirito maligno di sei secoli prima, scopre di non essere una persona comune, bensì di essere… una persona comune che può sparare raggi laser dalle mani e creare invisibili barriere di energia. Grazie a questi poteri e all’aiuto di Morpheus, un mezzodemone che ha deciso di allenarlo, Bryan riuscirà a sconfiggere lo Spirito e riportare la quiete a Boscoquieto.
Morpheus, ben impressionato, offrirà a Bryan la possibilità di entrare a far parte della “Baia”, un’organizzazione segreta impegnata a combattere i malvagi del mondo, incarnati dalla “Comunità” e dal suo misterioso leader, un tizio vestito di verde che si fa chiamare l’Insorta.
Bryan accetterà entusiasta con questo brillante ragionamento (testuali parole):
“Se diventerò un discepolo potrò aiutare gli altri e proteggere la gente comune dai demoni e da tutti i mostri del cazzo”.
Ma Bryan potrebbe scoprire che i Buoni e i Cattivi non sono quelli che lui crede… (e non lo so neanch’io perché il romanzo non è autoconclusivo ma il primo di enne nella saga di Bryan di Boscoquieto…)
Ryu di Street Fighter è come Bryan di Boscoquieto! O sarà il contrario?
In realtà una sconcertante parte del testo è dedicata non a queste faccende più o meno fantastiche ma alla gnocca. In particolare alla vicenda di Marta, una specie di sogno proibito di Bryan. Marta, poveraccia, ne subirà di tutti i colori, con la complicità dell’autore.
Chi è Marta? Il personaggio è delineato in maniera magistrale: 18 anni (ma ne dimostra forse uno-due di meno), capelli biondi color oro, occhi blu, seno prosperoso e bella in forma, come dichiara un personaggio dopo averle palpato il culo.
Altri tratti della personalità di Marta non ricordo siano illustrati, sarebbero in ogni caso superflui. Marta ha inoltre una sorta di potere magico: riesce sempre a finire nuda (anzi, tutta nuda, come giustamente specifica l’autore) o in mutande, qualunque sia la situazione. Sembra quasi sia allergica ai vestiti. Senza contare poi che è “una giovane piuttosto scollata”, e posso assicurare sia un dramma essere piuttosto scollate: se non stai attenta ti cadono le dita delle mani, o ti perdi il naso per strada senza neanche accorgertene. Se non hai in borsa l’attaccatutto è un disastro.
Bryan è cotto di Marta, e lei non perde occasione per strusciarglisi contro, purtroppo però non lo considera un amante degno, abituata com’è a bulli di periferia e demoni violentatori, lo considera solo come un amico ragazzino, ma per questo la pagherà cara…
Per avere idea di come il tema “amoroso” sia intrecciato con il romanzo (e per molti versi lo soffochi), si può prendere la lunghissima scena nella quale Bryan e Marta stanno scendendo nei meandri della tana dello Spirito. Ho ampiamente tagliato, ma i miei lettori infoiati (ciao Duca!) non si preoccupino: le parti più succose le ho lasciate. Sigh.
[Bryan e Marta stanno percorrendo un corridoio nella base sotterranea dello Spirito. Mano nella mano e torce accese perché c'è completa oscurità]
La mano [di Marta] abbandonò la sua, sfilandosi velocemente dalle sue dita.
«Marta?», Bryan si volse, ma vide solo un’ombra sparire dietro la curva del cunicolo. La torcia della ragazza era a terra, spenta.
[Bryan parte all'inseguimento]
Gabriele [il "secondo in comando" dello Spirito] aveva preso Marta, l’aveva sollevata di peso ed era fuggito via.
La ragazza scalciava e si dimenava, ma la forza dell’altro era nettamente superiore alla sua. Tornarono alla stanza nella quale si era svolto il rito e Gabriele imboccò il cunicolo a destra. Era tutto buio, ma lui non aveva bisogno di vedere con gli occhi.
[Gabriele ha avuto l'improvviso impulso di violentare Marta: a lei capita spesso]
«Non farlo», lo supplicò la ragazza, mentre le lacrime le bagnavano le guance. «Sei ancora in tempo per…».
L’altro la bloccò con uno sguardo di ghiaccio. «Per che cosa? [...]»
«Non farmi questo».
«Non prenderla come una cosa personale. Se devo essere sincero, non sono interessato a te, ma per adesso sei l’unica donna disponibile sulla piazza e quindi ci si deve accontentare. Capisci no?».
Marta avrebbe voluto scoppiare a piangere, ma si contenne perché sapeva che non avrebbe fatto altro che partecipare al suo gioco.
[Bryan intanto combatte contro mostri sacrificabili che gli hanno bloccato la strada]
«Be’, per il momento torniamo a noi. Sei silenziosa», osservò, continuando a trattenere il collo della ragazza. «Hai paura?».
Marta non gli diede la soddisfazione di una risposta. Gabriele le sfilò i pantaloni dai piedi e li gettò via; rimase qualche secondo a rimirare le gambe della ragazza.
[Gabriele rimane in estasi ancora per po'...]
«Ehi», esordì [Marta] con tono dolce. «Non preferiresti che io facessi questa cosa di mia spontanea volontà?»
«Be’… sì», borbottò Gabriele, allentando la presa al collo della ragazza.
Marta gli rivolse un sorriso tirato. «Allora liberami».
Gabriele la lasciò andare e si sedette. Marta si tirò su e s’inginocchiò.
[Marta esita, finché...]
Marta gettò la vestaglia, che si andò ad accartocciare vicino ai jeans, e rimase tutta nuda a parte il pube. Sorrise debolmente a Gabriele e gli si avvicinò di qualche centimetro.
[Marta esita di nuovo e Gabriele sta per spazientirsi, allora lei...]
Marta levò in aria la mano che aveva tenuto dietro la schiena, nella quale reggeva un sasso grosso quanto un pugno. Vibrò un colpo alla nuca dell’ignaro Gabriele, che spalancò la bocca e cacciò un terribile grido.
La ragazza si alzò e volse le spalle alla creatura che si lamentava e le lanciava mille imprecazioni. [...] Iniziò a correre per allontanarsi il più possibile da Gabriele, perché se fosse riuscito a prenderla una seconda volta…
[Bryan intanto combatte]
Marta correva nel buio del tunnel di pietra. I passi di Gabriele riecheggiavano dietro di lei, preceduti dalle sue bestemmie.
“Ti prego”, supplicò la ragazza, “fai che non mi prenda”. Si concesse un breve sguardo indietro e vide l’ombra dell’inseguitore, proiettata dalle fiaccole poste a intervalli regolari lungo le pareti. Se non ci fossero stati nemmeno quei lumi, non avrebbe avuto alcuna speranza di scappare.
[Ma Gabriele l'acchiappa]
Raggiunsero lo spiazzo e Gabriele la condusse dove si erano appostati prima, vicino ai vestiti della ragazza.
«Sdraiati», comandò. Marta distese la schiena nuda sulla roccia e venne percorsa dai fremiti del gelo. «Bene, bene così», annuì Gabriele, abbassandosi per la seconda volta i pantaloni.
[Elucubrazioni varie]
«Non farmi male», lo implorò, pur sapendo che ogni supplica era ormai vana.
Gabriele si portò una mano alla nuca e mostrò alla ragazza le dita sporche di sangue che si ripulì sul suo ventre contratto. Marta osservò inorridita la propria pancia sporca di sangue e poi tornò a rivolgere lo sguardo a Gabriele, che la guardava con occhi glaciali e con un ghigno diabolico.
«Mi hai fatto male e non avresti dovuto. Io ero il solo che ti separava da Elias [lo Spirito] e dal diventare sua schiava».
Gabriele la girò sottosopra con un unico brusco movimento. Marta gemette per il pietrisco che le pungeva pancia e seni. Strillò quando una mano si abbatté con cattiveria sul suo posteriore e ricominciò a piangere, per l’umiliazione più che per il dolore. Poi una seconda sculacciata, una terza e una quarta.
«Ti stai arrossando», osservò compiaciuto Gabriele, abbassando per la quinta volta la mano. Questa volta colpì così forte che lo schiocco che seguì rimbombò in tutto il locale di roccia. «Spero che ti basti la lezione».
«S-sì», bofonchiò la ragazza, asciugandosi le lacrime con il dorso di una mano.
«Non ti agitare», la ammonì. Le passò dietro e le cinse il ventre con le braccia. La sollevò con brutalità e le ordinò di rimanere sulle ginocchia. «Sei pronta?», gracchiò.
Marta artigliò la terra con le dita, chiuse gli occhi e strinse le labbra per costringersi a non urlarle.
C’è un po’ di tutto: Gabriele che riesce letteralmente a strappare di mano Marta a Bryan senza che questi se ne accorga, l’incoerenza in grassetto sul pianto, il fatto che la base sotterranea è immersa nell’oscurità tranne che per il corridoio che Marta deve fare di corsa tutta nuda (se corre al buio chi la guarda?), e una tristissima sequenza finale.
Gabriele, che non sarà il Cattivo con la C maiuscola, ma, per citare una sua precedente “impresa”, aveva appena accoltellato un gruppo di vecchietti nel sonno, guarda Marta “con occhi glaciali e con un ghigno diabolico” e poi… la sculaccia. Gegnale. Sì, è umiliante per Marta, ma lo è uguale per il lettore e anche per il povero Gabriele che non si merita dopo 600 anni di nequizie di diventare pupazzo delle fantasie adolescenziali del Ghirardi.
E non è finita qui. Perché a questo punto interviene Bryan, nel frattempo anche lui denudatosi, e con un raggio laser stende Gabriele, salvando Marta. Marta gli si butta al collo, ma dura un attimo, poi lei è di nuovo solo affari, perché c’è ancora lo Spirito da sconfiggere e:
Marta gli porse i pantaloni.
