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Pausa

Pubblicato da Gamberetta il 14 dicembre 2010 @ 22:51 in Comunicazioni | 116 Comments

Speravo di scrivere almeno un altro articolo prima di Natale ma complice l’influenza non farò a tempo. Inoltre vorrei dedicarmi a S.M.Q. e agli altri progetti di scrittura che ho in sospeso. E vorrei verificare il materiale segnalato per l’Osservatorio Fatine. Senza contare gli impegni personali accantonati negli ultimi due mesi per dare spazio al blog.
Le regolari trasmissioni riprenderanno verso metà o fine gennaio. Posso anticipare che si riparlerà dell’Alice di Dimitri e ci sarà un altro articolo nella serie dei Manuali. Sarà dedicato alla gestione del punto di vista. A tale proposito voglio ringraziare tutte le persone che hanno letto il Manuali 3, hanno commentato e hanno provato con serietà a svolgere i compiti.
Un articolo come Manuali 3 richiede letteralmente mesi di lavoro, è molto lungo e tratta di un argomento di nicchia. C’erano molte possibilità che non interessasse a nessuno. Invece mi ha fatto grande piacere vedere così tanti commenti e così tanti esercizi. Forse qualcosa di buono si riesce a costruirlo.

Lo so che parlare sempre di stile non è divertente come prendere in giro Licia & soci, ma se ci si vuole occupare seriamente di narrativa non si può svicolare. Anche perché tanti errori che sembrano errori di logica e di mancanza di documentazione sono in realtà errori di stile.
Quando Licia parla dei cavalieri che si affrontano con le spade in groppa ai draghi è un problema di stile. Perché se si vanno a leggere quei passaggi si scopre che Licia racconta i colpi furibondi e la lotta feroce. Se risolvesse questo problema di stile – ovvero mostrasse invece di raccontare – sparirebbe l’incongruenza: si renderebbe conto persino lei che non si può mostrare un fenomeno fisicamente impossibile e dunque dovrebbe trovare un’altra soluzione (per esempio sostituire alle spade i fucili).
Detto in altri termini: uno stile concreto ed efficace oltre ad aiutare il lettore a immergersi nella storia, aiuta anche l’autore a scrivere una storia più solida.

Inoltre, come sottolinea John Mullan nell’introduzione di How Novels Work:

bandiera EN A novel absorbs us, I would say, not because of what it is about, but because of how it is written.
So this is a book about matters of form: how novels work rather than what they contain. It is here that a critic might have something to offer, apart from just another opinion. For criticism can make visible techniques and effects of which we are often only half-aware as we read.

bandiera IT Direi che un romanzo ci cattura non per l’argomento ma per come è scritto.
Per questa ragione il presente libro è dedicato alle questioni della forma: come funzionano i romanzi piuttosto che il loro contenuto. È in quest’ambito che un critico può avere qualcosa da offrire, qualcosa oltre la sua semplice opinione. Perché la critica può rendere visibili effetti e tecniche di cui spesso siamo solo parzialmente consci mentre leggiamo.

Copertina di How Novels Work
Copertina di How Novels Work

Il critico che parla di contenuti offre solo un’altra opinione; il critico che parla di tecnica mette in luce il funzionamento della narrativa. Molto più interessante!

* * *

Per concludere segnalo un sito particolare: questo. Un tizio che non fornisce molte informazioni su di sé sta scrivendo una sorta di fanfiction a puntate con la sottoscritta tra i protagonisti – nella storia sono “Luana”.
Io e mio fratello, anni fa, agli albori del blog, eravamo già stati i personaggi di un racconto a puntate, ma lì apparivamo poco e alla fine venivamo divorati dagli zombie. Stavolta invece pare che io abbia un ruolo di primo piano, anche se ho paura non sarà un ruolo positivo. Credo che Luana sia tra i “cattivi”.
Purtroppo lo stile dell’anonimo autore lascia molto a desiderare, ma ho letto di peggio. Inoltre ha azzeccato un paio di particolari: per esempio trovo solo giusto che i miei seguaci si rivolgano a me chiamandomi “regina”; in alternativa va bene anche “principessa” o “hime-sama”.

Coniglietto Grumo natalizio
Il Coniglietto Grumo augura a tutti Buon Natale & Felice Anno Nuovo! Nota: la foto ha solo valore indicativo e non ritrae il Coniglietto Grumo


Approfondimenti:

bandiera EN John Mullan su Wikipedia
bandiera EN How Novels Work su gigapedia
bandiera IT How Novels Work su Amazon.it

bandiera EN Il sito di Babbo Natale

 


116 Comments (Mostra | Nascondi)

116 Comments To "Pausa"

#1 Comment By Eja On 14 dicembre 2010 @ 23:06

Aspetterò con impazienza il manuale sul punto di vista, hime-sama! *inchino*

#2 Comment By Ylunio On 14 dicembre 2010 @ 23:25

Aspetto con molta impazienza Manuali 4..
Per Natale ho chiesto un paio dei manuali segnalati (tra quelli pubblicati in italiano) e anche un lettore di ebook.

E non vedo l’ora di leggere il nuovo capitolo di S.M.Q.

P.S. Vedremo mai una foto del vero coniglietto Grumo? Apprezzo l’infinita bellezza di ogni forma lapina, ma comincio a essere piuttosto curiosa.. Vedremo mai le morbide zampotte e il divino musetto di sua maestà il Coniglio dalle grandi orecchie?

#3 Comment By Mr. Giobblin On 14 dicembre 2010 @ 23:25

Tante buone cose, Principessa! Ti faccio gli auguri in anticipo, e buon lavoro per i prossimi articoli! :D
Dato che il mio commento è andato perduto nella calca, ti chiedo nuovamente se hai letto A Madness of Angels di Kate Griffin.
A me è piaciuto assai.
Se poi hai voglia di farti una risata, nel mio blag c’è un articolo su Scontro tra Titani che fa scompisciare.
Buon Nasale a tutti!

#4 Comment By Mario Falco On 14 dicembre 2010 @ 23:30

A presto e grazie!

#5 Comment By Il Duca Carraronan On 14 dicembre 2010 @ 23:38

Fucili sempre meglio di armi finte.

Il Duca approva “hime-sama” e si stupisce che gli altri non si riferissero già prima alla Vostra deliziosa persona in questo modo, Hime-sama.

#6 Comment By Siobhán On 14 dicembre 2010 @ 23:39

A presto

#7 Comment By Gamberetta On 14 dicembre 2010 @ 23:49

@Mr. Giobblin.

Dato che il mio commento è andato perduto nella calca, ti chiedo nuovamente se hai letto A Madness of Angels di Kate Griffin.

No, non l’ho letto. Comunque ho visto che l’ebook si trova. Caricherò anche quello sul lettore, sebbene la trama non mi ispiri molto.

#8 Comment By le marquis de carabas On 15 dicembre 2010 @ 00:26

riverisco, madama hime-sama. auguri di pronta guarigione.

#9 Comment By Enrico On 15 dicembre 2010 @ 00:48

Allora buon Natae e buona guarigione, hime-sama ^^

#10 Comment By Marco Albarello On 15 dicembre 2010 @ 01:58

Non posso che esser lieto della pubblicazione di un nuovo manuale, soprattutto se riguarda il punto di vista. Mi sono reso conto che nelle poche volte che ho provato a scriver qualcosa per allenamento, non riesco mai a calibrarlo come invece vorrei e faccio pasticcio.

Ti ringrazio inoltre per la pubblicazione dei primi 3 e mi impegno solennemente, o mia Dark Queen, a svolgere i compiti che hai consigliato, appena riesco a trovare un po’ di tempo tra un turno di lavoro e l’altro per mettermici seriamente.

Detto in altri termini: uno stile concreto ed efficace oltre ad aiutare il lettore a immergersi nella storia, aiuta anche l’autore a scrivere una storia più solida.

Sono assolutamente concorde. Infatti, quando ho scritto quella cavolata di getto in uno dei commenti al sondaggio su Alice, non mi ero accorto di un errore di logica invece lampante ad una seconda rilettura. Dissi che l’imputato al processo, benché accusato di omicidio colposo e condannato alla decapitazione, attendeva il suo avvocato e il procuratore sui gradini del tribunale. Ora, va bene che è fantasy, ma non dovevo lasciarlo libero di gironzolare, ma ben scortato da due guardie o addirittura in prigione. Sembra una scemata, ma in effetti io stesso mi sono posto il problema perché era scritto in un certo modo. Se avessi usato uno stile confuso e raccontato non avrei mai notato quel particolare.

Direi che un romanzo ci cattura non per l’argomento ma per come è scritto.

Anche qui non posso che confermare. Quando uscì Avatar, il film di James Cameron, tutti me ne parlarono come un capolavoro assoluto. Incuriosito mi diressi al cinema a vederlo con un mio amico e ne rimasi colpito per come è stato mostrato. Non certo per la trama, dato che non faceva altro che prendere spudoratamente concetti da film precedenti come Pocahontas, Balla coi lupi, Dune, L’ultimo samurai e chi più ne ha più ne metta.

La trama si può riassumere con: Un tizio viene inviato in un posto ostile, di conquista o di guerra, ma innamorandosi di quel posto invece che fare lo stronzo, si converte e combatte per la causa opposta (molto semplificato).
La stessa cosa, a mio modesto parere, succede per tutte le forme d’arte. Per la letteratura conta lo stile di scrittura, per la musica conta come una persona arrangia il brano, facendoti credere che sia originale, esempio:

Ascoltate tutto, oltre la parte iniziale parlata.

Per quanto riguarda la poesia invece:

Woot!

Io adoro questa, perché nonostante parli di pidocchi (WTF, poesia sui pidocchi nel 1600, i love you, Narducci) lo fa con uno stile così pulito e candido che non mi interessa nemmeno più di cosa parli, è una gioia leggerlo a prescindere. Anzi, sono tutti bravi a scrivere poesia all’amore, ai buoni sentimenti e gne gne gne (suono onomatopeico della sdolcinatezza infantile), ma diamine scrivere di pidocchi in questo modo secondo me merita il premio alla simpatia.

Pertanto quando leggo sul sopracitato blog:

Tuttavia, i manuali avevano dimenticato di riportare un elemento decisivo per l’alchimia: il talento. Un romanzo senza talento è come un essere umano senza anima.

Nessuno l’ha mai messo in dubbio, ma un essere umano con l’anima, senza corpo e cervello, è puro spirito e dunque nessuno può vederlo.
Secondo me servono tutte e tre le qualità per realizzare un buon romanzo, non si può puntare SOLO sulla tecnica (cervello), SOLO sul talento (anima) o SOLO sulla buona volontà (corpo).
E, da quando leggo questo blog, non ho mai letto Gamberetta promettere che seguendo i Dogmi del manuale di narrativa tutti saremmo potuti diventare i nuovi eroi del calamaio. Qui ci si occupa di nutrire il cervello, per la compravendita dell’anima basta rivolgersi a qualsiasi editore a pagamento o casa editrice senza scrupoli.

E la dimostrazione di tale ragionamento è presto fatta. Io svolsi, prima di divenire operatore socio sanitario, il liceo artistico, ove mi addestrarono all’uso dei pennelli. Solo che essendo ambidestro, mi impasticciavo sempre su quale mano usare. Ero disperato e mi sentivo “indietro” rispetto a tutti gli altri, finché un paziente professore mi insegnò una tecnica apposta per la mia particolarità ed ecco che infine riuscì a realizzare ciò per la maturità:

Ebbene si

Un autoritratto (accanto ci ho messo la mia foto almeno verificate che sia io e fate un confronto xD). Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza aver avuto l’anima (il talento), il corpo (la volontà di riuscirci nonostante le difficoltà iniziali) e il cervello (tomi su tomi di tecniche di pittura).
Il fatto che ora io preferisca lavorare con i pazienti psichiatrici piuttosto che disegnare è perché fondamentalmente mi piace stare con i “matti”, sono più rassicuranti delle persone “normali”.

Poi sinceramente trovo eccessivo il paragone tra utenti che leggono un blog e dei sudditi privi di volontà proprie. Ho sempre ragionato con la mia testa e se un domani Gamberetta impazzisse chiedendoci di distruggere il mondo, a meno che prima non faccia sesso con me, non la seguirei di certo.
Pertanto trovo l’autore paranoico e pieno di rabbia e… mi piace da morire! È partito da una cazzata e la sta facendo diventare una tragedia greca, non vedo l’ora di leggere il seguito. Anzi, mi fa così tenerezza che voglio contribuire come posso alla sua causa:

Ta dan!

“L’arte non si può vendere e comprare, l’arte come l’amore e la vita, si può soltanto trasmettere.”
Vai Mr. Talento, ammazza tutti! xD

#11 Comment By tasso barbasso On 15 dicembre 2010 @ 07:47

Buona pausa e buone feste!
Ai prossimi articoli.

#12 Comment By Ste On 15 dicembre 2010 @ 08:10

Buon riposo e buone feste.
Riguardati
mata ne hime-sama :)

#13 Comment By AlinaSama On 15 dicembre 2010 @ 09:09

Buona pausa e buona preparazione di “Manuali 4″!

Anche io attendo con ansia e trepidazione il nuovo capitolo di S.M.Q. con le peripezie di Silvia e del Conte.

Buon Natale, Hime-Sama, siete l’unica cosa che mi fa litigare col mio ragazzo!!!

#14 Pingback By Tweets that mention Gamberi Fantasy » Blog Archive » Pausa — Topsy.com On 15 dicembre 2010 @ 09:16

[...] This post was mentioned on Twitter by Agata Fisch, Chiara Gamberetta. Chiara Gamberetta said: Pausa natalizia http://goo.gl/7QezQ Auguri a tutti! [...]

