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Recensioni :: Romanzo :: Nihal della Terra del Vento

Pubblicato da Gamberetta il 16 gennaio 2008 @ 21:21 in Fantasy,Italiano,Libri,Recensioni | 898 Comments

Copertina di Nihal della Terra del Vento Titolo originale: Nihal della Terra del Vento
Autore: Licia Troisi

Anno: 2004
Nazione: Italia
Lingua: Italiano
Editore: Mondadori

Genere: “Fantasy”
Pagine: 380

Ho deciso di recensire uno alla volta i sei romanzi della Troisi. Avevo una mezza idea di recensire la prima trilogia quale un tutt’uno, basandomi sui miei ricordi della prima lettura, ma sarebbe stato poco professionale. Perciò ho ripreso in mano i romanzi e ho deciso di rileggerli e recensirli via via. Questa prima recensione servirà anche come introduzione generale all’opera della Troisi.

Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…

Questa storia comincia un giorno del 2003. Licia Troisi, giovane laureanda in fisica e aspirante scrittrice, mette la parola fine alla sua opera fantasy, un tomo da 1.000 e passa pagine. Senza indugio spedisce il malloppo a Mondadori, e tre mesi dopo riceve una telefonata: la Mondadori è disposta a pubblicarla!

La storiella di cui sopra narrata dalla viva voce di Licia Troisi

Se questa storia fosse un romanzo, già al primo paragrafo avrebbe problemi di credibilità. Infatti è noto che le grandi case editrici, e non solo loro, sono molto restie a pubblicare opere di esordienti, specie nell’ambito della narrativa fantastica. Non è difficile verificare questo fatto semplicemente recandosi in libreria: sebbene negli ultimi tempi le cose siano migliorate, gli esordienti in ambito fantasy pubblicati da Mondadori o Rizzoli o simili si contano sulle dita di una mano sola, monca.
Un altro fatto noto è che per quanto uno sia bravo o abbia poi dimostrato di essere in sintonia con il pubblico, è difficile che tali qualità siano riconosciute subito. Da Verne a Heinlein e da Stephen King alla Rowling, quasi tutti si sono beccati più di un rifiuto a inizio carriera, e spesso anche dopo.
Qui abbiamo una scrittrice esordiente che spedisce a una sola grande casa editrice e immediatamente viene scelta per la pubblicazione. Ha dell’incredibile. Tre possibili spiegazioni:

La Troisi è raccomandata. È amica di questo o di quell’altro, o c’è qualche altro losco intrallazzo sotto. Non voglio credere a quest’ipotesi! E non perché sia improbabile o perché creda nell’onestà delle persone o delle case editrici, non ci voglio credere perché io disprezzo la signora Troisi. Una Troisi raccomandata è una Troisi che sa di aver scritto una marea di scempiaggini, è una Troisi cinica e consapevole. Potrei quasi avere in simpatia una persona così, e non voglio! Nella mia scala di valori è meglio essere disonesti piuttosto che scemi, perciò preferisco figurarmi la Troisi scema.

La Troisi ha scritto un capolavoro. Ipotesi che si può scartare senza problemi. Persino tra le fan scatenate della Troisi, quelle che dormono con gigantografie di fan art di Sennar appese sopra il letto, persino tra queste cerebrolese non è così facile trovarne che dichiarino che Nihal è un capolavoro.

La Troisi è stata fortuna. È la risposta che fornisce la Troisi medesima quando nelle interviste le si domanda a tale riguardo. Ha avuto un’inaudita fortuna. Questa è l’ipotesi più deprimente, perché non lascia alcun margine per agire e migliorarsi.
Una persona molto ricca. Le si chiede il segreto del suo successo. Risponde di aver rapinato una banca. È questione di scelta: vuoi diventar ricco? Rapini la banca. Vuoi rimanere onesto? Non diventi ricco.
Una persona vince la medaglia d’oro alle Olimpiadi nella maratona. Le si chiede il segreto del suo successo. Risponde che si allena 16 ore al giorno ogni giorno, Natale compreso. È questione di scelta: vuoi vincere la medaglia d’oro? Devi ammazzarti di fatica a furia di allenamento. Vuoi spassartela? Non vinci la medaglia d’oro.
Una scrittrice esordiente viene pubblicata da una grande casa editrice. Le si chiede il segreto del suo successo. Risponde che è stata fortunata. È questione di… cosa? Non c’è niente da fare! Puoi rapinare la banca come non farlo, allenarti come dormire tutto il giorno, non cambierà niente, perché è solo questione di fortuna.
È difficile basare, non dico una carriera, ma anche solo un hobby sulla mera fortuna. A questo punto conviene darsi al Super Enalotto o al gioco d’azzardo: con un po’ di fortuna si avranno i soldi per pubblicare in proprio!

Quel che ho scritto finora non è una novità, se ne è parlato parecchio ai tempi dell’esordio della Troisi. Tanto per citare una fonte al di sopra di ogni sospetto:

La propria potenza editoriale la Mondadori l’ha spesa puntando su una giovanissima ragazza esordiente, Licia Troisi. Alla faccia di tutti gli scrittori che fanno gavetta, spendono anni a migliorare la propria scrittura, si fanno assistere da editor capaci, scrivono e riscrivono e riscrivono, partecipano a concorsi, e poi finalmente, quando si sentono maturi, lavorano al loro primo romanzo: qui abbiamo una giovane (va be’, in confronto a Paolini è quasi una vecchietta…) che comincia subito scrivendo una saga fantasy di mille pagine, la manda a Mondadori tanto per provare e la Mondadori non solo le accetta il libro, ma lo stampa in rilegato in decine di migliaia di copie, fa pubblicare pagine intere di recensione/pubblicità su settimanali come Panorama o quotidiani come Repubblica.
E’ quel genere di cose che ai bravi scrittori in genere fa prudere le mani. Ma il libro lo comprano lo stesso, per vedere in cosa loro hanno sbagliato, e dopo averne iniziato la lettura si rendono conto che forse hanno sbagliato proprio il pianeta in cui vivere. Perché forse tutto sommato qualcosa da imparare prima di arrivare alla grande tiratura ce l’aveva anche lei.
Aspettiamo incuriositi e anche un po’ preoccupati i risultati delle vendite delle Cronache del mondo emerso. Preoccupati perché ci attanaglia un timore terribile. Quello che alla fin fine un libro di questo tipo possa vendere molto più di un libro di qualità, andando incontro alle aspettative dei piani alti del palazzone di Segrate. Perché la pubblicità comunque ha il suo effetto, qualunque sia il prodotto. E perché abbiamo il sospetto (speriamo con tutto il cuore di sbagliarci) che per vendere davvero tante copie il fatto di scrivere qualcosa che ricorda altri mille libri già letti non importi così tanto, perché la maggior parte della gente gli altri mille libri non li ha letti affatto; perché dettagli stonati e scrittura ingenua, in fondo non vengono notati o forse sono addirittura più congeniali a un pubblico generico poco avvezzo alla lettura.
Magari dopo aver letto questo libro proveranno con qualcosa di diverso, e scopriranno un intero universo di libri anche migliori.
L’alternativa è che mettano via il libro sconcertati pensando che tutto sommato aveva ragione il loro vecchio professore di italiano, che tutta la fantasy (come anche la fantascienza) è roba tirata via buona solo per la spiaggia e il treno, e che tornino a leggere i buoni vecchi classici. Magari domani, oggi facciamoci una partitina con la Playstation.

Era Silvio Sosio in un vecchio editoriale (20 Aprile 2004) su Fantascienza.com. Al di sopra di ogni sospetto perché la Delos (la casa editrice che gestisce tra gli altri i siti di Fantascienza.com e FantasyMagazine) ha sempre avuto un occhio di riguardo per gli scrittori italiani. Specie negli ultimi tempi. Specie se pubblicati da Mondadori.
Lo stesso Sosio, commentando il suo editoriale qualche giorno fa, a quattro anni di distanza, è rientrato nei ranghi:

[...] direi che nel frattempo Licia Troisi è cresciuta e ha mantenuto le promesse. D’altro canto ormai le librerie sono piene di libri fantasy di livello abissalmente peggiore di quello dei suoi libri.

Anche se la prima parte può essere intesa in maniera ironica: sì Licia Troisi ha mantenuto le promesse, prometteva di scrivere schifezze, ha continuato imperterrita a scriverne.
Quello che è cambiato in questi quattro anni è stato il successo commerciale della Troisi, questo innegabile. I numeri sono ballerini, ho letto di tutto, da 100.000 a 600.000 copie vendute per tutti e sei i romanzi, ma qualunque sia la cifra è un successo straordinario, senza discussioni. Quando si pensa che Andrea D’Angelo, che spesso viene considerato il secondo più “importante” scrittore di fantasy in questo momento in Italia, vende poco più di 1.000 copie del suo ultimo romanzo, si può capire quanto i numeri della Troisi siano eccezionali.

Perciò finora la storia è questa: esordiente scrive una boiata e incredibilmente viene pubblicata al primo colpo da un grande casa editrice. Vende moltissimo.

Sarebbe di sicuro interesse sociologico capire perché la Troisi abbia venduto tanto. Io credo che le ragioni non abbiano niente a che fare con l’opera in sé: dipendano da pubblicità, copertina e distribuzione. Con la stessa pubblicità alle spalle, bella copertina e distribuzione capillare, anche D’Angelo o Giannone o Falconi o qualunque altro scrittore italiano attuale di fantasy avrebbe venduto cifre simili. Ma è un discorso inutile: anche se analizzando le vendite della Troisi si riuscisse a tratte la ricetta del successo editoriale non servirebbe a niente. Come ricordato il segreto è solo la fortuna. Dunque perché perder tempo a cercare formule inutili?

Quadrifoglio
Tutto quello di cui uno scrittore ha bisogno

Più interessante è capire se tale successo abbia o stia beneficiando in generale al fantasy in Italia.
Dal punto di vista della “critica” o anche solo dei lettori smaliziati. È stato un danno. Se prima uno aveva dei pregiudizi sulla fantasy italiana ora li ha visti confermati in pieno. Se prima uno ci pensava due volte prima di comprare un fantasy scritto da un italiano ora ci pensa sopra cinque volte e poi non lo compra.
Dal punto di vista del pubblico. Difficile giudicare, la speranza è che le tante persone che iniziano a leggere fantasy (o anche solo a leggere) con la Troisi si appassionino all’hobby in sé, piuttosto che alla scrittrice e finiscano per leggere anche altro. Si può solo sperare, non ho idea se si stia verificando.
Dal punto di vista delle case editrici. Il successo della Troisi avrebbe dovuto convincere altre case editrici a puntare di più su scrittori italiani in campo fantasy. È in parte successo, si pubblicano molti più italiani rispetto a quattro anni fa, ma non mi pare si sia mosso moltissimo. La stessa Mondadori dopo la Troisi non ha più pubblicato nessun’altro esordiente italiano in tale ambito. Perciò forse un effetto positivo la Troisi l’ha avuto, ma non credo molto intenso.
Dal punto di vista degli scrittori. È stato un disastro. I danni che ha prodotto la Troisi sono incalcolabili. La Troisi, sia nei romanzi in sé, sia nel modo in cui li scrive, è un manuale vivente su come non scrivere. La Troisi non si documenta, non legge niente del campo in cui scrive, non revisiona, se ne infischia non solo delle più basilari regole della narrativa, ma persino del buon senso. Diventa difficile spiegare a qualcuno che per produrre qualcosa di decente ci vuole applicazione, fantasia, impegno e anche un pizzico di talento, quando senza nessuna di queste doti si riescono a vendere centinaia di migliaia di copie.
L’esercito di quelli che pensano: non ho niente di nuovo da dire, credo di scrivere da cani, ma se la Troisi ha tanto successo, posso averlo anch’io! è vastissimo. Purtroppo è tutto vero: sì, possono avere anche loro successo, in fondo è sempre e solo questione di fortuna, giusto? ma è anche vero che scrivono da cani, perciò la loro eventuale fortuna sarà ancora a scapito di tutti gli altri.
Senza contare i giovani (o meno giovani) “scrittori”, questi sì senza alcuna speranza, che credono davvero che la Troisi sia brava e vogliono imitarla! Per carità, no! Ne basta e avanza una!
La tenue speranza è che la Troisi non sia riuscita a spronare solo una massa di gonzi, ma anche qualche scrittore degno di questo nome. Chissà! Per ora la Troisi rimane solo un pessimo esempio.

Cronache del Mondo Emerso

La prima trilogia della Troisi in realtà non era una trilogia. Lei ha mandato un volume unico a Mondadori, è stata Mondadori a decidere di spezzare il romanzo in tre parti, da stamparsi a caratteri cubitali a prova di orbo, per cercare di cavare quanti più soldi possibile al pubblico. Operazione per altro riuscita benissimo.

Copertina de Le Cronache del Mondo Emerso
Cronache del Mondo Emerso, il volume unico

La vicenda inizia con Nihal della Terra del Vento.

Nihal è una ragazza adolescente, ma non una ragazza qualunque. Nihal ha i capelli blu e gli occhi viola: è l’ultima mezzelfo, l’ultima rappresentate di tale stirpe nel Mondo Emerso. Nihal è una guerriera eccezionale e ha il fisico di una modella. La Troisi non si risparmia con la sua beniamina:

Non si poteva dire che rispondesse ai canoni tipici della bellezza, ma tutta la sua figura emanava fascino. Sotto le lunghe ciglia i suoi occhi viola avevano uno sguardo fiero. Era sottile come un giunco, ma aveva anche curve sinuose. Il modo in cui si muoveva in combattimento incantava chi la guardava. E poi, eccezion fatta per il suo maestro, che era l’unico con cui parlasse, era fredda come il ghiaccio.

E ancora:

Osservò i muscoli compatti delle gambe, la pancia piatta, le braccia forti, frutto degli allenamenti con la spada e delle battaglie. Si stupì che il suo corpo fosse cresciuto tanto in fretta, quasi a sua insaputa, trasformandola in una donna: aveva belle forme e un seno forse un po’ abbondante, ma ben disegnato. Si avvicinò al riflesso del suo volto. Ho gli occhi troppo grandi. Però il colore le piaceva: era intenso e profondo.

Lo dico per esperienza personale: è dura guardarsi allo specchio e accorgersi dell’orribile difetto di avere gli occhi troppo grandi. Si vede il tocco della grande Scrittrice che non costruisce un personaggio perfetto, ma aggiunge quei piccoli difetti in modo che ognuna si possa identificare!
Con tali qualità, Nihal potrebbe aspirare a qualunque carriera (televisione? circo equestre?), ma decide di combattere: combattere contro il terribile Tiranno, un despota sanguinario che da quarant’anni sta cercando di sottomettere al suo volere l’intero Mondo Emerso. Inoltre il Tiranno, per qualche oscura ragione, ha sterminato tutti gli altri mezzelfi del Mondo. Come ci sia riuscito non è ben chiaro. Infatti la storia che imbastisce la Troisi è la seguente: il Tiranno dapprima viene aiutato e poi si rivolta contro i Re di quattro delle otto “Terre” che compongo il Mondo Emerso. In poco tempo è padrone di metà del Mondo, ma in quarant’anni di guerra non riesce a conquistare neanche una pagliuzza del resto. Ai mezzelfi sarebbe bastato rifugiarsi in qualche Terra ancora libera per continuare a vivere in pace. Ma non l’hanno fatto e sono rimasti a farsi massacrare. E se si cerca una ragione, per questa e per tutte le assurdità che seguiranno, ne offro due: ragione numero uno, “è un fantasy!!!”; ragione numero due: “perché sì!!!”.

Il desiderio di vendetta di Nihal condurrà la giovane eroina in giro per il Mondo, e le farà vivere mille avventure. O qualcosa del genere.

Mappa del Mondo Emerso
Mappa del Mondo Emerso. Clicca per ingrandire

Nihal della Terra del Vento è un romanzo allucinato. È un romanzo che quasi a ogni pagina fa a botte con il Buon Senso e ne esce sempre vincitore! È un romanzo così ingenuo e sconclusionato che a tratti suscita tenerezza. È anche un manuale sul come non scrivere: la Troisi compie ogni errore possibile e immaginabile (e anche molti che non mi sarei mai immaginata!).
È la pietra di paragone negativa per il fantasy, è una specie di zero assoluto, ogni altro romanzo può essere classificato indicando quanto sia meglio di Nihal.

Documentarsi è brutto

La Troisi scrive senza sapere di quel che parla. Non solo, ma neanche le vengono dei dubbi. Faccio subito un esempio lampante:

Dopo le iniziali difficoltà, però, Nihal prese confidenza con quell’arma insolita. La forza non era fondamentale per usarla e, superata la frustrazione per i bersagli mancati, prese a darle grandi soddisfazioni. Scoprì di avere ottima mira, un dono che pochi altri condividevano nel suo gruppo, e si impratichì nel tirare anche in movimento.

Qui, quello che la Troisi definisce “arma insolita” sono arco e frecce. La forza è fondamentale per usare un arco! Ma mettiamo che una non lo sappia, possibile che non abbia mai sentito le tante leggende legate alla difficoltà di tendere gli archi? Ulisse e il suo arco che nessuno dei proci riusciva a usare? Possibile che a quel punto non le venga voglia di controllare? Ci vogliono meno di cinque minuti per scoprire che un arco richiede proprio in particolare forza e addestramento per essere usato. CINQUE MINUTI, non di più.

Arco Lungo Inglese
Arco Lungo Inglese: poteva avere un libbraggio di 140 e oltre libbre (65 chili)

Il problema è a monte, è l’idea che scrivere sciocchezze abbia lo stesso valore che l’essere verosimili. O, peggio, che la verosimiglianza non abbia importanza, sia un orpello e nulla più: così si ottiene quel tipo di narrativa che Lovecraft chiama “immatura, volgare e ciarlatana”. Lovecraft ha ragione.

Ma fosse solo un arco, sarebbe nient’altro che un particolare. Non è solo un arco, l’arco è appunto un esempio. Ogni volta che la Troisi prova a parlare di un qualunque argomento legato alla sfera militare dimostra un miscuglio di ignoranza e stupidità che lascia esterrefatte.
Ci sono eserciti composti da centinaia di migliaia di soldati che riescono ad attraversare una pianura e mettere sotto assedio una città nell’arco di trenta secondi! Altro che blitzkrieg! Ci sono catapulte che colpiscono al volo dei draghi in aria, Generali che ordinano l’assalto a fortezze che stanno già per capitolare di loro (vedi l’articolo del mese scorso), scelte di vestiario quanto meno bizzarre… uh… questa merita la citazione!
Piccola premessa: i Cavalieri dei Draghi sono l’elite combattente del Mondo Emerso, ne sono operativi qualche centinaio e l’apposita Accademia non ne sforna più di quattro o cinque l’anno. Nonostante siano così in pochi, pare che diano un contributo fondamentale agli sforzi bellici delle Terre libere. Sono l’arma più preziosa per i “buoni”.
Per selezionare chi riceverà l’addestramento a Cavaliere, i cadetti all’ultimo anno dell’Accademia sono mandati in battaglia e…

A ciascuno di loro sarebbe stato dato un corpetto a colori sgargianti, che permettesse di identificarli come allievi dell’Accademia. In quel modo per il supervisore sarebbe stato più facile controllare il comportamento dei ragazzi in battaglia.

Pare solo a me un’idea demente? Le truppe più preziose delle Terre libere mandate allo sbaraglio con tanto di corpetto a colori sgargianti, in modo che ogni nemico sappia chi sia da uccidere a ogni costo! È geniale! Grande Licia!!!
Per usare un termine inglese, Licia è clueless, non ha la più pallida idea.

[Nihal] Poi scendeva in campo con tutta la foga di cui era capace, sempre prima tra quelli del suo gruppo, incurante del pericolo. Molte battaglie le vinse, molte le perse, e dovette abituarsi a vedere il suolo coperto di cadaveri di commilitoni.

Queste battaglie molte vinte, molte perse, si svolgono nell’arco di due mesi. In tutta la Guerra dei Trent’Anni ci sono state una quarantina di battaglie… a quanto pare nel Mondo Emerso invece si combatte un giorno sì e uno no, con questo ritmo non c’è il tempo di finire una battaglia prima di cominciare la successiva! Interessante poi il particolare che Nihal e i suoi hanno perso molte battaglie: si direbbe che combattendo contro il Tiranno, che punta all’annientamento del nemico, perdere anche solo una battaglia sarebbe di troppo, ma evidentemente mi sbaglio io.

Il concetto di disciplina militare e di come funzioni un’Accademia sono per la Troisi misteri insondabili. Come le basi aeree della Novik sono villaggi turistici, così lo sono gli accampamenti della Troisi. Non ci sono turni di guardia, non c’è una catena di comando (i Generali parlano di continuo con le reclute), la gente va e viene come meglio le pare, e Nihal, dopo più di un anno di addestramento:

«Preparati che si esce!»
Si esce? Nihal si vestì in fretta e furia e balzò fuori dalla stanza. «E dove andiamo? Piove!»

Oddio piove!!! Ido, il maestro gnomo di Nihal, le risponde per le rime, sembra quasi una versione per l’asilo di Ufficiale e Gentiluomo.

«Non mi risulta che una guerra si sia mai fermata per la pioggia. Gli esseri di questo mondo si ammazzano con il bello e con il cattivo tempo, mia cara» disse Ido [...]

Nihal non è ancora convinta:

Nihal era allibita: la mandavano ad addestrarsi con un mezzo uomo che si voleva allenare sotto la pioggia e non sapeva nulla del suo drago.

Io m’immagino la Troisi seduta alla scrivania durante una giornata di pioggia. Scosta le tendine e guarda fuori: piove forte, e i pochi passanti si affrettano a rifugiarsi dentro gli androni dei palazzi. Torna a fissare il monitor, rilegge quel che ha scritto e pensa: “Uhm, addestrarsi sotto la pioggia? Non sarà un po’ esagerato? I soldati veri mica lo fanno, perché altrimenti… ecco… si bagnerebbero! Ma Nihal è una dura!”
Grande Licia!!!

Locandina di Ufficiale e Gentiluomo
Locandina del film “Ufficiale e Gentiluomo”

Raccontare

Mostrare, non raccontare! Per chi fosse anche lui clueless: “Nihal infilò la spada nella pancia di un fammin [mostro troisiano, stile orchetto], trapassandolo da parte a parte, quando estrasse la lama sangue nero prese a uscire a fiotti. Il mostriciattolo cadde in ginocchio, Nihal con un fendente gli mozzò la testa.” Questo si chiama mostrare. “Nihal uccise un fammin.” Questo si chiama raccontare. Il raccontare è una sorta di riassunto degli eventi.

Sul quando sia opportuno mostrare e quando raccontare si potrebbe andare avanti per giorni, ma in certi casi è facile decidere: quando un avvenimento è importante per la storia, occorre mostrarlo.

La città era libera. Non era un risultato da poco: in quarant’anni di guerra erano state poche le volte in cui l’esercito delle Terre libere era riuscito a strappare territori al Tiranno.

La liberazione della tal città è stata una delle più significative imprese belliche in quarant’anni di guerra. Sembra un avvenimento importante, almeno a me! Non per la Troisi, che decide di sbrigarsi in pochi paragrafi dove tutto è raccontato e niente mostrato:

Nihal si lanciò fra i primi con un furore e una rabbia anche maggiori della prima volta che aveva combattuto. Si scagliava sui nemici senza alcun timore di esporsi ai fendenti delle asce dei fammin, la mente dominata dal pensiero di distruggere tutto ciò che le capitava a tiro.
Ido ebbe il tempo, dall’alto, di vedere di tanto in tanto la sua allieva che infieriva sul nemico senza pietà.
Anche Nihal, nei pochi attimi in cui la battaglia le dava respiro, osservava il suo maestro volteggiare insieme a Vesa.
L’esercito guidato da Ido sembrava una infallibile macchina da guerra. Lo gnomo comandava le sue truppe con fermezza, senza scomporsi ma senza risparmiarsi. Schivava le frecce e al contempo attaccava senza timore. Le lingue di fuoco del suo drago spargevano il panico sui nemici a terra, presi alla sprovvista dall’attacco improvviso.
Quando la situazione fu ben delineata, Ido lasciò Vesa libero di continuare l’attacco dall’alto e scese a terra a combattere con la spada. Nihal lo seguì sicura, continuando la sua strage.
Fu una vittoria facile: poche perdite, molti prigionieri.

Neanche mezza paginetta e una battaglia importantissima è sbrigata. Non è un caso isolato, quasi tutte le battaglie e i duelli di Nihal sono raccontati e non mostrati. Nihal che si allena con il padre Livon:

Nihal non era dotata di grande resistenza, e la sua tecnica era tutt’altro che impeccabile, ma sopperiva alle lacune con l’intuito e la fantasia. Parava e scartava ogni assalto, sceglieva i tempi giusti per l’attacco e saltava a destra e a manca con grande agilità. Il suo vantaggio era tutto lì, e lei lo sapeva.

È tutto generico, raccontato, riassunto. Nella propria mente non si vede Nihal combattere, si vede l’autrice raccontare che Nihal sta combattendo.
Come detto, capire quando raccontare e quando mostrare può essere difficile, ma non in questi casi! Qui è facilissimo capirlo!
L’altro punto che dimostrano questi esempi e quelli che seguiranno è che la favola dell’editor è un mito. Non so se per ragioni economiche (pagare qualcuno perché revisioni un romanzo costa) o per il semplice fatto che in Italia mancano persone competenti, ma i romanzi fantasy italiani non vengono sottoposti a nessun tipo di editing degno di tal nome. Chiunque lasci passare quanto visto e si definisca editor: non sa fare il suo mestiere. È curioso: perché uno ha la posizione di editor presso Mondadori, o Rizzoli o quel che sia, per antonomasia è adatto a tale posizione. Non è vero, la dimostrazione sono i romanzi pubblicati. La Troisi scrive male, ma chi ha fatto l’editing dei suoi romanzi è altrettanto ignorante rispetto al proprio lavoro.

Un’altra scena raccontata, che in più sputa in un occhio al Buon Senso:

Il punto debole di Fen era la prevedibilità: aveva una tecnica impeccabile ma proprio per questo scontata. In breve tempo Nihal fu in grado di anticiparne le mosse.

A parte l’idiozia dell’equivalenza tra tecnica impeccabile e prevedibilità, idiozia anche a livello linguistico (se la prevedibilità è una pecca, la tecnica non può essere definita impeccabile), due paragrafi dopo:

Nihal trattenne un sorriso d’orgoglio. Combattere con quell’uomo le piaceva. Non era affatto prevedibile. Era preciso. Aveva la capacità di restare lucido. Ed era pronto a tutto pur di vincere.

Dunque Fen è prevedibile o non è prevedibile?
Non è neanche un problema di editor, qui il romanzo non l’ha riletto nessuno, manco l’autrice!
E che dire di:

L’esercito del Tiranno, dopo alcuni giorni di scorrerie per la Terra del Vento, era penetrato nella Foresta per fare incetta di legname, aveva scoperto i folletti e si era lanciato alla loro caccia. Era stato terribile. Tanti erano stati catturati, molti altri uccisi. Phos aveva radunato quanti più folletti poteva e li aveva portati verso l’unico rifugio sicuro: il Padre della Foresta. Non appena i fammin si erano mossi verso il grande albero, il Padre della Foresta li aveva difesi. Con i suoi rami aveva agguantato per la gola quattro o cinque di quegli orrendi mostri e li aveva strangolati. Gli altri si erano dati alla fuga.

I fammin fanno parte di quell’esercito di centinaia di migliaia di cui si parlava prima; dopo che ne vengono agguanti alla gola quattro o cinque (quattro o cinque? Non stiamo parlando di 49 o 50, si distinguono facilmente quattro mostri da cinque mostri…) centinaia di migliaia di compagni si danno alla fuga! Be’, almeno si comincia a capire perché il Tiranno in quarant’anni non ha guadagnato una spanna di territorio!

Albero vivo
È il Padre della Foresta o un Ent qualunque?

Giuro che il mio più grande desiderio, in questo momento, mentre scrivo queste righe, è che l’editor di Mondadori, o il correttore di bozze o il correttore automatico di Word, chiunque abbia letto prima della pubblicazione il romanzo della Troisi mi spieghi perché non ha fatto una piega. Possibile che solo a me paia una tale colossale idiozia?!

A difesa della Troisi, bisogna ammettere che quando mostra era meglio se si fosse limitata a raccontare:

Il ragazzo si fermò un istante per ricaricare il braccio per il successivo fendente e Nihal, rapida, lo colpì al fianco con la spada. La corazza che gli copriva il petto scivolò dolcemente a terra. Il colpo aveva tranciato i lacci in cuoio. Al gigante sfuggì di mano la spada. Restò perplesso per un istante, guardando stupito il sottile segno rosso che gli segnava il petto.

Resto perplessa anch’io: Nihal colpisce il nemico al fianco, il “gigante” perciò perde la presa sulla spada (ma perché?!) e si trova ferito al petto (eh?! Ma se Nihal l’ha colpito al fianco!). Stendiamo un velo pietoso sul design delle armature, con questi lacci di cuoio in bella mostra pronti a essere tranciati dall’avversario di turno. Dicevo? Geniale! Grande Licia!!!
Un altro momento mostrato: Nihal che si taglia i capelli. In fondo Nihal è una ragazza, la Troisi, da Scrittrice con la S maiuscola qual è, sa bene che per le ragazze il parrucchiere è più importante di qualunque battaglia.

Si sciolse la lunga treccia blu, che per anni non aveva visto le forbici. Guardò quel fiume di capelli che le scendeva oltre i fianchi. Erano capelli da regina, quelli di cui cantano i menestrelli, in cui gli amanti annegano dolcemente.
Prese la spada.
Le ciocche caddero a terra una per volta, lentamente.
Quando ebbe finito, in testa aveva una zazzera corta e arruffata.
Gettò i capelli in fondo al giardino.

Ci sono alcuni piccoli particolari stonati in questa scena, del tipo: è notte, Nihal non ha con sé né una lampada, né uno specchio, e la sua spada è affilatissima.

Interludio: Quanto è grande un Drago

Non c’è aspetto del romanzo della Troisi che sia verosimile e coerente. Prendiamo le misure. La Troisi parla di “braccia”, “leghe” e “miglia”. Delle ultime due fornisce pochi esempi e credo sia impossibile fare assunzioni. Riguardo le braccia si sa che:

  • Salazar, la città-torre di Nihal, è alta 1.200 braccia.
  • Il portale d’ingresso di Salazar è imponente, ed è alto 10 braccia.
  • Una cascata che si getta in un “abisso” sono 60 braccia.
  • Un Drago “gigantesco” misura al garrese 4 braccia.

Partiamo dall’ultimo dato. Per chi non lo sapesse, il garrese è il punto più alto della schiena di un quadrupede, dove inizia il collo. Nel Mondo Emerso esistono i cavalli, sono usati regolarmente, e da come sono descritti sono simili ai nostri di cavalli. Nel nostro di mondo, il cavallo vivente più alto al garrese è alto 2,02m, mentre a metà dell’800 visse un cavallo alto fino a 2,20m. Perciò possiamo dire che un cavallo gigantesco è un cavallo con un 2m di altezza al garrese. Nel Mondo Emerso i Draghi sono cavalcati proprio come gli equini, dunque non sembra assurdo immaginarsi un Drago “gigantesco” almeno grande quanto un cavallo “gigantesco”. In realtà a me piace pensare che un Drago sia ben più imponente di un cavallo, ma sto cercando di seguire la Troisi.
Perciò il Drago “gigantesco” è anche lui almeno 2m al garrese, ovvero 1 braccio sono 50 centimetri.

Un grosso cavallo
Cavallo gigantesco o fantino pigmeo?

Questo comporta che: un “abisso” sono 30 metri, una porta imponente 5 metri, e Salazar è alta 600 metri!
Per dare l’idea, proprio in questi mesi si sta terminando la costruzione del grattacielo più alto del mondo, a Dubai, e raggiungerà proprio i 600m di altezza. È richiesta una tecnologia non proprio elementare per innalzare strutture di quel genere, tecnologia che i popoli del Mondo Emerso non possiedono. Né è mai accennato che tali prodigi possano essere realizzati con la magia. Ma questo sarebbe il meno, il problema è che Salazar è composta da cinquanta piani, cioè un piano ogni 12 metri e:

Il ragazzino poteva quasi sentire il suo fiato sul collo. Si gettò per le scale ma cadde rovinosamente due piani più in basso. Si rialzò dolorante, controllò di essere al piano giusto, quindi si buttò fuori dalla finestra. [...]
«Ti sei fatto male?»
Barod [il ragazzino] si guardò le ginocchia sbucciate.

Il ragazzino prima rotola giù per 24 metri di scale, poi salta da una finestra a un piano inferiore, salto di altri 12 metri e si sbuccia le ginocchia… io invito con tutto il cuore la signora Troisi a sperimentare di persona questo salto!
Il “bello” è che la Troisi è laureata in fisica. Verrebbe da chiedersi come abbia fatto. Ma so già la risposta: fortuna!
Si può ridurre il braccio per salvare la vita a Barod, ma così facendo un “gigantesco” Drago diventa più piccolo di un pony…

Il Personaggio di Nihal

Dopo la pausa aritmetica, che sono sicura molti avranno seguito con le dita ben premute contro le orecchie e gli occhi chiusi, gridando a voce alta: “fantasy, fantasy, fantasy!” veniamo a parlare dei personaggi del romanzo. La protagonista assoluta è Nihal, anche se una piccola fetta di spazio riesce a ritagliarsela l’amico mago Sennar.

Nihal è imbattibile con la spada e qualunque altra arma. Nihal è bellissima. Nihal è capricciosa, maleducata e indisponente. Nel romanzo la Troisi ci tiene sempre a sottolineare come facendo i capricci a più non posso si riesca sempre a ottenere quel che si vuole. Infatti più che con la forza, è frignando che Nihal si fa strada nella vita. Nihal scoppia a piangere ventidue (22) volte in 380 pagine! E non ho contato le volte che riesce a trattenersi all’ultimo istante e i pianti multipli, quando inizia a singhiozzare, poi piange apertamente, poi tira su col naso, e così via. Ho messo solo le occasioni nella quali è passata da occhi asciutti a piagnisteo. Ventidue volte. È incredibile!
Ecco dunque una vera sintesi di Nihal della Terra del Vento!

Per tutta risposta Nihal gli sferrò un sonoro pugno sul naso e scappò via in lacrime.
Nihal si chiuse in un silenzio astioso, mentre calde lacrime di rabbia le solcavano le guance.
Nihal sentì le lacrime pungerle gli occhi.
Allora cadde in ginocchio e lo sconforto l’attanagliò così forte che iniziò a piangere.
Riprese a piangere sommessamente: sentiva il disperato bisogno di avere vicino qualcuno con cui parlare.
Nihal gettò via la spada e gli si avventò contro piangendo.
Sapere che Fen aveva già una donna la faceva soffrire, e versò anche qualche lacrima da amante disperata.
Vederli insieme era una sofferenza e qualche volta, in totale solitudine, Nihal scoppiava in lacrime, ma non avrebbe rinunciato a quell’amore per nulla al mondo.
Nihal iniziò a piangere. Le lacrime le sgorgavano dagli occhi, senza che lei riuscisse a trattenerle.
[Sennar] Ricordava ancora i discorsi vuoti che gli avevano fatto i soldati per cercare di consolarlo. Meglio il silenzio. Vedendola [Nihal] in lacrime, però, non poté più tacere.
Nihal non rispose. Guardava e riguardava quel foglio consumato dagli anni. Gli occhi le si riempirono di lacrime.
Gli occhi di Nihal iniziarono a colmarsi di lacrime.
Gli occhi le si riempirono di lacrime e l’assalì una rabbia incontrollabile.
Pianse a lungo, cercando di soffocare i singhiozzi e asciugandosi con rabbia le lacrime, che si strappava dal volto con il dorso della mano. Si assopì piangendo.
Lei si liberò dalla stretta, poi esplose in un pianto rabbioso.
Continuò a urlare, la voce rotta dai singhiozzi, le guance solcate dalle lacrime.
Improvvisamente lacrime calde iniziarono a rigarle le guance.
Il volto della giovane mezzelfo rigato dalle lacrime apparve sullo specchio dell’acqua per sparire subito dopo.
La ragazza abbassò lo sguardo sulle coperte. Non voleva che lo gnomo si accorgesse che gli occhi le si stavano riempiendo di lacrime.
Lacrime calde iniziarono a rigarle il viso sporco di polvere e di sangue.
Nihal cadde in ginocchio, le mani serrate sulle orecchie e gli occhi pieni di lacrime.
Nihal sorrise amara, mentre le lacrime riprendevano a farsi strada lungo l’ovale del suo viso.

Ora viene una parte così involontariamente ridicola che mi ha fatto cascare dal letto a furia di ridere: Ido, il maestro di Nihal, nel bel mezzo di questo fiume in piena di lacrime.

Ido le cinse le spalle. «Piangi, piangi finché vuoi. Da quanto non lo facevi?»

“Da quanto non lo facevi?” “Da quanto non lo facevi?” Ma ROTFL!!! Da tre righe!
Se la Troisi ci avesse messo solo un briciolo di autoironia, Nihal sarebbe potuta essere una lettura piacevolissima. Ma come anche Novik e Meyer, scrive cretinate del tutto seria. L’ironia non fa mai capolino, è tutto da prendere con mortale serietà.

Ragazza che piange
Una foto di Nihal!

Secondo molte commentatrici, Nihal rispecchierebbe le adolescenti di oggi, i loro problemi e il loro carattere. Scemenze. Nihal rispecchia una scrittrice senza esperienza, né dal punto di vista della scrittura, né dal punto di vista della conoscenza del genere. La stessa Troisi non ha difficoltà ad ammettere che la propria conoscenza del fantasy, al momento di stendere le Cronache, non andava al di là del Signore degli Anelli e di qualche manga.

Del personaggio di Sennar riparlerò in futuro quando recensirò il secondo volume delle Cronache. Gli altri personaggi di questo primo volume non vanno oltre il cliché: Soana è una maga bellissima, Fen l’amore impossibile, Ido uno gnomo che si comporta da nano, Laio un vigliacco che si comporta da idiota.
I nemici restano nell’ombra. Il Tiranno è solo citato, non agisce mai in prima persona, e il suo tirapiedi Dola è visto solo da lontano, in groppa al proprio Drago.

Interludio Bonus: Deus Ex Machina!

Poteva mancare? Ecco qui:

Pensa, Nihal. Respira. Pensa. Una via di fuga. Tutto quello che ti serve è una via di fuga.
Il condotto! Era ancora una bambina quando, giocando, l’aveva scoperto. Passava esattamente dietro la bottega e anticamente veniva usato per la manutenzione delle mura: un cunicolo scuro e senz’aria costruito nell’intercapedine del muro di cinta.

Nihal è ferita e braccata dai fammin, e guarda caso ecco che si ricorda di un condotto d’emergenza che aveva scoperto giocando da bambina. Il romanzo si apre con Nihal bambina che gioca, ma di questo condotto non v’è traccia…

Scrivere semplice

La Troisi ha un solo pregio: scrive in maniera semplice. Non scrive bene, ma almeno scrive chiaro.

Spesso lo stile della Troisi è però ridondante e pieno di parole inutili. Si va da obbrobri quali: “I mercanti mercanteggiavano” (editor Mondadori, se ci sei batti un colpo) a frasi come “Era una sorta di castello piuttosto massiccio [...]” senza ulteriore specificazione.
Esperimento mentale: immaginate un castello massiccio. Ora immaginate una sorta di castello piuttosto massiccio. Per me avete in mente la stessa identica immagine. La Troisi spreca spesso inchiostro in questa maniera.
Un altro marchio di fabbrica della nostra Scrittrice è quello di mettere in bocca ai suoi personaggi espressioni che denotano un preciso contesto culturale presente nel nostro mondo ma assente nel Mondo Emerso. I personaggi strillano “uno a zero per me!” ma non esiste il calcio nel Mondo Emerso. Dicono: “al Diavolo”, ma non c’è l’Inferno. Parlano di “carta vincente” ma non giocano mai a carte, e si compiacciono di avere un fisico atletico, quando non esistono atleti di sorta.
Notare che sono dialoghi e pensieri dei personaggi, non del narratore. Un narratore onnisciente può usare espressioni moderne, è brutto, ma è passabile, e con la dovuta cautela può essere divertente, ma un personaggio non può usare certe espressioni! A meno che non sia una parodia o una commedia. E Nihal non lo è.
In certi dialoghi la Troisi si supera, un paio di perle:

Alla notizia Nihal quasi saltò sul letto. Era entusiasta. «Grande Sennar! Fantastico! Siamo una coppia di vincenti! Non siamo ancora adulti e abbiamo già realizzato i nostri sogni!»

Sigh. Abbiamo poi:

Quello che tratteneva Eleusi si voltò. «Oh, vedo che ci sono ospiti. Be’, molta brigata vita beata!» disse ridendo [...]

Il tipo sta per violentare Eleusi, e non so “molta brigata vita beata” ma per sul serio?
Per chi temesse: ovviamente l’aspirante stupratore non riuscirà nel suo intento, interverrà Nihal. Sarebbe inutile sottolinearlo, ma il massimo della tensione erotica in Nihal della Terra del Vento è un bacio sulla guancia.
Dal punto di vista del cattivo stile, la Troisi sfodera ogni asso, ecco una bella serie di domande retoriche che la protagonista si pone:

Che cosa c’era di sbagliato nell’odiare il Tiranno? Non era forse l’odio che dava la forza per combattere? Non era forse giusto odiare i fammin e vivere per sterminarli? Che cosa non andava in quella logica?

Ne aggiungo una io: che cosa non va nella testa della Troisi? E non ho risposta.

La Troisi è stata criticata per il suo stile semplice, quasi fosse un difetto in sé. Vorrei chiarire questo punto. Uno stile semplice va benissimo, è un ottimo stile, uno stile bellissimo. L’importante è non confondere lo stile con i contenuti. È così difficile scrivere in maniera semplice perché spesso occorre scrivere di argomenti complessi. La sfida è parlare di battaglie campali o ingegneria genetica senza istupidire l’argomento ma mantenendo uno stile semplice e dunque comprensibile a tutti.
La Troisi mantiene uno stile semplice ma a scapito degli argomenti. Le situazioni descritte dalla Troisi sono semplicistiche, irrealistiche se non senza mezzi termini stupide. Certo, la Troisi avrebbe potuto far di peggio, e usare un linguaggio astruso per parlare di argomenti stupidi. C’è chi ci riesce.
Perciò non è un difetto uno stile semplice, tutt’altro. È un difetto raccontare corbellerie.

Opinioni altrui

La Troisi ha subito più di una volta pesanti critiche. Per quello che ha scritto e per la sua incredibile fortuna. La Troisi in diverse interviste ha dichiarato che questi attacchi l’hanno portata alle lacrime. Ha pianto come la sua eroina, povera cocca! È sconcertante la crudeltà di alcune persone: una ragazza scrive il suo primo romanzo, una porcheria immonda, e la più grande casa editrice italiana la pubblica al volo, con decine di migliaia di copie di tiratura e pubblicità a tutto spiano. E certe persone malignano. Mah! Assurdo!

In compenso, sono spuntati come i funghi i difensori della Troisi. È una specie di servizio che rendono alla comunità: se trovate un sito, rivista, o quant’altro che parla bene dell’opera della Troisi si tratta o di ignoranti o d’ipocriti. Con Nihal non siamo nel campo delle opinioni personali, non è dibattibile, questo è un romanzo al fondo di qualunque scala di valori. Non ha niente di buono. Persino due campioni del trash quali Melissa P. e Moccia hanno maggiore dignità intellettuale.
Non credo che Moccia abbia mai voluto scrivere nient’altro che storie cretine di adolescenti fessi, e Melissa P. sapeva benissimo che raccontando in maniera più o meno realistica la propria vita sessuale avrebbe attratto la curiosità morbosa. Sono operazioni commerciali, sono due (di Moccia si prenda un’opera a caso) romanzi bruttissimi, ma in fondo sono due romanzi onesti.

Copertina di Scusa ma ti chiamo amore
“Scusa ma ti chiamo amore”: no, non sei scusato!

La Troisi invece non voleva neanche scrivere un’onesta storia fantasy, parole sue, di un’intervista: “Cerco di rendere credibili le vicende esistenziali dei miei personaggi, ma se dalla trama si tolgono draghi e mezz’elfi, i miei romanzi potrebbero svolgersi anche adesso”.
Perciò non scrive neppure fantasy. Scrive di “vicende esistenziali” addobbate da racconto fantastico. O meglio spazzatura travestita d’immondizia.

Ci sono opinioni diverse dalle mie. La Troisi, come la buona parte degli scrittori italiani di fantasy, ha ottenuto sempre molte più lodi che stroncature. Spesso queste lodi sono tanto sperticate quanto campate in aria e dimostrano non la bellezza del romanzo, ma la disonestà del recensore. Cito una recensione per tutte, non la più entusiasta, ma emblematica, la recensione di Nihal della Terra del Vento da parte di Franco “franz” Clun, per FantasyMagazine. La recensione è qui. Perché emblematica? Perché FC arriva a scrivere:

I personaggi principali hanno sentimenti e si muovono in modo coerente e credibile.

Devo commentare? E ancora:

La descrizione delle battaglie è il vero punto di forza. Il momento dell’esaltazione è quello che ci consente di udire il clangore delle spade, vedere le lame ricavare scintille dallo scontro con altre lame.

Ancora, devo commentare? Non ci sono molte alternative: FC è disonesto, FC è un idiota, FC è clueless tanto quanto Licia Troisi. Scegliete voi.

La Troisi ha fatto anche capolino in ambiente accademico. Sono rimasta di stucco scoprendo al suo sito che si poteva scaricare una tesi a lei dedicata. Un tizio, Domenico Marino, si è laureato in letteratura italiana con una tesi dal titolo: “La letteratura fantasy in Italia. Il caso Troisi”. Commento di un mio amico: “Ma a lettere è legale una cosa del genere??? È come se a ingegneria elettronica ci si potesse laureare con una tesi sul citofono!”
Tale tesi si occupa in una prima parte del fantasy in generale e poi del fantasy in Italia e in particolare delle Cronache del Mondo Emerso.
Piccola curiosità: questo articolo che state leggendo è più lungo e dettagliato della parte della tesi dedicata alla Troisi. Ed è solo il primo articolo di sei (si spera). Il relatore della tesi mi pare di capire sia stato tale professor Pappalardo; che ne dice, prof, non mi sono meritata anch’io una laurea?

Questa laurea è interessante perché mostra come la Troisi, a parte la mia ironia sulla fortuna, non sia un caso a sé, è il frutto di una generale mentalità di sciatteria che avvolge il campo della letteratura di genere. Cito dalla laurea:

La storia è narrata in terza persona, ma non c’è un narratore onnisciente [...]

Sfoglio appena le prime pagine:

Livon non era solo il miglior armaiolo del mondo noto e probabilmente anche di quello ignoto: era un artista. Le sue spade erano armi incredibili, di una bellezza così fulgida da mozzare il fiato, armi che sapevano adattarsi al proprietario ed esaltarne le capacità. [...]

Eccolo qui il narratore onnisciente! D’accordo, d’accordo, questo brano non l’ho davvero scelto a caso: già che c’ero ho preso due piccioni con una fava, quel “miglior armaiolo del mondo noto e probabilmente anche di quello ignoto” è una bruttura che meritava citazione!
In verità il punto di vista della Troisi è un guazzabuglio. In certi punti è in terza persona limitata su Nihal o sul personaggio protagonista di una scena, in altri è appunto onnisciente e in alcuni casi è schizofrenico, passando dalla mente di un personaggio a quella di un altro nel volgere di un paragrafo. È il punto di vista dello scrittore dilettante. Magari non il Marino, ma il professor Pappalardo avrebbe dovuto accorgersene.
Ma non voglio insistere sulla tesi, che per quanto riguarda la Troisi non è altro che un riassunto delle opere della stessa, senza nessuna particolare analisi, e d’altra parte che si può dire quando la tesi stessa si conclude con affermazioni quali che le Cronache dimostrerebbero: “incredibile maturità per un’autrice esordiente”?

Conclusioni

In questa recensione ho lasciato da parte alcuni aspetti tipici dell’opera della Troisi (per esempio la Banalità costante), tutto il discorso sull’Invidia e il cianciare del presunto “fantasy per ragazzi”: andranno a rimpolpare le recensioni successive.
Un giudizio finale su Nihal della Terra del Vento. Per una volta è semplice: è un romanzo che fa schifo.

Copertina de La Missione di Sennar
La Missione di Sennar: il volume secondo delle Cronache del Mondo Emerso

Un ultimo appunto: scrivere articoli così lunghi e documentare ogni passaggio con puntuali citazioni richiede molto tempo. Non mi lamento perché mi diverto, prendersela con la Troisi è un piacere sadico con pochi eguali letterari, ma mi divertono anche altre attività, prima fra tutte scrivere. Inoltre devo studiare. Questo per preannunciare che il massacro dei successivi cinque libri avverrà con calma.

I Fan della Troisi!!!

Seconda puntata per la rubrica dimmi chi sono i tuoi fan e ti dirò chi sei. Ricordo che è una rubrica che si basa sul sarcasmo che sconfina nel dileggio. Non siete obbligati a leggerla, potete pure andare oltre. Non che ci sia nient’altro, a parte tanti bei Gamberi marci!

Vediamo un po’ alcuni giudizi su Nihal della Terra del Vento da parte dei sempre sagaci commentatori di iBS.it.

Francesco
Ragazzi questo libro mi e’ piaciuto un casino,davvero molto bello. GRANDE LUCIA!!!!!!!!!!!!
Voto: 5 / 5

Partenza tranquilla con Francesco, al quale il romanzo sarà piaciuto tantissimo, ma non è riuscito a imparare il nome dell’autrice.

Lordkiller
Arrivato a pag 327 in sol tre giorni dall’acquisto di certo non mi pongo a chi critica negativamente. Lo stil degno di una lettura semplice come fluida ma soprattutto di abili descrizioni. Errore, laddove l’Autrice descrive colpi lasciando che sol la parola fendente definisca molteplici mosse. Ma ciò è sol un piccolo punto di un libro che fa gola a molti. Anch’io seco Voi altri attendo che esca “La missione di Sennar” col sol rammarico di aspettare qualche mese con il primo libro già chiuso.
Voto: 5 / 5

Graziosa favella! ehm… Lordkiller!

CORY
assolutamente stupendo!!!!!!!!!!! un fantasy a tutti gli effetti, ma con qualcosa in più! la riflessione, cercare se stessi, sotterrare l’odio verso colui che ha ucciso chi ci ha voluto bene nella nostra vita, il nostro crescere nel male che si sparge a macchia d’olio! credo che sia 1 dei fantasy più belli che abbia mai letto, non credo assolutamente che sia prevedibile, banale, ma ben sì un libro di alte aspettative, bello, con colpi di scena e riflessioni sul nostro “IO” interriore
Voto: 5 / 5

Ma dove abita CORY?! Perché per fortuna io non ho dovuto sotterrare l’odio verso colui che ha ucciso chi mi ha voluto bene, perché non hanno ancora ucciso nessuno (perché nessuno mi ha voluto bene; non resisto a una possibile cattiveria, persino quando è contro me stessa!) né cresco nel male che si sparge a macchia d’olio (oddio, a meno che tale male non siano i romanzi della Troisi…)

acquarius
Posso dire che e uno dei libri piu belli mai letti degli autori di fantasy italiani e una critica la voglio fare a quelli che hanno dato voto basso e dirvi se quasi tutti hanno dato voti alti ci sara un motivo no ?posso solo dire una cosa per chiudere rileggetevi il libro e fate andare il cervello forse ne avete fatto andare poco la prima volta
Voto: 5 / 5

Sì, un motivo c’è per i voti alti, c’era anche l’altra volta con Twilight, è sempre lo stesso: è quella sindrome descritta da John Langdon Down nel 1866.

The Royale Vampire
Libro stupendo, l’ho leto tutto d’un fiato. sono d’accordissimo con chi dice che assomiglia molto ad un manga!! mi sono identificata subito con Nihal e i suoi “problemi interiori” ke tutte le adolescenti (me compresa) hanno. aspetto con ansia il secondo volume!
Voto: 5 / 5

Tutte le adolescenti hanno il problema degli occhi troppo grossi, è vero.

Squall Liohearth
Carissimi amici, è da un pò di tempo che ho cercato un bel libro fantasy e dopo Eragon di Paolini questo è il miglior libro che ho letto solo che nihal,bellisima, è troppo portata alla ricerca di se stessa, mentre chi mi ha colpito è stato sennar.Altri personnaggi per me troopo forti sono Ido,Aires e Ondine.(Apprezzo molto la sensualità di Aires). Sono alla ricerca di un altro libro fantasy e chiunque voglia conttattarmi mi troverà a Makrat all’accademia dei Cavalieri di drago!
Voto: 5 / 5

La Troisi dovrebbe essere orgogliosa di poter essere la migliore dietro quel genio di Paolini!

Darkdragon_18
Ho letto la saga cronake del mondo emerso è l’ho trovato il fantasy + stupefacente del mondo, mi sn rispekiata molto in Nihal la protagonista è qst mi ha fatto apprezzare ancor di + la saga, qsta saga mi ha fatto volare cn la fantasia, credo ke sia la miscelazione perfetta di avventura,guerra, amore e fantasy! voglio congratularmi cn licia troisi x aver scritto un capolavoro fantasy così bello!
Voto: 5 / 5

Pensa se scriveva un capolavoro fantasy brutto!

alice
non mi trovo assolutamente daccordo con chi sblatera a vandera che le descrizioni sono pessime e gne gne gne il problema miei cari critici de strapazzo non è il libro ma voi che non siete abbastanza sensibili o bravi nell’entrare in un libro io personalmente trovo che questo libro ti apra gli occhi su un sacco di cose e trovo interessante che la scrittrice abbia fatto passare la protagonista come una persona così diversa dagli altri eppure così uguale negli sbagli, insomma non è PERFETTA come la maggior parte dei protagonisti di libri fantasy,no, e una persona che sbaglia che a molto da imparare e che soffrea a mio parere la scrittrice ci ha fatto vedere un modo di pensare diverso e voi l’avete subito scartata sputandoci sopra!!! mi volevo infine congratulare vivamente con Licia Troisi per aver scritto un libro nuovo
Voto: 5 / 5

Ma chi ha sputato sulla Troisi?! Mi voglio congratulare! E non sto sblaterando a vandera…

Enrico
Sinceramente non capisco perchè si debba criticare così un libro… Certo non si può paragonare una giovane scrittrice a Tolkien, ma se una casa come la Mondadori ha dato fiducia a Licia Troisi probabilmente sarà perchè in lei ha riscontrato del talento non credete? [...]
Voto: 5 / 5

No, non ci credo.

Zoe
è inutile… certe xsone non riescono proprio a capire nulla di libri. forse topolino è più alla vostra portata… questo libro, come gli altri, è un vero e proprio capolavoro…
Voto: 5 / 5

Capisco la frustrazione di Zoe. È proprio vero che certe persone non riescono a capire nulla di libri.

ZOFY
WOW, WOW, WOW… NN RIESCO A DIRE ALTRO.. è TROPPISSIMO EMOZIONANTE… TI PRENDE E TI PORTA VIA, NN TI LASCIA SFUGGIRE NEANKE X UN SECONDO NN TI DISTRAI… NN CI RIESCI….NN PUOI… NN PUOI SMETTERE…XKE NN CI RIESCI…HAI SEMPRE PAURA KE IL CAPITOLO FINISCA… E SE FINISCE VUOLE DIRE KE MANCA SEMPRE UN CAPITOLO IN MENO ALLA FINE DELL’LIBRO…E TU NN VUOI KE IL LIBRO FINISCA XKE TU NE FAI PARTE… CI SEI DENTRO, IN MEZZO A QUEL TURBINE DI BATTAGLIE, SENTIMENTI, EMOZIONI, TU MENTRE LO LEGGI SEI IL LIBRO, LA STORIA, NIHAL, SENNARA, IDO E TUTTI QUELLI KE NE FANNO PARTE… BELLO, PUNTO E BASTA. 1 ABBRACCIO DI IN BOCCA AL LUPO A LICIA… -SOFY-
Voto: 5 / 5

Poteva mancare la fan scatenata che s’è venduta il tasto shift pur di comprarsi il romanzo?

Maria
Dopo Marion Zimmer Bradley credo che la Troisi sia l’espressione più interessante e importante nel mondo del Fantasy, la prima in quello italiano! Ho letto la trilogia in 4 giorni trovandola stupenda!
Voto: 5 / 5

Mamma mia com’è messo male il fantasy!

Marco76
Devo ammettere….sono un teledipendente… Ho comprato il libro x curiosita,l’ho finito in una giornata…STREPITOSO!!! Oggi ho comperato “LA MISSIONE DI SENNAR”. Scrivi veramente bene,sei riuscita a strapparmi anche le lacrime. Continua cosi!!!
Voto: 5 / 5

Sì, la Troisi fa piangere. Concordo.

Debby
Non riesco a capire come si possa dare un voto così basso ad un libro Eccezionale.Non può assolutamente essere definito scadente perchè presenta numerose qualità. è scritto in maniera scorrevole ed esemplare, la vicenda è davvero particolare e piena di messaggi nascosti(che solo i veri lettori riescono a cogliere).Ho letto l’intera trilogia e devo dire che ritrovo fiducia nella letteratura italiana.Grandissimi complimenti a questa autrice che, a differenza di altri, io trovo piuttosto matura e dotata.Inoltre deve essere lodata la sua capacità di descrivere gli stati d’animo:non mi ero mai così immedesimata in un personaggio.Credo che un bel 5 sia più che meritato.
Voto: 5 / 5

Lo sapevo! I messaggi nascosti! Se leggi Nihal al contrario evochi Belzebù! Spero il Papa faccia qualcosa!

elena
bellissimo questo libro, l’ho letto tutto d’un fiato…ero curiosissima di sapere cosa accadeva a nihal e a sennar, soprattutto se finalmente si baciassero…non faccio anteprime sulla loro storia… direi che è un libro di tutto rispetto, mi ha fatto “sognare” come pochi libri che ho letto lo consiglio vivamente a chi piace il fantasy
Voto: 5 / 5

Anch’io! Uguale! Lo leggevo e tra me e me mi arrovellavo: ma si baceranno Nihal e Sennar? Sì? No? Forse? Domani? Lo saprò mai???

giovanna
è sicuramente l’esempio migliore di letteratura di genere degli ultimi tempi…la protagonista rivendica e porta dentro di sè anni di lotte femministe che in questo libro finalmente approdano anche alla rappresentazione fantastica. la leggerezza e insieme forza di Nihal ridanno vigore all’immaginario femminile che solo una Scrittrice poteva tradurre in immagini…da quasi ninfa, si trova a trasformarsi in virago per poter tener testa al tiranno riproponendo il modello di cyber-donna dei movimenti scum in un fantasy che finalmente si tinge di rosa. il fantasy è sempre stato un genere di nicchia, ma qui si fa veicolo di tematiche socio-linguistiche che ne elevano il povero e scontato contenuto. spero che anche i colleghi lettori riescano a cogliere anche questi aspetti che danno nuova luce al lavoro di Licia troisi.
Voto: 5 / 5

Questo è il genere di giudizio che suscita in me un disprezzo assoluto, vicino all’odio. Gli altri giudizi sono ingenui, è chiaro che chi li ha scritti non hai mai letto (fantasy) in vita sua. Ma non lo nasconde. Qui invece c’è qualcuno altrettanto a digiuno di narrativa fantastica come dimostra quel “un fantasy che finalmente si tinge di rosa” (ce ne sono a valanghe di fantasy femminili/femministi), ma che non lo ammette, sperando di costruire con la retorica un giudizio coerente. Missione fallita. Non ci sono tematiche socio-linguistiche in Nihal, c’è lo schifo di un romanzo orribile. Fine.

Jac meteius
Non ho il compiuter. sono a scuola, durante uno sciopero vado su internet e trovo questo libro. Non lo ho ancora letto ma ho letto le recensioni. Tutti abbiamo i nostri punti di vista e i nostri gusti e opinioni. Ma noi siamo italiani e non dobbiamo esserer nel ombra di scrittori stranieri che per quanto possono essere anche magnifici come Trrry e David ma la nostra letteratura è il meglio in assoluto. Il fantasy è un settore che sarà presto nostro. Alla scrittrice, di cui non ho ancora letto il libro voglio dire: non ti abbattere, hai scritto un romanzo è già un inizio. Devi perseverare, non mollare. Solo chi ha sritto un libro ne può giudicare altri.
Voto: 5 / 5

Solo chi ha scritto un libro ne può giudicare altri, e inoltre chi è senza computer a scuola durante uno sciopero.

SuperKikka
è normale che il Fantasy sia ripetitivo, i personaggi sono più o meno i soliti, Maghi, folletti, mezzielfi, streghe…il Fantasy è questo ragazzi! Una sola cosa: per apprezzare veramente questo libro bisogna essere costretti dai genitori a leggere tutti i classici… (nessuno è stato costretto a leggere “Piccole Donne” quando vicino a voi c’è qualcuno che loda in un modo infinito la bellezza del Fantasy?!)
Voto: 5 / 5

Non ho capito se per apprezzare la Troisi occorra aver letto i classici perché danno le basi della buona letteratura, o bisogna averli letti per capire cosa s’intende per noia, in confronto alla scrittura frizzante della nostra autrice preferita? Non lo so, ma SuperKikka ha ragione!

 

Uno dei covi dei fan della Troisi è il forum ufficiale, raggiungibile a questo indirizzo. Ci sarebbe molto da pescare, lo farò in una prossima occasione. Segnalo solo il titolo di una discussione inaugurata da Sennar James Potter93 nel canale Questioni serie: “Gli animali.Esseri viventi proprio come noi….” deliziosamente ironico!

Coniglietto triste
La Troisi e i suoi fan sono riusciti a far piangere un Coniglietto! Cattivi! Per fortuna non si tratta di Grumo


Approfondimenti:

bandiera IT Il mio articolo precedente sull’argomento
bandiera IT E il vecchio articolo di confronto fra Ash, Nihal & Chariza.
bandiera IT La mia recensione de La Missione di Sennar
bandiera IT La mia recensione de Il Talismano del Potere

bandiera IT Nihal della Terra del Vento su iBS.it
bandiera IT Nihal della Terra del Vento su iBS.it (edizione economica)
bandiera IT Il sito ufficiale di Licia Troisi
bandiera IT Con relativo blog: si parla di tutto tranne che di letteratura
bandiera IT Lands & Dragons: il forum ufficiale di Licia Troisi

 

Giudizio:

Scrittura semplice. +1 -1 Argomenti semplicistici.
-1 Stile ridondante.
-1 Riferimenti culturali impossibili per il Mondo Emerso.
-1 Punto di vista spesso schizofrenico.
-1 Non è un fantasy, per ammissione dell’autrice.
-1 Nihal è una lagna capricciosa.
-1 Gli altri personaggi non sono meno fastidiosi.
-1 Draghi pony o torri alte 600 metri.
-1 Situazioni inverosimili.
-1 Situazioni impossibili.
-1 Situazioni banali.
-1 Situazioni idiote.
-1 Ignoranza abissale di ogni argomento (bellico).
-1 Spregio continuo del Buon Senso.
-1 Il Mondo Emerso è abitato da mongoloidi incapaci.
-1 L’autrice è un pessimo esempio per tecnica e metodo.
-1 L’autrice ha scritto altri cinque romanzi!
-1 Troppa fortuna per i miei gusti.
-1 In fondo sono una persona comprensiva, mi fermo qui.

Diciotto Gamberi Marci: clicca per maggiori informazioni sui voti13


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898 Comments To "Recensioni :: Romanzo :: Nihal della Terra del Vento"

#1 Comment By Simona On 17 gennaio 2008 @ 00:07

Sicura di avere preso gli esempi giusti per parlare di romanzi brutti ma onesti?
Federico Moccia è un uomo che conosce per esempio perfettamente i meccanismi per scrivere una storia piaciona. D’altronde ha come padre uno sceneggiatore storico del cinema italiano, uno che scriveva i film che la gente andava a vedere e, pensa un po’, riusciva persino a trovare piacevoli… E in più scrive come autore per i personaggi televisivi più amati dal grande pubblico. Credici, conoscere il meccanismo per piacere a tutti fa un’enorme differenza. E non ti rende sicuramente uno scrittore, figuriamoci onesto… Semmai ti rende capace di confezionare un prodotto che il pubblico si compra. Credi che il libro di Moccia stampato a sue spese (e poteva permetterselo…) sia capitato per una pura coincidenza a qualche editor Feltrinelli? Siamo sicuri che essere il figlio di Pipolo nonché un autore di persone come Bonolis e via dicendo non sia stato un ottimo calcio in quel posto?
Sulla seconda… Forse non sai che Melissa P. ha avuto ilfidanzato giusto al momento giusto: il figlio del suo editore. Ottima spinta, per farsi leggere da una casa editrice… Inoltre, forse sai ancora meno che la casa editrice in questione ha la brutta abitudine di riscrivere i romanzi che decide di pubblicare. Ossia: 100 colpi di spazzola e ciò che è seguito non sono farina del sacco di Melissa P. Sono stati riscritti dagli editor Fazi. Non ho scritto ‘è stata richiesta a Melissa una revisione’. Sono stati proprio riscritti.
Forse a quel punto si poteva curare meglio la forma… Forse no. In fondo quella di 100 colpi di spazzola è vera pornografia, e non dei sentimenti… Chissenefrega della forma. Ma a questo punto mi chiedo sinceramente dove stia l’onesta del brutto romanzo.
Sei assoluamente sicura che in tutta questa tua campagna di odio nei confronti della Troisi non ci sia qualche cosa di personale? In fondo Licia Troisi non è il maggiore dei mali. Non è come Bruno Vespa, persona contro cui davvero dovresti scagliarti perché ha la capacità di riscrivere una storia a immagine e somiglianza del suo padrone di turno e di convincere le migliaia di italiani che se lo leggono perché vedono Porta a Porta che la sua storia in fondo è quella giusta…
Licia Troisi scrive storie innocue, magari non per il palato fine degli amanti della lingua, ma chiuso il libro lasciano i neuroni intatti…
Vorrei davvero leggere un tuo commento contro qualcuno che ha il vero potere di creare correnti di pensiero insane. Perché uno di questi giorni non rinunci al genere e cominci a darti alla saggistica, o addirittura ai testi scritti da politici? Il tuo fine senso dell’umorismo potrebbe avere molto più successo di quello che ti viene garantito dai lettori di narrativa fantasy… Minimo minimo il tuo sito comincerebbe a essere preso di mira dalla censura. E questa, per chi vuole essere letto a 360 gradi, è un’ottima pubblicità…
Notte, gamberetta.

#2 Comment By Marte On 17 gennaio 2008 @ 11:00

Lunghissimo post: leggo da un pò il blog ed oramai sono convinto che DEVO farti una richiesta.

Mi fai una recensione di un libro fantasy che ti é piaciuto?
Grazie :D

#3 Comment By AngicourtJester On 17 gennaio 2008 @ 11:27

Bella rece.
Sono d’accordo con quasi tutto.
Che in Italia si vada per raccomandazioni, soprattutto nel campo editoriale, era risaputo. E che la “fortuna” conti più del talento è ovvio da quando sono stati pubblicati libri firmati da gente uscita da Il Grande Fratello.
Solo non andrei a questionare troppo sulle architetture: il fantasy è pieno di architetture strane e impossibili. Certo, è un po’più coerente un Moorcock (e, dato il personaggio, ho detto tutto) che descrive le impossibili torri di Ymryrr, piuttosto che una Salazaar di L.T. Ma tant’è, in mezzo a tutto il resto, una città alta 600 m è la minor cosa.

#4 Comment By mhrrr On 17 gennaio 2008 @ 11:38

nihal mi ha disgustato e la tua recensione divertito tantissimo. complimenti.
commenti:
1) del condotto/deus ex machina si parla, mi pare, all’inizio del libro;
2) secondo me, neppure nella bocca (penna?) del narratore certe espressioni sono passabili: rovinano comunque l’atmosfera.

ma sono sciocchezze. continua così ché aspetto trepidante gli altri cinque pezzi.

#5 Comment By Niccolò On 17 gennaio 2008 @ 12:37

Non ho letto la Troisi, ma questo post e’ assolutamente fantastico. Ho fatto una sbornia di fantasy ai tempi dei tempi, e credo in massima parte faccia cagare, perche’ la principale lacuna di questi libri e’ proprio la fantasia. Il fatto che non si ristampino piu’ (almeno nella nostra trogloditica nazione) scrittori di ben altro livello come Leiber o il Vance di “Lyonesse” per lasciare spazio esclusivo a ‘sta roba, beh, la dice lunga. Io ero rimasto indietro: consideravo Weiss e Hickman come l’apoteosi della merda, ma mi rendo conto di essermi perso un sacco di degrado. In tutto questo, considero ancor piu’ meritorio George Martin, sperando regga fino in fondo. Ciao!

#6 Comment By marcy On 17 gennaio 2008 @ 12:54

Va bene brutta cattiva di una Gamberetta, hai fatto piangere anche me! dal ridere, ovviamente.
I tuoi articoli mi fanno uno strano effetto: questo su Licia Troisi mi ha risvegliato un gran desiderio di rileggere Ariosto. Da usare come antidoto contro i libri spazzatura.
Anche io ho una richiesta. So che è molto più divertente
parlare di Nihal ma, almeno per una volta, parlaci di un romanzo che ti è piaciuto.
Ciao Marcy

#7 Comment By Gamberetta On 17 gennaio 2008 @ 13:56

@Simona. Eh?! Se c’è una cosa che non cerco è la pubblicità. Gli unici link che io ho lasciato verso questo blog sono in un paio di thread del forum di FantasyMagazine. Fine. Chi mi trova è per buona parte attraverso google o altro motore di ricerca, e per ora mi sta benissimo così.
La censura su Internet non esiste. I “censurati” si lasciano appunto censurare solo per farsi pubblicità. All’occorrenza, tra me e mio fratello, in mezzo pomeriggio possiamo aprire 20 siti con contenuto uguale a questo in 20 Paesi diversi.
Non parlo di politica perché non conosco a sufficienza l’argomento. E non parlo di Bruno Vespa perché in pratica non accendo la televisione dalla finale dei mondiali di calcio. Se voglio vedere un film, telefilm o cartone animato lo scarico o lo compro. Al massimo guardo “Report” dal sito della Rai, bello depurato dalla pubblicità. Non ho idea di cosa dica Vespa o chi per lui, né m’interessa. Oltre a un appello generico a spegnere la televisione non saprei che altro aggiungere.

Me la prendo con Licia Troisi perché è una pessima scrittrice, forse la peggiore che abbia mai letto in vita mia, se non si conta l’editoria a pagamento o certe cose che si trovano su Internet. Non è il male in assoluto, ma nel campo narrativa fantastica italiana sì.
In quanto al discorso dell’onesta è solo questo: quando ho preso in mano “Ho voglia di te” (l’unico romanzo di Moccia che ho letto, una porcata) sapevo di avere in mano la storia di una coppia di adolescenti fessi. Ero lo stesso curiosa, l’ho letto, ributtante, fine. Con la Troisi credevo di avere in mano un fantasy, ma come dice la stessa autrice non è così. E ha ragione: davvero se si tolgono tutti gli elementi “fantastici” la storia di Nihal non cambia. È questo è prendere per i fondelli i lettori (oltre a tutti gli altri difetti).

@ AngicourtJester. È la Troisi che se l’è andata a cercare con la città-torre. All’inizio del romanzo Nihal è una bambina analfabeta, sarebbe bastato tenere sempre il suo punto di vista, e Salazar sarebbe stata solo un torre “altissima”. Invece no, la Troisi ha voluto mettersi lei a parlare, ed è andata a specificare l’altezza fino all’ultimo braccio. Come si dice: “meglio stare zitti e dare l’impressione di essere stupidi, piuttosto che parlare e togliere ogni dubbio”.

@ mhrrr. Sì, è vero, all’inizio del romanzo si parla dei condotti di manutenzione, ma in generale, non che, colpo di fortuna!, ce ne sia uno giusto dietro casa di Nihal!

@Niccolò. Hai ragione. Sembra un paradosso, ma un sacco del fantasy attuale si chiama così ma è del tutto privo di fantasia e inventiva.

***

Per chi vuole recensioni di romanzi che mi siano piaciuti. Ci saranno. Purtroppo non è tanto che lo faccia apposta (be’, un po’ sì con certo fantasy specie italiano), è che ultimamente di romanzi belli, che mi spingano a recensioni entusiaste non ne ho letti. Ma quando succederà, non mancherò di recensirli.

#8 Comment By Niccolo’ On 17 gennaio 2008 @ 18:26

Se ce l’hai gia’/riesci prima o poi a trovarlo, sarei curiosissimo di leggere una recensione di un libro con le supercontropalle: “La Via Della Gloria” di Robert Heinlein. Giusto per dimostrare qualcosa ai fantasysti che passassero di qui cercando la Troisi.

#9 Comment By Carraronan On 17 gennaio 2008 @ 19:42

Un articolo bellissimo, come pochi che ho mai visto in anni.
Sicuramente il migliore che ho mai letto su Nihal della Terra del Vento.

Concordo su tutto: i due piani di salto con sbucciatura (dodici metri o più di caduta! Ahhh!); le pessime scene di battaglia, prive di ritmo e azione (e di buon senso); la recensione demente di FC (pura pubblicità e servilismo); il sospetto cambio di rotta di Sosio (e della Delos) rispetto al primo parere dato anni fa; l’assoluta disinformazione della Troisi etcetera etcetera.
Anche le riflessioni sul fatto che la Troisi possa aver fatto bene o male al fantasy italiano mi sono piaciute molto.

Un tempo ero più “positivo” nella mia visione di come la Troisi avrebbe potuto contribuire ad aprire la strada ad altri autori e aiutare a far emergere il fantasy italiano, ma ormai ho cambiato idea: è dannosa su tutti i fronti.
Le tue riflessioni rafforzano il parere che me ne sono fatto.

Bravissima Gamberetta, come sempre. Ti ho messa nel FeedDemon da alcune settimane. Ero in dubbio se linkare o meno Gamberi Fantasy nel mio nuovo blog, ma ora so per certo che merita un posto di onore.

Serviva qualcuno che dicesse le cose come stanno, che non avesse timore di dire che due e due fa quattro, senza le ipocrisie pubblicitarie e i servilismi che inquinano tante pseudo-recensioni.
Continua così! ;-)

#10 Comment By Gamberetta On 17 gennaio 2008 @ 22:29

@Niccolò. “La Via della Gloria” l’ha letto mio fratello, e non pare gli sia piaciuto molto, almeno rispetto all’Heinlein più bravo (“Universo”, “Fanteria dello Spazio”, “La Luna è una Severa Maestra”, “Il Terrore della Sesta Luna”). Lo leggerò anch’io. Che comunque sia (molto) meglio della Troisi ci posso già scommettere.
Di fantasy recenti simili come tema alla Troisi (eroina femminile guerriera prescelta, ambientazione pseudo medievale) credo il migliore sia “Ash” della Gentle. Verosimile, violento, e con elementi fantasy/fantascientifici non di contorno, ma fondamentali per la trama (anche troppo, specie nel finale). Tra l’altro, pur senza certe esagerazioni tipiche dei giapponesi, l’opera della Gentle è molto più “mangosa” di quella della Troisi. “Ash” somiglia molto più a Berserk (una delle fonti d’ispirazione per Nihal, a detta della stessa Troisi) delle Cronache del Mondo Emerso.

@Carraronan. Grazie per i complimenti. E per avermi dato in pasto al Demone. Credo.

#11 Comment By Shad On 17 gennaio 2008 @ 22:44

Uhm… una sola domanda, forse stupida…

“…della giovane mezzelfo…”

Uhm… dellA giovane mezzelfO?

Strafalcione? Oppure nel mondo della Troisi non esiste un elfo che non sia maschio? O forse sono tutti ermafroditi?

Beh, in realtà non sarebbe il solo dubbio, ma quello maggiore è stato espresso più o meno all’inizio dell’articolo (ottimo, soprattutto per aver inframezzato dei commenti piacevolmente sarcastici e taglienti a dei paragrafi del libro che mi hanno quasi fatto piangere dalle risate).
Grazie dell’eventuale chiarimento.

#12 Comment By Gamberetta On 17 gennaio 2008 @ 23:00

Nel Mondo Emerso tutti i mezzelfi sono chiamati mezzelfo, sia i maschi sia le femmine. Un po’ come, non so, gli ippopotami. C’è l’ippopotamo maschio e femmina, non c’è l’ippopotama, uguale per i mezzelfi.

#13 Comment By Simona On 17 gennaio 2008 @ 23:06

Gamberetta, non sentirti sotto accusa. Non ti sto accusando di cercare pubblicità. Facevo una considerazione. So bene che tu sei dura e pura, e per giunta lotti per la buona scrittura (ahimè, solo a parole…). E stai tranquilla che la censura si pratica anche su internet. Certo, bisogna essere veramente in grado di dare fastidio a qualcuno. E tu non lo sei. Quindi puoi dormire tranquilla tra due guanciali e con l’approvazione dei tuoi 23 lettori, che ti bastano e avanzano. Non ti serve altro, a parte un romanzo della Troisi su cui pontificare. Sei davvero una persona fortunata… Così giovane e già così appagata!!!
Peccato. Speravo in una nuova leva capace di dare pane al pane e vino al vino, in grado di parlare anche di politica con lo stesso fervore distruttivo… Saresti stata decisamente più interessante da seguire.
Pardon. Questo non ti interessa, e non ti interessa nemmeno il mio parere. Ma così, purtroppo, rimani solo chiacchiere e distintivo (forse cito un film che non conosci… D’altronde non è fantasy e non potresti nemmeno parlarne male… L’ha scritto un uomo da cui avresti solo da imparare…).
D’ora in poi ti lascerò in pace. So che non sentirai la mia mancanza, e la cosa mi rende felice. Dopotutto mi dispiacerebbe farti no sgarbo.
Ciao, Gamberetta Yè-Yè.

#14 Comment By Niccolo’ On 17 gennaio 2008 @ 23:47

Dacci una letta, secondo me e’ uno dei capitoli sottovalutati della copiosa (e quasi sempre eccelsa) produzione di Heinlein. Mi citi “Universo”: lo adoro particolarmente, credo sia uno dei libri piu’ vicini al concetto di perfezione!

#15 Comment By Daisy On 18 gennaio 2008 @ 08:05

brava Gamberetta, BRAVA! La recensione è bellissima, e non sono del tutto convinta che dovresti recensire i libri che ti piacciono… sei troppo forte negli sputtanamenti!

Inoltre, non dare retta a chi ti dice (la fulminata qui sopra, ad esempio) che se non parli di politica non sei nessuno. A parte che la politica vera, e io sì che me ne intendo, è da un po’ che non esiste più, per dare fastidio a qualcuno basta una brutale sincerità come la tua, come hai potuto notare quando hai criticato una quasi blogstar come Navarra (è capitato anche a me di parlare male di un esordiente blogger e trovarmi addosso l’orda inferocita di sabbipodi).

Molti scrittori anche famosi, e te lo dico per esperienza personale perchè ci lavoro, ancora non concepiscono che qualcuno possa farsi un blog e scrivere che il loro libro è una cagata punto e basta, bypassando i filtri e le cazzate dei giornalisti compiacenti. La tua personalità già ti caratterizza, la pubblicità verrà da sola, e le chiacchiere e il distintivo so io dove devono finire…

#16 Comment By Shad On 18 gennaio 2008 @ 11:33

“Nel Mondo Emerso tutti i mezzelfi sono chiamati mezzelfo, sia i maschi sia le femmine. Un po’ come, non so, gli ippopotami. C’è l’ippopotamo maschio e femmina, non c’è l’ippopotama, uguale per i mezzelfi.”

Ecco perchè la Mondadori ha deciso di pubblicarla!!! Ecco perchè piace!!! E’ un’autrice o-r-i-g-i-n-a-l-e!!! Altro che tutti quegli autori banali che ancora si ostinano a usare le declinazioni dei nomi quando parlano degli elfi…

Ad essere onesti, un’altra risposta possibile al primo dubbio esposto nel tuo articolo viene da te esposta più avanti, e mi stupisce che una ragazza sveglia come te non se ne sia accorta. Riporto la precisa frase.

“Nel romanzo la Troisi ci tiene sempre a sottolineare come facendo i capricci a più non posso si riesca sempre a ottenere quel che si vuole. Infatti più che con la forza, è frignando che Nihal si fa strada nella vita.”

Pensiamo alla scena: la Mondadori, ricevuto le mille e passa pagine della Troisi, magari risponde negativamente. Dopo quanto? Una settimana, arriva un altro plico da mille pagine a nome della Troisi, tutte bianche e punteggiate da innumerevoli macchioline umide. Alla Mondadori cominciano a sentirsi a disagio. La Troisi li chiama, e comincia a piangere e lamentarsi. Alla Mondadori sono sempre più a disagio. La scena si ripete (pagine inumidite dalle lacrime, telefonate-pianto con in sottofondo il rumore di piedi sbattuti sul pavimento), finchè alla Mondadori non gettano la spugna! Verrà pubblicata!!!

Quanto al perchè sia riuscita a vendere simili cifre, purtroppo questa interpretazione non da risposta…

#17 Comment By Federico Russo “Taotor” On 18 gennaio 2008 @ 21:05

Che dire, l’ho letto nel 2004, forse in una giornata, e per questo motivo, dolce Gamberetta, credevo che dietro ci fosse stato un ottimo editor – ma avevo 14 anni ed ero stupido. Ora ho capito, però. La Troisi scrive malissimo e un editor scarso le corregge le bozze. Peggio di così? Eh, peggio di così si pubblica…

Ottima “tesi”. Non ricordavo tanta lordura in 300 pagine, se devo essere sincero. Per fortuna mi sono fermato al primo libro… Conoscendo il carattere di una mia amica (di Torino, Adolescente colla A maiuscola, “Sonosfigatailmondocel’haconmenessunomicapiscevogliomorire”), le ho regalato la trilogia. Ne è uscita pazza.

Alla prossima. ;)

P.S. Se scrivi post più corti, magari dividendoli in più parti, potrebbe essere più facile per te pubblicarli e per noi leggerli tutti d’un fiato e commentarli subito… XD

#18 Comment By Gamberetta On 18 gennaio 2008 @ 22:38

@Taotor. In effetti è un articolo molto lungo, anche per via delle citazioni. E ti assicuro che ho lasciato perdere un sacco di roba che mi ero segnata (per esempio tutti e 10 i combattimenti di Nihal per entrare in Accademia sono assurdi). La “Missione di Sennar” magari la spezzerò in due, anche se non ricordo così tante scempiaggini come in Nihal, lo ricordo più che altro noioso. Però c’è Ondine che seduce Sennar e Laio che deve convincere il padre a lasciargli fare il cantante invece di finire l’università l’imboscato.

P.S. Da come la descrivi la tua amica era già a pazza a sufficienza anche prima! ^_^

#19 Comment By Angra On 18 gennaio 2008 @ 23:58

Ciao Gamberetta, un uccellino ben informato mi dice che sì, la Troisi è raccomandata da Sandrone Dazieri. Ma non trarre conclusioni affrettate, ciò non significa che lei sia conscia di avere scritto una porcata (cosa che le darebbe invece tutta la mia ammirazione). Può semplicemente pensare: “sì, io scrivo dei bei romanzi, ma in questo schifo di paese se qualcuno non ti dà una spinta non vai lo stesso da nessuna parte”, e quindi sentirsi moralmente autorizzata a farsi raccomandare. Il che non esclude la fortuna: la fortuna di essere raccomandati. Sì, dai, la storia è incredibile, un esordiente con un romanzo di mille pagine verrebbe cestinato persino da un editore pagamento.

Sulle unità di misura: se il braccio è il fathom inglese (=2 yard, circa 1,80 metri), allora il drago è effettivamente grossino (7,2 metri al garrese), ma la torre diventa alta più di 2 km (!!!).

Sulle recensioni di FantasyMagazine: non è poi così strano che abbiano cambiato idea, visto che Mondadori gli paga il bannerone sul sito.

Buona notte

#20 Comment By Valpur On 20 gennaio 2008 @ 10:13

Quoto Angra qui sopra per la faccenda “raccomandazione”. Mi mancava lo spezzone della Troisi sul “oh, che qlo che ho avuto, mi hanno pubblicata alla Mondadori! Sono stata proprio proprio fortunata!”.
Piuttosto deprimente, a mio parere: se avessi avuto modo di pubblciare con la Mondadori forse avre iavuto l’onestà di ammettere che sì, ne ero orgogliosa e sì, forse avevo scritto qualcosa di abbastanza valido. Che poi appunto io non pubblicherò mai con la Mondadori, e che la casa editrice grande non sia sinonimo di bravura… be’, è un dato di fatto.

Diciamo che mi trovo d’accordo con una larga parte della recensione; ho *detestato* Nihal, è uno dei personaggi più antipatici e spocchiosi che abbia mai incontrato.
Bazzico molto il mondo delle fanfiction, in realtà più per farmi quattro ghignate che per altro, e Nihal ha tutte le caratteristiche per essere una Mary Sue: gnocca all’inverosimile, praticamente immortale (salvo quando, per esigenze narrative, piglia una botta in testa e sviene: lo faceva anche Dante quando non sapeva come sbrogliare la trama), ultima erede di una stirpe di blablabla e chissene, visto che il suo esser mezzelfO non la rende minimamente speciale; poi ovviamente ha la spada tamarra, il drago fiKo, le turbe adolscenziali, un tatuaggio osceno sulla schiena eccetera eccetera.
No, dico sul serio, Nihal è una palla al piede. Mi sta quasi più simpatico Sennar, nella sua bidimensionalità.
Ho letto solo le Cronache e mi è bastato. Non mi sono piaciute, anche se devo riconoscere che è un romanzo scorrevole; anche se( e qui parlo per esperienza personale e a fronte di critiche che io stessa ho ricevuto) questo non è sufficiente a renderlo un bel libro.
Scorre, appunto, come l’acqua, e non lascia proprio niente.
Mi è sembrato plasticoso, una specie di grosso giocattolo neanche tanto divertente.
La mia unica, pallida speranza è che per chi si approccia al fantasy la Troisi sia una soglia da superare, un passaggio che conduce ad autori migliori. Ma non so, forse mi illudo.

Ecco, l’unica cosa su cui non posso esprimere un’opinione è la critica alla persona dell’autrice; non la conosco, tutto qui, e sebbene possa immaginare che sia un po’furbetta, con le sue dichiaraioni vagamente infantili che fanno tanta tenerezza, di più non posso dire.

Però aspetto un eventuale continuo della recensione: era da tempo che me la pregustavo!

#21 Comment By Gamberetta On 20 gennaio 2008 @ 18:00

Ah, il tatuaggio! Un’altra scena di rara idiozia. Ma non voglio anticipare troppo dalla prossima recensione, solo un pezzettino:

«Che tatuaggio vuoi?» chiese l’uomo [...]
«Due ali di drago, una per spalla. Chiuse.»
«Perché chiuse?»
«Perché quando sarà il momento le spiegherò al vento e volerò via. Puoi girarti, ora.»

E mentre Nihal così parlava, sono sicura che nella sua torre il Tiranno ha chiuso il Nintendo DS e si è messo a piangere.

#22 Comment By Fede On 21 gennaio 2008 @ 12:16

Sono approdato qui perchè un blog che leggo spesso indica questa pagina come la migliore recensione di sempre. Indipendentemente dall’opera recensita, che credo proprio non leggerò mai, l’opinione sulla recensione è confermata. Grandissima.

#23 Comment By StarEnd On 23 gennaio 2008 @ 13:41

Quando ho più volte visto tale libro sugli scaffali dei negozi non so perchè ma non sono mai stato assolutamentre attratto all’acquisto. Forse la così detta fortuna… (quella della Troisi).
Dopo tale recensione mi dico che molto probabilmente ho fatto bene a non cadere nell’acquisto… anche se ammetto una piccola morbosa voglia di leggerlo per farmi magari qualche grassa risata ehehe. Ma odio spendere soldi in cose che non valgon il prezzo (già il librone di Eldest giace impolverato sullo scaffale, dopo 30 pagine di lettura), quindi devo cercare di farmi prestare il libro da qualche anima pia.

Comunque a parte tutto, credo che non ci sia molto da criticare alla scrittrice, in quanto lei ha solo peccato di ingenuità e forse di una forma buona di presunzione, nello scrivere il libro. Sarebbero invece da fustigare e sottoporre a torture cinesi chi ha deciso di pubblicare il volume, e agli editor, che probabilmente hanno riletto il tutto sotto effetto di forti sostanze psicotropiche.

Saluti e buon lavoro ;)
Marco

#24 Comment By Dottor D. On 8 febbraio 2008 @ 22:05

A proposito degli editor.

Io, per mestiere, ho a che fare con gli editor tutti i giorni. Non è un mestiere difficile, se lo sai fare. Il problema è che nove editor su dieci, almeno in Italia, non lo sanno fare.

Per quanto riguarda la Troisi, anch’io penso che non sappia scrivere. Ma anche se fosse una grande scrittrice, è noto che un esordiente ha solo tre modi per essere pubblicato da una grande casa editrice:

1) vincere un concorso;

2) godere dei servizi di un agente letterario;

3) avere alle spalle una grossa raccomandazione.

Non mi risulta che la Troisi abbia mai vinto un concorso. Non credo che abbia un agente letterario, anche perché in realtà penso che in Italia gli agenti letterari siano figure più mitiche che altro. Resta solo la terza opzione.

E i motivi del successo? Ovvio: il 90% dei lettori della Troisi (ma, secondo me, anche il 90% dei lettori di fantasy in generale) è composto da ragazzini acritici, ai quali basta che i topoi classici del genere siano rispettati per essere contenti. Dodicenni che comprano qualsiasi cosa abbia in copertina un drago.

Infatti non capisco perché le case editrici italiane non puntano molto di più sul genere fantasy. E’ un genere che, sempre secondo me, richiede pochissimi sforzi e garantisce sempre un certo ritorno di pubblico.

A prescindere dalla qualità.

#25 Comment By Max On 12 febbraio 2008 @ 17:41

Io ho fatto un enorme sforzo per arrivare al terzo capitolo, poi non ce l’ho fatta ad andare avanti.
I dialoghi sono semplicemente assurdi; il personaggio è meno credibile dell’alieno di Roswell e come diceva Gamberetta la signora Felicia scrive spesso su cose di cui non ha la minima idea.

Mi chiedo una cosa. Ma questo “odio” verso di lei è contagioso?

#26 Comment By Dottor D. On 12 febbraio 2008 @ 18:07

Comunque, fermo restando che l’ho trovato un pessimo libro, sono d’accordo con la tua disamina circa lo stile della Troisi, ma non con i tuoi appunti sul realismo del romanzo. Nel campo dell’arte, in generale, e della letteratura in particolare il realismo non è mai un criterio di giudizio assoluto. E non solo quando si parla di fantasy.

#27 Comment By Angra On 12 febbraio 2008 @ 18:31

@Dottor D: il realismo no, ma la verosimiglianza e la coerenza sì. Persino nel caso in cui si stia scrivendo un’opera del tutto surreale deve esserci coerenza e verosimiglianza all’interno del contesto surreale che si è creato.

#28 Comment By Dottor D. On 13 febbraio 2008 @ 00:18

Esatto: all’interno del contesto. L’opera non deve contraddire le proprie regole, ma quello verso se stessa è il suo unico debito. Quando, nella recensione, si tenta di smontare il romanzo della Troisi tirando in ballo la Guerra dei Trent’Anni, le basi dell’edilizia o qualsiasi altro riferimento alla realtà tangibile, si commette un fallo da fuori gioco.

Ribadisco: non penso che il libro della Troisi sia un buon libro, anzi, l’ho trovato pessimo, concepito da un’immaginazione di terza mano e scritto con una prosa di quarta mano. Ma proprio perché i difetti non gli mancano non mi sembra il caso di inventarsene degli altri.

#29 Comment By Angra On 13 febbraio 2008 @ 11:25

Diciamo che su qualcosa può esserci margine, se è un universo parallelo con una fisica diversa una torre di 2 km può anche stare in piedi. Resta il fatto che 15.000 persone non ci possono stare “stipate” come scrive l’autrice a pag 1. Il problema non è che le cose (ad esempio la guerra) nel mondo di Nihal funzionino in modo diverso da come funzionanano nel nostro, il problema è che nessuno sa come funzionano, neanche l’autrice, perché non si pone il problema.

#30 Comment By Federica On 15 febbraio 2008 @ 11:23

Ciao,

ho letto il libro, mi e’ piaciucchiato, anche se credo che ci possa essere ben poco spazio per qualunque idea davvero nuova nel fantasy dopo Tolkien.
Capisco molto bene il successo che ha avuto: e’ uno stile di scrittura scorrevole, Nihal e’ l’eroina perfetta, incarna benissimo l’ideale di molti.
Questo e’ solo un parere personale, naturalmente.
Quello che trovo davvero irritante invece e’ la tua recensione. Penso che sia piena di pregiudizi, di desiderio di protagonismo e di frustrazione (se non sbaglio hai ammesso anche tu di voler scrivere). La tua recensione non e’ in alcun modo costruttiva, contiene degli attacchi assolutamente gratuiti e delle insinuazioni pesanti (non credi che alla Mondadori serva ben altro che una raccomandazione per investire tanto su un nuovo autore? Io sono convinta che sappiano fare il loro mestiere e se hanno scelto di pubblicarle cosi’ tanto e con tanta enfasi magari hanno l’occhio un po’ piu’ lungo del tuo).
Va bene che un libro non ti piace, va bene farne una recensione negativa, ma credo che tu abbia esagerato. Una trattazione lunghissima, ripetitiva, anche noiosa (altra opinione del tutto personale). Dalla quale alla fine trasuda l’opinione che tu avresti sicuramente fatto di Molto Meglio. Questa a casa mia si chiama frustrazione, e voglio avvertirti che non ci fai una bella figura.
In ogni caso, e con questo chiudo, mi dispiace ma i fatti ti danno torto. Licia Troisi vende tantissimo (e per questo non basta una raccomandazione, devi piacere alla gente che di certo non scialaqua i soldi in libreria), la Mondadori continua ad investire su di lei (e stai tranquilla che non hanno intenzione di andarci in perdita e il mercato lo conoscono bene) ed e’ invitata a destra e a manca a presentare il libro e non solo. Quindi piace. Su questo non puoi farci nulla e, come dicevo, a rosicare non ci fai una bella figura.
E in ogni caso, io preferisco che i ragazzini leggano libri di cattiva qualita’ (in assoluto, qui non mi riferisco alla Troisi) piuttosto che passare ore davanti alla playstation. Almeno si avvicinano di un passo alla letteratura di buona qualita’ e non si rovinano gli occhi: un libro fa pensare. Sempre. Anche solo per costruirsi un giudizio negativo.

#31 Comment By Slan On 15 febbraio 2008 @ 17:46

Ho appena finito di leggere questa recensione, trovata per caso in rete. Che dire, mi vuoi sposare?

#32 Comment By AryaSnow On 15 febbraio 2008 @ 20:39

Complimenti per gli articoli, li ho letti tutti e mi hanno veramente fatta rotolare dalle risate :D
E fa niente se non sono gentili, pacati, educati ecc… Non mi dispiace affatto vedere un po’ di schietta e arguta “cattiveria” di tanto in tanto. Anzi, è liberatorio.
Quelli che ti criticano si basano molto sulla forma dei tuoi discorsi, ma nessuno fino ad ora ha confutato la sostanza. Beh, io non ho mai letto questi tre libri e non penso che li leggerò (sto leggendo il primo libro delle Guerre e non mi viene certo voglia di prendere in mano altro della Troisi…). Però, se qualcuno non è daccordo con le critiche mosse, sarei molto più curiosa di leggerlo contestare i contenuti piuttosto che i toni.
Mi pare che le critiche qui mosse ai libri, nonostante siano farcite da toni poco moderati, siano comunque molto razionalmente argomentate.
Poi Gamberetta non la conosco e sinceramente non mi interessa sapere se è invidiosa/frustrata o meno, sono affari suoi, l’unica cosa che conta è che mi fa ridere e argomenta bene. Inoltre sto leggendo pure io l’autrice e, con tutta franchezza, in molti momenti mi viene voglia di scagliare il libro contro il muro…
Altra cosa: che senso ha dire che la Troisi vende molto e piace a molti? E’ forse in base a questo che si misura la qualità di un prodotto? Mamma mia… secondo questo ragionamento Gigi D’alessio e DJ Francesco sono dei geni musicali incredibili.

#33 Comment By Simòn R. On 15 febbraio 2008 @ 22:29

…bé cara “arya snow”, dopo Martin, tentare la troisi… è davvero cominciare a scavare ;P conosci già labarriera.net? Lì puoi trovare molti consigli su autori decisamente più affini al creatore dei Sette Regni ^_^

#34 Comment By AryaSnow On 17 febbraio 2008 @ 14:18

Ehm sì, lo so, hai proprio ragione… ;)
Comunque so dove poter trovare qualcosa di più adatto alle mie esigenze, ma ho voluto comunque sperimentare anche la Troisi.
Grazie lo stesso del consiglio!

#35 Comment By Gianmarco On 17 febbraio 2008 @ 21:58

Salve a tutti.
Sono un fan di Licia Troisi e sono felice di esserlo. Sono anche fan Di Harry Potter (sono webmaster di una delle comunity italiane più grande d’Italia), e sebbene non siano paragonabili non trovo il senso di questa critica.

Innanzitutto, alla Mondadori, questo romanzo poteva anche piacere. I numeri dicono tutto, e ovviamente anche la copertina (i dati dicono che chi compra il libro valuta la copertina e anche molto, nonostante il detto). La Troisi, almeno per me, riesce a metterti nei panni di Nihal.

Ora mi chiedo: Scrivetelo VOI un romanzo, vediamo quando sarete bravi. Vediamo. Siete tanto bravi? Il vostro libro? Ohhh… ^^

Sono senza parole.

#36 Comment By Stefano On 17 febbraio 2008 @ 23:52

Caro Gianmarco,
il diritto di critica credo debba essere rispettato e trovo francamente puerile tirare in balla la solita solfa del “provaci tu”. Chi legge, lo ribadisco, ha tutto il diritto di dire la sua. Gamberetta ha fatto delle critiche molto precise, per rendere meno velenosa la discussione potresti magari sforzarti un pochino e spiegarci dove non sei d\’accordo e cosa ti è piaciuto. La mondadori, lo ricordo, è un\’azienda che deve fare utili e le considerazioni che la spingono ad accettare un romanzo non sono sempre legate al valore artistico di quest’ultimo. Hai accennato all\’immedesimazione in Nihal, ma poi? C’è altro? Trovi forse idee originali nell\’intreccio? Personaggi caratterizzati decentemente oltre all\’insopportabile protagonista? Una background definito e descritto a dovere? Se questi aspetti mancano , perchè dovrebbe essere sbagliato rilevarlo? Alcuni hanno anche fatto notare delle improprietà linguistiche, perchè se queste ci sono non dovrebbero essere rilevate?
Come avrai capito l\’immedesimazione per me è stata impossibile: ho odiato la protagonista fin dall\’inizio e non sono proprio riuscito a considerarla un altro me stesso. Non è la prima volta che mi capita, ma ho sempre trovato altri aspetti interessanti in questi romanzi, che mi hanno permesso di rivalutarli: è capitato, per esempio, per l’ultimo romanzo di D’Angelo che sulle prime non mi aveva molto convinto. Nella trilogia della Troisi non ho trovato nulla… ma proprio nulla, perchè non dovrebbe essere mio diritto o nostro diritto evidenziarlo? Parlare di se stessi è facile Gianmarco: se si è fortunati, si puo’ risultare interessanti facendo appello a esperienze condivise e utilizzando un linguaggio semplice e diretto, con l\’ulteriore fortuna di avere due editor che limano, sgrossano e fanno anche riscrivere (cosa che non capita a tutti i manoscritti, che nel caso di mondadori finiscono spesso nel cestino). Purtroppo la vita, quella vera, ci offre qualcosa di più complesso: bisogna descrivere, dunque, personaggi radicalmente diversi da sé, con pensieri e un linguaggio coerente: la Troisi riesce in questo? Nihal e Dubhe sono molto diverse?

#37 Comment By Angra On 18 febbraio 2008 @ 08:53

Scusa Gianmarco, fammi capire, non posso più dire che il tale film non mi è piaciuto senza averne girato uno e possibilmente aver vinto un oscar?

E il fatto che i romanzi della Troisi vendano tanto anche perché hanno delle belle copertine (sono d’accordo con te, la copertina è molto importante) ne fa dei bei romanzi?

#38 Comment By liceale On 28 febbraio 2008 @ 21:02

Il tuo articolo mi ha alquanto indignata….la metà di questo si spreca in speculazioni su come l’autrice sia arrivata a pubblicare il suo romanzo…questo è forse importante ai fini della storia? NO.
Per quanto riguarda il termine “boiate” che hai usato per definire i suoi romanzi: ti è passato per la testa che era il suo primo libro? che deve ancora maturare come scrittrice?

#39 Comment By Stefano On 2 marzo 2008 @ 22:45

Non dovresti sprecare la tua indignazione per una recensione, che è , invece, molto accurata e molto meno diffamatoria di certe cose che ho letto in giro. Ci sono cose più importanti: le morti sul lavoro, un delinquente pluricondannato che forse ci governerà di nuovo, la disoccupazione, il carovita ecc…

#40 Comment By Angel On 5 marzo 2008 @ 17:23

nn si possono scrivere delle cattoverie così su una scrittrice che ha saputo darci così tanto: ci ha fatto piangere, ridere e sperare… nn si possono fare critiche negative su questo fantasy. Io penso che non sia importante il particolare della battaglia ma ciò che il libro ci da nel complesso. Sono dispiaciuta per chi non comprende queste cose.
bravissima licia!!!!!

#41 Comment By Sandy85 On 6 marzo 2008 @ 14:28

Sono capitata qui per caso, cliccando su un link consigliatomi da qualcuno e l’unica cosa che mi sento di dire è: finalmente qualcuno che la pensa come me sulla Troisi.
Certo non ho letto questo libro, ho letto solo il primo delle Guerre del Mondo Emerso e mi sono messa le mani nei capelli in una cinquantina (per dire poco) di punti, visto che non mi è piaciuto per niente.
Un po’ di documentazione non fa mai male, ma pare che a qualcuno secchi cercare informazioni più… importanti e necessarie per scrivere. Ho notato che nella scrittura semplice di quel libro c’erano però molte parole che stonavano, perché troppo auliche e “da intenditori”, sempre che così si possa dire di una cosa scritta tanto per scrivere.
Ho notato fin dalla prima riga che la Troisi effettivamente aveva avuto una fortuna sfacciata, che in molti, chissà come mai, non riescono ad averla, pur scrivendo centinaia di volte meglio. Oddio, non che sia così difficile scrivere meglio di lei, anche il mio gatto di peluche ci riuscirebbe.
Vorrei anche capire come molta gente che apprezza la saga, lo “stile” della Troisi e quant’altro, non si sia minimamente accorta di cose riprese e copiate da Tolkien o dalla Rowling o da chissà che altro autore fantasy ben più dotato.
Neanch’io ho una grande cultura fantasy, infatti ho letto solo LOTR (solo parte, infatti sto cercando di leggerlo tutto) e HP (mi manca il settimo libro), ma alcune cose basilari le so e le noto anche se posso essere considerata ignorante in materia.
Da appassionata di scrittura, ho sempre pensato che per scrivere qualcosa di valido ci volessero alcune doti come grammatica, sintassi, documentazione, fantasia e (aggiungete voi altre cose che a me non sono venute in mente)… talento. Tutte doti che la Troisi non ha e per questo motivo mi chiedo se alla fin fine il gioco valga la candela, perché mi sembra che ormai la letteratura italiana sia caduta non in basso, di più e che quindi chiunque (in fondo Moccia ha fatto scuola) possa essere pubblicato anche avendo scritto delle boiate assurde.

Mi dispiace essere stata dura e un po’ offensiva, ma questo “fenomeno Troisi” non mi è piaciuto per niente e denota il decadimento della letteratura italiana.

#42 Comment By pamela On 7 marzo 2008 @ 01:03

Premetto che sono una delle fan più longeve di Licia, che amo come scrittrice, che conosco personalmente e che seguo assiduamente nei suoi incontri per Roma.
Ho letto tutta la tua recensione e ammetto anche di aver riso in più punti… Adoro l’ironia pungente!^^
Però non mi trovo d’accordo quando tu ed altre persone definite i libri di Licia “spazzatura”. Io ho amato quei libri, specialmente il primo libro delle Guerre del Mondo Emerso. Li ho amati perché mi hanno regalato innumerevoli emozioni, perché non mi soffermo su dettagli insignificanti, ma guardo oltre. Guardo alla storia, ai personaggi, ai sentimenti. Anch’io non amo particolarmente Nihal… Però trovo che Ido, per esempio, sia uno dei personaggi più belli mai inventati. Io credo che si possa parlare più che altro di un gusto personale, non di “libri spazzatura”. Anche perché trovo che Licia diventi più brava libro dopo libro… Magari tu la vedi in modo diverso, ma chi può dire chi ha torto e chi ha ragione? Io prediligo una Licia Troisi piuttosto che un Terry Brooks, proprio per il suo stile semplice che, come hai detto tu, non è un difetto, anzi. Prediligo i libri di Licia perché mi piacciono le storie che racconta, poiché prende spunto da tutto ciò che fa parte della sua natura e del suo vissuto (in cui mi rispecchio enormemente). Che male c’è a voler raccontare una storia? Con sincerità, con semplicità, forse anche con ingenuità… Per me, l’importante è che mi abbia regalato qualcosa. Anch’io spero di diventare una scrittrice e, se mai lo diventassi, mi piacerebbe avere una tua recensione!!! Comunque non ho niente da ridire fin quando scrivi dei libri di Licia… Ma attaccare LEI, anche con insinuazioni poco carine, questo non è corretto.
Bye bye!!!

#43 Comment By Simòn R. On 7 marzo 2008 @ 22:44

Hmm. Mi incuriosisce sempre notare amanti dell’opera Troisiana che specificano “meglio di Terry Brooks”. Mi stupisce per il semplice fatto che Brooks è un pessimo scrittore, e ha rovinato la fantasy più che migliorarla. Sarei VERAMENTE curioso di conoscere il fan che apprezza la Troisi quanto George Martin, David Gemmell, Robert Jordan, Robin Hobb, Greg Keyes. Tutti autori estremamente superiori, in tecnica e intreccio. Sono inoltre personalmente convinto che anche Eddings, Goodkind e Pratchett diano parecchi punti a Licia Troisi, ma mi rendo conto che è opinabile.

#44 Comment By pamela On 7 marzo 2008 @ 23:16

@ Simòn R. : ho citato Terry Brooks solo perché ha uno stile completamento diverso da quello di Licia Troisi, nel senso che è molto più descrittivo, più “lento”… Ma avrei anche potuto citare Tolkien. Ci tengo a precisare che non era mia intenzione dare un giudizio negativo a Brooks o a Tolkien… Volevo solo spiegare qual è lo stile che preferisco… Proprio per sottolineare che è una questione di gusto personale.

#45 Comment By Stefano On 8 marzo 2008 @ 12:03

In una recensione ci sono elementi soggettivi e oggettivi: la narrazione potrà prendere al punto da far dimenticare i particolari, ciò non toglie che questi rimangano.
Oltretutto, come ho scritto altrove, non tutti i lettori sono preda della magia dell’immedesimazione. Dipende dalla propria esperienza… come dipende dal proprio background di letture. Io amo la storia e per un certo periodo me ne sono occupato anche dal punto professionale: la figura di Ido, francamente, mi fa sorridere, soprattutto dopo aver letto autori come Turtledove o Gemmell. Ido, paragonato a Parmenion o a Gaius Philippus fa sorridere, perchè questi autori conoscono la storia e descrivono bene lo svolgimento di una battaglia, Licia Troisi no, e lo ammette lei stessa. Si può parlare di guerra senza conoscere nulla? Si può creare un mondo fantastico senza riuscire a tratteggiare nulla di questo mondo in ben 6 libri?
L’amore, tanto per evocare un adagio stranoto, è cieco, ma anche fuggevole… Un invito a chi apprezza: leggete altri autori poi prendete in mano nuovamente i romanzi della troisi: scommetto che avrete altre sensazioni.

#46 Comment By Ricciardo On 9 marzo 2008 @ 17:09

Sto finendo il terzo libro… dopo un immane sforzo. Non mi piace lasciare le cose a meta’, e sono stato sempre fiducioso, speravo di trovare qualche colpo di scena.. ma c’e’ ben poco.
Inizialmente ho chiuso gli occhi su certe scempiaggini, prima fra tutte quella relativa alla forza NON richiesta per usare l’arco.. Poi si sono ripetuti i “divari” temporali, i combattimenti in equilibrio sui draghi… Nemmeno i maestri di dragonlance erano capaci di tanto, nonostante le bardature!
Ora voglio solo finirlo, riporlo nello scaffale (le copertine non sono male) e passare a qualcos’altro.
E’ venuta pure a me la voglia di scrivere… se hanno pubblicato questo…

#47 Comment By gabbry On 9 marzo 2008 @ 22:55

Ho letto tutta la prima trilogia e sto iniziando in questi giorni la seconda, e devo dire che mi è piaciuta molto, comunque sono dei libri che si leggono volentieri e sicuramente non mi fermo a pensare a quanti metri precisamente sono alti gli edifici, e come ci siano delle contrapposizioni di idee e di come aggiunga particolari non indispensabili. per me la storia è comunque bella e con molte scene o luoghi caratteristici…

Certo, era il suo primo libro, lo ha iniziato a scrivere da giovane, ovvio che non è un capolavoro ai livelli di Tolkien.. ma te che critichi tanto sui lavori di una vita degli altri.. saresti capace a fare di meglio?

Se sì, se veramente riesci a fare un libro perfetto senza nemmeno uno degli errori che hai fatto notare, sarò contento di leggerlo. :)

Gabriele

#48 Comment By Sandy85 On 10 marzo 2008 @ 00:31

saresti capace a fare di meglio?

Ma voi fan non vi stancate di fare sempre la stessa domanda a coloro che criticano i vostri beniamini?
Comunque, per come la vedo io, non è poi tanto difficile fare di meglio della Troisi.

#49 Comment By Max On 10 marzo 2008 @ 12:45

Che dire, che IMO esageri un po’.

Cio` che dici e` (quasi) tecnicamente corretto, ma, senza
offesa, da tanto l’impressione di una gigantesca “rosicata”.

Hai per caso provato a pubblicare qualcosa ed e` stato rifiutato?

Io i romanzi in questione li ho letti, non sono certo dei capolavori,
quasi tutto cio` che dici e` vero, sono pieni di assurdita` ed
inconsistenze (prima tra tutte il combattimento con la spada sul
dorso del drago!) pero` nulla toglie al fatto che *si vendano*.

E per vendere le raccomandazioni non c’entrano nulla, la
pubblicita`poco, idem la fortuna; la gente non butta via soldi in
libri che poi deve fare *anche* la fatica di leggere. Ed il fine ultimo
di uno scrittore e` vendere, non scrivere cose intelligenti (almeno
per uno scrittore di romanzi, a maggior ragione fantasy).

#50 Comment By Sandy85 On 10 marzo 2008 @ 13:44

Ed il fine ultimo
di uno scrittore e` vendere, non scrivere cose intelligenti

Il fine ultimo di uno scrittore non è vendere, almeno non quando uno ha talento (certo, questa è un’affermazione opinabile, ma non tutti scrivono per soldi).
Io scrivo, ma per il momento non ho ancora pubblicato con case editrici, ho pubblicato solo su internet e questo mi ripaga molto di più dei soldi che ci potrei guadagnare, perché mi bastano le letture degli utenti dei siti.
Per quanto riguarda lo scrivere cose intelligenti penso sia doveroso verso coloro che leggono, visto che non sono stupidi ed un po’ di rispetto per gli altri ci vuole sempre. Se uno vuole scrivere cavolate, liberissimo di farlo, ma poi non si lamenti se riceve critiche per ciò che ha scritto e pubblicato.

#51 Comment By Max On 10 marzo 2008 @ 14:42

OK caro/a Sandy, ho volutamente esagerato per essere un
po’ provocatorio; quello che intendevo e` che, imo, se uno
scrittore vende significa che, per un certo target almeno, cio`
che scrive e` apprezzato ed il suo obiettivo e` raggiunto;
secondo me ai fan della Trosi non frega nulla della forza
necessaria per tendere un arco, non sono esperti di balistica.
O se un generale non parlerebbe mai di persona ad una recluta,
ma al massimo ad un colonnello. E non e` fregato nulla
nemmeno a me quando li ho letti (che solitamente leggo
tutt’altro, e nemmeno romanzi), li ho presi per quel che erano,
storielle non spiacevoli nell’insieme. Molte delle critiche
rivolte dalla nostra implacabile recensionista (si dice?) sono
imo _le classiche critiche dei perdenti_. Con cio` non voglio
certo dire che L.T. sia una grande scrittrice, ma forse per il
suo target va bene cosi com’e’, e prestare piu` attenzione a
dettagli come quelli di sopra forse non darebbe grande valore
aggiunto. E non mi pare assurdo pensare che Mondadori possa
averlo capito. Ma magari dopo i suggerimenti della nostra,
cambiera idea … ;) vedremo !

#52 Comment By Gamberetta On 10 marzo 2008 @ 15:18

Ciao Max! Visto che anche tu hai letto i romanzi della Troisi, mi fai un esempio invece di critica da “vincente”?

#53 Comment By Max On 10 marzo 2008 @ 16:29

Mah non saprei, non avrò usato un termine felicissimo (non
sono uno scrittore), comunque intendevo dire che ciò che hai
scritto, pur condivisibile da un punto di vista letterario, è un
po’ eccessivo; dopo tutto quel veleno cosi ben distribuito con
meticolosa ferocia, non ho potuto fare a meno di pensare che
fosse dettato anche da invidia. Di una persona fortemente
indispettita verso un’altra che è riuscita a diventare una scrittrice.
Solo una sensazione, ovviamente; ma l’impressione che mi hai
dato è stata quella. Ho letto un 25% della tua opera divertito, poi
ha iniziato ad irritarmi; forse era solo troppo lunga. (Irritarmi per
modo di dire ovviamente, L.T. non è ne mia moglie ne mia sorella).

Ciao :)

#54 Comment By Simòn R. On 10 marzo 2008 @ 20:03

@Max: “prestare piu` attenzione a
dettagli come quelli di sopra forse non darebbe grande valore
aggiunto.”

Questo davvero non posso condividerlo. Ma come, e tutti gli altri scrittori, fantasy ma non solo, che ci spendono anni per documentarsi su una certa cosa, e alla fine tirano fuori storie bellissime? Scrivere di fantasy senza documentarsi né di fantasy, né di medioevo, né di tattica militare, né di armi o armature, è come scrivere “I Pilastri della Terra” senza distinguere una chiesetta da un monastero o girare “Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sul sesso e non avete mai osato chiedere” senza distinguere tra erezione ed eiaculazione. E’ semplicemente… ASSURDO!

#55 Comment By BPSL On 19 marzo 2008 @ 10:06

Ho appena letto la tua recensione (link letto su it-alt.fan.harry-potter Che c’entra HP? Niente, perche’?).
Dunque, io ho letto la Troisi.
Ricordo di aver comprato il primo romanzo, perche’ in edizione economica ed autrice italiana. Ne ho anche comprato un altro, primo romanzo, probabilmente editoria a pagamento e decisamente molto piu’ faticoso da leggere.
Il primo romanzo, mi e’ piaciuto. Lasciamo stare un attimo le contraddizioni. Droghiamoci di sospensione dell’incredulita’.
Mi e’ piaciuta Nihal, per la sua rabbia, per la sua furia.
Non e’ stato il peggiore romanzo che io abbia letto. Probabilmente, ho letto di peggio.

Pero’, non sono d’accordo, nel dare dell’idiota (o peggio, qualsiasi altra cosa di peggio) a chiunque non sia dello stesso parere.
Spero di non dover spiegare di piu’ questa frase.

Riassumendo: ho trovato questa recensione troppo velenosa, troppo rabbiosa, troppo… tutto.
E non abbastanza… ecco, criticare gli altri per aver curato poco uno scritto, espone alle stesse critiche.
Hai dato un’occhiatina a quanto hai scritto?
Saro’ sensibile, ma mi si e’ accapponata la pelle, vedendo certi strafalcioni, espressioni dialettali e cosi’ via.
Non semplici errori di battitura.

Scusa tanto se mi permetto di criticarti, eh? Non vorrei farti piangere come Nihal.

#56 Comment By Gamberetta On 19 marzo 2008 @ 14:41

@BPSL.

Saro’ sensibile, ma mi si e’ accapponata la pelle, vedendo certi strafalcioni, espressioni dialettali e cosi’ via.
Non semplici errori di battitura.

Se vorrai essere così gentile da segnalarmi gli errori (anche quelli eventuali di battitura) sarò felice di correggerli subito. Grazie.

#57 Comment By Andrew On 30 marzo 2008 @ 13:39

Più di un anno fa (gennaio 2007, mi sembra) mia madre mi ha comprato Nihal della terra del vento, manco a dirlo. Se devo essere sincero avevo sentito dei commenti negativi in proposito e la copertina non mi era piaciuta per niente (mi sembrava un ibrido tra un manga giapponese e lo stereotipo del fantasy più stupido). Poi vabe’, siccome era un regalo e non mi andava di giudicare male la Troisi solo per sentito dire, l’ho iniziato a leggere e… be’, mi ha fatto odiare i libri; non solo i suoi, tutti i libri. Sono arrivato a 50 o 150 pagine, neanche lo ricordo, ed ero disgustato. Sono caduto in uno stato di depressione assurdo perché si dà il caso che nel mio piccolo stia scrivendo dei racconti e – specialmente in questo periodo – progettando un romanzo. Non avevo né ho molte pretese, ma ricordo che aver letto anche solo l’inizio della storia della Troisi mi aveva fatto pensare qualcosa tipo “Ma se pubblicano storie così banali che senso ha cercare di scrivere qualcosa di emozionante, con personaggi e situazioni interessanti e originali che non cadono nel cliché?”
Ok, sembrerà un po’ esagerato, ma per diverso tempo non sono riuscito né a scrivere né a leggere.
Il libro in sé – per quel che ho letto – mi ha annoiato a morte: la protagonista è insopportabile, l’unica nota che la potrebbe rendere originale è la sua capacità di farsi detestare, al contrario degli altri protagonisti di altri romanzi (fantasy e non), a cui in un modo o nell’altro ci si affeziona e/o ci si immedesima. Il padre – era il padre, giusto? – mi metteva una pena assurda, perché il rapporto con Nihal mi ricordava/ricorda lo stesso che qualsiasi ragazzina fighetta vorrebbe avere con i suoi genitori (ovvero sottometterli). Mi sembra di ricordare Sennar piatto piatto e la maga/zia bellissima, se non sbaglio.
A quel punto è scattato il “Se un libro non mi interessa e mi fa stare realmente così male non ha senso che io vada oltre”. Già basandomi su questo ti dovrei adorare: mi devi spiegare come hai fatto non solo a finirlo una sola volta, ma a rileggerlo anche una seconda! XD
Però sei un po’ offensiva nei confronti di chi apprezza la Troisi. Insomma, cavoli loro (anzi, e se dopo la Troisi – che magari è il loro primo libro – si informano sul buon fantasy che c’è in giro e cominciano ad apprezzare la Letteratura con la L maiuscola?) :P Per il resto ti quoto in tutto e per tutto, appena avrò tempo mi leggerò anche le altre recensioni.

#58 Comment By Poflin On 3 aprile 2008 @ 00:55

Le tue recenzioni sulle cronache del mondo emerso sono favolose! Hanno davvero rallegrato il mio pomeriggio. Lunghe, complete, precise e divertentissime! Grazie davvero del tempo che impieghi per scrivere questi capolavori.
Nonostante abbia letto tutti i tuoi post, ho voluto commentare su questo perchè volevo far notare un grande strafalcione che denota ancora una volta l’ignoranza della signora Troisi. (ma che mi ha fatto comunque sbellicare dale risate per parecchio tempo)

Pensa, Nihal. Respira. Pensa. Una via di fuga. Tutto quello che ti serve è una via di fuga.
Il condotto! Era ancora una bambina quando, giocando, l’aveva scoperto. Passava esattamente dietro la bottega e anticamente veniva usato per la manutenzione delle mura: un cunicolo scuro e senz’aria costruito nell’intercapedine del muro di cinta.

Adesso, sfido chiunque ad aver mai sentito nominare ciò che lei chiama “un condotto per la manutenzione delle mura”. La manutenzione delle mura?!? Studio architettura da appena un anno all’università, ma credo di non essere affatto l’unica a sapere che le mura, a maggior ragione se svolgono la funzione di sostegno della struttura, NON hanno condotti concavi per far passare gente al loro interno!
Il massimo di vuoto che si può trovare all’interno di una muratura ha lo spessore di 5 cm, e ha l’unica funzione di isolare l’abitazione; ma questo metodo è utilizzato da tempi relativamente recenti. Se volessimo ipotizzare che l’architettura utilizzata nel libro sia simil-medievale, la situazione è ancora più ridicola: le murature piene erano composte da mattoni o pietre sovrapposte, sempre con funzioni portanti… non credo che qualcuno abbia mai avuto l’insana idea di scavarci cunicoli per la “manutenzione” (di cosa poi? E se anche esistesse questa manutenzione dell’interno dei muri, perchè i cunicoli non hanno vie d’ariazione per tale scopo?).

Chiedo scusa, forse mi sono dilungata troppo :) Ci sono talmente tante cose da notare che se ci soffermassimo su ognuna di esse staremmo qui anni!
Concludo con un nuovo, sincero grazie.

Valeria

#59 Comment By Poflin On 3 aprile 2008 @ 01:13

P.S: Oh, a proposito, ho scoperto ora, leggendo i commenti precedenti, che si parla anche all’inizio del libro di questi curiosi “condotti di manutenzione” o.o se è possibile vorrei saperne un po’ di più al riguardo, visto che non ho il libro a casa :)

#60 Comment By D. On 3 aprile 2008 @ 10:11

@Poflin: mmm non saprei, nelle mura ci possono benissimo essere dei cunicoli, come ad esempio nella cupola di S.Pietro in Vaticano. Le scale salgono al suo interno a spirale.
In alcuni castelli ci sono passaggi usati dalla servitù per non mescolarsi coi nobili, esistono tuttora negli alberghi a 5 stelle.
Ma io non studio architettura, quindi se mi dici che c’è differenza ti credo.
La manutenzione lascia qualche perplessità, perché quella costruzione non può esistere realmente. Se avesse detto che per manutenzione si intendeva rinnovare incantesimi magici avrebbe potuto funzionare, o magari aggiungere malta dove ne manca.
Ma la descrizione è un pò vaga, quindi il lettore non sa bene cosa pensare e questo è un male secondo me.
Ma ora che me lo fai notare, ci sono delle frasi che aumentano il senso di confusione, non tanto la storia del condotto.

Anticamente veniva usato per la manutenzione : Quindi ad un certo punto non è stato più necessario restaurarle? Boh.

Un cunicolo scuro e senz’aria: Senz’aria? Significa quello che penso io?

Poflin, visto che studi architettura aspetto il tuo giudizio.

#61 Comment By D. On 3 aprile 2008 @ 12:16

@Poflin:
…maggior ragione se svolgono la funzione di sostegno della struttura, NON hanno condotti concavi per far passare gente al loro interno!

http://www.vps.it/new_vps/article/the_secrets/nelle_mura_un_passaggio_segreto/19/

O-o

#62 Comment By Gamberetta On 3 aprile 2008 @ 14:31

@Poflin. Dei condotti di manutenzione è detto brevemente nelle prime pagine del romanzo, questo è il passaggio nel quale se ne parla di più:

«Eccoci.» La ragazzina [Nihal] assunse un’aria solenne. «Da qui in poi nessuna paura, come al solito. Il nostro alto compito non ci permette cedimenti.»
Gli altri annuirono seri, quindi entrarono strisciando nel cunicolo.
Non si vedeva nulla. Anche l’aria era spessa e densa, satura d’odore di chiuso. Dopo un po’ però gli occhi si abituarono all’oscurità e riuscirono a distinguere la scala di gradini umidi e sconnessi che si inabissava nel buio.
«Non sarà mica che oggi qualcuno passa di qua? Ho sentito dire che le mura occidentali hanno delle crepe da riparare…» fece un ragazzino.

Perciò i condotti di manutenzione servono per raggiungere le crepe da riparare… non so, forse è solo mancanza di proprietà di linguaggio da parte della Troisi: i condotti saranno tra case e mura, più che all’interno delle mura stesse.

#63 Comment By D. On 3 aprile 2008 @ 19:33

Interludio Bonus: Deus Ex Machina!

Nihal è ferita e braccata dai fammin, e guarda caso ecco che si ricorda di un condotto d’emergenza che aveva scoperto giocando da bambina. Il romanzo si apre con Nihal bambina che gioca, ma di questo condotto non v’è traccia…

Ma invece del cunicolo se ne parla, queta parte non dovresti toglierla?

#64 Comment By Gamberetta On 3 aprile 2008 @ 20:34

@D. Si parla dei cunicoli in generale, non che ce ne sia giusto uno dietro casa di Nihal. Un conto è dire che esistono gli elicotteri, un conto è scoprire che il protagonista ha un eliporto sul tetto di casa, eliporto di cui si accorge giusto quando ne ha bisogno…

#65 Comment By Poflin On 3 aprile 2008 @ 22:38

@Gamberetta: Grazie per aver riportato il passo! Certo che cosa strana…Comunque, da come hai detto tu, anch\’io sono più portata a credere che fossero \”condotti\” nel senso di cunicoli: ma la mancazza di linguaggio c\’è sicuramente.

@D.:Ahahah! Non hai affatto capito ciò che intendevo! L\’articolo che hai linkato, come puoi vedere anche tu, parla di passaggi sotterranei, non di cunicoli scavati nella nuda pietra. Si notano molto gli archi a botte costituiti da minuscoli mattoncini usati per sostenere la struttura superiore, o il metodo chiamato a trullo, rivestito degli stessi mattoncini, usato per impedire il cedimento delle aule maggiori. Inoltre, nelle fortezze, le mura erano di uno spessore estremamente grande: quei \”passaggi nel muro\” dell\’articolo si potrebbero persino definire normali corridoi, chiusi e protetti per la necessità per la difesa del Forte piuttosto che per la \”manutenzione\” (?) del suo interno (?).

#66 Comment By Poflin On 3 aprile 2008 @ 22:49

@D.: Oops, avevo perso il tuo primo messaggio! Ovviamente è vero, di condotti che ne sono in San Pietro come nella cupola di Santa Maria del Fiore come in Castel Sant’Angelo come in mille altri posti. Ma quelli sono semplici passaggi.
Non ho inteso il tuo pensiero sulla mancanza d’areazione nei cunicoli: potresti esplicitarlo, gentilmente?
Del resto, almeno che non fossero di emergenza (fughe, incendi, ecc.) dubito che qualche antico abbia avuto la splendida idea di costruire un luogo dove SA che la’ria non arriva. Figuriamoci un “condotto di manutenzione”, dove se un tizio dovesse “riparare una crepa” ci dovrebbe restare pure per un po’ di ore!

#67 Comment By D. On 3 aprile 2008 @ 23:02

@Poflin: Scusami, avevo inteso cunicoli come dei passaggi costruiti apposta per lo scopo, non scavati successivamente nei mattoni. Mi spiace :(
Per la manutenzione dall’interno non so, bisognerebbe sapere che mezzi usano e la tecnica di costruzione o se lo fa un mago, ma sarebbero solo supposizioni di fantasia. Ma non è poi cosi assurdo, è pur sempre una torre di 600 metri, io piuttosto che calarmi all’esterno con una fune per riparare un muro scaverei cunicoli ovunque XD

#68 Comment By Poflin On 3 aprile 2008 @ 23:14

@D.: Beh, probabilmente abbiamo inteso cose diverse da ciò che è scritto su Le Cronache o.o Quanti accenni impossibili e dispersivi! Riassumendo la mia polemica, facevo solo notare che non esistono cunicoli del la manutenzione interni ai muri, soprattutto perchè non esiste la manutenzione delle murature dall’interno, in nessun tempo e luogo ^^ Per riparare crepe di una alta torre si alzerebbero ponteggi, non si scenderebbe con una fune dalla cima :P E poi non avevano draghi o creature volanti? non possono aiutarli nell’intento?
Mah, magari nel mondo emerso le mura sono cave all’interno per risparmiare pietra, chissà come fanno a resistere agli attacchi esterni e al collasso. Magia forse? fantasia portata all’eccesso? Su questo Gamberetta ne sa molto più di me.

#69 Comment By D. On 3 aprile 2008 @ 23:25

@Poflin: Lol, ok il ponteggio, ma di 600 metri pure quello :D E poi perché per lavare i vetri si e riparare i muri no? Lo so che non hanno mai riparato le mura dall’interno nel mondo reale >.<
Lasciamo perdere va, tanto non concludiamo nulla ^^ … e poi la torre è piena di crepe, prima o poi crolla ;)

#70 Comment By jiggly On 5 aprile 2008 @ 22:57

Poverina.. sono sempre più sorpreso dall’ignoranza dilagante

#71 Comment By Nemesi On 5 aprile 2008 @ 23:20

Cara gambera dei miei stivali….visto che non hai un minimo di rispetto nè per il lavoro altrui, nè per l’autrice, nè per chi scegliere di leggere le Cronache, nè tantomeno per chi ha un’opinione positiva dei libri della Troisi, nemmeno io mi farò tanti scrupoli nei tuoi confronti e andrò dritta al punto: non è la Troisi a scrivere male o a dire cose senza senso…qua l’unica che scrive cazzate su cazzate sei TU!!!!! Non hai capito una bene emerita mazza di nienteeeee!!!!! Ti sei arrampicata sui vetri per tutto il tempo, cercando ad ogni costo qualcosa da poter criticare!!!! Come cavolo leggi i libri??? Ragioni su quello che l’autore ti propone e narra??? A quanto pare no. Viste le nefandezze che sei andata blaterando per questa recensione chilometrica e priva di senso!

#72 Comment By jiggly On 5 aprile 2008 @ 23:26

Allora, non mi spreco a leggere tutti i vari commenti, che tanto quello che si scrive ha scarsi effetti su menti chiuse e forse sarà questo il caso. Cmq si da il caso che io non abbia niente da fare, per cui, oltre a rinnovare il mio disprezzo per gamberì gamberà mi accingo a rispondere alla storiella dei condotti (o, ma le trovate tutte per spaccare i maroni è?).
Probabilmente (e dico probabilmente, non osando mettermi contro una quasi quasi quasi quasi quasi architettA) i condotti sono stati creati in un secondo momento (rispetto alla costruzione del complesso). Ora, non vi viene il dubbio che siano stati fatti per portare materiali, strumenti, forse persone, dall’interno della città in linea diretta con la prossimità delle mura per evitare di fare il giro, bypassare ostacoli, magari scendere scale e impiegare un mucchio di tempo? Chissà, magari va di moda farmi i lavori il più lentamente possibile di questi tempo…
Altra parentesina.. chi cavolo ha detto che sono pareti portanti? Ma anche se fosse il caso prima di destabilizzare un massiccio muro portante di pietra ce ne vuole, altrochè buchetto

#73 Comment By jiggly On 5 aprile 2008 @ 23:29

uff. Tempi

#74 Comment By Giacomo On 16 aprile 2008 @ 01:36

Sarò breve e schietto, come non è riuscita ad essere la tua recensione, che mi è apparsa ai limiti dell’umana decenza.

Apparte il fatto che non condivido l’opinione apocalittica che tu hai del libro. In tutta franchezza, se si può parlare di fortuna sfacciata, nel caso della Troisi… Beh, nel tuo caso deve essere per forza merito di un miracolo…

Perchè per concedere che una recensione come questa, scritta con la maturità di una giocatrice di campana (senza offesa per chi gioca a campana), solo in questo modo può essere accettata nel Web.

Sputare sul lavoro degli altri con tale divertimento è una pratica indegna, e con sommo piacere, adesso, io sputo sul tuo.

Si, sono stato immaturo. Si, sono un ragazzino. E spero che qualcun’altro ti possa mettere in mutande come io non sono riuscito a fare.

#75 Comment By Claudia On 22 aprile 2008 @ 12:34

Purtroppo non posso che condividere appieno tutta la recensione, soprattutto la parte iniziale in cui si mette in dubbio la “fortuna sfacciata” dell’autrice a vedere pubblicato un suo romanzo, altro testo che riempe gli scaffali con la targhetta “fantasy” senza però darne un effettivo contributo al genere. Dico che hai ragione Gamberi Fantasy, per un semplice fatto: lo so. Lavoro nel campo dell’editoria e attraverso persone che hanno pubblicato con case editrici grandi, tra cui la sopracitata Mondadori, so per certo che per farsi “notare” da queste ultime, sopra al malloppo che invii e che riempirà le loro scrivanie, deve starci una bella letterina in cui qualcuno prega chi di dovere a dare almeno un’occhiata al prodotto. Sennò lo cestinano e senza indugio alcuno. Il fatto che un libro diventi best seller è tutta, e ripeto, tutta questione di marketing, a prescindere che sia valido o meno, di qualità o no. Dalla copertina, che è la presentazione, è la cosa più importante e che deve essere “bella” per un certo target di persone, fino alla pubblicità più becera con cui riescono ad addobbare gli autobus che girano per le nostre città. Inoltre vorrei portare all’attenzione di come nella rete imperversino migliaia di siti\forum di giochi di ruolo narrati, di genere fantasy o meno in cui ci sono persone completamente anonime anche perché nascoste dietro un nickname, che scrivono e intrecciano storie anche meglio della Troisi (bhè, ci vuole poco!). Quindi secondo voi il talento paga? Secondo me no, ma è dimostrato che in Italia la meritocrazia non esiste, basta guardare chi ci governa ogni volta…ma non voglio uscire dal seminato.
Mi rammarica molto dover leggere commenti che prima giudicano la recensitrice come “immatura” perché “insulta e non rispetta il lavoro altrui” e poi leggere gli insulti che voi le rivolgete…voglio dire se giudicate un comportamento immaturo è piuttosto contraddittorio poi comportarsi in tal modo. Ma la cosa più grave è che la prendete sul personale: ma siete tutti suoi parenti (ma pure se lo foste, che vi cambia?) oppure per ogni commento ricevete un assegno? Vi paga per questo? Quindi è un semplice rimborso spese…mah!
Imparate che quando una persona è così esposta ai media sarà sempre oggetto di critiche, costruttive e distruttive (perché solo costruttive, bhè è pretendere troppo dalla gente!), anzi dovreste ringraziare chi ne parla, anche male…vi assicuro che per lei sarebbe peggio se fosse il contrario! Ma vabè, quanti anni avete, quattordici…quindici? L’adolescenza è una contraddizione in termini, poi si cresce…spero (per voi)…
A rileggerci…

PS: non è che per caso hai scritto recensioni anche su Twilight della Meyer? No perchè sono curiosa…

#76 Comment By jamila On 26 aprile 2008 @ 21:20

io proprio non capisco..sebbene io adori le cronache e siano state uno dei miei romanzi di riferimento mi reputo abbastanza matura e aperta da accettare le critiche…ma qui stiamo davvero esagerando…gente che dibatte x dei chilometri su un cunicolo dietro le mura di salazar….semplicemente assurdo…x poi non parlare della (a volte) eccessiva presa di posizione contro la troisi, che ho conosciuto personalmente e nn mi è proprio sembrata la persona opportunista e “mafiosa” che definisci…qui non si tratta solo di una pura, semplice e chiara recensione, si parla di diffamazione di una persona che nemmeno conosci, di disprezzo infondato e umiliazione verso una persona che perlomeno ci ha provato a fare qualcosa…ripeto, a me stanno bene tutte le critiche, a me nn interessa che crediate o farvi credere che le cronache siano i libri + belli mai scritti, possono perfettamente non piacere, ma questo è solo uno sfogo d’ira verso una PERSONA con dei SENTIMENTI come tutti GLI ESSERI UMANI..e prenderla x il culo x il solo fatto che pianga se viene attaccata come del resto tutte le persone sensibili mi sembra più un atto di vigliaccheria più che di critica letteraria…grazie x l’attenzione.