Bryan scosse il capo. «Sono i tuoi».
Marta inarcò un sopracciglio e gli rivolse un’occhiata complice. «Ti serviranno per contenere la tua virilità. Non vorrei farti cascare dalle nuvole, ma lo Spirito è ancora qua in circolazione»
Francamente non vedevo il problema per Bryan di combattere con un’erezione in bella vista, non sarebbe stato episodio più scemo del resto.
Com’è che anche Bryan è senza vestiti? Perché a questo punto si scopre che lui è Lui: il Prescelto, il Numero Uno, Gesù Bambino, il Duce, Er Mejo, l’Erede, e in quanto tale ha un super potere extra, ovvero è in grado di diventare immateriale quando qualcuno lo sta per ammazzare. I mostri lo stavano per uccidere, ma Bryan, in maniera inconscia, ha usato questo suo potere della fantasmificazione ed è riuscito a scappare. Peccato che i vestiti siano rimasti indietro.
Dopo la battaglia Bryan e Marta vivono un periodo di felicità assieme, ma come detto, lei lo considera solo un amico, tanto che un giorno gli comunica che si è trovata un fidanzato, tale David. La reazione di Bryan è nihalesca:
Si ritrovò nel letto, con la testa affondata nel cuscino impregnato di lacrime. Un braccio era disteso, come pietrificato, lungo il corpo. Provò a muoverlo ma non ci riuscì, allora lo lasciò lì com’era. Tutto era vago e indefinito, come se si fosse appena risvegliato da un incubo. Si rialzò, barcollante, sollevò il braccio sano e mollò un pugno al muro, spellandosi le nocche. Poi, tenendosi il braccio dolorante che al minimo spostamento gli inviava fitte tremende, si avviò verso il bagno, con la vista annebbiata dal pianto. Completò il percorso in quattro tappe e vomitò nella tazza del water. Rimase inginocchiato sul pavimento freddo, con la fronte appoggiata all’asse fino a quando non lo raggiunse sua madre.
«Bryan! Che diavolo ti succede? Che hai fatto?».
Bryan mugugnò e si lasciò cadere indietro, sbattendo contro il mobiletto sottostante la lavabo.
Sarà che anche i veri uomini piangono, ma personalmente cominciano un po’ a stufarmi tutti questi protagonisti dalla lacrima facile. Ma forse Bryan è così sconvolto perché preoccupato per Marta, in fondo l’aveva avvertita che solo lui avrebbe potuto proteggerla.
Poco tempo dopo è visitato da questo bel sogno a occhi aperti:
Gionata si fermò appena raggiunte le ombre che sembravano immobili e cristallizzate. Marta aveva gli occhi velati dal terrore e invocava Bryan. Giò le strappò di dosso la gonna e la gettò a terra, dove affondò in un basso strato di nebbia.
«Non farlo!», gridò Bryan, continuando a sforzarsi di raggiungerli. Ormai la sua parte razionale si era accorta che non avrebbe potuto arrivare, ma lui la zittiva e non smetteva di tentare.
Gionata le strappò anche la camicia, facendo saltare via tutti i bottoni, e la buttò sul pavimento.
«Non ti azzardare!».
Gionata lo guardò divertito e fece scivolare le mani dietro le coppe del reggiseno, sugli abbondanti globi carnosi.[sic] Marta strillò.
«Lasciala andare, figlio di puttana!».
L’ombra del suo amico fece scendere la mano sinistra sotto il tanga rosso della ragazza. Il ragazzo vedeva le sue dita che si agitavano sotto la stoffa e notò lo sguardo acquoso di Marta, che subito dopo cominciò a gemere. Gionata inclinò la testa e le lasciò il segno arrossato di un succhiotto sul collo. La fece voltare con forza verso di lui e le insinuò in bocca la sua lingua demoniaca.
«Te lo impedirò! Te lo impedirò!». Ma per quanto Bryan si affaticasse e per quanto avanzasse, la distanza non diminuiva mai.
Gionata era sempre più divertito dai suoi vani sforzi. Estrasse la mano dalle mutande e la sfregò sul ventre di Marta, che rabbrividì e chiamò ancora Bryan.
«Non puoi farlo. So che da qualche parte ci sei ancora tu, Giò, e ti supplico di non farlo».
Gionata gli rise in faccia e costrinse Marta ad abbassare la schiena. Bryan si accorse che Giò non era nemmeno vestito.
«Ti prego, Bryan!», strillò Marta.
«Questo è per te, Bryan», disse Gionata, penetrando senza alcun indugio la ragazza curva, per metà avvolta nella nebbia. Marta strillò e spalancò gli occhi e la bocca.
Bryan gridò, gridò e gridò ancora fino a consumare tutto l’ossigeno dei polmoni; intanto continuava a cercare di raggiungerli, ma non riusciva nemmeno a capire se fossero i suoi piedi a essere ancorati, oppure il suolo gli scorreva via. Marta singhiozzava e ansimava, mentre Gionata si muoveva dietro di lei, mantenendo un’espressione di dura e impassibile follia.
Più avanti si scoprirà che Marta è stata violentata sul serio, e anzi ha passato diversi mesi in qualità di schiava sessuale di un Cattivo. Così la stronza impara a non mettersi con l’unico che poteva proteggerla!
Prima, dopo e durante, Marta è ancora il motore del romanzo, sebbene non più protagonista di scene così “pregevoli”. Solo normali molestie e pesanti allusioni.
Dove finisce Marta, non termina il porno. Per esempio la scena che conclude il romanzo vede questo tizio, l’Insorta, fare sesso con un personaggio mai visto prima, tanto per, senza che abbia alcuna importanza per la storia. In altri punti il sesso ha invece importanza, in una maniera che definire ridicola è poco.
In questa scena Bryan deve battersi contro le quattro cinture nere della locale palestra di Kung Fu e contro quattro donne ninja. Gli otto tizi sono però sotto l’effetto di un incantesimo e sono in pratica invulnerabili. Come risolve la faccenda Bryan? Così:
Gli altri otto lottatori erano tutti in piedi e pronti ad attaccarlo. Bryan corse incontro all’uomo che gli era più vicino, gli artigliò i pantaloni dalle tasche e lì tirò giù. L’uomo rimase interdetto e non seppe come reagire quando il ragazzo gli abbassò anche le mutande. Bryan, chinato, si accorse che gli altri lo avevano circondato. Si rialzò e rapidissimo denudò le parti basse degli altri uomini, sfruttando la loro perplessità.
[...]
Bryan imprecò, poi afferrò il braccio magro e forte di una delle donne, e lo torse. Allontanò gli altri con dei calci piazzati all’inguine e alle ginocchia e mantenne la presa sulla donna, incurvata davanti a lui.
«Avete bisogno di un ulteriore stimolo», sussurrò. Sempre tenendola bloccata per un braccio, le afferrò il bordo dei pantaloni e lo strattonò verso il basso, mettendo alla luce le gambe longilinee e sudate. Solo un perizoma rosso le copriva la parte intima. Bryan fece passare due dita dietro all’elastico e anche l’ultima copertura calò. Qualcuno lo colpì al capo, costringendolo a spingere via la giovane, che si scontrò con uno degli uomini. Nel frattempo Bryan venne colpito alle costole, avvertì uno scoppio di dolore e ruzzolò sulla strada.
[...]
L’ultima cosa che Bryan vide prima di chiudere gli occhi fu una scarpa che gli pioveva sulla faccia. Si preparò all’impatto, immaginando la propria testa ridotta in pezzi. Ma il colpo non arrivò. Il ragazzo riaprì cautamente gli occhi e si accorse che gli aggressori guardavano altrove e non lo degnavano più d’alcuna attenzione. Ne approfittò per sgusciare via, si alzò e capì cosa li aveva interessati.
La donna era appoggiata a terra sulle ginocchia e l’uomo si muoveva ritmicamente dietro di lei, tenendo le mani premute contro le sue natiche. I loro versi, da ringhi divennero bestiali gemiti di piacere. I loro compagni distolsero quel che rimaneva dell’attenzione dal ragazzo e si dedicarono alle donne.
In breve la banda di aggressori divenne un groviglio di membra e una fornace di lamenti.
Il problema qui è che se fosse stata una qualche parodia, tipo Il Signore dei Tranelli o Aerosol, il fratello furbo di Eragon non avrei avuto niente da dire, ma Bryan di Boscoquieto non è una parodia. Il romanzo ha, nonostante gli estratti, un tono per la buona parte serio, e l’(auto)ironia è minima.
Copertina di Aerosol, il fratello furbo di Eragon
I momenti volutamente “umoristici” poi sono di rara eleganza. Il mio preferito è questo:
[Bryan] Riprese a camminare. Il gruppo di Prigionieri [i Prigionieri del Bosco – esseri umani trasformati in mostri] era un’ombra che stava gradualmente svanendo fra gli arbusti.
«Perché sono uscito? Perché ho voluto seguir… Merda!», esclamò in un sussurro e subito sollevò il piede inzaccherato dalle feci. “Chi ha portato il cane a cagare…?” Esaminò gli escrementi con maggior attenzione e si accorse che erano umani. “Ecco perché si sono fermati! Ma porca…”.
Tutto questo miscuglio perverso-demente-goliardico-adolescenziale è divertente? In un modo cretino, a tratti sì. Vale 10 euro? Manco per sbaglio. Ha qualcosa ha che fare con il fantasy? Neanche per idea.
