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Recensioni :: Saggio :: Booklife

Pubblicato da Gamberetta il 14 ottobre 2010 @ 23:34 in Non Fantasy,Recensioni,Straniero | 19 Comments

Copertina di Booklife Titolo originale: Booklife
Autore: Jeff VanderMeer

Anno: 2009
Nazione: USA
Lingua: Inglese
Editore: Tachyon Publications

Genere: Manuale di sopravvivenza per scrittori
Pagine: 329

Scrivendo la recensione di Finch (segnalato qui, la recensione qui), mi sono ritrovata a citare un paio di volte un altro libro di VanderMeer, Booklife. Un libro nel complesso deludente ma meritevole di una recensione.

* * *

Il sottotitolo di Booklife è: “Strategies and Survival Tips for the 21st-Century Writer”. Non è un manuale di scrittura – c’è qualcosina riguardo la tecnica narrativa, ma poche pagine –, è un manuale di sopravvivenza. Sopravvivenza nel vero senso del termine: come procurarsi da mangiare vendendo libri.
Il mestiere dello scrittore è affrontato dal punto di vista sociale/commerciale, partendo dal presupposto che già si abbiano pronti uno o più romanzi da far fruttare. Possibilmente dovrebbero essere buoni romanzi, come lo stesso VanderMeer sottolinea.

Ho trovato l’intera faccenda superficiale. In particolare quando VanderMeer e i suoi amici (alcune appendici sono state scritte da editor, bibliotecari, addetti alle pubbliche relazioni e scrittori amyketti del nostro) parlano delle moderne tecnologie informatiche – social network, email, IM, ecc. – fanno la figura degli sprovveduti.
OMG! Esistono i feed!
OMG! Puoi cercare il tuo nome con Google!
D’accordo, per chi non è esperto può essere utile, ma non vale la pena spendere soldi: in Rete si trovano tutorial ben più completi e approfonditi. Tutorial gratuiti.
Più grave quando VanderMeer glissa sui problemi di licenza di FaceBook e siti analoghi. I termini di utilizzo di FB cambiano di continuo e senza il consenso degli utenti. Io ci penserei due volte prima di sfruttare FB a fini commerciali. Finché interagisci con i tuoi amici, ancora ancora; ma non c’è da fidarsi a tenere contatti di lavoro o potenzialmente di lavoro via FB.

Altri consigli riguardo al come porsi nei confronti di critici, colleghi, giornalisti e il pubblico in generale sono più sensati. Dubito però siano utili nella situazione italiana.
Per esempio VanderMeer discute il problema del rapporto con i recensori: è una buona idea mandare in visione il proprio romanzo a chi in passato ha apprezzato il nostro lavoro o in generale si è dimostrato sulla nostra lunghezza d’onda; però c’è il rischio che il rapporto diventi troppo cordiale e dunque il recensore decida di non parlare del libro, non sarebbe etico.

In Italia viene considerato normale e scontato che gli amici si aiutino a vicenda. Hai un rapporto cordiale con me? Ecco pronta la recensione-leccata!
Francesco Falconi scrisse per FantasyMagazine una recensione-sviolinata per un romanzo di Licia Troisi; quando gli feci notare che come minimo avrebbe dovuto avvertire i lettori che lui era amico personale di Licia, venne giù dalle nuvole. Beata ingenuità. Chiamiamola ingenuità…

D’altra parte non avviene solo tra “scrittori”, lo scambio di favori avviene a tutti i livelli, dai commenti reciproci alle fanfiction in su. Non capita praticamente mai di leggere: “Avrei voluto recensire il romanzo di Tizio, ma lui ha appena recensito positivamente un mio romanzo e dunque ho paura che non riuscirei a essere obiettivo. Nel dubbio preferisco evitare.”
Meglio lasciar perdere questo discorso. “Etica” e “scrittori italiani di fantasy” appartengono a due universi distinti.

Lo scrittore professionista

Booklife diventa interessante quando VanderMeer riferisce le sue esperienze personali. Sono i capitoli più curiosi e divertenti.