#15 Comment By Federico On 15 dicembre 2010 @ 10:11

Auguri di buone vacanze alla principessa e al principe consorte Grumo :)

se vostra gamberosità riesce a trovare 5 minuti, può dare un’occhiata a questo concorso (http://www.giocalibri.it/)? onestamente non mi sembra un’iniziativa troppo brillante, ma vorrei il vostro illuminato commento

#16 Comment By Brownie On 15 dicembre 2010 @ 10:30

Buon Natale e Felice Anno Nuovo, Hime-sama! (temo che tra non molto dovrai cambiare nickname.)
Grazie ancora per tutto quello che scrivi su questo blog.
Visto il tono orientaleggiante che stanno prendendo i commenti, mi sembra giusto augurarti buone feste così:
http://www.youtube.com/watch?v=1bkwZoVt9lQ
A presto!

#17 Comment By Olorin On 15 dicembre 2010 @ 11:36

“gestione del punto di vista”… grande! Attendo trepidante di misurarmi con tale spinoso argomento.

Auguri e a presto.

#18 Comment By Noemi On 15 dicembre 2010 @ 12:01

Non ho mai commentato ma leggo tutti i post. Grazie per i manuali, li trovo meravigliosi, soprattutto per la cura con cui sono scritti. Magari prima o poi troverò il tempo di rimettermi a scrivere e di fare un po’ di compitini! ^_^

Buon Natale e buona guarigione!

#19 Comment By Angra On 15 dicembre 2010 @ 12:20

Buone feste e buona guarigione, Hime-sama!

Pare che nella fanfiction ci sia anch’io (perlomeno, questa è una mia citazione):

Vincent:
@ Avalon:
“Tu sei un Autore Affermato la cui padronanza delle tecniche di scrittura è certificata dalla pubblicazione con una importante Casa Editrice, per cui fai bene a non ascoltare critiche che, diciamo chiaramente, al 99% sono frutto di invidia spacciata per competenza”.

Per avermi chiamato Vincenzo/Vincent spero che l’autore muoia di fascite necrotizzante. No vabbe’, siamo a Natale e bisogna essere più buoni. Facciamo di peste polmonare. ^__^

#20 Comment By Gamberetta On 15 dicembre 2010 @ 12:48

@Federico.

se vostra gamberosità riesce a trovare 5 minuti, può dare un’occhiata a questo concorso (http://www.giocalibri.it/)? onestamente non mi sembra un’iniziativa troppo brillante, ma vorrei il vostro illuminato commento

Ho dato un’occhiata. Mi sembra una perdita di tempo. Per partecipare a un gioco letterario che su qualunque forum si organizza in 5 minuti (scrivere una storia a coppie, un capitolo per ciascuno), dovresti secondo i signori addirittura mandare via fax copia firmata del modulo d’iscrizione allegando un documento di identità.
E per vincere cosa? Un non specificato “premio” e la pubblicazione da parte di una minuscola e sconosciuta casa editrice, che tra l’altro specifica che non ti riconoscerà alcun diritto d’autore. Cedi tutti i diritti sulla tua opera in cambio di niente.
Perciò perdita di tempo.

#21 Comment By Giulia Autumn On 15 dicembre 2010 @ 13:50

Questo è il mio primo commento sul vostro blog, o Potentissima!
Sono umilmente entrata a far parte del Vostro seguito nelle ultime settimane e sono fiera di mostrarle i miei primi progressi, conseguiti unicamente grazie a Voi:
Ho avuto un lettore di ebook per Natale, che nella mia famiglia non viene festeggiato in una data precisa, e ho già caricato la mia stiva di pdf, molti dei quali segnalati da Voi.
Ho deciso di riprendere la buona abitudine di leggere in inglese (al momento sono impegata con Coraline & Other Stories).
Ho consegnato come compito per il corso di inglese che seguo una storiella nella quale un calamaro gigante esce dal corpo di un cane e divora un detective. Purtroppo non è il massimo dell’originalità, ma che altro potevo fare avendo a disposizione 10 minuti, 50 parole, una storia già impostata con un cane e un detective, poco talento, e la voce di VanderMeer (Squidpunk!) in testa?

Spero troviate nel mio misero commento una fonte, anche minima, di motivazione per continuare a scrivere i Vostri manuali, le Vostre recensioni e le Vostre segnalazioni, che trovo di grande aiuto.
Colgo l’occasione per augurarvi buone feste.

Sinceramente, servilmente e unicamente vostra,
Giulia

ps: Fossi in Voi, farei impagliare quel “Luana dissolse i suoi pensieri in una pozza di schizzi neri.” del Capitolo 6 e lo appenderei sopra il camino! :3

#22 Comment By AliceCreed On 15 dicembre 2010 @ 15:28

Ahah che stile pomposo, quello del blog, Hime-Sama :D
Trovo interessante il fatto che stia di nuovo scrivendo S.M.Q. :D non vedo l’ora

@Brownie: spero di no, sarebbe davvero terribile se Sua Altezza cambiasse il soprannome, e soprattutto, si genererebbe un po’ di confusione su chi è chi e chi è cosa lol

#23 Comment By Elena On 15 dicembre 2010 @ 15:56

Anch’io aspetto con impazienza il Manuale sul punto di vista, anche perché quello sul mostrare/raccontare era ottimo. Get well soon^^

#24 Comment By Gwenelan On 15 dicembre 2010 @ 16:39

Guarisci presto :)! E’ già un miracolo, secondo me, che riesci a rispondere ai commenti con l’influenza.
Nel frattempo, attendo anche io l’articolo sui Punti di Vista e il nuovo capitolo di SMQ!

#25 Comment By DagoRed On 15 dicembre 2010 @ 18:00

Bon. Buon natale Gamberetta. E a presto con nuovi istruttive lezioni e nuove crudelissime stroncature ^^

PS: Io come cattiva ti ci vedo molto portata. Ti senti più sul tipo pazzoide cannibale amante del Chianti e della musica classica o rancoroso guerriero spaziale di nero vestio dal respiro rantolante?

#26 Comment By Doc.Herbert West M.D. On 15 dicembre 2010 @ 18:44

Grazie tante per quanto stai facendo , Gamberetta , e buone feste , oltre che buona guarigione !
^_^
Dopo la pausa , comunque , vorrei per favore sapere se anche gli esercizj in calce dei Manuali 1& 2 si possono ancora fare , e se li valuterai , oppure se li consideri necroposts …
P . S . Mia mamma ti fa i complimenti per avergli fatto scoprire ” X ” : anche se ha ammesso candidamente di avere capito sì e no metà del libro , l’ha trovato molto coinvolgente … dimostrazione in più che la buona letteratura non ha confini , a differenza della letteratura “ perche si , perche fentasi ” !!1!!1
Ciao , e ancora buone feste !

http://www.youtube.com/watch?v=5hVEdE0O5tA&feature=related

#27 Comment By Lya On 15 dicembre 2010 @ 19:42

Evviva un nuovo manuale! Ti auguro buone feste e di guarire presto Hime-sama ^_^ e grazie per i manuali che hai già scritto e le recensioni, sono davvero utili!

#28 Comment By UnoCheLeggeIlFantasy On 15 dicembre 2010 @ 19:58

Ti auguro buone vacanza e una repentina guarigione!
Mi chiedo se esista una immagine che ritrae questo ormai famosissimo coniglietto Grumo, voglio sapere com’è!!!!

#29 Comment By Marco I On 15 dicembre 2010 @ 20:11

Tanti auguri di buone feste e di guarire presto. Anch’io attendo impaziente il nuovo capitolo di S.M.Q.!

#30 Comment By Hammurabi On 15 dicembre 2010 @ 20:25

Auguri di buone feste e a presto con il nuovo manuale ;)

#31 Comment By Sarastro On 15 dicembre 2010 @ 20:53

Mi spiace molto che il blog sospenda le attività per un mese o più, ma mi consolo con il fatto che alla riapertura ci saranno dei contributi che aspettavo: parlo sia di quello su Alice in Steamland, sia del nuovo capitolo dei Manuali.
Tanti auguri di buon Natale e felice anno nuovo anche a lei, “maestà” !

#32 Comment By Gamberetta On 15 dicembre 2010 @ 22:33

@Doc.Herbert West M.D.

Dopo la pausa , comunque , vorrei per favore sapere se anche gli esercizj in calce dei Manuali 1& 2 si possono ancora fare , e se li valuterai , oppure se li consideri necroposts …

Fai pure, tempo permettendo commenterò. Però per piacere scrivi come tutti quanti! Prima scrivevi senza mai mettere spazi, adesso metti gli spazi anche quando non servono.
Il giusto è:
[parola][punteggiatura][spazio][parola]
Nessuno spazio prima della virgola (punto, punto e virgola; puntini di sospensione… punto esclamativo! punto di domanda?) e uno spazio dopo la virgola (punto, punto e virgola; ecc.)
Grazie.

#33 Comment By Il Guardiano On 15 dicembre 2010 @ 23:22

E io che, ansioso di leggere l’articolo sui POV, già avevo in mente di trascrivere una pagina di un libro che ho appena letto per “sottoporla” al tuo giudizio :)
Comunque buona guarigione :)

#34 Comment By ??? On 16 dicembre 2010 @ 00:09

Mmh, questo mi incuriosisce:

gli altri progetti di scrittura che ho in sospeso

Intendi quella storia di guerra in cui devono scavare un buco al centro della terra?

A che punto è? E’ in pausa da Febbraio?

Ci si vede dopo le feste!

#35 Comment By Sam On 16 dicembre 2010 @ 01:51

Buona pausa, Buone Feste e un sentito grazie per i tuoi articoli :) A presto!

#36 Comment By Doc.Herbert West M.D. On 16 dicembre 2010 @ 02:03

Il giusto è:
[parola][punteggiatura][spazio][parola]
Nessuno spazio prima della virgola (punto, punto e virgola; puntini di sospensione… punto esclamativo! punto di domanda?) e uno spazio dopo la virgola (punto, punto e virgola; ecc.)

Ecco, è che a dover fare il monaco amanuense su ogni singolo rigo si sbaglia o per eccesso o per difetto… io, entrambi!
^_^

Fai pure, tempo permettendo commenterò

E allora tante grazie ancora, Hime-Sama!
=)

#37 Comment By Mauro On 16 dicembre 2010 @ 18:24

Punti di vista? Ottimo!
Buona guarigione e buone feste, ci sentiamo l’anno prossimo.

#38 Comment By Alexis On 16 dicembre 2010 @ 22:06

grande un altro manuale, non vedo l’ora!

#39 Comment By Clio On 17 dicembre 2010 @ 02:23

Tranquilla, riposati, tanto in questo periodo sono in un ginepraio pre-esami e non posso seguire il blog con regolarità…

Nah, non incenerirmi, sto scherzando!
Io quando ho l’influnza mi faccio un Vin Brulé e me lo bevo bollente. Magari non è efficacissimo, ma aiuta a prendere la cosa con filosofia ;-)
Buon natale ??!

#40 Comment By dr Jack On 17 dicembre 2010 @ 09:43

@Gamberetta:
Buone feste e buona guarigione anche da parte mia!

@ Tutti:
E buone feste anche a tutti quelli che stanno leggendo questo messaggio!

#41 Comment By GSeck On 17 dicembre 2010 @ 13:22

Buone feste e pronta guarigione!

#42 Comment By Marco Albarello On 18 dicembre 2010 @ 00:37

Scusate se torno sull’argomento, ma mi è sempre piaciuto molto parlare del rapporto tra arte e tecnica, tra etica ed estetica, tra il come e il cosa. ^_^
Volevo dunque contribuire a questo dibattito apportando ulteriori testimonianze. Di fantasy, come ho già detto in passato, so veramente poco e dunque preferisco addentrarmi in campi a me più confacenti.
Per dimostrare che l’etica, la forma e la tecnica sono più importanti della sostanza prenderò ad esempio questi tre Requiem:

Mozart
Verdi
Jenkins

Come avrete notato, ascoltando attentamente il testo, tutti e tre sono l’interpretazione di una medesima opera: Il Dies Irae, appunto.

Come vedete dunque, non importa molto in realtà di cosa tratti un’opera d’arte, sia essa letteraria, musicale, culinaria, filmica, disegnata, scolpita ecc. La cosa che più salta all’occhio (la luce è più veloce del suono) o all’orecchio, è la tecnica che avete usato per comporla. Immaginate per esempio un urlo, sembra la cosa più banale del mondo, no? Quante persone gridano ogni giorno?

Munch

Ed ecco che con un po’ di tecnica, perfino un banale urlo può diventare un’opera d’arte. O ancora, pensate alle mani, cosa c’è di più banale di una mano?

Mani

L’ultima cena rivista in Team Fortress 2:

Cena

Un po’ di tecnica e fantasia ed ecco che ne esce qualcosa da trasmettere. Però senza la capacità d’ausilio di Photoshop o dei colori per cute (tecnica), niente di tutto ciò sarebbe stato visualizzabile, nonostante il talento per l’idea ci fosse stato.
Altro esempio, che io adoro:

Philippe

Quest’uomo ha una voce da castrato naturale, una rarità genetica così incredibile che ne nasce uno ogni millemila. Nonostante questo suo talento credete che per questo non abbia frequentato il conservatorio?
Mostra spoiler ▼

Ed il secondo commento più votato recita: “Bravo Philippe Jaroussky! Brava Emmanuelle Haïm! Bravo pure il Violoncello che si diverte come un matto!!! La cosa più bella, oltre la musica e la voce, è la gioia che hanno, e che riescono a trasmettere! E brava BaroqueFever!”
L’importante non è cosa vuoi trasmettere, ma come sei in grado di farlo attraverso la tecnica.
I genetisti sostengono che sia solo il nostro DNA a stabilire chi e cosa diventeremo nella vita, i comportamentisti (ambientalisti) invece sostengono che la genetica non conta nulla, solo l’ambiente definirà il nostro essere. Ovviamente queste sono idee vetuste e superate da tempo, la psicologia moderna asserisce che entrambi i fattori coadiuvano l’individuo nel suo cammino (talento genetico e tecnica ambientale).

Gioachino Rossini, oggi.
Chitarra elettrica su musica classica.