#77 Comment By mitoancess On 28 aprile 2008 @ 12:09

per Jamila:

Noooo, ma che dici? Quà è tutto ponderato! Quà l’invidia si taglia a fette…E dire che Iddio ha dato a ciascuno di noi un talento, non capisco perché si deve sprecare il tempo nel breve arco di una vita a cercare di pretendere ciò che è stato dato agli altri. Dico, potenzia il tuo e piantala di fare i capricci no?
Saluti

#78 Comment By jamila On 30 aprile 2008 @ 19:26

@ mitoancess…

(scusate l-omissione degli accenti, apostrofi o di altri caratteri ma come vedete il pc della biblioteca non sta bene XD)

senti scusami sai….non so proprio su che base mi vieni a dire “smettila di fare i capricci” ma facciamo finta di niente…

invidia da parte mia intendi?
guarda…fare la critica letteraria non mi è mai manco passato x la testa quindi della tua fantomatica invidia non c’è traccia XD …
ma dal momento che cio che ha scritto gamberetta e soggetto a critiche esattamente come lo sono i testi della troisi mi permetto di dare un giudizio secondo la mia impressione e la maturita generalmente richiederebbe che non venissero date (perdona la franchezza) risposte acide, saputelle, arroganti e ironiche come invece tu hai fatto solo perche la penso diversamente da molta gente che ha commentato ^^

ad ogni modo non mi tocca…sono semplicemente passata di qui, ho letto x intero la recensione e ho detto semplicemente quello che pensavo come avete fatto tutti voi, non mi sembra il caso di farne un dramma. inoltre non e che ho preso in odio gamberetta come altri (scioccamente penso) hanno fatto, ci vuole ben altro x farmi odiare una persona, ho solo commentato un suo atteggiamento che (a mio parere) e stato poco corretto, tutto qui.

anzi, per il resto vorrei complimentarmi con lei x la forma scorrevole e chiara della recensione ^^

Saluti anche a te mitoancess!

#79 Comment By mitoancess On 30 aprile 2008 @ 21:51

per Jamila:

hai equivocato, non mi riferivo a te. Anzi stavo proprio ironizzando con te sulle fesserie scritte dai commentatori…
No comment…

#80 Comment By Jamila On 1 maggio 2008 @ 20:21

@mitoancess

allora mi scuso tanto x aver equivocato ^^

scusami ma da come era scritto il post sembrava quasi riferito a me XD come ho avuto l’occasione di leggere, molti sostenitori accaniti di gamberetta si sono accaniti a volte anche in maniera acida e sgarbata contro chi la pensava diversamente (e non solo parlo di chi se lo meritava perché ci sono dei post di persone che pur pensandola come me hanno espresso il loro pensiero in maniera a mio avviso un po’ immatura e a volte anche offensiva) e questo mi ha dato un po’ noia…
ad ogni modo scusami ancora^^ anzi sono molto contenta che ci sia qualcuno che condivide il mio pensiero^^

ciao! ^^

#81 Comment By mitoancess On 2 maggio 2008 @ 11:45

JAMILA:

Si si ma rileggendo il pezzo ho capito che avrei dovuto sistemare la punteggiatura per non incorrere nell’equivoco.
Comunque è vero che agli inizi mi sono lasciato andare ad un sarcasmo retorico per metterli di fronte ad uno specchio, dopodiché mi sono accostato alla diplomazia.
Infine ho deciso di rispondere a commentatrici/tori come te, Federica ecc., perché eravate nelle linee d’onda cerebrali di questa realtà. Mi riferisco non al fatto che diate contro a questi critici improvvisati, ma alla validità e bilateralità del vostro modo di affrontare le problematiche e discuterle. Le mie non sono lusinghe ma consatazioni sul vostro scritto.
Detto ciò potranno presentarsi dei casi in cui saremo di diverse opinioni ma, che cavolo, un conto è confrontarsi civilmente, un altro è gridare ognuno qualcosa per conto suo, dimostrando di non voler recepire le parole dell’interlocutore.
Non voglio essere offensivo ma giuro mentre leggo i loro commenti mi ricordano i costruttori della torre di Babele!
A presto.

#82 Comment By D. On 7 maggio 2008 @ 00:03

-A ciascuno di loro sarebbe stato dato un corpetto a colori sgargianti, che permettesse di identificarli come allievi dell’Accademia. In quel modo per il supervisore sarebbe stato più facile controllare il comportamento dei ragazzi in battaglia.

-Pare solo a me un’idea demente? Le truppe più preziose delle Terre libere mandate allo sbaraglio con tanto di corpetto a colori sgargianti, in modo che ogni nemico sappia chi sia da uccidere a ogni costo! È geniale! Grande Licia!!!
Per usare un termine inglese, Licia è clueless, non ha la più pallida idea.

D: No, non la trovo un idea demente. La guerra lo è di per se :D
Negli eserciti realmente esistiti spesso gli ufficiali avevano divise per che li distinguevano.

Un altro esempio di idee dementi è che gli ufficiali dell’esercito napoleonico, per dimostrare il loro valore, non potevano gettarsi a terra ma dovevano stare stoicamente eretti dinnanzi al pericolo.

Durante le guerre dei comuni del medioevo italiano, vigeva un codice d’onore in cui era vietato assalire di nascosto o assediare senza preavviso. Le città si davano battaglia avvisandosi con un largo anticipo.
Le battaglie prevedevano che ogni esercito possedesse un carroccio e chi prendeve quello avversario vinceva, anche se era in minoranza o aveva subito grandi perdite.

Non mi pare un gran che come idea balzana, nella realtà ce ne sono di peggio. Un nemico può anche essere intimorito sapendo di affrontare le migliori truppe del regno, inoltre perche dovresti madare allo sbaraglio le peggiori?

Nel raccondo sulla caduta di Costantinopoli di Tursun Bey si apprende che le prime trupe ad assaltare la città furono i “Giannizzeri”, cioè le truppe migliori addestrate dalla nascita alla guerra, tra cui si erano nascosti degli “azeb”, normali soldati.
Il racconto specifica che gli “azeb” dovettero cammuffarsi da giannizzeri, quindi le truppe specializzate indossavano un abbigliamento che le distingueva dai normali soldati.

#83 Comment By Clio On 7 maggio 2008 @ 18:52

Giusta osservazione sulle divise, ma nelle guerre citate si tratta o di reparti speciali (quindi comunque alcune decine di persone che hanno già ampiamente completato l’addestramento), o di isolati condottieri, non si tratta un pugno di reclute che ancora non hanno completato l’addestramento!
Ergo il paragone non calza.
Quanto agli assedi, si adottava questa condotta perchè era comunemente condivisa, e non ci si faceva la guerra per annientarsi definitivamente, il vincitore non massacrava tutti i vinti, non radeva al suolo la città. E’ successo, certamente, ma non era la norma (d’altronde gli americani hanno sganciato due testate atomiche, non vuol dire che sparino a zero bombe nucleari appena ne hanno l’occasione…).

#84 Comment By Claudio Chianese On 7 maggio 2008 @ 19:28

in realtà l’assurdità non sta nelle livree sgargianti, per quanto più vicine ad un concetto di guerre en dentelles che alla battaglia contro gli orchetti (o come si chiamano, sempre orchetti sono). L’assurdità sta nella motivazione fornita: secondo la Troisi i colori sgargianti servono per far risaltare in battaglia uno che cavalca un drago. Un po’ come dire “dipingiamo la Yamato di un bel rosa shocking, altrimenti non si nota”. Ora, figurarsi, avesse scritto un buon romanzo, chissenefrega… però così…

#85 Comment By jiggly On 10 maggio 2008 @ 17:03

Claudio non hai la più pallida idea di quello di cui stai parlando. Non erano sui draghi proprio perchè erano in via di addestramento. Ecco un altro che parla a caso senza aver letto il libro nemmeno di sfuggita. Per il fatto dei corpetti.. In guerra le divise per distinguere le parti sono sempre esistite (ora non rompetemi dicendo che non è vero, che a volte non si usavano.. parlo in generale). In questo caso di “gruppetto di reclute”. Nessuno dei nemici in quella battaglia sapeva che quei guerrieri con quei colori erano reclute dei cavalieri e quindi da eliminare. Il testo lascia presuppore che fosse la prima volta che si usava tale metodo e quindi gli avversari non potevano sapere. Inoltre in quella battaglia penso che i nemici avessero altro a cui pensare che non l’andare alla carica di ragazzini che in un probabile futuro sarebbero diventati cavalieri. E che non avessero nemmeno il tempo di notare una forza misera del genere in mezzo a una moltitudine di guerrieri e a qualche vero cavaliere di drago.

#86 Comment By Clio On 11 maggio 2008 @ 00:53

Ed il Nemico, in tutto il suo potere, non aveva nessuna spia od osservatore nei ranghi avversari? Allora è vero: è scemo…

#87 Comment By jiggly On 26 maggio 2008 @ 02:34

yes yes yes.. e poi? Tu pensi che la gente potesse andarsene a passeggio tranquillamente da uno schieramento e l’altro? Magari potevano usare la magia! E pensi che non ci sarebbero state protezioni anch’esse magiche? E ripeto, in una guerra con milioni di uomini o quant’altro, dubito che “il nemico” avesse un qualche interesse a prendersela maggiormente con le reclute cavalieri, rispetto che con il resto delle forze o con i cavalieri stessi.

#88 Comment By alice On 26 maggio 2008 @ 17:17

secondo me state tutti dando troppo peso a questi corpetti a colori sgargianti (cosa che poi, non so perchè, mi fa pensare a un giallo fosforescente…)
Credo che sia accettabile questa cosa dei corpetti. Qui entra il gusto personale di ognuno di noi.

Vorrei però rispondere a quelli che considerano i commentatori di questo blog dei grandi invidiosi (cosa che non mi pare proprio). Tralasciando i dettagli sui quali molti si stanno accannando, io vedo solo gente che esprime il proprio parere. Chi con civiltà e chi no. Amen. Mica possiamo ucciderli per questo.

Comunque io penso che la Troisi non sia in grado di scrivere e che la trama faccia un po\’ schifo. E\’ una trilogia che leggerei volentieri a 13, oltre quet\’età mi sembra una cosa da buttare.
Che poi sia un\’astrofisica incapace o meno, una raccomandata o una fortunatissima posso dire… ma chissenefrega!!!
Io giudico il libro e dico che mi fa schifo (senza offendere). Punto. Chi è d\’accordo con me bene, chi no … non importa. Non cominciamo a tirare fuori insulti o l\’invidia dal cappello magico. E\’ una boiata dei bambini delle elementare… e che diamine!

#89 Comment By jiggly On 26 maggio 2008 @ 23:41

Ciao Ali, hai una visuale un po’ sbagliata dell’argomento.. Se qualcuno pensa che certe stupidate vengono scritte per invidia non ha forse il diritto di dirlo? E forse ci becca pure, dipende a chi si riferesce. E il fatto dei corpetti è una delle cose su cui vive questo blog, non puoi pretendere che smettano di parlare del perchè a qualcuno un libro fa schifo. E’ molto più corretto che dire “non mi piace” e basta. Poi sta agli altri vedere se la motivazione è sensata e utile o meno… E la storia dei corpetti purtroppo non è una questione di gusti, bensì di incapacità di ragionamento.

#90 Comment By alice On 27 maggio 2008 @ 15:51

jiggly scrive
hai una visuale un po’ sbagliata dell’argomento

è una cosa soggettiva, a me sembra più che corretta.

Jiggly scrive:
Se qualcuno pensa che certe stupidate vengono scritte per invidia non ha forse il diritto di dirlo?

Sì, può dirlo. Ma mi sembra una delle cagate più assurde che uno possa dire…sai, non sapendo che pesci pigliare…

E la storia dei corpetti purtroppo non è una questione di gusti, bensì di incapacità di ragionamento.

Non credo. Dopo il commento di D. non la penso più così. Se nelle guerre si usava utilizzare qualcosa di simile, i corpetti di Troisi possono essere accettati. Ma se uno li trova una boiata assurda è giusta che continui a pensarlo.
E’ un altro elemento che riguarda i gusti, poi puoi benissimo pensarla come vuoi.

#91 Comment By jiggly On 28 maggio 2008 @ 22:28

Solo a volte! Solo certe volte è un’ultima risorsa da buttare lì così, ma altre volte è una cosa vera. Ora, non si può dire in generale “quando lo si dice lo si dice come ultima spiaggia”. Se per quella persona è realmente così, magari certi atteggiamenti suoi lo dimostrano e se qualcuno pensa seriamente chi sia invidiosa ha tutte le ragioni per dirlo.
E la storia dei corpetti non può essere una questione di gusti, perchè chi ne ha parlato in negativo ha sempre detto che non ha senso, a volte motivandone perchè. E il senso non è una questione di gusti. Nessuno ha mai detto “non mi piace che glieli abbiano fatti mettere” e basta.
Ciao ciao

#92 Comment By jiggly On 28 maggio 2008 @ 22:31

Per inciso, provando a motivarle xD

#93 Comment By Gugand On 29 maggio 2008 @ 11:43

Trovo che le critiche a gamberetta siano spesso campate in aria.
Lei (e tutto l’equipaggio), come tutti recensori/opinionisti, ha il suo metodo di valutazione concentrandosi su alcuni aspetti che ritiene importanti e ha il

suo metodi di quantificazione. Anche se il suo metodo non puo’ piacere non si puo’ dire che lo distorca o lo modifica a seconda del libro o come si e’ alzata

la mattina.
Quello che sembra eccessivo rigore e’ invece il tentativo di non apparire faziosa.
Ha i suoi metodi e li usa sempre nello stesso modo.
Voi lettori del blog avete sotto gli occhi quali sono i suoi punti di riferimento e la lunghezza del suo metro, potete semplicemente ritoccare le valutazioni

in funzione del vostro “sistema di misura”. Con questo non voglio dire che non possiate criticare il suo metodo, ma se vi limitaste a farlo presente, magari

gamberetta lo terra’ in considerazione correggendo il suo metodo o semplicemente aggiungendo una parola che venga incontro a chi non la pensa come lei.
Non si nasconde dietro frasi “e’ brutto e basta”, ma tende a spiegare il perche’ la ritiene brutta. Non serve dire che il romanzo X (inserite il vostro

mostro sacro del fantasy o altro) sarebbe distrutto con i metodi “gamberosi”, perche’ e’ vero. Di fronte ad una analisi rigorosa e “ottusa” (nel senso che

non sente ragioni, non come chiusura mentale) nessuna opera superebbe indenne l’esame.
Quanto a me sono in parte in disaccordo con lei riguardo la ricerca del mostrare invece del raccontare perche’ non sono un appassionato delle meccaniche del

mondo (strano detto da un ingegnere) e cerco di concentrarmi sulla trama nel suo complesso.
Purtroppo tanti scrittori (tra i quali ci metto la Troisi) hanno il vizio di inserire le descrizioni solo ed unicamente per far vedere quanto e’ fico il loro

personaggio scadendo quasi nel Deus-Ex Machina nella risoluzione di combattimenti spesso impari a discapito del loroo eroe (ma perche’ mettono i loro

personaggi in queste situazioni? mah), oppure non usano la descrizione dettagliata perche’ non sanno come far uscire indenne il loro personaggio da una

situazione troppo complicata e buttano giu’ una descizione approssimativa.
L’esempio, che non ricordo dove fosse (avro’ letto 7-800 commenti di questo blog abbiate pazienza), del tipo che spara al protagonista ad un metro e lo

scrittore scrive “incredibilmente lo manca” e’ una di quelle cose che meriterebbero una riga di spiegazione, magari dicendo “mentre punta la pistola [nome

del cattivo] perde la concentrazione a causa al coniglietto grumo che lo morde alla caviglia” (scusa se ci ho messo in mezzo la tua mascotte come deus ex

machina) saranno anche deus ex machina, ma lo scrittore dovrebbe avere l’accortezza di non ficcare in situazioni assurde i propri personaggi solo per farli

apparire fighi o metterci qualche “colpo di scena” di bassa lega.

Per tornare alla Troisi vi dico in tutta sincerita’ che l’unica cosa che ho apprezzato delle cronache del mondo emerso e’ la scorrevolezza del linguaggio, ma

la trama era tutt’altro che originale e imprevedibile. Senza tener conto il fastidio di vedere ‘sta piagnona(non l’avevo notato, ma ripensandoci non posso

che dar ragione a Gamberetta) di Nihal che e’ super fica, e’ super brava, e’ super tutto. Eccheppalle. Aggiungiamoci oltre ai metodi che aborro di cui sopra

il contorno con una serie di personaggi stereotipati all’eccesso che la circondano (il piu’ ridicolo di tutti e sfacciato di tutti e’ sicuramente il tizio

dell’accademia col barboncino). Roba che era originale all’inizio del secolo scorso, poi aveva gia’ iniziato a stufare.
Certo adesso per dare un supporto a questa mia tesi che cosa dico senza spoilerare tutto il libro?
Piu’ che dire che e’ un misto tra guerre stellari e vari cliche’ manga non vado. Come non puo’ neanche gamberetta che si e’ concentrata su quelli che ha

ritenuto sfrondoni logici, dei quali gran parte condivido l’opinione negativa.

Comunque la si giri rileggetevi la troisi fra qualche anno e poi ditemi se non vi fara’ vomitare.
Successo a me con storie che ritenevo (perche’ le ricordavo cosi’) intoccabili, ma riviste con occhi piu’ maturi (nel fantasy/fantascienza) sono da vomito.

Succedera’ lo stesso a tutti coloro che adesso apprezzano Nihal la piagnona e Sennar il supermago timidone.

#94 Comment By Stefano On 29 maggio 2008 @ 11:55

Io credo che la questione dei corpetti sgragianti possa anche venire messa da parte: è un ciclo fantasy per ragazzini, non un trattato di arte militare. Tuttavia il corpetto sgargiante è oggettivamente una sciocchezza: non ricordo, magari, molti particolari del romanzo, ma mettere in evidenza al nemico delle truppe scarsamente addestrate che diventeranno in futuro truppe di elite è un bel favore che gli si fa. Le spiegazioni offerte da D non mi vedono concorde: i bizantini, di fronte a Giannizzeri veri e presunti, si saranno considerevolmente spaventati dal numero di questi soldati scelti ( che avevano già allora una fama nefasta), i soldati del tiranno, per converso, si saranno fregati le mani di fronte alla possibilità di ammazzare reclute potenzialmente pericolose in futuro (Nihal guiderà un drago).
Anche in guerra si commettono stupidaggini, sopratutto quando entrano in gioco l’onore e la vanità, ma è l’autrice a darci una spiegazione “razionalista” che fa acqua da tutte le parti.

#95 Comment By alice On 29 maggio 2008 @ 15:29

non posso far altro che quotare gugand.
Comunque se a qualcuno non sopporta il tono di gamberetta, può benissimo andare via senza creare scompiglio.
Anche a me, all’inizio, dava un po’ di fastidio su come gamberetta esponeva il suo parere, ma poi vedendo che le cose che scrive sono giusto, l’ho accettato. Punto e basta.

Comunque Nihal è davvero un personaggio penoso. Non prendetevela se vi dico che non vale la pena di spendere nemmeno un euro per comprare il libro. Nihal è il personaggio più inverosimile che abbia mai trovato in un libro fantasy. Se poi piace alle ragazzine piagnucolone con gli ormoni a mille, bene!! Amen, mica posso ammazzarle per questo o convincerle a cambiare gusti…

#96 Comment By Clio On 30 maggio 2008 @ 23:25

Dunque, con ordine:
divise sgargianti sono state usate storicamente, ma identificavano soldati d’élite, non reclute inesperte ancorché preziose.
In secondo luogo, il Nemico non è forse uno degli esseri più potenti della terra, uno dei più astuti conoscitori della magia? E non riesce ad infiltrare nessuno? Nemmeno per spiare un’accademia? Va bene, abbiamo capito, è un mentecatto, è l’unica spiegazione.

#97 Comment By _Hilary_ On 5 giugno 2008 @ 17:33

Meravigliosa! Semplicemente meravigliosa!
Ti dirò, ho letto di tutto e di più della Troisi e, all’inizio, mi ero invaghita del suo stile di scrittura (Il suo romanzo è il primo in assoluto che ho letto). Leggendo altri romanzi, altri autrici, altri generi, in effetti ho riscontrato alcune cose nei suoi romanzi che non mi entusiasmavano più. Inoltre, è anche vero che ciò che scrive lo fa per lo più in riassunto. ç_______ç
Secondo me la sua pecca maggiore è che si ostina a scrivere in terza persona. Chissà, può darsi che in prima riesca a concentrarsi molto di più sulle varie scene che accadono e meno sul “riassunto”.
^^

#98 Comment By -Ayame- On 5 giugno 2008 @ 17:51

Non ho letto nulla della Troisi e dopo aver letto questo articolo, che ha confermato le parole di una mia carissima amica accanita lettrice come me, non intendo farlo per nulla al mondo.

Chi è quel rincretinito che si azzarda a paragonare la Troisi a Marion Zimmer Bradley? Non sa mica, il damerino, che MZB è la signora suprema del fantasy, pietra miliare della sua storia e superba scrittrice?!
Mah.

#99 Comment By -Ayame- On 5 giugno 2008 @ 17:53

Hila, mia utente, mia moderatrice e mia spietata commentatrice, anche tu qui? Ah già, ti ho dato io il link…xD

#100 Comment By _Hilary_ On 5 giugno 2008 @ 18:03

My god, Ayame! XDDDDDDDD

#101 Comment By Luca On 8 giugno 2008 @ 21:03

Fantastico!! Ho comprato questo libro come lettura a tempo perso perché ne avevo sentito parlare bene.. ma sin dalle prime pagine, vabé avete capito! Ho letto decine di fantasy seri, ma mai italiani (sempre in lingua originale).. mi ispirava l’idea di leggere qualcosa in italiano… peccato!

Concordo con quasi tutto, la maggior parte delle cose che hai detto le avevo notate leggendo il libro..

la cosa che più mi sconcerta è la totale stupidità e dilagante incoerenza della scrittrice..

dai caliamo un velo pietoso!
ciao!

#102 Comment By Carlo On 9 giugno 2008 @ 01:17

Ma allora, Luca, e’ del tutto evidente che tu sei una persona davvero intelligente. Grazie di avercelo comunicato.

#103 Comment By Okamis On 9 giugno 2008 @ 18:58

E io che pensavo di essere il solo “non apprezzare” le “sublimi” pagine di “quell’artista” nota con il nome di Licia Troisi (che dite, si capisce che sono sarcastico?). Se penso che è da 7 anni che mi sto rompendo il culo per scrivere un VERO romanzo Fantasy, passando ore a documentarmi sulle tecnologie in uso nel nostro medioevo, sulle unità di misura corrette (a proposito, l’uso delle braccia è sbagliato già alla partenza, in quanto si tratta di un’unità di misura nautica, o al massimo della lughezza delle stoffe; fonti Zingarelli e DIR (d’Anna/Sintesi), leggere per credere)… e poi arriva questa ignorante (nel senso etimologico del termine e non biecamente offensivo) e si fa pubblicare al primo colpo? E poi mi chiedono perchè sono ateo…

#104 Comment By Carlo On 10 giugno 2008 @ 08:52

Caro Okamis, che cosa desideri esattamente: che ti dica “bravo” prima ancora di avere letto quello che scrivi, solo perche’ “ti sei fatto il culo”?

#105 Comment By Okamis On 10 giugno 2008 @ 17:56

No di certo. Non era questo il senso del mio discorso. A prescindere dal caso personale, la mia era un’affermazione rivolta a qualsiasi scrittore esordiente. Quello che intendevo dire è trovo particolarmente irritante che una scrittrice come la Troisi, pur con opere d’infima categoria come le sue, riesca a farsi pubblicare dalla più grande casa editrice italiana (nel senso di fetta di mercato) al primo colpo e spedendo un solo manoscritto (sempre ammesso che vogliamo credere a questa storia, ma io voglio darle fiducia e le credo). Non credo di peccare di superbia se dico di saper scrivere meglio. Anche se lo dicesse un ragazzino dei primi anni di superiori probabilmente non peccherebbe di superbia. Ora, a un’affermazione come la mia, seguono due obbiezioni:
1) “Sei solo invidioso.” In parte è vero. Sono invidioso, ma non dello stile della Troisi, ma di come sia riuscita ad imporsi tanto sul mercato vendendo solo aria. Beh, di questo bisognerebbe rendere merito a chi si è occupato della sua campagna pubblicitaria. A prescindere dell’opera di cui stiamo parlando, bisogna ammettere che ha fatto un lavoro straordinario.

2) “Prova tu a scrivere di meglio, allora.” Ora, non bisogna essere Umberto Eco per rendersi conto che i libri della Troisi sono quanto di peggio un’opera possa offrire. Anche gli Harmony (di cui è recentemente uscita una collana Fantasy) sono scritti male, ma almeno loro sono sinceri. È come se ti dicessero: <>

Poi sono d’accordo che forse la recensione di Gamberetta sia troppo dura e che in alcuni punti compia degli errori di giudizio (ad esempio, quando dice che nel Mondo Emerso non si gioca a carte solo perché la cosa non viene indicata; è ovviamente una critica fuori luogo questa, in quanto in questo caso interviene la cosiddetta “sospensione della concordanza”), ma resta il fatto che è una delle poche che senza troppi giri di parole renda noto che il re è nudo… anzi, che la regina è nuda.

#106 Comment By Carlo On 11 giugno 2008 @ 02:40

Okamis:

Non credo di peccare di superbia se dico di saper scrivere meglio.

Magari sai scrivere meglio – e chi lo sa? Magari scrivi divinamente, ma le tue storie sono pallosissime – e chi lo sa? Magari scrivi penosamente, ma le tue storie sono lo stesso avvincenti – e chi lo sa?

Ho un suggerimento: visto che e’ virtualmente certo che non sarai mai pubblicato, perche’ non rendi disponibile questo meraviglioso romanzo sulla tua pagina web? Magari cosi’ ti fai notare, e qualche editore ti propone di scrivere un nuovo romanzo a pagamento.

Oppure spedisci il tuo romanzo alla Gamberetta, e fattelo giudicare da lei. Puo’ essere un aiuto formidabile, per sapere se sei davvero cosi’ bravo. O hai paura? Ti senti piu’ sicuro a giudicarti da solo, per poi annunciare sui blog la bravura che hai concluso di avere?

#107 Comment By Okamis On 11 giugno 2008 @ 19:10

Cosa dicevo? Ecco spuntare fuori l’opzione 2 che avevo già indicato nell’intervento precedente. Mamma mia quanto sei prevedibile… Comunque, riguardo al fatto di mostrare le mie capacità per poterne dare prova, t’informo che puoi già leggere un mio brano su Fantasy Magazine (“Il sonno del re”) e un altro su Writer’s Dream (“Un grido oltre la nebbia”). Su quest’ultimo sito se ne aggiungeranno poi altri due settimana prossima, di cui uno è proprio il prologo al mio romanzo (ah, come adoro quelli che parlano prima ancora d’informarsi…). Comunque, qualora gamberetta, tra un romanzo e l’altro volesse stroncare uno qualsiasi dei miei racconti, sarà liberissima di farlo. Anzi, non potrei sperare in onore più grande XD

#108 Comment By AryaSnow On 11 giugno 2008 @ 19:33

Okamis:
potresti linkarmi direttamente uno di quei racconti? :-)

#109 Comment By Okamis On 11 giugno 2008 @ 20:07

Certamente. “Il sonno del re” lo trovi andando su: http://www.fantasymagazine.it/forum/viewtopic.php?t=11779
Invece, “Un grido oltre la nebbia” lo trovi andando su: http://writersdream.forumfree.net/?t=28874480&view=getlastpost#lastpost
Aggiungo, anche se mi piacerebbe che non ce ne fosse bisogno, che tutti i miei racconti sono depositati in SIAE, e pertanto la loro riproduzione parziale o integrale senza la mia autorizzazione è illegale. Perdonate l’aggiunta, ma purtroppo i “furti” anche di racconti sono meno rari di quanto si possa pensare.

#110 Comment By Gamberetta On 11 giugno 2008 @ 21:13

@Okamis. In questi giorni ho poco tempo, perciò scusa se non leggo i tuoi racconti. Prova a guardare il forum della Edizioni XII, si possono postare racconti (c’è anche ogni mese un concorso per scegliere il migliore) e commentare quelli altrui. Il livello di “cattiveria” e competenza dei partecipanti mi sembra un gradino sopra la media del Web.

#111 Comment By Okamis On 11 giugno 2008 @ 22:35

Grazie mille dell’indicazione, Gamberetta, e scusa se mi sono fatto (su “richiesta”) un po’ di pubblicità gratuita. Nel momento stesso in cui mandavo il mio commento una vocina dentro di me (ovvero la mia versione “uomo raggno-Phos”… v. mio commento su “Il talismano del potere” per capire XD) mi diceva che forse non era correttissimo. Chiedo scusa comunque. Purtroppo tendo ad essere impetuoso a volte. Comunque il mio non era un invito nei tuoi confronti perchè leggessi i miei racconti, ma soltanto un modo per dimostrare che non temo le critiche di nessuno. Al contrario, le apprezzo. Se non fosse per le critiche nessun artista sarebbe in grado di migliorare le sue opere. Peccatto che questo la Troisi non l’abbia ancora capito…

#112 Comment By Stefano On 12 giugno 2008 @ 08:07

Guarda Okamis che il furto di racconti è davvero una cosa rara, rarissima: in primis (e non mi riferisco a te) spesso la qualità dello stesso non giustifica lo sforzo, in secondo luogo viene spontanea una domanda: per farne che? Le antologie di racconti non vendono particolarmente, in libreria e nei concorsi, ormai, si considera “inedito” anche uno scritto apparso sul web. Come ti direbbe anche franz (di FM) meglio autospedirsi una raccomandata con ricevuta di ritorno e conservarla. Il valore legale della stessa è discutibile, ma spendere dei soldi per la SIAE, suvvia…

#113 Comment By Okamis On 12 giugno 2008 @ 09:55

Raro ma non impossibile, purtroppo. Basta farsi un salto a questo indirizzo per rendersene conto: http://writersarena.forumfree.net/?t=27974741
E di casi come questo ce ne sono più di quanto si possa immaginare. A prescindere poi della qualità del racconto sottratto, è indubbio che la cosa dia alquanto fastidio all’autore.
Per quanto riguarda la storia della raccomandata con ricevuta di ritorno hai ragione. Tuttavia sono stato per così dire “obbligato” ad iscrivermi alla SIAE. Un anno fa circa ho scritto il testo di una canzone per un gruppo di amici, iscritti in SIAE. Visto che la musica era stata depositata, ho dovuto fare altrettanto, altrimenti la raccomandata in questo caso non avrebbe avuto valore legale. Già che c’ero poi ho depositato le mie opere ;-)

#114 Comment By Carlo On 12 giugno 2008 @ 10:31

Okamis, ho letto “Il sonno del re”. L’ho trovato bruttissimo e noioso. Suggerirei di cambiarne il titolo in “Il sonno del lettore”, che e’ un notevole traguardo se si considera che e’ un racconto brevissimo. Al solito trovo confermato che l’arroganza spesso si accompagna all’inadeguatezza e all’incapacita’.

Non sei orribile come Rocca, ma quasi. I motivi sono i soliti: troppi avverbi e aggettivi, spesso scelti male (scuri che oscillano in modo convulso, il serpentino avanzare dell’esercito, il massiccio guerriero), dettagli irrilevanti (l’arpa col profilo di un volto femminile – perche’?), e frasi pompose e ricalcate su luoghi comuni, che spesso vanno oltre il limite del ridicolo (“Strisciante come solo il sospetto può essere, il timore che oramai il proprio sovrano fosse giunto al termine della sua esistenza cominciò a serpeggiare tra il popolo”).

Spero di non averti offeso, e’ solo la mia opinione: sei meglio di Rocca, ma peggio della Troisi.

#115 Comment By Okamis On 12 giugno 2008 @ 10:50

De gustibus.

#116 Comment By gugand On 12 giugno 2008 @ 11:39

@Okamis
Ho letto entrambi i tuoi racconti.
Il “il sonno del re” ha le pecche che indica carlo. Non l’ho trovato interessante.

Il secondo, senza mettermi a giudicare le singole frasi (gia’ nel forum stesso ti hanno fatto delle giuste osservazioni, quindi non aggiungerei nulla), l’ho trovato molto scritto meglio ed interessante.
Con pochi ritocchi, IMHO, potrebbe essere un bel racconto.

Comunque la pecca peggiore della Troisi non e’ nello stile di scrittura, ma nell’incoerenze contenute nella trama e la evidente mancanza di voglia della scrittrice a documentarsi.
Visto che non traspare dai romanzi l’impegno dell’autore (sembra tutto un buttar su), fa rodere questa “fortuna troisiana” a chi si fa un culo tanto per creare una storia decente, logica e coerente che studia un sacco di documentazione, ma che viene scartato senza nemmeno una possibilita’ di vedersi aiutato da un editor professionista per correggere la storia e/o lo stile.

Ne’ io, ne’ miei conoscenti ha tentato di pubblicare libri percio’ non so come funzionano le cose, ma gli editor si degnano di una risposta a qualcuno che manda loro dei testi?
Almeno per far capire che hanno letto qualcosa e per dare un suggerimento allo scrittore in erba.
Te, Okamis, hai detto nel forum linkato che un editor ti aveva detto qualcosa riguardo lo stile, ma mi sembra che una ragazza che scrive in questo Blog non abbia mai piu’ saputo nulla.

#117 Comment By Okamis On 12 giugno 2008 @ 14:24

Subito una domanda: che significa IMHO? Perdona l’ignoranza, ma non l’ho mai capito XD
Passando alla tua ultima frase, non ho ben compreso cosa intendi… Non ho mica detto di avere un contratto con una casa editrice. Semplicemente, qualche mese fa ho avuto la fortuna di presentare di persona ad una casa editrice italiana specializzata in narrativa fantastica (nemmeno tanto piccola) il mio romanzo, dietro loro invito, dopo che avevano ricevuto alcuni stralci dell’opera. Tutto qua. So benissimo che quell’incontro non equivale a poter dire “wow, mi pubblicheranno”, ma allo stesso tempo dimostra che il mio stile non è poi tanto “orribile”, per usare il felice termine usato da Carlo. Comunque, “Il sonno del re” è nulla più che una favoletta breve, un divertissement, lontanissimo da quello che è il mio stile nel romanzo in fase di lavorazione. Grazie comunque del tuo giudizio.

#118 Comment By wewec On 12 giugno 2008 @ 15:09

IMHO = In My Humble Opinion ( a mio parere )

#119 Comment By Carlo On 12 giugno 2008 @ 15:26

Voler veder premiato un romanzo perche’ ci si e’ fatti il culo sarebbe come pretendere di essere pagati per la quantita’ di sudore prodotta in una qualsiasi attivita’ fisica – incluso girare in tondo. E’ sulla base del risultato finale che si giudica, non su quanto e’ costato ottenerlo (e se e’ costato poco, in effetti, tanto meglio… o no?).

Gli editori (che vogliono vendere) ti chiedono di leggere il tuo romanzo, e non quanti capelli bianchi ti sono venuti a scriverlo.

Inoltre: documentarsi e’ sicuramente utile; seguire le regole indicate dalla Gamberetta e’ sicuramente utile; tante belle cosine possono essere utili – ma alla fine il romanzo, per avere successo, deve essere avvincente. Come ho gia’ detto, se un romanzo piace significa che le incongruenze possono essere trascurate. Se non piace, significa che le incongruenze forse ne sono la causa. In altre parole, il seguire le regole non e’ una condizione ne’ necessaria ne’ sufficiente per scrivere un qualcosa che piace.

#120 Comment By AryaSnow On 12 giugno 2008 @ 15:30

1)Per me il difetto peggiore della Troisi sta proprio prima di tutto nel modo di scrivere (nel fatto di scrivere male, al di là dello stile scelto).

2) Mi sembra che scriva meglio sia di Rocca che della Troisi.
Però ci sono alcune cose come…
Le donne si coprirono la bocca, soffocando un grido di dolore, nel riconoscere il figlio del re, mentre gli uomini abbassarono la testa, non riuscendo a trovare altro modo per mostrare il proprio dolore. Ancora vestito della sua armatura, il principe era stato disteso sopra i mantelli dei compagni, le mani strette attorno all’elsa della sua spada, sulla cui lama spezzata si riflettevano i volti pieni di dolore dei sudditi.
^^”
Gli aggettivi non li trovo il linea generale così fastidiosi. A volte c’è dell’esagerazione, ma in linea generale non ho provato fastidio. Rocca è ben peggio =P
- scuri che oscillano in modo convulso non lo trovo poi così brutto. Può marcare l’atmosfera di tensione che in quel pezzo di vuole creare.
- idem per il serpentino avanzare dell’esercito, può mostrare meglio l’immagine dell’esercito che si vede dall’alto, che compie un percorso tortuoso (non è così ovvio che l’avanzare sia “serpentino”).
- il massiccio guerriero è un modo per marcare il modo in cui il re è stato ridotto dalla malattia, il fatto che avrà sicuramente perso un sacco di muscoli.
- l’arpa col profilo di un volto femminile è un modo per descrivere l’oggetto, che merita pure un po’ di descrizione, visto che è speciale e magico.
- Strisciante come solo il sospetto può essere, il timore che oramai il proprio sovrano fosse giunto al termine della sua esistenza cominciò a serpeggiare tra il popolo invece è effettivamente brutto, banalmente e inutilmente pomposo. Fastidioso.

COMUNQUE in generale il racconto non mi è piaciuto per nulla.
Prima di tutto: non c’è dentro niente, ma proprio niente di minimamente interessante. Qual’è il suo scopo? Cosa dovrebbe trasmettere? Trama ultrabanale e con nulla da dire nel modo in cui viene raccontata.
Il fatto che all’inizio tutta la gente comune sia così così incredibilmente addolorata per la morte del principe fa un po’ troppo “candy candy”. Dovrebbero essere molto più ansiosi di scrutare tra le file dei soldati e vedere se ci trovano i loro figli/padri/mariti sopravissuti alla battaglia. Ma poi, ‘sta battaglia è stata vinta o persa? Non interessa a nessuno questo? Tra l’altro mi pare strano che la notizia della morte del principe non si sia già saputa prima del ritorno di tutto l’esercito, non hanno mandato avanti un cavolo di messaggero? =P Vabbè…
In ogni caso, all’inizio viene descritto dettagliatamente l’arrivo di questa notizia, dal punto di vista del popolo. Questo pezzo iniziale viene mostrato. Poi si passa bruscamente a parlare del re e tutto inizia ad essere raccontato vagamente, fino alla scena finale e alla classica conclusione generica-moralista-leggendaria-fiabesca. Boh, non mi convince per niente questa struttura. Mi sembra un po’ alla cazzo di cane.
Inoltre: perchè quel povero pirla dello sconosciuto dovrebbe sbattersi così tanto e infine sacrificare la propria vita per ridare serenità al re? Il re non era nulla per lui, per quello che ne sappiamo.
Poi, come ho già detto: zero assoluto. Tutto banalissimo, nessun’ambientazione o atmosfera particolare, nessuna carattrizzazione dei personaggi, nessun passaggio interessante, nessun elemento un minimo originale. L’unico spunto potenzialmente decente poteva essere nel paragrafo inziale, con l’aria di tensione e di “tempesta in arrivo”. Ma poi non viene sfruttato manco questo.
Secondo me avresti fatto meglio almeno a descrivere la scena iniziale dal punto di vista di… chessò… un nobile consigliere, magari amico del principe e del re (così avrebbe più motivo di vivere la notizia come “profondamente dolorosa”). Poi magari facevi continuare lui a raccontare ciò che avviene in seguito. Ci sarebbe stato anche un elemento di unità. Anche se non mi sarebbe piaciuto per nulla lo stesso.

3) Il secondo racconto l’ho letto più frettolosamente del primo, ma mi è sembrato sicuramente meglio. Nulla di speciale, però qualcosa già c’è. Il finale e il modo in cui si giunge ad esso non è male, il racconto in generale trasmette un “senso complessivo unitario”, non è male nemmeno la resa dell’atmosfera squallida.

Comunque sì, secondo me sai scrivere meglio della Troisi.
Anche se Il sonno del Re come racconto mi fa schifo.

#121 Comment By Stefano On 12 giugno 2008 @ 18:12

Paragonare Rocca , Okamis e la Troisi non ha molto senso… della Troisi leggiamo solo il testo finale, sfrondato dai vari editor. Lei stessa, mi pare, abbia ammesso di aver dovuto scrivere nuovamente delle parti dei suoi libri. Faccio notare che di solito un manoscritto prende le vie del cestino, in simili condizioni. il romanzo di Rocca non è stato minimamente riletto: non è vero che scrive male, è soltanto pesante e volutamente ricercato. Per esempio, in una delle recensioni di Rocca si parla addirittura di mancate concordanze tra verbo e soggetto: simili errori, frutto della distrazione, possono essere perdonati all’autore, che magari avrà letto e riletto il suo scritto fino alla noia, ma non a un editor. A Okamis mi sento di dire: non abbatterti, continua a scrivere. Non è vero che le critiche debbano essere sempre accettate: devi valutare tu stesso quali critiche siano corrette. A parte l’abusato discorso dello scrivere per sé stessi, devi chiederti, una volta terminato il racconto: è quello che volevo? Sono soddisfatto? Se ti risponderai si’, sarà il risultato che conta.

#122 Comment By Okamis On 12 giugno 2008 @ 23:52

Faccio una brevissima premessa. Questa sarà lultima volta che parlerò dei miei due racconti su questo sito. Per qualsiasi commento al riguardo, vi prego di scriverlo su Fantasy Magazine o su Writer’s Dream, in quanto comunque questa non è la sede adatta. Siamo, come dire, tutti ospiti su questo sito, e pertanto in una sezione dedicata ad uno specifico libro della Troisi è bene parlare di quell’opera, anzichè di quelle degli altri.
Rispondo solo ad AryaSnow per completezza, e poi la chiudo qui.

In riferimento a “Il sonno del re”, come accennavo su Fantasy Magazine, si tratta di una riscrittura di una parte del romanzo. Riscrittura presentante sia uno stile che uno struttura molto diversa dall’originale. Ho semplicemente voluto scrivere una fiabetta, nulla di più. Come tale è ovvio che i personaggi siano privi di qualsiasi spessore (quale spesso psicologico puoi dare alle fiabe dei fratelli Grimm? nessuno, il che ovviamente non significa che siano racconti spregevoli, tutt’altro, sebbene fossero tutti dei plagi, ma quello è un altro discorso ;-)). La favola, per sua stessa natura, non prevede una vera e proprio evoluzione dei personaggi, se non a livello minimo. Pertanto la tua osservazione al riguardo non è molto pertinente.
Hai invece perfettamente ragione su due punti.
La ripetizione della parola “dolore”, derivata dal fatto che il tutto e’ stato scritto in breve tempo, senza un’opportuna rilettura. Vedrò di provvedere al riguardo :)
Ma soprattutto hai ragione riguardo la diversità tra la prima e la seconda parte. Sempre come scrivevo su Fantasy Magazine, la prima parte è quella effettivamente nuova, mentre la seconda appartiene al romanzo, sebbene sia stata riscritta da capo a piedi. Visto che nel romanzo quella parte viene effettivamente raccontata, e non mostrata, è probabile che inconsciamente mi sia rifatto all’originale, ormai fisso nella mia mente.
Infine la famosa frase “ampollosa”. Ho riletto il racconto poco fa, e ammetto che non fa impazzire nemmeno me ora. Ripeto, quel racconto a differenza de “Un grido oltre la nebbia” non è stato praticamente riletto, se non in forma molto veloce.
Sono felice invece che proprio quest’ultimo ti sia piaciuto maggiormente. Ammetto di andare fiero. Poi è ovvio che ognuno ha le sue preferenze in fatto di stile o di tema trattato. Non pretendo certo di essere apprezzato da tutti (anzi…).

#123 Comment By AryaSnow On 13 giugno 2008 @ 00:05

Okamis:
Non ho detto che ci deve essere per forza uno spessore dei personaggi.
Ho detto che in generale in quel racconto non c’è niente di anche solo minimamente interessante. Ho elencato alcuni fattori come esempio, per dire che nel tuo racconto non c’è proprio nulla di nulla.
Sarà anche una favoletta, ma anche una favoletta per essere decente qualcosa deve dirmela (mica devono essere necessariamente i personaggi o qualche altro specifico aspetto, però qualcosa…).

#124 Comment By Okamis On 13 giugno 2008 @ 10:01

Però così mi istighi alla risposta, AriaSnow XD
Questa è proprio l’ultima ultimissima straultraipermegaultima volta che rispondo su questo sito (non perchè mi stiate antipatici, anzi, ma è solo per correttezza verso la povera Gamberetta e i suoi conigli). La debolezza de “Il sonno del re” rispetto a tutti gli altri miei racconti risiede nel fatto che privo del suo legame con la struttura originale (quella del romanzo) perde buona parte la sua forza. Ho chiesto a tal proposito ad alcuni miei amici cosa ne pensassero delle due versioni, e anche loro concordano che all’interno del libro il tutto assume un perchè, assente invece nel racconto singolo.
THAT’S ALL FOLKS. D’ora in poi vi prego di scrivermi su Fantasy Magazine o Writer’s Dream, grazie. Scusa ancora Gamberetta per lo spazio rubato al tuo sito.

#125 Comment By Psicomama On 14 giugno 2008 @ 22:31

Bravissima! Acuta e simpatica. Grazie a te stasera abbiamo fatto grasse risate. Complimenti.

#126 Comment By sammy On 19 giugno 2008 @ 12:18

ok, posso essere d’accordo su tutto, ma la storia non è disperata: ti posso assicurare di aver letto di peggio…!!!
cmq, hai fatto anke una recensione di eragon?
sei stata molto simpatica, ciao sammy

#127 Comment By Vash On 19 giugno 2008 @ 13:15

volevo ringraziarti per questa opera di così grandi verita!
sei un genio sei riuscita a fare una vera recensione a differenza di qui suddetti giornalisti specializati in questo campo…hai un futuro!
In fondo i libri di licia nn sono da buttare..o meglio si ma prima toglieteli l sovra copertina xkè a mio avviso i disegni meritano rispetto…e per fortuna che nn si è improvvisata anche pittrice la nostra licia!

#128 Comment By gugand On 19 giugno 2008 @ 20:50

@sammy
La recensione, in breve, te la faccio io:
Stessa storia di Star Wars, ma:
-Luke Skywalker si chiama Eragon
-Il Millennium Dra…,ehm, Falcon ora si chiama Saphira
-Obi Wan Kenobi si chiama Brom
-Leila si chiama Arya (con la y altrimenti fa freddo), ma non e’ piu’ sorella, quindi ora trombabile
-Dart Vader si chiama Murtagh ed e’ diventato fratellastro
-L’imperatore si chiama Galbatorix
-Han Solo si chiama Roran ed e’ il cuggino (quello delle leggende metropolitane)
-Boba Fett si chiama Durza, ma dura piu’ a lungo
-Yoda, dopo lezioni di infighimento dal maestro dei 5 picchi (per chi ha letto il manga), si chiama Oromis
-Jabba the Hut ha smesso con le pizze (Balle spaziali) e si e’ dato alla macelleria
-Chewbecca si chiama Orik
-La forza finalmente si fa chiamare magia
-Il padre e’ morto, sul serio (almeno lo e’ ancora nei primi 2 libri)
-Lando ha cambiato sesso e ora si fa chiamare Nasuada

Il tutto meno i robot che nel passaggio dimensionale si sono arrugginiti e quindi non riproducibili. Ma ci sono voci non confermate che R2D2 si faccia chiamare Elva.

#129 Comment By gugand On 19 giugno 2008 @ 20:53

Mi fanno sapere che probabilmente C3PO si e’ fatto costruire un corpo per andare in giro meglio e comunicare normalmente (anche se continua a parlare in modo criptico) e si fa chiamare Angela.

#130 Comment By Carlo On 20 giugno 2008 @ 01:01

AryaSnow ha scritto:

1)Per me il difetto peggiore della Troisi sta proprio prima di tutto nel modo di scrivere (nel fatto di scrivere male, al di là dello stile scelto).

Va bene.

2) Mi sembra che scriva meglio sia di Rocca che della Troisi.

Okamis scrive meglio? Beh, non e’ assolutamente vero. Grazieaddio, la Troisi non si perde in vomitevoli frasi che tentano di risultare “poetiche” – che e’ il dramma di Rocca, e in misura minore di Okamis. La Troisi sara’ puerile quanto vuoi, ma in questo errore narcisistico non ci cade. MAI. Ti sfido a trovarmi un brano della Troisi scritto in questo modo.

- scuri che oscillano in modo convulso non lo trovo poi così brutto. Può marcare l’atmosfera di tensione che in quel pezzo di vuole creare.

“Convulso” e’ un aggettivo muscolare, organico. Le scuri sono oggetti di metallo, e se oscillano lo possono fare solo come come pendoli secondo una legge naturale immodificabile: l’immagine evocata qui e’ di oscillazioni forzatamente accelerate, una immagine folle e innaturale.

- idem per il serpentino avanzare dell’esercito, può mostrare meglio l’immagine dell’esercito che si vede dall’alto, che compie un percorso tortuoso (non è così ovvio che l’avanzare sia “serpentino”).

L’aggettivo appropriato qui e’ “sinuoso”. Quando torna l’esercito del regno non vuoi che il lettore si metta a pensare ai serpenti – a meno che non ci sia un’ottima ragione per questo (che magari emerge piu’ tardi). Come la Troisi ama la parola “piuttosto”, Okamis sembra adorare i serpenti. Per questo il percorso dell’esercito gli sembra “serpentino”, il timore “serpeggia”, e il sospetto “striscia”. A questo punto viene voglia di chiamare lo psicoanalista.

- il massiccio guerriero è un modo per marcare il modo in cui il re è stato ridotto dalla malattia, il fatto che avrà sicuramente perso un sacco di muscoli.

L’aggettivo “massiccio” viene usualmente usato per metalli, pietra, minerali, e montagne. Se applicato a esseri viventi porta un senso di ottusita’ e forza bruta, piu’ appropriata a un orco che all’amato guerriero, che sara’ stato imponente, vigoroso – ma non massiccio.

- l’arpa col profilo di un volto femminile è un modo per descrivere l’oggetto, che merita pure un po’ di descrizione, visto che è speciale e magico.

Nulla che non torni utile alla storia deve essere descritto: i “riempitivi” messi li’ perche’ “fa figo” non sono altro che il vezzo inutile di un autore alla ricerca affannosa di qualcosa da dire.

#131 Comment By Okamis On 20 giugno 2008 @ 17:17

Carlo, invece di fare il critico dei poveri commenta nelle sezioni appropriate. Qui si parla del libro della Troisi, non dei miei. Tra l’altro paragonare un racconto di due pagine (che sono il primo ad aver definito privo di alcuna valenza artistica) con una che ha già pubblicato 8 romanzi non ha senso. Se vuoi commentare quanto scrivo vai su FM o Writer’s Dream, dove tra l’altro trovi il mio romanzo. Qui non rispondo nemmeno alle tue note prive di senso. Basta aprire un dizionario infatti per smentire quanto da te detto. Vai a cercare massicio, poi ne riparliamo se non fa riferimento alla corporatura come aggettivo.

#132 Comment By Carlo On 20 giugno 2008 @ 17:37

Okamis scrive:

Carlo, invece di fare il critico dei poveri commenta nelle sezioni appropriate. Qui si parla del libro della Troisi, non dei miei.

E’ bello sentirselo dire da colui che e’ venuto proprio qui a far pubblicita’ ai propri libri.

Tra l’altro paragonare un racconto di due pagine (che sono il primo ad aver definito privo di alcuna valenza artistica)

… no, tu sei stato il primo a metterci un link per mostrare quanto scrivi bene. “Privo di alcuna valenza artistica” lo hai definito per ultimo, non per primo…

con una che ha già pubblicato 8 romanzi non ha senso.

Questo avresti dovuto dirlo ad AryaSnow, non a me… :-)
Inoltre e’ gia’ stato piu’ volte assodato che quanto la Troisi ha pubblicato e venduto non deve contare un cazzo sul giudizio che ci facciamo di lei.

Se vuoi commentare quanto scrivo vai su FM o Writer’s Dream, dove tra l’altro trovi il mio romanzo.

Non ci penso nemmeno: mi piace la barca dei gamberi, e resto qui. Dopo avere letto quelle poche pagine, ho deciso di non leggere piu’ nulla di tuo (si fa cosi’ anche con la Troisi, con la Strazzulla, ecc, quindi non vedo perche’ non si possa fare con te).

Okamis, sei venuto qui facendo lo sbruffone. Cosa ti (vi) sarebbe costata un po’ di generosita’? Quale figura migliore ci avresti fatto mostrando tolleranza, amicizia, comprensione nei confronti di altri tuoi colleghi scrittori? Non credi che la gente sarebbe stata persino piu’ ben disposta nei tuoi confronti? Guarda che e’ vero che chi semina vento raccoglie tempesta.

Qui non rispondo nemmeno alle tue note prive di senso. Basta aprire un dizionario infatti per smentire quanto da te detto.

L’ho aperto, e non ho trovato smentite.

Vai a cercare massicio, poi ne riparliamo se non fa riferimento alla corporatura come aggettivo.

Non ho detto che massiccio non e’ usabile con riferimento alla corporatura. Ho detto che, se usato, comunica un senso di ottusita’ e forza bruta. Era quello che volevi comunicare? Ricorda che per imparare a scrivere devi imparare a leggere, prima.

#133 Comment By Okamis On 20 giugno 2008 @ 17:47

1) I link ai miei racconti me li ha chiesti Aryasnow se vai a vedere.

2) La mia “comprensione”, come la chiami tu, la mostro verso autori italiani e stranieri che se la meritano (la strazzulla ad esempio, pur rivolgendosi a un pubblico di giovanissimi, non la trovo poi così malvagia). I miei scrittori di riferimento sono, per quanto riguarda il Fantasy, Mieville, Jordan, Carey. Gente ben lontana, stilisticamente, dalla Troisi. Lodare una scrittrice solo perchè italiana non avrebbe senso per me. Senza contare che tu parli al plurale, come si io avessi criticato tutti gli scrittori italiani, quando invece finora ho commentato solo a riguardo di questo libro.

#134 Comment By Carlo On 21 giugno 2008 @ 00:09

Okamis scrive:

1) I link ai miei racconti me li ha chiesti Aryasnow se vai a vedere.

E’ vero. E poi io stesso ti avevo sfidato a mostrare qualcosa di tuo. Pero’ la forte sensazione che non miravi ad altro che questo rimane: e’ abbastanza ovvio che tu sia venuto qui per farti pubblicita’.

2) La mia “comprensione”, come la chiami tu, la mostro verso autori italiani e stranieri che se la meritano [...] Lodare una scrittrice solo perchè italiana non avrebbe senso per me.

E’ colpa mia, evidentemente non mi sono spiegato bene: la sostanza del mio discorso e’ che occorre un minimo di umilta’ e di prudenza: fa abbastanza specie vedere uno che scrive cosi’ male mettersi a giudicare cosi’ ferocemente altri autori come lui, piuttosto che giudicare ferocemente se’ stesso. Di nuovo: trovo triste vedere una persona che non cerca di emergere migliorando se’ stessa, ma che ci prova cercando di tagliare le gambe ai suoi competitori.

Se sei un critico, critica meglio che puoi. Se sei uno scrittore, scrivi meglio che puoi. Non puoi fare entrambe le cose: se sei uno scrittore, l’unica reale “critica” che potrai fare in modo credibile consistera’ nello scrivere bene.

#135 Comment By dawe On 9 luglio 2008 @ 22:42

Ciao, sono finito su questa recensione assolutamente per caso.
Non ho mai letto Licia Troisi (e forse non mi piace troppo la fantasy) e non credo la leggero’ mai… ad ogni modo ho trovato i tuoi appunti e commenti esilaranti e pungenti, mi sono fatto piu’ che due risate! Complimenti, devo aggiungerti ai favoriti!

#136 Comment By Poflin On 12 luglio 2008 @ 12:53

Perdonate, riporto un vecchio post a cui ho sentito l\’impellente bisogno di rispondere! Ricordate la discussione sulla manutenzione delle mura? Io per prima non sono una vera esperta, ma per favore, informati, prima di dare spiegazioni \”supposte\” :)

jiggly dixit:

Probabilmente (e dico probabilmente, non osando mettermi contro una quasi quasi quasi quasi quasi architettA) i condotti sono stati creati in un secondo momento (rispetto alla costruzione del complesso).

Molto, molto poco probabile dal punto di vista costruttivo. Come cotruiresti una porta? Monti un muro di mattoni e poi lo sfondi creando una forma rettangolare? Se anche lo facessi, potrebbero crollarti mattoni in testa, perchè manca un\’architrave, cioè una cosa nascosta sotto la traversa della porta che impedisce al vano/porta di collassare. Adesso, appurato questo, e che i mattoni sono relativamente leggeri perchè forati all\’interno, immagina di scavare un cunicolo nelle solide pietre di una fortezza! Se fosse troppo largo, la muratura rischierebbe di crollare. Le mura esterne (cioè di difesa, le più massicce) di un castello medievale sono spesse mediamente 3 o 4 metri. Probabilmente se si scavasse all\’interno di queste un cunicolo di 80 cm di larghezza (minimo spazio per il passaggio umano) reggerebbero, ma che mura di difesa sarebbero, se, una volta distrutto quel metro o poco più che separa l\’esterno dal cunicolo, i nemici riuscissero a passare tutti da lì?

Ora, non vi viene il dubbio che siano stati fatti per portare materiali, strumenti, forse persone, dall’interno della città in linea diretta con la prossimità delle mura per evitare di fare il giro, bypassare ostacoli, magari scendere scale e impiegare un mucchio di tempo? Chissà , magari va di moda farmi i lavori il più lentamente possibile di questi tempo…

Mi va benissimo che fossero dei passaggi simili a corridoi, costruiti a tale scopo. Il problema sostanziale è che NON sono stati costruiti a tale scopo, ma per una cosidetta \”manutenzione\”. Non credo sia spiegata bene nel libro, questa cosa: c\’è un cunicolo in cui si striscia, poi delle scale…Se volevano mantenere le mura avrebbero dovuto riempire quel cunicolo! Se fosse stato un muro senza passaggi, ovviamente, si sarebbero create meno crepe :) è una cosa che si contraddice da sola!

Altra parentesina.. chi cavolo ha detto che sono pareti portanti?

Perchè un sistema di costruire diverso da quello a pareti portanti, per edifici in laterizio o pietra, è stato scoperto solo alla fine del 1800!! Inoltre, visto che LT ci fa intendere che il Mondo sia simil-medievale, in quell\’epoca non esistevano altri mezzi di costruzione, era tutto portante, a causa del peso eccessivo della pietra. Ti sei mai chiesta perchè molte palazzine medievali hanno le finestre allungate tutte in fila, o quelle superiori più larghe di quelle inferiori? perchè se non fosse stato così la struttura sarebbe crollata! :)

grazie dello spazio e scusate, spero che questa lettura sia stata utile a qualcuno.

#137 Pingback By Diamo a Licia quel che è di Licia « Il Trenino di Marzapane On 12 agosto 2008 @ 16:23

[...] Nihal della Terra del Vento – La missione di Sennar – Il Talismano del [...]

#138 Comment By Lori On 12 agosto 2008 @ 17:07

Ciao!
Ho appena finito di leggere le Cronache…
Le tue recensioni mi hanno fatto spanciare dalle risate, grazie! (le ho citate sul mio blog).
Secondo me hai lasciato un po’ a margine della tua critica il fatto che i personaggi sono sostanzialmente obbligati dal narratore a fare quello che fanno, solo perchè sono stati inventati così. o mezz’elfi, o donne o con i capelli neri. Non c’è nessun approfondimento psicologico.
E poi chiediamocelo, se il Tiranno lavora da decenni ad un incantesimo per distruggere le Terre, perchè non se ne è stato al caldo nella sua stanzetta con cioccolata e Digestive? Pensa la soddisfazione di fregare tutti di sorpresa.
Secondo me avrebbe detto “Uno a zero palla al centro”!

#139 Comment By Stefano On 13 agosto 2008 @ 10:45

Beh, Carlo, di critici che non fossero scrittori ne ho visti davvero pochi e di scrittori che criticano i colleghi ce ne sono a decine, siano essi editi o no. Il nostro amor proprio ci fa ritenere le nostre opere migliori di altre. Non ci vedo nulla di male, come non vedo nulla di strano nel volersi fare un po’ di pubblicità.
Come mai Licia Troisi ha urtato tanto una categoria di scrittori e lettori?
Direi che la causa principale è stata la campagna pubblicitaria enfatica che ha ricevuto, di cui fa parte anche la strana vicenda della sua pubblicazione. Una cosa che ha fatto prudere le mani a molti.

#140 Comment By LilianAstria On 13 agosto 2008 @ 12:54

Come credo buona parte dei commentatori di questo sito, anche io sto scrivendo un libro (naturalmente fantasy), e sono rimasta sconcertata dall’ottusità ed ignoranza che ha mostrato la troisi non solo nel descrivere le scene di guerra, ma nello sbagliare addirittura semplici termini militari o lo svolgimento di azioni come tendere la corda di un arco… non è semplice, non è facile! (come già citato da gamberetta), io mi sono fatta il culo in quello sport! Oltre che una notevole forza fisica, se non mantieni le spalle in asse col tuo bersaglio, e la giusta posizione di gambe e piedi, quando lasci andare la corda, ti mozzi il naso o le tette! (naturalmente ciò e valido solo per le donne) Io sono tornata a casa decine di volte con dei begli ematomi viola su viso e petto durante i primi allenamenti…
Insomma, credo che prima di descrivere certe azioni bisogni provarle sulla propria pelle, non per altro io ho fatto nuoto, equitazione, tiro con l’arco e scherma, e sono sicura che descriverò 200 miliardi volte meglio della troisi, e di altri scrittori inetti…

#141 Comment By alice On 13 agosto 2008 @ 13:58

piccolo OT (perdonatemi, ma sono disperata :( )
@LilianAstria

non è semplice, non è facile! (come già citato da gamberetta), io mi sono fatta il culo in quello sport! Oltre che una notevole forza fisica, se non mantieni le spalle in asse col tuo bersaglio, e la giusta posizione di gambe e piedi, quando lasci andare la corda, ti mozzi il naso o le tette! (naturalmente ciò e valido solo per le donne) Io sono tornata a casa decine di volte con dei begli ematomi viola su viso e petto durante i primi allenamenti…

sono mesi e mesi che voglio praticare tiro con l’arco, ma non so proprio cosa devo aspettarmi e a chi devo rivolgermi. Inoltre un guaio è il fatto che ho sentito che gli allenamenti si svolgono ale 21. So che è una richiesta stupida, ma potresti darmi qualsiasi informazione su questo meraviglioso sport?
Grazie mille

#142 Comment By Kuni On 13 agosto 2008 @ 17:42

Cara gamberetta (non avendo trovato il tuo nome non posso chiamarti altrimenti),
ieri sera ho letto il tuo articolo e sono molto interessata a discuterne. Vi sono punti in cui mi trovo in pieno disappunto e altri in cui devo darti ragione. Ieri ho appunto provato a scrivere una mia discussione, ma non mi è stato possibile pubblicarla… Non so per quale motivo non mi riconosceva valida la anti-spam word, sebbene l’abbia inserita correttamente più di una volta. Spero che mi sia pubblicato almeno questo commento. Se così sarà, vorrei parlarne con te, magari via e-mail. Grazie dell’attenzione!

#143 Comment By Gamberetta On 13 agosto 2008 @ 18:04

@Kuni. Purtroppo non so cosa possa essere andato storto. Ogni tanto i commenti non appaiono subito perché per qualche ragione fanno scattare il filtro anti-spam e devono essere approvati a mano. Tuttavia il tuo commento non compare tra lo spam. Posso solo pensare ci sia un problema o dal tuo lato o dal nostro, però non saprei quale.
Prova a postarlo di nuovo, se ancora non funziona, mandalo a:
gamberifantasy@gmail.com
lo pubblicherò poi io a tuo nome.

#144 Comment By LilianAstria On 13 agosto 2008 @ 18:32

sono mesi e mesi che voglio praticare tiro con l’arco, ma non so proprio cosa devo aspettarmi e a chi devo rivolgermi. Inoltre un guaio è il fatto che ho sentito che gli allenamenti si svolgono ale 21. So che è una richiesta stupida, ma potresti darmi qualsiasi informazione su questo meraviglioso sport?

Se hai mano ferma e una discreta mira riuscirai certamente bene. Se utilizzi l’arco tradizionale, cioè quello che ti danno in dotazione nella struttura nella quale ti alleni, certamente ti farai dei bei muscoli alle braccia, poiché tenere in tensione la corda è molto più faticoso di quello che sembra, sopratutto le prime volte quando, per prendere la mira, ci metterai diverso tempo… se invece acquisti un arco in un negozio d’armi (naturalmente devi possedere un porto d’armi), puoi acquistare uno di quegli archi moderni, grazie ai quali tenere in tensione la corda non comporta alcuno sforzo (ma secondo me si perde il bello del tiro con l’arco; facile è brutto XD).
Se intraprenderai questo sport, ti consiglio inoltre di comprarti una pettorina (o come lo chiamo io un “para tette”), dato che, sopratutto durante i primi allenamenti, quando non hai imparato ancora la giusta posizione da tenere, ti capiterà di mollare la corda in tensione che, nel tornare alla sua posizione originale, con un rapidissimo movimento sfregherà contro le guance, ti mozzerà il naso e finirà per “urtare” dolorosamente il seno… almeno con l’adeguata protezione torni a casa con qualche livido in meno ^^

OT end

#145 Comment By Kuni On 13 agosto 2008 @ 18:41

Ho notato con piacere che questa volta il mio commento è stato pubblicato. Bene, allora posso già cominciare la mia discussione. Ho notato innanzitutto che non hai minimamente dato spazio alla comprensione nei confronti dell’autrice -certo, certo, sadismo che ti diverte ai limiti del possibile- e non ho alcuna intenzione di chiederti o di pregarti in ginocchio di farlo (anche perché mi sarebbe fisicamente impossibile). Solo che io al posto tuo gliene avrei data un po’. Dunque, vorrei cominciare da quello che tu stessa hai definito null’altro che un piccolo particolare. L’arco.

–> INSOLITO: inatteso, inconsueto, fuori dal normale [...] (Dal lat. insolitus , composto di in- e solitus, “abituale”) {Citazione da “Il Dizionario della Lingua Italiana, Giacomo Devoto – Gian Carlo Oli}

Dunque, a parer mio, l’utilizzo dell’aggettivo “insolito” nel contesto da te analizzato è opportuno, in quanto l’arma -ricordiamo, arco e frecce- non è sconosciuta alla conoscenza della protagonista, bensì alla sua esperienza personale (forse alzerai gli occhi al cielo, “ancora questa lagnosa e le sue esperienze personali!”). Infatti, in quel punto della storia, Nihal è una sedicenne, la cui “esperienza combattiva” è limitata all’utilizzo della spada. Perciò credo che l’autrice volesse intendere l’arco “insolito” a lei, in quanto non l’ha mai preso in mano prima, è fuori dalla sua abitudine (così come si nota dall’etimologia della parola, da me analizzata precedentemente) e che sia questa la corretta interpretazione da darsi -anche se ovviamente sono solo pareri. Per quanto riguarda la forza, devo ricordarti che hai preso ad esempio l’arco inglese che -ad esclusione di quello moderno- è il più grande della categoria, quindi anche il più necessito di potenza da parte dell’arciere. Sapevi che sono stati ritrovati resti di natura umana, appartenenti al medioevo, di uomini etichettati appunto come arcieri i cui avambracci e spalle (destri o sinistri che fossero) erano sproporzionatamente sviluppati? Ad ogni modo, di archi, andando anche in retromarcia nel tempo (e continuando ad escludere quelli moderni, che mi sembrano totalmente fuori discussione al momento), ne esistono di innumerevoli tipologie, e ve ne sono anche di molto piccoli e leggeri. Ma voglio andare incontro all’autrice. Dal momento che la storia si svolge in un mondo non documentato -chiaramente- e quindi anche inesistente, che ospita creature altrettanto inesistenti, quali mezzelfi, maghi, gnomi, folletti e draghi, non è da escludere che le armi di cui si parla siano inesistenti anch’esse e che quindi un arco di tale mondo possa essere alla portata di una ragazzina deboluccia. Materiale straordinariamente leggero e flessibile? Presa agevole alla mano? Chissà. Ma penso che sia difficile e non sempre opportuno paragonare un luogo immaginario e i suoi elementi alla realtà con cui ogni giorno noi troviamo a rappportarci. In fondo, intenzione o meno dell’autrice, stiamo parlando di un “fantasy” (lo metto tra virgolette, che è meglio per tutti) e di cose impossibili per noi “esistenti” ce ne sono a valanghe.

Va bene, va bene, alterniamo punti di disaccordo con punti di accordo. Devo darti ragione nel momento in cui lamenti l’ignoranza militare della Troisi (fatto dell’arco a parte) e la sua poca attenzione a quelli che dovrebbero essere i momenti “clue” della storia, quali le famose battaglie contro le truppe del Tiranno. È vero che dedica molto più tempo alle descrizioni vanesie dell’aspetto di Nihal che non ai momenti di guerra, intorno ai quali dovrebbe svolgersi la trama. Forse questo a dimostrazione della ben poca esperienza dell’autrice, che parlando di una donna da donna, non riesce ad equilibrare i momenti descrittivi a quelli narrativi e preferisce dilungarsi sulla bellezza dei capelli blu invece che sulla sconfitta del nemico (una volta tanto che viene sconfitto…). Concordo anche sulle misure assolutamente improbabili che la scrittrice (dovrei mettere anche questo tra virgolette secondo te? ;) ) deve aver scelto a caso tra i suoi numeri preferiti, inappropriatamente però, dal momento che si riferiscono ad elementi che hanno bisogno di misure realistiche -e anche ragionate. Un “gigantesco” drago di solo due metri mi lascia perplessa, ma devo trovare una piccola difesa per l’altezza della torre. Infatti ti sei trovata di nuovo a paragonare questo mondo inesistente al mondo odierno e alle sue modernità. Devo ricordarti che nel primo tutto è possibile? Trovo quindi abbastanza accettabile l’altezza di 600m (mh, forse comunque esagerata), ma trovo stupida la relazione con l’ “imponente” portone d’ingresso, di soli 5 metri. È vero che probabilmente la Troisi non ricorda nemmeno ciò che ha scritto parlando di una guerra cominciata da quarant’anni, di una giovane apprendista che, a un mese dal suo primo combattimento, si può già dire uscita vincente e perdente da “molte battaglie”. Per quanto riguarda il fatto del corpetto colorato -o qualsiasi segno di riconoscimento fosse- indossato dai Cavalieri di Drago, devo riconoscere la banalità dell’idea, ma non per questo la sua stupidità. I nemici avrebbero saputo comunque che i Cavalieri in questione erano le prede più “pregiate”, corpetto o meno. Certo, piuttosto infantile l’immagine della persona più importante col vestitino più bello, ma non la trovo stupida.

Bene bene, per ora mi sono dilungata abbastanza e il mio tempo stringe. Non so se la considererai come una minaccia o come un piacevole confrontro, ma… tornerò! Voglio concludere la mia discussione… =)

Saluti interessati, Kuni :D

P.S.= comunque io ho appena finito di leggere il primo libro della trilogia e devo ammettere che è davvero scorrevole, una lettura leggera e rilassante. Lo dico, mi è piaciuto. Imperfezioni a parte…

#146 Comment By Il Paladino On 13 agosto 2008 @ 19:41

Comunque un braccio è pari a 1,828 m, perciò la Torre sarebbe alta 2193,6 m (solo 550 piani?), il portale è alto 18,28 m, la cascata 109,68 m e il drago al garrese 7,31 m (gli serve una scala parecchio alta per salirvi).

Un miglio = 1,61 km

Una lega (3 miglia) = 4,83 km

Io mi interesso di strategia militare, e puoi capire come la Troisi sia una fonte inesauribile di comicità. L’esercito di centinaia di migliaia di uomini, mi sembra molto Erodoto coi Persiani alle Termopili o a Platea, dove, secondo i miei calcoli, ogni greco avrebbe dovuto uccidere 776 persiani. Ipotizzando anche un arco ed un ottimo arciere, in una faretra ci stanno dalle 15 alle 30 frecce al massimo.

Un esercito di 100.000 uomini per prima cosa non può viaggiare compatto, perchè consumerebbe ogni risorsa presente in una regione (150.000 litri d’acqua e almeno 100 tonnellate di cibo al giorno), perciò deve essere dislocato in varie legioni, coorti, reggimenti che dir si voglia. Senza contare che è immensamente complicato condurlo, servirebbero schiere di centinaia di musicanti e trombettieri o di araldi per impartire gli ordini di marcia.
Questo è il motivo per cui l’assedio, nel caso di un esercito così grande, è la forma meno preferibile d’attacco, in quanto si protrae nel tempo.
E’ ciò che sprimentarono i crociati durante la Prima Crociata sotto le mura di Antiochia, nel 1098, dove persero tutti i cavalli (che morirono di fame e furono mangiati), devastarono la regione tanto che non ci fu più cibo nel raggio di 30 miglia da Antiochia, e persero quasi 1\4 degli effettivi tra morti, inabili al combattimento e defezioni.
Loro erano 25.000 però, non centinaia di migliaia.

Certamente non esiste solo l’arco inglese (60 kg di trazione sono comunque esagerati), anche di più piccoli, ma ovviamente ne risente la gittata e l’efficacia della freccia. Il materiale con cui è fatto può migliorare la presa e il comfort generale, dal momento che l’arco pesa meno, però ogni arco è libbrato in un certo modo e di lì non si scappa. Per ovviare all’inconveniente esistevano le balestre, che potevano essere caricate sia mediante l’utilizzo delle due braccia, che mediante l’appoggio della balestra al petto e l’utilizzo di braccia e di un piede.
Mediamente la balestra aveva una gittata superiore rispetto ad un arco, tuttavia gli archi lunghi inglesi la superavano (e fu una delle ragioni per cui i francesi in battaglia persero spesso durante la guerra dei Cent’Anni).

#147 Comment By Kuni On 13 agosto 2008 @ 20:41

Propongo lezioni da parte di Paladino a Licia Troisi sulla strategia militare u.u .

#148 Comment By Il Paladino On 13 agosto 2008 @ 20:49

No, non esageriamo, anche se ne avrebbe bisogno.

Non serve avere nozioni avanzate di strategia militare come la conoscenza della difesa \”avanzata\”, \”interna\”, \”esterna\”, le modalità di costruzione di un castello, di un terrapieno, di un limes.
Basterebbe un po\’ di buonsenso e un attimino di riflessione (oppure un minimo di documentazione).

Prima o poi qualcuno mi spiegherà come sia possibile salire su un drago con un\’armatura di metallo che peserà almeno 20 kg, più spada (2 kg diciamo), e vestiti (1 kg). I cavalieri non per niente in battaglia avevano almeno due scudieri e uno stalliere ciascuno.
Non ci ho mai provato, ma salire su una scala con pendenza praticamente del 90-100%, con 25 kg di roba addosso deve essere parecchio faticoso. Difficile adattare delle staffe ad un drago!

Perchè quando la magia potrebbe risolvere tutto non la mettono in campo?

#149 Comment By Stefano On 13 agosto 2008 @ 21:19

Non è il caso, a mio parere, di fossilizzarsi sulle minuzie in ambito militare: in Brooks o in D&D queste cose si vedono a bizzeffe. Magari c’è da rimanere perplessi se un’armata viaggia alla velocità della luce o se in una sola battaglia, i pochi striminziti regni rimasti riescono a capovolgere l’esito di una decennale guerra.
Capisco che gli arceri tra voi possano inalberarsi di fronte a certe pecche, ma, lo sappiamo, lo scopo più o meno consapevole di questo ciclo era ammaliare i lettori con i sentimenti. Quando questo non succede… beh non rimane proprio nulla.

#150 Comment By Kuni On 14 agosto 2008 @ 00:41

Certo, scusami, Paladino, non intendevo “lezioni nello specifico”, ma proprio come hai detto tu, come minimo un po’ di buon senso.
E, per Stefano, il fatto dell’arco non è al centro della mia critica. Come ho scritto, non è nient’altro che un minuscolo particolare. Volevo solo discuterne e dare la mia opinione all’autrice della recensione. In futuro vorrò discutere degli altri aspetti proposti da Gamberetta, ben più rilevanti di un arco!

#151 Comment By alice On 14 agosto 2008 @ 10:56

LilianAstria scrive:
sono mesi e mesi che voglio praticare tiro con l’arco, ma non so proprio cosa devo aspettarmi e a chi devo rivolgermi. Inoltre un guaio è il fatto che ho sentito che gli allenamenti si svolgono ale 21. So che è una richiesta stupida, ma potresti darmi qualsiasi informazione su questo meraviglioso sport?

Se hai mano ferma e una discreta mira riuscirai certamente bene. Se utilizzi l’arco tradizionale, cioè quello che ti danno in dotazione nella struttura nella quale ti alleni, certamente ti farai dei bei muscoli alle braccia, poiché tenere in tensione la corda è molto più faticoso di quello che sembra, sopratutto le prime volte quando, per prendere la mira, ci metterai diverso tempo… se invece acquisti un arco in un negozio d’armi (naturalmente devi possedere un porto d’armi), puoi acquistare uno di quegli archi moderni, grazie ai quali tenere in tensione la corda non comporta alcuno sforzo (ma secondo me si perde il bello del tiro con l’arco; facile è brutto XD).
Se intraprenderai questo sport, ti consiglio inoltre di comprarti una pettorina (o come lo chiamo io un “para tette”), dato che, sopratutto durante i primi allenamenti, quando non hai imparato ancora la giusta posizione da tenere, ti capiterà di mollare la corda in tensione che, nel tornare alla sua posizione originale, con un rapidissimo movimento sfregherà contro le guance, ti mozzerà il naso e finirà per “urtare” dolorosamente il seno… almeno con l’adeguata protezione torni a casa con qualche livido in meno ^^

OT end

Grazie, adesso non mi resta che iscrivermi a un corso… anche se non ho la minima idea di dove andare a cercare.
Comunque, grazie ancora. Gentilissima.

#152 Comment By wewec On 14 agosto 2008 @ 20:23

@Kuni. Nel passaggio su Nihal arciera Gamberetta non ha contestato il chiamare insolito l’arco, ma si è limitata a riportare uno stralcio della scena e a specificare di che arma si parlasse, evitando di dover includere altre dieci righe di citazione: poi la critica era rivolta unicamente alla parte sulla forza necessaria a tenderlo.
Inoltre, riguardo all’altezza della torre, il vero problema era più che altro il suo essere divisa in 15 piani ( alti 40 metri l’uno ): un ragazzo che cadesse per due di questi piani difficilmente se la caverebbe con le ginocchia sbucciate XD ( se non sbaglio nel primo libro c’è proprio questa scena )

#153 Comment By Kuni On 14 agosto 2008 @ 21:44

@Wewek: hai ragione, mi sono soffermata troppo sul punto dell’ “insolito”. Comunque, il fatto della torre ha lasciato veramente perplessa anche me… E certo, un ragazzino che cadendo da 80 m riuscisse a cavarsela solo con una sbucciatura sarebbe davvero strano ._. … Lol!

#154 Comment By wewec On 15 agosto 2008 @ 10:51

@Kuni. No, non è strano, è fantasy! XD

#155 Comment By Bagongo On 16 agosto 2008 @ 11:09

Quoto in pieno l’articolo di critica.
In particolare vorrei sottolineare un aspetto, ovvero la genialità dell’operazione commerciale proposta con la pubblicazione di questo libro.
Se effettivamente analizziamo lo spessore e le vicende umane della protagonista, operazione che la stessa autrice suggerisce per cogliere l’intrinseco valore dell’opera (“Cerco di rendere credibili le vicende esistenziali dei miei personaggi, ma se dalla trama si tolgono draghi e mezz’elfi, i miei romanzi potrebbero svolgersi anche adesso”), ci si può benissimo rendere conto di essere di fronte al primo caso di fotoromanzo travestita da romanzo fantasy.
Le vicende sentimentali di Nihal hanno lo spessore di quelle narrate in in Kiss me Lycia o nei romanzi Harmony, presentando amorazzi infantili conditi in salsa di pseudo ribellione adolescenziale, in cui l’eroina di turno lotta contro il mondo per raggiungere l’amore.
In questo senso credo vada colta l’astuzia della cosa, ovvero l’idea di unire due generi completamente diversi per attrarre un pubblico variegato, e forse anche in questo modo si può spegare il successo che ha avuto.
D’altra parte il romanzo rosa è un genere che sopravvive da decenni mentre il fantasy è un genere che ultimamente, sulla scorta della versione cinematografica de il Signore degli Anelli ha ritrovato nuova linfa.
Probabilmente il libro della Troisi è stato visto come un punto di sintesi di questi due generi.
Quanto sia stata felice questa operazione è sotto gli occhi di tutti.

Con l’augurio che un simile abominio non si ripeta (più che per la commistione in sè, per il risultato), porgo cordiali saluti.

P.S. questo post sicuramente irriterà qualcuno, per tutti gli altri buona lettura ;-)

#156 Comment By Davide On 16 agosto 2008 @ 12:20

“Con l’augurio che un simile abominio non si ripeta (più che per la commistione in sè, per il risultato), porgo cordiali saluti.”

La commistione si è già ripetuta. Guarda Twilight, per dire.

#157 Comment By Alice On 20 agosto 2008 @ 11:33

Guarda, non ho letto nulla di Licia Troisi, ma dopo la tua recensione credo mi dedicherò ad attività più utili (penso che anche contare i nei sul mio braccio sinistro potrebbe rientrare nella categoria, a questo punto)!
In compenso, mi hai regalato una lunga sequenza di risate… non è tanto per la tematica, ma per l’ironia con cui hai esposto il tuo pensiero!
Hai mai pensato di scrivere un libro? :-P
Buona giornata!!!

#158 Comment By alice90 On 20 agosto 2008 @ 14:27

un’altra alice :)
Credo che, per non creare confusione, cambierò il mio nick lasciando alla nuova il suo.

alice90

#159 Comment By DelemnO On 28 agosto 2008 @ 13:38

Vi adoro. Sapere che qualcuno la pensa come me sul conto della troisi è così corroborante per i nervi di una povera aspirante scrittrice fantasy qual sono, sapendo bene che i miei personaggi femminili verranno sempre paragonati a Nihal quando sono stati concepiti prima che lei avesse la malaugurata idea di scrivere.
L’idea di contare quante volte piange Nihal è geniale sappiatelo.
Vorrei segnalare altresì un’altro sfondone: Nihal è armata di una spada di cristallo nero. Ora, perchè? che domande, perchè fa figo.
Peccato però che uno dei requisiti principali di una lama è la flessibilità.. come le leggendarie lame di damasco che, si diceva, potessero piegarsi attorno a una roccia e riprendere la forma originale.
E come cavolo fa una spada di cristallo nero, sia pure di un’elogiata solidità, a essere flessibile? Semplice, non lo è.
E qui si potrebbe anche fare un lungo discorso sulle possibilità di sopravvivenza ad uno scontro con 10 ottimi soldati in un’arena..e dell’utilità in battaglia di un corpetto di pelle e pantaloni coi lacci ai fianchi e basta!. A sto punto era più protetta se andava in giro nuda, tanto c’era la sua fedele spada a proteggerla da eventuali stupratori.
Per me che faccio rievocazione storica, leggere queste cose è stato doloroso, specie per il tempo speso su trattati e in chiacchere con esperti per evitare ( dove possibile) tali errori..

#160 Comment By gugand On 29 agosto 2008 @ 09:44

DelemnO: le spade flessibili (tipo fioretti) sono ottime solo contro avversari privi di armatura o comunque non troppo corazzati.
Le armi piu’ grandi come la claymore a 2 mani o la flamberga erano tutt’altro che flessibili e spazzavano via i nemici per la sola massa.
O la daga romana che era simile ad un pugnale grosso.
Ad ogni arma si associa uno stile di combattimento appropriato e puo’ dare vantaggi e svantaggi a seconda dell’equipaggiamento dell’avversario.
Se sia meglio uno o l’altro non lo so giudicare, ma visto che la troisi non si e’ mai degnata di far capire cosa succede durante uno scontro, credo che il problema che hai posto sia il male minore.

#161 Comment By DelemnO On 29 agosto 2008 @ 11:51

Per carità, hai ragione. Ma la spada di Nihal dovrebbe essere una semplice spada a due mani, al massimo uno spadone, stando alle descrizioni.Che dovrebbero essere flessibili no? (adesso mi viene il dubbio..)Almeno un minimo..E per quanto riguarda la flamberga ( o la claymore), non credo che la spada di Nihal sia una di esse, stando alle “descrizioni” dei duelli.In caso contrario la voglio vedere una sottile come un giunco con una flamberga, e così giovane.
Sarebbe più alta di lei.

#162 Comment By mariateresa On 31 agosto 2008 @ 14:58

Io vorrei tanto vedere una sottile come un giunco alle prese con una spada o spadone a due mani e per giunta di cristallo nero…ma siamo impazziti? Un po’ di coerenza, diamine! E ditemi un po’:come fanno i cavalieri dei draghi a combattere sul dorso delle bestie in questione impugnando spade che di certo non superano il metro di lunghezza(massimo un metro e mezzo)? Se si sporgono troppo, rischiano di farsi male. Povero Fen, sarà cascato di dosso al drago mentre si sporgeva per colpire? Mannaggia ste spade, le potevano fare lunghe come lance!
Una scena del romanzo però la devo proprio difendere, mi ha tenuto lontana dalla depressione scolastica per mesi:Nihal in gonnella sul dorso di Oarf che combatte contro Ido.Esilarante! Già è difficile stare su qualsiasi tipo di bestia da soma in gonnella, figuriamoci a combattere! Mi chiedo se Licia abbia messo la scena non rendendosi conto di rendere il contesto ridicolo, oppure per rendere la storia un po’ interessante e divertente dopo tutte le lacrime di angoscia e tristezza versate da Nihal(e da me per la trama della storia).

#163 Comment By DelemnO On 1 settembre 2008 @ 21:05

In effetti… sarebbe più sensato se combattessero solo armati di lancia finchè sono a dorso di drago. E vi giuro che non ho mai capito come fossero esattamente fatte le città della terra del vento. Mai. Avrò riletto la descrizione di Salazar 387456 volte. Sarebbero tipo dei pozzi con al centro i giardini? Ma allora una gran parte delle case non sarebbe mai illuminata.. Sarebbero tipo dei colossei? Plausibile, ma allora perchè parlare di torri?
Magari sono scema io eh.

#164 Comment By mariateresa On 2 settembre 2008 @ 00:00

No no, non sei scema…e che a leggere certe cose uno o due neuroni li perdi sempre.

#165 Comment By Vincent Law On 2 settembre 2008 @ 00:50

neanche io ho mai capito come accidenti è fatta Salazar. ho capito solo che ha tante torri e pinnacoli. A proposito, ho notato che a Licia Troisi piacciono molto questi pinnacoli: in ogni città ce ne sono almeno una decina con torri e torrette varie.
Me la immaggino la Troisi, bendata, che apre a caso il dizionario dicendo: “la parola che punto con il dito la metto a pag. 125!” :)

#166 Comment By DelemnO On 2 settembre 2008 @ 10:30

Non lo escluderei.

Comunque non so se sono fortunata io o questo libro contiene più errori che cose sensate, o forse entrambi. Ieri ho aperto delle pagine a caso e: ( a proposito di Salazar)
Un’unica immensa torre che conteneva una piccola metropoli di quindicimila persone..

Definizione di “metropoli” da wikipedia

Una metropoli (in greco antico metèr = madre e polis = città/popolazione) è una città di grandi dimensioni la cui area metropolitana si aggira intorno o supera il millione di abitanti

Io dico che tra quindicimila e un milione c’è parecchia differenza. Va bene, si parla di “piccola metropoli”, ma avrei accettato il termine per novecentomila o ottocentomila persone, o giù di lì. Considerando che spesso il termine metropoli indica anche l’area che la circonda ( periferia, zona industriale..), diventa poco applicabile a una torre. Altro che la rocca del tiranno! Oltretutto stona molto come termine, troppo moderno nel contesto, imho.

Poi un paio di pignolerie..

Soana raccolse un po’ di verdura fresca e si mise a preparare una zuppa. Nihal stava a guardare: a vederla lì, intenta a tagliare zucchine, la zia sembrava una donna del tutto normale.

La Troisi dichiara di riferirsi a un medioevo scolastico, studiato sui libri di scuola. Probabilmente non ha aperto manco quelli. Le zucchine sono americane, inserirle in tale contesto sarebbe come far bere un caffè al tiranno o far mangiare le patatine a Nihal e Sennar in giorno libero in un fast food di Makrat. Le uniche zucche diffuse in europa erano quelle che crescevano sottili e si rigonfiavano in fondo assumendo una forma rotonda, che venivano usate spesso come al posto degli otri.

Dulcis in fundo. Sennar racconta la sua vita.

Improbabile. Molte donne seguivano gli uomini in battaglia, senza bisogno di essere imparentate, a volte vi erano anche semplici vivandiere che preparavano i pasti, curavano i feriti e derubavano i cadaveri. Tant’è che la Troisi stessa parla di procaci vivandiere, quindi su sua stessa ammissione le donne sono presenti negli accampamenti.

#167 Comment By Vincent Law On 3 settembre 2008 @ 07:48

Ma Delemn0, tu pretendi un po’ troppo. figurati se uno che pubblica per la mondadori si mette a documentare sulle vivandiere medievali e sulle zucchine! c’è pathos! c’e emotion! chissenefrega degli archi tesi delle 17enni e le scorte di un mese raccolte in una foresta di pietra!

l’unica cosa che conserverei del libro è la bella copertina di paolo barbieri :)

#168 Comment By DelemnO On 3 settembre 2008 @ 09:38

Ahahhaha vero anche quello. Comunque sugli archi tesi, la cosa la si poteva risolvere semplicemente con frasi tipo “Dopo un serio allenamento, NIhal fu anche in grado di tirare con l’arco, e la cosa più difficile per lei, così magra e sottile, fu proprio tendere la corda in maniera soddisfacente.” Non sarebbe in realtà impossibile, io ho quasi vent’anni ma sono magrissima, però sono in grado di tirare con l’arco ( devo solo aggiustare la mira..).
La copertina è molto ben disegnata, ma mi sono stufata queste cose. Io a chi disegna/descrive certi abbigliamenti per una battaglia li sbatterei loro in mezzo a uno scontro vestiti così, poi vediamo. Di solito tollero di più i disegnatori, ma gli scrittori no.

#169 Comment By Vincent Law On 3 settembre 2008 @ 19:28

è vero che ormai da un bel po’ di anni si è attestato che la donna guerriera non ha bisogno di una vera armatura (vedi: Xena) ma solo di qualche pezzo di ferro qua e là che lascia poco spazio all’immaginazione. Ma alla fine non mi sento di criticare i disegnatori di copertine, a loro gli si fa un ordine, in questo caso di disegnare una mezz’elfa 17enne in assetto da guerra ma allo stesso tempo abbastanza sensuale, e loro eseguono. Rimane poi il fatto che ad un imbecille qualsiasi basta una spadata nel giro vita per farle secche, ma questa è un’altra storia…

#170 Comment By mariateresa On 4 settembre 2008 @ 21:13

La Troisi ha detto di rifarsi al medioevo scolastico, a quello studiato sui libri. Lì non c’è traccia dell’equipaggiamento delle donne guerriere. A questo punto, la poveretta va compatita. Ha dovuto per forza inventarsi un’improbabile diciasettene sex simbol armata di una spada che è due volte il suo peso(parliamo di spada in cristallo nero) e stretta fino a mozzare il fiato in corpetti stile settecento. Dal romanzo si evince che Nihal non era proprio elegante nell’abbigliamento militare, ma nemmeno tanto protetta e semplice. Era comunque roba aderente, soprattutto il corpetto di pelle, molto sexy e poco a prova di freccia e lama. Ma, ripeto, che colpa ne ha lei se sui libri scolastici non si parla di donne guerriere?
Chiariamo una cosa:la Troisi odia documentarsi. Questo è evidente nel racconto, in modo più o meno grave. Passi la storia delle zucchine, può darsi che il medioevo della Troisi è basso e non alto(anche così si dovrebbe supporre sia un periodo pre-rinascimentale e appena di poco post-colombiano). Passi pure per i gatti e gli altri animali da lei citati nei paragoni, il fatto che non siano menzionati prima non significa che non esistano nel suo mondo. A forza potrebbe passare anche il fatto delle unità di misura e della metropoli, può darsi che i termini nel suo mondo per lei cambino di significato(eppure Tolkien diceva che se uno narra di un mondo opposto a quello dove vivono i lettori non sarà mai creduto, e aveva ragione!). Ma le donne guerriere no, quelle non possono passare. Sono il perno, il punto di partenza delle sue narrazioni, e per tanto devono essere verosimili. Non credo che Licia si sarebbe rovinata gli occhioni belli qualora avesse preso un qualsiasi libro di storia medievale non scolastico, contenente saggi, storie dei vari popoli ecc, e avesse cercato uno straccetto di notizia sulle donne guerriere. Avrebbe scoperto che, durante l’alto medioevo, le donne guerriere erano di stirpe nordica, prevalentemente celtica, scandinava, irlandese, islandese, scozzese(particolarmente feroci, appartenevano agli Scoti e ai Piti ed erano abili con l’arco), anglosassone, normanna(seguivano i pirati di solito), longobarda e burgunda(anche se più raramente). Ovviamente ci sono anche i sottogruppi di tali popoli, come ad esempio tra i celti spiccavano le donne galliche, che usavano tingersi il corpo con una strana sostanza bluastra chiamata vitrum in latino(De bello gallico di Giulio Cesare). Le amazzoni mitiche pare fossero di tale stirpe celtica, ma affine ai Galati, celti stanziatisi nella zona dei Carpazi(anche se spesso i romani confondevano i celti in generale con i Galati). In questi libri non scolastici vi sono vari documenti dell’epoca, riportati con tanto di commento, di come vestivano le donne guerriere e quali armi usavano. Premesso che non erano di costituzione esile, eccetto per alcune nordiche insulane(irlandesi, piti, scoti), erano capaci di portare armi come spade ad una mano e mezza, archi gallesi(gittata di circa 400 metri), piccole asce e grandi asce(le prime per le nordiche insulane), pugnali ricurvi usati a mo di piccole spade spesso accoppiati(si, non se li è inventati Tolkien i pugnali elfici accoppiati. Erano di moda presso gli anglosassoni, e il loro nome era saex). Dai dipinti, dalle sculture e da saggi sulla moda dell’epoca invece si evince che il tipo di abbigliamento era comodo e spartano, nulla di pretenzioso. Avete presente Ginevra interpretata da Keira knightley in king Arthur?Ecco, quello di solito era l’abbigliamento usato dalle donne in battaglia, ma spesso portavano i pantaloni, soprattutto le celtiche non romanizzate. Gli elmi erano poco usati, anche dai maschi, mentre erano molto importanti spallacci di cuoio e protezioni alle gambe. Erano robuste e comunque anche se magre muscolose e scattanti, capaci di una resistenza davvero notevole, tanto che molti storici dell’epoca se ne meravigliavano.
Le cose qui riportate si trovano anche su internet, basta cercare!
ps.alcune donne combattevano anche con gonne lunghe ma abbastanza larche e non ingombranti, ma non nel corpo a corpo

#171 Comment By Vittorio On 6 settembre 2008 @ 14:54

Ho letto il post e tutti i commenti. Non ho letto il libro di Troisi, né lo leggerò, penso. Sono un appassionato di Tolkien, e ho letto un sacco di fantasy. Ora meno, anche se non disdegno ritorni occasionali. Vorrei fare due notazioni:

1) Ai sostenitori di Troisi che hanno scritto arrabbiati sostenendo la superorità dell’emozione rispetto all’intreccio, dico che, di fronte a assurdità quali quelle che Gambera mette in luce, dovrebbero sentirsi presi in giro. Non rispettati. Quando un lettore legge Tolkien, si sente coccolato. Sa che tutto è controllato a perfezione, sa che, se controllasse, le fasi lunari sarebbero perfettamente coerenti allo scorrere del tempo nella narrazione, sa che il tempo dei viaggi è stato controllato e ricontrollato in modo maniacale, sa che la flora descritta è perfettamente coerente con la latitudine, sa che se un dialogo occupa lo spazio per percorrere cento metri, Tolkien controllava se fosse possibile. Sa che il numero dei contingenti descritti è compatibile con la qualità e la quantità di spazio che percorrono (l’armata di Saruman è composta da 10.000 orchetti, e impiega un sacco di tempo per percorrere lo spazio da Isengard a Deep’s Helm, saccheggiando nel percorso ogni risorsa agricola disponibile, e arrivando stremata alla meta).
Non parliamo poi della sapienza linguistica. Leggendo il libro in inglese, ci si rende conto che ogni popolo usa una sfumatura linguistica diversa, da quella colloquiale e contadina degli Hobbit, a quella “alta” dei Gondoriani, a quella “arcaica” degli Elfi, e così via. Non parliamo, poi, delle lingue inventate! Quanto lavoro, per un libro, in fondo, più corto dell’opera d Troisi. Ma chi legge si sente rispettato. Parte per il viaggio, e sa che non si deve preoccupare di altro che di guardare e meravigliarsi. Può essere sicuro che non dovrà dirsi in continuazione “mah, vabbè, passiamoci sopra, tanto è fantasy”, che non dovrà riformulare continuamente le regole del mondo che sta visitando, o, peggio ancora, abrogarle per un paio di pagine per poi restituire loro vigore. Sono perfettamente d’accordo con Gambera: un libro così è diseducativo, non solo perché incita all’incuria, ma anche perché incita al disprezzo nei confronti di chi ci leggerà. Sono d’accordo con lei, certi errori significano che il libro non è stato nemmeno riletto (l’episodio delle abilità schermistiche di Fen è significativo). Io rileggo anche gli sms, perché mi sembra che un sms con degli errori segnali il mio disinteresse nei confronti della persona cui scrivo: non rileggere il libro è un atto di maleducazione, innanzitutto; non importa se poi l’approfondimento psicologico è meraviglioso: vuol dire che chi scrive se ne sbatte le palle di chi legge.

2) Ho letto con divertimento il dibattito sulle zucchine: anche Tolkien mette nella Terra di mezzo le Patate e il Tabacco (o la maria: non c’è perfetto accordo su che cosa sia l’erba pipa). Non direi che questo è il difetto peggiore tra quelli che ho letto.

3) Leggete la trilogia di Magdeburgo, di Altieri. Nonostante diversi difetti, si capisce il lavoro di documentazione sulle tecniche belliche e schermistiche, e il fascino che questo lavoro conferisce alle descrizioni di battaglie. Non è inutile o opzionale: è fondamentale per dare spessore e anche magia al mondo che si sta descrivendo.

Un saluto, e complimenti per il post!

#172 Comment By DelemnO On 6 settembre 2008 @ 19:29

Interessante il tuo discorso sulle armature,Mariateresa. Ma anche senza sapere che armature avevano le celte, basta riflettere: “devo mettere una donna guerriera, voglio farle l’armatura di pelle” Nessun problema! Basta creare una variante di quella da uomo con il pettorale però sagomato per il seno femminile, stessa cosa dicasi per un’armatura in metallo. Laddove non serviva nemmeno una gran documentazione… non vi è stato nemmeno un minimo di ragionamento di base. Ecco, sono questi gli autori che vorrei schiaffare sul campo di battaglia vestiti come le loro eroine. Mi danno fastidio.

#173 Comment By mariateresa On 6 settembre 2008 @ 19:34

Concordo su tutto riguardo Tolkien con te, è stato il mio maestro e senza di lui non avrei mai scritto la prima trilogia…poi mi sono staccata dal legame che ci univa per inventare cose mie, ma le sue basi mi sono rimaste e lo amo ancora tanto. Comunque fa attenzione…se guardi in giro vedrai che qui pochi amano Tolkien…e tendono a tartassare chi lo ama!(tartassare si fa per dire!).

#174 Comment By Morgante On 6 settembre 2008 @ 21:39

Anche io amo molto Tolkien,
infatti dopo aver letto il Signore degli Anelli, chiunque mi dica di aver inventato una lingua, m’incupisco. Scrivere due o tre parole in un finto linguaggio non vuol dire inventarsi una lingua intera.
Comunque, non è proprio vero che qui si tende a tartassare chi ama Tolkien. Più che altro si fanno appunti a chi prende ogni sua parola per oro colato, e scrive opere che sembrano cercare solo di prendere in prestito l’anima del professore…fallendo puntualmente : ) (questo commento non era per te, Mariateresa, dato che il tuo libro non l’ho letto e non so com’è fino in fondo).

#175 Comment By mariateresa On 7 settembre 2008 @ 09:18

Stavo facendo ironia(non sarcasmo) ovviamente. Comunque ora che ci penso la questione dell’erba-pipa mi pare un po’ sospetta…che fosse una sorta di droga degli hobbit? Ecco perchè sono sempre così allegri!
Ribadisco che copiare per filo e per segno Tolkien è impossibile. Era un genio lettarario e storico, e non credo ci saranno mai eguali. Uno dei forum letterari che frequentavo si è visto mollare da me dopo qualche giorno proprio perchè quando postavo brani del mio racconto sapeva solo dire “copia di Tolkien”e non commentava nulla di quello che avevo scritto. Non è umanamente possibile, anche se io fossi una specie di bambino prodigio. Nè mi risulta che prendere spunto da un modello sia reato. Il reato viene se io copio tutto o metà di SdA o dello Hobbit.
Tolgo la curiosità a Morgante. Come è fino in fondo il mio libro?Si passa dalla gloria alla decadenza, dal nuovo regno dei mezzielfi(gli elfi salpano verso la loro isola natale)ai regni crudeli dei popoli invasori dei nord, e gli elfi e le altre creature magiche vengono dimenticate.

#176 Comment By mariateresa On 7 settembre 2008 @ 09:30

Rispondo a DelemnO. I corpetti di cui parli tu erano usati dalle celte ed erano in cuoio o comunque pelle molto resistente alle frecce. Potevano esserci lamine di metallo, soprattutto verso le gambe di solito inguainate in stivali-schinieri. Ma la Troisi avrebbe dovuto tener presente, e anche a questo poteva arrivare da sola, che una donna difficilmente avrà la meglio in un corpo a corpo diretto. Se non ha una spada valida, o un bastone(molto usato dalle donne guerriere e che io ho dimenticato di citare), non riuscirà mai ad atterrare un uomo. Questo perchè, e lo sanno anche i muri, la muscolatura dell’uomo è più sviluppata di quella della donna, e lui risulta più forte fisicamente.
La forza delle donne guerriere celtiche stava nella loro incrollabile forza di volontà. ferocia e resistenza(avendo meno muscolatura e scheletro più leggero rispetto agli uomini, di questi erano più agili)ma soprattutto nel loro indomabile spirito combattivo. Gli uomini le ammiravano perchè esse infondevano coraggio ai combattenti. Ma vi era anche di più dietro queste fiere guerriere. Non erano usate come carne da “spada” nelle battaglie. Essendo anche molto sagge(molte di esse erano druide)venivano messe a capo delle spedizioni come consigliere ed organizzatrici. I celti non amavano le strategie, si gettavano nel corpo a corpo, ma dopo aver incontrato i romani cominciarono a ricredersi. E furono le donne, secondo gli storici, ad organizzarli. Il loro primo compito era questo, poi in caso di necessità non disdegnavano di certo di scendere a combattere, ma per lo più facevano le strateghe e difendevano le mura usando gli archi.
Segno che non erano selvagge e rozze come Nihal, ma forti di fisico e soprattutto di mente.

#177 Comment By Davide On 7 settembre 2008 @ 10:41

“Ribadisco che copiare per filo e per segno Tolkien è impossibile.”

Nonché inutile, aggiungerei. E dannoso.
Ho sempre pensato che una delle componenti essenziali ed irrinunciabili del fantastico debba essere l’originalità. Ricalcare paro paro qualcosa finisce solo per creare obbrobri alla “Eragon”.

#178 Comment By Vittorio On 7 settembre 2008 @ 12:38

@ Mariateresa
“Stavo facendo ironia(non sarcasmo) ovviamente. Comunque ora che ci penso la questione dell’erba-pipa mi pare un po’ sospetta…che fosse una sorta di droga degli hobbit? Ecco perchè sono sempre così allegri!”

La faccenda dell’erba pipa è sospettissima, MT. Quando Gandalf va da Saruman a dirgli di temere che l’anello di Bilbo sia l’Unico, Saruman lo rimprovera con durezza per averlo avuto tutti quegli anni sotto gli occhi senza alcuni sospetto, dicendogli che a forza di fumare l’erba degli hobbit Gandalf si è rincretinito. Se l’erba pipa fosse semplice tabacco, questo rimprovero non avrebbe senso.

#179 Comment By mariateresa On 7 settembre 2008 @ 14:14

Si si, anche io ho pensato sempre con sospetto a quell’episodio…ma so per certo che tutte le fonti riguardanti Tolkien dichiarano che aveva la passione del fumo con la pipa ma non per altri tipi di erbe. E poi, se fosse stato drogato, credo che i giornali scandalistici ne avrebbero fatto menzione,e credo pure che sarebbe crepato giovane. Anche volendo ignorare tutto questo, dove la trovava l’erba? Non è che nel dopoguerra ne circolasse poi tanta, più durante la guerra, ed era comunque esportata da Africa e Asia, e si sospetta anche America.
Io credo che l’erba pipa sia un tabacco un po’ particolare, tipo quelle erbette da fumo che le donne del medioevo usavano per avere leggere allucinazioni e immaginarsi streghe a cavallo di scope volanti, ma sicuramente l’effetto dell’erba pipa era meno “drogante”.

#180 Comment By mariateresa On 7 settembre 2008 @ 14:19

Scusatemi se posto ancora una volta su Tolkien, ma mi è venuta in mente una cosa alla quale non avevo mai pensato più di tanto. Avete presente quando Galion, l’elfo silvano maggiordomo, e il suo amico che fa da guardia a Bilbo e i nani in prigione si ubriacano e fanno dolci sogni? Non è che gli hobbit si “rallegravano” con l’erba pipa, e gli elfi si “tiravano su” mettendo qualche strana erba o “polverina” nel vino(tipo come succede in alcune discoteche)?

#181 Pingback By xantology di antonio pagliaro» Blog Archive » del perché i gialli di stieg larsson non sono poi questi gran capolavori On 9 settembre 2008 @ 09:22

[...] spuntarono dalla terra come qualcosa di misterioso”) – neanche fossimo in un fantasy di Licia Troisi – e a sconfiggere il cattivone alto due metri, altro personaggio perfetto per un cartoon ma poco [...]

#182 Comment By gamberone On 14 settembre 2008 @ 08:16

E’ la prima volta che salgo su questa nave.Ciao a tutti.
Ho scelto un nome in argomento, spero non troppo invadente! Volevo ringraziare gamberetta per avermi tenuto compagnia tutta la notte con le sue acute osservazioni e voi altri per i vostri post.
MI SONO “SCOMPISCIATO” dalle risate!!Che bello!!Era da tempo che non ridevo come un matto da solo leggendo nel web.Sono arrivato qui con google.Ho segnato il sito tra i preferiti.Mi son dato un nick adeguato.Che posso fare di più? Non smettete mai, vi prego.Continuate così.Attendo con ansia le future recensioni.

PS: non è che la “Simona” di prima è la Troisi in incognito ? Mha!Mi sa di si!

PSS: mi spiace solo che Troisi per me significa “Massimo” e a questo cognome sono molto affezionato!!Vabbè, un saluto a tutti

Un’ultima cosa .Una domanda!Non so se è scritto da qualche parte ma : gamberetta ,quanti anni hai?Ho letto fra le righe che sei giovanissima.E’ vero?…scusa ma è pura curiosità se vuoi rispondere.ciao

#183 Comment By DelemnO On 14 settembre 2008 @ 18:07

Ho sfogliato una pagina a caso prima, mentre facevo merenda. Credo fosse la parte della città assediata…e, signori e signore..l’olio bollente! Rovesciano sui nemici l’olio bollente. Sbaglio o non si usava affatto l’olio, troppo prezioso?

#184 Comment By alice On 15 settembre 2008 @ 16:00

Una domanda!Non so se è scritto da qualche parte ma : gamberetta ,quanti anni hai?Ho letto fra le righe che sei giovanissima.E’ vero?…scusa ma è pura curiosità se vuoi rispondere.ciao

mi permetto di rispondere (solo perchè non ho proprio nulla da fare).
Credo che ora abbia 19 anni (ha terminato da poco la maturità) e credo che sia nata, mi corregga se sbaglio, il 4 aprile 1989.
Ciaoo
P.S.: spero di non aver violato la privacy di gamberetta con questa “rivelazione”, che tra l’altro potrebbe essere sbagliata

#185 Comment By alice90 On 15 settembre 2008 @ 16:09

… il messaggio di prima è sempre mio.
No, volevo solo dire che ho riletto il libro della Troisi “Nihal della Terra del vento” dato che l’ho letto 4 anni fa e non mi ricordavo molto delle schifezze che aveva scritto (non mi ha lasciato niente, allora!! XD). Quindi, per evitare errori madornali fatti in passato, ho deciso di rinfrescarmi le idee così, la prossima volta che criticherò il libro, lo farò con decenza. Purtroppo i miei amici adorano questa trilogia
Lo so, sono troppo masochista.
Comunque il mio gusto in fatto di letteratura è cambiato, “cresciuto” (leggo libri d’altro calibro), ma il mio disgusto verso questo libro è rimasto. Che abbia 14 anni (prima lettura) o 18 (adesso) questo libro continua a farmi vomitare. Ci ho messo due settimane per finirlo, una fatica bestiale. E dire che di solito divoro i libri.
Mah…

#186 Comment By DelemnO On 15 settembre 2008 @ 18:58

Non ti preoccupare, capita. Diventa quasi gustoso, come una “caccia all’ errore” stile settimana enigmistica.

#187 Comment By alice90 On 16 settembre 2008 @ 15:45

@delemno:

Non ti preoccupare, capita. Diventa quasi gustoso, come una “caccia all’ errore” stile settimana enigmistica.

Sì, credo proprio di sì XD

#188 Comment By gamberone On 16 settembre 2008 @ 19:44

Grazie per le info Alice.Devo proprio fare i miei complimenti ancora a gamberetta: così giovane, così in gamba!
Un saluto e a prestissimo

#189 Comment By DelemnO On 19 settembre 2008 @ 19:08

Io ho un’idea, ma siccome non ho i mezzi per metterla in pratica, la posto qui.
Materiale Necessario:
1 parrucca blu
1 telecamera
1 bottiglia di Brio Blu.

Come Fare:
Avete presenta la pubblicità della Brio Blu, dove uno dei due,vestito in giacca e cravatta, con una parrucca bionda da donna in testa dice cose tipo: “Sono un’attrice di fiction. Nella fiction Doctor, quando nasce il mio primo figlio, piango. Nella fiction Criminal, quando mi sparano, piango pure lì [..] Brio Blu, equilibrata frizzantezza!”. Bhe, dato l’immenso numero di volte in cui piange Nihal, io lo farei con qualcuno (un maschio, sarebbe più divertente) che si mette la parrucca e dice: “Sono Nihal della terra del vento. Quando Sennar mi sconfigge, piango.
quando..” e via dicendo.

#190 Comment By golaprofonda On 26 settembre 2008 @ 10:22

La trilogia delle Cronache… mi è stata regalata a Natale da una mia cara amica ma non sono riuscita ad andare oltre pagina 30 (nonostante provi affetto ad ammirazione per la mia amica il mio masochismo non è riuscito ad andare più in là J
Oltre ad essere rimasta sconcertata per banalità e scrittura su cui non ritornerò visto che ne hai parlato già tu abbastanza, ovviamente, sono rimasta sconvolta del successo della Troisi. Da qualche tempo sono in contatto con uno scrittore (vero) che pubblica per Mondadori e gli ho domandato una qualche spiegazione. Ebbene, posso svelare l’arcano. Mettiamo da parte lady fortuna… Non solo Le Cronache non sono scritte dalla signorina Troisi che fa da semplice porta nome, ma dietro a tutto questo ci sarebbe lo zampino di un giornalista noto che, per non sputtanarsi, si nasconde dietro le sottane di una donzella. Ora capisci perché Mondadori ha preso in considerazione questo romanzo?! E perché non c’è traccia di editing?!

#191 Comment By Angra On 26 settembre 2008 @ 11:49

Mah, mi sembra una cosa un po’ strana. Lungi da me sostenere che non ci sia nulla sotto (basta telefonare alla redazione editoriale di Mondadori: non gli interessa visionare manoscritti di esordienti). Però la questione diventerebbe: perché Licia Troisi? Insomma, è una spiegazione che spiega poco e niente.

#192 Comment By golaprofonda On 26 settembre 2008 @ 13:17

Perché, naturalmente, tra la signorina Troisi e il signore in questione c’è un qualche tipo di relazione… a buon intenditore…

#193 Comment By Paolo On 26 settembre 2008 @ 13:33

In realtà la spiegazione è molto semplice: dopo aver rifiutato la pubblicazione di Harry Potter, la Mondadori, delusa e fiutato l’affare, ha iniziato a cercare una ragazza attorno alla quale creare un fenomeno mediatico. Dazieri probabilmente già conosceva l’autrice suddetta, e avendo responsabilità sul settore ragazzi della Mondadori la invita a inviare il manoscritto promettendole che sarebbe stato quantomeno letto ( e non buttato nella spazzatura come decine di altri).
Il manoscritto passa l’esame:
- C’è una ragazza giovane come protagonista
- Gli elementi fantasy come battaglie e avventura sono tutti presenti
- C’è poca magia, per non inimicare i ben pensanti cattolici
- La scrittura e la trama sono elementari
- Il sesso è assente, ma è presente una storia romantica
A questo punto inizia la fase della pubblicità: la copertina è provocante e ben costruita, si inizia il massiccio lavorio con i librari che sono costretti dal distributore Mondadori a prenderne diverse copie.
Dopo la prima fase, la mondadori scatena le sue artiglierie: giornali, televisioni, tutti parlano del fenomeno fantasy dell’anno, tutto nostrano per l’orgoglio dei reduci dei campi hobbit.
Il resto è storia

#194 Comment By Angra On 26 settembre 2008 @ 14:20

@golaprofonda: naaa, dai! Con la prospettiva di farle vendere 600-900mila copie uno può permettersi una fotomodella di playboy.

@paolo: be’, sì. Ha venduto perché è un romanzo rosa in salsa fantasy (optional) che non contiene nulla che lo renda inadatto a un pubblico adolescente (la violenza ormai possiamo considerarla sdoganata, il sesso no).

#195 Comment By golaprofonda On 26 settembre 2008 @ 15:21

Vi assicuro che il mio informatore è uno a cui dare molto credito (pubblica da anni con Mondadori). La Troisi che, ammettiamolo è pure cessa, era già in precedenza l’amante di questo mr X, per questo ci ha messo la faccia. A mio avviso la storia regge eccome…

#196 Comment By wewec On 26 settembre 2008 @ 15:40

@golaprofonda. Eh, insomma, a me sa molto di boiata.
Che poi, seriamente, ma di che spiegazione ha bisogno il fenomeno Troisi?! Fantasy giocoruolistico, pubblico facilone e Mondadori abile nel fiutare l’affarone: personalmente mi sembra già abbastanza chiaro e grave così, a dispetto di chi sia l’autore dell’intera porcata!

#197 Comment By Angra On 26 settembre 2008 @ 16:00

@golaprofonda: come dice wewec non è che sia importante sapere chi ha scritto il romanzo per valutarlo, né si vede perché non debba essere stata davvero la Troisi a scriverlo. Fra l’altro non è che sia nemmeno un capolavoro che richieda dietro chissà quale mano esperta.

Poi, lasciami dire che il tuo intervento è parecchio pesante e va ben al di là dei confini della diffamazione personale. E’ roba da querela, in altre parole. Non è che per caso ti manda qualcuno con l’idea di inguaiare il blog?

#198 Comment By golaprofonda On 26 settembre 2008 @ 16:19

Assolutamente, lungi da me! Per carità! La mia intenzione era solo quella di dare una spiegazione plausibile, poi ognuno pensi quello che vuole. Siamo tutti d’accordo che il materiale in esame è una boiata e che non ha importanza chi scrive cosa… la realtà è solo la pubblicazione di qualcosa che si fa fatica (da lettore) a veder su carta stampata, figuriamoci per giovani autori, magari davvero bravi, a cui non viene data neanche un’occasione. Semplicemente questo. Poi io posso essere una pazza visionaria che guarda troppa tv e ha manie di persecuzione… Non voglio davvero inguaiare nessuno e la Troisi ha sicuramente scritto di suo pugno ogni singola e sublime riga dei suoi meravigliosi e appassionati romanzi!

#199 Comment By Aletheia Loki On 26 settembre 2008 @ 16:41

@Angra

Con la prospettiva di farle vendere 600-900mila copie uno può permettersi una fotomodella di playboy.

Scherzi? Le scrittrici di fantasy non possono essere fighe. Credo sia contro una qualche legge di natura. La stessa per cui gli scrittori di fantasy che scrivono saghe molto lunghe devono essere uomini barbuti e massicci del West Virginia.

Devo smetterla di dire cazzate col mio ex. @_@
Comunque scherzavo, sia chiaro. y_y <3

#200 Comment By Carraronan On 26 settembre 2008 @ 17:12

Concordo con Angra: questa “storia” del tizio famoso amante di ecc… mi pare 1- Inutile (non giustifica il successo del libro), 2- pericolosa per il sito dei Gamberi e 3- lesiva dell’onore della Troisi (ma di questo chissenefrega, l’importante è che non finisca nei guai Gamberetta! ^_^)

Il successo della troisi è dovuto in gran parte alla mente dei lettori, non resta che capire esattamente cosa abbia eccitato i loro neuroni malcollegati. Forse sequestrarne un paio e studiarne il cervello come si fa coi gattini dal cranio scoperchiato può essere utile.
Credo lo abbia già consigliato Gamberetta in passato, ma se non lo ha fatto: guardatevi il film Idiocracy. In futuro la Troisi sarà letteratura di alta qualità: mai dubitare del potere del degrado umano.

@Aletheia Loki
dissento: le giovani scrittrici di fantasy devono necessariamente avere un fisico da pornostar. Non potrei sopportare un mondo diverso. Ho bisogno di immaginarle così: faccio editing gratis e dò consigli solo nella speranza che mi mandino foto di nudo e mutandine usate… ._.

Io sono grosso e barbuto. E sono anche sovrappeso. Posso mettermi a scrivere già così o devo diventare per forza obeso?

#201 Comment By Federico Russo “Taotor” On 26 settembre 2008 @ 17:21

Con Taotor ha inizio l’era degli scrittori (pseudo-)fantasy belli e mediterranei, sciupafemmine, amanti dell’alcol e delle donne, disprezzanti dei giovani cocainomani figli di papà che studiano filosofia o lettere e indossano polo. E disprezzanti degli “uomini barbuti e massicci del West Virginia” [cit. Angra].
Una nuova Era ha inizio! lol

#202 Comment By Morgante On 26 settembre 2008 @ 17:59

Hm,
la storia dell’autore paravento l’ho sentita un sacco di volte. Un classico da manuale: si citano sempre fonti attendibili, ma mai che si faccia un solo nome. Mi sembra sinceramente una vigliaccata; un pettegolezzo da comari, buttato lì al vento, ma per il gusto di buttarla fuori, la malignata. Chissà mai che qualcuno ci crede anche!
E’ a dir poco inelegante sollevare sempre il dubbio (più spesso e più malignamente sulle donne) che qualcuno ottenga una qualunque cosa solo a patto di relazioni sessuali.
Ecco, queste sono cose volgari e da quattro soldi, altro che qualche recensione in punta di coltello. Complimenti!

Per quanto riguarda i rifiuti al telefono dalla M. non so, nella mia assoluta ignoranza io non ho mai telefonato a una casa editrice. Avevo letto dei consigli su come si contattano le case editrici, prima di inziare. Con Mondadori ho fatto come con altre: ho scritto una presentazione, ho aggiunto tre capitoli (per un totale di 30 pagine circa) e ho spedito all’indirizzo indicato. Dopo tre mesi mi è arrivata una lettera e mi è stato richiesto in visione il manoscritto. Nessuna conoscenza, o contatto. Ho solo spedito. E quando mi hanno rifiutato, cinque mesi dopo, ho comunque ricevuto la comunicazione, non mi hanno lasciato nel nulla. Boh.

#203 Comment By Stefano On 26 settembre 2008 @ 18:48

Mi sento di appoggiare l’interpretazione di Paolo che coincide perfettamente con l’idea che mi sono fatto della questione.

#204 Comment By Aletheia Loki On 26 settembre 2008 @ 19:09

@Carraronan
Se sei grande, grosso e barbuto devi metterti a scrivere MINIMO una saga da 10 libri. Ma è il minimo sindacale,sia chiaro. Più sono meglio è.
Comunque, dopo aver iniziato a scrivere almeno 15 volte ed essermi sempre arenata in prossimità del capitolo 5 (il mio attuale ragazzo la chiama “La maledizione del quinto capitolo”) mi sono data come ragione che, considerando che rispetto a tante scrittrici di fantasy io sia piuttosto carina, l’universo non può permettermi di scrivere. u_ù Dev’essere una cosa contro natura…
Sigh.

#205 Comment By golaprofonda On 27 settembre 2008 @ 12:49

Ok, ci ritorno su ancora una volta e poi basta, anche perché non pensavo proprio di sollevare questo polverone. Ma, Troisi a parte (che a questo punto ripeto a scanso di equivoci e per non inguaiare nessuno è sicuramente l’unica autrice dei Le Cronache…), non avete mai sentito parlare di Ghostwriter? Non è che me li sono inventati io, è un fatto che esistano. Mi sembra piuttosto ingenuo credere che tutto ciò che esce sulla carta stampata sia stato scritto dall’autore che è in copertina. E questo è un fatto, non sono io che lo dico e vale sia per scrittori maschi che per le femmine. Lo stesso Paolini, sono sicura che Eragon e seguito l’abbia scritto tutto lui, però, obbiettivamente a quindici anni, credo che l’editing, anche piuttosto massiccio, glielo abbiano fatto. Poi, sono d’accordo che il problema non è chi scrive ma come mai ste ciofecche vendono. In linea di principio uno pensa che, per quanto l’autore possa avere il culo parato da raccomandazioni, pubblicità, ecc… se scrive male non dovrebbe vendere una copia. Punto, e su questo sono d’accordo.

Per quanto riguarda l’avvenenza fisica delle scrittrici fantasy… beh, la Rowling mi sembra una bella signora, no? E lei sì che è pure brava!

#206 Comment By Morgante On 27 settembre 2008 @ 12:59

Anch’io torno un’ultima volta sulla questione.
Golaprofonda, un conto è il ghostwriting, un conto è quello che hai chiaramente insinuato tu, parlando addirittura di fonti sicure interne alla Mondadori che parlavano di sesso fra la Troisi e qualche Innominato personaggio all’interno della casa editrice, come UNICA motivazione della sua pubblicazione.
Cosa ti aspetti di sollevare, buttando lì un’insinuazione così meschina? Non stare a rimestare o a rigirar le parole agganciandoti a ipotesi (ben più sensate) di altri, per salvarti dalla scemenza che hai detto. Evita, perché, perdonami, ma hai già fatto una figura pietosa. Il silenzio è più elegante, a questo punto.

Ho concluso.

#207 Comment By Morgante On 27 settembre 2008 @ 13:11

Anzi, no,
concludo adesso.
Quello che hai insinuato era pure più bieco (e da veri fessi, senza speranze): la Troisi neanche si vende per pubblicare cose scritte da lei, si vende anche solo per vedere il proprio nome in cima a una copertina. Fai una gran tristezza, davvero. Torna a guardare la tv, te lo auguro di cuore.

#208 Comment By golaprofonda On 27 settembre 2008 @ 13:33

perdona Morgante, ma a questo punto non riesco d’avvero a capire questo tuo accanimento.
Punto primo, a me personalmente non viene in tasca assolutamente niente nel parlare della Troisi o chiunque altro…
Punto secondo, la discussione mi sembrava interessante sul perché e sul percome uno viene pubblicato. Semplicemente ho riferito una cosa che ho sentito e, perdonami se non faccio nomi ma non mi pare proprio il caso.
Punto terzo, ma scusa, se tu hai una relazione stabile con uno e questo ti chiede di usare il tuo nome per pubblicare una cosa perché, magari non può usare il suo, non la vedo come una cosa così schifosa… non è sicuramente onesta ma mica ha ammazzato sua madre. Secondo me è peggio se una ha scritto un libro e poi la dà all’editore solo per farlo pubblicare…
non ho mai inteso dire che la Troisi si sia venduta, anzi…
Punto quarto, io non ti ho offeso personalmente per cui non vedo per quale motivo tu lo debba fare.
Ripeto, a me non viene in tasca niente se Paolini, Camilleri o King scrivono di loro pugno i libri o no, ognuno è libero di pensare quello che vuole.

#209 Comment By wewec On 27 settembre 2008 @ 14:44

@golaprofonda. No, questo è semplicemente ridicolo! Ora non puoi rimescolare le carte in tavola fingendo di aver solamente espresso un parere: hai formulato un’accusa meschina ( per non dire veramente stronza ) tirando in ballo “fonti certe all’interno della Mondadori”! Questo è ingiusto e crudele, oltre che del tutto fuori luogo rispetto all’argomento del blog! Ora smettila di rettificare per pararti il culo e chiudila qui!

#210 Comment By Morgante On 27 settembre 2008 @ 16:17

Golaprofonda,
wewec ha già detto tutto quello che penso.

Adieu

#211 Comment By gamberone On 29 settembre 2008 @ 04:43

Francamente, sento più volte ripetere la stessa domanda :
come ha fatto a vendere tante copie?
Ma l’abbiamo capito che è tutta una questione di pubblicità! Non vedo perché si continui a porre la stessa domanda!

La cosa interessante invece è analizzare le cavolate scritte in quei libri e farsi tante tristi risate come gamberetta ci sta facendo fare.

Ancora più importante è che ci sia questo forum dove chiunque può leggere le opinioni dei “consumatori” ed esprimere la sua (anche l’autrice medesima e quindi il suo esercito di “difensori” e la Mondadori stessa).Almeno questo si è liberi di farlo e menomale!!

*******VIVA GAMBERETTA E VIVA QUESTO FORUM …..alla faccia dei libracci e dei finti scrittori pompati (che però ahimè si fanno un sacco di soldi) ma almeno li sputtaniamo, no? non se la possono cavare con la “gloria” immeritata, ma devono poter passare anche nel nostro piccolo mare.
Il web, almeno per ora, è davvero più libero,vero e pieno degli altri media.Siamo piccoli?pochi?sconosciuti?Ma ci siamo e diciamo: NON CI PIACCIONO LE BUFALE CHE CI PROPINATE E CI VOLETE PER FORZA VENDERE!

Infine aggiungo che, non mi è piaciuto molto come è stata trattata una certa golaprofonda che prima ha scritto.
Non mi meraviglierei se ad attaccarla così ingiustificatamente sia stata la stessa Licia Troisi (in incognito) o il marito o i nipotini o un altro parente difensore stretto (magari della/nella Mondadori ad esempio), perchè nessun altro avrebbe usato quei toni e quella venatura di “rancore”.
Ma di quale querela si parla, è tutta roba buona! Anzi vi dico che se così non fosse dovrebbero arrestare quasi tutti e chiudere la maggior parte dei forum.Ma andate….da Licia,per favore!

Volete capire che alla meraviglia di tali “edizioni” si deve per forza contrapporre una meravigliosa varietà di ipotesi anche insulse?Non vi lamentate e parlate, parlate …senza attaccare ne offendere però, tanto vi si becca “rosiconi della verità”.

ciao Gamberetta, ciao forum….sto aspettando le altre recensioni per altre nottate di risate.

#212 Comment By Morgante On 29 settembre 2008 @ 06:27

Bah, io non sono la Troisi, ho dato un’occhiata ai suoi libri, e non mi hanno attirata. In più leggendo questo blog, non mi è venuta la curiosità di leggerli. Allora? Crolla già la teoria tipo: “se la difendi sei per forza una sua fan?”
Si fosse trattato d’altri, avrei detto le stesse cose: parlare di stile, di refusi, problemi di editing, sviste grosse o piccole, mancanze presunte o vere di documentazione (basandosi di solito su dichiarazioni degli autori stessi), per me è questo parlare di letteratura e libri. Della Troisi io non ho nessuna opinione, perché non l’ho letta, e anche se leggo queste recensioni, la mia opinione potrebbe esseri solo se vedessi con i miei occhi quelle opere.
Comunque, questo sito mi piace, anche anche quando Gamberetta ipotizza le ragioni di una pubblicazione, perché anche questo è giusto, sono d’accordo: ma almeno cita frasi dell’autrice, per ricostruire il suo possibile percorso. Puoi avercelo sotto gli occhi, il materiale che si discute. E viene direttamente dall’autore.
Ecco: quando si parla di qualcosa, per me si devono mostrare le fonti, ci si documenta, così ognuno si fa poi un’opinione. Qui di solito si parla proprio di commenti di autori, di brani tratti da interviste…
Si Cita, però, per dio! Non si parla di aria fritta!
Dar retta ai solti pettegolezzi di corridoio, supportati dal niente (Fonti Certe, però non sia mai che siano dichiarate e verificate), per me è semplicemente come leggere una sciocca rivista da spiaggia.
Tutto qui. Della storia di querele o altro io me ne infischio, non mi interessa: per me è solo una questione di buon gusto. A ognuno poi il suo.

#213 Comment By Morgante On 29 settembre 2008 @ 08:40

Un’ora dopo…

Scusate, quando scrivo di mattina sono sempre di cattivo umore. Ho usato un tono un po’ troppo stizzito. Volevo chiederti, Gamberone, tu cosa ne pensi allora? Anche tu credi che per essere pubblicati occorra sempre e per forza qualche conoscenza? (Non è sarcasmo, è una vera domanda). Dato che era uno dei temi dell’articolo, le tue ipotesi quali sono?

P.S.
Ho letto proprio ieri un articolo, era citato in un link, non ricordo dove l’ho scovato, di un certo Luca Oleastri che diceva di aver lavorato nel mondo dell’editoria, e che appunto secondo la sua esperienza, bisogna necessariamente avere delle conoscenze per essere pubblicati.
Leggere quell’articolo mi ha resto infinitamente triste e scoraggiata. Se fosse davvero così… : (

Come diceva Fox Mulder: Io Voglio credere (che non sia così).

#214 Comment By golaprofonda On 29 settembre 2008 @ 12:10

Grazie Gamberone!

#215 Comment By wewec On 29 settembre 2008 @ 14:26

Gamberone, ma che diavolo vuol dire ” è tutta roba buona!”?! Che concetto grottesco e ridicolo! Come dire che l’intero lavoro svolto da Gamberetta fino ad adesso è fatica buttata nel cesso, tanto mostrare e argomentare sono perdite tempo, l’importante è dare tutti insieme addosso a qualcuno e al diavolo l’onestà!
No, mi dispiace ma una simile linea di condotta non coincide con lo spirito di questo blog, quanto piuttosto con quello di una fan della Meyer che sbraita isterica perchè qualcuno le ha toccato il suo Twilight: è un atteggiamento sterile e dogmatico, da estremista esaltato che rifiuta qualunque argomentazione e confronto pur di rimanere arroccato sulle sue posizioni.
“…una meravigliosa varietà di ipotesi anche insulse”,?! Be, Francis Bacon sarebbe fiero di te, ma a quest’ora il povero Calvino si starà rivoltando nella tomba! Non capisco: da quanto sfottere la Troisi è diventato così di moda da rendere d’un tratto superflua la realtà dei fatti?! È veramente una persona talmente antipatica da giustificarne l’aggressione personale, al di là della qualità dei suoi libri? O siamo forse di fronte ad uno sparare alla cieca nella speranza di colpire comunque qualcuno?
Non so voi, ma io inizio a temere che i bimbiminkia siano ormai alle porte, e tremo.

#216 Comment By Morgante On 29 settembre 2008 @ 16:26

@wewec
: ) Sei davvero agguerrita!
Scusate l’ignoranza, ma…cosa sono i bimbiminkia?

#217 Comment By wewec On 29 settembre 2008 @ 16:55

@Morgante. Agguerrito, prego ( si, lo so, il nick non è molto di aiuto XD )

#218 Comment By Sandy85 On 29 settembre 2008 @ 16:59

I bimbiminkia sono tutti quei ragazzini (e non, in certi caso sono anche quarant’enni) che amano una cosa perché va di moda, scrivono in sms-ese e si offendono a morte se gli dici di tradurre in una lingua meno sconosciuta, visto che ti reputano un matusa anche se hai uno o due anni più di loro, si credono tanto maturi ma sono solo esseri privi di personalità. Emo convinti anche se non sanno cosa voglia dire essere emo; adorano libri come Twilight (e infatti nei commenti alla critica di Gamberetta si sono presentate tante bimbeminkia) e quelli della Troisi o Moccia perché per loro sono il meglio, sono i più grandi scrittori viventi e se gli dici “Ma vai a leggerti Leopardi” ti possono anche rispondere “Nn mi pccno animals grss & pls” (scusate ancora per il mio sms-ese, ma non sono laureata in bimbiminkiaggine). Si strappano i capelli quando vedeno i Tokio Hotel alla tv e pensano che le loro canzoni arrivate in Italia siano le migliori che hanno mai ascoltato, ma se gli chiedi se conoscono i Queen (o altri che hanno fatto la storia della musica) la loro sicurezza vacilla e ti rispondono male.
Per saperne di più ti conviene fare un giro su Nonciclopedia, almeno ti fai due risate^^ (anche perché mi sa che ho dimenticato più di qualche punto distintivo).

