Come (non) scrivere fantasy
EDIT del 23 Maggio 2009. Per una trattazione molto più approfondita e organica degli stessi temi, rimando al Riassunto delle Puntate Precedenti.
Il presente articolo è da considerarsi solo come “curiosità storica”.
Uno dei miei sogni è diventare regista. Per ora il progetto è fermo a: “speriamo di riuscire a convincere i miei genitori a regalarmi la telecamera digitale che voglio per Natale “. Nel frattempo, qualche volta mi diverto a scrivere di quello che non posso (ancora) girare, o butto giù fanfiction di argomento fantastico dedicate al Coniglietto Grumo
(chi altri?!)
Per imparare a scrivere è opinione comune che la prima regola sia leggere molto, e fin qui ci siamo. Seguono poi i consigli degli scrittori famosi, dai classici How to Tell a Story and other Essays e Fenimore Cooper’s Literary Offences di Mark Twain, a On Writing di Stephen King o How to Write Science Fiction and Fantasy di Orson Scott Gard (autore, fra gli altri, de Il Gioco di Ender). I suggerimenti in questi libri sono interessanti , anche se qualche volta in contrasto fra loro. Oggi però vorrei segnalare tre siti meno seriosi e che partono da un approccio differente: invece di spiegare come scrivere, indicano gli errori che più spesso si commettono.
Copertina di On Writing di Stephen King
Il primo sito è celeberrimo, ma la sua utilità non è diminuita nel corso degli anni:
Peter’s Evil Overlord List (The Top 100 Things I’d Do If I Ever Became An Evil Overlord)
È un lungo elenco di cose che un Signore del Male dovrebbe fare, o in altri termini, tutti gli errori che dovrebbe evitare. Leggendo la lista ci si rende conto della quantità immane di romanzi e film che basano il proprio progresso non su una gara di furbizia e abilità tra Buoni e Cattivi, bensì sull’incredibile stupidità di questi ultimi. Scrivere un romanzo o girare un film ai giorni nostri, senza aver prima consultato la Overlord List, è il primissimo errore da evitare
!
Essere un Signore del Male non è così semplice come possa sembrare!
Secondo sito, meno famoso ma altrettanto utile:
How to write a best selling fantasy novel.
Il titolo è ironico. L’autore di questo divertente “how to” si prende gioco di tutte le banalità e i cliché che abbondano nel fantasy, amatoriale e non. Inutile dire che per scrivere un buon fantasy occorre seguire il meno possibile questa “guida” (anche a costo di non farne mai un best seller!)
Terzo sito:
Anti-Shur’tugal
Questo è un sito interamente dedicato a parlar male dei romanzi di Christopher Paolini, Eragon ed Eldest. Tra le critiche a Paolini e alle sue (orribili ) opere, si mischiano consigli e avvertenze su come scansare gli errori più comuni nello scrivere fantasy.
Che morale trarre dai libri sulle tecniche di scrittura e i siti web di cui sopra? Non ho idea!
In compenso, se dovessi isolare un singolo spunto che mi abbia maggiormente colpito, sarebbe il concetto che alcuni chiamano “stile cinematografico”.
Narrare una storia con questo stile significa raccontarla come se la si riprendesse con una telecamera immaginaria (proprio il mio caso! ) E il punto cruciale è che la “telecamera” in questione, con tale stile, è una telecamera a tutti gli effetti, come fosse vera, con le limitazioni del caso.
Un esempio:
In cima alla collina sorgeva la Torre del Sangue. Si era guadagnata quel nome perché per secoli i negromanti locali l’avevano usata per i loro esperimenti.
Nel cuore del ragazzo traboccò la paura, mentre varcava la soglia della diroccata costruzione.
Quante volte si leggono passaggi simili? Eppure, se si vuole seguire lo stile cinematografico, la buona metà di queste tre righe è sbagliata . Infatti la telecamera è vera, dunque non potrà inquadrare il perché la Torre si chiami come si chiama e tanto meno riprendere la paura che si diffonde nel cuore del ragazzo.
[Nota: alcuni registi, in effetti, riescono davvero a riprendere situazioni “impossibili” quasi filmassero un fatto qualunque, per esempio, l’incredibile sequenza dentro il corpo ricucito del papà morto in Tideland. D’altra parte Terry Gilliam è nella categoria di quelli troppo bravi per preoccuparsi delle regole.]
La morte vista dall’interno. Fotogramma di Tideland
Insomma, lo stile cinematografico impone un sacco di restrizioni: non si può parlare di sentimenti, non si può divagare, non si possono dare spiegazioni, c’è solo il qui e l’ora davanti alla telecamera.
Lo scopo sarebbe quello che in termini filmici è detto “tenere lo spettatore incollato alla poltrona”. Se scriviamo che un personaggio è triste, essendo la tristezza concetto astratto, la mente di chi legge comincerà a vagare, allontanandosi dalla storia. Se invece scriviamo che un personaggio piange , l’occhio dello spettatore rimarrà fisso sul suo viso. Così come se parliamo dei negromanti, il lettore si distrarrà, lasciandosi scivolare nella negromanzia, quando invece dovrebbe seguire il ragazzo che sta entrando nella torre.
O almeno questa è la teoria. Non sono sicura sia corretta, ma mi pare una teoria molto interessante, per gli scrittori e per i registi armati solo di telecamere immaginarie!
Approfondimenti:
How to Tell a Story and other Essays disponibile al sito del progetto Gutenberg
Fenimore Cooper’s Literary Offences disponibile al sito del progetto Gutenberg
On Writing su Ibs.it
How to Write Science Fiction and Fantasy su Amazon.com
Scritto da Gamberetta •
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