E adesso che vi ho “scaldato le orecchie”, questa è SOLO tecnica:
Tecnica.
Questa è tecnica più talento:
Polmoni d’acciaio.
Questo è SOLO talento:
Idea simpatica.

Penso che la differenza sia evidente tra le tre esecuzioni anche se tutti hanno suonato esattamente le stesse note. Quello che voglio dire è che una volta conosciuta la tecnica ci si può anche sbizzarrire, ma non si può evitare di conoscerla.

Lacrimosa, Mozart.
Lacrymosa, Evanescence.

Tra l’altro scusate la digressione, ma in quest’ultimo video nei vari commenti su youtube qualcuno ha fatto accenno ai vampiri, ai lupi mannari ecc. La prima volta che io ho visto il video a me sembrava semplicemente una rivisitazione in chiave adulta della favola di Cappuccetto Rosso. Le domande che rivolgo a voi esperti del fantasy è: Sono pazzo io che ci ho visto cappuccetto rosso? Il tizio è un vampiro? Il tizio è un lupo mannaro?
Altra questione poi, da quanto ho capito i vampiri e lupi mannari non vanno d’accordo e da quanto so è sempre stato così:

Pagina di un divertente fumetto online che seguo.

La domanda è per voi, da quando i vampiri e lupi mannari non vanno d’accordo? Chi l’ha deciso? Ma soprattutto, perché? O_O

PS: Provate a fare ciò senza tecnica: Luciana Serra Se poi state per soffocare morendo, non date la colpa a me. xD
La più grande differenza fra realtà e fantasia è che la fantasia deve essere credibile. (Mark Twain)

#43 Comment By Marco T. On 18 dicembre 2010 @ 09:39

Augurissimi a te, Gamberetta!
Buon Natale…
… attenderò con ansia il tuo nuovo manuale e la recensione di Dimitri ;)

#44 Comment By Prilli On 18 dicembre 2010 @ 14:12

@Marco Albarello

Grazie per gli esempi musicali. Esprimono esattamente la pertinenza e la necessità di avere una tecnica.
Tuttavia mi permetto di aggiungerne uno: se l’aria cantata da Luciana Serra potrebbe anche essere eseguita da un soprano in possesso di buone doti naturali un piccolo test può essere l’altra aria della Regina della notte
Luciana Serra.
Qui invece una cantante che non mi piace molto… sentite come non risolve la parte finale sporcando l’esecuzione:
Erika Miklosa
E poi la mia preferita, che esegue il finale in maniera molto personale (sembra uno jodel) ma che forza!!
Cristina Deutekom
Perché questi confronti? perché mentre a mio avviso il brano proposto da Marco è una perfetta sintesi di estrema spettacolarità che, in presenza di notevoli doti di natura, potrebbe anche essere eseguito in maniera decente (non che questo lo sminuisca, beninteso) in quest’altro senza tecnica non si va da nessuna parte… prima bisogna essere patetici, poi autoritari e infine sovrumani… la tecnica non ti dice come rendere i sentimenti… quello sta all’artista: ma la tecnica di permette di raccogliere la voce in modo che l’intonazione non scappi nella prima parte, ti permette di legare le note in modo da non stonare nella seconda e ti permette di non strillare nelle battute finali. (Confrontate la Deutekom e la Miklosa nelle battute finali… diciamo gli ultimi due minuti di ogni video)

Allo stesso modo funziona per ogni forma d’arte, scrittura compresa: per questo sono molto contento che Gamberetta dedichi il suo tempo alla pubblicazione di questi interessantissimi articoli sui Manuali.

Uff, scusate se vi ho annoiato: ma sono melomane e mozartiano impenitente e, visto che era stato citato il Flauto Magico (Grazie Marco!), non ho resistito a proporre anche io qualche ascolto :-P
:-)

#45 Comment By Marco Albarello On 18 dicembre 2010 @ 16:08

@Prilli
Figurati! Siamo in un blog sul fantasy, se non parlavo del Flauto “Magico”, non sarei stato degno di udienza. xD
Comunque personalmente preferisco Beethoven. :)

Da Cuba
Fino in Asia

Ora torno ad allenarmi sulla tecnica di scrittura, ho già in mente un’ambientazione e delle storie relative, voglio assolutamente riuscire ad esporla al meglio, senza sbavature. Un ingranaggio al quale i denti non siano stati limati e levigati con cura, mal si incastrerà nel macchinario, compromettendone il funzionamento.

Mi permetto Prilli di consigliarti i seguenti artisti contemporanei, sempre che tu già non li conosca:

Vanessa Mae Iniziamo con Bach.
Yanni e i suoi simpatici compagni da tutto il mondo Passiamo da Vivaldi.
Karl Jenkins “E quindi uscimmo a riveder le stelle.” (Dante Alighieri)

Quest’ultimo è un compositore attuale, ascolta, ma soprattutto guarda con attenzione il video e le immagini che ha scelto di apporre, mi fa venire i brividi ogni volta, per me è un grande artista.
La musica classica non è mai stata così viva.

#46 Comment By Unoqualunque On 19 dicembre 2010 @ 19:07

Sei riuscita poi a dare un’occhiata al corso di scrittura online di Fabio Bonifacci? Non vedo l’ora di sapere che ne pensi…fino ad ora lui si è concentrato sulla costruzione della trama

una bella scazzottata fra voi sarebbe molto gradita (scherzo [in realtà mi piacerebbe sul serio, ma non sta bene dirlo])

#47 Comment By Gamberetta On 19 dicembre 2010 @ 22:13

@Unoqualunque. Ho letto le lezioni che si potevano leggere senza registrarsi. Non dice cose sbagliate, ma non so fino a che punto siano utili. Conflitti, ostacoli, desideri, ecc. tutto vero, ma è anche vero che si ritrovano in ogni testo di narrativa, dai capolavori all’ultima fanfiction.
Ogni azione, per quanto banale, implica desiderio e conflitto. La differenza è come rendi in concreto quell’azione. Perciò non saprei. Leggere tale corso male non fa, non saprei però quanto impari.
Non sono d’accordo nel mescolare in un unico calderone tutta la “narrativa”, compreso il cinema, il teatro e i fumetti. Non è vero che valgono gli stessi principi in un romanzo di fantascienza e in un romanzo di literary fiction.

#48 Comment By Marco Albarello On 20 dicembre 2010 @ 05:14

@Gamberetta
Infanta Imperatrice, perdoni se mi intrometto nel discorso, ma credo che l’abitudine a gettare tutti gli ingredienti alchemici di diversi generi in un unico calderone, sia dovuta al fatto che sempre più spesso ci siano contaminazioni più o meno velate.
Partendo dal presupposto che l’80% dei film trae ispirazioni da fonti letterarie, risulta difficile poi cercare di scindere e far scindere alle nuove generazioni chi è chi o chi fa cosa.
Esempio:

Elfi e Vulcaniani
Orchi e Klingon
Goblin e Ferengi

Quando i paralleli sono così impliciti sia nell’estetica che nell’etica delle suddette razze, si fa il doppio della fatica poi a comprendere che se una cosa è spiegabile scientificamente allora è fantascienza, se invece non lo è, allora è fantasy. Pare tutta frutta della medesima pianta, per questo poi viene anche naturale scrivere tutto nella stessa modalità.

Porto come ulteriore esempio l’esperimento che sto conducendo attualmente come allenamento per la scrittura. Non ho fatto altro che prendere il mito del labirinto e collocarlo in una diversa ambientazione. Egeo è diventato un commissario di polizia nell’America degli anni ’50, Teseo è una donna lesbica che decide di infiltrarsi nella banda di Minosse, il boss mafioso locale, per tentare di avere l’affetto del padre, liberando i bambini rapiti. Asterione, il minotauro, non è altro che un ragazzo con la sindrome di Proteo rinchiuso nei sotterranei di un manicomio gestito da Dedalo, che riceve finanziamenti dai soldi sporchi per tenere aperta la baracca. Icaro è il figlio di Dedalo e di una delle prostitute che bazzicano i festini alla villa di Minosse ed è dedito all’alcool e alla droga per via del fatto che il padre non lo considera minimamente, impegnato com’è nel suo lavoro di psicologo. Arianna non vede l’ora di fuggire da quel mondo di crimini e di ingiustizie, imprigionata dal padre padrone.

Fin qui tutto bene, volevo scriverne un piccolo romanzo come allenamento per lo stile ma… i personaggi hanno preso vita e sono rimasto io stesso intrappolato in questo labirinto di storie. Egeo si è scoperto profondamente cristiano ma non professante, Teseo mi è diventata la copia spudorata di Mulan versione non censurata, Minosse picchia Arianna in un paio di occasioni ed è cattivo all’ennesima potenza (in una scena ordina lo sterminio tutti i presenti in una chiesa dicendo: “Uccideteli tutti. Dio riconoscerà i suoi!” cit.). Il minotauro mi è diventato vittima e non mostro (colpa di questo dipinto), avendo il carattere gentile di Elephant Man del film di Lynch, vive in un suo mondo fatto di favole e aiuta i bambini rapiti a non avere paura. Dedalo è il classico scienziato pazzo, una via di mezzo tra Frankenstein, Geppetto, il dottor Tenma e Isaac Asimov. Sul finale, dopo la perdita del figlio decide di costruirsene uno nuovo grazie all’elettricità che usa poco prima per uccidere il boss nella vasca da bagno.
Icaro soffre di depressione bipolare ed usa il litio per rimanere in equilibro, ma le sue condizioni di salute si aggravano e muore mentre fuggono lui e suo padre in elicottero dal tetto dell’edificio. Arianna dopo aver aiutato Teseo, essersi innamorata di lei ed essere fuggite assieme, viene abbandonata perché la società non avrebbe mai accettato il loro amore, soprattutto Egeo. Finisce dunque a lavorare in uno squallido Night Club come cantante (mi è pure venuta in mente la colonna sonora adatta) tipo Marilyn Monroe in un gruppo musicale chiamato “Il complesso di Edipo”.

Ce l’ho messa tutta, ma alla fine me ne è uscita una versione cinematografica. Più che un romanzo, pare una sceneggiatura di serie B dei peggiori scribacchini di Hollywood. Il gusto che ho per la tragicommedia ha prevalso su tutto il resto e l’influenza che il cinema ha avuto su di me ha inquinato ogni mia possibile creazione di personaggi originali. Pertanto non posso biasimare nessuno se fa fatica a scindere generi e stili, non è facile come sembra. :/

#49 Comment By Il Guardiano On 20 dicembre 2010 @ 09:40

Io sono un profano, non scrivo e non so scrivere ma non ci vuole un genio a capire che scrivere un sceneggiatura per il cinema è differente che scrivere un romanzo o un testo per il teatro. Poi si può pure scrivere un romanzo con una trama da B-movie ma questo non c’entra con lo scrivere una sceneggiatura da B-movie. Puoi trattare gli stessi temi, ma non è una sceneggiatura. 
Se poi vuoi scrivere un romanzo “ma alla fine me ne è uscita una versione cinematografica” e con questo intendi un ibrido, dal mio punto di vista, o sei un genio (senza ironia) o hai fatto una schifezza (naturalmente sempre dal mio punto di vista). 
Questo per quanto riguarda le diverse tipologie di intrattenimento. 

Se poi si parla dello stesso tipo di intrattenimento (come un romanzo) si può spaziare tra i vari generi. 
Questo non è un problema. 
La Torre Nera di King è un western-fantasy-fantascientifico. Addirittura il quarto(?) volume potrebbe essere considerato più una storia d’amore western che un fantasy-fantascientifico. 
È un problema questo? Assolutamente no. 
Sarebbe stato un problema se avesse deciso di raccontarmi una storia in stile cinematografico scrivendo un romanzo? Assolutamente si. 

Sono delle cose completamente differenti e si “sviluppano” con tecniche differenti. 

Ora mi viene un dubbio: cosa intendi per “versione cinematografica”? 
Perché la mia concezione di cinematografico è forse completamente differente dalla tua. 

#50 Comment By Unoqualunque On 20 dicembre 2010 @ 12:31

@Gamberetta.
Sono parzialmente d’accordo. Ho visto praticamente tutti i film del buon Bonifacci…una cosa è certa: per quanto lo schema sia abbastanza ridondante, ti tiene incollato allo schermo per sapere come va a finire.
Come andrà a finire? Il Bonifacci dice che questa è la chiave: se si riesce a mantenere viva nel lettore/spettatore questa domanda, si può dire di aver gettato le basi di una buona trama. Le basi dico.

Tu dici che il come sia l’unico fattore davvero importante, poiché ogni scelta implica dei conflitti. Non è sempre così automatico, a mio parere. Potrei citarti decine di film (e molti libri) dove i personaggi non devono mai affrontare lo straccio di una scelta. Senza dover affrontare scelte RADICALI, i personaggi non cambiano, non crescono, non si pentono… Se non cambiano, la trama è fiacca.
Per riassumere: a una buona trama deve corrispondere uno stile almeno decente, come una Ferrari (buona trama) ha bisogno di montare un buon motore (buono stile). Ma un motore Ferrari montato una su una Fiat Punto (ovvero su una trama fiacca) può essere perfino dannoso.

#51 Comment By Marco Albarello On 20 dicembre 2010 @ 17:12

@Il Guardiano
Io pure sono un profano, è la prima volta che tento di addentrarmi nell’arte della scrittura, per questo probabilmente ho fatto un casino. ^_^

Ora mi viene un dubbio: cosa intendi per “versione cinematografica”?
Perché la mia concezione di cinematografico è forse completamente differente dalla tua.

Bella domanda. Il fatto è che quando rileggo ciò che ho scritto, il mio cervello non lo identifica come romanzo, ma comincia ad immagginare scena per scena sul grande schermo, macchina da presa, il ciak dell’azione, la colonna sonora che ci vuole sotto, il tipo di costumi, l’illuminazione, le battute, l’espressività ecc.