#219 Comment By Morgante On 29 settembre 2008 @ 18:24

Sandy,
la tua descrizione non lascia alcuna speranza! Il mondo di internet è proprio crudele.
Forse avevo già chiesto una volta questa cosa, ma ora non lo scorderò più. Non navigo molto, non avevo bene idea che tra i navigatori ci fossero delle “categorie” così specifiche, che si riconoscono appena le incontri. Sono ancora al giurassico…a parte fighetto, o tirone, o sfigato, io non ero ancora andata. Mi si è aperto un abisso sotto gli occhi. Grazie, Sandy.
Caparezza dice: “sull’orlo di un burrone, avrei bisogno di una spinta”.

Vado a riposare in pace.

#220 Comment By Sandy85 On 29 settembre 2008 @ 18:58

Figurati, sempre un piacere delineare le caratteristiche dei vari gruppetti di inernet (e non solo, perché ci sono anche nella vita reale questi tipi)^^
Comunque, se ti può consolare, c’è anche altra gente che non sa dell’esistenza di determinate categorie, anch’io il più delle volte non so cosa voglia dire il nome che indica un determinato gruppo, quindi non sentirti così vecchia^^

#221 Comment By wewec On 29 settembre 2008 @ 19:21

@Morgante. Scusa, credevo di aver inserito nell’ultimo post anche un link alla pagina di Nonciclopedia. Comunque bimbominkia si usa in generale per indicare chi difende od attacca qualcosa in maniera isterica e dogmatica, ignorando fatti e argomentazioni.

#222 Comment By Vincent Law On 29 settembre 2008 @ 21:30

#223 Comment By Francesca B. On 29 settembre 2008 @ 23:24

Ho seguito il tuo consiglio, Vincent Law, ed ho preferito ridere anzichè piangere pensando alla veridicità delle affermazioni!

#224 Comment By gamberone On 30 settembre 2008 @ 06:27

x morgante:

“se la difendi sei per forza una sua fan”

non è certo la mia teoria in generale, parlavo solo dei toni usati in alcuni post che ho avvertito particolarmente ed immotivatamente “cattivi”.Immotivatamente cattivi a meno che certe affermazioni non ti tocchino veramente al “cuore”.Si possono dire le cose in altro modo penso.

“Anche tu credi che per essere pubblicati occorra sempre e per forza qualche conoscenza? (Non è sarcasmo, è una vera domanda). Dato che era uno dei temi dell’articolo, le tue ipotesi quali sono?”

Sempre e per forza è solo la morte.Le mie ipotesi sono che era il momento giusto per il pubblico e c’erano le conoscenze giuste per la Troisi.Molto banalmente e tragicamente.

x wewec

” Gamberone, ma che diavolo vuol dire ” è tutta roba buona!”?!Che concetto grottesco e ridicolo! Come dire che l’intero lavoro svolto da Gamberetta fino ad adesso è fatica buttata nel cesso, tanto mostrare e argomentare sono perdite tempo, l’importante è dare tutti insieme addosso a qualcuno e al diavolo l’onestà! ”

We we, calmati.E che è! Non so quanti anni hai ma, potresti anche avere un infarto.in fondo in fondo qui siamo in un forum per parlare.Nessuno butta niente nel bagno (cesso mi sa di scostumatezza), questo forum mi piace e il lavoro di Gamberetta è fantastico.No, no, non mi piace dare addosso senza motivo e in maniera disonesta, non ti preoccupare.

“…una meravigliosa varietà di ipotesi anche insulse”,?! Be, Francis Bacon sarebbe fiero di te, ma a quest’ora il povero Calvino si starà rivoltando nella tomba! ”

Conosci così bene il “povero” Calvino che sai come reagirebbe ad una mia frase?Mi congratulo per l’umiltà .
A sparare addosso alla gente mi sembri tu a dire il vero .!!

” Non capisco: da quanto sfottere la Troisi è diventato così di moda da rendere d’un tratto superflua la realtà dei fatti?! È veramente una persona talmente antipatica da giustificarne l’aggressione personale, al di là della qualità dei suoi libri? O siamo forse di fronte ad uno sparare alla cieca nella speranza di colpire comunque qualcuno? ”

1) Io non ho avallato la “rivelazione” di golaprofonda (anche se nella vita tutto può accadere) ma non mi è piaciuto come è stata trattata e l’ho detto!
2) a me non è antipatica la Troisi (non la conosco) e non la sto “aggredendo” come persona ma , al limite (se vuoi vedere dell’aggressione da qualche parte), come scrittrice (mondadori inclusa).Da questo punto di vista mi sembra non essere solo (pensa a Gamberetta ad esempio…) , non credi?non vedi?
E siccome qualcuno dà un’ipotesi bizzarra della sua “ascesa” tu impazzisci di rabbia e getti panico? ma dai…ma sei nel forum sbagliato per caso?
3) attenzione a non sparare alla cieca, si diventa BIMBIMINKIA. La realtà dei fatti (inspiegabili ed inaccettabili) è fin troppo chiara,evidente, drammatica.Io non ho mai perso di vista il suo non essere superflua :)

x golaprofonda

prego, figurati.Dì quello che pensi tranquillamente e quello che sai, tanto non accadrà nulla.Ci si preoccupa di una ipotesi o di una invenzione ?

Ma su….Ma da quando è successo questo nel web?Dove sn stato?

(NB: chiaro riferimento a bimbiminkia)

#225 Comment By Morgante On 30 settembre 2008 @ 11:42

Ho capito, Gamberone.
La tua posizione è più chiara, adesso. Resto comunque anch’io della mia opinione. Certe risposte accalorate seguivano un’insinuazione che (parlo per me) ho trovato di cattivo gusto e maligna, e soprattutto lasciava il tempo che trovava: insomma, il solito sassolino lanciato, e zampa che subito si nasconde dietro la schiena.
Solo per questo ho reagito in modo deciso. Naturalmente questa è la mia opinione e il mio modo di reagire, che a te può non piacere. Ma come tu stesso dici a Golaprofonda, di dire sempre e tranquillamente quel che vuole, anch’io ho il diritto di replicare. E ad un’insinuazione maligna (sempre per me, è ovvio, siamo nel mondo delle opinioni), mi sento di replicare come sento più giusto. Non ho offeso nessuno. Semmai è sulla Troisi che si dicono spesso cose inutili. Ci siamo spiegati.

#226 Comment By golaprofonda On 30 settembre 2008 @ 12:32

Beh, Morgante, mi sono sentita offesa e attaccata sul personale. Le tue risposte implicavano la certezza di una cattiva fede da parte mia e tu non mi conosci, così come non ho mai avuto il piacere di sedere a tavola con wewec. Se così fosse, non avrei alcun problema a rivelarvi il nome del mio amico, ma siamo in uno spazio pubblico e il nome che farei è il suo non il mio. Questo concetto non mi sembra difficile da capire.
Seconda cosa, come dice bene Gamberone, il mio non era un attacco PERSONALE alla Troisi, forse sono stata fraintesa e mi scuso con tutti quelli che ne possono essere rimasti offesi. Non sto rimescolando le carte in tavola ma, se leggete bene i miei post, forse capirete che la cosa che a me personalmente fa arrabbiare è il SISTEMA. Che si tratti della Troisi o di chiunque altro per me è UGUALE. Mi dispiace, forse sono cinica, ma non credo nella fortuna (così come non mi è sembrato crederci neanche Gamberetta). Penso che se nel 2008 Tolkien proponesse, come giovane scrittore esordiente, Il Signore degli Anelli alla Mondadori, così come ad altre case editrici, diciamo “importanti”, verrebbe ignorato. QUESTO mi indigna. Poi, sono sicura che se uno è bravo, comunque trova il modo con fatica e con tanta e tanta gavetta di emergere.

#227 Comment By wewec On 30 settembre 2008 @ 15:01

@Gamberone. Quello che mi fa incazzare nelle affermazioni tue e di golaprofonda è il fatto che non venga criticata come scrittrice, ma si arrivi ad insinuare ( e questo per me significa andare sul personale ) che non sia nemmeno lei l’autrice di quelle che poi sono indubbiamente delle boiate, non solo senza portare delle prove a sostegno di tale tesi, ma addirittura ammettendo nel tuo caso la volontà a priori di sputtanarla, così, tanto per fare ( citavo Calvino perché sostenitore della necessaria onestà intellettuale dello scrittore, poi nello specifico non parlo con i morti XD ).
La cosa più assurda poi è il fatto che l’idea di un ghost writer ti renda d’un tratto più chiara l’”ascesa” della Troisi. Perché, se delle cazzate le scrive una sconosciuta non regge ma se le scrive uno famoso dietro la figura di una sconosciuta allora è comprensibile? Sarà, ma per me tra un caso e l’altro non cambia proprio niente: la colpa resta comunque di un pubblico che apprezza simili standard qualitativi e di un editoria che se ne approfitta.
Vedi, non mi interessa dei toni che usi, quanto dei concetti che esprimi: è indifferente che esalti le recensioni di Gamberetta, se poi consideri superflui e “da amico della Troisi” i criteri su cui si fondano, così come è inutile affermare che non ti sia antipatica personalmente, se poi avvalli ogni “bizzarra teoria” che gira su di lei.

@golaprofonda. Bon, scusa se me la sono presa con te senza motivo: condivido l’irritazione per il sistema editoriale, ma d’altra parte l’insinuazione su come la Troisi si fosse guadagnata il nome in copertina mi era sembrata una cattiveria veramente gratuita.

P.S. Gamberone, questo è un blog, non un forum. Oh, e riguardo all’umiltà, be, mi sembra ovvio che Calvino sarebbe onorato di pensarla come me XD

#228 Comment By Morgante On 30 settembre 2008 @ 16:23

Certo, Golaprofonda,
ovvio che il mio intento non era di offenderti. Tu ce l’hai col sistema, e io non accettavo quella che per me è la solita “soffiata” senza possibilità di riscontro, (di solito sono quelle a cui purtroppo qualcuno crede sempre). Che poi tu sia un’ottima persona in qualunque altro frangente, benissimo, non lo metto in dubbio. Per me, quello era un brutto scivolone. Mi sono sempre riferita a quello, mi hai fatto tristezza per quell’intervento. Questo intendevo.
Dici che non puoi fare il nome di questa persona, ma quello della Troisi non hai avuto alcun problema a farlo, no? Questo per me è inelegante.
Il fatto che qualcuno sia un “personaggio pubblico”, non vuol dire che sia un bersaglio mobile a cui si può lasciare un codazzo di illazioni, e supposizioni poco gentili e inutili…a meno che non le si dimostri. Non dico affatto che le persone “note” siano intoccabili, non sia mai! Ma non è nemmeno giusto fare insinuazioni, solo perché sono bersagli più grossi degli altri e in qualche modo li si colpisce lo stesso, mentre noi si rimane serenamente nell’anonimato, Fonti incluse.
O si va fino in fondo, o per me è un pettegolezzo da comari, e privo di stile. Gamberetta all’inizio di questo articolo mostra un’intervista dell’autrice, e parte da lì, poi altrove riprende frasi sempre dell’autrice, o dell’editor che l’ha scoperta, e riparte di nuovo da lì.
M è sembrato tanto che tu sparassi, e poi nascondessi la pistola. Ho estremizzato, lo so, ma tanto per intenderci.
Spero che questo intervento chiarisca la mia posizione e che non ci resti male. Ok? Come ho detto, e credo che tu l’abbia già capito, ho attaccato solo i contenuti, perché non li condividevo affatto. Solo questo.
Ciao

#229 Comment By golaprofonda On 30 settembre 2008 @ 17:56

wewec, non ho mai inteso dire che il lavoro di Gamberetta è inutile, anzi. Lei opera una critica del testo, io semplicemente ho inserito un tassello del contesto. Le due cose non si escludono mi pare. E’ come se un critico cinematografico commentasse un film americano senza avere idea di come funzionano le major… Non mi pare che Gamberetta lo faccia. Mi permetto di dire che credo che anche Gamberone intendesse questo e che il suo intervento fosse rivolto a sostenere una più ampia libertà di parola e di opinione anche nel dire stupidaggini. Anche se sostenessi che la Troisi è un alieno venuto sulla Terra per colonizzare la nostra mente con le sue boiate, avrei tutto il diritto di dirlo, così come tu hai tutto il diritto di contestarlo ma sempre con una certa educazione.
Comunque, per quanto riguarda il ghost writer dietro la Troisi o chi che sia, scusa, ma non ti fa arrabbiare? A me sì. Mi irrita essere presa in giro dalle favolette sdolcinate che ci propinano stile american dream. Giovane quindicenne scrive libro: subito successo, libro fotocopiato dai ragazzi romani (vedi Moccia): subito successo, ventenne scrive un fantasy: subito successo. Beh, io non ci credo! Ma a chi vogliono darla a bere? Per questo mi sono informata con chi di dovere visto che ne ho la possibilità, e per questo mi sembra più convincente il fatto che Mondadori abbia investito migliaia di euro su un nome noto piuttosto che su un’emerita sconosciuta! E poi, vuoi che nel maremagnum degli scrittori di fantasy non ce ne fosse stato uno che scriveva meglio di lei? Questa sì che sarebbe ua fortuna sfacciata… anche se progettavano già da tempo di lanciare sul mercato il genere visto il successo dei film di Jackson? Boh, io e questa idea che contesto e mi scandalizza molto di più rispetto alle quindicenni che trovano Twilight l’opera più bella del mondo. Non so voi ma io a quindici anni non è che avessi questi gusti raffinati.
Morgante, probabilmente hai ragione tu, è vero, ho avuto una caduta di stile, ma mi crediate o no, questa è la prima volta che scrivo in un blog, forum, quel che è e, probabilmente, l’ho fatto con un po’ troppa ingenuità… Ho fatto quell’intervento perché avevo un’informazione che pensavo potesse interessare a qualcuno non perché la Troisi è un personaggio pubblico sul quale mi piace sparare.

#230 Comment By gugand On 30 settembre 2008 @ 18:18

@golaprofonda
Quando gamberetta mostra dei dubbi sulla “fortuna” implicitamente dice anche quello che dici tu, nel senso che la cosa non e’ credibile.
Non va oltre perche’ anche se chiunque si e’ immaginato anche uno scenario simile a quello descritto da te non ha prove per affermarlo.
Senza prove e’ calunnia, inoltre la Mondadori e la Troisi non hanno violato nessuna legge, anche avendo fatto quello che dici tu. Questo non toglie che e’ una cosa schifosa lo stesso.

#231 Comment By gamberone On 30 settembre 2008 @ 18:54

x wewec

..aò…allora sei de coccio!!

Punto primo:

come già detto ( e ripeto per fartici arrivare prima ), non ho mai avallato la “rivelazione ” di golaprofonda. Addò l’hai letto?Ho solo detto che tutto è possibile!Dire che secondo me è stata attaccata in malo modo a tuo avviso significa appoggiarne la possibile favola?Ma leggi solo Calvino?Un po di logica ti farebbe meglio secondo me, ne avresti bisogno.

Dove avrei scritto che per me lei non è l’autrice di quelle boiate? E dove avrei scritto che un ghost writer ne avrebbe reso più chiara l’ascesa?Che fai, fantasy?Ed è per te addirittura la cosa più assurda che, guarda caso non ho mai detto ! sdoing !

punto secondo:

Vista la tua recidività , te lo ripeto: ho criticato il modo di attaccare chi dice una sua opinione, favola, stupidaggine, invenzione.
Ti è chiaro? riesci ad arrivarci? E poi non farmi ridere con questa questione delle prove!Cosa dovrebbe dirti o darti golaprofonda? E soprattutto come e dove?ma và…..

punto terzo:

giusto per chiarezza, vai su wikipedia e:

” Il blog è un luogo dove si può (virtualmente) stare insieme agli altri e dove in genere si può esprimere liberamente la propria opinione. ”

risparmiaci se puoi le sottili differenze fra concetti affini…non essere “pesante”.

Solo una delle cose che hai scritto è vera:
io appoggio in pieno la recensione di Gamberetta, non mi serve per ora aggiungere altro alle sue osservazioni.E’ così completo quello che ha scritto!

PS: a proposito di Calvino, sempre i miei complimenti.

Ciao forum , a prestissimo

#232 Comment By wewec On 30 settembre 2008 @ 21:17

@golaprofonda. Parlando di ridicolizzare il lavoro di Gamberetta mi riferivo a Gamberone, non a te: non è la questione del ghost writing il problema, quanto l’idea che in virtù del diritto di parola ogni affermazione assuma la medesima dignità intellettuale, indipendentemente dalla realtà dei fatti. Per restare in tema, concordo che tu possa liberamente andare in giro a dire che la Troisi è un’aliena ( diritto sacrosanto ), ma allo stesso tempo non puoi nemmeno pensare che a questa idea debba essere dato il medesimo peso riservato ad un’altra: in sostanza, parallelamente al diritto di fare un affermazione va il diritto di darvi credito unicamente se questa si rivela sensata ( ossia, nel tuo caso, l’idea che la Troisi non abbia scritto i suoi libri acquista valore solo se supportata da fatti: se per questioni di privacy non puoi fare nomi allora la tua ipotesi rimane purtroppo infondata ). Poi è chiaro che resta legittimo formulare ipotesi anche in assenza di prove a loro sostegno, eppure questa, all’interno di una discussione fra persone assennate, è a mio parere una grave forma di maleducazione concettuale.

#233 Comment By wewec On 30 settembre 2008 @ 21:33

@Gamberone. Ma ci sei o ci fai?! Va bon, non ho né la forza né la pazienza per continuare a darti retta: continua pure a ridere dei fatti e a sparare boiate, che tanto l’importante è non annoiare con le sottili differenze.

#234 Comment By vash On 30 settembre 2008 @ 22:37

ma dove siamo finiti?
@Gamberone
carissimo e STIMATISSIMO mi vuoi spiegare cosa diavolo vai dicendo?
ti stai contraddicendo in una maniera straordinaria!
quindi ti prego fermati, rileggi oggettivamente quello che hai scritto e rifletti!
te la stai prendendo con wewec…te la sei presa perché ha precisato le differenze tra forum e blog e tu testardamente ti offendi
ti ha risposto a modo!
ti stai comportando da bambino…metti in mezzo calvino
ha solo riportato il pensiero calviniano non calvino stesso
tutte cose che puoi trovare su un qualsiasi libro di scuola
e tu ti abbassi a fare il grande moralista con battute di bassa lega?
so che vuoi atteggiarti a grande uomo cercando vocaboli forbiti ma ti rendi ridicolo
poi quanto lecchinaggio fai dai!
rifletti e torna da noi quando sarai convinto!!!

e ricordati io nn ti vluterò mai ma le tu e azione parlano per te

#235 Comment By gamberone On 30 settembre 2008 @ 23:55

x wewec

vedo che i tuoi toni sono tornati “leggibili” e questo è quello che ti facevo osservare, non altro.

x vash:

“ti stai contraddicendo in una maniera straordinaria!”

dimmi dove.

“te la stai prendendo con wewec…te la sei presa perché ha precisato le differenze tra forum e blog e tu testardamente ti offendi ”

ci vuole ben altro per offendermi e credimi sono altri i motivi per cui gli rispondo.Basta che tu rilegga “bene” quello su scritto.

“metti in mezzo calvino”

non l’ho messo io

“e tu ti abbassi a fare il grande moralista con battute di bassa lega?”

perdon, quando avrò capito meglio di che materiale hai bisogno mi impegnerò di più.

“so che vuoi atteggiarti a grande uomo cercando vocaboli forbiti ma ti rendi ridicolo ”

azz, io sto scrivendo nel modo più naturale possibile.bhò!?

“poi quanto lecchinaggio fai dai!”

si, infatti sto sperando di vincere il premio

“e ricordati io nn ti vluterò mai ma le tu e azione parlano per te”

ma , riscrivilo così poi ci penso

Comunque, non sono venuto qui dentro a fare le guerre perciò mi fermo,solo..un pochino più di calma e serenità per piacere

#236 Comment By gamberone On 1 ottobre 2008 @ 00:04

..dimenticavo, una precisazione

ho sempre scritto in molti forum perciò sono abituato ad usare tale termine anche nel saluto…perdonate se potete (ma la sostanza non cambia)

ciao blog

#237 Comment By gamberone On 1 ottobre 2008 @ 00:28

lo so,lo so non avevo alcuna intenzione di riempire il blog coi miei interventi ma sento il dovere di dire che :
solo adesso ho letto l’articolo riguardante la politica dei commenti :(
E’ scritto in grande e rosso ma NON AVEVO LETTO.Ora si e, mi scuso anticipatamente dei miei “fuoriargomento”.Non accadrà più, giuro.

Per rimediare : Gamberetta dice di disprezzare la Troisi ed io sono d’accordo.Il problema è che la Troisi potrebbe essere sia scema, disonesta che raccomandata. Non trovi Gamberetta ?

saluti a tutti

#238 Comment By golaprofonda On 1 ottobre 2008 @ 11:34

Caro wewec, sarò pure stata maleducata concettualmente ma non formalmente :-) Ok, passami la stoccata. Comunque, mai preteso di godere dello stesso credito di Gamberetta con le sue critiche supportate da un’analisi dettagliata e comprovata del testo. Diciamo e, per rispondere anche a gugand, ovvio che sono intervenuta sulla falsa riga di Gamberetta che si interrogava sulla fortuna della Troisi. Non penso neanche che la Mondadori faccia qualcosa di illegale, però, chiamatemi l’ultima romantica, trovo il suo gioco immorale. Secondo me c’è una bella differenza tra vendere panini farciti e libri… Sono sicurissima che molti si siano interrogati sulla fortuna strabiliante di certi autori e magari in buona fede, credano davvero alle storielle che ci rifilano. Il mio intervento voleva creare qualche dubbio anche soltanto in una persona. Se ci sono riuscita mi basta. Poi tutti gli altri possono pure ritenere che il mio attacco sia stato ingiustificato e maleducato perché non supportato da prove tangibili. Scusate se sono stata politically incorrect…

#239 Comment By Morgante On 1 ottobre 2008 @ 14:28

Io avrei una domanda, da un po’ di tempo…per chiunque abbia voglia di rispondere.
Non saprei in che altro “spazio” farla, spero di non andare fuori tema: mi chiedo quale sia il confine tra segnalazione e raccomandazione. Se è un’agenzia che riesce a farti ottenere una pubblicazione, è segnalazione, no?
Mi spiego: parlo della mia esperienza. Nella mia prima ricerca di case editrici, mi è stato richiesto il manoscritto da un paio di case editrici, e poi è stato rifiutato. A quel punto ho riscritto il libro, l’ho rivoltato come un calzino, perché poteva e doveva migliorare, molto.
Ho contattato un’agenzia, che ha valutato il libro, ha accettato di rappresentarmi, mi ha fatto fare altre due revisioni complete, con riletture comprese (la prima pagata, e l’ultima, ed ennesima : ) , no). Allora ha preso contatti con delle case editrici; tra quelle anche le due già contattate da me (ho informato prima della cosa, chiedendo se si poteva rifare un tentativo, giusto per orgoglio).
Una delle due ha risposto, dicendo che sapeva di aver rifiutato il manoscritto tempo prima, e che lo avrebbe riletto solo se si garantivano sostanziali modifiche. In effetti, nel frattempo il libro ha perso 200 pagine e subito 3 riscritture…L’editor con cui ho lavorato ha spedito la scheda tecnica sul libro, e la casa editrice ha accettato una seconda valutazione.
La mia domanda è questa (mi logora, in realtà): nel caso incredibile e molto improbabile che la casa editrice accetti il mio libro o anche solo il fatto che abbia accettato di leggerlo una seconda volta è così brutto?
Dove finisce la raccomandazione, con la sua aura sgradevole, e dove inizia la repubblica delle legittime segnalazioni?
Grazie a chiunque mi darà un’opinione.

#240 Comment By vash On 1 ottobre 2008 @ 14:51

o scusami piccolino gamberone
“e ricordati io nn ti vluterò mai ma le tu e azione parlano per te”

ma , riscrivilo così poi ci penso

questo conferma quanto tu sia infantile!!!

Non mi sembra che gamberetta abbia mai detto di disprezzare la Torisi ma i suoi operati!
sei solo te che ti sei abbassato a offenderla di persona!
…ma quanto sei lecca culo????
Non trovi Gamberetta?

se sei uomo non risponderai.se sei un bambino ti renderai ancora + ridicolo!

#241 Comment By wewec On 1 ottobre 2008 @ 16:38

@golaprofonda. Già, ma come Gamberetta insegna, l’educazione nelle maniere è apprezzabile, l’educazione intellettuale è fondamentale. Comunque puntualizzo che non era mia intenzione prendermela con te, quanto sottolineare come la tua ipotesi, priva di una concreta dimostrazione, si trovasse ad essere un attacco fino a stesso: magari fatto assodato per te, ma non giudicabile da parte di chi con conoscesse la tua medesima fonte certa.
Se poi il tuo scopo era unicamente quello di sollevare il dubbio sulla paternità dei libri della Trosi, be, allora niente in contrario: è sicuramente un’ipotesi come un’altra, anche se continua non spiegarmi da dove siano arrivate quelle 600.000mila copie vendute.

@Gamberone. Si, potrebbe essere sia scema che raccomandata, ma per dare peso ad un’affermazione del genere sarebbe necessario poterla prima dimostrare.

@Morgante. Non sono un esperto nel campo, ma credo che la sottile linea di demarcazione fra raccomandazione e segnalazione stia nella loro origine: se un lavoro viene segnalato perchè ritenuto meritevole sul piano tecnico allora è proprio una segnalazione, se lo si fa per amicizia o dietro compenso allora sfocia nella raccomandazione ( ma chiaramente è una distinzione in via molto teorica XD )

#242 Comment By Morgante On 1 ottobre 2008 @ 16:55

E’ quello che penso anch’io, wewec. : )
Non è il fatto che qualcuno ti appoggi, ma il perché lo fa, e come.
Siamo d’accordo! Grazie per l’opinione.

#243 Comment By wewec On 1 ottobre 2008 @ 17:15

@Morgante. Figurati, dovere XD

#244 Comment By gamberone On 2 ottobre 2008 @ 01:33

x Morgante

..uhm…segnalazione o raccomandazione.
Non volevo darti una conclusione banale subito,ma pensare insieme.

Dapprima riflettevo : se fra cento opere scritte con simile argomentazione e genere ( un giallo ad esempio) ed equivalente spessore letterario (esempio estremo ma giusto per capirci) tutte frutto di segnalazioni, ce ne fossero una o due raccomandate allora è chiaro che queste ultime avrebbero la meglio e dunque la raccomandazione avrebbe un ruolo di “spinta in più” della sola segnalazione.
Dopo pensandoci ancora mi dicevo:
ma le grandi “industrie” editoriali devono far soldi e libri per forza è il loro lavoro.Esse sanno che di capolavori ne escono pochi ogni cent’anni e quindi se dovessero pubblicare solo per segnalazione e/o raccomandazione questo non basterebbe.Devono fiutare l’affare e/o costruirlo.E dunque penso ragioneranno in questo modo:
tra le tante opere di statura più o meno bassa (o standard per essere gentile) che ci vengono segnalate(neanche inviate magari, perché così tante che vengono subito cestinate), scegliamo quelle che per “argomentazione e genere” pompate con una incredibile pubblicità (e quest’ultima poi dipende dalla forza del gruppo editoriale in questione) si prestano maggiormente a diventare un “reddito quotidiano sicuro”, niente di straordinario ma per sostenerci e sostenere poi le pubblicazioni che riteniamo capolavori poco vendibili nell’immediato o per finanziare altri progetti..ecc. Meglio ancora se l’opera in questione magari è accompagnata da una lettera dell’autore (o parenti o amici o…ecc..) ove dichiara di voler contribuire con una più o meno modesta somma di euro X alla pubblicazione del suo primo libro .Sicuramente (in base alla somma e al gruppo editoriale bersaglio) quell’opera avrebbe più probabilità di essere pubblicata (corretta, ovviamente e/o riscritta ;impacchettata insomma come secondo manuale del caso).Restando in quest’ottica allora il confine fra raccomandazione e segnalazione ha poco senso perché tanto loro pubblicano solo quello che decidono di pubblicare e a modo loro a prescindere.Seguono le loro statistiche di vendita e decidono di pubblicare solo quello che non per contenuto ma per forma (e copertina aggiungerei) e grande pubblicità si presti ad un forte impatto iniziale.Così la gente compra anche solo per curiosità, e noi incassiamo tanto.Quando poi quel pubblico è saturo, facciamo la stessa cosa in altri paesi ( e da qui le varie traduzioni in varie lingue anche indiane o in geroglifico ).Insomma questo è quello che penso del confine tra segnalazione e raccomandazione in termini pratici, cioè : inesistente. Ovviamente questo dal punto di vista dell’editore perché prima della segnalazione e prima della raccomandazione conta cosa sto cercando io,gruppo editoriale,in quel momento e, penso che sicuramente, è solo questo che farò, non altro.

Per fare un esempio estremo, facciamo finta che il figlio di Mondadori dica al padre:
-papà, papà, voglio pubblicare il mio racconto del fico secco che va in campagna.

In questo caso penso che più raccomandato di lui non ce ne sia .

e il padre da esperto gli dirà:
- no, no se pubblichiamo dobbiamo vendere.Adesso vanno di moda le guerre e le cronache perciò adesso lascia stare il fico secco e scriviamo insieme un fantasy. Faremo tanti bei disegni e una pubblicità immensa vedrai quanto vendiamo.Magari scegliamo pure un tuo nome d’arte, meglio non farsi riconoscere,no?

Alla fine che tu sia segnalato o raccomandato faranno sempre e solo i loro affari.

Ben altra cosa invece,se tu ti poni la questione dal tuo punto di vista come autore.Cioè se vieni pubblicato grazie ad una segnalazione che tu ritieni possa essere qualcosa in più di una semplice segnalazione e dici a te stesso: ma sono stato segnalato o raccomandato?Qual’è il confine fra le due cose per capire come mi devo sentire?
in questo caso il tuo è un problema etico, di onestà intellettuale nei confronti di te stesso.
E qui vengo alla risposta apparentemente banale che volevo darti all’inizio e cioè:

è il pubblico, i lettori che lo stabiliranno leggendo ed esprimendo la loro opinione della tua opera.Ecco,ad esempio se hai scritto un libro e qualcuno scrivesse della tua opera come Gamberetta ha fatto della Troisi mostrando in maniera evidente delle carenze allora io,al posto tuo, non mi sentirei tanto segnalato.Ok?

Ho scritto molto perché volevo renderti partecipe delle cose che mi son passate per la testa in seguito alla tua domanda.Mi scuso
se troppo lungo.
A presto

PS: x vash: “se sei uomo non risponderai”….hi hi hi hi hi

#245 Comment By Morgante On 2 ottobre 2008 @ 06:13

Grazie della risposta, Gamberone.
Beh, dal mio punto di vista sono tranquilla, naturalmene. So di non avere conoscenze, e continuo ad essere rifiutata anche se attraverso un’agenzia, quindi…Mi arrovellavo su una simile domanda, perché dato che le agenzie non sono molte in Italia, è difficile capire com’è sentita la cosa. Chi sbraita contro, chi non le considera proprio, ecc. Non c’è il sistema massiccio degli Stati Uniti, ad esempio. Non so dove l’ho letto, forse in On Writing: mi pare che il concetto fosse “senza un agente, non sperare neppure di poter sfiorare una casa editrice, nemmeno per sbaglio (per le riviste forse è diverso).”
Qui invece la stragrande maggioranza della gente spedisce e basta.
Più che questione etica per me, che so bene cosa faccio, diciamo che era una curiosità insistente. Mi chiedevo proprio come viene visto qualcuno che si rivolge a un’agenzia in Italia. Allora pensavo: chi contatta un’agenzia e grazie a quella riesce ad ottenere anche solo che uno stesso libro venga letto due volte, com’è considerato?
Viene già sbattuto nel grande circo delle raccomandazioni, o è percepita una differenza? Poi è ovvio, dipende tutto dalle case editrici. Anche dall’agenzia me l’hanno detto. La prima, quella di mezzo, e ultima parola è sempre e solo loro.
Grazie, ciao

#246 Comment By Guglielmo On 10 ottobre 2008 @ 22:01

Scusate il ritardo.
Ci sarebbero un bel po’ di cose da chiarire, una volta letta la recensione senza farsi fuorviare dalla patina di sarcasmo [che, ricordo, spesso è un efficace mezzo per dividere in pareri opposti senza far riflettere].

Partiamo però dal romanzo della Troisi: la mia tesi è che la scrittrice abbia in mente un Lettore Ideale, e si rivolga ad esso senza preoccuparsi di altro.
Il suo lettore target è una ragazza, teenager.
Detto in parole povere, la Troisi scrive fantasy per ragazze.

Prendendo atto di questo, e mettendosi il cuore in pace, una buona metà della tua recensione si può tranquillamente eliminare, perché è del tutto dipendente dal tuo punto di vista – che è soggettivo, ogni tanto ricordiamocelo.
In un altro tuo post hai scritto:

“Non di meno, ci sono anche dei momenti dove è corretto raccontare. È un discorso lungo, ma il discriminante essenziale è la noia. Se quello che dobbiamo mostrare è noioso, è meglio raccontarlo.”

Sono l’unico a pensare che la NOIA sia un fattore del tutto dipendente dal gusto personale?
Spero, e immagino, di non essere il solo a pensarla così.
Il tono e la competenza con cui poni le critiche tendono a mascherare agli occhi di un lettore poco attento le falle piu’ larghe nei tuoi ragionamenti.
Per esempio, il fatto che la Troisi ignori del tutto l’aspetto marziale di una battaglia – raccontandolo – e si concentri piuttosto sull’eroina che si taglia i capelli – mostrandolo- è una cosa del tutto dipendente dal suo gusto e da quello delle sue lettrici.
Che come tutte le lettrici di questo mondo, si smaronano di fronte a una battaglia sanguinosa, e invece di eccitano di fronte a una barbie da pettinare.
Non dovresti considerare il tuo piacere come un fatto oggettivo, prova è il fatto che tu, femmina 18enne, hai gusti diversi dalla maggioranza delle tue coetanee.
Giuro, in vita mia di ragazze che si esaltassero di fronte a una battaglia ben filmata o scritta o quant’altro ne ho trovate davvero poche, e quelle poche mi ricordavano Vàsquez di Aliens Scontro Finale
["Hudson: Ehi Vasquez, ti hanno mai scambiato per un uomo?
Vasquez: No, e a te?"]

Stessa cosa vale anche per i pianti di Nihal. Le ragazze piangono.E tanto.
Niente di male. Sono convito che il 90% delle ragazze, nei panni della protagonista, sottoposte al medesimo stress, reagirebbero nello stesso modo.
In un certo senso si può dire che la Troisi abbia usato un tocco di verismo nel caratterizzare Nihal [ahahha]

Per tutte le altre critiche mi trovi d’accordo.
La coerenza, la cura nel caratterizzare l’ambientazione e la logica sono state completamente sottovalutate dalla Troisi.
Inesperienza?Inettitudine o semplice disinteresse?
Perché avrebbe dovuto puntare su aspetti che non le interessavano e sapeva benissimo non sarebbero interessati al suo Lettore?
Il successo di fatto ha dimostrato che molti lettori hanno trovato piacevole il suo modo di affrontare una storia fantasy [ci possiamo anche fare discussione di alta filosofia su quanto sia importante la pubblicità, ma sono d'accordo su questo punto con Danzieri. Il mercato è in mano soprattutto al passaparola.]

Lasciando da parte la Troisi e tornando ai punti da chiarire.
Se accetti la sfida, posso dimostrarti che i punti su cui basi la maggior parte delle tue critiche, da te esaminati qui, sono del tutto fallaci.
Come? recensendo un classico della narrativa fantasy di R.E. Howard.

#247 Comment By gugand On 10 ottobre 2008 @ 22:32

@Guglielmo
Il fatto che un libro sia scritto per un determinato target non significa che sia bello giocare sull’ignoranza o la stupida’ del proprio target per non documentarsi o descrivere approssimativamente parti importanti.
Il mostrare e non raccontare non e’ solo questione di gusti, ma riconosciuta come regola di buona scrittura. Le regole di buona scrittura non sono assolute, ma quando vengono ignorante continuamente il racconto diventa brutto perche’ alla fine trasparira’ la poca cura posta nel racconto da parte dell’autore e dell’editor. Qualcuno o anche molti potrebbero non notare le mancanze, specie se il linguaggio e’ scorrevole, ma un lettore attento le nota.
Io ricordo quando lessi la trilogia delle cronache ricordo solo che non mi era piaciuto ed avevo la sensazione che non fosse solo per una trama debole, c’era qualcosa di bassa qualita’ che non percepivo. Leggendo questo blog mi sono fatto un’idea a cosa bisogna fare attenzione ed usando i criteri di gamberetta ho capito cosa non mi piace dei racconti e sono diventato un lettore piu’ consapevole.

#248 Comment By Guglielmo On 11 ottobre 2008 @ 11:57

Quelle che TU ritieni parti importanti, possono non esserlo per il Lettore della Troisi.
E scusa se te lo faccio notare, ma il tuo punto di vista è arrogante, dà per scontato che i lettori della Troisi, avendo dei gusti diversi dai tuoi, siano stupidi o ignoranti.
Non ti ha mai sfiorato l’idea che qualcuno potrebbe avere esigenze narrative diverse dalle tue?
La regola del mostrare non è assoluta, come ammette anche Gamberetta, il suo utilizzo dipende dalla sensibilità dello scrittore e da quello che vuole mostrare.

=>>
Se quello che mostra provoca piacere nel lettore, l’opera viene apprezzata.

#249 Comment By GiD On 11 ottobre 2008 @ 14:34

@ Guglielmo

Però c’è da dire, come spesso fa notare Gamberetta, che l’autore non può aggirare le conseguenze di una sua scelta. Se la Troisi sceglie come protagonista una donna guerriero, destinata a grandi battaglie e sempre nel cuore dell’azione, allora tutto diventa meno soggettivo. Con una donna guerriero per protagonista le battaglie sono oggettivamente qualcosa di cruciale. In ogni battaglia lei rischia la vita, ogni battaglia potrebbe essere l’ultima. Raccontare in questo caso è sbagliato, al di là della sensibilità dell’autore.
Anche il discorso della noia non è da gettare del tutto nel campo della soggettività. Mostrare attimo per attimo una normalissima giornata d’ufficio del protagonsta è oggettivamente noioso (e inutile), anche se magari allo scrittore piacerebbe farlo e a qualcuno piacerebbe leggerne.
Se si ripete a oltranza “è soggettivo”, “de gustibus” e compagnia bella, non si arriva da nessuna parte. Uno deve anche saper distinguere tra gusto personale e valore oggettivo.

#250 Comment By Guglielmo On 11 ottobre 2008 @ 15:23

Scusa Gid ma dici sciocchezze.
La noia è soggettiva, altrimenti allora poniti questa domanda: chi stabilisce cosa è oggettivamente noioso. Tu? Io? Gamberetta? Un Arbiter elegantiae alle opinioni del quale dobbiamo sottometterci?
L’esempio che poni è forzato dal TUO modo di vedere cosa è o non è noioso.
Per me potrebbe essere eccitante una giornata in ufficio, se fossi un aborigeno australiano, viceversa scuoiare serpenti sarebbe di una noia mortale.
Come la mettiamo?

Il valore oggettivo non esiste, se fai una critica estetica. Anzi, diciamo che non esiste nell’ambito che ci riguarda in questo momento.
Non si può stabilire con assoluta certezza che il romanzo della Troisi sia bello o brutto, noioso o stimolante.
C’è chi la pensa in un modo e chi in un altro. Puoi unirti alla schiera di coloro che pensano, come gugand e altri, che l’opposto del loro parere sia l’ignoranza e/o la stupidità. Fai pure.
Ti confido però che anche dall’altra parte, la reazione è simile. Chi ha ragione?

Ah poi, ultima cosa: la ragazza guerriera è un pretesto. Prendi con le pinze quello che scrivo, perchè non sono nella testa della scrittrice. Comunque penso sia stato un pretesto per raccontare la sua storia.
Mi sembra che lei stessa lo abbia ammesso.

#251 Comment By AryaSnow On 11 ottobre 2008 @ 15:27

Stessa cosa vale anche per i pianti di Nihal. Le ragazze piangono.E tanto.
Niente di male. Sono convito che il 90% delle ragazze, nei panni della protagonista, sottoposte al medesimo stress, reagirebbero nello stesso modo.

Ma il 90% delle comuni ragazze della nostra società nemmeno andrebbe ad arruolarsi in un’accademia militare (andando tra l’altro controcorrente rispetto alla società), a fare duri addestramenti con le armi, a buttarsi in mezzo alle battaglie (senza adeguate protezionii, tra l’altro O_o) ammazzando un sacco di “gente” ed esponendosi ad un alto rischio di lasciarci le penne. Quindi questo paragone non ha molto senso. Sinceramente da una tipa del genere non mi aspetto un comportamento identico a quello di una qualsiasi adolescente di oggi. Soprattutto non mi aspetto che poco prima della sua prima battaglia in assoluto pensi a guardarsi allo specchio e a contemplare i suoi occhionionioni. Quella l’ho trovata un’uscita proprio penosa O_o.

Al di là di questa precisazione…

Io non concordo con GiD e non credo nella possibilità di calcolare un valore oggettivo. Per in fondo è tutta una questione veramente soggettiva. Ciò lo sottintendo sempre, in genere non sto nemmeno specificarlo. E concordo con Guglielmo, la noia è qualcosa di personale. Anche la critica che ho mosso poco sopra per qualcuno potrebbe non costituire un difetto. Ci saranno sicuramente tante ragazzine che vogliono leggere di una ragazzina simile a loro, ma vogliono che sia anche una guerriera, perchè ciò “fa figo”. Il fatto che sia poco realistico passerà in secondo piano, perchè l’importante è che “sia bello”, e per loro lo è.

Però, Guglielmo:
Il fatto che tutto in fondo sia soggettivo non significa che non si possa esprimere la propria opinione, no? Allora che senso ha criticare una recensione con questo concetto? E’ sottinteso che una recensione esprima sempre il punto di vista del recensore. Tutto e soggettivo, embè?
Piuttosto dicci cosa pensi tu del libro, se ti piace, se non ti piace e perchè. Questo è un confronto interessante.

#252 Comment By Gamberetta On 11 ottobre 2008 @ 15:29

@Guglielmo.

Lasciando da parte la Troisi e tornando ai punti da chiarire.
Se accetti la sfida, posso dimostrarti che i punti su cui basi la maggior parte delle tue critiche, da te esaminati qui, sono del tutto fallaci.
Come? recensendo un classico della narrativa fantasy di R.E. Howard.

Guarda che è pieno di scrittori di narrativa fantastica che non seguono (tutti) i “precetti” indicati in quell’articolo. Tanto per dirtene due che mi piacciono: H.P. Lovecraft e Neal Stephenson. C’è però una bella differenza fra costoro e la Troisi: gente come Lovecraft e Stephenson è consapevole di quello che fa. La Troisi no, la Troisi non segue certi principi per motivi stilistici-filosofici, ma perché li ignora.
Tra l’altro uno Stephenson, a mio modesto avviso, sarebbe molto più efficace se si convincesse anche lui che narrare solo l’essenziale è un’ottima pratica. Perciò nel suo caso direi che è un buon scrittore nonostante non segua quella regola. Non perché ma nonostante.
Ciò premesso, non è che tu debba convincere me, dato che di mio in quell’articolo c’è molto poco. Devi convincere Scott Card, David Gerrold, Stephen King, Cory Doctorow, Dean Koontz & soci.
Perciò cerca i manuali relativi, leggili e poi manda una bella mail di critica agli autori, se la invii per conoscenza anche a me la leggerò volentieri.

#253 Comment By Guglielmo On 11 ottobre 2008 @ 15:30

Mostrare attimo per attimo una normalissima giornata d’ufficio del protagonsta è oggettivamente noioso (e inutile), anche se magari allo scrittore piacerebbe farlo e a qualcuno piacerebbe leggerne

.

Scusami se aggiungo: questa frase è oggettivamente sbagliata.
Riesci a capire perchè? :P

#254 Comment By Guglielmo On 11 ottobre 2008 @ 16:15

@Gamberetta: parbleu, riesci a contraddirti e non poco.
Al di là del fatto che tu non puoi sapere con certezza se la Troisi ignori o meno questi principi – sei nella sua mente? – il fatto che lei commetta gli stessi errori di tanti altri grandi autori di fantasy del passato come può essere motivo di critica?
Dici: la regola X è una buona regola, la Troisi scrivendo non la segue e il suo romanzo fa schifo [sto semplificando eh].
Poi andiamo a vedere gli altri scrittori, e anche loro non la seguono.
Com’è possibile?C’è qualcosa che non torna, non credi?
Non è vero poi che la Troisi non segua nessuna regola, le segue in base alla sua sensibilità, come nel caso dell’utilizzo del mostrare.
Per dare un tuo giudizio spacciandolo per corretto e assoluto ti sei dovuta appoggiare a una regola, ritenendola oggettiva, senza sospettare che neppure gli scrittori più affermati la utilizzano tutti allo stesso modo – ecco il fattore che determina le differenze tra loro.

Sul secondo pezzo. Non è citandomi manuali e manualetti di scrittura che dimostri la tua posizione o la sua validità.
Ora che ci penso, dovrei mandare una mail anche a vecchio Samuel, che in un suo testo scriveva:

Fondo la mia tesi su quegli elementi già stabiliti in altra sede, che definiscono il metro come la forma propria della poesia e la poesia senza metro come imperfetta e difettosa
S.T.Coleridge, “Shakespeare e la forma poetica”

chissà, magari riesco a spiegargli la poesia degli ultimi centocinquantanni :D
Questo per dire, che lo scrivere bene o l’essere un autore di fama non garantisce né garantirà mai il possedere l’autorità assoluta nel stabilire come sia corretto scrivere. O cosa sia bello e cosa non lo sia.
Non farmi fare esempi.

@Arya: il tuo nick è stupendo, adoro la piccola Arya :D
I libri della Troisi non mi piacciono per tanti motivi, ma non sono così sciocco da pensare che il mio gusto personale sia IL valore di riferimento.
Non è neanche corretto dire che è tutto soggettivo: ci si mette d’accordo sui parametri da adottare, accettati da un gruppo più o meno ristretto di persone e attraverso questi si giudica un prodotto.
L’utilità della recensione serve proprio per mettere in luce le caratteristiche peculiari di qualcosa, per indirizzare il gusto personale alla scelta o meno.Non possono pretendere di giudicare – in assoluto- qualcosa.

In questo senso, la recensione corretta, secondo me, sarebbe dovuta essere:
“La Troisi ignora del tutto le battaglie e si preoccupa di più dei tormenti della sua protagonista”

E’ ben diverso dal dire:

“La Troisi è scema perché ignora….e il suo libro fa schifo”.

ps: valar morghulis!

#255 Comment By Gamberetta On 11 ottobre 2008 @ 16:28

@Guglielmo. Ho citato delle eccezioni. Ci sono un sacco di scrittori che non seguono certi principi, ma ce ne sono 10 volte tanti che invece ne tengono conto. Un buon 90% degli scrittori professionisti di narrativa fantastica applica i principi fondamentali del mostrare e non raccontare, documentarsi prima di scrivere, mantenere saldo il punto di vista, ecc.
Ciò non vuol dire che non si possano trovare altre strade, come c’è riuscito Lovecraft e come a tratti ci riesce Stephenson. La Troisi non ci riesce. I suoi romanzi sono delle vaccate a prescindere, poi, andando ad analizzarli, si può scoprire che molto del “marcio” deriva da una scarsa conoscenza delle basi della narrativa.
Questo discorso però l’ho già fatto più di una volta e sono stufa di ripetermi. Se ti sta bene, bene, se non ti sta bene, bene uguale. Se la faccenda davvero t’interessa, ti esorto di nuovo a leggere le fonti, perché di sicuro King o Gerrold sanno spiegare certi meccanismi meglio della sottoscritta.

#256 Comment By GiD On 11 ottobre 2008 @ 16:34

@ Guglielmo & AryaSnow

L’esempio che poni è forzato dal TUO modo di vedere cosa è o non è noioso.
Per me potrebbe essere eccitante una giornata in ufficio, se fossi un aborigeno australiano, viceversa scuoiare serpenti sarebbe di una noia mortale.
Come la mettiamo?

La mettiamo che io nel mio romanzo glisserò sulla giornata d’ufficio e l’aborigeno glisserà sullo scuoiare i serpenti. E’ naturale che ognuno sia “impigliato” nella propria cultura e nel proprio modo di vivere, che determina di fatto il modo di vedere e concepire la realtà.
Se si fa un discorso generale sul concetto di “noia” è naturale sfociare nella soggettività. Qui si sta parlando (se non mi sbaglio) di narrativa, nel particolare di narrativa fantastica. Gamberetta parla della noia nell’ottica del dover scegliere fra raccontare e mostrare. La stessa Gamberetta dice che non è facile capire quando fare una cosa e quando fare l’altra, ma campare per aria la frase “a volte è bene raccontare, a volte è bene mostrare” non serve a niente. Proprio per questo Gamberetta prende come discriminante principale la noia. Se si devono descrivere azioni meccaniche e ripetitive, che hanno scarso peso nella storia, allora è meglio raccontare piuttosto che mostrare (vedi l’esempio dei maiali squartati).
Tu hai risposto a un’indicazione del tutto ragionevole con un ostinato “è tutto relativo!”, posizione che puoi benissimo difendere con discorsi astratti sulla concezione della noia e sul relativismo culturale, ma che sul piano pratico della stesura di un romanzo ha dei forti limiti.
Quando dico che bisogna saper andare oltre il gusto personale forse non mi spiego bene. Non voglio dire che esiste il bello in assoluto e il brutto in assoluto, anzi, non voglio proprio entrare nel merito di una questione così comoplessa. Dico semplicemente che anche quando ci piace qualcosa dobbiamo essere in grado di capire se ci sono dei difetti “oggettivi” e non arroccarci dietro il “a me piace così!”. Per spiegarmi meglio: io ho imparato ad amare la lettura con Harry Potter quando ero piccolo e di certo è ancora l’opera letteraria che più mi ha coinvolto e che più mi è piaciuta, ma questo non mi impedisce di vederne i difetti. Se c’è una forzatura, c’è , non importa se “a me piace!”.
Capite cosa intendo quando dico “distinguere fra gusto personale e valore oggettivo”?

Ah poi, ultima cosa: la ragazza guerriera è un pretesto. Prendi con le pinze quello che scrivo, perchè non sono nella testa della scrittrice. Comunque penso sia stato un pretesto per raccontare la sua storia.
Mi sembra che lei stessa lo abbia ammesso.

La ragazza guerriero c’è, pretesto o no. Ogni scelta in un’opera ha delle conseguenze, ignorarle è sintomo di pigrizia dell’autore e di poco rispetto verso il lettore.

Scusami se aggiungo: questa frase è oggettivamente sbagliata.
Riesci a capire perchè? :P

Spero tu non ti riferisca ai tempi verbali perché (accento acuto!) ti garantisco che sono corretti.

#257 Comment By AryaSnow On 11 ottobre 2008 @ 17:02

I libri della Troisi non mi piacciono per tanti motivi, ma non sono così sciocco da pensare che il mio gusto personale sia IL valore di riferimento.

Certo, ho capito, sono pure d’accordo.
Però… mah… piuttosto mi interesserebbe sentire come mai a te la Troisi non piace ^^

Non è neanche corretto dire che è tutto soggettivo: ci si mette d’accordo sui parametri da adottare, accettati da un gruppo più o meno ristretto di persone e attraverso questi si giudica un prodotto.
L’utilità della recensione serve proprio per mettere in luce le caratteristiche peculiari di qualcosa, per indirizzare il gusto personale alla scelta o meno.Non possono pretendere di giudicare – in assoluto- qualcosa.
In questo senso, la recensione corretta, secondo me, sarebbe dovuta essere:
“La Troisi ignora del tutto le battaglie e si preoccupa di più dei tormenti della sua protagonista”

Primo: e perchè mai la recensione corretta dovrebbe essere quella? Chi ti dice che i suoi parametri si riducono solo a questo? Secondo i suoi parametri probabilmente è fastidiosa pure una grande guerriera che si comporta da adoloscente capricciosa dei paesi occidentali del XXI secolo. Perchè non potrebbe usare anche questo criterio?
Secondo: perchè uno dovrebbe “mettersi d’accordo” su dei parametri? Io personalmente non ne fisso mai. Certo, i miei gusti hanno delle tendenze più o meno marcate, ma c’è differenza tra le due cose. Lascio sempre un ampio margine di flessibilità e non mi sento affatto in dovere ad essere “strettamente coerente con dei parametri”. Personalmente non scrivo recensioni, ma il punto è che non mi sentirei in dovere di farlo nemmeno se ne scrivessi . Una recensione per me non è nient’altro che una propria opinione espressa in maniera più dettagliata e argomentata, preferibilmente con un aggiunta di informazioni in più (ad esempio, segnalare da cosa l’opera trattata è stata influenzata).
Boh, a me sembra un discorso un po’ senza senso.

PS: valar dohaeris =P

#258 Comment By AryaSnow On 11 ottobre 2008 @ 17:32

GiD:

Dico semplicemente che anche quando ci piace qualcosa dobbiamo essere in grado di capire se ci sono dei difetti “oggettivi” e non arroccarci dietro il “a me piace così!”. Per spiegarmi meglio: io ho imparato ad amare la lettura con Harry Potter quando ero piccolo e di certo è ancora l’opera letteraria che più mi ha coinvolto e che più mi è piaciuta, ma questo non mi impedisce di vederne i difetti. Se c’è una forzatura, c’è , non importa se “a me piace!”.

E’ chiaro che tu non devi far finta di non vedere la forzatura solo perchè nel complesso ami HP. In questo caso devi dire “A me HP piace molto, ma non è perfetto e ci vedo questi difetti”. Però essi rimangono pur sempre difetti per te. Un altro ti potrebbe dire “mah… io non la vedo come una forzatura, secondo me anzi rende al meglio quel tale concetto…”. Chi ha ragione? Se il tuo interlocutore è intellettualmente disonesto e vuole solo idealizzare HP è un conto, ma se invece è sincero? Cioè, alla fine è sempre qualcosa di legato alla soggettività. Tu hai messo “oggettivi” tra virgolette, hai fatto bene, io personalmente cerco di trattenermi proprio dall’usare quella parola.
Per carità, non voglio fissarmi con questa storia XD Volevo solo precisare la cosa.
Poi ovviamente questo relativismo di fondo non dovrebbe impedire di esprimere le proprie opinioni, nè tantomeno di farlo con una certa forza. Altrimenti non si potrebbe discutere seriamente di niente. Inoltre vivremmo in un mondo molto palloso ^_^

#259 Comment By Guglielmo On 11 ottobre 2008 @ 18:08

@Gamberetta: io sarei anche stufo di leggere gente che ignora dibattiti millenari sull’Estetica e si promuove ad arbitro del Bello, dopo aver letto un paio di “fonti”. Hai aperto un blog, hai lasciato il commento libero, se ti stufa rispondere non farlo.
Posso dimostrarti che un romanzo di Howard, a seguire il tuo metro di giudizio, verrebbe devastato e il suo autore farebbe la fine della Troisi.
E non si parla di piccoli errori , o di “eccezioni”, sia chiaro. Howard non si documenta, mostra quello che gli interessa e racconta il resto, usa l’infodump in maniera spesso assurda. Com’è possibile?
Anche il padre della S&S scriveva vaccate, suppongo.
Ma nasconditi pure nell’ipse dixit.

@GiD no, mi riferivo al fatto che una cosa non può essere allo stesso tempo oggettivamente noiosa e soggettivamente non noiosa.
Contraddizione.
Detto questo, il tuo discorso è già diverso da quello che fa Gamberetta. Molto più complesso e profondo perché distingue tra difetti oggettivi – es: logica nella trama – e gusto personale.
Gamberetta fa un bel mischione e va anche a sfottere i lettori che hanno apprezzato i romanzi della Troisi.
Poi, per rincarare la dose, si mette a citare regole di buona scrittura considerandole la Bibbia. Perché è evidente, i soli difetti oggettivi sono rari e le serve qualcosa di più solido per criticare negativamente qualcuno[La Troisi in questo senso è un'eccezione, perché di errori ne commette tanti].
Ma ogni epoca, anzi ogni scrittore ha le sue regole. Non esistono LE regole.
Per esempio: rompere la coerenza descrittiva – come fa la Troisi nel bosco di pietra – è un difetto oggettivo.
Non documentarsi, che dovrebbe essere una delle REGOLE SACRE [dannati King E Gerrold!] NON è un difetto oggettivo.
Howard per esempio non lo fa, e vediamo Conan spaccare elmi d’acciaio con le spadine.
Cosa?Come dici?Conan non si è documentato?Ha usato la fantasia?!!
Tipico dei barbari…
Scegliere come protagonista una ragazza guerriera e poi concentrarsi sulla sua toeletta invece che sulle battaglie NON è un difetto oggettivo, perché è una caratteristica del genere.
Come come nella serie Harmony Amori nei Caraibi immagino -immagino eh- gli autori concentrati più su quello che i pirati fanno nelle camere da letto con la figlia del Governatore, piuttosto che sulle loro imprese guerresche.

Per questo motivo si può anche apprezzare un romanzo al di là dei suoi difetti “oggettivi”, e un’eventuale critica [se vuole essere una critica decente] si deve fermare nel momento in cui si entra nel campo del gusto personale.

@Arya:

Cosa non mi piace dei romanzi della Troisi?
La trama scontata – dopo 15 anni di fantasy,di evil overlord ed eroi eletti dal destino ne ho piene le scatole.
Martin è uno dei pochi che si discosta, e infatti apprezzo.
Non essendo poi né donna né teenager, battaglie e duelli sono almeno un gradino sopra Barbie Gira La Moda fantasy

Per il resto:

Puoi recensire come ti pare, però si deve anche stare attenti a non passare dalla recensione al parere personale.
Una recensione, quando è fatta bene, è influenzata il meno possibile dal giudizio personale, ed è molto utile per valutare se quel prodotto ci potrebbe interessare o meno.
Il fatto che al recensore il prodotto piaccia o no è del tutto irrilevante, non ti pare?

#260 Comment By Guglielmo On 11 ottobre 2008 @ 18:12

Poi ovviamente questo relativismo di fondo non dovrebbe impedire di esprimere le proprie opinioni, nè tantomeno di farlo con una certa forza. Altrimenti non si potrebbe discutere seriamente di niente. Inoltre vivremmo in un mondo molto palloso

Dici?Io mi annoierei di più in un mondo dove la Verità è una e una sola, immutabile.

#261 Comment By AryaSnow On 11 ottobre 2008 @ 18:22

Puoi recensire come ti pare, però si deve anche stare attenti a non passare dalla recensione al parere personale.
Una recensione, quando è fatta bene, è influenzata il meno possibile dal giudizio personale, ed è molto utile per valutare se quel prodotto ci potrebbe interessare o meno.
Il fatto che al recensore il prodotto piaccia o no è del tutto irrilevante, non ti pare?

No, non mi pare, perchè per me la recensione alla fine è pur sempre un giudizio personale.

Dici?Io mi annoierei di più in un mondo dove la Verità è una e una sola, immutabile.

Un mondo dove la verità è una sola non solo mi annoierebbe, ma mi nauserebbe. Ma cosa c’entra questo ora? Non mi pare di aver detto di desiderare un mondo così.

#262 Comment By GiD On 12 ottobre 2008 @ 01:35

Scegliere come protagonista una ragazza guerriera e poi concentrarsi sulla sua toeletta invece che sulle battaglie NON è un difetto oggettivo, perché è una caratteristica del genere.

ma di quale genere parli visto che il romanzo in questione è catalogato e pubblicizzato come “fantasy”?

#263 Comment By Guglielmo On 12 ottobre 2008 @ 11:55

Con “genere” intendevo il filone interno al fantasy a cui appartiene la saga della Troisi.
E’ la mia idea, l’ho specificata nelle prime righe del primo intervento.
Sai, non esiste solo 1 tipo di Fantasy, e anche tra i vari sottogeneri di Fantasy ci sono grosse differenze.
Ne devi tener conto quando parli di un libro. Tu recensiresti un giallo con gli stessi canoni di un romanzo d’amore. No? Bene, non vedo perché i libri della Troisi debbano subire questo trattamento.

#264 Comment By gamberone On 14 ottobre 2008 @ 04:33

Guglielmo,
dopo aver letto i tuoi interventi fino a questo ultimo mi sorprende ancora che tu non sia d’accordo in toto con Gamberetta (o almeno pensi di non esserlo).
Dico questo perché fra le altre cose hai detto :

1) “la ragazza guerriera è un pretesto”

2) “Il suo lettore target è una ragazza, teenager.
Detto in parole povere, la Troisi scrive fantasy per ragazze”

3) “La Troisi ignora del tutto le battaglie e si preoccupa di più dei tormenti della sua protagonista”

4) “Non essendo poi né donna né teenager, battaglie e duelli sono almeno un gradino sopra Barbie Gira La Moda fantasy”

Ma allora de che stamo a parlà ?
Da quello che hai scritto io deduco solo che quelli della Mondadori avrebbero dovuto realizzare delle bamboline stile Barbie ben confezionate , coi capelli blu e gli occhioni un pò tristi/umidi, vestite da guerriere seminude e all’interno della scatola (magari tipo ovetti kinder) mettere le storielle scritte dalla Troisi.Allora forse sarebbe stata una mossa commerciale più degna!Invece l’hanno spacciati per LIBRI.LIBRI,capisci? E inoltre tu, continui dicendo:

“Scegliere come protagonista una ragazza guerriera e poi concentrarsi sulla sua toeletta invece che sulle battaglie NON è un difetto oggettivo, perché è una caratteristica del genere.”

(mi domando proprio quale!!???dove? ed ecco subito la tua risposta..)

“Come come nella serie Harmony Amori nei Caraibi immagino -immagino eh- gli autori concentrati più su quello che i pirati fanno nelle camere da letto con la figlia del Governatore, piuttosto che sulle loro imprese guerresche.”

E quindi….

“Con “genere” intendevo il filone interno al fantasy a cui appartiene la saga della Troisi. Sai, non esiste solo 1 tipo di Fantasy, e anche tra i vari sottogeneri di Fantasy ci sono grosse differenze.
Ne devi tener conto quando parli di un libro. ”

Appunto, quando parli di un libro, però!

di quale filone stai parlando?quello Troisiano? Unico delle risate forse?
La verità che Gamberetta evidenzia (e che io avallo pienamente) è che questi nuovi “generi” e/o filoni “fantasy” di cui tu parli hanno segnato e stanno segnando solo il declino della vera narrativa con questi “pacchetti ben confezionati ” per bambine!Alla faccia dei veri e vari talenti sconosciuti e sparsi per l’Italia (e il mondo) e che si fanno un “cu*o” così per migliorarsi e tentare inutilmente di trovare una prima pubblicazione.

E infine fiore all’occhiello:

“Posso dimostrarti che un romanzo di Howard, a seguire il tuo metro di giudizio, verrebbe devastato e il suo autore farebbe la fine della Troisi.”

Non ho letto Howard (me ne scuso ma ora non avrei nemmeno tempo di farlo) ma se tu inorridisci di fronte alla possibilità che tale scrittore venga devastato secondo i parametri di Gamberetta, questo vuol dire che almeno tu stimi Howard, giusto?posso allora permettermi di chiederti:

Per quale fascia di età e sesso scrive Howard?

saluti

#265 Comment By Guglielmo On 14 ottobre 2008 @ 12:51

Ciao Gamberone :)

I discorsi erano tre:

1)vorrei farvi riflettere sul fatto che le regole narrative di cui parla gamberetta e con sui giudica un romanzo non sono valide in assoluto.
C’è sempre stato e sempre ci sarà un furbone che stabilisce arbitrariamente delle regole per censurare quello che non gradisce. Ho fatto l’esempio di Coleridge non a caso.

2)a voler guardare il pelo nell’uovo, anche i capolavori di scrittori illustri fanno una pessima fine [vedi Howard, ma anche lo stesso King che gamberetta cita].

3)Le storie scritte dalla Troisi seguono le caratteristiche di un genere[nuovo?] che a quanto pare sta avendo molto successo – e non solo qui in Italia. Lo stesso discorso si può fare per Paolini, per esempio. Non scrivono rivolgendosi al target classico che era il lettore maschio 15-30enne, attirato da caratteristiche particolare del Fantasy che in queste storie ci sono poco o nulla.
E quindi?Non è fantasy?
Prendi questo modo di ragionare, portalo in un qualsiasi altro campo della comunicazione umana – musica, poesia, arti figurative etc – Ti accorgerai di quanto è ristretto e “stupido”.

Questo paragrafo è significativo:

di quale filone stai parlando?quello Troisiano? Unico delle risate forse?La verità che Gamberetta evidenzia (e che io avallo pienamente) è che questi nuovi “generi” e/o filoni “fantasy” di cui tu parli hanno segnato e stanno segnando solo il declino della vera narrativa con questi “pacchetti ben confezionati ” per bambine!Alla faccia dei veri e vari talenti sconosciuti e sparsi per l’Italia (e il mondo) e che si fanno un “cu*o” così per migliorarsi e tentare inutilmente di trovare una prima pubblicazione.

- Il declino?scusa ma non capisco: la gente che prima leggeva opere di qualità ora legge opere di minor qualità?
O, più realisticamente, si è allargato il mercato e quelli che prima NON leggevano ora hanno un prodotto che corrisponde ai loro gusti?I parametri con cui giudichi un declino, poi, sono del tutto soggettivi.

- Parliamo di cose che si possono dimostrare, per favore, e non di aria fritta: portami gli esempi di questi talenti incompresi rifiutati in modo sistematico per favorire la mediocrità e ne possiamo discutere.
Inoltre, posta anche l’esistenza di autori che non trovano un editore disposto a pubblicarli, per quanto bravi, bè ragazzo mio: è la legge del mercato.
Non vedo però cosa c’entri la Troisi in questo discorso…

p.s: Howard non penso intendesse rivolgersi a una fascia d’età precisa.E’ stato il padre di un filone – di più, un’autostrada – del fantasy per cui immagino si rivolgesse a un lettore con i suoi stessi gusti, più che a un target d’età.
Certo poi, i lettori della rivista su cui sono usciti i suoi lavori, negli anni 20′-30′ erano quasi tutti ragazzi, maschi.

#266 Comment By Clio On 14 ottobre 2008 @ 21:32

A Guglielmo

la mia tesi è che la scrittrice abbia in mente un Lettore Ideale, e si rivolga ad esso senza preoccuparsi di altro.
Il suo lettore target è una ragazza, teenager.
Detto in parole povere, la Troisi scrive fantasy per ragazze.

credo che tu abbia ragione, ma… con questo? Il fatto che Nihal in piena battaglia senta gli ordini del generale è una sciocchezza (“Gli ordini a voce non vengono uditi; per questo si usano tamburi e gong.” Sunzi, Arte della Guerra, settimo capitolo, Junzheng), è oggettivamente una stupidaggine. Forse la maggior parte delle lettrici non se ne accorgeranno (anche se trovo la cosa piuttosto strana), ma ciò non toglie al fatto che la scrittrice stia cercando di spacciare aria fritta. E’ come un falsario, ti vende un Mirò, tu magari non te ne accorgi, ma il quadro è un falso.
Ovviamente è un esempio, ma diciotto euro per pagine e pagine di castronerie sono comunque un furto.

una buona metà della tua recensione si può tranquillamente eliminare, perché è del tutto dipendente dal tuo punto di vista – che è soggettivo, ogni tanto ricordiamocelo.

No, certi errori sono oggettivi. Le misure sono sballate, i movimenti degli eserciti sono degni di una parodia ed i combattimenti sono assurdi. E’ un fatto, non un punto di vista (con buona pace di Nietzche, se non ricordo male).
Inoltre distanze, manovre e combattimenti sono punti focali del romanzo, la cui trama è decisamente scarna. nel film “The legend of the evil lake” si intravedono due brevi scene di battaglia, alquanto malriuscite secondo me, ma ciò non invalida il film, perchè il punto non è la battaglia, che è intravista a malapena, il punto è la storia di Biharang e di Janubi.
In un film come “Kingdom of Havens” invece la battaglia è fondamentale, non può essere sostituita da un messaggero che la racconta, e qui se il regista non sa fare il suo lavoro son dolori.

Sono l’unico a pensare che la NOIA sia un fattore del tutto dipendente dal gusto personale?

Qui sono d’accordo, anche se ci sono occasioni in cui qualcosa è talmente noioso da sfiorare l’oggettività.

Per esempio, il fatto che la Troisi ignori del tutto l’aspetto marziale di una battaglia – raccontandolo – e si concentri piuttosto sull’eroina che si taglia i capelli – mostrandolo- è una cosa del tutto dipendente dal suo gusto e da quello delle sue lettrici.

Qui invece non sono d’accordo. Ai fini della trama è vitale sapere come sta andando la battaglia, invece di come Nihal si taglia i capelli non cambia nulla. I fatti in un libro non sono davvero prestabiliti, accadono mentre li leggo. Per me lettrice, sapere se il terreno è bagnato o secco è vitale, perchè così, leggendo, posso immaginare come e perchè certe cose si verifichino e a chiandr la vittoria. invece se Nihal si scioglie i capelli prima di tagliarli non ha nessun effetto sugli avvenimenti.
Anche se io mi sono tagliata, una volta, i capelli con un coltello, e vi assicuro che non è una cosa intelligente disfare la treccia per un’operazione simile (nemmeno con un paio di forbici).

Che come tutte le lettrici di questo mondo, si smaronano di fronte a una battaglia sanguinosa, e invece di eccitano di fronte a una barbie da pettinare.

Frase insulsa e sessista.

tu, femmina 18enne, hai gusti diversi dalla maggioranza delle tue coetanee.

Non c’entra. Lei, femmina 18enne, ha conoscenze più vaste e approfondite, che le permettono di rilevare le idiozie. E ti assicuro che molti maschi 18enni sono altrettanto ignoranti delle loro coetanee.

Giuro, in vita mia di ragazze che si esaltassero di fronte a una battaglia ben filmata o scritta o quant’altro ne ho trovate davvero poche, e quelle poche mi ricordavano Vàsquez di Aliens Scontro Finale

Forse le tue conoscenze non sono molto vaste. Personalmente le scene di battaglia e combattimento (se fatte bene) mi esaltano e mi catturano, e non sono certamente mascolina, ma il punto è un altro: la battaglia è importante nella storia?
-No. Allora chi se ne frega se è scritta/filmata male.
-Sì. Allora DEVE esser fatta bene, altrimenti l’opera è pattume. Se in un film è cruciale esplorare la tundra (mettiamo stiamo parlando di cacciatori…) e costoro sono preoccupati dai possibili attacchi dei lupi, la storia è idiota. E’ idiota anche se a nessuno importa nulla della tundra, e se ci sono lupi nella tundra, e se i lupi attaccano gli uomini ecc.
Quindi non c’entra “ma tanto una ragazzina ignorante non se ne accorge”, c’entra “io sto spacciando aria fritta.

Stessa cosa vale anche per i pianti di Nihal. Le ragazze piangono.E tanto.

Mah… Io continuo a restare perplessa su questo genere di affermazioni. Parola di ragazza raomantica con tante amiche romantiche.

Inesperienza?Inettitudine o semplice disinteresse?
Perché avrebbe dovuto puntare su aspetti che non le interessavano e sapeva benissimo non sarebbero interessati al suo Lettore?

E perchè non ha scritto una storia in stile Moccia?
Uno il suo lavoro deve farlo bene e con coscienza. Se tu fai lo scrittore e parli di musicisti non puoi metterci che il pianista non sa leggere la chiave di basso, e se tu scrivi di gente che si fa guerra con cavalli elance non puoi metterci che i cavalieri impugnano picche. Il fatto che il lettore sia ignorante non è una scusante.
Uno scrittore non deve contribuire all’ignoranza.
Casomai, se ti rivolgi a ragazzine romantiche, porrai al centro la storia d’amore e manderai in dissolvenza il resto. Ma non è il caso della Troisi, in cui il punto non è sopravvivere e restare accanto all’amato, ma vincere la guerra.

Il successo di fatto ha dimostrato che molti lettori hanno trovato piacevole il suo modo di affrontare una storia fantasy

Il pubblico acclamava felice gli spettacoli gladiatori, allora erano una cosa ganza, perchè non rimetterli?
Ripeto, marciare sull’ignoranza della gente è una bassezza rivoltante, nel caso parzialmente scusata, dato che sono convinta che l’autrice non sia una meschina approfittatrice di fanciulle ingenue, ma una donna ignorante e poco intelligente.

#267 Comment By gamberone On 15 ottobre 2008 @ 00:25

per Guglielmo:

“Il declino?scusa ma non capisco: la gente che prima leggeva opere di qualità ora legge opere di minor qualità? ”

no Guglielmo,no!

Se una grande casa editrice ti dice (e ti vende in realtà) :
qui in Italia abbiamo un’astrofisica, giovanissima , un vero talento che ha scritto una grandiosa opera fantasy (le cronache di Narnia….perdon del mondo emerso) e poi te la confeziona con copertine allettanti, allora tu sei CURIOSO, sei ATTRATTO dall’evento (o almeno spacciato come tale) e vuoi andare a vedere (= comprare) un simile “capolavoro” e poi……. TI SENTI SOLO PRESO IN GIRO e pensi alle bambole .

E non è vero che non si può educare il “popolo” alla buona lettura.Sono proprio le case editrici con le loro produzioni in grande che dovrebbero contribuire alla “buona lettura”.
Il fatto che si siano vendute tante copie è proprio colpa di questa falsa,mirata e ingigantita pubblicità fatta all’opera , NON perché (come dici tu)

“si è allargato il mercato e quelli che prima NON leggevano ora hanno un prodotto che corrisponde ai loro gusti?I ”

No, no…non credo proprio sia così!Non è l’avvento di “nuovi” generi per una maggioranza (o minoranza ,questo decidilo tu) di popolo che ora finalmente “incontra il proprio gusto”.Non è il naturale cambiare delle cose , l’evolversi.E’ solo una conseguenza di una spaventosa ,invadente ,ingannevole,mirata e incredibile pubblicità !
Come il Grande fratello, l’isola dei mongoloidi , i Take That , tutti i cantantucoli bellini di passaggio che irrompono con una canzoncina sull’amore a sanremo e le ragazzette sbavano e comprano e…..chi più ne ha più ne metta (proprio per trasportare il discorso nei vari campi artistici come dicevi tu).

piuttosto chiediamoci :

Perché sono principalmente le ragazzine a comprare?
Questo è il vero messaggio che negli ultimi anni mi sta arrivando dai media, da ciò che si vende. Tutte le principali attività artistiche moderne stanno puntando su questo se non vedi.
Non si vede più un vero gruppo musicale dagli anni ’70 .Si fanno dischi per l’estate (tipo usa e getta) ed ora anche libri.E’ questo il “nuovo ” genere narrativo di cui stai parlando e che avrebbe diritto a crescere? A me sembra più un vero cancro diffuso dappertutto.
Sarà una mia opinione !

Saluti

Infine tu dici:

\”Howard non penso intendesse rivolgersi a una fascia d’età precisa \”

ma era proprio qui che ti volevo portare.Un libro, VERO, non ha e non può avere di questi \”limiti\”. Non so se ora mi sono spiegato meglio.

Saluti

#268 Comment By Guglielmo On 15 ottobre 2008 @ 13:52

Gamberone, mi vien da chiederti: in che mondo vivi?

Le case editrici sono attività commerciali, non hanno nessun obbligo morale di vendere “buona letteratura” [qualunque cosa rappresenti questa idea].
Devono vendere, e per farlo usano la pubblicità. Amen.
Poi, il resto del tuo discorso non può che farmi sorridere, detto bonariamente s’intende.
Parli di Vera Narrativa come un fanatico parlerebbe di Vera Musica, Vera Fede, Vera Politica, Vera Storia, Vera Arte.
Queste prese di posizione ti portano a dire cose a mio modo di vedere poco serie, tipo

“Non si vede più un vero gruppo musicale dagli anni ‘70″

Lo dici tu?Interessante.
E le ragazzine urlanti?Lo stesso tipo di ragazzine che sbavava davanti ai Beatles?
Usi termini di cui non conosci la portata. Parli di “declino”, di “cancro diffuso”, il prossimo passo quale sarà? Stabilire un elenco di “arte degenerata” e poi farne roghi, come nella Germania hitleriana?
Ti prego, in questo elenco post declino anni ’70, salvami almeno i Pearl Jam ok?

@ Clio: Mettiamoci d’accordo su una cosa: va bene discutere, ma non spezzettare ogni singolo paragrafo, e quotarlo pezzo per pezzo.
Altrimenti si finisce in una gara a chi multiquota di più e il senso della discussione si perde.
Inizio subito col dire che non c’era nessuna volontà di offendere e/o dare giudizi sessisti. E a differenza tua non avevo intenzione di giudicare le frequentazioni di nessuno.
Il concetto era comunque il punto debole del mio ragionamento, perché non ho nessuna possibilità di dimostrare che a una parte delle ragazze di questo mondo le battaglie annoiano.

Errori oggettivi: avevo già risposto a GiD. Ci sono, sono innegabili, non ho certo intenzione di giustificare la Troisi su questo versante. Se li può permettere perché non ha concorrenza, per ora [o meglio, la concorrenza ci sarebbe anche, tipo La ZB].

Non infierisco sul paragone con i gladiatori, ti faccio solo notare che il lettore moderno ha una vasta possibilità di scelta, quando entra in libreria. Può vedere la trama riassunta in quarta e leggere quanto vuole il libro prima di sceglierlo. La mia frase in questo senso significava non che se una cosa fa schifo ma ha successo, ben venga lo schifo e ci sommerga tutti. Piuttosto intendevo che quando una cosa ha successo, evidentemente a qualcuno piace e anche se non rientra nei miei gusti, chi sono io per giudicare?

Il resto del tuo discorso si fonda su una contraddizione che nasce dal tuo modo personale di vedere le cose, per cui se anche accetti, come fai all’inizio, la definizione di “fantasy per ragazze” dei libri della Troisi, poi dai giudizi non con i parametri di quel genere, ma con quelli del tuo gusto personale [che sarà legato a un altro genere di fantasy].
Quindi:
Le battaglie sono vitali per la trama?
No, lo sono per te. Perché a te piacciono le battaglie o perché il genere di fantasy che prediligi considera vitali per la trama gli scontri armati.

Chi non ha i tuoi stessi gusti è ignorante e ingenuo, o forse quello che per te è fondamentale in una storia, può non esserlo per un altra persona?

#269 Comment By Clio On 15 ottobre 2008 @ 20:16

A Guglielmo
Andando al succo del tuo post:
-Alla gente piace. Bene, alla gente piacciono Nihal e le sue turbe adolescenziali. Non entro nel merito di quanto sia credibile o meno, facciamo che lice ciò che piace. Bene, ma ciò non implica che la storia di Nihal e delle sue turbe debba essere servita in un pinzimonio di buffonate e castronerie. La Troisi poteva benissimo raccontare una storia di un’adolescente complessata facendo attenzione alle misure, documentandosi un momento e descrivendo scene credibili. Il suo lettore medio non se ne sarebbe comunque accorto? Vero, probabilmente la maggior parte delle ragazzine che apprezzano Nihal non si accorgerebbero della differenza tra un soldato che sente le urla di un generale ed uno che sente i colpi dei timpani, ma questo non ha alcuna importanza: documentarsi e scrivere cose corrette e verosimili, nel limite del possibile, vuol dire fare onestamente il lavoro di scrittore.
Dare un’ambientazione buffonesca e tirata via alla storia vuol dire spacciare baggianate, ed è disonesto.

-Giudico secondo il mio gusto personale dicendo che battaglie e scontri sono vitali. No, assolutamente. Avevo fatto l’esempio del film “The legend of the evil lake”: la guerra c’è, il protagonista è un generale, ma tutto ciò è secondario, la storia non riguarda le sue imprese in battaglia, nè la storia politica del Regno Millenario, la storia riguarda il protagonista e sua moglie. Non lo dico io, è un fatto. Ergo, se le brevi scene di ammazzagione sono tirate via non è un grosso problema, perchè sono elementi dello sfondo, vaghi, appena nominati.
In Nihal invece la guerra è fondamentale. Lei è una guerriera, vuole salvare il mondo, diventa cavaliere e partecipa a molti scontri, Sennar parte per cercare rinforzi, alla fine l’ultimo romanzo vede la classica Ultima Battaglia gigantesca in cui i buoni vincono. Il cattivo non è un rivale in amore, è un signore oscuro, le battaglie ed i combattimenti non sono nominati di sfuggita ma occupano gran parte delle pagine. E infine il riassunto fattibile non è “Nihal s’innamora di un mago e alla fine si sposano”, ma “c’era bisogno di un Talismano ecc.”

Chi non ha i tuoi stessi gusti è ignorante e ingenuo, o forse quello che per te è fondamentale in una storia, può non esserlo per un altra persona?

Nuovamente: non c’entrano i miei gusti. Nella storia della Troisi battaglie e scontri sono vitali, al di là dei gusti. Negarlo sarebbe come dire che in “Star Wars”, siccome il nocciolo del discorso è il percorso di formazione di Luke Skywalker, allora anche se le scene di guerra e sparatoria sono fatte coi piedi non è grave.
Alle lettrici interessa di più la storia di Nihal e Sennar? Buon per loro. Questo sì, rientra nel gusto personale. A me, in Shogun, piaceva il personaggio di Omi, ma la storia non parla di Omi, parla di Anjin-san. Ugualmente, il romanzo della Troisi parla di una guerra. La storia d’amore è senz’altro importante, almeno nell’ultimo romanzo, ma cio non toglie che la guerra è vitale per la trama.

#270 Comment By Stefano On 15 ottobre 2008 @ 20:33

Abbi pazienza Guglielmo, non ci vuole un fulmine di guerra per rendersi conto di quanto sia improbabile che una novizia in procinto di entrare in una scuola di cavalieri metta fuori combattimento una masnada di studenti anziani e un mercenario. Non ci vuole un fulmine di guerra a capire che un ufficiale su un drago difficilmente potrebbe comandare dei fanti, nè ci vogliono particolari competenze per sapere che un assedio non finisce in una giornata. Mettere a posto questi particolari avrebbe nuociuto alla storia?

#271 Comment By Uriele On 15 ottobre 2008 @ 23:33

“non ci vuole un fulmine di guerra per rendersi conto di quanto sia improbabile che una novizia in procinto di entrare in una scuola di cavalieri metta fuori combattimento una masnada di studenti anziani e un mercenario.” – Bhè, non ho letto nè sono interessato a leggere il romanzo, ma questo non è vero.
D’Artagnan, giovane guascone con l’aiuto di tre moschettieri riesce a mettere alle corde un gruppo di guardie combattendo da pari. Ok per i moschettieri, ma D’Artagnan all’inizio del romanzo è un giovane talentuoso e di belle speranze, come diavolo fa a combattere da pari con le guardie addestrate?
Edmond Dantes fugge di prigione, istruito dallo scienziato Faria e con un tesoro immenso fra le mani, in pochi anni, dopo aver vissuto una vita da marinaio, diventa un nobile coltissimo, raffinato ed elegante, capace di diventare in un attimo abate e milord inglese senza che nessuno sospetti di nulla… Jerod il camaleonte e Hannibal Smith hanno solo da imparare!

Insomma una cosa è sbagliare oggettivamente qualcosa (picche per lance, fanteria per cavalleria, ecc…) e non documentarsi, un altro è introdurre un protagonista eroico con un talento impensabile per qualunque altro uomo, il primo è un errore, il secondo un clichè, ma di quelli che funzionano

#272 Comment By gamberone On 15 ottobre 2008 @ 23:45

Continuare a dare opinioni a Guglielmo, è una cosa che serve o no?
E’ tutta una questione di gusti, di opinioni,di genere.Chi siamo noi per dire che sta dicendo stupidate? E’ solo una opinione.

Ha ragione lui!A che serve continuare.
Probabilmente bisognerebbe essere nel target giusto di maturità per essergli d’accordo.
Non lo so, è tutta una questione di gusti.

saluti

#273 Comment By Stefano On 15 ottobre 2008 @ 23:58

Uriele, la domanda che mi sono posto è la seguente, se una novizia mette fuori combattimento uno dopo l’altro ben 9 studenti anziani e un mercenario a che pro entrare nella scuola? Poi, va bene l’enfasi, però Nihal, a fronte di questa forza sovrumana è psicologicamente assai fragile. Se poi alle ragazze piace immedesimarsi così va bene, però io trovo l’episodio del tutto gratuito

#274 Comment By Uriele On 16 ottobre 2008 @ 04:28

Guarda, non lo so perchè come ripeto non l’ho letto e non mi pare interessante come libro, la butto lì… vuole entrare nella scuola perchè il MAESTRO è più forte di lei (battere gli studenti anziani è certo meno dura che battere il maestro).

In Giappone nel Dojo gli studenti al saluto si dispongono in ordine di grado, con i più inesperti vicini alla porta e i più abile lontano. Perchè? Anticamente non era raro che un gruppo di persone entrasse per devastare la palestra (e far vedere la propria superiorità); i più giovani si immolavano per rallentare e stancare gli avversari in modo tale che il maestro fosse pronto ad affrontarli.
Un altro caso era quello dei maestri in cerca di fama che ne sfidavano altri già affermati. In questo caso il maestro gli mandava contro uno alla volta i suoi allievi migliori, dal più scarso al migliore, per saggiare la capacità dell’avversario e decidere se concedergli o no il diritto di sfida [come nel caso precedente anche questo metodo serviva ANCHE per fiaccare l'avversario prima della sfida, in modo da garantire un vantaggio allo sfidato NdU]

Essere un veterano nelle arti marziali, non vuol dire essere più bravo. Dopo alcuni anni i progressi si fanno sempre più lenti e impercettibili. La curva di apprendimento, come in ogni disciplina, è molto veloce quando non si conosce nulla e molto più lenta quando si deve perfezionare la tecnica (in alcuni sport come il kendo ci vuole in media un 4-5 anni per apprendere realmente il Men, il colpo di base per intenderci…). Il talento permette ad alcune persone molto dotate di apprendere prima il movimento o di comprenderlo a livello fisico dall’osservazione del modello (io non ho questa dote, ma ho conosciuto chi ce l’ha). Ho visto nell’arco di pochi mesi i miglioramenti di un ragazzo particolarmente dotato che è riuscito a segnare ippon ad avversari molto più “anziani” di lui e si tratta solamente di una persona molto dotata, non di un vero e proprio genio sportivo.

Ora io non so se questa Nihal non avesse mai preso in mano una spada o si fosse allenata un po’ da autodidatta per apprendere almeno le basi, ma nel secondo caso, trattandosi di un eroina, un genio della spada, e non essendo i veterani i migliori della scuola (sennò il livello sarebbe stato davvero basso), ma solo dei combattenti che combattevano da più anni in quella scuola, trovo la cosa, per quanto improbabile comunque possibile.

Altra cosa: nel Kendo, alcune volte durante il jigeiko (che potremmo chiamare il combattimento, anche se non è proprio esatto), i nuovi arrivati riescono a battere i più vecchi (3° o 4° dan). Questa strana cosa è dovuta alla “scordinazione del principiante”: dopo alcuni anni, applicando la tecnica a livello accademico, cercando di migliorare il nostro stile e renderlo più efficace, si incomincia a sentire il Ki e la pressione dell’avversario. Un principiante non ha queste cose e non ha neppure una tabella di movimenti codificati. Può quindi accadere che un movimento veloce e sgraziato penetri la guardia dell’avversario, colpendo il proprio bersaglio. I Maestri non si fanno MAI cogliere impreparati dai giovani (di solito in Italia si parla di 7° o, se ci son visite dal giappone o dalla Corea, di 8°Dan, al massimo qualche 6°, a livelli più bassi sono solo degli allenatori). Poi quando si tratta di Maestri il combattimento si sposta sul Seme e il Kizeme, la tecnica è già impeccabile.

Il romanzo poi può essere la ciofeca o il capolavoro che vuoi.

#275 Comment By DelemnO On 16 ottobre 2008 @ 10:40

Non si vede più un vero gruppo musicale dagli anni ‘70

Dissento. Non so cosa tu intenda per “vero gruppo”, ma di gente che si fa il mazzo suonando dell’ottima musica ce n’è ancora, e non si tratta di gruppetti costruiti a tavolino. Non sono popolari questo sì, ma ciò non significa non siano “veri”.

Non ho seguito tutto il discorso giapponese da voi fatto, perchè, niente di personale, ma il Giappone mi ha rotto le scatole, credo sia una cosa trita e ritrita.
Si accennava alla probabilità che Nihal potesse effettivamente battere dieci tra i migliori allievi dell’accademia, bene, questa proprio a me suona pressochè impossibile, anche a livello fisico.
Ma probabilmente una delle cose più orrende del romanzo è il dialogo Nihal-Ido:
-Combatti senza corazza?
-Preferisco così…
-Fà come ti pare.

Miodddio, è raccapricciante oltre che impossibile, sarebbe come se un soldato di un corpo speciale dicesse ” si so che vado a una missione dove potrei benissimo morire, ma non metto il giubbotto antiproiettile, non è fashion.”

#276 Comment By Angra On 16 ottobre 2008 @ 12:27

Traduzione:

-Combatti senza corazza?
-Così sono più sexy…
-Giusto, tanto è fantasi!!!!1111!!!!!!!!

#277 Comment By Valentina On 16 ottobre 2008 @ 13:45

Io penso che ognuno e libero di leggere quello che vuole, faccio un esempio anche se a me non pice Moccia non dico che a quelli che piace fanno schifo o offese simili (il mondo è bello perche vario)
A me son piaciuti tutti i libri della troisi e amo tantissimo il fantasy (in particolare marion zimmer bradley), e non mi reputo ne una persona stupida e tanto meno ingniorante!!
Voi avete tanti preconcetti da fare rabbrividire, voi che dite tutte queste stupidaggini vi sentite tanto più intelliggenti di noi che apprezziamo la Troisi!!
A me non sembra proprio
Leggere è un bene e ogniuno legge quello che gli pare!!

#278 Comment By barbara On 16 ottobre 2008 @ 17:07

Certo “ogniuno” di noi può leggere quello che gli pare, mi sembra scontato dirlo. ^_-
Così come mi sembra scontato che poi se ne possa dire quello che si vuole.
Anche io adoro la Bradley, e proprio perchè ho letto i suoi lavori, oltre che quelli di altri autori fantasy, che la Troisi l’ho trovata banale e superficiale.
Anche passando sopra a tutte le castronerie, perchè tanto è fantasy e le lettrici a quanto pare sono stupide, la trama in sè è ben lontata dall’avere qualche parvenza di originalità e i temi presenti (se ce n’è), sono infantili e banali.
Poi qualcuno come Guglielmo potrà dire che tutto è soggettivo, ma a mio parere una trama straabusata e straritrita è un fatto oggettivo, che poi chi legge la Troisi la trovi originale perchè non ha nemmeno mai letto un manga in vita sua, beh allora è ignoranza.
Trovo più sensato che qualcuno la apprezzi perchè si immedesima (anche se non so come sia possibile) nell’eroina di turno, questo lo posso capire, il resto no perchè nei suoi libri non c’è praticamente niente altro.

#279 Comment By gamberone On 16 ottobre 2008 @ 18:22

@ DalemnO

Intendevo dire proprio questo,e cioè che quelli che fanno musica vera (nel senso appunto di non costruita) ed hanno talento, non sono popolari nella maggior parte dei casi perché le casette discografiche (come quelle editoriali) sono in questi ultimi anni interessate a proporre pacchi preconfezionati di scempiaggini super pubblicizzate. Avendo visto il successo NELLE VENDITE di un certo tipo di prodotto (specie per ragazzine in amore),costruiscono di continuo lo stesso tipo di gruppo/cantante musicale (ed ora anche lo stesso tipo di libri) cambiando nomi e facce ( e trame) ma seguendo sempre gli stessi modelli.Sarà anche una legge di mercato ( questo l’ho già anticipato in qualche intervento più sopra), ma assieme a questo dovrebbero comunque proporre qualcosa di realmente nuovo e originale che non fanno a mio avviso.Inoltre vendendoti per grandioso e originale ciò che non è, ti prendono solo in giro.
Questo era il succo.

saluti

#280 Comment By DelemnO On 16 ottobre 2008 @ 20:17

@gamberone

Ah si, ho capito. Anche io intendevo questo. Il successo della troisi è paragonabile a quello di gruppetti a mio gusto orribili tipo finley o tokio hotel, orecchiabili e adatti alle ragazzine ma di scarsissima qualità la cui esistenza e successo costituisce un insulto verso i musicisti seri, idem con gli scrittori che spendono una vita a curare le proprie opere.
Potete leggere la troisi si, ma sappiate che vi stanno prendendo in giro. comprare un suo romanzo è come comprare una maglia fatta di un pessimo cotone e/o tinta male che al primo lavaggio scolorisce/ perde le perline o che so io, che però esteticamente sembra figa. O chi mette nel cibo schifezze per poi vendertelo come buonissimo, e magari lo è ma ti ridurrà il fegato a pezzi.

@Valentina

Le tue sgrammaticature sono volute, vero?ù.ù

#281 Comment By Uriele On 16 ottobre 2008 @ 20:30

“Anche io adoro la Bradley, e proprio perchè ho letto i suoi lavori, oltre che quelli di altri autori fantasy, che la Troisi l’ho trovata banale e superficiale.”

NON MISCHIAMO LA MERDA CON LA CIOCCOLATA: La saga della luce, darkover, le nebbie di avalon, la Torcia… La Bradley è tanto brava quanto morta!!! Ok, scusate… ho un’infatuazione ancora infantile per quest’ autrice. Le nebbie di Avalon è probabilmente la più bella storia ambientata nel mondo Arturiano che abbia mai letto

#282 Comment By AryaSnow On 16 ottobre 2008 @ 20:48

Ora io non so se questa Nihal non avesse mai preso in mano una spada o si fosse allenata un po’ da autodidatta per apprendere almeno le basi, ma nel secondo caso, trattandosi di un eroina, un genio della spada, e non essendo i veterani i migliori della scuola (sennò il livello sarebbe stato davvero basso), ma solo dei combattenti che combattevano da più anni in quella scuola, trovo la cosa, per quanto improbabile comunque possibile.

Si trattava dei 10 migliori della scuola, invece.
Inoltre doveva sconfiggerli tutti di seguito, senza un attimo di respiro.
Come se non bastasse, la Troisi è stata ben attenta a specificare che Nihal ha sconfitto addirittura con facilità molti di essi.

Per i miei gusti siamo decisamente a livelli ridicoli e quella è una della parti più orrende del libro O_o

E no, non voleva entrare nella scuola perchè c’era un maestro particolarmente forte che ammirava. Voleva diventare in generale una studentessa di quell’accademia (come quelli contro cui si è dovuta battere).

-Combatti senza corazza?
-Preferisco così…
-Fà come ti pare.

Wahahah! Per l’appunto, l’avevo già evidenziata pure io questa XD

Ma il top del top sta nella parte in cui lei deve convincere il generale a farla entrare nell’accademia. Lo persuade facendo i capricci, restandosene ferma nella hall e rifiutandosi di uscire. Tanti militari armati provano a mandarla via in tutti i modi, lei riesce a rimanere lì e a disarmare tutte le guardie che vengono mandate a portarla via. Inoltre le vengono tirate delle frecce, ma lei sale su una statua e rimane lì, senza essere mai beccata. Alla fine il generale decide di darle una possibilità.

#283 Comment By Guglielmo On 16 ottobre 2008 @ 21:42

A questo punto, penso di non essere stato molto chiaro.
Non ho detto che è tutto soggettivo, tutto dipende dal gusto.
Gli errori ci sono, nei libri della Troisi.
Non c’è niente di soggettivo in questo.

Ci sono poi elementi, tra i quali l’episodio che citate, ma anche altre cose tirate in ballo da gamberetta, che sono vostre fissazioni.
Non è scritto da nessuna parte che un libro fantasy debba seguire un realismo estremo, né che l’autore debba documentarsi.
Perchè è fantasy? Si, esatto.
L’accettazione di elementi esagerati è lasciata al gusto del lettore – che può schifare il libro oppure fregarsene.
I libri fantasy sono pieni di questi elementi, dal LoTR al già citato Conan.
Quando volete posso farvi esempi.
Non tiriamo in ballo poi la sci-fi.
E non potete giudicare le battaglie dei “mio mini-pony” con gli standard di quelle di Ken-Shiro [o vice versa].

O meglio, potete anche farlo, e sentirvi tanto intelligenti quando parlate con persone che la pensano come voi, ma questa strada porta dritta ala fanatismo [vero Gamberone?].

#284 Comment By Sandy85 On 16 ottobre 2008 @ 22:21

Non è scritto da nessuna parte che un libro fantasy debba seguire un realismo estremo, né che l’autore debba documentarsi.
Perchè è fantasy? Si, esatto.

No, invece.
Gli elementi irrealisti devono essere giustificati, uno può inserire elfi, fate, streghe, maghi, ecc. quanto gli pare ma deve anche dare una parvenza di realtà a tutto questo. Nella Troisi tutto questo non c’è, è tutto campato per aria senza dare uno straccio di spiegazione, cosa che non è in LoTR, per citare quello che hai citato anche tu, o in ciò che ha scritto la Bradley o qualunque altro scrittore che si sia documentato prima di scrivere.
Vorrei sottolineare che sì, documentarsi non è obbligatorio, ma è buona norma farlo per scrivere qualcosa di valido e, quindi, consultare qualcosa di attendibile è indispensabile. Si sa che di solito ciò che valido molto spesso non piace alle nuove generazioni, ma sinceramente è meglio avere lettori un po’… datati, piuttosto che ragazzine invasate che si strappano i capelli appena vedono un cosplay che si veste come il loro idolo.

Naturalmente ognuno la pensa come vuole, ma nessuno può negare che è melgio leggere un libro di un autore che sa di ciò che scrive, piuttosto che uno dove l’autore non sa niente e, magari, se ne vanta.

#285 Comment By Guglielmo On 16 ottobre 2008 @ 23:18

E’ un po’ come dire che se scrivo un romanzo di fantascienza dove gli esseri umani viaggiano da un sistema solare all’altro su astronavi oltre la velocità della luce, accanto al libro devo mettere un trattato di fisica futuristica.
Ma quando mai…
LoTR ha molti difetti, se prendi la storia e tenti di devastarla sminuzzandola.
Tanto per iniziare , il libro poteva finire a pagina 100 usando le aquile e anche se una cotta di maglia ti protegge dalla perforazione, non può proteggerti dall’impatto [vero Frodo?]. Non parliamo poi dell’incipit. Io penso che quasi ogni libro, preso alla maniera di Gamberetta, farebbe una pessima figura. Questa era la prima critica.

Questo vuol dire che la Troisi abbia scritto un capolavori privo di difetti? No, per nulla. Il libro è scritto male, ma non perché l’autrice ha scelto di scrivere la storia in un certo modo piuttosto che in un altro. E questa era la seconda critica.

#286 Comment By Sandy85 On 16 ottobre 2008 @ 23:21

E’ un po’ come dire che se scrivo un romanzo di fantascienza dove gli esseri umani viaggiano da un sistema solare all’altro su astronavi oltre la velocità della luce, accanto al libro devo mettere un trattato di fisica futuristica.

Lo sai benissimo che non si intende questo, non far finta di non capire ciò che ho scritto.

#287 Comment By Uriele On 17 ottobre 2008 @ 01:02

@Guglielmo: se Tom Bombadil fosse davvero il maya che appare (è una cosa che dipende dall\’interpretazione degli altri libri di Tolkien) e fosse intervenuto nella lotta, allora il romanzo sarebbe finito anche a pagina 80… D\’altra parte quel libro segue tutti i canoni classici dell\’epica, insomma si basa su delle regole e le segue o le infrange CONSAPEVOLMENTE.
Un altro libro probabilmente devastato da una critica simile, se non si tiene conto della consapevolezza dell\’autore, sarebbe Il Serpente Uroboros di Edison che usa uno stile narrativo molto particolare e sperimentale che degenera, con il proseguire del romanzo.
(Ok, a me il libro non è piaciuto, ma devo ammettere che sono stato colpito positivamente dall\’uso del punto di vista adottato inizialmente e dallo studio dell\’epica dietro al racconto)

PS: scusatemi per l’Italiano, sono appena uscito da un esame. Normalmente non sono analfabeta

#288 Comment By Diarista incostante On 17 ottobre 2008 @ 09:51

Non è scritto da nessuna parte che un libro fantasy debba seguire un realismo estremo, né che l’autore debba documentarsi.
Perchè è fantasy? Si, esatto.

No, esatto un ceppa. Questa Guglielmo è una baggianata. Non è scritto da nessuna parte perchè è una cosa ovvia. Non è scritto da nessuna parte che per campare devo respirare sempre, ma io lo faccio lo stesso.

Il fantasy presuppone che chi scrive e chi legge usi la fantasia, il che qui sta benissimo a tutti, persino a te. Quello che sembri non riuscire ad afferrare è che la fantasia ha le sue regole. Non cadiamo nel luogo comune che fantasia e strampalato siano sinonimi. O che fantasia e inverosimiglianza siano la stessa cosa.

Leggere un intero libro ripieno di inverosimiglianze è come mangiare un’intera torta di mele farcita di sardine. Fa schifo perchè mele e sarde stanno bene per conto loro e non assieme, punto. Fine della storia.

Non puoi venirmi a dire che siccome un libro è -oh yeah- un fantasy, allora devo accettare con un bel sorrisone beota che ad un certo punto della storia una sbarbatella vada in guerra in pantacalza e reggiseno e ne esca col fard ancora bello brillante sulle guance (lisce come il culetto di un neonato elfo, ovviamente).

Guglielmo, non so te, ma il mio cervello pretende di meglio da qualsiasi libro, non ultimi i fantasy. Qui non è questione di realismo estremo, qui è questione di consapevole disprezzo per la verosimiglianza, che cede il passo al cool, al fa figo. Ma io non voglio che qualcuno mi scriva un libro figo, voglio una buona storia. E questa non lo è, perchè si basa sulla ricerca spasmodica del consenso di un certo tipo di pubblico pagante. Non la scrivi una buona storia se tutto quello che hai nella zucca è voglio che piaccia, voglio che venda, voglio che le ragazzine ci si immedesimino.

Diversamente, se cioè la Troisi non stava pensando questo quando ha messo assieme le cronache, devo dedurne che miss T. ha una mente davvero semplice. Perchè quello che sei dentro si trasferisce in quello che scrivi, quindi o lei ha fatto marketing, o è una poveretta. Quale delle due eventualità mi devo augurare?

#289 Comment By gugand On 17 ottobre 2008 @ 10:57

@Guglielmo
Il signore degli anelli ha degli errori sparsi ed anche degli aspetti illogici, come tutti i libri, specie cosi’ lunghi.
Un conto e’ vedere un errore qua e la un conto e’ basarela trama su presupposti sbagliati e presentare continuamente scene improbabili.

Per me una recensione deve portare gli errori in risalto, ma anche specificare quanto siano frequenti. Gli scrittori devono evitare il piu’ possibile gli errori e tutti coloro che vorrebbero imparare a scrivere devono essere educati ad evitarli.

ES: A me il signore degli anelli e’ piaciuto (non appassionato perche’ non ci ho visto niente di geniale) nonostante degli errori, mentre le cronache del mondo emerso non mi sono piaciute per parecchi errori.

Se una categoria di persone non rileva alcuni errori o non rilevano alcune finezze e’ spesso per mancanza di esperienza, e’ per questo che certe storie piacciono ad un determinato pubblico che spesso e’ identificabile dalla fascia di eta’.
Dare dell’ignorante ad una persona non e’ un’offesa, ma solo dirgli che certe cose non le sa.
Ed e’ corretto dargli dello stupido se non capisce che certe cose le imparera’ ed accettare le critiche per quello che sono.
Invece una certa ipocrisia nascosta dal politically correct impedisce di dire le cose come stanno

#290 Comment By Guglielmo On 17 ottobre 2008 @ 18:15

@gugand: attenzione a non passare dall’ipocrisia all’arroganza idiota.
Un’opera a una persona può piacere al di là degli errori che contiene per motivi che tu, da esterno, puoi anche non arrivare a comprendere. Nessuno dovrebbe arrogarsi il diritto di dire chi o cosa deve piacere.
Tu [un tu ipotetico] puoi al massimo stabilire cosa non ti piace e comunicarlo **entro** questi termini; oppure stabilire una serie di limiti-regole [un canone] per cui un’opera la consideri di valore oppure no.
Puoi condividere il tuo canone con un gruppo più o meno ristretto di persone, ma pensare che quello sia l’unico importante e/o veritiero è irragionevole, oltre che arrogante.
Questo modo di vedere le cose non è ipocrita, o politicamente corretto.
Non è neanche il “mio” modo di pensare e basta. A ben vedere è la Storia dell’arte stessa a darmi ragione.

Vedo che la discussione vi sta appassionando, però tengo a precisare che la mia posizione non è

-il libro è scritto bene
o
-il libro non può essere giudicato oggettivamente.

Il punto della questione era un altro, un pelo più complesso.
Nella storia della Troisi ci sono errori che possono essere giudicati oggettivamente e altri che dipendono dal gusto.
In buona parte della recensione e anche voi nei commenti state portando ad esempio situazioni ed errori che possono o non possono essere ritenuti tali, a seconda del lettore, che sceglie anche quando
la verosimiglianza è determinante per giudicare bene o male una storia.

#291 Comment By gugand On 17 ottobre 2008 @ 19:59

@Guglielmo
Il tuo discorso che sembra equilibrato a me puzza solo di una cosa:
nessuno si puo’ azzardare che una cosa gli fa schifo, specialmente un recensore.
Si puo’ parlare bene di un romanzo, ma come se ne parla male arriva subito qualcuno che dice quello che scrivi tu.
Visto che la recensione e’ vista dal punto di vista personale, se il recensore trova insopportabile certe cose deve dire 2 cose:
-cosa gli fa rivoltare lo stomaco se questo non svela parti importanti della trama
-perche’ quelle cose gli fanno schifo.
A questo punto sta al lettore giudicare se quelle cose a lui importano o no.

#292 Comment By Clio On 17 ottobre 2008 @ 21:03

A Guglielmo

E’ un po’ come dire che se scrivo un romanzo di fantascienza dove gli esseri umani viaggiano da un sistema solare all’altro su astronavi oltre la velocità della luce, accanto al libro devo mettere un trattato di fisica futuristica.

Che c’entra?
In una storia fantasy uno può ficcare un drago a reazione ed un licantropo in kilt che giocano a scacchi, il problema non è il drago, il problema non è il licantropo, ma potrebbe essere gli scacchi: se i due non seguono le regole del gioco, la storia è stupida. Perché? Perché il gioco degli scacchi esiste, ed ha certe regole. Se vuoi che il gioco si svolga diversamente li farai giocare a dama, go, gobbiglie, quello che ti pare, ma se giocano a scacchi devono seguire le regole del gioco degli scacchi.
In altre parole, nessuno sta parlando di estremo realismo, ma usare la fantasia e scrivere cazzate sono due cose diverse. Un mezz’elfo blu può esser fantasia, una torre alta 16 Km in un ambito pseudomedievale è una cazzata, a meno che non sia giustificato (esempio, in un ambito pseudomedievale sbarcano gli alieni e costruiscono la torre).

LoTR ha molti difetti, se prendi la storia e tenti di devastarla sminuzzandola.
Tanto per iniziare , il libro poteva finire a pagina 100 usando le aquile e anche se una cotta di maglia ti protegge dalla perforazione, non può proteggerti dall’impatto [vero Frodo?]

LOTR ha molti difetti, ma quelle due cose a cui alludi non le capisco. Usare le aquile, e come? E poi Frodo ne risente eccome del colpo, tanto da non riuscire a camminare da solo.
In Tolkien una differenza da altri autori c’è. Rièprendendo l’esempio di Tom Bombadil di Uriele, Tom potrebbe davvero risolvere la storia in 80 pagine. Non lo fa per una ragione semplice: non gliene importa un fico, dato che, essendo lui longevo e inattaccabile come la Terra stessa, anche qualcosa come il un’era governata da Sauron sta a Bombadil come una giornata uggiosa ad un comune mortale.
Ne “La setta degli Assassini” Dubhe, ladra provetta, arriva nella stanza in cui è conservata l’anima del Cattivissimo e la lascia lì. Il suo amicone (un mago, pensa un po’!) non glielo rimprovera nemmeno. Perché? Io non lo so, me lo sto ancora chiedendo.
La differenza è: in un caso un autore cerca di rendere la sua storia verosimile nell’universo in cui si ambienta, nell’altro l’autrice vuol solo riempire pagine di rumore.

Documentarsi non è un dovere civico, nessuno ti arresta se non lo fai. E’ un dovere morale casomai, perchè vuol dire fare onestamente il lavoro di scrittore.

#293 Comment By Guglielmo On 18 ottobre 2008 @ 12:38

@gugand: magie della parola. Il mio discorso puzza, e dopo sole 2 righe sei tu stesso a riproporlo.
- “gli fa schifo” != “fa schifo”.
- “perché io considero valide queste regole narrative” != “perché queste sono le regole della Vera Narrativa”.

Quando se ne parla bene, quando se ne parla male, il problema è come ne parli bene o male.
In ultimo:

A questo punto sta al lettore giudicare se quelle cose a lui importano o no.

@clio: che palle, scusa eh. Non vale ripetere sempre le stesse cose, cerchiamo di non girare intorno al discorso. Ho già detto che la tizia fa errori logici, ma stavamo parlando della guerriera che sbaraglia tutti, no?
Perché non si può scrivere una cosa del genere?
Il Fantasy è pieno di episodi in cui il protagonista, che spesso ha doti eccezionali, compie cose fuori dal comune. Ma si sa, se guardi in modo obliquo tutto sembrerà storto, quindi se una cosa viene accettata in mano a un qualunque scrittore fantasy, per la Troisi diventa “inverosimile”.

Sul Documentarsi: che sia un dovere morale è una tua opinione, ci sono tantissimi scrittori, che magari anche tu hai letto e hai apprezzato, che invece di documentarsi hanno usato la fantasia.
Oppure sapevano di scrivere cose poco corrette sul piano storico, ma per ragioni narrative preferivano passarci sopra.
Tanto per dire, la maggior parte delle persone non conosce la differenza reale tra acciaio e ferro, tra le varie armature e così via.
Quando legge un libro in cui c’è un errore di questo tipo non se ne accorge.
Sarà capitato a tutti voi di leggere libri con parecchi errori di questo tipo, senza notarli. La storia vi è piaciuta di meno?
Chi se ne accorge – di solito- avvisa lo scrittore dell’errore, che nelle edizioni successive – di solito- corregge.
Col passare del tempo e con l’aumentare anche dei tuoi money, tu scrittore affidi il compito di controllare le castronerie a veri e propri esperti del settore.
Come ammette King stesso, quando parla del suo consulente sulle armi da fuoco, senza il quale avrebbe scritto molte fesserie.

La Troisi, a 20anni, al suo primo romanzo, non l’ha fatto. Accendete il fuoco!

#294 Comment By gugand On 18 ottobre 2008 @ 16:07

@Guglielmo
Non dovrebbe servire specificare che la recensione e’ un punto di vista personale, quindi non serve nemmeno riempirla di “mi” ed “a me”.
Le regole di buona scrittura sono come le proporzioni auree, se le rispetti rientri in canoni di bellezza ed armonia tali che la critica piu’ forte potra’ essere: “Non e’ brutto, ma a me non piace”.
Se non le rispetti a chiunque non piacera’ avra’ dalla sua la regola del cuore infranta.
Quelle regole che spesso cita gamberetta non le dice lei, ma scrittori che hanno gia’ dimostrato di saper scrivere e che cercano di seguire nelle loro opere i propri insegnamenti.

Infine se lo scrittore non si documenta chi conosce l’argomento tende a notare le incongruenze. Potranno non essere sufficienti ad affossare il racconto, ma se ogni 3×2 si vedono svarioni in tutti i contesti aumenta la probabilita’ di persone che li notano.
Gente che legge un determinato genere tende a diventare a suo modo esperto dei temi ricorrenti, non li puoi fregare. Infatti questo blog si concentra intorno al fantasy e i temi ricorrenti sono combattimenti con armi bianche ed archi, battaglie, magie e salvataggio del mondo dal signore del male.
La troisi non sa un cavolo di battaglie e di combattimenti, usa la magia praticamente solo come deus ex machina e ha fatto un signore del male completamente privo di ogni capacita’ di organizzare una strategia e soprattutto non ha un modo di comportarsi coerente col proprio obbiettivo (distruggere il mondo con una super magia, ma prima deve conquistarlo solo lui sa perche’, manco la troisi lo sa).

#295 Comment By Polymetis On 18 ottobre 2008 @ 16:54

Le regole di buona scrittura sono come le proporzioni auree, se le rispetti rientri in canoni di bellezza ed armonia tali che la critica piu’ forte potra’ essere: “Non e’ brutto, ma a me non piace”.

Guarda che non ha senso dire questa cosa, la sezione aurea come canone di bellezza è un retaggio classicista. Ora l’estetica classica non è + applicabile alla modernità. E’ un grosso errore, l’idea di bello come armonia è ank’essa classica e non la puoi prendere in considerazione per un semplice fatto: il romanzo è un tipologia di scrittura moderna e nasce come genere borghese non più elitario come nel classicismo. Con il romanzo cadono i precetti della classicità. Ovvio non è una cosa immediata, ma già Nietzeche nella “nascita della tragedia” spiega bene questo passaggio di consegna, tra apolineo e dionisiaco: l’uno tipico del classicismo e l’altro della modernità dicendo che il nuovo canone estetico sta negli attriti non più nell’armonia. Questo concetto è al centro di tutta la produzione letteraria moderna. Tu parli di regole perchè la classicità aveva delle regole, questo è vero. Ad esempio la concordanza degli stili; l’uso di determinate figure retoriche e di un determinato lessico. Ma se tu cerchi delle regole nel moderno fai un errore anacronistico in quanto ti collochi fuori dal tuo contesto. Lo stesso teorema dell’indeterminazione di Eisenberg (si scrive così?) tratta appunto dell’assenza di verità (quindi assoluti e regole) in tutto il mondo a esclusione forse della matematica, ma neanche in quella per certi aspetti. Quando tu dici che ci sono delle regole nello scrivere sbagli in quanto viviamo appunto in un secolo che le regole le ha disintegrate perchè purtroppo non può esistere un canone di bellezza che si regge su assoluti quando l’ultimo secolo si è basato su dottrine filosofiche del relativismo. Quindi attento a non cadere in un errore che fanno molti al nostro tempo. Te lo dico perchè il tuo punto di vista è incoerente a priori in un’ottica moderna e RELATIVISTA.
In un certo senso purtroppo le regole non esistono più e quindi nulla può bollare il lavoro della troisi come “brutto” o di bassa caratura all’infuori degli evidenti problemi di coerenza logica. Tutti gli altri concetti rientrano nell’ambito RELATIVO delle opinioni personali. Questo a mio avviso è un ottima cosa perchè finalmente ognuno ha la possibilità di esprimere le proprie opinioni.

Guglielmo da quanto ho capito non sta affatto dicendo che il lavoro della Troisi sia bello, anzi lo critica oggettivamente prendendo spunto dai problemi di coerenza logica; quello che, a mio avviso, sta cercando di fare è di fermarvi dal fare il passo di troppo che vi porta su punti di vista incoerenti e sbagliati a priori.

Sinceramente sono molto colpito da vedere persone come voi discutere così animatamente di argomenti che alla maggior parte delle persone sembrano cazzate e che invece, a mio parere, sono realmente importanti. Quello che misento di dirvi però è questo: non perdete il vostro tempo e la vostra intelligenza a discutere di cose abbastanza ovvie. Se, come me, credete che si dovrebbe proporre al mondo anche altre opzioni di lettura oltre che la Troisi (anche se sinceramente già ci sono); potete e possiamo fare 2 cose: una è di lasciar perdere e decidere che il mondo possa andare come gli pare; la seconda è quella di mettersi a fare qualcosa per produrre un alternativa. Io per quanto possa non apprezzare il lavoro di Licia Troisi devo comunque ammettere che si è messa d’impegno e ha scritto un racconto di quasi 1200 pagine. Certo con molte incoerenze, ma cavolo io non penso che riuscirebbero in molti a farlo e per questo la rispetto; per la sua passione e per la sua costanza. Credo si possa fare di molto meglio, ma spetta a chi lo credono, come noi, dimostrarlo.

Però non sarà mai possibile fare nulla di buono se ci dimentichiamo del nostro mondo e del tempo in cui viviviamo e soprattutto se restiamo attaccati a punti di vista estremamente saturi di concetti di stampo classicista (come bellezza e armonia in relazione ) morti già da quasi 150 anni. E’ un mondo diverso certo, ma non per questo peggiore. Detto questo ragazzi, complimenti per l’attenzione che mostrate alla letteratura moderna, seguirò più attivamente questo forum…

#296 Comment By gugand On 18 ottobre 2008 @ 17:59

@Polymetis
Confesso che non sono esperto di arte. E’ tutta la vita che mi dedico a materie tecniche.
Il discorso che fai, forse, non l’ho compreso appieno soprattutto perche’ mi manca una conoscienza storica dell’arte e una base umanistica sufficiente a supporto.

E’ ovvio che i canoni di bellezza cambiano col tempo, ma c’e’ qualcuno che ritiene brutte le statue greche o romane?
Qualcuno che pensa che il partenone sia una costruzione brutta?
C’e’ gente che apprezza l’arte moderna, ma c’e’ qualcuno che disprezza i quadri di un Caravaggio o Raffaello?

Se stabiliamo che misuriamo la bellezza in funzione di quanta gente apprezza allora dovremmo dire che il grande fratello e’ un gran bel programma.
Quindi e’ evidente che bisogna circoscrivere e mettere dei paletti o dei presupposti per determinare la tipologia di utente.
Le regole guida sono necessarie. Questo non significa che non si possa ignorarle.

Non dico altro altrimenti si parla per un secolo.
Leggiti Riassunto delle puntate precedenti e chiarirai molti aspetti del punto di vista di molti di noi lettori del blog

#297 Comment By Polymetis On 18 ottobre 2008 @ 18:26

Il riferimento che fai al Partenone e ad altri esempi della classicità mi fanno sorridere perchè è un tema abbastanza discusso. Caravaggio toglilo, è un innovatore per troppi concetti ed è stato criticato e parecchio dai suoi contemporanei (classicisti) e riabilitato solo con la storia. Per quanto riguarda il classicismo, le risposte alle tue domande sono state a lungo discusse da molti studiosi. Il problema è che noi non concepiamo a pieno la classicità a causa del buco medievale che non ci ha permesso di poter leggere trattati di autori dell’epoca classica ma gli stessi architetti (me compreso) studiano lo stile classico su trattati del 1500 e quindi già di per sè non attendibili a livello di genesi artistica. Io ho un mio parere sul perchè ci è facile apprezzare l’arte classica, perchè è banalmente composta con un simbolismo più analitico e filologico.

Purtroppo devi renderti conto che la modernità è senza assoluti e il modo per dire se una cosa ha più o meno valore dipende appunto dal metro che decido di considerare per misurarla. Lo stesso Benedetto XVI, uno dei più grandi esperti della dottrina cattolica (assolutista) nel suo capolavoro: Introduzione al Cristianesimo; parla nei primi capitoli del fatto che la modernità guarda al futuro mentre la classicità alla tradizione, di conseguenza è impossibile per un moderno ancorarsi a un punto di vista e prenderlo per assoluto in quanto il futuro lo cambierà. Devi stare molto attento a questo punto. Come dici tu, nel nostro secolo il RELATIVISMO fa da padrone e non puoi mai, MAI cercare degli assoluti senza incorrere in incoerenze molto grosse.
Io tuttavia non comprendo il problema, perchè per te è così importante che la tua opinione sia assolutamente corretta? Perchè devi credere che qualcosa sia assolutamente bello? E’ inutile e sciocco. E’ molto meglio credere che qualcosa sia PERSONALMENTE bello in quanto attraverso questa stessa idea si valorizza il tuo essere e la tua persona.
I classicismo è assoluto perchè è un canone artistico rivolto agli dei, in questo senso è assoluto. La modernità è invece antropocentrica e guarda all’uomo che non è uno, ma milioni e in questo senso tutta la produzione moderna non è soggetta a regole che ne determinino l’assoluta bellezza o correttezza. Se sottomettessi a paletti una produzione destinata alla massa sarebbe come dire che la massa ha caratteristiche comuni tra tutti i suoi individui e non in termini di natura genetica ( il che è più probabile ), ma in termini RELATIVI e PERSONALI come il gusto e l’estetica. E’ una cosa sbagliata in maniera pazzesca. Se senti il bisogno di avere dei vincoli va bene, ma poni i TUOI vincoli a te stesso, ma saranno comunque e sempre i tuoi perchè purtroppo ci sarà sempre qualcuno che avrà idee diverse dalle tue e alla luce di tali regole ribalterà il tuo punto di vista. Perchè questo è un problema? Perchè è necessario che ci siano qualcosa di assoluto?
Ricorda sempre che è dagli assoluti che sono partite le più grandi stronzate fatte dall’uomo…

#298 Comment By Polymetis On 18 ottobre 2008 @ 18:28

Vorrei che tu capissi che io condivido le vostre idee, ma non penso che questo le renda assolutamente e globalmente corrette. Ma non importa, quello che cerco di chiarire non è l’errore nel dire che ci sono incoerenze negli scritti della Troisi ( punto di vista oggettivo ), ma che non si può coniare restrizioni e catalogazioni universali.

#299 Comment By DelemnO On 18 ottobre 2008 @ 19:32

per quanto possa non apprezzare il lavoro di Licia Troisi devo comunque ammettere che si è messa d’impegno e ha scritto un racconto di quasi 1200 pagine. Certo con molte incoerenze, ma cavolo io non penso che riuscirebbero in molti a farlo e per questo la rispetto; per la sua passione e per la sua costanza.

Dai, l’ho fatto anche io, adesso fatemi una statua. Questi non sono parametri applicabili, è come se uno costruisse una casa senza geometrie e piena di errori ( alla maniera di Numerobis, per chi conosce Asterix), al punto che è invivibile. Non è da ammirare, è un’idiota. Se non hai gli strumenti, createli. Ci può stare che costruisci la prima casa male, ma una volta che ti sei avveduto che fa schifo non la affitti, ne costruisci una migliore.
Allora anche io avrei potuto anni fa mandare il mio romanzo e se l’avessi fatto prima della troisi ci sarei io al suo posto.

#300 Comment By gugand On 18 ottobre 2008 @ 19:39

@Polymetis
Capisco il punto, ma non e’ importante sottolineare che la propria opinione sia vera in assoluto. Mi sembra che ci siano dei malintesi, anche per colpa mia che sono partito a fare un discorso vago mentre dovevo riferirmi a qualcosa di piu’ specifico.
Il discorso e’ che le recensioni al fulmicotone della barca dei gamberi devono considerarsi per quel che sono: opinioni personali.
Inoltre le regole usate, oltre ad essere ampiamente condivise, sono per considerate il metro di giudizio o, se infrante, motivo della bruttura.

Ad esempio:Se alla gran parte della gente non importa che le scene siano mostrate o raccontate e’ naturale che il giudizio di questo aspetto sembri ingiusto agli occhi dei piu’ (sia in positivo che in negativo).

Quello che infastidisce sono gli attacchi ingiustificati alle recensioni. Tanti non capiscono che ognuno di noi ha il suo modo di “misurare” la bellezza perche’ non si sono mai messi ad analizzare perche’ qualcosa piace o non piace.
Nessuno qui pretende di dire che il proprio “sistema di misura” sia assoluto, ma visto che viene spiegato e in base a questo si analizza un romanzo non si capisce perche’ tirar fuori ogni volta il discorso che la bellezza e’ soggettiva. Lo sanno tutti, pero’ le discussioni si ripetono ad ogni recensione negativa.

E’ curioso notare che nelle recensioni positive del blog non si vedono decine di persone che attaccano l’opera o la recensione.
Questo e’ segno di una societa’ che ha qualcosa che non va.

#301 Comment By Polymetis On 18 ottobre 2008 @ 19:50

Non ho capito in toto quello che hai detto, ma sono d’accordo su quasi tutto. La recensione è un opinione personale e le regole attraverso cui giudica il romanzo sono personali: sono spiegate e condivisibili o meno da tutti. Personalmente ne condivido alcune e altre no, ma il fatto è che non si attacca la recensione. La puntualità e la capacità con cui Gamberetta scova errori è ammirevole i impressionante, l’unica cosa che sia io che, suppongo, Guglielmo intendesse è che Gamberetta sia passata da errori oggettivi ( come le incoerenze logiche ) ad altri soggettivi che dipendono dal suo punto di vista. Il problema è che dalla recensione non si evince che alcuni siano solo personali ma sembrano elevati tutti a dati oggettivi, come la stessa Gamberetta ha più volte detto. E’ solo questa la critica. Io condivido la recensione e non sono certo un sostenitore della Troisi, so anche che uno non può mettersi sempre a specificare qst è mio punto di vista, questo no, etcetc. Se la cosa è implicita allora non c’è nessun problema.

#302 Comment By Clio On 18 ottobre 2008 @ 22:35

A Guglielmo

Ho già detto che la tizia fa errori logici, ma stavamo parlando della guerriera che sbaraglia tutti, no?

No, con me stavi parlando del fatto che la guerra è o no fondamentale e vitale alla trama, della guerriera che sbaraglia tutti non me ne importa una ceppa ^_^
Detto questo, metà della tua rosposta non mi riguarda.
Non ce l’ho con la Troisi perché mi va di prendermela con lei, ma perché è un’ignorante e vende pezze di lino per seta orientale, punto.

Quanto agli scrittori, a me piace il lavoro fatto bene, uno scrittore che scrive bene, anche molto bene, ma che riempie il romanzo di stupidaggini storiche (esempio già citato, Magdeburg) non mi piace. Fantasioso? Forse. Scritto bene? Anche benissimo. Ma pieno di stupidaggini.
Un libro è fatto di molte cose, e tutte sono importanti.
Poi ci sono libri-spazzatura che piacciono lo stesso per i più svariati motivi, non mi interessa assolutamente il gusto personale della gente, anche perché esso non cambia la realtà: un libro è decente o no. Ci sono criteri per deciderlo. Il fatto che piaccia non vuol dire che sia decente.

Tanto per dire, la maggior parte delle persone non conosce la differenza reale tra acciaio e ferro, tra le varie armature e così via.
Quando legge un libro in cui c’è un errore di questo tipo non se ne accorge.

Non ha nessunissima importanza! Tu scrittore devi offrire al pubblico qualcosa di onesto e ben fatto, non rifilargli una ciofeca perché tanto non se ne accorge! La storia può essere bellissima, ma va servita in un abito decoroso. La carne di cervo è ottima, ma va servita in un vassoio, non buttata cruda sulla tavola. Poi magari ai commensali piace lo stesso, ciò non cambia il fatto che tu, cuoco, sei un paraculo e un pessimo cuoco.
Inoltre una cosa sono alcuni errori. In un romanzo ambientato in Islanda nell’830 d.C. metterci che gli scambi sono valutati in lana grezza invece che in aune tessute è un errore, un grosso errore, ma se è solo quello che importa? Nella seconda edizione sarà corretto e buona notte. Se invece costoro calcolano in lana grezza, vanno al mare in inverno e pescano razze, allora importa eccome!
Una cosa sono alcuni errori, un’altra è la lussureggiante selva di castroneria del romanzo della Troisi. In un caso l’autore può correggere, nel secondo caso no, perché gli errori sono talmente tanti da invalidare la storia.

Dai, l’ho fatto anche io, adesso fatemi una statua. Questi non sono parametri applicabili, è come se uno costruisse una casa senza geometrie e piena di errori ( alla maniera di Numerobis, per chi conosce Asterix), al punto che è invivibile. Non è da ammirare, è un’idiota.

Un applauso a DelemnO. Sono perfettamente d’accordo.

#303 Comment By Polymetis On 19 ottobre 2008 @ 00:04

Questi non sono parametri applicabili, è come se uno costruisse una casa senza geometrie e piena di errori ( alla maniera di Numerobis, per chi conosce Asterix), al punto che è invivibile

Prima non avevo dato degno peso a questa frase che da architetto mi colpisce molto. Ludwinc Mies Van de Rohe quando costrì casa Tugendhat e Farnsworth House, stravolse geometrie e assiomi dell’architettura; i proprietari e committenti dei due lavori gli fecero causa in quanto ritennero le case non vivibili. Oggi è uno dei padri fondatori dell’architettura moderna…Guardate i suoi lavori, sono la priva vera rottura con il classicismo.

#304 Comment By Spongebob&Patrick On 19 ottobre 2008 @ 00:24

Scusa Polymetis,
ma tutta questa manfrina filosofica per dire alla fine che la Troisi non rientra nel tuo indice di gradimento? Vogliamo filosofeggiare? Ebbene, così sia!
Analizzando con spirito critico ciò che hai scritto, hai bisogno di un ripasso sulla storia dell’architettura da parte di un paio di colleghi (architetti).
In primis, le regole sono alla base dell’architettura (sia essa classica, gotica, moderna, ecc.), passando in generale dalle regole tecniche a quelle estetico-funzionali, oltre alle norme di regolamentazione!
In secondo luogo, parli dei trattati del 1500; ma dimentichi che questi trattati sono nati dalla riscoperta nel 1414 del De Architectura di Vitruvio, che è sopravvissuto grazie agli amanuensi appartenuti a quello che tu hai definito “buco medievale”!
Infine, il pensiero classicista è stato alla base del Rinascimento e successivamente dell’Illuminismo; e quest’ultimo è alla base del concetto di Moderno che tu tanto tiri in ballo, ma è qui che sbagli! Ti facciamo subito un semplice esempio: basti pensare al Movimento Moderno che è nato tra le due guerre mondiali. Esso vantava un concetto del tutto razionale dell’architettura, razionalità che ha sempre delineato le correnti “classiciste” perché perseguono un rigore assoluto nelle geometrie.
Non è quindi corretto accostare “non regole” con Moderno: forse è più giusto parlare di Post-Moderno, la corrente di pensiero che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, ha parlato di crisi del Moderno e di tutto il bagaglio di regole che si portava appresso!
Una breve fonte:
http://www.funzioniobiettivo.it/glossadid/post_moderno.htm

Per quanto riguarda la Troisi, d’accordo ognuno ha le sue opinioni e per fortuna, altrimenti se non esistesse qualcuno che ci contraddica ogni tanto, saremmo pecore degne di dittatura, rattrappite sulle proprie opinioni ed ipocrisie! Ma ciò non toglie che la Troisi dovrebbe impegnarsi nettamente di più con la sintassi delle sue frasi e, soprattutto, con la punteggiatura! Per non parlare delle frasi monche che finiscono a capo per qualsiasi motivo possibile! E, se non sbagliamo, sono tutte cose che fanno parte dell’abc del saper scrivere, ovvero delle REGOLE!
Per concludere, il fine non giustifica i mezzi! Rimanendo in campo architettonico, per quanto tu possa presentare un progetto dettagliato e studiato, se privo di personalità e di carattere, oltre che del linguaggio architettonico per eccellenza – il disegno -, rimmarrà pur sempre un progetto debole. Quindi possono anche essere 1200 pagine, come anche 3000 o 2, la stima va NON nei confronti della quantità, ma di ciò che è in grado di trasmetterti, disgusto o apprezzamento che sia!

#305 Comment By Polymetis On 19 ottobre 2008 @ 00:53

Scommetto che tu sei uno di quelli che se deve criticare il lavoro di qualcuno vai a riprendere la triade vitruviana. Senti, se vuoi ne parliamo in privato io e te perchè sinceramente di ribadire che il Novecente è RELATIVISMO e che ovviamente il retaggio di classicità è difficilmente scaricabile di getto. Sul razionalismo sono d’accordo con te, ci sono molti canoni classici (ad esempio la ben nota sezione aurea) ma ricorda anche che uno dei suoi padri fondatori: Le Corbusier, ha scritto nei suoi cayer dopo i viaggi di studi: Questa non è architettura, dopo alcuni disegni di opere classiche. Se il fondatore del Modernismo tra le due guerre se ne vuole distaccare un motivo ci sarà. Ci sarebbero molte cose da dire, ma in fondo mi chiedo: se sei d’accordo con me sul fatto che sia soggettivo il giudizio e la possibilità di esprimerlo, e che quindi questo non sia assoluto perchè cerchi di confutare un ragionamento che porta a questo esito? Se vuoi discutere di architettura moderna (tu e i tuoi colleghi) ti lascio la mia mail e lo facciamo in privato; Io sono pure d’accordo con te su difetti oggettivi, come incorenze logiche e errori grammaticali, l’ho detto ….

la stima va NON nei confronti della quantità, ma di ciò che è in grado di trasmetterti, disgusto o apprezzamento che sia!

Poi mi concludi così, è quello che credo anch’io. Lo ripeto da mezz’ora, a certe persone ha trasmesso molto e dunque per loro è bello, a me no e quindi non lo è. Siamo d’accordo. RELATIVISMO. Ho scritto molto solo perchè certe cose vanno spiegate scusami, la prossima volta mi limiterò a esprimere giudizi, ma non lo credo produttivo.

#306 Comment By Polymetis On 19 ottobre 2008 @ 00:58

A voglio poi aggiungere che quando parlo di Modernità parlo del mondo nel suo globale non di movimento/corrente o orientamento culturale. La loro esistenza è un ulteriore prova dell\’assenza di regole assolute in quanto ogni movimento si coniava le sue e in base ad esse lavorava.

#307 Comment By Uriele On 19 ottobre 2008 @ 02:29

Polymetis: se costruisci qualcosa questa è sottoposta sempre a delle regole, che sia un motore o che sia un palazzo. Per quanto si sperimenti non si possono infrangere alcune regole fondamentali della fisica e della meccanica (non so se ad architettura facciano scienze delle costruzioni, metallurgia e meccanica e materie simili). Questo è un dato OGGETTIVO (trovami un palazzo che non riesce a sopportare il suo carico e a ridistribuirlo in modo corretto che stia su).

Seconda cosa: quando non si rispettano i modelli classici, si cerca di variare le regole estetiche, generalmente si conoscono i principi estetici pre esistenti che si cercano di infrangere (impressionisti, espressionisti, cubisti, dadaisti, futuristi,…). La conoscenza di ciò che viene prima è un fattore essenziale per creare qualcosa di innovativo, altrimenti si parla solo di errori, e solo in rari e fortuiti casi un errore involontario porta a qualcosa di buono

#308 Comment By Polymetis On 19 ottobre 2008 @ 09:52

Infatti concordo che ci sono errori oggettivi della Troisi, ma avete letto quello che scrivo? Errori paragonabili alla statica per un edificio, ma sempre in quello che scrivo ho ben detto che l’unico modo per approdare a qualcosa di oggettivamente giusto ( e non sempre è possibile ) è la matematica. Statica e Meccanica SONO Matematica, così come parlare di errori grammaticali è una questione oggettiva e matematizzabile. Sono tipo 5 post che concordo con voi su questi punti; vi sto facendo riflettere sull’altro: non ci sono regole per dire che si scrive bene, al di là della grammatica. Capiamoci su questo punto. Lo dico perchè apprezzo molto il lavoro e la passione di tutti voi e voglio fermarvi dal fare un passo che rende vani tutti i vostri punti di vista, quello dell’imporre canoni assoluti. Non si può fare perchè tutta la filosofia moderna e tutta la cultura degli ultimi 100 anni lo ha reso impossibile. Fermiamoci quindi a cose che sono assolute: coerenza logica e grammatica e su questi punti, cari amici, siamo tutti d’accordo che i lavori della Troisi siano tutt’altro che capolavori.