Per chiudere in bellezza questa sezione, vi lascio a Sarah Michelle Gellar (Buffy) che nei panni di Krysta Now canta Teen Horniness is not a Crime dalla colonna sonora del film Southland Tales (guardatelo! Nuove bizzarrie e “misticismo quantistico” da Richard Kelly, già regista di Donnie Darko).
Audio clip: é necessario Adobe Flash Player (versione 9 o superiore) per riprodurre questa traccia audio. Scarica qui l’ultima versione. Devi inoltre avere attivato il JavaScript nel tuo browser.
La licenza elementare
Come ripeto sempre, prima di scrivere un fantasy bisogna documentarsi, perché solo ambientazioni e situazioni ben ricercate possono suonare verosimili. Devo aggiungere una postilla: è probabile sia necessario aver completato con successo almeno le scuole elementari. In confronto a Bryan di Boscoquieto i problemi che assillavano la Troisi paiono astrofisica. Il Ghirardi ha difficoltà a contare fino a dieci…
«Una serratura a combinazione», mormorò, puntando la torcia sulla parte superiore della valigia. «Cinque posti e dieci numeri. Morpheus deve averci lasciato un qualche indizio. Non è possibile andare a caso…», continuò, parlando fra sé e sé. «Cinque alla decima». A conti fatti, si trattava di 9.765.625 differenti possibilità. Era stato suo padre a insegnargli il modo di calcolare le probabilità, elevando il numero delle cifre possibili (cinque) a quello dei numeri utilizzabili (dieci).
Ora, se tu hai un posto e dieci cifre (0 – 9) quante combinazioni ci saranno? Nessuno? 10, esatto! Brava Nihal! Se hai due posti e dieci cifre, quante combinazioni ci saranno? Da 0 a 99, 10×10, 100! Con tre posti da 0 a 999, 1000. Con quattro posti 10.000. Con cinque posti 100.000. Secondo il Ghirardi invece sono 9.765.625! Ma LOL, questa è roba appunto da elementari!
Il bello è che c’è anche mezzo paragrafo d’inforigurgito in cui l’autore spiega compiaciuto come calcolare in modo sbagliato le probabilità (che tali non sono perché sono combinazioni). E qui mi rivolgo anche alla Newton Compton nella figura dell’editor o di altro responsabile: capisco che non vi freghi niente della qualità di quello che pubblicate purché venda, ma rendetevi conto che non sapere neanche contare fino a 10 non è un bel biglietto da visita.
Con queste Self-Teaching Math Machines persino Ghirardi e il suo editor potrebbero imparare l’aritmetica!
E non c’è solo questo, la serie degli strafalcioni comprendere il considerare la Grande Guerra la Seconda Guerra Mondiale invece della Prima, lo sbagliare di almeno un secolo la data d’introduzione in Europa della polvere da sparo, il mostrare un personaggio che pensa di poter far esplodere il C4 con un accendino e altre assurdità simili.
Mi torna in mente quell’articolo del Corriere di qualche mese fa, quello sui nipotini di Tolkien(sic); iniziava in questo modo: “Fantasy di casa nostra. Sono arrivati i nipotini di Tolkien, ragazzi giovanissimi (sorpresa: anche italiani), dalle solide basi culturali, capaci di parlare ai loro coetanei [...]” Sì, basi culturali solidissime, di marzapane! Complimentoni anche al giornalista del Corriere.
E poi ci sono quelli che vanno in giro a dire scempiaggini del tipo: “sì, ma leggere un libro anche se brutto è pur sempre leggere. Leggere è sempre meglio”. Sempre meglio di cosa? Prendere a testate un’incudine? Ci sono ben poche attività che siano più inutili e diseducative di leggere Bryan di Boscoquieto.
Lo stile
Come avete potuto constatare dagli estratti lo stile è decente. Non manca però di una lunga serie di difetti a vari livelli. Uno dei più ricorrenti è il punto di vista traballante. Si va da errori macroscopici (tipo quando un personaggio morente sta ricordando la sua cattura e riesce a ricordare anche scene a cui non ha preso parte) ad altri meno rilevanti ma che alla lunga danno fastidio, esempio:
[1] Elias si alzò e guardò stancamente davanti a sé. La casa gli sembrava meno distante ora. Ogni passo gli era costato un enorme sforzo, però riuscì a trascinarsi fino a raggiungere la porta, bussò e vi accasciò contro.
[2] «Chi è?», la voce irritata di un uomo preoccupato rispose ai colpi di Elias.
[3] Nessuno rispose.
[4] L’uomo tolse l’asse di legno che aveva messo sulla porta per sbarrare l’uscio. Elias crollò e venne sostenuto dalle sue forti braccia [...]
Nella frase [1] il punto di vista è di Elias. Alla [2] comincia a vacillare (perché è strano che Elias ridotto com’è riesca a cogliere la sfumatura di irritazione dovuta a preoccupazione in una voce – sembra che da Elias si scivoli verso il Narratore). Alla [3] c’è il problema: il lettore è ancora più o meno con Elias, e dunque si aspetta un: “Elias non rispose”, “lui non rispose”, o anche solo “non rispose”, quel “Nessuno” sposta il punto di vista, tra l’altro a un personaggio che non abbiamo ancora incontrato, il che crea disagio. Alla [4] il punto di vista è dell’uomo dietro la porta.
Questi piccoli “fastidi”, che costringono magari a rileggere più volte una frase o un paragrafo, non sono difetti mortali, ma accumulandosi pian piano rendono la lettura faticosa e portano alla noia. Inutile dire che non ci sarebbe voluto molto per eliminarli in fase di editing.
Così come l’editor avrebbe dovuto tagliare decine di pagine piene di particolari inutili. Roba di questo tipo:
[Bryan] Entrò in casa sbadigliando e borbottando sottovoce. Salì al piano superiore e si lavò le mani. Lasciò il libro in bagno, sul ripiano dei cosmetici, e andò a mangiare. Un piatto di maccheroni fumanti era già pronto in tavola e la grattugia era accanto, ad attendere soltanto lui per una sventagliata di formaggio. Squillò il telefono quando arrivarono al secondo, ovvero carne di maiale grigliata e spinaci. Bryan si alzò e andò a rispondere al cordless appoggiato sulla scrivania in salotto. Attese un paio di secondi con il telefono in mano prima di premere il tasto che avrebbe attivato la comunicazione. Il suo pensiero era rivolto a Gionata.
«Pronto?»
«Ehi, Bryan».
«Ciao, Giò», lo salutò Bryan sogghignando. «Ho indovinato», diceva la sua espressione tronfia.
Questo livello di dettaglio non è di per sé sbagliato. Se Bryan stesse descrivendo un pranzo al Palazzo della Regina dei Dogorroni potremmo essere interessati a scoprire quali portate ci sono e da quali contorni è accompagno lo gnomo allo spiedo. Ma purtroppo non è così, questo è un frammento di vita quotidiana che ognuno può immaginarsi senza leggerlo e che non ha alcuna rilevanza per la storia. Come detto ci sono decine di pagine di “vita quotidiana” scritte così: una noia abissale.
L’uso del linguaggio è spesso approssimativo. Si va da obbrobri del tipo: “I paesani sono ancora riuniti per assistere allo spettacolo offerto dalla sua morte in diretta, minuto per minuto.” con punto di vista un personaggio del XV secolo – mi chiedo se i paesani siano in regola col canone –, all’aggettivazione eccessiva, specie per quanto riguarda i possessivi “La legna sotto i suoi piedi prende fuoco e le dita dei suoi piedi cominciarono ad ardere.”, fino alle frasi di gusto Troisi: “Bryan non poteva permettere che entrassero. Avrebbero ucciso tutti, trasformando i superstiti in altri servitori dello Spirito.” Uhm… “cazzarola!” come dice la madre di Bryan. E infine ci sono i nomi stessi; senza una buona ragione, in Italia nel XV e XX secolo, abbiamo mischiati: Bryan, Bob, David, John e Josh con Massimo, Viviana, Marta, Walter e Giuseppe. Sarà.
Ci sono poi le solite quisquiglie, che ormai devo dare per scontate parlando di fantasy italiano, cioè le incoerenze: un mercante non denuncia un tizio all’Inquisizione perché vuole dirigere la tortura di persona, ma quando il torturatore sta per cominciare, il mercante se ne va a pranzo. Un personaggio è stecchito a pagina tale e grida incitamenti poche pagine dopo. Si entra dal piano terra di un palazzo, si scende con un ascensore e si ci ritrova all’ottavo piano, con il rischio di sfracellarsi cadendo dalla finestra. Quattro donne ninja diventano cinque per sbaglio e poi tornano quattro. E così via.
Nonostante questo, lo stile del Ghirardi non è così atroce come quello di altri. Anzi, diverse pagine scorrono con la dovuta scioltezza, sebbene sia difficile emozionarsi. Anche quando il punto di vista si mantiene ravvicinato e focalizzato su Bryan l’empatia non scatta, il personaggio è troppo piatto e monocorde.
Lasciando Boscoquieto
Dieci euro buttati, ma si sapeva. Purtroppo per il Ghirardi anche nel campo dell’involontariamente demente la Troisi di Nihal rimane inarrivabile, anche se sotto questo aspetto lui si avvicina. È frenato dalle lunghe parentesi di vita quotidiana di Bryan, che rallentano troppo il ritmo e rendono la lettura farraginosa. Gli elementi fantastici sono da una parte banali, dall’altra inverosimili. Non ci sono elfi, e questo è un pregio, ma siamo lontani da situazioni originali. L’ossessione per la gnocca di buona parte dei personaggi non è divertente in un romanzo che vuole essere preso sul serio.
Gli unici due aspetti passabili sono l’ambiguità morale e uno stile che pur con i suoi limiti non è da buttar via.