Però forse questo avviene perchè la sto leggendo io, che ne sono l’autore. Forse avviene come per un chirurgo che deve operare, non vede più una persona, ma un semplice composto organico.

“Non vorrei chiedere troppo tempo al mio medico. Vorrei soltanto che riflettesse per cinque minuti sulla mia situazione [...] che penetrasse la mia anima e osservasse la mia carne per giungere a capire la mia malattia [...] Quando prescrive analisi del sangue e radiografie ossee, vorrei invece che analizzasse attentamente me, oltre la mia prostata, cercando a tentoni il mio spirito. Senza questo percorso, non sono nient’altro che la mia malattia.”
(Anatole Broyard)

Non so che pensare sinceramente, forse mi aiuterebbe scoprire se questa cosa capita solo a me o se anche agli altri che scrivono storie è capitato di visualizzarle in maniera differente rispetto ai lettori esterni alla vicenda. Qualcuno può aiutarmi in tal senso?

#52 Comment By Marco Albarello On 20 dicembre 2010 @ 18:15

Scusate il doppio post, ma ho letto solo ora attentamente l’ultimo.

@Unoqualunque
Trovo errata la tua metafora. Credo tu abbia invertito, volontariamente o involontariamente, i due concetti. Lo stile di un racconto rappresenta la sua estetica, la sua esteriorità e dunque è plausibile paragonarlo alla Ferrari (penso tu intendessi come carrozzeria, telaio, tecnologia), mentre la trama è ciò che muove il racconto, dunque è plausibile paragonarlo al motore.
Però così il tutto diventa terribilmente confuso e inefficace nel dimostrare ciò che intendi, permettimi di modificarne la struttura per aiutarti.

Lo stile, la saggezza, è paragonabile ad un pilota di automobili. Mentre la trama, la conoscenza, è paragonabile al tipo di automobile usata. In un’ipotetica gara automobilistica, noi ci troviamo di fronte queste tre tipologie di concorrenti:

Michael Schumacher che guida una 126. (tutto stile e niente trama)
Michele Gatti che guida una Viper GTS. (niente stile e tutto trama)
Giuliano Palma che guida una Lancia Stratos. (medio stile e media trama)

Quale sarà il risultato? Vincerà Giuliano Palma perché Michael, benché pilota provetto e perfetto guidatore, non avrà comunque la potenza necessaria per vincere i suoi avversari. Mentre il povero Michele, inesperto guidatore con tutti quei cavalli, si schianterà alla prima curva.
Credo che sia il rapporto tra questi due valori a definire l’intelligenza di un’opera, di qualsiasi tipo essa sia. Poi su come debba essere questo rapporto possiamo discuterne anni, lì si scivola nel gusto personale.

#53 Comment By Tom On 20 dicembre 2010 @ 22:34

Ciao Gamberetta, buon natale e buone feste.
Grazie mille per gli articoli della serie “Manuali” e in bocca al lupo per SMQ (di cui aspetto il nuovo capitolo) e l’altro romanzo di guerra cui hai accennato tempo fa.

Nel frattempo ti mando due conigli.
http://www.collegehumor.com/video:1938570

#54 Comment By le marquis de carabas On 20 dicembre 2010 @ 23:07

OMMIODDIO… credo che il sosia grigio del coniglietto Grumo abbia appena ucciso una fatina!

#55 Comment By Unoqualunque On 21 dicembre 2010 @ 21:25

in effetti l’esempio della Ferrari mi è venuto in due secondi e l’ho buttato lì…
ma il succo non cambia
credo che una buona trama non possa prescindere da uno stile altrettanto valido..altrimenti la buona trama sarà rovinata e minata alle fondamenta
tuttavia, non penso che uno stile valido, che mostra in modo valido ciò che il narratore scrive, nasconda sempre una buona trama…anzi…

in matematica direi: lo stile è condizione necessaria ma non sufficiente per una buona trama.

#56 Comment By Marco Albarello On 21 dicembre 2010 @ 23:15

@Unoqualunque

in effetti l’esempio della Ferrari mi è venuto in due secondi e l’ho buttato lì…

Ecco visto? Così non dimostri rispetto per il lettore, devi documentarti, passare notti insonni sviscerando i dettagli dello scibile umano riguardo la Ferrari e la sua storia! Meriti frustate mentre stai inginocchiato sui ceci ardenti! (so che non esistono i ceci ardenti, ma hey, è fantasy!!! xD).
Ovviamente scherzo, non te la prendere, sdrammatizzo e drammatizzo a piacimento. Comunque concordo con te, anche se uno stile ottimo mi farebbe apprezzare perfino la storia sulle emorroidi della suocera dello scrittore.
Avere un ottimo stile è già un miracolo, avere poi un ottimo stile e perfino una trama orginale, capisci che non capita tutti i giorni. Io sono di bocca buona e mi accontento del primo. Se poi invece c’è una trama solida e lo stile pecca un pò pazienza, quello che non tollero però è un libro scritto con i piedi e con la trama che è un clichè dietro l’altro.

Tanto per fare esempi:
Nel mondo del cinema i film che hanno incassato di più nella storia sono stati finora Titanic e Avatar, entrambi di James Cameron.
Parliamo della trama… non c’è niente di originale in nessuno delle due produzioni! Titanic è semplicemente una storia vera, ripresa più volte, di cui addirittura esisteva un precedente film, Avatar è la copia di Pocahontas, Balla coi lupi, Dune, L’ultimo samurai ecc.

Dunque perchè questi due film hanno incassato ed emozionato il pubblico così tanto pur sapendo come andavano a finire? Per lo stile, dannazione! xD
James Cameron è un fottuto maniaco del perfezionismo. Il suo Titanic non è Love Boat, è un gigante di metallo ricreato nei più minimi particolari, se guardi il suo film ti sembra di essere a bordo della nave ed ogni volta speri che non affondi! Si è documentato su ogni singola cosa riguardante quel colosso e ha speso fior di milioni per realizzarlo. Non si è posto il problema come alcuni attori che dirigeva del tipo: “Cavolo, stiamo spendendo una barca di soldi, ci sarà ritorno economico?”
La sua filosofia era: “Io rispetto lo spettatore, voglio dargli il massimo e non pretendo di meno.”
Ed il pubblico lo ha premiato. Idem con Avatar.

Perchè invece Ridley Scott non raggiunge lo stesso successo? La risposta è: Hai visto il suo ultimo Robin Hood? Terribile. La scelta del cattivo è qualcosa di abominevole:

Mark Strong

Pelato e sbarbato per tutta la durata del film, senza una misera scena in cui lo si veda radersi. ._. Quando per tutto il film vedi omoni con folta peluria per ovvie ragioni (al tempo non è che passavi le giornate a raderti, anche perchè la peluria era considerata un emblema di virilità). Ed uno dice: Vabbè dai, sarà pur esistito un pelato all’epoca, non generalizzare.
Ok, vogliamo parlare allora della cicatrice? Gliela fa verso inizio film il protagonista mentre il cattivo scappa senza che si siano visti in faccia, ed io pensavo, ecco il classico clichè, senz’altro poi lo riconoscerà più avanti grazie a quella. E invece no! La cicatrice non serve a niente! ._. Semplicemente fa più “cattivo”. Come dire: “Hey, sono l’unico pelato con uno sfregio in tutta l’Inghilterra di quest’epoca, ma non per questo sono sospetto!” Dai… Mancava solo che sulla schiena gli mettessero un cartello con scritto: “Sono l’antagonista, uccidetemi.”.

Risultato: Non guarderò mai più film di Ridley Scott perchè penso che mi prenda in giro, guarderò invece sempre i film di James Cameron perchè credo che si meriti il mio rispetto e le carriolate di soldi che ne conseguono. Tutto questo lo pensavo ancora prima di leggere questo blog e lo penso per ogni forma di intrattenimento.

#57 Comment By Unoqualunque On 22 dicembre 2010 @ 10:57

@Marco Albarello
Credo sia impossibile, almeno per me, dire: preferisco una buona trama scritta male piuttosto che una trama banale scritta da Dio, così come il viceversa. Dipende dai casi particolari.
Forse sono troppo esigente, ma preferisco accantonare entrambe le categorie, e mantenermi sulla buona trama, ben scritta = buon libro/film

#58 Comment By Feleset On 22 dicembre 2010 @ 13:20

Bello il punto di vista. *_* Ottima scelta, è un argomento molto interessante che credo potrà aiutare molti aspiranti scrittori a migliorare il proprio modo di esporsi. Lo leggerò volentieri e magari questa volta cercherò di vincere la mia pigrizia e di darmi da fare con i “compiti”, visto che non mi dispiacerebbe mettermi alla prova in questo blog (basta che il compito non preveda l’uso del narratore onnisciente, perché in tal caso mi passerebbe la voglia XD).

Buone vacanze anche a te! ^_^

#59 Comment By Marco Albarello On 23 dicembre 2010 @ 03:09

@Unoqualunque
La parola impossibile non esiste nel mio vocabolario… Non volevo arrivare a tanto, queste armi di distrazione di massa non devono essere usate per scopi personali ma…

1. Gassman
2. Il lavavetri

Ammira il dramma consumarsi su una trama che rasenta lo zero assoluto. Perdona padre, perchè ho peccato. xD

#60 Comment By DagoRed On 23 dicembre 2010 @ 18:37

La sua filosofia era: “Io rispetto lo spettatore, voglio dargli il massimo e non pretendo di meno.”
Ed il pubblico lo ha premiato. Idem con Avatar.

scusate, vado un attimo a farmi una pera di acido muriatico…

#61 Comment By Tapiroulant On 24 dicembre 2010 @ 10:51

Dato che la citazione di Mullan mi ha colpito… ti chiedo: come si piazza questo How Novels Work? Lo consigli?
Ho già letto alcuni manuali: How to Write Science Fiction and Fantasy di Scott Card (bello), Beginnings, Middles and Ends della Kress (carino), quello di Gerrold (bello), e sto leggendo quello di Frey (così così) e Word Painting della McClanahan (molto bello). Quello di Mullan aggiunge cose nuove o non vale la pena?

Grazie in anticipo^^, e ne approfitto anche per farti gli auguri dato che non l’avevo fatto prima.

#62 Comment By Simon Dean On 24 dicembre 2010 @ 14:49

@marco albarello

da grande appassionato di cinema ti assicuro che se preferisci cameron a ridley scott i tuoi gusti sono moooolto discutibili.

#63 Comment By Tapiroulant On 24 dicembre 2010 @ 15:58

@Simon Dean: Beh, Cameron fa abbastanza cagare, però bisogna dire che Ridley Scott ha fatto qualche buon film, qualche film mediocre, e il resto è spazzatura.

#64 Comment By Marco Albarello On 24 dicembre 2010 @ 17:53

@Simon Dean
Hai perfettamente ragione, ne sono cosciente. :) In realtà la mia preferenza verte su Ingmar Bergman, seguito da Stanley Kubrick. Ma siccome sono entrambi morti e siccome fare sempre paragoni tra registi del passato ti fa sembrare l’intellettuale part-time di turno che fa il figo snocciolandoti la rava e la fava sull’introspezione e che dice sostanzialmente che si stava meglio quando si stava peggio, ho preferito fare confronti tra registi attuali e straconosciuti a livello nazional popolare.

E, personalmente, tra i due viventi preferisco Cameron, anche quando entrambi si confrontarono sullo stesso terreno, Alien. Il rischio che avrei avuto parlando di registi così lontani dai nostri tempi è che fossero stati sconosciuti e che quindi l’impatto che avrei ottenuto non sarebbe stato lo stesso. Ed è uno dei rischi più frequenti in rete, dove non hai idea della base culturale dei tuoi interlocutori. Per questo preferisco sempre partire “basso” con il tiro ed alzarlo eventualmente in seguito.
Se io ti voglio spiegare qualcosa, probabilmente avrò più successo parlandoti di un argomento a te noto che della fissione nucleare (ed ora scopro che stai studiando chimica molecolare e mi sono scavato la fossa da solo xD).

Poi per carità, io non disdegno nulla, passo con nonchalance dalla violenza di Tarantino alla poesia di Miyazaki.

Beh, Cameron fa abbastanza cagare, però bisogna dire che Ridley Scott ha fatto qualche buon film, qualche film mediocre, e il resto è spazzatura.

Perfettamente d’accordo. Chiedo scusa se ho rovinato il pasto a qualcuno con i miei gusti. ^^

#65 Comment By Simon Dean On 24 dicembre 2010 @ 19:06

perfettamente d’accordo che scott ha fatto anche film brutti (e non è che sia tra i miei registi preferiti) ma dire che bladerunner o il gladiatore sono film “buoni” mi sembra un eresia.

#66 Comment By mikecas On 24 dicembre 2010 @ 22:17

@Marco Albarello
la chimica molecolare ha a che fare con la fissione nucleare come l’argomento che stai cercando di discutere con il post di partenza di Gamberetta, cioè nulla del tutto…
Sono d’accordo che bisogna parlare solo di quello che si conosce e si capisce, ma bisogna stare anche IT…
;)

#67 Comment By Marco Albarello On 24 dicembre 2010 @ 23:36

@mikecas
Perdona la vecchiaia che avanza, cof cof! xD Volevo scrivere chimica nucleare e ho scritto molecolare, segno che ormai non ho più l’età per certe cose. Refuso mentale, chiedo umilmente perdono. ^_^

Però sul resto non sono d’accordo con te, ovviamente. xD Il post di Gamberetta parlava dello stile e che nella narrativa, secondo l’autore da lei citato, il come sia più importante del cosa. Convenendo con questo ragionamento, ho voluto apportare ulteriori esempi e ampliare il discorso ad altre forme d’arte, come la pittura, la musica o la cinematografia. Tra l’altro avevo già completato il tutto qualche post fa, ma siccome poi sono stati introdotti nuovi input nella discussione generale (come le domande di Unoqualunque, la successiva replica di Gamberetta, o il tuo stesso post ora) ho deciso di rispondere perchè stimolato dall’esterno.