#309 Comment By Polymetis On 19 ottobre 2008 @ 09:57

Seconda cosa: quando non si rispettano i modelli classici, si cerca di variare le regole estetiche, generalmente si conoscono i principi estetici pre esistenti che si cercano di infrangere (impressionisti, espressionisti, cubisti, dadaisti, futuristi,…). La conoscenza di ciò che viene prima è un fattore essenziale per creare qualcosa di innovativo, altrimenti si parla solo di errori, e solo in rari e fortuiti casi un errore involontario porta a qualcosa di buono

Secondo questo punto di vista la Troisi ne esce come avanguardista. Gli scrittori medi si documentano e sono coerenti? Bene io farò qualcosa di nuovo e non lo sarò. Conoscere il passato può anche essere stato utile per tutte le correnti letterarie, ma nel momento in cui coniano regole proprie e rigettano le passate dimostrano l’inesistenza di regole assolute; che è quello che cercate di sostenere. Ragazzi, non possiamo dire certe cose, sennò passiamo noi per i pirla e non la Troisi.

#310 Comment By gugand On 19 ottobre 2008 @ 10:45

@Polymetis
Credo di aver capito quello che intendi.
In effetti c’e’ una piccola differenza di punti di vista tra me e te.
Pensi che alcune cose che vengono fatte passare come parametro oggettivo in realta’ siano (molto) opinabili.
In realta’ vedere l’oggettivita’ dei parametri usati da gamberetta, secondo me, e’ un errore di interpretazione delle recensioni.
Ne’ gamberetta, ne’ gli altri hanno mai detto che le regole che usano siano oggettive, ma hanno diversi gradi di condivisibilita’ che cercano di giustificare citando i diversi scrittori famosi le hanno esposte. Anche se nelle recensioni sembrano mettere tutti i parametri sullo stesso piano in realta’ sono tutti opinabili (pure l’uso della grammatica). E’ un discorso implicito nel termine recensione che spesso ci si scorda.
Vista l’impossibilita’ di essere obbiettivi tanto vale dire le regole usate e mostrare tutto cio’ che piace o no. Per esempio gamberetta usa persino il rapporto di pianti/parole per mostrare quanto spesso nihal pianga. Lo sanno tutti che e’ un parametro a cavolo, tu lettore della recensione pensi subito che per te e’ insignificante e lo ignori nella valutazione che ti stai costruendo mano a mano che leggi la recensione.
L’opinione del recensore non significa nulla, sono i fatti elencati che formano un’idea di cosa aspettarsi.
La recensione serve solo a preparare il potenziale lettore e di certo questo blog aiuta molto di piu’ delle recensioni di tanti giornali e riviste che raramente focalizzano l’attenzione su vari aspetti e spesso sono vaghe, talmente vaghe che se il recensore avesse sintetizzato con “mi e’ piaciuto”, “l’ho trovato infantile”, “E’ stato divertente” era uguale.
Che poi il tutto sia infarcito e ricamato con sarcasmo, cinismo ed ironia a me rende interessante la recensione in se indipendentemente dal libro.

#311 Comment By Polymetis On 19 ottobre 2008 @ 11:57

Si su questo sono del tutto d’accordo, ed è questo che intendevo dire. Poi vabbè, sugli errori grammaticali non ci sono storie; nel senso che è un modo oggettivo per dire se lavori bene o male. Il linguaggio è una convenzione per comunicare ok, ma nel momento in cui scrivi hai scelto di utilizzarlo e ti spetta farlo in modo quantomeno corretto. Per il resto anchio sono convinto il lavoro di Gaberetta sia importante e fatto bene e ci tengo che non possa essere vanificato dal fatto che ponga le proprie opinioni come concetti assoluti. Ma se non è così tanto meglio…

#312 Comment By Guglielmo On 19 ottobre 2008 @ 13:11

Gugand, è proprio qui che ti volevo: se sei consapevole di applicare un insieme di regole per dare un tuo giudizio, non cadi nell’errore di definire “cerebroleso”, “scemo”, “stupido”, “ignorante” chi la pensa in modo diverso.
Vuoi una recensione seria, che sia valida pur nell’ambito della sua soggettività?
Parti dal contestualizzare l’opera che stai analizzando. L’errore è qui, non aver contestualizzato il romanzo nel sottogenere fantasy che gli compete.
E qui mi ricollego anche al discorso che facevo con Clio.
Nell’ambito in cui scrive la Troisi documentarsi non è un dovere morale, considerato che non sta scrivendo per esperti oplologhi ma per delle ragazzine che non sono minimamente interessate all’aspetto marziale della vicenda.
E questo è un fatto: ha avuto successo, evidentemente ci sono persone a cui interessa un romanzo fantasy con quelle caratteristiche.
Per quale motivo la Troisi si sarebbe dovuta documentare, per anni, su dieta, usi e costumi, abbigliamento, oplologia, strategia, arti marziali e scherma e non so che altro?Per non far storcere il naso a un lettore che comunque non avrebbe apprezzato il suo libro, visto il genere?
Questa cosa non ha senso.
Non solo, vi ostinate a ignorare la massa di scrittori famosi e non che non si documentano. Quando lo fanno è perché sono già esperti nel campo o sembrano esperti, ma in realtà hanno alle spalle collaboratori selezionati che revisionano.
O magari, come Martin per esempio, è probabile che si siano documentati ma evitano di seguire la via del realismo estremo per non tagliarsi le gambe da soli.

Per questo motivo, sono propenso a puntare il dito sull’editore, che ha prodotto – lui sì – un lavoro poco onesto.Perchè io scrittore posso anche essere sbadato, soprattutto se scrivo tanto. Posso anche fare errori più o meno grossolani, ma tu editore hai uno staff apposta per evitare che il libro esca con questi errori.

[ io non penso che la Troisi abbia usato il braccio come unità di misura nel suo libro; è più probabile, vista la qualità di editing, che avesse scritto metri e qualcuno abbia cambiato. L'unica cosa che non torna è l'altezza della torre, ma non ho ancora capito cosa intende quando descrive la città: se è come Minas Tirith è tutto sommato verosimile, altrimenti è una cavolata immane.]

Questo per dire che, con un editing “decente” , la Troisi avrebbe avuto lo stesso successo, e lo spazio per le critiche si sarebbe ridotto al puro “mi piace il genere”/”non mi piace il genere”.

#313 Comment By gugand On 19 ottobre 2008 @ 14:09

Guglielmo

Gugand, è proprio qui che ti volevo: se sei consapevole di applicare un insieme di regole per dare un tuo giudizio, non cadi nell’errore di definire “cerebroleso”, “scemo”, “stupido”, “ignorante” chi la pensa in modo diverso.

Anche a me non piacciono quei termini. Pero’ capisco l’intenzione volutamente provocatoria di gamberetta e perche’ usa quei termini.
Dopo infinite discussioni con certa gente che evidentemente non capisce il suo punto di vista e spesso non ragiona su quello che gli viene detto non ammettendo che certi difetti notati esistono(tipico dei scemi e i celebrolesi), ma fa commenti spinti solo dal “mi e’ piaciuto il libro come a tanta gente non puo’ essere brutto” e’ naturale prendere in giro alla prima occasione. La vendetta e’ un sentimento poco nobile e forse poco maturo, ma certo aiuta a sfogarsi.
A me fanno molto ridere tutti quelli che entrano dicendo che gamberetta non ha capito niente del libro, quando e’ probabile che lo abbia letto con la lente d’ingrandimento e spulciato a fondo, altrimenti non potrebbe fare recensioni tanto dettagliate.
Senza tener conto le ragazzine che scrivono in smsese.
Diversi scrittori ed editori sono entrati qui dentro sentendo offeso il loro lavoro (e qui rispondo indirettamente al tuo puntare il dito sugli editor ed editore).
Dai fan all’editor qui prendono bordate e spesso offese dirette pero’ penso che questo blog in qualche modo porti scrttori ed editori a stare piu’ attenti al loro lavoro e i fan a pretendere qualcosa di piu’ perche’ tolte le offese rimangono analisi ben documentate.
Le offese sono un modo, magari poco elegante, di attirare l’attenzione su cose che la gente sta sempre piu’ ignorando, ma causano un’inevitabile caduta della qualita’.

#314 Comment By Polymetis On 19 ottobre 2008 @ 14:30

Argomentazione un po’ debole questa delle offese, soprattutto se supportata da idee come quelle della caduta di qualità che se non condivisa porta invevitabilmente a considerare tali offese gratuite in quanto non motivate.

#315 Comment By Spongebob&Patrick On 19 ottobre 2008 @ 14:42

a Polymetis,
In realtà siamo in due ad aver commentato, comunque non volevamo criticare il tuo commento o quello che tu pensi; ma il nostro dubbio era sorto rispetto ai riferimenti storico-architettonici che tu hai tirato in ballo, che meritavano, e meritano (soprattutto sulla questione Moderna), di essere chiariti e approfonditi. Capiamo anche che bisogna spiegarsi ma a volte due parole sono meglio di cento, soprattutto quando si è mordaci al punto giusto. Un riassunto, se ben costruito, è più efficace di tanti paroloni e riferimenti extratestuali che tanti non riescono a cogliere. La semplicità è la via per la grandezza, come ha scritto Shakespeare e non è un caso che ancora oggi Lui faccia parlare di sè.
Comunque, molti dei commenti qui presenti sono forse mossi dal proprio relativismo, ma cerca di capire che sono anche il frutto della rabbia di vedere un simile risultato venir osannato semplicemente sotto l’influsso della pubblicità o perché la Troisi è italiana! Troviamo entrambe le cose patetiche e tipicamente italiane, che premia chi manovra e non chi è manovrato, facendo deficitare tutto il sistema (che già fa ribrezzo) e coloro che potrebbero portare ORIGINALITA rispetto ad altri contesti triti e ritriti! è anche vero che sarebbe più da prendersela con l’Immondadori che con la Troisi: lei forse è veramente una pedina per far soldi… pedina che però sembra crederci non poco a quello che fa, soprattutto perché non sembra in grado di accettare qualsivoglia critica e si rintana tra i suoi proseliti che la difendono a spada tratta a destra e a manca! Se noi fossimo degli Scrittori avremmo qualche serio dubbio se NESSUNO che conta nel panorama letterario del nostro Paese desse un commento al nostro lavoro… un silenzio eloquente che sembra far riflettere sull’operato della Troisi, in quanto considerato da alcuni come CAPOLAVORO del fantasy italiano; e dubitiamo che qui valga la regola “chi tace acconsente”!
La verità sembra essere una sola nei confronti di questo libro: le 300.000 copie vendute sono state per buona parte il premio per il bel lavoro di copertina fatto da Paolo Barbieri! Errore commesso superficialmente anche da noi e da tanti altri…

#316 Comment By Guglielmo On 19 ottobre 2008 @ 15:40

Insomma, se ti dico “sei un cerebroleso”, non ti sto offendendo, ti sto ***volutamente provocando***.
A quale scopo?
Ma allora ha ragione Sgarbi! Perché fare lo sforzo di rispettare le persone? Vai con l’insulto libero, tanto se ci criticano possiamo dire che era una tattica provocatoria oppure che siamo i paladini anti-ipocrisia [il famoso "io sono l'unico a dire le cose come stanno, perché ho le palle"].

Vendetta, poca maturità, sfogo: non mi sembrano le motivazioni ideali per fare una critica “decente”.

#317 Comment By gugand On 19 ottobre 2008 @ 16:56

Per Guglielmo e Polymetis:
Un conto e’ capire un conto e’ condividere.
Secondo me certi insulti si potevano risparmiare senza incidere sulla qualita’ delle recensioni e sull’humor.
Il bello che grazie quelle offese quanta gente e’ entrata qui per commentare e leggere le risposte spesso intavolando discussioni, per me interessantissime, come quella che stiamo portando avanti?
Non dico che e’ il modo giusto, ma non tutto il male vien nuocere.
E poi non me la sento di dare ulteriori giustificazioni. Non posso spacciarmi per uno che sa quello che passa per la testa dei blogger.

#318 Comment By Stefano On 19 ottobre 2008 @ 19:21

Vorrei dire a Guglielmo: sei davvero sicuro che l’autrice si sia posta davanti alla sua opera con il target adolescenziale in mente? Perchè credo che sarebbe la stessa autrice a smentirti… queste, piuttosto, sono elucubrazioni editoriali. Qui non si sta dissertando sulla buona fede dell’autrice: lei è sicuramente convinta di aver scritto un’ottima cosa, come tanti altri autori del resto. L’autrice sostiene di aver soltanto voluto descrivere una storia e ci parla spesso dell’importanza del progetto dietro i suoi romanzi (la cartina dovrebbe essere nata prima del romanzo) ma se tutti i difetti e le incoerenze rilevate esistono, allora che fase progettuale ha alle spelle un simile romanzo?

#319 Comment By Clio On 19 ottobre 2008 @ 21:28

Quoto Stefano.
In secondo luogo, Guglielmo, sto cercando di dire una cosa molto facile:
1) E’ ininfluente il tipo di lettore a cui il romanzo è destinato;
2) E’ ininfluente il fatto che tale romanzo possa piacere;
3) Il romanzo è pieno di indiscutibili cazzate.
Tirando le somme: Il romanzo è spazzatura.
Può piacere lo stesso, può piacere ad un determinato tipo di lettore, può aver aperto il cuore a centinaia di adolescenti complessate, non è questo il punto. Il punto è: il romanzo è pattume.
Perché è pattume?
Non per forza perché la trama è banale, ci sono opere prevedibili e godibili fino in fondo.
E’ pattume perché è pieno di errori.
Il lettore non se ne accorge.
Non mi frega nulla, ci sono, e di per sé il romanzo ne è stracolmo, perché non sono cinquanta, sono cinquecento.

#320 Comment By Spinozzi Simone Pietro On 20 ottobre 2008 @ 15:50

Non vi pare di stare facendovi troppe pippe mentali un po’ troppo per il linguaggio usato e per come potrebbe potrebbe essere (fra)inteso?

A me pare che Gamberetta ha detto cose giuste e motivate? Si.

Poteva dirle con piu’ grazia? Si, ma a lei non andava.

Sarebbe servito a qualcosa porle con piu’ grazia? Non credo sarebbe cambiato nulla.

Ha fornito svariati spunti di riflessione ed ha elencato una serie di errori tipici all’interno del racconto spiegando che si rilevano spesso e per alcuni casi ha fatto anche l’elenco delle singole volte in cui un errore si e’ ripetuto talmente tante volte da farsi involontariamente ritrovare un bassorilievo della copertina del libro sul muro piu’ vicino anche se fosse da solo, e ve ne erano tanti.

Certamente uno che non ha mai letto fantasy potrebbe non notarli, ma persino io che ne ho letto poco, ma comunque leggo spesso, ero riuscito a trovarne almeno una meta’ (assieme ad altri che gamberetta non ha nominato) perche’ diversi di quegli errori trascendono l’essere un libro fantasy.

Sinceramente quando uno vuole fare un libro che deve vendere cosi’ tanto dovrebbe avere perlomeno la cura di farlo in maniera decente. Anche perche’ il fatto che abbia venduto per “fortuna” si e’ visto con progressivo ed inesorabile crollo delle vendite. Se non impara a scrivere continuera’ a non vendere.

#321 Comment By Simone Pietro Spinozzi On 20 ottobre 2008 @ 23:18

Riporto, riguardo l’argomento del mio precedente commento, un pezzo tratto da una dichiarazione di un noto giornalista, che mi pare particolarmente azzeccata in questo caso, dato che si parlava per l’appunto dell’uso “gratuito” di insulti con tanto di esempio riguardo un caso professionale (ovvero di qualcuno che l’insulto lo faceva anche per vendere, mentre gamberetta non vende niente, da le sue opinioni in modo gratuito):

Ecco, naturalmente il fatto di essere contrario alle condanne per diffamazione sempre è una pura follia: i giornalisti che diffamano devono essere condannati per diffamazione!
Poi uno deve decidere se sia più saggia la pena pecuniaria, detentiva, l’obbligo di rettificare.
Ma non è che noi possiamo vivere con la licenza di uccidere senza che veniamo minimamente sanzionati, altrimenti ci sarebbero diffamatori professionali che continuerebbero senza più nemmeno la paura di essere puniti.
Per carità, lungi da me chiedere l’abolizione del reato di diffamazione: semmai bisognerebbe tipizzarlo meglio e stabilire che quando uno racconta un fatto vero non si scappa.
Le parole che ha usato, il contesto in cui l’ha raccontato non contano, conta solo il fatto vero.
E quando esprime una propria opinione, anche per dire che il presidente degli Stati Uniti è un cretino, può dirlo, se lo motiva.
Infatti, negli Stati Uniti, si può dire che il presidente è un cretino.
Il regista Michael Moore ha pubblicato un libro, che in Italia è edito dalla Mondadori, che si intitola “Stupid white man” e si riferisce all’attuale presidente degli Stati Uniti Bush, al quale viene dato del coglione.
E non è successo niente.
Con queste precisazioni, se uno pubblica un fatto falso e si rifiuta di rettificarlo sul giornale, allora certo che deve essere sanzionato per diffamazione.

#322 Comment By barbara On 21 ottobre 2008 @ 17:42

@Guglielmo, scusa ma quello che dici sul target non ha senso, Gamberetta lo ha letto e l’ha trovato una cazzata, come molti altri del resto, che sia rivolto ai bambini, alle donne, agli anziani o al mio gatto non fa nessuna differenza (beh forse per il mio gatto si :).

Finiti di leggere i libri della Troisi l’unica sensazione che ho provato è di qualcosa di approssimativo, non completo, scritto un po’ a casaccio, buttato li insomma.
Poi sempre per il target, quando ho comprato il libro appena uscito (eh si una piramide ti invoglia) non c’era scritto da nessuna parte che fosse un fantasy per ragazzi, o per ragazze, quindi l’ho preso attratta dall’eroina femminile protagonista (non dalla copertina), se avessi saputo che era per ragazzine lo avrei lasciato volentieri al suo posto e avrei risparmiato in tutto.
Poi proprio tu dici di voler demolire Howard, ma anche in questo caso le sue opere vanno contestualizzate, non ha senso rapportarle alle opere del presente.

#323 Comment By Stefano On 23 ottobre 2008 @ 21:38

E poi Howard le battaglie le sapeva descrivere decorosamente, ricordate gli arcieri bossoniani, i picchieri di Gunder e la cavalleria pesante di Aquilonia? Certo, Conan è sicuramente un personaggio enfatico, ma l’enfasi del personaggio è giustificata dalle sue origini Cimmerie, popolazione del resto veramente esistita che creò lo sgomento in Medio oriente , distruggendo anche il regno dei Frigi

#324 Comment By laio97 On 30 ottobre 2008 @ 23:10

scusate sono entrato in questo momento nel blog, di che si parla?

#325 Comment By laio97 On 30 ottobre 2008 @ 23:16

scusate lo so che non rigurda ciò di cui state parlando ma chi ha scritto
che nihal è capricciosa?!

#326 Comment By DelemnO On 13 novembre 2008 @ 19:03

Ommiodddiioooo su fantasy italia in un sondaggio su chi potesse essere l’erede di Tolkien tra le opzioni c’è la troisi! Sono stati i Goa’Uld, che intendono invaderci dall’interno?Uh, no.. forse gli Ori. Comunque, povero Tolkien.

#327 Comment By Clio On 13 novembre 2008 @ 20:09

DelemnO, hai accorciato di vent’anni la mia speranza di vita con questa notizia =_= Iste mundus furibundus… Ma perché devono sempre tirare in ballo quel pover’uomo? Sempre! Quando ci si ispirano, quando lo riprendono, quando lo reinterpretano, quando lo riporpongono, ma lo volete lasciar tranquillo?! Perché mai nessuno cerca di emulare qualche altro genio, Pratchett per esempio?! Dico, tanto per cambiare!

#328 Comment By Uriele On 13 novembre 2008 @ 20:49

C’è di peggio, un associazione “amici di Tolkien” o qualcosa di simile, due o tre anni fa aveva incominciato a riscrivere il signore degli anelli “COME L’AVREBBE RISCRITTO TOLKIEN SE FOSSE VIVO OGGI” (sic!)… neppure i morti neppure i morti.

Se volete metterlo nella fogna non mi offendo, però… Neppure i morti!!!!

#329 Comment By Clio On 13 novembre 2008 @ 23:09

Urieleeee!
Corvotempesta, questa mi ha dato il colpo di grazia!

La dovrebbero mettere come massima nei manuali e riviste per scrittori: “Se vuoi scrivere fantasy, lascia riposare in pace Tolkien!”.

#330 Comment By Guglielmo On 14 novembre 2008 @ 18:44

Quoto Stefano.
In secondo luogo, Guglielmo, sto cercando di dire una cosa molto facile:
1) E’ ininfluente il tipo di lettore a cui il romanzo è destinato;
2) E’ ininfluente il fatto che tale romanzo possa piacere;
3) Il romanzo è pieno di indiscutibili cazzate.
Tirando le somme: Il romanzo è spazzatura.
Può piacere lo stesso, può piacere ad un determinato tipo di lettore, può aver aperto il cuore a centinaia di adolescenti complessate, non è questo il punto. Il punto è: il romanzo è pattume.
Perché è pattume?
Non per forza perché la trama è banale, ci sono opere prevedibili e godibili fino in fondo.
E’ pattume perché è pieno di errori.
Il lettore non se ne accorge.
Non mi frega nulla, ci sono, e di per sé il romanzo ne è stracolmo, perché non sono cinquanta, sono cinquecento.

1)Come fai a dire che è ininfluente?Qui siamo all’assurdo. Scriveresti un libro per bambini nello stesso modo in cui scriveresti un saggio scientifico?Pensaci su per bene e poi rispondi.

2)E’ ininfluente che possa piacere?Ma come, se può piacere, allora svolge correttamente la sua funzione, e tutto il vostro discorso sulle REGOLE OGGETTIVE CHE LO SCRITTORE DEVE SEGUIRE ALTRIMENTI IL LIBRO FA’ SCHIFO non valgono nulla.

3)Il romanzo è pieno di errori, che secondo me sono da imputare alla scarsa cura editoriale.
Quelle che TU ritieni cazzate sono invece opinabili. Esempio per capire: la storia del signore delle tenebre. Cazzate?Certo, per uno che ha letto 500 romanzi e racconti fantasy di cui 490 con un antagonista simile, è una cazzata. Per chi è al primo libro fantasy, potrebbe non esserlo.

E’ una mistificazione da intellettualoidi di sinistra dire che un prodotto fa schifo ma può piacere. Di quelli che rosikano pesantemente, di solito.

Cos’è più importante: piacere o essere privo di errori?
Sarebbe meglio entrambe le cose, ma dovendo scegliere, mi sembra che i libri della Troisi abbiano svolto la loro funzione dignitosamente.
Se fossero davvero pattume, la gente non li comprerebbe.

@Barbara: scusa se sono rude, ma di quello che ho scritto non hai capito una ceppa.
Io non ho nessuna intenzione di demolire Howard, al contrario. Il punto è che le regole OGGETTIVE di buona scrittura professate da Gamberetta per criticare la Troisi e altri autori, sono fuffa.
Usandole, potresti demolire quasi qualsiasi autore, anche coloro che Gamberetta cita come promotori delle stesse [vedi King].
Le proponevo quindi una recensione in cui, usando le sue regole, avrei fatto a pezzi l’ultimo romanzo di Howard [e ho scelto lui perchè era il primo libro che mi sono trovato in mano guardando gli scaffali].
Claro adesso?

#331 Comment By Uriele On 14 novembre 2008 @ 19:40

1)Come fai a dire che è ininfluente?Qui siamo all’assurdo. Scriveresti un libro per bambini nello stesso modo in cui scriveresti un saggio scientifico?Pensaci su per bene e poi rispondi.

Se i saggi scentifici dovessero essere giudicati per la forma e non solamente per i contenuti verrebbero quasi tutti respinti dalle riviste specialistiche. Comunque qui si parla di intrattenimento, non di materiale specialistico. Una buona storia è universale (ad esempio Jim Bottone e la storia infinita sono scritte rispettivamente per bambini e giovani adulti, ma possono essere letti e apprezzati da tutti). Romanzo per ragazzi indica solamente la “fascia di ingresso” dei lettori, non quella di uscita.

2)E’ ininfluente che possa piacere?Ma come, se può piacere, allora svolge correttamente la sua funzione, e tutto il vostro discorso sulle REGOLE OGGETTIVE CHE LO SCRITTORE DEVE SEGUIRE ALTRIMENTI IL LIBRO FA’ SCHIFO non valgono nulla.

Ok qui sono perfettamente d’accordo, questa affermazione è un stronzata. Separiamo il mondo reale da quello delle idee. Se una storia è avvincente e coinvolgente per il recensore, il giudizio sarà falsato dal suo gusto personale, indipendentemente dai canoni estetici, modificherà il giudizio sull’opera. Un buona recensione è sempre una miscela di giudizi tecnici e gusti soggettivi (bisognerebbe mantenere un proporzione 70-30 fra le due cose per fare un buon lavoro, a un uomo non si può chiedere di più)

3)Il romanzo è pieno di errori, che secondo me sono da imputare alla scarsa cura editoriale.

… Se l’autore fosse stato capace non ci sarebbero stati tanti errori in primo luogo, basta rileggere un paio di volte le bozze con vocabolario, sintassi e spirito critico alla mano.

E’ una mistificazione da intellettualoidi di sinistra dire che un prodotto fa schifo ma può piacere. Di quelli che rosikano pesantemente, di solito.

Miii che palle la politica forzata… la svettete di cercare di inserire il cilindro nel buco triangolare??? No, non ci entra, neppure con il martelletto! Una cosa può essere qualitativamente brutta eppure piacere. Il Trash è questo, opere obbiettivamente di scarsa qualità che si prendono troppo sul serio e divertono per la loro inconsistenza o per l’eccesso di pathos.

Se fossero davvero pattume, la gente non li comprerebbe.

Ogni fottuto anno “vacanze di natale” sbanca ai botteghini e la gente ride alle battute dei fichi d’india. McDonald fattura miliardi in tutto il mondo e Pizza Hut è la pizza più venduta al mondo. Per la maggioranza della popolazione mondiale Sturbucks produce caffè—

#332 Comment By Grace On 14 novembre 2008 @ 19:41

Cos’è più importante: piacere o essere privo di errori?

Essere privo di errori. La qualità di un libro non si misura guardando a quanta gente piaccia.
Che poi ci sia una marea di gente in grado di apprezzare un libro in cui una persona filiforme riesce a usare arco e frecce nonché uno spadone a due mani, significa semplicemente che c’è una marea di gente ignorante in materia e soprattutto con poca capacità logica (io pure sono ignorante in materia, ma basta mettere in moto il cervello per capire che non è possibile maneggiare una spada così pesante senza una buona dose di muscoli).
Qualche errore può ovviamente scappare, ma se un romanzo è PIENO di errori e piace, la spiegazione è una: piace ai sempliciotti, oppure agli ignoranti (non inteso come insulto, ma proprio “nel senso che ignorano”). Tra:
1) essere pieno di errori ma piacere a duemila sempliciotti/ignoranti
2) essere privo di errori ma piacere a dieci persone dalla capacità critica
beh, io sceglierei la seconda, decisamente.

#333 Comment By Uriele On 14 novembre 2008 @ 20:03

@ Grace: Non è vero, essere privo di errori formali, non vuol dire essere un’opera degna o bella, può semplicemente trattarsi di un opera senz’anima. I tre moschettieri, guerra e pace, i fratelli Karamazov e moltissimi altri romanzi sono infarciti di “errori” narrativi, dovuti in parte anche alla loro natura di opere d’appendice (ebbene sì anche molti capolavori della letteratura russa sono stati inizialmente pubblicati come opere d’appendice), ci sono lungaggini piccole incongruenze e forzature, ma queste non impediscono la lettura o la rendono meno scorrevole.
La perfezione accademica di un opera non ne determina la qualità (molti autori italiani hanno avuto da ridire con i puristi della Crusca, D’Annunzio usava spesso coniugazioni poetiche per mantenere la musicalità del testo piuttosto che adottare le forme più corrette e in molti manuali di scritturi o saggi letterari sono portati un’enormità di esempi di questo tipo).
Tu lettrice colta preferisci leggere un “Il Nome della Rosa” (comunque un gran bel romanzo, semiologicamente e storicamente impeccabile) o un “Il Maestro e Margherita ( potevo prendere qualche opera come l’immortale di Borges, ma ho scelto questo esempio perchè è un romanzo che quasi tutti avranno letto, definito unanimamente un capolavoro, ma non esente da piccoli “difetti formali” e piccole incongruenze volutamente inserite e distribuite in un opera massiccia e coinvolgente)?

In linea di massima dire che la bellezza sta nell’assenza di errori è sbagliato, la bellezza sa nel saper scegliere oculatamente quali errori ci è permesso fare e costruire una trama solida, sviluppata con uno stile coinvolgente e ritmato. Una buona storia è un compromesso fra perfezione formale, idee e intreccio. È questo che crea un opera “piacevole”. La mancanza di errori ed inconguenze non ha nessun significato per se stessa

#334 Comment By Grace On 14 novembre 2008 @ 20:42

Non ho mai detto che la mancanza di errori significhi la perfezione di un’opera, ma personalmente ritengo sia una caratteristica più importante rispetto al “può piacere”, perché la prima si basa su un’oggettività qualitativa (perché la mancanza di errori è una qualità; poi il libro può anche difettare di coinvolgimento, di “anima”, ma da qui a dire che la mancanza di errori non significhi nulla ce ne corre), mentre la seconda è priva di parametri. “Può piacere”, grazie tante… ma a chi? A chi non capisce nulla di arte guerresca al punto di bersi delle cretinate colossali senza accorgersi di quanto siano colossali? E’ il “può piacere” a non significare nulla. La mancanza di errori ed incongruenze non fa da sola la qualità dell’intera opera, ma è di per sé una qualità. E per come la vedo io, la presenza di errori ed incongruenze ogni due per tre, rende un’opera ridicola e di basso livello, a prescindere da quanto possa risultare “piacevole” a chi questi errori non li vede/non li considera.

#335 Comment By Clio On 14 novembre 2008 @ 20:59

A Guglielmo

1)Come fai a dire che è ininfluente?Qui siamo all’assurdo. Scriveresti un libro per bambini nello stesso modo in cui scriveresti un saggio scientifico?Pensaci su per bene e poi rispondi.

Ha già risposto Uriele ed io sono d’accordo. Inoltre una storia può essere per bambini (magari non gli racconterai una storia di complicate trame di palazzo, lo annoieresti), ed essere splendida (io ho trovato “Anand e lo specchio del fuoco e del sogno” godibile, nonostante fosse per bambini), il punto è: non deve essere piena di cazzate (errori).

2)E’ ininfluente che possa piacere?Ma come, se può piacere, allora svolge correttamente la sua funzione, e tutto il vostro discorso sulle REGOLE OGGETTIVE CHE LO SCRITTORE DEVE SEGUIRE ALTRIMENTI IL LIBRO FA’ SCHIFO non valgono nulla.

Quello che sto cercando di dire (senza riuscire a farmi capire, si vede) è che non mi interessa assolutamente discutere del gusto delle persone. Esistono criteri secondo cui un libro è buono o meno, che non sono per forza i criteri stilistici descritti da gamberetta nel Riassunto della Puntate Precedenti, ma punti molto semplici: realismo, credibilità. Credibilità relativa ovviamente. Se io scrivo di un mondo dove ci sono i puffi ed il mio personaggio incontra i puffi, niente di strano, è perfettamente credibile dato il contesto, ma se nel mio libro una ragazzina qualsiasi (e sottolineo qualsiasi) infreccia un catafratto a cento metri con un arco non meglio specificato (perché magari l’autore ritiene esistano archi qualsiasi), allora questo non è credibile, è una cazzata (se l’arco è magico o altro il discorso cambia, ovviamente). Parimenti se io scrivo di un personaggio avaro fino all’ossessione, non posso escrivere una scena in cui si mostra gratuitamente generoso (a meno di non dare una spiegazione decente).

3)Il romanzo è pieno di errori, che secondo me sono da imputare alla scarsa cura editoriale.

Se l’autrice non fosse un’ignorante (cosa che lei stessa ammette candidamente) certi strafalcioni non ci sarebbero.

Quelle che TU ritieni cazzate sono invece opinabili. Esempio per capire: la storia del signore delle tenebre. Cazzate?Certo, per uno che ha letto 500 romanzi e racconti fantasy di cui 490 con un antagonista simile, è una cazzata. Per chi è al primo libro fantasy, potrebbe non esserlo.

Il Signore delle Tenebre rientra nel gusto personale, a me non interessa assolutamente in una discussione simile, mi interessa però se il tale, dopo essersi mangiato mezzo mondo subito, in 40 anni non avanza di un metro. Non è per forza un errore, ma… com’è possibile? L’autrice no mlo dice, e quindi diventa un errore (con ridserva, diciamo). LAtre cose sono invece indiscutibili: le misure che la Troisi ci dà sono completamente sballate, come dimostrato da Gamberetta. Questo genere di errore e quello che chiamo “cazzata”.

E’ una mistificazione da intellettualoidi di sinistra dire che un prodotto fa schifo ma può piacere.

Ma per piacere… Il manga di Inuyasha è piaciuto ad un sacco di gente (me compresa), questo fa di lui un opera di qualità? No, è una stupidaggine, ma piace.

Cos’è più importante: piacere o essere privo di errori?

A parer mio? Esser privo di errori è il primo punto, piacere è il secondo. Facendo una scala, la correttezza è importante 10, il piacere lo è 7.

Se fossero davvero pattume, la gente non li comprerebbe.

Non diciamo assurdità…

#336 Comment By Guglielmo On 14 novembre 2008 @ 21:25

vi rendete conto che, con la vostra discussione, mi state dando ragione, vero?
Uriele la tua risposta porterebbe ad almeno due discussioni che esulano da questo argomento: Scrittore eccellente vs Troisi, e cultura pop vs cultura “alta”.
Troppe cose insieme.

Gli errori.

Grace non da una definizione di “errore”, quindi finché rimane sul generico evito di risponderle, mi limito a farle notare che lei rientra in pieno nella categoria di intellettualoidi che quando criticano negativamente qualcosa si posizionano SEMPRE nei posti giusti,quelli dei capaci e dalle alte qualità critiche.Brecht mi manca molto.
Invece, Uriele, il tuo discorso è facile da spiegare.
Primo:
gli autori che tu ora vedi bravi e famosi hanno una schiera di professionisti al loro servizio che correggono qualunque castroneria scrivano. Fare quindi un confronto è impossibile, oltre che scorretto.
Secondo:
è difficilissimo rendersi conto dei propri errori, per questo le case editrici usano gli editori. La stessa Gamberetta evidenzia quanto gli editor della Troisi fossero professionalmente impreparati. Questi non solo non hanno rilevato quelle incongruenze – poche ma gravi – in alcuni punti della trama, ma devono aver anche cambiato qualche cosa.
Metto la mano sul fuoco per la questione delle unità di misura.
Non per niente, ma la Troisi dovrebbe collaborare con l’ASI, come astrofisica.
Anche per questo un po’ mi viene da ridere quando leggo una diciottenne che nella vita non ha combinato nulla, pubblicato zero, curriculum adolescenziale, dare alla Troisi della scema.
Il mondo va al contrario.

#337 Comment By Uriele On 15 novembre 2008 @ 01:46

@ Guglielmo: guarda che io non ho mai dato contro alla tua visione e in gran parte fino a qui l’ho condivisa, quindi non mi stupisce il fatto che ti dia ragione su gran parte degli argomenti…
Io ti ho fatto l’esempio di molti autori del passato e gente come Bulgakov nelle loro opere non ha subito un gran lavoro di editing (al massimo di censura). La prima versione del maestro e margherita integrale, riprodotta poi nelle ultime edizioni italiane, è stata pubblicata in samizdat (quindi rieditata in proprio dall’autore e pubblicata clandestinamente); questa edizione è quella che è arrivata a noi, quindi dove sono le schiere di professionisti*

Tomasi di Lampedusa ha lavorarato tutta la vita al suo grande romanzo borghese (poi pubblicato senza NESSUNA modifica) trovando sempre qualcosa da cambiare, rimaneggiandolo, migliorandolo e modificandolo nel corso degli anni. A rileggere la propria opera si trovano sempre errori o cose che sarebbero potute essere state scritte meglio. Molto spesso è più la noncuranza o la sciatteria piuttosto che l’incapacità di trovare l’errore, quello che spinge l’autore a spedire il manoscritto alla casa editrice lasciando il resto agli “esperti del settore”. Rileggendolo con attenzione e occhio critico un autore avrebbe trovato e corretto errori oggettivi come quello del già citato “carponi”.

PS: Eco si edita da solo, se ne vantava pure nelle sue lezioni…

* Lo so ho scelto questo autore apposta nel post precedente, sapevo che qualcuno avrebbe tirato fuori questa argomentazione e mi ero premunito. Chiedo scusa per la scorrettezza intellettuale…

#338 Comment By Uriele On 15 novembre 2008 @ 02:10

Cultura pop verso cultura alta è una forzatura, alcune opere nascono pop e diventano alte (difficilmente vale il viceversa), ma anche questo discorso porterebbe a una nuova discussione tangenziale, stimolante, ma contingente. Comunque la mia risposta al commento di Grace era anche una critica al suo metodo induttivo universale, in cui parte dalla Troisi per dare un giudizio lapidario sulla letteratura nel suo compenso (basta guardare come conclude il messaggio)

#339 Comment By Grace On 15 novembre 2008 @ 12:11

Scusa, ma da cos’avresti dedotto che io “parto dalla Troisi per dare un giudizio lapidario sulla letteratura nel suo compenso”? XD La Troisi non l’ho neanche mai letta, l’ho presa ad esempio soltanto perché il romanzo preso in esame è suo. Ma il mio era un discorso generale, che rispondeva alla domanda “è più importante piacere o essere privo di errori?”. Allora, non si tratta di semplificare, perché la cosa è già semplice: quale delle due caratteristiche ha più importanza, secondo te? Sì, lo so che un buon romanzo è un compromesso di diverse caratteristiche, ma la domanda poneva esplicitamente di fronte alla scelta tra una sola di queste due. Io, se dovessi scegliere una sola tra queste due caratteristiche, preferirei un libro privo di errori (ovvero un libro in cui SO di non trovare incongruenze o elementi incoerenti con il realismo interno al contesto) piuttosto che un libro che “piace a tanta gente”, perché in quest’ultimo caso potrei trovare una perla così come un pezzo di carta straccia.
Per riassumere: la mancanza di incongruenze è in sé una buona qualità, la “piacevolezza” no. Come è stato scritto in un commento ad un altro post, anche le mosche trovano tanto piacevole la cacca.
Con questo, non sto dicendo che un romanzo perfettamente privo di errori oggettivi sia automaticamente un romanzo perfetto, né che sia questo il solo metro di giudizio per misurarne la qualità. Se hai inteso questo, si vede che mi sono spiegata male.

@Guglielmo
Una definizione di errore?! Scusa, ma non mi sembra così difficile capire cosa si intenda con “errori oggettivi”. Se in un libro viene descritta una scena in cui un sasso galleggia nell’acqua, è stata oggettivamente scritta una cazzata. Se una ragazzina esile impugna senza problemi uno spadone, a meno che non abbia appena bevuto la pozione magica di Panoramix, è oggettivamente una cazzata. Stavolta, il tuo mi sembra veramente un voler polemizzare sull’ovvio, perdonami.

#340 Comment By barbara On 15 novembre 2008 @ 12:17

@Guglielmo, non vorrei essere rude, ma ho capito benissimo ^_^
Volevo solo dire che se vuoi fare una recensione di Conan ad esempio, dovresti oltre che usare i parametri di Gamberetta, tenere conto di quando è stato scritto, ovvero negli anni ’30.
Il mio metro di giudizio per quanto riguarda gli aspetti di un opera esterni all’opera stessa, sono infatti il contesto, cioè quando, come, dove e perchè è stato scritto, e se l’autore è un esordiente.
Per il resto non me ne frega niente della nazionalità, dell’età o del sesso, sono parametri per me ininfluenti, almeno per la moderna letteratura.
Se vuoi fare una recensione usando i parametri dei Gamberi puoi benissimo farlo, magari mandi l’articolo a Gamberetta che alcuni post fa ha detto che chiunque può mandarle una recensione con quelle caratteristiche. Se riesci a demolire un’opera di Howard e a renderlo anche divertente io lo leggerò volentieri ^_^

Per la questione dei gusti, a parte le solite banalità, vorrei dire che un lettore onesto con se stesso e con un minimo di spirito critico, dovrebbe avere ben presente il valore di quello che sta leggendo.
Io cerco sempre di essere obiettiva e mi rendo conto che molte delle cose che mi piacciono sono spazzatura e non ci trovo niente di male ad ammetterlo. Così come ci sono opere che non mi piacciono ma che probabilmente sono al di là della mia portata, oppure non mi interessa quello che raccontato, ad es. Il Maestro e Margherita l’ho dovuto abbandonare, non per questo dico che fa schifo.
Per me non c’è niente di male ad affermare che c’è molta gente ignorante e senza nessuno spirito critico, che si beve tutte le cazzate che vengono scritte, che leggono alcuni libri semplici e banali perchè probabilmente non riuscirebbero a capire quelli appena un po’ più complessi, che magari non hanno nemmeno voglia di impegnarsi per evolversi e imparare. Io non li giudico per questo però non li posso certo mettere sullo stesso piano di chi invece nella lettura cerca qualcosa di più che non sia lo sconnettere il cervello, per quello basta la tv. Quando vedo scritti commenti che dicono: a me la Troisi piace tantissimo e mi da un sacco di emozioni, invece la Austen mi fa schifo scrive malissimo, a me vengono i brividi, poi sarà sinistroide e snob per questo ma non ci posso fare niente.
E’ ovvio che la cultura non è appannaggio di tutti così come la comprensione e la consapevolezza, chi dice il contrario secondo me mente.

Curioso poi notare che c’è un sacco di gente che dice: a ma come fai tu si può demolire qualsiasi libro; però poi alla fine dei conti quelli che vengono maggiormente criticati sono sempre i soliti libri, mi viene spontaneo pensare che sia perchè effettivamente offrono il fianco molto più facilmente. (piuttosto che ci sia una cospirazione ai loro danni).

#341 Comment By Guglielmo On 15 novembre 2008 @ 13:23

@Barbara: no, allora vedi, ho ragione: non hai capito il discorso. Gli strumenti critici usati da G non sono influenzati minimamente dall’epoca, [o dal contesto,o dal fatto che l'autore sia un esordiente - e questi hai detto essere poi i tuoi parametri].
Diciamo che non sai di cosa stiamo parlando, ok?Vatteli a leggere e poi torniamo a discutere.

Per quanto riguarda le critiche sempre agli stessi libri, ti ribalto il discorso: sono i libri che hanno successo che vengono criticati di più, perchè anche il critico ha bisogno di visibilità – vedi il numero di commenti nelle recensioni di libri semi-sconosciuti.
Il meccanismo che probabilmente Gamberetta sta mettendo in atto è stato descritto da un certo Fabrizio in Fogna dei Commenti.

@Grace: quelli per te sono errori?Pensavo a una risposta intelligente. Criticare un’esagerazione [supposta] in un romanzo fantasy è una delle cose più imbecilli che si possano fare, è la scusa del critico svogliato.

@Uriele: boh, continui a citare autori di generi e di qualità molto diverse rispetto alla Troisi. Non puoi paragonare i suoi libri, da esordiente, scritti a vent’anni, con Bulgakov, Eco e sarcazzo.
Gli errori oggettivi uno scrittore non li trova mai o quasi mai perchè,e chi scrive [o studia psicologia] comprende bene questo meccanismo, nel momento in cui costruisce una scena si crea uno schema mentale di essa che gli sembra corretto [altrimenti la modificherebbe].
Oppure l’errore può essere dato dall’incapacità, dall’inesperienza di mettere su carta alcune descrizioni. Cose accettabili per un esordiente.

#342 Comment By DelemnO On 15 novembre 2008 @ 13:54

Anche per questo un po’ mi viene da ridere quando leggo una diciottenne che nella vita non ha combinato nulla, pubblicato zero, curriculum adolescenziale, dare alla Troisi della scema.
Il mondo va al contrario.

Niente mi fa saltare i nervi come queste affermazioni, sembra detta dalle ragazzine in difesa di twilight, l’unica differenza è la presenza di vocali.
Come fai a sapere se abbiamo combinato qualcosa? Da dove si definisce che uno ha combinato qualcosa, nella vita? Sì, non ho ancora pubblicato, però sono dieci anni che scrivo perchè se devo dare in pasto un’opera non pronta come le Cronache del mondo emerso ( a cui mancavano anni di revisioni, imho) a un editor oltretutto incapace di correggere gli errori di base ( non sarebbe cambiato molto dire che Nihal dopo mesi di addestramento riuscì a tendere l’arco, io sono magra come Nihal e ci riesco) ,cosa che si poterebbe fare senza modificare la storia, preferisco aspettare. Scusate tanto se non ho il nobel per la lettratura, ma i suoi libri sono un ottimo argomento in mano a chi dice che la fantasy italiana fa pena.
Si può sempre tirare fuori il vecchio discorso, che so, dell’idraulico: se io chiamo un idraulico per farmi le tubature in casa e questo me le fa che spilla acqua dovunque e i muri fanno la muffa, dato che l’ho pagato ho tutti i miei diritti di dire ” è un lavoro che fa schifo” anche se io non sono capace di fare il lavoro, dato che però i difetti sono evidenti, no?
Cioè, in Nihal me ne sono accorta a 14 anni ( o 13, non ricordo), quando uscì, che la spada di cristallo nero era impossibile e che nessuna persona con un po’ di buon senso andrebbe in battaglia senza corazza.

#343 Comment By Uriele On 15 novembre 2008 @ 14:03

… scusa ma per quanti libri rimane un’esordiente la Troisi? 10-15?
“La strada per Los Angeles” (Fante è un autore POP, alle volte trascinato nella cultura alta, forzatamente) è un romanzo d’esordio carino (non apprezzo nè lo stile, nè lo sviluppo, ma devo ammettere che ha una stuttura narrativa solida, e scritta con stile e padronanza del linguaggio), “Aspetta primavara, Bandini” era scritto meglio, c’era un lavoro di documentazione più accurato, una gestione dei ritmi narrativi che mancava al primo libro: ha fatto tesoro delle critiche sia delle rivisti di settore che di altri amici scrittori.

L’esordio può non essere perfetto, ma già nel secondo libro, quando si viene criticati (non è un caso isolato la recensione di gamberetta, e ce ne sono molte, anche se non così caustiche, di penne migliori e più famose) bisognerebbe far tesoro delle critiche…

Gli errori oggettivi uno scrittore non li trova mai o quasi mai perchè,e chi scrive [o studia psicologia] comprende bene questo meccanismo, nel momento in cui costruisce una scena si crea uno schema mentale di essa che gli sembra corretto [altrimenti la modificherebbe].

??? Questa mi è nuova, ti prego portami l’articolo o il saggio che parla di questo argomento… Ti assicuro che non mi son fermato a Jung e Freud e questa teoria per la quale l’autore non riesca riscontrare gli errori oggettivi (lessicali, grammaticali, le illogicità manifeste come quelle del bosco di pietra) rileggendo l’opera mi sfugge.
I costrutti mentali riguardano cose come i pregiudizi e la visione personale del mondo e l’interpretazione dei gesti e delle azioni di altre persone riportandole alla nostra individualità. Il costruzionismo non può modificare la nostra visione della grammatica, la capacità di usare in modo corretto i vocaboli, o gli errori di logica

#344 Comment By Grace On 15 novembre 2008 @ 14:16

@Guglielmo
Quelli per te non sono errori? Quelle per te sono esagerazioni SUPPOSTE poiché si tratta di fantasy? Quindi deduco che tu sia uno dei facenti parte del club “tanto è fantasy”. Questo sì che è molto intelligente, complimenti.

#345 Comment By Guglielmo On 15 novembre 2008 @ 20:15

@Uriele: Jung e Freud sono psicanalisti. Altro campo da gioco.
Quello che tu non conosci è un aspetto della percezione e dell’attenzione spaziale, studiato in psicologia e si chiama fenomeno del top down, in cui è l’elaborazione precedente a influenzare il percetto.

@Grace: io rimarrò nel club del “tanto è fantasy” finchè voi non mi direte in modo preciso e chiaro cosa rientra nel fantasy e cosa invece è un errore.
Anche qui, esempi di famosi romanzi, insospettabili, come potenziali vittime della vostra idiozia critica si sprecano.

Delemno: non capisco, in ogni tuo post che ho letto non manchi di ribadire che tu stai scrivendo e blablabla.
Bè, curioso, non trovi?Pubblicità?Egocentrismo?In fondo, non è importante.

#346 Comment By Uriele On 15 novembre 2008 @ 21:56

guarda se vuoi fare orecchie da mercante fai pure, non ho problemi. La psicanalisi è una branca della psicologia e quella freudiana è un’evoluzione della scuola del filosofo Brentano. Se poi vogliamo la correttezza formale quella la “Psicologia analitica” di Jung non è psicanalisi e si è sviluppata indipendentemente dalla prima. Se vuoi discutere va bene, se vuoi prendere per il culo è tutto un altro paio di maniche, da quello che scrivi sei troppo intelligente e colto per non averlo fatto con malizia.
Secondo io ti ho chiesto quale articolo (o quale autore se preferisci)sostiene la tua tesi. Tu hai parlato di schemi mentali che sono alla base della psicologia dei costrutti personali di George A. Kelly e gli errori lessicali o le illogicità manifeste a distanza di poche righe, quando rilette non possono essere ricondotte al fenomeno del top-down (questi sono errori che possono essere commessi nella prima stesura e sono comprensibili, ma non è normale che sfugganno alle successive revisioni, non sono errori minori, denotano una scarsa conoscenza della lingua, un vocabolario lacunoso e una scarsa attenzione alla propria storia).
Ci possono essere degli errori che sfuggono all’autore anche dopo la revisione, incongruenze minori riscontrate a grande distanza l’una dall’altra, queste non inficiano la lettura, ma quando sono ripetuti lungo tutto il testo, abbondanti e molto vicini, tendo ad attribuire il tutto alla non curanza e alla sciatteria (visto che sulla carta la Troisi non è l’ultima delle sceme)

#347 Comment By Guglielmo On 15 novembre 2008 @ 22:41

Uriele, non so che dirti, Jung e Freud non c’entrano con il discorso che facevo io. Ho parlato di aspetti psicologici e non psicanalitici non a caso e per questo ti ripeto: siamo in un altro campo.
E pure la psicologia dei costrutti non c’entra niente!
Stiamo parlando di revisione. Forse ho fatto l’errore, e mi scuso, di usare la parola “schemi” in maniera poco chiara. Avrei dovuto parlare semplicemente di elaborazione. Infatti quello che intendevo dire è che quello che noi ci aspettiamo e sappiamo, è stato provato, influenza a priori la nostra percezione – il top down concept driven appunto.
Questo significa che se io compio, per esempio un errore di grammatica o di ortografia, ho poi grosse difficoltà a scovarlo.
Sempre allo stesso modo, se scrivo una cavolata – ma se la scrivo, non penso lo sia, giusto?altrimenti non la scriverei – o se descrivo male una scena difficilmente poi riesco a correggermi da solo.
Per questo motivo gli autori di LF appena hanno un po’ di soldi si riempiono di esperti, rilettori specializzati e chi più ne ha più ne metta.
E’ facile dire: un bravo autore non fa questi errori, quando non si può fare un confronto perchè mentre la Troisi è stata seguita – male – da editor che voi stessi definite incapaci, mentre gli autori che prendete come paragone sono seguiti da gente valida, e preparata.

Inoltre, il discorso secondo me è ancora più complesso: perchè alcune di quelle che qui sono state presentate come “cazzate” o “errori” sono in realtà frutto di opinioni, prevenute aggiungerei. Le stesse situazioni, messe in mano ad altri autori più blasonati non susciterebbero lo stesso scandalo.
Non per niente sono andato a rileggermi brani di autori famosi e ho riscontrato parecchie assurdità: nessuno mai se n’è lamentato. Ma siccome la Troisi è italiana e ha avuto un grosso successo, giù a rosikare.
Seconda cosa: perchè penso e sono pronto a scommerci quello che vuoi, che alcune cose siano state modificate alla cazzo dagli editor. Vedi per esempio le unità di misura.

#348 Comment By Uriele On 16 novembre 2008 @ 00:20

Ecco questa è una risposta e ti ringrazio. Io avevo chiesto prima quale psicologo e quale teoria psicologica supportava la tua tesi e aggiungevo che non mi fermavo a Jung e Freud (due autori scelti a caso che operavano in un certo ramo della psicologia, probabilmente i più famosi per le masse, se avessi citato Kelly molti non avrebbero neppure saputo di chi parlavo come se avessi citato Brentano). Quando scrivo e porto degli esempi, cerco, nelle mie possibilità, di portare esempi più o meno noti a tutti.

Permettimi quindi una piccola introduzione elementare del fenomeno in modo che anche gli altri capiscano, a grandi linee di cosa stiamo parlando (lo spiego come lo hanno spiegato inizialmente durante l’introduzione nei corsi di psicologia, se riesci a spiegarlo in modo più semplice ed elementare ti prego di correggermi)
In termini generali però lo schema driving (o top-down) è legato all’esperienza (l’esempio classico per spiegare il fenomeno è quello del fumetto, se vediamo due vignette, data l’esperienza reale, la nostra mente “copre i passaggi intermedi”, es. vediamo un pugno chiuso caricato subito dopo una testa girata e un rivolo di sangue dalla bocca e la nostra mente ci suggerisce che in mezzo ci sia stato un pugno). Le nostre scale di valori e i concetti astratti vengono definiti LIVELLO SUPERIORE in letteratura,mentre cose come i dati ottenuti dall’esterno sono detti LIVELLO INFERIORE. Si parla di Top -down ogni volta che un concetto di LIVELLO SUPERIORE influenza l’interpretazione di dati “reali” di livello inferiore.

Io ho parlato solo di alcuni errori che ritengo importanti: le frecce che volano per chilometri sono entrate nell’immaginario collettivo grazie al cinema e una persona non appassionata può trovare normale la cosa, come uno che non abbia mai preso in mano una spada o studiato strategia militare può ritenere plausibili le battaglie della Troisi, qui i nostri concetti SUPERIORI hanno avuto il sopravvento rispetto a quello che avremmo potuto osservare nella realtà, questi per me non sono errori. Sono supposizioni razionali per chi sia cresciuto guardando vecchi e nuovi film d’avventura, leggendo fumetti pulp e molti romanzi.

Io ho specificato fin dall’inizio quelli che consideravo errori “oggettivi” (quello lessicali, alcune costruzioni sintattiche e gli errori logici basati sull’esperienza di tutti i giorni oppure sulle premesse, prese come assiomi, introdotti dall’autrice stessa per il suo mondo)

Quando una persona attraversa un cunicolo STRETTO (non basso STRETTO) e si mette a CARPONI, non una volta ma ogni volta che trova un passaggio stretto , bhè quello è un errore non riconducibile al top-down (ok potresti dirmi che lei pensava di conoscere il significato della parola e i suoi preconcetti hanno influenzato l’interprettazione del testo, ma è un po’ tirata come cosa e uno scrittore dovrebbe avere una certa padronanza della lingua, non dico conoscere tutti i vocaboli, ma o usare solo quelli di cui conosce il significato o almeno verificare quelli di cui non è sicuro e non usati comunemente. Poi errori ortografici possono capitare, poi ci sono anche i refusi di stampa, ma essere uno scrittore, fare errori grammaticali e NON riuscire ad accorgersene neppure rileggendo e controllando più volte… bhè è una cosa veramente triste, ma di errori grammaticali non è che ne abbia visti leggendo)
L’esempio della foresta di pietra, citato da gamberetta in un altro articolo(che continuo a citare come un mantra), in cui in poche righe si passa da una foresta totalmente di pietra e senza vita, alla protagonista che ci va a cercare e trova delle erbe mebe mediche, bhè questo è un errore che non ha nulla a che vedere con il top-down è semplice sciatteria e noncuranza che si sarebbe potuta evitare rileggendo con attenzione.
Insomma io sono a favore del processo chiamato SOSPENSIONE DELL’INCREDULITA’, i tecnicismi possono essere importanti per alcuni lettori, ma in un opera di intrattenimento l’importante è che il racconto scorra in modo plausibile per il tipo di narrazione (da un eroe mi aspetto cose incredibile e inumane e posso glissare tranquillamente su scene di battaglia strutturate non per essere una ricostruzione dettagliata di eventi storici reali, ma per rappresentare il concetto stesso di combattimento).

PS: Le unità di misura possono essere tranquillamente scelte della Troisi, se uno cade per 24 metri di scale e si sbuccia un ginocchio non è un errore è una scelta a cui si puù applicare la sospensione dell’incredulità (John McClaine è sempre ferito di striscio anche quando lo beccano nel fegato ed è una scelta narrativa,successivamente esasperata per creare un effetto comico, ma nessuno ha mai avuto un cazzo da dire). Le distanze che dovrebbero essere percorse a piedi o a cavallo, sono state considerate come percorse da mezzi moderni (che hanno una velocità molto maggiore), non è che si è ristretto il mondo, l’autrice ha semplicemente fatto una semplificazione per rendere più scorrevole il romanzo; anche qui possiamo applicare la sospensione dell’incredulità.

PPS: curiosità mia, ma ti riferisci a Brumer e alle teorie esposte in Beyond the information Given? Mi potresti consigliare qualche altro buon testo sull’argomento

#349 Comment By Uriele On 16 novembre 2008 @ 00:27

“non è che si sia ristretto il mondo, l’autrice ha scelto di fare una semplificazione” (ripetizione dissonante ed errore grammaticale nella stessa frase, poi ho anche scritto puù al posto di può, ma quello è un errore di battitura)
In questo caso non l’ho fatto apposta: era un messaggio lungo ed io non sono uno scrittore professionista. Però rileggendolo mi è saltato agli occhi. Se possibile chiederei ai gestori di editare il mio messaggio con questa correzione e di cancellare questo. Grazie

#350 Comment By Stefano On 16 novembre 2008 @ 00:31

Beh, Guglielmo, francamente risulta un po’ incredibile pensare che gli editor di mondadori siano degli incapaci. Credo piuttosto che un’opera fantasy dedicata ai ragazzi, che è un pubblico notoriamente poco critico, si presti a una certa trascuratezza. Non condivido, intendiamoci…
Vogliamo fare dei paragoni? Terry Brooks nel suo libro “A volte la magia funziona” ci parla delle sue traversie editoriali e di quanto sia stato portato per mano nei primi tempi della sua vicenda editoriale. A me non sembra che Licia Troisi sia stata coltivata, ma soltanto spremuta battendo il ferro finchè è caldo. Tutti sono a conoscenza del relativo flop della “Ragazza drago” e il recente ritorno al Mondo Emerso dimostra il chiaro intento di raccogliere più che si può, piuttosto che coltivare. Vuoi altri esempi? Paolini, non certo un astro in fatto di originalità, è stato senz’altro gestito meglio: dai suoi genitori (anche se personalmente toglierei loro la patria potestà soltanto per averlo lasciato a casa da scuola e per aver “spinto” la sorellina a scrivere), dai suoi editor, dalla sua casa editrice. Allungare il brodo, aggiungendo un volume alla sua saga e’ cosa ben diversa dal proporre testi a iosa, stampati con caratteri da ipovedenti a prezzi vergognosamente esosi. Se i ragazzi queste cose non le sanno, le sanno che gli fornisce la paghetta…
Personalmente sono il primo a sostenere la buona fede di Licia Troisi, anche se credo che una piccola spintarella il suo manoscritto l’abbia avuta, almeno per superare la scrematura iniziale: come ha scritto qualcuno, nessuno è tanto pazzo da mandare in prima battuta un pacco di più di 1000 pagine alla più grande casa editrice italiana con fondate speranze di essere pubblicati, e io non investirei mai decine di euro stampando un simile plico di fogli senza aver avuto qualche rassicurazione… la Mondadori, infatti, risulta essere l’unica casa editrice ad aver visionato il famoso manoscritto. Quali sono stati gli elementi fondamentali per la sua scelta? L’amore, senza particolari scabrosi; l’avventura e la magia, senza esagerazioni che potessero scatenare il MOIGE o gli invasati cattolici (vedi critiche a Hetty potter)
Questi elementi garantiscono vendite a breve, ma alla lunga un autore dovrebbe trasformarsi in un professionista della scrittura per saper cogliere in prima persona le tendenze del pubblico. Terry Brooks è diventato un professionista della scrittura: oltre a Shannara è stato in grado anche di mutare radicalmente registro, del resto pubblica dagli anni 70. Tra sei o sette anni vedremo la Troisi ancora ingombrare gli scaffali? Francamente ne dubito, e qui entrano in gioco i rosikoni i quali credo possano dividersi in tre categorie: gli invidiosi della fama e del successo (e li troviamo ovunque), i lettori delusi e gli aspiranti scrittori danneggiati, che tra qualche anno proveranno invano a proporre le loro cose, anche molto diverse, e si sentiranno rispondere che dopo le abbuffate troisiane il fantasy ha ormai stancato.

#351 Comment By Guglielmo On 16 novembre 2008 @ 04:16

Si, cazzolina, si. Finalmente. Potrei quotare i vostri due interventi interamente.
@Uriele: non ho letto nulla di specifico al riguardo, me ne sono occupato quando ho studiato la FIT della Treisman e in generale i processi di percezione.
L’errore della foresta di pietra, sai, ci ho pensato. Effettivamente è una cavolata. Ma la gestione del vitto degli eroi è sempre stata un problema per ogni scrittore. Ti dicono niente i mitici biscotti galbusera elfici che li mangi e tarelli per montagne impervie, paludi e regioni inospitali come un atleta?vogliamo parlarne?Lol.
Gli scrittori più furbi non cascano nell’errore: i loro eroi non mangiano, non vanno di corpo, non hanno magagne fisiche. “Acido lattico?non so cosa sia”.
La risposta l’ha data tu e ti ringrazio perchè, nel farlo, mi hai anche insegnato un paio di cose importanti, tra cui: a volte anche un fan della Bradley può avere un gran cervello ed essere cazzuto :P

@Stefano: tutto il mio sforzo dialettico era diretto a portare chi criticava la Troisi a fare una riflessione come la tua.
E le conseguenze sono poi inevitabili: esistono scrittori italiani fantasy migliori della Troisi? Se esistono, perchè Gamberetta non li ha recensiti?
Se non esistono, esistono autori stranieri migliori?
Non ho sentito forse dire a qualcuno “la Troisi danneggia il fantasy”?Ebbene, perchè non presentiamo qualche esempio di eccellenza per far scoprire o riscoprire il fantasy a chi non ha già letto tutto il leggibile?
Non robe semi-sconosciute come alcune recensioni che ho letto qui, ma classici, o anche autori che stanno diventando vere e proprie leggende, tipo chessò, G.R.R.Martin?
C’è chi sostiene che la strategia alla base di questo blog non sia quella di promuovere la buona scrittura o il buon fantasy, ma quella di garantirsi pubblicità tramite i tanti polli che accorrono a difendere i loro beniamini dalle stroncature.
Vero?Falso?

ai posteri…

#352 Comment By gugand On 16 novembre 2008 @ 11:52

Gamberetta ha recensito Pan e lo ha trovato bello.

#353 Comment By DelemnO On 16 novembre 2008 @ 12:48

Delemno: non capisco, in ogni tuo post che ho letto non manchi di ribadire che tu stai scrivendo e blablabla.
Bè, curioso, non trovi?Pubblicità?Egocentrismo?In fondo, non è importante.

No, non esattamente, ho parlato di me perchè so quanto ci ho messo a scrivere ma non so quanto ci hanno messo altri autori, solo per quello,e per una cosa che aveva detto Carraronan in altra sede.

#354 Comment By Uriele On 16 novembre 2008 @ 13:51

Ti ringrazio (maledizione i miei baffi finti non son riusciti a celar la mia vera natura di fan della Bradley) e… sì i biscotti elfici sono sempre stati come le razioni con la croce dei videogame… però in un certo senso sono un assioma del mondo di tolkien: esistono dei biscottini alla creatina elfici impastati con della benzina diesel e ti danno una carica che manco un poket coffe. In un certo senso è come se Tolkien avesse inserito le razioni militari dell’esercito: sono piccole, liofilizzate, durano 3 anni, fanno schifo ed una garantisce il tuo fabbisogno energetico giornaliero… Non mi han mai convinto, ma era ancora al limite della sospensione (ma capisco perfettamente che qualcuno possa trovarlo un errore oggettivo, perchè rientra nella logica di tutti i giorni :) )
Poi un romanzo non deve essere per forza un seguire passo passo ogni azione del protagonista, ma solo quelle che fanno avanzare la storia o possono essere svaghi interessanti (ti giuro io non ho mai visto letto neppure di un protagonista che si scaccola), i periodi intermedi le azioni comuni sono “coperte” dal nostro livello superiori che, se necessario, rielabora la parte mancante con le nostre conoscenze personali (es. nell’ articolo su Brakin Dawn,già dalla terza riga dopo quella bianca abbiamo capito che i due protagonisti hanno fatto i porcelli, la nostra fantasia ha coperto il buco prima dell’intervento dell’autrice). Quando però ti sforzi di inserire qualcosa devi stare attento a non spezzare in modo troppo evidente la coerenza narrativa.

PS: ognuno ha le sue debolezze. Le mie sono la Rice ( che non ha un gran stile, ha molti difetti, ma di cui amo il mondo) e la Bradley (che scrive molto meglio, è probabilmente l’unica donna del fantasy che rispetti veramente come scrittrice, e mi ha coinvolto con storie come La Torcia e Le nebbie di Avalon, anche se non ho mai amato il resto della saga di Avalon e la serie di Darkover).
Invece ho un’avversione quasi patologica per King (che ritengo non abbia le capacità per dilungarsi in descrizioni così lunghe e piatte) dopo aver letto L’ombra dello Scorpione, It e Shining. Lo ritengo al pari della Rice come stile (non è un complimento, ma neppure un’offesa), solo che non mi piacciono (gusto personale) le sue storie. L’ho rivalutato nei racconti, in cui a mio parere riesce ad esprimersi meglio. Ultimamente sto leggendo la saga della Torre Nera e devo ammettere che è una serie carina, quasi scritta da un altro King (un po’ come quando ho letto Memnoch il Diavolo della Rice… prima di accorgermi che le descrizioni migliori del inferno di Milton :D)

#355 Comment By Clio On 16 novembre 2008 @ 15:25

A Guglielmo:
La differenza tra la foresta di pietra ed i biscotti elfici è semplice: in un caso abbiamo una foresta di pietra ed un personaggio che non si sa come (senza magia, enza aiuto, senza nulla) trova da mangiare per un mese (sembra in una mattina, a com’è scritto). Nel secondo caso abbiamo dei personaggi che aiutati da altra gente si procurano dei biscotti “ricaricanti”, biscotti che nel mondo in cui i personaggi si muovono esistono. In un caso il cibo appare dal nulla, nel secondo viene portato da qualcuno che sapevamo dover incontrare.
Ad ogni modo ti posso assicurare che ho preparato delle gallette da viaggio seguendo una ricetta tolkeniana, sono piuttosto buone, ed effettivamente in una giornata di viaggio ne ho mangiate tre o quattro e non avevo fame (erano vere bombe caloriche) ^_^
Gallette da viaggio sono usate fin dalla notte dei tempi, la sola differenza è che a Lorien sono elfi e le cucinano in versione perfezionata.
Invece fin dalla notte dei tempi un tale che si trova solo in una landa desolata di pietra e polvere muore di fame.
Aggiungerei anche che in Tolkien si sa da subito che sarebbero passati per Lorien (ricevendo quindi un probabile aiuto), mentre la Troisi prima ci dice che la foresta è tutta di pietra e senz’acqua, poi si contraddice dicendo che Nihal trova lo stesso del cibo.

Per il resto:

esistono scrittori italiani fantasy migliori della Troisi? Se esistono, perchè Gamberetta non li ha recensiti?

Perché dovrebbe? Ad ogni modo ha recensito Pan, dicendo che era migliore. Fracamente non l’ho letto, quindi non saprei.
Per il resto io credo che la maggior parte della gente che frequenta questo blog concordi almeno in parte coi criteri dei gestori e venga qui per trarre ispirazione e farsi quattro risate. La recensioni negative sono tanto divertenti da scrivere quanto da leggere, poi sta al lettore trarne altra utilità che non il divertimento.

#356 Comment By Guglielmo On 16 novembre 2008 @ 18:10

E’ interessante come le giustificazioni siano a senso unico: vogliamo essere pignoli?
La Troisi nel passo della foresta di pietra dice solo che gli alberi sono di pietra, è Gamberetta che dice “la vegetazione è di pietra”.
Mi dispiace, non è quello che dice la Troisi, quindi canna in pieno.
Inoltre, anche ammettendo che abbia fatto confusione tra *vegetazione* e *foresta* non vedo perchè l’impressione iniziale di Nihal, quando entra nella foresta (visto che la scena è descritta nel suo entrare nella foresta) non possa essere smentita da successive esplorazioni. Che è il ragionamento che fà la Troisi: manda la tizia a cercare “ovunque” in tutta la foresta e non trova certo more e lamponi, ma piante “avvizzite” e uno sfigatissimo “rivolo fangoso”.
Fa le scorte per un mese?Vale lo stesso discorso di Tolkien.

Questo è uno dei tanti pezzi che Gamberetta ha manipolato.

Ne volete un altro?Visto che avete citato la questione dello “stretto”.
Andiamo a rileggere le frasi:

“perché si dovettero infilare in un tunnel lungo e stretto, dove furono costretti ad avanzare carponi.”

e successivamente:

“Si trovò in un luogo stretto e umido, una lunga galleria buia che digradava verso il basso.”

Io non so dove vive Gamberetta, dove vivete voi e che tunnel vi immaginante, ma di sicuro nella nostra realtà un tunnel può essere o largo o stretto. Se è largo non ci sono problemi,ma se è stretto devi muovertici carponi.
Non esistono tunnel rettangolari, che io sappia.

Posso andare avanti quanto volete :D

” Ma perché un lettore dovrebbe essere preso per i fondelli in questa maniera?”

ps: Uriele mi piacerebbe continuare il discorso sui vari autori, la Bradley l’ho letta quasi tutta quando ero un ragazzino e l’ho anche apprezzata, ma rischiamo di finire in fogna.
Se vuoi ti passo il mio msn.
Ciauz

#357 Comment By barbara On 16 novembre 2008 @ 18:19

@Guglielmo, forse sei tu che non capisci ^^, io ho infatti detto che il contesto e l’opera prima sono i miei parametri, quindi se Gamberetta recensisce Farenehit di Bradbury mettendo come errore il fatto che sia banale perchè tutti guardano la televisione e c’è un inseguimento, io ovviamente posso obiettare che è stato scritto nel ’50. Oltretutto quelli che ho elencato, come già detto, sono parametri esterni all’opera scritta, influiscono ma solo indirettamente, se un autore ha scritto una cazzata nell’ 800 rimane sempre una cazzata.
Ti rinnovo la proposta, se riesci a demolire un libro con i parametri di Gamberetta e a farlo in modo divertente e puntuale, io lo leggerò volentieri. :-)
Ma forse non mi sono spiegata bene io.
Quella della Bradley non l’ho capita ?_?

@Uriele ma come? il Ciclo di Darkover è il migliore e se proprio vuoi trovare un autore che descrive personaggi che si scaccolano e scoreggiano quello è proprio King.^_^

Per Nhial e la foresta di pietra:
io stessa in quel passaggio sono rimasta piuttosto perplessa, non tanto per la foresta di pietra in sè, ma proprio per il fatto che andare in un bosco qualsiasi e sperare di trovarci qualcosa da mangiare, come so per esperienza personale, è pura follia. Fare scorte per un mese poi butta la mia sospensione direttamente nel cesso.
Se avesse usato uno stratagemme alla Brooks nel ciclo di Landover, dove le foglie di alcune piante sono commestibili, lo avrei trovato molto più credibile.
Altra cosa che mi è rimasta molto impressa è il fatto che Nihal se ne stia su una statua per un tot di giorni, ebbene io ho pensato: ma dove cavolo li fa i suoi bisogni? E li fa sulla statua dove la vedono tutti? Oppure i mezzelfi non hanno bisogni corporali?
Mah è fantasy..

#358 Comment By Stefano On 16 novembre 2008 @ 18:23

Guglielmo di esempi te ne sono stati fatti diversi… sulla tua domanda la risposta è sì. Qualcuno sostiene che Falconi sia un bravo scrittore, io non ho letto che poche pagine del suo primo romanzo e mi sentirei di negarlo con forza. Andrea d\’Angelo, per quanto lo stimi come persona, non sono mai riuscito ad apprezzarlo fino in fondo come scrittore. Ho sentito cose lusinghiere su Pan e personalmente mi sento di consigliare a tutti Pentar di Luca Tarenzi, Saranno fenomeni semisconosciuti, ma rimarranno tali se persiste l\’equivalenza fantasy=letteratura per bambini.

#359 Comment By Uriele On 16 novembre 2008 @ 19:58

Perchè è PALLOSA Darkover e prolissa all’inverosimile (quindi non dico errori oggettivi), mi è piaciuto il primo, la matrice ombra e qualcun’altro, ma in generale non è una delle mie serie preferite (paradossalmente mi è piaciuta all’inverosimile la saga della Luce ambientata nel mondo moderno, in cui la magia non influenzava il mondo fisico direttamente, ma solo il mondo del “subconscio”, molto la giudicano bruttina, ma a me continua a piacere)

Ecco appunto, io non cerco le scaccolate dei vari personaggi e penso che King porti avanti descrizioni di due pagine e mezzo su ogni singola boiata senza averne le capacità (“Borges diceva che non scriviamo quello che vorremo scrivere, ma solo quello che riusciamo). È per questo che la mia non è un avversione totale, ma lo apprezzo come autore di racconti (il racconto ti costringe a concentrarti di più sulla vicenda). Ho trovato molte di queste cose anche nella torre nera, ma il tutto sembra un po’ più scorrevole di altri romanzi e mi piace com’è stata tratteggiata la figura di Roland.

@ Guglielmo: Il punto è che se si tratta di un tunnel stretto andare a carponi è una cosa logicamente idiota, senza altre indicazioni poi,si intendeper galleria un posto dove possa passare una persona piuttosto che un cunicolo scavato da un animale. Ma non è l’altezza il punto
è la larghezza: mettendomi a carponi sono più largo (ho le spalle e i fianchi) che mettendomi di lato (dove la larghezza è data approssimativamente solo dalla mia testa).
Se anche il corridoio fosse basso (ma non è questa la sua caratteristica predominante perchè se no si sarebbe posta l’attenzione sull’altezza piuttosto che la larghezza; potrebbe trattarsi di una fenditura all’interno di una grotta se per galleria si intende qualcosa di naturale), la scelta più logica sarebbe quella di strisciare sul fianco (e qui arriva la mia ignoranza, se qualcuno conosce una parola per descrivere questa azione con una sola parola per favore me la dica) non quella di camminare a quattro zampe.

Per il contatto volentieri, però non so come fare, l’email è nascosta e non è una grande idea pubblicare il proprio contatto messanger su internet… forse chiedendo a chi gestisci il sito si può fare

#360 Comment By Clio On 16 novembre 2008 @ 21:05

A Guglielmo

Inoltre, anche ammettendo che abbia fatto confusione tra *vegetazione* e *foresta* non vedo perchè l’impressione iniziale di Nihal, quando entra nella foresta (visto che la scena è descritta nel suo entrare nella foresta) non possa essere smentita da successive esplorazioni. Che è il ragionamento che fà la Troisi: manda la tizia a cercare “ovunque” in tutta la foresta e non trova certo more e lamponi, ma piante “avvizzite” e uno sfigatissimo “rivolo fangoso”.

Forse è il ragionamento che ha fatto la Troisi, io nella sua testa non ci sono, ma ad esser pignoli, come dici tu, il tuo discorso tiene se nel pezzo comparisse un “contrariamente a come le era apparso in un primo momento” o qualcosa del genere. Altrimenti l’impressione è proprio che la signora stia cercando di aggiustarsi.
Inoltre, come ha detto Barbara e come avevo osservato io tempo fa, è impensabile trovare viveri per un mese in una mattinata in una foresta rigogliosa e rutilante di vita. Ti dirò di più, è impensabile trovarli per la giornata!
-Nihal è un guerriero, quindi non per forza esperta di radici o piante o funghi commestibili (la Troisi non ne parla, quindi presumo che non lo sia): ergo le sue possibilità di procurarsi cibo sono ridutte in partenza.
-La foresta è caratterizzata dal silenzio: non ci sono quindi uccelli, quindi niente nidi, niente uova.
-Nihal non ha con sé reti o trappole, ergo non può cacciare con agio, le sue possibilità si riducono a funghi e piante, non esattamente la cosa più nutriente del mondo.
-I funghi inoltre crescono in genere in zone boscose (che non è il caso, visto che gli alberi sono di pietra), quindi non in un ambiente simile.
-Il rivo è esiguo e fangoso, quindi niente pesci, e comunque a mani nude sarebbe complicato pescarli.
-Nihal non può quindi avvalersi solo di qualche pianta avvizzita.

E fa viveri per un mese? Con le piante avvizzite? Diavolo… Vorrei averla come cambusiere alla prossima spedizione!
La Troisi dice che fruga la foresta e fa viveri, e basta. Troppo faticoso spiegare in quale prodigiosa maniera, è molto più semplice lasciare il compito ingrato al lettore. Tanto è fantasy!
I libri della Torisi non raccontano una storia, fanno solo rumore. Come i bambini con le maracas, non vogliono comporre una musica, sono solo divertiti dal fracasso. Ganzo.

Fa le scorte per un mese?Vale lo stesso discorso di Tolkien.

Questa non l’ho capita.

Quanto al tunnel, ti segnalo che in TUTTI i castelli/rovine/miniere/siti in cui sono stata cunicoli eventuali e passaggi sotterranei sono SEMPRE rettangolari. L’unica eccezione? Una specie di pozzo inclinato all’Acropoli di Atene, probabilmente uno scarico fognario, niente che un essere umano potesse usare per parraggio a meno che non fosse l’uomo-ventosa. A parte ciò non ho MAI visto una galleria tonda, e credo che queste richiedano una tecnologia molto moderna (tipo il cemento armato). Non diciamo quindi amenità.

Mata

#361 Comment By Uriele On 16 novembre 2008 @ 21:30

bhè… la tana di una volpe è una galleria tonda (però in questo caso difficilmente una persona ci entrerebbe) diciamo piuttosto che le gallerie umane non sono tonte o comunque se scavate nella roccia con mezzi non attuali difficilmente hanno una forma definita (ciò vuol dire che non sono rettangolari, ma neppure quadrate)

-Nihal è un guerriero, quindi non per forza esperta di radici o piante o funghi commestibili (la Troisi non ne parla, quindi presumo che non lo sia): ergo le sue possibilità di procurarsi cibo sono ridutte in partenza.

Ok è una situazione illogica, ma non arrampichiamoci sugli specchi. noi non seguiamo tutta la vita del personaggio un momento dopo l’altro, ma solo le avventure inerenti alla storia. Può benissimo essere andata nei boschi da bimba e che le abbiano insegnato qualcosa. Magari non saprà riconoscere tutte le piante, ma quelle più note se le vede sì. Queste abilità, a livello elementare può averle quasi chiunque senza che sia inverosimile. Trovo molto più strani i militari di Clarke che sono esperti astromatechimoingegneristicoarchitettofisica a livello universitario (non per essere cattivo, ma se eri un genio plurilaureato perchè cazzo hai scelto di fare il najone? Neanche l’ufficiale di carriera, anche se comunque potevi aspirare a molto di più, proprio il militare semplice)

-La foresta è caratterizzata dal silenzio: non ci sono quindi uccelli, quindi niente nidi, niente uova.

Il silenzio della foresta può anche dipendere dal fatto che gli animali siano stati spaventati da qualche cosa, ma questo non vuol dire che non ci possano essere uova e nidi: il silenzio da solo non giustifica l’assenza di nidi e uova

-Il rivo è esiguo e fangoso, quindi niente pesci, e comunque a mani nude sarebbe complicato pescarli.

Penso che dal rivo si sia procurata solo l’acqua (che magari bollita è anche potabile anche se qui insorge il problema legno e sterpaglie per il fuoco)

Insomma a mio avviso è un errore logico molto marcato e alcune delle soluzioni proposte da Guglielmo per razionalizzarlo sono un po’ tirate per i capelli, ma alcune critiche alle sue soluzioni alle volte superano la barriera della credibilità e diventano forzature insostenibili a loro volta. Abbiamo idee diverse, difficilmente penso che si possano trovare provviste per 30 giorni, ma comunque alcuni delle possibili soluzioni hanno un certo senso, a mio avviso non risolvono il problema illogico, ma ne riducono notevolmente la portata

#362 Comment By Clio On 16 novembre 2008 @ 22:03

A Uriele

bhè… la tana di una volpe è una galleria tonda

Anche quella di un lombrico, se è per questo…

se scavate nella roccia con mezzi non attuali difficilmente hanno una forma definita (ciò vuol dire che non sono rettangolari, ma neppure quadrate)

Magari non perfettamente quadrate, ma ti assicuro che quelle che ho visto erano decisamente rettangolari.
Per Nihal, mi pare che si arrampichi sugli specchi chi dice “ma via, magari lo ha imparato e non si viene a sapere”, in tutta sincerità :D

Il silenzio della foresta può anche dipendere dal fatto che gli animali siano stati spaventati da qualche cosa, ma questo non vuol dire che non ci possano essere uova e nidi: il silenzio da solo non giustifica l’assenza di nidi e uova

Ma anche no! Il bosco che conosco meglio viene usato come poligono di tiro dall’esercito francese, ci sono zone in cui non si può passare certi giorni perché sparano, e talvolta sparano cose abbastanza grosse da far tremare i vetri al villaggio (è raro, ma è successo), ma ti assicuro che gli uccelli continuano a cantare. Quindi alla Foresta di Pietra deve essere accaduto qualcosa di ancora più sconvolgente di una grande esplosione! Mizzica! Perché l’autrice non ne parla?

Penso che dal rivo si sia procurata solo l’acqua (che magari bollita è anche potabile anche se qui insorge il problema legno e sterpaglie per il fuoco)

In questo caso il problema non sussiste invece :D Se la devi solo bere (e non curarci una ferita e cose simili), in una zona come quella descritta penso tu la possa bere senza bollirla, un po’ di fango non ha mai ammazzato nessuno ;)

difficilmente penso che si possano trovare provviste per 30 giorni, ma comunque alcuni delle possibili soluzioni hanno un certo senso, a mio avviso non risolvono il problema illogico, ma ne riducono notevolmente la portata

Io di soluzioni sensate ancora non ne ho trovate, a parte una: come disse un mio amico, Nihal trova viveri PER UN MESE in una foresta di pietra. Embé? Hai idea di quanto ci vuole a digerire un sasso? :D In questo caso calo le armi, è vero, se mangia sassi può benissimo aver trovato viveri per un mese in una mattinata in una foresta di pietra.
Tra l’altro i sassi non li devi neanche conservare, cosa che devi fare con qualsiasi altra provvista che non siano gallette (ma Nihal non ha elfi volenterosi a cui chiederle)

#363 Comment By Uriele On 16 novembre 2008 @ 22:22

Non so quali gallerie rettangolari o quasi tu abbia visto, le miniere difficilmente lo sono (se tu mi dici l’ingresso è rettangolare, questo può essere vero, ma la galleria o una miniera in sè difficilmente può avere una forma regolare, ma visto che abbiamo un architetto lascio dire a lui)

2) Quando arriva Nihal c’è silenzio, quindi può essere successo qualcosa che ha spaventato gli animali (difficilmente un uccello depone quando sa che non ritornerà a covare). Il fatto che la foresta sia di pietra è assodato (non è che gli alberi si trasformano), il fatto che sia silenziosa può essere transitorio. (ma i francesi un poligono vero no, eh?! :D:D)

3) L’acqua, se non conosci il luogo, sarebbe sempre buona norma bollirla. Se bevi acqua non potabile e non hai i giusti anticorpi, puoi rischiare malattie quali la dissenteria (certo non sono mortali forse, ma è spiacevole). Ad esempio in India negli alberghi o nelle case i locali bevono tranquillamente l’acqua di rubinetto (sono immunizzati), gli europei bevendo la stessa acqua sono colti da attacchi di dissenteria o influenze intestinali

4) Il problema infatti ho detto che è ridotto (ti va fatta di culo 2 giorni con provviste minime li fai, però non ne fai per un mese)

Insomma siamo al punto di partenza. Continua a essere una cosa illogica e a mio avviso un errore oggettivo dell’opera, ma non esasperiamola che si cade nel ridicolo (alcune tue note come quelle sui funghi le ho trovate molto pertinenti per esempio, altre un po’ forzate tutto qua)

#364 Comment By Clio On 16 novembre 2008 @ 22:42

A Uriele
Ho visitato solo una volta una miniera, e ci hanno fatto camminare in cunicoli rettangolari (più o meno), almeno per quel che ricordo, quindi in effetti hai ragione, i cunicoli secondari forse hanno forme diverse (ma… tonde mi sembra strano…).

2) Oddio, qualcosa può aver spaventato gli uccelli, quello che dico è: cosa, in un mondo medievaleggiante, può essere più spaventoso di una cannonata? E perché Licia non ce ne parla?
Il poligono è francese perché il bosco che conosco è in Massiccio Centrale ;) dipartimento del Puy de Dome, ad esser precisi.

3)Hai ragione, ma uno in certe situazioni prende il rischio :) Tanto più che in un mondo pseudo-medievale, dove non credo esistano cose sterilizzate, uffici USL e altre coe simili, gli anticorpi devono averceli buoni.

Comunque questa del bosco non è il solo strafalcione. Come già detto, la storia delle misure non torna (la signora Troisi non si è nemmeno preoccupata di fare una tavola delle conversioni! Omamma, che roba >.<), i combattimenti sono a dir poco allucinati, eccetera. Ci sono anche contraddizioni (Fen è prevedibile o no?), e non sciocchezze o errori di battitura che uno non vede rileggendo. In breve, sembra che l’autrice la storia non l’abbia proprio riletta!
Quanto agli editor competenti… Non ci vuole una leurea per notare certi strafalcioni, basta star attenti a ciò che si legge. Ma, come ho già detto, la Troisi non vuole raccontare una storia, vuol fare rumore, e la Mondadori non intendeva pubblicare un buon libro, ma qualcosa che, con la giusta pubblicità, si sarebbe venduto bene.
Quello che è interessante, secondo me, del “fenomeno Troisi”, è notare come la gente non vuole che gli si racconti una storia, vuole semplice rumore per occupare il tempo. Ahimé, Taliesin sarebbe disoccupato in questi tempi bui :(

#365 Comment By Guglielmo On 16 novembre 2008 @ 23:26

Clio scusa, ma stai sofisticheggiando inutilmente.
La Troisi scrive “tunnel” e “galleria”. Non scrive passaggio, non scrive cunicolo artificiale, non menziona la forma geometrica.
Se avesse scritto : passaggio rettangolare stretto, la critica avrebbe avuto senso.
Ma ha scritto tunnel stretto.E ha poi specificato: in cui il personaggio deve mettersi carponi.
Ora, una persona non prevenuta SE proprio è incerta sul significato di stretto, quando legge “carponi” realizza che si sta parlando del diametro.
Una persona prevenuta, o imbecille, pensa che il personaggio intanto non è in un tunnel ma in un passaggio generico, o peggio che tunnel e passaggio siano la stessa cosa [ma allora perchè chiamarlo tunnel?] e che questo passaggio sia stretto ma alto e il personaggio, sia un coglione, scusate il termine, e si inginocchi per attraversarlo.

Il resto, come dici tu, è amenità.

La questione delle scorte vale anche per la Troisi, se con 3[perchè le gallette sono come dici tu usate come razioni, ma gli hobbit non si portano certo kili di galbusera sul groppone] 3 biscotti elfici tiri avanti circa un mese, con quello che lei trova nella foresta avvizzita ci campa altrettanto.
Dov’è il problema?
Almeno la Troisi ha avuto il pudore di non inventarsi il cibo elfico iperenergetico superconcentrato.
Il problema è sempre nel pregiudizio con cui vuoi criticare.

Ps: Uriele, il mio contatto msn è: legionsofdoom@hotmail.it

Ovviamente non è la mia mail privata, è solo il contatto msn.

#366 Comment By Clio On 17 novembre 2008 @ 00:00

Guglielmo
“stretto” si riferisce solitamente alla “larghezza”, “basso” all’altezza. Se io leggo di un tunnel stretto in cui un personaggio va carponi resto perplessa. Tra l’altro sei tu che poco fa hai tirato in ballo il fatto che, essendo i tunnel “tondi” “stretto” equivale a basso,
>>

Io non so dove vive Gamberetta, dove vivete voi e che tunnel vi immaginante, ma di sicuro nella nostra realtà un tunnel può essere o largo o stretto. Se è largo non ci sono problemi,ma se è stretto devi muovertici carponi.
Non esistono tunnel rettangolari, che io sappia.

mentre ora dici che discutere della forma sono sofisticherie. Ergo, cessa di arrampicarti su specchi insaponati, anche perché quello del tunnel non è il solo errore del romanzo, come già detto che ne sono a biffeffe e molto più eclatanti, quindi puoi anche evitare di aggrapparti al fatto che “però quel carponamento potrebbe non essere un errore!!!”. E’ pietoso.

In secondo luogo, 3 gallette? Oh diavolo, va bene che sono hobbit e son piccini, ma io di gallette ne porto agilmente una cinquantina, non pesano praticamente nulla!
Se la Troisi avesse inventato l’albero sparapuffola, alberello le cui bacche nutrono quanto le famose gallette, chissenefrega se Nihal ne trova uno in una foresta e lo sfrutta! E’ fantasy, posso inventare un albero magico, posso inventare un tortino energizzante, posso inventare una sporta sempre piena, una tovaglia che si apparecchia da sola, una pagnotta che non termina mai, ecc.
Quello che non posso fare senza apparir ridicola invece è scrivere di un personaggio che, senza supporto di magia od aiuti esterni, compie azioni impossibili.
Cela dit, il tuo paragone non regge. Tra l’altro ti dimostri estremamente superficiale: in Tolkien ci sono incongruenze, ma nella fattispecie quella delle gallette non lo è. Può non piacerti come trovata, ma è possibile e legittima. Invece è assolutamente impossibile che una persona trovi in una mattinata provviste per un giorno (figuriamoci un mese) nelle condizioni descritte (ma nemmeno in una foresta normale, ti assicuro!).
Sayonara

#367 Comment By Guglielmo On 17 novembre 2008 @ 01:08

Clio, ma ci sei o ci fai?Un tunnel se è stretto ha un diametro piccolo.
Tu fai la sofista cambiando i termini: cunicolo, passaggio, non sono tunnel.
La forma geometrica la troisi non l’ha specificata, quindi se il suo personaggio si mette carponi solo voi prevenuti potete pensare che intendesse un PASSAGGIO POCO LARGO E ALTO.
Ripigliati, o unisciti alla folta schiera di chi non sa neppure affrontare l’evidenza.
Qui si arrampica sugli specchi chi fà finta di non capire il senso di una parola, pur di criticare.
Ho parlato di tunnel, e tu ti sei messa a citare passaggi segreti e pozzi archeologici, almeno evita di prendere per il culo, ok?

3, 30, 1000 gallette, sono comunque una stronzata. Tolkien non specifica l’apporto calorico delle gallette, la Troisi non specifica cosa trova la sua protagonista.

Ciao, Spiderman ;)

#368 Comment By gugand On 17 novembre 2008 @ 09:28

quindi se il suo personaggio si mette carponi solo voi prevenuti

potete pensare

che intendesse un PASSAGGIO POCO LARGO E ALTO.

Scusa, ma lo scrittore non e\’ li per descrivere la scena?
Io non mi dovrei inventare nulla a parte il minimo indispensabile, invece leggendo il racconto prima immagino un cunicolo stretto quindi immagino della gente che camina di taglio, poi si viene a sapere che camminano a carponi, quindi cancello la scena formata, riavvolgo e mi riimmagino tutto con questi che camminano carponi in un tunnel basso ed abbastanza stretto da far strisciare le spalle.
L\’operazione di riavvolgimento costringe il lettore ad uscire dall\’immersione della lettura, questo e\’ un errore. Se per te e\’ insignificante sono affari tuoi.

#369 Comment By barbara On 17 novembre 2008 @ 14:50

Certo è come dire che mi abbasso per raccogliere le mele dall’albero ^_^
In teoria è possibile, però dovrei spiegare che o sono un gigante oppure l’albero è un bonsai.
Se un cunicolo o una galleria o qualsiasi altra cosa intenda un passaggio nella roccia è stretto, io penso alla larghezza (come credo quasi tutti) altrimenti dico che è basso.

Ma poi sembra di parlare al vento, sono secoli che si dice che qualsiasi trovata fantastica va bene, se è spiegata, e poi arriva qualcuno che in un fantasy trova più realistico fare scorte per un mese in una foresta di pietra, piuttosto che usare artifici magici per sopravvivere.

Il bello è che Gamberetta e detrattori sembrano degli sfigati perchè si incapponiscono su particolari senza importanza, quando di fatto sono gli estimatori di certe opere che per dimostrarne la valenza li ritirano sempre fuori.

#370 Comment By Uriele On 17 novembre 2008 @ 16:46

“Certo è come dire che mi abbasso per raccogliere le mele dall’albero”

Il vantaggio del cervello umano è che in una frase riesce a coprire i refusi con un completamento automatico (è stato dimostrato che quando leggiamo velocemente il nostro cervello non si sofferma su ogni parola, ma legge le prime lettere e poi completa logicamente). Se io avessi letto una frase del genere ci sarei passato sopra anche senza accorgermene, anche perchè sarebbe stato evidente che la frase corretta sarebbe stata:

“mi abbasso per raccogliere le mele dEll’albero”

è un errore ortografico insomma non concettuale (o almeno può essere spacciato per tale senza nessuna forzatura) ed è uno di quei piccoli errori che può sfuggire senza troppi problemi sia a un’autore che a un revisore (le versioni economiche urania e oscar mondadori sono pieni di errori simili, che però non spezzano la narrazione e non risultano particolarmente fastidiosi neppure per il lettore)

#371 Comment By Clio On 17 novembre 2008 @ 21:04

Guglielmo,
Si scaldi meno, sensei, che si copre di ridicolo altrimenti ^_^
1) “Stretto” significa in primo luogo “poco largo”,
2) “Tunnel” vuol dire semplicemente “galleria sotterranea”, quindi il diametro non so dove andartelo a cercare.
3) Vedi quanto scritto da Gugand.
4) Quanto al carponare cito il seguente pezzo dal romanzo “Il talismano del potere”:

Il viaggio iniziò nel modo peggiore, perché si dovettero infilare in un tunnel lungo e stretto, dove furono costretti ad avanzare carponi.
«Alcuni condotti sono a rischio, sono conosciuti dal Tiranno e dai suoi. Questi più scomodi sono molto più sicuri» spiegò Aires.
Camminavano spediti, Aires era una guida abilissima e si muoveva con agilità fra tunnel e gallerie.

Ammettendo anche che “stretto” sia corretto, camminano carponi e vanno spediti in un passaggio angusto? Se non si sono trasformati in arvicole non so proprio come facciano.
5)

Tolkien non specifica l’apporto calorico delle gallette,

XD
Questa giuro che mi ha fatto rotolare in terra dalle risate!
Apporto calorico?! Cioè, secondo te sarebbe stato molto meglio se Frodo avesse voltato la scatola per leggere gli ingredienti e le calorie?!
Già m’immagino Galadriel che spiega: “sapete, io non ne posso mangiare, troppe calorie“.

la Troisi non specifica cosa trova la sua protagonista.

Ma… ma sul serio… XDD
Tokien dice che ricevono da esseri magici (esistenti nel mondo da lui inventato e che sapevano dover incontrare, non incrociati per caso) biscotti molto nutrienti. Biscotti che è possibile cucinare nel mondo reale con un risultato meno efficiente ma simile, biscotti probabilmente ispirati ad una ricetta medievale, dato che gallette del genere sono da sempre usate in lunghe tratte (specificazione che mi sembra inutile, ma non sia mai che qualcuno non lo sappia).
La Troisi non dice niente, solo che Nihal sopravvive.
Ok, Guglielmo, è uguale, anzi! La Troisi è meglio, perché lascia più spazio al lettore per interpretare, immaginare, creare, calarsi nella storia e farsi demiurgo! Geniale! Hai proprio ragione! Viva Licia!

6) Vuoi continuare a scalmanarti su questi due punti (gallette e tunnel)? Ci sono bizzeffe di altri strafalcioni madornali, che ne dici di cambiare? Tanto per movimentare questo inutile battibecco…

Ciao, Spiderman ;)

Suppongo volesse essere spiritoso ò.O
Devo darti un soprannome anch’io?
Sayonara

#372 Comment By Uriele On 17 novembre 2008 @ 23:28

@ Clio:
spedito:che si muove con agilità e scioltezza, libero da impedimenti (dal Devoto Oli)

Non vuol dire necessariamente che siano degli speedy gonzales, semplicemente che si muovono tranquillamente e senza impicci. Considera che Nihal è dal primo capitolo che va mezza in giro mezza nuda e capirai che non ha gli impedimenti di una che viaggia con una “logica” armatura pesante e carica come un mulo di bagagli (un camminare spedito non necessariamente è veloce, questo è un sostantivo che ha anche altre accezioni, basta controllare su un qualsiasi vocabolario).

Perchè bisogna aggiungere elementi superflui o controproducenti per sostenere la nostra tesi?! Forzare troppo una cosa per avere ragione, soprattutto quando probabilmente la si ha, rischia di portarci dalla parte del torto (principio antropico della stronzata equivalente potremmo chiamarlo)

#373 Comment By Guglielmo On 18 novembre 2008 @ 01:32

Cunicolo, passaggio, tunnel, sono TRE PAROLE DIVERSE che indicano TRE DIVERSI tipi di spazi di collegamento.
Cunicolo e Tunnel possono essere simili, la differenza è la dimensione.
Un passaggio e un tunnel NON sono la stessa cosa, perchè mentre un tunnel è sicuramente un passaggio, un passaggio può non avere le caratteristiche di un tunnel. Passaggio è una definizione generica, tunnel specifica.
Voi continuate a insistere a scambiarle a piacere. Questo non è un modo serio di discutere.

E ora, scusate, ma vi prendo un po’ per il culo:

“E’ risaputo che le talpe scavano cunicoli,piccole gallerie, e piccoli tunnel sotteranei di forma rettangolare. Ci camminano poi carponi perchè la natura li ha fatto idioti, come Nihal.
Quando invece i loro cunicoli, gallerie, e tunnel sono di forma circolare, se provate a infilarci una mano, non ci riuscite non perchè sono stretti, ma perchè sono BASSI. Di fatti, un predatore ci si può infilare agilmente non carponi, ma solo procedendo lateralmente.”

Tratto da:
Rieducational Channel
“La talpa e gli ‘Mbuti ”

Clio, graziosa fanciulla dalla simpatia travolgente: fai una bella scorta di gallette tolkeniane e poi vieni a fare una settimana – una , non tre quattro – di trekking con me sul Monte Rosa mangiando solo quelle. Se reggi, giuro che mi mangio i racconti di Tom Bombadil insieme all’insalata.
Che l’espediente di Tolkien sia un minimo più sensato di quello della Troisi posso capirlo, ma a una certa si scade nel ridicolo, nell’accanirsi solo per il gusto di farlo.

#374 Comment By DelemnO On 18 novembre 2008 @ 13:39

Io non capisco perchè ci si accanisce contro la faccenda dei cunicoli quando ci sono altri errori ben più evidenti, e non scusabili, tipo il classico olio bollente buttato dalle mura durante gli assedi…

#375 Comment By Polymetis On 18 novembre 2008 @ 14:10

Per un motivo piuttosto banale: non ha senso discutere con persone che si sforzano in ogni modo di travare errori in ogni dove solo per poter sostenere che la loro opinione è oggettiva. Volendo si può parlare di qualsiasi errore, ma la questione del tunnel è emblematica. Si va a criticare una caz***a del genere per sostenere che l’autore faccia schifo o non sappia l’italiano e non considerando la propria un opinione ma una verità di fede. Penso che se si fondasse una religione con il male incarnato nella Troisi in troppi aderirebbero…Viva l’estremismo dunque…

#376 Comment By barbara On 18 novembre 2008 @ 17:52

Bhe adesso non esageriamo, io, e come me credo, molti altri che criticano i libri della Troisi, non necessariamente la ritengono il male in terra. Per me è solamente una scrittrice mediocre (almeno per quello che riguarda puramente il fantasy). Probabilmente ha ampi margini di miglioramento, che io difficilmente seguirò, ma che sempre probabilmente farà si che nel momento che si dovesse mettere a scrivere storie qualitativamente superiori (sia come trama, che stile, che concetti trattati) venga abbandonata dai fedeli fan che la adorano. Magari sbaglierò, magari non scriverà mai storie più complesse ma ripeterà all’infinito la solita solfa del mondo emerso, che è quello che poi vuole la maggior parte dei fan.

Il concentrarsi su dettagli di poco conto è solo una conseguenza della discussione, in realtà nella recensione di orrori ne vengono elencati a decine.
C’è anche da dire che alcuni interventi sembrano voler trovare giusti a tutti i costi passaggi che sono alquanto discutibili, per me ad es. non è possibile oggettivamente combattere con le spade su draghi, e nemmeno andare spediti carponi in un cunicolo stretto, per non parlare delle già citate scorte di cibo. Per me è un errore perchè io anche con tutta la mia buona volontà e fantasia, in quei passaggi devo interrompere il film mentale che sto girando mentre leggo il libro, perchè proprio non riesco a immaginarmi come fare e poi diciamocelo non ne ho voglia, è lo scrittore che me lo deve dire.

Insomma, dei libri che leggo e che mi colpiscono mi rimangono impresse a fuoco nella mente alcune scene o alcuni paesaggi, proprio come se fossero dei pezzi di film, nel caso delle Cronache, che pure ho letto non molto tempo fa, le immagini che ricordo maggiormente sono quelle delle copertine, tutto il resto è sfocato e fumoso.

#377 Comment By gugand On 19 novembre 2008 @ 10:25

@barbara
La tecnica di guglielmo e’ quella spiegata al figlio dal protagonista di thank you for smoking.
Si sta attaccando alla critica piu’ opinabile per smontare l’intera recensione e il “metodo gamberetta” in toto.
Anche Carlo faceva la stessa cosa.
Sembrano argomentare bene, ma in realta’ stanno usando il sistema piu’ viscido di tutti: non vogliono dimostrare di aver ragione (perche’ in realta’ non ne hanno), ma mostrare che l’altro ha in qualche modo torto cosi’ da apparire lui stesso nel giusto.

#378 Comment By Guglielmo On 19 novembre 2008 @ 18:15

il sistema piu’ viscido di tutti: non vogliono dimostrare di aver ragione (perche’ in realta’ non ne hanno), ma mostrare che l’altro ha in qualche modo torto cosi’ da apparire lui stesso nel giusto.

Anche se fosse, non è lo stesso metodo che usate qui voi, facendovi belli nello scovare errori – spesso presunti- fatti da altri?
Ma la cosa singolare è che non è neanche questo: sono pagine e pagine che ripeto che il tutto è opinabile, mai detto: “questo è giusto oggettivamente”.
OGGETTIVO: Tu hai usato questa parola. Quando discuti cerca almeno di non contraddirti ogni due parole addossando agli altri gli errori che tu fai.

E in ultimo: non mi attacco alla critica più opinabile. Mi sono stati fatti degli esempi nel discorso – che tu non hai seguito, da buon sofista interessato solo a difendere a priori un concetto – e io li ho discussi.
Faccio notare che, ogni volta, gli errori importanti diventavano “altri”.
Io però ho già dichiarato sin dal primo post che tutta la recensione può essere smontata, presunto errore dopo presunto errore.

L’unica critica su cui Gamberetta ha ragione, e questa ragione non può essere discussa, è la banalità della storia [secondo me, relativa al target a cui è rivolta - e qui possiamo fare tante belle discussioni. Con Uriele ci stavamo provando, ma ci siamo fermati per non andare OT] e gli errori di misura.

Il resto sono solo il prodotto delle vostre manine paciocose sporche di nutella contro la cattiva Licia che ha venduto così tanto e non se lo meritava.

#379 Comment By DelemnO On 19 novembre 2008 @ 18:52

Sinceramente, non ho capito. Le nostre manine sporche di nutella? Sulla banalità dalla trama non posso darti torto, e incide parecchio, come altre cose. Suo malgrado incide anche la copertina, se adesso uscisse Nihal non lo prenderei nemmeno in mano, perchè già essa è un insulto al buon senso. Qui si sta parlando però di alcuni errori che non sono opinabili, come dissi sopra, il classico olio bollente degli assedi. Sostuendolo con la pece non cambierebbe la trama, ma sarebbe più credibile. Poi uno è liberissimo di dire che non gliene frega niente di queste cose, ma non che non sono errori.

#380 Comment By gugand On 19 novembre 2008 @ 19:44

@Guglielmo
Gli errori di cui si parla e’ roba che fa a cazzotti col buon senso se il cervello non ti aiutasse mettendoci le pezze per giustificarli. Una volta che e’ stabilito (ottica gamberettiana) che un buon narratore deve lasciare il minimo idispensabile all’immaginazione (show, don’t tell) e’ ovvio notare che il caso foresta di pietra e quello del cunicolo non rispettano tale regola, quindi vengono bollati come errori.

A te non ti piace questa regola o ti sembra una scusa per cercare errori apposta?
Bon, ignori quella parte di giudizio, ma non puoi dire che la regola e’ stata rispettata.

Stai soltanto facendo cagnara per dimostrare cosa lo sai solo tu.

#381 Comment By Clio On 19 novembre 2008 @ 21:25

Guglielmo, quello che si sta accanendo sul tunnel/cunicolo/stargate sei tu, tanto e vero che non hai degnato minimamente il mio invito di discutere di cose ben più serie e importanti (come ad esempio faccende guerresche e combattimenti, per dirne una, ma anche misure sballate, contraddizioni, ecc.), ma hai continuato a tuonare che quel “carponi” potrebbe starci.
Quanto a ‘ste benedette gallette, ho già detto che ovviamente le mie non hanno l’efficacia di quelle degli elfi, e pensavo che non ce ne fosse bisogno, è una cosa talmente elementare! L’autore si è ispirato a del cibo da viaggio reale e lo ha “potenziato”. La Troisi non si è disturbata a pensare un espediente che facesse sopravvivere la sua eroina, semplicemente ci dice: “ce la fa, credetemi!”.
Certo, le credo, non è forse la regina del fantasy italiano?

Vuoi continuare a dire che il tunnel era basso e che quindi le Cronache sono l’emblema della credibilità? Fai, fai, gambattene ^_^ (sursum corda, N.d.T.)

P.S. So di avere una simpatia travolgente, non c’è bisogno che tu lo ripeta -_^

#382 Comment By DelemnO On 19 novembre 2008 @ 22:52

Uno stargate, ma certo!Questo spiegherebbe molte cose. Nihal è stata aiutata dagli Asgard, ecco tutto.
Comunque, come Clio e io abiamo suggerito, credo sia il caso di passare ad altro anzichè incaponirsi su questo..

#383 Comment By Uriele On 20 novembre 2008 @ 01:07

@ Guglielmo e DalemnO: se fosse il primo libro fantasy che leggete potrebbe anche risultare originale (a quanto dice l’autrice sul suo rapporto con il fantasy, forse anche per lei la storia è originale…). L’originalità è data solo dal fatto che vi siete fatti un metro di paragone leggendo, negli anni, molte storie con storie simili (magari scritte meglio o con sviluppi più articolati ). È oggettivo per un lettore di fantasy (che è il target di un sito che parla di questo genere, quindi possiamo prendere come assioma che chi commenta abbia letto un buon numero di romanzi di genere), ma no a livello assoluto; le bimbe integraliste che difendono a spada tratta l’originalità della trama dal loro punto di vista, o nell loro ignoranza (con accezione neutra), hanno ragione

Tunnel:

#384 Comment By DelemnO On 20 novembre 2008 @ 12:55

Bhe, ma il metro di valutazione personale non credo sia corretto in questo caso. Voglio dire, bisognerebbe valutare in merito alle altre opere scritte e non alla conoscenza del lettore, per una critica oggettiva. Poi il fatto che non sia originale non significa sempre che sia pessimo, quanti romanzi/film/telefilm di fantascienza parlano di alieni? non per questo sono tutti uguali o pessimi. Il personaggio che deve sconfiggere l’evil overlord del momento non è originale. Può essere nuova per quel determinato lettore, ma non originale.

#385 Comment By Uriele On 20 novembre 2008 @ 15:24

È giusto, ma dato che neppure la nostra conoscenza è totale, una cosa che possiamo giudicare originale può già essere stata usata in altri romanzi o storie che non abbiamo mai sentito nominare perchè, magari, altre opere simili non sono mai state pubblicate in Italia(es. io ho trovato scontato e sviluppato piuttosto male The Departed, mentre altri lo han trovato un capolavoro con una trama originale; per me non era così, avevo visto Infernal Affair anni prima e il film di Scott era una copia buonistica e meno allegorica dell’originale)
Per portare un esempio personale, io ho trovato originale Il serpente Ouroboros di Edison (non mi è piaciuto, ma questi sono gusti personali) per molte trovate narrative, usi di punti di vista, eccetera… Però, nel commentario in Appendice, si scopre che quasi tutte le trovate migliori sono state prese da romanzi Vittoriani o di inizio novecento (l’autore è di quel periodo) molto famosi all’epoca, ma sconosciuti ai più oggigiorno ( o comunque non entrati a far parte dell’immaginario collettivo).
Quello che dico è: la banalità della storia non è un parametro universale è oggettivo, ma se ci prendiamo come riferimento il fantasy e una conoscenza media del genere, allora possiamo definire la trama come banale (lo so è solo un modo di complicarsi la vita, ma visto che si discuteva di oggettività e soggettività, era un modo per mettere i punti sulle i). Possiamo affermare che, per un lettore tipo di romanzi fantasy, la trama è banale. CVD

#386 Comment By barbara On 20 novembre 2008 @ 16:06

Stargate LOL, un telefilm azzeccato per fare il paragone, a me piace molto però della serie credibilità saltami addosso :)

@Uriele però anche dal basso di un non-lettore giovanissimo, puoi dirmi al di la di ogni ragionevole dubbio che la storia: Giovane Eroe rimasto orfano scopre di essere il predestinato salvatore del Mondo contro il Signore Oscuro, mediante la cerca di oggetti magici che lo sconfiggeranno; è in qualche modo originale?

No perchè è il maelstrom di tutti i clichè e gli archetipi del genere.
Poi se uno ha vissuto su Abydos (per rimanere in tema stargate) è un altro discorso.

Direi che al massimo può essere originale il modo in cui è trattato un tema banale, oppure lo stile e la caratterizzazione dei personaggi sono eccellenti e quindi non importa se la trama non brilla di originalità.
In questo caso non ho trovato niente del genere.

Forse, se mai finirà, si scoprirà la stessa traccia nella saga di Martin, la qual cosa mi deluderebbe assai, ma non si può dire che la storia non sia stata scritta con maestria.

Concordo con The Departed, quando l’ho visto l’ho classificato niente più che un remake americano di Infernal Affair.

#387 Comment By Uriele On 20 novembre 2008 @ 17:07

Ok, prima di creare confusione. Visto che prima si è parlato di parametri oggettivi e soggettivi sulla scrittura e sul testo (le basi della linguistica e della logica classica, sono da prendere come assiomi, come il respirare quando si parla di vita umana), ho voluto fare una parentesi sul tema originalità/banalità. Quindi:
1)PER ME LA STORIA È BANALE E SVILUPPATA IN MODO BANALE, MA SE NON AVESSI MAI LETTO FANTASY O NE AVESSI LETTO POCO (COME AMMETTE DI AVER FATTO ANCHE LA TROISI), POTREI CONSIDERARLA ORIGINALE
2) ESSENDO QUESTO UN SITO CHE TRATTA DI FANTASY, FREQUENTATO DA LETTORI DI FANTASY PIÙ O MENO ESPERTI CON UN BACKGROUND DI BASE PIUTTOSTO SIMILE (Epica classica dalle scuole, Tolkien, Brooke, forse Gaiman, Bradley, Howard, ecc…), ALLORA TRAMA E SVILUPPO POSSONO ESSERE DEFINITI BANALI PER IL TARGET A CUI SI RIVOLGE LA RECENSIONE.

Altro esempio, per nessuno di noi è un mistero che se due esseri umani di sesso opposto hanno un rapporto sessuale completo non protetto e vaginale, dopo nove mesi c’è la possibilità che nasca un bambino (spero di non aver SPOILERATO nulla a nessuno), per noi è banale. Per questa coppia sposata da 8 anni (e non ritardata mentalmente) la cosa era originale e incredibile:

http://notizie.delmondo.info/2007/12/18/dopo-otto-anni-di-matrimonio-scoprono-che-bisogna-fare-sesso-per-avere-figli/

#388 Comment By Giglielmo On 20 novembre 2008 @ 18:34

In realtà hai ragione solo in parte, Uriele. Tu vedi la cosa dalla prospettiva del lettore, che può essere al suo primo romanzo fantasy e trovare alcuni snodi della trama nuovi.
Però la trama bisogna anche giudicarla in base al contesto, il periodo e agli altri autori contemporanei.
Se tutti oggi usano gli stessi snodi o archetipi di personaggi, un ennesimo libro che li sfruttasse risulterebbe in un certo senso banale.Ecco, forse dovremmo metterci d’accordo sul significato di banale.Io intendevo: scontato.

Per quanto riguarda gli altri errori trattati nella recensione, io non mi metto certo a analizzarli tutti insieme con il rischio che poi vi mettiate a giocare sulle parole pur di difendere posizioni indifendibili, arrivando pure a dire che il vostro ano non è stretto, ma è basso, o ridicolizzandovi pretendendo che la Troisi metta note a piè pagina solo per voi perchè non capite le scene più elementari….bè no grazie.
Anche perchè, Clio l’ha dimostrato ancora: voi citate “stetto” come errore, io rispondo e sono quello che s’accanisce.
LOL?
Scegliete voi un argomento citato nella recensione e discutiamone.
Se volete discutere. Se volete fare muro contro muro, darvi tante pacche sulla spalla sentendovi ganzi perchè avete sgamato quando sia scema Licia Troisi, vi lascio nella vostra miseria [e questo era per spiegarti, Delemno, che in rete la gente che critica chi ha successo in realtà nella vita non combina e non combinerà mai un cazzo. E quando ha un minimo di attenzione da parte degli altri è sempre perchè sta sputtanando qualcun altro, che , al contrario di lui, ha almeno avuto le palle di creare qualcosa e mettersi in gioco. Lui o lei se ne guarda bene dal fare qualcosa e sottoporla al giudizio degli altri e se ne guarda bene da mettersi in discussione. Infatti, è facile discutere con delle 15enni incazzate o con Sergio Rocca, ma quando il gioco si fà duro… ]

Chiusa parentesi.
Allora, di cosa vogliamo parlare?Degli archi?Dell’assedio?Delle lotte sui draghi?Delle uniformi?Degli ent?
Scegliete voi.

#389 Comment By gugand On 20 novembre 2008 @ 19:40

Chi gioca con le parole sei te, guglielmo…
L’ano e’ risaputo essere di sezione piu’ o meno circolare, i tunnel, i passaggi e i cunicoli no. Possono avere qualunque forma. Se sono stretti non significa anche bassi.
E in ogni caso questo e’ uno degli errori su cui si potrebbe soprassedere se il resto del racconto non ne contenesse altre decine anche peggiori (tutti elencati nella recensione).
Sei tu che hai iniziato la pappardella su questo errore per cercare di “smontare” il modo di recensire. Abbiamo capito che non ti piace, ma sarebbe ora che spiegassi come mai un lettore della recensione non avrebbe il modo di capire come e’ nato il giudizio finale e scartare tutti quegli aspetti che potrebbe considerare marginali o ininfluenti al proprio punto di vista.
Nella recensione si spiega quale e’ il parametro, si fa un esempio e lo giudica.
Cosa ti manca per capire?
Vuoi avere ragione? Prenditela, perche’ ce l’hai. Il tuo punto di vista e giudizio ritiene certi aspetti banali, insignificanti o sbagliati? Ok. Contemporaneamente ce l’ha pure Gamberetta che non pretende che tu condivida il suo parametro, ma essendo il suo punto di vista lo scrive.

#390 Comment By DelemnO On 20 novembre 2008 @ 19:42

Intanto vorrei precisare una cosa, io non critico chi ha successo di default, così, perchè ha succcesso. Paragone musicale. I Dimmu Borgir potranno anche essere il gruppo più sputtanato della storia del black metal, ma al di là delle apparenze, In Sorte Diaboli per me non è un album malvagio, magari non ci terrei ad averlo originale e non lo classificherò come capolavoro, ma rimane comunque godibilissimo.
Non ho ancora pubblicato, è vero. Ma entro pochi mesi dovrei essere finalmente pronta per fare qualche tentativo con le case editrici. Non è il coraggio che mi manca, credimi. Poi come al solito io rispondo per me, e non tanto perchè mi senta attaccata ma per provare a spiegare come io vedo le cose, tutto qua. Poi voglio sperare che come “combinare nulla nella vita” tu ti riferissi dal punto di vista letterario.

#391 Comment By Clio On 20 novembre 2008 @ 20:20

A Guglielmo,
com’è che ti ritiri in questo modo? Trincerarsi dietro mucchi di parole che non vogliono apportare niente di nuovo ad una discussione è un sotterfugio talmente sciocco e abusato che sinceramente mi aspettavo di meglio.
Puoi arruffare le penne quanto vuoi, non hai fatto che affermare che certi dettagli ininfluenti (vedi il tunnel) non possono essere catalogati errori con il 100% di sicurezza. Grande conquista, mi verrebbe da paragonarla all’Olintiaca.
Secondo, quello che gioca con le parole sei tu (tunnel, micatunnel, ecc.), e ti stai anche aggrappando a dettagli: come detto e ripetuto cento vlte, non è quello “stretto” a far del libro una boiata, ma decine di altre sviste ben più pregnanti.

arrivando pure a dire che il vostro ano non è stretto, ma è basso, o ridicolizzandovi pretendendo che la Troisi metta note a piè pagina solo per voi perchè non capite le scene più elementari….

Veramente, da te non mi aspettavo una caduta di stile così colossale XD Visto che tu sei tanto intelligente, spiegami allora come può funzionare un esercito senza catena di comando (il generale parla direttamente alle reclute, come se i sergenti non fossero stati messi lì apposta) e come fanno a manovrare senza altro mezzo che le corde vocali.
Spiegami inoltre perché in Clavell si capisce benissimo come fa Anjinsan a sfuggire ai ninja di Ishido (bada, è uno dei punti deboli del romanzo!), mentre non si capisce come Nihal, colpendo il nemico al fianco, lo ferisce al petto.

Clio l’ha dimostrato ancora: voi citate “stetto” come errore, io rispondo e sono quello che s’accanisce.

Sai, ti abbiamo fatto spesso notare come questa fosse una sciocchezza, e come ci fossero argomenti più importanti… senza che la cosa ti interessasse.

la gente che critica chi ha successo in realtà nella vita non combina e non combinerà mai un cazzo. E quando ha un minimo di attenzione da parte degli altri è sempre perchè sta sputtanando qualcun altro, che , al contrario di lui, ha almeno avuto le palle di creare qualcosa e mettersi in gioco.

Oh, per Tyr, non dirmi che lo credi davvero! XD
Ti sei ridotto al livello delle fans di Twilight: “sei kosì kattiva pkè 6 invidiosa!!! Nn ai un ragaxo, 6 fallita!!!”
Forse a voialtri sfugge un dettaglio: c’è gente a cui non frega un cazzo di essere al centro dell’attenzione o fare un successo strepitoso (nè di contendere alla Troisi il trono del pattume fantasy). C’è anche gente che semplicemente ama analizzare i fenomeni curiosi (il boom troisiano, per esempio), o, banalmente, farsi solo quattro risate su di un dato argomento. Inoltre esiste un tipo leggendario di creatura: lo scrittore che non ha mai pubblicato e che non scrive per fare uno spicinio di successo, ma perché gli piace raccontare una storia, gli piace raccontarla bene. Esistono anche questi, incredibile, nevvero?
E cosa vuol dire “non combinare un cazzo”? Sincermante, spiegamelo.

Lui o lei se ne guarda bene dal fare qualcosa e sottoporla al giudizio degli altri e se ne guarda bene da mettersi in discussione. Infatti, è facile discutere con delle 15enni incazzate o con Sergio Rocca, ma quando il gioco si fà duro… ]

Ma toh, gli scrittori leggendari di cui parlavo sopra sottopongono volentieri i loro “parti” allo scempio, perché a loro piace raccontare e raccontar bene, quindi vogliono esser criticati e poter così migliorare. Come avevo detto in un vecchio intervento, se mai un giorno finirò una delle mie storie, sarei ben felice di vederla massacrata da Gamberetta: non condivido in toto le sue idee, ma la maggior parte sì, ed un giudizio crudele e pignolo è quel che ci vuole per imparare. Come nelle arti marziali cominci col prenderti un sacco di culate in terra e poi impari a cadder bene, nella scrittura impari se passi per le stroncature.
Quando il gioco si fa duro”… Omammamia, sono terrorizzata… Ma quale gioco duro? Stiamo semplicemente discutendo di argomenti leggeri, che gioco duro? Nessuno vince, nessuno perde, semplicemente si dialoga. Hai visto mai sì gran contesa!

Per il resto, due cose:
1)Brevemente, mi dici dove ha trovato Nihal i viveri per un mese? Ma brevemente, in modo succinto, la questione sta diventando noiosa.
2)Quanto è grande un drago?
3)Vedi sopra per quanto riguarda l’ars bellandi.
Sayonara

#392 Comment By Uriele On 20 novembre 2008 @ 20:29

gugand le parole hanno il loro peso… se proprio proprio vogliamo essere precisi Tunnel deriva etimologicamente da Tonnel che in francese antico significa piccola botte (recipiente cilindrico con una bombatura nel centro). I tunnel, architettonicamente parlando sono strutture a volta allungata (la volta ha un certo Raggio di curvatura) in cui la larghezza e l’altezza non sono troppo diverse (solitamente il passaggio è alto da 1.5 a 3 volte quanto è largo), e i primi ricordavano proprio delle botti come forma, magari non perfettamente emisferiche, ma comunque con una forma tondeggiante.
In fisica per i condotti o i passaggi (per semplicità di calcolo) spesso si assumono i passaggi tondeggianti, ovali o comunque quando le dimensioni non troppo diverse (con un altezza>> alla larghezza) come i tunnel come delle circonferenze equivalenti il cui diametro è dato da:
D=4*Area/Perimetro
Quindi indicare un diametro stretto in un tunnel significa indicare una forma poco larga e abbastanza bassa. Una galleria è un po’ diversa invece…

Ora il molto stretto mi fa immaginare che difficilmente un personaggio ci possa andare carponi (è più il molto che lo stretto in sè, perchè se un passaggio è molto stretto difficilmente ci passo con le spalle e mi sembra più logico cercare di mettermi di lato). So anche però che il tunnel stretto deve essere però anche piuttosto basso (per rispettare le proporzioni classiche) e quindi il personaggio non può procedere ritto in piedi, ma deve almeno curvare la schiena e piegarsi (un tunnel nei casi più comune è sempre un po’ più alto di quanto è largo, ma non eccessivamente, mentre una galleria può avere caratteristiche diverse, non ci sono troppi limiti a riguardo). Ma se l’attenzione è concentrata sulla larghezza MOLTO limitata, la cosa più logica per me sarebbe o mettersi di lato (se l’altezza è circa 3 volte la larghezza o poco più), o procedere strisciando sul fianco (se il rapporto è di circa 1.5).

Illogicità più o meno marcate ce ne sono (e probabilmente la Troisi non sapev nè l’etimologia del termine tunnel e neppure la differenza con una galleria), però se uno interpreta lo stretto come riferito al diametro equivalente (considerando anche che la scrittrice è un’astrofisica) in una costruzione che, comunemente, ha un certo rapporto fra le dimensioni la cosa non sarebbe troppo sbagliata.

#393 Comment By Giglielmo On 20 novembre 2008 @ 20:55

Gugand ma ancora insisti sul Tunnel?Almeno informati, e poi parla.
Vatti a leggere l\’etimologia della parola tunnel.
Anzi, te la dico io: viene dall\’inglese, significa \”botte\”. Botte!! Vivi forse a Flatlandia e da te sono triangolari o quadrate le botti?
E non si soprassiede per nulla. O è un errore o non lo è. E dato che non lo è perchè secondo il significato della parole usate dalla Troisi quello NON è un errore, Gamberetta ha cannato.

Ma anzi no. Soprassediamo, caro avvocato, siccome è un errore suo, facciamo finta di niente. A voi fà comodo, e io evito di fare la parte di chi, non sia mai, si appella a un cavillo per smontare una teoria. O peggio ancora accanirsi.
Sai come la penso, io so cosa tu pensi, inutile andare avanti a rispondersi.

@Delemno: non mi riferivo di certo a te. Mi riferivo a chi di mestiere fà lo scova-errori altrui.
E poi, dopo averti gettato badilate di merda addosso gratis, chiama gente come gugand e dice \”Io?ma io usavo il mio metro di misura, i miei parametri\” dopo aver scritto pagine e pagine di sproloqui su quanto tu faccia schifo oggettivamente.

Tu dici che stai scrivendo un libro. Perfetto. Spero, anzi sono convinto che sia molto bello.
E magari non avrà gli stessi errori della Troisi. Ma può essere che ne abbia altri, perchè uno scrittore non può sapere tutto, non può studiare tutto.
Tu parlavi di errori di oplologia nel libro della Troisi. Magari tu non ne farai, ma ne farai,chessò, sulla costruzione del personaggio dal punto di vista psicologico.
Non si può sapere tutto, non è possibile controllare ogni aspetto perchè sempre e comunque farai degli errori.
Quindi cosa fà lo scrittore?Prima di scrivere prende almeno 10 lauree?
No, si concentra sugli aspetti che gli interessano e che PENSA interesseranno al suo lettore ideale, e cui è rivolta la storia, e scrive di quello.
Di conseguenza, la recensione di Gamberetta è tutta sbagliata, è stata fatta al contrario, evidenziando esattamente gli aspetti su cui la Troisi non si è concentrata, e non sugli aspetti e le meccaniche su cui lei ha costruito una storia che – vi piaccia o no – ha avuto successo proprio per la sua bravura nel mettere su carta gli aspetti che le interessavano e interessavano a chi ha comprato il suo libro.

A voi piacciono gli assedi?Compratevi i libri della Osprey e lasciate in pace la Troisi lol

#394 Comment By Uriele On 20 novembre 2008 @ 21:07

” lo scrittore che non ha mai pubblicato e che non scrive per fare uno spicinio di successo, ma perché gli piace raccontare una storia, gli piace raccontarla bene. ”

Questa creatura è un essere leggendario con le palle di toro e viso di Proust, generalmente si narrano le sue geste in Chiese chiamate forum o pub, insieme ad altre creature mai avvistate quali: sirene, ninfomani, minotauri e Dio.
Uno scrittore non vuole solo raccontare storie che non vedranno mai la luce del pubblico, vuole che vedano la luce e che siano apprezzate (generalmente ha anche la pretesa che le sue opere facciano epoca, ma non è un tratto comune). Lo scrittore è spesso un essere egocentrico che vuole gloria e onori per le sue opere o, nei peggiori dei casi, uno che vuole solo mantenersi (i più ottimisti arricchirsi) con il suo lavoro.

Quando una persona che scrive (non uno scrittore o uno che si definisce tale) non vuole provare a pubblicare ci possono essere due ragioni:
1) ha paura del confronto con la realtà (perchè un libro nel cassetto se questo rimane chiuso, o confinato a una cerchia di amici con gli stessi gusti, è sempre un capolavoro)
2) È un puro. Ma un puro non si indigna per quello che viene pubblicato, racconta le sue storie ai bimbi la seri, rimaneggia il suo testo ed è contento così, senza deridere chi si è fatto il mazzo e ci ha provato, perchè sa che fatica si fa a scrivere un romanzo (non dei racconti, quelli bene o male, con un po’ di tecnica e studio sono accessibili a molti) e sa perfettamente che una storia complessa è difficile da gestire.

Chi critica in modo selvaggio, non solo per seguire le mode, ma con furore/cattiveria è un qualcuno che vuole pubblicare, vuole la fama e quello che ne consegue: vuole far conoscere la sua opera e vuole che piaccia, in poche parole vuole essere uno scrittore! Ed è anche giusto che sia così, perchè il mondo dell’editoria è spietato, perchè bisogna che si pieghi a compromessi per rientrare negli standard editoriali, perché molto probabilmente prenderà tanti colpi appena il suo lavoro uscirà sugli scaffali (gli “esordi perfetti” sono il sogno di ogni scrittore, ma sono rari come le venticinquesime ore e le rose alchemiche, così ad occhio mi viene solo “il dio delle piccole cose” di un’autrice indiana) e deve saper menare e ricevere i colpi per “sopravvivere” (uno scritto buono è qualcosa di intimo, se ci sputano sopra è come se buttassero del sale su una ferita).

Gli artisti sono sempre feroci verso i colleghi o verso quelli che possono sbarrargli la strada (se la Troisi satura il mercato, poi è difficile che un autore “migliore” che nuota nello stesso stagno possa essere pubblicato). Gli scrittori devono essere cattivi e avere penne affilate, è sempre stato così (vedere Foscolo-Monti per farsi un idea con autori classici, vedere un qualsiasi wannabe-autore esordiente per avere un esempio più pop).

#395 Comment By Clio On 20 novembre 2008 @ 21:15

Se posso intromettermi, Guglielmo scrive:

Quindi cosa fà lo scrittore?Prima di scrivere prende almeno 10 lauree?
No, si concentra sugli aspetti che gli interessano e che PENSA interesseranno al suo lettore ideale, e cui è rivolta la storia, e scrive di quello.

No, uno scrittore decide di raccontare una storia. Non vorrei sembrar troppo romantica, ma penso che il tipo di storia da raccontare derivi dall’ispirazione dello scrittore. in secondo luogo, decide quali sono i punti importanti di una storia. Quindi si documenta su suddetti aspetti.
Pertanto, nessuno si sconvolge se in un film come “Sturdust” Tristan impara a duellare con un tipo di spada e poi ne brandisce con maestria un tipo diverso: è una sciocchezza, ma non è fondamentale nella storia, Tristan sguaina la spada tre volte sì e no, e non ci combina niente di capitale. Nella storia della Troisi invece la guerra ed il combattimento in generale sono fondamentali: Nihal è un guerriero, combatte spesso ed il suo essere guerrerriero determina la storia (se fosse stata una ballerina la trama verrebbe stravolta).
Non servono 10 lauree per scrivere una bella storia, basta un minimo di dedizione e di desiderio di comunicare qualcosa. Qualcosa, non fracasso gratuito.

#396 Comment By gugand On 21 novembre 2008 @ 10:43

Ammetto che non conoscevo l’etimologia della parola tunnel che per me era solo un passaggio sotterraneo.
Il giudizio di gamberetta (ed anche mio) su questo punto era sbagliato e credo si possa chiudere qui (anche se ci sono altri dettagli che vi girano intorno che quadrano poco).

Adesso veniamo al mal di fegato di Guglielmo:
tutta la gente qui dentro, mi ci gioco quello che vuoi, ha provato a scrivere o sta scrivendo dei racconti.
Queste analisi aiutano a capire quali errori sono da evitare perche’ un racconto non solo piaccia agli ignoranti della materia (fantasy in genere, ma anche tecniche di scherma, strategie militari, materiali, etc..), ma anche a chi quegli argomenti li conosce bene e che potrebbe storcere il naso o avere la storia rovinata da certi aspetti trascurati, specie se sono centrali. La coerenza deve essere mantenuta perche’ c’e’ gente per cui e’ importante e ci fa caso, non importa se il lettore medio gira pagina e si e’ scordato meta’ dei dettagli. Il racconto deve risultare buono (pochi errori e inesattezze) alla lente d’ingrandimento per essere etichettato come capolavoro.
Il bello e il brutto ognuno lo giudica da se.
Una certa ipocrisia vuole che giudicare bello o capolavoro senza spiegare nulla si puo’ senza venire criticati, al piu’ si viene etichettati come esaltati, ma niente di piu’. Chi giudica brutto viene sempre criticato dal guglielmo di turno che lo accusa di non poterlo dire anche se spiega cosa ha trovato brutto.

#397 Comment By Gamberetta On 21 novembre 2008 @ 14:38

@gugand.

Ammetto che non conoscevo l’etimologia della parola tunnel che per me era solo un passaggio sotterraneo.
Il giudizio di gamberetta (ed anche mio) su questo punto era sbagliato e credo si possa chiudere qui (anche se ci sono altri dettagli che vi girano intorno che quadrano poco).

Calma! Il tuo giudizio sarà sbagliato, il mio no. L’etimologia di tunnel c’entra fino a un certo punto, nel significato attuale inglese non c’è nessuna indicazione che il passaggio sotterraneo o tunnel che dir si voglia debba essere tondo.
Inoltre in italiano tunnel è sinonimo di galleria. E la galleria non ha nessuna necessità di essere tonda ed è normalmente artificiale (infatti in entrambi gli esempi la Troisi si sta riferendo a strutture artificiali, nel primo esempio basta leggere le pagine intorno, nel secondo esempio è la stessa Troisi a chiarire che Nihal è nel cunicolo di una miniera – o se non è una miniera è una struttura artificiale avente struttura analoga).
Ora, nel primo caso Nihal si trova in un’enorme struttura artificiale che attraversa buona parte della Terra del Fuoco. Ci sono sale, passaggi, slarghi, stanze, tubi, e quant’altro. Se mi dice che un tunnel è stretto, lo penso appunto stretto, non necessariamente basso.
Nel secondo caso, non solo la struttura è artificiale, ma non è neanche stata creata da esseri umani, visto che Nihal – non proprio il fisico del minatore – deve stare carponi e sono visibili i colpi di piccone. Sarà la miniera abbandonata delle formiche giganti antropomorfe, non ho idea. Ma proprio perché non ho idea, se la galleria viene definita “stretta” me l’aspetto “stretta” non necessariamente “bassa”.
Fonti: dictionary.com, garzantilinguistica.it, demauroparavia.it.