Jeff VanderMeer ha svolto per anni un lavoro di ufficio, scrivendo nei ritagli di tempo. Finché ha guadagnato abbastanza con la sua narrativa. Ha lasciato il lavoro e si è dedicato solo alla scrittura. Punto di merito, è diventato uno scrittore professionista con opere tutt’altro che commerciali. Niente elfi, vampiri & roba del genere. VanderMeer si mantiene raccontando di funghi assassini e calamari giganti.

Calamaro gigante
Calamaro gigante

E fin qui può sembrare una sorta di favola.
Leggendo Booklife si scopre che essere uno “scrittore professionista” non è questa pacchia che tanti credono. Gli autori che possono permettersi di scrivere, scrivere, scrivere e non pensare a nient’altro sono davvero pochissimi. Gli altri, la maggior parte, oltre a scrivere devono anche sudare le famose sette camice per vendere i libri.
Se non sei un autore di prima fascia, lo Stephen King della situazione, ti devi arrabattare. Anche avendo alle spalle una grossa casa editrice. VanderMeer parla con cognizione di causa: il suo terzo romanzo, Shriek: An Afterword, è stato pubblicato da Tor Books, una delle più importanti case editrici americane per quanto riguarda la narrativa di genere.

Copertina di Shriek: An Afterword
Copertina di Shriek: An Afterword

Come spiega la rappresentante di una casa editrice interpellata da VanderMeer:

bandiera EN The vast majority of new books being published will have a publicity budget of less than $500. Unless the publisher feels the need to send an author out on a media/bookstore tour or spend money on a TV satellite or radio drive-time tour, then there is no real reason for a book to have a publicity budget

bandiera IT La grande maggioranza dei libri che vengono pubblicati ha un budget per la promozione di meno di 500 dollari. A meno che l’editore senta il bisogno di organizzare per l’autore una serie di presentazioni in libreria, o decida di spendere soldi per spazi TV o radio, non c’è alcuna reale ragione perché un libro debba avere un qualunque budget pubblicitario.

Il budget pubblicitario per il romanzo di uno scrittore “qualunque” è la principesca cifra di 500 dollari (al cambio attuale circa 360 euro). Quando va bene.
Un banner pubblicitario su un sito specializzato con grande traffico (Locus Online) costa 400 dollari al mese. La (grande) casa editrice ti paga il bannerino per un paio di mesi ed è finita lì la promozione. E ringrazia che si sono sul serio sprecati.
Ah, la tua foto da mettere sulla quarta di copertina la devi fornire tu. La casa editrice mica ti paga il fotografo, arrangiati, pezzente.

Se vuoi di più – e devi volere di più, perché i libri non si vendono da soli – devi darti da fare in prima persona.
Non è questo gran divertimento.

Icona di un gamberetto Darsi da fare significa per esempio mendicare con tutti i tuoi amici & amyketti che sanno reggere in mano una telecamera per scroccare un booktrailer gratis.

Icona di un gamberetto Darsi da fare significa per esempio mendicare vitto & alloggio ai tuoi fan:

bandiera EN After World Fantasy, I would then spend roughly a month traveling back across the country by car, probably with one or two other writers. We would do a series of bookstores events and reading series at universities, depending on the opportunities. The trip would be run roughly diagonally, from San Jose up to the Northeast. Costs would be minimized by staying with friends and fans. We would team up with local writers for added interest. This would also serve as cross-promotion for Booklife.

bandiera IT Dopo il World Fantasy, spenderei un mese circa nel viaggio di ritorno, attraversando in macchina il paese, probabilmente insieme a uno o due altri scrittori. Faremo una serie di presentazioni in libreria e letture presso le università, a seconda delle occasioni. Il viaggio correrebbe più o meno in diagonale, da San Jose fino al Nordest. I costi sarebbero ridotti alloggiando presso amici e fan. Potremmo unirci a scrittori del posto per generare maggior interesse. Questo viaggio potrebbe anche servire da promozione incrociata per Booklife.