Non sono uno che pretende di imporre con metodi tirannici il proprio pensiero, ma mi piace nel mio piccolo esporre ciò che penso e contribuire ad ampliare lo spettro delle possibilità. E quando leggo interventi interessanti, come può essere il tuo, mi viene naturale intervenire. ^^

Anche perchè i temi del post sono fondamentalmente 4:
1. Il suo annuncio di fermarsi fino a gennaio e nuovo manuale in arrivo.
2. Lo stile batte il contenuto?
3. Segnalazione di un blog esterno.
4. Gli auguri per le feste.

Dato che i punti 1 e 3 li ho già ampliamente esposti nel primo commento in questo post, mi sono concentrato su quello che mi sembrava più interessante, ovvero il numero 2. Per quanto riguarda il 4, mi sembrava prematuro all’epoca parlarne perchè le feste ancora dovevano arrivare, ora invece è l’occasione giusta:

Buona natale e buone feste a tutti di cuore. ^^

#68 Comment By Tapiroulant On 25 dicembre 2010 @ 09:35

@Simon Dean: Il Gladiatore è decisamente mediocre. Che poi sia diventato un cult movie non è rilevante, dato che il film rimane molto, come sceneggiatura e architettura, nei barbosi canoni hollywoodiani.
Blade Runner è un buon film; ma è stato sopravvalutato. Film come 2001: Odissea nello spazio o anche solo Alien gli danno molti punti di distanza. Il film inoltre è nettamente inferiore, sul piano dei contenuti, anche rispetto al libro da cui è tratto.

#69 Comment By Simon Dean On 25 dicembre 2010 @ 15:21

Tapiroulant… a questo punto passa il tuo tempo libero a correre piuttosto che guardare film… almeno eviti di dire scempiaggini.

Tornando IT… qualcuno ha letto le lezioni di scrittura di Palahniuk? Io le ho trovate illuminanti… però sono di partte visto che adoro il suo stile. voi che ne pensate?

#70 Comment By Gamberetta On 26 dicembre 2010 @ 23:26

@Tapiroulant.

Dato che la citazione di Mullan mi ha colpito… ti chiedo: come si piazza questo How Novels Work? Lo consigli?

Dipende. Mullan si occupa soprattutto di literary fiction, può essere interessante in sé, ma a livello pratico non c’è molto. Non è un manuale, se lo scopo è imparare a scrivere narrativa è evitabile. Se però si è appassionati di letteratura/narrativa in generale è una lettura piacevole.

#71 Comment By Tapiroulant On 27 dicembre 2010 @ 13:38

@Gamberetta: Beh, a me la literary fiction piace! Quindi penso che lo leggerò. Grazie della dritta.

#72 Comment By Solvente On 27 dicembre 2010 @ 13:59

Il Gladiatore è decisamente mediocre. Che poi sia diventato un cult movie non è rilevante, dato che il film rimane molto, come sceneggiatura e architettura, nei barbosi canoni hollywoodiani.

D’accordo con questo.

Voglio manifestare la mia delusione: invece del coniglietto, pensavo che Gamberetta avrebbe inserito una sua foto, vestita di solo cappello da Babbo Natale.
Prendo atto del fatto che ‘autrice del blog non ha a cuore i suoi lettori. Almeno, non quelli maniaci.
:-(

#73 Comment By Hendioke On 28 dicembre 2010 @ 15:31

Ho letto di corsa i vari commenti, lo ammetto. Dovessi dire cose trite e ritrite confido in una vostra strigliata.

Comunque la mia opinione sulla questione dello stile è che uno stile sublime può sollevare le sorti di una trama mediocre e di personaggi di scarsa caratura, altre volte, come dice giustamente Gamberetta, può essere un presupposto per un miglioramento dei contenuti stessi ma non può reggere da solo le sorti dell’opera.

Se la trama è insipida come un’insalata di lamiere arrugginite e i personaggi piatti come un foglio di carta velina uno stile sublime potrà portarmi a dire “Che merda di libro, però s’era affascinante quel gioco stilistico” così come la straordinaria regia di Cameron di Avatar mi ha portato a dire “Che film di merda, però s’era affascinante quella carrellata in campo lungo”

In questo blog si prende solo in considerazione la narrativa, e precisamente la narrativa in forma di romanzo, specificatamente fantasy. In questo ambito reputo impossibile che uno stile eccelso possa essere sufficiente a rendere anche solo buono un libro che a livello di contenuti non offre niente… parlassimo di fiabe, favole, o, extra-narrativa, poesia potrei starci (stante che si tratta di altri campionati, riferito alle prime due, e di un altro sport, riferito all’ultima).

Una trama e dei personaggi decenti e coerenti con se stessi sono la condicio sine qua non del buon romanzo fantasy. Senza questi non c’è abilità stilistica che tenga, il libro sarà una merda. Con una trama e dei personaggi decenti dietro uno stile eccelso potrà aiutare a sollevare la qualità ma niente di più.

Dopo di ché che uno stile pessimo possa affossare anche la miglior trama coi migliori personaggi è un’altra questione. Come si sa a migliorare la qualità di un’opera la fatica è tanta, ad affossarla è un attimo.

#74 Comment By Marco Albarello On 28 dicembre 2010 @ 17:52

@Hendioke

…parlassimo di fiabe, favole, o, extra-narrativa, poesia potrei starci (stante che si tratta di altri campionati, riferito alle prime due, e di un altro sport, riferito all’ultima).

Ci terrei che mi illuminassi o illuminaste su questo passaggio. Lo dico a cuor leggero e sereno e non con spirito critico o ironico. Secondo Wikipedia:

Fantasy è un termine, mutuato dalla lingua inglese, con il quale si indica un genere letterario, nato nell’ottocento, i cui elementi dominanti sono il mito e la fiaba.[...]Quale genere, il fantasy viene di volta in volta associato o contrapposto sia alla fantascienza che all’horror. Tutti e tre i generi contengono elementi fantastici, con ampi scostamenti dalla realtà (o considerazioni estreme sulla natura della realtà, presente o passata). Vari scrittori e critici anglosassoni preferiscono usare il termine cumulativo di speculative fiction (narrativa speculativa) a causa della sempre più frequente contaminazione tra i generi.

Dunque ci terrei a sapere quali sono i canoni che utilizzi o utilizzate voi altri per distinguere con così precisione clinica ciò che è Fantasy puro, dalla fiaba, dalle favole, dalla extra narrativa ecc. Lo dico sinceramente, perchè devo ammettere che io ancora fatico a capire questo. Ripeto, non lo dico per criticare la tua/vostra posizione, è una mia lacuna che mi piacerebbe riuscire a colmare. In base a cosa, se io ti facessi leggere un romanzo, tu riusciresti a dirmi: Ok, questo è Fantasy, ok questa è una fiaba, ok questa è una favola, ok questa è fantascienza ecc.? Riusciresti a spiegarmi gli elementi cardine che differenziano i vari generi narrativi? (chiunque può rispondere se gli aggrada, più punti di vista leggo, meglio apprendo). Ho già letto il punto di vista di wikipedia, ma siccome su wikipedia c’è anche scritto:

[...]Nella letteratura fantastica per ragazzi si sono distinti Moony Witcher, Licia Troisi, Francesco Falconi e Pierdomenico Baccalario.[...]

Vero è che non specifica distinti come (quindi potrebbe essere in senso negativo), ma vedere Licia Troisi nel mucchio mi fa subito crollare tutta la fiducia che avevo sulla fonte in questione.

Sul resto del commento non ho nulla da aggiungere anche perchè è un tuo punto di vista personale ed in parte concordo. ^_^

#75 Comment By Hendioke On 28 dicembre 2010 @ 19:18

@Marco Albarello

Non pretendo di avere la risposta definitiva in merito ma personalmente vedo i generi letterali, con tutto che i generi hanno la capacità esaustiva che sappiamo cioè scarsa, come il frutto di un binomio argomento-stile.

Messa in questi termini il fantastico è l’insieme di tutte le opere che trattano di avvenimenti, personaggi o comunque fenomeni non spiegabili con la nostra quotidiana esperienza, con la razionalità (neanche immaginando una verosimile evoluzione scientifica) o proprio confliggenti con la quotidianità e la razionalità.

Le opere che trattano il fantastico poi essere di molti tipi. Posso scrivere una poesia sulle ninfe dei fiumi, posso scrivere una favola su un lupo e una mosca parlanti, una fiaba su una ragazza con le ali di albatro, una sceneggiatura teatrale su una strega e posso anche scrivere un romanzo nell’accezione del romanzo moderno.

Ho sempre dato per scontato, ma nel caso sbagliassi spero Gamberetta mi corregga, che in questo blog ogni volta che si utilizza il termine Fantasy o ci si riferisca al genere Fantasy si intenda il romanzo moderno ad argomento fantastico.

E’ una supposizione che ho maturato per via induttiva: qui vengono recensiti solo romanzi e le regole su cui Gamberetta insiste sono molto valide riferite al romanzo ma perderebbero il loro valore se riferite ad altri stili narrativi come fiaba, favola ecc.

Quindi quando in un commento qui scrivo Fantasy per Fantasy intendo quanto detto sopra ^^

Detto tutto questo per me il Fantasy puro non esiste, esiste solo il modo fantastico, cioè l’argomento del fantastico declinato in antamila modi. Però ammetto che, al di là di questo blog, quando dico “genere Fantasy” nel 95% delle volte intendo il romanzo Fantasy :D

#76 Comment By pu*pazzo On 28 dicembre 2010 @ 23:13

ho scoperto solo oggi questo blog e ne sto divorando letteralmente le pagine! detta sinceramente i “manuali” sono tra gli articoli più interessanti e utili che ho letto! sei davvero brava!

#77 Comment By Seebaru On 28 dicembre 2010 @ 23:31

Il brutto del Natale è che, se i tuoi amici e familiari sanno che ami leggere, ti regalano i libri. E quelli bisognerebbe sceglierseli da soli…
Due mie amiche mi hanno regalato “Il Libro del Destino” di Elisa Rosso. Devo purtroppo ammettere che mi interessava leggerlo per scoprire com’era… e invece è terribile. Lo finisco solo per la disperazione di non avere di meglio da leggere se non libri già letti. Non vedo l’ora di sentire qualche buona notizia riguardo dei libri davvero validi, sinceramente.
Per ora, comunque, non pensare alle cose da fare sul blog. Pensa a quanti bei coniglietti ci sono nel mondo. E soprattutto al coniglietto Grumo.
Auguri!

#78 Comment By Marco Albarello On 29 dicembre 2010 @ 02:59

@Hendioke

Non pretendo di avere la risposta definitiva in merito ma personalmente vedo i generi letterali, con tutto che i generi hanno la capacità esaustiva che sappiamo cioè scarsa, come il frutto di un binomio argomento-stile.

Ti ringrazio, ora che mi hai esposto il tuo pensiero, sono riuscito a capirti meglio. :) Vorrei proporti come esempio un argomento e declinarlo nei diversi stili. Disabilità: “La disabilità è la condizione personale di chi, in seguito ad una o più menomazioni (intesa come perdita a carico di funzioni fisiche o psichiche, e rappresenta l’estensione di uno stato patologico. Se tale disfunzione è congenita si parla di minorazione), ha una ridotta capacità d’interazione con l’ambiente sociale rispetto a ciò che è considerata la norma, pertanto è meno autonomo nello svolgere le attività quotidiane e spesso in condizioni di svantaggio nel partecipare alla vita sociale.”

Secondo questa definizione: Asterio (il minotauro), Dumbo (l’elefantino volante, Walt Disney), Joseph Carey Merrick ( The Elephant Man: A Study in Human Dignity, Frederick Treves), Edward (mani di forbice, Tim Burton), Quasimodo (il gobbo, Notre-Dame de Paris, Victor Hugo), La Bestia (La belle et la bête, Madame Gabrielle-Suzanne Barbot de Villeneuve), Nemo (pesce “pagliaccio”, Walt Disney), la creatura (Frankenstein, o il moderno Prometeo, Mary Shelley), Pinocchio (Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino, Carlo Collodi), Astroboy (Tetsuwan Atomu, Tezuka Osamu), Carota Fabbroferraio (A me le guardie!, Terry Pratchett), Robert Bruce Banner (Hulk, Stan Lee e Jack Kirby), Hercules (Walt Disney) e tutti gli altri che non sto nemmeno a dire perché sennò non finiamo più, sono considerati come disabili.

Facile trovare tratti comuni in tutte queste storie, vere o inventate che siano:

1) Diversa composizione fisica o psichica rispetto alla norma dell’ambiente di vita: Testa di toro, Orecchie enormi, Deformazione corporea generica, Forbici al posto delle mani, Sordomuto e gobbo, Aspetto animalesco, Pinna atrofica, Aspetto terrificante, Essere di legno, Essere un robot che rappresenta un bambino morto, Essere un umano di 2 metri in un paese di nani, Schizofrenia, Forza spropositata.

2) Presenza genitoriale che non rispecchia il modello auspicato dei due componenti generativi (padre e madre naturali): Abbandonato, Solo madre apprensiva, Madre morta precocemente con conseguente abbandono da parte del padre e della nuova matrigna, Creatore morto precocemente, Abbandonato e adottato in seguito solo da una figura maschile, Padre morto in tenera età e nemmeno amore materno, poiché la regina era impegnata in una guerra per la difesa del regno e lo lasciò alle cure di una maga, Solo padre apprensivo, Solo padre padrone, Solo padre falegname, Solo padre inventore, Umano adottato da due nani, Padre alcolista, assassinò la madre in un ultimo atto di violenza, Semidio adottato da genitori umani.

3) Difficoltà nel relazionarsi con il resto del mondo con conseguente isolamento, umiliazione o schiavitù: Isolato in un labirinto, Lavorare come pagliaccio in un circo, Lavorare in un freak-show come fenomeno da baraccone, Isolato in casa, Isolato in una cattedrale, Isolato in un castello, Isolato nell’oceano, Isolato ovunque, Preso in giro dal gatto e la volpe, Preso a lavorare in un circo, Incapace di lavorare nella miniera dei nani date le dimensioni, Isolato e perseguitato, Isolato dal resto della popolazione.