Non si può neanche invocare la difesa d’ufficio del romanzo “per ragazzi”. Qui abbiamo sesso esplicito (neanche consensuale), violenza (comprese scene che scivolano nel gore, tipo quando un personaggio si cava un occhio con un cucchiaio), e lezioni di matematica sbagliate: non credo che con queste qualità possa rientrare nel “per ragazzi”. O sì? Probabilmente il “per ragazzi” è come “fantasy”: una categoria-calderone in cui mettere tutta la spazzatura che però lì buttata non può più essere sottoposta a critica, perché i “ragazzi” sono scemi.
Come al solito la casa editrice ha aiutato l’autore poco esperto con un bell’editing così-come-capita. È probabile non sia neanche un caso d’incapacità (per quanto disprezzi gli editor italiani, quanti editor non sanno contare fino a dieci?), ma proprio di completo menefreghismo. Tanto chi controlla?
E non posso dar torto alla Newton Compton: un editing adeguato, la coerenza, la scrittura scorrevole senza intoppi, e quant’altro sono particolari inutili. Non è questo che interessa al pubblico del fantasy. E il pubblico ha sempre ragione. O qualcosa del genere.
L’appuntamento con altri fantasy italiani che partono con queste premesse è per il prossimo Natale, uno all’anno è sufficiente.
Il Coniglietto Grumo si era un po’ ripreso negli ultimi mesi, poi ha letto Bryan di Boscoquieto: è ripiombato nella depressione. È molto triste, e dice che gli sembra di stare tutto il tempo chiuso in gabbia
Approfondimenti:
Bryan di Boscoquieto su iBS.it
Bryan di Boscoquieto presso il sito dell’editore
Il video di una presentazione
Il sito di Federico Ghirardi
Un’intervista a Federico Ghirardi
Il sito dell’Associazione Italiana Editori
Il Signore dei Tranelli su iBS.it
Aerosol su iBS.it
Richard Kelly su Wikipedia
Giudizio:
Certe situazioni sono così sceme da sfiorare il divertimento. +1 | -1 Certe altre invece sono così sceme da dar fastidio. |
Lo stile non è sempre da buttar via… +1 | -1 …ma da buttar via in un sacco di occasioni. |
Ambiguità morale. +1 | -1 Più che un fantasy è una fyccina degenere. |
-1 Personaggi piatti, animati solo dalla prospettiva della gnocca. | |
-1 Elementi fantastici banali e inverosimili. | |
-1 Strafalcioni in ogni ambito. | |
-1 Trama sconclusionata. | |
-1 Noioso per lunghi tratti. | |
-1 Ironia assente o quasi, e quando c’è non fa ridere. | |
-1 Dieci euro buttati e non è neppure un romanzo autoconclusivo. | |
-1 10.000 copie di ‘sta roba intasano le librerie. |
Scritto da Gamberetta •
Gamberolink •
Lascia un Commento » •
Feed dei commenti a questo articolo •
Questo articolo in versione stampabile
• Donazioni
31 gennaio 2016 alle 14:06
[…] sempre bene se non sia il caso di tagliare. Nel famigerato Bryan di Boscoquieto, l’autore compie l’errore di mostrare l’inutile, indugiando sulle minuzie della vita […]
31 dicembre 2015 alle 02:42
Interessante recensione, al solito.
Molto interessante anche il lato meno umoristico, relativo al mercato, alle opportunità e alla quantità di spazio (e alberi) sprecato. Dagli estratti mi è sembrato di rivedere un misto tra videogames vari e Dragonball…
E visto la data in cui scrivo: buon anno nuovo.
16 dicembre 2013 alle 15:09
[…] un concentrato di emozioni e bravura, e io vi consiglio senza riserve di leggerlo: altro che Bryan di Stograncazzo Boscoquieto >.< A mio parere il libro non ha lati negativi, a parte forse qualche costruzione stentata […]
22 luglio 2012 alle 23:34
[...] dell’artista, proteggendolo dal rischio di plagio. Eppure, una proposta di Gamberetta (“Un concetto serio“) mi è piaciuta molto : l’autore esordiente mette in libera circolazione la sua opera, [...]
4 luglio 2012 alle 17:49
Piccolo errore nel paragrafo “la licenza elementare”: non si tratta di combinazioni bensì di disposizioni. La differenza è che nella combinazione non è importante l’ordine degli elementi mentre nella disposizione sì. Se nelle valige si usassero le combinazioni non ci sarebbe differenza fra lo scrivere 100 o lo scrivere 001
21 maggio 2012 alle 16:59
[...] nuova. A proposito di descrizioni, Mariani ne è quasi allergico (quasi quanto Marta ai vestiti, in Bryan): ciò rende la narrazione più dinamica… e meno comprensibile. Ammetto di aver saltato [...]
22 maggio 2011 alle 22:51
Tutto ciò è estremamente imbarazzante.
27 aprile 2011 alle 23:17
@maria: appunto, è quello che dicono a chiunque. Poi pubblicano chi pare a loro (leggi: raccomandati), fregandosene del primo, secondo o terzo capitolo.
27 aprile 2011 alle 10:33
Questo non cambia che il Ghirardi sia figlio di quella lì di Geronimo Stilton o qualcosa di simile.
Su Massacri Fantasy c’è l’articolo in merito, quindi primo capitolo o meno è del tutto irrilevante.
27 aprile 2011 alle 09:21
@ lilyj: no, quello te lo dico per esperienza: quando un mio amico voleva pubblicare un libro, gli editori gli hanno detto di dargli solo il primo capitolo…
27 aprile 2011 alle 00:03
No, esistono anche in In senso inverso di Dick e in Cronomoto di Ballard (entrambi migliori di Benjamin Button :D)
26 aprile 2011 alle 23:29
@Maria: credo che la storia del “se piace il primo capitolo ti prendono etc.” sia una favola che gli editori raccontano agli aspiranti scribacchini. In libreria si trovano cagate pazzesche fin dalla prima pagina, quindi direi che il discorso non regge.
26 aprile 2011 alle 23:21
@Anna
“Ho il meglio di Schwarzenegger e Gandhi, la mente del primo e il fisico del secondo” (Rat-Man).
Non l’ho dimenticato, ma sarebbe risultato ridodante ed inutile come “giovane ragazzo” (i ragazzi vecchi esistono solo ne: “Il curioso caso di Benjamin Button”).
Per fare in modo che la frecciata satirica arrivasse al punto nel minor tempo possibile ho dovuto omettere questi due particolari, altrimenti l’effetto ilare non avrebbe colpito con la stessa efficacia. Ho notato che più informazioni aggiungi ad una battuta, meno questa sarà efficace nel provocare la reazione sperata nel ricevente.
Come buffone comunque sono lieto di averti strappato un sorriso. ^^
26 aprile 2011 alle 21:21
@Anna.
Mi spiace, non l’ho letto.
26 aprile 2011 alle 19:00
@ Feleset: quoto. Anche io pubblicherei delle atrocità del genere, basta che mi danno da mangiare ( e credo che Ghirardi pensi che le sue siano capolavori).
Il problema sono le case che li pubblicano.
E non veniamoci a dire che li pubblicano perchè è quello che gli passa il convento, perchè da loro passano ogni anno centinaia di autori e di sicuro ce ne sono di molto meglio….secondo me va molto a fortuna: considerate che loro devono leggere il primo capitolo e se gli piace, prendono il resto; quindi, se un autore fa il primo capitolo brutto, loro buttano tutto, anche se poi il resto è molto meglio…
@ Alberello: ti sei dimenticato “bel esame”: si scrive “bell’esame” (è un’eccezione)!^^ per tutto il resto…XDDDD
26 aprile 2011 alle 18:50
Io personalmente ho comprato il romanzo perché il proprietario della libreria era un amico di Ghirardi e mi ha detto che trattava di “tematiche che erano molto importanti per i giovani”…peccato che non mi abbia specificato quali fossero…. ;-D
Arrivata a casa, apro il libro ad una pagina a caso (come faccio di solito)per capire che stile usa lo scrittore)e mi trovo a leggere di una scena inverosimile: una tipa, tale Marta era sdraiata nuda sul protagonista e non si ricordava niente!
Solo dopo scopre di essere stata impossessata da una specie di demone che voleva fare sesso con Bryan…
Inutile dire che lo ho subito lasciato stare…
@Alberello: sei troppo forte!
N.B.= Gamberetta, hai letto il libro “La stirpe del vento” di Matthias Graziani? Se si, cosa ne pensi?
Mi faresti un grossssssssssssssssssssssso favore se me lo dicessi!
25 aprile 2011 alle 15:46
Ma secondo me un quattordicenne ha tutto il diritto di scrivere porcate e di cercare di pubblicarle. Il problema sono le case editrici che accettano di accollarsi la pubblicazione. Secondo voi Ghirardi dopo il responso positivo doveva dire “no, non pubblico perché non so scrivere?” Col cavolo, dal suo punto di vista la sua è stata un’occasione, e sono sicura che quasi chiunque al suo posto avrebbe fatto lo stesso.
Il problema, ripeto, è che certi scritti dovrebbero restare chiusi nel cassetto a suon di lettere di rifiuto (cosa impossibile data l’esistenza del Gruppo Albatros e dei vari editori a pagamento, ma questo è un altro discorso).
25 aprile 2011 alle 14:35
è proprio quel dubbio che ti prende quando leggi certi commenti, ‘è un troll, o è solo idiota?’, che mi lascia perplesso. nessuno mi aveva messo in guardia da tutto questo, sono disarmato
25 aprile 2011 alle 12:55
Non avevo tempo di scrivere, la mia mano era impegnata in altre attività di egual valore artistico.