Qui VanderMeer discute con il suo editore riguardo la promozione per Finch. Le presentazioni nelle librerie sono costose in termini di spese e quasi mai ripagano in vendite – anche se possono essere vantaggiose dal punto di vista pubblicitario – e perciò ecco che VanderMeer pensa di risparmiare facendosi ospitare da amici e fan. Magari con due altri scrittori al seguito.
Io lo immagino un fan che scopre il suo idolo sul pianerottolo di casa, chissà come ne sarebbe deliziato! Finché non capisce che l’idolo è lì solo per scroccare e si è portato al traino uno o due altri barboni. Sigh.

Michele barbone
Michele, già conosciuto in altri articoli. Scrittore ridotto sul lastrico dalla pirateria. Adesso segue VanderMeer per i pasti gratis

Icona di un gamberetto Darsi da fare significa per esempio mendicare un blurb a destra e a manca. I blurb sono quei giudizi di colleghi scrittori o Persone Importanti che vengono stampati sulla copertina dei libri o sulle fascette. Un celebre blurb, anche se non riferito a un romanzo è:

Vi dico, e vi autorizzo a ripeterlo, che il vostro cioccolato è veramente squisito!

Il Duce parlando dei dolciumi prodotti dalla Perugina.

Ammetto che qualche anno fa ero ingenua. Credevo che i blurb fossero genuine dimostrazioni di stima. In realtà la strategia di VanderMeer – e presumo pratica standard – è quella di spammare quanta più gente possibile, fino a raccattare qualcosa. Si spara nel mucchio e si spera che fra tanti qualcuno abbocchi.
Per Finch, VanderMeer ha provato a scroccare un blurb a: Ben Templesmith, Mike Mignola, Warren Ellis, Michael Chabon, George R. R. Martin, Tom Piccirilli, Ken Bruen, Elizabeth Bear, Peter Straub, Chuck Palahniuk, Neal Stephenson, Joe Abercombie, Richard K. Morgan, Stephen R. Donaldson, Brandon Sanderson, Joe R. Lansdale, Daniel Abraham e Iain M. Banks.
In un certo senso divertenti i commenti che accompagnano i nomi. VanderMeer ne discute con l’editore e per esempio dice:

bandiera EN Brandon Sanderson – hot because he’s the replacement for Robert Jordan – no idea if he’d like Finch; this is a privileged email addy; only know him from interviewing him for Amazon.

bandiera IT Brandon Sanderson – popolare perché è il rimpiazzo di Robert Jordan – non ho idea se gradirebbe Finch; è un contatto email privilegiato; lo conosco solo perché l’ho intervistato per Amazon.

Ok, Sanderson lo conosci poco o niente, non sai se Finch possa interessarlo, e l’indirizzo di email te lo avrà dato solo per l’intervista. Be’, puoi anche evitare di spammarlo con il tuo romanzo. O sbaglio?

Copertina di The Gathering Storm
Copertina di The Gathering Storm, dodicesimo volume nella serie de La Ruota del Tempo. Il libro è stato lasciato incompiuto da Robert Jordan e terminato da Brandon Sanderson

Icona di un gamberetto Darsi da fare significa per esempio presentarti all’ufficio marketing della tua casa editrice e offrire il tuo database di contatti per vedere se l’addetto riesce a cavarci fuori qualcosa.

bandiera EN This database contains 350 to 400 reviewer/media contacts, 40 to 50 bookstores, 500 emailable VanderFans, 700+ snail mail/email VanderFans, and other miscellaneous contacts.

bandiera IT Questo database contiene dai 350 ai 400 contatti di critici o gente dei media, dalle 40 alle 50 librerie, 500 VanderFan a cui è possibile inviare mail, 700+ VanderFan con indirizzo email e indirizzo fisico, e altri contatti vari.

Questo punto mi ha lasciato l’amaro in bocca. È davvero un comportamento poco carino dire: “Io ho tot fan di cui conoscono email, indirizzo fisico e altri dati, vediamo un po’ se il tutto si può sfruttare a fini pubblicitari.” Eppure VanderMeer non sembra preoccuparsene.
Il bello è che in un altro capitolo VanderMeer spiega che FaceBook può essere utile perché permette di essere contattati da persone che non gradiscono rivelare la propria email. Eggià che non gradiscono, visto che tu poi gli indirizzi email li usi per spammare!

