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Titolo originale: Le Maschere del Potere
Autore: Errico Passaro
Anno: 1999
Nazione: Italia
Lingua: Italiano
Editore: Nord
Genere: Fantasy
Pagine: 184 |
Ho passato il pomeriggio di domenica scorsa a frugare tra le bancarelle di un mercatino natalizio. Mi piace rovistare tra i libri usati, ho sempre l’illusione di poter scoprire chissà quale prezioso manoscritto e portarmi via un tesoro a pochi euro. In realtà non ho mai trovato niente di notevole, se non qualche libricino più polveroso o malandato degli altri.
In compenso quest’anno ho trovato dei fantasy italiani di cui ignoravo l’esistenza. Per esempio questo Le Maschere del Potere recuperato a due euro.

Mercatino natalizio
Cercando in rete informazioni riguardo il romanzo e il suo autore ho trovato molto poco. La presenza del romanzo è constata all’epoca sul newsgroup it.arti.fantasy, ma oltre una stringatissima recensione non si va. L’autore è un po’ più conosciuto, sebbene più che altro per il suo ruolo di giornalista e collaboratore de Il Secolo d’Italia.
Ho però riesumato una bizzarra polemica: un articolo dell’Ottobre 2001 apparso su Le Monde diplomatique nel quale Valerio Evangelisti denuncia la presenza di una vena fascista nella narrativa fantascientifica italiana atta a corrompere la gioventù dietro il paravento del romanzo di genere. Evangelisti cita l’antologia Fantafascismo, curata da Gianfranco de Turris, il romanzo Occidente di Mario Farneti e in fondo all’articolo si sofferma in particolare proprio su questo Le Maschere del Potere.
Non discuto le tesi di Evangelisti, sebbene sospetti che Le Maschere del Potere non l’abbia neanche letto. Se a qualcuno interessa questa vicenda curiosa, l’articolo originale francese è qui. Una traduzione in inglese è qui (copia locale in PDF). La risposta di Gianfranco de Turris è qui.

Copertina di Fantafascismo
Io credo che definire Le Maschere del Potere fantascienza fascista sia dare al romanzo più importanza di quanta abbia. Le Maschere del Potere è solo l’ennesimo esempio di pessima fantasy italiana.
La storia. Nel Mondo dell’Arcobaleno, mondo che esiste in un futuro indefinito e su un piano di realtà diverso dal nostro, i tre principali regni, Rodrom, Rodaire e Nahor si sono combattuti per millenni. Finché, dopo l’ennesima sanguinosa guerra, non hanno deciso di provare a istaurare un equilibrio che potesse garantire la pace. I tre regni sono diventati i Regni Uniti e si sono divisi i compiti: Rodrom si occupa della difesa e dell’ordine, i suoi cittadini sono guerrieri, il suo Re porta la Maschera del Leone ed è chiamato Vostra Autorità. Rodaire si occupa della religione e dei rapporti con gli Dei, i suoi cittadini sono sacerdoti, il suo Re porta la Maschera dell’Aquila ed è chiamato Vostra Saggezza. Nahor si occupa delle attività produttive, i suoi cittadini sono artigiani, contadini e mercanti, il suo Re non è mai specificato che Maschera porti ed è chiamato Vostra Ricchezza.
A ulteriore garanzia della pace le armi sono state bandite e ogni genere di disputa si risolve ricorrendo a combattimenti fra animali. Un problema personale può trovare soluzione in uno scontro fra due cinghiali, questioni più complesse tra città rivali possono vedere in campo eserciti di tori, serpenti e falchi.