Giusto, se un giovane ragazzo decide di far esplodere un petardo unendo la polvere da sparo di altri ordigni più piccoli senza competenze nel settore delle detonazioni e ci rimette un occhio non bisogna sgridarlo, bisogna apprezzare l’iniziativa. Continua così, la prossima è la volta buona che fai crollare un palazzo!
E l’unico modo per informarsi meglio è proprio quello di leggere critiche come quelle di questo sito.
Ci sono modi migliori per spendere 5 euro. Ho provato sia a leggere Bryan che ad andare con le prostitute ed ho trovato la seconda opzione più soddisfacente.
Ma tristemente cosa? Non è triste l’erotismo, è triste quando è scritto di merda. E la castità è molto più deprimente.
E alè, il solito discorso all’italiana. Invece di praticare marketing analitico, strategico e operativo per risolvere i problemi, si preferisce piangere miseria. Può esistere un macellaio vegano, ma la sua credibilità nei confronti degli acquirenti è pari a zero.
Che si scrive con la i.
Scusate, so che è un troll, ma mi son divertito troppo a rispondergli. ^^
24 aprile 2011 alle 22:51
Forse worried non ha capito che non conta un tubo l’età dello scribacchino di turno. Ha cinque, quattordici, cinquanta o trecento anni? Chissenefrega! L’importante è che sappia scrivere, e che il libro sia degno di essere definito tale e non una cagata pazzesca. Il fatto che possano esistere dei geni letterari adolescenti (vedi Rimbaud) non significa che qualsiasi adolescente possa esserlo. Non mi sembra un concetto difficile. E la solita tiritera del “vorrei vedere voi” è come sempre la prima spiaggia di chi non ha di meglio da dire. Che noia.
24 aprile 2011 alle 21:06
In tutto il messaggio di worried, tra i vari – e classici – “Ha quattordici anni!” “Ha scritto quello che i quattordicenni immaginano!” (come se rendesse in qualche modo il libro piú meritevole di pubblicazione), vorrei solo sottolineare una cosa:
worried:
Non so che sito hai letto finora: la media degli utenti, qui, dice proprio che scrivere un romanzo non è roba da tutti; ed è esattamente per questo che l’editore dovrebbe fare il proprio lavoro e non far arrivare sugli scaffali rigurgiti travestiti da alberi morti.
24 aprile 2011 alle 20:21
Sinceramente sarei molto curioso di leggere quello che, coloro che criticano tanto questo autore, scrivevano a 14 anni. Molto probabilmente nulla se esludiamo i temi scolastici! Scrivere un romanzo non è roba da tutti, come vi ostinate tanto a sostenere, ma non va comunque stroncata in questo modo l’iniziativa di un giovane ragazzo! Meno male che esistono italiani ambiziosi, che scrivono libri per passione o per un loro sogno. E meno male che esistono questi autori che scrivono quello che vogliono loro al posto di quello che vogliono i lettori. Dopo tutto la questione è molto semplice: se non vi piace non lo comprate, se invece lo comprate e non vi piace avevate solo da informarvi meglio (poi per i 5 euro che costa..)
Per quanto riguarda la parte erotica tanto criticata, l’autore ha semplicemente espresso i pensieri che fanno tutti i ragazzi suoi coetanei (e tristemente anche tante altre persone ben più mature).
Ma la parte più divertente di questo articolo è sicuramente la sezione “un concetto serio”. Vorrei proprio vedere se voi che sprecate tante belle parole foste al posto degli editori. Pubblichereste quei romanzi che reputate capolavori oppure quelli che vendono e vi procurano da mangiare?? prima di fare tanto i moralisti sul non intasare le librerie fatevi un bel esame di coscenza!
14 marzo 2011 alle 22:16
non ho letto il libro ma solo qualche stralcio di questa recensione (mi piace farmi del male e vedere in quali abissi insondabili sta precipitando il fantasy- italiano soprattutto-). Mi ha colpito la parte “erotica”…cioè O_O Moccia scrive meglio. E non sto scherzando!
Detto questo, posso consigliare a Gamberetta (e a tutti voi, ma lei magari mi ci fa la recensione e diffonde il Verbo :D), se non lo conosce già, quello che secondo me è il capolavoro fantasy più sottovalutato mai scritto? Gormenghast di Mervyn Peake. Leggetelo gente, merita. Lo stile è “difficile”, può non piacere, ma è unico nel suo genere. Scusate l’OT. Mi eclisso.
13 marzo 2011 alle 11:41
E’ uscito il TERZO (sì, avete letto bene: terzo!) volume della saga del Ghirardi (che chiamato così pare uno scienziato o un filosofo!).
Meraviglioso! Meraviglioso!
Con il primo libro mi sono fatta le meglio dormite e le meglio risate!
Il secondo non l’ho letto perché la mia biblioteca si era rifiutata di comprarlo.
E così ho scoperto che le biblioteche scremano gli acquisti…
21 gennaio 2011 alle 15:15
Per vendere devi far parlare di te. Per far parlare di te o fai cose belle o… tremendamente brutte. E noi qui a parlarne: il romanzo ti resterà in mente e magari, chissà , se lo vedrai in libreria, magari curioso…statisticamente funziona… chissenefrega se è bello o spazzatura! l’OBLIO è la soluzione. PS: inoltre più lo si vede/se ne parla e più i librai sono invogliati a munirsene!
3 gennaio 2011 alle 20:20
Ma come? Io ricordo di aver visto questo libro nell’angolino per i ragazzi, nella mia libreria preferita. Ho idea che farò un discorsetto con il proprietario (lo conosco).
Lol. Grazie della lettura.
1 gennaio 2011 alle 16:06
@Gamberetta: Nulla da dire riguardo alla copertina… anzi, qualcosina in merito c’è da dire.
Bryan non ha capelli rossi
Bryan non ha la cicatrice sul naso
Bryan non porta nessun Talismano (sebbene nel dicasi romanzo questo gingillo magiko venga citato due volte e spiegato meglio nel secondo dicasi romanzo)
Insomma: la copertina c’entra con la trama quanto Nihal c’entra con la battaglia di Waterloo: una mazza.
31 dicembre 2010 alle 07:14
@Tom. Per quanto riguarda la copertina se ne è già discusso nei commenti: non è “rubata”, è riprodotta con autorizzazione. Non ho mai letto niente di Christopher Pike.
28 dicembre 2010 alle 21:10
Ciao Gamberetta,
Glielo aggiungi un gambero marcio se ti dico che hanno anche rubato la copertina?
http://www.amazon.com/Shaktra-Sequel-Alosha-Christopher-Pike/dp/0765349612/ref=sr_1_6?s=books&ie=UTF8&qid=1293566754&sr=1-6
(tra parentesi: hai mai letto qualcosa di Christopher Pike? Non è male e ha scritto di vampiri in tempi non ancora sospetti)
19 settembre 2009 alle 09:50
Sono stata oggi alla FNAC di Genova e mi sono molto stupita di vedere questo libro in “super mega offerta” a 4.90 euro (ma se avevi la carta soci fnac il prezzo di abbassava ancora) nella sezione dei libri per ragazzi (stessa sezione in cui ho trovato, tra l’altro, “Piedi d’argilla” di Terry Pratchett che cercavo da un po’).
Grande successo o stanno cercando di smerciare via le copie in ogni modo?
13 settembre 2009 alle 12:07
[...] (?) della pirotecnica scena fantasy italiana – libro di cui abbiamo letto entusiastiche recensioni (qual’è il nome di quella figura retorica in cui si scrive una cosa per affermarne [...]
7 settembre 2009 alle 07:38
@nikole:
Immagina questo: esci dalla sala operatoria dopo un’operazione di appendicite e ti ritrovi una gamba amputata. Il primario e tutta la gente intorno, di fronte alle tue rimostranze dicono:
6 settembre 2009 alle 21:29
A nikole
Ergo, l’analisi del libro non l’hai letta. Però sai che è spazzatra. Uau…?
6 settembre 2009 alle 21:23
io non ho seguito il discorso, ho letto solo i primi discorsi.. fino a “un concetto serio”.. che dire.. insulso so sito.. bah! non è nulla di esaltante, direi a dir poco patetico.. si critica senza sosta, fuori controllo! purtroppo non si nasce imparati.. e c’è sempre una prima volta in tutto.. gli errori si fanno.. Siamo esseri umani.. ha cominciato a scirvere il libro a soli 14 anni, bisogna apprezzare questo!
se si parla di riempire spazi con libri inutili come si sostiene in questo sito..
bè questo sito ha riempito uno spazio enorme!!!! potrebbe essere tranquillamente eliminato eppure no!! c’è chi ci scrive..
che scelleratezza..
questo sito è un sito SPAZZATURA!!
4 settembre 2009 alle 19:19
Non l’ho letto ma.. che dire… decisamente un gambero marcio :S
1 settembre 2009 alle 18:01
Temo sia la seconda.
Quelle cavolo di case editrici forse hanno rovinato quelli che in futuro sarebbero stati due discreti scrittori.
1 settembre 2009 alle 16:16
@Fos87: ^_________^
Comunque, un amico libraio di Milano mi dice che per ora dei nuovi romanzi della Strazzulla e del Ghirardi non se ne vende una copia. Magari vendono nei supermercati, o magari è vero quello che dicevo sotto.
1 settembre 2009 alle 15:26
Ok, prendete la mia frase finale come un’espressione di ottimismo.
1 settembre 2009 alle 12:54
@Fos87:
No, non credo proprio. Se il Ghirardi fosse stato di vent’anni più vecchio e venti volte più bravo nessuno l’avrebbe preso in considerazione. E’ stato pubblicato perché aveva l’età giusta nel genere giusto al momento giusto e la roba che ha scritto era in un italiano leggibile. In altre parole, non è stato pubblicato a dispetto della giovane età, ma proprio a causa della giovane età.