Alle volte, quando VanderMeer parla di “network” di conoscenze, di sinergie, di collaborazioni, di strategie per far conoscere i propri libri suscita un’impressione positiva. Altre volte mi fa venire in mente il tizio che ti telefona alle nove di sera per venderti un impianto di depurazione dell’acqua.

Del tutto pragmatica la posizione di VanderMeer nei riguardi della distribuzione gratuita dei testi. Alla domanda: conviene consentire il download del proprio romanzo? Magari solo qualche capitolo? Realizzare un podcast ?
La risposta è: se queste azioni possono portare pubblicità, si fanno. Altrimenti no. VanderMeer non entra nel merito della questione, se cioè sia una buona idea in sé la libera diffusione dell’arte.

La morale della favola è: aggiornate i vostri sogni. Quando sognate di essere “scrittori professionisti”, sognate di fare i venditori? Io non credo. Perciò sognate il vero sogno: “scrittore professionista ricco sfondato”!

Consigli sulla scrittura

Come accennavo, la parte dedicata alla tecnica narrativa è minima. Si riduce a una bibliografia di manuali – per la cronaca, il migliore secondo VanderMeer è Revising Fiction di David Madden –, e all’Appendice E che si occupa di come scrivere un romanzo in due mesi.

VanderMeer nella sua carriera ha scritto un solo romanzo dichiaratamente commerciale, Predator: South China Sea. È un romanzo scritto su commissione facente parte della franchise di Predator.

Copertina di Predator: South China Sea
Copertina di Predator: South China Sea

VanderMeer ha sei mesi di tempo per finire il romanzo, ma per una ragione o per l’altra non scrive niente nei primi quattro. Così si riduce a dover scrivere un romanzo in appena due mesi. Da questa esperienza ne ha ricavato una serie di insegnamenti che condivide con il pubblico.

Non c’è niente di che, ma è divertente notare anche qui la differenza con la situazione italiana. VanderMeer spiega che è molto utile avere degli amyketti pronti a offrire la propria consulenza. Per esempio un suo amico esperto in fatto di armi gli ha fatto risparmiare dalle venti alle quaranta ore, ore che altrimenti avrebbe dovuto impiegare a documentarsi.
Lasciamo stare il vincolo dei due mesi. Quanti scrittori italiani di fantasy passano dalle venti alle quaranta ore a documentarsi su un qualunque argomento? Più o meno nessuno?

Scrittore fantasy italiano
Scrittore fantasy italiano

I consigli di scrittura vera e propria sono roba nota. Per esempio l’idea di tagliare le scene sul più bello per creare tensione non è altro che il classico: “arriva tardi e vattene in anticipo” consiglio valido in assoluto per la costruzione di scene, non solo per le scene di romanzi da scrivere in due mesi.
Un altro consiglio di VanderMeer è un classico che già moltissimi uomini seguono (senza neppure essere scrittori): fai fare a tua moglie tutte le commissioni e le faccende di casa.

Conclusione

Booklife non vale i 14,95 dollari del prezzo di copertina, ma non sono pentita: ho comprato Booklife solo perché volevo ricompensare un autore che reputo degno, dopo aver letto a sbafo i suoi romanzi. Stupidi rimorsi di coscienza!

In generale sconsiglio l’acquisto. È un libro che si legge volentieri, ma troppo superficiale. Senza contare che diverse pagine di Booklife sono prese da articoli che VanderMeer & amici avevano già messo sui loro blog. Quando Doctorow ha fatto un’operazione simile con Content (ne ho parlato qui e qui), almeno il libro lo ha offerto con licenza Creative Commons.