Ovviamente poi i finali sono simili in alcuni casi, diversi in altri a seconda dell’autore, ma questo non ci interessa. Questo argomento, è stato, è, e sarà per sempre rappresentato con stili diversi. Quello che ho voluto dimostrarti è che mantenendo fisso l’argomento, la disabilità, siamo riusciti a trovare una caterva di esempi in altrettanti generi completamente diversi tra loro (fiaba, fantascienza, biografico, fantasy, drammatico ecc.). Dunque la regola del binomio argomento-stile [(Argomento + Stile) = Genere] che proponi è falsa o quantomeno incompleta.

Se proprio ti trovi a tuo agio con il linguaggio scientifico, posso dirti che:
In condizioni di argomento (pressione) costante, il genere (volume) di un’opera (gas) varia linearmente con lo stile (temperatura). Prima legge di Gay-Lussac.

Ne consegue che: In condizioni di genere (volume) costante, l’argomento (pressione) di un’opera (gas), varia linearmente con lo stile (temperatura). Seconda legge di Gay-Lussac.

Tradotto significa che se paragoniamo due opere (stesso tipo di astratto aeriforme, romanzi) fantasy (stesso volume, tipo 300 pagine), l’argomento trattato (trama che mette pressione alla storia) varierà sensibilmente a seconda dello stile dell’autore (scritto con freddezza o passione rovente). Ergo, è lo stile ciò che in realtà conta, sia per definire il genere di un’opera, sia per capire quanto questa riesca a farti volare in alto con la fantasia (mongolfiera).

E’ una supposizione che ho maturato per via induttiva

L’induttivismo conduce al lato oscuro xD Warning

PS: È notte fonda e avevo l’insufficienza nelle materie matematiche alle superiori, pertanto se ho sbagliato qualcosa a livello di logica, semantica o grammatica, abbiate pietà, correggetemi senza accanimento terapeutico. ^_^

#79 Comment By Hendioke On 29 dicembre 2010 @ 11:26

In realtà mi trovo a mio agio col linguaggio logico più che con quello scientifico. In fisica poi avevo una media imbarazzante ^^’

Comunque credo di poterti rispondere in due punti.

In primo luogo, sempre in un’opinione personale e non assoluta, ritengo che la tua confutazione possa essere contro confutata se introduciamo il concetto di tematica.
Possiamo definire argomento come l’elemento caratterizzante gli avvenimenti e i personaggi che compaiono nell’opera, che gli accomuna. Nel caso del fantastico, come detto, la divergenza se non proprio confliggenza con l’esperienza quotidiana e il razionale.

Possiamo invece definire tematica come il tema (giustappunto) trattato dall’opera, quel di cui l’opera vuole parlarci. Per esempio all’interno di un romanzo di genere storico (aderente ad una realtà storica fatta salva la presenza di personaggi di fantasia ma in quella realtà integrati) la tematica potrebbe essere il trasformismo caratterizzante la parte nobile della società meridionale e, in senso lato, della società italiana (Gattopardo, I Vicerè) durante il Risorgimento.

Due esempi concreti.
“A me le guardie!” è un romanzo di genere fantasy (abbiamo la Morte incarnata, Draghi, Maghi, Palazzi Multidimensionali, Biblioteche che consentono di viaggiare nel tempo e un mucchio di altre cose che confliggono col quotidiano e il razionale) che ha come tematica il tentativo degli emarginati della società di trovare il loro posto nella società stessa. Alcuni ricercando il potere su di questa, la setta, altri riscoprendo e compiendo il loro dovere, la guardia.

“Notre-Dame de Paris” di Hugo è un romanzo di genere storico che affronta anche quello la tematica della ricerca dell’amore degli emarginati in una società particolarmente divisa e chiusa come quella del basso medioevo.

Messa in questi termini secondo me la definizione del genere di un’opera non presenta eccessive difficoltà e conserva una sistematicità che, legassimo il genere alla tematica, renderebbe molto difficile qualsiasi classificazione anche perché mentre l’argomento di un’opera è sempre (salvo ibridazioni) uno le tematiche sono sempre più d’una. In “A me le guardie!” per esempio vi sono anche la tematica della crudeltà (il rapporto Lupin-Drago) e del governo (Patriziato-Monarchia).

In secondo luogo lo stile è indubbiamente essenziale per comprendere a che genere appartiene l’opera che abbiamo davanti (altrimenti sarebbe impossibile distinguere fra la “Divina Commedia”, “La sirenetta” e “La storia infinita”) ed è sempre indispensabile la sua buona fattura per un’opera di qualità, ma la sua sufficienza nel portare ad un’opera di qualità dipende dal genere (più precisamente dalla componente stilistica del genere) di cui stiamo trattando.

Se una poesia sui pidocchi può essere bellissima semplicemente in virtù dell’eccelso stile dell’autore una favola richiederebbe anche una morale (che però potrebbe permettersi, con un bello stile, di essere piattissima), una fiaba un cambiamento nella situazione narrata (che però potrebbe permettersi, con un bello stile, di essere piattissimo), un romanzo richiederebbe una trama quanto meno decente (il miglior stile non può salvare una trama piattissima).

Credo che la ragione di questa differenza fra romanzo e altri generi stia proprio nel principio tanto amato dalla padrona di casa, lo show don’t tell. Mentre gli altri stili sono molto raccontati e poco mostrati e puntano a suscitare interesse ed emozione nel lettore in maniera non perfettamente aderente al contenuto il romanzo, dovendo essere il più possibile aderente, non può permettersi di mostrare avvenimenti piatti.

Omero componendo epica se la può cavare nel mezzo di una battaglia divagando sulle stirpi degli uomini simili alle foglie e considerazioni sui giovani che vanno a farsi ammazzare in guerra e ne sono contenti, un romanziere contemporaneo, che se provasse a divagare nel mezzo di una battaglia rischierebbe di farci sentire presi in giro, è costretto a descrivere una battaglia interessante perché se descrivesse in maniera eccelsa una battaglia fra due eserciti greci ignari d’ogni strategia militare, armati di generiche spade e scudi e incapaci di distinguere fra ala sinistra, destra e centro di uno schieramento ci sentiremmo presi in giro ugualmente.

#80 Comment By Marco Albarello On 29 dicembre 2010 @ 17:42

@Hendioke
Tenterò di confutare la tua contro confutazione alla mia confutazione! Chiamami pure Confucio. xD

Innanzitutto dizionario dei sinonimi: “Tematica: argomento, materia, problematica, questione, soggetto, tema.” Non vedo la necessità di introdurre un nuovo elemento dove esso è già presente sotto altra forma, se vuoi chiamarlo tematica anziché argomento, mi sta benissimo, non sono un maschilista, anche il femminile ha pari diritti.

Per esempio all’interno di un romanzo di genere storico

“A me le guardie!” è un romanzo di genere fantasy

“Notre-Dame de Paris” di Hugo è un romanzo di genere storico

Fin qui tutto bene, le premesse sono buone ma…

Credo che la ragione di questa differenza fra romanzo e altri generi

La conclusione presenta un’incongruenza logica con le premesse. In tutte le premesse hai ben distinto il tipo di opera (romanzo) dal suo genere (storico, fantasy ecc.), nel finale hai di nuovo mischiato i due concetti (volevi fregarmi, è? xD).
Preferisci la filosofia? Vediamo che riesco a combinare:

Un uomo elabora un pensiero astratto e indefinito (noumeno) su un/a argomento/tematica che gli sta a cuore o nel quale si sente particolarmente portato. Nel momento in cui vuole egli esporlo ad altri dovrà per forza di cose scegliere il mezzo di trasmissione fisico (fenomeno) che più gli aggrada, potrebbe essere questo la scultura, la pittura, la musica, la cinematografia, la scrittura formato romanzo, la scrittura formato poesia, un ibrido tra scrittura e disegno (fumetto), una pièce teatrale ecc.

A questo punto dovrà decidere lo stile: Preferirà forme soavi o spigoli duri? Meglio figure geometriche o morbida astrazione pura? Privilegerà la parola rimata o musica potente? Sceglierà spesso campi lunghi o primi piani? Userà scrittura fredda e analitica oppure passionale e coinvolgente? Rima baciata o alternata? Linee nette o morbide? Tutto si svolgerà in un giorno e una notte oppure proseguirà illimitato nel tempo?

Una volta compiuto tutto ciò, secondo convenzioni umane stabilite a priori e di comune accordo (o disaccordo), si potrà stabilire in quale genere l’opera debba essere inserita. Cubismo, surrealismo, rap, metal, storico, fantasy, d’introspezione, epopea, tragedia ecc.
Ovvio che poi con il tempo, con il mischiarsi degli stili, delle culture e con la nuova scoperta di altre forme d’arte, tutto è diventato più sfumato e colorato, eliminando il bianco e nero di una volta. Pertanto troviamo Epic Metal, Heavy Metal, Tragicommedia ecc. Nuovi nomi per definire nuove cose, che in realtà sono macedonie di cose già viste. Rischiando di voler catalogare tutto con precisione matematica, si rischia la pazzia.

Idea astratta = Gas. Romanzo = Tipo di Gas (es. Neon). Genere = Volume del Gas. Argomento/tematica = Pressione del Gas. Stile = Temperatura del Gas.
Per eventuali chiarimenti, si faccia riferimento a questo filmato esplicativo. xD

#81 Comment By Unoqualunque On 1 gennaio 2011 @ 13:26

Il gattone sollevò l’artiglio insanguinato e indicò il calendario. Fissò Gamberetta. “Auguri, miao! E nel 2011 continua così, anzi meglio.”

#82 Comment By Nessuno On 3 gennaio 2011 @ 15:42

Gamberetta che ne diresti di recensire “L’ombra dello scorpione” di King?I due poli opposti:la vecchia e l’uomo nero presentano caratteristiche tipiche del fantastico e anche se non è ambientato in un mondo parallelo medievaleggiante è comunque presente una componente fantasy che è molto importante per permettere il dipanarsi della vicenda. Di solito viene classificato come un libro di fantascienza tuttavia gli elementi biblici,il dualismo tra il bene e il male,e l’uso della magia da parte dei personaggi mi ricorda per certi versi un low fantasy. Ora ti dirò perchè desiderei che tu lo recensissi ma prima premetto che a me è piaciuto molto tuttavia lo lessi in due momenti diversi:una prima volta quando ancora ero un lettore inconsapevole(inconsapevole o poco attento se preferisci),il classico genere di lettore che non nota nemmeno gli infodump e una seconda volta poco tempo fa. Ho notato nel libro diversi infodump,una tendenza alle anticipazioni alquanto sgradevole(non so te ma quando leggo un’opera di King in cui l’autore inserisce frasi del tipo “continuò a vivere per molto tempo dopo la morte di…”,”e il suo destino fu segnato” e cose di questo genere mi sento leggermente preso in giro),la preferenza al tell don’t show e l’uso ricorrente di avverbi che in effetti appesantiscono il discorso. Mi piacerebbe dunque avere anche la tua opinione al riguardo e aggiungo che vorrei ringraziarti perchè,se fino a poco tempo fa non distinguevo la cacca dall’oro in ambito letterario,dopo che ho iniziato a leggerti ho iniziato ad apprezzare di più la letteratura e a scegliere meglio i libri da leggere. E con questa megalecchinata porgo gli auguri a tutti(anche se un pò in ritardo)

#83 Comment By Emile On 3 gennaio 2011 @ 15:58

Io cominciai l’Ombra dello Scorpione senza finirlo, mi cascarono le palle quando cominciò a tirare fuori cagate bibliche invece di far rimanere la vicenda ancorata sulla terra.

#84 Comment By Nessuno On 3 gennaio 2011 @ 16:06

Emile io invece lo trovo un gran bel libro ma,dopotutto,sono punti di vista. Ammetto però che anch’io fino a un certo punto mi ero aspettato un normale libro di fantascienza

#85 Comment By Il Guardiano On 3 gennaio 2011 @ 16:12

@Nessuno:
beh, come hai fatto a non notare il pov che schizza da un personaggio all’atro, anche 3 volte in una pagina (senza contare narratore onniscente)?
Comunque l’ombra dello scorpione non ha nulla nel senso del fantasy come lo si potrebbe considerare qui.
La presenza del sovrannaturale non lo fa diventare necessariamente fantasy come la presenza di vampiri non fa diventare twilight un fantasy gotico.
Per quanto riguarda il mostrare, non ricordo bene l’ombra dello scorpione, ma king sa dove mostrare e dove raccontare.
Il mostrare è una questione di scelte. Se si fa un fantasy o un romanzo storico e ci sono delle battaglie, come si fa a non mostrarle?
King gioca più su sentimenti come angoscia e claustrofobia e con quelli tiene il lettore attaccato alle pagine (mi ricordo la scena di Redman che fugge dalla prigione…sentivo io la sua angoscia.) e tu leggi pagine e pagine di pippe mentali di qualche POV che ti appassionano (almeno nel mio caso). Lui MOSTRA benissimo queste sensazioni, non racconta che ha paura…te la mostra.
Per quanto riguarda le “anticipazioni”…beh…sono una di quelle cose che di King mi piacciono. Sarò di parte ma leggendo frasi del tipo: (cito a memoria) “avrebbe fatto meglio a salutarla come si deve, quella fu l’ultima volta che si videro” in Duma Key mi salta il cuore in gola. Chi è dei due che muore? e poi cazzo, ma perché deve morire? e come succede? allora non va come penso stia andando! ci sarà un colpo di scena! e via con pippe del genere che mi tengono incollate perché lo scopo non è spoilerarti della ricerca della Spada Atomica da parte del Party ma farti provare emozioni…e almeno con me riesce :P

Non ho tempo per controllare quello che ho scritto, devo scappare a lavoro.
Comunque un’ultima cosa: L’ombra dello scorpione è ascrivibile nel genere Post-apocalittico più che fantasy.