La casa editrice (dal suo punto di vista) non è stata per niente sconsiderata: se hanno venduto 15.000 copie forse ci hanno anche guadagnato qualcosa. Ho l’impressione che abbiano fatto male i conti invece quando hanno deciso di pubblicare il volume 2 della saga, non considerando che una buona parte di quelli che si sono sorbiti il primo difficilmente vorranno leggere il secondo.
1 settembre 2009 alle 10:10
Diarista, io sono la prima a dire che quel libro non sarebbe dovuto essere pubblicato, che ha più buchi di uno scolapasta e tutto il resto, ma ciò non significa che il Ghirardi non appia una certa attitudine alla scrittura. Mi rivolgo a quanti di voi scrivono: tra i 14 e i 16 anni avreste scritto di meglio? Non credo proprio. Semplicemente non avreste trovato una casa editrice tanto sconsiderata da pubblicarvi, avreste avuto tempo per crescere, migliorarvi e POI avreste fatto il vostro esordio nel mondo dell’editoria.
24 agosto 2009 alle 11:06
Ironico?Giusto un po’…
23 agosto 2009 alle 23:39
Credo che Mattia fosse leggermente ironico :D
Effettivamente il suo post è ragionevole: essendo donna non avevo calcolato (colpa la mia ristrettezze di vedute) quanto potesse essere vitale la ricerca della gnocca.
23 agosto 2009 alle 20:15
@ Mattia
Paragonare Omero e il Tasso al Ghirardi? Questa mi mancava.
Un conto sono gli eroi che combattono per la nobildonna e per i valori che essa incarna (come Achille, Ivanhoe e l’Orlando). Un conto è un ragazzino che, mentre attraversa la fase della pubertà, si dedica a fantasie ed argomentazioni erotiche.
Inoltre un libro non deve essere per forza di carattere epico: al contrario, l’autore è libero di usare lo stile narrativo che vuole, a patto che poi il lettore riesca a comprendere quello che legge. Così come è libero di mettere o meno poesie, canzoni e compagnia. E non nego che il Ghirardi sia un buon scrittore. Ma il suo primo libro è una premessa tuttaltro che incoraggiante.
PS: che c’entra Eva Henger con la mitologia?
23 agosto 2009 alle 18:41
Saluti.Apro il commento con una domanda:che c’è di male nella ricerca della gnocca?Voglio dire quasi tutta la letteratura si basa sulla ricerca della gnocca.Alcuni esempi illustri sono l’Orlando Furioso,l’Iliade e naturalmente tutta la filmografia di Eva Henger.Ora solo perché”Bryan di Boscoquieto” non ha i livelli di narrazione epica dell’Iliade o la poesia ricca ed involuta dell’Orlando furioso o le meravigliose tette di Eva Henger non vedo il motivo di definirlo una schifezza.Però sorge un problema.Come può essere definito?Abbiamo scartato schifezza perché è un termine offensivo.Quindi?Beh ci sono molti modi che mi affollano la mente con cui definire l’opera.Nessuno dei quali è legale all’interno dei confini di molti stati civili.Piango per tutti noi che viviamo circondati da capolavori di autori incompresi come Ghirardi.
Saluti.
23 agosto 2009 alle 14:08
A me sembra un giudizio sintetico, invece. Le scene riportate da Gamberezza sfolgorano di idiozia. Riportane che sfolgorano di bellezza, altrimenti il tuo sdegno si ridce a un: “A me è piaciuto e sui gusti non si scaracchia”. Più che legittimo. Una sacco di oggettive stupidaggini possono piacere :)
L’autore può essere una bravssima persona, nessuno lo mette in dubbio. E un’ottimapersona può scrivere un pessimo libro.
22 agosto 2009 alle 17:27
Bryan è praticamente l’autore idealizzato -.- troppo sesso per i miei gusti. Non che sia sbagliato parlare di sesso, però a me questo romanzo sembra proprio scritto da un adolescente allupato. Scusate se lo dico. Non mi è piaciuto come tratta le donne- meri oggetti sessuali- e questa Marta prosperosa ecc sembra una bambola gonfiabile fatta su misura per accontentare i sogni erotici dell’autore (che poi ha fantasie sessuali molto ridicole a dirla tutta. La bambolona da play boy è di una banalità assurda)
22 agosto 2009 alle 14:22
Com’era facile prevedere, Bryan di Boscoquieto nella Terra dei Mezzidemoni è un brutto romanzo. Più che un fantasy è una sorta di fyccina erotica, la trama è sconclusionata, le idee balorde, lo stile zoppicante.
questa mi sembra un riassunto di tutte le cavolate all interno della recensione
questo credo risponda alla tua domanda Merphit Kydillis
sono lieto del fatto che uno a letto il libro e3 se non ti e’ piaciuto sono problemi tuoi. io non ho detto che nessuno ha letto il libro ma che quelli che non lo hanno letto dovrebbero stare zitti
non sono un acker e sta tranquillo che non ti disintegrero’ il computer solo perche’ hai espresso il tuo giudizio del tutto lecito
se vai sul forum ufficiale di Braian di Boscoquieto mi troverai sotto lo stesso nomignolo
se mi parli cosi sembri sulla difensiva,trattieniti dal giudicarmi come io mi sono trattenuto dal farlo con te
ora vado in vacanza ti rispondero’ quando torno sempre che il tuo commento non sia ancora infantile
21 agosto 2009 alle 23:51
Il che non garantisce niente ai lettori, però. Quindi mi congratulo con Ghirardi per l’operosità e lo applaudo per la rettitudine (sul serio, non è una presa per il culo), ma mi rifiuto lo stesso di leggere briandiboscocosonellaterradeimezzicosi.
Dio ci scampi, anche se temo che, per come siamo messi al momento, purtroppo potresti avere ragione.
21 agosto 2009 alle 23:20
@ DRACHEOM
1) Il link riportato nel tuo nickname non esiste, e la cosa non mi piace…
2) Scrivi in un italiano decente: il tuo stile di scrittura mi ricorda quei rompiballe di hacker che, facendosi passare per BancoPosta o giù di lì, m’intasano la posta scrivendomi che ho vinto un bonus “fedelta”, oppure che “il tuo di codice e bloccato dopo tre tentativi”.
3) Hai detto che su molti punti della recensioni non ti trovi d’accordo. Potresti dirci quali, e perché.
4) Il libro l’ho letto, quindi dico quello che mi pare.
21 agosto 2009 alle 22:33
io sono un fan di BRIAN DI BOSCOQUIETO
e posso dire che la maggior parte delle recensioni che lei ha dato non mi sono piaciute per niente.Per essere coerenti ho riletto tutta la recensione e ci sono molti punti che mi trovano in disaccordo ma,come a’ detto lei,se voi siete felici a sentire queste baggianate diffamatorie sono problemi vostri.Per finire puntuoalizzo che Federico Ghirardi e’ un bravo ragazzo molto volenteroso ed,a parer mio, con un futuro da scrittore.
Spero di non aver offeso nessuno ma ho solo puntualizzato la situazzione.ci sono un paio di libri abbastanza belli che leggero’ a breve e sottolineati da voi.
grazie per la pazienza ed un saluto a tutti
P.S.:chi non ha leto il libro non dovrebbe permettersi di giudicare basandosi su questa recensione poco approfondita
6 agosto 2009 alle 12:09
@Merphit Kydillis
In effetti, se mi metto nei suoi panni, non posso fare a meno di immaginare l’essere costretti a fare editing di una roba del genere come un’esperienza umiliante.
6 agosto 2009 alle 10:52
Dal link postato da Jokerina:
Beh, se gli amici tuoi sono stati tentati dalla prospettiva di leggere un romanzo erotico pieno di gnocche… ci sono rimasti male >.>
Se Sigmund Freud fosse ancora con noi, avremmo avuto il complesso di Bryan. Invece no, si è dovuto accontentarsi di Edipo. Peccato.
Per quanto riguarda le “accuse” sui ruoli dei suoi personaggi femminili, Ghirardi risponde:
Non posso dare giudizi in questo commento dato che il secondo romanzo non lo leggerò MAI. Non voglio avere altri traumi letterali dopo Boscoquieto.
Quindi Gamberetta ha ragione riguardo all’editing: quando si tratta di fantasy non sanno fare un emerita cippa! A mio parere l’editor è rimasto più volte perplesso riguardo la trama (nonostante, a detta del Ghirardi, abbia fatto delle dovute correzzioni – ma dimostra nel contempo non avere la lincenza delle elementari), dopodiché si è detto “Quando è troppo è troppo” e ha deciso che lo scritto era pronto per essere pubblicato, dato che era stufo di trovarsi a leggere tale baggianata.
Per il tormentone “Non c’è gnocca per noi a Boscoquieto”:
Pensavo che era Bryan che avesse lobotomizzato il suo amico in seguito alle sue influenze negative. Se lo dice il Ghirardi vuol dire che ha ragione (o no?).
14 luglio 2009 alle 16:02
Se vi interessa qui si sta tenendo un interessante incontro virtuale con il ghirardi *O*
9 luglio 2009 alle 17:59
Non ho letto il libro. Però non mi sembra male l’idea del romanzo erotico che entra nella trama del romanzo, e, anzi, finisce proprio per essere quello che tutti stanno DAVVERO aspettando mentre si FINGONO interessati al libro. In fondo gran parte dell’eros nella letteratura e nel cinema degli anni 80-90 si è mosso così: bellone con le tette di fuori che non sono le vere protagoniste però hanno il ruolo centrale… si rispetta anche l’intimità del lettore, così, perché le scene “inbucate” sono più eccitanti di quelle imposte dei film porno (e persino di quelli erotici).