Da poco sono disponibili anche edizioni ebook di Booklife.
• Amazon.com vende l’ebook allo stesso prezzo del cartaceo![1]
• Powell’s Book lo vende a 11,95 dollari.
Sono prezzi assurdi. Per la serie: Tachyon Publications ha capito tutto.
Difficile prendere sul serio i suggerimenti di VanderMeer, rivolti allo “scrittore del ventunesimo secolo”, quando la casa editrice che lo pubblica sembra non avere la più pallida idea di come funzioni il mercato degli ebook (vedi questo articolo del Duca e quest’altro).

* * *

Cosa succede quando hai bisogno di un booktrailer ma non riesci a scroccare l’aiuto gratuito di un professionista? Succede che coinvolgi tutti i tuoi amici, anche se non sanno recitare e la loro conoscenza della regia è limitata alle pagine di help di Windows Movie Maker. Il risultato è l’imbarazzante trailer di Finch qui sotto. Per fortuna il romanzo è molto meglio.

Booktrailer per Finch. I blame VanderMeer

* * *

note:
 [1] ^ Al momento in cui scrivo ci sono sconti sia per l’edizione cartacea, sia per l’ebook. Con il risultato che il cartaceo nuovo costa 10,17 dollari e l’ebook 13,29. Inutile commentare.


Approfondimenti:

bandiera EN Booklife su Amazon.com
bandiera EN Booklife su Powell’s Books
bandiera EN Booklife presso il sito dell’editore
bandiera EN Il sito ufficiale di Booklife
bandiera EN Jeff VanderMeer su Wikipedia

bandiera EN Calamaro gigante su Wikipedia
bandiera EN Calamaro colossale su Wikipedia

bandiera EN Revising Fiction su gigapedia

 

Giudizio:

Alcuni buoni consigli. +1 -1 Superficiali i capitoli “informatici”.
Divertenti i capitoli con le esperienze personali di VanderMeer. +1 -1 I consigli riguardo la scrittura sono pochi e banali.
Stile fluido e piacevole +1 -1 Quasi niente a proposito di copyright, Creative Commons, ebook & simili.
-1 Troppo caro per quello che offre.

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19 Comments (Mostra | Nascondi)

19 Comments To "Recensioni :: Saggio :: Booklife"

#1 Comment By Uriele On 15 ottobre 2010 @ 03:24

Belli i “trucchi del mestiere” :)
Nel “Piazzista di libri“, Richler parlava del suo metodo della sua casa editrice per ridurre i resi:

L’ultima volta a New York mi hanno scarrozzato in limousine da una libreria all’altra. In ognuna mettevo piede giusto il tempo di firmare un certo numero di copie, preceduto e seguito da altri scrittori su altre limousine che facevano altrettanto. Tutta questa frenesia ha una spiegazione precisa: le librerie possono infatti restituire all’editore tutte le copie che vogliono, tranne quelle firmate. Per questo l’addetto stampa della casa editrice che vi accompagna spesso dice cose tipo: «Io distraggo i commessi, e intanto lei firmi il maggior numero di porche copie possibile».

Per quanto riguarda gli ebook, finché vendono allo stesso prezzo del cartaceo, è una strategia idiota, ma può avere un senso. L’altro giorno, cercando su Amazon, ho visto che vendevano la versione digitale del Nebula Award Showcase 2010 al triplo del cartaceo. Ok, è un offerta limitata, ma che cosa gli costa ridurre anche il prezzo del ebook? Sembra che stiano prendendo per il culo gli acquirenti…

#2 Comment By Giulia On 15 ottobre 2010 @ 11:46

All’inizio pensavo di comprarlo, visti gli ultimi sviluppi. Ma dopo questa recensione mi sa che passerò. I consigli che volevo riguardavano soprattutto l’ambito informatico!
Però ho ordinato Word Painting, della Rebecca, e sono tutta contenta. Spero di riuscire a capirci qualcosa, vocabolario alla mano.

Ps: Mi sono stampata i tuoi Manuali di Scrittura. Dici che dovevo farlo prima? ^_^
A quando il prossimo?