#86 Comment By Il Guardiano On 3 gennaio 2011 @ 16:16

Per quanto riguarda la religione:
In quasi tutti i libri di king ci sono rimandi alla religione.
Se andavi avanti col libro ti accorgevi che il Bene e il Male potevano esser letti su più livelli…Quello religioso è solo uno.

#87 Comment By Nessuno On 3 gennaio 2011 @ 16:19

@il guardiano infatti il romanzo è post apocalittico però presenta elementi tipici del fantasy e si è vero che King gioca molto sulle sensazioni dei personaggi tantochè,pur presentandone parecchi,a fine vicenda sei così immerso nei pensieri dei personaggi stessi che ti sembra quasi di conoscerli. Il pov che salta da una parte all’altra non l’ho precisato perchè il narratore è comunque onniscente e a me non ha dato particolarmente fastidio eccetto che in alcune situazioni. A proposito volevo leggere anch’io duma key ma ero indeciso se comprare quello o pet sematary. Tu che mi consiglieresti?

#88 Comment By Nessuno On 3 gennaio 2011 @ 16:27

poteva essere letto su più livelli questo è vero ma permane comunque un alone di misticismo e magia e le azioni compiute da Flagg ricordano molto quelle del vecchio caprone biblico e comunque ho detto in senso religioso perchè è quello che salta subito all’occhio. Non so te ma durante la lettura ho spesso pensato che tutto il libro non fosse che uno scontro tra il messia e l’anticristo,dunque il rimando religioso è secondo me quello iù evidente nonostante i due poli opposti del bene e del male possano essere visti su più livelli. Chiedo scusa per il doppio post

#89 Comment By Gamberetta On 3 gennaio 2011 @ 20:04

@Nessuno. L’Ombra dello Scorpione l’ho letto. L’edizione integrale (e forse è stato un errore perché in effetti è tirato molto per le lunghe). L’ho trovato un romanzo decente, mi ricordo di averlo letto volentieri, anche se non con particolare entusiasmo. Non entro in analisi dettagliate perché è passato troppo tempo.
Non credo lo recensirò. Non tanto per il problema di fantasy/non fantasy, quanto perché ho una lista lunghissima di romanzi recenti di cui vorrei/dovrei parlare e preferisco dedicarmi a quelli. Di opinioni su King e i suoi romanzi se ne possono trovare a bizzeffe in Rete, aggiungere anche la mia non cambierebbe molto. Non ho niente di particolarmente intelligente da dire su King.

A chi è piaciuto L’Ombra dello Scorpione (magari pure nella versione integrale) consiglio un altro “mattone” post-apocalittico con elementi soprannaturali: Tenebre di Robert McCammon. Il titolo originale è Swan Song.
Su emule si trova senza difficoltà sia in italiano sia in inglese.

#90 Comment By Marco Albarello On 3 gennaio 2011 @ 20:06

A beh, se parliamo di richieste, a me piacerebbe moltissimo leggere una tua recensione de: “Il Talismano” (Stephen King e Peter Straub) riguardo la narrativa.
Un tuo parere su “Akira” di Katsuhiro ?tomo (scegli tu se il manga, il film o entrambe le opere).
E cosa ne pensi dell’infinita serie di “Zelda” nel campo videoludico.
Ovviamente ho già una mia opinione in merito a tutte e tre, ma trovo inutile esporla qui, sia perchè sono semplici considerazioni personali, in secondo luogo non vorrei influenzare la giuria e terzo, sarebbe pesantemente OT e già ho sfiorato il confine troppe volte per avere altre possibilità di non essere fucilato.

#91 Comment By Marco Albarello On 3 gennaio 2011 @ 20:14

Di opinioni su King e i suoi romanzi se ne possono trovare a bizzeffe in Rete, aggiungere anche la mia non cambierebbe molto. Non ho niente di particolarmente intelligente da dire su King.

Ecco, ho scritto e postato il precedente commento mentre stavi scrivendo ciò, pertanto ritiro la richiesta di recensire “Il Talismano” e chiedo scusa per la concomitanza. xD Questo errore non può essere tollerato, vado a praticare seppuku nel silenzio del mio giardino. u_u

#92 Comment By Emile On 3 gennaio 2011 @ 20:25

Parlo per me: sinceramente in questo caso m’importa poco dei “possibili livelli di lettura”, per me in un libro simile magia & misticismo stonavano tantissimo e rovinavano del tutto una buonissima prima parte. Per me il libro si poteva tranquillamente reggere tutto sulle premesse iniziale e mostrare semmai un male molto più “umano” invece di tirar fuori (pseudo) diavoli & Co.

#93 Comment By IlBianConiglio On 3 gennaio 2011 @ 20:37

Wo-oh! Se si parla di King non posso non intervenire. E, dato che si è in vena di consigli, personalmente proporrei ‘Gli occhi del drago’, forse l’unico vero fantasy del re.
L’ho letto molto tempo fa, ma ricordo che mi ha particolarmente colpito per la sua semplicità: niente elfi o folletti, magie al minimo e anche di draghi se ne vedono pochi. Riprende invece alcuni motivi ricorrenti del genere medievale: un prigioniero in un’alta torre, i complotti politici che vengono tessuti attorno al re, il consigliere malvagio ecc… Il tutto (ovviamente) condito col mistero e l’horror.
Inoltre, e questo lo metto tra parentesi, alcuni personaggi verranno poi ripresi nella saga de La Torre nera.

Perdonate la pubblicità (poco) occulta, non era mia intenzione. Volevo soltanto consigliare un buon libro fantasy (almeno buono per me) e mi sono lasciato trascinare.

#94 Comment By Il Guardiano On 3 gennaio 2011 @ 23:11

@emile

Dipende anche da cosa ti aspetti da King.
Se hai già letto suoi libri, non puoi non aspettarti il sovrannaturale anche ne “l’Ombra dello Scorpione”.
Fin ora, in nessun libro che ho letto di lui non ho trovato il sovrannaturale/paranormale…quindi il duello bene-male ci sta.
Il fatto è che solo a prima vista si può scambiare la storia in una menata bibblica dove se hai fede in Dio allora il bene trionfa.
I personaggi principali come Redman, Larry, il sordo-che-non-ricordo-il-nome, il Sociologo mettono in discussione le doti divine di madre abagail; alla fine resta la domanda: è dio che la guida? è una semplice capacità telepatica come quella di Joe? è un qualcosa di sovrannaturale che madre scambia per un dono di dio anche se non c’entra niente? o è la Torre Nera che guida Madre Abagail come il Re Rosso guida Randal Flagg?

Poi è questione di gusti…a me questa ambiguità è piaciuta, soprattutto alla luce degli altri suoi libri letti.

#95 Comment By Nessuno On 3 gennaio 2011 @ 23:58

Credo opterò per Christine la macchina infernale visto che me ne hanno parlato molto bene comunque riguardo al discorso scaturito su King riguardo l’ombra dello scorpione aggiungo che io tifavo per Flagg. Sarà che ho una passione smodata per i cattivi però l’ambiguità morale,l’affermazione di una società fredda e coordinata che ricostruisce se stessa partendo dalle armi mi catturano. Inoltre io non intendevo dire che l’ombra dello scorpione fosse una polenta biblica dove c’è il solito dualismo tra bene e male inteso come lotta tra Dio e Satana bensì che il confronto tra questi due poli era molto interessante e visti i finali di altri romanzi di King non mi sarei sentito di escludere che il mondo si sarebbe ridotto ad un fungo atomico,una sorta di castigo divino. E’ vero che il romanzo può essere letto su più piani;per esempio Abagail ricorda molto la vecchia America,quella delle torte di mele e tovaglie a quadrettoni mentre Flagg invece incarna la società che avanza a dispetto di tutto,rappresenta il cancro che ha distrutto il mondo. Emile se si fosse trattato soltanto di un libro sull’epidemia non credo sarebbe stato così interessante visto che di libri post apocalittici del genere ce n’erano già diversi

#96 Comment By Emile On 4 gennaio 2011 @ 01:04

Il Guardiano: è falso che in tutte le opere di King ci sia il soprannaturale, basti pensare a “Uscita per l’inferno”.
E non sono contro il soprannaturale e/o il mistico a prescindere, sempiicemente in quell’opera non c’entrava nulla.

#97 Comment By Emile On 4 gennaio 2011 @ 01:45

Nessuno: lo so che è un argomento già sfruttato ma sinceramente non mi interessa granché. Io sono dell’idea che conti molto di più COME si racconta qualcosa, ed è un tipo di ambientazione che personalmente mi piace.

#98 Comment By Il Guardiano On 4 gennaio 2011 @ 07:55

Infatti io ho detto in tutti i libri di king che IO ho letto.
Ne avrò letto un terzo e un altro terzo li conosco perché prima o poi li comprerò. è vero, alcuni (soprattutto quelli di Bachman) non hanno sovrannaturale ma prendendo in mano in libro di King me lo aspetto l’80% delle volte. Ci rimarrei pure male se continuando a leggere The Dome scoprissi che non c’è sovrannaturale.

@Nessuno:
Non vale la pena leggere Duma Key. Non che sia un brutto libro, ma ce ne sono di migliori, sia di King sia di altri autori. A parte 3-4 scene veramente belle, è tranquillamente trascurabile.

#99 Comment By Mr. Giobblin On 4 gennaio 2011 @ 11:56

Tutti parlano di Stephen King, e nessuno nomina mai il povero Clive Barker! T_T
Tanto per curiosità, quanti di voi hanno letto un suo libro? (Abarat escluso)

#100 Comment By Hendioke On 4 gennaio 2011 @ 12:30

@Marco Albariello (se non ha ancora fatto seppuku)

Scusa il ritardo (e spero voi altri perdonerete il necroposting) ma son stato via in questi giorni, distante dal pc.

Il mio precedente post era diviso (come scritto all’inizio dello stesso) in due punti argomentativi differenti ergo la seconda parte non è conclusione delle premesse del primo. Riporto il secondo pezzo (escluso l’esempio finale) per praticità

In secondo luogo lo stile è indubbiamente essenziale per comprendere a che genere appartiene l’opera che abbiamo davanti (altrimenti sarebbe impossibile distinguere fra la “Divina Commedia”, “La sirenetta” e “La storia infinita”) ed è sempre indispensabile la sua buona fattura per un’opera di qualità, ma la sua sufficienza nel portare ad un’opera di qualità dipende dal genere (più precisamente dalla componente stilistica del genere) di cui stiamo trattando.

Se una poesia sui pidocchi può essere bellissima semplicemente in virtù dell’eccelso stile dell’autore una favola richiederebbe anche una morale (che però potrebbe permettersi, con un bello stile, di essere piattissima), una fiaba un cambiamento nella situazione narrata (che però potrebbe permettersi, con un bello stile, di essere piattissimo), un romanzo richiederebbe una trama quanto meno decente (il miglior stile non può salvare una trama piattissima).

Credo che la ragione di questa differenza fra romanzo e altri generi stia proprio nel principio tanto amato dalla padrona di casa, lo show don’t tell. Mentre gli altri stili sono molto raccontati e poco mostrati e puntano a suscitare interesse ed emozione nel lettore in maniera non perfettamente aderente al contenuto il romanzo, dovendo essere il più possibile aderente, non può permettersi di mostrare avvenimenti piatti.

In questo pezzo la distinzione fra argomento e tematica non c’entra. E’ una mia risposta alla questione delle possibilità dello stile.
E’ lo stile che distingue un genere letterario dall’altro e può farlo perché ogni stile ha delle sue caratteristiche di base, poiché non si tratta di caratteristiche tutte necessarie e sufficienti (che se sono 10 devono esserci per forza tutte e 10 in ogni opera) e non sono neanche escludenti (se compare la caratteristica 11 non è necessariamente detto che questo deragli l’opera in un altro genere), possiamo dire che lo stile di ogni genere tende verso un differente assetto, spirito, forma, mettila come vuoi.

La mia tesi che lo stile del romanzo non consenta ad un’opera di reggersi solo sulla bellezza del suo stile ma richiede sempre come minimo una trama decente si basa sull’idea che la regola dello show don’t tell se non assoluta (faccio parte di quella categoria che ritiene che una volta conosciuta la regola la si possa anche disapplicare) sia comunque necessaria.
In forma più blanda di quella auspicata da Gamberetta (che certe volte nella sua applicazione certosina, soprattutto in campo critico, di questa regola mi rammenta lo Scrittore Automatico) ma necessaria. Il romanzo deve sempre avere un’aderenza a quel che accade sulla scena virtuale, che le circonvoluzioni di uno stile eccelso da sole non possono sostituire.

Posso anche perdere 30 pagine a tessere metafore, parafrasi, allegorie, similitudini, frasi ad effetto ed ogni gioco stilistico che mi viene in mente nel mentre che parlo, in un romanzo, di una battaglia se sono abbastanza bravo da permettermelo; se però nel mentre non permetto al mio lettore di vederla questa benedetta battaglia o gli do a intendere che due eserciti greci stiano combattendo nel 350 A.C. in formazione sparsa e armati di spade e clave è inevitabile che il lettore si sentirà preso in giro.