***

Poi ognuno può ragionare come gli pare. Il ragionamento:
- La Troisi ha pubblicato da esordiente con Mondadori.
- La Troisi ha avuto successo.
dunque:
- La Troisi è una grande scrittrice, un talento sopraffino della narrativa.
perciò:
- I romanzi della Troisi sono privi di errori e se l’apparenza è diversa è colpa del lettore, specie quando il lettore è invidioso, sfigato, non combinerà mai nulla nella vita, ecc.
È un ragionamento che va benissimo, per secoli l’umanità è andata avanti basandosi sul concetto che un fatto era dimostrato se così diceva Aristotele o San Tommaso.
Però, una volta chiarito ciò, c’è bisogno d’insistere per decine e decine di commenti? (tra l’altro nell’articolo sbagliato, perché la faccenda del tunnel è ne Il Talismano del Potere)
Io essendo invidiosa, sfigata e quanto sopra non sarò certo in grado di capire la Verità, perciò se evitate di raccontarmela è meglio. Non buttate perle ai porci! Grazie.

#398 Comment By Uriele On 21 novembre 2008 @ 14:41

PREMESSA:il fantasy è un genere letterario non ancora assorbito in Italia. È stato bistrattato per anni da tutti i paesi non angosassoni, considerato come cultura di seconda scelta e non si è formato quell’humus adatto alla crescita di scrittori del genere (nell’Europa continentale abbiamo avuto grandi autori di romanzi d’avventura o di fiabe, ma pochissimi autori validi di fantasy). È un po’ come il karate, il sumo o altre arti marziali giapponesi: per decine e decine di anni i giapponesi hanno fatto il mazzo al resto del mondo, solo dopo una settantina d’anni che la disciplina è stata “sdoganata” qualche raro elemento straniero è riuscito ad arrivare ai loro livelli e alle volte anche a vincere. Perchè dico questo? Perchè non c’è ancora nessun autore fantasy che possa rivaleggiare con gli autori americani e inglesi di fascia alta (ok, Pan è carino, molto, ma se gli metti di fianco American’s God pui pure buttarlo). In questi paesi ci sono scuole specifiche di scrittura di genere, testi e saggi di scrittori esperti nel settore, ecc… Qui in linea di massima siamo ancora alla mimesi.

ipotizzando che tutti qui siano wannabe (cosa che, a parte per i fanboy che impazzano sui post su Nihal o twilight, potrebbe essere anche vera), ragioniamo un attimo:
Possono esistere più scuole di pensiero sull’azione. Prendiamo il cinema o i manga, esiste john Woo ed esiste Bruce Lee; esiste la tigre e il dragone (o Hero) ed esiste Kurosawa; esiste Kenshin e lone wolf and cub; esiste Noritaka ed esiste Shamo (o rocky joe se lo conoscete meglio)
Sono due scuole di pensiero antitetiche: i primi puntano alla spettacolarità e all’azione frenetica, alla fantasia evocativa uber realtà/realisticità dell’azione (gente che si spara a distanza zero nello stomaco senza conseguenze a lungo termine tranne quando funzionale alla trama, uomini che volano e menano fendenti per mezz’ora prima di azzeccare un solo colpo, spade che si infuocano per il grasso corporeo incastrato fra le seghettature della lama, gente che in due giorni impara colpi fortissimi allenandosi con costumi da alligatori); i secondi ad un’aziona più sobria, efficace e tecnicamente e strategicamente ineccepibili (il combattimento fra il maestro e lo spaccone nei sette samurai che finisce in un unico colpo pulito e diretto, combattimenti che per quanto spettacolari sono solamente il livello reale di maestri come Norris e Lee, tecniche di spada che riprendono kata realmente esistiti e combattimenti -anche contro i nemici più potenti- che si concludono in pochi secondi e vignette con un unico colpo o giù di lì, gente che passa mesi ad allenarsi seguendo diete ferre e prendendo sostanze dopanti per riuscire a sostenere ritmi inumani con ripercussioni sul fegato e sulla salute e, spesso, non riuscendo comunque con il lavoro di pochi mesi a battere i campioni, ma riuscendo a farsi valere contro gente molto più esperta e molto più allenata).
Esiste il realismo ed esiste la coreografia, ci possono essere Aiaci che rifiutano l’aiuto degli dei e mettono il freno da soli all’incedere dell’esercito avversari, ci sono Benkei che combattono anche dopo la morte e alla fine della battaglia rimangono in piedi senza vita e trafitti dalle frecce del nemico terrorizzando i nemici e ci sono eroi che vengono mutilati, cadono per seticemia, vengono feriti e muoiono per colpi accidentali (come è in guerra) piuttosto che in epici duelli che gli garantiscono una fine da “funerale vichingo”.
Le battaglie di 300 sono belle visivamente, ma superata la parte dello scudo sono inverosimili, mentre una “sottile linea rossa” o un “Alessandro il Grande” hanno battaglie storicamente ben ricostruite (nei limiti del cinema).
Insomma se l’immaginario è solleticato, se la scena e la catena di comando non rispecchia quella reale, non è detto che si tratti di un errore oggettivo. È una scelta, finchè a una “lettura sospesa”, ma critica non appaiono delle incongruenze così forti da interrompere l’azione, la coreografia può essere un’ottima scelta (se sono concentrato sul combattimento frenetico, il fatto che gli ordini siano urlati è una quisquiglia, anzi, me le immagino le urla del generale che combatte spalla a spalla con i suoi uomini fra la polvere che si alzano a sovrastare gli altri rumori, il trottare dei cavalli, il clangore del ferro e le urla dei mutilati, così come mi immagino il corno di Ronaldo a Roncivalle)

Insomma non tutti gli autori sono fiamminghi.

#399 Comment By Uriele On 21 novembre 2008 @ 15:28

@ Gamberetta: il demauroparavia.it (lo uso spesso) è un vocabolario molto “stringato”, buono ma stringato (il Devoto Oli è molto più completo, l’Utet, anche se forse è un po’ datato e mancano i neologismi, è un capolavoro di completezza).
In Italiano è raro (quasi impossibile a dir la verità) che due sinonimi abbiano esattamente lo stesso significano, quando capita di solito si tratta di diverse grafie della stessa parola o di arcaicismi: se è vero che un tunnel è anche una galleria, non è vero che una galleria è anche un tunnel. (se cerchi su etimo.it ad esempio hai delle definizioni più accurate, ma lì purtroppo “tunnel “manca).

Da quello che ho letto qui posso dire che hai stile (e una cultura spaventosa, personaggi come Django, che citi in altre recensioni, appartengono a fatica alla mia generazione), una padronanza linguistica sopra la media e un certa capacità di raccontare e affabulare. Insomma sei dotata e ti impegni per affinare la tua tecnica.
Il punto è che, proprio per queste ragioni e proprio perchè punti a scrivere opere di qualità (penso), devi andare più a fondo delle persone normali nella ricerca dei significati di certi significanti (è un ottima tecnica per migliorare e dai tuoi ottimi consigli di “lettura per lo scrivere”, penso che su questo punto siamo sulla stessa lunghezza d’onda).
Io non dico che la Troisi sia una buona scrittrice – e neppure discreta- sono il primo a pensare che quello del tunnel sia stato un involontario colpo di fortuna dell’autrice (dicesi “culo nell’aver scelto una parola senza conoscerne il significato più profondo”).
Andando più in profondità gli “errori oggettivi” (citati da gente come gugand o Clio, tu parli semplicemente di errori e dai i parametri di giudizio che utilizzi per valutarli che, per tua stessa ammissione, non sono universali, ma comunemente accettati dalla maggior parte dei lettori, quelli “seri”) sono pochi:

-Per me la galleria è un “errore logico semioggettivo” per i motivi che ho esposto, mentre altre motivazioni che ho letto nei commenti sono molto tirate via e opinabili (quindi non critico il fatto che un particolare elemento sia definito errato, ma critico soltanto alcune motivazioni)

-Sul bosco di pietra sono perfettamente d’accordo con te

- Sulle scene di battaglia irrealistiche (in generale) ho un punto di vista diverso (anche se come lettore lo stile dell’autrice proprio non mi piace), ma quelle sono motivazioni personali

In Breve: il libro non mi piace, per i miei gusti è brutto, ci sono alcuni errori e molte scelte che non condivido. La storia è scontata perchè ne ho già lette tante altre simili (e che quasi sempre ho considerato migliori per una serie di motivi personali che sarebbe troppo lungo elencare). Fin qui “tutti” d’accordo. Poi però arrivano i fondamentalisti del Verbo, signori e padroni del Bello e del Buono e allora ci si sofferma a pensare: si riprende in mano il Male e lo si seziona per vedere se è realmente fatto di Tenebra e Malizia o se è solo il prodotto storpio di un demiurgo affrettato, se in fondo la sua cattiveria non era data solo da un’apparenza superficiale poco attraente.

#400 Comment By gugand On 21 novembre 2008 @ 15:45

@Uriele
Da quello che dici mi sembra di capire, riassumendo: tutto e’ lecito purche’ la lettura scorra piacevole.
Io invece non sono d’accordo (sempre che abbia capito bene).
Ritencgo che una cazzata e’ una cazzata. Sia se rovina la lettura che no.
Se poi l’autore l’ha fatto apposta per qualche motivo non mi tocca un dente.
Se lui la trova geniale contento lui, ma cazzata resta.
Infatti non sopporto le storiali con le morali con trame forzatissime per esaltare i momenti topici.
I racconti mi possono piacere nonostante ci trovi grosse cazzate, ma non dico che non ce ne sono perche’ il racconto scorre ed e’ bello uguale.
Berserk e’ il mio manga fantasy preferito eppure so riconoscere che la forza e resistenza di Gatsu sono forzature narrative per attirare i ragazzini e che la stessa trama poteva essere scritta rendendo piu’ umano il protagonista (e magari accorciando un po’ i combattimenti).
C’e’ gente che non riesce ad apprezzare il fantasy perche’ non riesce a far finta che la magia in un mondo immaginario possa esistere eppure guardano Steven Seagal con ammirazione.

#401 Comment By Uriele On 21 novembre 2008 @ 16:06

Berserk è perfetto sotto queto punto di vista, è l’eroe classico, è il Beowolf, il Gilgamesh, l’Aiace Telamonio, il Sigfrido e l’Achille, ha le caratteristiche dell’eroe classico. Ha una genesi improbabile: nato dal corpo della madre morta appesa all’albero degli impiccati (una scena piuttosto simbolica); è l’uomo che si fa bestia, che riesce ad usare una spada costruita per uccidere creature che non possono esistere (e per questo è stata fatta in modo che nessun uomo la possa usare); che tira giù le colonne di un palazzo con un solo fendente (qualcuno ha detto Sansone con i Filistei?!). Probabilmente morirà nello scontro finale, sacrificandosi per Cascha o redimendo Griffis, ma comunque con una fine alla Benkei in una morte spettacolare e simbolica.
Sono “forzature narrative”, forse, ma la gente in generale la chiama “epica”. Ogni genere ha le sue caratteristiche e anche nel fantasy ci sono diversi filoni con diverse regole. Se un romanzo fosse realistico sarebbero realmente pochi gli ufficiali in prima linea e sarebbe veramente difficile che tutto il “party ufficiale dei buoni” dopo innumerevoli battaglie, arrivi SEMPRE vivo alla fine del romanzo (combattono sempre in prima linea, sono sempre nell’epicentro del combattimento e hanno un culo mostruoso); sarebbe difficile che a scontrarsi contro l’oscuro sire nel mezzo della battaglia fosse sempre il Re o il nobile protagonista della storia (la storia del “cervello” in Starship Trooper è molto più realistica in questo, a risolvere tutto alla fine non è Rico…)

#402 Comment By gugand On 21 novembre 2008 @ 16:29

Io certe cose prorpio non riesco a digerirle. E’ piu’ forte di me.
Solo perche’ una cosa si rifa’ a qualcosa di classico o ha un significato nascosto si trasforma da boiata a grande trovata? Mi sembra una forzatura o, meglio, una cazzata.
Sara’ per questo che non capiro’ mai l’arte moderna…
Possibile che un racconto non puo’ essere un racconto e basta e giudicarlo per quello che e’ invece di farsi domande su cosa abbia voluto raffigurare l’autore?
Gia’ il fatto che me lo chiedo significa che l’autore non e’ riuscito a trasmettere il messaggio, o no?

#403 Comment By Uriele On 21 novembre 2008 @ 16:39

ossibile che un racconto non puo’ essere un racconto e basta e giudicarlo per quello che e’ invece di farsi domande su cosa abbia voluto raffigurare l’autore?

Forse non te ne sei accorto, ma ti sei risposto da solo… un racconto è un racconto, un modo per fuggire la realtà, per divertirsi, non per ricrearla. La grigia monotonia di un ragazzo che scrive commenti su un sito e passa le sue giornate fra youporn e il sito dei gamberi non solo non ha “il conflitto” (punto di partenza per ogni romanzo d’avventura), ma non frega niente a nessuno.
Un eroe che muore a pagina cinque perchè investito da una macchina e fine non è certo interessante come un essere sovraumano che lancia dieci frecce a botta ed è capace di combattere senza soccombere contro orde di orchi che sovrastano le sue truppe in numero e forza bruta… Tu porti come esempio di buon fantasy, a ragione per me, Tolkein, ma i personaggi di Tolkien SONO epici, lo è Aragorn e lo sono Legolas e Gimli.

#404 Comment By Guglielmo On 21 novembre 2008 @ 17:12

Nella storia della Troisi invece la guerra ed il combattimento in generale sono fondamentali: Nihal è un guerriero, combatte spesso ed il suo essere guerrerriero determina la storia (se fosse stata una ballerina la trama verrebbe stravolta).

No, Clio, è su questo punto che non ci capiamo,anzi, che non capisci. Sono fondamentali per te, ma non per la Troisi o per il suo lettore Target. Se io scrivo una storia che si chiama “guerra” che parla di guerra, e guerrieri, e faccio un sacco di errori e scrivo incoerenze e cazzate sulla guerra e nonostante questo ho successo l’unico motivo plausibile è questo: la guerra era un pretesto, ho scritto di qualcos’altro.

Se arrivi a concordare con me su questo punto, sviluppandolo saremmo molto più vicini a pensarla allo stesso modo di quanto tu non creda.

@Gamberetta: dopo pagine e pagine di discussione sul tunnel, arrivi tu bella fresca e dici che l’etimologia non conta, se non in parte, ovviamente quella parte che non dà ragione all’utilizzo che ne fà la Troisi.
Ma ragionamoci su, senza cadere nel tuo sofismo: la parola tunnel ha un suo etimo, che guarda caso coincide con una forma geometrica particolare. Dalla fine del XVIII secolo in poi se dicevi tunnel intendevi foro più o meno circolare. Oggigiorno ci possono essere tunnel di altre forme?
D’accordo, ma se l’autore usa la parola seguendo il suo etimo orginale, nel momento in cui fa interagire il protagonista con l’oggetto descritto da quella parola, tutti gli aggettivi relativi si orientano di conseguenza.
Per cui, se avesse scritto : “entrò in un tunnel rettangolare stretto e si mise carponi”, avresti avuto ragione nel definirla idiota come descrizione. Ma la Troisi non specifica, non dice né che sia rettangolare, né che sia tondo.
E quindi, in sunto, se la forma non viene specificata, ci si rifà al significato originale della parola, non a quello che tu deliberatamente decidi possa essere il significato con l’unico scopo di scovare l’ennesimo errore fasullo e far passare la Troisi come cretina.
Altrimenti, chiunque avrebbe potuto criticare la Troisi in base alla propria concezione di forma di un tunnel.
Già sento i maziani scrivere feroci recensioni di questo libro perchè da loro i tunnel sono di forma triagolare.

Altre due cose:

1) che in italiano tunnel sia sinonimo di galleria è un altro punto a favore della Troisi.

2)il viaggi inizia in sto benedetto tunnel, e solo in quel punto è STRETTO, poi non viene specificato.

Riguardo l’ultimo commento: a parte il capzioso scambio lettore/recensore, ti volevo far notare questo: qui non si insiste, si discute.
Certamente io ho la mia posizione, e la difendo come posso. Liberissimi tutti di darmi torto, sfottermi come anche ignorarmi.
Per me discutere è più importante che gettare il sasso e nascondermi finchè non viene qualcuno a darmi ragione.
Il confronto è utile, l’elogio letale.

ps: Ipse dixit?Ti ricordi quando mi hai citato i tuoi autori dei manuale sulla buona scrittura?Ecco..

@Gugand: allora, parto dal dire che mi dispiace di aver usato un tono troppo brusco nel commento precedente.
Hai ragione nel dire che queste recensioni, in alcune loro parti, aiutano un autore alle prime armi a non commettere grossolani errori, o meglio, a stare più attenti.
Su questo mi trovavi d’accordo già pagine e pagine addietro.
Ma considerate anche il fatto che, se diventerete degli scrittori affermati, le gamberette pronte a sbranarvi aumenteranno in maniera direttamente proporzionale al vostro successo,così come aumenteranno gli ingrandimenti dei microscopi con cui analizzeranno ogni vostra singola parola. Visualizzatela, questa lunga schiera di crostacei pronti a discutere su quali e quanti errori avete fatto , dove come e perchè.
E voi?Piangerete?Vi incazzerete?Capirete di essere degli scemi?Spero proprio di no.
No, penso che vi farete una grassa risata alla faccia loro.
Perché scrivere non è evitare gli errori ma comunicare qualcosa, qualunque cosa esso sia – non voglio discuterne qui e ora -
e quando sei capace di farlo, non esistono regole al mondo capaci di levarti questo “successo”, così come non esistono regole al mondo capaci di garantirtelo.

#405 Comment By Clio On 21 novembre 2008 @ 23:10

A Guglielmo

No, Clio, è su questo punto che non ci capiamo,anzi, che non capisci. Sono fondamentali per te, ma non per la Troisi o per il suo lettore Target. Se io scrivo una storia che si chiama “guerra” che parla di guerra, e guerrieri, e faccio un sacco di errori e scrivo incoerenze e cazzate sulla guerra e nonostante questo ho successo l’unico motivo plausibile è questo: la guerra era un pretesto, ho scritto di qualcos’altro.

Scusa un momento ma:
-Nihal è una guerriera;
-Nihal combatte per buona parte del romanzo;
-Come ho detto, secondo te, se Nihal fosse stata una pescatrice di conchiglie incapace di sollevare una spada, sarebbe stata la stessa ideantica storia? Non credo proprio.
Come ho già spiegato portando l’esempio di “Sturdust”, il fatto che Tristan impari a combattere in qualche giorno con qualsiasi spada è certamente una stupidaggine (altresì detta cazzata), ma:
-Tristan sguaina la spada tre volte in tutto il film;
-Le svolte fondamentali della storia non sono ottenute a colpi di spada o duelli da parte sua (una strega la fanno fuori le bestie, se Tristan fosse stato armato di tenaglie sarebbe stata la stessa cosa; un’altra la uccide Septimus; la terza la silura Yvaine).
Invece in Nihal è importante che lei sia un guerriero: lei difende i suoi compari, si trova in un certo ambiente, conosce un certo tipo di persone.
La storia parla di guerre, anche se non c’è “guerra” nel titolo (nemmeno in “Goyokin” c’è “guerra”, ma si ammazzano con un entusiasmo a dir poco commovente…).
Il fatto che abbia avuto successo secondo me non dimostra che la guerra non sia fondamentale, bensì dimostra che:
1)L’individuo medio (non per forza la ragazzina in crisi ormonale) è un ignorante patentato per quanto riguarda affari ammazzerecci e affini (e penso che sin qui siamo tutti d’accordo), nonché disabituato ad avere un approccio critico a ciò che legge (qualsiasi cazzata va bene, e ciò, tempo, non solo per la letteratura fantasy!). Può amare gli ammazzamenti, ma non si accorge quando lo stanno prendendo per il didietro. Per fare un esempio, è come un turista che in Giappone va a comprare un manekineko, tipico “prendi-polvere” giapponissimo, ignorando che quel manekineko è fabbricato in Cina e che magari nessun giapponese se lo metterebbe in casa.
2)(Ma questa è un’opinione molto personale) La maggior parte della gente al giorno d’oggi non vuole sentire una storia, non vuole sapere qualcosa, vuole solo smettere di pensare per un po’, riempirsi la testa di confusione e frastuono: questo è ciò a cui si è ridotta l’”evasione”. Non si vuole andare a vedere/venire a sapere/sentire, si vuole andare in standby e basta.

#406 Comment By Clio On 21 novembre 2008 @ 23:22

Dimenticavo, mi intrometto di nuovo:

Visualizzatela, questa lunga schiera di crostacei pronti a discutere su quali e quanti errori avete fatto , dove come e perchè.
E voi?Piangerete?Vi incazzerete?Capirete di essere degli scemi?Spero proprio di no.

Penso che leggerei lo scempio, m’incazzerei i primi venti minuti, poi mi farei un cicchetto ci penserei su: e se davvero questi malvagi crostacei avessero trovato delle falle? E se davvero certi punti fossero deboli?
Mi farei un secondo cicchetto e procederei a tappare eventuali mancanze (del genere “occacchio, ‘sto libro che cita non l’ho letto, magari è davvero interessante e utile…).
Disperarsi è demente, uniformarsi parimenti, lo è altrettanto ignorare bellamente una critica, ma prendere in considerazione un parere spietato è ottimo, aiuta moltissimo, immensamente più di qualcuno che ti dice “è la mia autrice preferita la looooovvvvvvvooooo!!!!!!”.

Per la Troisi questo blog sarebbe un’eccellente palestra, ma sua signoria non è interessata a raccontar bene, si direbbe, dato che non mi sembra mutare minimamente stile o contenuti. Non penso neanche che sia malafede, la sua (“finché vendo a questi stolti ignoranti bene!”), semplicemente temo che la signora non sia esattamente brillante, almeno non in campo artistico, e che in modo piuttosto infantile si diverta a giocare alla grande scrittrice (avendone, tra l’altro, un sacco di vantaggi). Non vuole far fatica o migliorare, vuole giocare, uffa!!!
Ovviamente quest’ultimo giudizio è pienamente personale e arbitrario, nonché inquinato dal mio antipatico snobismo per la sfacciata ignoranza.

#407 Comment By Giglielmo On 22 novembre 2008 @ 01:43

Scusa, Clio, non voglio sembrarti pedante..ma a sto punto ho seri dubbi sul fatto che tu comprenda il significato di “pretesto”.

Ok, visto che con la troisi vedi rosso, ti faccio un altro esempio: Jack Vance ha scritto libri meravigliosi, è il mio scrittore di sci-fi preferito.
Il suo punto forte?Descrivere dei suoi mondi le culture, le tradizioni e i costumi bizzarri e originali.
I suoi protagonisti?spesso viaggiatori, esploratori. Con tanto di navicella spaziale.
Si mette per caso a spiegare la dinamica del viaggio interstellare?No, e quando lo fa, un fanatico dell’hard sci-fi inorridisce.
Io lettore ME NE SBATTO se Vance dice puttanate da un punto di vista fisico. I suoi pregi sono altrove.
“Si ma lui ha scritto puttanate”, “Si ma chissenefrega” ti rispondo io.
Tu continui a insistere sull’aspetto che tutti i lettori della Troisi non solo non hanno minimamente considerato, ma anche una volta venuti a conoscenza degli errori – supposti, ribadisco- se ne fregano.
Il sugo[cit.]della storia è altrove.
Tu non lo percepisci e penso non lo percepirai mai a questo punto. Ma fidati, c’è.
La Troisi ha fatto il suo dovere.
Accetta il fatto che la troisi non volesse scrivere un libro fantasy incentrato sulla guerra e sulla ragazza guerriera, ma abbia scritto di altro con il pretesto di [e non perchè te lo dico io. Lei l'ha detto, e quello i suoi fan hanno apprezzato].
Se no, muro contro muro, come gugand, e ci salutiamo qui.

Poi che il lettore medio ignori l’oplologia, è vero.
Ma solo il lettore medio?No, il 99% dei lettori e il 99% degli scrittori di fantasy usano fantasia e logica nel descrivere armi e battaglie e se ne sbattono del realismo e della storicità.
Esempio eccellente?un Martin a caso.

Confondere l’ignoranza in campo oplologico con l’ignoranza in generale è un atteggiamento decisamente ridicolo, diciamo che da una con la tua testa e la tua cultura ci si aspetterebbe più profondità di pensiero.

#408 Comment By Guglielmo On 22 novembre 2008 @ 01:56

E cosa vuol dire “non combinare un cazzo”? Sincermante, spiegamelo.

Criticare gli altri, per esempio. Offenderli, infamarli, umiliarli, manipolare le parole e fare in modo di mettere in luce quanti errori hanno commesso e quanto sia incapaci.
Chi ha capacità creative, le usa per fare qualcosa. Chi vuole distruggere si concentra sul lavoro degli altri.
Fromm docet lol.

#409 Comment By Clio On 22 novembre 2008 @ 18:43

A Guglielmo
A quello che mi sembra di capire continuiamo a parlare di cose diverse. La Troisi voleva parlare delle sue fisime adolescenziali… Ci credo, ma la sua storia di fisime (che magari di per sé potrebbe essere anche godibile) è annegata in mezzo alle boiate (alcune delle quali indiscutibili).
Il sugo sarà anche altrove, ma invece di servirtelo in un piatto d’alluminio come prescrive la Convenzione di Ginevra (metaforicamente parlando), l’autrice te lo sbatte a romaiolate in faccia. E beninteso, non vedo rosso con la Troisi, la detesto cordialmente, ma non basta il suo nome per farmi imbufalire :P
I fan se ne sbattono degli errori, l’opera piace, tutto questo rientra nel gusto personale e a me non interessa. Il punto iniziale della discussione era:
“La saga del Mondo Emerso” è o non è spazzatura?
Sì, lo è, perché è piena di strafalcioni. Piace ugualmente? Alla gente non interessa? Affari loro, questo non cambia il fatto che sia pieno di errori. Voleva raccontare fisime a ragazzine depresse? Ci sarà anche riuscita, ma lo ha fatto in modo grossolano e tamarro. Avrebbe potuto tranquillamente scrivere la stessa storia, comunicare le stesse cose, commettendo la metà degli errori. Forse il lettore medio non avrebbe colto la differenza, ma avrebbe letto una storia migliore e più “pulita”, e gli sarebbe rimasto qualcosa di più che non le fisime di un’adolescente qualunque. Perché? Perché senza errori logici il Mondo Emerso sarebbe diventato reale (in un caerto senso), il lettore sarebbe entrato in esso ed avrebbe assistito ad una vicenda.
Invece in questa maniera il lettore si muove in un mondo falso e plastificato, un diorama mal fatto, in cui un’attricetta racconta fatterelli scollegati tra loro.

Criticare gli altri, per esempio. Offenderli, infamarli, umiliarli, manipolare le parole e fare in modo di mettere in luce quanti errori hanno commesso e quanto sia incapaci.

Criticare qualcosa che non ci piace e prenderlo in giro è un passatempo divertente :) E nemmeno troppo sterile in questo caso, dato che in questo modo saltano fuori molti luoghi comuni sui quali un autore inesperto cade senza rendersene conto, vuoi per ignoranza o disattenzione. Un esempio personale? A furia di trovarmi d’accordo sulla pignoleria che Gamberetta riserva alle armi ho portato più attenzione a cosa mettevo in mano ai miei personaggi, e mi sono resa conto che in una mia storia un islandese del 998 impugnava una spada a due mani, ORRORE RACCAPRICCIANTE (che magari il lettore non noterà mai, ma che ho notato io!) di cui non mi ero resa conto. E’ importante che il mio islandese sia credibile, perché in un certo senso il mio islandese “esiste”, e in quella realtà è impossibile fargli impugnare una dspada del genere: stavo inquinando la storia.
Io penso che la Troisi non abbia mai voluto rendere reale il suo mondo (forse per fatica, forse per ignoranza, non lo so), e ciò è una gravissima perdita per la storia, anche se riesce a “far l’affare” per certi aspetti.

Chi ha capacità creative, le usa per fare qualcosa. Chi vuole distruggere si concentra sul lavoro degli altri.

Si possono fare entrambe le cose :) Tra l’altro, smontando altri si individuano falle anche nel proprio lavoro (del genere: “effettivamente questa è una cazzata… azz, l’ho combinata anch’io!”).

#410 Comment By Guglielmo On 22 novembre 2008 @ 21:23

Nella prima parte dimostri di non avere una vasta cultura almeno in un determinato campo specifico letterario.
Se l’avessi, avresti capito il discorso che ti ho fatto con Jack Vance.
Hai glissato e sei tornata sulla Troisi, sintomo di debolezza negli argomenti oltre che di scarsa elasticità mentale.
Tutte i giudizi che dai sul libro della Troisi sono opinabili, se ne sentono a badilate in ogni campo umano in cui è in gioco la creazione e la comunicazione.
Più o meno argomentati, più o meno logici.

La qualità non c’entra con gli errori, ma con quello che comunichi.
E’ del tutto irrilevante se il tuo danese impugni lo scopetto del cesso di Pinin Farina o l’ascia, se non hai un quid da trasmettere al lettore.
Pensi che I libri della Troisi siano spazzatura? Lo sono si, da un punto di vista oplologico [non mi metto a questionare sul fatto che non mi avete proposto 1 esempio 1 da farmi discutere].
Questo non vuol dire che non abbia avuto niente da dire: il suo successo dimostra il contrario.

E tu non farai errori oplologici, no.
Ma ne farai altri. Non te lo dico come una minaccia, è una certezza, in campo creativo. Ci sono un sacco di categorie con un sacco di esperti pronti, manuale sul tavolo aperto, che fremono di ridurre quello che hai scritto in coriandoli.
Ma chi deciderà davver sui tuoi errori?Il singolo Lettore.
E il giudizio non sarà su quanti errori hai fatto e in quale campo dello scibilie umano, ma se hai trasmesso quel quid.

Nella seconda parte, bè…se per te umiliare,offendere, e scovare errori altrui è un passatempo divertente, un po’ mi fai pena, un po’ ti trovo ridicola.
Hai capito benissimo il mio discorso, non far finta di confondere apprendimento nella critica con la presa per il culo.

#411 Comment By Clio On 22 novembre 2008 @ 21:58

A Guglielmo
Sarà l’ultima volta che entro nel merito, dato che mi sembra di averlo ripetuto già svariate volte senza essere intesa: cosa un’opera comunichi è un valore soggettivo, non misurabile (a me la Troisi non dice assolutamente nulla, sono quasi stramazzata di noia durante la lenta lettura de “La setta degli assassini”); gli errori logici invece sono misurabili.
E’ in base ad essi quindi che puoi decidere se in generale qualcosa è pattume o meno. Se gli errori sono tanto gravi e tanto numerosi rispetto alla complessità ed alla lunghezza della trama, allora il romanzo è pattume. Se gli scappa un errore stupido ogni 3000 pagine, chissene.
Uno può amare qualcosa che è di qualità scadente, può arrivare al satori dalla contemplazione di un temino elementare pieno di strafalcioni, sono affaracci del singolo e non mi interessano affatto. Il punto è: quel temino è pieno di stupidaggini. La mamma del bambino lo legge e capisce tutto della vita, ma la maestra gli darà comunque 5, perché è pieno di sciocchezze.
Non posso sapere cosa un’opera comunichi (quello che comunica a me è soggettivo, diverso da quello che comunica agli altri): il fatto che a tanti sia piaciuto non è influente, dato che s’innesca anche un effetto “moda” ed a ciò si aggiunge l’ignoranza generale del lettore medio. Se non hai mai letto niente di meglio, è facile che certa roba ti sembri ottima.
Quanto al mio islandese, non posso essere certa che sia un personaggio efficacie, ma posso esser sicura che sarà un personaggio realistico (salvo altri raccapriccianti errori) ^_^.

Ovviamente io faccio un sacco di errori, ci mancherebbe altro, è per questo che, quando avrò finito di cincischiare i capitoli, cercherò un malvagio crostaceo che me li scempi (o magari più di uno). Questo ovviamente non significa che mi uniformerò alla sua opinione, significa che, malvagiamente, andrà a conficcare le chele in tutte le falle che riuscirà a trovare, e starà a me decidere se quelle sono effettivamente falle o se val meglio lasciar perdere.

Nella seconda parte, bè…se per te umiliare,offendere, e scovare errori altrui è un passatempo divertente, un po’ mi fai pena, un po’ ti trovo ridicola.

Se non ti sei mai fatto quattro sane risate in compagnia su qualcosa che hai letto/visto, ti sei perso qualcosa, fidati. E’ un piacevole passatempo parlare con i compari di un argomento comune e sghignazzarci sopra. Nessuno qui è andato a diffamare la Troisi dicendo che è una pedofila o dandole della passeggiatrice, abbiamo al massimo constatato la sua disarmante ignoranza. Ignoranza che lei stessa ammette senza il minimo pudore. Se vuoi provar pena per me, fai pure, la cosa non mi tocca ^_^
Tra l’altro, come ho già detto e ridetto, il metodo di recensire di Gamberetta è un tantino crudele e sarcastico, ma se l’autore avesse veramente le palle supererebbe l’incazzatura di vedersi mettere alla berlina e prenderebbe in esame i punti evidenziati dalla recensione.

#412 Comment By Guglielmo On 23 novembre 2008 @ 03:30

Quanto piace è molto influente Clio, perchè quello che sto cercando di farti capire da mille pagine è che LA PRESENZA, il NUMERO e la RILEVANZA degli errori presenti in uno scritto è ****decisa***** in maniera soggettiva dal lettore.

Esempio finale, poi basta perchè hai rotto le scatole

Leggo la Troisi: sono un oplologo –> il libro è spazzatura.
Leggo la Troisi: sono uno psicologo –> il libro è perfetto.

Leggo il tuo libro: sono un oplologo –> il libro è perfetto
Leggo il tuo libro: sono uno psicologo –> il tuo libro è spazzatura.

oppure, se non vogliamo metterla sullo specialistico:

Leggo la Troisi: sono un appassionato di guerra e affini — > spazzatura
Leggo la Troisi: mi piacciono le barbie guerriere e le storie fatte in quel modo –> libro perfetto

e così via, lo stesso per il tuo libro.

Allora chi decide gli “errori logici” e la loro rilevanza a causa dei quali dire “questo è bene, questo è male”?
Il Lettore.
Ora tu mi dirai: ma gli errori, di qualunque genere essi siano,esistono nel libro non importa chi sia il Lettore.

Vero*. E’ per questo che entra in gioco il gusto, la rilevanza.Di Chi?
Del Lettore.
E così sorsero dalla bruma eterea del caos primordiale Eurinome e i generi letterari, le correnti letterarie e l’Estetica.
Gran cosa, il gusto.
Perchè, Clio, gli errori ci sono sempre in ogni libro, non esistono i libri perfetti, non esistono i libri privi di errori o corretti sotto ogni punto di vista. Sbagli da una parte, fai bene da un’altra.

Tu puoi farti un culo quadro a studiare le armi dell’epoca che descrivi, andare dal collaboratore di cui ti fidi che è esperto di armi, avere un giudizio positivo e ILLUDERTI che i tuoi personaggi siano realistici.
Poi arrivo io, che ho studiato [per es: psicologia] e pensare che i tuoi personaggi siano di cartone, o assurdi.
O essere un esperto di oplologia e trovare degli errori in quel campo perchè potrei non essere d’accordo con le teorie del tuo esperto.

E visto che qualunque cosa scriva commetterai un errore, l’aspetto da considerare è

QUANTO MI IMPORTA cosa è corretto o cosa è errore.

Così hanno fatto i lettori della Troisi, così hai fatto tu e tutti quelli che hanno letto, e leggono qualcosa.

Dire quindi che un libro fà schifo perchè ci sono degli errori è una cavolata colossale.

ps: la Troisi qui è stata data per scema, sfottuta, ridicolizzata.
E’ ben diverso dal farsi quattro risate in compagnia.
Sono cose diverse, tutto qui.

*non è del tutto vero[ahah], ma rischiavo di entrare in coma ad affrontare ancora quel discorso.

#413 Comment By Clio On 23 novembre 2008 @ 12:06

Perchè, Clio, gli errori ci sono sempre in ogni libro, non esistono i libri perfetti, non esistono i libri privi di errori o corretti sotto ogni punto di vista. Sbagli da una parte, fai bene da un’altra.

Oh, ma dai! Grazie per avermelo detto, non lo sapevo ^_^

Sinceramente, è diventato mortalmente noioso discutere con te, dato che continui ad accanirti sul gusto mentre io ti sto dicendo che del gusto non me ne cale affatto.

Ora tu mi dirai: ma gli errori, di qualunque genere essi siano,esistono nel libro non importa chi sia il Lettore.

Vero*.

E’ qui che il mio interessa nella discussione si ferma. Ci sono tanti errori (e non solo in ambito bellico), il libro è scadente.
Parlo di errori del genere perché sono facili da quantificare. Un personaggio psicologicamente piatto è unb difetto enorme, ma è più difficile decidere (per gente che non ha studiato 10 anni psicologia e forse anche per chi lo a fatto) se il dato personaggio è o no inconsistente. Invece errori logici come quello delle misure o come il fatto che in piena battaglia l’esercito manovri a voce sono semplici e indiscutibili (dato che non ci viene detto quanto misura un braccio, né viene detto se il generale ha un megafono magico).
Pertanto è su questo che io giudico se un libro è di qualità o meno.
Al lettore piace lo stesso.
Buon per lui. Vorrà dire che il libro farà successo. Tanti auguri. Sesta pieno di errori e quindi di cattiva qualità.

La storia del famigerato islandese sarà piena di errori pure quella? Senza dubbio. Cercare di scrivere un libro di qualità non significa riuscirci ^_^

Tra parentesi, far della satira su un personaggio conosciuto e umiliarlo non è la stessa cosa: nessuno è andato a ricoprire di merda la signora in questione, questo è un blog i cui autori non apprezzano la sua “arte” e la sfottono. E ci ridiamo sopra, nessuno è partito per assassinare la suddetta in quanto caria del fantasy italiano. Essere oggetto di pasquinate è l’inconveniente di esser famosi e non c’è niente di male (dato che si tratta di satira, non di diffamazione).
E a questo punto sayonara per sul serio, non vedo l’utilità di proseguire questa discussione.

#414 Comment By Guglielmo On 23 novembre 2008 @ 17:46

…e gli errori “semplici e indiscutibili” lo sono per te.
E tu decidi anche quali “errori semplici e indiscutibili” sono importanti per il tuo giudizio e quali altri errori semplici e indiscutibili non lo sono.
Tutto il tuo sproloquio non fa altro che confermare appieno il mio precedente intervento.
Eviteresti di fare questi scivoloni, contraddicendoti, se almeno ragionassi su quello di cui stiamo parlando, invece di ripetere a vuoto.

So long, and thanks for all the fish, baby :)

#415 Comment By Stefano On 23 novembre 2008 @ 18:38

Scusami Gugliemo, francamente faccio fatica a comprendere il tuo zelo. Ritieni che il termine errore sia opinabile? Libero di pensarlo, ma siamo in tanti ad affermare il contrario: Licia Troisi avrà pure usato il fantasy come scusa per raccontare una storia generazionale, la guerra potrà essere mero contesto, ma purtroppo cio’ non significa che si possa chiudere gli occhi di fronte a certe cose.
Se Sennar parte per il mondo sommerso per chiedere aiuto, rimane inascoltato e viene imprigionato, ti sembra logico e credibile che un inviato del Tiranno trami per uccidere quel sovrano? Il risultato piu’ semplice è che quel sovrano, prima riluttante a intervenire, si incazzi e intervenga nel conflitto. QUESTO E’ UN ERRORE, ammesso dalla stessa autrice su FM. Possiamo tranquillamente pensare che gli amori e gli amorazzi del ciclo nascondano certe cose per qualcuno, ma gli errori rimangono.
Essere verosimili, se non si puo’ essere realistici, è un altro comandamento che Brooks consiglia: nessuno è un tuttologo, certo, qualcosa sfuggirà sempre, ma non si può ricostruire un addestramento militare parlando di combattimento “tutti contro tutti”, che cavolo sono, dei gladiatori? E i ranghi? La catena di comando? Per non parlare delle unità di fanteria guidate da cavalieri in groppa a un drago… come cavolo avviene? Come comunicano, col pensiero? La magia?
Posto che l’autrice abbia definitivamente rinunciato a costruire un contesto credibile (cosa assai rara nel fantasy), posto che abbia definitivamente fatto una scelta di target, gli errori rimangono e il sottoscritto e altri che li vedono potranno essere liberi di evidenziarli?
Se, tu, poi, esulando dall’ambito militare, ritieni che questo romanzo abbia dei punti di forza puoi enfatizzare questi ultimi e mettere in secondo piano gli errori, che ribadisco ci sono.
Spartacus sarà pure un capolavoro cinematografico, ma militarmente parlando è una tranvata colossale (ricordate i tronchi infuocati gettati contro i Romani?)
Sugli errori trovati da gamberetta si puo’ discutere, ma lei ti da’ almeno un appiglio su cui concordare o meno… non molte recensioni ti danno questo: pensa che su FM un moderatore voleva censurare in nome della privacy una citazione del romanzo di Sergio Rocca (ignorando palesemente la legge, ma lasciamo stare…) In soldoni la cosa che mi ha colpito è che siamo cosi’ abituati a scrivere e a leggere recensioni sui massimi sistemi, che ci stiamo disabituando a un approccio piu’ diretto. Toglimi una curiosità, forse ho perso qualcosa di questa lunga diatriba, come giudichi tu le opere della Troisi?

#416 Comment By barbara On 23 novembre 2008 @ 18:54

@Guglielmo, ma tu che sei spsicologo ha quanto ho capito, apprezzi i libri della suddetta perchè la psiche della protagonista è affrontata in modo realistico?
No perchè a me è sembrato tutto il contrario, non mi sono immedesimata per niente in Nihal, mentre in genere anche se un personaggio è molto diverso da me, vedi Tiryon de Le Cronache di Martin a esempio, se descritto in modo realistico e credibile non ho problemi a immedesimarmi.
Nihal sinceramente mi è sembrata tutto meno che ben delineata, troppo eccessiva e non coerente per essere un buon personaggio. Gli altri pg poi non sono pervenuti visto che sono niente di più che clichè appena abbozzati.
Dal punto di vista psicologico quindi per me è comunque un pessimo libro, se invece i protagonisti fossero vivi lo avrei potuto comunque apprezzare nonostante il resto.

Poi gli errori sono errori, non capisco tutto l’accanirsi sul fatto che non lo siano o che lo siano solo per qualcuno. Vabbè evidentemente è tutto soggettivo, se io investo un ciclista, e a me i ciclisti stanno sulle balle, evidentemente per me non è un errore, anzi è giusto così.^^

#417 Comment By Guglielmo On 23 novembre 2008 @ 19:26

La mia tesi è che la scrittrice abbia in mente un Lettore Ideale, e si rivolga ad esso senza preoccuparsi di altro.
Il suo lettore target è una ragazza, teenager.
Detto in parole povere, la Troisi scrive fantasy per ragazze.

Per me, sotto questo aspetto, la Troisi ha scritto un libro quasi perfetto.
A me non piace il fantasy per ragazze.
E cmq stefano e barbara, vi siete persi tutto il discorso, e non sto a ricominciare anche con voi. Fare errori non vuol dire fare schifo, gli errori ci sono ma decidi tu e blablabla ho già risposto a tutti e su tutto quello che avete scritto e tutte le vostre posizioni dimostrano la mia tesi.

Se pensate che non sia così, quotatemi del discorso che ho fatto due post addietro quello che secondo voi è sbagliato.
Clio l’ha fatto, e si è contraddetta.
Voi mi sembra abbiate detto le sue stesse cose, cambiando esempi e parole…

#418 Comment By Stefano On 23 novembre 2008 @ 20:15

Puo’ darsi che mi sia perso qualcosa, ma a me sembra piuttosto che tu ti sia fossilizzato su posizioni indifendibili nonostante tutto e tutti. Anche perchè, personalmente, non ritengo che fare errori tout court significhi fare schifo, ma se gli errori spaziano dalla trama, allo sviluppo dei personaggi, alla coerenza interna del mondo ideato, come in questo caso, CREDO CHE IL ROMANZO POSSA ESSERE DEFINITO UNO SCHIFO.

#419 Comment By Guglielmo On 23 novembre 2008 @ 22:54

Le mie posizioni sono indifendibili?
Dimostralo, invece di dirlo soltanto. Anzi, invece di continuare a darmi ragione implicitamente.
“io credo”, “personalmente” ,”ritengo”, l’uso del congiuntivo, l’ennesimo ragionamento “i parametri dicono che il libro fa’ schifo”. I tuoi.
Tutto qui?

#420 Comment By gugand On 24 novembre 2008 @ 09:16

Lo schifo e’ il risultato dei nostri parametri. Ti avevo pure dato parzialmente ragione. Se un errore e’ presente secondo i nostri parametri tu non ti puoi arrampicare sugli specchi a dimostrarci che non e’ un errore perche’ secondo i tuoi non lo e’. Come noi non possiamo convincerti del contrario.
O dimostri che l’errore e’ stato percepito per un errore di interpretazione e quindi che in realta’ non c’e’, oppure esprimi la tua opinione facendo riferimento ai tuoi parametri. Dato che in questo blog e’ scritto chiaro e tondo cosa si intende per errore e cosa no ogni tua contestazione e’ inutile.
Infatti io avevo lasciato perdere perche’ tanto non c’e’ niente da discutere. Sei te che vuoi farti portavoce di una verita’ assoluta di un metodo di vautazione che non esiste e finche’ non capisci che l’obbiettivita’ non puo’ esistere e l’unico modo per “simularla” e’ portare a conoscenza gli altri del proprio modo di valutazione, si discutera’ a vanvera.

#421 Comment By Uriele On 24 novembre 2008 @ 13:03

Lo schifo e’ il risultato dei nostri parametri. Ti avevo pure dato parzialmente ragione. Se un errore e’ presente secondo i nostri parametri tu non ti puoi arrampicare sugli specchi a dimostrarci che non e’ un errore perche’ secondo i tuoi non lo e’. Come noi non possiamo convincerti del contrario.
O dimostri che l’errore e’ stato percepito per un errore di interpretazione e quindi che in realta’ non c’e’, oppure esprimi la tua opinione facendo riferimento ai tuoi parametri.

Condivido queste tue affermazioni e penso riassumano perfettamente decine e decine di commenti. Penso che basti una semplice cosa per trovarci tutti d’accordo (o quasi): togliere “l’oggettività” dal discorso. Se introduciamo dei parametri di giudizio, evitiamo di ritenerli validi über alles e ci limitiamo a quelli, allora credo sia possibile trovare un punto di incontro in questa discussione (che sta diventando un muro contro muro in cui alcuni parlano di metodo e universalità, mentre altri parlano di tecnicismo e realismo) e andare avanti. Non dico di ripetere ogni volta la dichiarazione di intenti (“questa è un opinione personale basata su parametri personali”, ” questo è il mio giudizio basato sulla mia personale esperienza”, “gran parte, ma non tutti, i lettori ritengono questo un errore”, ecc…), sarebbe stupido e burocratichese (ho avuto a che fare con le autocertificazioni e ,quando se ne scrivono molte di fila, è una palla ricopiare le prime 5 righe che spiegano come io sottoscritto blablabla sappia che la dichiarazione mendace sia punibile a norma degli articoli blablabla).
L’importante (almeno per me e penso per Guglielmo, ma non mi sento di parlare a nome di nessun altro) è non saltare fuori con cose tipo è “oggettivamente brutto, uno schifo assoluto” oppure citare come “errori oggettivi” dei tecnismi quali “la mancanza di catene di comando con capitani che urlano per dare gli ordini”(non essere realistici è una scelta, quando un romanzo piace ed è scritto bene, nonostante la mancanza di aderenza alla realtà, riusciamo a figurarci la scena “restando” nel romanzo). Alle volte qualcosa che risulta “sbagliato” o “brutto” usando certi parametri di giudizio non lo è neppure per recensore che li applica, perché alle volte gli “errori” sono veramente volti a creare un certo effetto (mi viene in mente Adams e le “domande” del narratore che sono funzionali alla comicità della storia; in molti punti del diario di Adamo ed Eva, Twain racconta piuttosto che mostrare, ma la forma del diario e la paradossalità e la purezza di certe “introspezioni” rendono il tutto scorrevole e realmente piacevole): è per questo che non condivido questa presunta oggettività.

Un romanzo poi può essere brutto* e contemporaneamente divertirci e piacerci (penso alla saga dei gemelli, per me è scritto male e bruttarello, ma dopo essermi letto un mattone una cosa semplice e infantile può piacermi e divertirmi: dopo aver mangiato caviale puliamoci la bocca con una cocacola). Definire un certo testo “uno schifo che può piacere solo a chi non ha gusto o è ignorante” è supponente e riduttivo: il gusto dipende anche dal nostro umore momentaneo.

Non pretendo di avere ragione o la verità assoluta – Cthulhu me ne scampi, la Verità è l’ultima roccaforte dell’imbecillità- lancio solo un sasso nell’acqua (anche provocatorio, lo ammetto) per esprimere il mio punto di vista e vedo come si espandono le onde concentriche.

PS: La missione di Sennar, unico libro che ho in casa delle cronache (mi è stato regalato insieme a “La luce di Orione” che ritengo un romanzo fra il carino e il molto carino), è stato lasciato a tre quarti: era bruttino e al momento cercavo qualcos’altro, ma sono sicuro che quando avrò bisogno di un libro semplice e rilassante per togliermi un mattone dallo stomaco, sarà al primo posto e magari mi piacerà anche

*nel senso che gli errori non sono funzionali o volontari e, seguendo il nostro metodo di giudizio, continuiamo a considerarlo consciamente brutto

#422 Comment By Guglielmo On 24 novembre 2008 @ 14:15

No gugand ascolta, te lo rispiego.
La mia posizione era che in alcuni punti la recensione era del tutto opinabile.
Per esempio, la questione del tunnel era un errore?opinabile.

Poi c’erano gli errori “oggettivi”.
E qui cascava l’asino, perchè, tralasciando il fatto che alcuni di questi errori che imputate alla Troisi per me non lo sono, c’è chi dice che se fai tanti errori di questo tipo il libro fa schifo.
Il punto è che di errori ogni scrittore ne fa a ufo.
Allora TUTTI i libri fanno schifo?Tutti i libri sono spazzatura?No, ovviamente.
E qui entra in gioco l’importanza che ciascun lettore da’ a questi errori.

Infatti ho smesso di discutere con te quando hai specificato che il tuo giudizio era soggettivo. Ho provato anche a mettere in discussione i vostri parametri, poi, visto che si rasenta il fanatismo ho rinunciato.
Ma non con chi dice “no il libro della Troisi è spazzatura e basta”.

Come avevo già scritto eoni prima:

il prossimo passo quale sarà? Stabilire un elenco di “arte degenerata”?

Poi c’era un’altra questione ancora, parallela: questo è un sito frequentato da gente che di fantasy contemporaneo ha qualche infarinatura e ha superato da tempo l’età del lettore ideale della Troisi.
E’ inevitabile che per quanto uno si sforzi, non l’apprezzeremo mai in pieno.
Io non la difendevo in quanto scrittrice abilissima nel gestire una trama complessa o evocare mondi immaginari e/o originali in maniera coerente, ma è indubbio che il suo target sia riuscito a conquistarselo.
E infatti Gamberetta, non considerando questo aspetto, toppa clamorosamente anche del citare la vostra regola del “mostra, non raccontare” quando critica l’uso che ne fa la Troisi.
Un recensore imparziale avrebbe capito perchè e a vantaggio di chi la Troisi mostra una cosa e ne racconta un’altra.

#423 Comment By Stefano On 24 novembre 2008 @ 19:02

Gugliemo che pretendi? Mi dici in pratica che non vuoi perdere tempo a discutere con me. Vuoi davvero inerpicarti nello stabilire ciò che è oggettivo e ciò che non lo è? Alcuni esempi: il buon Sergio Rocca non ha tutti i torti quando afferma che l’uso delle d eufoniche in maniera, passami il termine “liberale” non è un errore grammaticale, rimane il fatto che quasi tutti gli editor storcerebbero la bocca di fronte a un “ed adesso”. Anche il deus ex machina come mezzo per risolvere una situazione intricata non è certo deprecabile, ma è deprecato da quasi tutti coloro che si occupano di narrativa. Il target non è dio: ripeto ancora una volta che il target è stato costruito a posteriori, sopratutto dopo che ci si era illusi che il libro andasse bene a tutti. Ma facciamoci delle domande, perchè mai la troisi è cosi’ criticata? Possibile che il target inizialmente fosse un pochino più ampio? Chi sono i lettori di Focus o di repubblica? I bambini di 11-14 anni?

#424 Comment By Guglielmo On 25 novembre 2008 @ 14:39

Stefano, hai ragione, non voglio perdere tempo a discutere con te perchè a tutte le domande che hai fatto, anche qui sopra, ho già risposto.
E poi

Vuoi davvero inerpicarti nello stabilire ciò che è oggettivo e ciò che non lo è?

sta frase mi fa capire che non hai capito nulla, ma proprio nulla, del mio punto di vista. E insisti a darmi ragione.
Paraocchi rulez.

#425 Comment By barbara On 25 novembre 2008 @ 15:11

@Guglielmo, parli parli, anzi scrivi scrivi, ma alla fine non dici niente, sei un rumore di fondo anche tu, come la Troisi.
Praticamente ti dai ragione da solo.
I parametri che usa Gamberetta sono quelli che lei ha spiegato, se a te non vanno bene pazienza.
Una volta che si ha il modo di operare del recensore, si può valutare una recensione proprio in base a quello.
Nel sito non si tiene in conto il target? Bene io posso farmi una idea sapendo che quel parametro non viene preso in considerazione.
Poi come dice Stefano, evidentemente il target iniziale con cui hanno iniziato la campagna pubblicitaria era un tantino più ampio.
Di errori saranno pieni tutti i libri, io non credo di aver detto che errore uguale schifo, ho detto solo che un errore è un errore, se in una pagina la mia protagonista ha gli occhi verdi e in quella dopo sono marroni è evidente che a meno che non specifico che può cambiare colore, ho sbagliato, questo non inficia certamente tutto il romanzo, c’è chi se ne accorgerà oppure no e a chi darà fastidio.
Secondo i TUOI parametri il libro è perfetto perchè è per ragazze, già dimenticavo le ragazze sono tutte sceme, basta dare loro una copertina colorata e un personaggio fiko e appesteranno tutta la rete (vedi Twilight).
Comunque se puoi fare di meglio, come ti ho già detto accomodati.

#426 Comment By gugand On 25 novembre 2008 @ 15:47

@guglielmo
Logicamente i parametri di ognuno non li puoi criticare perche’ si rientra nel gusto personale che dipendono da cosi’ tanti fattori che nemmeno noi stessi sappiamo perche’ li adottiamo, non e’ questione di fanatismo.
Cosa non mi trovera’ mai d’accordo coi tuoi discorsi sono i cosiddetti errori oggettivi tu li fai scomparire perche’ li contestualizzi al genere, al target e alle intenzioni dell’autore (espresse e non). Sinceramente queste per me sono facili paraventi per nascondere la pigrizia dell’autore o dell’editore, anche se penso che non si possa pretendere la perfezione.
Posso essere d’accordo che certi errori pesino meno al punto di essere insignificanti in certi contesti, ma ognuno da importanza a quello che vuole e, quindi, considerare pattume quello che vuole.

Sinceramente il tuo sembra solo un attacco a testa bassa contro questa metodologia di critica ed ancora devo capire che cosa vuoi dimostrare.

#427 Comment By Guglielmo On 25 novembre 2008 @ 19:03

Gugand io non devo dimostrare che questa metodologia critica è sbagliata, la storia dell’arte stessa lo dimostra.
In 3 ci siamo messi a spiegarvelo, ma contro la vostra ignoranza – in questo campo- di più non si può fare.
Non si può stabilire oggettivamente la qualità letteraria -e non solo- di un’opera.
Voi [Gamberetta, Clio, Barbara, Stefano e compagnia bella] state dicendo che si può e io vi sto solo facendo notare che è una cagata pazzesca.
Sono un rumore di fondo?si, come quella vocina che ti avverte che hai appena fatto una figura di merda…

ps: secondo i miei parametri il libro è perfetto a guardare i dati di vendita.
E che le ragazze siano sceme lo dite voi, direttamente e prendendo per il culo le fan della Troisi e della Mayer.

#428 Comment By gugand On 26 novembre 2008 @ 09:41

Non hai capito una cosa: Della storia dell’arte e di tutti gli studiosi dell’arte me ne sbatto. Io giudico secondo i miei gusti punto.
Anzi, ho grossi dubbi riguardo la capacita’ di giudizio di questi studiosi.
Ad esempio, fino ai primi dell’800 i pittori facevano opere che nessuno poteva dire brutte tecnicamente, anzi sono andati migliorando sempre di piu’. Poi sono arrivati i Picasso e i Mirò a fare roba inguardabile per i quali bastava la capacità pittorica di un bambino di 4 anni, ma “piene di significato” che le rendevano bellissime per alcuni, non ai miei occhi.
Il fatto che il pittore fosse capace di fare cose molto migliori tecnicamente non era una giustificazione, ma un demerito. Per me mostrano solo la pigrizia.
Altro campo, la cucina moderna, una scusa per farti pagare cifre assurde per pasti infimi.
Idem con la narrativa, piena di inesattezze e sfrondoni in nome di significati nascosti, insegnamenti morali e metafore di cui io me ne sbatto.

Per concludere, sono ignorante di arte, ma di fronte a certi scempi sono contento di esserlo.

#429 Comment By gugand On 26 novembre 2008 @ 10:40

Ho sbagliato a scrivere. parlo del ’900.

#430 Comment By Guglielmo On 26 novembre 2008 @ 17:53

Quindi anche tu sei d’accordo con me.
Figo. Ora devi solo capirlo, e poi siamo a cavallo.
lol.

#431 Comment By gugand On 26 novembre 2008 @ 18:16

Saro’ duro, ma solo tu sai quali siano le tue argomentazioni a cui io sto da dando ragione.
Io ho capito solo che per te tutto e’ bello basta dire che le cazzate sono non sono tali nel contesto. Io dico che sono eventualmente trascurabili, ma dipendono dai gusti.
Trascurabili non vuol dire che gli errori non ci siano. Quindi ritengo una recensione ben fatta quando elenca gli errori. Le conclusioni che tira il recensore sono aggiunte che possono essere ignorate, gli errori li decido io quali sono trascurabili. Il recensore non deve sostituirsi al mio cervello.

#432 Comment By Guglielmo On 26 novembre 2008 @ 23:52

prendo pezzi caso miei:

uno

Allora chi decide gli “errori logici” e la loro rilevanza a causa dei quali dire “questo è bene, questo è male”?
Il Lettore.

due

Ora tu mi dirai: ma gli errori, di qualunque genere essi siano,esistono nel libro non importa chi sia il Lettore.
Vero*. E’ per questo che entra in gioco il gusto, la rilevanza.Di Chi?Del Lettore.

tre

Allora TUTTI i libri fanno schifo?Tutti i libri sono spazzatura?No, ovviamente.
E qui entra in gioco l’importanza che ciascun lettore da’ a questi errori.

e ora il TUO pezzo:

Le conclusioni che tira il recensore sono aggiunte che possono essere ignorate, gli errori li decido io quali sono trascurabili. Il recensore non deve sostituirsi al mio cervello.

Questo la dice lunga sulla qualità del vostro modo di “discutere”. Nessuna elaborazione, paraocchi e via.
Ora, di fronte all’evidenza, hai le palle almeno di buttare via i paraocchi o continuerai a insistere che diciamo cose diverse?
Byez

#433 Comment By Stefano On 27 novembre 2008 @ 12:39

Beh, Guglielmo, visto che sarei io a non capire nulla (considerazione di cui ti ringrazio), potresti citarmi dove avrei scritto che esiste un valore oggettivo nella valutazione della qualità di un romanzo? Qui sopra ho semplicemente fatto presente, con esempi, che ci sono dei paramentri di valutazione che quasi tutte le case editrici e i loro editor accolgono per valutare un romanzo. Non sono regole oggettive, ma sono normalmente accolte da tutti, sono i precetti che si imparano nei corsi di scrittura. Le cose sono due: o l’autrice ha le spalle così coperte da un bagaglio di esperienza e di gavetta tale, che pur conoscendo queste regole, sceglie di sua volontà di fregarsene o siamo di fronte a una scrittrice alle prima armi sulla quale non si è lavorato tanto perchè basta la pubblicità, il momento favorevole e ci si affida allo scarso senso critico dei lettori. La critica era appunto rivolta a questo secondo aspetto, del resto mi pare che anche gamberetta abbia messo in luce un interrogativo: a che pro cercare di migliorarsi per raggiungere certi standard, richiesti DA CHI TI DOVREBBE PUBBLICARE se ci sono autori che li calpestano? Certe regole, seppur non oggettive, avranno comunque una ragion d’essere, oppure no?
Quando un romanzo trascura l’ambientazione, la caratterizzazione di quasi tutti i personaggi ed è pieno di errori nella trama e si affida soltanto all’impatto emotivo, è un’opera valida, a tuo parere? Lasciami indovinare… hai già risposto.

#434 Comment By Guglielmo On 27 novembre 2008 @ 16:58

Quando un romanzo trascura l’ambientazione, la caratterizzazione di quasi tutti i personaggi ed è pieno di errori nella trama e si affida soltanto all’impatto emotivo, è un’opera valida, a tuo parere? Lasciami indovinare… hai già risposto.

Si, ho già risposto, ma te lo ribadisco volentieri:

1)un’opera per me è valida quando mi piace, non quando è priva di errori, visto che non esistono e non esisteranno mai opere perfette e prive di errori.
Scelgo io quali errori non influenzano negativamente il mio piacere nel godere dell’opera.
Vedi discorso sopra con gugand.

2)Che l’ambientazione, la caratterizzazione, la trama siano piene di errori nei libri della Troisi è una vostra opinione secondo me falsata in parte dalle recensioni di Gamberetta e in parte da un mix di pregiudizi, ignoranza, mancanza di contestualizzazione e invidia.
Già detto di poter discutere degli errori, quando volete.

3)Anche ammettendo determinati errori nei libri della Troisi, è dimostrabile che scrittori molto più famosi e quotati di lei li hanno commessi, alcuni dei quali vengono addirittura citati da Gamberetta come suoi modelli!
Comico.

ultima cosa:

a che pro cercare di migliorarsi per raggiungere certi standard, richiesti DA CHI TI DOVREBBE PUBBLICARE

Dal mio personalissimo punto di vista, se il tuo percorso di crescita e miglioramento artistico si appiattisce o si indirizza sugli standard richiesti da chi ti dovrebbe pubblicare, sei un pirla(fermo restando che qui non si sta parlando di standard di base tipo ortografia, sintassi ecc).
E questo è un altro discorso ancora, su cui mi ero soffermato un po’ di post indietro: in questo paese tutti vogliono pubblicare la loro storia ma pochi hanno qualcosa da raccontare: in quel determinato settore, la Troisi è solo stata la prima ad andarlo a coprire commercialmente. Perchè non ci provava nessuno, o non c’era nessuno migliore, vai a sapere.
Ho anche chiesto, sempre “al tempo”, chi fossero quegli scrittori italiani rifiutati dalle case editrici, migliori della Troisi. Nessuno mi ha risposto.
La casa editrice è un’attività commerciale, prende il meglio che ha a disposizione e lo piazza nella confezione migliore. E al posto della Troisi, vorrei vedere quanti di voi, con il vostro romanzo, si sarebbero tirati indietro con la scusa della “qualità”.
Ma non fatemi ridere, ipocriti!

ps: “Ma questa è un’altra storia” [cit.]

#435 Comment By Stefano On 27 novembre 2008 @ 20:37

Poi sarei io a non leggere
1) Gli errori esistono e non dipendono dal gusto di ciascuno, ma sono semplicemente percepiti come tali diversamente da ognuno. La lingua cambia, cambiano anche i gusti: Lovecraft avrebbe scritto le stesse cose, nel medesimo modo, se fosse vissuto adesso? Se uno vuol pubblicare deve senz’altro venire a compromessi con certe leggi formali che tu disprezzi, non perché sia un delitto infrangerle, non soltanto perché sono le chiavi per pubblicare, ma perché sono gli attrezzi di lavoro di un vero scrittore qui e adesso (non parlo di arte bada) . Avvocati, medici, insegnanti, operatori ecologici usano nel loro lavoro una metodica e adottano anche nel parlare un loro formulario. Se si vuole diventare uno scrittore, che è un artigiano della scrittura, bisogna adottarle. Ciò non toglie che tra dieci, venti anni queste regole possano anche essere cambiate.
2) Nelle Cronache non sappiamo nulla delle tradizioni del Mondo Emerso, gli unici veri protagonisti sono Sennar e Nihal, questo è un dato oggettivo, ciò non toglie che un romanzo fantasy possa anche fare a meno di un’ambientazione decente, Tanith Lee ne è un esempio. I vari particolari legati all’arte bellica sono errori e lo rimarranno anche nelle epoche future, ma si può fare a meno anche di quelli, in nome del target. Quando, però, i fatti e i personaggi si muovono in maniera incoerente, questi sono errori gravi, sempre che non si voglia dimostrare, per esempio, che i servi del Tiranno sono stupidi, quando attentano alla vita del sovrano del Mondo Sommerso causandone l’intervento. Qui non si tratta degli artifici linguistici del punto 1, questi sono errori e rimangono tali. Tu lettore, poi, sei liberissimo di fare spallucce, e affermare che nei romanzi della Troisi stai cercando altro, ma gli errori rimangono.
3) Se pensi che per pubblicare si debba seguire un percorso artistico sei tu il pirla. L’arte la si coltiva altrove, quando si deve vendere e si deve vendere a un pubblico mutevole e poco esigente, bisogna appropriarsi della tecnica. Il fantasy in italia è solo un fenomeno di traino, altrove è stato imposto da Harry Potter o da Eragon. In altri interventi, appunto, paragonavo scrittori non certo pretenziosi come Terry Brooks con la nostra Troisi: qui non si tratta di vendere palate di libri, si tratta di rimanere nella breccia. Ritengo che scrivere libri fotocopia a mitraglia, sfruttando il periodo favorevole, alla lunga non paghi per chi vuole vivere di scrittura. Quindi certo, se avessi scritto qualcosa e un editore la volesse pubblicare a tutti i costi, nonostante gli errori di cui sopra, in prima battuta me ne fregherei. In seconda battuta no, semplicemente perché vorrei acquisire una professionalità e qui veniamo a gamberetta… per la milionesima volta quello che scrive non è vangelo, possibile che tu, fautore del senso critico, ritenga tutti i lettori di questo blog dei beoti? Veniamo infine all’arte: se sono convinto di aver qualcosa di utile da dire o da offrire agli altri ho due scelte, o esprimere la mia arte sul mio portatile, o arrivare a un compromesso per permettere che il mio messaggio raggiunga il lettore. Tu che faresti?

#436 Comment By Guglielmo On 28 novembre 2008 @ 01:12

Stefano, ma seriamente: hai qualche problema di elaborazione?

Gli errori esistono e non dipendono dal gusto di ciascuno, ma sono semplicemente percepiti come tali diversamente da ognuno.

E’ la stessa cosa che sto dicendo io da tipo 20 post: se ho scritto il contrario, quotami il pezzo in cui l’avrei fatto.
Con la sola precisazione che molti dei presunti errori che Gamberetta avrebbe scovato, sono manipolazioni – vedi l’esempio del tunnel.
Ne posso fare altri.
Ribadisco: se ho scritto il contrario, citamelo, altrimenti fattene una ragione: non hai capito una ceppa del mio discorso, hai i paraocchi e stai ripetendo le mie stesse opinioni credendo di dire il contrario.

2)Che caspita c’entra la Lee con la Troisi lo sai solo tu. Ne ho letto quasi tutte le opere e non c’entrano una mazza né con il target Troisi né mi pare avessero un target particolare[e visto che la Lee ha scritto diverse opere,e non solo fantasy, e non un solo ciclo, l'affermazione sulla sua "ambientazione" mi risulta abbastanza sospetta. A cosa ti riferisci?Sai di cosa parli?].
Perchè non facciamo paragoni eccellenti, come King, lo stesso Twain, che fanno porcate assurde eppure nella lettura dei loro romanzi la sospensione del giudizio c’è. E quando non c’è, ci si passa sopra lo stesso?
Il resto del discorso è già compreso nel punto 1

3)

3)Se pensi che per pubblicare si debba seguire un percorso artistico sei tu il pirla.

Mai scritto questo. Non ci siamo capiti su questo punto.
Per artistico intendevo “arte dello scrivere”. Tu hai parlato di miglioramento, giusto? Penso, a questo punto, che dovresti chiarire quali siano per te questi standard da raggiungere.

4)Avresti rifiutato la pubblicazione?Secondo me è una risposta ipocrita.

5)L’arte nel discorso editoria non c’entra una mazza: si parlava di Arte e di Storia dell’Arte quando si discuteva di bellezza, oggettività di giudizio e di critica, canoni di giudizio. E si prendeva ad esempio l’evoluzioni di questi canoni nella storia dell’arte.

#437 Comment By Uriele On 28 novembre 2008 @ 02:04

Quindi certo, se avessi scritto qualcosa e un editore la volesse pubblicare a tutti i costi, nonostante gli errori di cui sopra, in prima battuta me ne fregherei. In seconda battuta no, semplicemente perché vorrei acquisire una professionalità e qui veniamo a gamberetta…

Se ti vedono come una fonte di reddito ti pubblicheranno, ma in prima (e probabilmente neppure in seconda) battuta non troverai un editore che ti si prostra ai piedi per pubblicarti: te la dovrai sudare, ingoiare tanto e piegarti ai compromessi. Poi viene la seconda battuta. Sei famoso, sei sulla cresta dell’onda, ai party ti portano la ferrarelle da convertire in borgogna, non riesci più a farti il bagno perché rimani in superficie. Credi veramente che rifiuteresti di pubblicare il tuo secondo libro quando hai autostima al massimo e senso critico al minimo?!
La Troisi ha azzeccato un terno al lotto e finché rimarrà un fenomeno mainstream (ovvero finché o la ami alla follia “perché cioè è troppo forte” o la odi “perché l’alabarda di pagina 16 è diventata una picca a pagina 666, ahahaha che ignoranza!”) non pubblicherà nulla di meglio: lei consegna il disegnino di un cazzetto fatto al telefono e glielo pubblicano. Ormai ci sono i fan talebani che le leggono e permettono tutto e i delatori jihadisti che le fanno pubblicità aiutando le vendite. Quando si scenderà sotto la massa critica mediatica avrà due possibilità:
1) Ritornare a lavorare a tempo pieno per il CNR
2) Impegnarsi per evolvere come autrice (diventando, chessò, Troismender)

È stata sfortunata, forse se le avessero sbattuto un paio di porte sul grugno avrebbe tirato fuori un’opera molto migliore. Si è creata un enclave d’odio (che tende a rimanere) e un sinodo di ammiratori(che tende a dissolversi col tempo e con le mode): se cercherà di intraprendere la seconda Via, il suo percorso per diventare una scrittrice professionista sarà molto più duro di quello di un esordiente qualunquis. Quando si raggiunge il successo (meritato o immeritato che sia) passando davanti agli altri senza gavetta e senza fatica, la gente non ti perdona facilmente.

#438 Comment By gugand On 28 novembre 2008 @ 10:09

Allora ti ricordo il tuo esordio che me lo ero scordato ed abbiamo spostato la discussione su altro:
Guglielmo

Partiamo però dal romanzo della Troisi: la mia tesi è che la scrittrice abbia in mente un Lettore Ideale, e si rivolga ad esso senza preoccuparsi di altro.
Il suo lettore target è una ragazza, teenager.
Detto in parole povere, la Troisi scrive fantasy per ragazze.

Prendendo atto di questo, e mettendosi il cuore in pace, una buona metà della tua recensione si può tranquillamente eliminare, perché è del tutto dipendente dal tuo punto di vista – che è soggettivo, ogni tanto ricordiamocelo.

Tu vorresti buttare via mezza recensione perche’ e’ un punto di vista personale.
Allora veniamo al punto:
Cosa avrebbe dovuto scrivere un recensore? Qualunque cosa e’ punto di vista personale.
Da quello che intuisco sul tuo punto di vista (altrimenti non si capisce che diavolo fai qui dentro) il recensore vorresti vederlo immedesimarsi al target ideale del racconto e qundi ignorare tutti gli aspetti che un apersona del target ignora.
Questo ragionamento per me e’ sbagliato. Intanto mettere le persone dentro un target mi sembra qualunquista se non razzista. Ognuno ha conoscenze ed esperienze uniche che potrebbero non uniformarsi con la massa delle persone (e’ abbastanza comune pensare che la massa e’ ignorante, ma ognuno e’ esperto in settori magari specifici come calcio e musica, ma non saper mettere 2 parole in fila). In piu’ fai supposizioni sulle intenzioni dello scrittore. Per esempio “racconto per ragazzi” puo’ voler dire tutto e niente.
Dato che pochi ragazzi conoscono il congiuntivo lo scrittore si puo’ permettere di non usarlo e quindi passarla liscia nelle recensioni?
Questo esempo e’ assurdo, ma il tuo punto di vista(se interpretato bene) porta a questo.

#439 Comment By Stefano On 28 novembre 2008 @ 11:56

Geglielmo, ma seriamente, ma hai qualche problema di elaborazione? Posso essermi perso qualcosa di quello che hai scritto in precedenza, ma ho risposto commentando il tuo ultimo messaggio, riportando i tuoi medesimi punti… ci riprovo.
1) Citami altri casi di manipolazione, siamo sempre fermi all’esempio del tunnel
2) La Lee c’entra è ovvio: hai mai letto il “Signore delle Tenebre”? Che cosa conosciamo di quel mondo? Ovviamente in quel contesto la costruzione di una ambientazione fatta di popoli, tradizioni e compagnia cantante non è fondamentale. Esempio più semplice, per venire incontro alle tue capacità cognitive: in Dragon lance o in qualche altro polpettone Kriniano o Feruniano l’ambientazione “da gioco di ruolo” non ha nulla a che vedere con l’etnografia di un Turtledove ad esempio.
3) Ripeto ancora una volta: posto che la grammatica dovrebbe appartenere a tutti gli aspiranti scrittori, usare efficacemente la lingua è una qualità innata per qualcuno ma non per tutti. Trovi ogni cosa nel punto 1 qui sopra, che tu hai ovviamente sviscerato con attenzione, si parlava degli “errori”, non “errori”… La troisi, a mio parere, punta soltanto sull’immedesimazione emotiva: protagonisti ragazzini, il mago “figo”, con problemi adolescenziali ma con capacità erculee. Per quanto andranno di moda?
4) Ti ho risposto chiaramente qui sopra “Quindi certo, se avessi scritto qualcosa e un editore la volesse pubblicare a tutti i costi, nonostante gli errori di cui sopra, in prima battuta me ne fregherei. In seconda battuta no, semplicemente perché vorrei acquisire una professionalità”
Prima di accusare gli altri di non elaborare, perchè non ti sforzi di leggere quello che scrivono gli altri?
5) Ma caro Guglielmo, io mi sono ben guardato di fare sproloqui sulla storia d’arte, ho semplicemente detto la mia sull’editoria, rispondendo al tuo punto 3 che ti invito a rileggere.

#440 Comment By barbara On 28 novembre 2008 @ 14:16

No dai, diamo tutti ragione a Guglielmo così è contento.
Guglielmo hai ragione, sicuramente Tanith lee non c’entra una mazza con la Troisi, anche perchè è trenta volte meglio, ma le ragazzine di sicuro non possono capirla (è troppo difficile).
Per loro è meglio leggere Moccia, Meyer, Troisi e Paolini, loro si che sono grandi scrittori che capiscono i ggiovani ^^
Perchè sbattersi a scrivere storie coerenti, fantasiose e originali mi chiedo io, basta fare copia incolla e metterci un protagonista adolescente.
Che poi piace tanto anche a chi non è più tanto ggiovane fuori ma è ggiovane dentro^^

Per la recensione, io l’ho scoperta per caso ma avevo già letto i libri tempo prima, quello che pensavo quindi non è cambiato, semmai ho visto confermare i miei sospetti.
Però ha ragione Guglielmo, non me ne sono accorta ma sicuramente prima di leggere questa recensione a me la Troisi piaceva un casino, in realtà Gamberetta è una astuta manipolatrice di menti deboli, che stia tramando per conquistare il mondo?

#441 Comment By Guglielmo On 28 novembre 2008 @ 22:28

@gugand: mi rifiuto di andare avanti a discutere con te, finchè non ammetterai di aver discusso finora con i paraocchi.
I quote li ho fatti. Hai fatto finta di niente e hai cambiato discorso.

@stefano: vale la stessa cosa di gugand: io cito, quoto, argomento: tu spari frasi a vanvera e quando ti chiedo di dimostrare, non lo fai.
Aspetto ancora che tu mi venga a citare le mie famose frasi.
uno

visto che non esistono e non esisteranno mai opere perfette e prive di errori.Scelgo io quali errori non influenzano negativamente il mio piacere nel godere dell’opera.

due

Gli errori esistono e non dipendono dal gusto di ciascuno, ma sono semplicemente percepiti come tali diversamente da ognuno.

Hai citato la prima frase e hai risposto con la seconda.
Ora se mi spieghi in cosa concettualmente queste due affermazioni differiscono, te ne sarei grato.
POI se volete, rispondo anche al resto.
Ma prima gradirei un minimo di onestà intellettuale da parte vostra.

@Barbara: non ti è mai sfiorata l’idea che se avessi voluto aver ragione a tutti i costi, sarei andato, chessò, a scrivere su un forum di fan della Troisi?
Accendi il cervello e inizia a usarlo per discutere, se hai qualcosa da dire [non sembrerebbe dai tuoi interventi...] ; altrimenti evita queste uscite umilianti per la tua dignità.
Stai a vedere che ora è colpa mia se le ragazzine invece di leggere la Lee leggono la Troisi. Ma fammi il piacere lol. Non conosci i miei gusti letterari, stai solo sparando a salve.
“Thinking is not to agree or disagree. That is voting.”

#442 Comment By Stefano On 28 novembre 2008 @ 23:05

Addirittura tiri in ballo l’onestà intellettuale Guglielmo? Decidi tu chi discute correttamente e chi argomenta?
Le due affermazioni da te citate differiscono in un concetto fondamentale:
nella prima affermazione si parla di un lettore consapevole, dotato degli strumenti per giudicare. Io mi riferivo al lettore comune, che spesso non è dotato degli strumenti per giudicare. Un piccolo esempio già riportato: se l’autore Pinco usa a raglio le d eufoniche, il lettore Pallo, consapevole del loro corretto uso puo’ incavolarsi o fregarsene. Chi di queste cose non sa nulla, semplicemente ci passa sopra senza porsi il problema. Tutto chiaro? E adesso, o impareggiabile retore, potrei ricevere risposta sulle frasi che tu definisci “sparate a vanvera”?

#443 Comment By Guglielmo On 29 novembre 2008 @ 03:55

Se permetti la tiro in ballo quando faccio notare una cosa ben precisa e per svicolare si cambia argomento.

Il discorso non cambia con la consapevolezza delle presenza dell’errore.
Io posso sapere che c’è un errore e fregarmene oppure non fregarmene.
L’errore non scompare, quello che è importante è la rilevanza che ciascun lettore dà agli errori. Ogni libro ha i suoi errori, c’è chi ne vede di più e chi ne vede di meno, questo può o non può influenzare la fruizione di un’opera. Dipende dal soggetto.
Sei d’accordo su questo o non sei d’accordo e pensi che un errore non influenzi negativamente il piacere di un’opera SOLO quando non viene recepito?Fammi capire.

Poi, il “lettore comune” per me non esiste. E’ una semplificazione, e la tua testi non regge nel momento in cui parli di errori di logica o di coerenza nella trama:
delle due una o i lettori che non se ne sono accorti sono esseri privi di logica o dei ritardati [vuoi sostenere questo?] o hanno valutato questi errori in modo diverso o non sono neppure errori.

#444 Comment By barbara On 29 novembre 2008 @ 10:38

@Guglielmo non ti preoccupare per la mia dignità, semmai preoccupati della tua.^^
Anche tu a quanto pare non hai molto da dire, a parte che critichi direttamente le persone che intervengono invece che i loro commenti, cosa che poi induce anche gli altri a fare lo stesso con te.
Nessuno si è messo su un piedistallo e nessuno di noi ha usato toni particolarmente accesi, a parte te.
Mi sembra che ognuno di noi abbia argomentato a sufficienza perchè il libro qui recensito non è piaciuto e perchè abbia invece apprezzato la recensione stessa.
Per i lettori mi spiace deluderti, ma di persone poco intelligenti ne è pieno il mondo, non vedo perchè i lettori o pseudo tali (per me quelli che leggono solo best sellers facili facili) debbano fare differenza.
E’ ovvio che più uno è ignorante e meno abbia strumenti per criticare, analizzare o apprezzare qualsiasi opera.
Di persone che leggono ma non capiscono probabilmente ce n’è a paccate, prova ne è anche il fatto che i libri più famosi e più venduti da me letti, alla fine si rivelino opere estremamente semplici e banali.
Per la questione degli errori mi sembra che ci siamo spiegati abbastanza, solo tu sembri non voler capire.
Io però non ho capito se difendi la Troisi perchè ti è piaciuta (cosa che non mi sembra da quanto hai scritto più sopra), o solo perchè ti sta antipatica la recensione e quindi la vuoi smontare a ogni costo.
Poi non è che io affermi che tu voglia avere ragione, sei tu che te lo dici da solo, cosa che scusami è alquanto fastidiosa.
Per favore non fare più battute sulla mia dignità e non trattarmi con sufficienza e io non lo farò con te, si possono avere idee diverse ma questo non vuol dire per forza che uno abbia ragione e l’altro torto, sono magari solo modi diversi di vedere un’opera.

#445 Comment By gugand On 29 novembre 2008 @ 13:54

Per quanto mi riguarda, Guglielmo mi sembri uno che vuole far cagnara a tutti i costi.
Hai detto piu’ volte che hai ragione e noi te l’abbiamo data inconsapevolmente. Allora mi sono preso la briga ti tornare indietro tante le volte mi fosse sfuggito qualcosa.
Il discorso stava prendendo la piega sbagliata e ho riaggiustato il tiro, ma tu adesso dici che ho cambiato discorso.

Tu dici:

L’errore non scompare, quello che è importante è la rilevanza che ciascun lettore dà agli errori. Ogni libro ha i suoi errori, c’è chi ne vede di più e chi ne vede di meno, questo può o non può influenzare la fruizione di un’opera. Dipende dal soggetto.
Sei d’accordo su questo o non sei d’accordo e pensi che un errore non influenzi negativamente il piacere di un’opera SOLO quando non viene recepito?Fammi capire.

Su questo siamo d’accordo, pare.
Dato che fino a qui c’eravamo arrivati ti mandato il messaggio qui sopra perche’ altrimenti non si capisce quale e’ il bersaglio delle tue critiche.
Non mi sembra un cambio di discorso, ma un ritorno in carreggiata.
Allora vuoi rispondere si o no?

#446 Comment By Guglielmo On 29 novembre 2008 @ 15:17

Siamo d’accordo?a me non pareva:

Saro’ duro, ma solo tu sai quali siano le tue argomentazioni a cui io sto da dando ragione.
Io ho capito solo che per te tutto e’ bello basta dire che le cazzate sono non sono tali nel contesto. Io dico che sono eventualmente trascurabili, ma dipendono dai gusti.
Trascurabili non vuol dire che gli errori non ci siano. Quindi ritengo una recensione ben fatta quando elenca gli errori. Le conclusioni che tira il recensore sono aggiunte che possono essere ignorate, gli errori li decido io quali sono trascurabili. Il recensore non deve sostituirsi al mio cervello.

Tu in questo post sei riuscito a dire la stessa cosa che avevo detto io rispondendo a Clio poco prima, affermando di non capire su cosa fossimo d’accordo.
A me sembra leggermente schizofrenico come comportamento.

E ora rispondo anche al resto, facendoti un po’ di domande:

Convenzionalmente, esistono i generi letterari?
Tu recensiresti un romanzo giallo con gli stessi parametri di un romanzo rosa?
O un libro comico con gli stessi di un libro horror?
“Mostra, non raccontare”, la regola di Gamberetta, è una regola che 1)Non determina necessariamente l’abilità di uno scrittore – Martin ne “il Cavaliere errante”, non la usa quasi mai e….
…2)il discriminante è la noia. Lo dice Gamberetta stessa. Quindi lo scrittore decide cosa mostrare e cosa raccontare in base alla storia che vuole raccontare.
Non puoi *decidere* tu lettore quale sia il genere del libro e poi criticarlo perchè non corrisponde.

Allora buona parte delle critiche che fa Gamberetta nella recensione, tipo i pianti, le descrizioni delle battaglie solo raccontate, la toeletta di nihial, i dialoghi “infantili”, sono tutte caratteristiche di un genere letterario, quindi totalmente fuori bersaglio.
Recensisce un romanzo rosa come se fosse un romanzo di guerra.
Ti sembra ragionevole?A me, no.

Poi ci sono anche gli errori “semplici e incontestabili”. Ma dato che sono un discorso a parte, prima rispondimi su questo.

#447 Comment By Stefano On 29 novembre 2008 @ 16:07

In primis Guglielmo cerca di uscire dalla dimensione egocentrica che ti sei creato. Se metti a confronto una tua affermazione con una mia, posso sostenere che nella mia frase volevo dire cose diverse? E’ permesso?
Qui non si sta tirando in ballo l’intelligenza del lettore, ma il suo senso critico. Parlare di lettori comuni non è una definizione classista: si legge per svago, per studio e magari chi ha scribacchiato qualcosa e si è visto fare critiche feroci (come è capitato a me più volte) sviluppa una certa sensibilità nei confronti di certi particolari “errori”. La questione “errori” direi che è già stata trattata fino alla noia. Gli errori certo, non spariscono, anche se non se ne ha consapevolezza, ma ciò influisce o no nella valutazione che il lettore dà di uno scrittore?

#448 Comment By gugand On 29 novembre 2008 @ 16:41

Convenzionalmente, esistono i generi letterari?

Si. Servono per dare una idea, molto vaga, di quello che ci si potrebbe aspettare di trovare nel racconto, ma non sono un compartimento stagno dal quale non si puo’ uscire. Per dare una idea di cosa aspettarsi e’ meglio leggersi ultima di copertina

Tu recensiresti un romanzo giallo con gli stessi parametri di un romanzo rosa?
O un libro comico con gli stessi di un libro horror?

Dipende dal libro. Se nel rosa ci fosse una indagine di polizia, per quanto sia marginale, se e’ fatta male, incoerente o scontata va detto, idem con un giallo che ha una brutta storia d’amore al suo interno.
Un libro potrebbe essere comico o horror o tutte e due. Si analizza quello che c’e’ e se il libro ha un genere posso dire se l’apetto fulcro del genere e’ stato inserito bene. Il mondo di Nihal, ad esempio e’ un fantasy in cui la magia e i draghi potevano non esserci e la trama avrebbe subito solo leggere modifiche. Il che per un fantasy e’ male.

“Mostra, non raccontare”, la regola di Gamberetta, è una regola che 1)Non determina necessariamente l’abilità di uno scrittore – Martin ne “il Cavaliere errante”, non la usa quasi mai e….
…2)il discriminante è la noia. Lo dice Gamberetta stessa. Quindi lo scrittore decide cosa mostrare e cosa raccontare in base alla storia che vuole raccontare.
Non puoi *decidere* tu lettore quale sia il genere del libro e poi criticarlo perchè non corrisponde.

E perche’ no?
Il genere e la 4^ di copertina mi danno delle aspettative che se non vengono rispettate ho tutto il diritto di lamentarmene.
Indipendentemente da questo se un libro mi e’ piaciuto o no lo dico e basta, elencando tutto cio’ che mi e’ piaciuto e cosa no.
Il giudizio finale e’ sottointeso che e’ sempre personale.

Allora buona parte delle critiche che fa Gamberetta nella recensione, tipo i pianti, le descrizioni delle battaglie solo raccontate, la toeletta di nihial, i dialoghi “infantili”, sono tutte caratteristiche di un genere letterario, quindi totalmente fuori bersaglio.
Recensisce un romanzo rosa come se fosse un romanzo di guerra.
Ti sembra ragionevole?A me, no.

Se il recensore ritiene che le battaglie sarebbero dovute essere descritte meglio, una guerriera che sta sempre a piagnucolare non fa una bella figura o che viene scritto che per usare un arco non serve la forza e’ giusto che lo dica.
Comunque qui leggo :

Nihal è davvero strana, nel Mondo Emerso sembra non esserci nessuno come lei: grandi occhi viola, orecchie appuntite, capelli blu. È stata cresciuta da un armaiolo e vive in una delle tante città-torri della Terra del Vento, giocando a combattere insieme a un gruppo di amici che l’ha eletta capo per la sua forza e agilità. Ma tutto cambia all’improvviso quando la Terra del Vento viene attaccata dal Tiranno, il despota che già ha conquistato cinque delle otto Terre che compongono il Mondo Emerso. A nulla vale la resistenza dell’esercito dei popoli liberi, né i maghi che cercano di proteggere le città con incantesimi. A Nihal rimane solo una scelta: diventare un vero guerriero e difendere gli innocenti che rischiano di cadere sotto il potere del Tiranno.

Non mi sembra un libro d’amore adolescienziale, tu che dici?
Perche’ qualcuno che compra il libro se ne dovrebbe aspettare una?
Anche volendo il recensore si puo’ lamentare che la copertina blu del libro e’ orrenda e non si adatta al suo mobile stile Luigi XIV.
Tu non hai capacita’ di giudizio per sapere se quegli aspetti non sono importanti?

Poi ci sono anche gli errori “semplici e incontestabili”. Ma dato che sono un discorso a parte, prima rispondimi su questo.

Accontentato.

#449 Comment By Guglielmo On 29 novembre 2008 @ 16:58

A me lo chiedi?Io te l’ho data la mia risposta:
Se prendo il tuo libro preferito e ti trovo un errore grossolano, questo smette di essere il tuo libro preferito?Perde qualità ai tuoi occhi?Forse sì, forse no.
Ma la scelta dipende da te, giusto?Appunto,e questa è la questione su cui non potete che concordare con me, perchè l’esserne in disaccordo implicherebbe l’esistenza di termini assoluti che stabiliscano quanto, quando, e come una persona dovrebbe apprezzare un’opera.
Questi termini assoluti NON esistono.

Quindi, riassumendo: chi dice che il libro della Troisi è spazzatura in assoluto perchè ci sono gli errori, sbaglia.

A chi pensa che sia spazzatura perchè quelli che lui considera errori non gli fanno apprezzare il libro o per altre ragioni di gusto personale, non ho nulla da dire né mai ne ho voluto mettere in discussione il gusto.
Così come non ho nulla da dire con chi apprezza il libro per i motivi opposti.
La discussione sugli errori è saltata fuori con cui ragionava per assoluti.
Ok?Hai capito ora perchè il discorso si è incasinato?

#450 Comment By Guglielmo On 29 novembre 2008 @ 17:53

Si. Servono per dare una idea, molto vaga, di quello che ci si potrebbe aspettare di trovare nel racconto, ma non sono un compartimento stagno dal quale non si puo’ uscire. Per dare una idea di cosa aspettarsi e’ meglio leggersi ultima di copertina

Eh?L’ultima di copertina è proprio l’ultima cosa che si dovrebbe guardare lol

Dipende dal libro. Se nel rosa ci fosse una indagine di polizia, per quanto sia marginale, se e’ fatta male, incoerente o scontata va detto, idem con un giallo che ha una brutta storia d’amore al suo interno.
Un libro potrebbe essere comico o horror o tutte e due. Si analizza quello che c’e’ e se il libro ha un genere posso dire se l’apetto fulcro del genere e’ stato inserito bene. Il mondo di Nihal, ad esempio e’ un fantasy in cui la magia e i draghi potevano non esserci e la trama avrebbe subito solo leggere modifiche. Il che per un fantasy e’ male.

Bravo, hai scritto bene: si analizza il genere,anzi, in questo caso il sottogenere.- Il fantasy ha decine di sottogeneri, non è un blocco granitico.
E stato fatto?Qualcuno di voi si è preso la briga di analizzare le caratteristiche del libro che sono piaciute così tanto a chi lo ha apprezzato?
No, col cavolo: eravate tutti occupati a dirvi quanto la Troisi fosse spazzatura, quanto chi la leggesse fosse un cretino, e compagnia cantante.
Me che meno il recensore, il che è abbastanza ridicolo:
Non si costruiscono ad arte errori dicendo che gli aspetti tal dei tali lo scrittore li doveva affrontare con le caratteristiche di un genere diverso.

E chi cavolo mai ha detto che la storia della Troisi era una storia d’amore?

In soldoni secondo il tuo ragionamento io posso prendere quasi tutti i libri di Dick e dire che fanno schifo perchè l’aspetto romance nelle sue storie è scadente, e sarei un bravo recensore.
Rotfl.
Oppure, andare nel reparto gialli e dire che tutti i romanzi giallo sono merda perchè non parlano di guerra e io lettore voglio le battaglie.
Rotfl.

Ti faccio notare che per l’ennesima volta hai glissato sulla questione errori ^^

#451 Comment By gugand On 29 novembre 2008 @ 18:40

@guglielmo
Veramente il romanzo e’ stato rivoltato come un calzino.
Il 90% della storia e’ intorno alle battaglie , duelli ed allenamenti eppure sono descritti alla “cazzo di cane”.
Le turbe di Nihal che si mette a piangere ogni volta che qualcuno la contraddice a me sembrano stupide.
Senza contare le incoerenze.

Riguardo Dick te lo puoi permettere di dire che fanno schifo le sue storie perche’ prive di Romance. Viene da chiedermi come mai ti e’ venuto in mente di cercare storie d’amore in libri di fantascienza, ma la tua recensione per me vale 0, lettrici di harmony invece potrebbero cosi’ scoprire che Dick non e’ l’autore per loro.

Infine riguardo gli errori ho glissato solo perche’ mi sono stufato.
Vorrei pero’ che mi spiegassi una cosa:
come mai ritieni che non ci sono regole da seguire nella scrittura, mentre le pretendi per le recensioni?

#452 Comment By Stefano On 1 dicembre 2008 @ 17:35

Guglielmo, è chiaro, per te tutto è relativo, e per certi versi è cosi: del resto anche la lingua muta, ma certe regole \”editoriali\” sono frutto di convenzioni più o meno tacite. Vogliamo passarci sopra, benissimo… Rimangono le incoerenze logiche della trama: per te non sono errori assoluti, per me si, se non mi si offre un artificio anche magico per risolverle. Luigi parte da casa con una maglia gialla, se dopo due ore ne indossa una nera lo scrittore deve mostrarmi qualcosa per giustificare il cambiamento.
Ripeto per l\’ennesima volta: di fronte a una recensione di gamberetta, che spezza in due il capello, poi tu sarai libero di ritenere validi o meno i suoi parametri. Piccolo excursus, credo che gamberetta collabori con il Rifugio visto che mi è pervenuta una recensione dallo stile inconfondibile, non positiva, di una cosa che ho scritto. Visto che l\’altro commento non era del tutto distruttivo, valuterò le critiche sulla base dei miei parametri, come immagino faranno i lettori con questa recensione.

#453 Comment By Gamberetta On 1 dicembre 2008 @ 17:47

@Stefano.

Piccolo excursus, credo che gamberetta collabori con il Rifugio visto che mi è pervenuta una recensione dallo stile inconfondibile, non positiva, di una cosa che ho scritto.

No, non sono io. Allo stato attuale, a parte commenti privati via mail, le uniche mie recensioni sono qui sul blog.

#454 Comment By Davide On 12 dicembre 2008 @ 18:24

Bellissima e divertentissima recensione, complimenti! Forse un po’ troppo cattivella, ma accanirsi contro i “giganti delle vendite” a beneficio dell’ironia mi sembra proprio una buona pratica (tanto più che in effetti condivido gran parte delle tue acute osservazioni).

#455 Comment By cla On 15 dicembre 2008 @ 18:55

wow…che post lungo xD Comunque non ho ancora avuto l’occasione di leggere queste trilogie ma penso lo farò presto anche se dopo il tuo commento partitò un pò preventuta.
In più avevo una richiesta da farti: potresti fare la recensione di “Vento di Magia” di Marianne Curley? è un libro che a me è piaciuto molto ma vorrei anche la tua opinione.

#456 Comment By Funny On 22 dicembre 2008 @ 20:06

Questo sito l’ho trovato proprio tramite il forum di FM, in cui, stufa di leggere recensioni positive della Troisi, stavo cercando qualcuno che la pensasse diversamente.
Non ho mai letto i suoi libri, non mi ispirano proprio…soprattutto fin dalle premesse. Avevo cominciato a frequentare il forum di FM (presto abbandonato) nel periodo in cui la Troisi, brava utenteSSA (come l’ippopotamessa!!!) di FM, stava pubblicando Nihal. Prima di tutto la Troisi, leggendo quel che scriveva, mi sembrava una persona spocchiosa e piena di sé…per cui naturale antipatia che mi ha portata a non acquistare i suoi libri per principio. Poi…”Nihal della VALLE del vento”…..NO ops mi sono sbagliata… “Nausicaa della TERRA del vento”…uhm no, ma ci siamo quasi! “Nihal della terra del vento”! Sì era questo il titolo!
http://it.wikipedia.org/wiki/Nausica%C3%A4_della_Valle_del_Vento_(manga)
Scopiazzatura del titolo di una grande opera di Miyazaki…scopiazzatura da Berserk…da questo manga e poi quell’altro..come da sue stesse ammissioni.
E poi ragazzi, inchinatevi davanti a me, sono la persona che ha “ispirato” una parola che la Troisi da quel giorno in avanti avrebbe sempre usato parlando del suo ingaggio con la Mondadori!! In un Messaggio Privato le chiesi della recente pubblicazione del suo libro su Nihal, e di come avesse fatto a farsi pubblicare, se si fosse limitata a spedire alla Mondadori il suo MALLOPPO e basta. Mi ricordo che mi rispose mettendo fra virgolette “malloppo”, probabilmente le era suonata strana quella parola. Da quel giorno ne trasse profonda ispirazione e non se ne separò più!! Ora, per chi volesse gli autografi….se ne può discutere :-)

#457 Comment By Mirko On 24 dicembre 2008 @ 12:53

Bene, mi sono spolpato tutti i 456 post, a partire dalla recensione che trovo non esattamente “coridale”. Piuttosto leggendola, mi ha dato l’impressione di una persona totalmente rosa dall’invidia (e questo è certo) come del resto non mi era piaciuto il personaggio di Nihal che era sempre vincente. Vi siete dilungati su strafalcioni ortografici piuttosto che sulla psicologia dei personaggi, avete discusso sui cunicoli, sui tunnel, addirittura sui biscotti di Tolkien, avete anche detto che Terry Brooks ha distrutto il fantasy….. In tutti i vostri post (nessuno escluso tra + e -) non ho trovato una critica alle emozioni, all’essere intimo del personaggio, non un cenno su Dubhe, tutto quello che avete scritto si incentra su Nihal e basta. Bè, sarà anche scarsa nello scrivere come dite voi, ma una cosa è certa: le emozioni le sa regalare, e sotto questo punto di vista mi sembra che nessuno abbia detto nulla. Se volete scrivere davvero un racconto vincente imparate prima a regalare emozioni. E lo “show don’t tell” è una regola che non permette di trasmettere emozioni, almeno secondo me. Il mio punto di vista per tornare “on topic”? Le trilogie le ho apprezzate, per la semplicità del linguaggio, per il ritmo degli eventi che quantomeno non mi paiono essere noiosi, e soprattutto per l’aver saputo regalare delle emozioni. Quando si legge un libro fantasy prima di tutto occorrer immedesimarsi nei personaggi, dopo si può anche discutere del resto. Trama scialba e scontata? Perchè non è sempre la lotta tra il Bene e il Male, presente in tutti gli autori Fantasy?? Mi sembra di sì. Mi piacerebbe sapere se Cecilia Dart Thornton vi suscita emozioni. Brava, per l’amor del cielo, scrive bene, c’è del reale(?) perchè utilizza fantasie popolari come gli eldritch, però quale emozioni lascia?? Nessuna..Ogni autore che è in grado di regalare un’emozione è un grande autore! Gli altri sono esteti della lingua, ottimi scrittori ma non artisti.

@Gamberetta: se hai scritto qualcosa mandamelo pure in e-mail che vorrei dare una letta. Te ne sono grato

#458 Comment By l’ele On 26 dicembre 2008 @ 19:03

beh, che dire. mi avete aperto gli occhi. fino ad adesso mi era piaciuta molto la saga della troisi, ma devo dire che è stato utile leggere questa recensione.
grazie.

#459 Comment By AryaSnow On 27 dicembre 2008 @ 12:49

Vi siete dilungati su strafalcioni ortografici piuttosto che sulla psicologia dei personaggi, avete discusso sui cunicoli, sui tunnel, addirittura sui biscotti di Tolkien, avete anche detto che Terry Brooks ha distrutto il fantasy….. In tutti i vostri post (nessuno escluso tra + e -) non ho trovato una critica alle emozioni, all’essere intimo del personaggio, non un cenno su Dubhe, tutto quello che avete scritto si incentra su Nihal e basta

Va benissimo, parliamo pure delle emozioni e sull’essere intimo del personaggio.
Io non mi sono emozionata. E tu?
E’ normale che si parli di Nihal, visto che questo è lo spazio dedicato alle Cronache (specialmente al primo libro) e non alle Guerre. Per parlare di Dubhe c’è la recensione della Setta degli Assassini.

Bè, sarà anche scarsa nello scrivere come dite voi, ma una cosa è certa: le emozioni le sa regalare, e sotto questo punto di vista mi sembra che nessuno abbia detto nulla. Se volete scrivere davvero un racconto vincente imparate prima a regalare emozioni.

Le saprà regalare a te. A me no =P
Comunque per me la capacità di scrivere c’entra molto con le emozioni. Quello che conta non è tanto ciò che si dice (visto che a livello di messaggio di base ormai è stato detto e ridetto tutto ciò che c’è da dire, e si sono trattate e ritrattate tutte le tematiche principali), ma il modo in cui lo si dice.
Non è che una trama e dei personaggi come quelli delle Cronache siano qualcosa di difficile da concepire. E’ fondamentale il modo in cui si dà loro vita, a qui entra in gioco la capacità di scrivere. Poi vabbè, già a livello di contenuti di base tanti elementi presenti nella Troisi non fanno per me…

E lo “show don’t tell” è una regola che non permette di trasmettere emozioni, almeno secondo me.

Invece è importantissima pure questa regola per le emozioni. Mostrare le cose al momento giusto permette di immergersi meglio nella situazione, dunque di emozionarsi di più.

Trama scialba e scontata? Perchè non è sempre la lotta tra il Bene e il Male, presente in tutti gli autori Fantasy??

Ma non è assolutamente vero che è presente in tutti.
Comunque a me già la lotta tra il Bene e il Male non attira di per sè. Se poi si tratta anche di un libro scritto male…

#460 Comment By GiD On 28 dicembre 2008 @ 15:30

Vi siete dilungati su strafalcioni ortografici piuttosto che sulla psicologia dei personaggi, avete discusso sui cunicoli, sui tunnel, addirittura sui biscotti di Tolkien, avete anche detto che Terry Brooks ha distrutto il fantasy….. In tutti i vostri post (nessuno escluso tra + e -) non ho trovato una critica alle emozioni, all’essere intimo del personaggio, non un cenno su Dubhe, tutto quello che avete scritto si incentra su Nihal e basta.

Hai un po’ ragione, ma c’è da considerare il fatto che discutere sulle emozioni e sulla psicologia del personaggio è spesso inutile. Quando si parla di emozioni diventa tutto estremamente soggettivo. Non penso valga la pena cominciare un botta e risposta del tipo “A me quel personaggi piace!”/”A me no!”/”Ma dai, è bellissimo…”/”Non capisci niente!”…
Discutere sull’ortografia e sulle scelte lessicali ha già più senso perché ci sono delle regole a cui far riferimento (senza contare che anche qua si aprono inutili botta e risposta senza fine).

p.s.
Tra l’altro le emozioni non vengono trasmesse soltanto da ciò che è raccontato, ma anche da come lo si racconta, dal modo di scrivere (ortografia, scelte lessicali, punteggiatura…).

#461 Comment By KoShiatar On 30 dicembre 2008 @ 13:55

Finalmente ho trovato qualcuno che la pensa esattamente come me sulla Troisi, con la differenza che tu sai dare motivazioni molto più complete e articolate.

#462 Comment By KoShiatar On 30 dicembre 2008 @ 14:14

Ah, purtroppo il mio commento precedente non è editabile, ma ci tenevo a mettere a conoscenza te ed altri critici della Troisi di una cosa che ho trovato interessante.
Conoscete per caso un sito web che si chiama Extremelot? Aperto suppergiù da una decina d’anni, vorrebbe essere un gioco di ruolo fantasy via browser con delle chat programmate in Asp. Si tratta di un guazzabuglio di ambientazioni che nulla hanno a che fare l’una con l’altra e di regole “fatte in casa”, che inizialmente era piuttosto divertente e su cui ho giocato per qualche anno, ma che è anche un covo di cosiddetti bimbiminkia da far spavento, oltre che di inutile burocrazia e di altre cose che ci vorrebbero mesi per spiegare.
Per farla breve, leggendo la Troisi ho avuto più volte la netta impressione che Nihal fosse derivata da qualche personaggio lottiano, e i libri una specie di background del personaggio (di quelli che a volte i giocatori sono costretti a scrivere) esteso all’infinito. Naturalmente non avrò mai conferma della mia teoria dalle labbra dell’autrice, ma sarebbe interessante sapere se sono l’unica che la pensa a questo modo (i lottiani sono molti). Saluti!

#463 Comment By Gamberetta On 30 dicembre 2008 @ 16:08

@KoShiatar. Non conosco questo Extremelot, dunque non saprei. La Troisi non mi pare abbia mai accennato nelle varie interviste che giocasse online, ma tutto può essere.

#464 Comment By Okamis On 30 dicembre 2008 @ 17:26

Che io sappia, l’unica opera di cui la Troisi non ha mai nascosto l’amore sviscerato è Berserker, di cui i suoi libri riprendono il lato più idiota (ovvero il fattore “violenza da lottatore di wrestling stupido”), tralasciando invece tutti gli aspetti più originali della suddetta opera (che comunque negli ultimi anni è un po’ calata di qualità, ma questo non c’entra nulla con il presente discorso ^_^). Non a caso i suoi romanzi vengono spesso identificati come dei “manga scritti”.

#465 Comment By KoShiatar On 30 dicembre 2008 @ 17:46

Ho provato, cara gamberetta, ad iscrivermi (non sotto questo nick) al suo forum, e a fare la domanda a lei direttamente, se si fosse ispirata a qualche gioco di ruolo, cosa che molti autori fantasy non faticano ad ammettere dal momento che la loro passione spesso include essere anche giocatori. Di tutte le domande che le venivano poste in quel periodo nel forum, la mia è stata tra quelle totalmente ignorate. La cosa, lungi dal farmi desistere dalla mia idea, mi ha anzi ulteriormente insospettita… anche perchè in quel gioco capelli blu ed altre caratteristiche strane non mancano, e tutte le possibili banalità del fantasy neppure. Io per prima avevo un personaggio giocato tra il 2002 e il 2005 (in tempi dunque non sospetti) che aveva i capelli blu ed era un cavalcadraghi. Potrai capire quindi che le copertine dei romanzi del Mondo Emerso (affidate nostro malgrado a un bravo illustratore) mi avevano attratta ed incuriosita. Cosa ci ho trovato, beh, lo sai anche tu.

#466 Comment By DelemnO On 30 dicembre 2008 @ 18:52

Oddio, io conosco extremelot, e non so se riterrei la troisi una lottiana, perchè le descrizioni non sono abbastanza poetiche ( una vera lottiana non ha i capelli blu, ce li ha “color zaffiro increspato come il mare in tempesta”). Per il resto, ho visto pg e background lottiani mooolto più curati dei suoi romanzi, il che la dice lunga.

#467 Comment By mousse On 3 gennaio 2009 @ 14:44

“In compenso, sono spuntati come i funghi i difensori della Troisi. È una specie di servizio che rendono alla comunità: se trovate un sito, rivista, o quant’altro che parla bene dell’opera della Troisi si tratta o di ignoranti o d’ipocriti.”

Sai, non mi sembra il caso di definire ignorante una persona che non è d’accordo con te e ha dei gusti differenti dai tuoi.
Se fino a quel punto potevo condividere alcuni passaggi della tua recensione, e non tutti peraltro, dopo aver letto questa frase tutto quel che hai scritto perde di senso.

Complimenti davvero.

#468 Comment By Nocoldin On 3 gennaio 2009 @ 23:34

Nella tesi di laurea sulla Troisi di quel Domenico Marino ho trovato questa frase che mi ha lasciato perplesso:

“l’autrice ha comunque evitato di riproporre le creature più classiche che da quella tradizione derivano (in particolare gli elfi e i nani, diventati canonici dopo Tolkien)”

Come ha evitato di riproporre elfi e nani?
Ido non è altro che un nano sotto mentite spoglie (un pò come gli Eterni della Strazzu) mentre gli elfi ci sono anche se non fanno niente di eclatante tranne che provocare indirettamente la morte di Nihal.

#469 Comment By leia87 On 5 gennaio 2009 @ 19:19

Ho letto quella tesi, e francamente non mi è sembrata un granchè, al di là dell’argomento troisi, anzi mi è sembrata piuttosto scarna ed elementare.Ho capito che è una tasi per una triennale, ma poteva approfondire di più.

#470 Comment By Ex-Soldier On 5 gennaio 2009 @ 21:27

Ho letto tutto l’articolo.
Se potessi ti inviterei a cena
Ma purtroppo l’unica cosa che posso fare è aggiungere il tuo blog ai Preferiti :(
Pazienza!
Ah, inutile aggiungere che sono d’accordissimo con ogni punto XD

#471 Comment By Beatrice On 8 gennaio 2009 @ 18:16

Io.. io… io ti amo!!
Ho letto le cronache del mondo emerso – e le guerre, anche se non mi sono mai piaciute – tutte d’un soffio, ma mi ero già accorta di quelle sviste come l’arco per cui non serve forza – ma dai, lo sapevo io a 14 anni o.o – o le interessantissime tecniche strategiche – ASSENTI – …no comment…
Insomma tu hai speso il tuo tempo a fare questa cosa stupenda come andare contro la Troisi che ha veramente rotto l’anima – finché era una trilogia ok °° la seconda… passi (anche se è oscena)… ma diamine <_> è troppo facile scrivere un libro in cui gli eventi potrebbero svolgersi anche ai nostri tempi e pretendere di dire che al di là del Fantasy parla della vita di tutti i giorni °_°

Io mi permetto di commentare perché a 16 anni ho finito il mio primo racconto-romanzo (45 pagine) e ora voglio continuare con la mia gavetta per scrivere un grande fantasy che distrugga la Rowling, Paolini e Troisi – ambiziosa! XD – e di certo non voglio mantenermi al loro livello ù.ù anzi, leggere i tuoi commenti mi ha dato spunti vivacissimi per migliorarmi e per riflettere su i miei errori!! Grazie mille millissimo!! *___*

Shire_Girl@hotmail.it per la gamberetta e per chi abbia voglia di parlarne! – no bimbeminkia please xD

#472 Comment By KoShiatar On 8 gennaio 2009 @ 20:51

Che poi i libri di Paolini a me hanno annoiato a morte, difficile impresa per lui visto che io adoro i draghi!, ma la Troisi secondo me gli fa fare un figurone. E alla Rowling ancora di più, visto che gli strafamosi libri di Harry Potter non sono dei capolavori della letteratura, ma si lasciano leggere abbastanza gradevolmente.

#473 Comment By Fos87 On 14 gennaio 2009 @ 11:22

A me la prima trilogia della Troisi era piaciuta, a dire il vero, e anche il primo volume della seconda. La tragedia è giunta dopo, quando ho aperto il secondo libro delle Guerre del Mondo Emerso e, allibita, mi sono chiesta: “Com’è possibile disimparare a scrivere?”
La stessa domanda me la sono posta con Brisingr di Paolini, libro che considererei per una buona metà inutile; la cosa triste è che, nei libri precedenti, il tratto migliore dell’autore era l’essere coinciso…

#474 Comment By alicearth On 20 gennaio 2009 @ 03:54

SFOGO NOTTURNO
premessa:dopo l’una di notte non sono responsabile delle mie parole e degli errori ortografici!!!

Mi ha intenerito troppo rivedere le pagine della piccola Ai
IL che mi spinge alla solita riflessione…che sottopongo anche a voi:
Ho letto Video Girl Ai troppo tempo fa,a 17 anni!!e mi ha fatto impazzire credo di aver pianto in più di un punto.Mi ha toccato profondamente, e lo stesso vale per le amiche a cui lo prestai 2anni dopo(una molto ligia ne è rimasta così turbata e si è ripromessa di non leggere più manga..altrimenti non si sarebbe mai laureata poichè non era riuscita a smettere di leggere per 2 giorni!!)
All’epoca non avevo ancora conosciuto questo grande sentimento, e neanche l’attrazione fisica ne la confusione tra i due!!
Le mie amiche forse erano messe un pò meglio di me…ma non troppo, mi chiedo spesso. se lo rileggessi oggi con tutto quello che sò e che ho provato, chissà che effetto mi farebbe?, ci farebbe?
Forse lo troveremmo scontato ed ingenuo?Con personaggi maschere?Rileggerlo non potrebbe certo fornirci un giudizio più distaccato, poichè ormai Ai è dentro di noi, le vogliamo bene come ne vogliamo ai 17enni o 14enni o 19enni che eravamo quando l’abbiamo incotrata…Vorrei sapere che effetto possa fare, magari ad un 27, o ad un 25, insomma a chi non ha più troppi misteri…
Pensate a questo per un attimo e su un altro piano, quando giudicate i ragazzini che leggono la Troisi.Ho trovato la prima edizione della spada di shannara quando avevo 14anni a casa della nonna!!E’ stato una grandissimo amore consumato un estate in 4 giorni!!Sapevo forse dell’esistenza del signore degli anelli quando l’ho letto?o di Dune?no, ferma alle favole ero!!!
Ho letto 1 mese fa queste cronache!!!Che mi ha fatto decidere definitivamente di scrivere anche io un bel fantasy!!!!Per i seguenti motivi:
*.Mi laureo ad aprile in fisica, e poiché oggi i fisici vanno di moda(il premio strega a quell’altro libro è qualcosa di spaventosamente esagerato)è duopo cavalcare l’onda!!(prima è stata la volta dei magistrati!!)
*Se le hanno publicato questa cosa, tutti possiamo pubblicare, anche io!!!!
*Ma non perchè sogno di essere una scrittrice (spero di fare solo il fisico).Ma poichè invento tante storie nella mia mente solo per il mio divertiment
lo farò per i semplici soldi!!!!lo so che gli scrittori non diventano miliardari, ma sicuramente si può integrare meglio un dottorato (magari un posto triste e sperduto all’estero)che con le ripetizioni, che all’estero non potrei certo dare!!!Inoltre il denaro delle ripetizioni di matematica e fisica è veramente rubato!!!

I vari personaggi si stanno formando ma sono ancora slegati(forse è meglio mettere su una serie di racconti) inoltre anche io non so un piffero di battaglie e cavalli…vorrà dire che questa estate si va all’agriturismo, o si scopiazza dal bel romanzo di Riotta :il principe delle nuvole!!!O scelgo la strada della mia predecessora e si inventa alla meglio??!!!
Il problema è ovviamente essere publicati…Che la Troisi sia raccomandata è proprio un segreto di pulcinella!!
In fondo bisogna darle atto è stata furba nel discorso che ha fatto, non ha detto nessuna bugia, solo omissioni…
Inoltre non è affatto facile scrivere di cose di cui non si sa un tubo, attaccare pezzi che non si attaccano, collegare in modo coerente le varie vicende quando le idee non arrivano, o meglio i personaggi non ne vogliono sapere di incontrarsi o perfino di animarsi!!!E’ così perito miseramente a 20 anni un mio prologo a guerre stellari che prometteva cose strepitose(tutto programmato sino alla terza generazione!!!)

Vabbè buona Notte

#475 Comment By Nihal On 6 febbraio 2009 @ 20:49

Tu (che hai scritto le recensioni) non hai capito niente!!!!! La trilogia delle “Cronache del Mondo Emerso” è la più bella trilogia che abbia mai letto. ( e io di libri ne ho letti tantissimi). Per leggere tutti e tre i libri ci ho messo un mezzo pomeriggio per ogni libro. ( Stupito èh!!!) Oltre a essere una meravigliosa trilogia fantasy nel suo interno ha anche dei sentimenti e delle emozioni che sono sempre le stesse ma allo stesso tempo sono nuove ogni volta che leggi quei libri ( Li ho letti 9 volte).
Io ho 13 anni e stò scrivendo un libro e ho mandato una mail alla Troisi per sapere cosa ne pensava e mi ha detto che se il libro lo senti dentro anche alla mia età si può scrivere un libro adatto a essere pubblicato! Anche se ha fatto alcuni errori non importa perchè il vero senso di un libro è l’emozione che riesce a suscitare in te ogni volta che lo leggi e la Troisi ci è riuscita! Visto che fai tanto lo spaccone provaci tu a scrivere un libro fantasy originale, senza errori e che riesca a emozzionare la gente!!! Scommetto che non riesci a scrivere neanche un capitolo decentemente!!!
Spero tu abbia imparato la lezione
Nihal della Terra del Vento
P.S.
Hai detto che quasi nessuno considera Nihal, ma che viene elogiato solo Sennar, bene io sono una ragazza ma adoro Nihal.

#476 Comment By Tony On 6 febbraio 2009 @ 21:38

X Nihal
Per prima cosa Quello che ha scritto la recensione è una lei, dunque ti forse dovresti mettere più attenzione a come leggi.
Seconda cosa che cosa diavolo significa il solito banale discorso “scrivilo tu un libro”, o “girato tu un film”???
Tu ci vai al cinema???
Vedi film in tv???
Credo di si, ma dubito che tu faccia la regista….dunque secondo il tuo fantastico ragionamento, non hai diritto ad esprimere opinioni su quello che leggi o vedi! Anzi peggio ancora, secondo il tuo modo di ragionare bisogna dare “solo giudizi positivi!
A me non sembra sensato, ma se tu ci credi fai pure!
Secondo la Troisi un libro basta sentirlo dentro???
Credo che a Tolkien (spero tu sappia chi sia) un’affermazione del genere darebbe il voltastomaco.
Hai idea del tempo che ci ha messo per fare un capolavoro immortale come il Signore degli anelli???
Se non lo sai informati e informati anche i tempi che i grandi del passato ci mettevano per fare capolavori che sono diventati immortali!
I capolavori non si fanno così (starnutendo come dice la Strazzulla) ma con studio tempo e passione (oltre al talento).
Dici che gli errori non contano???
Contano solo i sentimenti e le emozioni???
La sciatteria è sempre un male, Tolkien, Leonardo, Michelangelo, Kubrick, Visconti odiavano la sciatteria, per ogni loro opera studiavano si impegnavano ed impiegavano tempo, e soprattutto conoscevano bene quello che facevano, è per questo che sono diventati fari nei loro campi, e non solo fenomeni passeggeri.
Hai detto di avere solo 13 anni, e di aver letto tantissimi libri, ma se pensi di aver raggiunto un qualche traguardo a quest’età credo che nella vita ti troverai abbastanza male, perchè nelle tue affermazioni manca umiltà, umiltà verso la cultura, cultura che si crea in anni di studi, e non solo con i libri ma anche con l’esperienza!
Se vuoi scrivere un libro, lascia stare consigli generici che vogliono dire tutto e niente come quelli della Troisi, ma studia e fai esperienze,
se vuoi scrivere qualcosa devi sapere di cosa scrivi, non basta sentirle dentro, perchè se non le conosci in realtà non stai sentendo nulla di vero.
In bocca al lupo per il libro, ma se prendi come esempio i libri della Troisi non farai molta strada!

#477 Comment By Stefano On 7 febbraio 2009 @ 09:01

Mi aggiungo anch’io ai consigli di Tony e trovo vergognoso che vengano alimentate in questo modo le illusioni dei ragazzini.

#478 Comment By the Phoenix On 7 febbraio 2009 @ 18:13

Voglio fare i complimenti all’autrice della recensione, l’ho trovata allo stesso tempo interessante, ben argomentata e divertente con il suo pungente uso dell’ironia. Alcune volte va giù pesante, però non è mai stata veramente offensiva verso la persona di Licia, quindi le si può perdonare un pizzico di cattiveria.
Dunque, premesso che so che il possesso di un titolo non è sempre sinonimo di intelligenza e che quindi non voglio sembrare arrogante, ho una laurea in lettere moderne e quindi penso di sapere di che cosa sto parlando quando affronto l’argomento della narrativa. Il libro della Troisi (ne ho letto soltanto uno che mi è stato prestato per curiosità, non ho avuto il desiderio di proseguire con tutta la saga) è scritto male. Il fatto che mostri situazioni banali non è un grosso difetto, queste ci potrebbero anche stare SE fossero affrontate in maniera interessante, il problema è la già denunciata incoerenza che permea le pagine del romanzo, segno che la scrittrice stessa non si è davvero posta il problema di ciò che stava narrando! Attualmente sto scrivendo un romanzo fantasy (spero di avere la stessa fortuna per la pubblicazione quando l’avrò terminato), non so se sarà un opera piacevole o meno alla lettura ma non è questo il punto, quello che voglio far capire è che ho presenti le difficoltà nel costruire un mondo immaginario coerente, funzionante e, nella sua irrealtà, comunque “realistico” o meglio verosimile (si possono stabilire leggi fisiche/politico/temporali anche stranissime se lo si vuole, basta che queste siano chiare e rispettate per tutto il romanzo e non solo ad intermittenza). Alcuni errori della Troisi sono quindi imputabili a leggerezza e disattenzione nello scrivere: la scarsa esperienza nel campo letterario è perdonabile ad una scrittrice giovane, la pigrizia nel documentarsi circa cosa scrive no.
Anche l’affrontare i problemi interiori dei personaggi presenta un problema: per rendere più “umani” e accattivanti i personaggi, l’introsprezione almeno a mio avviso dovrebbe andare più a fondo e non limitarsi ad un paio di osservazioni piuttosto superficiali (ma questo è solo un parere personale quindi può anche non essere condiviso, mentre le critiche all’impostazione della narrazione sono tecniche e obiettive).
Per il resto l’aver poco talento (se così fosse) non è una colpa, se qualcuno scrive un romanzo e sente il desiderio di pubblicarlo (si chiamo Tolkien, Brooks, Troisi o chi altro) è giusto che lo faccia: al massimo avrà scritto una brutta opera, pazienza, non è certo un danno per nessuno. Ad essere criticabile è piuttosto il modus operandi di alcune grandi case editrici che prendono un’opera magari sincera ma brutta/mediocre e grazie al loro potere pubblicitario (recensioni, copertine, etc) ne fanno un best seller a scapito di romanzi magari molto più validi.

#479 Comment By DelemnO On 7 febbraio 2009 @ 21:19

Pensa, Nihal, che io quando lessi tale libro avevo più o meno la tua età, e la mia prima reazione è stata “Oh santo cielo come hanno potuto pubblicare una cosa del genere!”. Ora, se una persona di 13-14 anni sipuò accorgere di questo lo potevi fare anche tu. Quindi forse il tuo bagaglio culturale non è così sterminato, hai letto sto libro così tante volte e non hai mai notato che viene fatto colare l’olio bollente durante gli assedi quando invece basta guardare un qualcune documentario alla tv per vedere smentita tale cosa ( basterebbe ragionare, in realtà)? Mi viene da pensare che qualcosa ti manchi..

#480 Comment By AnnaLety On 17 febbraio 2009 @ 14:03

A me la Troisi piace. Piaceva. Quello che è.
Io leggo, tanto, di tutto: e ho trovato i romanzi della Troisi tanto belli da comprarli (i primi sei, in edizione economica).
Ecco: leggendo questo post ho realizzato che quando leggo, a volte, potrebbe capitarmi di spegnere il cervello. Perché non c’è altra spiegazione. (Mi sento male…)
E così ti ringrazio per aver svegliato la bella addormentata :D

#481 Comment By ikustang88 On 17 febbraio 2009 @ 22:55

@Nihal
…sono curiosa. Potresti mandarmi quello che hai scritto? Immagino che Licia non abbia tanto tempo per leggerlo. Il mio indirizzo è ikustang88@hotmail.it
Se non ti dispiace, sai. Prometto che sarò oggettiva. E sono molto curiosa anche riguardo ai libri che hai letto. Che libri hai letto?

#482 Comment By Paggio On 22 febbraio 2009 @ 04:52

È bello dopo anni passati a rifuggire le recensioni sui libri fantasy che girano su internet, trovare qualcuno che finalmente (anche se è un post di un anno fa…potevo trovarlo prima :S ) parla male della troisi.
Ho smesso di andare su fantasymagazine.it proprio dopo aver letto la recensione sopra linkata.

Purtroppo è vero, certi autori, casi editoriali, che vendono centinaia di migliaia di copie di spazzatura fanno sorgere domande del tipo:
“Ma chi adora Licia Troisi, cosa mai penserà di un George Martin o di uno Scott Lynch?”
Una recensione sulla quarta di copertina dell’ultimo libro di martin recita
“a work of fiction that elevates an entire genre to fine elevation”.
Di certo non si può dire lo stesso della nostra Troisi… anche facessimo tradurre Martin dai vecchi traduttori Armenia, dio ce ne scampi (e gamberi :P), avremmo comunque dei libri che sono come farfalle davanti ai tafani del mondo emerso.

Alla fine però mi rendo conto che anche per me fu così. Ricordo che quando lessi i primi romanzi fantasy (terry brook e i cicli di shannara) li divorai e li considerai dei romanzi bellissimi… mi ci volle del tempo e molte altre letture per ridimensionare terry brooks e i suoi romanzi.

Il primo libro l’ho trovato pietoso, il secondo l’ho letto perché un amico mi ha detto che era meglio e come punizione per avermi mentito quell’amico mi ha dovuto raccontare la trama del terzo senza sprecare piu’ di 3 minuti del mio tempo.

Quello che mi dispiace è vedere che tutto ciò che di positivo viene detto delle cronache del mondo emerso riguarda il pathos e i sentimenti che tali libri suscitano e tanto basta per elevarli a capolavori.
Letteratura è ben più di questo.
Letteratura significa un lessico ed un’articolazione di periodi e sintassi costruiti con perizia, significa caratterizzare i personaggi mostrando tutte le loro sfaccettature.
Un personaggio che ripete sempre gli stessi errori, che si intestardisce e sbaglia di nuovo non è caratterizzato, è stupido.

E soprattutto non è letteratura proiettare sulla protagonista del romanzo, le proprie fantasie di diventare un’eroina di un mondo fantastico.

#483 Comment By Faclo On 15 aprile 2009 @ 12:33

[1]Anche se la Troisi avesse avuto un immensa fortuna ciò non spiega il fatto che ha venduto tutte quelle copie perchè i l’ettori prima di comprare un libro vedono com’è e se i libri della Troisi fanno cosi scifo caome dici non lo avvrebbero comprato: Perciò hai sparato una cazzata…

[2]“Dal punto di vista della “critica” o anche solo dei lettori smaliziati. È stato un danno. Se prima uno aveva dei pregiudizi sulla fantasy italiana ora li ha visti confermati in pieno. Se prima uno ci pensava due volte prima di comprare un fantasy scritto da un italiano ora ci pensa sopra cinque volte e poi non lo compra.” Questo e un pezzo della tua recenzione; se uno come dici te adesso ci pensa 5 volte prima di comprare un fantasy italiano allora come spieghi l’incredibile sucesso dei libri della Troisi? Se rispondi che è solo fortuna ti prendi per il culo da solo…

[3] Secondo te la Mondadori ha publicato i libri della Troisi che sono delle schifezze, dicendo questo insinui che quelli della mondadori sono dei stupidi che non sanno riconoscere un libro che merita di essere publicato da uno che fa schifo, insinui anche che neanche i milioni di lettori sono in grado di riconoscere il valore di un libro…

[4]Dal punto di vista degli scrittori è il punto in cui sono arrivato a leggere oltre non ce la faccio + a leggere le cazzate che dici peso che quello che ti ho fatto notare nel punto 3 sia molto grave e che dimostri la tua ignoranza nel andare contro milioni di lettori dicendo che i milioni di libri che hanno comprato siano scritti da un incapace…. Secondo me te sei solo uno scrittore fallito che ce l’ha a morte con la Troisi perchè è riuscita a fare cariera molto velocemente a diferenza di te che sarai stato rifiutato decine di volte perciò te la prendi con la Troisi ciao sfigato

#484 Comment By marco On 16 aprile 2009 @ 20:59

Ho letto soltanto oggi le prime 43 pagine del ‘Nihal?… (e a pagina 43 già avevo capito i 3/4 della ‘trama’) e soltanto oggi queste tue MERAVIGLIOSE recensioni… sono un tentativo di scrittore esordiente in erba (e altre 4 o 5 espressioni inutili che rafforzino l’idea di ‘principiante’) e leggere libri come questo offende l’impegno che ‘noartri’ (come direbbe la Troisi, romana) mettiamo nei ‘lavori’ che intendiamo trasformare in libri…

PS mi vuoi sposare? sei UN GENIO!!!!

#485 Comment By svitellone On 30 aprile 2009 @ 23:00

Anch’io come altri conosco Lot (ci gioco) e ho avuto l’impressione anche io che i libri della Troisi ricordino molto da vicino il gioco in questione.

Non so se lei sia brava o meno, se i libri da lei scritti siano validi o meno, ma posso commentare un punto della critica: ricorda vagamente altri libri del genere fantasy. Anche la spada di Shannara, almeno a me, è sembrata una brutta copia del Signore degli Anelli, eppure è molto considerata come saga…

#486 Comment By Alves On 3 maggio 2009 @ 19:41

ARGUMENTUM AD POPULUM
Si ottiene il consenso basandosi sul fatto che la propria tesi è condivisa da un grande numero di persone. Lo schema adottato è il seguente:

1. Tutti sanno che X è vero.
2. Quindi X è vero.

ARGUMENTUM AD VERECUNDIAM
Fare appello all’autorità è una forma di argomentazione molto persuasiva ed è utilizzata in pubblicità (con i testimonial), in politica e, ovviamente, in religione. Lo schema adottato è il seguente:

1. Che X sia vero lo dice anche A.
2. Quindi X è vero.

Questo genere di argomentazione si chiama “sofisma”, ovvero un ragionamento in apparenza considerato valido ma che in realta’ non e’ sostenuto da alcuna vera logica; per intenderci, se un muro e’ blu non importa quanta gente dica di vederlo rosso, resta comunque blu.
Faclo fa uso del primo nel discutere del di popolo e del secondo quando parla dell’approvazione editoriale.

Il problema della vendita dei libri Mondadori e’ invece profondamente differente: immagina questa gente che si vede arrivare un malloppone di 1500 pagine, scritto con poche idee e molti luoghi comuni da una scrittrice visibilmente senza esperienze… e decide di pubblicarlo. Perche’?
Io non credo che alla Mondadori ci sia gente che non capisce di libri, ma allo stesso modo sono assolutamente SICURO di capirne di fantasy quanto basta da poter dire che quanto ho letto della Troisi e’ dozzinale e scontato, come chiunque ne saprebbe scrivere.

E allora immagino che lei sia stata ne’ piu’ ne’ meno che l’esperimento in versione letteraria dei reality show, o del tipico programma De Filippi: prendi un gruppo di sconosciuti, buttali in televisione e fa’ in modo che diventino famosi. Non c’entra il talento, la simpatia o che altro, si tratta soltanto di mostrarli alla gente ed attendere che sappiano riconoscerli.
Ed e’ proprio questa la cosa piu’ triste del fenomeno Troisi: non sono i migliori ad essere i piu’ letti, sono semplicemente quelli che vengono piu’ fatti conoscere al pubblico… con una campagna pubblicitaria massiccia, per esempio, con volumi presentati da subito in hardback e formato sontuoso, in modo che SEMBRINO davvero grandi opere del piu’ grande scrittore del decennio.
E la gente ci casca e li compra, e’ chiaro. Ma persino io, generico appassionato di fantasy, mi sono sentito incurosito dal fenomeno e mi sono comprato al volo l’edizione economica delle “guerre del mondo emerso”: ne parlano tutti da un po’, vediamo com’e’. Ed e’ mediocre, purtroppo… ma anche ora che lo so la Mondadori ha le mie tre copie all’attivo.

La cosa che piu trovo triste e’ che ci sia gente che, nonostante tutto, continui a considerarla una grande scrittrice (lei o chi adesso scrive al suo posto) quando i suoi libri sono poco piu’ di qualcosa per tappare le noiose ore passate sotto l’ombrellone. Non che siano brutti, almeno IMHO… ma considerarli belli significa non aver mai letto che la parte piu’ superficiale del fantasy.

#487 Comment By Eclipse Keeper On 3 maggio 2009 @ 22:24

@Alves
Visto che sei piuttosto familiare con il latino, azzardo una risposta alla tua ultima domanda (sebbene sottointesa). Nolite dare sanctum canibus, neque mittatis margaritas vestras ante porcos, ne forte conculcent eas pedibus suis, et conversi dirumpant vos. Non rimarrei sconvolto se tali persone non potessero mentalmente apprezzare qualcosa di più raffinato (sia dato per scontato che “leggere” e “apprezzare” non sono la medesima cosa.) e lo dico con tutta la più “struggente” compassione o per dirla alla Troisi lo dico con piuttosto compassione.

La mia opinione riguardo ai libri della Troisi rimane invariata, come ho già ribadito in un altro intervento, la sua pecca è di scrivere in modo sciatto (il che riassume parte degli aspetti di questa ed altre recensioni successive), ma non vi è meraviglia in questo giacché, come dimostrato da Gamberetta, sia la complicità di una revisione dai definiti tratti degni del più pregiato quadro impressionista, sia la volontà stessa della scrittrice di non volersi dedicare alle proprie opere collabora attivamente a farci avere i “masterpieces” attuali.

#488 Pingback By lingua dei draghi – Pagina 2 | hilpers On 16 maggio 2009 @ 17:05

[...] si sta a guardare i particolari la situazione peggiora inmodo drastico. rispolveriamo un classico: http://fantasy.gamberi.org/2008/01/1…rra-del-vento/ >Io sono una fan di Licia Troisi…! capita. e’ grave, ma si guarisce. :P ilSimo — now [...]