#3 Comment By Mariano On 15 ottobre 2010 @ 12:24

@ Gamberetta

Grazie per le delucidazioni riguardo questo saggio. Francamente non spenderei nemmeno un soldo nè un minuto in un saggio che parla dell’esperienza di un singolo scrittore sulla faccia della terra. Poteva risparmiarselo. ^_^

#4 Comment By aealith On 15 ottobre 2010 @ 12:56

Lo scrittore che barboneggia a casa dei fan mi mancava.

#5 Comment By paola On 15 ottobre 2010 @ 13:49

in pratica oggi non conviene più scrivere, ne per vivere ne per il gusto di condividere qualcosa con altri! se non segui il mainstream è molto difficile che tu venga pubblicato “gratis” dalle case editrici..

ps:posso farti una domanda? che ne pensi della “saga” di Pullman (“Queste oscure materie”) ? su un vecchio articolo avevo letto che la volevi recensire…

#6 Comment By Gamberetta On 15 ottobre 2010 @ 15:45

@Giulia.

Ps: Mi sono stampata i tuoi Manuali di Scrittura. Dici che dovevo farlo prima? ^_^

Eh eh. Ma c’è ancora tempo. Giusto? ^_^

A quando il prossimo?

Direi verso metà novembre.

@Paola.

ps:posso farti una domanda? che ne pensi della “saga” di Pullman (“Queste oscure materie”) ? su un vecchio articolo avevo letto che la volevi recensire…

Sì, ma poi il primo volume non mi è piaciuto molto (ci ho messo un mese a finirlo) e così ho lasciato perdere.

#7 Comment By Marco On 15 ottobre 2010 @ 18:15

Segnalazione giunta al momento giusto. Grazie, Gamberetta. Il riferimento a “Michele” mi ha fatto scoppiare a ridere :D

P.s. visto che tu e Paola parlavate di “Queste Oscure Materie”, volevo dirti che anche io ho trovato noiosetto il primo volume, mi è piaciuto invece il secondo e ho letteralmente divorato il terzo.

Mostra spoiler ▼

#8 Comment By Il Bidello Talpa On 15 ottobre 2010 @ 19:38

Gamberetta, hai accennato a risorse gratuite: potresti linkarne qualcuna? ^_^

#9 Comment By Gamberetta On 15 ottobre 2010 @ 23:35

@Il Bidello Talpa. Dipende da quello che vuoi fare. Per esempio mettiamo che una persona voglia aprire un blog simile a questo, usando WordPress, com’è segnato in basso: “Powered by WordPress”.
Ho cercato con Google: wordpress tutorial italia
E i primi due link erano a due tutorial approfonditi:

http://cms.html.it/guide/leggi/141/guida-wordpress/
http://nosatispassion.altervista.org/wordpress/pdf-guida-a-wordpress/

Poi non so se siano buoni tutorial, magari non vanno bene e devo spendere qualche altro minuto in ricerca. Il punto è che per qualunque argomento informatico trovi risorse gratis facilmente, inutile affidarsi a VanderMeer che tra l’altro non è esperto dell’argomento.

#10 Comment By Il Bidello Talpa On 15 ottobre 2010 @ 23:42

Oh, avendo intuito l?antifona pensavo ti riferissi ad altre “guide per la sopravvivenza” :) Grazie comunque, e bentornata, naturalmente :)

#11 Comment By il_Fabri On 16 ottobre 2010 @ 00:58

Peccato, in 330 pagine si poteva sicuramente fare di più.
Per dire, io avrei ridotto il numero di pagine su google/facebook/ecc, aumentando quelle sul rapporto con l’editore e su come scrivere un libro in breve tempo.
In fin dei conti, il professionista medio si riconosce anche perchè è in grado di completare un lavoro entro tempi certi e ben definiti. E se si vuole sopravvivere di scrittura, è molto meglio uscire con un libro decente all’anno che con un buon libro ogni 4-5.
Poi puoi anche scrivere il giovane Holden e campare di rendita tutta la vita, ma è una scommessa un po’ azzardata.