E questa è la mia idea, se poi tu sei dell’opinione che anche il romanzo garantisca una liberta dal narrato sufficiente perché si possa reggere in piedi sul solo stile ed essere bellissimo pur narrando della passeggiata di un uomo senza caratteristiche ben precise che entra in un bar e ordina un caffé, allora abbiamo due idee differenti di cosa sia un romanzo (il che è possibile: il genere, come tutti, si è molto evoluto e possono distinguersene varie istanze) ^^

#101 Comment By Marco Albarello On 4 gennaio 2011 @ 17:46

@Hendioke
Innanzitutto grazie per aver risposto! Temevo ti fossi offeso dal mio ultimo commento e di aver perso un interlocutore intelligente, cosa rara oggigiorno. :)

La mia tesi che lo stile del romanzo non consenta ad un’opera di reggersi solo sulla bellezza del suo stile ma richiede sempre come minimo una trama decente si basa sull’idea che la regola dello show don’t tell se non assoluta (faccio parte di quella categoria che ritiene che una volta conosciuta la regola la si possa anche disapplicare) sia comunque necessaria.
In forma più blanda di quella auspicata da Gamberetta (che certe volte nella sua applicazione certosina, soprattutto in campo critico, di questa regola mi rammenta lo Scrittore Automatico) ma necessaria. Il romanzo deve sempre avere un’aderenza a quel che accade sulla scena virtuale, che le circonvoluzioni di uno stile eccelso da sole non possono sostituire.

Posso anche perdere 30 pagine a tessere metafore, parafrasi, allegorie, similitudini, frasi ad effetto ed ogni gioco stilistico che mi viene in mente nel mentre che parlo, in un romanzo, di una battaglia se sono abbastanza bravo da permettermelo; se però nel mentre non permetto al mio lettore di vederla questa benedetta battaglia o gli do a intendere che due eserciti greci stiano combattendo nel 350 A.C. in formazione sparsa e armati di spade e clave è inevitabile che il lettore si sentirà preso in giro.

Scusa, ma non capisco se ho sempre avuto un’idea errata io o se sei confuso tu. Lo “show don’t tell” (giuro che ti regalerò un vestito con questa frase sopra, qualcosa di sobrio tipo: tunica xD) non riguarda forse puramente lo stile e non il contenuto? Tu dici che mostrare è necessario, che il lettore deve VEDERLA questa battaglia, benissimo e questo non è forse stile e non contenuto? O_o Oppure sono in un universo parallelo e mi sono perso qualcosa? Cioè in pratica cercando di darmi torto mi stai dando pienamente ragione. xD

E questa è la mia idea, se poi tu sei dell’opinione che anche il romanzo garantisca una liberta dal narrato sufficiente perché si possa reggere in piedi sul solo stile ed essere bellissimo pur narrando della passeggiata di un uomo senza caratteristiche ben precise che entra in un bar e ordina un caffé, allora abbiamo due idee differenti di cosa sia un romanzo (il che è possibile: il genere, come tutti, si è molto evoluto e possono distinguersene varie istanze) ^^

Se aggiungi caratteristiche è sempre stile, se decidi che è zoppo e mostri che è zoppo, se decidi che è sporco di sangue e trema, se è vestito a festa e ha in mano un mazzo di fiori, se è accompagnato da una fatina che gli gira intorno, per me resta sempre stile. Il contenuto è: Un uomo entra in un bar e ordina un caffè. Però già scegliendo di mostrare che è zoppo potrebbe aver scatenato nel lettore un empatia emotiva (se il lettore stesso ha un deficit di qualche tipo), se mostri che è sporco di sangue e trema il lettore potrebbe chiedersi perché è in quello stato e spingerlo a leggere oltre per scoprirlo con suspance, se vestito a festa e con i fiori in mano potresti dare ad intendere che è un tipo romantico e ha un appuntamento, se c’è una fatina con lui immediatamente ti chiedi che tipo di rapporto c’è tra i due ecc. Ma il succo è di un tizio che entra in un bar e ordina un dannatissimo caffè. xD

Forse non abbiamo idee differenti su cosa sia un romanzo, ma su dove bisogna tracciare la linea di confine tra stile e contenuto. Ti pongo ulteriore esempio per spiegare meglio la mia posizione:

Reperto numero 1
Reperto numero 2
Reperto numero 3

Tipi di opere diversi, stili per forza di cose diversi, stesso contenuto.

Letto numero 1
Letto numero 2

Idem con patate. Comunque mi son dilungato fin troppo su questo argomento, vieni che ti offro un caffè. xD Rispetto la tua idea anche se non sono d’accordo. ^^

#102 Comment By Hendioke On 8 gennaio 2011 @ 10:45

Ah ecco. Ora ci sono. Abbiam trovato il punto divergente :)

Per me che l’uomo che va a prendere il caffè (che accetto volentieri, grazie dell’invito ^^) sia zoppo, sporco di sangue e tremante o accompagnato da una fatina fa ancora parte del contenuto. Lo stile è come comunico al lettore l’informazione.
Decido che è zoppo (contenuto), come lo comunico (stile)?
1)”Un uomo zoppo entrò in un bar”

2)”La porta del bar venne aperta producendo lo stesso cigolio di sempre, assieme al freddo invernale (ooc: è inverno, informazione attinente il contenuto) entrò un uomo claudicante. Trascinava la gamba destra come un peso morto, rigida e stabile come un bastone e altrettanto mobile. Non ci mise molto più d’un uomo sano a varcare l’ingresso e lasciar libera la porta di richiudersi con un secondo cigolio, ma il tempo sufficiente perché qualche avventore seduto ai tavoli più vicini all’uscita imprecasse per l’abbassarsi della temperatura (occ: avventori lamentosi; tavoli presso l’uscita… contenuto)”

3)”Mi appoggiai con la spalla sinistra alla porta del bar e la spinsi con la mano per aprirla. Tenendola aperta, e appoggiandomi sulla gamba fessa e un poco sulla porta, mossi un passo ampio col piede sinistro sul quale poggiai il peso mentre trascinavo oltre la soglia anche il destro. Lasciai la porta libera di richiudersi, ormai ero dentro; qualche avventore mi guardava stranito (occ: avventori che lo guardano straniti… sempre contenuto) per la falcata con cui ero entrato ma smise subito quando presi a muovermi claudicante verso il bancone confermando ai presenti il mio handicap”

Insomma, abbiamo due idee diverse di dove si situa la linea di confine fra contenuto e stile. Io ritengo che tutto quello che attiene al cosa sia contenuto e tutto quello che attiene al come allo stile. Se ti metterai un attimo nei miei panni converrai che partendo da questo assunto il come non può reggere un’opera da sola.

Se invece pensiamo che il cosa sia giusto il “di che parla l’opera”, la tematica, l’essenza della trama in due righe, allora sì posso essere d’accordo su come sia lo stile a reggere le sorti di un’opera, pure del romanzo.

Ma non penso affatto sia così: la tematica è una cosa (un viaggio di 20.000 leghe sotto i mari in compagnia di un principe pirata misantropo e il rapporto uomo-mare; uomini-uomini), il contenuto è un’altra (il Nautilus, le sue caratteristiche meccaniche ed estetiche, l’equipaggio, le sue caratteristiche, la lotta contro il calamaro gigante con questa e quella azione di Tizio e di Caio e la data reazione del calamaro) e lo stile un’altra ancora

Il 13 aprile 1867 il mare era bello, la brezza gradevole, e lo ’Scotia’ si trovava a 15° 12’ di longitudine e 45° 37’ di latitudine. Navigava ad una velocità di tredici nodi e quarantatrè centesimi sotto la spinta dei suoi mille cavalli-vapore. Le sue ruote battevano il mare con una regolarità perfetta. Il suo pescaggio era allora di sei metri e settanta centimetri e il suo spostamento di seimilacentoventiquattro metri cubi. Alle 16 e 17 minuti, durante il lunch dei passeggeri riuniti nel grande salone, un colpo tutto sommato poco udito si produsse sullo scafo dello Scotia, verso la sua anca e un poco addietro la ruota di babordo. Lo Scotia non aveva urtato, era stato urtato, ma da uno strumento tagliente o perforante, piuttosto che contundente. L’abbordaggio era parso così leggero che nessuno a bordo se ne preoccupò, non fosse stato per l’esclamare dei carbonai, che risalì da basso fin sul ponte nel grido di “Affondiamo, affondiamo!!!” Subito i passeggeri furono molto spaventati, ma il capitano Anderson si affrettò a rassicurarli. In effetti il pericolo non poteva essere imminente. Lo Scotia, diviso in sette compartimenti a chiusura stagna, poteva sfidare tranquillamente la presenza di una falla

Detto questo rispetto anch’io la tua idea pur non condividendola :)

#103 Comment By Marco Albarello On 8 gennaio 2011 @ 21:11

@Hendioke
Chiarissimo, tutto ciò mi è servito per capire meglio alcune cose. Ti ringrazio per la pazienza nell’avermi letto, la gentilezza nell’aver deciso di rispondermi e la volontà di approfondire il discorso per capire dove fosse l’ostacolo. :)

#104 Comment By Hendioke On 10 gennaio 2011 @ 01:23

@Marco Albarello
Grazie a te ^^
E’ sempre un piacere confrontarsi dialetticamente con qualcuno su un argomento di interesse comune. Internet serve a questo dopotutto :)

#105 Comment By Marco Albarello On 10 gennaio 2011 @ 01:53

Internet serve a questo dopotutto :)

Ed io che l’ho sempre usato per cercare materiale pornograficoculturale. Beata ignoranza. xD

#106 Comment By AndreaFurlan On 10 gennaio 2011 @ 19:48

Gamberetta non è possibile leggere niente di SMQ?
Auguri(in gran ritardo) e tanti complimenti.

Andrea di ilgiovanescrittore.wordpress.com

#107 Comment By cafeine On 10 gennaio 2011 @ 23:31

Consigli per gli acquisti:

A proposito di manuali di scrittura, ecco qua il libro che cambierà il vostro destino:

COME NON SCRIVERE UN ROMANZO, di Howard Mittlemark e Sandra Newman, editore Corbaccio. Ve lo raccomando perchè:

1- affronta tutti gli aspetti della scrittura, dalla stesura della trama alla lettera di accompagnamento destinata all’editore

2- si legge in una giornata, semplicemente perchè a metà della prefazione già non riuscirete più a chiuderlo

3- riesce ad essere esilarante

4- non c’è traccia di coniglietti

5- è talmente impietoso che probabilmente, dopo averlo finito, non vi sentirete neanche all’altezza di scrivere un sms di auguri, e questo potrebbe ridurre drasticamente il numero di Boschiquieti e Vaporità che infesta le librerie nostrane

6- nonostante tutto, continuerete a ridere.

#108 Comment By Zave On 11 gennaio 2011 @ 03:28

7- costa 18.60€ (16.74€ scontato del 10% su IBS) e non si trova in versione pirata.

ero curioso di dare uno sguardo ma a conti fatti non ne vale la pena, magari se passo alla feltrinelli e mi ricordo gli dò uno sguardo a scrocco.

#109 Comment By cafeine On 12 gennaio 2011 @ 17:23

Beh, io non mi sono pentita di averli spesi!

E’ un manuale che illustra gli errori più comuni dei principianti, quindi si lavora sulle basi del romanzo. Dopo aver raso tutto al suolo si può leggere qualche altro saggio sulle finezze e i trucchi del mestiere.

#110 Comment By Sky Eventide On 12 gennaio 2011 @ 21:43

Oltre ad attendere il ritorno trionfale della padrona di casa, mi intrometto pure io a chiedere a voi brave personcine qualcosa sui manuali di scrittura.
Per caso qualcuno di voi ha letto “Lector in fabula” di Umberto Eco? Come manuale è abbastanza “alla Eco”, nel senso che non fa ridere, è un po’ prolisso (a giudicare da come ho spizzicato) e di difficile comprensione. Tuttavia sembra abbastanza preciso o valido, ma vorrei avere conferma. Mi sapete dire?

Kupò.

#111 Comment By AndreaFurlan On 13 gennaio 2011 @ 09:33

@cafeine
l’ho comprato:)
Son proprio curioso…

Ciao:)

Andrea di ilgiovanescrittore.wordpress.com

#112 Comment By PlatinumV On 14 gennaio 2011 @ 15:52

Ciao, scusa l’off topic, sto rileggendo praticamente tutto il tuo blog ma purtroppo, a parte Licia Troisi (…) non abbiamo letto molto in comune. Quindi volevo chiederti: per caso hai letto Hyperversum, di Cecilia Randall? Io lo sto finendo in questi giorni e volevo sapere, in caso l’avessi letto, un tuo parere a riguardo (vorrei parlare del ritmo della narrazione in particolare, avrei una domanda da porti, ma se non l’hai letto è inutile io te la faccia).
Grazie
V

#113 Comment By Symbolic On 14 gennaio 2011 @ 15:58

Ti seguivo già prima della tua lunga pausa e sono contento che tu sia ritornata. È raro trovare persone così lucide, soprattutto su questi temi.

Ho apprezzato molto i tuoi manuali, e condividevo le tue opinioni già prima di leggerle.

Nel regno dei ciechi mi meraviglio del guercio. Figurati di chi ci vede bene.

#114 Comment By Gamberetta On 15 gennaio 2011 @ 15:32

@PlatinumV. No, non ho letto Hyperversum.

#115 Comment By Merenhor On 3 aprile 2011 @ 20:58

@PlatinumV. No, non ho letto Hyperversum.

Peccato! Anche a me sarebbe interessato. Perché?
Bè proprio la sua autrice, sebbene non direttamente attraverso un link, mi ha portato a questo blog. Cecilia ci tiene particolarmente allo “Show, don’t tell”. Dove aver riletto il manuale di Gamberetta sull’argomento, devo proprio ammettere che Cecilia aveva ragione e i suoi appunti sono come al solito inattaccabili.
Forse una dose di “tell” in alcuni particolari passaggi secondari è ancora la soluzione migliore. Oddio, sono diventato dopo un giorno già fan del “show” ma non ancora un estremista radicale ;-)

Sono nuovissimo di questo blog e lo sto leggendo tutto! Spero di trovare qualcosa sui punti di vista, perchè anche lì…..

#116 Pingback By Gamberi Fantasy | Lega Nerd On 7 ottobre 2011 @ 15:00

[...] parla di tecnica mette in luce il funzionamento della narrativa. Molto più interessante! Dall’articolo in cui parla di John Mullan e del suo How Novels [...]


URL dell'articolo: http://fantasy.gamberi.org/2010/12/14/pausa/

Gamberi Fantasy