#489 Comment By TheClue On 23 maggio 2009 @ 00:44

ave, per gli dei!
sono lieto di vedere che c’è ancora qualcuno che ha capito che razza di scrittrice indegna sia la troisi!
bellissima recensione :D non avrei potuto dire di meglio (e di meritatamente perfido) a riguardo

#490 Comment By anneheche On 24 maggio 2009 @ 13:43

Da grande fan di Tolkien non posso che applaudire!
Licia Troisi… uno dei misteri dell’universo…

#491 Comment By chiara On 9 giugno 2009 @ 16:43

Meraviglioso!!!! Ho pinato (dalle risate) per tutta la recensione…che, tra l’altro, è molto più divertente (e scritta meglio!!!) del libro (libro???) in questione.

#492 Comment By Grifis On 10 giugno 2009 @ 01:21

Se solo avessi letto prima questa recensione avrei risparmiato 14€ della raccolta e tre settimane di lettura (perché ho l’abitudine di finire un libro quando lo inizio).

#493 Comment By …TotalFantasyholic… On 10 giugno 2009 @ 13:13

sono totalmente sconvolta!!!!tu (che hai scritto questa ROBACCIA) hai letto il libro con il chiaro intento di trovare il pelo nell’uovo…cos’è, hai scritto un fantasy che hai inviato ma che hannoo cestinato senza tanti problemi??mi dispiace taaaanto (muahahahahahah) ma se è piaciuto così tanto vuol dire che non è così male come l’hai descritto no??le cronache del mondo emerso sono un capolavoro del fantasy!!!!magari non negli altri libri che ha scritto, ma qui la troisi è fantastica!!!!rileggi e magari con meno invidia (sì perché quella era INVIDIA allo stato puro), vedremo se non penserai di essere stata un po’ fuori (sì come un balcone) oltre che invidiosa (anche di nihal…capirai si vede bella e allora??è un crimine?? )…W LE CRONACHE DEL MONDO EMERSO 4EVER!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

#494 Comment By Fos87 On 10 giugno 2009 @ 14:00

Total, a me le Cronache sono piaciute abbastanza, ma da qui a definirle un capolavoro…

#495 Comment By Dr Jack On 10 giugno 2009 @ 14:01

… talvolta mi chiedo se questi SUPER FAN non siano in realtà uno scherzo :p.
beh… se sono uno scherzo, complimenti!!!!!!1111oneoneone

#496 Comment By Mary On 10 giugno 2009 @ 18:16

Ho fatto leggere questa recensione ad un mio amico fissato con la Troisi che in precedenza non aveva accettato alcuna critica verso la sua “scrittrice preferita in assoluto” (testuali parole) e… ha deciso che, in effetti, avevo ragione a definirla incoerente! Grazie per essermi (ed essergli) stata utile e complimenti per il blog, è molto intelligente e mi fa ridere molto la tua ironia.

#497 Comment By Galahad (si mi chiamo così veramente…strani genitori) On 28 giugno 2009 @ 18:32

A me il libri sono piaciuti…ma sta diventando un’enorme questione di businnes…
prima una trilogia…ok
poi un’altra…e va bene…leggiamola…compriamo i libri…
poi il continuo…e non lo compri nemmeno più…
adesso il fumetto!!! poi ci sarà il film…
QUELLO CHE VOGLIO DIRE in sostanza è: più giri di soldi ci sono attorno ad un opera…più essa perde il suo significato primo…cioè far sognare le persone…
quindi…
+ soldi – bellezza…
tutto qui il mio parere…
e in più non lo definisco un capolavoro…come twilight o eragon…nessuno di essi sono capolavori…ritengo siano delle narrazzioni accettabili non eccelse; ma accettabili…
in più ci tengo a precisare che secondo me sei un’pò troppo duro con questa autrice (nota che non ho detto scrittrice) sembra quasi che tu abbia letto il libro con l’intento di trovarne gli errori…non farne un dramma…
è come la musica…gruppi di merd* come i tokio hotel o i sonohra o tutte quelle “finte star” che piacciono alle ragazzine esistono e continueranno ad esistere…quindi non darti pena di loro ma, come diceva Dante Alighieri, guarda e passa…
finisco con la frase storica: “La madre degli idioti è sempre incinta”

#498 Comment By Maudh On 28 giugno 2009 @ 21:07

@Galahad: GamberettA
Comunque sono d’accordo con te, eccetto il ritenere Twilight decente.

#499 Comment By Greylines On 2 luglio 2009 @ 17:52

Dopo aver letto questa recensione e aver riso più di una volta non posso che segnarmi il sito per tornarci spesso.
Qui c’è la recensione (insieme a quella della saga degli Orchi di Nicholls, che mi dici a riguardo?) di Nihal che avevo fatto sul vecchio blog. Per questioni di tempo non mi sono accanito su quella robaccia ma penso sia davvero il peggior libro letto negli ultimi due-tre anni. Tornerò volentieri da queste parti.

Greylines

#500 Comment By Valentina On 2 luglio 2009 @ 20:53

La recensione è approfondita e, non ho altro da ridire, perfetta e logica.
Hai dimenticato solo una cosa:
le emozioni e i sentimenti che si prova leggendolo.

#501 Comment By moon18 On 3 luglio 2009 @ 12:13

nn mi trovo assolutamente d’accordo con questa recensione, un libro come quelli di Licia Troisi nn viene pubblicato per la “FORTUNA” ma per il talento dell’autore, per il contenuto, e per il linguaggio e la passione con cui è stato scritto.. mi sembra molto offensivo nei suoi confronti..!!!!!!!!!!!!!!!! quello ke ha scritto la recensione deve imparare a leggere..!!!!

#502 Comment By Maudh On 3 luglio 2009 @ 14:44

@ moon18
Guarda che è la Troisi stessa ad aver detto che è stata pubblicata principalmente per fortuna. E per la Mondadori è meglio così, se l’avessero pubblicata per i contenuti, beh, sarebbe da preoccuparsi.

P.S. Pare che la Licia nazionale stia per dare un erede al fantasi italiano. Auguri, ma spero che la signora si dia completamente al ruolo di madre e lasci perdere la scrittura.

#503 Comment By DelemnO On 3 luglio 2009 @ 17:58

Più che altro, speriamo: 1) che non la chiami Nihal se femmina o Sennar se maschio 2) che lei/lui non segua le orme della madre.

#504 Comment By Davide On 3 luglio 2009 @ 19:52

@ Valentina
“Hai dimenticato solo una cosa:
le emozioni e i sentimenti che si prova leggendolo.”

Dici? A me sembra che le emozioni provate da Gamberetta siano ottimamente evidenziate nella recensione: il disgusto provato nel leggere il libro, l’incredulità di fronte al fatto che Mondadori lo abbia pubblicato, la noia e lo sconcerto per l’ennesima frignata di Nihal.

#505 Pingback By Cronache del Mondo Emerso, vol.1 ~ Nihal della Terra del Vento « Lucciole e Lanterne On 6 luglio 2009 @ 19:08

[...] devo ammettere che qualcuno ha fanno una stroncatura di gran lunga più precisa della mia. merita. [...]

#506 Comment By sara On 12 luglio 2009 @ 23:21

allora…ti devvo dare un’informazione…x tirare con l’arco non c’è bisogno di grande forza…ulisse aveva bisogno di forza xk il suo arco era fatto in corno e xciò aveva bidogno di una forza maggiore…ma l’arco che usa nihal è in legno…credimi è così anche io ho usato un arco… x secondouna cosa fondamentale è ricordare che nihal ha avuto confidenza solo con la spada e l’arco l’ha solo sentito citare da qualcuno…

#507 Comment By Drest On 13 luglio 2009 @ 01:43

Sara, mi spiace per te, ma un arco *da guerra* richiede forza.
L’arco che avrai usato sarà stato un arco scuola o comunque un arco moderno appunto adattato all’utilizzatore che – a meno che tu sia una body builder – è piuttosto debole.
Anche io ho tirato con l’arco da ragazzino.

#508 Comment By kanako91 On 13 luglio 2009 @ 09:16

Se si parla di archi, intervengo anche io ^^

Come ha detto Drest, l’arco scuola non ci vuole molto per tenderlo: faccio tiro con l’arco nella mia scuola da tre anni e sono una persona per cui la massima attività fisica, ultimamente, è camminare fino alla stazione. Eppure non ho alcuna difficoltà a tendere un arco da 16 libbre, nè a centrare il bersaglio. E’ elementare, persino le donne e le bambine Eterne di Strazzu ci riuscirebbero.
Dopotutto, gli archi scuola sono di 16 o 18 libbre per tirare a una distanza di 15 metri: in guerra (e per difendere una città sotto assedio u.ù) sarebbe ridicolo usare un arco a questa distanza ^^

#509 Comment By Lo Zeno On 13 luglio 2009 @ 14:14

Confermo anche io ciò che dicono Drest e kanako91:
Ho fatto e faccio saltuariamente ancora tiro con l’arco per ricostruzioni rinascimentali, e un arco fiorentino da guerra, calibrato 100 libbre, è sufficientemente duro da tendere se non si ha una forza discreta.
L’arco scuola è un arco leggerissimo e con una libbratura inferiore a 18, può tenderlo anche un ragazzino di 12 anni ma non tirerà mai oltre i 15-16 metri; un arco lungo inglese, al contrario, nel medioevo poteva essere calibrato a 150 o anche 200 libbre e la gittata superava i 70 metri (ma difficilmente arrivava a 100);

Visto che Wikipedia esiste, nella pagina sul LongBow:

Many men in medieval England were capable of shooting bows from 670–900 N (150–200 pounds) — skeletons of archers have been studied, revealing spur like projections on the bones where their over-developed muscles pulled. However, these men did train daily from a very young age and their lives depended on being able to use such powerful bows.[5] There are modern day examples of men who can draw such powerful bows. Mark Stretton currently holds the world record for shooting a 900 N (200 pound) longbow.

Sempre wikipedia:

Worldwide the average power for bows of all designs is about 220 newtons (50 pounds) at 70 cm (28 inches) of draw which is suitable for most hunting applications.

Quindi, muscoli sovrasviluppati, si allenavano tutti i giorni fin dalla più tenera età per poterli tirare, il record del mondo attuale è un uomo in grado di tendere un arco da 200 libbre, la media mondiale è di 50 libbre per una tensione di 70 cm (50 libbre, ripeto che l’arco scuola non arriva a 18). Così a occhio, secondo me, significa che della forza ci vuole per tenderli. Altro che pistolate, tirare con l’arco non è come pettinare bambole.

#510 Comment By Merphit Kydillis On 14 luglio 2009 @ 21:30

I nuovi fumetti di Nihal.
Sinceramente parlando: dopo essere stato illuminato da una gamberetta, oramai la Troisi la evito come la peste. Siano i romanzi (che ho dato via) o i fumetti. A parte che non intendo spendere 3.50€ per tre paginette (e di sicuro il prezzo aumenterà), ma cavoli almeno i fumetti si attenessero al romanzo!

Ho dato una sfogliata ai primi due numeri. Le nuove avventure di Nihal non sono nuove: il fumetto riprende le scene della prima trilogia, aggiungendo ad ogni numero una scenetta non-sense.

I disegni, alla lunga, sono carini. Tuttavia il disegnatore sembra (è una mia impressione, poi giudicate voi) imitare lo stile del fumetto giapponese, i manga. Non so il perché mi è venuto in mente una cosa del genere.

Il prmo numero La Paura vediamo l’esordio della mezzelfa mentre questi viene umiliata e sconfitta da Sennar grazie al trucco del serpente. La piccola piange. Una nuova avventura, non c’è che dire. Una cosa positiva è Soana, una bella maga… anzi, direi gnokka >.> Ma eccovi i momenti clou: la prima sera che Nihal passa nella foresta sente un fruscio di alberi. È Sennar! La ragazza lo prende a pugni, ma lui l’abbraccia. “Sennar, ma cosa…?!” Infatti, cosa minchia mi combinate voi due, nel romanzo non c’era ‘sta scenetta in stile manga.
Ma il pezzo forte è quando ti sbuca il cugino di Fenrir! Ecco quali sono le Nuove Avventure di Nihal: con Sennar la mezzelfa si è mangiata un coniglietto allo spiedo con funghi allucinogeni come contorno! Non dico che l’idea era male… ma insomma, Nihal passeggia tranquillamente per la città finché non cade in un tombino e si ritrova davanto a Balto. Ti prego…

Il secondo numero, La Rabbia, fa vedere Nihal che combatte contro i fammin. Non so perché, ma i fammin me li facevo più piccoli o.? La nostra combatte con una cannottiera sopra l’armatura. Non capisco, intende disorientare il nemico? Una cosa non ho digerito del secondo fumetto. Passi l’Erinni (la new entry di turno) che cerca di mangiarsi il cadavere di Fen. Ma quando Nihal sente parlare due soldati che il suo amato è caduto, caro disegnatore, non puoi trasfigurare la faccia della mezzelfa uguale a quella di Ai Amano, ossia quella di Gamberetta!
… So di aver bestemmiato, e chiedo venia. Mi mettero in ginocchio sui ceci alle 23.00 di stanotte, con tutte le luci accese, così le zanzare fanno il cenone di Capodanno con il sottoscritto a furia di pungermi per succhiarmi il sangue.

#511 Comment By Davide On 15 luglio 2009 @ 14:06

Piccolo appunto sul fumetto: l’ho sfogliato in fumetteria… Metà delle espressioni di Nihal sono prese da 100% Fragola della Miyashita. Non è che ci si ispira allo stile di disegno, son proprio copiate.

#512 Comment By Koshiatar On 16 luglio 2009 @ 10:49

Andate a leggere qui.
Questo fumettista lo fa come abitudine. E non si ispira, non copia. RICALCA. A chi gli chiede spiegazione, da risposte infastidite per non dire arroganti.
Uno schiaffo a tutti i fumettisti che si impegnano un minimo per fare il proprio mestiere e a tutti quelli (mi dicono tanti) che si sono presentati per fare il fumetto del Mondo Emerso e che erano preparati a farlo senza ricalcare spudoratamente tavole altrui. In 19 pagine almeno 9 esempi solo da Miyazaki e chissà quanto altri da autori meno famosi.

#513 Comment By Gamberetta On 16 luglio 2009 @ 11:40

@Koshiatar. Mi avevano segnalato il link ieri. Che roba patetica. D’altra parte forse il fumetto voleva fare concorrenza al romanzo in quanto a sciatteria.

#514 Comment By Merphit Kydillis On 16 luglio 2009 @ 11:59

I miei sospetti erano dunque fondati.
Più che un ricopiare mi pare un plagio, uno sputo in faccia ai mangaka ma soprattutto a noi lettori, noi fessi che spendiamo soldi per questa roba. Non merita di essere chiamato fumetto.

Nel mio ultimo commento mi sono lamentato sia i disegni, ma generalmente delle nuove epopee di Candy Candy, che invece ricicla la prima trilogia. Se almeno apparisse Harlan Draka di Dampyr

Ma a quanto pare il plagio si estende anche nel mondo dei fumetti. Un conto è Hiro Mashima, i cui disegni “ricordano” quelli di Eiichiro Oda, il creatore di One Piece. Un conto, porca puttana, sono gli indiscutibili maestri del fumetto italiano che, sbattendosene sia di noi autori e anche della Troisi (facendole fare un’ennesima figura di merda), ruba i disegni altrui spacciandolesi per propri. Ruba. Mio caro Gianluca Gugliotta (disegnatore “emergente” della roba), dato che sei così bravo a ricopiare già che ci stavi potevi anche metterci i TUOI di disegni. O sei così pigro che sei ricorso al plagio? Questo fumetto merita di essere esposta alla raccolta dell’ignoranza e vergogna italiana riguardo il fantasy (rimpiango Italo Calvino de I nostri antenati). Nemmeno Rat-Man di Leo Ortolani plagia gli altri autori, siano americani o giapponesi. Ovviamente se non come parodie. Stronzi.
Scusate per il mio linguaggio, ma mi sono appena iscritto alla Scuola del Fumetto a Pescara (corsi: sceneggiatura e narrativa liberra). Tra le lezioni mi capiterà d’incontrare fumettisti famosi. Mi sento uno schifo sapere che le carogne e gli arroganti non sono solo gli editor delle case editrici ed autori che emulano alla mal peggio Barker e Lovecraft.
Cioè, è come se il disegnatore che deve convertire Gli Eroi del Crepuscolo da romanzo-spazzatura a fumetto-cartaigienicato, si mettesse a scopiazzare emulare Etorouji Shiono, l’autore di Übel Blatt (ve lo consiglio xP), o Kentaro Miura, l’autore di Berserk, quest’ultimo a mio parere una vera e propria grapich novel.

Ma in che Paese abitiamo… giuro, se dovessi fare un romanzo o un fumetto emigro in Inghilterra e lo pubblico là. Almeno gli inglesi sono persone serie e sincere, sebbene un pò antiquati e pignoli.

#515 Comment By DelemnO On 16 luglio 2009 @ 12:42

Che vergogna. Oltretutto, maledizione, dato che siamo italiani si poteva anche fare qualcosa che non avesse rimandi al giappone, no? Santo cielo, manga e compagnia hanno abbondantemente stufato, se poi ci si mettono a pseudocopiarli anche gli italiani…insomma, ma trovarsi un proprio stile vagamente decente no?

#516 Comment By ??? On 16 luglio 2009 @ 17:14

Licia Troisi guarda il suo fumetto: “UAU ke bello! Farebbe invidia anke a Miyazaki!!!111!!! 6 trpp brav!!!!!!!!!!!!!!!11111111!!!!!11111

Il disegnatore la guarda, incredulo: “Si, Licia. E’ proprio così…”

#517 Comment By Merphit Kydillis On 17 luglio 2009 @ 13:57

Riguardo il mio ultimo commento ho fatto un errore: le mie “lamentele” non sono rivolte al signor Gugliotta ma al signor Ferrario (quest’ultimo disegnatore de “Topolino”).

#518 Comment By Sireseppia On 17 luglio 2009 @ 17:47

Salve a tutti,
per prima cosa vorrei complimentarmi con Gamberetta per la recensione molto attenta e dettagliata.
In seguito, sebbene sia cosciente del fatto che non sia un argomento di interesse comune, vorrei parlarvi della mia esperienza con l’autrice Licia Troisi che ho avuto modo di conoscere personalmente ad un meeting letterario.
Qualche mese prima dell’incontro ho comprato il romanzo che avrebbe presentato (La Ragazza Drago, di cui evito ogni commento) e successivamente, sperando che almeno stavolta non mi avrebbe delusa, il primo libro della saga di Nihal, non dando per nulla ascolto a mia madre che mi sconsigliava fortemente di prendere un romanzo di un’autrice che non mi aveva convinto.
E si sa… le madri, chissà perché!, hanno sempre ragione.

Ad ogni modo, un po’ perché l’avevo promesso alle mie amiche, accanite fans della Troisi, un po’ presa dall’entusiasmo di incontrare una scrittrice di fama nazionale, al meeting ci andai lo stesso, portando con me un mio racconto breve.

Che cosa abbia detto alla giornalista che dialogava con lei non chiedetemelo, perché non lo ricordo (e questo già può farvi immaginare quanto fossero profonde le risposte…). Deve aver accennato a qualcosa sulla lotta tra il male e il bene, e alle differenze tra il mondo fantasy e quello reale.
Banalità e luoghi comuni.
Come il suo libro del resto.
Poi, giunto il momento delle domande, alla mia

“Come mai ha scelto uno stile così semplice, non le verrebbe voglia di sperimentare qualcosa di nuovo?”

ha risposto che con non so quale suo romanzo aveva sperimentato la scrittura in prima persona (pensa tu che genio, narrativa d’avanguardia -.-) e che a lei non piaccioni gli scrittori che ostentano e si mettono in mostra, “che scrivono per dire guarda quanto sono bravo”

Ora, il suo discorso sarebbe conivisibile se lei fosse un’autrice versatile, piena di talento, che si può permettere di scegliere come e cosa scrivere, ma detto da una come lei, permettetemi, fa solo ridere e mi da’ anche l’impressione che ci sia una punta di invidia nelle sue parole.

Terminato questo interessantissimo dialogo (apro una piccola parentesi, l’altra sera ho visto un programma con Veronesi e sebbene io non abbia letto nulla di suo mi sono resa conto della differenza di chi cerca di diventare scrittore e chi si improvvisa. Un uomo intelligentissimo, non c’è che dire. Geniale, acuto, non ovvio. La Troisi a confronto è una qualunque) terminato il dialogo, dunque, mi reco dalla gentil donna e le lascio il racconto, l’email e me ne vado con la speranza che l’avrebbe letto in treno.
Inutile dire che non ha mantenuto la parola data. Dopo tre mesi di silenzio le lascio un commento sul suo blog.
Mi risponde dicendomi che non ha avuto tempo.
Bene so che questo non c’entra niente con il suo talento, ma se lei non ha tempo per me non vedo perché io debba sprecare del mio a leggere dei romanzi banali, inutili e privi di contenuto, emozioni o qualsiasi altro argomento d’interesse.
Molti penseranno che ce l’ho con lei perché mi ha snobbato, ed in parte è vero, ma il mio disinteresse per i suoi romanzi non ha nulla a che vedere con la sopracitata vicenda.

Personalmente preferisco prendere 20 euro e metterli nel tritacarte piuttosto che spenderli per comprare uno dei suoi geniali best sellers.

Perché sono stanca di sprecare il mio tempo e il mio denaro.
La vita è così breve che se non iniziamo (va be dai, parlo per me, INIZIO) a fare una selezione, ho la sensazione che arriverò alla fine avendo perso le cose più belle…

E Nihal, non è tra queste.

Saluti

#519 Comment By Vincent Law On 19 luglio 2009 @ 07:55

Sireseppia, la prossima volta che vai ad un meeting con la sig.a Troisi, se proprio hai così tanto tempo da perdere, portati un arco. Poi prova a prendere Licia con una freccia: se Nihal è un ottimo libro dovresti riuscirci. Tranquilla… portati pure un fucile.

#520 Comment By Davide On 22 luglio 2009 @ 21:44

Pare che qualcuno si sia accorto che qualcosa non andava…

http://www.paninicomics.it/web/guest/news?id=20066

#521 Comment By Gianluca On 25 luglio 2009 @ 21:52

Ciao Gamberetta,
dei libri della Trosi non me ne è mai fregato nulla, non me ne frega nulla, non me ne fregherà mai nulla.
Non sono un accanito divoratore di libri, ma qualcosa l’ho letto.
Sono capitato sul tuo blog per il caso scoppiato riguardo il fumetto de “Le cronache del Mondo Emerso”, lavorando in una fumetteria mi interesso di queste cose (mi spiace molto per le persone che hanno lavorato a tale progetto e da lettore di fumetti sono ancor più dispiaciuto di notare che, purtroppo, molte volte i lettori di fumetti sono degli emeriti cretini da sopprimere).
Volevo farti i complimenti per la recensione: mi è sembrata molto appassionata, coinvolgente, esilarante, graffiante. Mi sono fatto buona mezz’ora di risate.

Cordialmente ti saluto e ti ringrazio
Gianluca

#522 Pingback By Annessi & Connessi » Blog Archive » Cronache del Mondo Emerso – Nihal della Terra del Vento On 26 luglio 2009 @ 00:16

[...] qualcuno ha fanno una stroncatura di gran lunga più precisa della mia. merita. [...]

#523 Comment By Drest On 26 luglio 2009 @ 13:24

(mi spiace molto per le persone che hanno lavorato a tale progetto e da lettore di fumetti sono ancor più dispiaciuto di notare che, purtroppo, molte volte i lettori di fumetti sono degli emeriti cretini da sopprimere)

quali? quelli di disegnomanga?
quelli che scusano ferrario?

#524 Comment By Stefano On 26 luglio 2009 @ 13:25

Non sono un fan della Troisi, chi conosce lo sa, ma nel caso introdotto da Sireseppia vorrei spezzare una lancia in suo favore. Licia ha centinaia di fans e molti di loro sono scrittori in erba, pensare che possa leggere le opere di tutti mi sembra eccessivo. Poi se davvero non apprezzi le sue opere è davvero un giudizio da parte sua quello che vuoi?

#525 Comment By Merphit Kydillis On 26 luglio 2009 @ 22:29

@ Gianluca:

Come, come, come?!
molte volte i lettori di fumetti sono degli emeriti cretini da sopprimere
Dunque, fammi capire… uno spende la modica cifra di 3.50€ per un fumetto che contiene meno di venti pagine. E qui parliamo un fumetto basato su un “famoso” romanzo fantasy. Bene, se il Sig. Ferrario (Accademia delle Belle Arti) anziché mettere uno stile proprio di disegno si mette a copiare i disegni di un altro fumettista, questa roba non merita di essere letta. Questa è una mancanza di rispetto sia per l’autrice (non lo so se l’autrice era consapevole o meno della cosa) ma soprattutto per noi lettori, che sprechiamo tempo e denaro per quattro paginette ricalcate a mano. E tu contabbatti dicendo che chi si lamenta è un cretino, che è il lettore lo stolto e non il disegnatore o lo sceneggiatore?
Dico: ma stai scherzando? Cioè, è come se io andassi a vedere un film, mi metto a dire che non mi piace e uno s’incazza a morte manco fosse una fan di Twilight, assalendomi dicendo che merito di morire.
E poi, mio caro Gianluca: cosa ne sai TU di fumetti? Dato che non ti conosco del tutto io non so qual’è la tua concezione di fumetto… ma questo non ti da il diritto di offendere nè me nè tutti i lettori di fumetti, occidentali o manga che siano.

E se ti metti a dire «Ma come, Gamberetta sì e io no?» ti rispondo in anticipo. Gamberetta è una diciannovenne che dimostra l’intelligenza di una persona del doppio della sua età. Questo vuol dire che, quando legge un romanzo, riesce ad “analizzarlo” in maniera logica.
Quindi, rispetto alle altre persone che dicono “qsto romanzo fa skifo perké sì!”, lei ti risponde “Questo romanzo fa schifo perché lo stile narrativo il più delle volte cambia direzione bruscamente come un camionista che cambia bruscamente la marcia: inoltre l’autore si limita alla descrizione fisica dei personaggi e si ferma qui, dato che non riesce nemmeno a raccontare gli stati d’animo dei personaggi (come un sorriso vuoto)” e così via. Certo, può sembrare un pò “acida” (chiedo venia), ma ovviamente il tutto ha una parvenza sarcastica finalizzata non solo a divertire i lettori delle sue recensioni, ma anche a riflettere per il ciarpame che le case editrici ci fanno leggere spacciando i loro scritti come romanzi rivoluzionari.

Morale della favola: disdici l’abbonamento a Il Signor Bonaventura e comincia a leggerti Topolino, che è più serio…

#526 Comment By Annaf On 27 luglio 2009 @ 00:29

@Merphit Kydillis: non è per dare ragione a Gianluca, non entro in merito dell’argomento, ma lui ha specificato che lavora in una fumetteria, quindi direi che può permettersi di dire certe cose e non perché “Gamberetta sì e lui no”, altrimenti, semplicemente perché lo fa con cognizione di causa.

#527 Comment By Gianluca On 27 luglio 2009 @ 01:41

Ciao Gamberetta,
scrivo questo messaggio per scusarmi.
Volevo scusarmi con te per aver alzato
polverone.
Rispondo a chi critica le mie parole e ringrazio
Annaf per aver fatto notare un piccolo particolare.
Spesso la gente legge solo quello che vuole leggere,
come vede solo ciò che vuol vedere.
Io lavoro in una fumetteria con più di 18.000 volumi,
non li ho letti tutti in quanto mi toglierebbe tempo
per lavorare, ci lavoro dalle 25 alle 46 ore settimanali,
incrocio e parlo con più di 100 persone al giorno,
forse un’idea me la sono fatta.
Dei fumetti credo di aver letto quantomeno i più interessanti:
italiani, francesi, belga, americani, inglesi, giapponesi.
Tra tutti i volumi letti molto spesso mi sono imbattuto
in questa vignetta uguale a, in quella splash che ricorda
la copertina di, in qualcosa che rimanda a qualcos’altro,
non mi sono mai sentito preso in giro ne sentito offeso,
anzi il fatto di notare certe cose mi dava gusto nella lettura,
in quanto sentivo che il disegnatore aveva gusti simili ai miei.
E qui vengo al dunque.
Ferrario è un ottimo disegnatore con un stile molto forte,
chi ha visto il blog può confermarlo.
Purtroppo per il lavoro su questo fumetto è stato un po’ ingenuo.
Probabilmente il suo “documentarsi”, come fanno tutti i
professionisti, è scaduto nel “prendere”, errore che molto spesso
commette un novizio.
Faccio un esempio immaginandomi il pensiero di Ferrario.
“Vorrei proporre questo fumetto in uno stile manga,
perchè è sintetico e fortemente d’impatto, in più vende bene.
Mi documenterò guardando i grandi maestri. Chi? Miyazaki!”
“Ora mi guardo la Principessa Mononoke, che è molto affine
al lavoro che devo fare….uhmmm… oddio, quell’abbraccio è
così intenso! E’ quello che cercavo!”
Ed ecco l’ingenuità dell’autore: ha preso.
Ovviamente ad un certo punto si è spinto un po’ troppo oltre ed è
successo il finimondo.
Perchè dare, però, dei cretini ai lettori di fumetti?, non tutti ovvio.
Perchè spesso si sentono superiori a tutti, a chiunque, anche a chi
con i fumetti ci si guadagna da vivere, giudici infallibili!
Peccano in ogni momento di umiltà, senza chiedersi quanta fatica
fa chi lavora in questo campo, quanto lavoro c’è dietro.
Ferrario, se tutto va bene, rivedrà un suo lavoro pubblicato tra
almeno 5 anni, nel frattempo tornerà a lavorare al baretto sotto casa,
o peggio a scaricare cassette al mercato (ma magari anche no),
se tutto va male ha chiuso.
Per la Panini, se tutto va bene pagherà ammenda e riprenderà il lavoro,
se tutto va male ha chiuso (ricordo quanto è succeso tra
Disney e Studio Ghibli).
Questo perchè una persona ha preferito urlare allo scandalo invece
di invitare la casa editrice a verificare in privato certi dilemmi.
Qui non stiamo parlando di una recensione seria, dettagliata,
professionale, stiamo parlando di una persona che, forse,
ha messo nei guai un’azienda in cui lavorano molte persone.
Io spero che tutto questo finisca bene, che nessuno perda niente,
che Ferrario abbia imparato.
Ma per questo casino, assolutamente evitabile, giudico alcuni lettori
di fumetti persone meschine, irresponsabili, prive di ogni capacità di
intendere cosa stiano facendo.

Ancora mi scuso con Gamberetta per essere stato provocatore.
E’ l’ultimo post che metterò.
Continuerò comunque a leggere le tue recensioni ed ancora
ti auguro ogni bene, continua così!

Cordiali Saluti
Gianluca

#528 Comment By Koshiatar On 27 luglio 2009 @ 11:54

Io onestamente l’ingenuità di Ferrario non la vedo… secondo me sapeva quello che faceva.
Ma qui passiamo alle supposizioni.

#529 Comment By cafeine On 27 luglio 2009 @ 13:21

1- a me la Troisi sta simpatica
2- ci vuole un bel coraggio a dire che sia scema
3- penso che se mettesse nei suoi libri l’autoironia e la vivacità che animano il suo blog (che leggo da una vita), sarebbe una scrittrice migliore
4- la Mondandori ha avuto l’occhio lungo, alla fin fine: non è ammirevole, ma purtroppo il marketing è tutto, e l’operazione Troisi è brillantemente riuscita
5- mi rendo conto di aver speso un botto per comprare, negli anni, la prima edizione dei suoi romanzi.
6- la cosa non mi ha lasciato ferite
7- ognuno ha il sacrosanto diritto di leggersi una Troisi tra un Dostoevskij e un libro di biologia
8- non è una saga orribile e non è certamente un capolavoro
9- della maggior parte delle incoerenze, i lettori probabilmente non se ne sono mai accorti. Il cervello ha l’ammirevole tendenza a colmare i vuoti e a ricomporre i pezzi, durante la lettura. Certe cose saltano all’occhio, ma evidentemente Gamberetta ha riletto il libro 200 volte con la matita rossa in mano, per trovare il pelo all’uovo.
10- le Leggende del Mondo Emerso mi è irragionevolmente piaciuto TROPPO
11- il cuore ha le sue ragione che la ragione non conosce. Dai mille errori e dal becerume che tavolta si risconta nelle saghe del Mondo Emerso trapela comunque la passione di chi mette il cuore in ciò che fa, e questo basta a rendere un libro VIVO
-mia cugina di 14 anni non aveva mai letto un libro, finchè non le ho prestato le Cronache. Questo è bastato a farle capire che la lettura non è solo un barboso obbligo scolastico, ma anche un frivolo passatempo. Ora legge tantissimo, disegna draghi da far invidia anche a me che lo faccio per lavoro e credo sia salva per sempre dall’ignoranza
-Ora i libri di Licia li compra mia cugina, ed il mio portafogli può riprendere fiato :)
-La Ragazza Drago, quello si che mi ha fatto incazzare, è davvero orribile, ma l’ho letto a scrocco e non me la prendo. A 11 anni probabilmente mi sarebbe piaciuto da morire.
-sono fermamente convinta che Licia non rubi il posto a nessuno, e che chiunque abbia scritto un libro decente abbia la possibilità di essere pubblicato. E chi ha scritto un libro indecente come le Avventure della Giovane Laura ha il dentino avvelenato per motivi personali.
-anch’io mi infervoro contro i libri pessimi e gli scrittori incapaci, ma Licia non rientra più nella categoria. C’è decisamente di peggio, e c’è decisamente di meglio. Tutto qua.
Se venissi qui a urlare che è il capolavoro assoluto della letteratura mondiale, come fanno molti, mi meriterei la lapidazione.
Invece ammetto tranquillamente che mi piace.

#530 Comment By Annaf On 27 luglio 2009 @ 13:36

Certe cose saltano all’occhio, ma evidentemente Gamberetta ha riletto il libro 200 volte con la matita rossa in mano, per trovare il pelo all’uovo.

Non serve leggere 200 volte un libro per scovare gli errori, basta avere una conoscenza di base della lingua italiana, è anche vero, però, che certi li vedono subito, ad altri bisogna farli notare.

#531 Comment By Emile On 27 luglio 2009 @ 14:41

Ma poi il wot di cafeina si può sostanzialmente riassumere in: “tutti i gusti sono gusti, a me è piaciuto, Gamberetta pignola del cazzo”.
E a parte che di quanto sia o meno pignola Gamberetta non mi frega nulla (ma la maggior parte delle bestialità che ha sottolineato erano STRA evidenti), faccio notare come in pratica non abbia speso MEZZA RIGA per confutare NULLA di quanto scritto in sede di recensione (forse escludendo quell’assurdo “eh ma nel libro traspare passione!!! e la passione lo rende VIVO!!!”).
Boh.

#532 Comment By LiveMyLex On 27 luglio 2009 @ 20:22

Intervengo per la prima volta solo per rispondere a Gianluca.
Ho seguito il caso delle Cronache, dal momento che avevo comprato per curiosità il primo numero, e sono rimasta indignata: Ferrario non ha solo “preso ispirazione”, ma ha ricalcato disegni e riutilizzato sfondi.
Ora, tu dici che l’utente che per prima ha notato ciò avrebbe dovuto segnalarlo privatamente a Panini. Ma tu pensi che Panini avrebbe reagito se non fosse stato sollevato un tale polverone?
Ed i poveri lettori come me, che non sono così esperti di Miyazaki o Naruto, come avrebbero potuto sapere di aver comprato qualcosa di plagiato?
Qui non stiamo parlando di una recensione seria, dettagliata,
professionale, stiamo parlando di una persona che, forse,
ha messo nei guai un’azienda in cui lavorano molte persone.

No, qui stiamo parlando di una persona che ha plagiato, ed è giusto che subisca le giuste conseguenze.
Rimando comunque al forum, se qualcuno vuole affermare che Ferrario si è solo “ispirato”:

#533 Comment By LiveMyLex On 27 luglio 2009 @ 20:23

#534 Comment By mox On 28 luglio 2009 @ 18:12

ho trovato! siete voi che non avete la ricetta giusta! Per capire veramente il libro della Licia Colo’ basta leggerlo tutto di seguito in meno di 4 giorni. Se ci metti di piu’ non riuscirai a capirlo veramente a fondo. Chi meno di tre giorni, chi meno di uno chi tutto d’un fiato (che polmoni!). L’importante e’ finire un libro, non leggerlo. Mi ricorda di un vecchio libro che “dico” di aver letto: “Il pendolo di Foucault”. Effettivamente sono arrivato in fondo in circa un paio di settimane quando ero molto giovane, ma tralasciando pezzi, saltando descrizioni e fondamentalmente non capendoci un cazzo. Alla fine posso dire che non mi ha “entusiasmato” un gran che, ma volete mettere il poter discutere del libro? Ma che volete farci ero giovane, non sapevo che i libri andavano letti in meno di 4 giorni … per questo non mi e’ piaciuto. Mi riprometto di leggerlo tutto “d’un fiato” e magari riusciro’ ad apprezzarlo …. Di contro Nihal e’ nella libreria con il segnalibro inchiodato sulla pagina 166 da oramai 3 anni …. adesso non posso piu’ continuare a leggerlo …so gia’ che non mi piacera’… ci ho messo troppo a leggerlo … a questo punto meglio ricominciare
come dite? non e’ un libro di ricette? azz mi sa che ho sbagliato genere …..

#535 Comment By mox On 28 luglio 2009 @ 18:17

opsss mi sono dimenticato di dire che per quanto lo stile sia o meno condivisibile, il contenuto della recensione presenta fatti inconfutabili che minano la “bellezza” del libro. Per quanto io non ci capisca un fico secco di architettura medievale, armi etc. mi fa rabbia sapere che c’e’ qualcuno che cerca di vendermi la sua verita’ senza essersi prima documentato. Nel caso in cui venda 600K di copie mi fa inoltre specie … ah ma e’ vero lo psiconano governa la repubblica delle banane….

#536 Comment By cafeine On 28 luglio 2009 @ 20:25

@ Emile

Il giorno che non avrò un cazzo da fare riprenderò in mano l’intera saga del Mondo Emerso e scriverò un elenco ancor più ricco e dettagliato dei vari strafalcioni. Perchè indubbiamente ce ne sono, è vero.

Ma purtroppo non si può dare un giudizio oggettivo.

La verità è che, ahimè, quando vedo un nuovo libro di Licia in libreria, non resisto alla tentazione di comprarlo.

Anche se poi grugnisco ad ogni pagina e critico ogni sua trovata.

Allo stesso modo, capita di innamorarsi di uomini brutti, antipatici e crudeli.

I gusti non si possono spiegare, e purtroppo un libro ha successo quando incontra il gusto del pubblico.

Evidentemente, al di là di tanti “errori”, c’è qualcosa di buono nei libri di Licia. Forse perchè, come ho già detto in un’altra sezione, raccontano quel tipo di storia che alla maggior parte dei lettori piace sentirsi raccontare.
Forse perchè sono scritti in un modo scorrevole e per niente pomposo.
Forse perchè i sentimenti dei personaggi hanno un ruolo predominante, e personalmente ho trovato molti libri fantasy freddi, impersonali. Un piagnisteo di fanciulla è pur sempre meglio del delirio guerrafondaio di un energumeno alla Conan.
Forse perchè EFFETTIVAMENTE è un fantasy che strizza l’occhio al pubblico femminile

Personalmente, ribadisco quello ho detto: mi piace, e non so dire perchè. E non vedo neanche l’utilità di starci a pensare troppo.
Ho una libreria spaziosa e c’è posto per tutti.

#537 Comment By Emile On 28 luglio 2009 @ 22:51

Ma tu puoi anche dirmi semplicemente “a me è piaciuto perché si”, liberissima.
Il punto però è che, finchè non motiverai in modo oggettivo le tue opinioni, il tuo parere avrà gioco forza rilevanza pressochè nulla.
Insomma: se sei convinta che Gamberetta abbia fatto una recensione troppo severa devi spiegare i perché, o rimane tutto molto fumoso.

#538 Comment By cafeine On 29 luglio 2009 @ 12:09

@Emil

Allora non capisci.

Ho detto che le incongruenze elencate da Gamberetta sono inconfutabili. A parte quelle che riguardano simpatie o antipatie sui personaggi, e soprattutto sull’autrice (insultarla gratuitamente mi pare una gran bella bastardata, e che io sappia nessun recensore serio può dare dello scemo ad un autore).

Però mi sembra che a questo punto siano gli editor di Licia a meritare randellate.

Correggere le sviste è compito loro.

Quel che dico io è che, nonostante mille difetti, la saga del Mondo Emerso ha dei pregi che la rendono apprezzabile.

#539 Comment By Drest On 29 luglio 2009 @ 12:21

Gianluca, ma non diciamo sciocchezze.
Ferrario ha RICALCATO da miyazaki, da naruto, da 100% fragola, dalla marvel, ha COPIA INCOLLATO sfondi, addirittura inspiegabilmente ricalcato una rupe.

Qui non stiamo parlando di un esordiente che si pubblica un fumetto a spese sue e commette un errore in 20 pagine in buona fede.
Qui si parla di un autore affermato che ha saccheggiato da ogni dove in un’opera pubblicata da un editore enorme, che, tanto per chiarire, ha sospeso la collana e probabilmente farà ridisegnare almeno il secondo numero.
E la colpa sarebbe di quelli di disegnomanga? Ma per piacere.

Solo in italia si possono sentire certe fesserie da tengo famiglia.

#540 Comment By Annaf On 29 luglio 2009 @ 13:06

@cafeine:

Quel che dico io è che, nonostante mille difetti, la saga del Mondo Emerso ha dei pregi che la rendono apprezzabile.

Potresti fare un piccolo elenco di questi tanto sbandierati pregi, perché io non li ho notati e probabilmente a questo punto ho fette di prosciutto grandi come case sugli occhi (ma non solo io, anche Gamberetta e gli altri che trovano la saga un’emerita ca****a) o non so(sappiamo) leggere poi così bene.
Ah, ti pregherei di fare l’elenco di pregi che oggettivamente sono presenti, non quello che secondo te è un pregio perché in quel dato punto Nihal e chi per lui si sbaciucchiano ed è tanto bello. Grazie.

#541 Comment By Emile On 29 luglio 2009 @ 14:48

Pardon Cafeine, ma sei tu che manchi il punto.
Se quel che ha detto Gamberetta è vero il lavoro della Troisi è merda allo stato puro e punto: perché lei non si è limitata a sottolineare l’incongruenza di pagina 34 e l’inforigurgito di pag 125: ha fatto un discorso organico ed argomentato in cui ha demolito i suoi libri.
E tu sei liberissima di non essere d’accordo sul fatto che facciano schifo, ma in quel caso DEVONO esserci delle cose dette da Gamberetta che per te non corrispondono al vero, è una questione di logica.
Quanto ai pregi a cui accenni: citali no? Senno si rimane sempre al punto di partenza.

#542 Comment By cafeine On 30 luglio 2009 @ 12:36

@ Emil:

A parte tutto, mi pare che qui si stia parlando soltanto della prima trilogia della Troisi. E le Guerre Del Mondo Emerso?
Capisco che non le abbiate lette, dato che siete rimasti tanto inorriditi dalle Cronache, e men che meno avrete avvicinato le Leggende.
Io le ho lette, ed ho notato un netto miglioramento. Naturalmente è solo perchè sono stupida, non capisco niente di libri e mi emoziono quando Nihal e Sennar si sbaciucchiano (cosa di cui non mi è fregato proprio niente, in realtà).

1-La critica di Gamberetta riguardo la scena dei capelli non ha senso.

2-Nihal piange sempre, d’accordo. E allora? Non si può definire ERRORE.

3-Moccia e la Troisi sono IMPARAGONABILI. Il primo, non solo scrive libri orrendi, scrive “libri” illeggibili e di stupidità ben superiore alla media.

4-Poniamo il caso che la Mondadori volesse pubblicare il primo “romanzo” di Gamberetta, che è semplicemente penoso: l’autrice rifiuterebbe per modestia, o coglierebbe al volo l’occasione senza farsi troppe domande? E’ colpa di Licia se Mondadori ha scelto di pubblicarla?

5-Lo show don’t tell non può essere usato SEMPRE, santo Dio!!! Si allunga a dismisura, si sbrodolano meccanicamente azioni e reazioni, e le battaglie diventano quasi cronaca sportiva. Personalmente preferisco alternatare parti narrative a parti “riassuntive”.

6-La Troisi afferma di raccontare storie che potrebbero essere ambientate anche ai giorni nostri, senza draghi di contorno. Non ha detto niente di nuovo. Qualsiasi storia potrebbe essere ambientata in qualsiasi contesto: se io prendo Guerre Stellari, tolgo le astronavi e metto a tutti i personaggi gorgere e calzamaglie, potrebbe averlo scritto anche Shakespeare!

7-Nihal è bellissima e bravissima? Ti sfido a trovare un personaggio fantasy femminile che non lo sia. Gli scrittori creano eroine gnocche, le scrittrici creano i propri alter ego perfetti. Personalmente non amo molto questo stereotipo, ma posso comprenderne i meccanismi. A volte funziona, a volte no. Anche questa è questione di punti di vista, non è un ERRORE.

8-la strategia militare. Ahi ahi. E’ un argomento spinoso. Personalmente, non ne so molto, quindi non mi ci sono soffermata più di tanto. E chiaramente non l’ha fatto neanche Licia. Anche qui, LA COLPA E’ DEGLI EDITOR. Un bravo editor di romanzi fantasy avrebbe notato subito le incongruenze. Personalmente, penso che Licia abbia voluto fondamentalmente raccontare LA STORIA DI NIHAL, non la storia del Mondo Emerso. Si capisce chiaramente che battaglie eccetera sono uno scenario su cui far muovere la sua eroina. Licia, come ogni scrittore principiante, si è concentrata completamente sui personaggi ed ha trascurato un po’ lo sfondo. Non è una buona cosa, avrebbero dovuto farglielo notare.

9- UNA RECENSIONE FATTA, PER AMMISSIONE DELL’AUTRICE, PER PURO PIACERE SADICO, E’ SOGGETTIVA TANTO QUANTO I COMMENTI ENTUSIASTICI DEI FAN DI LICIA.

In realtà tutta questa discussione mi sembra inutile: chi pensa di aver speso una barca di soldi per una emerita schifezza ha tutti i diritti di appoggiare in pieno Gamberetta.

Chi invece come me ha trovato il libro CARINO non può cambiare radicalmente idea leggendo questa “recensione”.

Non farò una lista dei pregi perchè tutto può essere riassunto così: è un libro-fumetto non eccelso ma gradevole, con una buona dose di azione, una sincera partecipazione dell’autrice, personaggi umani e abbastanza credibili, bei draghi e un finale che un minimo di dubbio su come andrà a finire te lo lascia.

Questo è il ricordo che mi ha lasciato a distanza di anni. All’epoca studiavo al liceo ed ero assolutamente grata di aprire un libro assolutamente scemo dopo aver tradotto Aristofane per un giorno intero.

Effettivamente, per chi aveva delle aspettative alte, può essersi rivelata una delusione.

Effettivamente 18 euro sono troppi.

Effettivamente, usando un carattere tipografico più piccolo, avrebbero potuto (anzi, DOVUTO!) stampare 3 libri in 1.

Effettivamente la Mondadori ci ha speculato sopra tantissimo.

Effettivamente Paolo Barbieri, illustratore, ha fatto un artbook a dir poco vergognoso.

Ma non trovate che a questo punto la maggior parte delle colpe sia imputabile alla casa editrice? Se questo libro fosse stato pubblicato in un tomo unico e se avesse avuto un editing migliore, vi sareste indignati allo stesso modo?

Licia ha scritto e basta. Se poi, secondo voi, la Mondadori ha voluto pubblicare un libro pessimo, mi sembra che lei non ne abbia nessuna colpa.

#543 Comment By cafeine On 30 luglio 2009 @ 12:39

Una domanda.

Avete un romanzo nel cassetto, pessimo.

Una grande casa editrice decide di pubblicarlo in pompa magna e con grande clamore.

Qual è la vostra reazione?

#544 Comment By Annaf On 30 luglio 2009 @ 13:24

Capisco che non le abbiate lette, dato che siete rimasti tanto inorriditi dalle Cronache, e men che meno avrete avvicinato le Leggende.
Io le ho lette, ed ho notato un netto miglioramento. Naturalmente è solo perchè sono stupida, non capisco niente di libri e mi emoziono quando Nihal e Sennar si sbaciucchiano (cosa di cui non mi è fregato proprio niente, in realtà).

Veramente io ho letto di più le Guerre (e conto di leggere tutte e tre le trilogie per una cosa che devo fare. Sì, sono masochista, a volte) e se dici che è migliorata nella seconda trilogia, allora nella prima era proprio un’analfabeta. Certi errori da prima elementare presenti nelle Guerre si potevano evitare, ma probabilmente era troppo difficile controllare una grammatica o un dizionario.

2-Nihal piange sempre, d’accordo. E allora? Non si può definire ERRORE.

Dimostra solo che la Troisi non ha la più pallida idea di come far muovere la propria protagonista e, quando c’è un problema, la fa piangere perché non sa cosa farle fare o dire.

3-Moccia e la Troisi sono IMPARAGONABILI. Il primo, non solo scrive libri orrendi, scrive “libri” illeggibili e di stupidità ben superiore alla media.

Veramente entrambi scrivono libri di una “stupidità ben superiore alla media”, non solo Moccia.

6-La Troisi afferma di raccontare storie che potrebbero essere ambientate anche ai giorni nostri, senza draghi di contorno. Non ha detto niente di nuovo. Qualsiasi storia potrebbe essere ambientata in qualsiasi contesto: se io prendo Guerre Stellari, tolgo le astronavi e metto a tutti i personaggi gorgere e calzamaglie, potrebbe averlo scritto anche Shakespeare!

Togliamo anche i personaggi creati dalla Troisi e forse, sì, potrebbe essere ambientato in qualsiasi epoca.

7-Nihal è bellissima e bravissima? Ti sfido a trovare un personaggio fantasy femminile che non lo sia. Gli scrittori creano eroine gnocche, le scrittrici creano i propri alter ego perfetti. Personalmente non amo molto questo stereotipo, ma posso comprenderne i meccanismi. A volte funziona, a volte no. Anche questa è questione di punti di vista, non è un ERRORE.

Un esempio di una trilogia che mi sta piacendo molto e che sto leggendo da un po’: la protagonista della Trilogia di Bitterbynde non è bellissima (all’inizio della trilogia è sfigurata da una pianta e poi viene sfigurata maggiormente da un’altra persona), anche se poi, riacquistando un viso, non sa se può essere considerata bella o meno. È brava, ma solo perché fa funzionare il cervello e ha delle intuizioni per salvare chi le sta accanto. (naturalmente la Troisi, a suo tempo, ha detto che Imrhien è stereotipata e mal caratterizzata. Mah.)
Altro esempio: Hermione Granger in Harry Potter, non è bellissima, infatti ha i capelli crespi e che non vogliono stare a posto, non ha un fisico da modella e altro; certo è bravissima, ma solo perché studia molto e si impegna. E vogliamo parlare di Pansy Parkinson, per esempio, sempre di HP?
Di sicuro avrai letto libri dove i personaggi femminili non sono né l’una né l’altra, oppure hai sempre letto libri dove ci sono solo e soltanto Mary Sue?

8-la strategia militare. Ahi ahi. E’ un argomento spinoso. Personalmente, non ne so molto, quindi non mi ci sono soffermata più di tanto. E chiaramente non l’ha fatto neanche Licia. Anche qui, LA COLPA E’ DEGLI EDITOR. Un bravo editor di romanzi fantasy avrebbe notato subito le incongruenze. Personalmente, penso che Licia abbia voluto fondamentalmente raccontare LA STORIA DI NIHAL, non la storia del Mondo Emerso. Si capisce chiaramente che battaglie eccetera sono uno scenario su cui far muovere la sua eroina. Licia, come ogni scrittore principiante, si è concentrata completamente sui personaggi ed ha trascurato un po’ lo sfondo. Non è una buona cosa, avrebbero dovuto farglielo notare.

Benissimo, allora lo scrittore dovrebbe dare la bozza e poi gli editor scrivere il libro?
Non è così che funziona, la colpa per le incongruenze e la non documentazione su certi argomenti non è dell’editor, ma dell’autore (la Troisi, in questo caso) che non ha ritenuto opportuno studiare e fare ricerche prima di scrivere qualsiasi cosa. Naturalmente anche l’editor dovrebbe sapere certe cose, ma non può fare tutto il lavoro dell’autore.
Anche tu potresti documentarti un po’, prima di sparare certe cavolate, non ti farebbe male^^

Ma non trovate che a questo punto la maggior parte delle colpe sia imputabile alla casa editrice?

Facciamo la piramide delle colpe, vuoi?
Alla base troviamo i lettori, che si sono lasciati abbindolare da qualcosa che poteva essere scritto mille volte meglio, curato mille volte meglio e documentato mille volte meglio.
La casa editrice è poco sopra i lettori, è un’azienda e sostanzialmente non ha molte colpe, se non quella di aver iniziato a pubblicare gente che non sa scrivere e di avere al suo interno collaboratori che non sanno lavorare.
E qui veniamo all’editor che non sa un tubo di fantasy e ha fatto fare una figura veramente pessima alla casa editrice (dal mio punto di vista è pessima, dal loro invece ci hanno guadagnato perché i libri hanno venduto molto). Secondo me non si può dare in mano a qualcuno che non sa nulla di fantasy un libro che dovrebbe essere fantasy e pretendere che ne noti gli errori e le incongruenze se non ha mai letto un fantasy in vita sua o comunque se non sa di cosa si stia parlando.
Quindi in cima alla piramide troviamo proprio la Troisi che, mi dispiace per te, ha “la maggior parte delle colpe” perché ha scritto qualcosa che poteva essere scritto mille volte meglio, curato mille volte meglio e si sarebbe potuta documentare di più. Ma evidentemente la pigrizia l’ha colta fin dalla prima parola della trilogia.

Ti ringrazio per l’elenco dei pregi del libro (o dei libri, se vuoi), saresti stata di meno a farlo, invece di scrivere un papiro che conferma solo che la maggior parte dei fan della Troisi non sa portare argomentazioni oggettive per confutare una critica articolata come quella di Gamberetta.

#545 Comment By Annaf On 30 luglio 2009 @ 13:27

Una domanda.

Avete un romanzo nel cassetto, pessimo.

Una grande casa editrice decide di pubblicarlo in pompa magna e con grande clamore.

Qual è la vostra reazione?

Dubito che Mondadori o Einaudi potrebbero voler pubblicare qualcosa che, viste le ultime pubblicazioni, non mando loro, quindi il problema non si pone.

#546 Comment By uriele On 30 luglio 2009 @ 14:07

Hermione é una spalla non La o Il protagonista della storia. Effettivamente nelle storie, specialmente fantasy o di fantascienza, ma é una cosa tipica di tutti i generi, il protagonista, quello che porta avanti la storia, il prescelto, tende a essere molto bello o comunque ad avere un certo fascino (anche Jade di Cuore D’Acciaio é descritta come una bella ragazza).
Il punto per me é che la figaggine e la perfezione per se stessa non devono essere gli unici punti che caratterizzano un personaggio: se hai giá un eletto fortissimissimo, intelligentissimo, bellissimissimo, abililissimo che sa fare tutto tutto tutto, come la sviluppi una storia?

É come la storia del cattivo perfetto: create un cattivo senza difetti, abile che non ha punti deboli che tratta bene ed é amato da tutte le sue creature che preferirebbero morire piuttosto che tradirlo, che non risparmia chi gli é di ostacolo, non mette in prigione i protagonisti ma gli uccide sul posto senza neppure rivelare il suo piano, che non si va mai vedere fuori dal suo palazzo ed ha un esercito invincibile oltre ad essere lui stesso il piú forte cattivo del reame e un mago potentissimo… se non crei un Deus Ex Machina col cavolo che lo butti giú. Piú sono umani e fallibili i personaggi, piú sono le zone di grigio e piú divertente é per il lettore seguire lo sviluppo della trama.

@ Annaf: bravo non spedirlo, in fondo Einaudi pubblica solo Murakami, il ciclo di Hap e Leopard e del Drive-in oppure quei coglioni della Mondadori che pubblicano Dune, tutti i romanzi di Stephen King, Heinlein… Meriti di piú, hai ragione! (Se qualcuno sta per dire che King ed Herbert sono pubblicati da Sperling & Kupfer, voglio solo far notare che é dal 1995 che é una succursale di Mondadori che la possiede interamente)
http://it.wikipedia.org/wiki/Sperling_&_Kupfer
É stupido offendere una casa editrice perché vuole fare ANCHE soldi (la meravigliosa Fanucci, non volendo parlare delle pessime traduzioni e la qualitá scadente delle rilegature, altre ad averci portato piccole perle del fantasy ha tirato fuori libri come L’odore del tuo respito… altri libri ignobili, ma vendibili li trovate sotto il logo Rizzoli)

#547 Comment By Fos87 On 30 luglio 2009 @ 14:28

@cafeine

Io le ho lette, ed ho notato un netto miglioramento.

Secondo me invece la Troisi è peggiorata, cosa che francamente non riesco a spiegarmi: la prima trilogia al tempo la trovai piacevole, niente che meritasse il Nobel ma comunque uno svago come un altro. Il primo libro delle Guerre mi piacque, poi arrivò il secondo: una tragedia, non riuscii ad andare oltre il primo capitolo.

della maggior parte delle incoerenze, i lettori probabilmente non se ne sono mai accorti. Il cervello ha l’ammirevole tendenza a colmare i vuoti e a ricomporre i pezzi, durante la lettura.

Qua do ragione a Cafeine: quando leggiamo tanto per certe cose non le vediamo neanche, poco da fare. Certo, basta una mezza rilettura per far uscire le magagne ed è questo che distingue i bei libri da quelli semplicemente piacevoli: un libro bello lo puoi rileggere quante volte vuoi, non ti tradirà mai.
Se però la tua intenzione è spegnere il cervello e leggere qualcosa di semplice, che non implichi dimostrazioni sull’esistenza di dio, discorsi sul sublime et simila, la Troisi è perfetta.
Quanto fatto notare da Gamberetta è vero? Certamente. I fan della Troisi possono replicare? Difficile. Per questo chi legge la Trosi è un cretino? A meno che non ritenga che è un genio, che meglio di lei non c’è nessuno e che Lewis al suo confronto non vale una cippa, no: certo, i suoi soldi potrebbe spenderli meglio, ma volersi una volta ogni tanto “anestetizzare” con storie semplici, con il lieto fine non è indice di stupidità.
Non necessariamente, almeno.
Infine: è tutta colpa della Troisi? No, perché ognuno di noi ha il diritto di scrivere quello che gli pare, anche la più grande delle porcate. Poi sta alla casa editrice decidere se pubblicarla o meno.

#548 Comment By Annaf On 30 luglio 2009 @ 14:50

@Uriele: Non manderò a Einaudi o Mondadori qualche mio possibile manoscritto perché trovo scorretto e un insulto paragonarmi poi a gente come Troisi e Strazzulla, se dovessi mandare un fantasy, come non manderei qualcosa a Feltrinelli perché ha pubblicato Moccia.
Certo, ci sono autori veramente validi anche in quelle case editrici, ma hai notato che quelli che hai citato sono stranieri? Evidentemente per gli stranieri stanno più attenti che per quelli italiani.

Libero/a di pensarla come vuoi, per me sarebbe un insulto, per te no. Bene.

E comunque sono una ragazza.

#549 Comment By Emile On 30 luglio 2009 @ 14:50

1) Argomenta.

2)La si può definire un personaggio patetico.
E il momento in cui le dicono “piangi, piangi da quanto tempo non lo facevi” diventa tragicomico.

3)Altro parere non argomentato.

4)Questo cosa c’entra con la recensione del libro?

5)Non si può usare sempre, vero.
Ma la Troisi non lo usa nemmeno quando sarebbe assolutamente necessario.

6)Ancora, non c’entra nulla con la recensione.

7)Sfida un pò ingenua, si vede che hai letto ben pochi fantasy. Personaggi come Nihal non sono affatto così comuni grazie al cielo, specie se estremizzati in questo modo.
E, anche fosse, la critica rimarrebbe valida lo stesso.
Non è un errore? E’ un modo puerile ed infantile per tratteggiare un personaggio, ti va meglio così?

8)Argomento spinoso un cavolo, semmai spinoso per i suoi fan. La Troisi si dimostra di un’ignoranza e un pressapochismo ABISSALI, molte scene sono da MANI NEI CAPELLI.
E tu mi dici che è colpa dell’editor? Se io scrivo un libro di merda e il mio editor non riesce a trasformarlo in qualcosa di passabile magari avrà delle colpe, ma rimane il fatto che io come autore faccio pena.

9)Mai sentito parlare di “sarcasmo”?
Che Gamberetta si sia divertita a fare la recensione è indubbio, ma il solo paragonare il suo lavoro con le frasi deliranti di quelle imbecilli è un’offesa all’intelligenza.

#550 Comment By Annaf On 30 luglio 2009 @ 14:52

Ho dimenticato una cosa, scusate per il doppio commento:

Hermione é una spalla non La o Il protagonista della storia.

Ho nominato Hermione perché cafeine parlava di personaggi femminili nel fantasy, non necessariamente di protagoniste femminili.

#551 Comment By Emile On 30 luglio 2009 @ 14:56

Ops, dimenticato di specificare che rispondevo a cafeine, pardon.

#552 Comment By Fos87 On 30 luglio 2009 @ 14:58

@Annaf
Tutte le case editrici pubblicano sia roba buona che cavolate: o lo accetti o non pubblicherai mai con nessuno.

#553 Comment By uriele On 30 luglio 2009 @ 15:22

Se vuoi degli italiani c’é Gianni Montanari (che spinse anche l’Urania a portare in Italia autori come Gibson e Shepard, oltre ad essere uno scrittore di fantascienza), Evangelisti, Luccarelli, Stefano Benni (che pubblico il primo libro per Mondadori), i Kai Zen e i Wu Ming…
Ti faccio anche notare che molti libri Mondadori/Einaudi di questi autori sono pubblicati con licenza creative common e sono disponibili gratuitamente sui siti degli autori stessi cosí non sprechi soldi prima di aver letto il libro (cit.) ed é una cosa che non fanno molte case editrici, almeno in Italia
Il sito della strategia dell’ Ariete dei Kai Zen, edito dallo schifoso Mondadori che vuole i tuoi soldi:
http://www.lastrategiadellariete.org/

#554 Comment By Annaf On 30 luglio 2009 @ 15:54

@Fos e Uriele

Dite che tutte le opinioni personali sono da rispettare e non capisco perché cerchiate di farmi cambiare idea a ogni costo (o almeno così mi pare), anche citando grossi nomi di cui non me ne frega poi molto. Rassegnatevi, non cambio idea facilmente. Tanto meno su Mondadori ed Einaudi o qualunque altra casa editrice decida di pubblicare un analfabeta.
A costo di non pubblicare con nessuno e lasciare il mio manoscritto nel cassetto (visto che ho una pessima opinione anche delle case editrici a pagamento) o di non leggere più nulla di stampato (in fondo i siti di scrittura offrono autori ben più talentuosi di molti che vengono pubblicati).

#555 Comment By Fos87 On 30 luglio 2009 @ 17:06

Guarda che mi interessa ben poco farti cambiare idea, stavo soltando esprimendo una mia opinone: per quanto ne so, potrebbe anche essere una fortuna che tu non voglia pubblicare.

#556 Comment By Annaf On 30 luglio 2009 @ 17:14

@Fos: mi era parso il contrario, meglio se ho sbagliato sottintendendo le tue intenzioni^^

#557 Comment By Fos87 On 30 luglio 2009 @ 17:22

Ma no, volevo semplicemente dirti che storcere il naso davanti a certe cose serve poco: il mondo dell’editoria è difficile, non si può pretendere di essere pubblicato solo accanto a Pratchett e Flaubert. La Troisi di turno, godibile ma tutt’altro che eccelsa, o peggio ancora il Moccia di turno, ci sono sempre.
Poi se a te non importa, se preferisci lasciare il tuo scritto nel cassetto piuttosto che vederlo accanto a quello della Strazzulla, non sono affari miei.

#558 Comment By Annaf On 31 luglio 2009 @ 17:45

La Troisi di turno, godibile ma tutt’altro che eccelsa, o peggio ancora il Moccia di turno, ci sono sempre.

Purtroppo sì, ma la speranza di vedere gli scaffali un po’ ripuliti da certa robaccia c’è sempre. Se non succederà, si vedrà, intanto mi sono imposta di non comprare libri di certi editori e non mandare miei lavori a loro. Che ci vuoi (volete) fare, è una mia opinione e, come ho già detto, sarà dura farmi cambiare posizione^^

#559 Comment By Merphit Kydillis On 31 luglio 2009 @ 22:40

Okay, ennesima mazzata nei confronti del signor Ferrario…
Grazie al Duca, ho appena scoperto che nel secondo numero del fumetto troisiano, ha ricopiato Naruto. Ora capisco perché Nihal mi ricordava Naruto o_o

Per Gianluca e i fan troisiani: vorreste per caso dirmi che il terzo numero Ferrario “ingenuamente” copierà Tite Kubo, l’autore di Bleach?

#560 Comment By Drest On 1 agosto 2009 @ 01:15

non copierà nessuno visto che è stato sospeso e verrà ridisegnato, probabilmente.

#561 Comment By cafeine On 1 agosto 2009 @ 12:25

@ Annaf: si, effettivamente i libri migliori sono quelli che non vengono pubblicati, al giorno d’oggi. Quando scriverò un libro, mi vanterò moltissimo per questa cosa. Andò in giro a dire “eh, ho scritto un romanzo così bello che non vale neanche la pena di inviarlo a una casa editrice…dovessi poi condividere lo stesso scaffale della Troisi, ma che siete scemi? Tsk!”

Ridicolo. Questo basta a capire con chi sto discutendo.

Personalmente, non mi metto su un piedistallo. Le recensioni non hanno molto senso, perchè sono composte per metà da argomentazioni e per metà da opinioni. La mia opinione non voglio starla a ripetere. Fortunatamente qualcuno l’ha capita, e quel qualcuno non sei tu. Pazienza!

Spero che pubblicherai il tuo romanzo, prima o poi.
E’ sempre un immenso divertimento vedere cosa sanno combinare di buono coloro che si reputano tanto bravi a demolire gli orrori altrui.
Nel caso della sagace, infallibile Gamberetta paladina della buona letteratura, abbiamo visto il (patetico) risultato.

E’ riuscita a fare indubbiamente peggio della peggiore Troisi. Se l’alternativa è Laura, sia lodata Nihal nei secoli dei secoli.

Vorrei solo contare tutti gli Ur Figlio di Or Nipote di Bohr Discendente di Thor che si annidano nei vostri cassetti :D

@Emile:

Che palle. Ma non riesci a capire che la MIA opinione e la TUA stanno sullo stesso piano?
Qualsiasi cosa io dica, questo libro rimarrà per te un obbrobrio. Qualsiasi cosa tu dica, non cambierà il fatto che a me sia piaciuto.

Vogliamo continuare in eterno?

Ho letto cataste di libri ed ho trovato l’infinitamente meglio e l’infinitamente peggio. Licia sta nel mezzo.

Mi è concesso restare di questa opinione, o devo autoflagellarmi per la mia incompetenza?

@Fos87

Sono felice che tu abbia capito.

Davanti al proprio pc, chiunque ha il diritto sacrosanto di scrivere qualsiasi bestialità gli passi per la testa. Basta farsi un giro nei siti di racconti amatoriali per capire quanta bruttura rivoltante possa nascere dalla fantasia umana.

Specialmente nel fantasy.

Se poi io scrivo libri sgangherati, una grande casa editrice me li pubblica senza un editing decente e continua a permettermi di scrivere libri sgangherati, che colpa ne ho?

#562 Comment By Annaf On 1 agosto 2009 @ 13:20

si, effettivamente i libri migliori sono quelli che non vengono pubblicati, al giorno d’oggi. Quando scriverò un libro, mi vanterò moltissimo per questa cosa. Andò in giro a dire “eh, ho scritto un romanzo così bello che non vale neanche la pena di inviarlo a una casa editrice…dovessi poi condividere lo stesso scaffale della Troisi, ma che siete scemi? Tsk!”

Ridicolo. Questo basta a capire con chi sto discutendo.

Se navighi su siti come EFP logicamente non troverai molta gente che scrive bene (ce n’è, ma per cercarla perdi giornate intere). Ma è così difficile capire che un libro con una trama scontata, un italiano da buttare nel cesso e delle protagoniste tutte uguali, cambia solo colore di capelli e occhi, non sono libri, ma cose scritte da analfabeti? È così brutto non voler pubblicare con la stessa casa editrice di questa gente?
Non è per magolamania o poca umiltà che penso che pubblicare con la Mondadori o altri del genere sia una cosa negativa, ma è solo perché so come scrivo e, sinceramente, so mettere un soggetto, un predicato e un complemento nel giusto ordine (e diciamo anche che so coniugare i verbi nel modo giusto) quando scrivo qualcosa. È un reato, forse? Per me no, è la norma. E quando trovo un libro scritto con i piedi non compro nulla di quella casa editrice perché ha gente che non sa lavorare tra le sue fila.

Perdonami se sono così arrogante e se conosco i miei limiti così bene da sapere cosa voglio e cosa no.

Ridicolo. Questo basta a capire con chi sto discutendo.

E allora cosa mi rispondi a fare se mi trovi così insulsa da non essere degna di avere una tua risposta?

#563 Comment By gugand On 1 agosto 2009 @ 13:35

@cafeine
Mi indicheresti una recensione che per te ha senso?
In ogni caso le recensioni di gamberetta sono basate su parametri che piacciono a lei e si e’ persino presa la briga di spiegare quali sono e come li misura. C’e’ poco da contestare.
Meta’ delle critiche che vengono fuori da questo blog sono spesso dirette ad editor disattenti, bastava eliminare quei difetti che trasformano un romanzo decente in uno indecente e che qui dentro spesso vengono fatti risaltare. Se lo vede un lettore attento deve poterli vedere anche un editor. Pretendere un po’ piu’ di cura su un prodotto che spesso costa oltre i 15 euro e che si finisce in 5-6 ore di lettura e’ il minimo che un lettore possa chiedere. Poi sulla questione trame si puo’ anche avere opinioni diverse, ma quelle sono opinioni e come tali e’ inutile discutere. Se a qualcuno non piace l’assurdo e’ impossibile fargli piacere un racconto come quello di gamberetta. Manco io l’ho apprezzato, ma non per incoerenze e forzature della trama, ma perche’ lo strano oltre un certo livello non me lo accetta il cervello.
Limite mio, ma anche di gran parte dei lettori. Italiani specialmente. Gia’ il fantasy e’ di nicchia, il weird o l’assurdo che dir si voglia lo e’ anche piu’.
L’unico modo per farsi esaltare dalla pubblicita’ attualmente e’ inserire una serie di cliche’, purtroppo. Se non c’e’ il mondo da salvare da un cattivo dotato di un super esercito di cretini e se non ci sono i protagonisti che grazie ad un viaggio e battaglie epiche lo sconfiggono arrivadogli dentro la fortezza si deve ringraziare la propria buona stella di venir pubblicati.
Leggi le trame dei romanzi fantasy italiani piu’ strombazzati e vedrai che tutti ricalcano questa trama. Sono tutti scritti in un italiano decente e scorrevole, ma le trame hanno buchi grossi come case. L’italiano medio e’ gia tanto che compra un libro e spesso compra quello tanto strombazzato perche’ non ha la cultura per saper scegliere.

#564 Comment By Emile On 1 agosto 2009 @ 13:54

Cafeine, proprio non ci arrivi, va bhe.
Il punto non è la tua opinione, il punto è che tu rifiuti ogni confronto, rifiuti di argomentare quel che dici.
E questo ci può stare benissimo eh, solo che il tuo parere in questo modo perde giocoforza di ogni valore.
A me il SdA non fa impazzire, secondo me ha numerosi difetti: ma finchè mi limito a dire questo ho espresso il NULLA, un’opinione legittima ma su cui non si può costruire niente.
E in questo contesto avrebbe davvero poco senso.

#565 Comment By Elle On 1 agosto 2009 @ 16:38

É in fase di lettura. Diciamo che la Troisi si arrampica continuamente sugli specchi e la sua protagonista è un’altra, ennesima, pallosa, mery sue. Per il resto.. lo stile non mi sembra semplice ma povero… c’è una bella differenza tra i due termini. Commenterò in maniera più dettagliata una volta finito :-) se riuscirò a finirlo visto che mi sta stremando -.-

#566 Comment By Fos87 On 2 agosto 2009 @ 11:36

Elle, se non ti piace mollalo lì: non capisco questo obbligo morale a finire qualsiasi libro si cominci.
A meno che tu non debba scriverci una recensione, ovvio.

#567 Comment By cafeine On 2 agosto 2009 @ 13:28

@Annaf

Non mi pare di aver mai detto che sei insulsa o ridicola: non ti conosco quindi non posso giudicarti.

“Non è per magolamania o poca umiltà che penso che pubblicare con la Mondadori o altri del genere sia una cosa negativa, ma è solo perché so come scrivo e, sinceramente, so mettere un soggetto, un predicato e un complemento nel giusto ordine (e diciamo anche che so coniugare i verbi nel modo giusto) quando scrivo qualcosa. ”

Ma questa è megalomania e totale assenza di umiltà! E grazie tante, anche il più incapace e meno dotato degli scrittori ritiene che la propria prosa sia il massimo dei massimi, e la propria fantasia inarrivabile!

Probabilmente anche Licia e Chiara Strazzulla la pensano così.
Peccato che il giudizio finale spetti al pubblico.

Inoltre, tra saper coniugare i verbi e saper scrivere un buon libro c’è un bell’abisso.

D’altra parte, tenersi chiuso nel cassetto il proprio romanzo e rileggerne di tanto in tanto qualche passo, in estasi, è l’unico modo per non avere mai dolorose smentite.

Bhè, è comunque ammirevole. Magari l’avessero fatto anche Moccia, Paolini e la Meyer!

#568 Comment By cafeine On 2 agosto 2009 @ 13:34

@Emile:

UUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUFF

Che fatica. A me sembra che tu non ci arrivi proprio, eh.

Va bhè, fa niente.

#569 Comment By Annaf On 2 agosto 2009 @ 15:10

Mi sembra inutile continuare a parlare con una persona che pensa di sapere tutto e di avere la verità in tasca, cara cafeine, ti ringrazio per le risate che mi sto facendo con i tuoi commenti, ma dopo un po’ mi stanco a dire sempre le stesse cose per far capire anche quelli che non ci arrivano (e non è Emile che non ci arriva, sei proprio tu).
Quando scenderai dal tuo piedistallo e avrai imparato a leggere i libri con occhio più critico, forse ne riparleremo.
Ciao, cara^^

P.S.: Fiera di essere megalomane e poco umile, a questo punto.

#570 Comment By Emile On 2 agosto 2009 @ 17:15

Cafeine: fa niente davvero, visto che siamo arrivati allo “specchio riflesso”.

#571 Comment By Fos87 On 2 agosto 2009 @ 20:57

@Annaf
Caffeine è stata un po’ troppo brutale, però in parte ha ragione: nessuno di noi sa veramente quanto vale il proprio lavoro, neanche il più pignolo degli scrittori. Che ne sappiamo di non essere veramente sullo stesso piano della Troisi e company, io, te, Pinco Pallino?

#572 Comment By cafeine On 2 agosto 2009 @ 21:47

@Annaf: AH AH AH AH AH AH!!!!!!!!

Eh si, è brutto parlare con la gentaccia megalomane e poco umile che infesta questo blog, e che pensa di avere la verità in tasca!

Spero che pubblicherai il tuo libro.

Spero di ritrovarlo tra queste recensioni.

Auguri vivissimi!

#573 Comment By Annaf On 2 agosto 2009 @ 21:51

Premessa: questo è il mio ultimo messaggio sull’argomento, perché mi sono veramente rotta di dire e ridire sempre le stesse cose.

Che ne sappiamo di non essere veramente sullo stesso piano della Troisi e company, io, te, Pinco Pallino?

Basta saper leggere ciò che si scrive, correggere e riscrivere finché il risultato non è ottimale; far leggere e correggere a gente che trova subito gli errori (da soli di solito non si notano) e le incongruenze e solo dopo aver lavorato duramente pubblicare qualcosa (che sia su internet o su carta (e ricordiamo che molti editor di adesso non sanno fare il proprio lavoro u.u) è indifferente).
Per questo penso che mettermi sullo stesso piano della Troisi sia un insulto, visto che io mi documento, ci tengo che tutto sia scritto al meglio e che chiunque mi legga possa apprezzare anche trame, personaggi, situazioni, ecc.
La Troisi non fa neanche un decimo di questo lavoro e io sono la megalomane? E certo, perché non l’ho capito prima. Grazie per l’illuminazione.

#574 Comment By Fos87 On 3 agosto 2009 @ 00:07

Annaf, non ti ho messa sullo stesso piano della Troisi, dato che non so nemmeno come scrivi! Dico semplicemente che ho conosciuto gente che non sapeva veramente scrivere, eppure non se ne rendeva conto! Ho visto familiari e amici che li applaudivano, neanche fossero state reincarnazioni di Dante! Ti invito a leggere i commenti di “Le Chiavi del Cassonetto” per trovare un esemplare del genere.
Inoltre, è brutto a dirsi, ma sono tanti i fattori che decidono la qualità di un libro, al di là del lavoro che c’è dietro: tu potrai aver lavorato per anni alla tua opera, ma per quanto ne so io potresti sia essere un nuovo Calvino, sia aver scritto una cagata di proporzioni colossali. Finché non lo leggo non ho modo di giudicare, per quanto tu possa giurare di averci sputato sopra sangue.

#575 Comment By cafeine On 3 agosto 2009 @ 00:44

@Fos87: APPLAUSI

@Annaf: si può giudicare solo il risultato, non quello che c’è dietro. Pubblica il tuo romanzo su internet e vediamo di cosa si tratta, no?

#576 Comment By Drest On 3 agosto 2009 @ 23:32

mo so curioso, piacerebbe leggerlo pure a me.

#577 Comment By Gianluca On 5 agosto 2009 @ 13:17

HAHAHA. Troppo bello leggere questi commenti.
Comunque, tanto per chiarire la mia posizione (visto che da critica sembra essere diventata pro parte avvocatura del diavolo), non sono fan della Troisi e tanto meno di Ferrario (ho solo detto che faceva bei disegni al di fuori del fumetto incriminato). La scopiazzatura è lampante e non volevo metterla in dubbio, mi sono sicuramente espresso male (e io che credevo di saper scrivere! hahaha). La mia critica andava ad alcuni lettori di fumetti, che tra l’altro l’hanno sentita visto che se la sono presa (non qui direttamente). Chi ha denunciato la cosa ha fatto benissimo, per quanto io non approvi il modo in cui l’ha fatto.
Concludo che a parer mio quel fumetto era una autentica monnezza:
Ferrario non sa disegnare manga manco a copiarlo o ricalcarlo.
La storia, per quanto Recchioni sia bravo, era alquanto scialba e il pezzo col lupo (che mi è sembrato esser preso paro paro da 300) era ridicolo.
Dei romanzi della Troisi posso tranquillamente farne falò e spegnere alla fine il tutto svuotando la vescica.
A proposito, vorrei chiedere conferma a chi ne sa più di me:
quanto è vera la storia riguardo a parenti della Troisi che lavorano in Mondadori (fortuna?!)?

Comunque i commenti sono bellisimi!!! ^_^

#578 Comment By Annaf On 5 agosto 2009 @ 13:23

A proposito, vorrei chiedere conferma a chi ne sa più di me:
quanto è vera la storia riguardo a parenti della Troisi che lavorano in Mondadori (fortuna?!)?

Adesso c’è pure questa voce? Andiamo bene.

Io ho sempre saputo che la sua era pura fortuna di aver incontrato Dazieri e da lì è partito tutto, poi che ci siano parenti alla Mondadori o altro mi è del tutto sconosciuto.

#579 Comment By cafeine On 5 agosto 2009 @ 15:46

Un parente, per quanto possa volerti bene ed avere un occhio di riguardo per te, non si prenderebbe la responsabilità di far colare a picco Mondadori con un pessimo investimento.

Chiunque abbia “scoperto” Licia, ha avuto l’occhio lungo. Tra edizioni cartonate, edizioni economiche, volumi unici, artbook e quant’altro, Licia gli sta facendo incassare un mucchio di soldi, ed immagino che avessero previsto tutto questo.

#580 Comment By Annaf On 6 agosto 2009 @ 11:39

@cafeine: Per la prima volta ti do ragione^^

#581 Comment By cafeine On 6 agosto 2009 @ 12:15

@Annaf: bhè, è già qualcosa!

#582 Comment By Angra On 6 agosto 2009 @ 12:50

Il primo pensiero di fronte a un fenomeno del genere è: “con una campagna pubblicitaria di quel genere, potevano vendere un milione di copie di qualsiasi cosa”. In realtà non è vero, magari 50.000 copie sì, un milione no. I libri della Troisi hanno evidentemente qualcosa che li fa vendere, il che non ne fa dei bei romanzi e nemmeno dei romanzi decenti. Anch’io alla storia dei parenti non credo, e penso che come spiegazione basti il fatto che in Mondadori abbiano fiutato la robaccia che vende (previo adeguato investimento pubblicitario). Non è che le case editrici non pubblichino mai per fare favori a qualcuno, ci mancherebbe, ma deve essere qualcuno che hanno interesse a tenersi buono.

Quello che non si spiega invece è come mai la Troisi abbia mandato il manoscritto solo a loro, questo sì è un mistero. L’idea che avesse già un contatto all’interno è plausibile, ma in questo non c’è niente di strano, senza un contatto è quasi inutile spedire a chiunque: le probabilità che il manoscritto vada nel bidone della carta senza che sia stata aperta la busta sono altissime.

#583 Comment By Lidia On 6 agosto 2009 @ 17:31

@Angra

Ma per “contatto” cosa intendi? Che devi rompere le scatole cominciando a telefonare, a chiedere nomi di editor…o cosa? Io non ci capisco molto, a esser sincera, non ho nemmeno la più pallida idea di come crearmi dei contatti all’interno di una casa editrice qualunque, sia grande che piccola.
Tu hai avuto qualche esperienza in proposito? Sembri molto sicuro di quanto affermi.

#584 Comment By Angra On 6 agosto 2009 @ 18:03

@Lidia:

Le esperienze ce l’ho in negativo, cioè case editrici che dopo due anni ti rispondono che il tuo manoscritto non hanno tempo di guardarlo, sorry (le altre non rispondono proprio). Il fatto è che ricevono migliaia di manoscritti all’anno, e quelli che in teoria dovrebbero leggere almeno la prima pagina hanno altro da fare. Qualcosa sì, ogni tanto lo leggono, e in questo senso qualsiasi aggancio che possa far finire il tuo manoscritto nella parte alta del mucchio può essere utile.

Rompere le scatole no, non credo sia una buona idea. Ti rimando al Vademecum dello scrittore esordiente di Luca Oleastri, che nel campo dell’editoria ha lavorato.

#585 Comment By Lidia On 6 agosto 2009 @ 18:12

Grazie Angra,
ho già salvato la pagina :)
Tutto questo non è incoraggiante. Certo, capisco che trovarsi migliaia di manoscritti di fronte ogni anno comporti una certa selezione, che sia indirizzata attraverso agenzie, contatti, o semplici cestinamenti a caso…ecco, ma è solo quest’ultimo punto che manda tutti in bestia. Soprattutto se spedisci un chilo di carta (perché non ti accettano solo due o tre capitoli), e poi vieni a sapere che il tutto si è fatto un viaggio di sola andata verso la più vicina pattumiera. Tapini noi.

#586 Comment By Angra On 6 agosto 2009 @ 22:34

@Lidia: per dieci minuti di odio collettivo verso gli editori sono sempre disponibile ^__^

#587 Comment By ilaria On 7 agosto 2009 @ 13:17

riporto qua sotto l’intervista fatta a Sosio su Delos:
Ricordo un tuo editoriale, che fece discutere anche su it.arti.fantasy : “Fantasy, boom a tutti i costi”. Facevi riferimento in specifico ad alcuni fenomeni editoriali come Licia Troisi e Christopher Paolini. Mi par di capire che tu allora non approvassi quel tipo di produzione a largo consumo. Sei ancora del medesimo parere? Oltretutto in uno dei vostri concorsi letterari più importanti, quello organizzato da Fantasy Magazine, la stessa Licia Troisi è tra i giurati.

Sono ancora del medesimo parere, certo. Del resto la mia critica non era riferita ai romanzi in sé – che non ho neppure letto, perché la fantasy non mi piace gran che – ma allo sfruttamento commerciale del genere che passa sopra agli ideali della buona editoria

vorrei far notare che il pomposo critico non li ha neanche letti i romanzi della troisi! Ma non vi vergognate? State attenti perchè a forza di buttare merda prima o poi nella merda ci si finisce! Che c’è? Per caso hai mandato un tuo manoscritto a qualche casa editrice e te l’hanno bocciato? Non mi sorprenderebbe dato le minchiate che scrivi!

#588 Comment By ilaria On 7 agosto 2009 @ 13:20

aggiungo! Vorreste essere boia di un successo meritato, ma dite solo una massa di boiate!

#589 Comment By Angra On 7 agosto 2009 @ 14:08

@Ilaria: il fatto che tu te la prenda con me (mi pare di capire) per quello che ha detto Sosio è talmente comico che mi ha rallegrato una giornata altrimenti un po’ grigia. ROTFL! Devi essere sbarcata da Marte stamattina… ^__^

#590 Comment By Merphit Kydillis On 8 agosto 2009 @ 10:58

Mi spiace tornare all’argomento Miyazaki VS Ferrario, ma qualche giorno fa ho avuto una vivace discussione con una ragazza.
Secondo costei, copiare è normale e Ferrario, pertanto, non ha colpa alcuna. “MIa cara, se voglio leggermi Naruto mi compro il manga di Masashi Kishimoto, anziché comprare ciarpame dalla Panini Comics…” Le reazioni seguenti a questa frase sono state a dir poco incivili.
Vi dico solo che mi ha preso a paroloni (e anch’io, a quel punto, sono andato di matto) manco le avessi data della peripatetica…
Ah, poi per quanto riguarda i romanzi che si fanno passare per fantasy: “Uno scrive romanzi per venderli! E poi il fantasy È letteratura per ragazzi!” Io, sempre gentilmente (ma con i cosidetti a girarmi come BeyBlade per tale bestemmia), gli ho detto che Lewis e Tolkien non si sono fatti venire i calli alle mani fino a 90 anni scrivendo romanzi solo per vivere di rendita. E che la lettura dei loro romanzi non era destinata solo a noi bambini.

Io mi chiedo: ma uno non può considerare il fantasy come gli altri generi letterali? Cioè: l’horror, il giallo, il romanzo rosa, il romanzo storico… questi vengono considerati normali perché TUTTI li leggono. Invece il fantasy lo trattano come se fosse un sieropositivo e adatto solamente a bimbominka.
Se alla Lucca Comics di quest’anno incontrerò gente pensa a tali cretinate, darò di matto e mi vedrete sul TG 5. Poi magari ci faccio un romanzo e vivrò di rendita…

#591 Comment By Angra On 8 agosto 2009 @ 12:57

@Merphit Kydillis:

Credo sia solo questione di intendersi sul significato delle parole. La Troisi vende probabilmente 20 volte tanto quanto tutti gli altri autori italiani messi insieme, per cui dal punto di vista degli editori il fantasy è quello. Molti poi hanno sempre inteso “fantasy” come “sulla falsariga di Tolkien”, ovvero una compagnia multietnica di gente che attraversa mezzo mondo (perlopiù disabitato) per andare a rompere le corna al Signore del Male di turno. Anche con qualche ragione, c’è chi dice “non lamentatevi se il tale romanzo fantasy è pieno di cliché, il fantasy è tutto un cliché per definizione”. Se è solo questione di nomi, basta rassegnarsi e inventarsene un altro.

#592 Comment By Stefano On 9 agosto 2009 @ 13:33

@Ilaria
E’ bello sentire citare una propria intervista (sei l’Ilaria di facebook?)
Comunque quella era l’unica domanda velatamente polemica che ho rivolto a Sosio. Dopo una simile critica rivolta alla Mondadori in cui veniva però anche enfatizzata l’inesperienza della Troisi. ho trovato oltremodo stonato (ma comprensibile a livello comunicativo) che la si scegliesse come giurato. Senza voler essere polemico, Sosio di recente ha ammesso che la Troisi è cresciuta come scrittrice, mi auguro che l’abbia letta nel frattempo.

#593 Comment By Gianluca On 10 agosto 2009 @ 02:48

Povera Panini, non è vero che vende ciarpame. Purtroppo la casa delle figurine ha provato a fare quello che la Marvel ha fatto con La Torre Nera di S.King, fortuna che la Marvel abbia dei disegnatori di punta della madonna e noi…. Ferrario… e inoltre al progetto Marvel ha collaborato direttamente King mettendo mano a sceneggiatura e il resto.
(veloce cambio di argomento: sto leggendo appunto La Torre Nera, i primi tre libri li avevo letti tempo fa, il secondo l’ho trovato un po’ faticoso. Ho appena finito il quarto che è scivolato via ad una velocità impressionante, mi è piaciuto molto. Sto iniziando il quinto… Consiglio la lettura!)
\m/ yeah!

#594 Comment By Angra On 10 agosto 2009 @ 12:44

@Stefano: peccato solo che il fatto che la Troisi sia migliorata come scrittrice è falso, semmai è peggiorata dopo aver esaurito le idee nella prima trilogia. Se ne lamentano persino alcuni suoi fan…

@Gianluca: in realtà far collaborare l’autore del romanzo alla sceneggiatura del fumetto non ha molto senso, trattandosi di due cose molto molto diverse.

#595 Comment By gugand On 10 agosto 2009 @ 14:21

Ci credo che alla Troisi siano finite le idee.
Non si documenta e non legge fantasy per sua stessa ammissione.
Io ho provato qualche volta a buttare giu’ delle trame, anche se sempre per giocare di ruolo e la mia fonte principale era lo studio del periodo medievale quando studiavo alle superiori (avevo un libro di storia che a fine capitolo metteva stralci di vita quotidiana e tecnologia del periodo, molto illuminanti). Pensavo sempre a come sfruttare le particolarità del periodo, senza contare le idee ispirate leggendo altri racconti di fantascienza e fantasy pensando tra e me e me come sarebbero potute andare la situazione fosse stata un po’ diversa.
E’ vero come dice la Strazzulla che scrivere e’ come uno starnuto, ma solo se stai al freddo della documentazione ti può venire il raffreddore dello scrittore :)

#596 Comment By Stefano On 10 agosto 2009 @ 16:30

Sulla questione fumetto mi sono un po’ documentato perché, se avessimo ottenuto qualche riscontro dai protagonisti, ci sarebbe piaciuto scrivere un articolo su “Terre di Confine”. Ma tutti hanno preferito combattere la loro guerra nei blog.
Io credo che Ferrario sia indifendibile e avrebbe fatto bene a scusarsi: la questione dell’omaggio è talmente ridicola che non solo non ha retto di fronte alla mole di plagi riscontrati, anche da diversi autori, ma ha messo in difficoltà chi questi “omaggi” o “citazioni” avrebbe dovuto identificare immediatamente, ovvero quelli della Panini,visto che tali riferimenti dovevano essere lapalissiani perfino ai semplici lettori. Se la brillante idea dello stile manga provenga da Ferrario o da qualcun altro in Panini rimarrà un mistero, vista la solita triste sequela di affermazioni e smentite ormai invalsa nella tradizione italiota. Ferrario, però, a detta di tutti, è un grande professionista e quello che si vede nel suo blog (per quello che ne posso capire io stesso) è lì a testimoniarlo.
Ma ho un altro dubbio: prima di scegliere Ferrario si sono valutati i lavori di altri fumettisti, non sarà appunto lo stile troppo europeo dei loro lavori ad averne determinato la bocciatura?
Recchioni è stato onesto e furbo allo stesso tempo: in casi come questi alla fine tutti vengono coinvolti, tutti finiscono per sporcarsi. Recchioni ha dimostrato, anche in questo frangente, di avere un passo in più degli altri a livello comunicativo: mi prendo anche colpe che non ho per evitare gli schizzi di fango che finiranno per macchiare un po’ tutti.
Pessima la figura dell’entourage Panini per i motivi esposti sopra. Barbieri, poi, che non centrava proprio nulla nella vicenda, si è dato la zappa sui piedi con una lettera aperta che si potrebbe riassumere cosi’: tutti copiano, ma voi non conoscete tutte le fonti a cui attingono i fumettisti. Vero. Ma un evasore, anche se non viene scoperto, rimane un evasore. E credo ci sia differenza tra l’ispirarsi e il copiare. I ragazzi di Disegno Manga sbagliano, però, a incensare gli autori orientali: Hagiwara copia a man bassa da riviste di quart’ordine, l’esempio di Slam Dunk è stato riproposto da più parti e gli autori di manwa di Hong Kong copiano di brutto. Quindi andare anche a fare delle spiate alla Ghibli è non solo umanamente patetico, ma anche abbastanza risibile: alla Ghibli credo interessi molto di più il mercato interno rispetto alle nostre italiche beghe.
A livello generale tutta la vicenda denota una sottovalutazione e un disprezzo del pubblico giovane che ha dell’incredibile: Recchioni evita di giudicare i romanzi della Troisi perché è un fantasy rivolto ai giovani, quando si critica le opere dell’autrice viene ripetuto fino alla noia che lei non è Martin o Gemmell, però se i lettori sono “incredibilmente attenti” (per usare una triste espressione della Lipperini) allora questi ultimi diventano nerd, dei poveracci fanatici e fissati. Tutto molto bello…
Infine l’autrice, che non ha colpe, però il nome in copertina era il suo e i lettori a comprare il fumetto non erano certo fan di Ferrario o di Recchioni, quindi, cavolo qualche urlo a qualcuno, anche in prima persona l’avrei fatto. E’ sembrata quasi un semplice ingranaggio di un’iniziativa che ha viaggiato autonomamente, senza che lei ne avesse diretto controllo.

#597 Comment By Leearon On 10 agosto 2009 @ 17:55

Sulla questione fumetto va detto che molti nel corso del dibattito hanno cambiato posizione, occhio quindi nel citare e/o giudicare gli altrui commenti. in un primo momento sembrava si stesse commentando lo “scippo” di qualche posa (cosa nel fumetto normalissima, quasi doverosa!), solo in un secondo (terzo) momento si è scoperto che quasi tutto è un rimaneggia e copia/incolla.

detto ciò, una mia esperienza di pochi minuti fa: alla FNAC stavo bazzicando il reparto Fantasy, e a un certo punto me ne stavo quasi vergognando (grazie Licia!). un branco di neanderthal che sapevano si e no usare una seconda vocale che non fosse la “A” se ne stavano appunto lì a dissertare delle diverse qualità di Troisi, Paolini e Strazzulla, Da un lato ero orripilata, ma dall’altro… Crom, stavano parlando di libri che avevano LETTO. quei COSI avevano letto. QUELLI. e ne parlavano nel reparto LIBRI.

Forse la Troisi non è il Male. ma soltanto l’Anello Mancante.

#598 Comment By Stefano On 10 agosto 2009 @ 19:03

Credo di aver offerto un riassunto esaustivo, invece: ho, infatti, tralasciato certe patetiche difese di Ferrario emerse all’inizio nel blog di Ginevra (il che, voglio precisarlo, non significa che Ginevra fosse d’accordo)
Bella la tua definizione, ma il reparto fantasy di cui parlavi non mi sembrava molto guarnito. Credi che le grandi case editrici capiranno che il fantasy non è fatto soltanto da Paolini e dai nostri italici epigoni? Io ne dubito… e in questo modo il tuo anello mancante diventa semplicemente “un anello da naso”

#599 Comment By Stefano On 16 agosto 2009 @ 10:57

A proposito, la teoria dell’anello mancante è stata bruscamente smentita alcuni giorni fa. Nella biblioteca in cui lavoro i libri fantasy sono per lo più molto vecchi, con pagine ingiallite e copertine rovinate. I pochi libri di recente uscita li ho fatti ordinare io tramite i “desiderata” o ci provengono direttamente dal grossista (e sono, come è ovvio, tutti titoli degli autori che vanno per la maggiore, Troisi in testa)
La ragazzina ha guardato con fare disgustato il settore, per poi sentenziare: ma sono tutti vecchi! e se ne è andata digustata non prendendo nulla.

#600 Comment By Merphit Kydillis On 16 agosto 2009 @ 15:05

@ Stefano: Male, molto male. Se uno giudica un libro in base all’età, tanto vale mandarli al macero. Ho questo vizio, metto a setacciare in quei bidoni per il riciclaggio della carta alla ricerca di qualche buon libro da “adottare” nei miei scaffali… insomma, frugo nella spazzatura >.>
Nonostante quest’attività non proprio pulita, spesso trovo dei buon libri (anche se la maggior parte di sono abbastanza vecchiotti). Tra i più importanti ho rinvenuto Il Dossier Odessa, una La Cattedrale del Mare abbastanza nuovo (e parlo della versione “gigante”, con tanto di segnalibro, mappa di Barcellona e illustrazioni) Shogun di James Clavell e, ultimo ma non meno importante, I Draghi del Crepuscolo d’Autunno della coppia Weis-Hickman.
Riguardo a quest’ultimo libro: QUELLO, a mio parere, è un buon libro fantasy: stile semplice, la magia ben strutturata e una buona abilità nel mostrare. Non come R.A. Salvatore (come c***o è fatto un orrore uncinato?! Non lo so perché non te lo dice!), che scrive romanzi commerciali destinato ad un pubblico che, alla lunga, dovrebbe sapere molto dell’ambientazione Forgotten Realms di D&D. Melgio Weis-Hickman…

#601 Comment By Annaf On 16 agosto 2009 @ 22:52

Non come R.A. Salvatore (come c***o è fatto un orrore uncinato?! Non lo so perché non te lo dice!), che scrive romanzi commerciali destinato ad un pubblico che, alla lunga, dovrebbe sapere molto dell’ambientazione Forgotten Realms di D&D.

Ho provato a leggere un suo libro e non mi ha per niente presa o coinvolta, mi sono fermata dopo pochi capitoli.

#602 Comment By Elys On 17 agosto 2009 @ 12:06

Sono commossa dalla scoperta di questo blog e di questo articolo.

Ovviamente vi rendete conto che la Verità su queste pagine web è solo fonte di insignificanti, peraltro triti e ritriti: “aaah non avete capito nienteee non può non piacerviiii”, se non un più compito: “Hai dimenticato solo una cosa: le emozioni e i sentimenti che si prova leggendolo” (la migliore… dalla quale non riesce a fare a meno di emergere il virus della devastazione grammaticale che affligge innegabilmente i lettori della T. -> le emozioni e i sentimenti è tutta roba al plurale, ma è un debole peccato, su).
Ma se cotesta Verità fosse espressa davanti al compatto esercito di FM, sì, proprio loro, l’esercito delle menti flessibili del fantasy italiano… eeeehm, era ironico, che accadrebbe?
Qualcuno qui in mezzo deve esserci già passato per forza! Che vi hanno fatto? Fucilati da argomentazioni pienamente fondate di espertoni del fantasy? Massacrati dai sentimenti tipo “lei è una di noi”? Ci pagano per ferne pubblicità, ehm, ma che dico?
La cosa più triste è che da anni una falange smunta di noi appassionati di fantasy cerca di smontare il dannato mito trosiano draghi-ragazzetettone-con-spadone-pastaconlecozze, ma ci rispondono sempre che siamo invidiosi.
La cosa che nessuno si chiede mai è come una laureata in astrofisica (e notare che nessuno fa mai caso all’uso sfrenato di noi di stelle per i personaggi, laddove non sono nomi scopiazzati a mitologie o altro, ma senza un riferimento chiaro da parte dell’autrice, così sapendo molto da “…Io? Non avere idee per i nomi? Ma daaaaai”), che, a detta sua -basta averla tenuta d’occhio quando ancora non era trincerata dietro la fama Mondadori, e parlava un po’ troppo di sè- non capisce una fava di fantasy, tranne aver visto le repliche di Berserk sulla Mediaset, abbia scritto un… ehm… fantasy. A cavolo, ma l’ha scritto.
Ci potete arrivare. Ce la potete fare!

Purtroppo anch’io ho amici fissati. Perché con Mondo Emerso e company, si tratta sempre e solo di “fissazione”. Passione essendo troppo un concetto profondo, penso. Fenomeno da supermercato, d’altronde (quale autore serio non vorrebbe vedere le sue opere esposte da Conad?). Fissazione difesa dai soliti: “Ma noo… ma sei cattiva a dire così!” che fanno pensare a una sorta di condizionamento di massa. Non è bello, ma non ce ne frega niente HA IL MARCHIO. Ricordate il fenomeno del margheritone Guru? Ecco.
Osi dire che Guru-margheritone non è una bella felpa? OSI dire che non sia di qualità? Impossibile! Costa una cifra ergo è eterna. Non è che uno un giorno abbia disegnato una margherita sotto influenza di cocaina e l’abbia spacciata per un fenomeno figo. Siamo in Italia. Ovviamente la Guru è fallita. Ma passiamo oltre, che avete capito il senso.
Ahinoi. Siamo tutti “cattivi” se al terzo capitolo del primo libro c’è scappato un “…ma che cazz… boiataaa… yawn!”. Non dico che autori stranieri non abbiano lo stesso potere soporifero (il fantasy più che venire scritto viene sostanzialmente ABUSATO), ma da un’autrice italiana con tanto di etichetta uno si aspettava qualcosa di concreto, non un fronte rivoluzionario di difesa, età 10-14 anni (o 30+, in molti casi), dei suoi 3425442346 prodotti della filiera Conad, ci mancava solo il fumetto. Il fumetto…!
Ce ne sono tanti di autori italiani fantasy bravi in Italia, ma nessuno lo sa. Purtroppo in Italia è così. Lo scrittore non esiste. Soprattutto di un genere di nicchia. Per cui dimentichiamoci di avere l’Editrice Nord, per dirne una. E pensiamo a come fare del Mondo Emerso un film. E’ già successo un disastro quando vollero a tutti i costi imbastire un Eragon-movie. Il povero Paolini sì che è raccomandato (genitori proprietari di casa editrice – lui pubblica su scala mondiale a 15 anni – E SI VEDE), e il film è ovviamente caduto in mano ai soddisfatori di bimbiminkia. Gente che non si ricorda di fare le orecchie agli elfi, ecco tutto.
Ciò che non comprendo è l’accanimento nella corsa alla difesa dell’onore della Sora T. quando uno butta lì un “Bah, ma a me non è che mi abbia… anzi, mi ha fatto du palle…”. Che di benevolo non ha granché (Cecilia Dart-Thorton non sarà un genio, ma volete mettere? Riccioli biondi, gran sorriso, tutta un’altra storia). Perché fate ‘sto diavolo a quattro? Siete strani. Oppure siete bambini, il che avrebbe un senso.

#603 Comment By Annaf On 17 agosto 2009 @ 12:16

(Cecilia Dart-Thorton non sarà un genio, ma volete mettere? Riccioli biondi, gran sorriso, tutta un’altra storia)

*O* Da dove vieni? Chi sei? Perché non ti sei palesata prima?
Ok, la smetto, è solo che quando sento questo nome da un’altra persona italiana, mi esalto e mi dico che allora non sono l’unica ad aver letto questa scrittrice (anche se non la consideri un genio, fa’ niente, a me basta che tu la conosca).
Grazie di esistere e scusate l’OT XD

#604 Comment By Stefano On 17 agosto 2009 @ 17:28

A onor del vero ho letto anche due negativissime recensioni su FM: una all’ultimo romanzo troisiano e un’altra al fumetto, in tempi non sospetti (prima che saltasse fuori il fattaccio del plagio).
Cambiamento di rotta o scadimento delle opere troisiane? Forse entrambe le cose: alle Cronache bisogna comunque riconoscere una certa genuinità che manca nelle opere successive, frutto di catena di montaggio.

#605 Comment By Gianluca On 18 agosto 2009 @ 12:03

@ Angra.
Il fatto di far collaborare lo scrittore con lo sceneggiatore non mi sembra un’idea malsana. Lo scrittore saprà di cosa si sta parlando, inoltre si risparmia tempo in quanto lo sceneggiatore non deve leggersi il romanzo… ^_^ hahaha, scherzo, spero l’abbia letto. Inoltre a chiusura di ogni volume ci sono racconti ed appendici dello stesso King (forse avrà lavorato solo a quelli).

@Stefano.
Sono pienamente d’accordo con te.

#606 Comment By francesca On 19 agosto 2009 @ 14:04

Mi accodo anch’io a questo topic, perchè è la prima recensione gamberesca che ho letto. Vorrei dire la mia a chi ne contesta la sostanza (perchè la forma, concordo, può anche irritare, specie quando non si parla del libro ma dell’autrice ecc.).
In pratica molti estimatori della Troisi dicono: perchè parlare così male di questo libro, perchè scavare alla ricerca degli errori? Non sarà un capolavoro letterario, ma a me ha regalato emozioni. Mi ha colpito molto questa espressione, regalato, che ricorre in più di un post di affezionati di Nihal.
Regalato? Non so voi, ma io quando vado in libreria, i libri non me li regalano, ma li pago. Non è una battuta. Se il libro venisse davvero regalato, per esempio pubblicandolo gratuitamente su internet, potrei dire, a gambere’, vivi e lascia vivere, che ti frega se Nihal fa un inseguimento ai 190 all’ora con una panda di seconda mano , tanto è fantasy e poi a caval donato… Invece, quando un libro è in vendita, sono molto contenta che qualcuno mi segnali (argomentando e con esempi) che in molti punti il tal libro non funziona come dovrebbe funzionare un buon libro: di certo non lo comprerò. Ce ne fossero! Ho appena speso 21 euro per un thriller osannato a destra e a manca ma che ho trovato davvero loffio e pieno di trovate inverosimili. Leggendo una recensione circostanziata come questa forse avrei speso meglio i miei soldi.
Riassumendo: lo scopo di una recensione è dire ai potenziali lettori se vale o meno la pena comperare una certa opera. E quella di Gamberetta dice: se amate i libri con un intreccio ben congegnato, personaggi complessi, descrizioni non generiche, ambientazione fantastica costruita in modo originale, o ricostruita in modo documentato laddove realistica, avvenimenti coerenti tra loro, scene di battaglia verosimili ecc. ecc. (come molti lettori di fantasy), non spendete i vostri soldi per questo libro. E in questo fa quello che una recensione deve fare.
Insomma, anche le emozioni hanno un prezzo (ma su IBS adesso Nihal è in sconto 20%. ).

#607 Comment By talia On 30 agosto 2009 @ 17:49

Ciao,

Complimenti per la recensione, lessi il libro per riposarmi un po dalle cronache del ghiaccio e del fuoco di Martin e…durai poco, ora sta li a prendere polvere. ;)

ciao e complimenti ancora!

talia

#608 Comment By Nekoi Echizen On 8 settembre 2009 @ 00:59

Gamberetta.. dove sei stata fino ad ora???????
Ho letto tutta la trilogia e ringrazio che fosse un regalo.
Ogni capitolo era da sbudellarsi! Diamine per chi è abituato a leggere veri fantasy la Troisi è qualcosa di indescrivibilmente vergognoso. Prego la notte che questo libro (di barzellette) non arrivi agli americani o londinesi se no siamo finiti, possiamo andare a morire tutti quanti nel bel mezzo della demenza ma prima scuoieremo la Troisi viva per averci fatto questo.
Vorrei tanto capire perchè diamine una GUERRIERA deve avere quegli spasmi involontari che le fan scivolare rivoli umidi d’acqua dagli occhi che lei chiama “e Nihal pianse” mah.. Che schifo, non riuscivo a vedere altro che una tizia priva di qualunque talento avere un successo che non capisco. O forse lo capisco eccome! Con la demenza generale di queste nuove generazioni non mi stupisco che gli scrittori cadano così in basso per vendere i loro libri.. o meglio alcuni lo fanno volontariamente, lei è completamente immersa nella massa di ignoranza che vive nelnostro paese. MI vergogno di avere tale presenza a dir poco avvilente nel mio paese. sarei pro per bandirla dall’Italia. E dire ch eho un’amica che non riesce a leggere i fantasy ma quelli della Troisi si. Evviv ali potrebbe leggere anche un povero portatore di handicap! Fra l’altro una persona che legge tanti libri SA che la cosa che rendono bella la lettura sono le descrizioni che ci fanno vivere gli eventi del libro, qui siamo alla banalità totale e devo dire che la tempistica degli eventi oltre alle misure mi ha a dir poco allibita, poi guardando le copertine non ne parliamo! Non corrispondono per niente alle povere descrizioni troisiane. Si vede che chi le ha fatte non ha letto il libro, un pò come quella porcata immonda che han chiamato fumetti delle cronache del mondo emerso dove anche li han preso.. mh.. permettimi di usare il termine: FORTUNATI per far eun semplice lavoro di copia, incolla ed adattamento da altri autori di fumetti tra l’altro molto famosi come Kishimoto, (autore di Naruto), studio Gibli (autore di opere meravigliose quali la Principessa Mononoke, il castello errante di Howl, e tanti altri), Xmen (palese scopiazzamento) e 100% fragola. Ora io dico un qualnque disegnatore che ha il coraggio di chiamarsi tale HA un suo tratto e quindi magari che mi disegna l’omino dell’impiccato riesce a diferenziarsi, fra l’altro anche la Troisi confessa di essere un’amante dei fumetti che ha usato per irretire quel poveretto di suo marito.. Ma io penso che non ci voglia un genio per veder eche Nihal cambia faccia in ogni pagina!!! E’ disgustoso e davvero poco professionale! Sono proprio contenta che abbiano ricevuto denunce dallo studio Ghibli e che abbian smesso di produrlo.
E finalmente chiedo venia per il lungo commento ma posso sfogare la mia frustazione dopo aver letto questa schifezza.

#609 Comment By francy On 15 settembre 2009 @ 16:23

Saaaaaalve, ultimamente sento l’impellente bisogno di lasciare commenti, quindi eccomi qui! BOAHAHAH! (perdonate il mio attimo di pazzia)
Nella mia foga di commentare non potevo non esprimere il mio parere su questa recensione (magnifica come sempre) e su nihal e la troisi generale (aaaargh!) Devo ammettere, mea culpa, che ho letto questo libro qualche anno fa e l’ho anche trovato interessante! Consideravo la troisi una brava scrittrice, la volevo emulare! Siate comprensivi, non ero stata ancora battezzata al fantasy, poi ho iniziato a leggere pratchett e mi sono divorata (non letteralmente, eh!) la trilogia di bartimeus di stroud e sono rinsavita, rendendomi poi conto grazie al grande verne che esiste fantasy (anche se verne è stato il predecessore della fantascenza… vabbè, non puntualizziamo) oltre i cliches degli elfi e dei draghi. i veri Autori sono quelli che hanno fantasia, cosa di cui la troisi manca completamente. Grazie a questa recensione poi mi sono accorta che questa “autrice” oltre ad essere una scopiazzatrice doc è una demente peggio di magikarp! Quando ho letto dei corpetti sgargianti non sapevo se ridere o piangere! concludo col dire che anch’io come Nekoi ho dato un occhiata al fumetto tratto dal libro, più per curiosità che per altro, e l’ho trovato orribile. tralaltro la commessa della fumetteria dove di solito compro i manga mi ha detto che l’autore del suddetto fumetto è incappato in una causa di plagio per aver copiato delle tavole da un albo di myazaki (almeno penso si tratti di lui, la tipa del fumettolandia ha una pessima pronuncia giapponese). Non so se sia vero o no, devo fare delle ricerche, ma a quanto pare il germe della scopiazzatura la troisi l’ha trasmesso anche a tutti quelli a contatto con lei…

#610 Comment By francy On 15 settembre 2009 @ 16:34

ups, mi sono accorta di non aver letto fino in fondo il commento di nekoi, pensavo di averlo fatto… beh, così almeno i miei dubbi su myazaki sono fugati! concordo in pieno con te Nekoi!
e infine GRUMO FOR PRESIDENT!!!!!

#611 Comment By lilyj On 15 settembre 2009 @ 22:34

Non so se è già stato detto, ma la cara autrice ha anche copiato “Salazar”. È il nome proprio di Serpeverde (in originale Salazar Slytherin), uno dei quattro fondatori di Hogwarts, la scuola di magia di Harry Potter.
Si può essere più patetici?

#612 Comment By Annaf On 15 settembre 2009 @ 23:15

@lilyj: Certo, l’originalità sta anche nel trovare i nomi adatti ai personaggi, che rispecchino il modo di essere di quel personaggio o che si sposino bene con certe caratteristiche, però non sono coperti da copyright, quindi in fondo non ci vedo nulla di male (soprattutto se i personaggi sono totalmente diversi tra loro). Altrimenti io dovrei mandare una mail tutta incavolata a David Whitley perché un suo personaggio si chiama come uno dei miei.

#613 Comment By lilyj On 16 settembre 2009 @ 00:15

@ Annaf: ok, però mi sembra comunque sospetto, visto di chi stiamo parlando. O no?

#614 Comment By Annaf On 16 settembre 2009 @ 00:58

Certo, ma un nome, messo lì così, non vuol dire niente. Se ha la stessa personalità complicata (e dei personaggi della Troisi non si può certo dire una cosa del genere, visto che sono piatti), le stesse tendenze, gli stessi modi di fare di Salazar Serpeverde, allora sì, si può parlare di copiatura. Ma finché c’è solo un nome non ci vedo nulla di male.
Come ho già detto, portando il mio esempio, ci sarebbero tantissimi autori che potrebbero gridare al plagio perché qualcun altro ha usato gli stessi nomi per i propri personaggi. Anche la Meyer ha usato certi nomi (Bella, anche se è l’abbreviazione di Isabella, se non mi sbaglio) e certi cognomi (Black, per citarne uno) usati anche dalla Rowling, ma mi sembra che nessuno si sia mai scandalizzato.
Ripeto, l’originalità di un romanzo sta anche nei nomi, purtroppo se si rifanno a certe cose (stelle, miti, credenze popolari, ecc.) o se attraggono per un qualche motivo, si usano e basta. Sono semplicemente nomi. (E io dovrei fare causa a tutte le madri che hanno messo il nome “Anna” alle proprie figlie XD)

#615 Comment By Merphit Kydillis On 16 settembre 2009 @ 12:58

@ lilyj: mi spiace contraddirti, ma Salazar è un nome comune portoghese, tanto che un personaggio famoso è Antònio de Oliveira Salazar, economista e dittatore portoghese dagli Anni 30 fino alla fine degli Anni 60.
Pertanto, una volta tanto Licia non ha copiato alcunché.

#616 Comment By francy On 16 settembre 2009 @ 18:43

Una domanda.

Avete un romanzo nel cassetto, pessimo.

Una grande casa editrice decide di pubblicarlo in pompa magna e con grande clamore.

Qual è la vostra reazione?

voglio rispondere a cafeine:
possibilità n 1 sono una persona con sani principi, se il romanzo è davvero pessimo, me ne vergognerei a morte e lo brucerei per elminare
ogni prova tangibile del mio fallimento.
possibilità n 2 sono maaaaalvuuuuaaaaagiaaaaa e lo faccio pubblicare sotto uno pseudonimo, così la mia dignità è salva e io mi intasco i profitti e mi compro una torre da 600 metri
possibilità n 3 ho appena battuto la testa molto, ma molto forte: wow, una casa editrice famosa come la mondadori mi vuole pubblicare! allora il mio romanzo non era merdoso come mi aveva detto il mio stesso pc mentre lo scrivevo! lo faccio subito pubblicare! yuppi!

Oggi mi sento stranamente cattiva, scelgo la pussibilità numero 2, e voi?

#617 Comment By Maudh On 16 settembre 2009 @ 19:25

Lo faccio pubblicare da qualche persona facilmente influenzabile e mi propongo come agente per un modico 90%

#618 Comment By Hellfire On 17 settembre 2009 @ 00:16

credo che chi si rende conto di scrivere porcate non vada proponendosi a destra e a manca (a meno che “destra” e “manca” non abbiano già pubblicato orrori disumani)(ogni riferimento eccetera è puramente voluto)

#619 Comment By Clio On 17 settembre 2009 @ 02:21

Essendo una persona con un certo senso dell’onore, se ho un romanzo pessimo nel computer lo distruggo e cancello ogni possibile prova. Magari riscrivo la storia.
La possibilità numero 2 è molto accattivante, ma ho una specie di impedimento genetico a cercar di vendere robaccia in malafede :D Eh, ad ognuno i suoi handicap!

#620 Comment By Kagura On 9 ottobre 2009 @ 01:20

E’ da quando sono una bambina che quando mi dicono “non fare questo” io lo faccio, quindi nessuna sorpresa se dopo essermi sentita dire “non leggere Licia Troisi” mi sono scaricata Nihal, giusto per vedere com’è.
Ovviamente è uno schifo, esattamente come detto da Gamberetta.

Una cosa però; perchè nessun commento sulla palese scopiazzatura di fondo della scena dove Nihal deve superare la “prova” per diventare allieva di Soana? La situazione iniziale è la stessa presentata in Fullmetal Alchemist, quando i due ragazzini devono diventare allievi di Izumi; “Uno è tutto, e tutto è uno”. Anche la stessa frase.

#621 Comment By Vincent Law On 9 ottobre 2009 @ 04:21

Guarda, se vogliamo fare i pignoli, il concetto di “uno è tutto, tutto è uno” non si limita a fullmetal alchemist. Sarebbe una scopiazzatura anche di Talbot, ti pare? Degli ermetisti, degli gnostici… degli alchimisti medievali o rinascimentali… Dell’ eterno ritorno di Nietzsche… E tantissimi altri studiosi, scrittori, filosofi… fino ad arrivare al concetto greco di “En to Pan”, simbolo il famoso serpente che si morde la coda (Uroboro) che rappresenta la ciclicità infinita del tempo. Chi è che copia chi? In realtà credo che la Trosi faccia una semplice citazione, o al massimo trae ispirazione da queste teorie. Il problema VERO, è che:
1 – Lo fa male, molto male: spende due righe per il concetto e oltretutto Nihal ci arriva in due secondi. La descrizione fa pena: il lettore ha l’impressione che neanche la Troisi sa di cosa sta parlando.
2 – Assomoglia maledettamente troppo alla scena di fullmetal alchemist, come dice Kagura infatti, quando i due giovani fratelli, sotto ordine della loro maestra, vanno in un bosco su un isola per cercare la risposta a “uno è tutto, tutto è uno”.
Si sa che la Trosi è un appassionata di anime e manga, ma il problema (e la differenza con altri scrittori appassionati di queste cose) è che NON VA OLTRE. Anche una semplice ricerca con Google avrebbe fatto scoprire alla troisi quanto fosse sputtanata la teoria del “Uno è tutto, tutto è uno” e come fare per renderla più originale all’interno del suo libro. Ma non le è fregato una mazza, quindi, a noi la mondezza…

#622 Comment By francy On 9 ottobre 2009 @ 20:11

Sono d’accordo con Vincent Law. Anch’io, da grande fan di FMA (il manga, non l’anime) avevo notato la somiglianza, però la cosa che mi ha dato fastidio, anche se all’epoca ero una povera e igenua Troisi fan, è stato che la suddetta autrice non si è nemmeno data la pena di approfondire il concetto. Non tanto perchè l’abbia liquidato in poche righe, perchè anche l’Arakawa ci ha messo poche vignette a spiegarlo, ma, caspita, erano vignette che hanno lasciato il segno! No, quello che mi ha fa alterare tutt’ora è che probabilmente la Troisi abbia voluto ficcare dentro alla sua storia il tutto è uno e uno è tutto per aggiungere un qualcosa di mistico e ciance belle, senza fare uno straccio di ricerca su un concetto complicato e dalle mille sfaccettature, al contrario della Arakawa che si è fatta un bel po’ di ricerche. lo so perchè, per la mia storia, ho comprato un libro sull’alchimia (Storia dell’Alchimia di Eric John Holmes) in cui ho ritrovato molte simbologie usate in FMA con rispettivo significato. Sta tutto nel documentarsi, infatti il tutto è uno e l’uno è tutto della Arakawa è buono, quello della Troisi è un’offesa alla povera alchimia.

#623 Comment By Kagura On 9 ottobre 2009 @ 22:00

Grazie a Vincent Law e Francy; sapevo che l’Arakawa aveva riutilizzato il concetto, perchè nel suo manga ci sono continue citazionie e allusioni, ma sapete: “allora, la squinzia deve diventare allieva della strega e quindi deve starsene isolata in un posto ostile [...fingiamo lo sia] e pensare alla frase ‘Tutto è uno e uno è tutt…’…ohi, l’ho già sentita. E la Troisi non leggeva manga?”.
Quella maledetta somiglianza mi ha dato davvero fastidio; la prova alla Paolini di meditare in mezzo alla natura, pazienza, i folletti che saltano qua e là, pazienza, Sennar che è un’emerito pirla che non rispetta gli ordini della sua maestra, pazienza, la maestra che è un’emerita pirla e non se ne accorge, altra pazienza; ma la scopiazzatura da FMA no. Oltre al danno, la beffa.
Non solo all’alchimia, ma anche al povero lettore, sopratutto se otaku, che leggendo questa cosa alla fine del libro si ritrova a commentarla con: ” e quindi?”.

#624 Comment By ??? On 10 ottobre 2009 @ 12:29

@Kagura, Francy, Vincent

Non penso che la Troisi si sia rifatta a FMA proprio perché il concetto non arriva dal fumetto, ma è in giro da molto prima: prima di cristo, per capirci.

Il punto ora è: riferimenti sì o riferimenti no?

Personalmente non trovo nulla di male in uno o mille riferimenti, a patto che abbiano senso nella scena/romanzo. Qui ad esempio il riferimento ci può stare, più che altro potra non piacere l’esecuzione della scena.

I riferimenti che non vanno sono quelli tipo i nomi dei protagonisti nel romanzo “Le maschere del potere” recensito da Gamberetta dove troviamo Fladnag (Gandalf al contrario) Odorf (Frodo) e così via. Questi sono “riferimenti” fatti a stracazzo perché non sono motivati.

La questione riferimenti si lega poi a un’altra questione più vasta.

Se sto scrivendo di un mondo fantastico posso riferirmi a qualcosa che “proviene” dal nostro mondo? Come la filosofia dietro alla frase “Uno è tutto e tutto è uno”?

Bè, dipende dal mondo fantastico. Se è un mondo uguale al nostro come quello di Swanwick in The Dragons of Babel praticamente posso usare ogni parola anche “pistola, scarpe italiane, hamburger.”

In un mondo fantasy classico invece no.

Anche lì però bisogna andare per logica: se in una scena ho una piramide a gradoni non vedo niente di male a definirla come tale, invece di descriverla come un edicio squadrato di più piani sempre più piccoli. (Descrizione orribile, fra l’altro)

E questo anche se tecnicamente non potrei usare la parola “piramide.”

#625 Comment By Clio On 10 ottobre 2009 @ 14:43

A ???
Sono in parte d’accordo in parte no. Il lessico da usare in un romanzo fantasy è una faccenda spinosa.
Se il mondo è collegato al nostro, o una versione diversa del nostro o il nostro in futuro/passato mitologico, allora si possono usare termini del nostro vocabolario o espressioni ricorrenti senza problemi.
Se il mondo è totalmente diverso e separato il problema è complesso: da un lato usare parole del nostro mondo è scorretto, perché in una galassia lontana lontana non hanno di certo le nostre strutture linguistiche e i nostri riferimenti. Quindi chiamare il deposito munizioni di una nave santabarbara è scorretto: in quel mondo non è vissuta Santa Barbara. Allo stesso tempo però non si può complicare troppo le cose. Se il personaggio usa un’arma come la pistola, tanto vale chiamarla pistola, onde non complicare troppo le cose al lettore con una lunga spiegazione. Dopotutto quando si parla di un mondo fantasy si parla di un mondo che teoricamente esiste o sarebbe potuto esistere nella vasta gamma di possibilità. E nelle infinite possibili combinazioni può o potrebbe esistere un mondo in cui si usano armi praticamente identiche ai moschetti a miccia. A questo punto è bene parlare chiaro.
Diverso è per le espressioni correnti. Un personaggio sbuffa “maremma mayala!”, vuol dire che è alterato. Ma Maremma mayala è tipicamente fiorentino, e nel mondo del personaggio non esiste la Madonna, non esiste la Maremma e magari il maiale è sacro; non solo, l’espressione vuole significare irritazione, si può tranquillamente sostituire con qualcosa di diverso senza mettere il lettore in difficoltà.
Per i concetti astratti come quello citato: dipende. Nel nostro mondo è una teoria su cui si basa un certo tipo di sapere. Nell’infinita gamma di possibilità, si può benissimo immaginare un mondo in cui esiste una teoria ed un sapere simili e parlarne se sono utili alla trama! Non conosco il manga, ma mi pare di capire che il concetto sia fondamentale nello svolgimento. In Nihal è altrettanto fondamentale o è messo lì perché ci voleva qualcosa di figo e esoterico?
Per esempio, posso benissimo inserire in una storia il taoismo o la mitologia germanica, se penso che siano importanti. Ovviamente dovrò trattarli con cautela e non chiamarli “taoismo” e “mitologia germanica”. Dopotutto al mondo esistono filosofie e religioni molto simili in posti lontanissimi tra cui non ci sono stati scambi. Se è possibile che il mito dell’Uovo Cosmico fosse in Grecia ed in Giappone, è possibile che Nihal rifletta sul Pan e l’eterno ritorno. Il punto è: ha senso nella storia? La cosa più importante era che Nihal capisse che tutto è uno ecc. o che diventasse allieva di Soana a fini di trama? Nel secondo caso, la trovata della Troisi è tuttalpiù banalotta e sprecata.

#626 Comment By ??? On 10 ottobre 2009 @ 17:34

@ Clio

Ehm, dammi del pistola, ma non ho capito bene: dov’è che non sei d’accordo? A me pare che abbiam detto la stesse cose. (^__^)

Per quanto riguarda le versioni alternative del mondo, Swanwick in The Dragon’s Daughter collega il suo mondo al nostro, ma in The Dragons of Babel (stessa ambientazione) non fa mai cenno alla cosa, eppure usa scarpe italiane, mitologia croata, auto BMW, termini “dialettali” degli stati meridionali USA etc etc.

Alla fine come anche tu dicevi (mi sembra di capire) bisogna sapere quale effeto si vuole ottenere e andare di logica per fare le proprie scelte.

Piramide a gradoni, come dicevo, non ha sinonimi “neutri”, come invece ha un’imprecazione, perciò: ho usi il termine o descrivi l’edificio o cambi e metti una torre.
Certo è che se questo è l’unico caso in cui fai questo tipo di scelta in tutto il libro e il tuo è un mondo fantasy medievale, allora è meglio evitare, perché il lettore storce il naso.
Però, se come me, prima hai fatto vedere navi volanti e ascensori pubblici a vapore e giornali venduti agli angoli delle strade, il lettore non dovrebbe avere troppi problemi, no?

Venendo alla Troisi, ho letto la scena molto tempo fa, ma se non ricordo male le serviva riflettere sulla frase per l’addestramento magico, ovvero comprendere il fondamento alla base di tutto il creato.
Quindi non ci vedo niente di male.

Il vero problema è che nelle Cronache di Licialandia non si fa mai più riferimento a quella filosofia e la magia è totalmente scollegata dalla natura.
Mi spiego: Sennar, il mago non fa appello o comanda alcun spirito elementale, nè piega gli elementi con la logica del “riciclo” o che “tutto è collegato”: fa semplicemente cose a caso.

Le magie che mi ricordo sono:

1) Far diventare un’arma un serpente.

2) Creare una passerella di luce sopra il mare per non dover nuotare dalla spiagga a una nave, che sennò si bagna, puar. (Povero in friulano)

3) Far librare in aria la suddetta nave. (Ma non con l’aiuto del vento)

E così via.

Alla fine quindi il problema con la scena di Nihal è: che spieghi la magia a fare se poi non segui quello che dici?

In FMA la scena non era uguale al 100%, ma il succo sì. Al e il fratello Ed dovevano capire che nulla si butta, ma tutto si trasforma.

Nel manga, però, la scena ha senso, perchè il concetto ritorna molte altre volte e fa comprendere ai due protagonisti che forse c’è un metodo per riottenere gli arti di Ed e il corpo di Al che erano andati perduti.

#627 Comment By francy On 10 ottobre 2009 @ 18:24

Il vero problema è che nelle Cronache di Licialandia non si fa mai più riferimento a quella filosofia e la magia è totalmente scollegata dalla natura.
Mi spiego: Sennar, il mago non fa appello o comanda alcun spirito elementale, nè piega gli elementi con la logica del “riciclo” o che “tutto è collegato”: fa semplicemente cose a caso.

Uh uh, è assolutamente vero ù.ù! Ed è anche per questo motivo che penso che Licia abbia inserito il tutto ecc solo per darsi un tono. Non ricordo esattamente ogni particolare della magia mondoemersiana, quinde se dico delle cavolate vi prego di correggermi, ma mi sembra che la suddetta magia non venga minimamente approfondita, quindi proverò a farlo io. Ed è assurdo che un lettore debba interpretare ciò che scrive l’autrice di un libro, ma sorvoliamo.
Come fa Sennar a trasformare il pugnale in un serpente? Forse, e dico forse, no è tanto distante dalla logica della magia troisiana perchè è possibile che la materia del mondo emerso non sia altro che la forma tangibile dell’energia del tutto è uno ecc, quindi i maghi che sono in grado di…uhm…incanalare questa energia possono anche modificarne la trama a loro piacimento e trasformare il metallo in un animale( o i le verze in qualcosa di mangiabile^_^) Ma per la barca volante e le passerelle non ho proprio alcuna idea.
Questo è un altro esempio di come la Troisi sia incoerente perchè, come si è detto prima, la sua magia non segue più la logica naturale. Penso che la Troisi avesse in mente una sua precisa idea di magia onnipotente che non solo piega le leggi della natura, ma le ignora del tutto. Poi ha aggiunto la filosofa dell’uno è tutto ecc come spiegazione postuma per… beh, a questo punto non lo so più neanche io per che cosa.
Io sono del parere che la magia operata da esseri umani o mezz’elfi che siano(comunque non divini o demoniaci) sia più credibile quando viene spiegata, ma nella maniera corretta. Soprattutto, mi pare di ricordare, nei suoi libri la Troisi spiegava che la magia buona era quella che operava secondo le leggi della natura, mentre quella del Tiranno era una magia che andava contro a tali leggi. Peccato che anche la magia buona stravolge le regole naturali!XD

#628 Comment By Clio On 11 ottobre 2009 @ 00:44

A ???

Per Swanwick:
Se è la stessa ambientazione del primo, suppongo che, come il primo, sia collegato al nostro mondo. Quindi il lettore non dovrebbe sentirsi “spaesato”.
In Carpe Jugulum siamo sul Mondo Disco. Non l’ho ancora finito, ma si accenna appena al fatto che il mondo sia piatto: essendo un romanzo della saga il lettore non è sorpreso se ad un certo punto qualcuno precipita dal bordo. (Vebbè, con Pratchett, dopo 20 pagine, il lettore non dovrebbe sorprendersi più di nulla, capita di TUTTO :D)
Comunque il punto su cui non sono completamente d’accordo è questo:

Se è un mondo uguale al nostro come quello di Swanwick in The Dragons of Babel praticamente posso usare ogni parola anche “pistola, scarpe italiane, hamburger.”

In un mondo fantasy classico invece no.

Sorvolando sui nomi con riferimenti storico-geografici evidenti (come hamburger), dipende dalla storia. A seconda del “tema” del racconto, un personaggio ricarcica la balestra col marchingegno o col martinetto. Se è una storia di guerra, ad esempio, penso sia meglio usare la parola precisa, anche se viene dal nostro mondo.
Inoltre penso che molto dipenda dall’abitudine. Chi legge fantasy “classico” non si scandalizza davanti a parole come “bastarda”, “palafreno”, o “conte”, ma potrebbe storcere il naso se si parla di “wakizashi”, “hatamoto” o “kimono”. Eppure è equivalente.
Insomma, quello che volevo dire è: temo sia una faccenda più complicata di quanto non si pensi ^_^ Et c’est tout. Ma magari ho capito male io quello che hai scritto.

#629 Comment By Mauro On 11 ottobre 2009 @ 13:20

Quando in un mondo fantasy ci sono dei personaggi che parlano, difficilmente useranno l’Italiano; soprattutto se non sono Umani. Eppure, i dialoghi sono quasi sempre in quella lingua (ovviamente, per i libri editi in Italia), ma nessuno si scandalizza.
In quel contesto, l’Italiano non è la lingua parlata, ma una sorta di “traduzione in tempo reale” del dialogo, fatta perché il lettore possa capirlo: i personaggi parlano la loro lingua, che sul libro viene resa con l’Italiano.
Analogamente, scrivere “hamburger” (o cos’altro) è semplicemente per far capire di cosa si parla senza dover fare descrizioni ogni volta; descrizioni che potrebbero essere inserite nel libro, ma farlo per ogni termine potrebbe risultare pesante, e potrebbe richiedere inutili interventi dell’autore (“Ordinò un kpf, una bistecca circolare di carte tritata pressata”; il personaggio sa cos’è il kpf, perché dirlo?).

#630 Comment By ??? On 11 ottobre 2009 @ 13:49

@ Clio

Siamo come Adamo e Dio nella Cappella Sistina: se non diciamo le stesse cose siamo a un soffio l’uno dall’altra.
(Poi, ovvio, io sono Dio ^__^)

Scemate a parte, per Swanwick: i romanzi condividono solo l’ambientazione. Se leggi solo il secondo il collegamento col reale non viene mai menzionato, quindi ti puo rimanere il dubbio: perché sta usando Scarpe Italiane, BMW, mitologia e lingua Croata etc etc.

Penso sia,come stiamo dicedo da più post,questione di:

1) quello che vuoi fare;
2) logica.

A Swanwick, per es, non penso che gliene freghi niente di giustificarsi.
Vuole solo farti credere che il mondo è reale e perciò ti mette un ippogrifo e una porsche parcheggiati uno accanto all’altro e tutti i personaggi che passano di lì, li vedono, ma non pensano: che ci fa qui una porsche?

Il suo obbiettivo e stupirti creando normalità, quindi se vuole un rasoio elettrico per una scena e qualcuno gli dice: MA NO! E’ ELETTRICO! lui risponde: senti,vedi un po’ di andare a fanculo, va!

Tu forse ti stavi interessando di più al punto 2. Quello che dici lo condivido in pieno. Forse da aggiungere c’è che non centra solo il tipo di storia, ma anche il POV. Mi è stato ricordato di recente qui:

https://www.blogger.com/comment.g?blogID=3825946599778285296&postID=6242652715234166145

Posto il link così perché sono technologically challenged (^__^).