La Maschera di Vostra Autorità?
La pace è durata per mille anni, finché lotte interne non hanno paralizzato Nahor, lasciando lo scanno di Vostra Ricchezza vuoto. La rottura dell’equilibrio ha imbizzarrito gli Dei, tanto da spingerli a mandare inondazioni e carestie per punire gli uomini. Il clima di caos ha finito per favorire Vostra Autorità, nella persona del perfido Namuras. Costui ha assunto su di sé i poteri di Vostra Ricchezza e ha ideato un piano diabolico per liberarsi anche di Vostra Saggezza, rimanendo così unico Re dell’intero Mondo.
Il piano di Namuras ha successo e Fladnag, Vostra Saggezza, è privato del titolo ed esiliato dal proprio regno. Riuscirà a tornare e riprendersi ciò che era suo?
Il romanzo segue le avventure di Fladnag e dei suoi compagni di viaggio, l’addestratore Odorf e il giovane Mas, alla ricerca delle Tavole del Potere, che sole possono contrastare il dominio di Namuras. O qualcosa del genere. Infatti il problema numero uno de Le Maschere del Potere è che la storia non ha alcun senso.
Nella Presentazione, curata da Gianfranco de Turris, viene suggerita una possibile chiave di lettura in senso simbolico. Sarà. Non ho la preparazione storico-filosofica per dubitarne, ma sul piano letterale il romanzo è una stupidaggine, pura e semplice.
La narrazione è vaga, illogica e sconclusionata, tanto che all’inizio credevo fosse un sogno del protagonista. Purtroppo tale non è, e per tutte le 184 pagine si procede con lo stesso ritmo da sonnambulo o da ubriaco. Personaggi degni di tal nome non ne esistono. Anche Fladnag, il protagonista, è solo una marionetta nelle mani dell’autore. Il povero Re in esilio non ha personalità, non ha passato (se non oscuro a tutti, lui compreso), non ha motivazioni discernibili, non ha comportamenti coerenti. Non esiste se non come etichetta. Gli altri, compresi Namuras, Odorf e Mas, sono altrettanto eterei.
Come detto la trama non ha né capo né coda. L’ambientazione è appena accennata e per nulla originale. È il solito mondo pseudo medievale uguale a se stesso da secoli e secoli. L’unico particolare degno di attenzione è quest’idea delle lotte fra animali. Ogni tanto gli animali addestrati al combattimento appariranno, ma saranno sempre solo di contorno.
Come elementi fantastici siamo ai minimi termini. La magia non esiste. Creature fantastiche neanche. La spada del protagonista pare animata di vita propria in battaglia, ma forse è solo illusione o forse è il protagonista a essere posseduto dalla versione locale del Dio della Guerra, non è mai chiarito e in ogni caso non ha particolare importanza. Verso la fine compaiono per qualche pagina dei demoni, e par di capire che il loro ruolo nelle vicende del mondo sia più ampio di quanto appaia, ma anche qui non si entra troppo nei dettagli e comunque i demoni schiattano tutti quanti.

Demone
Leggere il romanzo è impresa estenuante. Seppure il lessico non sia tanto ricercato, la costruzione delle varie frasi lo è. Occorre di continuo uscire dalla storia per fermarsi a meditare sul significato dei paragrafi, significato che spesso non c’è, sepolto da una marea di parole piazzate secondo logica insondabile. Non migliora la situazione il fatto che moltissimi passaggi, anche cruciali, siano raccontati invece che mostrati.
Qualche volta, nei casi migliori, si può forse usare il termine onirico per definire l’atmosfera, ma il sogno dura al massimo mezza pagina, poi si scivola nell’incubo.
I dialoghi vanno letti per essere creduti. Tutti i personaggi parlano alla stessa maniera, e sempre, qualunque sia la situazione, si esprimono in maniera formale e paludata, insomma parlano proprio come un libro stampato. Non so a cosa mirasse l’autore, ma il risultato è al limite del ridicolo.
Sommando questi bei elementi ne vien fuori un romanzo oltre il noioso: Le Maschere del Potere è un romanzo soporifero. Le 184 pagine paiono dieci volte tante, e sono arrivata alla fine solo spinta dalla forza di volontà: sarebbe stato inglorioso farmi “sconfiggere” da un libercolo così piccolo!
Tornando per un attimo alle preoccupazioni di Evangelisti, come già detto le ho trovate infondate. Non ci ho visto niente di ideologico nel romanzo, se non una bruttezza allucinante. Non credo che nessuno, giovane o vecchio, dopo aver letto una roba del genere sia tentato dall’estrema destra, al massimo svilupperà un giusto sospetto nei confronti del fantasy italiano!
Comunque, per chi voglia frugare tra le tante frasi messe lì a occupar spazio, verso la fine qualche brano stile Cinegiornale Luce lo si può forse trovare, passaggi come:
Finiva il tempo del sonno, delle masse infiacchite da una pace sterile, e tornava il momento della morte inferta a sangue freddo, dell’odio impersonale, della distruzione organizzata.
o
Il momento dello scontro frontale, la solenne scadenza d’un millennio di pace, era ormai prossimo. Le virtù del guerriero, onore, lealtà, fedeltà, ospitalità, rispetto degli anziani, saggezza, coraggio, modestia, prudenza, queste virtù stavano per riemergere dal lungo oblio.
Ma stiamo parlando del penultimo capitolo. Per me, oltre alla sottoscritta e all’autore, non ci è arrivato mai nessuno fin lì, neanche Evangelisti.
Per concludere, un romanzo atroce. Tanto brutto che a tratti mi ha fatto rivalutare Licia Troisi. E mi spiace, ma questo al signor Passaro non posso perdonarlo!
Approfondimenti:
Le Maschere del Potere su Delos Store
Occidente su iBS.it
Fantafascismo su OrionLibri
Valierio Evangelisti su Wikipedia
Giudizio:
L’idea degli animali era carina… +1 |
-1 …ma non è sviluppata. |
Nei casi migliori c’è un’atmosfera da sogno. +1 |
-1 Il resto del romanzo è un incubo. |
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-1 Personaggi inesistenti. |
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-1 Trama inesistente. |
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-1 Dialoghi che sarebbe stato meglio fossero inesistenti anche loro. |
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-1 Scrittura convoluta. |
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-1 Noioso è un complimento. |
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-1 Due euro buttati. |
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-1 È peggio della Troisi. |
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