#12 Comment By Tapiroulant On 17 ottobre 2010 @ 08:46

@Gamberetta: E qual’è stata la tua impressione come scrittrice? In un futuro in cui dovessi avere un malloppo di romanzi completati tra le mani e una situazione economica particolarmente precaria (quale sembra essere il destino della nostra generazione disgraziata), pensi che saresti disposta a fare tutte le bassezze che ha fatto VanderMeer?
So che dev’essere prematuro pensarci adesso, ma sono sicuro che qualche volta questo dubbio devi essertelo posto ^-^

#13 Comment By Gamberetta On 17 ottobre 2010 @ 10:48

@Tapiroulant. Date le mie idee in fatto di privacy, pubblicità e rispetto del lettore, dubito mi comporterei come VanderMeer.
La speranza è che passando dal cartaceo al digitale, cambino anche certi meccanismi. Secondo me è una speranza fondata, sono convinta che in un ambiente solo digitale la qualità possa più facilmente emergere senza bisogno di spinte. Sono meno convinta che il passaggio da cartaceo (con le librerie, le presentazioni, i distributori, la pubblicità da mendicare in TV, ecc.) a digitale avverrà così in fretta come alcuni credono.

#14 Comment By Anacarnil On 18 ottobre 2010 @ 21:29

Post molto interessante.
Soprattutto per l’onestà intellettuale di VanderMeer che dice apertamente quello che fa, e soprattutto che vivere (agiatamente) scrivendo libri è un sogno, raramente una realtà. Personalmente mi è più simpatico uno scrittore che per fare il tour promozionale deve spendere soldi suoi, e perché non può permettersi l’albergo cerca di aiutarsi con le conoscenze.

Giusto un appunto, devo correggere un tuo errore:

Meglio lasciar perdere questo discorso. “Etica” e “scrittori italiani di fantasy” appartengono a due universi distinti.

meglio così:

Meglio lasciar perdere questo discorso. “Etica” e “scrittori italiani di fantasy” appartengono a due universi distinti.

#15 Comment By Torque On 19 ottobre 2010 @ 20:21

@Gamberetta
Sono d’accordo. Guardate Konrath, lo scrittore di cui parla il duca a proposito delle vendite degli ebook…è vero, si spompa per avere un guadagno da normale operaio, ma il tutto guadagnato solo grazie alle sue capacità, senza bassezze. Anzi, è stato tanto furbo da capire due cose che neanche i suoi editori riescono a concepire:
1) che ribassare il prezzo degli ebook aumenta le vendite a livello esponenziale!
2) Che le copie gratuite dei propri libri non danneggiano le vendite, le aiutano! (e qui Doctorow direbbe “ma va?”)
Quindi si, credo proprio che un autore che si sappia gestire e che (ovviamente!) abbia talento potrebbe essere molto favorito dal digitale.

#16 Comment By Torque On 19 ottobre 2010 @ 20:24

Ah, scusate il double post, ma volevo puntualizzare quanto il booktrailer di VanderMeer sia AGGHIACCIANTE! Credo che anche quello possa rientrare nella dicitura “bassezze”…

#17 Comment By Baccio On 21 ottobre 2010 @ 22:58

Segnalo una variazione al trucco di vivere alle spalle dei fan con questo

E’ un concorso ma in pratica avete vinto la possibilità di fare gli assistenti harriet e C, bello ma siamo al selfservice

Tra l’altro un ringraziamento di essere riapparsa per aiutare il Duca contro le forze del fantasy italico perchè stanno affondato il fantasy tour court

Baccio

#18 Pingback By I Consigli del Lunedì #20: City of Saints and Madmen | Tapirullanza On 31 maggio 2012 @ 08:49

[...] versione digitale. Un altro libro suo che potrebbe incuriosirvi è il saggio Booklife (recensito qui da, indovinate?, Gamberetta), sulle sue strategie per sopravvivere facendo lo scrittore. Navigando [...]

#19 Pingback By La scrittura ai tempi del colera | Tapirullanza On 28 aprile 2014 @ 22:32

[…] era attiva Gamberetta ne parlò in lungo e in largo, dedicando – tra le altre cose – un divertentissimo articolo al suo manuale di “sopravvivenza” come scrittore, Booklife. Come racconta […]


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