#631 Comment By Clio On 11 ottobre 2009 @ 22:24

A Mauro
(Mauro Malboro di Cuneo?)
L’hamburger ha un riferimento geografico preciso, quindi penso ci stia male. C’è da vedere se è davvero necessario specificare: nella maggior parte dei casi questi dettagli possono essere sorvolati (“hamburger” con “piatto di carne”). Altrimenti, se è fondamentale e il nome ha riferimenti storico-geografici precisi, penso sia meglio cambiargli nome. Il formaggio Lancre Blu di Tiffany in “La corona di ghiaccio” è chiaramente L’ancre bleu o del bleu d’Auvergne, ma essendo che sul Disco non esiste l’Alvernia è stato ribattezzato e calato nella nuova realtà.

Il POV complica enormemente la narrazione! Ad esempio in un duello, se adotto il POV di un combattente inesperto l’avversario cerca di sbudellarlo, se adotto quello di un combattente uscito dall’accademia l’avversario gli assesta un dritto tondo. Il problema è che a voler essere pignoli, certi POV costringerebbero il lettore a cercare sull’enciclopedia ogni tre parole.

#632 Comment By Clio On 11 ottobre 2009 @ 23:08

A ???

https://www.blogger.com/comment.g?blogID=3825946599778285296&postID=6242652715234166145

Grazie per il link, discussione interessante. L’esempio della scherma non sembra calzare.

#633 Comment By Mauro On 12 ottobre 2009 @ 01:13

Sicuramente è una cosa da usare poco, ma non saprei se sia da evitare a priori. Il caso che mi viene in mente è quello dell’abete americano (mi pare), che è quello su cui ho iniziato a ragionare su questo argomento: in non ricordo quale libro, c’era un bosco di abeti americani. Subito mi è venuto da chiedermi cosa c’entrassero, visto il chiaro riferimento al nostro mondo, ma dopo mi sono reso conto che è semplicemente un modo per dare l’informazione visiva dell’albero senza dover inserire descrizioni che potrebbero essere inopportune, e che potrebbero rovinare il ritmo.
Ora: è vero che il solo fatto che mi sia venuto quel dubbio ha parimento rovinato il ritmo, ma notarlo o no è questione di abitudine, così come i due famosi Elfi che parlano Italiano non danno fastidio (nonostante sia internamente assurdo) proprio perché abituati a quell’artificio.
Similmente al discorso della lingua, “abete americano” è il modo comprensibile di rendere come nell’ambientazione chiamerebbero quell’albero (nota: non sto dicendo che l’ipotetico autore abbia fatto questo ragionamento, potrebbe essere un errore; semplicemente, mi pare una base accettabile per motivarne l’uso).

#634 Comment By ??? On 12 ottobre 2009 @ 12:24

@ Clio

Scusa, intendi l’esempio tuo o il mio?

Comincio a credere che forse sono io a render la comunicazione difficile. (^__^)

#635 Comment By Clio On 12 ottobre 2009 @ 13:19

A ???
L’esempio mio.
A Mauro
Ma era essenziale nella storia che fossero abeti americani e non abeti bianchi? Se sì, non c’era scelta, altrimenti a me personalmente darebbe fastidio. Comincerei a chiedermi se la storia per caso non si ambienta in un passato mitico o in un futuro remoto del nostro pianeta, il che mi farebbe allontanare dalla storia narrata.
Poi, spesso si parte dal presupposto che il mondo parallelo sia molto simile al nostro e ospiti forme di vita simili: nessuno si sconvolge davanti a cavalli, umani, quercie, ecc. Il problema è che l’abete americano ha un riferimento geografico forte: ok, quell specie di abete esiste anche nel paese di Vattelappesca, ma l’America? Come il Lancre Blu: esiste un formaggio sul disco che è identico (anche nel carattere :D) a certi bleu, ma non si chiama Bleu d’Auvergne.

#636 Comment By Mauro On 12 ottobre 2009 @ 17:31

nessuno si sconvolge davanti a cavalli, umani, quercie, ecc. Il problema è che l’abete americano ha un riferimento geografico forte

Sicuramente, ma l’Italiano non ha un riferimento geografico anche più forte? Non sto dicendo, sia chiaro, che allora tutto va bene; ma credo che sia solo (o in gran parte) questione d’abitudine, e per ovvi motivi la lingua è ciò cui siamo più abituati; ma al momento non mi viene in mente nessuna occorrenza che mi abbia dato fastidio.
Sicuramente, va usato con criterio (la domanda che facevi se il dare un riferimento visivo usando “abeti americani” era rilevante).

#637 Comment By Zave On 12 ottobre 2009 @ 22:04

@Mauro:
hai ragione!!!
tutti i romanzi fantasy devono essere scritti in una lingua inventata che nessuno conosca (perché è palese che solo chi è stato effettivamente nel mondo dove è ambientata la storia può averla imparata), e con dei caratteri che non possono essere certamente quelli nostri…

non scherziamo dai: è ridicolo mettere sullo stesso piano la lingua della narrazione e riferimenti geografici specifici.
come è già stato detto richiamare il concetto di abete americano in un’ambientazione dove l’america non esiste ha l’effetto di allontanare il lettore dalla narrazione. anche sforzandomi non riesco a pensare ad un motivo sensato per cui dovrebbe essere di vitale importanza ai fini della narrazione che gli abeti siano americani. avrebbe potuto tranquillamente gestire la cosa in modo diverso e più soddisfacente senza riferimenti geografici specifici estranei all’ambientazione della storia.

è invece una cosa totalmente diversa che un libro destinato a lettori italiani sia scritto in italiano. secondo il tuo ragionamento un libro ambientato in francia deve per forza essere scritto in francese, uno ambientato in germania in tedesco, uno ambientato nell’antico egitto… e le traduzioni non valgono!
sì ho capito che la presentavi come cosa paradossale da mettere sullo stesso piano dell’abete americano. ma non è così.
il libro deve essere per forza di cose scritto nella lingua di chi andrà a leggerlo, è inevitabile. poi è chiaro che se il punto di vista è su un personaggio del mondo emerso sarà quella la lingua in cui si esprimerà, anche se noi lo leggiamo in italiano. e se il personaggio si trovasse ad ascoltare la conversazione di due persone che si esprimono in un’altra lingua, noi leggeremmo lo scambio sempre in italiano, con la segnalazione che il dialogo sta avvenendo in un’altra lingua (sempre che quest’altra lingua sia conosciuta dal personaggio, altrimenti nemmeno noi capiremmo nulla della conversazione).
e a mio parere sono comunque da evitare anche espressioni particolari di una lingua legate ad un particolare contesto storico/culturale (o di qualunque altro tipo) che non abbia alcuna correlazione con l’ambientazione della storia. diversi autori infatti creano espressioni e modi di dire legati alla propria ambientazione (alcuni lo fanno bene, altri meno).

#638 Comment By francy On 13 ottobre 2009 @ 17:10

Chi legge fantasy “classico” non si scandalizza davanti a parole come “bastarda”, “palafreno”, o “conte”, ma potrebbe storcere il naso se si parla di “wakizashi”, “hatamoto” o “kimono”.

Uhm, non capisco perchè…^^”
Voglio dire, non mi sembra che inserire termini del genere in un fantasy classico, se per classico si intende con ambientazione medioevaleggiante, possa causare fastidi al lettore. O meglio, potrebbe causare fastidi se fosse fuori da un contesto logico: se un cavaliere impugnasse una catana mi farebbe come minimo ridere (per non piangere, zigh!) ma se la katana fosse l’arma di un guerriero venuto dalle Lontane Terre Orientali non penso ci sarebbero grandi problemi. E usare il termine katana è decisamente meglio che usare una descrizione come “spada a lama curva a taglio singolo con impugnatura rivestita di seta ecc ecc” che fa molto wikipedia (chissà perchè…uhuhuh). Oltretutto i mondi fantasy classici si rifanno al medioevo europeo e quindi non è improbabile che oltre i loro confini ci siano regni che, considerando l’aspetto globale del medioevo nel nostro mondo, siano invece simili al Giappone medievale. Diverso è per il nome Hatamoto che, essendo il nome di un samurai, suonerebbe davvero fuori contesto, a meno che l’autore non voglia chiamare così il sopracitato guerriero orientale per, non so, onorare il sig. Hatamoto.
Concludo col dire che ho seguito attentamente la questione “linguaggio nel fantasy”… c’est très interessant (potere al francese maccheronico!!!! sìììììì!!!!!XD)

#639 Comment By ??? On 13 ottobre 2009 @ 18:53

@Francy

L’esempio che hai fatto di magia non sta in piedi: Licia non si è sprecata a pensare a un modello di magia che fosse coerente e questo è quanto.

Per quanto riguarda la questione Fantasy Classico/Medievaleggiante:

Per medievaleggiante si intende (almeno io la vedo così) un ambientazione con tecnologia simile a quella medievale (es. niente pistole), non un ambientazione che ricalca l’ordinamento sociale del nostro modo durante il medioevo, ovvero dove esistano le nostre stesse nazioni e/o culture e/o religioni.

Il secondo caso si può realizzare, ma sarebbe più simile a un romanzo di storia alternativa con elementi fantastici (ad es. se ci mettiamo la magia) che un fantasy vero e proprio.

In questo caso se, ad es., c’è un giappone medievale si possono usare termini giapponesi, sempre che questi rispettino il POV.

Una terza opzione è una via di mezzo (più vicina al fantasy) in cui si usano le nostre nazioni e/o culture e/o religioni, ma le cambio leggermente rinominandole e cambiandone magari la storia.

Un es. (da quanto mi dicono perché io non gli ho letti) sono i lavori di Joe Abercrombie, dove troviamo l’Unione che riprende la nostra europa, il Gurkish Empire (che ovviamente riprende il Turkish Empire e la cultura mediorientale) e tribù barbariche del nord che riprendono le popolazioni scandinave.

Link: http://en.wikipedia.org/wiki/The_Blade_Itself

Anche in questo caso, però, l’uso di parole troppo “specifiche” prese dal nostro mondo non sarebbero una buona idea.

Alla fine, e scusate se mi ripeto, e questione di:

1 cosa si vuol fare.

2 logica.

#640 Comment By francy On 14 ottobre 2009 @ 16:01

@???
Quando parlavo di ambientazione che ricalcava quella dell’europa medievale anche io intendevo un’ambientazione tecnologicamente e culturalmente simile all’europa medievale (popolazione prevalentemente rurale, armi bianche, armature, villaggetti e castelli che spuntano come funghi…) quindi chiedo scusa se mi sono espressa poco chiaramente, eh eh ^^”
E anche quando parlavo di regni simili al giappone medievale non intendevo certo regni con ordinamento politico giapponese, quello che intendevo è: visto che gli autori per i loro regni fantasy traggono ispirazione dall’europa medioevale, non sarebbe poi così strano se qualche autore, per amor di varietà, decidesse di dare a uno dei regni, magari sul confine est, un aspetto più, appunto, orientale. è davvero poco fantasioso, ma passabile.
Detto questo però ribadisco che secondo me non ci sono poi grossi problemi ad usare la parola katana (ovviamente se il POV lo permette, su questo sono d’accordissimo con te) perchè, è vero che ha un forte riferimento geografico, ma non come hamburger o abete americano. Il punto è che è un nome che indica qualcosa di preciso, come può esserlo stiletto, falcione, stella del mattino ecc ecc. Non si può liquidare una katana come una semplice spada, perchè non lo è. Certo bisogna anche prendere degli accorgimenti nell’inserire termini stranieri per non rischiare di sfociare nell’incoerenza, ed inserire bellamente “katana” in un contesto così “europeo” è bruttino, ma non mi sembra un orrore abominevole come abete americano.
Detto questo( 2: la vendetta) non mi sembra che quanto abbia precedentemente detto si distacchi troppo dal “è questione di logica e di cosa si vuol fare”. Va specificato che io su argomento fantasy classico non sono molto ferrata perchè dopo abomini come eragon (sì, l’ho letto, e mi sono imposta il cilicio per questo) non lo posso più vedere, quindi non so fino a che punto un fantasy del genere può accettare termini stranieri, se ci sono regole sul linguaggio o cose simili… ho semplicemente esposto la mia opinione ^_^

#641 Comment By francy On 14 ottobre 2009 @ 16:20

Ah, un altra cosa, prima ho detto “non so fino a che punto un fantasy classico può accettare termini stranieri” perchè penso che, invece, in un fantasy ambientato in un era moderna simile alla nostra non sia molto “scioccante” sentire usare termini inglesi o cose comehamburger, mentre invece rimane uguale il discorso dell’abete, che non può assolutamente essere americano. Così come se un persopnaggio impugna una pistola questa non potrà mai essere, ad esempio, una Beretta 90two (adoro quest’arma XD) perchè nel mondo fantastico non esiste la fabbrica d’armi Beretta. In questo caso si deve cambiare nome all’arma, ma una cosa del genere non potrebbe essere fatta ad una katana, perchè la katana è una katana, e secondo me un altro nome non evocherebbe la stessa immagine di una katana nella mente del lettore, per quanto possa essere accurata la descrizione. fine =) (questi due commenti uniti formano il più lungo che io abbia mai scritto, come sono orgogliosa!^^)

#642 Comment By Mauro On 14 ottobre 2009 @ 19:36

Zave

è ridicolo mettere sullo stesso piano la lingua della narrazione e riferimenti geografici specifici

Libero di pensarlo, per me è analogo: perché vedere due Elfi di un altro mondo magari di un altro universo parlare Italiano dovrebbe essere meno strano di leggere “abete americano”? Proprio volendo, è più strano: per avere “americano” basta che esista un qualcosa chiamato “America”); per avere l’Italiano, ci deve essere stata un’evoluzione che abbia portato proprio a quella lingua.
Attenzione a una cosa: il mio discorso non era volto a parificare le due cose, ma a dire che il processo che vedo è lo stesso: si usa una lingua e riferimenti culturali noti per far capire qualcosa che si vuole inserire nel testo.
Come detto, la differenza che vedo sta nell’abitudine: siamo abituati a vedere due Elfi che parlano Italiano, e ci siamo abituati sia perché leggiamo libri in Italiano, sia perché fin dall’inizio del libro vediamo tale lingua; mentre nel caso di “abete americano” capita in pochi libri, e in quei pochi è un qualcosa che arriva al lettore improvvisamente. Ma, abitudine a parte (che smorza l’effetto straniante), reputo che le due cose siano analoghe; e (sempre abitudine a parte) non capisco perché una lingua specificamente legata a un mondo dovrebbe essere meno aliena di un nome specificamente legato a un mondo.
Poi, non discuto che a te leggere “abete americano” fa l’effetto di allontanarti dalla narrazione; ad altri no. Il mio discorso era solo per spiegare perché personalmente non vedo l’utilizzo di termini nostrani automaticamente come un male.

secondo il tuo ragionamento un libro ambientato in francia deve per forza essere scritto in francese, uno ambientato in germania in tedesco, uno ambientato nell’antico egitto… e le traduzioni non valgono

Assolutamente no: secondo il mio ragionamento usare l’Italiano è giustissimo, e viene usato non perché i personaggi parlino quella lingua, ma perché si rende il Francese con l’Italiano; come detto, come una sorta di “traduzione in tempo reale”.
Analogamente, l’uso di termini specifici reputo ricada nello stesso fenomeno: un albero uguale all’abete americano nella lingue dei personaggi si chiamerà “pra”, ma nel libro viene reso, come ogni altra parola di quella lingua, col suo equivalente italiano.
Tu stesso dici che “se il punto di vista è su un personaggio del mondo emerso sarà quella la lingua in cui si esprimerà, anche se noi lo leggiamo in italiano”; io semplicemente estendo questo ragionamento: è chiaro che se il personaggio vede un hamburger lo chiamerà con il suo nome nella sua lingua, anche se noi lo leggiamo in Italiano. Potrò sbagliare, ma i due processi sono analoghi; a differenziarli, fino al punto che è ovvio usare l’Italiano, ma va valutato con estrema attenzione se usare termini specifici, è l’abitudine.
Detto in altri termini: assodato che va bene rendere con l’Italiano i termini che usa il personaggio, perché renderne alcuni (casa) dovrebbe seguire un processo; e renderne altri (hamburger) dovrebbe seguirne un altro? Sono sempre termini usati dal personaggio. Io sto semplicemente dicendo che, appunto, il processo che sta dietro le due cose è lo stesso.
Il resto, sul dover scrivere per forza in Francese un libro ambientato in Francia, è una tua estensione che personalmente non ho mai detto; anzi, dico che è normalissimo scriverlo in Italiano, ho semplicemente spiegato cosa per me quell’Italiano indica (la “traduzione in tempo reale” del Francese; internamente, i personaggi stanno comunque parlando in Francese), dicendo perché lo vedo analogo a usare termini come “hamburger” (con tutte le note fatte sul fatto che è ovvio usare l’Italiano, meno ovvio usare “hamburger”).

fancy

in un fantasy ambientato in un era moderna simile alla nostra non sia molto “scioccante” sentire usare termini inglesi o cose comehamburger, mentre invece rimane uguale il discorso dell’abete, che non può assolutamente essere americano

Personalmente non concordo, trovo che entrambi abbiano accezioni geografiche forti, e che entrambi possano avere analogo effetto straniante; e, a leggere alcuni commenti qui apparsi, in effetti sembra che ci sia chi considera parimenti straniante “hamburger” e “abete americano”.

se un persopnaggio impugna una pistola questa non potrà mai essere, ad esempio, una Beretta 90two (adoro quest’arma XD) perchè nel mondo fantastico non esiste la fabbrica d’armi Beretta. In questo caso si deve cambiare nome all’arma, ma una cosa del genere non potrebbe essere fatta ad una katana, perchè la katana è una katana

POsso sbagliarmi, ma la katana è una spada chiamata “katana”; certo, con caratteristiche particolari tali per cui sono il nome “katana” può indicarla esattamente, ma comunque è una spada (così come la claymore e mille altre).
Certo, “katana” non è il nome di un’azienda, quindi non è esattamente lo stesso caso; ma “Beretta 90two” mi pare caratterizzare l’arma tanto quanto “katana”. Semplicemente, in un caso il riferimento è a un’azienda, nell’altro a una nazione (tramite la cultura e la lingua).

#643 Comment By ??? On 14 ottobre 2009 @ 20:51

@ Francy

Scrivi: visto che gli autori per i loro regni fantasy traggono ispirazione dall’europa medioevale, non sarebbe poi così strano se qualche autore, per amor di varietà, decidesse di dare a uno dei regni, magari sul confine est, un aspetto più, appunto, orientale. è davvero poco fantasioso, ma passabile

Ok, ci puo stare. Quello che suggerisci, però, è un po’ quello che ha fatto Abercrombie, un “medioevo camuffato”.
Un libro che non sa se essere fantasy o storico alternativo, perché non del tutto staccato, né troppo vicino.

Secondo me in questo caso l’uso di parole “specifiche” del nostro mondo è da evitare, siano esse katana o americano o hamburger.

Sennò si scrive uno storico alternativo, così posso usare tutti i termini che voglio (tranne ovviamenti quelli nati in un periodo successivo a quello descritto).
A sto punto è meglio, no?

P.s. Non c’entra del tutto, ma voglio sfogarmi: basta medioevo! Lo fanno tutti! Datemi qualsiasi altro periodo storico, per favore, anche uno vicino al medioevo, ma non il medioevo!

@ Gameberetta

E un’articolo sulla questione lessico da usare e/o evitare? Penso interesserebbe a molti.

#644 Comment By Lo Zeno On 15 ottobre 2009 @ 13:02

Libero di pensarlo, per me è analogo: perché vedere due Elfi di un altro mondo magari di un altro universo parlare Italiano dovrebbe essere meno strano di leggere “abete americano”? Proprio volendo, è più strano: per avere “americano” basta che esista un qualcosa chiamato “America”);

Non cominciamo a fare delle confusioni assurde…
La lingua di un racconto non è la lingua dei personaggi. E’ un MEZZO usato dal NARRATORE per FARTI CAPIRE quello che sta dicendo.
Io posso raccontarti la storia di Winston Churchill in Italiano, e ti tradurrò le sue parole in italiano col solo scopo di farti capire cosa lui disse in Inglese. La lingua usata in un racconto è come una traduzione simultanea di ciò che i protagonisti dicono: è l’indispensabile mezzo di comunicazione comprensibile a narratore e interlocutore per FAR PASSARE il messaggio.

Non c’entra un emerito nulla con la coerenza della storia o del linguaggio dei personaggi.
Ora.
Posto questo, se il nome “abete americano” viene usato dal narratore IMPERSONALE, non ci vedo nulla di assurdo nè di sconvolgente. E’ il narratore, che usando il mezzo di comunicazione comune da noi chiamato “lingua italiana” necessario a farsi capire da noi, usa il nome italiano di quella pianta. PIU’ STRANO sarebbe se ad usarlo fosse il personaggio durante un discorso diretto: qui il casino sta nell’aggettivo “americano”, che significa “dall’America”, e lì il meccanismo di comprensione inconscio fa scattare la molla che ci dice che se la persona usa quella parola significa che CONOSCE un qualcosa che si chiama America. A quel punto, se nella finzione del romanzo l’america esiste, non c’è problema, ma se non c’è, è lecito chiedersi perché il personaggio usa un termine che non gli è proprio.

Non è una cosa del “fantasy” soltanto! Se io scrivessi un romanzo storico sull’antica Roma, sicuramente lo scriverei in Italiano e magari parlerei (come narratore impersonale) del mar Mediterraneo; ma i miei personaggi, pronuncerebbero le parole “Mare Nostro”, perché così era chiamato dai latini.
E se il romanzo lo scrivessi in inglese per un pubblico inglese, il narratore impersonale direbbe Mediterranean Sea, mentre i personaggi lo chiamerebbero “Our Sea”.
Terminologia ADATTA alle conoscenze dei personaggi, ma traduzione SIMULTANEA per via del mezzo linguistico.

#645 Comment By francy On 15 ottobre 2009 @ 17:03

P.s. Non c’entra del tutto, ma voglio sfogarmi: basta medioevo! Lo fanno tutti! Datemi qualsiasi altro periodo storico, per favore, anche uno vicino al medioevo, ma non il medioevo!

uh uh, su questa cosa la pensiamo allo stesso modo!^_^
E anche secondo me sarebbe interessante sentire il parere di Gamberetta su questo argomento.
@ Mauro. in realtà non ricordo bene, ma mi pare che il termine katana sia nato semplicimente con il significato di spada, per poi indicare più specificatamente una spada con determinate caratteristiche che nessun’altra spada ha. Ed è questo il motivo per cui penso che dare un altro nome a una katana non sia necessario. Per lo meno io la vedo così: non chiameresti mai una sciabola spada, perchè sono due armi diverse, e allora perchè fare lo stesso con una katana? Pe me l’unico problema sta nel fatto che è una parola non italianizzata, e quindi stonerebbe con il racconto, mentre invece se venissero inserite altre armi non europee ma con un suono italiano, come scimitarra (che sarebbe shamshir, o una cosa del genere) non ci sarebbero poi grandi problemi.

#646 Comment By francy On 15 ottobre 2009 @ 17:13

PS (ultimamente scrivo commenti separati, chissà perchè? Boh)
Sempre a Mauro: vorrei poterti mettere il link di qualche sito che riguardi le katane, perchè non so se ne hai mai vista una visto che la definisci come una spada, però non sono capace di mettere i link (sono un’imbranata cronica quando si tratta di tecnologia) comunque se vai su google immagini le puoi vedere.
Ah, ti prego di non interpretare il mio commento come un’ offesa, perchè non lo è assolutamente! (ho sempre paura che la gente mi fraintenda^^”)

#647 Comment By Mauro On 15 ottobre 2009 @ 20:21

Lo Zeno

La lingua di un racconto non è la lingua dei personaggi. E’ un MEZZO usato dal NARRATORE per FARTI CAPIRE quello che sta dicendo

Vero, l’ho detto anche io e non contrasta col mio discorso.

La lingua usata in un racconto è come una traduzione simultanea di ciò che i protagonisti dicono

Mi cito: «[l'Italiano] viene usato non perché i personaggi parlino quella lingua, ma perché si rende il Francese con l’Italiano; come detto, come una sorta di “traduzione in tempo reale”»; «ho semplicemente spiegato cosa per me quell’Italiano indica (la “traduzione in tempo reale” del Francese; internamente, i personaggi stanno comunque parlando in Francese)»; «In quel contesto, l’Italiano non è la lingua parlata, ma una sorta di “traduzione in tempo reale” del dialogo, fatta perché il lettore possa capirlo: i personaggi parlano la loro lingua, che sul libro viene resa con l’Italiano».
Mi pare abbastanza ovvio che concordi che la lingua usata sia una traduzione simultanea, quindi… Ma il mio discorso è proprio questo: se il personaggio usa la parola che nella sua lingua indica un hamburger, perché non posso usare l’Italiano per tradurla simultaneamente?

Non c’entra un emerito nulla con la coerenza della storia o del linguaggio dei personaggi

Infatti non credo di aver mai parlato di coerenza.

se il nome “abete americano” viene usato dal narratore IMPERSONALE, non ci vedo nulla di assurdo nè di sconvolgente. E’ il narratore, che usando il mezzo di comunicazione comune da noi chiamato “lingua italiana” necessario a farsi capire da noi, usa il nome italiano di quella pianta. PIU’ STRANO sarebbe se ad usarlo fosse il personaggio durante un discorso diretto

Secondo alcuni, a quanto ho capito, anche al di fuori del discorso diretto sarebbe da evitare. Ma, assunto (almeno tra di noi) che in tale sede vada bene, passiamo al discorso.
Ora, abbiamo stabilito (mi pare che su questo si concordi) che quanto il personaggio dice viene detto nella sua lingua, che per motivi di comprensibilità viene tradotta, sulla pagina stampata, con l’Italiano. Se si accetta questo assunto, mettiamo che il personaggio dica “Guarda, un <dre>”, dove “dre” è il nome di quello che noi chiamiamo “abete americano”. Secondo lo stesso discorso che hai fatto tu, quello dell’Italiano come traduzione simultanea per comprensibilità, perché sarebbe sbagliato usare “abete americano”, visto che è la traduzione italiana per “dre”? Puoi dire che l’autore ha sbagliato a mettere un abete americano nel suo mondo, ma una volta inserito l’usare quella terminologia rientra nello stesso discorso che hai fatto tu stesso di traduzione simultanea per questioni di comprensibilità.
Ora, è anche vero che “abete americano” è un esempio forte (ricordo che l’ho portato non come riferimento, ma per dire cosa mi ha fatto iniziare a ragionare su questo argomento); prendiamo “hamburger”, prendiamo “katana”, prendiamo “claymore”, il concetto è lo stesso: lui dirà “vi a co” e noi leggeremo “Vorrei un carro”; lui dirà “vi a kpf” e noi leggeremo “Vorrei un hamburger”. Non vedo particolari differenze.
Questo è forse il fulcro di tutto:

- dice “vi a co” e leggiamo “Vorrei un carro”.
- dice “vi a kpf” e leggiamo “Vorrei un hamburger”.

In entrambi i casi l’Italiano è una traduzione simultanea, in entrambi i casi il personaggio non usa i termini italiani; non vedo particolari differenze.

il meccanismo di comprensione inconscio fa scattare la molla che ci dice che se la persona usa quella parola significa che CONOSCE un qualcosa che si chiama America. A quel punto, se nella finzione del romanzo l’america esiste, non c’è problema, ma se non c’è, è lecito chiedersi perché il personaggio usa un termine che non gli è proprio

Personalmente non concordo, proprio per il discorso della traduzione: il personaggio non ha usato “america”, ha usato un’altra parola; che, nella traduzione per comprensibilità, è stata resa con “america”.
Come tu stesso hai detto: “La lingua usata in un racconto è come una traduzione simultanea di ciò che i protagonisti dicono”. Quindi, il personaggio non ha detto “america”; piuttosto, “america” è la “traduzione simultanea di ciò che i protagonisti dicono”.

francy

in realtà non ricordo bene, ma mi pare che il termine katana sia nato semplicimente con il significato di spada, per poi indicare più specificatamente una spada con determinate caratteristiche che nessun’altra spada ha. Ed è questo il motivo per cui penso che dare un altro nome a una katana non sia necessario

Capisco il discorso, ma il mio punto è un altro: il termine “katana” indica specificamente un’arma con particolari caratteristiche? Sì. Il termine “P99″ indica specificamente un’arma con particolari caratteristiche? Sì. Sarebbe tanto generico usare “spada” per indicare una katana quanto usare “pistola” per indicare una P99.
Io non dico che sia necessario dare un altro nome alla katana; piuttosto, dico che è tanto necessario quanto il dare un altro nome alla Beretta 90two; a rendere il termine non utilizzabile non è tanto “Beretta”, quanto la tecnologia che sta dietro quel termine (inadatta a un mondo fantasy medioevale).

non chiameresti mai una sciabola spada, perchè sono due armi diverse, e allora perchè fare lo stesso con una katana?

E allora perché andrebbe bene chiamare “pistola” una Beretta 90two? Il riferimento c’è in entrambi i casi (aziendale in un caso, geografico nell’altro), l’uso di “spada” è tanto generico quanto l’uso di “pistola”. È vero, se volessi indicare una sciabola non direi “spada”; ma se volessi indicare una Beretta 90two non direi “pistola”.
I due casi, onestamente, mi sembrano analoghi.

non so se ne hai mai vista una visto che la definisci come una spada

Conosco la katana, la definisco “spada” solo nel senso che fa parte della grande categoria delle spade; non voglio dire che “spada” la indichi esattamente. Come tu stessa dici, “mi pare che il termine katana sia nato semplicimente con il significato di spada, per poi indicare più specificatamente una spada con determinate caratteristiche che nessun’altra spada ha”. È una spada con caratteristiche molto peculiari; ma è comunque una spada.
Il mio discorso era un altro (vedi sopra).

#648 Comment By Clio On 15 ottobre 2009 @ 22:03

A ???

P.s. Non c’entra del tutto, ma voglio sfogarmi: basta medioevo! Lo fanno tutti! Datemi qualsiasi altro periodo storico, per favore, anche uno vicino al medioevo, ma non il medioevo!

Hem, suvvia, con “medioevo” si etichettano 1000 anni di storia, ci sono aspetti molto variati e diversifcati. Il problema non è il periodo storico d’ispirazione, ma il fatto che l’autore X ignora al 75% percento il periodo “medievale” (anche se da un punto di vista storico mi fa un po’ specie usare la parola), in realtà non ha studiato la corte di Carlo Martello o la caduta di Bisanzio, ha visto il film “Excalibur” e scrive boiate viste e riviste. Difatti molto spesso i libri di storia sono più interessanti dei romanzi fantasy :D
Tuttavia ci sono eccezioni: Pug l’apprendista, di Feist, è il tipico mondo fantasy pseudo-medievale, con tanto di elfi e nani. Ok, gli elfi sono uno strazio, ok, l’ambientazione non brilla per originalità, ma ci sono dettagli nella sua descrizione che la rendono abbastanza realistica. Tolto qualche capitolo e gli elfi, è un libro godibile (anche se non eccezionale).
Quello che rende insopportabile il fantasy “classico” non è tanto la mancanza di originalità, secondo me, quanto la superficialità. E’ una pura questione di “style”, l’autore non si pone davvero il problema di cosa implica vivere in un mondo senza carta igienica, ci sono solo spade scintillanti, elfi ossigenati e, soprattutto, personaggi che, pur vivendo in un altro mondo, hanno la stessa scala di valori nostra.

#649 Comment By Clio On 15 ottobre 2009 @ 22:17

Per la katana:
anche per quello che so io inizialmente era un nome generico, e in parte lo è ancora, viene insomma usato come il nostro “spada”. Questo in Giappone!
Qui indca un certo tipo di arma fatta in un certo modo e utilizzabile con una certa tecnica, ecc.
Il problema è: se io voglio immaginare un alieno verde armato di una spada identica alla katana, dovrei usare “katana”? Per il lettore occidentale è una parola con un forte riferimento geografico, anche se, tecnicamente, non ha meno legittimità di “giaco”.
Può esistere nell’immaginifica infinità di possibilità un mondo parallelo in cui si usano katana? Sì.
Come descriverlo?
a) Nel modo più incisivo e rapido: parlando di katana.
b) Cercando di non ricordare al lettore che in realtà si trova sul Pianeta Terra dove esiste il Giappone (quindi non usando katana ma altri termini meno precisi e meno legati alla nostra realtà).
E’ una questione di abitudine, ma bisogna comunque considerarla. Secondo me non è semplice. Anche perché stiamo parlando di katana, qualcosa di cui tutti hanno almeno una vaga idea. E se il mio personaggio usasse una kaginawa o una tsurugi?
Credo che il lettore si sentirebbe ancora più stranito che davanti a termini come “gattonata” o “ambio”.

Com’è che era partita, la discussione? Siamo mostruosamente fuori tema ^///^

#650 Comment By francy On 16 ottobre 2009 @ 15:35

@ Mauro

E allora perché andrebbe bene chiamare “pistola” una Beretta 90two?

Perchè… perchè… perchè sì! No, dai, scherzo!^_^
Mi brucia ammetterlo, ma sto cominciando a rivedere la mia posizione, anche se continuo a pensare che, almeno per me, non sarebbe poi così brutto leggere “katana” in un fantasy classico…

@ Clio

l’autore non si pone davvero il problema di cosa implica vivere in un mondo senza carta igienica

è per questo che mi chiedo perchè il medioevo affascini tanto gli scrittori. Voglio dire, non c’era elettricità, riscaldamento, igiene e acqua corrente… in compenso c’erano epidemie, carestie, analfabetismo e inquisizione. Non mi sembra un’epoca così bella in cui vivere…
Comunque, penso che questa discussione trovi i natali quando, migliaia e migliaia di commenti fa, si parlava di un presunto plagio della troisi di FMA… ah, bei tempi quelli! ^_^

#651 Comment By ??? On 16 ottobre 2009 @ 19:07

@ Clio

Sì, ok. Però se associ medioevo e fantasy non pensi né all’inizio né al 1492, pensi a un generico “medioevo”.

Questo intendo: si scrive solo di questo modo di percepire il periodo.

Riguardo la godibilità non so dare un giudizio definitivo, mi baso caso per caso, perché se mi chiedi cos’è peggio in generale: un fantasy pieno di cliché scritto bene, o uno originale scritto male? una risposta non te la so dare.

A proposito di risposte:

@ Gamberetta

Una rispostina all’idea dell’articolo sul lessico?
Centra anche cogli articoli sui manuali, o no?
Grassie

#652 Comment By Vincent Law On 16 ottobre 2009 @ 19:20

è per questo che mi chiedo perchè il medioevo affascini tanto gli scrittori. Voglio dire, non c’era elettricità, riscaldamento, igiene e acqua corrente… in compenso c’erano epidemie, carestie, analfabetismo e inquisizione. Non mi sembra un’epoca così bella in cui vivere…

1 – i popoli erano ignoranti e creduloni -> molte leggende/miti prendono piede in questo periodo e si diffondono
2 – almeno per quanto riguarda l’alto medioevo la documentazione storica è poca rispetto agli altri periodi
3 – ci sono i cavalieri, i tornei, le armi bianche, le dame…

Tutto questo credo abbia stuzzicato la fantasia di molti scrittori.
Certo a me non dispiace qualche storia ambientata, che so, nell’età Augustea dell’impero romano o nel Rinascimento, è curioso no? xD

#653 Comment By Clio On 16 ottobre 2009 @ 20:33

A francy

è per questo che mi chiedo perchè il medioevo affascini tanto gli scrittori. Voglio dire, non c’era elettricità, riscaldamento, igiene e acqua corrente… in compenso c’erano epidemie, carestie, analfabetismo e inquisizione. Non mi sembra un’epoca così bella in cui vivere…

Err… calma ^_^ Molti di questi sono luoghi comuni -_^
Sul perché molti autori si rifacciano al “medioevo”… La colpa penso sia dei romantici ottocenteschi! Prova a leggere cose che hanno fatto epoca, come “Il castello di Otranto”. Roba da rotolarsi in terra con le convulsioni: abbiamo passato quindici ore di viaggio in macchina sghignazzando sulla stupidità di questo racconto. E’ lì il germe malefico del “medioevo perché fa figo”!

Meglio un romanzo scritto bene e banale o uno scritto male e originale?
Mah, sul momento quello banale è godibile e quello originale lascia uno sgradevole gusto di occasione sprecata. Allo stesso tempo si impara più facilmente a scrivere che a sognare cose mai viste.

#654 Comment By Mauro On 16 ottobre 2009 @ 23:02

francy

continuo a pensare che, almeno per me, non sarebbe poi così brutto leggere “katana” in un fantasy classico

Ma io sono d’accordo, personalmente non mi darebbe fastidio; dico solo che a livello terminologico non vedo differenza tra usare “katana” e “Beretta”. Quello che cambia è a livello tecnologico: una katana è una tecnologia che può benissimo esistere in un medioevo fantasy, una Beretta invece richiede livelli tecnologici che sono alieni a tale ambientazione.

#655 Comment By Zave On 17 ottobre 2009 @ 05:53

@Mauro:

con il mio commento precedente non sono riuscito a convincerti…
ci riprovo:
il problema dell’abete americano è che c’è un riferimento geografico preciso in un contesto dove non c’entra nulla. una cosa è la traduzione della lingua che in un mondo fantastico non è naturalmente l’italiano o l’inglese anche se noi leggiamo la storia in quella lingua, ma si tratta di una cosa necessaria. una cosa ben diversa è la traduzione dei “concetti”: se io leggo un romanzo fantasy, in buona misura è per farmi coinvolgere dall’ambientazione. non è per caso che in molti libri fantasy si utilizzino parole, linguaggi, espressioni… create ad hoc.
un esempio da il signore degli anelli: i “palantir” che tolkien avrebbe potuto benissimo chiamare sfere di cristallo perché quello erano alla fin fine (potrei fartene tanti di questi esempi ma mi limito ad uno).

un autore che parli di abeti americani in un romanzo fantasy è per forza di cose un cane e ti spiego il perché.
nel suo mondo fantasy c’è un bosco di abeti americani, questo lo prendiamo come dato di fatto.
se sta raccontando la storia dal punto di vista di un personaggio, che non ha nessuna idea di cosa sia l’america in quanto non esiste nell’ambientazione della storia e utilizza il concetto “abete americano” è un cane!
se invece il concetto è utilizzato da un narratore onniscente è un cane comunque perché l’uso del narratore onnisciente ha l’effetto di far perdere coinvolgimento del lettore e lui lo fa in modo totalmente gratuito!
perché gratuito?
tu giustifichi l’utilizzo del riferimento geografico per l’immediatezza con cui rende il concetto visto che altrimenti avrebbe dovuto mettersi a descrivere come sono fatti questi abeti appesantendo la narrazione.
era impossibile rendere il concetto in un modo altrettanto valido senza utilizzare il riferimento geografico all’america? e il concetto di “abete americano” è davvero così immediato?
io, povero stronzo che non sono altro, non saprei assolutamente distinguere un abete “americano” da un altro tipo di abere. o meglio, non sapevo.
perché ho cercato con google e ho trovato una bella pagina che spiegava le differenze tra i diversi tipi di abeti.
ho trovato che l’abete americano è “più conosciuto con il nome Nobilis” (citazione dalla pagina) e ha un “fogliame verde-azzurrognolo” (sempre citazione), tra le caratteristiche più distintive. e come quello caucasico non perde gli aghi…

era così difficile scrivere abeti nobili? avrebbe potuto benissimo chiamarli abeti azzurri, che pur non essendo un nome ufficiale per molti lettori sarebbe stato certamente più descrittivo di abeti nobili o americani.

dov’è la grande difficoltà? era davvero necessario scrivere abeti americani per rendere l’idea? le risposte a queste domande le sappiamo entrambi: la difficoltà non c’era; non era necessario, anzi c’erano soluzioni più efficaci; e lo scrittore è un cane.

stessa cosa per l’hamburger: l’etimologia del nome presenta dei chiari riferimenti storico geografici e quindi è assolutamente da evitare.
se vuoi inserire un hamburger in un romanzo fantasy o lo descrivi (non è difficile descrivere in poche parole una schiacciata di carne macinata alla griglia) oppure ti inventi un nome coerente col contesto anche se per questo ci vuole un minimo di capacità per inserirlo in modo non forzato nella narrazione, perché mettere il nome “fantasy” dell’hamburger corredato di descrizione farebbe oltremodo schifo, ma al contempo devi dare qualche indizio che faccia capire al lettore di cosa si stia parlando.

#656 Comment By Mauro On 17 ottobre 2009 @ 13:16

Zave

il problema dell’abete americano è che c’è un riferimento geografico preciso in un contesto dove non c’entra nulla

Andiamo per gradi: citandomi, “il mio discorso non era volto a parificare le due cose, ma a dire che il processo che vedo è lo stesso”.
Ossia, sto dicendo che il processo dell’usare l’Italiano come traduzione simultanea nel discorso tra due personaggi e il processo dell’usare “abete americano” per rendere la parola nella lingua dei personaggi che indica quell’albero è lo stesso. Come già detto, non vedo perché tradurre “vi a co” con “Vorrei un carro” e “Vi a der” con “Vorrei un abete americano” dovrebbero essere due processi diversi.
 
Posto questo (sempre che tu concordi che sono lo stesso processo), si passa ai termini specifici. Personalmente, “hamburger” è una parola talmente comune che non mi rimanda più a riferimenti culturali esteri (almeno, non talmente forti da darmi fastidio nel leggerla in un libro fantasy), mentre “katana” sotto certi aspetti me ne dà più di “abete americano”; questo perché è una parola ancora percepita come straniera, mentre “americano”, pur col riferimento all’America, si inserisce nel fluire della lingua.

un autore che parli di abeti americani in un romanzo fantasy è per forza di cose un cane e ti spiego il perché

Non concordo per una serie di motivi: se sta raccontando la storia dal punto di vista del personaggio, è vero che questi non sa cosa sia l’America, ma visto che in realtà non dice “americano” il problema non esiste. Nella sua lingua avrà detto un’altra parola, siamo noi ad aver letto “americano”, quindi il problema “Il personaggio non può dire ‘americano’” non si pone. Se si pone, allora cade tutto il discorso dell’Italiano come traduzione simultanea: tale discorso non può essere valido solo finché un termine diventa scomodo. Si può dire che l’autore ha sbagliato a usare quel termine, ma la motivazione non può essere che a usarlo è il personaggio.
Se invece l’autore usa il termine come narratore onnisciente, non è vero che fa perdere il coinvolgimento; magari sì, ma non è detto. Come uscito in questa discussione, c’è chi trova disturbante leggere “hamburger”, mentre a me non fa nessun effetto.
Tra parentesi: Tolkien, nei suoi libri, usa il termine “treno”; secondo il tuo ragionamento, hai appena detto che Tolkien è un cane (nonostante prima tu lo abbia portato come esempio del coniare termini specifici pur di non usarne di nostrani).

stessa cosa per l’hamburger: l’etimologia del nome presenta dei chiari riferimenti storico geografici e quindi è assolutamente da evitare

De gustibus, a me non dà nessun fastidio e non lo trovo da evitare; ma, visto che parli di etimologia che presenta chiari riferimenti storico-geografici… quale parola non ha una simile caratteristica? Ogni parola ha riferimenti (italiani o esteri che siano); anche ignorando i riferimenti italiani, usare “assassino” ovviamente non va bene, visto il chiaro riferimento storico-geografico all’Arabia (e per me è più chiaro il riferimento di “assassino”, rispetto a quello di “hamburger”). Quindi, iniziamo a fare l’elenco? Premettendo che per me tutti questi termini hanno riferimenti storico-geografici molto più forti di “hamburger”: zaffiro (origine ebrea), anemone (greca), assassino (araba), deragliare (francese), bistecca (inglese), zero (araba), ecc.
Secondo il tuo ragionamento, nessuna di quelle parole, così come molte altre (per non dire tutte), si potrebbe usare, in quanto hanno chiarissimi riferimenti storico-geografici.
Il problema non è il riferimento in sé, ma il fatto che per te il riferimento di “hamburger” risulta talmente indicativo da essere fastidioso; ma ci sono altre parole, vedi l’elenco precedente, che hanno riferimenti altrettanto forti se non di più, senza però che ti diano fastidio. E, come detto, ci sono molte altre parole che per me sono molto più indicative.
Come già detto altre volte, è questione di abitudine.

#657 Comment By francy On 17 ottobre 2009 @ 14:25

@Mauro
ndf (nota di francy) Quando ho fatto l’esempio della Beretta stavo parlando di un fantasy con ambientazione moderna, non certo medioevale! XD
Però, a voler essere pignoli, le prime armi da fuoco “portatili” si usavano già nella seconda metà del 1300, anche se non avevano niente a che vedere con la mitica Beretta. Sarebbe bello se in un fantasy classico comparisse anche qualche archibugio o qualche schioppo! ^^

#658 Comment By francy On 17 ottobre 2009 @ 14:26

uh! comparissero, chiedo venia…

#659 Comment By Zave On 17 ottobre 2009 @ 15:15

dai non scherziamo:
assassino sarebbe un riferimento più forte di hamburger?
prima di tutto ogni parola ha una sua etimologia. ci sono parole che derivano dal latino, dal greco e anche dall’arabo.
ma assassino non mi urla certamente nelle orecchie la sua origine: è una parola che è diventata parte integrante della lingua italiana, tanto che esiste in forma di sostantivo, verbo, aggettivo e chi più ne ha più ne metta. il richiamo agli ashashin (o come si scrive) è praticamente inesistente.
molto diverso per l’hamburger che invece ti sbatte in faccia con forza AMBURGO, la città da cui prende il nome. e non è che usare l’altro nome con cui è conosciuto sia meglio (svizzera XD).

per te basta farci l’abitudine, per me invece l’utilizzo di questi concetti che hanno forti riferimenti storici, geografici, culturali, etc… non fanno altro che ammazzare il coinvolgimento.
descrivere una foresta dicendo che è di abeti americani è come mettermi una nota in grassetto una nota che mi ricorda che è un mondo inventato e di non farmi prendere troppo.
avrei capito già di più se avesse parlato di noci brasiliane, perché almeno su due piedi non mi viene in mente nessun modo alternativo di chiamarle, ma essendo un particolare di importanza marginale mi inventerei un nome tipo noci di corgio piuttosto che mettere il riferimento al brasile. a chi importa che quelle noci siano effettivamente noci brasiliane? se non riesco ad esprimere il concetto senza nominare il brasile sacrifico volentieri le noci al coinvolgimento.

#660 Comment By Mauro On 17 ottobre 2009 @ 16:23

francy

Quando ho fatto l’esempio della Beretta stavo parlando di un fantasy con ambientazione moderna

Allora qual è il problema col termine “Beretta”? Viene meno anche il riferimento all’azienda, nel senso che una volta avuta la pistola si può inserire un manufattore chiamato così.

Zave

assassino sarebbe un riferimento più forte di hamburger?

Per me sì, non posso farci nulla; estremamente più forte, e con “estremamente” intendo che fino a quanto ho letto il tuo ultimo messaggio non lo avevo assolutamente collegato ad Amburgo, anzi piuttosto mi richiamava gli Stati Uniti (per ovvi motivi legati ai panini). A te sbatte in faccia la sua origine, a me no; anzi, “assassino” me la sbatte in faccia molto di più.
Sull’essere diventato parte integrante della lingua, “hamburger”, anche ignorando il diffusissimo utilizzo che ha, si trova sui vocabolari da almeno vent’anni (c’è sul dizionario Garzanti del 1989; in Il Treccani non so quando sia stato inserito, ma c’è); sarà entrato da meno tempo di “assassino”, ma è parte integrante della nostra lingua tanto quanto l’altro termine. E il fatto che ne siano nati verbi e altro non è indicativo: da “bistecca” non sono nati né verbi, né aggettivi, né altro, eppure è una parola della nostra lingua a tutti gli effetti.
Inoltre, tu dici che “l’etimologia del nome presenta dei chiari riferimenti storico geografici”, ma dubito che si possa dire che “assassino” non abbia tali caratteristiche. O “franco”: “Era una zona franca”, “È stato franco con me”, ecc.; inutilizzabili, visto l’esplicito riferimento al popolo dei franchi? Un personaggio non può essere sodomita, visto il chiarissimo riferimento a Sodoma? Oppure sadico, visto l’ovvio riferimento a de Sade? O lesbico, dato che deriva dall’isola di Lesbo?
Torno a dire che il problema non è il riferimento in sé, ma quanto il singolo noti tale riferimento, se notatolo lo trovi fastidioso; ma questo è difficilmente stabilibile a priori: quanti sanno che “hamburger” è legato ad “Amburgo”? A quanti tra di questi darebbe fastidio leggerlo in un fantasy?

per te basta farci l’abitudine, per me invece l’utilizzo di questi concetti che hanno forti riferimenti storici, geografici, culturali, etc… non fanno altro che ammazzare il coinvolgimento

Se io leggo “hamburger”, non mi viene nemmeno in mente Amburgo; se leggo “assassino”, mi viene subito in mente il riferimento arabo. Se una delle due mi ammazza il coinvolgimento, qual è?

Nel mentre, essendo stato messa in forma di affermazione forse non era chiaro che mi interessava la risposta, quindi ripeto: Tolkien, avendo usato in Il Signore degli Anelli “treno e “lampioni”, è un cane?

#661 Comment By Mauro On 17 ottobre 2009 @ 16:39

francy: con “ambientazione moderna” intendevi un’ambientazione tecnologicamente, socialmente (democrazie e simili), ecc., compatibile con la nostra, ma comunque avulsa da essa?

#662 Comment By francy On 17 ottobre 2009 @ 18:51

@ Mauro
Con fantasy ad ambientazione moderna intendevo, come hai detto tu, un fantasy ambientato in un mondo tecnologicamente simile al nostro, ma che comunque rimane separato: un mondo, insomma, in cui non ci siano stati come l’ Italia o la Francia.
Per quanto riguarda la Beretta, per me sarebbe un errore inserire una Beretta, o anche una Colt, perchè nessuna di queste fabbriche d’armi esiste in un mondo fantasy, quindi per inserire una Beretta o una Colt si potrebbe darle un altro nome, mantenendo però le sue caratteristiche. A meno che, ovvio, non si decida di creare anche nel mondo fantasy una fabbrica d’armi di nome Beretta (magari gestita da malefici folletti…) in questo caso sarebbe anche carino, no? insomma, una specie di parodia della Beretta gestita da folletti mi farebbe proprio sorridere, ih ih ih… ma sto divagando.
Invece ci tengo a specificare che per me quello della katana (sì, sempre lei) non è un caso analogo, in quanto la katana, anche se indica specificatamente un tipo preciso di spada, rimane comunque un nome generico se paragonato a Beretta o Colt e ormai sta diventando un nome di uso piuttosto comune anche qui in occidente.
Piccolo parere personale: secondo me l’utilizzo di nomi derivati dal nostro mondo o da altre lingue (assassino, hamburger) inseriti con coerenza in un fantasy non sono troppo fastidiosi, specie in un fantasy “moderno”. Mi spiego: termini come jeans, hamburger ecc ecc su di me hanno l’effetto contrario dell’estraneazione, mi fanno sentire più vicina al fantasy che sto leggendo perchè rendono il mondo immaginario più vicino al nostro, e quindi più reale. Ovviamente questo vale solo per fantasy”moderno” (un cavaliere che indossa i jeans mi farebbe un poco storcere il naso… a meno che non sia un fantasy comico o con dosi di nonsense) ed è un parere soggettivo. Come si interagisce con un libro varia da persona a persona, I suppose… =)

#663 Comment By Emile On 18 ottobre 2009 @ 14:49

Ma perché si cita sempre Tolkien come a dire “e se l’ha fatto lui va bene per forza”?
Se Tolkien ha citato un treno nel SdA ha sbagliato e punto, non c’è nulla da aggiungere.

#664 Comment By Zave On 18 ottobre 2009 @ 16:22

sul treno di tolkien francamente non saprei dire.
per l’esempio che volevo fare tolkien andava benone visto che ha pure creato lingue, sistemi di scrittura etc.
rimane il fatto che il trano nel sda non lo ricordo (magari c’è ma ho letto il libro molti anni fa), potrebbe essere in un altro libro.
io non ho letto altri libri di tolkien a parte il signore degli anelli quindi se non è in quello non c’è possibilità che io l’abbia notato.
e concordo col fatto che se avesse usato quel termine avrebbe sbagliato.

e sempre sul duello hamburger vs assassino:
io rimango del parere che l’utilizzo di parole con forti riferimenti storico/geografico/culturali/etc sia da evitare.
hamburger lo considero lievemente fastidioso, sicuramente se fossi io a scrivere eviterei di usarlo. come eviterei anche pizza, nonostante sia diffuso in tutto il mondo al pari di hamburger…
la differenza tra hamburger e assassino è che l’hamburger è il nome, con un preciso riferimento alla città di amburgo, con cui si è diffuso un particolare cibo (polpetta schiacciata cotta alla griglia), e quello è rimasto, mentre assassino è colui che uccide a tradimento o per scopi criminali, dantoti dell’assassino non sto certamente implicando che tu sia un membro della setta dei nizariti o drogato di hashish.

#665 Comment By Mauro On 18 ottobre 2009 @ 22:22

francy

Per quanto riguarda la Beretta, per me sarebbe un errore inserire una Beretta, o anche una Colt, perchè nessuna di queste fabbriche d’armi esiste in un mondo fantasy, quindi per inserire una Beretta o una Colt si potrebbe darle un altro nome, mantenendo però le sue caratteristiche

Il problema è: come rendi quelle caratteristiche? L’unico modo per renderle esattamente senza andare in lunghe descrizioni è chiamare l’oggetto col suo nome.
Per questo dico che il caso della katana è analogo (non “uguale”: analogo): è vero che è un nome non legato a un’azienda, ma ha un fortissimo riferimento culturale e geografico (riferimento che, per me, è più forte di quello di “Beretta” all’azienda; credo perché, essendo stato maggiormente esposto al termine nostrano, mi viene immediato collegarlo all’arma invece che all’azienda).

Emile

Ma perché si cita sempre Tolkien come a dire “e se l’ha fatto lui va bene per forza”?

Nessuno ha detto una simile cosa: Zave lo ha citato come esempio positivo di una cosa (ha coniato un termine invece che usarne uno inglese), quindi io ho chiesto come si pone relativamente a un’altra cosa da lui fatta.

Zave

concordo col fatto che se avesse usato quel termine avrebbe sbagliato

Ha sbagliato, o è un cane? Chiedo seriamente: in passato hai detto che un autore che usi simili termini è un cane, ma dire una simile cosa è diversa dal dire che l’autore ha sbagliato.
Comunque, personalmente non lo reputo sbagliato (lo dico perché hai detto che concordi); e, ipotizzando che ricordo bene e che c’è, se lo hai rimosso forse non ha dato così tanto fastidio nemmeno a te.

io rimango del parere che l’utilizzo di parole con forti riferimenti storico/geografico/culturali/etc sia da evitare

Il problema è che “forti” è totalmente soggettivo: per te “hamburger” ha un forte riferimento, io nemmeno lo avevo collegato. “Sodomia” ha un forte riferimento, storico, geografico e religioso, ma a te leggere quel termine non darebbe fastidio?

assassino è colui che uccide a tradimento o per scopi criminali, dantoti dell’assassino non sto certamente implicando che tu sia un membro della setta dei nizariti o drogato di hashish

E nel dire “hamburger” non credo che tu stia implicando che quello che sto mangiando venga da Amburgo; si ritorna al problema che ho detto prima: cos’è un “forte riferimento”? Qualcosa che per te è tale da darti fastidio, ma per me non significa nulla, lo è? Oppure, qualcosa che a te non dice nulla, ma che per me ha chiarissimi riferimenti?

#666 Comment By Zave On 19 ottobre 2009 @ 02:11

@Mauro:

assassino:
deriva da ashashin che letteralmente significa “mangiatore d’erba”. è un appellativo con cui venivano chiamati i membri della setta dei nizariti per il sospetto che fossero drogati di ashish vista la serenità con cui si lasciavano ammazzare dopo aver compiuto il loro omicidio.

hamburger:
parola tedesca che significa “di amburgo”. è il nome che si è diffuso nel mondo per una particolare pietanza di carne (probabilmente comune in quella città).

assassino è una parola italiana che ha solo l’etimologia araba e non ha nulla a che vedere con il significato della parola originaria, ovvero consumatore di hashish. il rapporto c’è, ma è debole visto che la parola pur essendo ispirata non si riferisce direttamente ai membri della setta dei nizariti, ma al concetto astratto di “uccidere per odio o per rapina, specialmente a tradimento”.

hamburger invece non è di origine straniera, è proprio una parola straniera, tale e quale. nello specifico in tedesco “hamburger” dignifica “di amburgo”. la stessa identica parola per identificare la stessa identica cosa.

ora posso capire che tu possa non esserti mai reso conto della correlazione tra hamburger e amburgo, ma adesso che lo sai, che tu mi venga a dire che per assassino è un riferimento molto più forte che per hamburger significa che vuoi prendermi in giro.

per quanto riguarda tolkien sono andato a cercare il pezzo incriminato.
in effetti è nel signore degli anelli, ma avendolo letto in seconda media non ci avevo fatto caso.
a usare il termine treno è il narratore, ma lo ritengo comunque molto brutto da leggere.

#667 Comment By Mauro On 19 ottobre 2009 @ 10:05

Zave

hamburger invece non è di origine straniera, è proprio una parola straniera, tale e quale

Ormai è una parola italiana, così come “Internet”; che abbiano forma straniera non cambia questo. Ma non è una novità: seppur in passato fosse più raro, l’avere parole non adattate risale al Latino (vedi “curriculum”, che a differenza di moltissime altre non ha subito subito modifiche in tal senso; in effetti c’è chi propone “curricolo” come forma italiana).
Ma anche senza andare sul Latino (che è comunque una lingua diversa con una forma diversa), l’acquisizione di termini inalterati è normale: “bar, “sport”, “film”, “hotel”, ecc., hanno mantenuto forma straniera, sono “parole straniere, tali e quali” tanto quanto “hamburger”; “garage” ha anche una pronuncia più simile all’originale di quanto non abbia “hamburger”. Nessuna di quelle parole è italiana?

posso capire che tu possa non esserti mai reso conto della correlazione tra hamburger e amburgo, ma adesso che lo sai, che tu mi venga a dire che per assassino è un riferimento molto più forte che per hamburger significa che vuoi prendermi in giro

Oppure che per me ha un riferimento più forte; per te non è così, per altri può esserlo.
Se vuoi motivazioni, tra le tante posso dire che, banalmente, so che “assassino” ha origine araba da anni; so che “hamburger” è legato ad Amburgo da meno di un giorno; mi pare che la mera tempistica motivi perché il riferimento di “assassino” possa risaltare più di quello di “hamburger”.
A livello di lettura, ovviamente posso solo ipotizzare, ma credo che nessuno dei due mi darebbe particolarmente fastidio.
Non posso farci nulla se è così, e non lo dico per prenderti in giro; se però vuoi partire da questo presupposto, allora non è che si possa arrivare a molto.

Comunque, resta sospesa la domanda che, almeno per me, è il fulcro di tutto: cos’è un riferimento forte? Anche ammettendo che un autore debba evitare parole con tale caratteristica, lo stesso insieme di commenti a questo articolo mi pare dimostrare che una parola ha (o non ha) riferimenti forti in funzione del singolo (senza prendere il mio caso: katana sì, katana no; leggere quei termini ammazza il coinvolgimento, dà un effetto contrario all’estraneazione).
Io sto dicendo semplicemente questo: se un riferimento è forte dipende dal singolo.

#668 Comment By Lo Zeno On 19 ottobre 2009 @ 14:50

@Mauro:

Personalmente non concordo, proprio per il discorso della traduzione: il personaggio non ha usato “america”, ha usato un’altra parola; che, nella traduzione per comprensibilità, è stata resa con “america”.
Come tu stesso hai detto: “La lingua usata in un racconto è come una traduzione simultanea di ciò che i protagonisti dicono”. Quindi, il personaggio non ha detto “america”; piuttosto, “america” è la “traduzione simultanea di ciò che i protagonisti dicono”.

Guarda che la parola “traduzione” è proprio il fulcro: tradurre significa rendere con una parola della mia lingua quello che tu dici nella tua, mantenendo inalterato il significato.
Qual’è il significato di “America”? America è quel continente che sta ad ovest dell’Europa e dell’Africa, oltre l’oceano Atlantico, che gli europei scoprirono ai tempi dei Vikinghi e che fu colonizzato a seguito della (ri)scoperta che Cristoforo Colombo fece.
Ora, perché la parola possa essere usata come “traduzione” di una parola usata dal Personaggio, occorre che il significato non sia cambiato. Ergo, o nel mondo del personaggio esiste un continente che sta ad ovest dell’Europa e dell’Africa, oltre l’oceano Atlantico, che gli europei scoprirono ai tempi dei Vikinghi e che fu colonizzato a seguito della (ri)scoperta che Cristoforo Colombo fece (e quindi, di logica conseguenza, abbiamo che esiste un’Europa, un’Africa, un oceano Atlantico, dei Vikinghi e un tizio marinaio di nome Cristoforo Colombo), oppure è un termine che non appartiene al personaggio.
Proprio per la questione di TRADUZIONE, che implica che il significato deve rimanere il più possibile inalterato (non si richiede la perfezione, chi traduce per professione sa che un significato perfettamente inalterato è raro da trovare). Ma questo vale in entrambi i sensi.

Quindi ripeto: se il PERSONAGGIO mi dice America, deve esistere per lui un’America con le stesse caratteristiche che il significato della parola America include. Così come se dice “hamburger” il personaggio mi intende un pezzo di carne macinata rotonda e non una costata. Così come se mi dice Revolver intende dirmi una pistola non automatica a sei (max sette) colpi con caricatore a tamburo, cane sospinto a molla e grilletto. Così come se dice Rosa non intende verde.
Se dice America, intende America, perché la traduzione implica che il significato delle parole non muta, è questo quello che contestavo.

#669 Comment By Lo Zeno On 19 ottobre 2009 @ 14:51

Nell’ultimo paragrafo intendo il Personaggio e non il Narratore.
C’è una cosa che non riesco a rendere bene nel discorso che ho fatto, ed è che il Narratore Impersonale può (anzi deve) avere lo stesso bagaglio di conoscenze del lettore mentre il Personaggio no. Mah, devo imparare a esprimermi meglio.

#670 Comment By francy On 19 ottobre 2009 @ 18:37

Io sto dicendo semplicemente questo: se un riferimento è forte dipende dal singolo.

Sono d’accordo ùù

#671 Comment By Mauro On 19 ottobre 2009 @ 19:47

Faccio due premesse:

- si è passati ad “America” per traslato, ma inizialmente io avevo parlato di “abete americano”; torno quindi a questo termine;
- userò der per indicare “la parola che il personaggio userebbe nella sua lingua per significare la pianta che noi chiamiamo ‘abete americano’”. Mera questione di comodità, mi evita di ripetere ogni volta tutta la parte tra virgolette.

Posto quanto sopra: io sono d’accordo che una traduzione debba mantenere il significato; il significato, non la letteralità, e per questo to rain cats and dogs si traduce “piovere a catinelle”, e non “piovere cani e gatti”.
Il significato di “abete americano” indica la pianta, a prescindere dall’America: posso averla cresciuta in Finlandia e tenerla in Cile, sempre un abete americano sarà.
Quindi, tradurre der con “abete americano” non cambia il significato: quella pianta indica il termine originale, quella pianta indica la traduzione.
Tu dici, se è valido tanto per “abete americano” quanto per “America” (cui si riferiva il tuo discorso), che, se il personaggio dice “abete americano”, allora deve sapere cos’è l’America; il punto è che, se quello che leggiamo noi è una traduzione di quello che ha detto veramente, allora lui non ha detto “americano”. Il fatto che un termine ci sia nella traduzione non implica minimamente che ci sia anche in originale; per rendersene conto, basta guardare il mio esempio:
 
Originale: “piovere a catinelle”. Traduzione: to rain cats and dogs. Nell’originale non c’è il minimo riferimento a cani e gatti, così come nella traduzione non c’è il benché minimo riferimento a catinelle.
 
E si potrebbe andare avanti all’infinito:
 
Originale: “Il resto è burocrazia”. Traduzione: The rest is red tape. In originale non c’è riferimento a nastri rossi.
Originale: “pista falsa”. Traduzione: red herring. Nessun riferimento a un’aringa rossa.
Originale: “morire (specialmente in un incidente o durante un’azione militare)”. Traduzione: to buy a farm. Nessun riferimento a comprare una fattoria.
 
E avanti così.
Tu dici: “Se dice America, intende America, perché la traduzione implica che il significato delle parole non muta”. Non concordo: in una traduzione il significato trasmesso dalla frase non dovrebbe mutare, la letteralità delle parole invece può benissimo farlo.
Il fatto che un termine appaia nella traduzione non significa minimamente che apparisse anche nell’originale.
Il fatto che la traduzione sia “abete americano” non significa minimamente che il personaggio abbia fatto riferimenti all’America.
Se mantenessimo le singole parole, si dovrebbe tradurre “piove gatti e cani”.

#672 Comment By Emile On 19 ottobre 2009 @ 20:17

Mauro: il tuo ragionamento non è sbagliato, ma sbagliato è comunque usare certi termini in contesti fantasy classici.
Faccio un esempio preliminare, le espressioni “veloce come un fulmine” e “veloce come un missile”: è la stessa cosa usare una delle due in un romanzo fantasy? Dal punto di vista che hai esposto tu sicuramente, ma la risposta è comunque no.
Questo perché in un libro del genere l’immersione del lettore nello stesso è TUTTO: e se cominci ad usare termini che gli riportano chiaramente alla mente cose che con il contesto del libro non c’entrano nulla finisci per rompere l’incanto o perlomeno per guastarlo momentaneamente.
E’ ovvio che UN singolo “treno” piazzato da Tolkien nel SdA non è niente di terribile, ma prova a pensare come sarebbe stata la sua opera se l’avessimo trovata infarcita di “proiettili” , “aerei” e via dicendo: è vero che dal punto di vista del significato non è sbagliato scrivere “Mordor distava dalla Contea quanto l’Italia dalla Russia”, ma con un’uscita simile rimane da galera, ti butta fuori dall’atmosfera della storia a calci nel culo.
Poi in questo campo ci sono innumerevoli sfumature di grigio chiaramente (il mio ultimo esempio era molto sul nero), ma in generale è sempre bene cercare a tutti i costi di usare termini che possano riportare la mente del lettore al 2009, o comunque nel nostro mondo.

#673 Comment By Emile On 19 ottobre 2009 @ 20:19

Ahem, ovviamente volevo scrivere “è sempre bene EVITARE DI usare termini che ecc”: lo preciso perché era un errore che snaturava del tutto il senso del mio intervento.

#674 Comment By Mauro On 19 ottobre 2009 @ 23:59

Emile

il tuo ragionamento non è sbagliato, ma sbagliato è comunque usare certi termini in contesti fantasy classici

Io non ho mai detto che, in forza del mio ragionamento, allora va bene usare tanto “casa” quanto “hamburger”; anzi, ho esplicitamente detto cose come «con tutte le note fatte sul fatto che è ovvio usare l’Italiano, meno ovvio usare “hamburger”».
Questo risponde anche alla domanda “veloce come un fulmine/missile”: no, non è la stessa cosa. A livello di processo sí, concettualmente (nel senso dei discorso fatto sulle traduzioni) sí, ma sono due cose diverse.
Quello che dicevo è che per me non è sbagliato in assoluto usare simili termini, si deve valutare caso per caso; e che se una parola sia o no distruttiva dipende dal singolo. Come fatto notare, c’è chi trova che quelle parole non solo non guastino l’incanto, ma anzi lo aiutino.

è vero che dal punto di vista del significato non è sbagliato scrivere “Mordor distava dalla Contea quanto l’Italia dalla Russia”, ma con un’uscita simile rimane da galera, ti butta fuori dall’atmosfera della storia a calci nel culo

C’è da dire che questo esempio è diverso dal mio: “abete americano” indica un albero che può esistere benissimo nel mondo fantasy; “Italia” e “Russia” indicano delle nazioni che difficilmente esisteranno in tale mondo (e, se esistessero, allora il problema non si porrebbe).

Comunque, per evitare casini dovuti alla lunghezza della discussione, forse è meglio che faccia un breve riassunto di come la penso (sottolineando che è un riassunto; le argomentazioni sono nei messaggi passati):

- credo che l’atto di usare l’Italiano per i dialoghi e l’atto di usare parole nostrane per rendere oggetti (hamburger, katana, ecc.) siano lo stesso processo: l’Italiano viene usato come “traduzione simultanea” di quello che veramente si dicono (o vedono, ecc.) i personaggi;
- credo che usare l’Italiano in sé sia ovvio, mentre per usare parole particolari (vedi sopra) ci voglia piú attenzione; usarle però non è necessariamente un errore;
- credo che le parole “sensibili”, con forti riferimenti, varino da persona a persona: c’è chi sarà infastidito da una parola e chi nemmeno ne noterà i riferimenti. C’è chi sarà infastidito da parole moderne, e chi invece grazie a esse si troverà piú addentro al mondo fantastico;
- credo che il forte riferimento non sia necessariamente ovvio: “katana” non contiene indicazioni su città del nostro mondo, eppure può dare riferimenti molto piú forti di “hamburger”;
- nel discorso, può entrare anche la quantità; per citare Emile: «UN singolo “treno” piazzato da Tolkien nel SdA non è niente di terribile, ma prova a pensare come sarebbe stata la sua opera se l’avessimo trovata infarcita di “proiettili” , “aerei” e via dicendo». “Può entrare” perché anche un singolo uso può essere tanto innocente quanto dannoso.

#675 Comment By Emile On 20 ottobre 2009 @ 18:59

Mauro: e io non ho mai detto che hai detto certe cose.
Mi son limitato a spiegare come COMUNQUE certi termini sarebbe meglio evitarli, anche se da un certo punto di vista (quello da te spiegato in precedenza) andrebbero benissimo.

#676 Comment By Gamberetta On 21 ottobre 2009 @ 16:45

@???.

E un’articolo sulla questione lessico da usare e/o evitare? Penso interesserebbe a molti.

Non so se ci sia abbastanza materiale per scriverci un articolo.
Inoltre è alla fin fine una questione di buon senso. Come quando si dice che bisogna scrivere in maniera semplice e chiara. Non c’è un modo per definire in maniera univoca una parola come “semplice”: uno può sostenere che “imperciocché” o “farfanicchio” sono termini chiarissimi e di uso comune, come si fa a dimostrare oggettivamente che non è così?
Nondimeno, se riempi il testo di “imperciocché” e “farfanicchi”, farà schifo.
Se si scava nell’etimologia delle parole italiane, prima o poi si arriva a riferimenti storici o culturali che in teoria non possono esistere in Elfolandia. Il criterio dunque è quello di scegliere parole che siano trasparenti nell’ambito del romanzo.
Nell’Elfolandia pseudomedievale occidentale, “katana” difficilmente è trasparente, se però è un’Elfolandia di ispirazione orientale, può essere un termine che non crea disagio.
“Sadico” probabilmente funziona in ogni tipo di Elfolandia, mentre “stacanovista” no, nonostante entrambi i termini abbiano origini simili (“sadico” da De Sade, “stacanovista” da Stakanov).
“Abete americano” o “chiave inglese” sono brutti in qualunque tipo di Elfolandia. Se si adotta il punto di vista del Narratore onnisciente non sono tecnicamente “errori”, ma rimangono scelte tristi, come l’imperciocché.

L’altro criterio da tenere a mente è che il punto di vista è l’aspetto più importante da considerare se si vuole essere verosimili: il comandante della portaerei non pensa né dice: “adesso faccio girare la barca a destra”.
Perciò se si sceglie il suo di punto di vista bisogna usare la corretta terminologia, anche se potrebbe essere incomprensibile per il lettore. Ma se il lettore non capisce è finito lo scopo, dunque occorre un minimo di furbizia, del tipo:
– Non scegliere il punto di vista del comandante, ma scegliere quello della turista salita sulla portaerei solo per accompagnare il fidanzato: lei può pensare senza problemi che la barca gira a destra.
Mostrare che la barca gira a destra, indipendentemente da quello che pensa o dice il comandante.
– In altra maniera riuscire a illustrare prima i termini eventualmente ostici.

#677 Comment By francy On 21 ottobre 2009 @ 17:37

Grazie per aver risposto Gamberetta!^_^
Comunque, vorrei staccarmi un attimo dalla questione linguaggio per tornare alla faccenda FMA. Forse potrei sfociare nell’off topic, e se succederà mi scuso in anticipo, ma rileggendo la “discussione” avuta con Kagura mi è venuto in mente che forse sarebbe meglio postare (si dice così?) il pezzo della Troisi con quello di FMA, così almeno anche chi non ha letto il manga può farsi un’ idea. Quindi ecco il tutto è uno e uno versione Troisi:

Fu allora che Nihal sentì forte sotto di sè la sensazione della roccia, e poi della terra. Ne sentiva il pulsare ritmico, come di arterie invisibili che la irrorassero al ritmo dei battiti di un cuore che palpitava ad ogni ramo. La natura parlava con parole arcane che Nihal non capiva, eppure ne comprendeva il significato nascosto. Dicevano che tutto è uno e uno è tutto. Che ogni cosa inizia e finisce nella bellezza della natura. Che tutti gli esseri del mondo sono parte del grande corpo del creato.

segue tutta una parte sui viaggi extracorporali di Nihal, ma alla fine l’unica spiegazione vera e propria rimane questa. In FMA, invece la faccenda è un po’ più lunghetta, ma merita tutta, secondo me.

-Ricordi quando abbiamo parlato di cosa sarebbe successo se fossimo morti qui?
-Sì, e io ti ho detto che tutti sarebbero stati tristi.
-Certo, ma quello è un modo di pensare un po’ troppo soggettivo. Visto invece da una prospettiva universale, se anche noi morissimo il mondo continuerebbe a girare come se niente fosse. Noi siamo solo una piccola e insignificante parte di questo pianeta, non credi?
-Non dire “piccolo”! sbam
-ahio! Comunque… se morissimo, quello che resterebbe di noi sarebbero solo i nostri corpi fisici. Acqua, carbonio, ammoniaca, calce, fosforo, sale, salnitro, zolfo, magnesio, fluoro, ferro, silicio, manganese e alluminio, giusto?
-Sì. i nostri corpi non sono altro che un composto di questi e altri elementi. Al termine della vita terrena, dopo la decomposizione, diventiamo nutrimento per le piante. E le piante diventano nutrimento per gli erbivori che a loro volta diventano nutrimento per i carnivori. Questo ciclo va avanti ininterrottamente, anche se noi non ci facciamo caso. Un flusso così vasto che non riusciamo a vederlo con i nostri occhi… Non so se chiamarlo mondo o universo, ma sia io che tu non siamo altro che una minuscola parte di quel flusso. Un piccolo pezzettino di tutto l’insieme. Ma il tutto esiste perchè è formato da tanti piccoli pezzettini. Questo mondo continua ad andare avanti seguendo leggi che riusciamo a malapena a immaginare… comprendere quel flusso, scomporlo e ricomporlo… questa è l’alchimia.

ecco fatto, così i commentatori a venire potranno giudicare da loro la resa del tutto è uno ecc della Troisi e quella dell’Arakawa (tenete conto che la seconda perde molto senza le vignette)

#678 Comment By lilyj On 21 ottobre 2009 @ 22:42

Direi che FMA rende meglio della Troisi anche senza le vignette… sarà che la teoria dietro esiste, è coerente ed è anche tenuta in considerazione? (lo so che l’alchimia è il terzo protagonista della storia, ma non volevo pesare troppo su licia)

#679 Comment By francy On 22 ottobre 2009 @ 15:35

@lilyj

sarà che la teoria dietro esiste, è coerente ed è anche tenuta in considerazione?

Fai conto che è in FMA quella teoria è alla base del principio dello scambio equivalente, che è il motivo per cui Ed e Al perdono braccio, gamba e corpo e che poi da il via a tutta la trama… quindi direi che sì, è tenuta in considerazione ^_^

#680 Comment By Alessandro Albani On 3 novembre 2009 @ 17:57

Sono semplicemente disgustato dall’ignoranza con la quale è stato stilato questo articolo.
Non hai alcun diritto di insultare Licia Troisi, che scrive meravigliosamente, in un modo semplice e giovanile, riuscendo a rendere alla perfezione i personaggi che mette in scena nei suoi romanzi.
Per me lei è un esempio da seguire, dato che vorrei intraprendere anche io la carriera di scrittore fantasy (ho già scritto il primo libro e lo sto migliorando, rifinendolo, da quasi un anno).
Poi vorrei puntualizzare che per avere successo, nella scrittura, come nella vita in generale, non servono fortuna o “gavetta” ma un mare di PASSIONE e soprattutto i COGLIONI per farsi valere e conoscere, e credo proprio che sia questa la qualità che ha permesso a Licia di avere successo.

Per concludere oso tranquillamente paragonare questa marea di cazzate che hai appena scritto ai tanti commenti acidi ed inutili che si fanno di continuo alle persone che odiamo solo perchè ci rendiam conto essere migliori di noi.

Passo e chiudo…

#681 Comment By Magdalena On 3 novembre 2009 @ 20:16

Ma non finiranno mai questi qui? ._.
Guardacaso tutti aspiranti scrittori. Mh. Da da pensare.

#682 Comment By Alessandro Albani On 3 novembre 2009 @ 20:58

La speranza è l’ultima a morire, la passione non manca e le capacità (lo dico anche se odio peccar di superbia) ci sono…

Ad ogni modo ognuno è libero di esprimere la sua opinione, ma senza insultare nessuno e senza uscirsene con accuse assurde come quelle scritte in questo blog…

#683 Comment By Merphit Kydillis On 3 novembre 2009 @ 22:54

@ Alessandro Albani:

A ciascuno di loro sarebbe stato dato un corpetto a colori sgargianti, che permettesse di identificarli come allievi dell’Accademia. In quel modo per il supervisore sarebbe stato più facile controllare il comportamento dei ragazzi in battaglia.

Quando ho letto questo passo stavo per bestemmiare Ken Follett.
Alessandro, parliamoci chiaro: Licia può essere senza dubbio una brava persona e forse una brava scrittice. Evidenzio il forse perché il passo che ho riportato dimostra quanto la Troisi, nonostante gli sforzi, è poco pratica di tattiche militari in periodi militari. Certo, non posso chiedere tanto ad un’astrofisica…

Immaginati di essere il comandante: ordineresti a delle reclute, dei novellini, di prendere un castello? Certo che no! Elaboreresti un piano per prendere con l’inganno tale fortezza (facendo travestire un soldato con abbigliamento nemico, fargli entrare nella fortezza e aprire il portone) o semplicemente prenderli per fame? Ma ovviamente!
Metteresti le reclute in prima fila? Almeno che non intendi mandare carne al macello… Soprattutto gli faresti indossare ai tuoi soldati dei colori scargianti per riconoscerli nella mischia? O sei miope, oppure il posto di comandante te lo sei comprato, fregandotene delle lezioni che hai saltato. E una tattica no? Magari attaccando al tramonto (o all’alba) durante l’alternanza tra il giorno e la notte (o viceversa), e mandando prima i soldati più esperti, e poi le reclute come supporto. Non dimentichiamoci, ovviamente, dei draghi…

Questa è quello che definisco una cretinata immensa. Se fossi stato il generale Raven, come minimo avrei fatto impiccare quell’imbecille sconsiderato.

#684 Comment By Alessandro Albani On 3 novembre 2009 @ 23:52

D’accordo forse non ha senso mandare in battaglia dei novellini con bersagli a cerchi concentrici sul petto, ad ogni modo non credo che basti una cosa del genere per giudicare così un libro e soprattutto una scrittrice.
Se vuoi un ottimo libro fantasy con tattiche militari rifinite nel dettaglio leggi “ORCHI” che è ottimo, soprattutto da quel punto di vista.
Tuttavia continuo a credere che Licia sappia indubbiamente scrivere, se poi la guerra non è il suo mestiere lo lascio decidere ad altri, quel che sa fare di sicuro è creare mondi fantasy avvincenti.
Questa ad ogni modo rimane una mia opinione, che esprimo con grande diplomazia, trovo scorretto e triste quando si stila un articolo come quello qua sopra, pieno di sparate acide e assurde volte a smontare pezzo per pezzo il lavoro di altre persone.
E non venitemi a dire che non è stato per invidia, perché sia invidia per le abilità di Licia o piuttosto per il successo ottenuto, invidia rimane. Ed è una cosa triste e poco costruttiva, tentate piuttosto a chiedervi come abbia fatto ad ottenere questo successo, se sia stata veramente fortuna o come sostenete addirittura raccomandata…O se forse, più probabilmente, c’è qualcosa nel suo modo di scrivere che funziona, che magari noi non abbiamo ancora imparato. Non piace un passaggio del libro? Forse il modo in cui scrive certe cose? Bene, appuntiamocelo su un foglietto e andiamo invece a cercare quello che funziona, quello che è scritto bene, solo li troverete il motivo del successo di Licia e quello di buono che vi possono trasmettere i suoi libri. (Ovviamente dico questo per gli aspiranti scrittori che hanno postato commenti su questo blog e soprattutto per la piccola crostacea, che forse ha bisogno di una sana dose di umiltà).

#685 Comment By gugand On 4 novembre 2009 @ 00:18

Troisi scrive scorrevole, ma la coerenza e la verosomiglianza delle sue storie e’ sottozero. Soprattutto dimostra di scrivere senza documentarsi. Senza contare che si parla di fantasy e il suo mondo e’ tutt’altro che fantasioso.

#686 Comment By Angra On 4 novembre 2009 @ 07:46

@Alessandro Albani:

magari potresti sostenere la tua opinione con un esempio: posta un paio di pagine di un romanzo della Troisi ben scritte (anche più di due, se vuoi), dove salti agli occhi la maestria nel creare mondi fantasy avvincenti.

#687 Comment By Merphit Kydillis On 4 novembre 2009 @ 12:40

@ Alessandro Albani

Ti dò ragione sul fatto che l’esempio che ti ho fatto non basta a scardinare la Troisi… ma è appunto un esempio sul suo stile narrativo. Non è brava a raccontare scene di battaglia? Allora si astenga a farlo!

Quando ti riferisci a Orchi parli della prima trilogia di Stan Nichols l’ho già letta: l’ho trovato carino, anche se un pò piatto.

Non è detto che uno fa una recensione “sincera” solo perché è invidioso. Prendi ad esempio l’Apartheid: di fatto gli africani, originari del posto, si ritrovarono a dover vivere nelle stesse condizioni degli ebrei dopo il Reichsparteitag (la promulgazioni delle leggi naziste di Norimberga). Se uno denuncia una legge ingiusta e razzista, non vedo perché un’altra persona possa dire la propria su un romanzo che non gli è piaciuto.

A parer mio, la recensione di Gamberetta è fondata sull’analisi del testo ed elementi logici. A parer mio. Forse tu non lo vedi in questa maniera dato che la Troisi è stata criticata dopo la valanga di lodi e consensi ottenuti da editori, testate giornalistiche e fan twlightomani.

Tornando a quando ho scritto sopra, devo dare ragione a Gamberetta. Ho cominciato a leggere la Troisi all’età di 13 anni, e mi sembrava di avere tra le mani dei bei romanzi. Poi, crescendo, li ho riletti e ho notato elementi a dir poco scandalosi, tali da far rivoltare nella tomba Arnoldo Mondadori: perché degli editor pubblicano certe cose, al giorno d’oggi, non lo so…

E sì, si può venir pubblicati lavorando sodo e farsi due palle così. Ma anche essere raccomandati, nonostante l’assoluta inesperienza narrativa, è un buon metodo per andare alla ribalta. Con questo non intendo insinuare alcunché, ma la maggior parte delle persone fa così nella vita.

#688 Comment By Maudh On 4 novembre 2009 @ 13:45

@Alessandro Albani

Ti sfido a trovare un passaggio della recensione che non sia motivato.
Dare dell’ignorante a gamberetta poi sfiora il ridicolo: chiaro, forse in neurochirurgia non è un luminare, ma sul fantasy, ossia il genere che scrive la Troisi, è informatissima.
Se vogliamo fare un paragone in quanto a cultura sul fantasy, la Troisi ha scritto le cronache che aveva letto solo il SdA, solo sull’indice delle recensioni si leggono quasi quaranta nomi di libri, racconti, saggi.

Secondo me il problema principale dei suo libri è che la Troisi scrive di guerra, perchè tutti i suoi libri trattano di una guerra, eppure di guerra non ne sa una benemerita mazza! Io, con un’istruzione da terza media, trovo decine di incongruenze militari nei soli primi tre libri! (di cui una grossa parte è indicata nelle recensioni) Poi se non ce ne frega niente della coerenza, allora possono anche essere dei capolavori! (fermorestando che lo stile ha le sue pecche, i personaggi sono ammorbanti, la trama insulsa)

P.S. Io non ce l’ho assolutamente con la Troisi, se non sul piano strettamente professionale: è una pessima scrittrice. Punto.
Detto questo, a me sta simpaticissima: un’astrofisica scrittrice di fantasy malata di Lost, quale persona può essere migliore?!

#689 Comment By Alessandro Albani On 4 novembre 2009 @ 14:06

D’accordo, almeno queste risposte sono state diplomatiche. Andrò a cercare passaggi dei libri fatti bene (a mio parere) che possano convincervi.
Anzi, prima vado a rileggermi le parti di scontri e battaglie del mio libro, magari trovo qualche cazzata anche nelle mie.
Comunque, visto che dite che siam liberi di sparare a zero sugli scrittori allora non mi trattengo oltre: Paolini è un incapace!!!

#690 Comment By Ste On 4 novembre 2009 @ 15:13

@ Alessandro

Ciao.
fa piacere che negli ultimi post hai usato un tono veramente diplomatico, perche quello che hai usato nel primo

[“Per concludere oso tranquillamente paragonare questa marea di cazzate che hai appena scritto ai tanti commenti acidi ed inutili che si fanno di continuo alle persone che odiamo solo perchè ci rendiam conto essere migliori di noi ”

Non mi sembra molto doplomatico ma solo il tono di uno che si è sentito punto nel vivo

Quanto all’altro pezzo:
” non servono fortuna o “gavetta” ma un mare di PASSIONE e soprattutto i COGLIONI per farsi valere e conoscere, e credo proprio che sia questa la qualità che ha permesso a Licia di avere successo.

Sei mai andato a pesca? Puoia vere tutta la passione del mondo, esserti arrampicato su uno sperone di roccia per avere il posto migliore, ma se non hai emsso l’esca i pesci non li prendi.

In un libro se scrivi (se sbaglio posta il contrario) cose inverosimili bhè è come aver messo l’esca sbagliata.
Non si pretende che si scriva un manuale di tattica militare, se lo voglio non leggo ORCHi, leggo “La volpe del deserto” o l’arte della guerra di Sun Tzu; ma se in un romanzo inserisco una o più battaglie, o assedi li devo rendere credibili ed evitare che un eventuale lettore ad un certo punto leggendo escalmi “ma sono idioti?”.
Del tipo se c’è una carica di cavalleria che mi sta venendo contro l’aspetto con i lanceri in postazione e le picche ben piantate nel terreno, non tengo gli arcieri (è un esempio inventato) in prima fila a tirare frecce come scemi mentre i cavalli arrivano.

Un conto è creare un mondo avventuroso, un altro scrivere scende “realistiche”

#691 Comment By Ste On 4 novembre 2009 @ 17:19

Devo però spezzare una lancia in favore della troisi.. Presto un defibrillatore!! Gamberetta è in arresto cardiaco… Libera!!
Scherzi a parte. E’ stato criticato, anche dal suo fan, l’uso di divise sgargianti… bhè non è un “errore”. Fino al 1800 le divise dei soldati erano più che sgargianti, per fare un esempio durant ele guerre napoleoniche gli austriaci avevano divise bianche, alcuni reparti prussiani pastrani verde con fodere rosse, gli inglesi un magnifico rosso brillante, i francesi blue bianco… non sono certo esempi di mimetismi, e la motivazione era semplice: individuare le proprie truppe nel marasma generale della battaglia e poter capire come stavano andando le cose.
Un altro uso di colori sgargianti era psicologico (anche se a volte non voluto) Quando Manfred Von Richtofen dipinse il proprio aereo di rosso lo fece per rabbia: se proprio gli anglo/francesi lo cercavano così lo avrebbero visto subito. Poi col passare del tempo credo che i piloti francesi che vedevano apparire un biplano rosso non pensassero “ma gurada sto qua che dipinge di rosso il suo aereo” ma qualcosa del tipo “merd! Speriamo di portare a casa la pelle!”.

#692 Comment By Angra On 5 novembre 2009 @ 11:21

Il problema non è sui giubbetti colorati si o no, ma il fatto che vengano allevati pochi guerrieri superaddestrati per poi far loro combattere battaglie campali. E’ l’idea della battaglia che si risolve in pochi scontri individuali di superguerrieri che faranno fuori ciascuno da solo centinaia di nemici ad essere ingenua e non andare al di là di Xena principessa guerriera. Nello sbarco in Normandia non te ne fai un tubo di una dozzina di Rambi, è più importante dare a tutti stringhe che non si slacciano mentre stai correndo. Quel molte battaglie le vinse, molte le perse dà proprio l’idea della concezione della guerra come torneo estivo di pallavolo.

#693 Comment By ??? On 5 novembre 2009 @ 13:14

@ Angra

Oddio, l’idea di uno o pochi che sconfiggono lo schieramento nemico non è da buttar via in un fantasy.
Solo, si dovrebbe applicare in maniera diversa: non si devono usare cavalieri addestrati, ma ad es. un demone invocato in battaglia/ una chimera creata da una delle fazioni in lotta/ un’automa-bomba etc etc.

Bisogna spingere sull’elemento fantastico per rendere credibile una vittoria di questo tipo.

Con delle semplici reclute, ovvio, non funziona.

#694 Comment By Ualterius On 5 novembre 2009 @ 15:17

Sui giubbotti a colori sgargianti delle reclute vorrei fare solo un paio di precisazioni.
Nel medioevo europeo (dove il modo di fare le guerre, è bene precisarlo, non era esattamente quello descritto dalla troisi), a partire dal XII secolo invalse l’uso di utilizzare sopra alla broigne (o alla cotta di maglia, per i più facoltosi) sorcotti COLORATI per permettere il riconoscimento dei guerrieri, o l’apparteneza di questi ad una fazione. Simili sorcotti (bianchi, ma con una croce – croix pattée – rossa su fondo bianco), erano utilizzati ad esempio anche dai Templari – che costituivano indubbiamente la “forza d’urto”, e certamente una milizia d’Elite dei c.d. Stati Crociati della Terra Santa – i quali li ostentavano anche nel mezzo della battaglia.
Sull’utilizzo dei Cadetti come carne da macello, vale poi la pena di spendere un ulteriore precisazione. Nell’esercito legionario romano del principato, con la formazione a manipoli, la prima fila, incaricata di sostenere l’urto brutale del fronte, era composta proprio dalle reclute (hastatii), sostenuti nella seconda e terza linea dai principes e dai triarii.
Con riguardo agli assedii, vale poi la pena di ricordare che la presa di S. Giovanni D’acri (Akko), nel 1291, fu un bagno di sangue a conclusione di un durissimo assedio, così come molte altre.
E la storia, inoltre, è piena di esempi di battaglie-sfacelo dovute ad errori, incompetenza (o ache semplice idiozia) dei comandanti.
Tanto premesso, è indubbio che la Troisi come scrittrice faccia piangere, ma suggerirei di smetterla di accanirsi ad oltranza. Di fronte alla piattezza della trama, al monocromatismo dei personaggi ed alla scrittura diciamo “non proprio eccelsa”, i sorcotti colorati dei Cadetti sono dettagli.

P.S. propongo un sondaggio: quanti si erano accorti che la Troisi faceva schifo (nel senso soggettivo del termine, si intende) prima di capitare su queste pagine?

P.P.S. la broigne la trovate leggendo Marc Bloch (per i più pigri ed i fracofoni, c’è invece la pagina su wikipedia francese)

#695 Comment By Angra On 5 novembre 2009 @ 16:19

@Ualterious: d’accordo, non c’è bisogno di scendere nei dettagli. Se fai caso, infatti, alla fine l’ignoranza abissale di ogni argomento (bellico) ha pesato per un solo gambero marcio su diciannove nella recensione.

#696 Comment By lisse On 6 novembre 2009 @ 09:24

E’ vero che nel passato gli eserciti avevano divise sgargianti, ma tutti gli appartenti a quell’esercito vestivano quei determinati colori. Non è che la maggior parte avevano tute mimetiche e una decina di sfigati i corpetti arancioni…
Sulla domanda di Ualterious: ho letto solo la setta degli assassini e le due guerriere; mi hanno lasciato con un senso di insoddisfazione che non sapevo definire, tanto è vero che ho non proseguito nella lettura delle opere della Troisi, ben prima di approdare su questo sito. Quando ho letto le recensioni, ho finalmente potuto dare un nome alla mia insoddisfazione e capire anche dal punto di vista tecnico cosa non andava e cosa non me lo faceva classificare come un romanzo che merita di essere letto.

Infine, una considerazione personale: leggendo La setta degli Assassini, avevo avuto l’impressione che il mondo emerso avesse una solida storia alle spalle, che fosse stato ben costruito nella trilogia precedente. E questo mi sembrava un punto di forza del libro.
A quanto pare mi sbagliavo.

#697 Comment By Clio On 6 novembre 2009 @ 12:14

A Ualterios
Io ho letto solo La setta degli assassini. Mi ha disgustata. D’autant plus que l’idea di una bambina che ammazza senza volere un compagno di giochi non era da buttare. Solo due libri mi hanno fatto rimpiangere maggiormente i soldi: Magdebrg-L’eretico e Il maestro del tè, ma solo perché questi de avevano velleità di romanzo storico *ingoia una pasticca di valium all’idea*, mentre la Troisi almeno questo difetto non lo aveva.
Solo dopo sono approdata qui.

#698 Comment By Clio On 6 novembre 2009 @ 12:29

Per gli eserciti:
un esercito “medievale” è un conto: non erano eserciti nazionali. Ogni signore o piccolo signore addestrava i suoi personali uomini, quando c’era una guerra ognuno partecipava coi propri colori e le proprie armi. Non c’erano accademie di stato (anche perché, secondo l’epoca, non c’era nemmeno un vero e proprio “stato”), quindi il colore non indicava il tuo grado o la tua funzione, ma solo di chi eri.
Con gli eserciti nazionali, le divise sono rimaste vistose (mi sembra che le prima divise clor can-che-fugge siano state usate nelle guerre d’indipendenza itaiane, ma potrei prendere una colossale cantonata), ma, come ha già osservato lisse: TUTTI erano sgargianti.

A chiosa: questa è solo una scena, è un esempio preso random. Il problema è che la Torisi scrive di guerra. La guerra è essenziale: senza la guerra, nessuno dei personaggi avrebbe ragione d’essere. Ora, la Troisi sta alla guerra come io sto alla Fisica Nucleare. Personalmente posso sopportare la poca originalità (anche se male) se il libro è scritto bene. Morte di mezza estate di Mishima, come storia, non mi è piaciuto, ma perdindirindina, è scritto da Dio!
La Trosi aggiunge a una trama banalotta dei personaggi stereotipati e, soprattutto, una valanga mostruosa di errori e stupidaggini.

#699 Comment By Merphit Kydillis On 6 novembre 2009 @ 14:40

@ Clio

In che senso L’Eretico ti ha delusa? La vicenda ruota attorno alla Guerra dei Trent’anni, e a me è piaciuto.

#700 Comment By Clio On 6 novembre 2009 @ 23:00

A Merphit Kydillis
Ahi, OT in arrivo XD
Lo stile mi è piaciuto, beninteso. Un po’ trombone, ma gradevole.
Cosa mi ha deluso: una sfilza di anacronismi mostruosi.
Il tizio non può avere armi giapponesi o una formazione da ninja, è impossibile. E’ possibile che lo abbiano addestrato i marziani, in via teorica, ma che lo abbia fatto un ninja no, stiamo parlando di realtà storica ben conosciuta.
Non può essere un’eccezione. Shogun, parla di un’eccezion. Vero, ma la vicenda della nave olandese è vera, e lo è quella del pilota (anche se romanzata), mentre non è mai successo (e non poteva succedere) che un tedesco diventasse ninja. Clavell scriveva romanzi storici. Altieri scrive fuffa.
Mi ha deluso inoltre una serie di castronerie gratuite: gli ebrei he scappano attraveso i sotterranei e, omammamia, dei pipistrelli! Camminiamo in punta dei piedi. Il pipistello è una creatura assolutamente innocua. O anche le armature di polistirolo dei cattivi che si sfasciano con niente (uno si schiaccia la testa con tanto di elmo perché un secchio vuoto gli cade addosso!).
Chiuso OT. ^_^
Beninteso, è fuffa con una trama decente, al contrario dell’obbrobrio di Il maestro del tè. Capisco che a molti sia piaciuto.
Se il libro fosse stato un fantasy, forse sarebbe piaciuto anche a me. Ma mi dispiace: avere velleità storiche e sparare certe amenità è qualcosa che mi fa crescere le zanne, coprire di pelo e correre ululando per le strade di Vitry.
Sarò io che sono una scassapalle pedante XD
Fogna, arrivo!

#701 Comment By Stefano On 9 novembre 2009 @ 01:21

Ualterious, “hastati” non “hastatii” e comunque fare paragoni tra un esercito cittadino e un corpo professionale come erano i cavalieri descritti dalla Troisi (con la pletora di sciocchezze che vi ha introdotto) ha poco senso.
Sulla tua domanda, Gamberetta non è sulle pagine gialle, magari dopo aver provato nausea dagli scritti troisiani si è cercato di trovare altri che hanno avuto le medesime sensazioni

#702 Comment By Stefano On 9 novembre 2009 @ 01:28

Aggiungo una cosa di carattere storico:
non è vero che le truppe più giovani erano collacate sempre davanti nell’esercito romano, questo era il modello di legione polibiano, ma precedentemente non era cosi’. Livio, autore successivo, ma con fonti più antiche, restituisce un altro modello di legione: ricordo, infatti, che “principes” in latino significa i primi, e forse erano loro a trovarsi davanti, mentre “hastatus” significa portatore di lancia, quando Polibio attribuisce la lancia ai Triarii.

#703 Comment By Ualterius On 9 novembre 2009 @ 12:34

@ stefano: leggi sempre con attenzione i post, prima di commentarli.
Ho scritto “l’esercito romano del principato”, non “l’esercito romano” sic et simpliciter. :-)
L’esercito romano non è un esercito cittadino. Le legioni erano agli effetti un corpo che oggi definiremo d’elite. Composte da soldati stipediati (non coscritti), in molti casi altamete specializzati, ed addestrati per anni in maniera intesiva e totalizzante (tanto che ai legionari era inizialmente proibito sposarsi, ed il divieto permarrà a lungo per veire superato solo in epoca tarda). Volendo si potrebbe definire “cittadino” l’esercito romano originario e quello della repubblica, e la definizione potrebbe attanagliarsi alla legione consolare, ma non era quello il modello a cui facevo riferimento nel mio post, che, è bene precisarlo, non vuole in alcun modo essere a difesa della Troisi.
Il senso del paragone era l’utilizzo in situazioni storiche reali di reclute addestrate come “carne da macello”. Niente di più.

Non ho capito la tua risposta alla mia proposta di “sondaggio”… che peraltro vuol essere un invito a moderare i toni, ed a smettere di accanirsi. La Troisi fa schifo? Bene, lo sapevamo, e Gamberetta penso abbia già fatto un certosino lavorio di analisi dettagliata, sviscerando tutto quanto si possa sensatamente criticare delle opere della Troisi. Continuare ad infierire, a mio parere, è altrettanto stucchevole delle sporadiche sortite dei fan troisiani a difesa della propria beniamina.

P.S. anche se in certi casi la discussione prende invece derive molto più costruttive… faccio rifriferimento per esempio, a quella sorta in merito all’utilizzo di terminologia connotata da riferimeti culturali precisi al “nostro” mondo di qualche post fa, verametne i teressante e sulla quale auspico un intervento dirtetto sotto forma di articolo o guida di Gamberetta

#704 Comment By Stefano On 9 novembre 2009 @ 14:43

Ualterius, allora devi informarti meglio, visto che già con Mario il modello di legione cambia. Nel principato ormai, ma già al tempo di Cesare, non c’erano né hastati, né principes né triari.

#705 Comment By Ualterius On 10 novembre 2009 @ 09:52

@Stefano… Hai ragione, wikipedia mi dice che gli hastatii sono stati rimossi con la riforma di Mario… Anche se mi sembrava di ricordare che la definizione, anche se non più legata al censo, né all’armamento, permanesse per lungo tempo nell’esercito romano… Mah, sarà l’età che avanza :-)

#706 Comment By Rik On 10 novembre 2009 @ 12:33

@Ualterius
Per il sondaggio.
Ho iniziato a lurkare da queste parti proprio quando mi è stata segnalata una recenzione alle Cronache che esprimeva in modo diffuso e puntuale le sensazioni che espressi tempo fa sul mio blog.
Credo di non essere stato il solo…
Rik

#707 Comment By Maudh On 15 novembre 2009 @ 18:45

Secondo wikipedia, in una legione della metà del 3° secolo a.C. c’erano 1.200 hastati. Non so a quell’epoca quante legioni avesse roma, ma direi che dovevano esserci ALMENO 10.000 hastati nell’esercito romano del periodo (secondo me, se il mondo emerso è grande quanto l’Europa come dice la troisi, i regni liberi sarebbero più estesi e popolati della repubblica romana).
Di cavalieri di drago quanti ne potranno esistere? 200? 500? 1000? Anche fossero 2000 (secondo me non più di 4-500)stiamo parlando di soldati sceltissimi e il cui addestramento e equipaggiamento (chesso, tipo il DRAGO) varrebbe quanto quello di mille hastati.
Mandare un’ intera generazione del corpo più scelto e costoso dell’esercito anti-tiranno al macello in questo modo è assolutamente ridicolo, punto e basta.

#708 Comment By Ualterius On 16 novembre 2009 @ 15:29

@ Maudh
non concordo con la tua affermazione. Nel mare di strafalcioni ed anacronismi che costellano l’operato della Troisi, l’assalto al castello non mi sembra così assurdo. é (a mio avviso) palesemente inserito unicamente per esigenze di trama, tuttavia è verosimile, quasi credibile.
Siamo d’accordo, i Cavalieri dei Draghi sono la truppa D’elite, ma sono in fondo guerrieri, gente che è chiamata a combattere, ed utilizzarli in un obbiettivo secondario (la presa di un “castello dei cattivi” TM) è un ottimo battesimo del fuoco, dove si può vedere in un contesto di combattimento reale cosa sono capaci di fare “when the s**t hit the fan”. Questa, però, è solo la mia opinione.

P.S. nel 3 sec. a.C. le legioni erano due, una per console (fonte wikipedia).

#709 Comment By Maudh On 16 novembre 2009 @ 16:01

@ Ualterius:
Mi semba comunque irrazionale farli combattere come fanti da quattro soldi dopo tutto quel popò d’addestramento, ma potrebbe essere una mia impressione.
Ciò che davvero non mi spiego è perchè debbano evidenziarsi con i corpetti colorati! Non basterebbe affibbiargli un combattente esperto a valutarli?
(Tralasciando su tutte le cretinate stile “hanno QUASI finito le provviste, attacchiamo”, catapulte che centrano la maggior parte degli obiettivi dragheschi IN MOVIMENTO ecc.)

P.S.

nel 3 sec. a.C. le legioni erano due, una per console (fonte wikipedia).

Porco Quattro, mi crolla un mito!

#710 Comment By Maudh On 16 novembre 2009 @ 16:18

@Ualterius: dimenticavo un particolare, scusate per il doppio commento: l’assalto alla fortezza direi che non è un’azione secondaria, si parla di interi accampamenti e numerosi draghi che vanno all’assalto, credo che possa essere considerato uno degli obbiettivi strategici di tutto il fronte occidentale (che è poi quello più attivo, specie nei libri seguenti).

#711 Comment By Kagura On 1 dicembre 2009 @ 22:58

Io torna qui dopo poco e si è persa un sacco di cose. E vabbe’ :D

Due parole sulla questione TroisivsFMA; grazie per aver postato il confronto :D

Sulla questione “i termini” non mi esprimo diffusamente, ma resto dell’idea che una katana è una katana, e se il contesto permette di usare quel termine lo si deve usare.

Metteresti le reclute in prima fila? Almeno che non intendi mandare carne al macello…

Io ricordo che nel Settecento era consuetudine mandre in prima fila le reclute; se scappavano mostrando le spalle al nemico era sempre gente inutile in meno. E indossavano anche divise sgargianti, sì.
Anche se ovviamente le indossavano tutti, non le poche preziosissime reclute fondamentali mandate allo sbaraglio.

E’ passato un po’ di tempo, ma commento comunque questo passaggio:

Non hai alcun diritto di insultare Licia Troisi, che scrive meravigliosamente, in un modo semplice e giovanile, riuscendo a rendere alla perfezione i personaggi che mette in scena nei suoi romanzi.

Ora, tralasciando la questione “Tu non hai alcun diritto di insultare”, è vero che la Troisi scrive in maniera semplice (e giovanile, anch’io scrivevo così a quattordici anni ) ma i suoi libri contengono stupidaggini. Dopo aver letto Nihal non sapevo se decapottarmi dal ridere o piangere lacrime di sangue.

#712 Comment By KillWolfen On 17 dicembre 2009 @ 00:41

Questa ragazza è un genio!!!
Porca eva vorrei stringerti la mano :D
Credo che non ci siano aggettivi per dirti quanto sei brava

#713 Comment By Gloria On 21 dicembre 2009 @ 17:00

Ok qui mi trovo totalmente d’accordo. Io mi chiedo dove gli scrittori, e le persone in generale, abbiano buttato la vera fantasia e il cervello.

A parte il livello tecnico etc, è proprio un fatto di contenuto. Come si può creare sempre la solita storia? ( per altro fatta male) Perchè non ci possono essere altri fatti o dettagli? Perchè -_- deve essere sempre l’ultimo di una dinastia, o un poveraccio con i genitori morti in un incendio o uccisi da agenzie segrete che chiede vendetta, o l’ultimo superstite di una razza che deve salvare il mondo? -_- Cavolo ma non esiste solo questo!! Bah, io mi chiedo, il cervello e l’immaginazione è infinita … perchè dobbiamo buttare l’infinito nel cesso?

#714 Comment By Mauro On 22 dicembre 2009 @ 00:10

Cito da qui, a proposito dell’ultimo libro della Troisi: “In questi romanzi il lettore scopre che gli elfi non sono solo creature belle e schive, ma che possono anche essere malvage e hanno un piano: vogliono sterminare tutti gli esseri viventi del Mondo Emerso”; qualcuno sa se hanno un motivo per un simile obiettivo?

#715 Comment By francesca On 22 dicembre 2009 @ 10:21

Dirovvi che questo “Figlia del sangue” , dalla recensione linkata, è sempre un miscuglio di elementi già visti, ma almeno abbastanza eterogenei e bislacchi, e la trama sembra più particolare rispetto alle solite quest…Ci sono poi ben 2 elementi di conflittualità : il signore del Male reincarnatosi nel Gnokko di turno amato dalla protagonista; la protagonista stessa che pare di capire sia non una persona vera, ma una replicante-frankenstein (creata usando il corpo di una morta il cui destino però torna a perseguitarla). Il destino incompiuto di una morta, non avere un passato, il morbo misterioso che decima la popolazione, amare il diavolo…temi interessanti, nelle mani giuste. Avrà la Troisi prima di scrivere questo libro letto almeno Philip Dick, Mary Shelley e Stephen King, e riletto I promessi sposi (la parte sulla peste) ? Ne avrà fatto tesoro, per partire già da un gradino alto, o siccome è fantasy sarà scritto un tanto al chilo, come se nessuno avesse mai ragionato prima su queste cose?

#716 Comment By Alric On 22 dicembre 2009 @ 22:56

In questi romanzi il lettore scopre che gli elfi non sono solo creature belle e schive, ma che possono anche essere malvage e hanno un piano: vogliono sterminare tutti gli esseri viventi del Mondo Emerso”; qualcuno sa se hanno un motivo per un simile obiettivo?

Avranno letto i libri della Troisi.

#717 Comment By cicca On 23 dicembre 2009 @ 10:52

Il mondo troisiano:uno strano mondo in cui si trovanobambini volanti,mostri sanguinari vigliacchi,ragazze che marciscono,capelli blu-verdi-rosa,autrici a livello prima elementare e architravi con la chiave di volta.

#718 Comment By La mappa definitiva del Giovane Esordiente « Werehare’s Burrow On 8 agosto 2010 @ 16:00

[...] gli articoli. Gamberetta, però, è conosciuta principalmente per le recensioni sarcastiche di Nihal della Terra del Vento, Twilight e altri simili polpette a uso fanboi e fanghèrl: recensioni divertenti e ben costruite, [...]

#719 Comment By Roby On 15 ottobre 2010 @ 13:58

Gamberetta ti adoro!! Cosa direbbe George Martin se leggesse questa schifezza?? Troisi, datti all’ippica e continua a studiare stelle e pianeti, va! Sparisci, scrivo molto meglio io di te eppure non ho il coraggio di pubblicare… un autoesame? La tua sintassi sono come unghie sulla lavagna…e la cosa peggiore è che hai successo!! Mentre grandi libri fantasy per l’ italia non vengono nemmeno tradotti… vergogna!!!

Gamberetta, ripeto, ti ADORO.

#720 Comment By francesco On 21 ottobre 2010 @ 10:51

brutta cosa l’invidia….. se sei cosi brava da notare tutti questi errori perché non lo scrivi tu un bel romanzo fantasy??? ah, quella che tu chiami fortuna…si chiama TALENTO! lo so…non ne hai mai sentito parlare…è quello che ti frustra vero? non capisco come si possa criticare un fantasy perfetto sotto tutti i punti di vista: temi trattati, personaggi, modo di scrivere… ma come dicevo prima c’è solo una spiegazione: l’invidia…

#721 Comment By Iris On 21 ottobre 2010 @ 11:26

Francesco, sono curiosa: a parte la troisi quali altri romanzi fatnasy hai letto?

#722 Comment By Merphit Kydillis On 21 ottobre 2010 @ 11:46

se sei cosi brava da notare tutti questi errori perché non lo scrivi tu un bel romanzo fantasy???

francesco, quello che hai appena detto dimostra il tuo livello di maturità.

Allora, non per creare trolling o flame: tu pensi che i romanzi scritti da Licia sono stupendi, io ed un altro sacco di gente pensa l’esatto contrario. Ognuno è libero di esprimere la propria opinione.

non capisco come si possa criticare un fantasy perfetto sotto tutti i punti di vista: temi trattati, personaggi, modo di scrivere…

Beh, i critici letterari giudicano romanzi PROPRIO su queste basi ^____^

#723 Comment By Solvente On 25 ottobre 2010 @ 11:19

E perché abbiamo il sospetto (speriamo con tutto il cuore di sbagliarci) che per vendere davvero tante copie il fatto di scrivere qualcosa che ricorda altri mille libri già letti non importi così tanto, perché la maggior parte della gente gli altri mille libri non li ha letti affatto; perché dettagli stonati e scrittura ingenua, in fondo non vengono notati o forse sono addirittura più congeniali a un pubblico generico poco avvezzo alla lettura.

Credo che sia tutto qui.
Considerare il fantasy un genere per ragazzini è una soluzione di comodo. La verità è che gli adulti che amano il fantasy hanno gusti difficili: cercano originalità e stile, non possono reggere più di dieci righe di banalità (di forma e contenuto).
I ragazzini di sedici anni, alla loro prima lettura, bevono allegramente litri di banalità, che al lettore adulto fa venire la nausea al primo sorso.
I ragazzi giovanissimi sono facili da accontentare e gli adulti sono di gusti difficili? Allora diciamo che il fantasy è genere per ragazzi e mettiamo in commercio soltanto per quel target.
Problema risolto.

#724 Comment By tasso barbasso On 25 ottobre 2010 @ 11:53

@solvente.

Io, nella mia beata ignoranza (la considero beata sul serio) delle strategie di marketing, ho sempre pensato che il genere fantasy sia, di fatto, un genere “per l’infanzia”. In altri termini, per rimanere: nel fantasy: se fa il verso di un drago e cammina come un drago, allora È un drago! Questo dipende soprattutto dal mercato editoriale, certo, ma d’altra parte i libri li vendono gli editori, mica i lettori. Per il resto è ovvio che la letteratura veramente “buona” (ma cosa intendiamo per buona? Bla-bla-bla…) è universale proprio perché tracima dal genere: fantasy, storico, literary novel, weird new, weird old, punk, pink, a pallini verdi, gessato, per adulti, per bambini…

#725 Comment By Solvente On 25 ottobre 2010 @ 13:27

@ tasso barbasso:

Non ho capito il tuo intervento: qual è il riferimento al mio?
In che senso il fantasy sarebbe un genere “per l’infanzia”?

#726 Comment By tasso barbasso On 25 ottobre 2010 @ 17:17

@Solvente.

Dicevo che A QUANTO PARE gli editori considerano EFFETTIVAMENTE il fantasy (soprattutto il puro fantasy ma anche, seppure in misura minore, l’intero settore “fantastico”) un genere per l’infanzia. Perlomeno questa è la sensazione che ho sempre provato girando dentro le librerie (fisiche) italiane. Definire questo fatto una “soluzione di comodo” mi sembra un po’ impreciso. Sarebbe come dire che se Tizio (che magari è un po’ obeso) non corre 10 chilometri ogni mattina, allora è pigro, e fa pure un grosso errore, perché è chiaro che del moto gli farebbe bene. Questa affermazione probabilmente contiene delle verità, ma non necessariamente descrive bene la situazione. Tizio potrebbe rispondere che dal suo punto di vista il moto non è affatto necessario, o che magari non può correre perché soffre di cuore, oppure potrebbe onestamente sostenere che il rimanere in forma non è tra i suoi obiettivi, eccetera.
Secondo me l’editore tipico non si propone di svolgere una funzione primariamente sociale e culturale, ma vuole sostanzialmente costruire e vendere prodotti. Si potrebbe dire: è pigro!, perché se facesse prodotti migliori, non solo avrebbe una splendida funzione sociale, ma venderebbe anche di più. Ma è proprio così? La situazione è controversa e troppo ingarbugliata per parlarne seriamente in un breve post.
Quello che volevo dire, non in contrasto ma ad integrazione della tua osservazione, è che il “problema”, dal “loro” punto di vista, forse è già VERAMENTE “risolto”. In fin dei conti, se io editore mi propongo non tanto di elevare la “qualità” (e vai a capire cosa sia questa “qualità”, e bla-bla-bla…) di un certo settore letterario (o della mia collana dedicata a quel settore), quanto di “coprire” il target “bambini e ragazzini”, allora questa operazione la posso svolgere benissimo (ripeto: MI È POSSIBILE FARLO) con alcuni di quei tanti manoscritti fantasy (e affini) che mi ritrovo già per le mani. Ricapitolando: bassi investimenti (c’è l’ho!: esordienti giovanissimi + editing sottopagato); tempi brevi e poca ricerca (c’è l’ho!: belli, brutti, raccomandati, va bene tutto); target raggiunto (c’è l’ho!: la “qualità” è “sufficiente” per i miei scopi, e poi si sa che al 99% i libri si vendono o sventolando il nome famoso o facendo promozione). Tu dirai: “ma noi lettori adulti (o comunque maturi) vogliono leggere un fantasy meno infantile”! (adottiamo la convenzione per cui il fantasy “cattivo” è generalmente scritto da autori giovani e inesperti, o anche anziani e inesperti, che scrivono in maniera infantile, per lettori altrettanto inesperti e infantili); “gli editori devono pensare anche a noi!”; “tra l’altro la cosa gli converrebbe perché venderebbero più libri”; “perlomeno potrebbero offrire due differenti collane dello stesso genere, una per adulti/maturi e una per bambini/immaturi”. Allora io, cinico e spregevole editore, potrei dire: “grazie ma la cosa non mi interessa: i miei standard qualitativi io li soddisfo, sulla base delle mie esigenze e delle mie specifiche potenzialità, sfruttando strategicamente tutte le mie collane. In altri termini io nel fantasy ci voglio mettere soprattutto i libri per bambini/immaturi, mentre la “roba buona” per gli adulti/maturi la voglio mettere soprattutto in altri settori. Tu mi dici che la strategia è sbagliata? Allora fatti la tua casa editrice e gestiscila come ti pare, io ritengo di avere buoni motivi per non farlo”.
Problema risolto. Per loro.
Ma quello che mi premeva veramente dire, è che la roba veramente buona, quella per adulti/maturi, o anche quella (diversa) che va bene sia per i bambini/infantili che per gli adulti/maturi, alla fine viene fuori… e viene fuori in tutti i generi. Inoltre volevo dire che un buon libro fantasy, un buon libro di SF, un buon saggio, un buon libro di storia, ecc… sono solo buoni libri, scritti da bravi autori che avevano qualcosa di buono da dire. E saranno sempre pochi.

#727 Comment By Solvente On 25 ottobre 2010 @ 19:26

@ tasso barbasso
ok (Oh! Ti difetta il dono della sintesi e della semplificazione ;-))

#728 Comment By tasso barbasso On 25 ottobre 2010 @ 19:40

@Solvente.

Lo so, lo so, ci sto lavorando… Grazie per l’osservazione, comunque! ;-)

#729 Comment By Doc.Herbert West,M.D. On 9 novembre 2010 @ 12:55

Il commento di SuperKikka centra in pieno il motivo per cui trovare un estimatore del fantasy dopo i 30 anni d’età è facile quanto trovare un pinguino fra le dune del Sahara.
Voglio dire,ci può anche stare che leggere del Regno Incantato N°769,governato dal Buon Re® di turno e minacciato dal classico Signore-del-male-incarnazione-di-tutte-le-possibili-malvagità sia piacevole,se sono i primi romanzi “seri”che leggi dopo ‘Le allegre avventure della Pimpa e dei suoi amici’…
ma leggere per anni la stessa sbobba ?
Tolkien è morto dal 1973.
‘Il Signore degli Anelli’ è stato scritto nel 1937.
E allora perché,buon dio, devono continuare ad aleggiare in questo genere come lo spettro di Banko,con orchi,elfi,nani e compagnia cantante immersi in un Medioevo di cartapesta?!?
* coro da stadio di decerebrati assortiti *
Perché sì,perché è fentasi!!!1!1!
Sigh!La sola speranza è che quanto scritto qua sia vero,sempre Lord Mondadori ed i suoi orchetti editoriali non abbiano comunque già vinto la loro battaglia…

#730 Comment By Rachele On 12 dicembre 2010 @ 22:15

Fantastica! Mi sono divertita tantissimo leggendo questa Recensione con la erre maiuscola e allo stesso tempo ho fissato in mente Obbrobri da evitare! Lezione perfetta su come NON scrivere! Complimenti!

#731 Comment By NN lo dico On 31 dicembre 2010 @ 14:27

nn sn dacc mi fa schifo qst pagina …. e cmq qst romanzo è bllximo!!!
sei soltanto una povera stupida!!!

#732 Comment By IlBianConiglio On 2 gennaio 2011 @ 20:54

Non capisco se quella di NN lo dico sia una presa in giro verso i fan troisiani o se il suo commento sia serio.
In entrambi i casi mi permetterei di citare Gamberetta e di dire ‘Schifo è vago, indistinto, raccontato. MOSTRA in cosa fa schifo l’articolo: c’è una virgola tra soggetto e verbo? Le immagini stimolano la nausea? Lo sfondo coi gamberi fa venire il volta-stomaco?’
E in più consiglierei di andare a leggere la pagina delle FAQ riguardo la politica dei commenti (l’ultimo punto, a questo proposito, mi pare il più appropriato).

Al di là di questo devo dire che l’articolo, oggettivamente parlando, è ben fatto, corredato di esempi e citazioni puntuali. La parentesi ‘algebrica’ su quanto siano lunghi i draghi mi è particolarmente piaciuta e, permettetemi lo sfogo, col cavolo il ‘perchè sì!’. Fantasy non vuol dire campato per aria: la verosimiglianza è necessaria per una buona storia, sia essa horror o storica o di qualunque altro genere. Con l’eccezione delle biografie, tutte le storie sono sempre verosimili, mai vere: se manca questo, manca la materia prima per il racconto.

Riguardo il personaggio di Nihal, invece, ho poche cose da dire: è insopportabile. Il suo spessore psicologico è pari a quello di una zanzara spiaccicata, e le sue crisi di pianto/grida di furore in battaglia/patemi d’amore per Fen sono quanto di più esagerato e inverosimile possa esistere.

Concludendo, dico che se fosse stato spacciato come un libro per bambini (molto piccoli), quella di Nihal sarebbe anche stata una fiaba passabile, ma così com’è rimane solo un romanzo mal scritto.

#733 Comment By AndreaFurlan On 10 gennaio 2011 @ 20:00

D’accordo su tutto.
Però son riuscito a leggerlo. Non è noioso perlomeno, però non prende.

Andrea di

#734 Comment By Cecilia On 11 gennaio 2011 @ 10:56

Gamberetta, una curiosità: la Troisi ha mai letto/commentato le tue recensioni o avete comunque avuto contatti?
Nel suo forum c’è una sezione su di te, ma non ho visto nulla di suo…

e grazie mille per gli articoli, tutti: sto riscrivendo da cima a fondo e il tutto viene due volte meglio! (anche se devo ancora procurarmi i manuali…)

#735 Comment By france On 11 gennaio 2011 @ 14:06

@Cecilia:

Nel suo forum c’è una sezione su di te

dove?! o___O;; /me curiosissimissimo!!

#736 Comment By Gamberetta On 11 gennaio 2011 @ 16:38

@Cecilia. No, non ho mai avuto contatti con Licia (non che ci tenga). Però se frughi tra la montagna di commenti alla recensione de Il Talismano del Potere, puoi trovare un paio di commenti lasciati da Sandrone Dazieri editor Mondadori e “scopritore” di Licia.

#737 Comment By PlatinumV On 11 gennaio 2011 @ 23:19

Guarda, sono capitata qui per caso e ho letto la recensione di Twilight (che, ammetto, non ho letto [e non ne ho nemmeno l'intenzione], ma di cui ho sentito parlare decisamente troppo) e poi ho letto questa. Mi hanno regalato la raccolta dei primi tre volumi del Mondo Emerso per un compleanno (sì, suppongo che la mia amica volesse farmela pagare per qualcosa) e alla fine ho concluso il tomo solo per non offendere l’amica, appunto.
Uno dei (tre) peggiori fantasy che io abbia mai letto in vita mia. A iniziare dalla trama semplicistica, banale, ovvia, scontata (giuro che dopo i primi 3 o 4 capitoli ho detto “andrà a finire così, così e così” e le ho azzeccate tutte), passando per i non-sense, per finire con dei personaggi che non stanno in piedi.
Ti sei guadagnata una nuova lettrice!
V

PS: e detto fra noi, sono anni che mi chiedevo pure io come mai avessero deciso di pubblicarla!

#738 Comment By Cecilia On 12 gennaio 2011 @ 10:37

@Gamberetta
Capisco, pazienza, penso che ci saremmo divertiti (ma tu avresti forse perso la pazienza…)

@france
Eccoti il link, sono due pagine di discussione:
http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9445463

#739 Comment By Federico On 12 gennaio 2011 @ 18:55

ho letto i link e ho letto fino a metà della prima pagina, lo ammetto, ma la cosa mi lascia perplesso, visto che il senso dei loro post è “sì è vero, i romanzi di licia sono pieni di errori, ma come si permette di dirlo con quel tono!”. Sarebbe da andare lì e scatenare flame gratuiti, giusto per ridere.

incidentalmente, visto che anch’io sono stato punito col regalo sia della prima che della seconda trilogia, sono l’unico ad aver pensato che i protagonisti maschili e femminili siano sempre gli stessi, a cui viene cambiato solo il nome?

#740 Comment By Cecilia On 12 gennaio 2011 @ 21:04

@Federico
Hai dimenticato la terza trilogia… ma forse lì c’è più originalità perché lui Mostra spoiler ▼

e alla fine la coppietta di eroi Mostra spoiler ▼

dite che è arrivata a odiare i suoi personaggi?

#741 Comment By Marco Albarello On 12 gennaio 2011 @ 23:21

sono l’unico ad aver pensato che i protagonisti maschili e femminili siano sempre gli stessi, a cui viene cambiato solo il nome?

dite che è arrivata a odiare i suoi personaggi?

Io la chiamo sindrome della telenovela. Colpisce quegli autori che pretendono di trascinare per intere serie/saghe/cronache/cicli(mestruali?) ecc. personaggi che veramente non hanno più niente da fare o dire.
Ed ecco che allora li fanno morire, cambiare atteggiamento, resuscitare, vengono colpiti da malattie terminali, fargli trombare chiunque nel mondo da loro creato (stile Brooke di Beautiful), insomma non sanno più che inventarsi.
Ed è allora che la soap diventa soporifera oltre che scivolosa come il sapone.

#742 Comment By Mr. Giobblin On 13 gennaio 2011 @ 00:25

Beh, mi hanno regalato il primo volume della terza trilogia, e devo dire che, nonostante le critiche, Mostra spoiler ▼

Yay, necroposting!

#743 Comment By Cecilia On 13 gennaio 2011 @ 09:09

@Marco
completamente d’accordo.

@mister Giobbin
ottimo uso per quel libro

@Gamberetta
ho trovato i post di Dazieri. Ridicoli. Non una volta che sia una ha contestato o anche solo parlato di tutte le oscenità che tu hai riportato. Posso capire che gli sia piaciuto ma tutte quelle stronzate non potevano essere corrette? In fondo mi pare che l’unica cosa che gli si chiedesse di spiegare era quella.
“Licia piace” e con ciò? questo secondo lui la rende un’ottima autrice? Bah

#744 Comment By Max On 17 gennaio 2011 @ 14:44

Gamberetta, che dire!
E’ evidente il tuo stato di frustrazione di fronte ad un capolavoro letterario quale è “Le cronache delle terre emerse”. XD
Ma poi mi chiedo: le terre non sono tutte emerse? Ce ne sono anche non emerse?
Io purtroppo sono riuscito a leggere una ventina di pagine e oltre non ce l’ho fatta.
Tra l’altro appena mi sento fortunato penso di pubblicare un romanzo (di formazione, d’appendice, storico… Vedremo).
Devo confessare una cosa: in quelle poche pagine lette mi sono immedesimato talmente tanto che ad ogni paragrafo scoppiavo in un fiume di lacrime XD

#745 Comment By andregon On 17 gennaio 2011 @ 21:30

uff…non so se tu pensi veramente quello che hai scritto o lo hai scritto solo per far venire persone su questo sito.ma perfavore…tutte le critiche che ho letto solno assurde e banali.sono critiche stupide la maggior parte non vere e le poche vere sono su cose prive di importanza.spero che tu sia una scrittrice,per poter dire queste cose sai.in un romanzo fantasy è NORMALE che il protagonista spesso pianga e sia afflitto.è questo il tema principale di un fantasy:la ricerca della pace del protagonista.ma tu non ne capisci niente tanto.e se poi anche fossero veri quegli errori sulle lunghezze ma chi se ne frega!non è quello l’importante di un romanzo.cioè è normale che se poi diventassero troppo frequenti allora si che sarebbe brutto, ma in un romanzo di 400 pg. non credo sia sempre facile ricordarsi bene le proporzioni già descritte in precedenza…sei ridicola dai…

#746 Comment By Gamberetta On 25 gennaio 2011 @ 21:43

Tutti le risposte ad andregon sono state spostate in Fogna (a partire da qui) perché più o meno off topic.

#747 Comment By Mario On 24 febbraio 2011 @ 13:22

Secondo me sbagli nella parte in cui critichi l’uso di espressioni come “ho la carta vincente” o “uno a zero per me” da parte dei personaggi.
Il fatto che non venga detto che nel Mondo Emerso si giochi a carte o non si descrivano situazioni in cui ciò avvienga non vuol dire che in quel mondo le carte non esistonano. Anzi è proprio il fatto che un personaggio usi una tale espressione che porta il lettore a concludere che, evidentemente, nel mondo emerso è presente il gioco delle carte.
Idem per l’altra espressione che è indicazione generica di un punteggio calcolato nel modo più semplice, il conteggio degli obiettivi raggiunti. In fondo è anche attraverso l’uso di espressioni che si descrive un mondo senza dover fare all’inizio un elenco di ciò che vi è e ciò che non c’è.

#748 Comment By Emile On 24 febbraio 2011 @ 19:50

D’accordissimo con l’appunto sulle carte di Marco, un pelino meno sull’ “1 a 0″.

#749 Comment By france On 24 febbraio 2011 @ 19:57

@Mario: il punto è che se certe cose esistessero, dovrebbero vedersi, prima o poi, in tre libri. Che so, nell’accampamento dei soldati qualcuno che gioca a carte… i ragazzi dell’accademia che si svagano con un pallone… funzioni religiose in cui viene rinnegato il Diavolo: invece niente di tutto ciò…

#750 Comment By Emile On 24 febbraio 2011 @ 22:35

Maddai france, è talmente tirata per i capelli che fa ridere.
“Soldati che giocano a pallone”? Davvero?
Le carte potrebbero essere mostrate, ma anche no: mi stai dicendo che ogni triologia ambientata in mondi in cui si presume esista il gioco delle carte (banalmente, una triologia non fantasy ambientata sulla Terra) devono mostrare una scena in cui si gioca? La Troisi ha buttato lì quel commento, da quel commento si può dedurre facilmente come le carte siano usate in quel mondo, stop.
Poi intendiamoci: è probabilissimo che la Troisi non abbia pensato a nulla di tutto e abbia ciò e abbia usato quell’espressione a casaccio, ciò non toglie che, magari per pura fortuna, il tutto fili senza problemi.
Col calcio come ho detto la cosa è pelino diversa, ma NON perché “non si vede gente che gioca a calcio”, quanto perché in un mondo medievaleggiante il gioco delle carte me lo figuro senza problemi, una pseudo variante del nostro sport nazionale un pò meno; non è IMPOSSIBILE ci sia, ma lì sarebbe più gradita una specificazione.

#751 Comment By Il Guardiano On 24 febbraio 2011 @ 23:12

proprio perché soldati che giocano a pallone fa ridere, è stupido mettere una battuta sul punteggio in un duello. L’improbabilità che esista un gioco del calcio aumenta il “disagio” del lettore quando legge “1 a 0″…cosa che invece verrebbe eliminata se, casualmente, viene mostrata, anche di sfuggita, una scena di calcio…allora sarebbe tutto normale e filerebbe liscio.
Stessa cosa con le carte. Hai ragione nel dire che è facile pensare che in un mondo medievale il gioco di carte sia diffuso ma io quando leggo devo leggere senza essere sbattuto fuori dalla storia chiedendomi “Ma che cazzo, esistono le carte?”. Mi potrò anche rispondere da solo che sì, esistono…è probabilissimo. Però questo pensiero non deve proprio nascere in me, tutto deve scorrere come un fiume e io (lettore) non devo avere quella sensazione di fastidio che si sarebbe potuto eliminare con un po’ di furbizia mostrando da qualche parte (prima della scena) una partita a carte.
Come diceva France, io storcerei il naso per un “vai al diavolo” dove il diavolo è una cosa tipica del nostro mondo (occidentale), ma se qualche scena prima vedo una funzione religiosa dove si venera/rinnega il diavolo, metabolizzo l’informazione e poi quando qualcuno parla del diavolo non c’è niente di strano.

#752 Comment By Clio On 24 febbraio 2011 @ 23:13

Io vedo meglio la soldataglia che per distrarsi gioca a pallone (penso al divertente ancorché poco elgante Calcio Fiorentino) che non a carte (che mi sanno molto di articolo troppo lussioso per un soldao semplice).
Comunque il problema non è quello. Il fatto è che perché un generale in piena battaglia se ne esca con “1 a 0 per me!” presuppone la presenza di uno sport molto popolare in cui si contano i punti (tipo il calcio). Questo gioco è talmente popolare che a nessuno dei personaggi, mai, passa nemmeno per la testa, né nessuno di loro fa mai uil benché minimo riferimento allo sport agonistico in generale.

Detto ciò, mi pare che questa sia la ciliegina marcia su quella torta di fango che è l’opera troisiana :D E’ un particolare insignificante che conferma come l’autrice non bia idea di quello che fa e come l’editor sia il mestiere più riposante della terra.

#753 Comment By IlBianConiglio On 24 febbraio 2011 @ 23:18

Se la storia fosse ambientata nel nostro mondo, tutti saprebbero che cosa sono le carte, come si usano, ecc.. In questo caso non ci sarebbe bisogno di descrivere una scena con soldati che giocano a carte, e se d’un tratto uno dei protagonisti dicesse:
‘Ho la carta vincente’, nessuno avrebbe da storcere il naso, perchè questa è un’espressione usata, appunto, nel nostro mondo.

Ma il Mondo Emerso (grazie al cielo) non è il nostro mondo: è un pianeta diverso, creato dall’autrice e quindi fondato su regole che, si presume e ci si augura, l’autrice conosca, diverse da quelle della Terra. Licia Troisi è la Dea che ha creato il Mondo Emerso (e poi ci lamentiamo delle nostre religioni); se non lo sa lei se le carte da gioco vengono usate o meno, lo devo sapere io che neppure appartengo al Mondo Emerso? Ma non basta che l’autrice usi espressioni come ‘la carta vincente’ sopra citata per farmi capire che le carte si conoscono e si usano. Torno a dire: io non vivo nel Mondo Emerso, vivo sulla Terra. Se l’autrice in quanto dea mi invita nel suo mondo, io mi aspetto che mi descriva come funzioni quel mondo da lei costruito e mi mostri dei soldati che giocano a carte per giustificare la sua espressione. Altrimenti resterà sempre il dubbio: ma le carte da gioco esistono o è la Troisi che ha usato impropriamente un termine del nostro tempo/pianeta?

Ora, si trattasse di un caso o due, potrei anche essere d’accordo con Emile: se la storia fila, mi immagino che la Troisi sappia quello che dice e chissenefrega. Ma purtroppo i casi non sono uno o due, e non si tratta solo di carte: più volte vengono citati menestrelli e cantastorie (Laio stesso lo diventa per un po’ di tempo), eppure questi non vengono mai mostrati e non si sa esattamente dove lavorino, dato che di ‘castelli’ nel senso medievale del termine non ce ne sono. Se non ricordo male l’unico menestrello che si vede è ai festeggiamenti quando Sennar diventa mago (credo, non ne sono sicuro), ma anche in questo caso tutto rimane nel vago, raccontato e non mostrato, appunto, e questo mi fa pensare che la Troisi non sappia nemmeno come lavorassero i cantastorie nel medioevo (neanche io se è per questo, ma non mi metto a scrivere un libro ficcandoceli dentro a caso).
E poi in più punti si citano: ballate, sonetti, dei e divinità senza che vengano neppure descritti templi o chiese. L’apoteosi si raggiunge in espressioni come ‘Vai al diavolo’, una frase che mi fa pensare: ma se conoscono il diavolo, allora la loro fede è il cristianesimo. Ma allora sono monoteisti o politeisti? E Gesù? Ha fatto un salto nel Mondo Emerso dopo essere passato dall’Impero Romano?