Un appunto sulla GNOCCA… il libro non l’ho letto, come dicevo.
6 luglio 2009 alle 21:27
Ho trovato il secondo libro del Ghirardi.
Giusto oggi, sono andato con i miei a fare la spesa all’Ipercoop (Pescara), e stavo allegramente vedendo i libri in vendita quando mi sono imbattuto in Bryan 2: La vendetta di Marta.
Due cose mi hanno lasciato particolarmente perplesso: la prima è che il suddetto libro è stato ficcato in mezzo a romanzi STORICI italiani. Ditemi voi se è uno sbaglio oppure fa parte di qualche oscuro piano…
La seconda cosa… ritornando al mio commento precedente:
Bene: al retro del libro, a lettere cubitali, c’è scritto CHI NON SOGNA È PERDUTO!
Giuro, ho provato un qualcosa di angoscioso
26 giugno 2009 alle 11:43
Riguardo al paragrafo “Licenza Elementare”, il numero “strano” salta fuori dal fatto che ha calcolato 5^10 (come se la valigetta avesse dieci rotelline con le cifre da inserire ognuna con 5 possibilità) e non 10^5 (valigetta con 5 cifre, ognuna con 10 possibilità, molto più “normale”) che fa, appunto, 100.000 combinazioni.
2 giugno 2009 alle 22:45
Ia, Shub-Ghirardi! Il Mezzodemone dai Boschiquieti!
… Okay, ORA sono serio.
Mi è capitato di avere fra le mani questa… cosa in una librearia. Stavo in crisi d’astinenza letteraria durante un pomeriggio di febbraio del 2008 (ovvero: mi stavo annoiando, e avevo bisogno di qualcosa di nuovo da leggere) e m’imbatto nel manoscritto. “Che roba è?” mi sono detto, e stavo per lasciarlo nello scaffale, ma 10 euri non è granché e poi non era tanto la copertina (solo adesso, rivedendo i commenti, ho scoperto che è stata copiata) ma perché l’autore era italiano. Dopo la trilogia della Troisi, che parla della lotta tra l’ultima discendente di Candy Candy e Giacomo Leopardi, mi sono detto “Volume unico, ragazzo 17enne, prezzo accettabile… una bella tripletta”. Ora, la cosa sembrerà un pò ridicola… ma la maggior parte dei libri che compro sono della Newton Compton perché li trovo in versione tascabili ma, soprattutto, più economici.
Ma veramente, 10 euri per quel libro… manco 10 centesimi! Sono rimasto traumatizzato, e non esagero! Era la prima volta che m’imbattevo in un obbrobrio letterario che nemmeno alle fan fiction può essere paragonato: trama non-sense, gatti squartati, nudiste, carri armati simil motociclette, mezzidemoni che ricordano ET, finale non-sense e + ne hai + ne metti! Io non pretendo che un libro debba essere un’opera letteraria come La Trilogia di Magdeburg (e quello È un’opera letteraria), ma almeno deve essere accettabile!
A quanto ho letto, il Ghirardi ha iniziato il romanzo dall’età di 13 anni, e l’ha finito a 17. Ora, a conti fatti ha avuto + o – 4 anni: in quest’arco di tempo capita qualunque cosa, compreso aumentare il proprio bagaglio culturare, fare le dovute correzzioni al romanzo o modificarne la trama originale… Ma anche no! La cosa che più mi ha fatto girare i cosiddetti, però, è stato trovare una sorta di fogliettino “allegato” alla copertina (non mi ricordo l’esatto nome dell’oggetto), dove un qualche giornalista aveva definito …il primo volume di una saga dedicata a chi ha ancora il potere di sognare… a me è sembrato un sogno di Nyarlathotep dovuto all’indigestione di orrori cosmici, agliate e gatti surgelati!
Citando la gamberetta: NON SI SCRIVE IN QUESTA MANIERA! PER LA MISERIA! Mi rivolgo a voi, Mondadori, Einaudi e qualunque casa editrice che voglia pubblicare libri fantasy scritti da noi italiani: se proprio non potete farne a meno di pubblicare simili oscenità (come gli elfi siculi della Strazzu), non solo chiediamo il rispetto nei confronti degli autori (evitando di fargli fare una figura di m***a), ma anche per noi lettori (che compriamo questi libri arricchendovi le vostre case editrici) correggendo errori ortografici, grammaticali e tanto altro! Diciamo che lo prendo sul piano personale perché anch’io sto cercando di scrivere un romanzo fantasy… ma il problema di noi ragazzi è che in un romanzo fantasy bisogna esserci per forza la battaglia tra buoni e cattivi: il protagonista sfigato ma “dotato” di qualche abilità: la storia d’amore che vede quest’ultimo con la bella di turno. Insomma, ma è possibile che a nessuno venga in mente di fare una cosa tipo Lo Hobbit?! Insomma: se il protagonista di un romanzo fantasy muore, mica il mondo cade in preda alle forze del male? No, nella vita reale se un soldato muore viene prontamente sostituito. Magari quel soldato che è stato ucciso in battaglia era uno dei più abili cecchini dell’esercito, ma sai quanti te ne trovi al mondo di cecchini (e forse più abili del caduto)? Giusto per fare un esempio…
Ai posteri l’ardua sentenza.
PS: è uscito Bryan di Boscoquieto in versione tascabile. Evitatelo come la peste!
30 maggio 2009 alle 10:50
Vorrei segnalare questa notizia di ieri.
Davvero, al peggio non c’è mai fine.
Che tristezza.
Gamberetta, mi auguro che nessuno ti costringa a leggere anche questo. Sarebbe troppo crudele…!
8 maggio 2009 alle 13:11
Ma difatti, chi crede a quella versione ufficiale? :-D
8 maggio 2009 alle 10:45
@koshiatar: tieni presente che la pratica di creare copertine usando immagini preesistenti (che a volte c’entrano poco e niente col romanzo) è molto più la regola che l’eccezione, specialmente nel fantasy e SF. Si può anche capire: i costi sono già alti così, e la probabilità di rifarsi delle spese è bassa. Il fatto che per la Troisi le cose siano andate diversamente depone molto a sfavore della versione ufficiale, che vorrebbe una partenza in sordina senza grossi sforzi pubblicitari e con una prima tiratura di poche copie (9000, che sono già il doppio della tiratura media di un titolo).
8 maggio 2009 alle 10:31
Mi dice l’autore che i diritti delle immagini sono stati pagati, quindi faccio marcia indietro.
Però continuo a pensare che non preoccuparsi di fornire a un libro una copertina un minimo originale sia segno di scarso interesse per il prodotto che si vende, e la mastectomia bilaterale è tristissima…
Bah, pare che comunque non valga la pena di far fare delle illustrazioni apposta, non vorrei un altro caso Troisi (belle illustrazioni sprecate su dei libri mediocri).
7 maggio 2009 alle 17:11
Dopo aver chiesto direttamente a Don Santos (l’autore) riguardo le copertine, posso dire che la casa editrice ha acquistato i diritti per svariate di esse. Sicché io doverosamente faccio marcia indietro e voi spulciate il link che vi ho mandato al suo sito, probabilmente quando uscirà il terzo romanzo della serie quasi sicuramente in copertina avrà uno di quei dipinti. :P
Comunque continuo a trovare tristissimo che non si siano neppure preoccupati di dare al romanzo una copertina originale, e ancora più triste è la mastectomia della seconda copertina… :P
7 maggio 2009 alle 16:44
Quindi il tizio in copertina (Bryan? Altro?) è in pratica una ragazza che ha subito una mastectomia doppia. Figo.
Che schifo questa copertina modificata. Preferisco il disegno originale. Viva le TETTE! Grosse TETTE e baionette!
^___^
7 maggio 2009 alle 14:35
ups, questa m’era proprio sfuggita, c’è sempre da imparare. Quando si dice perdere una buona occasione per stare zitto ^_^
7 maggio 2009 alle 14:33
Preferivo l’originale con le tette ^_^
7 maggio 2009 alle 14:14
@Diego. In contesto editoriale “tipi” non significa persone.
Se io scrivo: “ho pubblicato un romanzo per i tipi di Mondadori”, non sto parlando di esseri umani. I tipi sono i caratteri di stampa, quei blocchetti con incisa la lettera da stampare.
7 maggio 2009 alle 13:59
A quanto pare anche il recensore ha voluto mantenere una linea young-style: a quanto pare il personaggi è stato creato per i tipi della Newton Compton… yeah, troppo cisti!
7 maggio 2009 alle 13:54
Difatti…
La copertina.
L’originale.
Tra l’altro quella specie di sigillo che l’autore usa come firma è stato cancellato come ben si può vedere sulla copertina del primo libro.
7 maggio 2009 alle 13:45
@koshiatar. Una cosa che si nota confrontando la copertina di Boscoquieto (che ho qui davanti) con il disegno originale al sito dell’illustratore è che il disegno è molto più definito.
La copertina è “blurrata”. Magari è così per mettere in risalto il titolo o magari è così per nascondere gli artefatti che nascono dall’ingrandire un’immagine troppo piccola per la stampa.
D’altra parte NC non sono proprio gli ultimi arrivati, mi sembra un po’ strano che vadano a rubare illustrazioni in giro per il web, ma tutto può essere.
Vista adesso dopo la segnalazione di Angra la copertina del secondo volume: anche questa è dello stesso illustratore.