Insomma: non dico che tutti questi dettagli siano funzionali alla storia, ma almeno servono per la verosimiglianza. L’autrice può anche scegliere di citarmeli e basta, senza mostrarmi scene in cui si giustifichi il loro utilizzo, ma deve anche capire che un lettore esigente come me poi potrebbe pensare che i termini sono piazzati a caso, tanto per scrivere qualcosa, senza cognizione di causa.

L’unica frase che perdono alla Troisi è proprio ‘Uno a zero per me’. Questa non è un’espressione tipicamente terrestre, se mi passate il termine. Voglio dire: non è citato il calcio, o un pallone, o un qualunque gioco. Si dice solo ‘uno a zero’, una frase che, come dice Mario:

è indicazione generica di un punteggio calcolato nel modo più semplice, il conteggio degli obiettivi raggiunti.

#754 Comment By Emile On 24 febbraio 2011 @ 23:41

Bianconiglio: per piacere eh. Non è che perché è un mondo è diverso dalla terra si deve spiegare tutto altrimenti non va bene, anzi. Farlo sarebbe impossibile e renderebbe il libro uno schifo.
L’ambientazione è fantasy simil-medievaleggiante? Benissimo: si spiegano le DIFFERENZE più rilevanti tra quell’ambientazione e il “medio evo classico” e si dà per scontato il resto.
Altrimenti il giochino con le carte lo possiamo fare con 390322323982389 cose in 348943349348343489389 romanzi, garantito: a voler spaccare il capello in quattro posso indignarmi perché leggo “siamo a cavallo” in un mondo fantasy (classico) dove per caso poi non se ne vedono nell’avventura (chi ci dice che ci siano anche lì eh eh? per me l’autore è caduto in contraddizione!”).
Si deve invece fare il ragionamento inverso: è impossibile o comunque improbabile che un determinato elemento sia presente in quell’ambientazione? Se sì allora la critica è giusta, se no, nel dubbio, l’autore non ha fatto errori. Se la Troisi avesse detto che la protagonista “era rapida a calcolare come un computer” avrebbe toppato perché è MOLTO improbabile l’esistenza di una cosa simile in quel mondo; ma la polemica sulle carte è davvero la polemica sul NULLA.

#755 Comment By Lan On 25 febbraio 2011 @ 10:37

Personalmente mi trovo d’accordo con Emile. La questione delle carte – perdonate il francese – è un po’ fare il boccolo allo stronzo: mi pare ovvio che la Troisi non si è preoccupata minimamente di rischiare l’anacronismo, ma nel caso specifico le è andata di lusso. Che poi molti non riescano a sospendere l’incredulità davanti a simili uscite credo sia un effetto del fatto che non hanno trovato il mondo e la vicenda narrati sufficientemente intriganti e solidi. In altre parole, si sbuffa davanti alla carta vincente perché non si riesce a credere a quello che viene raccontato. Ma questo è un risvolto di un più grave problema di inconsistenza dell’immaginario. Che si debba spiegare o motivare qualsiasi dettaglio in un fantasy è semplicemente assurdo.

#756 Comment By IlBianConiglio On 25 febbraio 2011 @ 12:02

Emile:
Capisco cosa vuoi dire e devo ammettere che la tua obiezione ha senso, ma (e qui mi accorgo di essere io quello un po’ troppo esigente) personalmente anche la semplice espressione ‘siamo a cavallo’ mi darebbe fastidio.
Attenzione, però: ‘siamo a cavallo’ mi darebbe fastidio anche se l’autore perdesse pagine su pagine a descrivere i cavalli. Quello che mi distrae dalla lettura è proprio il fatto che sia un modo di dire del nostro(terrestre) mondo. Noi diciamo siamo a cavallo per indicare un vantaggio, una situazione favorevole, ecc… Il fatto che creature del Mondo Emerso usino la stessa espressione per indicare la stessa cosa è improbabile, e rompe la finzione scenica. Stesso discorso per ‘la carta vincente’: un’espressione come questa sarebbe giustificata se l’autore mi descrivesse (in maniera indiretta, ovvio, senza annoiare) un gioco di carte in cui ne basta una per chiudere la partita.
Ancor meglio se l’autore inventasse un’espressione simile ad un nostro modo di dire senza creare anacronismi, della serie sostituire ‘Vai al diavolo’ con ‘Che la terra ti inghiottisca’.

Ma mi rendo conto che forse esagero: l’esempio della ‘carta vincente’ è più tirato del ‘siamo a cavallo’. Ciò non toglie che molti modi di dire o espressioni varie del nostro tempo si sarebbero benissimo potute motivare (o tutt’al più sostituire) ai fini di creare una migliore finzione scenica.

Che poi molti non riescano a sospendere l’incredulità davanti a simili uscite credo sia un effetto del fatto che non hanno trovato il mondo e la vicenda narrati sufficientemente intriganti e solidi. In altre parole, si sbuffa davanti alla carta vincente perché non si riesce a credere a quello che viene raccontato.

Giusto: ma anche ‘la carta vincente’ non è sufficientemente ‘solida’ come espressione. E’ una piccola cosa, ma anch’essa contribuisce a rendere meno ‘vero’ il mondo narrato e riduce la credibilità del raccontato. Almeno in fase di editing, ce ne si sarebbe dovuti accorgere.

#757 Comment By france On 25 febbraio 2011 @ 12:36

Maddai france, è talmente tirata per i capelli che fa ridere.
“Soldati che giocano a pallone”? Davvero?

Soldati in armatura ovviamente no. Ragazzini all’accademia durante un’ora buca o di ricreazione perché no? Quand’ero bambino noi per i corridoi si tirava calci a una lattina. Magari loro potrebbero aver avuto, che so, un involto di stracci.

Bianconiglio: per piacere eh. Non è che perché è un mondo è diverso dalla terra si deve spiegare tutto altrimenti non va bene, anzi.

Hmmm. Sono MOLTO in disaccordo con quest’affermazione. Buona parte del fascino del fantasy, per quanto mi riguarda, è proprio nell’immergermi in un mondo a parte, e se ci sono riferimenti al NOSTRO mondo questa cosa va a perdersi, a meno che non sia spiegata nel resto del romanzo. Si perde d’immedesimazione, perché prendi una cosa che ha un GROSSO e specifico significato nella nostra cultura e lo butti lì senza circostanziarlo.
Posso far dire a un PG, in un fantasy “sei un pistola”? sì, ma c’è una parola moderna che stona, anche se ha un significato totalmente diverso!
Posso far dire a un PG, in un fantasy “de’, o bischero!” ? sì, ma se è ambientato in un luogo diverso dall’Italia, mi fa storcere il naso.

Farlo sarebbe impossibile e renderebbe il libro uno schifo.
L’ambientazione è fantasy simil-medievaleggiante? Benissimo: si spiegano le DIFFERENZE più rilevanti tra quell’ambientazione e il “medio evo classico” e si dà per scontato il resto.

Vediamo se mi viene qualche esempio di fantasy simil-medievaleggianti e quanto approfondiscono l’ambientazione.
- La Ruota del Tempo di Jordan-Sanderson è l’esempio più eclatante che mi viene in mente. Si parla non solo di giochi d’azzardo, ma addirittura ne vengono definite le regole. Ogni dettaglio dell’ambientazione è investigato approfonditamente.
- Il Ciclo dei Reami degli Antichi di Robin Hobb. Bardi e menestrelli hanno un’importante figura sociale e addirittura legale, e la loro figura viene molto approfondita (complice anche un PG). A parte questo, c’è un peculiare gioco di logica simile al GO che viene ripreso più volte.
- Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di Martin. Le scene in cui Tyrion beve e gioca nei bordelli sono tipiche, e questo mi fa capire che il gioco d’azzardo esiste ed è comune. Come altra attività… sportiva / hobbystica si parla parecchio dei Tornei e delle Giostre, attività tipicamente medievale ma che comunque VIENE citata E mostrata all’interno del romanzo, per dare profondità e coerenza all’ambientazione.
- La saga di Phédrè della Carey. Anche qui ci asono scene di taverna, in cui si vede il gioco d’azzardo; addirittura c’è la variante specifica del gioco delle tre carte fatta coi bicchieri.
- Ne Il Libro dei Caduti Malazan i protagonisti sono, per l’appunto, soldati di professione. Giocano comunemente d’azzardo, ma giustamente altre attività sportive 0 (zero). Sono soldati, mica cazzari a zonzo!
- Nella Saga del Figlio Soldato della Hobb (romanzi pessimi che sconsiglio a chiunque) un particolare gioco di carte in uso presso le dame nobili come passatempo innocente viene citato e praticato più volte. Già solo questo dettaglio ti fa capire un background culturale di un certo tipo.
- Per ultimo voglio citare un fantasy semisconosciuto, la Saga di Paksenarrion della Moon, perché particolarmente attinente (oltre ad essere una gran bella storia!). In questi romanzi noi seguiamo il percorso di vita – e di crescita – dell’eroina, una contadina, che si arruola nella compagnia mercenaria del Duca Phelan per fare la soldatessa. Sono romanzi del 1989, eh. La vita da soldato medieval/rinascimentale è descritta splendidamente, ed è un fantasy, sì, ma sensato ed oggettivato. In tutti i tre romanzi c’è solo UNA scena inerente il gioco d’azzardo: quando due reclute vengono scoperte a giocare e vengono cacciate, perché il gioco d’azzardo, in quella Compagnia, è proibito. In un paragrafo ti dice che sì, certo, il gioco d’azzardo esiste; ma subito dopo ti dice anche che Paks non ci giocherà mai, perché non è permesso. E in effetti quest’elemento non comparirà più.
La figura di Paks richiama molto quella di Nihal, tanto che leggendolo mi chiesi se per caso la Troisi non avesse sco… omaggiato l’opera della Moon: entrambi sono donne, entrambi si danno al mestiere del soldato, entrambi aspirano a far parte del corpo d’elitè, entrambi avranno una crisi che le spingerà a cercare di rifarsi una vita. Con la differenza che la Moon ha una gavetta lunga chilometri ed è stata nei marines, e ogni sua pagina trasuda di competenza bellica.

Tutto questo che dire che descrivere il più possibile nel dettaglio il proprio mondo immaginario è FONDAMENTALE. Non si può solo dire “più o meno è medievale, poi il lettore se l’immaginerà”. Non va bene. Il lettore deve immergersi nella storia e nella sua mente si devono creare le immagini che tu hai descritto sulla carta; non deve alzare gli occhi dal libro e dire: “ma questo…? vabbé, ci può stare dai”. Questo è un grossolano errore da parte dell’autore. Poi okay, può capitare a tutti. Ma gli autori “capaci” prima di pubblicare il libro vanno a caccia di queste cose e cercano di risolverle. Sono importanti. Il mondo dev’essere immersivo e realistico. E ci sono dozzine di BUONI libri fantasy (e io leggo principalmente High Fantasy, eh) che rispettano questa regola.
Non serve un capitolo dedicato al gioco d’azzardo. Basta far vedere che esiste, e come è considerato. Soprattutto perché c’è gente al mondo che PUO’ incolpevolmente non sapere che la diffusione dei dadi come gioco popolare è successivo a quello della dama, ad esempio. Strano ma vero! Non tutti sanno COSA C’ERA e COME ERA nel Medioevo europeo (che è durato 1000 anni eh… ne cambiano di cose, in 1000 anni), e il tuo compito come autore è proprio evitare che se lo chiedano.

#758 Comment By Zarathustra On 25 febbraio 2011 @ 13:59

Se da una parte sono d’accordo col dire che è una piccolezza in sé (non è mica da questi particolari che si giudica uno scrittore, direbbe qualcuno), è un elemento a favore della critica, perché è una delle tante, tantissime manifestazioni della sciatteria della Troisi. E la “tesi” della recensione è proprio questa: la Troisi è sciatta, imprecisa, vaga, scrive in modo raffazzonato.

#759 Comment By Emile On 25 febbraio 2011 @ 14:13

France: ma che stai dicendo? Ogni singolo fantasy sulla faccia della terra è pieno di riferimenti al nostro mondo.
Ripeto: OGNI SINGOLO FANTASY, senza nessuna eccezione.

Ci sono esseri umani? Riferimento al nostro mondo.
Si parla di alberi? Riferimento al nostro mondo.
Scende un pò di pioggia? Riferimento al nostro mondo.

ecc ecc ecc (e no, non importa se lì la pioggia è verde e gli umani sono alti 7 metri: rimane un elemento in comune le cui caratteristiche vengono parzialmente modificate)

Anche le storie più fantasiose ed originali hanno, giocoforza, sempre la stessa base di partenza: il mondo per come noi lo conosciamo, e quanto poi lo riusciamo a stravolgere con la fantasia.
E non hai capito il senso del mio discorso: io non dico che un mondo fantasy “deve essere descritto poco, il resto se lo immagina il lettore!”, dico che

a)E’ semplicemente IMPOSSIBILE descrivere OGNI cosa di quel mondo
b)E’ semplicemente IMPOSSIBILE creare un mondo senza attingere a piene mani dalla realtà. Il fatto è che le differenze risaltano 1000 volte più delle somiglianze e ci può sembrare il contrario, ma è pura illusione.
c)E’ idiota e rende il libro una palla specificare l’esistenza di elementi presi dalla nostra realtà chiaramente desumibili dal contesto.
Il mondo che abbiamo creato è davvero così diverso dal nostro dal dover puntualizzare l’esistenza dell’erba? E’ possibile, ma spesso non sarà minimamente necessario.
E’ realmente importante puntualizzare la presenza di strade, che il loro stesso concetto è conosciuto? Anche qui: se il mondo ideato è così bizzarro da poter mettere in dubbio una cosa simile va bene, altrimenti è ridicolo.
E naturalmente non va mai scordato un criterio FONDAMENTALE: è importante PER LA STORIA precisare un X dettaglio? Nella Ruota del Tempo che è stata citata si parla del gioco d’azzardo non a casaccio o per giustificare il fatto che uno dei protagonisti una volta abbai pronunciato la parola “carte”, ma è perché è un elemento rilevante all’interno della trama, PARECCHIO rilevante anzi.
E’ necessario mostrare una gallina che fa le uova se qualche pagina prima qualcuno ha detto “mamma che frittata abbiamo fatto!”? Se il mondo appare così diverso dalla terra da rendere improbabile l’esistenza delle galline (o se per qualche motivo è funzionale alla storia) sì, altrimenti, cazzo, PRENDI E TIRI DRITTO senza ammorbare il lettore con descrizioni totalmente superflue

#760 Comment By Zave On 27 febbraio 2011 @ 23:40

@Emile:
spiacente ma la tua argomentazione mi pare ridicola.

un mondo fantasy non deve essere composto esclusivamente da elementi originali.
ci sono gli esseri umani? significa semplicemente che nel mondo fantasy tal dei tali ci sono gli esseri umani.
piove? significa che c’è la pioggia.
anche il fatto che i personaggi parlino e pensino nella lingua del lettore non è un problema.

il problema è che il mondo fantasy deve essere coerente. e non tutto può essere dato per scontato.

riferimenti culturali chiaramente riconoscibili sono secondo me da evitare anche qualora ci fossero i presupposti nell’ambientazione perché il concetto possa esistere anche nel romanzo, perché anche quando plausibili possono far pensare al riferimento culturale in questione e quindi diminuire il coinvolgimento (tipo una frase tipo “avere un asso nella manica” mi farebbe schifo anche qualora esistessero le carte da gioco).
e quando i presupposti mancano addirittura è un errore grave.

e infatti gli autori fantasy un minimo decenti per dare colore e verosimiglianza al proprio mondo inventano detti e modi di dire plausibili piuttosto che usare quelli preconfezionati della lingua in cui si esprimono.
perché anche se tu stai leggendo il romanzo nella tal lingua, nell’ambientazione i personaggi si esprimono in un’altra lingua.
motivo per cui non ho una buona opinione dei giochi di parole basati sulle caratteristiche della lingua in cui è scritto il libro, a meno che il romanzo non sia ambientato in un luogo dove si parla quella lingua (ad esempio un romanzo ambientato in una pseudo inghilterra, tipo HP può avere benissimo giochi di parole propri della lingua inglese).

#761 Comment By Lan On 28 febbraio 2011 @ 12:07

riferimenti culturali chiaramente riconoscibili sono secondo me da evitare anche qualora ci fossero i presupposti nell’ambientazione perché il concetto possa esistere anche nel romanzo, perché anche quando plausibili possono far pensare al riferimento culturale in questione e quindi diminuire il coinvolgimento (tipo una frase tipo “avere un asso nella manica” mi farebbe schifo anche qualora esistessero le carte da gioco).
e quando i presupposti mancano addirittura è un errore grave.

Ma, al di là della tua idiosincrasia in merito, perché tecnicamente i riferimenti culturali chiaramente riconoscibili di per sé dovrebbero diminuire il coinvolgimento?
Un conto è l’anacronismo grave (Nihal disse: “Non ci credevo, sono rimasta sbalordita come se avessi visto un dinosauro in panetteria”), un conto è un riferimento plausibile – ancorché non splendido – all’interno del mondo di riferimento. Nel primo caso il WTF conseguente crea il black-out, e ci siamo. Nel secondo no. Se in un mondo pseudo-medievale alludo alla presenza del sidro (elemento plausibile e culturalmente sputtanato), dovrò mica inserire una scena in cui si spremono le mele in allegria per essere coerente? Se i miei personaggi vanno in una locanda e mangiano lo stufato di cinghiale dovrò mica trasformarlo in uno sgnappox alla brace perché lo stufato di cinghiale è a sua volta un riferimento culturale preciso e va evitato?
Poi siamo tutti d’accordo, credo, che in questo caso specifico alla Troisi è semplicemente andata di lusso, che nelle sue scelte non si legge il minimo tentativo di coerenza e che ha avuto solo fortuna a riferirsi ad un dettaglio (il gioco delle carte) che non era totalmente astruso nel contesto. Il senso della critica a monte è appunto questo, non si può scrivere così alla cazzo. Il resto mi pare solo fraintendimento – e conseguente ricamo ad uncinetto di aria fritta sullo stesso.

#762 Comment By Emile On 28 febbraio 2011 @ 13:45

Zave: spiacente ma della mia argomentazione non hai capito un tubo, tant’è che nelle prime righe non fai che ripetere quanto detto da me con altre parole.
E che ti faccia schifo sentire “avere un asso nella manica” è un TUO problema, non un difetto oggettivo.

#763 Comment By Zave On 28 febbraio 2011 @ 16:33

@Lan: i riferimenti culturali riconoscibili per forza di cose diminuiscono il coinvolgimento.
sono in primo luogo delle distrazioni, visto che fanno venire in mente qualcosa che è familiare ma è associato ad un contesto diverso da quello della storia.
inoltre l’ambientazione risulta meno vera, la prendi meno sul serio.
per essere coinvolgente l’ambientazione deve andare avanti con le sue gambe, non deve dare l’impressione di essere composta da pezzi presi di qua e di là.
il problema non risiede tanto nel fatto che la troisi non ha mai dato alcun segno che nel mondo emerso si giochi a carte. cioè, il problema più grosso. perché “la carta vincente” sia un modo di dire del mondo emerso il gioco delle carte deve essere ampiamente conosciuto e diffuso. e quindi da qualche parte dovrebbero vedersi, che ne so, dei soldati che giocano una partita, anche senza approfondire (sarebbe infodump se la cosa non è rilevante ai fini della storia) ma un accenno buttato lì dovrebbe esserci.
ma anche ammettendo che se esiste quel modo di dire significa che le carte ci sono pur non venendo mai nominate perché irrilevanti, rimane il fatto che “la carta vincente” è un’espressione nostra riconoscibile e secondo me è la cosa più grave.
quando poi il riferimento è incoerente con l’ambientazione la cosa diventa gravissima ovviamente, e ti sbatte fuori dalla storia a calci nel culo.

@Emile: scusa, avevo letto il tuo commento ma mi sono dedicato ad altro prima di rispondere e quando l’ho fatto, complice il sonno, ho scazzato travisando completamente quanto avevi scritto.

avendo ora riletto con attenzione quando hai scritto vedo chiaramente che siamo d’accordo in buona parte anche se:
tu non ritieni necessaria la presenza di accenni del gioco delle carte perché non lo consideri un elemento rilevante, io al contrario penso che, se nell’ambientazione esiste un modo di dire proveniente dal gioco delle carte, significa che le carte sono conosciute e diffuse, di conseguenza un mazzo di carte da qualche parte, in una delle descrizioni dovrebbe spuntare.

se fosse solo un caso naturalmente ci si passerebbe sopra, ma è palese che la troisi abbia usato le nostre espressioni e i nostri modi di dire nella sua ambientazione senza porsi proprio il problema.

anche in mancanza di tutti gli altri problemi (enormi) del romanzo, questa sua “sciatteria” sarebbe già una pecca molto grave.

#764 Comment By Lan On 28 febbraio 2011 @ 20:35

@Zave

i riferimenti culturali riconoscibili per forza di cose diminuiscono il coinvolgimento.
sono in primo luogo delle distrazioni, visto che fanno venire in mente qualcosa che è familiare ma è associato ad un contesto diverso da quello della storia.
inoltre l’ambientazione risulta meno vera, la prendi meno sul serio.
per essere coinvolgente l’ambientazione deve andare avanti con le sue gambe, non deve dare l’impressione di essere composta da pezzi presi di qua e di là.

Visto che stiamo parlando di questo tipo di riferimenti in generale, nel loro insieme, a me sorge il dubbio che più che essere un errore oggettivo siano una cosa che non piace proprio a te, ovvero che siano da evitare nel tipo di libro che scriveresti o che ti piacerebbe leggere. Non riesco a condividere la tua posizione sullo straniamento che causerebbe il loro uso a prescindere: continuo a pensare che, prima di parlare di effettivo errore, sia necessario considerare anche quale espressione si usa e in quale contesto. Poi è un tuo sacrosanto diritto pensare che questa soluzione faccia schifo comunque, eh. Però rientra nel tuo personalissimo decalogo delle cose da non fare in un romanzo.

#765 Comment By Il Guardiano On 28 febbraio 2011 @ 23:13

Veramente nemmeno a me piace, come detto molti post fa.
Io penso che siccome un Romanzo non è una storia vera e quindi non deve essere raccontata così come viene ma costruita a tavolino, si deve cercare di eliminare il maggior numero di errori (gravi, lievi e cazzatine).

Semi-Spoiler su “Il Cigno Nero”:
Ho appena visto il film, mi è piaciuto e vorrei prendere una scena come esempio, anche se non c’entra direttamente col gioco delle carte.

Nel film, la protagonista sta provando una scena de “il lago dei cigni”; è sola; c’è un blackout. Ha paura, corre, ha delle visioni, la tensione della scena aumenta, scappa dall’edificio.

Ora, potrebbe andare già bene così…magari potrebbe sembrare un po’ troppo artificiosa la scusa del blackout, potrebbe far pensare allo spettatore che è stata creata apposta per mostrare la pressione psicologica della protagonista attraverso le sue visioni e le sue paure.
E’ stato fatto meglio. Perché? Perché essendo una storia fittizia e non un resoconto si può “giocare” a creare una coerenza e “sense of wonder” con scene che stanno lì proprio per aprire la strada alla scena successiva; infatti 10-15 minuti prima (non so effettivamente quanto) c’è stato un blackout durante le prove in cui c’erano tutti…facendo così sembrare naturale il secondo e non prendendo a calci in culo lo spettatore facendogli pensare “che palle, un’altra scena allucinante”.

#766 Comment By Lan On 1 marzo 2011 @ 17:51

A me non piace il narratore onnisciente, ed esistono casi in cui il suo uso è controproducente rispetto alla narrazione, ma non lo considero un errore a prescindere. Dipende da come e quando viene usato. Ora, per quanto riguarda il nostro chiodo fisso, prendi “narratore onnisciente”, togli, sostituisci con “modo di dire corrente”.

#767 Comment By Cecilia On 1 aprile 2011 @ 22:41

Parrebbe essere in lavorazione un film sulle Cronache del Mondo Emerso.
Tremate.

#768 Comment By Flavia On 26 aprile 2011 @ 17:07

Non mi dilungo. Mi chiedo solo se la tanto esperta Gamberetta si sia ingozzata di pane e vipere prima di dare sfogo alla sua “ira funesta” contro la Troisi.
Ricordo il detto di Gervaso: “L’invidioso è un impotente incapace di rassegnarsi.”
Quoto “Un ultimo appunto: scrivere articoli così lunghi e documentare ogni passaggio con puntuali citazioni richiede molto tempo.”….sono certa che il tempo non mancherà per “annientare con tanto entusiasmo” anche altro lavoro altrui.
Suggerisco letture diverse, se in queste ci sono tante cose che non piacciono…Inutile “rileggerle”….a meno che non si sia degli autolesionisti.

#769 Comment By DagoRed On 26 aprile 2011 @ 18:17

Unsuccessful troll is unsuccessful.

#770 Comment By lilyj On 26 aprile 2011 @ 23:22

Quoto DagoRed. XDDD

#771 Comment By Magdalena On 27 aprile 2011 @ 10:32

C’è un revival delle vecchie recensioni negli ultimi giorni!
Gaudio.

#772 Comment By D-Lord On 27 aprile 2011 @ 11:03

“L’invidioso offeso è un impotente incapace di rassegnarsi.”

Direi che calza a pennello, dal 2008 c’è ancora chi non si è rassegnato ad accettare questa critica XD
Inoltre purtroppo sono tornate in voga perchè siamo messi uguali, da Nihal della terra del vento a Gli ultimi eroi non è cambiato nulla, solo la data di pubblicazione. Anzi no la trama è pure peggiorata!

#773 Comment By Corillo On 11 maggio 2011 @ 23:19

Complimento all’autrice per il blog sagacissimo e zeppo di umorismo e anche saggezza. Ho letto con piacere tutta la recensione e ovviamente concordo su tutto e ho molto riso per le tue battute e motti di qua e di là lungo la recensione. Quasi giunto alla fine, leggo i commenti dei lettori su iBS… ed ecco l’agnizione! Uno di quei fan sfegatati era il mio Me di 12 anni!!! Il Cory che si legge cialtronare idiozie quasi più deliranti che stupide… ero io. Grazie a questo blog ho conosciuto me stesso e sono morto dalle risate. Grazie.

#774 Comment By Tollard On 23 giugno 2011 @ 10:39

Complimenti, un’ottima recensione . Non ho nulla da obiettare.. mia ha fatto riflettere… avrò letto il libro 5 o 6 anni fa, non mi era dispiacuto e lessi tutta la trilogia.. poi abbandonai i seguiti e in generale la Troisi perchè la reputai ripetitiva.. però non mi accorsi all’epoca di tutte le incoerenze e inesattezze prenti nel libro ( forse perchè era una delle mie prime letture fantasy.. o perchè leggevo distrattamente… ) e adesso mi sento un pò cretino… Grazie!

#775 Comment By Andrea On 25 giugno 2011 @ 04:57

ho appena deciso che ti amo. beh, in realtà l’ho deciso circa 15 minuti fa, intorno a metà recensione. stavo sfogliando pagine e pagine web cercando di capire come fosse possibile non trovare neanche una recensione che stroncasse quest’osannato capolavoro, quando mi sono imbattuto nella tua. mentre leggevo il suddetto capolavoro pensavo esattamente tutte le cose che tu hai scritto. solo che tu le hai scritte meglio di quanto io le abbia pensate. e mi hai fatto venire mal di pancia a furia di ridere. grazie, grazie, grazie.
ps: alla dodicesima volta che a nihal si sono riempiti gli occhi di lacrime ho cominciato a sbattere la testa sul libro ridendo (per non piangere anch’io).
pps: giuro che finisco la trilogia solo per godermi appieno anche le altre due recensioni. sarà dura, ma ce la posso fare. ora so di non essere solo.

#776 Comment By betta On 26 giugno 2011 @ 21:52

ammetto che a me 2-3 anni fa piaceva la troisi, e l’ultimo di guerre era il mio libro preferito, ma a “quel tempo” aveva 10 anni! poi sono cresciuta e mi sono ricreduta! questa è l’unica recensione che ho letto e non so se lo dici nelle prossime oppure noi ma: tutti i suoi libri sono uguali, hanno lo stesso schema! eroina perfetta, amico/ragazzo/sposo, nemico che bisogna sconfiggere, perchè si, contendente dell’amico/ragazzo ma che poi non si sposa con la protagonista, una serie di aiutanti che hanno una personalità presso che nulla e un lieto fine stile favola disney.
io personalmente dopo il primo di leggende nn ce l’ho fatta più a continuare con la troisi, contando che avevo in quel peiodo anche il secondo di “la ragazza drago”, e accorgendomi che erano tutti uguli ho deciso di lasciar perdere… adesso parlando con alcune mie amiche (anche loro ex-fan della troisi) a vote parliamo del fatto che all’inizio i suoi libri erano bellissimi, poi ti chiedi come facevi solo a pensare che prima ti piacevano…
p.s comunque credo che tutti crescendo capiscano che i libri della troisi fanno schifo…

#777 Comment By arnica On 7 agosto 2011 @ 17:43

oh,mia cara gamberetta!
Lo so che non ti piace essere presa per Vangelo, ma mi hai convinta così tanto con le tue argomentazioni che alla fin fine quando si parla di Troisi,ti cito a memoria.

Ti riporto due ahem gradevoli esperienze a riguardo.

1) CONFERENZA CON LA TROISI.
ebbene sì, è venuta nella nostra università e io, per spirito masochista oppure semplicemente per l’affetto che provo per una mia amica che ne è appassionata(ognuno ha i suoi difetti),ho deciso di assistere per beccarmi l’autografo e regalarlo.
3 ore buttate nel cesso.
Intendo dire,la professoressa di sociologia psicologia infantile vattelapesca non lo so, s’è letta la trilogia e ha deciso di trovare una scusa per beccarsi il suo autografo. Ha quindi invitato la Troisi per una conferenza sul disagio giovanile, con un bel parallelismo con la protagonista delle guerre del mondo emerso.

Ora,la Troisi mi fa quasi tenerezza. Giuro.
Perchè è arrivata lì e non sapeva cosa aspettarsi, ha detto tante di quelle sciocchezze a livello di psicologia e letteratura da far piangere i morti…ma il problema è che da lei ce lo potremmo aspettare, mentre da professori universitari che operano nel campo della psicologia NO.
Non so bene perchè,ma l’organizzatrice ha obbligato una GLOTTOLOGA a intervenire.
Che ha chiesto:” Leggendo i Suoi libri, ho notato una semplicità esagerata nel Suo modo di scrivere. Lo stile è molto semplice e ripetitivo, inoltre i personaggi hanno tutti lo stesso registro, che siano Re, Generali o ragazzini. E’ una cosa voluta?”

risposta: (dopo sgranamento degli occhi)”non c’ho mai pensato. Credo che sia perchè scrivo male”.

Oltre alle leccate di culo da parte degli altri presenti, vorrei aggiungere l’ultima perla: sempre l’organizzatrice ha detto << I suoi sì che sono libri profondi, con personaggi che maturano, questa sì che è narrazione di formazione…MICA COME HARRY POTTER,DOVE GLI ADULTI SONO PIATTI."

Ora. So che non hai mai letto Harry Potter per davvero, non tutta la saga almeno, e che il primo libro non t'è parso granchè, e così a tanta gente non interessa perchè non a tutti,giustamente per carità,attira quella tematica. Personalmente amo la saga non tanto per la storia( abbastanza trita e ritrita)ma per l'ambientazione e alcuni personaggi secondari.
Venirmi a dire che gli adulti di Harry potter sono piatti è FOLLIA. Basti pensare a Piton, o Silente, o anche semplicemente a zia Petunia.
Anche altri personaggi più giovani cambiano e per motivi coerenti.
Inoltre dire che la saga non è un racconto di formazione è seconda follia: lo sanno pure i polli che un libro equivale ad un anno scolastico ad Hogwarts, che muoiono un sacco di persone a cui Harry tiene, che deve affrontare decine di prove durissime, che deve affrontare SCELTE a volte durissime…e mi vieni a dire che non è un racconto di formazione.

Mi son dovuta alzare e chiederle "ma lei ha letto Harry potter per dire una cosa simile?"

vabbè, ti ho pensata intensamente. E imho la glottologa ha letto le tue recensioni, perchè più volte ha detto parole molto simili alle tue, e si vedeva che era d'accordo con le tue argomentazioni ma non poteva,ovviamente,dirle in faccia alla Troisi.

Secondo episodio.

Purtroppo alcune mie amiche amano la Troisi. Pazienza, hanno molti altri pregi. Parlando della conferenza su descritta,però,abbiamo LITIGATO.sì.
Perchè una di loro si è messa a urlare che non è vero che è banale, che è il massimo esponente del fantasy AL MONDO ,che la cosa dell'arco era voluta-sì certo- e tante altre sciocchezze.
citandoti, ha osato dire "SE LO SARà INVENTATO" e quando ho detto "ma veramente cita frase per frase indicanto anche le pagine" ha risposto "ALLORA è IGNORANTE e STUPIDA".

CAPITO gamberetta?Sei ignorante e stupida!

Poveri noi.

*scusatemi il papiro*

#778 Comment By Cecilia On 7 agosto 2011 @ 21:58

Che ha chiesto:” Leggendo i Suoi libri, ho notato una semplicità esagerata nel Suo modo di scrivere. Lo stile è molto semplice e ripetitivo, inoltre i personaggi hanno tutti lo stesso registro, che siano Re, Generali o ragazzini. E’ una cosa voluta?”

risposta: (dopo sgranamento degli occhi)”non c’ho mai pensato. Credo che sia perchè scrivo male”.

Voi non potete vedermi, ma io sto sbattendo la testa contro un muro.
“Non ci ho mai pensato”… non che ne dubitassi, ma avere la confessione è pure peggio.
“credo sia perché scrivo male”. Porre rimedio? No?

Per curiosità: che faccia ha fatto la glottologa a sentire la risposta? Ha risposto qualcosa?

#779 Comment By arnica On 8 agosto 2011 @ 22:36

Ti capisco benissimo. Io non l’ho fatto solo perchè stavo lì in prima fila,ma visti gli sguardi che ogni tanto mi lanciavano, credo che il mio ghigno fosse abbastanza cinico.
La glottologa ha dovuto riparare balbettando “Ma no,ma no…”.
Confesso che ho provato molto imbarazzo per la Troisi in quel momento. Non era falsa modestia, era pura convinzione.
Stavo per dirglielo “Beh allora non scrivere!”ma mi pareva TANTO brutto..

#780 Comment By Cecilia On 9 agosto 2011 @ 14:53

Ma no! La glottologa doveva ribellarsi, e che diamine! Sono molto triste.
Guardala dal lato positivo, tu ghignavi cinicamente, a me forse sarebbe scappato da ridere ed è ancora più brutto. Ma forse avrei voluto esserci. Qualche altra perla?

#781 Comment By giovanni On 9 agosto 2011 @ 18:44

Ho letto la recensione e mi sento di dover fare i complimenti.
Mai letta la saga del mondo emerso,NON ci tengo a farlo e mi è capitata questa recensione sotto gl’occhi per caso,però davvero complimenti, divertente ma seria nei contenuti (non è un controsenso,ci si può divertire anche leggendo cose serie!!)

P.S. ma cambiare punto di vista durante un racconto è così brutto?Io pensavo fosse divertente.

#782 Comment By Cecilia On 9 agosto 2011 @ 21:05

P.S. ma cambiare punto di vista durante un racconto è così brutto?Io pensavo fosse divertente.

Il problema non è cambiarlo “in generale”. è cambiarlo ogni tre-quattro righe senza un senso. Così, a caso, senza neanche averne la consapevolezza.

Prendi “L’anello di Salomone”: si alternano tre o quattro punti di vista, alcuni in terza persona e uno in prima. Ognuno ha un capitolo a disposizione, non salti dalla zucca di uno a quella di un altro ogni tre righe.
Tutto sta a saper gestire la cosa.

#783 Comment By arnica On 13 agosto 2011 @ 15:33

@cecilia

guarda,ho rimosso tutto perchè tra una cosa e l’altra è stato un vero e proprio trauma.
ad un certo punto sono impazzita e ho cominciato a ribattere a tutto,specie alla psicologa in sala che stava dicendo amenità qualunquiste da quattro soldi,e mi hanno fatto chiudere la bocca per far parlare gli altri e lasciar loro sciorinare idiozie chiesto cortesemente di tacere

#784 Comment By Cecilia On 13 agosto 2011 @ 21:05

@arnica

Capisco. I Veri e Sinceri Democratici fanno sempre così, chissà perché.

#785 Comment By Francesco Pan. On 18 agosto 2011 @ 12:50

Ciao a tutti
Io mi sono affacciato al fantasy qualche anno fa quindi premetto che sono abbastanza profano in questo tema.Mi sono avvicinato al genere proprio con questa trilogia,mi piaceva la scorrevolezza della lettura,caratteristica ricercata volutamente visto che stavo sperimentando.Ora,parlando dal mio punto di vista che ripeto è profanissimo,beh a me nel complesso è piaciuto,certo non sono mancate parti in cui mi sembrava che ci fosse del “ripetitivo” e neanche erano poche ma allo stesso tempo ci sono state molte parti che mi hanno coinvolto,con queto cosa voglio dire?che leggo tutti i vostri commenti tecnicissimi (e ci sta perchè voi siete sicuramente molto esperti nel settore) ma..incongruenze e non,conoscenza delle tecniche militari e non,come è vero che ognuno su questa terra si salva da se,ognuno deve “farsi” la cultura fantasy da se.Ora sto leggendo la ragazza drago e mi rendo conto di molte cose..Per esempio del fatto che anche questo per molte pagine è ripetitivo,’sta sofia che al terzo volume ancora sta a timido style nonostante sappia di essere un drago (scusate la “forma” ma Sofia frignante al terzo volume comincia a diventare una martellata laddove non batte il sole..)e di fatto anche questa serie ha stessi pregi e difetti della prima trilogia del mondo emerso,i pregi secondo me è che è leggero di lettura e senza pretese,scorrevole,ideale dopo un’intera giornata di lavoro e studio quando non ti ricordi neanche come si chiama tua madre.Tra le 2 serie,però,mi è capitato di conoscere in libreria Sapkowskj e quando ho finito 2 suoi libri mi sono reso conto che li il livello è differente..cosa voglio dire con tutto ciò? leggevo un post di Gamberetta che diceva “spero che almeno il fenomeno Troisi faccia avvicinare le persone al fantasy” beh è stato così per me,solo rovistando in libreria,dove andavo per trovare romanzi della Troisi,ho trovato Sapkowskj ed ho scoperto un altro fantasy a mio avviso molto profondo e ben scritto ed ora ho fame di fanatsy.Tutto ciò è stato per me un trampolino..un’inizializzazione al genere..è questa mia “testimonianza” che voglio condividere.Poi un’altra cosa che volevo dire è che ok,le storie della Troisi magari sono banali,classico fanatsy,classici elementi tutto ok,ma le persone che si affacciano al genere molto spesso vogliono proprio questo(!!)perchè se non hanno mai masticato fanatsy allora anche la storia classica sarà stupenda,magica e bella.Per me è stato così ed infatti ho un bel ricordo delle cronache e mi dispiace quando leggo “le croncache provocano danni celebrali” o altre cose del genere perchè le trovo davvero “gratuite”.Una critica è costruttiva e molto,lo sbeffeggiamento è da frustrati.

#786 Comment By io. On 20 agosto 2011 @ 01:00

ciao :) so di essere in ritardo di due anni comunque volevo solo dirti una cosa… secondo me tu sei un IDIOTA. non perchè insulti questo romanzo che a me è sembrato piuttosto bello, ma perchè stai insultando una persona che ha lavorato per produrre quello che tu chiami spazzatura. TU non hai la minima idea di quello che sia davvero scrivere perchè non penso tu abbia mai scritto un libro… comunque, a parte questo, non voglio giudicare i tuoi gusti e tanto meno giudicare te (cosa che tu invece hai fatto verso le persone come me, che apprezzano il romanzo), puoi essere intelligente quanto vuoi, ma in questo caso hai torto. non solo i difetti che hai elencato del romanzo sono irrilevanti, ma sono anche stupidi, perchè il pubblico certe cose non le nota! il libro ha venduto tante copie perchè comunque è un libro bello nel complesso, non sono quei due o tre particolari che hai elencato a renderlo spazzatura. puoi odiare la Troisi quanto vuoi, ma non hai il diritto di insultare lei e i suoi fans perchè hanno gusti diversi dai tuoi. se ho capito male, scusami, ma mi pare proprio che tu reputi dei puri deficienti tutti quelli che hanno letto questa serie. ho ancora due o tre cosette da dirti: 1) mi fai innervosire per quello che dici 2 i romanzi di Licia Troisi MI PIACCIONO e ne sono orgogliosa 3 non mi farò venire ad insultare da un idiota come te perchè ho gusti diversi dai tuoi 4 se la Troisi ha azzeccato la casa editrice giusta, nel momento giusto sono fatti suoi, magari può essere stata raccomandata o che so io, ma il fatto è che il libro ha venduto e sparsi per l’Italia e l’Europa ci sono tantissimi suoi fans 5 beh non ho più niente da dire, se mi viene in mente altro lo scriverò qui comunque… ADDIO. per il resto non controllerò più questo blog perchè mi da fastidio il fatto che tu insulti altre persone o altri libri o quello che vuoi. mi fai venire veramente i nervi. fai quello che vuoi cancella il mio commento insultami non me ne frega. sappi che solo che prima di dire cose così, tipo quelle del post dovresti contare fino a dieci e poi non scriverle kiss… me :D
P.S.: per la cronaca gli scrittori italiani fantasy non sono così odiati come pensi tu, anzi. ecco un altra cosa da aggiungere all’elenco e al fatto che hai torto su praticamente tutto un altro bacio :)

#787 Comment By Mauro On 20 agosto 2011 @ 09:08

io. (ma non io io, io l’altro):

non hai la minima idea di quello che sia davvero scrivere perchè non penso tu abbia mai scritto un libro

Le Avventure della Giovane Laura.
S.M.Q..
Assault Fairies.

sei un IDIOTA

non mi farò venire ad insultare da un idiota come te

mi da fastidio il fatto che tu insulti altre persone

non voglio [...] giudicare te

#788 Comment By DagoRed On 20 agosto 2011 @ 12:31

Don’t feed the troll, please.

#789 Comment By Mauro On 20 agosto 2011 @ 12:44

Tranquillo, era giusto una risposta tanto per sottolineare un paio di cazzate contenute nel commento.

#790 Comment By Dan On 23 agosto 2011 @ 00:57

Ho trovato assai di più, aprendolo a caso un giorno (gli stessi scaffali piangevano di liberarsi almeno per un attimo di tale fardello, e m’è sembrato poco rispettoso non assecondare una tale comprensibile richiesta); ho letto:
Sii te stessa… o cerca te stessa, non ricordo…
Maporcadiquellaporcachec’hapureillimoneinbocca…
Uno compra un libro proprio per ritrovare se stesso… che inutilità è scrivere ciò che non dovresti scrivere per dimostrare…?
E’ come andare da un concessionario, e dopo aver visto una macchina sentirsi dire: “Ah, sai una cosa? Si guida pure…!”.
Comunque io sarei per dirla ancora più lunga: e cioè che non fiuto proprio nulla di buono da nessuna parte… e sì che non sarei (e che non sono stato) lo scialaquone di turno, sempre pronto a mettersi una new entry in casa. Non fiuto novità, non fiuto coraggio; questo blog è quanto il fantasy sta dando di più bello…
Persino altri di cui non faccio nomi per non far rimanere male i genitori, non scrivono che poco più che temi scolastici…
Specie, poi, ultimamente, va di moda lo scrittore ‘asettico’, che si finge telecamera e che dice ciò che vede, non ciò che sente (e che mi dovrebbe far sentire); sembrano dei maghi da quattro soldi in preda a folli sogni delirici… Non va di moda la metafora, l’allitterazione, il pasticcio, i giochi linguastici; non va di moda scrivere. Invidio il tuo coraggio: di dar loro soldi per recensire… dementicando, con uno sforzo di reni, che Papà Manzoni ci guarda dall’Alto dei Cieli…

#791 Comment By Ste On 23 agosto 2011 @ 07:50

Se c’è gente secondo al quale Willy il coyote è nettamente meglio di qualsiasi anime, ci saranno sempre post come quelli precedenti.

#792 Comment By Gamberetta On 29 agosto 2011 @ 15:38

Spostati tutti i commenti in Fogna che erano off topic. Una sola nota: qui si parla di narrativa dal punto di vista tecnico. E basta. Che Harry Potter induca al satanismo può essere argomento di discussione in ambito sociologico o teologico, non in ambito letterario. Dal punto di vista letterario la “moralità” di un’opera o la sua presunta influenza sul pubblico non ha importanza.

#793 Comment By Bethan On 5 settembre 2011 @ 13:06

Non ho avuto voglia di leggere tutto il tuo articolo perchè sinceramente a metà mi sono rotta le palle.
Ma cos’è, tutti gli scrittori fantasy devono essere dei nuovi Tolkien? Finchè uno riesce a creare personaggi e storie che, per quanto imperfette e non gradite da tutti, riescono comunque a raccogliere un pubblico che ne è coinvolto, perchè si devono trovare assillati con gente che gli contesta ogni frase?
Mi sembri una di quelle che recensiscono le fanfiction di efp con le osservazioni più pedanti e rompicoglioni per totalizzare più punti. Seriamente, con un saggio del genere ti ritroveresti in cima alla classifica a vita natural durante.
Sinceramente, avesse fatto degli errori grammaticali, avesse una scrittura che non scorre, avesse copiato altri libri, attacchi di vario genere si potrebbero già più capire.
Ma non è che perchè lo dici tu a tutti debba fregare qualcosa se per tendere un arco ci vogliano braccia da culturista o se la battaglia dura poco. Anzi, invece di quelle descrizioni assurde in cui viene minuziosamente riportato anche il pelo sul naso del cavallo dipinto sull’armatura del soldato di fanteria, preferisco tre righe in cui capisco che cacchio succede e poi la storia va avanti.
La Troisi non si presenta come un saggio sulla storia e tattica militari. Alcuni libri possono non essere dei capolavori della letteratura, ma sono in grado di coinvolgere persone che hanno un minimo di immaginazione e non si fermano a sottoporre a rigido esame ogni virgola.
In poche parole, datti un po’ meno arie. Un libro può non piacere, può anche fare schifo, ma scrivere pagine e pagine il cui significato implicito è “avrei potuto scriverlo meglio io” è un tantino patetico. Per non parlare delle sottili (nemmeno tanto, anzi) allusioni all’idiozia della scrittrice e di chi legge i suoi libri. Se hai un genio inespresso così grande, scrivilo tu, un libro, e poi guarda come ci si sente a vedersi scassare i maroni in questo modo.

#794 Comment By MakKo On 5 settembre 2011 @ 13:20

@Bethan: lascia stare. I libri della Troisi sono pessimi libri. La tua difesa all’arma bianca fa solo capire che di letteratura ne capisci meno della mia gatta.
Poi, se a te piacere leggere porcherie, sei liberissima di farlo. Ma Gamberetta ha ragione. Sacrosanta ragione. E non serve avere una laurea in letteratura. Basta leggere buoni libri.

#795 Comment By Cecilia On 5 settembre 2011 @ 18:25

Comincio ad adorare i troll. Dimostrano un’ignoranza tale che fa quasi tenerezza.

tutti gli scrittori fantasy devono essere dei nuovi Tolkien?

Se solo tu avessi indagato un attimo più a fondo ti saresti resa conto che a Gamberetta Tolkien non piace. L’ha detto più e più volte, quindi, per cortesia, prima di digitare idiozie, documentati. Fai una figura migliore.

perchè si devono trovare assillati con gente che gli contesta ogni frase?

Perché magari avrebbero potuto far di meglio? A inventare personaggi e storie son buoni tutti, è farlo bene che è difficile. E siccome non è che i libri vengono proprio regalati… uno se trova una schifezza si lamenta.

Ma non è che perchè lo dici tu a tutti debba fregare qualcosa se per tendere un arco ci vogliano braccia da culturista o se la battaglia dura poco.

All’autrice avrebbe dovuto fregare. Non si scrivono boiate: se non sai qualcosa ti informi e la scrivi giusta.
E’ una cosa che da tanta soddisfazione, sai? Impiegare 15 minuti su internet per scrivere un solo termine corretto. Il lettore disattento non se ne accorgerà; uno attento sì, sarà più contento e non penserà che l’autore è un imbecille. E io sono sicura, almeno in quel punto, di aver fatto il mio lavoro.

Anzi, invece di quelle descrizioni assurde in cui viene minuziosamente riportato anche il pelo sul naso del cavallo dipinto sull’armatura del soldato di fanteria, preferisco tre righe in cui capisco che cacchio succede e poi la storia va avanti.

Qui ti sfugge il concetto che non va mostrato tutto. Vanno mostrate le cose importanti, non le inezie che riporti tu. Tipico commento da chi non ha capito un accidente. O non vuole capire, che è peggio.

La Troisi non si presenta come un saggio sulla storia e tattica militari.

Nessuno pretende questo da lei o da qualsivoglia romanziere. Si pretende che una che scrive di guerra sappia di cosa parli, per cui i saggi se li deve leggere prima di scrivere il suo romanzo.
Dimmi, chi è da ammirare: uno che scrive a caso, usando come unica “documentazione” i telefilm e i fumetti, o uno che ha tanto rispetto per i suoi lettori da laurearsi in storia militare prima di mettere mano alla tastiera? Troisi o Gentle? Li ho provati entrambi e, due mani sul fuoco: Gentle.

Se hai un genio inespresso così grande, scrivilo tu, un libro, e poi guarda come ci si sente a vedersi scassare i maroni in questo modo.

E rieccoci con la stronzata cosmica. E tu che elogi la Troisi hai scritto almeno un libro? No? E allora non puoi elogiarla. Perchè, cara, il ragionamento o funziona nei due casi o non funziona. Se non bisogna essere scrittori per tesserne le lodi, allora non bisogna nemmeno per esserne detrattori. Non è difficile da capire: se un pizza ti fa schifo non lo capisci da sola senza bisogno di essere una pizzaiola? Ovviamente sì.
E giusto per la cronaca, Gamberetta di libri ne ha scritti tre. Per cui, anche secondo il tuo ragionamento, sì, può criticare.

EDIT:
Lo so, “Don’t feed the troll, please”. Però è divertente, IT e magari, magari, a qualcuno si aprono gli occhi. In fondo anche a me, da ingeuotta lettrice, la prima volta la Troisi piaque. Si cambia e si migliora.

#796 Comment By Koda On 6 settembre 2011 @ 00:30

Quoto Cecilia direi, uhm, al 100%, ma soprattutto, Bethan… hai letto metà articolo: non ha molto senso che parli, no?

Io non ho scritto nulla, di completo almeno, ma ti assicuro che la BUONA soddisfazione di avere un personaggio realistico perchè hai passato un’ora a cercare nomi e cognomi più comuni in Irlanda e Stati Uniti, e a informarti sui luoghi in cui ambienti una storia, è notevole.
Hai ragione, la Troisi non è affatto il peggio in Italia, infatti dopo di lei è arrivato il peggio vero e la gente che prima sorrideva sarcastica, ora piange senza tregua. Io ho letto tutto quello che aveva scritto nelle prime serie e la verità è che le pagine erano scivolate via leggere, senza problemi. Poi ho iniziato a studiare e ho capito: volavano via leggere come mi vola via Twilight, spengo il cervello e la storia va avanti. Perchè una qualità accomuna la Meyer e la Troisi, scrivono di niente, ma lo scrivono in maniera fluida. E va benissimo, ma non è abbastanza per scrivere buona narrativa. Le buone idee pagano più di uno stile… dignitoso (?), ma le buone idee, spesso, vanno costruite bene, se no rimangono buoni spunti ampliati male, quindi inutili. E per carità, si vede che la Troisi ha letto solo Tolkien, non ha fantasia.
Tu dici che bisogna avere immaginazione quando si legge, e concordo, infatti io ho una grande immaginazione, mi immergo proprio quando leggo, e mi sono immerso anche nelle Cronache del Mondo Emerso, ma ho ricordi più forti de La Prigione della Libertà di Ende, letto da bambino, che dei libri di Licia, letti sopra i vent’anni. E sai perchè? Perchè Ende aveva le idee.
E sapeva anche mostrarle, ma questo è un altro discroso. ‘Notte! : )

#797 Comment By MakKo On 6 settembre 2011 @ 07:38

@Bethan: … un altra cosa sui “nuovi scrittori fantasy” tutti Tolkien…. La Troisi ha ormai scritto, se non erro, oltre dieci romanzi, più o meno lunghi. Non è che tra il primo e l’ultimo mi risulti ci sia poi questa gran differenza. Un pessimo scrittore rimane un pessimo scrittore…
Tra l’altro Tolkien ammetteva di non essere un buon romanziere. Figuriamoci che invidiava C. S. Lewis. in quanto a capacità e stile.
La Troisi invece se la tira nemmeno fosse la nuova Dickens. Ma per favore…

#798 Comment By DagoRed On 6 settembre 2011 @ 14:33

Ma giusto a titolo di personale curiosità: quale parte di

Don’t feed the troll

vi risulta incomprensibile?

#799 Comment By Cecilia On 6 settembre 2011 @ 15:20

Ma giusto a titolo di personale curiosità: quale parte di

Don’t feed the troll

vi risulta incomprensibile?

Look, please:

EDIT:
Lo so, “Don’t feed the troll, please”. Però è divertente, IT e magari, magari, a qualcuno si aprono gli occhi.

Dal mio commento del 5/09, 18:25.

#800 Comment By Giacomo On 7 settembre 2011 @ 01:36

Quoto Koda, lui si è cercato i nomi comuni in irlanda e negli stati uniti (e scommetterei un occhio che si è andato a cercare altre informazioni utili) ed io mi sono studiato l’armamento vichingo, i loro metodi di navigazione, le tattiche militari, una piccola parte della loro lingua e un bel po’ (ma mai abbastanza, maledizione!) di manuali di scrittura.
Poi alla fine, quando cominci a scrivere e rileggendo vedi i risultati, infinitamente migliori rispetto a come scrivevi un tempo, diamine… che soddisfazione! Oh, che soddisfazione!
Dovresti provare Bethan. O se non vuoi scrivere, prova a leggere di meglio (La Gentle consigliata da Cecilia ad esempio!), poi torna qui è liberati del peso con un bel: “Avevate Ragione!”

#801 Comment By Hendioke On 7 settembre 2011 @ 15:39

Bethan ha anche ragione a modo suo solo ha clamorosamente cannato il punto.
Vedi Bethan, quando dici che quel che conta è che un libro piaccia e scorra stai riconoscendo una verità commerciale: se un libro “scorre” bene, cioè si fa leggere, può avere un pubblico che lo gradisce e vendere anche se banale e infarcito di inesattezze e controsensi.
Questo perché comunque per accorgersi che s’è scritta una minchiata da un punto di vista tecnico bisogna avere 2 conoscenze in croce e quel lato del nostro cervello dove alloggia il nostro senso critico acceso durante la lettura.

Molti lettori non hanno né le due conoscenze in croce né tengono il loro senso critico acceso mentre leggono (vogliono solo rilassarsi e abbandonarsi a un lettura scorrevole dopotutto).
L’esistenza di un pubblico generalista che compra un romanzo che parli, chenneso, di aerei senza sapere neanche per quale principio fisico questi volano e quindi non vive come una fastidiosa incongruenza eventuali cazzate sull’argomento e che non vuole “leggere attivamente” è legittima e anche i lettori più “navigati” ogni tanto vi si abbandonano.
Ed è altrettanto legittimo che esistano libri di infima qualità che possano soddisfare le loro esigenze.

Le lamentazioni esposte in questo blog sono 3 ed esulano dq aunto da me detto:
1) Purtroppo in Italia questo tipo di letteratura viene osannata come letteratura alta invece che per quello che è: letteratura da ombrellone e cerebro in vacanza
2) Gli aspiranti scrittori alle prime, vedendo la critica elogiare detto tipo di letteratura, finiscono col pensare che quello sia il livello a cui mirare sprecando il proprio potenziale
3) Un lettore che non sa niente di militaria e vuol tenere il senso critico spento mentre legge non deve necessariamente leggere Nihal per godere di una pausa letteraria, potrebbe ottenere lo stesso, anzi un migliore, risultato, leggendo libri scritti meglio. Ma fintanto che qualcuno non gli dirà che ci sono libri scritti meglio e che quelli che affollano le librerie e sono osannati dalla critica (rimanendo sempre e rigorosamente nell’ambito fantasy eh) sono la bassa letteratura il lettore non lo scoprirà mai.

Tutto qui ^^

#802 Comment By Cesco On 4 ottobre 2011 @ 20:45

Ciao a tutti

Ho letto per curiosità il primo libro della Troisi, perchè vedevo in ogni libreria grande o piccola le sue trilogie, e mi sono chiesto se fosse davvero una scrittrice di valore che meritasse tutto questo successo. Quindi nonostante la mia diffidenza per chi riscuote un successo commerciale improvviso e così grande, nonostante già la copertina con questa eroina giovane e bella degna di un manga facesse scattare in me: “alert, alert, alert”… ho letto “Nihal della Terra del Vento”.
Il libro è molto fluido e si legge anche piacevolmente, ma è tutto qua.
I capitoli sono da copione telefilm/libretto/fumetto per adolescenti, per non parlare dei personaggi, a cominciare dalla protagonista: una giovane ragazza bellissima che combatte come Rambo. E’ quello che sognano di essere le ragazzine di oggi, però si doveva accontentare anche i maschetti, e allora ecco il suo amichetto mago. E serve un universo in cui il lettore si deve calare ed ecco il “mondo emerso”: ok come idea può non essere male, ma ragazzi … fantasy non vuol dire scrivere una sacco di cose impossibili,illogiche ed incoerenti con sè stesse. Come alcune ricordate nell’articolo di Gamberetta, cui faccio i miei complimenti.
Insomma propongo: i libri della Troisi (se sono così anche gli altri) vietato ai MAGGIORI di 14 anni, per preservare lo sviluppo mentale.
Non credo che leggerò anche gli altri, forse uno degli ultimi per vedere se è cambiato qualcosa.

P.S. : è stata tutta un OTTIMA OPERAZIONE COMMERCIALE, dal testo scritto alla pubblicità, dallo studio del mercato allo sviluppo della saga.

#803 Comment By Miss Tress On 15 ottobre 2011 @ 16:47

I libri della Trosi li ho comprati prima di andare al mare, perchè ero alla ricerca di un fentasy da spiaggia. E posso dirlo con gioia di averlo trovato: un mucchio di boiate con guerriera cazzuta, mago truzzo-fighetto, drago-ferrari e amici-buoni-sentimenti felici&contenti (cit.)
Almeno mi sono divertita. :D

#804 Comment By MakKo On 9 novembre 2011 @ 13:47

Non c’è mai fine al peggio:

http://www.fantasymagazine.it/notizie/15714/i-regni-di-nashira-il-sogno-di-talitha-licia-tr/

Dopo l’eroina dai capelli blu elettrico, l’eroina dai capelli infuocati.
Solo la lettura della “Quarta di copertina” mi ha dato il voltastomaco: invito tutti a boicottare il più possibile la diffusione di questa porcheria.

#805 Comment By Cecilia On 9 novembre 2011 @ 15:42

@Makko

Io invece sono abbastanza speranzosa (in fondo è l’ultima a morire). A parte l’eroina “ribelle”, lo schiavo innamorato e le nazioni dal clima monomaniaco, tutte cose prese di peso dal ME con micro variazioni, il resto mi sembra promettere un po’ più di originalità per i suoi standard.

Piccola nota: i capelli rossi esistono da che mondo è mondo (nel nostro) e qui siamo anche in un mondo differente. Con tutte le critiche che si possono fare alla quarta, che senso ha prendersela con il colore dei capelli, che perdipiù non ha nulla di strano?

#806 Comment By MakKo On 9 novembre 2011 @ 15:52

Parlo di (come si vede dalla copertina) capelli infuocati, non rossi…. XD!
Ma dai, ma davvero qualcuno vuole leggere ancora la Troisi? Cioè ma la trama è spiccicata a quella del suo primo libro! Cambia solo il colore dei capelli e il fatto che il “segreto innamorato” è un servo e non un amico di infanzia…
Ma per l’amor di tutti gli dei di tutti i cieli e di tutti gli inferi!

(Ah no, scusate. Cambia anche che qui i regni son solo 4 e non una dozzina. Forse ci ripenso… umpfhahahahah).

E come al solito il futuro di TUTTO IL MONDO è nelle mani di due adolescenti. Seh! Come no!

#807 Comment By Cecilia On 9 novembre 2011 @ 16:40

@Makko

Non ti arrampicare sugli specchi, sono rossi ^^. Il resto è effetto photoshop, nient’altro.

Per il resto… beh, in questi giorni mi sento ottimista quindi un’occhiata ai primi capitoli ho deciso di darla (aggratis, ovvio ^^). Vedremo.

#808 Comment By MakKo On 9 novembre 2011 @ 17:59

@Cecilia
Ma che specchi e specchi. Io non mi arrampico su nulla. Ma la vedi la copertina? Quelli sono capelli di fuoco… forse perchè la tizia è una nobile del Regno dell’Estate (sigh).
Cmq non è il colore in se il problema. Non so perchè ma ho come il sospetto che non proprio tutti su Nashira hanno i capelli di quel colore…

#809 Comment By Cecilia On 9 novembre 2011 @ 23:30

@Makko

Questa è la prima copertina, poi scartata:

http://images.wikia.com/troisipedia/it/images/b/b9/Licia-Nashira.jpg

sono proprio rossi.

Per quel che mi riguarda, i personaggi ‘sti capelli possono pure averli cangianti, chissene ^^. E’ altro che mi preoccupa (quelle terre… brr) ma, appunto, i primi capitoli non mi uccideranno ^^

#810 Comment By Blu On 10 novembre 2011 @ 18:34

La copertina scartata è oscena, ma meglio di quella scelta! Sembra una Super Sayan con i capelli arancioni invece che biondi.

#811 Comment By Cesco On 4 dicembre 2011 @ 10:54

Sì sono d’accordo con Makko : boicottiamo le immani porcherie troisiane!
A meno che non costino meno della carta igenica…

#812 Comment By Bros On 5 dicembre 2011 @ 05:53

Mi hanno regalato il primo libro della saga della troisi non troppo tempo fa e come altri fantasy che mi hanno regalato (eragon ed eldest) non sono riuscito ad arrivare alla fine del 4 capitolo.

#813 Comment By Scimmia Furente On 30 dicembre 2011 @ 01:04

Pensavo di essere l’unico al mondo.
Pensavo di essere pazzo.

Invece c’è gente che capisce che LICIA… non puo’ essere definita una scrittrice.

Chiunque abbia scritto questo articolo ha la mia TOTALE STIMA (per quanto possa valere).

Ho iniziato da poco a scrivere un libro, che si prefigge l’obiettivo di fare il culo a gente del suo calibro. XD

#814 Comment By Alessia On 1 gennaio 2012 @ 20:01

Sai,la tua recensione mi da la vaga idea che anche tu abbia provato a inviare un tuo lavoro ma che purtroppo non lo abbiano accettato… Beh consolati ci sono sempre i siti di fanfiction

#815 Comment By MakKo On 3 gennaio 2012 @ 07:55

@Alessia
1 gennaio 2012 alle 20:01

Sai,la tua recensione mi da la vaga idea che anche tu abbia provato a inviare un tuo lavoro ma che purtroppo non lo abbiano accettato… Beh consolati ci sono sempre i siti di fanfiction

AHAHAHAHAHAHA!!!!!!

… aspetta…

AHAHAHAHAHAAHAH!!!!!

PS: prima di dire cazzate, cara Alessia, leggiti un pò tutto il blog vah. Ti da fastidio che qualcuno dica: LICIA TROISI SCRIVE DA CRISI DI DIARREA A SPRUZZO? Fatti tuoi. Ma, nonostante le scoregge delle bimbominchiafan come te, l’inconfutabilità dei fatti resta inconfutabile.

#816 Comment By Alessandro On 12 febbraio 2012 @ 16:33

Giuro che per la prima volta lascio vero nome e vera mail su un blog.

Probabilmente una delle recensioni più approfondite e dedicate che abbia mai letto di un libro. Il semplice fatto che ci siano i rimandi, le parole, le citazioni e che tutte siano ottimamente spiegate (parlo a puro livello di forma, non di punto di vista) Mi fa capire quanto effettivamente sia solida la tua lettura del libro.

Che poi condivida tutto quello che c’è scritto sopra ovviamente sono cazzi miei, ma devo dire che effettivamente quello che leggo mi rimbomba in testa come familiare.

vorrei che ci fossero più persone che sfilettino così i libri per bene. Male sicuramente non farebbe.

#817 Comment By Cry On 20 febbraio 2012 @ 11:40

Io confesso dinnanzi a tutti che ho letto tutti e nove i libri della Troisi e che all’inizio la prima trilogia mi era piaciuta. Va bene, era un periodo buio della mia vita, che rinnego, però mi ha fatto riflettere. Perché una lettrice accanita come me, cresciuta leggendo nove volte di fila Tolkien, si è fatta fregare in maniera così becera? La risposta è: mi hanno drogata, ero molto giovane o non ero in me (una a scelta). Non trovo altre spiegazioni. Mi pento e mi dolgo e riverso odio contro chi mi ha fregata così. Per rimediare ora mi scaglio danzando (ma con indosso una pesante armatura di cristallo nero) contro tutti coloro che leggono la Troisi, per far vedere loro la luce.
Perché poi io abbia preso anche gli altri non lo so ancora, so solo che mi hanno aperto gli occhi. La Troisi stessa contiene in sè il germe della sua distruzione: i suoi personaggi femminili sono semplicemente odiosi ed è stato grazie a loro che mi sono risvegliata dal sonno.

#818 Comment By Marco On 22 febbraio 2012 @ 13:57

Ciao, complimenti per la recensione, l’ho trovata decisamente divertente e molto accurata, un bel lavoro.
L’unico appunto tecnico e’ quello sull’arco, la Troisi ha ragione a dire che e’ un’arma che una ragazza ( mezzelfa) puo’ trovare congeniale. Il tuo paragone con l’arco inglese e’ improprio, e’ un’arco per uso statico contro bersagli pesantemente corazzati e molto poco efficiente da un punto di vista dinamico; il problema dell’arco di Ulisse era la difficolta’ ad armarlo, piu’ che a tenderlo, dato che armarlo richiede molta piu’ forza rispetto alla tensione dello stesso.
Esistono e sono esistiti in diverse epoche e tempi archi che potevano essere usati con efficacia da donne e il problema principale era il loro seno, non la forza della tensone (da qui le Amazzoni raffigurate senza seno destro per agevolare il tiro con l’arco ). Penso che per di criticare un autore “fantasy” di mancanza di competenza si debba avere anche un minimo di conoscenza nel campo criticato.
L’idea che ti ha cosi’ scandalizzato, che figure militari importanti possano indossare uniformi facilmente riconoscibili e’ molto coerente con un mondo fantasy-medievale, non c’e’ nulla di strano: il concetto di mimetica e divise che nascondono e’ proprio della seconda guerra mondiale e fino ad epoche moderne era perfettamente normale che individui importanti ( ufficiali ) o particolarmente abili ( cavalieri ) avessero divise che li distinguessero dalla plebaglia, sia per effetto psicologico sia per far si’ ( come nel libro della troisi) che fossero immediatamente riconosciuti dalle truppe amiche, con tutti i benefici del caso, tanto i missili e i cecchini ( catapulte contraeree a parte) non c’erano.
Tendenzialmente, non si combatteva con la pioggia, ne’ d’inverno, salvo casi estremi, per tutta una serie di fattori che non staro’ ad elencare.

Hai ragione, documentarsi e’ brutto, a pochissimi piace.

#819 Comment By Cecilia On 22 febbraio 2012 @ 18:10

@Marco

Vorrei fare un paio di osservazioni sulla questione arco/ragazze. Che le donne possano usare gli archi, è giustissimo (io stessa ne uso uno, anche se non un lungo inglese ^^) ma non tutte le donne possono usare tutti gli archi, tant’è che ritieni scorretto il paragone con l’arco lungo. Nihal avrebbe potuto benissimo saper usare un arco, ma la frase, messa così, è tirata via. Innanzitutto “non è necessaria la forza” è una generalizzazione (visto che sta parlando di un tipo di arma in generale e non di un singolo oggetto) e di conseguenza è sbagliata. Donna o uomo che sia ci vuole molta forza per usare un arco, anche un arco olimpico contemporaneo. Forse non per tenderlo una volta o per tirare una freccia, ma già per scoccarne dieci o hai i muscoli (quindi la forza) o ti si stira qualcosa/sei distrutto dalla fatica.
Poi si potrà parlare della differenza tra archi per donne e per uomini (entrambi devono però essere addestrati), ma l’assunto generico “per un arco non ci vuole forza” è e rimane sbagliato.
Un ultimo appunto: dici che esistevano archi utilizzabili dalle donne e dagli uomini, benissimo. Peccato che all’Accademia Nihal sia l’unica donna, peraltro appena arrivata e sentita come corpo estraneo, come intrusa. Non viene mai detto che alcune armi siano state fatte apposta per lei, il che vuol dire che usa quelle che usano tutti. In tal caso gli archi sono “tarati” sulla forza degli uomini e lei, “flessuosa come un giunco”, non può neppure sperare di usarne uno.

Non ci voleva tanto a sistemare la questione: la Troisi avrebbe potuto far sì che la ragazza avesse armi personalizzate, che i mezzelfi avessero una straordinaria forza data dall’unione di due razze o che so io. Se non l’ha fatto è perché non si è neppure posta il problema. Il che non è che sia proprio un bel modo di trattare i lettori, per dirla con un eufemismo.

#820 Comment By Clio On 22 febbraio 2012 @ 19:53

Bastava che Nihal, invece di essere flessuosa come un giunco, avesse il fisico da guerriera: spalle larghe, fisico compatto, braccia ben sviluppate. Ma non rientrava più nei nostri canoni di figaggine, e poi tanto è fantasy.
Per il resto, quoto Cecilia. Nihal prende in mano un arco da guerra tarato per un uomo e si rallegra del fatto che “la forza non sia necessaria”. Scena irrecuperabile.

#821 Comment By *couf couf* On 6 marzo 2012 @ 11:32

ok… 2-3 anni fa ti avrei ricoperta di insulti per aver insultato la mia scrittrice preferita…
ora, invece, mi sono fatta 4 risate!!! xD
hai ragione, talento ne ha poco, però bisogna ammetterlo, ha un gran coraggio! sinceramente se dovessi mai scrivere un romanzo del genere non mi sognerei mai di mandarlo alla Mondadori!! D:
comunque io avrei un’altra spiegazione per la sua fama: la Mondadori ha pubblicato il suo libro perchè i libri come quello vendono!
ormai è così i libri li si scrive solo per i SOLDI!
(per esempio, l’altro giorno ho comprato un libro fantasy pensando fosse carino perchè avevo trovato la sua pubblicità nel segnalibro che mi hanno dato con inheritance… era terribilmente brutto!!! OSCENO!!! anche peggio di quelli della troisi!!!! il libro in questione si chiama “Sitael” di alessia fiorentino…. il protagonista è un coglionazzo che ad un certo punto cambia completamente personalità! senza considerare il fatto che quasi in ogni capitolo gli succede qualcosa nel quale rischia la vita e riesce a cavarsela con chissà quali capacità…
la scrittrice, finendo il libro a soli 14 anni credeva di poter eguagliare o magari anche superare il grande paolini!! poveretta mi fa una pena!!!)

una cosa a favore della troisi la vorrei dire però: un libro buono nella sua vita lo ha fatto, sembra strano ma lo ha fatto. Il libro si chiama “I dannati di Malva”… non è il solito libro con la protagonista gnocca e il cattivo senza pietà… parla di un ragazzo mezzo drow (esseri schiavizzati dagli umani) e mezzo umano che veniva sempre discriminato per questo, ma un giorno va a lavorare in incognito con i suoi simili e…. vabbò non continuo, è meglio, potrei rovinare la sorpresa a qualcuno… ti consiglio di leggerlo… e il finale ti stupirà moltissimo!!!! ;D

#822 Comment By *couf couf* On 6 marzo 2012 @ 11:34

P.S. quant’è tenero quel coniglietto!!!!! assomiglia alla mia!!!!

#823 Comment By Cecilia On 7 marzo 2012 @ 08:46

anche superare il grande paolini!!

Ehm… sì. Spero tu sia ironica ^^

#824 Comment By Zave On 11 marzo 2012 @ 07:19

@couf couf:
a dirla tutta non è che la saga di paolini sia questo gran che…

#825 Comment By Tom Bombadil On 12 marzo 2012 @ 14:22

La grande pecca di ogni romanzo fantasy scritto da una donna.
Quando descrive la sua eroina descrive come lei stessa vorrebbe essere.
Per questo ritengo che le scrittrici dovrebbero scrivere di uomini proprio come ha fatto egregiamente Gillian Rubinstein con la sua “Leggenda di Otori”.

#826 Comment By Clio On 12 marzo 2012 @ 18:04

La grande pecca di ogni romanzo fantasy scritto da una donna.
Quando descrive la sua eroina descrive come lei stessa vorrebbe essere.

No, questa è la pecca di ogni romanzo scritto da un incapace (maschi o femmina che sia) ^_^ Il sesso dell’autore è ancora meno rilevante della sua età. Più che “come verrebbe essere”, penso che l’autore incapace crei semplicemente MarySue/GaryStu: il personaggio trp figixximo in cui i lettori buoi possano riconoscersi e per cui possano fungirlare (chiedo venia per i neologismi).

Per questo ritengo che le scrittrici dovrebbero scrivere di uomini proprio come ha fatto egregiamente Gillian Rubinstein con la sua “Leggenda di Otori”.

I primi tre libri degli Otori sono “passabili” (con molte riserve), il quarto è talmente stupido che non sono riucita a finirlo. Ho lasciato perdere, par la suite, quella scrittrice. Ad ogni modo, anche nei primi tre le reazioni umane sono proprio il punto debole maggiore (dall’innamoramento di loro due, alla loro prima notte d’ammmore, roba da sbattere la testa contro uno spigolo).

#827 Comment By Mao On 12 marzo 2012 @ 21:25

La grande pecca di ogni romanzo fantasy scritto da una donna.
Quando descrive la sua eroina descrive come lei stessa vorrebbe essere.

L’identificazione dell’autore con il personaggio è un errore dilettantesco indipendente dal sesso. E il test Mary Sue/Gary Stu ha valore solo se applicato a romanzi di scrittori alle prime armi (o incapaci, come quelli di cui si parla qui). Per un autore che voglia fare il mestiere in maniera seria, il test ha la stessa utilità di un manuale di giardinaggio.

Per questo ritengo che le scrittrici dovrebbero scrivere di uomini proprio come ha fatto egregiamente Gillian Rubinstein con la sua “Leggenda di Otori”.

Distinguiamo: gli scrittori dilettanti, semmai, sarebbe meglio se prediligessero protagonisti del proprio sesso, per non rischiare di sbagliare anche gli aspetti più banali della caratterizzazione; gli scrittori esperti possono scrivere utilizzando il Pov di entrambi i sessi. Se sono esperti davvero.

#828 Comment By Alessia On 14 aprile 2012 @ 02:11

“I personaggi devono vivere, il loro respiro deve condensarsi nell’aria.”

Questa è una delle tante frasi che si trovano nei manuali di scrittura creativa, questo nei libri della troisi non esiste. Tutto quello che hai detto nelle recensioni l’ho riscontrato io stessa leggendo questa benedetta triologia. Ne sono uscita frustrata, tanto che ho provato un senso di vuoto e una mera tristezza… il fantasy è arrivato alla frutta e se qualcuno non pone rimedio questa meravigliosa parte di letteratura morrà come spazzatura da supermercato… io mi auguro che questo non accada mai, ma la vedo dura…

Mi chiedo se la signora Troisi abbia mai rispolverato un libro di grammatica anche solo per pura curiosità! Non lo sà che la grammatica serve? Che è la bibbia dello scrittore? O.0′
Credo la troisi pecchi di pigrizia per la ricerca, e la ricerca quando si scrive è la base per non fare figure di merda dopo…

#829 Comment By thyangel83 On 16 aprile 2012 @ 22:34

Argh…! Non ho mai letto i libri di Licia. ho sempre desiderato comprarne uno, perché erano così famosi che pensavo dovessero essere bellissimi. Questa recensione ha smontato ogni mia velleità in merito. Se Licia ha avuto fortuna, buon per lei. Mi auguro di avere la stessa fortuna pure io (perché no? In fondo, uno dei miei personaggi assomiglia molto a Nihal, cioè è una mezzelfa; un bel po’ meno brava in battaglia, un bel po’ meno capricciosa, un bel po’ meno piagnucolosa, e un bel po’ meno fortunata. Almeno se la recensione non mi tradisce). Però non penso che capiterà. E questo mi fa un po’ rabbia. Non perché io sia bravo: molti scrivono ben meglio di me; ma perché sarebbe giusto che fossero i meritevoli ad avere successo.
Parlo in generale, al di là della Troisi, di cui leggo qui qualche stralcio. Ma mi sembra che il panorama fantasy sia di un grande “piattume”; spesso conviene comprare on-line dei libri editi da case editrici poco note, ne ho letti di buoni…
Molte saghe fantasy arcinote sono invece assai scontate.
Forse dirò una assurdità, ma personalmente di un ciclo famoso come quello di Shannara non sono riuscito ad andare oltre al primo libro, scopiazzato dal Signore degli Anelli in più punti.
E non è un caso isolato.
Spero nel futuro di leggere di meglio. Ci sono scrittori italiani che meritano di più (il non-più-edito Andrea D’Angelo con “La Rocca dei Silenzi”, o Chiara Guidarini con “Alchemia”, almeno a parer mio…) e che invece per ora hanno avuto ben poca notorietà.

#830 Comment By Denise On 9 maggio 2012 @ 17:27

Uff, menomale!!! E’ sempre bello scoprire di non essere soli! Anch’io, appassionata del genere, dopo una strenua lotta contro il mio intuito che mi diceva di non farlo, sono caduta nella trappola della “propaganda” e ho appena finito di leggere questa puerile favoletta! Mi è piaciuto incommensurabilmente più del libro leggere la recensione, ho rivissuto le fasi che ho attraversato durante la lettura della trilogia (grazie di aver sciolto l’enigma delle misure, questa cosa delle braccia mi levava il sonno!!). Ho letto anche i graziosi commenti qui sopra (tutti!! devo proprio essere malata!)…quelli del partito del pro completano il quadro della tristezza, soprattutto quelli che si infervorano e offendono! Mi sono permessa di scrivere un commento pur non avendo mai scritto (ahimè) un libro, con l’unico appiglio di averne però letti tanti (ma aiutatemi a dire tanti!) ed è con questo conforto che mi unisco al coro dello sdegno! Amen

#831 Comment By Sandavi On 14 maggio 2012 @ 15:42

La lettura del primo volume di “Le Cronache del Mondo Emerso” ha prodotto in me due risultati certi:
1. la mia stima della letteratura fantasy italiana è crollata rapidamente verso lo zero
2. la mia fiducia verso gli editori è crollata ampiamente sotto lo zero

Non contento, dopo un lungo periodo di disintossicazione a base di pillole quotidiane di Tolkien, Marin, Pullman, Dick, Lovecraft, ho deciso di dare, in qualità di lettore, una seconda chance alla Troisi e mi sono letto il primo volume della saga successiva, sperando che potesse andare meglio. E in effetti, dopo la lettura del primo volume de “Le Guerre del Mondo Emerso” avevo deciso di darmi per sempre ai fumetti. La Troisi ha un pregio: a chi ha poca voglia di leggere, la toglie del tutto, a chi ama la lettura procura uno shock cerebrale. Se ti sta sulle balle qualcuno, regalagli un romanzo della Troisi.

#832 Comment By Mousse On 13 luglio 2012 @ 00:44

Non ho letto ancora tutta la recensione ma lo farò perché sono curioso.

Però prima di continuare, ho un problema. A me i romanzi non sono dispiaciuti.

Parlo della prima trilogia, ho finito la seconda solo per poter dire “l’ho fatto” e la terza (di cui ho letto a fatica il primo romanzo) era orribile.

Ma sto divagando. Com’è possibile che mi siano piaciuti se sono scritti COSI’ da cani, se in definitiva “non funzionano”? La dissertazione che fai è molto tecnica, quasi “matematica” dei romanzi, usi parametri in un certo senso misurabili e non impressioni o interpretazioni del contenuto. Ancora meglio. Ma mi spieghi perchè li ho letti e non mi hanno fatto dire “Che schifo! Sono scritti di melma! Non si capisce niente!”

Certo, ho letto di meglio, ma ho letto anche cose molto peggiori di autori molto più incensati anche dalla critica, Crypto di Dan Brown per esempio, l’ho mollato a pagina 60.

#833 Comment By Bla bla bla On 13 luglio 2012 @ 20:41

Ma dai Ca..o fatevi una vita quello che dite è vero ma un pò di fantasia non l’ avete ( se uno dice che salazar è alta 600 m lo dice per dare al lettore l’idea di una torre altissima infatti se guardate il libro “le creature del mondo emerso” ti accorgi che salazar non è alta veramente 600 m suvvia . Questo è per questo ma per tutte le altre cose che voi chiamate imprecisioni. Su co sta fantasia su ;) cmq BELLLAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

#834 Comment By lilyj On 13 luglio 2012 @ 23:47

Sarò anche stanca, ma c’è qualcuno che ha capito che sta dicendo ‘sto tizio qua sotto? Non ha capo né coda… O_O

#835 Comment By Hellfire On 13 luglio 2012 @ 23:53

“get a life” in sostanza.

#836 Comment By lilyj On 14 luglio 2012 @ 03:20

@hellfire: ah. Ok, mi fido di te ^_^

#837 Comment By Solvente On 14 luglio 2012 @ 15:32

@lilyj. Niente: è un altro che non ha capito niente riguardo alla questione della coerenza interna nel fantasy e, gioiosamente ignaro, interviene a sproposito pontificando sul potere della fantasia e sul “farsi una vita”.

#838 Comment By Il Mulo On 15 luglio 2012 @ 20:02

Complimenti Gamby! (Posso chiamarti Gamby?)
Grande articolo! Tra tutte le recensioni lette questa se la batte con la Strazzu per essere la number one. La mascella mi si è slogata un paio di volte a forza di immaginarmi il botto del ragazzino da 20 metri di altezza. Indistruttibile come il mitico Ugo.
“Ragionier Fantozzi si è fatto male?”
“No no, ho solo un ginocchia sbucciato.”
A tutti i Nahil-supporters che rispondono con la domanda: “Se siete così bravi perché non lo scrivete voi un fantasy così all’esordio?” vorrei rispondere ponendogli un’altra domanda: “Avete gli strumenti per poter distinguere la cacca dalla cioccolata?”
Oggi il lato oscuro dell’editoria manda avanti solo i raccomandati e quei 4 o 5 fortunati scrittori che un minimo se la cavano ed hanno già un proselito di fedeli lettori. Dovreste ringraziare chi usa il cervello al posto vostro e vi pone davanti alcune domande ed osservazioni invece di inveire scuotendo il santino di Sennar tra le mani. Non c’è da convincere nessuno, c’è solo da osservare e prendere nota. Le regole sono li per essere seguite. Se poi continuate a pensare che il POV è una marca di detersivo, la verosomiglianza e la coerenza sono parole svedesi di cui si ignora il significato e lo “show don’t tell” è una canzone dei Queen, allora alzo le mani e benedico il Signore di aver risparmiato il mio cervello dalla caccia indiscriminata che ha afflitto i cuccioli di scimmia nuda (cit.) in tempi recenti.
Finché si penserà a farsi pubblicare immondizia indifferenziata a suon di calci in culo senza badare al contenuto dell’opera, non esisterà mai quella scuola di buona e corretta scrittura per formare le future leve della letteratura tricolore. Ho letto sette libri di genere nell’ultimo mese e mi è dispiaciuto constatare che la narrativa anglosassone ci fa sembrare dei cerebrolesi usciti da una lobotomia per salvare il salvabile. Prima o poi uscirà qualche Gaiman, Heinlein, Swanwick, Gibson, Angra anche nelle nostre italiche sponde. :D
Il buon duca ho letto che ha perso la fiducia di leggere buon fantasy dagli autori nostrani. Spero vivamente che sia in errore.
À bientôt!

#839 Comment By Mousse On 16 luglio 2012 @ 11:19

@lilyj: praticamente ha detto “chissenefrega se il racconto non è coerente con se stesso, è fantasy e nel fantasy la coerenza non serve”.

Problemi di definizione di genere “fantasy”, direi.

Resta la mia domanda: perché a me quel romanzo non ha fatto schifo se, come è chiaro, “non funziona”? Non è tifoseria, intendiamoci: anche io avevo trovato un sacco di incongruenze e altrettanti problemi di inesperienza dell’autrice: POV che cambiano, dialoghi improbabili e così via. Nella seconda trilogia andiamo anche peggio, per certe cose… Tuttavia.. tuttavia l’ho finito di leggere senza vomitare ogni due pagine.

Quindi, come può un romanzo malfatto risultare comunque leggibile?

#840 Comment By Sandavi On 16 luglio 2012 @ 13:48

@Mousse
Per me bisognerebbe distinguere fra il fatto che è leggibile e il fatto che ha avuto un successo spropositato.

Nel primo caso anche un brutto film può essere guardabile, e si tende ad arrivare ai titoli di coda anche se dopo dieci minuti è già chiaro il livello di idiozia.
Anche io ho letto tutta la prima trilogia e il primo volume della seconda. Che so.. sindrome di Stoccolma? Masochismo? Se non altro alla fine volevo solo sapere dove andava a parare per poterne parlare con cognizione di causa. In ogni caso se leggi bene la recensione, c’è scritto che tutto sommato la lettura scorre, quindi è un libro leggibile. Fra questo e un romanzo di valore però ce ne passa un bel po’. Il fatto che sia leggibile non esclude quindi che sia una cacata.

Nel secondo caso non so che spiegazione dare, se non che i lettori della Troisi sono interessati alle sole vicende, senza guardare al come le vicende sono riportate pertanto se ne sbattono. E in più ci va aggiunto il battage pubblicitario Mondadori….

#841 Comment By Mousse On 16 luglio 2012 @ 21:14

@sandavi: in effetti sono entrambe interpretazioni valide, le tue. Nonostante tutto non è pesante da leggere (e vorrei vedere, vista la profondità della trama).

Io non sapevo nulla di quel romanzo, l’ho comprato per l’illustrazione della copertina di Barbieri.

#842 Pingback By Licia Troisi, solo marketing? « On 17 luglio 2012 @ 14:28

[...] Spulciando qua e là su Licia Troisi, mi sono imbattuto in questo divertentissimo post di Gamberi Fantasy. [...]

#843 Comment By lalala On 18 luglio 2012 @ 18:29

La Troisi è raccomandata. È amica di questo o di quell’altro, o c’è qualche altro losco intrallazzo sotto. Non voglio credere a quest’ipotesi! E non perché sia improbabile o perché creda nell’onestà delle persone o delle case editrici, non ci voglio credere perché io disprezzo la signora Troisi. Una Troisi raccomandata è una Troisi che sa di aver scritto una marea di scempiaggini, è una Troisi cinica e consapevole. Potrei quasi avere in simpatia una persona così, e non voglio! Nella mia scala di valori è meglio essere disonesti piuttosto che scemi, perciò preferisco figurarmi la Troisi scema.

ma lo sai che stai criticando una persona?
poi, se non ti piacciono sti libri, perchè te li vai a leggere?
qui c’è solo critica, non ti va nulla bene.
poi, vediamo un po’ te. scrivi un fantasy e fallo decente, come dici tu e vediamo chi critica te. tu qua sei riuscita solo a scrivere una pagina intera di sole critiche, pure noiose.
prima di criticare pensaci.

#844 Comment By lilyj On 18 luglio 2012 @ 22:13

È bello vedere degli ignoranti che mettono i cartelloni 10x30m con su scritto “sono ignorante e ve lo dimostro nero su bianco”. Prima di sparare cavolate (mamma, come sono fine!) prova a dare un’occhiata in giro. Ci faresti più bella figura U_U

#845 Comment By TrashGirl On 20 luglio 2012 @ 13:09

Ciao Gamberetta e complimentoni per il blog!

Ho letto anche io questo romanzo, poco dopo la sua uscita. Una mia amica me lo portò tutta entusiasta dicendo che era supermegaiperfikissimo e che mi sarebbe piaciuto sicuramente e io, povera stolta, mi fidai. Lo finii in un mesetto con grande sofferenza, mortalmente annoiata dalle innumerabili frignacce di Nihal.
Negli anni a venire ho poi sviluppato una enorme passione per il trash e, come un serpente che si morde la coda, sono tornata li dove tutto è iniziato: tra le pagine di Nihal.
Stavolta l’ ho finito in una settimanella scarsa, scoppiando in fragorose risate ogni volta che leggevo di archi magici per il cui utilizzo non serve forza, ogni volta che una descrizione quasi-decente veniva spezzata da un commento fuori PoV, ogni volta che la Troisi si contraddiceva da sola nel giro di mezza pagina, ogni volta che Nihal imprecava dicendo “Al diavolo!” in un mondo dove il diavolo non esiste, ogni volta che leggevo “Tu non puoi possedere un drago! Potresti mai possedere un tornado o un maremoto?”: non li puoi possedere ma li puoi rinchiudere in una stalla alla stregua di un qualunque ronzino.

Ho rivalutato molto la Troisi, in fondo ha solo sbagliato genere: se invece che “fantasy” fosse etichettata come “letteratura dell’assurdo per bimbe” sarebbe un’ottima autrice! :)

#846 Comment By Sara On 25 agosto 2012 @ 21:40

Ciao!! Ho letto tutta la tua recensione e anche qualche commento dei fans della Troisi con sotto le tue battute e devo dire che mi sono ammazzata dalle risate. Mi ha sinceramente sconvolto un fan che ha scritto sbagliato il nome della presunta scrittrice che difende. Mah!
Comunque lessi a 16 anni i primi due libri di Nihal e devo dire che confermo le critiche, cioè ammetto che il primo libro mi coinvolse in generale, forse perchè ero piccola ed era la prima volta che leggevo un fantasy, ma devo dire che nonostante mi piaceva, più continuavo la lettura e più ne notavo i difetti e l’assurdità . Mi sono fermata al secondo libro, che ho letto sperando che il tutto migliorasse, ma niente. Lo trovavo una presa in giro. La cosa che ricordo chiaramente era il fatto che tutti gli ostacoli, a cui la protaginista andava incontro, erano superate con una difficoltà che non andava oltre le due righe e soprattutto ricordo che, alla prova a cui Nihal fu sottoposta per entrare nell’Accademia, pensai che il romanzo era indifendibile!!
Cioè lei, una ragazzina, alta un metro e cinquanta, ha affrontato e sconfitto, in qualche pagina, i 10 guerrieri più forti di quei mondi??
Accetto la fantasia di creare un eroe in grado di liberare la terra dal male ma Nihal, 50 pagine prima, era una ragazzina innocente e bella che giocava nei prati. Insomma il modo in cui scrive questa scrittrice non è credibile per niente. A livello di fantasia può anche coinvolgere, chi lo voglia leggere, lo legga pure ma è inammissibile che in due giorni i suoi romanzi siano stati pubblicati e pubblicizzati a più non posso, a discapito di chi si impegna per scrivere un buon libro che magari non verrà nemmeno pubblicato fra mille anni. Ma diciamocelo: la colpa non è sua, della Troisi, uno scrive come scrive, la responsabilità ce l’ha chi pubblica, chi corregge il libro e chi ha il potere di raccomandare.
Bene, volevo solo lasciare un mio commento in quanto mi è piaciuta questa pagine. Saluti!!

#847 Comment By andrea On 22 novembre 2012 @ 21:17

Aldilà della critica che tu fai, che potrebbe essere anche giusta, volevo risponderti con una frase detta dal più grande, e più venduto artista di arti visive(pittore/ scultore) vivente di oggi Damien hirst.
Che alla fine di due tornate d’Asta da Sotheby’s nel 2009, dove sono state vendute 223 sue opere, per un totale di 202 milioni di dollari, al giornalista che gli chiese se si aspettava un successo così eclatante, lui rispose, “è incredibile dove si possa arrivare, con un quattro in arte, un immaginazione bacata, e una motosega.

#848 Comment By Emile On 23 novembre 2012 @ 11:24

Questo per dire…?

#849 Comment By Clio On 23 novembre 2012 @ 17:33

Penso si traduca con: “lei intanto ha fatto i soldi, kritikoni!”
P.S. Hirst fa cagare. E la Merda d’Artista ha venduto benissimo.

#850 Comment By andrea On 27 novembre 2012 @ 11:17

per Emile, questo per dire, che tu puoi criticare un artista, o uno scrittore a 360°, ma alla fine questo non conta un cazzo, nell’arte l’idea è vincente, non come la presento, puoi fare un bellissimo dipinto e non dire niente(il più delle volte è così), oppure puoi presentare un barattolo di “Merda d’artista” e dire tutto.
Non è detto che se uno frequenta l’ accademia d’arte, debba per forza diventare un grande artista, anzi il mondo dell’arte è pieno di grandi artisti autodidatti, da Van Gogh, a Picasso, da Brancusi, a Fontana, tanto per citarne qualcuno, ma la lista è infinita, Hirst è uno di questi.
Per Clio, Hirst fa cagare le persone come te che di arte non ne capiscono niente, ti converrebbe studiarlo BENE, prima di dire cazzate.
Da Duchamp, in poi se non te ne sei accorta l’ arte e cambiata radicalmente (per fortuna).
Tutto questo per dire che non serve essere scrittori stilisticamente perfetti per essere vincenti, ma avere come nell’arte una buona idea.

#851 Comment By Emile On 27 novembre 2012 @ 11:30

Sì, è tutto molto bello ma…ce la fai a fare un esempio di grande opera LETTERARIA, possibilmente fantasy, (qui si parla di questo, sai) di grande valore nonostante un brutto stile?
E, anche trovandolo, sai argomentare in modo convincente come quella stessa opera non sarebbe stata 10 volte meglio se scritta in modo adeguato?

#852 Comment By Clio On 27 novembre 2012 @ 14:18

X°D Ossanto cielo! Questo mi ricorda quando per scherzo disegnai un arabo su cesso con nacchere (long story, bro). Vi rendete conto che MAI NESSUNO l’aveva fatto prima??? Nn è trp qlcs??? X°D
E per la cronaca, Manzoni stava trollando con la Merda d’Artista (e per questo ha la mia più alta stima).

Ciò a parte… continuo a non vedere le buone idee nel romanzo della Troisi. A meno che la buona idea non sia scrivere un libro pieno di clichés e bischerate mangose per un’orda di pseudo-lettori e appassionati di trash. La tua idea di Arte è scovare l’idiozia mainstream di moda che vende bene col minimo dello sforzo?
Per il resto: quoto Emile.

#853 Comment By Gwenelan On 27 novembre 2012 @ 16:14

Scusa, andrea, ma anche se fosse come dici tu… e la grande idea nel romanzo della Troisi dove sta O_o? Perché, come Gamberetta ha ripetuto più olte, lei si concentra sullo stile proprio perché le idee che lo stile “mostrano” fanno ancora più cagare.

#854 Comment By Gwenelan On 27 novembre 2012 @ 16:15

-_- Ovviamente non mi ero premunita di leggere il messaggio di Clio… sorry.

#855 Comment By ElettroGolem On 27 novembre 2012 @ 17:10

Parlando di grandi scrittori con una tecnica non esattamente eccezionale si può citare Lovecraft, scrisse bellissimi racconti pur non usando lo show don’t tell.

In ogni caso meglio un libro che abbia sia idee buone che un bello stile piuttosto che un libro con una solo buone idee (anche se poi magari è bello anche solo con le idee, Gamberetta ha affermato che può passare sopra ad un brutto stile se ci sono buone idee). Poi c’è Licia Troisi…

La merda d’artista è un’opera provocatoria e pensarci mi fa ridere, ma non credo che pagherei per esporla nel mio salotto…

#856 Comment By andrea On 27 novembre 2012 @ 22:20

Clio, vuoi dirmi che tu hai anticipato Aldo Mondino?, ma tu guarda dove Mondino a copiato le sue Turcate, nel cesso della clio
Idiozie alla moda?, no no, non ci siamo proprio, ti invito ancora a studiare L’arte moderna e contemporanea, ma BENE.
Emile, chi ti dice che sarebbe stata 10 volte meglio se scritta in maniera adeguata

#857 Comment By Clio On 27 novembre 2012 @ 22:59

@andre
A parte il fatto che non mi pare che Mondino abbia mai disegnato un arabo sul cesso intento a suonare nacchere (nel caso saresti così gentile da postarmi il link? sono curisa :D), se non si fosse capito, il mio era sarcasmo. Sarcasmo per i partigiani del “basta l’idea”.
Sia ben chiaro, io concordo sul fatto che la tecnica pura non sia Arte (è tecnica, per l’appunto), ma trovo che il “basta l’idea” sia una bestialità pura e dura.
A meno che col “creare Arte” tu non intenda “azzeccare la cosa che fa successo”. Perché quella non è Arte, quello è Marketing.

In conclusione, nella tua fretta di darmi dell’ignorante hai dimenticato la cosa fondamentale: l’argomentazione.
Tu dici: criticate lo stile, ma bastano le idee;
noi ribattiamo: QUALI idee?
Perché le storie della Troisi ne sono SPROVVISTE (fatto, come direbbero gli inglesi painfully obvious). Ne desumo che tu non abbia letto la recensione e abbia commentato a vanvera giusto per dare torto a qualcuno. Se così non è, sarebbe carino commentare a proposito (per esempio, spigando quali rivoluzionarie idee ci siamo persi).

Emile, chi ti dice che sarebbe stata 10 volte meglio se scritta in maniera adeguata

Laziest answer ever XD

#858 Comment By FoC On 27 novembre 2012 @ 23:27

Andrea: due cose che si chiamano “logica” e “buonsenso”.
Ma guarda te se ora si deve pure discutere se una forma adeguata è meglio di una non adeguata, come se la stessa definizione dei due termini non lo implicasse necessariamente.

“Ehy chi ti dice che chi ha torto debba necessariamente non avere ragione???”
santo cielo…

#859 Comment By Emile On 28 novembre 2012 @ 11:58

PS FoC=Emile, mi si eran resettati i campi e ho fatto confusione col nick : p

#860 Comment By andrea On 28 novembre 2012 @ 20:44

Clio, se il tuo era sarcasmo il mio lo era di più, non sono un partigiano dell’idea e basta, questo lo dici tu, io ho detto che l’idea è fondamentale per avere successo in arte, e chiaro che non basta solo quella, e per questo che ti ho invitata (prima di dire che Hirst fa cagare) a studiare l’artista BENE, perché allora ti accorgeresti che le splendide idee di Hirst sono supportate da una profonda conoscenza dell’uomo.
Per quanto riguarda il romanzo di questa autrice, quello che volevo dire, e: chi legge questo tipo di romanzi, ha una fascia di età adolescenziale, che non gli frega niente se voi criticate gli strafalcioni che può dire, tipo le misure dei palazzo o le altezze dei draghi, se le corazze dei cavalieri sono legate con le cinghie nei fianchi (vado a spanne), sono sicuro che nemmeno se ne accorgono leggendo, è l’idea della storia nel suo complesso che attrae il lettore.
Puoi continuare all’infinito a trovare difetti, sta di fatto, da quello che sento, è una che sta vendendo, e molto.
forse sarà anche come dite voi, senza idee, ma allora perché vende, non mi dite solo per fortuna, perché non ci credo, forse starà cavalcando un onda favorevole, non lo so, quello che so’ di certo però, (ho una galleria d’arte moderna) e che un critico non riuscirà mai a capire fino in fondo il successo di un artista, e qui mi sembra di vedere le stesse cose.
Mi scuso se ti ho offeso non era mia intenzione

#861 Comment By Clio On 28 novembre 2012 @ 21:22

@andrea

Puoi continuare all’infinito a trovare difetti, sta di fatto, da quello che sento, è una che sta vendendo, e molto.

ALT! Ecco il punto.
Nessuno qui mette in dubbio che la Troisi venda bene. Qui molti sostengono che la Troisi sia pattume, il che è diverso.
Il fatto che abbia successo indica che è una buona operazione commerciale, non che sia un buon libro. Perché in narrativa ci sono dei criteri oggettivi con cui valutare un’opera (a maggior ragione un’opera come questa, che non ha nemmeno la scusa di essere un qualche genere di sperimentazione inedita), e quella della Troisi non si salva in nessun modo. Se hai comprato la casa da un architetto e appena infili le chiavi nella toppa crolla tutto, questo non significa che tu non riesci a capire il genio del non usare tondini della buona misura, significa che quell’architetto è un cane.

Twilight ha avuto un successo mostruoso. Questo lo rende un buon prodotto? Hell, no! Lo rende una buona operazine commerciale. Con una buona pubblicità e una numerosa clientela ignorante (per lo meno ignorante del genere), un prodotto banale e tirato via vende benissimo. Non è Arte, è Marketing.

Qui non si parla né di gusti né di successo economico, si parla della qualità del libro in sé. Se il libro è privo di originalità, zeppo di errori logici e stilistici, il libro è pattume. E il fatto che i bambini non se ne accorgano non è una scusa, è un’aggravante (gli stai vendendo un prodotto scadente approfittando della loro ignoranza). Peraltro io uno dei suoi libri lo lessi che ero ancora adolescente, e lo trovai stupido fino alla nausea (e a me il fantasy piace!).

#862 Comment By Emile On 28 novembre 2012 @ 21:58

Aa siamo tornati davvero a “se vende allora deve essere un prodotto qualitativamente valido”?
Per la serie “Vacanze di Natale=capolavoro”? Maaamma mia…

#863 Comment By andrea On 28 novembre 2012 @ 23:51

Emile e Clio, allora devo pensare che l’arte e la letteratura, corrono su binari diversi?, ossia: nell’arte se tu non hai contenuti e idee, non vai da nessuna parte( nell’arte che conta intendo), nessuna fondazione, nessun museo ti terrà in considerazione se non hai qualità, poi ci vuole anche fortuna e chiaro, ma alla base se non hai questa dote rimani un mediocre, e artisti così e pieno il mercato.
Nella letteratura invece, puoi essere vuoto di contenuti, sgrammaticato, e comunque avere successo (di questo livello intendo), ma allora perché un editore come Mondadori dovrebbe fare scelte così sbagliate, o per lo meno azzardate, credo che in Italia ci siano bravi scrittori emergenti del genere fantasy, una/o di voi per esempio, visto che siete cosi attente e appassionate, avete mai mandato alla Mondadori un vostro manoscritto? se si, che cosa via hanno risposto.
Per cui, se ho ben capito, Cronache del mondo emerso = Vacanze di natale, e questa la qualità di questo libro?
Domani vado a comperarlo, mi date per cortesia il titolo di un altro libro fantasy, scritto da un autore Italiano emergente, che ritenete molto al di sopra della Troisi.
Magari qualcosa scritta da voi, sarebbe l’ideale, cosi li leggo tutti e due e mi faccio un opinione più chiara.
Grazie

#864 Comment By Emile On 29 novembre 2012 @ 00:21

Te lo provo a dire un’ultima volta, che magari non era abbastanza chiaro.
Qui a NESSUNO frega NULLA di quanto dichiari di sapere del “mondo dell’arte”, NULLA.
Recepito stavolta? Ottimo.
Detto ciò, io non so come funziona nel “mondo dell’arte” e nemmeno mi frega nulla di scoprirlo, ma so bene come va nel MONDO NORMALE, e lì, in ogni campo, è pieno di prodotti di qualità scadente che hanno avuto un successo incredibile per scelte azzeccate di marketing, aver saputo sfruttare il momento giusto o mille altre ragioni.

Vacanze di Natale è IMMONDIZIA ma spopola, un MARE di videogiochi tratti da nomi famosi fanno VOMITARE ma spopolano (faccio questo esempio perché è il mio campo) e, sì, lo stesso vale per i libri.
Se ce la fai ad afferrare un simile concetto bene, se no ingaggia un insegnante di sostegno.

#865 Comment By Clio On 29 novembre 2012 @ 00:31

X°D Andrea, scusa tanto, ma stai trollando.
Hai letto la recensione prima di commentarla? C’è scritto perché questo libro è pattume.
E l’uscita sulla Mondadori… priceless XD
Compra pure la Troisi. Magari ti piacerà (sui gusti ‘un ci si scaracchia, diceva quello che succiava i calzini sudici), ma buona fortuna per dimostrare come i difetti indicati qui sopra non ci sono.
Uno scrittore italiano migliore? Dimitri col suo Pan è certamente più originale. A me non è piaciuto, ma come qualità è nettamente migliore (almeno ci risparmiamo l’ennesima tiritera del Signore Oscuro e la guerriera gnocca in completo di plle nera). Comunque non conosco molti autori italiani decenti (posso consigliartene molti di penosi, ultimamente c’è stata una specie di boom dello scribacchino fantasy fallito). Se vuoi autori fantasy decenti a prescindere, dai un occhio alla prima trilogia di Abercrombie (The fist Law – The blade itself, non tradotto in italiano).
E no, non c’è nessuna differenza col resto dell’arte. Infatti la Troisi non va da nessuna parte nella Letteratura “che conta”: benché sia in vendita anche in altri paesi, nessuno se la fila e quando la nomini la gente ti guarda bovinamente e scrolla le spalle. Invece Martin, Heinelein, Asimov o Pratchett tutti sanno chi sono dappertutto. Strano il mondo, eh?

Magari qualcosa scritta da voi, sarebbe l’ideale, cosi li leggo tutti e due e mi faccio un opinione più chiara.

X°°°D Ossantodio, dopo il “se vende deve essere buono” e “se l’ha pubblicato Mondadori deve essere buono” mancava giusto il “chissà cosa scrivete voi”. Potrà sembrarti strano, ma personalmente non ho nessuna intenzione di diventare scrittrice di mestiere. Non ci guadagno niente a criticare la Troisi, non ha nulla che le possa invidiare. E mi dispiace, ma non ho niente da farti leggere, visto che al momento quello che scrivo è una trattazione storica del disfunzionamento del Regime dei Codici nel decimo secolo tramite l’analisi della rivolta di Masakado, in francese, e se anche ti interessasse non è pronto.

#866 Comment By lupus in fabula On 29 novembre 2012 @ 00:55

andrea, fammi capire: ti definisci un esperto d’arte, e poi ti riduci a valutare la qualità di un’opera in base a quanto vende? allora con questo criterio twilight dev’essere per forza superiore a tanti nobel per la letteratura, oppure film come transformers 3 dev’essere per froza migliore di, che so’, 2001 odissea nello spazio.

#867 Comment By Emile On 29 novembre 2012 @ 01:09

Ma poi, credi davvero di essere un dritto?
Pensi davvero che riproporre il buon vecchio “ahahahahaah fatemi vedere qualcosa di scritto da voi se siete così capaci!1!!” rielaborato in modo tale da risultare più indiretto sia prova di grande sagacia?
Ti spiego un’altra cosa va, che mi sento buono: qui NON siamo al Club degli Aspiranti Scrittori, qui siamo su un sito dove, da LETTORI, discutiamo di opere fantasy.
Capisci la differenza? Capisci quanto sia stupida e/o in malafede la tua richiesta?
Aggiungo: ma come sei messo se, per giudicare la bontà di un libro, hai bisogno per forza di paragonarlo ad altro?
Nella sua recensione G ha illustrato con dovizia di particolari ed esempi come mai quel libro è una ciofeca, se per te ha sbagliato non ce la fai a citare i passaggi non corretti e dire la tua? O DAVVERO tutto quello su cui ti basi per teorizzare che il libro non può essere così male è “aho, ha venduto”?
Mah.

#868 Comment By ElettroGolem On 29 novembre 2012 @ 18:22

Non siate così severi col povero andrea, non mi pare stia trollando, anche se dice cose sbagliate mi pare stia cercando di capirne di più e sta mantenendo un tono rispettoso, il suo ragionamento è: se vende e piace a tanti può essere così schifoso? Lasciate che legga il libro e giudicherà da solo. Poi ha chiesto gentilmente se qualcuno avesse scritto un libro, per vedere com’è invece un libro scritto con metodo, era un’ingenua domanda a scopo informativo, non un “vediamo cosa scrivete voi se siete capaci a fare di meglio!”.

State mettendo in bocca ad andrea cose che non ha detto, forse è un pò ingenuo ma mi pare sia stato frainteso.

@andrea: Gamberetta ha scritto due libri più un terzo incompleto, se ti interessa, cercando nel sito trovi i link per il download. A dire il vero af non mi è piaciuto, le avventure della giovane laura non l’ho letto mentre S.M.Q. non era male, peccato sia incompleto.

#869 Comment By Clio On 29 novembre 2012 @ 19:42

@EttoreGolem
Condivido il fatto che non ci sia ragione d’imbestialirsi, ma ritengo indubbio che andrea o sia un troll, o un tredicenne maldestro che racconta fole.
Lo dico perché:
1) chiede come facciamo a dire che il libro fa schifo conto tenuto del suo successo. Ora, c’è scritto nella dannata recensione il perché, recensione che non si è nemmeno preso la briga di leggere, a quanto pare. Non esattamente un comportamento adulto.
2) porta il fatto che sia stato pubblicato dalla Mondadori come indice di qualità. Chiunque non viva sulla Luna sa benissimo che da sempre l’editore si piazza subito dietro l’usuraio nella scala dei mestieri senza coscienza (mi pare ci sia anche una simpatica novella di Twain a riguardo). O è terribilmente ingenuo e ignorante, o sta trollando.
3) continua a confondere “arte” e “marketing”.
4) Quattro, ovviamente.
5) Il “fatemi leggere roba vostra, allora!” è la classica provocazione del troll o reazione stizzita del suddetto tradicenne maldestro. E’ totalmente ininfluente nel discorso e punta solo ad insinuare che o le critiche sono mosse da invidia/frustrazione.
6) risponde raramente a proposito. Non solo sulle questioni fondamentali (ha poi spiegato cosa c’era di tanto rivoluzionario nel libro? No? no) ma anche sui motteggi (alla mia battuta sull’arabo sul cesso ha risposto con le Turcate, che mi sfugge proprio come possano entrarci, e meno male che l’arte è il suo campo).

Ceci dit, insultarlo mi pare una reazione eccessiva. It’s not such a big deal! Diavolo, e se Rocca riemergesse dall’oblio cosa gli si dovrebbe fare?

#870 Comment By Solvente On 30 novembre 2012 @ 10:43

La questione della qualità della scrittura non può prescindere dalla “qualità” dei lettori.
Ad un lettore giovanissimo o inesperto, le incongruenze e le ingenuità non balzeranno all’occhio; egli troverà originali quelle che al lettore maturo sembreranno banalità, si accontenterà di dialoghi privi di intelligenza e brillantezza (senza neppure sapere di stare accontentandosi, perché non ne ha mai letti di eccellenti).
Ecco spiegato il motivo per cui non buttano il romanzo dopo poche righe, e anzi ne rimangono colpiti.
Quello che piace ad un gran numero di questo tipo di lettori, non è detto sia di qualità.
Ciò che è amato da lettori maturi, può invece essere considerato scrittura di qualità, perché possiede i requisiti che interessano e attraggono lettori consapevoli ed esigenti.
Lo stesso vale per il cinema. La qualità dei cinepanettoni è direttamente proporzionale a quella degli spettatori.
Riguardo la questione del perché questo tipo di pubblico legge la Troisi e non altro: va considerata la pubblicità (che porta a conoscenza del grande pubblico e crea fenomeni di moda) e anche una pseudo-scelta auto-diagnostica (il lettore si dirige verso quel genere di lettura, temendo che altre possano essere troppo impegnative).
Laddove il marketing prenda altre direzioni, anche fantasy di qualità può raggiungere la massa e piacere (vedi il caso delle Cronache di Martin che, dopo 15 anni nell’ombra, grazie alla serie tv, sono diventate di moda). Altri autori, infinitamente superiori alla Troisi, (vedi ad esempio il citato Abercrombie) rimangono invece sconosciuti.

#871 Comment By Giorgio On 12 dicembre 2012 @ 17:52

Da quanto è che state discutendo sui gusti? Da quanti mesi? Adesso poi siete finiti a paralre di sensibilità del lettore, dicendo che il libro della Troisi fa schifo a coloro che hanno una sensibilità più alta, o, se preferite, che sono più dotti, più esperti o qualsivoglia cosa intendiate.

Le Cronache del Mondo Emerso hanno venduto tanto perché i lettori sono ignoranti, io invece sono dotto e intelligente quidni non mi sono piaciute.

Peccato che qui non stiamo parlando di scienza. Il sistema di propulsione che ho intentato io ha permesso all’astronave di percorrere 1000 anni luci in 1 secondo, il tuo ci ha messo 3 secondi, quindi il mio è meglio.

Qui si parla di arte, cioé quella cosa che ha lo scopo unico di suscitare emozioni e l’immaginazione. Dire Le Cronache del Mondo emerso è scritto male e fa schifo, e La Figlia del Drago di Ferro (Miachel Swanwick) è bellissimo e scritto benissimo, tecnicamente benissimo, è come dire niente.

Quel tecnicamente (in cui possiamo metterci la costruzione della storia e l’utilizzo di qualsivoglio tecnica narrativa), è inutile se non lo si mette in relazione con lo scopo. Esempio: la propulsione da te inventata tecnicamente non va bene perché il razzo ci impiega 3 secondi invece di 1, e dali spiegare perché.

Ma Le Cronahce del Mondo Emerso piace a tantissima gente, a molta piu gente di La Figlia del Drago di Ferro, incredibilmente più gente. Quindi, per ciò che concerne lo scopo, e cioé emozionare e suggestionare, è stato molto più efficace la Troisi che Swanwick.

Ecco perché è SOLO una questione di gusti. Non esisto prodotti di nicchia incredibili o altre cazzate del genere. ciò che è di nicchia, semplicemente è stato scritto in un modo, o affronta tipi di temi che non hanno emozionato e suggestionato tante persone, quindi sono prodotti scadenti, come il razzo che impiega 3 secondi.

Continuate pure a masturbarvi su questo blog e a colmare le vostre frustrazioni dicendo che siete autori o lettori di nicchia. Nel frattempo Licia Troisi fa i soldi.

#872 Comment By Gwenelan On 12 dicembre 2012 @ 19:54

O Giorgio, ma ancora qui sei?

Certo che i troll sono le cozze più dure a staccarsi, oh.

#873 Comment By Makko On 13 dicembre 2012 @ 15:12

Dimitri col suo Pan è certamente più originale. A me non è piaciuto, ma come qualità è nettamente migliore (almeno ci risparmiamo l’ennesima tiritera del Signore Oscuro e la guerriera gnocca in completo di pelle nera).

Mhhhh…. no. Decisamente no. Il libro di Dimitri è drasticamente sopravvalutato. Un’accozzaglia di idee e credenze scollegate e (ri)mescolate in un calderone di pessima scrittura che si autocontraddice spesso. Senza contare la pesante e costante presenza dell’io scrittore che sembra li dietro di te a sussurrarti: “Hai visto quante ne so? Gioco a Vampiri, il Richiamo di Cthulhu e D&D, ho visto i film migliori e letto i migliori capolavori letterari come Lovecraft, King e sarcazzo. Son figo, eh?”.
Libro decisamente da buttare nel cesso e non certo meglio delle (pessime) Cronache.

PS: ma hanno akerato il sito? Cos’è sta novità delle bandierine spagnole?

#874 Comment By Clio On 14 dicembre 2012 @ 02:55

@Makko
Io il libro di Dimitri l’ho trovato scritto meglio di quello della Troisi, e per lo meno la storia non era la solita riedizione dell’UltimoDellaRazza VS Sauron.
Cela dit, io non lo trovo un buon libro, anzi (nell’articolo in questione ho anche riassunto il perché), ma migliore della Troisi sì. Non foss’altro che per maggiore originalità (il che non vuol dire che sia originale, vuol dire che rispetto alla Troisi è originale).

#875 Comment By isa On 14 dicembre 2012 @ 13:44

Dico solo questo:
Una che si chiama gamberetta non può fare commenti ironici sulla Troisi

Ti chiedo di pensare prima di dire le cose perché se non ti piace il libro perché ci sprechi tempo ?

#876 Comment By Clio On 14 dicembre 2012 @ 18:59

Una che si chiama gamberetta non può fare commenti ironici sulla Troisi

Sticazzi,questi sì che è un argomento! All has benn said. Sipario.

No, un attimo!
Ho una domanda per la commentatrice: se non ti piace questo blog, perché ci perdi tempo?

#877 Comment By Makko On 18 dicembre 2012 @ 15:21

@ Clio:
Clio, mi sono (ri)letto i tuoi commenti all’articolo su Pan e… siamo totalmente d’accordo!!!! Sostanzialmente il mio giudizio è la somma del tuo e quello di Tapiro.
Rispetto a te però io sono più lapidario: quei difetti per me fanno del libro un’immonda schifezza. Poco importa se alla base c’è un tocco in più di originalità del solito e ormai ritrito “sorge un potente cattivo, l’eroe/eroina di turno (di solito un minchiettino nemmeno adolescente dai poteri/valori/ormoni/genomi/sarcazzi eccezionali) ed egli sarà destinato a salvare il mondo” (Off: visto ieri sera primo episodio de La Spada della Verità… il peggio del peggio del peggio che si può cercare nel fantasy direi, tanto che non credo gli concederò il beneficio del dubbio guardando la seconda puntata, figuriamoci anche solo toccare i libri).
Concludendo, per me Pan non è meglio ne peggio di Nihal nella valle delle scoregge. E’ pessimo uguale.

Ciao

#878 Comment By Dawnrun On 19 dicembre 2012 @ 19:02

Credo di essere un pò in ritardo per lasciare un commento su questo articolo, nonostante questo sento la necessità di farlo. Non ricordo di aver mai riso tanto leggendo una recensione – certo, riso amaro, in quanto vedere un simile scempio nelle librerie mi intristisce enormemente. Il problema di coloro che difendono il “lavoro” della Troisi è l’ignoranza. Mi spiego meglio, ignoranza nel senso che ignorano cosa sia un buon libro, e che cosa renda un libro degno di essere pubblicato e pubblicizzato – la responsabilità di tanta ignoranza sta proprio nella scelta di case editrici tanto influenti di pubblicare simile SPAZZATURA. E’ uno sfruttare la mancanza di giudizio (normalissima) nei lettori più giovani. Inizieranno con Licia Troisi, e sarà per loro difficilissimo comprendere la differenza fra una, permettetemi, ciofeca – ed un buon libro. Una Troisi, come molte altre marionette delle case editrici, è un danno gravissimo per i lettori (intellettualmente) e per il mondo letterario (una Licia Troisi in più è un potenziale bravo scrittore/scrittrice in meno). Ad ogni modo, complimenti all’autrice dell’articolo, una delle migliori letture che abbia avuto il piacere di fare recentemente.

#879 Comment By Lucrezia On 7 gennaio 2013 @ 21:07

Non mi sono mai divertita tanto a leggere una recensione! Ho letto la saga anni fa (a 12\13 anni) e non mi ero accorta di tutte le imprecisioni, semplicemente non mi era piaciuto. L’ho letto velocemente giusto per vedere come andava a finire, e devo dire che non ci tengo a rileggerlo. L’unica cosa che mi ha lasciato è stata un po’ di ispirazione per dei disegni (anche se quello probabilmente è dovuto alle copertine di Barbieri)

#880 Comment By Glinda On 21 febbraio 2013 @ 14:09

Ciao Gamberetta e complimenti per le tue recensioni, sempre puntuali e impeccabili nello smontare le varie e molteplici falle narrative dei romanzi della Troisi…

In particolare, vorrei quotare il seguente passaggio, tratto dalla tua recensione:

Per selezionare chi riceverà l’addestramento a Cavaliere, i cadetti all’ultimo anno dell’Accademia sono mandati in battaglia e…

A ciascuno di loro sarebbe stato dato un corpetto a colori sgargianti, che permettesse di identificarli come allievi dell’Accademia. In quel modo per il supervisore sarebbe stato più facile controllare il comportamento dei ragazzi in battaglia.

Pare solo a me un’idea demente? Le truppe più preziose delle Terre libere mandate allo sbaraglio con tanto di corpetto a colori sgargianti, in modo che ogni nemico sappia chi sia da uccidere a ogni costo! È geniale! Grande Licia!!!

Il tuo punto di vista non fa una piega. Nemmeno una. E’assolutamente sensato. E non solamente sul lato teorico, ma anche – e soprattutto – su quello pratico. Chi si sognerebbe mai di mandare in battaglia dei veri e propri bersagli mobili con su scritto sul petto ‘Ehi, sono qui, non mi vedi? Cosa aspetti a centrarmi?!”

E’ un principio talmente pratico che se ne hanno esempi a bizzeffe. Senza andare troppo indietro nel tempo, basti pensare alle divise dei soldati di qualsivoglia esercito nazionale e/o internazionale…

Insomma, ci sarà pure una ragione se sono mimetiche!

Se invece si vuole risalire un po’ indietro nel tempo, esistono altri degnissimi esempi sull’arte di camuffarsi per non farsi individuare dal nemico. Prendiamo il Galles, per esempio.

Uno dei simboli del Galles è il porro, tanto che i suoi colori, ossia il verde e il bianco, sono inclusi nella bandiera ufficiale. Ma perché? Che il Galles sia un paese in cui il porro cresce particolarmente rigoglioso? Indubbiamente!

Ma il motivo principale è un altro. In mancanza di divise precise, per distinguersi dagli invasori che regolarmente minacciavano la loro regione, i guerrieri (leggi: contadini…) gallesi nascondevano un porro nel proprio cappello. Facile, dunque, identificare un possibile nemico. Non esattamente una strategia eclatante come quella offerta dalla Troisi, ma proprio per questo sicuramente più efficace!

Anzi, ripensandoci: efficace e basta.

Licia, gli ignoranti contadini gallesi ne sapevano molto più di te sull’arte della battaglia… XD

#881 Comment By BIoS On 12 marzo 2013 @ 00:22

La triste realtà purtroppo risiede nel fatto che al giorno d’oggi il livello medio della cultura generale degli italiani si sta abbassando sempre più irrimediabilmente. La situazione è sul serio preoccupante. Oramai non si tratta più soltanto di banale ignoranza, o della mancanza di conoscenze specifiche nei vari ambiti dello scibile umano. Non è più solo questo, no. Oramai si è arrivati al punto in cui l’adolescente medio, a quindici o sedici anni, non è neanche capace di scrivere. Fatica a leggere e rasenta il quasi totale analfabetismo. Siamo arrivati al punto in cui un neolaureato qualsiasi è raramente in grado di compiere dei ragionamenti sensati e di svolgere in autonomia anche i più semplici incarichi che gli sono richiesti. La gente non vale più un cazzo, per dirla in soldoni. Fra queste nuove generazioni, trentenni e quarantenni di oggi, non ci sono nemmeno più i professionisti capaci di svolgere il proprio mestiere con competenza. Non resta quasi più niente, in questo paese del cavolo. Solo una massa di pecore sconclusionate. Il discorso è notevolmente più ampio, ma poi la letteratura e le altre arti più in generale finiscono col rispecchiare esattamente questa tendenza. Ed ecco spiegato l’arcano. Bella recensione, di un libro che ora a maggior ragione non leggerò mai.

#882 Comment By Anonima sonnolenta On 23 maggio 2013 @ 01:07

E’ tardissimo, salvo la pagina e torno a finire di leggere appena possibile: sei troppo forte!!! Ciao notte:)

#883 Comment By rossella On 3 giugno 2013 @ 21:35

gamberetta ha ragione, sulla Troisi e su molte altre cose,su altre invece non condivido, ma per favore, cari commentatori, non scannatevi l’uno con l’altro per faccende su cui è impossibile avere tutti la stessa idea! se qualcuno differisce da voi non è per forza un troglodita! certi commenti acidi rovinano l’atmosfera del blog…
detto ciò, mi piacerebbe leggere qualche altra sana recensione… brava gamberetta, hai un grande spirito critico e buona attenzione!

#884 Comment By Glinda On 26 giugno 2013 @ 19:06

Fra l’altro, non so se qualcuno prima di me se n’è accorto (sinceramente non ho la pazienza né la voglia di andare a spulciare i commenti precedenti), ma il titolo di questo primo capitolo della saga riecheggia tanto quello del film di Hayao Miyazaki Nausicaä della Valle del vento.

Che dire, forse di quest’omaggio reso dalla Troisi (se di tale si tratta) Miyazaki poteva fare tranquillamente a meno, visti i risultati…

#885 Comment By grazia On 29 giugno 2013 @ 15:40

Non lo lessi a priori quando uscì il primo romanzo e nemmeno ci tengo a far lo ora. Sinceramente, scrivo da quando ho sette anni, solo da poco mi sono dedicata al fantasy e, devo dire, che per descrivere le epiche battaglie bisogna documentarsi. Io per esempio, leggo le descrizioni di battaglie avvenute nel passato es: Corinto, Canne ecc. In quanto ad avere fortuna, nel mondo nell’editoria non esiste. O sei bravo o sei scartato subito. Ho pubblicato “Alit e lo spirito dei sogni” con la casa editrice il ciliegio, e il primo romanzo di una trilogia fantasy “Gilian spirito drago” con il pavone editore e senza contributi. Il romanzo riprende in parte la saga dei nibelunghi … non ho avuto la “fortuna” di Licia ma almeno sono sicura di non scrivere proprio baggianate. no, non ho già scritto questo commento … garantito
complimenti per il Blog.
Grazie Elettra Cormaci

#886 Comment By Cal On 2 luglio 2013 @ 16:40

è palese che questa maledetta sia raccomandata.
Nessuno potrà impedirmi di pensarlo, e anche se mi rileggo spesso questo masterpiece, quando ho voglia di ridere un po’, mi fa sinceramente incazzare il pensiero del successo (ma soprattutto della fama) che costei ha ottenuto scrivendo merda cacata a spruzzo.

Davvero, cose del genere non dovrebbero succedere.

#887 Comment By Loren On 29 luglio 2013 @ 00:49

Salute a tutti,
da diversi anni pratico scherma storica e posso dire alcune cosette… è impossibile essere spadaccini e avere il fisico da modella. Mi spiace per le guerriere tettone, ma nel giro di due anni di pratica o si diventa corpulente stile lancio del peso, o si ha un fisico a dir poco androgino. E’ il prezzo da pagare per maneggiare una spada, a meno di non essere delle belle bambine che giocano con una spada. Prima cambia la camminata, poi spalle e braccia si ingrossano – in modo naturale, non immaginatevi Scwarznegger però braccia con muscoli che si vedono e vene che sporgono, sì. Le puppore non servono, se ci sono sono un peso morto e quindi o si hanno piccole oppure è come andare in montagna con un salvagente nella borsa! E questo accade a gente che fa scherma per spettacolo, non a gente ch con la scherma deve sopravvivere.

Capisco che è dura raccontare un duello se non si ha mai preso in mano una spada, ma almeno poteva richiedere un consiglio a chi lo fa. Addirittura, a parte la descrizione del guerriero supergnocco – spero che oltre al drago flambé gli sia caduta in capo una montagna di pupu’ da concimare l’intero Texas – ci sono descrizioni improbabili.
Tipo, lei accorcia la distanza e il nemico alza la spada sulla testa… ma quando mai??? Per esperienza personalmente vissuta, se sei piccoletto la distanza la devi mantenere TUTTA, oppure ridurre di così tanto da entrare subito in gioco stretto e andare veloce dove arrivi, con elsa, pomolo, con quello che hai in mano. Uno che è molto vicino non può tirare un fendente, perché quando le braccia finalmente arrivano in basso, l’avversario è già dentro la guardia e addio!

Ovviamente non pretendo che Licia prenda mai in mano una cosa vile come una spada, sennò adieu al fisico alla Nihal, ma almeno poteva documentarsi e scrivere cose sensate. Tanti autori di gialli sono in polizia o ci sono stati, oppure si fanno aiutare da chi le cose le vive.

La stessa faccenda dell’arco. ebbene, servono anni di pratica e tanta forza per tenderlo, già 40 libbre sono belle toste. Per l’arco non occorre magari saper correre e ci sono atleti in sedia a rotelle che possono competere alla pari, però di tronco e braccia sono messi bene! Vedasi ancora l’aspetto di Nihal.

Il problema è che è difficile resistere alla tentazione di avere la Mary Sue, è duro mettere d’accordo realismo e trovate commerciali.
Non credo nemmeno un momento, leggendo, che Nihal sia una creatura viva: puzza di copia e incolla, ha sentimenti contrastanti e il suo carattere è credibile quanto il suo aspetto.

Ringrazio dello sfogo, ma non si può vedere massacrare così scherma antica e letteratura.

#888 Pingback By Recensione: Shadowhunters – Città di Ossa | Cal the Pal On 17 settembre 2013 @ 21:32

[...] perplesso, perché in alcuni punti rasenta l’idiozia (senza mai tuttavia raggiungere lo Zero Assoluto nostrale, vera pietra di paragone negativa per ogni valutazione non solo in campo fantasy) e in [...]

#889 Pingback By Madame Freida su Skan Magazine numero 13 | Herr Joe & Madame Freida On 21 settembre 2013 @ 15:51

[…] qui sopra mi sembra in linea con i dettami evidenziati da Gamberetta nei suoi millemila articoli (qui uno per tutti, e segnalo anche il paragrafo: Il mostrare e la verosimiglianza), per cui avere come […]

#890 Comment By Mordred On 28 settembre 2013 @ 04:21

Beh, finalmente qualcuno con cui mi trovo d’accordo (cioè tutto sto rosa-arancio da crostaceo che mi ha fatto pure venire na voglia di gamberi che non vi immaginate… ma come diceva Michael Ende questa è un’altra storia).
Anzi, no. Mi DEVO trovare d’accordo viste le numerose citazioni riportate, e le dovute correzioni. Per scrivere Fantasy, o conosci il genere, o sei un genio. Tolkien ha rivoluzionato l’ambiente rispetto al vecchio sword & sorcery (cito Howard, che personalmente ho letto e adoro), per cui lo ritengo un genio.
Altrimenti sei informato, alla peggio puoi scopiazzare le idee, o i concetti base (elfi con gli orecchi a punta o nani bassi e tozzi, ma lo fece anche Tolkien ispirandosi alla mitologia nordica) e fare comunque un buon lavoro. Non sarà un lavoro originale ma comunque sarà un buon lavoro.
Brian Lumley ha scritto un fantasy basato sui miti Lovercraftiani, che portai come compito per le vacanze al liceo: feci una tale recensione che la professoressa volle leggere il suddetto libro.
Lo giudicò come scritto male.

- la maledissi invocando il Grande Cthulhu -

Questo per dire che la Troisi ha scopiazzato male degli stili, ha applicato dei concetti base ma li ha applicati trasformando un bel romanzetto di harmony per adolescenti, mettendo un pizzico di autogestione del liceo, un cartone americano mal riuscito e qualche scaglia di rettile per creare un pout pourri all’aroma di “fantasia”, la stessa che usa tua nonna per fare quelle tendine orribili che metti davanti alle finestre della casa al mare.
Il risultato lo giudico pessimo, perché se gli ingredienti fanno schifo allora anche il piatto fa schifo. A questo aggiungiamo anche una scarsa capacità “scrittoria” (basandomi su ogni giudizio, praticamente tutti negativi, a livello di stilistica). Quindi anche il cuoco fa schifo. Perdonate se non ho letto (e non leggerò) tutta questa cellulosa strappata ad alberi innocenti, ma il mio primo fantasy fu Ursula Le Guin (la Saga di Earthsea). Lo dico con fierezza e un pizzico di arroganza, quando un omino le strinse la mano, dicendo ottimo lavoro.
L’omino era J.R.R. Tolkien

Una volta lessi un bellissimo articolo (non vi dico dove, ma offro una pinta di stout a chi indovina) che descriveva la differenza tra Fantasy e Fantascienza (ve lo faccio breve):
la Fantascienza è l’insieme di cose in un mondo che non esiste ma POTREBBE esistere (sviluppo tecnologico? scoperte innovative ritenute impossibili?).
il Fantasy è l’insieme di cose in un mondo che non esiste e NON PUO’ esistere (magia, draghi, elfi, folletti e via dicendo).

Posso quindi dire che il romanzo della Troisi è Fantasy?
No.
Però posso affermare con assoluta certezza che è Fantasy dire che il lavoro della Troisi è un romanzo.

#891 Pingback By Recensione: I Regni di Nashira 1- Il Sogno di Talitha | Cal the Pal On 3 ottobre 2013 @ 09:09

[…] la parentesi di livore, vi linko le recensioni (volumi I, II e III per la Vostra comodità): io li ho regolarmente comperati e letti, così come tutti i […]

#892 Pingback By Gioia e banalità nella terra del pressappochismo | Fortezza Nascosta On 8 novembre 2014 @ 14:22

[…] Per chi volesse approfondire, un recente articolo del Duca, e le vecchie la sempre spassose recensioni di Gamberetta. […]

#893 Pingback By Recensione – Mondo Emerso. Le storie perdute di Licia Troisi On 29 novembre 2014 @ 18:00

[…] e mo si è tornati alle braccia, era davvero necessario sottolineare una cosa simile? Già molti blog avevano commentato l’assurdità di una torre così alta (con un orto al centro, non si sa […]

#894 Pingback By Eroine femministe, come scriverne? | selviero's blog On 21 gennaio 2015 @ 00:21

[…] Dalla recensione di Gamberetta di "Nihal della Terra del Vento" […]

#895 Comment By Daz On 20 febbraio 2015 @ 09:10

Vantaggio per gli editori: se abbasso il livello qualitativo e abituo il pubblico alla feccia fino al punto da fargliela sembrare gradevole poi la mia vita sara molto piu’ facile $_$
Sara’ solo fortuna o c’e’pure un po’ di strategia?

#896 Comment By Lucia On 22 febbraio 2015 @ 13:41

beh, cercherò di leggerne almeno uno suo, giusto per poter dichiarare “Non è un libro degno di successo”, anche se mi addormenterò :D

#897 Comment By Viola On 21 luglio 2015 @ 00:34

Sono capitata su questo blog per caso, non sono una lettrice di fantasy (lettrice si però) e non ho letto il libro di questa tipa. Nonostante tu abbia scritto di un argomento che nemmeno conosco mi hai intrigata e divertita. Sei molto simpatica. Ed ora vado a leggermi i tuoi altri post.

#898 Comment By LaRagazzaColCentrinoInTesta On 12 gennaio 2016 @ 23:54

Ogni volta che passo in libreria e vedo i libri della Troisi mi viene l’orticaria e il mio pensiero va a tutti quegli scrittori fantasy morti che piangono per quelli vivi e valevoli i cui libri dovrebbero stare al posto di quelle belle copertine di Nihal e tutto il resto.
Gamberetta, ma scrivi ancora?


URL dell'articolo: http://fantasy.gamberi.org/2008/01/16/recensioni-romanzo-nihal-della-terra-del-vento/

Gamberi Fantasy