7 maggio 2009 alle 13:33
Mi tremano un po’ le mani a scriverlo…
E’ USCITO IL SECONDO VOLUME!
http://www.horrormagazine.it/notizie/4078/
Immagino che la notizia l’abbiano messa su Horromagazine in quanto orrorifica in sé, più che per il genere del romanzo.
7 maggio 2009 alle 13:20
Ma caxx… Dicevo:
Qui c’è la pagina del libro su Amazon e qui si può vedere il link all’illustrazione sul sito dell’autore.
Vorrei proprio sapere se hanno pagato diritti o chiesto permessi.
7 maggio 2009 alle 12:30
@koshiatar. Ehm, mancano i link.
7 maggio 2009 alle 12:11
A proposito di quanto sia brutto questo libro, guardate qua:
E qua:
In pratica, l’editore non ha neanche avuto la dignità di far fare un’illustrazione apposta ma ne ha RUBATO una senza accreditarla. Quanto mi fanno incazzare ste cose… adesso scrivo una mail all’autore.
18 febbraio 2009 alle 17:42
Ragazzi, per chi volesse sapere come è realmente andata, e che meccanismi di pubblicazione ci sono di base, rileggetevi il commento di “Signor Stockfish”.
Sembra una parodia… ma è precisamente quanto è accaduto.
Anche io ero lì.
16 febbraio 2009 alle 13:12
Questo ragazzo mi fa un po’ pena: mi sa che ormai si vergogna anche lui di quel libro, e se non ora lo farà tra un paio di anni…
Il fantasy più facile da scrivere, cosa mi tocca sentire…
3 febbraio 2009 alle 17:09
Bella recensione anche questa volta Gamberetta; anch’io pensavo questo fosse un libro per ragazzini, invece…
Il titolo sarebbe perfetto!
1 febbraio 2009 alle 18:34
Ho sentito l’intervista. Mentre la ascoltavo mi mettevo le mani tra i capelli per lo stupore e la disperazione.
Come siamo caduti in basso, a pubblicare libri da queste persone… =ç=
Bella recensione, comunque…
1 febbraio 2009 alle 15:16
Ho dato un’occhiata al libro. Io compredo che molte case editrici investano sui giovani, ma bisognerebbe fare anche delle selezioni. Bisogna inoltre chiedersi quanto il volume sia stato revisionato prima di essere pubblicato e, nonostante ciò, il contenuto è osceno in ogni caso e la forma necessita di molti ( ma davvero molti) cambiamenti e correzioni.
Cordialmente
29 gennaio 2009 alle 20:12
A Gamberetta
Mi sto già sganasciando XD Ora piglio una penna e scrivo.
Questo articolo su tizio di bocoposto è stato l’anima della facezia in questa settimana. Il numero dei tuoi ammiratori è aumentato di 5;)
Pensa che bello: altri 5 che pur avendo 17 anni non manderanno alla Mondadori una storia di elfi ninja adolescenti e che continueranno a rileggere, correggere e studiare fino a che non avranno superato l’età giusta per pubblicare (ovvero i 20 anni).
27 gennaio 2009 alle 01:31
Ah, e già che ci sono… mi sembra che nessuno abbia notato che tuttti questi stupri sembrano perfettamente ritagliati dai fumetti di Berserk, dove la gnokka di turno (kaska) viene regolarmente spogliata e violentata dai demoni di turno, mentre l’eroe spesso è costretto a guardare. Quindi non penso che sto Ghirardi sia pazzo, ma semplicemente un gran fruitore di manga… Anche la demenziale battaglia del leva-mutande mi ricorda qualcosa… Lamù forse? Preciso che non sono un esperto in materia…
27 gennaio 2009 alle 01:25
Fantastiche come sempre le recensioni. Volevo chiederti un favore, Gamberetta. Ho appena scritto il primo capitolo della storia che ho in mente. Mi daresti un parere immediato? Più che altro se come stile ci sta; perchè certo, l’inizio non è super-originale ma nel prosieguo lo voglio far diventare ;)
25 gennaio 2009 alle 23:02
@Clio. Eh, ma se preferisci la Strazzu allora dovresti seguire il suo di metodo, quello del ridere e starnutire un sacco…
25 gennaio 2009 alle 22:51
1) Leggere un casino
2) Prendere qualcosa… tipo un foglio…
Grazie per aver postato l’intrvista, adesso ho i punti fondamentali per diventare scrittrice ^_^ Preparatevi!
Non c’è un’età per cominciare a scrivere, né per pubblicare, e nemmeno per fare figure tapine XD
Comunque personalmente preferisco roba tipo Strazzu. Non che sia un bel romanzo, né un libro di qualità, ma (sarà che non ci sono lottatori e ninja in crisi omonale) misembra che abbia un briciolo di dignità in più.
25 gennaio 2009 alle 21:32
Ghirardi nella sua intervista fà il solito accostamento che ormai dovremmo abituarci a vedere:
L’anno scorso ho stampato diverse copie del mio romanzo e le ho inviate a svariati editori del genere fantasy e di narrativa per ragazzi
Molti editori sono convinti che il Fantasy sia automaticamente Narrativa per ragazzi e viceversa, e questo non và assolutamente bene!
24 gennaio 2009 alle 21:30
da quello che ho letto qui, questo libro è davvero sconcertante… non mi vengono altre parole per definirlo! ed è sconcertante che qualcuno abbia deciso di pubblicare una simile schifezza.
spero che adesso tu stia leggendo qualcosa con cui rifarti gli occhi (e il cervello), Gamberetta! mamma mia che coraggio, per leggerlo fino alla fine.
23 gennaio 2009 alle 00:26
Mah, cara annaf, leggendo il topic del Ghiro sulle copie vendute non mi pare che l’erotomane accenni ai fan. E’ semplicemente contento di aver venduto 8000 copie, a prescindere dal resto. Almeno questo concediamoglielo!
22 gennaio 2009 alle 19:01
Dall’intervista postata da roberto si capisce tutto del perchè Bryan di Boscoquieto è venuto così.
Lui poi mi sembra davvero impacciatissimo, non sa manco che rispondere alle domande!
22 gennaio 2009 alle 14:00
Lo so, ma siccome si vanta tanto di aver venduto così tante copie, dà per scontato di avere altrettanti fan.
Quindi non è tanto la mia equazione a essere sbagliata, ma il modo di pensare del ragazzino.
22 gennaio 2009 alle 13:56
Non credo che 8000 copie vendute equivalgono ad altrettanti fan; è un’equazione un po’ azzardata, Annaf.
22 gennaio 2009 alle 13:21
“Contro la stupidità (degli editori), neanche gli Dei possono lottare”
22 gennaio 2009 alle 12:26
ma guardatetevelo in questa intervista… fa quasi tenerezza.. perchè scrivi un fantasy? risposta: perchè è più facile.. e dice di essersi ISPIRATO A STEPHEN KING?!?!?!?!?!?!?!?vabbè..
22 gennaio 2009 alle 10:17
Vero anche questo, peccato che il sacco in questione ne contine circa 8.000 XD
22 gennaio 2009 alle 00:19
Beh, credo che in un sacco di media grandezza 50 copie ci stiamo comode comode.U_U
21 gennaio 2009 alle 20:25
@Ayame: magari prima l’hanno pubblicato, e dopo l’hanno letto.
21 gennaio 2009 alle 19:49
BWAWAWAWAWAWAWAWAWA!
No, dai. Torno seria. Non c’è un picchio da ridere: ‘sto coso è stato pubblicato da Newton Compton, non da Il Filo o da qualche altro editore a pagamento. N-e-w-t-o-n C-o-m-p-t-o-n.
L’hanno letto? Non lo so. Oggi un’utente del Writer’s Dream, nonché validissima scrittrice (non di fantasy) ha ricevuto una mail dalla NC in cui sembrava che il libro fosse stato letto. Ma boh, a ‘sto punto.
21 gennaio 2009 alle 09:57
@ Angra: allora io sono davvero decrepita, ben 32 anni!
Anche io ho scritto un romanzo a tredici anni, ma se me lo avessero pubblicato mi sarei vergognata da qui all’eternità.
Per le scene di sesso, io credo che debbano essere giustificate dalla storia. Una scena di sesso legata alla storia va bene, una scena fine a sé stessa è solo noiosa.
21 gennaio 2009 alle 09:57
@Angra: Io non penso scompariranno gli stupri e neanche le altre scene di sesso. Nel suo forum (che conta sì e no 50 utenti e dove dice di aver venduto un sacco di copie… dove sono gli altri fan, allora?) e nel suo blog ha fatto vari sondaggi sulle scene di sesso in generale e la maggior parte dei fan ha detto che non ce ne sono troppe, anzi.
21 gennaio 2009 alle 00:09
Vedremo, se in Bryan 2 saranno scomparsi gli stupri sadici vorrà dire che quei 5 minuti di notorietà qualche frutto l’hanno dato ;)
20 gennaio 2009 alle 23:28
@avvocatospadaccino
Bè, a livello di sputtanamento, l’effetto più rilevante lo avrà avuto sulle compagne di classe magari…anche se nel video della presentazione ho visto ragazze che gli andavano vicino per avere una firma sul libro…che non lo avessero ancora nemmeno sfogliato??? Dubbi, destinati a non avere risposte.
20 gennaio 2009 alle 19:15
ehilà, salve a tutti.
io vorrei sottolineare un altro aspetto.
Ma vi rendete conto di quanto si è sputtanato il Ghiri?
come fa a tornare in classe?
Minimo minimo nessuno si vorrà sedere accanto a lui e i prof lo rimanderanno a fine anno (si, lo so, non c’è da tempo il rimando…)
e tutto questo per cinque minuti di successo?
Ma ne vale la pena?
Mi sa che è meglio diventare autori postumi.